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Centro Studi C.N.I. 12 gennaio 2018

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Centro Studi C.N.I. 12 gennaio 2018

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 12 gennaio 2018

Pagina I

PROGRAMMA PER LA CRESCITA

Un Piano industriale per l'Italia delle competenzeSole 24 Ore 12/01/18 P. 1 Carlo Calenda,Marco Bentivogli

1

APPALTI

La difesa in giudizio è un appalto di servizi. Sì alle short list di avvocatiItalia Oggi 12/01/18 P. 33 Luigi Oliveri 5

Appalti sottosoglia, altro cambioItalia Oggi 12/01/18 P. 39 Andrea Mascolini 6

ECONOMIA

Bentivogli: il salario minimo? Bandiera ideologicaCorriere Della Sera 12/01/18 P. 36 Enrico Marro 7

SPLIT PAYMENT

Split payment: l'elenco ammessi con cadenza annualeItalia Oggi 12/01/18 P. 28 Andrea Bongi 8

GRANDI OPERE

Infrastrutture, il «debat public» inciampato in zona manovraCorriere Della Sera 12/01/18 P. 39 Stefano Agnoli 9

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PROGRAMMA PER LA CRESCITA

Un Piano industrialeper l'Italia

delle competenzedi Carlo Calenda e Marco Bentivogli

La fine degli stimoli della Bce,l'evoluzione, certo non

orientata a maggior flessibilità,dell'Eurozona e la restrizionedei parametri di valutazionesugli Npl, renderanno il 2018 unanno potenzialmente critico perla tenuta finanziaria del Paese.L'unica strada percorribile è

quella di continuare amuoversilungo il "sentiero stretto" per-corso in questa legislaturaovvero riduzione del deficit,aumento di Pil e inflazione. Peril 2019 il Documento di econo-mia e finanza prevede un rap-porto deficit/Pil allo o,9°io.

Programma per la crescita Pagina 1

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PROGRAMMA PER LA CRESCITA . LA PROPOSTA

Un Piano industriale per l'Italia delle competenzeTre parole chiave per favorire la costruzione di un futuro anziché pensare solo ad abolire

di Carlo Calendae Marco Bentivogli

Eventuali margini di flessibilità sipotranno negoziare solo a frontedi un convincente "Piano indu-striale per il Paese" focalizzato su

crescita e investimenti. A tutto ciò si ag-giunge la sfida di una rapidissima innova-zione tecnologica che mette in discussio-ne modelli produttivi e organizzazionedel lavoro. Se l'Italia non saprà essere al-l'altezza andremo incontro a un secondoshock sistemico come quello vissuto nel-la prima fase della globalizzazione. Rite-niamo che l'avvio della campagna eletto-rale mostri una diffusa mancanza di con-sapevolezza rispetto a questa situazione.La parola d'ordine sembra essere "aboli-re", scaricando i costi sulla "fiscalità ge-nerale" e alimentando l'equivoco che es-sa sia altro rispetto ai soldi dei cittadini.Questo equivoco è alla base di decenni diirresponsabilità finanziaria che hannoportato l'Italia vicino al default nel 2011.Noipensiamo invece chela parola d'ordi-ne debba essere "costruire" un futurofondato su tre pilastri: Competenze, Im-presa, Lavoro.

11 COMPETENZE E IMPRESA:LA SITUAZIONE DEL PAESE

CompetenzeLa rivoluzione digitale crea e distruggeoccupazione e non è possibile prevederecon certezza quale sarà il saldo netto. Ledieci professioni oggi più richieste dalmercato non esistevano fino alo anni fa eil 65%io deibambini che ha iniziato le scuo-le elementari nel 2016 affronterà un lavo-ro di cui oggi non conosciamo le caratte-ristiche. Nella grande riallocazione in-ternazionale del lavoro, l'occupazionecrescerà nei Paesi che hanno investitosulle competenze digitali e si ridurrà inquelli che non le hanno acquisite in ma-niera adeguata ad affrontare la trasfor-mazione del tessuto produttivo. In Italiaci sono profondi gap da colmare: solo il29%io della forza lavoro possiede elevatecompetenze digitali, contro una mediaUe del37%io. Un divario che rischia di au-mentare ulteriormente considerando labassa partecipazione di lavoratori a corsidi formazione (8,3°) rispetto alla mediaUe di 1o,8% e a benchmark quali Francia18,8% e Svezia 29,6%.

Il lavoro nell'impresa 4.o dovrà supe-rare il paradosso italiano per cui i giovanifiniscono troppo presto di studiare, ini-ziano troppo tardi a lavorare e quando

trovano un lavoro, interrompono com-pletamente i loro rapporti con la forma-zione. A questo fine, proponiamo il rico-noscimento del diritto soggettivo del la-voratore alla formazione intutti i rappor-ti di lavoro e la sua definizione comespecifico contenuto contrattuale.

ImpresaDopo gli anni della grande crisi 2007-2014, gli investimenti industriali el'export sono finalmente ripartiti. Nel2017 la crescita dell'export si è attestataintorno al 7%io, quella degli investimentiindustriali, incentivati dal Piano Impresa4.0, intorno all'11"io. Una dinamica miglio-re di quanto registrato in Germania ri-spetto alla quale, però, i nostri investi-menti industriali sono circa lametàinter-mini assoluti e il rapporto tra esportazio-ni e Pil resta inferiore di circa 20 punti. Undivario che dipende da alcune fragilitàpeculiari del nostro tessuto produttivo: 1)il numero limitato delle imprese piena-mente integrate nelle catene globali delvalore (20% circa del totale); 2) le diffe-renze di performance territoriali e traclassi d'impresa; 3) condizioni di conte-sto - costo dell'energia, concorrenza,connettività - ancora spesso meno favo-revoli rispetto ai competitor internazio-nali; 4) un mercato del lavoro ancoratroppo centralizzato con modalità di de-terminazione delle condizioni salarialilontane dal contesto competitivo dellesingole imprese.

Quello che proponiamo è una politicaindustriale e dellavoro nonretorica, for-temente focalizzata su queste fragilità ein grado di produrre avanzamenti misu-rabili su ciascuno di questi temi. La basedi partenza non può che essere quelladelle politiche realizzate dagli ultimidue governi che hanno contribuito a de-terminare una dinamica positiva di oc-cupazione, reddito, esportazioni e disaldi di finanza pubblica. Oggi, al termi-ne della legislatura, questi risultati nonappartengono più a questo o a quel go-verno, ma sono piuttosto un patrimoniocomune di regole, leggi, provvedimentiche delineano un sentiero virtuoso dicrescita e di nuove opportunità per gliinvestimenti.

2 1 PRIORITÀ E AZIONI

Impresa 4.0Il Piano nazionale Impresa 4.o ha riporta-to la politica industriale al centro del-l'agenda del Paese dopo vent'anni conuna dotazione di risorse adeguate: circa20 miliardi di euro nella legge di bilancio2017 cui si aggiungono lo miliardi di eurodell'ultima legge di bilancio. L'efficacia

del piano è testimoniata dalla ripresa de-gli investimenti delle imprese - che du-rante gli anni della crisi hanno subito unariduzione di circa il 25%io - e dalla crescitadegli ordinativi interni nel corso del 2017.

Pur confermando l'impostazione ge-nerale del Piano, per gli anni a venire oc-correrà procedere lungo due direzioni.Da un lato occorrerà rifinanziare per il2019 il Fondo Centrale di Garanzia per 2miliardi di euro, in modo da garantire cir-ca 5o miliardi di crediti finalizzati agli in-vestimenti delle Pini. Dall'altro occorre-rà sostenere l'investimento privato perl'acquisizione e lo sviluppo di competen-ze 4.0. In concreto: dovranno essere stan-ziati 400 milioni di euro aggiuntivi all'an-no da destinare agli IstitutiTecnici Supe-riori con l'obiettivo di raggiungere alme-no ioomila studenti iscritti entro il 2020(in Italia attualmente gli studenti degli Itssono circa 9000 contro i quasi 8oomiladella Germania); i Competence Centerdovranno essere rafforzati al fine di co-struire una vera rete nazionale, per lo svi-luppo e il trasferimento di competenzedigitali e ad alta specializzazione (sulmo-dello del tedesco Fraunhofer e dell'ingle-se Catapult); dovrà essere reso struttura-le lo strumento del credito diimposta allaformazione 4.0, previsto attualmente informa sperimentale.

Lavoro 4.0L'impresa4.o habisogno, oltre alle tecno-logie e alle competenze, di nuovi modellidi organizzazione del lavoro, che vannoquindi incentivati come ulteriore tassel-lo del Piano.

Dal punto divista contrattuale occorrerispondere ad una produzione che saràsempre più "sartoriale" e quindi il Con-tratto nazionale ha senso nonsolo se neri-duce drasticamente il numero delle tipo-logie - che negli ultimi anni è esploso - maanche e soprattutto se il suo ruolo restaquello di "cornice di garanzia" finalizzataad assicurare il più possibile una dimen-sione di prossimità all'impresa. Va inco-raggiatounvero decentramento contrat-tuale, utile anche ai programmi condivisidi miglioramento della produttività, a li-vello territoriale, di sito e di rete. Questoprocesso, unitamente ai nuovi contenutidella contrattazione (welfare, formazio-ne, orari, flessibilità attive) possono rap-presentare il nuovo "patto per la fabbri-ca" in grado di centrare la sfida della pro-duttività e dell'innovazione a partire dal-le Pini per le quali la contrattazioneterritoriale può diventare una risorsafondamentale. Permane in alcuni settoriilris chio che i nuovi modelli organizzati-vi comportino una riduzione del valoredel lavoro cheva contrastato con la capa-

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cità di costruire nuove tutele e diritti so-ciali ma, soprattutto, con un salario mini-molegale,peri settori non coperti da con-trattazione collettiva.

EnergiaLa Strategia Energetica Nazionale defini-sce la strada per affrontare le grandi que-stioni della riduzione del gap di prezzo edi costo dell'energia; della sostenibilitàdegli obiettivi ambientali; della sicurezzadi approvvigionamento e della flessibili-tà delle infrastrutture energetiche, raf-forzando l'indipendenza energetica del-l'Italia.

Al 2030, la Seri prevede azioni per 175miliardi di investimenti, di cui oltre l'8000in energie rinnovabili ed efficienza, chedevono dar vita a una nuova specializza-zione industriale dell'Italia. Sul versantedella competitività, il varo della normati-va sulle imprese energivore a partire dal1° gennaio di quest'anno ha risolto il pro-blema dello svantaggio sul prezzo del-l'energia elettrica per circa3mila aziende.Analoganorma andrà adessorapidamen-

te attuata perle aziende gasivore, insiemeal corridoio diliquiditàper allineareil co-sto del gas a quello del Nord Europa.

L'abbandono del carbone nel2025nellaproduzione elettrica necessita, oltre chedegli investimenti in reti e rinnovabili,anche di un deciso coordinamento ope-rativo e di unfocus forte sul rafforzamen-to e sulla diversificazione delle aree diap-provvigionamento del gas.

ConcorrenzaNegli ultimi anni l'Italia ha fatto passiavanti, ma molto ancora resta da fare. Lafaticosa esperienza della prima legge "an-nuale" perla concorrenza il cui iter parla-mentare è durato quasi tre anni mostrachiaramente quanto la concorrenza siaancora guardata con sospetto.

Occorre, da un lato fare dellamanuten-zione pro-concorrenziale dell'ordina-mento un'operazione sistematica e vera-mente annuale, dall'altro, focalizzare me-glio gliinterventi con iniziative "settoria-li". Nella prossima legislatura sonoalmeno due i capitoli su cui è necessarioconcentrarsi. Il primo è quello dei servizipubblici locali ancora spesso poco effi-cienti mentre il secondo è quello delleconcessioni: da quelle balneari alle auto-strade.Anche qui è necessario disciplina-re le modalità di affidamento competiti-vo evitando ulteriori proroghe e le carat-teristiche della concessione (modalità dideterminazione dei ricavi e durata) oltread assoggettarne i contenuti allamassimatrasparenza, pur riconoscendo la possi-bilità di introdurre correttivi sociali ecautele a difesa dell'occupazione e deglioperatori più piccoli.

Banda LargaCome per le reti di trasporto di persone emerci e le reti energetiche e idriche, unarete di telecomunicazioni moderna ed ef-ficiente rappresenta un fattore chiave dicompetitività per il sistema Paese ma an-che un servizio essenziale.

Su questo fronte la situazione italianaattuale presenta un preoccupante ritar-do rispetto alle economie con le quali ciconfrontiamo. Un ritardo che abbiamoiniziato a colmare conilPiano BandaUl-tra Larga del Governo, che prevede lacopertura dell'85°io della popolazione al2020 con 100 Mbps. I dati dell'ultimaconsultazione pubblica del 2017 ci dico-no che solo il 2% dei numeri civici nazio-nali è raggiunto da una connessione su-periore a 100 Mbps, il 30%i" dispone diconnettività oltre 30 Mbps, mentre qua-si il 70%i" dei civici non è coperto dallabanda ultra larga.

Il carattere sistemico dell'infrastrut-tura Tlc, che ha bisogno di grandi inve-stimenti di sviluppo e ammodernamen-to suggerisce di verificare la possibilitàdi concentrare lo sviluppo della rete inun unico operatore, valutando con tuttele cautele del caso un'eventuale remu-nerazione con tariffe regolamentate. Intal modo sarebbe possibile utilizzare almeglio lerisorse disponibili pubbliche eprivate, evitando duplicazioni infra-strutturali e garantendo la massimaconcorrenza e neutralità nell'offerta diservizi retail.

Politica commercialee internazionalizzazioneOccorre giocare la partita dell'interna-zionalizzazione contemporaneamentein attacco e in difesa. In attacco, gli accor-di di libero scambio sono lo strumentoprincipale attraverso il quale favorirel'accesso delle Pini ai mercati esteri evanno sostenuti a partire dalla ratificadella accordo con il Canada. Contempo-raneamente, in difesa, dobbiamo perse-guire l'obiettivo di creare un contesto diregole condivise necessarie a garantire lanatura equa del commercio internazio-nale e a mitigare gli effetti di una globaliz-zazione squilibrata come abbiamo fatto,assumendo un ruolo guida in Europa, nelcaso del mancato riconoscimento alla Ci-na dello status di economia dimercato.Laprossima battaglia che dobbiamo porta-re avanti è quella per l'inclusione deiprincipi di sostenibilità ambientale e so-ciale negli accordi di libero scambio. Lastessa strategia duale dovrà continuaread applicarsi per l'attrazione degli inve-stimenti diretti esteri. Da un lato, razio-nalizzazione e semplificazione della go-vernance delle politiche di attrazione edefinizione di nuovi strumenti nella con-vinzione che l'Italia ha bisogno di capita-ledi crescita. Dall'altro lato, tutela dell'in-teresse nazionale contro operazioni pre-datorie verso imprese ad alto contenutotecnologico anche usando la nuova gol-den power varata dal Governo a questoscopo. Infine il Piano straordinario per ilMade in Italy, che ha coinvolto oltre17mila imprese, deve essere prolungato epotenziato in particolare nelle direttricidell'e-commerce e dell'aumento delleimprese esportatrici.

3 I GESTIRE LE TRASFORMAZIONI

Iprocessi ditrasformazione dell'econo-mia si sono fatti sempre più rapidi conl'accorciarsi dei cicli di sviluppo tecno-logico che ha reso sempre più frequentel'emergere di tecnologie disruptive. Lanuova condizione di normalità è dun-que quella in cui segmenti o interi setto-ri industriali sono costantemente spiaz-zati. Occorre attrezzare il Paese a pren-dersi cura degli "sconfitti"; di quei lavo-ratori e di quelle imprese che nel breveperiodo sono vittime del cambiamento.Alcune iniziative sembrano aver datorisultati. È il caso della strategia di reco-very settoriale attuata per i call centercon salvaguardia salariale e il ritornodegli investimenti nei settori dell'allu-minio e dell'acciaio.Occorre però sistematizzare queste mo-dalità di azione, ingegnerizzando percosì dire il modello e massimizzando lavelocità di intervento. Funzionale alloscopo sarebbe la possibilità di potenzia-renelle aree di crisi complessa soluzionieccezionali: strumentazioni dedicateper le imprese beneficiarie di agevola-zioni (deroghe alle regole del mercatodel lavoro e ammortizzatori sociali,semplificazioni e accelerazioni buro-cratiche/autorizzative, supporto prio-ritario delFondo di Garanzia, defiscaliz-zazioni) e iter accelerati per bonifiche einterventi infrastrutturali per poter ra-pidamente rilanciare l'attività d'impre-sa. Altro strumento fondamentale perricostituire base manifatturiera sono iNuovi Contratti di Sviluppo destinatiper l'8ooio alMezzogiorno che spessove-dono protagonisti grandi aziende multi-nazionali. Il rifinanziamento dei Con-tratti di Sviluppo costituisce una priori-tà per gli anni a venire. Occorre infinevarare un fondo equivalente al "Globali-zation Adjustment Fund" dedicato allariconversione di lavoratori e aziendespiazzati da innovazione tecnologica eglobalizzazione.Non esiste sviluppo, reddito e benesseresenza investimenti, imprese e lavoro. Lescorciatoie conducono a vicoli ciechi enondirado averi e propri burroni. L'Italiaè ancora fragile e le ferite della crisi anco-ra aperte. È fondamentale che chiunquegovernerà il Paese riparta da questa con-sapevolezza e da queste priorità.

Carlo Calenda ministro dello Sviluppo economico

Marco Ben tivogli segretario generale

metalmeccanici Fim Cisl

91 E]PROD UZIO NE RISERVATA

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IL CAMBIAMENTO

Le dieci professioni oggipiù richieste dal mercatosemplicementenon esistevanofino a dieci anni fa.................................................................................................UN LAVORO 4.0

Va incoraggiato un verodecentramentocontrattuale: il nuovo pattoper la fabbrica per centrarela sfida della produttività

ITS E IMPRESE

400 milioni di euro inpiùall'anno pergli Itscon l'obiettivodi raggiungere 100milaiscritti entro il 2020

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La difesa in giudizio è nn appalto di servizi . Sì alle short list di avvocati

La difesa in giudizio è un appalto diservizi rientrante tra quelli esclu-si dal campo di completa applica-zione del codice dei contratti, delquale si applicano solo i principiindicati nell 'articolo 4. Dunquesono legittimi albi o «short list» diavvocati, come quella realizzata daEquitalia , per attingervi allo scopodi selezionare professionisti cui af-fidare le cause.

La sentenza del Tar Lazio -Roma, sezione II Bis 9 genna-io 2018 n. 150 rappresenta undecisivo cambio di rotta dellagiurisprudenza amministrati-va, per molti tratti ancora ag-grappata ad una pronuncia delConsiglio di Stato del 2012, daconsiderare superata , secondola quale gli incarichi non sa-rebbero appalti di servizi maprestazioni professionali.

Il Tar Lazio , infatti, ha re-spinto su tutta la linea i motividi ricorso contro la short list diEquitalia , presentati dal Consigliodell 'ordine degli avvocati , fierissi-mo avversario della qualificazionedella difesa in giudizio come appal-to di servizi.

La sentenza ha, in primo luogo,considerato legittimo formare unashort list di avvocati, con la fissa-zione di un termine di 60 giornidalla pubblicazione dell 'avviso per

chiedere l'inserimento in elenco ela possibilità di aggiornarla ognianno.

Il termine per la presentazionedelle candidature e la chiusura del-la lista per la durata di un anno nonsono da considerare lesivi dellaconcorrenza , ma al contrario sonoconsiderati un sistema razionaleper la gestione degli incarichi.

Né dalla legge sulla disciplinadella professione forense, la leg-ge 247/2012 , secondo il Tar, si puòdesumere alcuna illegittimità delsistema di selezione degli avvoca-ti mediante short list (sistema peraltro consigliato dall 'Anac).

In secondo luogo , il Consigliodell 'ordine, contraddicendo ilproprio orientamento contrarioall'applicabilità degli articoli 4 e17 del dlgs 50/2017 alla difesa le-gale, avevano lamentato che Equi-

talia nel regolamentare la shortlist avrebbe violato delle norme,stabilendo compensi lesivi delladecoro professionale , perché limi-tai al 60% della tariffa regolata daldm 55/2014.

Il Tar Lazio ha respinto anchequesto motivo di ricorso , rilevandoche i compensi tariffari sono rimes-si alla pattuizione delle parti e chela tariffa non risulta obbligatoria;

per altro , secondo la sen-tenza, non necessariamenteil regolamento di disciplinadella short list imponeva lariduzione dei compensi al60% della tariffa , limitando-si, invece, a prenderla comeparametro per la loro deter-minazione con l 'offerta.

Gli strali dei ricorrentihanno riguardato anche untetto massimo per i compen-si degli avvocati di comples-

sivi 35.000 euro indipendente dalnumero di giudizi affidati.

La sentenza ha respinto la pre-sunta illegittimità per violazionedell'articolo 36 della Costituzione.Il limite complessivo dei compen-si, infatti, non è forfetario e noncorrisponde a un numero infinitodi affari assegnati al singolo avvo-cato. Si riferisce, invece, in modorazionale, al limite di spesa per in-carichi «seriali» superato il quale

scatta l'obbligo di affidamento adun altro legale.

Infine, i ricorrenti hanno censu-rato la presunta violazione dell'ar-ticolo 4 del codice dei contratti,sull 'assunto che i criteri selettiviper l 'accesso alla short list sareb-bero stati eccessivamente restrit-tivi , tali da impedire l'accesso aigiovani avvocati , in violazionedell'articolo 1, comma 2, letteraD della legge 247 del 2012 e delprincipio di concorrenza.

Da notare che il Consiglio ritiene,in propri scritti, che invece il prin-cipio di concorrenza non sarebbemai applicabile e che gli incarichiagli avvocati da parte delle p.a. re-sterebbero ancora «fiduciari».

Il motivo di ricorso è un'eviden-te contraddizione in termini cheindebolisce le argomentazioni delConsiglio forense contro le regoledel codice dei contratti, poiché èun implicito riconoscimento dellasua necessaria applicazione.

In ogni caso, per il Tar Lazio ladisciplina di accesso alla short listè legittima : è stato nella sostanzarichiesto un volume d'affari annuodi 33 ,000 euro di fatturato, sogliache «non appare sproporzionatarispetto ai compensi mediamentepercepiti dagli avvocati di normaleprofessionalità».

Luigi Oliveti

Enti locali

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Appalti Pagina 5

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Bozza dell1luthority di Raffaele Cantone che aggiorna la linea guida n. 4 per le stazioni appaltanti

Appalti sottosoglia, altro cambioMaglie più larghe per la rotazione degli affidamenti

Pagina a curaDI ANDREA MASCOLINI

Rotazione degli affida-menti da modulare aseconda del valore deicontratti; le stazioni

appaltanti potranno prevede-re un numero di affidamentimassimo diversificato per fa-sce di importo; riaffidamentoallo stesso contraente ipote-si eccezionale da motivareadeguatamente. Sono questialcuni dei punti di maggioreinteresse previsti nella bozzache aggiorna la linea guida n.4, che l'Anac guidata da Raf-faele Cantone, trasmessa alConsiglio di Stato per il pa-rere di rito.

La linea guida , previstadall'articolo 36, comma 7,del codice dei contratti pub-blici definisce delle modalitàdi dettaglio per supportare lestazioni appaltanti nelle at-tività relative ai contratti diimporto inferiore alla soglia dirilevanza europea (5,548 mi-lioni di euro). Le indicazioni didettaglio previste dall'Anac siapplicano nei settori ordinari,

ivi inclusi i servizi attinentiall'architettura e all'ingegne-ria e i servizi sociali e gli altriservizi specifici elencati all'al-legato IX del codice, ma anchenei cosiddetti settori speciali(acqua, energia, trasporti) inquanto compatibili.

Un primo aspetto trat-tato nell 'aggiornamentodel provvedimento Anac èquello del calcolo dell'impor-to a base di gara e il divietodi frazionamento artificiosodegli appalti: l'Autorità hachiarito che questo principiosi applica anche nel caso diaffidamento di opere a scom-puto degli oneri di urbanizza-zione (art. 36, commi 3 e 4 delcodice) «indipendentemente sesi tratta di lavori di urbanizza-zione primaria o secondaria».Fra i temi di più immediatointeresse si segnala però quel-lo della rotazione fra i soggettiche partecipano a queste pro-cedure, spesso di valore moltoridotto.

Nella linea guida aggior-nata si afferma espressamen-te che il principio di rotazionedegli inviti e degli affidamenti

si applica alle procedure cheabbiano ad oggetto commes-se identiche o analoghe aquelle precedenti, nelle qualila stazione appaltante operalimitazioni al numero di ope-ratori economici selezionati. Iregolamenti interni possonoprevedere fasce, suddivise pervalore, sulle quali applicare larotazione degli operatori eco-nomici.

In altre parole , la rotazio-ne sarà applicata in manieradiversa a seconda del valoredegli affidamenti, nel presup-posto che una cosa è la rotazio-

ne applicata (nel caso di servizio forniture) ad incarichi di 10mila euro e altro è applicarlaad affidamenti da 150 milaeuro Il rispetto del principiodi rotazione, ha detto l'Anac,espressamente fa sì che l'affi-damento o il reinvito al contra-ente uscente abbiano carattereeccezionale; non solo, ma se siriaffida allo stesso contraenteoccorrerà anche adempiere adun «onere motivazionale piùstringente». L'affidamento di-retto o il reinvito all'operatoreeconomico invitato in occasio-ne del precedente affidamen-

to, e non affidatario, deve es-sere motivato.

Altro punto trattato nel-la linea guida aggiornata èquello riguardante le modali-tà di affidamento di contrattidi importo inferiore a 40 milaper i quali, in base all'articolo36, comma 2 lettera a del codi-ce, la stazione appaltante puòprocedere con affidamento di-retto o tramite amministrazio-ne diretta (ex art.3, comma 1,paragrafo gggg del codice). Inquesti casi l'Autorità ha pre-cisato che le procedure sem-plificate di cui all'art. 36 delcodice dei contratti pubbliciprendono avvio con la deter-mina a contrarre o con atto adessa equivalente, contenente,tra l'altro, l'indicazione dellaprocedura che si vuole seguirecon una sintetica indicazionedelle ragioni.

Il contenuto dell'attopuò essere semplificato, pergli affidamenti di importoinferiore a 40 mila euro, incaso di affidamento diretto odi lavori in amministrazionediretta.

-© Riproduzione riservata--M

Appalti Pagina 6

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Bentivogli: il salario minimo? Bandiera ideologicaIl segretario generale del Fim-Cisl: «Serve soltanto dove non ci sono i contratti»

ROMA Da leader del Pd, Mat-teo Renzi, a quello della Le-ga, Matteo Salvini: il salariominimo è tra le proposte piùgettonate della campagnaelettorale . Lei che ne pensa?

«Che prima di parlare di sa-lari, bisognerebbe parlare diproduttività: la vera leva peraumentare i salari. Per ora - ri-sponde Marco Bentivogli, se-gretario generale della Fim-Cisl - sento solo proposte con-fusionarie e che non tengonoconto dela situazione del Pae-se, dove l'85% dei lavoratorisono tutelati da contrattazio-ne collettiva, che garantisceun sistema di minimi retribu-tivi nazionali molto più estesoed efficace della copertura ga-rantita dal minimi salariali le-gali previsti negli altri Paesi.In un momento in cui è in cor-so una trattativa confederalesul modello contrattuale bi-sognerebbe dare forza e spa-

zio a questa piuttosto che lan-ciare proposte strampalate».

Ma fuori dai contratti cisono i lavoratori più deboli,giovani e precari . Qui po-trebbe servire il salario mi-nimo?

«Nei settori residuali dovenon arriva il contratto puòavere senso un salario mini-mo legale per combattere lepaghe da fame, insieme al ri-pristino delle ispezioni».

io euro come dice Renzi?«Mi sembra improbabile

parlare di io euro quando inGermania è di 8,5 e da noi ilcontratto dei metalmeccanicial terzo livello prevede pocopiù di 8 euro. Se, invece, que-sta proposta mira a smontarela contrattazione collettiva e ilruolo del sindacato creandoun dumping al ribasso dei mi-nimi contrattuali, faremoun'opposizione durissima».

Anche ora c'è dumping

Al verticeMarcoBentivogli,47 anni,segretariogenerale deimetalmecca-nici della Cisl

salariale , a causa dei con-tratti pirata siglati da siglenon rappresentative.

«Per questo è importante ilnegoziato confederale sullacontrattazione: tra i suoi pun-ti c'è la rappresentanza, nonsolo sindacale, ma in partico-lare datoriale, la cui mancatacertificazione è la causa dellaproliferazione dei contratti».

Sindacati e Confindustriahanno fatto un accordo sullarappresentanza 4 anni fa,ma non ha funzionato.

«Ora è importante che ilnuovo accordo sia poi recepi-to da una cornice legislativanon invasiva ma che rendavincolate la misurazione dellarappresentanza».

II salario minimo era pre-visto in un punto della dele-ga del Jobs act non attuato.

«Sì, ma lo si prevedeva ap-punto solo per i settori noncoperti da contrattazione. Sa-

È laproduttivitàla vera levaperaumentareil livello deisalari

La classepolitica.tocca iltema lavororicorrendoallaslogar ishca

rebbe utile che Renzi tornassesu quella impostazione, l'uni-ca efficace. L'esperienza tede-sca dice che introduzione delminimo a 8,5 euro ha contra-stato le paghe da fame dei mi-ni job, ma è avvenuta in paral-lelo con un crollo dei lavora-tori coperti dalla contrattazio-ne, passati dall'85 al 30%».

Se i partiti vogliono il mi-nimo per legge , forse c'è unaquestione salariale.

«Vedo piuttosto una classepolitica che tocca il tema lavo-ro ricorrendo alla sloganisti-ca. Del salario minimo si è fat-ta una bandiera ideologica.L'occupazione e il livello deisalari sono garantiti dalla pro-duttività non il contrario. Miauguro che il prosieguo dellacampagna elettorale sia unpo' più profondo e concretosu temi così importanti».

Enrico Marro, RIPRODUZIONE RISERVATA

Economia1

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Page 10: Centro Studi C.N.I. 12 gennaio 2018 · con certezza quale sarà il saldo netto. Le dieci professioni oggi più richieste dal mercato non esistevano fino alo anni fa e il 65%io deibambini

Split payment: l elenco ammessicon cadenza annuale

Split payment : elenco dei soggettiammessi da pubblicare entro il 20ottobre di ogni anno con valenzadal 1 ° gennaio dell'anno successivo.La verifica dei requisiti per essereinseriti o esclusi dagli elenchi deveessere invece effettuata con riferi-mento alla data del 30 settembredi ciascun anno . Sono queste, inestrema sintesi , le principali novitàcontenute nel decreto ministerialedel 9 gennaio 2018 contenente «Mo-difiche alla disciplina attuativa sullascissione dei pagamenti». Il suddet-to decreto è stato emanato dal mi-nistro dell'economia e delle finanzein attuazione di quanto previsto dalsecondo comma dell'articolo 3 del Dl14812017 . Grazie a tale disposizioneattuativa la tormentata disciplinaIva della scissione dei pagamenti,sulla quale nel corso del 2017 sonointervenute ben due diverse modifi-che normative , dovrebbe trovare oraun po ' di pace. Gli effetti delle sud-dette modifiche normative si riper-cuotono , inevitabilmente , sull'elen-co dei soggetti ai quali occorre fareriferimento per applicare il partico-lare meccanismo Iva della «scissionedei pagamenti» dal l ° gennaio 2018.Solo per quest'anno infatti l 'elencodei soggetti ai quali fare riferimentoè quello pubblicato il 19 dicembre2017 sul sito internet del Diparti-mento delle finanze. A regime inve-ce, precisa il decreto in commento,lo spartiacque per l 'individuazione

del perimetro dei soggetti ai qualisi applica il meccanismo dello splitpayment , è fissato con riferimentoalla data del 30 settembre dell'an-no precedente . Da ciò consegue cheeventuali variazioni nei requisitiper l 'ammissione o l'esclusione daisuddetti elenchi avranno effetti tem-porali diversi a seconda del momen-to dell'anno nel quale si verificano.Se, ad esempio , il mutamento nelcontrollo da parte di enti pubblicio l'inclusione nell'indice Ftse Mibsi verificano entro il 30 settembre,i soggetti verranno inseriti o esclusidall'elenco, con effetto dalle fattureemesse nei loro confronti dal l° gen-naio dell 'anno successivo . Se invecele modifiche intervengono nel perio-do dell'anno successivo al 30 settem-bre, allora l'inclusione o l'esclusionedagli elenchi avrà effetto soltantoper le fatture emesse nei loro con-fronti a partire dal l ° gennaio del se-condo anno successivo . Per il resto,il decreto del 9 gennaio scorso, perragioni di coordinamento con le pre-cedenti disposizioni attuative dellosplit payment contenute nel Dm 23gennaio 2015, si limita ad apportarea quest'ultimo ed alle sue successivemodifiche e d integrazioni, le neces-sarie modifiche conseguenti all'am-pliamento dei soggetti ai quali siapplica il particolare meccanismovolute dal Dl 50/2017 prima e dal Dl148/2017 dopo.

Andrea Bongi

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Grandi opere

Infrastrutture,il «debat public»inciampatoin zona manovra

di Stefano Agnoli

Uno dei provvedimenti reducidella legislatura in via diestinzione è quello sul «dibattitopubblico» per le grandi opere,ispirato al «debat public»francese. Una procedura ordinatae trasparente, che darebbequattro mesi di tempo a tutte leparti interessate da un grandeprogetto per dire la loro echiedere modifiche. Una sorta distanza di compensazioneconcreta per problemi e tensioni.Libera, in teoria, da doppi giochie strumentalizzazioni. Il testo deldecreto, malgrado il desertoparlamentare, è approdato l'altroieri nelle commissioni ambiente,e alla Camera il presidente

Ermete Realacci lo incardinerà(come si dice) la settimanaprossima, rimettendoci peròdentro uno dei pezzi più sensibiliche si era perso per strada, quelloche riguarda le grandiinfrastrutture energetiche (comepotrebbe essere un altro Tap, ilgasdotto pugliese tantocontestato). Pare che, prima diNatale, Regioni e Mise si fosserotrovati d'accordo proprio nelrimuoverle dal lotto. Il ministerososterrebbe che visto che leopere energetiche non sonoappalti pubblici (e il «dibattitopubblico» nasce come costoladel codice degli appalti) laprocedura non sarebbe in

sostanza altro che un orpelloinefficace (ci sono già Vas e Via),e probabilmente una perdita ditempo. Forse, secondo qualcheinterpretazione maliziosa,avrebbe anche il timore chepossa addirittura essere utilizzatada cassa di risonanza per chivolesse solo frenare le opere. Il«no» delle Regioni fa temere

invece che gli enti locali vedanonel dibattito pubblico una sortadi esproprio delle loro funzioni,molto spesso solo diinterdizione. Unadisintermediazione «dal basso»,insomma. A spese, ma anche quisi tratterebbe di interpretazionemaliziosa, di capitali politici chefino ad oggi si sono spessocostruiti (o si potranno costruire)

vÑSÌ n+La commissioneAmbiente della Camerapotrebbe reintrodurre neltesto le opere energetiche

sul braccio di ferro con lo Stato esu parecchio «populismo». Cisarebbe, insomma, materia peruna bella discussione. Ma nientepaura, di solito i temi complessie di sostanza dalle campagneelettorali sono banditi.

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