carnevale a ruvo 2013
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Carnevale a Ruvo 2013TRANSCRIPT
mbà Rocchetidde presenta il
a RUVO di PUGLIA7 • 9 • 12 Febbraio 2013
notizie e aggiornamenti sufacebook.com/carnevalearuvo(inquadra il QRCODE per collegarti)e su www.carnevalearuvo.tk
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estrazioneMARTEDÌ 12 FEBBRAIO ORE 21.00
in PIAZZA MATTEOTTIregolamento su www.carnevalearuvo.tk
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Anche quest’anno il Carnevale a Ruvo di Puglia irrompe in un momento non certamente favorevole per l’economia nazionale.Una serie di eventi coinvolgeranno tutta la nostra Ruvo
con momenti di spensieratezza ed allegria.Il giovedì grasso sarà la giornata della tradizione culinaria
ruvese con “U Calzaune de Riuve” (tipica focaccia ripiena secondo gli usi e le tradizioni dei nostri avi). In questa occasione sono i soci del consorzio EAT a preparare la prelibata pietanza tradizionale.Una particolare attenzione la dedichiamo alla solidarietà:
in collaborazione con l’associazione di volontariato NoiXVoi porteremo un sorriso agli ospiti delle case di riposo della città.Il programma, quindi, è denso di appuntamenti.Nel ringraziare l’amministrazione comunale e quanti
hanno contribuito e hanno collaborato con noi per realizzare questo progetto, auguriamo a tutti i cittadini e agli ospiti, che si porteranno nella nostra città, un buono e sano divertimento.
Gennaro SoricePresidente dell’Associazione “Biagio Minafra”
in collaborazione con media partner
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Anche quest’anno arrivano i giorni in cui a Ruvo si vive un’aria diversa. È Carnevale. Qualcuno potrebbe obbiettare che in realtà questa ricorrenza è nazionale, non certo locale. Vero, ma le valenze del Carnevale ruvese sono uniche e tutte da scoprire, come da anni il Gruppo Teatrale “B. Minafra” sta facendo. Il nostro Carnevale ha il suo rappresentante nel sunto di “ruvesità” quale è la maschera di “Mbà rocchetidde”, il cui funerale rappresenta da un lato la stigmatizzazione della morte e dall’altro una cerimonia rituale per “bruciare” col contadino ubriacone e tirchio tutti i difetti ed i problemi della città; il nostro Carnevale apre le porte anche alle sue tradizioni culinarie rappresentate dal Calzone; il nostro Carnevale si chiude con l’apposizione delle “Quarantane” rappresentando la degna anticamera dei momenti salienti dei nostri riti emozionali legati alla Settimana Santa. Perché in un momento di crisi economica celebrare il Carnevale? È una domanda legittima alla quale però le risposte non mancano. In primis non possiamo e dobbiamo pensare che a causa della crisi si debbano perdere la nostra storia e le nostre tradizioni affossandole. Il nostro bene più prezioso, se vogliamo veramente dare una vocazione turistica alla nostra città non può non passare da esse, perché è da esse che riparte lo sviluppo economico-commerciale della nostra comunità. Vi è un motivo tutto locale e non di interesse turistico. È un momento in cui scuole, parrocchie, associazioni culturali e sportive, si mettono insieme e lavorano in stretto coordinamento per produrre un qualcosa di organico, di importante al di là delle potenzialità di ogni singola realtà che vi partecipa. È il meccanismo dell’approccio cooperativistico e mutualistico che in questa città dovrebbe permeare tutti i cittadini e tutte le realtà della società più di quanto oggi sia. Se questo approccio, oltre che per l’organizzazione del Carnevale, diventasse metodo da applicare alla vita di ogni giorno, sicuramente questa città sarebbe migliore. Con questo augurio l’Amministrazione Comunale ringrazia tutti coloro che hanno contribuito al Carnevale 2013 sperando che il fuoco catartico che brucerà “Mbà Rocchetidde” dia nuova linfa e nuova forza alla nostra comunità.
Vito Nicola OttombriniSindaco
Michele ScardignoAss. Attività Produttive
Pasquale De PaloAss. Attività Culturali
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Mbà Rocchetiddecape de rafaniddeMbà Rocchetidde è il rappresentante grottesco della ruvesità. Lui è un contadino che preferisce passare le sue giornate e serate a “Porta Castidde” più che alla “Defaise”. Va avanti e dietro contan-do ogni singolo mattone, squadrando ogni singola persona che gli capita davanti. Controlla in maniera solerte chi entra ed esce dal Comune e nei discorsi tra amici si giunge sempre alla medesima conclusione: “La colpe è du Comiune”!Mbà Rocchetìdde, tirchio fin nel midollo, si potrebbe dire “che ha i ricci nelle tasche”. Le sue guance sono ben rosse non per il sole co-cente, perché il nostro compare preferisce colorare il suo viso con il vino, usando più la “sbronza” che l’abbronzatura. Ma il suo colorito diventa ancor più rosso durante i frequenti “pechidde” con gli ami-ci, davanti a fiumi di vino e qualche sigaretta fatta con carta oliata della mortadella e tabacco trinciato. Tornando a casa non manca mai di “allisciare il pelo” alla moglie, nell’ottica del principio, che lui non sa perchè, ma la moglie sì. Un’altra dote che gli appar-tiene è quella di essere “mbresckande”: ha un’attrazione fatale verso l’indebitamento: gli hanno pignorato il cane, la porta di casa e il corredo della moglie, ma ha scarsa tendenza ad onorare i pagamenti; al paese nessuno gli fa più credito e lui continua ad essere pignorato.
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ore 18.30 Piazza MatteottiIn Piazza con “Mba Rocchetidde Cape de Rafanidde”Degustazione del calzone di Ruvo di Puglia Tamburi da parata, Majorette e SbandieratoriArtisti di strada a cura dell’associazione di volontariato NOIXVOI
Via A. De GasperiPreparazione del più grande “Calzaune de Riuve”a cura dell’Associazione Eat RuvoSpettacolo di danza a tema con l’Associazione“Dancing Queen”
ore 19.00Arrivo in Piazza del più grande “Calzaune de Riuve”accompagnato dai parenti stretti di “Mba RocchetiddeCape de Rafanidde”Degustazione du Calzaune de Riuve
Presentano: Flavia Fiore e Paolo Pinto Mbà Rocchetidde balla in Piazza con i DJ:Ricky Magg - Cocco Gadaleta
Giovedì Grasso 7 Febbraio
Foto Enzo Paparella
Foto Enzo Paparella
U’ Calzaune de RiuveOrmai sta diventando un appuntamento fisso nella città di Ruvo di Puglia la serata dedicata a “u Calzaune de Riuve” nell’ambito delle manifestazioni carnevalesche.U Calzaune de Riuve è una prelibatezza che la cultura culinaria popolare ci ha tramandato.I nostri avi con il calzone intendevano consumare l’intero pasto. Ciò risulta veritiero in quanto il ripieno di u Calzaun de Riuve ha come ingredienti spaghetti, sponsali (cipolle lunghe), olive nere, acciughe, ingredienti importanti e provenienti dalla cultura contadina della nostra città.Ogni periodo delle feste e’ caratterizzato da particolari pietanze come a Natale il capitone, a Pasqua l’agnello e le uova, collegate anche ai periodi di fertilità, a carnevale si gustano chiacchere e altri dolci fritti. Sempre nel periodo carnevalesco era obbligatorio consumare succulenti e abbondanti pietanze di carne prima delle restrizioni quaresimali.“U Calzaune de Riuve”, che l’associazione EAT si appresta a preparare riteniamo sia il piu lungo e grande del suo genere.Quest’anno i panificatori e i ristoratori della citta hanno voluto che aumentasse ulteriormente dai 3 mt di lunghezza ai 4 mt con il relativo aumento di peso vista l’aggiunta del nuovo ‘’materiale’’ mangereccio.La serata si concludera in piazza ‘’Mbà Rocchetidde cape de rafanidde’’ (piazza Matteotti) con la degustazione e distribuzione con la gioia immensa dei presenti, il tutto irrorato da un bicchiere di vino, alimento basilare per Mbà Rocchetidde cape de rafanidde.
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Venerdì 8 Febbraio ore 17.00 Casa di riposo “San Gerardo la Maiella” ore 19.00 Casa di riposo “Maria Maddalena Spada”
A Carnevale regaliamo un sorriso agli anziani Animazione a cura degli amici de “Mba Rocchetidde” dell’Associazione di Volontariato NOIXVOI
Domenica 10 Febbraioore 18.30 Piazza F. Cavallotti“Mbà Rocchetide Cape de Rafanidde” gioca con i bambiniin compagnia dei personaggi Disney
Giovedì 7 · Venerdì 8 · Sabato 9Domenica 10 e Lunedì 11 Febbraiodalle ore 18.00 Piazza F. CavallottiVisita alla casa de “Mba Rocchetidde”scenette in vernacolo a cura dell’Ass. Teatrale “B. Minafra”
Carnevale e Solidarietà
il VelieroRubastino
chef Agostino Gattullo
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Sfilata dei gruppi mascherati e delle maschere ore 15.00 Piazza CavallottiRaduno delle maschere e dei gruppi mascherati ore 15.30Sfilata con la partecipazione di: · Artisti di strada Associazione di Volontariato NOIXVOI· Birbant Band Street · Ruote 99· Tamburi da parata, Sbandieratori e Majorette· Gruppi mascherati
Percorso: Piazza F. Cavallotti - Corso G. Jatta - Piazza Dante Corso Cavour - Piazza Bovio - Corso Carafa - Corso Gramsci Piazza Matteotti
Esibizione dei gruppi mascheratiPresentano: Flavia Fiore e Paolo Pinto
Si balla con “Mbà Rocchetidde Cape de Rafanidde”Discoteca in Piazza con Dj TONY e la partecipazionestraordinaria di Ivana La Notte Voice
Sabato 9 Febbraio
Foto Enzo Paparella
Ruvo di Puglia e il Carnevale nella storiaSono poche e frammentarie le notizie di festeggiamenti carnevaleschi
a Ruvo di Puglia. La prima testimonianza indiretta proviene dalle Regole della Congregazione dell’Oratorio di S.ta Maria del Carmine date ai confratelli nel 1675. Negli ultimi tre giorni di Carnevale, la Congrega aveva l’obbligo di esporre il Santissimo Sacramento nelle solenni Quarantore affinchè si levi da qualche scandalo, che potria succedere, in quelli estremi giorni di Carnevale e si possa così ridurre il peccatore alla conversione, e si faccia buono christiano. Sin da allora, quindi, il Carnevale era festeggiato nella nostra città con eccessi che la Chiesa cercò di arginare con pratiche religiose, promosse in seguito alle missioni gesuitiche.
Saltando in avanti di due secoli, nel 1869 Roberto Massone, genovese che ha vissuto a Ruvo impegnato come professore di lettere nel Ginnasio Comunale, scrisse una monografia per il Commercio di Genova in cui ne diceva di cotte e di crude sulle abitudini, sui vizi e sulla vita dei ruvesi. Parlando del clero ruvese, non lesinò dettagli. Disse dei preti che erano assai spregiudicati […] avevano molti nipoti, andavano a caccia, cavalcavano e prendevano parte alle feste carnevalesche.
Nel 1881, nella sua relazione sulla caduta della Torre di Pilato, Luca Passeretti raccontò che la Torre con orribile scroscio piombò in frantumi nella notte tra l’ultimo venerdì e l’ultimo sabato di carnevale quando tutti cercavano un riposo alle veglie trascorse od un apparecchio alle veggenti, in quel sito di abituali convegni. Il sito di cui parlava Passeretti è l’odierna Piazza Matteotti, centro ancora oggi dei festeggiamenti del carnevale ruvestino.
Parlò di balli pubblici indecenti e immorali Domenico Andrea Lojodice, scienzato e agronomo che scrisse una monografia, pubblicata a Parigi nel 1908, su una famiglia di agricoltori ruvesi. I protagonisti della trattazione, frequentavano poco i balli pubblici che si tenevano durante il carnevale, organizzati più per speculazione che per diletto.
Un racconto dettagliato dei festeggiamenti di carnevale durante il
Ruvo di Puglia e il Carnevale nella storiaperiodo fascista, è stato inserito da Filippo Jatta nei suoi Appunti storici sulla città di Ruvo. Lo Jatta parlava ancora di balli pubblici durante il periodo di carnevale, frequentati dai giovani che ballavano tra loro al ritmo della musica e di comitive di maschere che si formavano nelle piazze e che improvvisano danze all’aperto. Filippo Jatta descrisse anche le maschere più usate e tradizionali di Ruvo: l’orso, il pastore, lo
zampognaro e disse che non mancano recitazioni e ballate di fine satira su fatti di vita paesana. Il martedì sera si portava in giro Carnevale, un gran pupazzo a grandezza naturale imbottito di paglia, la cui morte avveniva a mezzanotte in piazza tra lo schiamazzo dei presenti.
Nei primi anni del secondo dopoguerra, dai racconti del Prof. Domenico Mastrorilli emerge la gioia e la spensieratezza che circondava le strade di Ruvo durante il Carnevale. La città si riempiva dal pomeriggio fino a sera inoltrata di gruppi mascherati che si disponevano a cerchi e recitavano filastrocche e altri testi divertenti, dialogavano a gesti con il pubblico, ballavano e cantavano. Era bandita ogni volgarità e i costumi e le maschere erano garbati, anche se per averli, si era ricorso al fitto. Dopo aver terminato il suo piccolo spettacolo, quel gruppo di giovani si spostava verso altri siti per lasciar spazio
ad altre compagnie pronte ad allietare i presenti.
Negli anni 60, secondo i ricordi di Cleto Bucci, su iniziativa dell’Azione Cattolica ebbe inizio il “Carnevale dei ragazzi” che consisteva nel mettere in scena con carri allegorici e gruppi mascherati, una fiaba o una storia tra quelle più note dai bambini, da Pinocchio a Biancaneve, da Cenerentola a Paperino. Questa esperienza, che venne fotografata e pubblicata su due giornali per ragazzi dell’epoca (Il Vittorioso e L’Aspirante), si concluse presto, in poco meno di un decennio.Dal 2007, memore di questo passato, il Carnevale, grazie all’iniziativa del gruppo teatrale Biagio Minafra è ritornato a far sorridere i ruvesi con corsi mascherati, balli, canti e la bruciatura del caro Mbà Rocchetidde, vero rappresentate grottesco di vizi e virtù rubastine. Michele Pellicani
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Martedì Grasso 12 FebbraioLa lunga veglia al moribondo“Mba Rocchetidde Cape de Rafanidde”ore 09.00 Piazza F. Cavallotti,38Apertura della camera ardente
ore 15.30“U Funerole de Mba Rocchetidde Cape de Rafanidde” Prima del funerale i parenti stretti riceveranno le condoglianze Partenza dalla casa del caro estinto lungo il seguente percorso: Piazza F. Cavallotti - Corso G. Jatta - Piazza Dante - Corso Cavour Piazza Bovio - Corso Carafa - Corso Gramsci - Piazza Matteotti.
Con la partecipazione: · Tamburi da parata, Majorette e Sbandieratori · Birbant Band Street · Artisti di strada a cura dell’Associazione di Volontariato NOIXVOI
Esibizioni dei gruppi mascherati
Presentano Paolo Pinto e Flavia Fiore
Processo a “Mba Rocchetidde Cape de Rafanidde” A cura dell’Ass. Culturale Teatrale “B.Minafra”
Estrazione dei biglietti della sottoscrizione a premi
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La QuarantanaUno dei personaggi simbolici, più strani e nello stesso tempo interessanti del periodo quaresimale ruvese è la Quarantana: un pupazzolo dalle sembianze di vecchia vestita di nero, posto a penzoloni per le vie del paese a partire dalla mezzanotte del martedì grasso, ultimo giorno di carnevale. Le sue origini derivano dai riti antichi del mondo greco, esportato poi alle popolazioni della Magna Grecia. Con il passare del tempo questi riti si sono fusi con le tradizioni carnevalesche locali e con quelle quaresimali.La Quarantana viene considerata la “moglie di Carnevale” e porta con se una serie di simbologie: il fuso, simbolo del lavoro femminile e del tempo che passa, in riferimento alle parche della mitologia; un melograno, simbolo dell’inverno che va via, con conficcate sette penne di gallina, tante quante sono le settimane della Quaresima, tolte una per settimana; l’aringa, simbolo dell’astinenza, che nel periodo quaresimale sostituiva carne, grassi, uova e latticini. Persino le padelle venivano ripulite con cura per sviare gli odoti tentatori delle succulente pietanze consumate a Carnevale.Il giorno di Pasqua, al passaggio della processione della statua del Cristo Risorto, una delle poche in Puglia, avviene il rito - spettacolo dello scoppio della Quarantana tra il tripudio generale dei presenti. Dal modo in cui la Quarantana veniva inghiottita dalle fiamme, i nostri avi traevano gli auspici dell’annata agraria.La sua esplosione rappresentava e rappresenta tutt’oggi la vittoria della vita sulla morte, delle gioie sugli stenti e sui sacrifici, della primavera sul freddo inverno.
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