capri magazine - maggio/luglio 2012

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MAGAZINE | Maggio-Luglio 2012

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Edizione estiva del magazine della pizzeria Capri di Jesolo Lido (VE) - Piazza De Santis 9

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M A G A Z I N E | M a g g i o - L u g l i o 2 0 1 2

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PANGEA

Tra incantesimo e pignatal’alchimia del forcheton.

Un mistero sta salsettasegretissima pozion.

El cogo inventa mondipopoeai da razze novee li impiata;

ma anca lul’a scominziàcome l’umanitàl’umanità tutada na Pangeade pastasuta.

Damiano Visentin

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NUMERO 1 – MAGGIO/LUGLIO 2012

L’istinto non si è sbagliato: la prima uscita del nostro giornale ci ha re-galato tante sorprese e ancor più

soddisfazioni. E allora visto che la direzione sembra

essere quella giusta, non devo far altro che issare le vele e proseguire, introducendovi questo nuovo numero del “Capri Magazine”.

Un numero di certo condizionato dalla primavera finalmente arrivata (Aspara-gi: germogli si primavera e Pulizie di primavera &co) ma anche da tutti gli eventi e gli incontri interessanti avuti du-rante questi mesi freddi appena trascorsi. Addetti ai lavori, appassionati, amici che sono entrati a far parte del nostro gruppo, diventando dei veri e propri valori aggiunti (Incontri ravvicinati di ogni tipo).

Ma visto che quest’ultimo inverno non ha avuto alcuna pietà, noi non ne avremo per lui, guarderemo avanti, proponendovi

rubriche nuove di zecca.Vi accenneremo qualcosa sulle nostre

ultime scoperte (Novità d’estate), poi un’accanita lettrice vi consiglierà un buon libro da leggere durante le vostre prime uscite pomeridiane al parco o in spiaggia (La libreria sopra le scale). A seguire io stesso vi racconterò qualcosa su un duo blues “nostrano” che non riesco a fare a meno di ascoltare (Artisti a km 0).

Come nella prima uscita non mancheran-no l’intervista ad uno dei nostri produttori di fiducia (in Girar con gusto) e tantome-no i preziosi consigli di Ivan per un dolce che faccia breccia nel cuore e nello sto-maco dell’amata, o che riesca a placare i sensi inebriati dalla primavera se l’amata di turno non accetterà le vostre avances (Dulcis in fundo).

Buona lettura!Damiano

Capri Magazine è un foglio di informazione periodica rivolto ai clienti della pizzeria “Capri”.

Pizzeria Capri Via De Santis 9 30017 – Jesolo Lido (VE) Tel. 0421 382055

Testi: Damiano Visentin, Barbara Visentin, Sara Rossi, Ivan Vanin. Progetto grafico e impaginazione: Mirko Visentin – www.spaziosputnik.it Stampato da Litostampa Veneta Srl (Mestre-Venezia) su carta FSC (www.fsc.org)

Pizzeria Capri - Jesolo Lido

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LA STAGIONE DI EVENTI AUTUNNO-INVERNO DEL CAPRI

L’autunno e l’inverno sono le stagio-ni migliori. Sì perché nonostante tecnologismi e abitudini moderne

rendano sempre più pressate e deliranti le nostre giornate, la stagione fredda riesce ancora ad imporre i propri ritmi blandi. In qualche modo ci rallenta, dandoci la possi-bilità di curare e godere del nostro lavoro,

portare avanti le nostre ricerche, benefi-ciando di qualche giorno di riposo in più. Stiamo meglio e, c’è poco da fare, quando il clima è favorevole i frutti sono migliori. L’autunno e l’inverno appena trascorsi han-no confermato questa legge, per questo motivo abbiamo pensato di dedicare una ru-brica a tutti i nostri recenti incontri speciali.

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ENOTECA ZONA D’OMBRA

Fino a poco tempo fa conoscevamo Rober-to e Gavina solo per sentito dire. I titolari dell’enoteca “Zona D’ombra” (nel centro storico di Jesolo Paese), ci hanno sorpreso per l’enorme e sana dedizione riversata nella loro professione. Un cocktail di gusto, ricerca, esperienza e trasporto incondizionato per il vino e le eccel-lenze gastronomiche, il tutto accompa-gnato da gentilezza e simpatia. Questo è, semplificando, quello che abbiamo assapo-rato noi conoscendoli e vi assicuriamo che non sono sensazioni che al giorno d’oggi si trasmettono con tanta facilità. Ci teniamo a ringraziarli sia per l’eccellente collabora-zione a “diVino in Pizza” dello scorso 25 gennaio, ma soprattutto per essere diven-tati dei veri e propri punti di riferimento, come persone e come professionisti.

IL PIACERE DELLA CARNE

Non è una macelleria. Non è una ga-stronomia. Non è un wine bar. Non è un centro culturale. È tutte queste cose (e forse chissà quante altre) messe insieme. La prima volta che abbiamo messo piede nella sua tana non s’è potuto fare a meno di notare i ritratti del “Che” appesi alle pa-reti e il volume che raccoglieva 2 o 3 libri di Hemingway vicino al registratore di cassa. Questi sono stati i primi due argomenti trattatati con Gabriele “Lele” Fanton, un macellaio che rende il giusto tributo alla sua professione solo con la possente staz-za, ma che per cultura e filosofia differisce

enormemente dalla massa. Lo abbiamo conosciuto da poco e abbiamo premuto per poterlo annoverare tra i nostri collaborato-ri, affidandogli tutta la selezione e la lavorazione della carne che useremo: manzo, maiale e pollo. È un esperimen-to in cui crediamo, se riuscirà sentirete di nuovo parlare di lui. Nel frattempo potete già trovare da noi la sua carne, se invece siete in giro dalle parti di Silea, fermate-vi a conoscerlo di persona, dite pure che vi mandiamo noi della Pizzeria Capri. “Il piacere della carne – Macelleria & More” lo trovate in via Lanzaghe 34.

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EL PAJU

Ultimo ma non ultimo, un ringraziamento speciale ad Omar Paludo.

Personaggio impareggiabile, sostenitore e amico di noi tutti che, se normalmente ci fa schiattare dalle risate con i suoi aned-doti e le sua massime (es: «go na se’ che

me sbrego»...), stavolta ci ha anche fatto un po’ commuovere, indirizzando alla reda-zione del Capri Magazine un testo scritto di suo pugno. Pubblicarlo per intero era il mi-nimo che potessimo fare per ringraziarlo.

Grande “Paju”, al massimo!

La mia prima volta al Capri

Dopo mesi di insistenza da parte del cuo-co Ivan della Pizzeria Capri, mio caro vero amico fin dall’infanzia, decisi un giorno d’e-state di passarlo a trovare.

La pizzeria si trova in una Piazzetta, adiacente a Piazza Drago; la si individua subito notando le gigantesche torri, che si intravedono già arrivando dalla jesolana [il nome della strada n.d.r.].

Una volta entrato venni accolto da Barba-ra, che lì per lì mi sembrava di conoscere, ed in effetti era la mia ex rappresentante d’istituto all’ITIS “Volterra”. Lei, assieme al fratello Damiano, pizzaiolo Doc (“Bis” per gli amici), sono i titolari del locale.

Guardandomi attorno notai che c’era la possibilità sia di cenare esternamente, sia internamente in un locale climatizzato. Scelsi la seconda opzione e non optai per il soppalco, ma mi misi in un tavolo davanti al forno per vedere il “Bis” all’opera.

Una volta avuta la lista scoprii che la piz-zeria, oltre alle “solite pizze”, ha una varie-tà e qualità di ingredienti che soddisfereb-bero anche la persona più pignola. Si può passare dalla pizza con la ‘Nduja calabra,

alla burrata pugliese, al crudo stagionato 24 mesi, per altri tantissimi ingredienti che ora non ricordo. Notai inoltre che oltre ad esserci molti turisti, c’erano anche diverse persone del posto, segno evidente del pro-dotto di qualità.

Quella volta scelsi la ‘Nduja e il gusto che mi rimase in bocca quella prima volta ancora me lo ricordo. Per una persona nor-male una pizza del genere basta e avanza, ma per riempire la mia mole di 100 kg, ser-ve ben altro, quindi passai a prendere la pizza “rotolino con nutella e noci”. A fine cena dovetti abbandonarmi a un doppio Montenegro.

Un’altra cosa che osservai è la solarità e la simpatia di tutto lo staff di questo locale, sempre pronto ad essere d’aiuto per risol-vere qualsiasi problema e qualsiasi quesito.

Sono passati alcuni anni da questa espe-rienza, ed oggi passo spesso in questa piz-zeria: vuoi per una frittura, per una pizza, per uno spritz o solamente per un saluto, perché al Capri ci si sente in famiglia.

Omar Paludo

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A CURA DI DAMIANO [[email protected]]

T anto per non smentirci mai, acco-gliamo questa nuova estate con dei significativi cambiamenti, frutto

di un intenso periodo di ricerca e speri-mentazione.

IL NOSTRO IMPASTO

Per soddisfare l’esigenza di un servizio più snello, senza cedere nulla in termini di qualità, abbiamo studiato un impasto nuovo, diverso, che sarà anche l’impasto ufficiale della stagione estiva 2012. Dun-que niente più dubbi: pizza con impasto normale o impasto con farine Bio? Da oggi e per tutti i mesi più hot la Pizzeria Capri vi proporrà un unico impasto, lavorato come di consueto secondo i criteri della lunga lievitazione, ma qualitativamente migliorato grazie all’utilizzo di una mi-scela di farine da noi rigorosamente preparata e composta da:

Farina biologica di grano tenero di Langa. Una farina dalle grandi qualità ottenuta dalle varieta di grano piemontese biologico e biodinamico più pregiato, prodotta passando al buratto (setaccio) la farina integrale.

Farina di grano duro integrale biologico “Senatore Cappelli”. Grano antico, eccezionale, che predilige

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le regioni calde e secche. Ha un’altezza di circa 1,80 m (superiore a quella del grano comune) e contiene percentuali più elevate di lipidi, amminoacidi, vitamine e minerali, nonché caratteristiche di elevata digeribilità; non ha mai subito alterazioni delle tecniche di manipolazione genetica dell’agricoltura moderna, che sacrificano sapore e contenuto tradizionale a vantaggio di rendimento elevato.

Farina di grano duro integrale biologico “Saragolla”. Altro grano antico, recentemente riscoperto, originario dell’Abruzzo. La coltivazione avviene secondo un rigido Disciplinare di Produzione. L’azienda con cui collaboriamo segue direttamente l’intero ciclo, dalla semina al raccolto, al conferimento al suo mulino, nel rispetto rigoroso di un’agricoltura ecocompatibile. La Saragolla è ricca di proteine vegetali ma povera di glutine, è particolarmente digeribile grazie alla sua semplice struttura biologica, ottima per tutti, particolarmente raccomandata agli insofferenti al glutine e a tutti coloro che soffrono di gonfiori di stomaco, ma non ai celiaci.

Tutte queste farine sono macinate a pietra naturale per ottenere la più alta qualità e mantenere inalterate la e carat-teristiche organolettiche.

Ancora più qualità, dunque. «Ma... e il prezzo?» «Sempre uguale!»

LA NOSTRA ACQUA

Per la vostra tavola imbandita abbiamo scelto l’acqua Lurisia, Fonte Santa Bar-bara. Un’acqua minerale naturale dalle doti straordinarie. Nasce sul monte Pigna a 1.460 metri sul livello del mare in un am-biente incontaminato e lontano da possibi-li fonti di inquinamento, è pura, fresca e leggera. Lo dice chi la beve tutti i giorni, lo dicono i dati di chi giornalmente la ana-lizza: Lurisia Fonte Santa Barbara è una delle migliori acque al mondo.

«Ma... e il prezzo?» «Sempre uguale!»

Con quest’acqua “superiore” vengono prodotte anche una serie di bibite che po-trete sempre assaggiare quando ci verrete a trovare: Chinotto, Gazzosa, Tonica e Aranciata sono bibite “originali”. Na-scono dalla ricerca di Lurisia di ingredienti perfetti, coltivati come nel passato, con metodi naturali ed in zone rigorosamente tipiche: i chinotti della Riviera Ligure di ponente, i limoni sfusi di Amalfi, le arance del Gargano. Materie prime d’eccellenza che si combinano senza l’uso di additivi e che restituiscono il gusto originale della tradizione. Un’ottima e sana alternativa alla solite bibitacce, no?

Come dite? Il prezzo? Ma non lo avete ancora capito?! SEMPRE UGUALE!

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A CURA DI BARBARA [[email protected]]

MAGGIOFrutta: ciliegia, fragola, nespola del giap-pone, pera.Verdura: asparagi, barba di frate, borra-gine, broccolo, carciofo, carota, cicoria e cicorino,  cipollotti, coste, crescione, erba cipollina, erbette, fagiolini, fava, finocchio, finocchio selvatico, indivia, lattuga, luppolo, ortica, pasqualina, patate, piselli, prezze-molo, rabarbaro, radicchio rosso, rapa, ra-vanello, rucola, sedano, spinaci, tarassaco.

GIUGNOFrutta: albicocca, amarena, ciliegia, fra-gola, melone, mora di gelso, nespola del giappone, pera, prugna, pesca, pesca noce, lampone, ribes, uva spina.Verdura: aglio, asparagi, bietola, carota,

cetriolo, cicoria, cipolla, fagiolini, fave, fiori di zucca, lattuga, tutte le insalatine da taglio, patate novelle, ortica, pomodoro, pi-selli, rabarbaro, ravanello, rucola, sedano, tarassaco, zucchina.

LUGLIOFrutta: albicocca, amarena, anguria, cilie-gia, corniola, fico, melone, mirtilli, mora di gelso, nespola del giappone, pera, prugna, pesca, pesca noce, lampone, ribes, uva spina.Verdura: aglio, bietola, carota, cetriolo, cicoria, cipolla, fagioli, fagiolini, fave, fio-ri di zucca, lattuga, tutte le insalatine da taglio, patate novelle, melanzana, ortica, pomodoro, peperone, piselli, rabarbaro, ravanello, rucola, zucchina.

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ASPARAGI: GERMOGLI DI PRIMAVERA

L a stagione calda comincia ad aprirsi e con essa l’immenso ventaglio di frutti che la natura offre. Ciò nono-

stante, nello scegliere cosa approfondire in questo numero del magazine, non ho avuto dubbi. Come dimenticare infatti le famose gite in famiglia che culminavano ogni volta in succulenti pic-nic a base di fortaia coi spàrasi, vovi e spàrasi, spàrasi e ton? E asparago sia, allora: è questo l’ortaggio che, fin da bambina, mi rimanda ogni volta ad una parola speciale: primavera!

Gli asparagi hanno alle spalle una lunga e gloriosa storia: coltivati già dagli egi-zi e in Asia Minore, erano considerati una prelibatezza anche dai romani, i quali allestivano appositamente intere navi uti-lizzate solo per il loro trasporto e chiamate appunto asparagus.

Appartengono alla famiglia delle ci-polle e dell’aglio con cui condividono alcune proprietà. Hanno effetto diuretico e sono molto utili in caso di eczema, con-tengono molto acido folico (utilissimo per prepararsi alla gravidanza) e con la rutina contribuiscono a rinforzare le pareti dei capillari. La presenza di manganese e vitamina A infine, è molto utile a pelle e reni. Se siete venuti a mangiarvi una pizza e avete esagerato un po’ con la birra, gli asparagi potrebbero aiutarvi a depurare l’organismo!

Vengono coltivati oramai in tutta Europa, quelli veneti però, da Bassano a Padova passando per Verona e Treviso, hanno una

marcia in più, tanto da aver ottenuto nume-rosi riconoscimenti.

La differenza tra asparago verde e asparago bianco sta nel fatto che quest’ultimo viene coltivato in assenza di luce, quindi senza che si attivi la fotosin-tesi clorofilliana responsabile del colorito verde. In più questo tipo di coltivazione renderà il fusto dell’ortaggio particolar-mente tenero. Ma l’asparago, si sa, è famoso anche per una caratteristica poco simpatica, ovvero quella di farci fare la pipì puzzolente... Non è d’accordo a quanto pare Marcel Proust, che gi ha addirittura dedicato dei versi:

«... l’essenza preziosa che riconosce-vo ancora quando, l’intera notte che seguiva ad un pranzo in cui ne avevo mangiati, si divertivano, nelle loro bur-le poetiche e volgari come una favola scespiriana, a mutar il mio vaso da not-te in un’anfora di profumo...»

Questione di punti di vista... Quel che conta è che quando arriva il momento di mettere in tavola gli asparagi significa che final-mente la primavera è arrivata!

Come rinunciare allora a usarli come i protagonisti di un delizioso risottino? Oppure lessati come tradizione vorreb-be e accompagnati ai vovi duri, oppure ancora sulle nuove pizze che abbiamo dedicato a questo fantastico germoglio di primavera!

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UNA MANCIATA DI KM DA PERCORRERE, TANTA CURIOSITÀ E POCA ATTENZIO-NE ALLA LINEA... ANDIAMO AD “ASSAGGIARE” I NOSTRI PRODUTTORI! – A CURA DI DAMIANO & IVAN

BIRRIFICIO TREVIGIANOVia dell’Artigianato, 5Vascon di Carbonera (TV) www.birrificiotrevigiano.com

Ca’ Tron, minuscola frazione sperdu-ta nella campagna di Roncade. Dal cuore di questa immensa pianura

coltivata mi giunsero le prime voci riguardo una birra eccezionale. Me ne parlò Ivan, per gli amici “Il Seppia”, mio compagno di merende e di questa rubrica. Me ne parlò nel periodo in cui a Ca’ Tron si svolgeva la sagra paesana, avvenimento che lo vede ancor oggi ricoprire un ruolo di spicco in quanto, oltre ad essere uno degli organiz-zatori, è ufficialmente l’uomo da battere nell’infernale gara dea pastasutta, una competizione che si tiene ogni anno duran-te i festeggiamenti paesani e di cui lui è il leader incontrastato.

Con trasporto da esperto bevitore quale è, mi raccontò di questa birra, talmente buona da esser stata scelta come birra uffi-ciale della Sagra (quale onore!), decantan-done la qualità, la struttura e il carattere. Io, a dire il vero, non prestavo molta atten-zione, ma fissavo divertito lo schermo del suo cellulare, da dove assistevo alle ripre-se della performance dell’anno preceden-te, quando, circondato dalla folla ebbra e urlante, vinse umiliando gli avversari. Dopo lo sforzo sollevò la testa e, unto fino ai ca-pelli, urlò, citando Rocky Balboa: «Micky! Io non sono una scamorza!». Robe da matti.

Ma torniamo a noi. Anche quella volta Ivan è riuscito a mettermi la pulce nell’o-recchio, tanto che, qualche tempo dopo, gli chiedo di organizzare un incontro con i titolari. Detto fatto, siamo partiti un sabato mattina in direzione Vascon di Carbonera, alla scoperta del Birrificio Trevigiano.

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L’azienda si trova all’interno della zona industriale e noi eravamo già pronti a gi-rovagare tra i capannoni aguzzando la vista per trovare l’insegna giusta. Niente di tutto ciò, dopo la svolta per Via dell’Artigianato un meraviglioso furgoncino giallo, sicu-ramente d’epoca, attira subito la nostra attenzione. Ci siamo avvicinati e abbiamo scoperto il famoso furgone del Birrificio, quello perfettamente dotato di impianto per la spillatura della birra, di cui tanto avevamo sentito parlare. Eravamo nel po-sto giusto.

Una volta entrati ci siamo trovati davanti un vero e proprio stabilimento di pro-duzione, piccolo ma curato. Da non si sa dove, rispondendo al nostro saluto, è sbu-cato Pietro Pizzolato, uno dei titolari del birrificio, quello che in futuro è diventato il nostro principale referente. L’accoglienza è

stata delle migliori: pane croccante, morta-della e birra eccezionale a volontà.

Come fossimo a casa nostra ci siamo tuffati in un mare di chiacchiere, facendo subito amicizia. Pietro ci ha raccontanto del birrificio come di una sua creatura e noi abbiamo percepito immediatamente la passione, lo sforzo, la semplicità e l’assoluta qualità del lavoro e delle persone che gravitano attorno a questo progetto.

La “Biere du Grand Monarque” (que-sto il nome della linea di birre del birrificio) da quel giorno è diventata anche la birra della pizzeria Capri.

Oggi abbiamo pensato di andare a trova-re Pietro e Wichman, altra colonna portan-te del birrificio, e di sottoporli ad una pic-cola intervista, per farli conoscere meglio anche a voi!

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Quando e dove nasce il Birrificio Trevigiano?

Il birrifico nasce nel 2008 a Vascon di Carbonera, località nota per la sua eccel-lente acqua sorgiva. Abbiamo iniziato a produrre nel 2009 e la nostra capacità pro-duttiva è stata portata nel 2010 da 1.000 a 2.000 ettolitri/anno.

Qual’è stata l’idea che ha dato vita al vostro progetto?

Più che idea è stata la passione a dare vita a questo progetto. L’amore per la birra nasce nel lontano 1938 quando Antonio Pizzolato [padre di Pizzolato Pietro, uno dei 3 soci, n.d.r.] lavorava per la Pedavena. La famiglia Pizzolato ha sempre lavorato nel settore birra, prima per tantissimi anni con l’importazione, ora realizzando un sogno con la produzione.

Da cosa deriva la scelta del nome “La biere du grand monarque”?

È un nome di fantasia creato nel 1985, quando in Italia andavano di moda le birre belghe rifermentate in bottiglia. L’azienda Pizzolato si faceva allora produrre “La Bie-

re du Grand Monarque”  dalla Brasserie Du Bocq.

Quanti e quali sono i tipi di birra di vostra produzione?

Il Birrificio Trevigiano produce 6 tipologie di birra: una pils, una chiara rifermentate leggera, una blanche, una ambrata, una bruna e una doppio malto chiara. Lo stile delle nostre birre rispecchiano molto la tipologia belga.

Quali sono le caratteristiche che rendono la vostra birra un prodotto di qualità?

Sicuramente l’acqua incide tantissimo nella qualità del nostro prodotto, è acqua pura e di sorgente locale. Poi ovviamente utilizziamo solo ed esclusivamente materie prime di alta qualità.

Acqua sorgiva e materie prime di qualità. Poche regole ma ben precise. Il Birrificio Trevigiano è sempre una garanzia. Grazie a Pietro e a Wichman per la preziosa col-laborazione, l’ottimo lavoro e la simpatia, alla prossima!

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... SALVACI-SALVIAMOCI – LA RUBRICA CON LA PRETESA DI SALVARE IL MONDO. A CURA DI SARA. [saradevelpment10.blogspot.com]

PULIZIE DI PRIMAVERA-&CO.

Quando la luce della primavera entra in casa, i primi fiori comin-ciano a sbocciare, le giornate si

allungano e l’aria inizia a scaldarsi, si viene colti da un’inaspettata voglia di pulito, ordine e freschezza. E allo-ra, olio di gomito e sotto con le pulizie: detergenti, sapo-ni e ogni sorta di detersivo diventa-no i vostri migliori alleati!

Ma vi siete mai chiesti se c’è un modo di pulire diverso da quello a cui siete abituati, magari più ri-spettoso della salute e dell’ambiente? La risposta è sì: l’ecologia domestica, cioè l’utilizzo di detersivi fai-da-te prodotti con elementi naturali, un po’ come fa-

cevano un tempo le nostre nonne (di certo non utilizzavano un prodotto diverso per ogni tipo di superficie…). Non è necessa-rio rinunciare ai nostri standard di igiene e di efficenza, ma è fondamentale recupe-

rare la conoscenza e la sapienza antica che sapeva andare di

pari passo con le vere necessità rispettando

gli equilibri naturali ed utilizzando le risorse che la terra ci offre. Inoltre, dalla nostra ca-

pacità di sceglie-re prodotti sani,

meno inquinanti, ma ugualmente effi-

caci, ne trarranno giova-mento sia il nostro pianeta che la

nostra salute.Per prima cosa è bene rendersi conto che

la pubblicità e il marketing ci hanno messo in testa dei concetti “pericolosi” che pos-

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sono portare a comportamenti d’acquisto con risvolti negativi sulla nostra mente, sul nostro corpo, sull’ambiente domestico stesso e sulla natura esterna: la nostra casa deve risplendere come se fosse disa-bitata, tutto deve essere perfetto in poco tempo e senza fatica, e attenzione a ster-minare fino all’ultimo batterio!

L’ecologia domestica ci aiuta a cambia-re prospettiva: l’autoproduzione e l’utiliz-zo di materiali naturali ci fanno inquinare di meno e ci fanno risparmiare soldi, inoltre rendersi conto che basta lavare solo davvero quando serve, ci fa riguadagnare il nostro prezioso tempo.

Prima di parlare delle ricette per i nostri nuovi detergenti home-made, ecco alcuni

semplici gesti e piccoli suggerimenti molto efficaci che possiamo compiere quotidia-namente:

eliminare i prodotti superflui: spreco di detersivi = inquinamento + spreco economico; utilizzare acqua calda (sempre con parsimonia) potenzia qualunque tipo di lavaggio e detersivo; lasciare agire qualche minuto i detergenti e i disinfettanti prima di rimuoverli; non aprire l’acqua al massimo e non lasciarla scorrere (è un principio base!); far funzionare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico.

LE RICETTE

DETERSIVO PER I PIATTI A MANO

Ingredienti: 4 limoni | 400 ml di acqua | 200 gr di sale grosso | 100 ml di aceto bianco.

Come si fa: Tagliare i limoni a rondelle togliendo solo i semi. Frullarli con un mixer insieme al sale. Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere tutta l’acqua e l’aceto e far bollire per circa 10 minuti girando con una frusta perché non si attacchi. Quando si è addensato, spegnere il fuoco passare il liquido con un frullatore ad immersione finché diventa liscio ed omogeneo. Si può conservare in vasetti di vetro o dispenser di sapone liquido di recupero. Per consumare meno acqua e detersivo quando si lavano i piatti a mano:

metti qualche goccia di detersivo direttamente nella spugna, pulisci la stoviglia e risciacquala con l’acqua che sta riempiendo la vaschetta del lavaggio; quando possibile, recupera l’acqua di cottura della pasta o del riso ancora calda per lavare i piatti: ha un forte potere sgrassante; utilizza i tovaglioli di carta, se li hai usati a tavola, per assorbire l’unto in eccesso delle pentole e dai piatti; pretratta le pentole e le stoviglie incrostate con lo spruzzino all’aceto o al bicarbonato (vedi ricetta) oppure sciogli un cucchiaino di bicarbonato con acqua calda nella pentola sporca e lascia un po’ in ammollo.

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DETERSIVO UNIVERSALE TIPO MARSIGLIA

Ingredienti: 1 lt di acqua | 200 gr di sapo-ne Marsiglia (saponetta) | qualche goccia di olio essenziale a scelta

Come si fa: Grattugiare la saponetta a scaglie. Metterla in una pentola con l’acqua. Coprire e far sciogliere il sapone nell’acqua a fuoco moderato, mescolando di tanto in tanto con un frustino finché non comincia a sobbollire ed è completamente sciolto. Lasciare raffreddare 24 ore nella pentola. Mettere gli oli essenziali solo alla fine. Non è un prodotto concentrato, perciò lo si usa direttamente sulla spugna. Fate atten-zione, il vero sapone di Marsiglia è fatto in maniera artigia-nale con tre soli ingredienti: acqua, olio d’oliva e soda. Diffidate da quello color bianco panna che trovate al supermercato, il suo colore è verde o marron-cino. Potete trovarne di buoni presso i rivenditori di prodotti biologici.

PULITUTTO E LAVAVETRI

Ingredienti: 100 ml di alcol bianco per li-quori 95° | 400 ml di acqua | 10 gocce c.a. di olio essenziale a scelta.

Come si fa: miscelare tutti gli ingredienti

in uno spruzzino di recupero: pronto all’u-so! Molto efficace per lavare i vetri è an-che il vecchio trucco di bagnare i vetri, con un po’ di pulitutto o no, e passare l’attrezzo dei lavavetri e asciugare con un foglio di quotidiano, grazie all’inchiostro lucida alla perfezione!

SPRUZZINO CON ACQUA E ACETO

Diluire a scelta 20%, 30% o 40% di aceto di vino bianco o di mele in restante acqua. Utile per pulire il frigorifero, il forno, come anticalcare e blando igienizzante sui sa-nitari del bagno. Poche gocce di aceto di

vino bianco sono ottime anche per lucidare le superfici d’accia-

io (lavelli, fuochi, piani di lavoro etc…).

SPRUZZINO CON ACQUA E BICARBONATO

Sciogliere al massi-mo 96 gr di bicarbonato

in 1 lt di acqua calda. Agi-tare sempre prima dell’uso. Il

bicarbonato è igienizzante, sgrassante e assorbe gli odori. Attenzione: l’aceto (aci-do) non va assolutamente mescolato al bi-carbonao (basico), in quanto chimicamente opposti, si invalidano a vicenda.

Altri utili consigli e riflessioni li potete trovare in: Pulizie creative di Elisa Nicoli, Altreconomia edizioni, 2011. Buone &co-pulizie!

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A CURA DI DAMIANO [[email protected]]

EL DUODavide Drusian (1969, Motta di Livenza TV): voceCocco Marinoni (1971, Venezia): chitar-ra acustica, dobro

Ricordo come fosse ora. Buddy Guy strillava Damn right, i’ve got the blues dalle casse scassate dello

stereo e noi della pizzeria stavamo siste-mando i tavoli per la serata. Mancavano poche ore al concerto di un gruppo che si faceva chiamare semplicemente “El Duo”, chitarra e voce blues di cui non avevamo mai sentito parlare prima, consigliati da un amico e inseriti sulla fiducia nel fitto programma delle serate di musica di circa 5 anni fa. A spezzare l’operosa tensione del pre-serata, proprio lui, Davide Drusian, sagoma e voce da gigante buono, il passo lento e il sorriso sereno di chi la sa lunga.

Per la prima volta quella sera ascoltai dal vivo un concerto blues e da quella volta, regolarmente, sento il bisogno di rifarlo, come se il blues fosse diventato un paren-te stretto, una di quelle persone che forse non comprendi fino in fondo, ma che ami e ricerchi e che sarà sempre e comunque legata a te.

E per questo amore a prima vista, anzi, a primo ascolto devo ringraziare te, Davi-done...

So che per molto tempo sei stato la voce di almeno un paio di famose (e più numerose) band elettriche, quan-do e perché è nato il progetto chiama-to EL DUO?

“El Duo” nasce intorno al 2002. Ho inizia-to a ricevere proposte per concerti acustici, soprattutto in zone balneari. Le ho accetta-te, andandoci con Cocco Marinoni, che con

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me suonava già il basso nella band elettri-ca. I concerti son piaciuti e il duo è dive-nuto una realtà stabile, essenziale. Voce, chitarra e stop. Il nome, pensato da Cocco, è nato da una risposta telefonica: gli orga-nizzatori degli eventi chiedevano: «Venite in band o in due?» e noi: «Col duo!». Il pro-getto nasce dalla voglia di fare una ricerca storico-musicale sulla scena americana, dagli inizi del secolo sino ai grandi festival degli anni ‘70, traendo spunti da questo bacino enorme per comporre brani originali e portarli in giro.

I vostri live trasudano un amore vi-scerale ed ossequioso per il blues. Cos’è che ti lega tanto a questa musi-ca e quali sono le vostre variazioni sul tema, se le concedete?

Ci sono legato perché sono stato scelto. Il blues è un contenitore musicale nel quale mi trovo a mio agio e che mi fa stare bene. Variazioni sul tema ne concedo eccome: prima di cantare blues mi cimentavo con il rhytm’n’blues della stax. Inoltre col duo affrontiamo necessariamente altri filoni di vecchia musica americana paralleli al blues, come il folk, il country, gli spirituals, il rock’n’roll e anche il rock.

Ricordo che mi hai parlato di qual-che collaborazione illustre di cui andate particolarmente fieri. Caccia qualche nome!

Sì, abbiamo avuto collaborazioni presti-giose, soprattutto nell’ambito del blues ita-liano: Toffoletti, Marton, Mazzer, Becattini, Thompson, Galullo, Mollica, Zabeo, Ganz, Vallicelli, Crivellaro, Scognamiglio, Marsi-co, Guarnera, Pandolfi. Abbiamo lavorato

con altri, tanti, non citati, ma che merite-rebbero di essere scritti. Infine “quelli veri” (Steve Logan, Crystal White, Carlos Perez, Ian Paice, Louisiana Red, Steve Cropper, Junior Wells and many more) ma sempre da gregari.

Progetti individuali?Cocco attualmente è impegnato con un

progetto reggae chiamato “Bouganvil-le”, io sto festeggiando i vent’anni della “Etilico Blues Band”, il gruppo con cui ho calcato i primi palchi, con qualche concer-to-rimpatriata. Sto inoltre lavorando alla realizzazione di due CD, uno con i bambini delle scuole medie mottensi, l’altro sui te-sti dei pazienti dell’ospedale riabilitativo in collaborazione con Fabio Ricci dei Jalisse e Lele Marcon della “Banda del mago”.

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2011, l’anno della svolta, finalmente il vostro primo album di inediti, atte-sissimo dai fan...

Il Cocco scherza dicendo che abbiamo imparato ormai tutti i brani possibili e non restava altro da fare .In realtà è stato un passaggio necessario e forse è vero, abbiamo aspettato troppo. Meglio però pubblicare solo quando si ha qualcosa da dire.

Condivido appieno la sua affermazione. A dimostrare l’esattezza di quanto Davide sostiene c’è proprio il loro ultimo lavoro, Old Portraits, una perla tanto attesa quan-to unica. Un disco che ho amato da subito e che consiglio a tutti di acquistare.

Ci salutiamo con la discografia di questi due straordinari artisti a km 0 e con le loro prossime date live.

2001 | Live al Nonna Lille2004 | All Alone2005 | Green Bootleg2007 | The Art of Rollin’2011 | Old Portraits

DOM 20/5 – Osteria due spade – Conegliano (TV)SAB 2/6 – Festa della Repubblica – Madorbo (Ormelle), presso famiglia Menegaldo, con la partecipazione dell’ISTRESCO di TrevisoVEN 8/6 – con Etilico blues band – Sagra S. Giovanni di Motta di Livenza (TV)SAB 9/6 – Festa Bosco Pra’ Saccon – San Stino di Livenza (VE)SAB 16/6 – Notte delle cantine – Franz haas – Egna (BZ)DOM 1/8 – “Ricordando Daniela...” – Festa di beneficenza Passo San Boldo

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A CURA DI BARBARA [[email protected]]

LA COMPAGNIA DEI CELESTINIdi Stefano Benni (Feltrinelli 1992)

I n una città inventata e spietata un gruppo di orfani fuggiaschi corre tra mille pericoli, verso il luogo segreto

dove si svolgerà il misterioso campionato di palla strada. Inseguiti dalla puzza di cavolo diavolo, lasciandosi alle spalle le briciole di un Cristo col colbacco, vivono avventure così assurde eppure estrema-mente familiari sotto l’ombra incombente di una profezia.

Mentre la loro storia si snoda e si annoda a quella di nuovi improbabili personaggi, arrivano a Gladonia da ogni angolo della terra le altre squadre di orfani che parte-ciperanno al campionato.

Le pagine di Stefano Benni sono come un succulento e fumante piatto di spa-ghetti al ragù, un grande piatto classico che ormai conosciamo bene e di cui rico-nosciamo ogni singolo ingrediente, ma che in realtà, dietro ad ogni boccone, nasconde un sapore nascosto, esagerato, distorto, oppure incredibilmente autentico. Perché

Benni fa della nostra realtà una super re-altà, esasperandone forma, colori e sapori, come volesse impedirci di dire: ”Ma... non sapevo, non me n’ero accorto”.

L’occhio sempre aperto del Grande Fra-tello, il cibo spazzatura, la manipolazione dell’opinione e addirittura dei nostri de-sideri: l’autore sembra voler far leva su tutte le nostre miserie, come a volerci risvegliare, violento e dolcissimo, dal tor-pore che la società ci impone.

Non possiamo non amare e non ridere di Don Biffero, della sfiga cosmica di Deodato e dell’incredibile familiarità di Mussolardi, perché riconosciamo perfettamente le loro vicende anche nel nostro quotidiano, è quindi agrodolce scoprire che ci siamo noi stessi tra le pagine di questo libro, noi che ci salveremo solo se impareremo a ridere, meglio se di noi stessi!

La compagnia dei celestini puoi trovar-la nella nostra biblioteca, chiedi pure e saremo felici di prestarti il libro di questo autore fantastico, che abbiamo pensato di omaggiare dedicandogli uno dei tavolini della nostra pizzeria. Vieni a vedere!

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LA RICETTA DOLCE DI IVAN

CESTINI FROLLINI

125 gr di burro 115 gr di zucchero 1 uovo

1 pizzico di sale 250 gr di farina aroma di limone e vaniglia

P rendere il burro precedentemente lasciato a temperatura ambiente per 3-4 ore e unirlo allo zucchero,

mescolando il tutto con uno sbattitore al fine di ottenere un bel composto spumo-so. Aggiungere sale e uova continuando a sbattere, incorporarvi quindi gli aromi e la farina. Cercate di lavorare la frolla il meno possibile, è sufficiente che raggiun-ga un grado omogeneo di colore e densità. A questo punto riponiamo il composto in frigorifero per far sì che la parte grassa si solidifichi, semplificando in questo modo la successiva operazione, ovvero la stesura con mattarello. Sarà sufficiente ottenere

uno strato di pasta spesso circa ½ cm, poi taglieremo con un coltellino la superficie utile a rivestire i piccoli pirottini monodose d’alluminio, silicone, porcellana da forno, o quant’altro abbiate in casa.

Una piccola curiosità riguardo l’aroma di limone: non è necessario rovistare tra gli scaffali del supermercato per trovarlo, sarà sufficiente averne in casa uno (di limone... meglio se biologico, quindi non trattato) e grattuggiarne con attenzione solo la parte più esterna, quella gialla per intenderci. Solo quella parte di buccia contiene tutti i profumi, la parte bianca invece rischiereb-be di dare al vostro impasto un gusto ama-

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ro poco gradevole. Ah, dimenticavo: tenete presente che potrete utilizzare questa ricetta per altri dolci a base di pasta frol-la, tipo crostate alla frutta, crema e mele, cioccolato e chi più ne ha più ne metta!

«Ma... E il ripieno?» Niente paura, il vo-stro chef ha pensato a tutto, soprattutto a tutte quelle volte che dimenticate in fondo al frigo vaschette di ricotta o formaggio cremoso in genere, che non sapete come usare. Fate così:

250 gr di ricotta o formaggio fresco cremoso in genere 2 uova 80 gr di zucchero 30 gr di fecola o maizena 1 pizzico di sale aroma di vaniglia zucchero vanigliato o zucchero a velo per spoverare alla fine frutta fresca di stagione

Sbattere bene le uova con zucchero e sale fino quasi a montarle. Questo renderà il dolce anche senza l’ausilio di agenti lievi-tanti. Aggiungere la ricotta o il formaggio che avete a disposizione precedentemente frullato o passato al setaccio, dunque aro-matizzate con vaniglia, mescolando sem-pre dall’alto verso il basso per non smonta-re le uova (questa è una regola universale in pasticceria!). A questo punto aggiungete la fecola o la maizena. Otterrete un impa-sto semi liquido, ma non spaventatevi, è tutto previsto.

È il momento di riempire con il composto i cestini frollini. Ricordate di mescolare di tanto in tanto e di non riempire fino all’or-lo i pirottini in quanto durante la cottura il dolce tenderà a svilupparsi un pochino. In-serite la placca da forno con i vostri cestini a 170-180° per 30 minuti circa.

Ultimate a piacere con frutta fresca di stagione.

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ORARIO PRIMAVERA-ESTATE

Da giovedì 17 maggio inizia “la stagione”! Saremo aperti tutti i giorni dalle 17:30, la domenica anche a pranzo.

CAPRI SUL «SOLE 24 ORE»

È prevista per il mese di giugno sulla rivista specializzata “Ristoranti” de «Il sole 24 ore» l’uscita di un articolo con intervista dedicato alla Pizzeria Capri, redatto da Claudia Ferronato.

CAPRI PER ASF (ARCHITETTI SENZA FRONTIERE)

Pizzeria Capri sostiene la mostra fotografica itinerante organizzata dal neonato Gruppo Veneto di ASF-Italia. Il gruppo ha ideato e progettato un totem fotografico che mette in scena alcune foto tratte dalle esperienze degli ade-renti al gruppo e dell’Associazione. Prima tappa a Padova, presso Palazzo Moroni, dal 4 maggio al 17 giugno 2012. È previsto anche un appuntamento jesolano. ASF-Italia è un’or-ganizzazione no-profit che promuove iniziative di studio, ri-

cerca e progettazione per lo sviluppo sostenibile di aree territoriali critiche nei Paesi in Via di Sviluppo. www.asfitalia.org

SPACCIO LA MADRE

Continua l’iniziativa “Spaccio la madre”, a seguito del succes-so del “Pasta Madre Day” (10/12/2011). Munisciti di conteni-tore e richiedici la tua “dose-omaggio” di lievito madre. Ri-ceverai anche un opuscolo informativo utile per muovere i primi passi con questo tipo di levitazione. www.pastamadre.net