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1 CAPITOLO 1 LA E-SOCIETY NELLE REGIONI EUROPEE VISIONE D’INSIEME I NUMERI DELLE 4 REGIONI ITALIANE Nelle 4 regioni italiane le persone che usano un PC e si collegano sono il 50%. Eccezione la Sicilia con 40%. Al primo posto il Lazio, capitale dell’ICT. Nonostante la buona diffusione di internet è piccola la percentuale di coloro che si collegano a banda larga: - 6% Lombardia - 5% Toscana - Poco più Lazio e Sicilia Uso medio di Internet 4/5 ore. Telefonia mobile: 1) >Finlandia e 2) Italia Coloro che non sono interessati a Internet: 24% del Lazio, un po’ meno le altre regioni. Sicilia: interessante che molti che non usano internet dichiarano di volerlo fare. Motivi si utilizzo : 1)25% usa la rete per acquistare prodotti da siti e-commerce (4% Sicilia e 16% Lombardia). 2)Collaborazione o per chattare con amici e conoscenti (22% Lazio 39% Lombardia) 3) e-work: Principalmente il Lombardia (11% totale lavoratori) in particolare lavoro domiciliare 6% 4) e government: non sono particolarmente usati (3-6% popolazione) 5) Alta percentuale disinteressati per i servizi delle PA 6) Discreto utilizzo per trovare info sanitarie e regionali - 40% fa formazione continua - Bassa la possibilità di rinforzare l’identità regionale LE IMPRESE - 90% delle aziende dispone di colleg alla rete: internet indispensabile Modalità accesso e utilizzo: 1) 1/3 a banda larga (adsl o fibra ottica) : situazione migliore vs popolazione ma arretrata confronto le regioni europee 2) 1/2 sito web e intranet : ma le si usano prevalentemente per e mail e navigazione 3) 10% aziende siciliane vende prodotti in rete (minore % per altre regioni 4) 20-25% acquista prodotti in rete 5) 20-25% usa tecniche di scambio EDI (L'interscambio Elettronico di Dati (EDI) è uno strumento che consente lo scambio delle informazioni necessario per la gestione delle spedizioni nazionali e internazionali.) 6) E recruitment poco usato sui siti aziendali Risorse umane:

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CAPITOLO 1

LA E-SOCIETY NELLE REGIONI EUROPEE

VISIONE D’INSIEME

I NUMERI DELLE 4 REGIONI ITALIANE

Nelle 4 regioni italiane le persone che usano un PC e si collegano sono il 50%. Eccezione la Sicilia con 40%.

Al primo posto il Lazio, capitale dell’ICT.

Nonostante la buona diffusione di internet è piccola la percentuale di coloro che si collegano a banda larga:

- 6% Lombardia - 5% Toscana - Poco più Lazio e Sicilia

Uso medio di Internet 4/5 ore.

Telefonia mobile: 1) >Finlandia e 2) Italia

Coloro che non sono interessati a Internet: 24% del Lazio, un po’ meno le altre regioni.

Sicilia: interessante che molti che non usano internet dichiarano di volerlo fare.

Motivi si utilizzo:

1)25% usa la rete per acquistare prodotti da siti e-commerce (4% Sicilia e 16% Lombardia).

2)Collaborazione o per chattare con amici e conoscenti (22% Lazio 39% Lombardia)

3) e-work: Principalmente il Lombardia (11% totale lavoratori) in particolare lavoro domiciliare 6%

4) e government: non sono particolarmente usati (3-6% popolazione)

5) Alta percentuale disinteressati per i servizi delle PA

6) Discreto utilizzo per trovare info sanitarie e regionali

- 40% fa formazione continua - Bassa la possibilità di rinforzare l’identità regionale

LE IMPRESE

- 90% delle aziende dispone di colleg alla rete: internet indispensabile

Modalità accesso e utilizzo:

1) 1/3 a banda larga (adsl o fibra ottica) : situazione migliore vs popolazione ma arretrata confronto le regioni europee

2) 1/2 sito web e intranet : ma le si usano prevalentemente per e mail e navigazione 3) 10% aziende siciliane vende prodotti in rete (minore % per altre regioni 4) 20-25% acquista prodotti in rete 5) 20-25% usa tecniche di scambio EDI (L'interscambio Elettronico di Dati (EDI) è uno strumento che

consente lo scambio delle informazioni necessario per la gestione delle spedizioni nazionali e internazionali.)

6) E recruitment poco usato sui siti aziendali

Risorse umane:

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- ¼ (34%) offre ai dipendenti corsi di formazione per usare il pc. - ¼ delle aziende usa e-learning con eccezione della Sicilia che lo usa per il 39%

Solo il 25% delle aziende dichiara che oltre il 75% dei dipendenti deve avere abilità specifiche nell’usa ICT

E governemt:

- usato dal 30%delle imprese - 20 -30 % disinteresse per l’interazione con la PA

ITALIA ED EUROPA

Comparare le medie delle 28 regioni e i valori.

POPOLAZIONE

Arretratezza dell’Italia nell’uso ICT nei confronti delle medie europee Le regioni Italiane eccelle per utilizzo cellulari. Uso internet sotto la media europea GAP: valori minori della media

- Banda larga – 70% - E-commerce - E banking

Popolazione usa troppo poco le nuove tecnologie:

SICILIA

- 78/100 hanno il cellulare ma il 48% usa gli sms mentre ad Helsinki il 67%

LOMBARDIA

- 26% lavora in settori legati all’economia della conoscenza mentre ad Oxford il 45%

LAZIO

- 6% di chi non ha internet a casa o ufficio riesce a collegarsi da uno spazio pubblico gratis mentre il Finlandia il 21%

TOSCANA

- 5% lavoratori domiciliari mentre 19% in Oxfordshire

LE IMPRESE

PARADOSSO DEL DONO UTILE: << alto livello di possesso di Internet, addirittura superiore alle medie europee corrisponde una povertà d’uso di tale tecnologia>>. Questo fenomeno esiste in tutte le regioni italiane dell’indagine. La spiegazione: Sembra che le politiche nazionali e regionali sono riuscite a diffondere la presenza delle nuove tecnologie, tutte le aziende sono attrezzate PC, reti,internet. Ma non sono riuscite a integrare le ICT nel lavoro di ogni giorno e a stimolare la creatività per creare cose nuove, come un sito web e usarlo per la vendita, stabilire relazioni efficienti con partner commerciali e

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clienti o per modificare l’organizzazione aziendale introducendo modi flessibili di lavorare come il telelavoro o e-work. DECISION MAKER: devono stimolare l’adozione delle n.t. nelle regioni, uso della formazione manageriale, stimolare la crescita Puntare sulle incentivazioni è inutile! Punti di maggior debolezza:

(1) Scarsa disponibilità dell’e-mail dentro l’azienda (50% forniscono l’accesso alla posta ai dipendenti) (2) Limitato utilizzo delle vendite on line (10%) (3) Scarsità degli acquisti on line (22% vs 58% olandesi) (4) E recruiting on line: 10%

Sottostimata la necessità di formare i propri dipendenti all’uso di Internet e del PC. Obiettivo Biser: comparare le medie europee. I valori delle 4 regioni italiane sono molto vicini tra loro. Cio vuol dire che le politiche regionali difficilmente possono supplire a carenze strutturali. La distanza con le regini europee è molta. PUNTI DI DEBOLEZZA: settori dove saranno necessari più sforzi:

- E-government sul fronte delle PA - E-business nelle imprese - La diffusione di internet nella popolazione - Sviluppo siti web di interesse locale - Formazione specifica all’uso delle nuove tecnologie

PUNTI DI FORZA

- Interesse della popolazione verso uso localistico di Internet - Spesa in ricerca della Sicilia - Alto numero di lavoratori della conoscenza nel Lazio - Uso estensivo di e-learning per la formazione degli occupati - Propensione a usare internet per info sanitarie disponibili in rete in Sicilia e Lazio

LE REGIONI EUROPEE E IL DIGITAL DIVIDE

Divario digitale: comparso per la prima volta nell’agenda politica dell’amministrazione Clinton. Si intende la disparità di accesso alle ICT che colpisce nazioni intere o fasce di popolazione all’interno di una stessa nazione. Se le nuove tecnologie aprono la possibilità aggiuntive di sviluppo economico e di benessere diffuso, chi ne rimane escluso si trova in una condizione di aggravata povertà relativa e spessa assoluta (OECD 2001). Esistono due tipi di divario:

1) Internazionale: tra nazioni ricche del mondo e paesi poveri 2) Interno: tra gruppi diversi di residenti in una stessa nazione

Il progetto Biser porta un contributo conoscitivo per quanto riguarda il divario interno. Esistono 4 MODELLI DI DIVARIO TECNOLOGICO INTERNO presi in considerazione:

(1) GENERE: le donne sono più spesso esclude dalla ICT (2) REDDITO: i più agiati sono favoriti nel possesso e uso delle ICT 4 MODELLI DIVARIO (3) ISTRUZIONE: i piu eruditi sono in vantaggio (4) ETA: anziani a rischio esclusione

Per stimare il valore del digital divide e compararlo per le diverse regioni, si è suddivisa la popolazione in 4 sottogruppi:

1) ANZIANI (>49 ANNI)

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2) DONNE 3) MENO ABBIENTI ( < reddito pro capite) 4 SOTTOGRUPPI 4) MENO EDUCATI ( smesso di studiare prima dei 16 anni)

Per ciascun gruppo si è preso in considerazione 3 variabili opportunamente pesate :

1) Capacità d’uso peso 0.5 2) Uso internet 0.3 3 VARIABILI PESATE (SOMMA MAX 1, MIN 0) 3) Disponibilità di internet a casa 0.2

La somma dei valori pesati (max teorico 1 e minimo 0 ma che per comodità abbiamo trasformato 0-100), fornisce l’INDICATORE DEL DIGITAL DIVIDE per lo specifico sottogruppo. Gli scarti tra il valore medio e il valore del singolo gruppo, esempio donne, ci forniscono un indicatore preciso di SEGREGAZIONE DIGITALE. Si estrae l’Indice sintetico ( calcolato come media aritmetica delle 4 componenti) per misurare il divario digitale in ogni singola regione. CONCLUSIONI: 5 indicazioni principali

1) In tutta Europa esiste fenomeno di esclusione dalle ICT che su scala 0-100 si posiziona a 40. 2) 11/28 regioni il divario supera 45 e 5/28 il valore è 50 (identifica deficit d’accesso grave) 3) Fenomeno accentuato nelle regioni mediterranee del Sud Europa 4) Italia: la disparità d’accesso comune a tutte le regioni . il problema è culturale 5) Le maggiori disparità derivano dai livelli di : - Educazione - Eta - Reddito - Genere assume una discreta importanza nelle regioni meridionali d’Europa

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CAPITOLO DUE L’E-WORK IN EUROPA

LO SCENARIO STORICO DELORS: Anni ’90,presidente della commissione europea citala prima volta i possibili benefici derivanti dal

telelavoro ne LIBRO BIANCO, che contribuì ad indirizzare le politiche di crescita economica.+ BANGEMANN: elogiò il telelavoro come una delle applicazioni chiave della società dell’ICT. Sarebbe

divenuto possibile: - Flessibilizzare il mercato del lavoro - Renderlo più produttivo - Ridurre i costi per imprese - Aumentare qualità vita dei dipendenti - Non sarebbero più stati richiesti lunghi spostamenti

1° RICERCA EMPIRICA DI BONN I ricercatori, con finanziamenti europei, somministrarono un questionario telefonico a2500 dirigenti di Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna chiedendo se nelle loro aziende si faceva uso del telelavoro. Telelavoratore: “soggetto che lavora da casa o da ufficio satellitare vicino la propria abitazione in maniera continuativa o saltuaria, che poteva essere un dipendente o professionista autonomo e che usava il suo Pc per il lavoro e rimaneva in contatto con l’azienda tramite sistemi di telecomunicazione”. - 5% delle aziende adottavano il telelavoro - 1 milione di persone coinvolte - 97 mila in Italia 2° RICERCA PROGETTO IRLANDESE TELEFUTURES Si concentrò in nazioni non prese in considerazione dalla prima ricerca estendendo agli USA. PROBLEMATICA COMUNE: misurabilità del n° di telelavoratori. GRAY 1°ricerca: stimava 1270000 telelavoratori inglesi ( metà lavoratori autonomi e altra metà lavoratori mobili). HUMS: parlava di 130 mila inglesi coinvolti nel telelavoro Le incertezze sui dati anche in Italia. Sondaggio da parte di TELECOM ITALIA di MERTON: 39 mila al momento erano telelavoratori e 26mila in passato. Riflessioni sulla metodologia e sulla definizione di telelavoro. PURISTI: telelavoratore è impiegato di ufficio a tempo indeterminato che svolge la maggior parte del suo

lavoro da casa, contornato di attrezzature informatiche e telematiche che lo collegano all’ufficio ed è titolare di un apposito contratto di lavoro che stabilisce le principali modalità operative della prestazione da svolgere.

DI NICOLA: - raccomanda che il concetto di t.l. , a seguito della massiccia introduzione dell’ICT nella vita e nel lavoro degli individui, sia da intendersi in senso piu lasco che nel passato in quanto può interessare manager, creativi e lavoratori autonomi.

- La distribuzione del tempo può essere variabile: pochi giorni al mese e altri quotidianamente come nel caso dei venditori.

- Il criterio dell’esistenza di un apposito contratto è fuorviante allo scopo di stimare i telelavoratori.

- Dubbio se il luogo del telelavoro possa essere considerato sostitutivo del’ufficio tradizionale Sempre più spesso, si osserva il fenomeno del lavoratore tradizionale che si porta il lavoro a casa virtualmente grazie alle tecnologie che gli permettono di accedere ai server aziendali. Le angolazioni europee sul telelavoro sono evolute da una concezione statica del fenomeno visto come sostituzione della lavoro in ufficio con mansioni da eseguire da casa a un concetto più amplio detto e-work.

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Dal 2001, l’annuale manifestazione di sensibilizzazione del telelavoro ha cambiato nome a “E-work week-end”. Il telelavoro andava visto sotto una nuova luce adottando nuove definizioni. PROGETTO ECATT , fine anni ’90 finanziato Commissione europea Due distinte ricerche:

1) Campione di popolazione residente in 10 Stati europei – questionario 100 domande 2) Campione di dirigenti di aziende – questionario 70 domande

Definizione telelavoro parte dalla definizione dell’Ufficio Internazionale del Lavoro di Ginevra che per telelavoro intende: “qualunque forma di lavoro effettuata in luogo distante dall’ufficio centrale o dal centro di produzione e che implichi una nuova tecnologia che permetta la separazione e faciliti la comunicazione.” I ricercatori a scopo analitico distinsero tra varie forme di TL:

1. Telelavoratori domiciliari (HOME BASED): - Telelavoratori classici che anziché recarsi in ufficio almeno 1 giorno a settimana lavoravano da casa. - Usano il PC e si tengono in contatto con l’ufficio mediante il telefono, fa o e mail. - Possono essere dia autonomi che dipendenti 2. Telelavoratori occasionali (o addizionali) - Identiche caratteristiche dell’Home based - La differenza è che lavorano meno di un giorno a settimana da casa 3. Telelavoratori mobili - Almeno 10 ore a settimana fuori dall’ufficio (viaggi d’affari, presso clienti) e rimangono collegati in

rete tramite pc 4. Lavoratori autonomi in uffuci a casa (SOHO) - Lavoratori in proprio (sia titolari di proprie aziende sia sotto contratto di aziende più grandi) - Posto di lavoro principale è la Casa - Fanno uso ICT per comunicare

Questa ripartizione creava problemi di sovrapposizione tra tipologie. Si può essere t.l. mobili pur essendo titolari di un home business. Fine del secolo gli e-worker in Europa toccano 9 milioni, pari al 6% forza lavoro.

- La metà lavora da casa - 2.3 mln ha ufficio mobile - 3 mln occasionali

L’E WORK NEL PROGETTO BISER: definizioni e consistenza

Telelavoro e e-work non sono la stessa cosa. Il telelavoro fa parte dell’e-work, mentre l’e-work avvolge varie tipologie di lavoro. Necessario delimitare il fenomeno in modo che fosse comunque comparabile con le ricerche svolte in precedenza. Fanno parte dell’E-WORK:

1. Addetti al settore dei servizi ad alta intensità di conoscenza - Coloro che lavorano nei settori economici NACE - Si tratta di attività in cui lo sviluppo economico trainato dalle ICT è stato maggiore e dove viene

richiesta la manodopera + qualificata ed esperta nell’uso ICT - Il lavoro principale si concentra nella raccolta, trattamento e trasferimento di informazioni

2. Lavoratori che utilizzano la tele cooperazione - Telelavorare significa cambiare luogo di lavoro ma le ICT permettono anche di lavorare in maniera

nuova seppure in ufficio con i propri colleghi e persone di altre aziende. - Cooperare a distanza usando software di videoconferenza o siti web si supporto per i groupware - Aumenta la produttività in team senza spostamenti

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3. Telelavoratori a domicilio - Classica definizione di telelavoratore che prevede il trasferimento del lavoratore presso la propria

abitazione grazie a tecnologie messe a disposizione dall’azienda - Nonostante sia un gruppo ristretto rispetto agli e-worker, la stima del loro numero è utile per

capire la quota di t.lavoratori come buon indicatore di flessibilità complessiva del mercato del lavoro.

4. Telelavoratori mobili - Lavoratori che si muovono per motivi professionali e rimanfgono in contatto con le proprie aziende

grazie alla miniaturizzazione di veri e propri uffici mobili sottoforma di pc portatili con wireless - 5. Telelavoratori multilocational (o e- worker) - Persone che lavorano indifferentemente da qualsiasi luogo hgrazie alle tecnologie. - In parte sono simili ai lavoratori a domicilio e in parte a quelli mobili - Distribuiscono il loro tempo in base a necessità di lavoro da svolgere senza condizionamenti circa il

luogo - Alta percentuale di questi si associa positivamente alla flessibilità del lavoro, di cui non sono fissate

condizioni limitative temporali ne di esecuzione

TELELAVORO ed E-WORK Analisi dell’e-work e del telelavoro nelle 28 regioni europee. Si è giunti alla conclusione che è molo importante che esista un’amplia quota di e-work tr i lavoratori e imprese. Molti studi dimostrano la validità economica del telelavoro. L’E-WORK può aiutare le regioni economicamente periferiche dell’Europa sotto 2 profili:

1. Incrementando la vitalità del mercato del lavoro in quanto è possibile: - Attrare o mantenere nella regione lavoratori a più alta specializzazione - Rappresenta un plus per i lavoratori della conoscenza perché possono lavorare per un’azienda

localizzata lontano geograficamente pur rimanendo in regione - FLORIDA: sostiene che aiuta ad aumentare il POTENZIALE CREATIVO DELLA REGIONE e quindi le

possibilità DI ECCELLERE nella newoked economy. - Possibilità di mantenere o attrarre in regione aziende creative che hanno maggiori possibilità di

crescere in quanto operano in un mercato non saturo 2. Grazie all’estensione dell’e-work e dell’abilità organizzativa a integrare le ICT nelle operazioni

aziendali è possibile per le imprese localizzare in regioni periferiche o poco accessibili geograficamente essere inserite in reti nazionali e internazionali aumentando la partecipazione alle economie globali

- Aumento competitività della regione che può effettuare ristrutturazione dei propri meccanismi di funzionamento economico passando da un economia tradizionale e paradigma nuovo.

Considerazioni: La maggiore presenza dell’e-work in una regione sia benefica per quelle aree che sono in ritardo sviluppo del lavoro a distanza sia una buona praxi per stimare il grado di penetrazione dei benefici competititiv dell’economia glibale in regione. RISULTATI

Lo sviluppo dell’e-work secondo i risultati del progetto biser sono diversi a seconda delle regioni.

Esiste il Nord e Sud anche per l’Europa.

Lavoratori mobili: media 4% - nelle regioni italiane è quasi inesistente

Dove è più sviluppato l’home tele work è più sviluppato anche il multi location work

Correlazione tra quota lavoratori che usano cooperazione e e-work è 0.79

Correlazione tra tele cooperazione e telelavoratori domiciliari è 0.77

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Più basso il grado di correlazione tra lavoratori ad alta intensità di conoscenza tra domiciliari e e-worker è 0.44

Nelle 28 regioni, si va dal 3% al 27% di telelavoratori

Telelavoro correlato: - positivamente alla diffusione ricchezza (ove maggiore è il PIL pro capire è maggiore la tele

cooperazione) - Negativamente alla disoccupazione (ove maggiore è il PIL procapite e la quota telelavoratori, la

disoccup è ai minimi) - Numero di brevetti converge con quota telelelavoratori PARADOSSO diffusione telelavoro e e-work Le ICT costituiscono un motore possibile per lo sviluppo economico e ci si aspetta che telelavoro e e-work vengano impiegati soprattutto in regioni arretrate per rivitalizzarsi. Usare il telelavoro e e-work aiuta: - Allargare il mercato del lavoro - Facilita l’inserimento delle donne - Trattenere alte professionalità Accade in contrario: Il telelavoro più diffuso nelle aree gia sviluppate tanto che per l’uso del lavoro in rete diventa per le regioni svantaggiate un ulteriore elemento di disparità vs a quello meglio posizionate geograficamente. L’utilizzo dell’e-work nelle 28 regioni del Biser possono essere ricondotte a 5 CLASSI a cui corrispondono livelli di sviluppo nella S.I. 1° Gruppo: REGIONI A BASSISSIMA PENETRAZIONE DELL’E-WORK Il 3 % di e-work : Central Macedonia(GR), Bruttany (FR), Castile Leon (SP) - Aree con PIL/abitante + basso della media (16 mila euro vs 21 mila) - Economia prevalentemente agricola - Caratteristica strutturale è bassa densità popolazione: 76 ab/m2 (media 224) - Periferia sud del campione - Senza interventi strutturali importanti difficilmente riuscirà a modificare la sua posizione 2° Gruppo: REGIONI A BASSA PENETRAZIONE E-WORK Il 6% dei telelavoratori: Toscana e Sicilia, Catalonia (SP) - Il PIL nella media europea - Quota lavoratori nei settori ad alta intensità di ICT è nella media - Regioni più densamente popolate: 306 abitanti/Km2 - Numero + alto di città con 100 mila ab. - Economia: settore industriale e servizi a basso contenuto tecnologia - Sono aree che avrebbero molte caratteristiche per primeggiare anche nel telelavoro ma le nuove

tecnologie non vengono usate per che non applicabili visti settori dell’economia - Capacità di innovazione inferiore alla media: brevetti 67/86 media 3°Gruppo: REGIONI CON MAGGIOR DIFFUSIONE DEL TELELAVORO Totole 10 regioni: ( UK, FINLANDIA, GERMANIA) - 7 regioni con il 13.7% di telelavoro - 3 regioni con il 23% Sono le regioni più ricche del campioni e con il MINOR TASSO DI DISOCCUPAZIONE. - Economia: si basa sulla conoscenza e le ICT - Città medie dimensioni - Brevetti 147/86 supera la media - Radicata cultura dell’uso di internet: oltre il 60 % imprese ha un sito web e i 2/3 mette a disposiz la

mail ai dipendenti. - Qui l’utilizzo del telelavoro è il riflesso della penetrazione delle ICT nelle economie globali

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CAPITOLO 3 E-COMMERCE

LA PENETRAZIONE DELL’E-COMMERCE NELLA POPOLAZIONE EUROPEA Lettura descrittiva:

Domandato agli utilizzatori della rete (ossia al 50% del campione) se nei 12 mesi precedenti la rilevazione e poi nelle ultime 4 settimane avessero utilizzato Internet per attività e-commerce, e-banking o ludiche relazionali.

- 44.6% acquisti on line - 33% e-banking negli ultimi 12 mesi - 29.1% forum e chat

- 4.6 % e-banking - 25% acquisti on line ultime 4 settimane - Tra 9% in Inghilterra e 36% Spagna

E- commerce e e-banking maggiormente presenti in regioni a reddito medio alto USI DELLA RETE:

1. Orientamento economico 2. Orientamento alla partecipazione e comunicazione

INDICATORI PER NAZIONI: - Dicotomia NORD E SUD europeo: sopratutti Francia, Svezia e Danimarca ad usare e-bank e e-com

BARRIERE O MOTIVI INIBITORI PER L’ACCESSO: - Costi (Toscana 72%, Danimarca 22%) - Difficoltà di accesso ad internet

- Bassa percentuale di coloro che dichiarano come motivi di non uso La scarsa qulita informazioni e mancanza assoluta di interesse

Secondo una lettura interpretativa, il commercio elettronico bisogna tener presente i bisogni della domanda e dell’offerta.

LA PENETRAZIONE DELL’E-COMMERCE NELLE IMPRESE EUROPEE

L’E-business considerato dalle imprese come un reale strumento per interzionalizzare la produzione. Tuttavia è amplia la % di coloro che ritengono di non aver bisogno di questo tipo di business per i loro prodotti. Tra i fattori inibitori per un passaggio al canale virtuali sono menzionati:

- 5% Mancanza personale qualificato - 6% Costi - 11% Difficoltà di organizzare processo di reingeneering

BARRIERE PER LE IMPRESE:

1. TIPO DIRETTO - Difficoltà reperire R.U. qualificate o nel riqualificare quelle interne - Scarsa visibilità vs ai clienti - Bassa disponibilità di risorse finanziarie e difficoltà legate accesso a capitali terzi - Concorrenza con altri progetti informatici - Carenze competenze manageriali e gestione progetti

2. TIPO INDIRETTO - Mancanza conoscenze del fenomeno del business e dei modelli di riferimentio - Difficoltà a seguire lì aggiornamento continuo richiesto dalle tecnologie informatiche

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- Scarsa comprensione delle problematiche legali e fiscali relative all’e-commerce - Alti costi di realizzazione delle applicazioni di commercio elettronico

REINGEGNERIZZAZIONE DEI PROCESSI:

- il cambiamento all’interno di un’azienda è pur sempre lento e va coniugato all’esperienza del personale dell’impresa e con il suo percorso evolutivo.

- Comporta per l’impresa il dover coniugare gli elementi tecnologici con le capacità interne proprie, doversi misurare e affrontare i costi di transazione alle nuove tecnologie o aggiornamento delle vecchie.

- Ecco perche sono le piccole imprese a soffrire di + di questa situazione: è il management che deve essere collegato all’avanzamento tecnologico e deve essere in grado di guidare l’impresa nella trasnsazione.

- Il management deve essere in grado di controllare la qualità dell’intero processo e le PMI risultano deboli sia dal punto di vista organizzativo che finanziario

PROGETTO E-EUROPE 2005 Ha proposto alcune idee per l’implementazione dell’e-business Tale progetto prevede da una parte:

- Ascolto delle richieste delle imprese, attuato con specifiche azioni come la costituzione di un vertice e-business, nell’ambito del quale esponenti di PMI avranno la possibilità di esporre le loro difficoltà in materia di e-business

- L’analisi della domanda e dell’offerta di e-skills in Europa OBIETTIVO DEL PROGETTO: creare una rete europea di sostegno all’e-business con a capo

operatori dei settori europei, nazionali e regionali al fine di rafforzare e coordinare azioni di sostegno alle PMI, lo sviluppo di un dominio (imprese.eu) per le imprese europee che fanno e-business in grado di garantire affidabilità i clienti

Se si guarda al reddito regionale, si vede che le imprese che hanno più bisogno di investire in ICT siano quelle a reddito agricolo, mente investimento costante per le regioni ad alto reddito. LANDES: spiega il perché alcune regioni sono più informatizzate di altre o meglio, perché i paesi ricchi sono diventati cosi ricchi e quelli poveri cosi poveri. Analisi dei processi storici applicandolo alla dicotomia NORD e SUD. I fattori che hanno portato a questa dicotomia sono:

- Istituzioni e cultura - Denaro - Know how, fattore decisivo

La socializzazione con l’e-commerce può richiedere interventi strutturali e intensivi ma la garanzia è che dopo il fenomeno di starting si autoalimenti. È necessario attivare sinergie tra livelli centrali e periferici.

ANALISI a livello MICRO Spiegare i cambiamenti organizzativi che l’introduzione del canale digitale e nuove tecnologie richiedono. IMPRESA A RETE: questo artefatto organizzativo ottenuto mediante la ripetizione sistematica delle

componenti della rete, consente alle singole imprese,di ridurre i costi di produzione, acquisire flessibilità ed essere reattive ai cambiamenti.

NETWORK: nuova forma organizzativa, seconda metà ’90. Uso reti telematiche e ICT. Forma organizzativa basata sulla cooperazione di diverse aziende o componenti di queste. Internet è l’elemento che ad corpo all’impresa

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Non tutte le aziende riescono con facilità ad adottare nuove tecnologie. Dipende da: - portafoglio aziendale - investimenti in Ricerca e Sviluppo

ANALISI a livello MICRO Interpretare le differenze territoriali nell’introduzione dell’innovazione. Innovare dipende da:

- predisposizione ad investire - cultura di un paese - know how presente che si traduce in - skills adeguati - investimento in formazione

Le caratteristiche che hanno permesso, secondo LANDES, ad alcuni paese di diventare cosi ricchi, rappresentano le barriere per la penetrazione dell’ICT.

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CAPITOLO 4 TRA INCLUSI ED ESCLUSI: GLI ITALIANI NELLA E-SOCIETY

GLI ITALIANI NELLA SOCIETA DELL’INFORMAZIONE Nella definizione di divario digitale spesso si tiene presente soprattutto la variabile della TECNOLOGIA. Ma non è esauriente ai fini di un’analisi più approfondita che indaga il gap tra individui, famiglie o imprese. Pertanto c’è bisogno di estendere la definizione di digital divide anche ad altri fattori. Bisogna innanzitutto specificare se si vuole analizzare: - gap tecnologico tra paesi avanzati e paesi in via di sviluppo - gap tra individui e persone restringendo cosi in focus dell’indagine Bisogna chiarire cosa di intende per digital divede:

- quali nuovi media tener presente? Cellulare-pc- internet o anche le modalità di collegamento (wireless-i-mode-lan)

- il concetto di diversità è da ricondurre alla dicotomia utente-non utente o bisogna scendere nel particolare facendo una distinzione in base al tempo d’utilizzo : utenti occasionali- quotidiani)

Una definizione adeguata dovrebbe tener conto di una pluralità di dimensioni in cui scomporre il concetto e dovrebbe individuare anche posizioni intermedie tra quelle estreme: incluso ed escluso. Dal 1997 al 2003 è stata effettuata un’indagine sugli individui elle regioni italiane con tecniche esplorative multivariate (non è quello delle 28 regioni del Biser).

DIVARIO SECONDO IL POSSESSO In questo arco temporale sono aumentate le famiglie che possiedono beni tecnologici: - TELEFONIA MOBILE: dal 27% al 78% in sei anni (+51) - ACCESSO AD INTERNET: dal 2% al 31% in sei anni (+28) - PC: dal 17% al 44% (+26)

Nonostante a prima vista è piacevole notare l’aumento della dotazione tecnologica, si evidenzia comunque che :

- 57 % delle famiglie non ha ancora il PC - 69% non ha ancora accesso ad INTERNET

Nonostante questa prima considerazione è stata fatta solo sul criterio del possesso, è possibile articolare qeusta distinzione se si considerano altri fattori GENERAZIONALI ECONOMICI E CULTURALI: sono questi i fattori che condizionano il divario tecnologico.

DIVARIO SECONDO LA COMPOSIZIONE FAMILIARE - Famiglie con un minore VS famiglie formate da anziani. - Il divario tecnologico è di 60% - Ovvio che avere figli in casa porta al verificarsi di nuove esigenze, anche tecnologiche.

DIVARIO SECONDO LA COMPONENTE CULTURALE - Livello di ISTRUZIONE e condizione lavorativa del CAPO FAMIGLIA delineano lo status soc. familiare - Gli estremi sono:

a) Famiglie con capo famiglia con basso titolo di studio b) Famiglie con capo famiglia con alto livello del titolo di studio

- Il divario tra loro per l’ACCESSO AD INTERNET è del 55% Se gli estremi sono: - a) famiglie operai

b)famiglie dirigenti Il divario è del 46 %

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Il bene che risulta meno discriminante è il cellulare che presenta diffusione piu omogenea anche se l’utilizzo è diverso.

DIVARIO TERRITORIALE più contenuto - La domus hitech è meno presente al SUD ed ISOLE rispetto al NORD e soprattutto al CENTRO - Il divario è massimo 10% - Dall’indagine risulta anche che sono proprio le famiglie del meridione quelle ad essersi attrezzate

nei sei anni dell’indagine

Nonostante il criterio del possesso delle nuove tecnologie sia un criterio importante per avere l’accesso alla società dell’informazione, esso cmq non ci da informazioni sull’uso individuale che le persone fanno di tali tecnologie.

DIVARIO SECONDO L’USO DELLE TECNOLOGIE - Nei sei anni si è riscontrato un forte aumento dell’uso delle tecnologie da parte degli italiani - Soggetti dai 3 anni in su che usano il PC: dal 29% al 39% (2000-2003) - Soggetti da 11 anni in su che usano INTERNET: dal 18% al 31%

ESCLUSI A SECONDA DELL’ETA. GENERE. - La curca dell’esclusione ha ilpicco minimo tra i 15 e 17 anni e si innalza con il passare dell’età

raggiungendo il massimo per gli anziani (maggiormente esclusi) - L’esclusione dei maschi e femmine seguono lo stesso andamento e sicongiungonoall’eta di 24,

quando le donne forse entrano nel mercato del lavoro

LIVELLI DI INCLUSIONE ED ESCLUSIONE

INCLUSI ESCLUSI

STUDENTI CASALINGHE

DIRIGENTI OPERAI

DIRETTIVI

LE DIMENSIONI DEL DIGITAL DIVIDE: approccio multivariato

Per capire meglio i motivi dell’esclusione o i diversi scopi di utilizzo delle nuve tecnologie analizziamo i micro dati, un sottocampione dell’indagine BISER, in cui si sono presi 1600 intervistati estratti casualmente dal campione del BISER in relazione solo alle regioni italiane sulla base:

- Caratteristiche economiche - Realtà eterogenea della nazione; Lombardia, Sicilia, Toscana e Lazio

Sono state individuate variabili qualitative che essendo molte per esigenze di sintesi hanno richiesto il ricorso all’Analisi delle Corrispondenze Multiple. Le 40 variabili attive considerata possono riassumersi in 2 dimensioni:

1. PRIMA DIMENSIONE contribuiscono le modalità che esprimono: - ESCLUSIONE ED INCLUSIONE caratterizzate da finalità diverse d’uso delle ICT - Tra i due estremi si posiziona: USO OCCASIONALE della rete

INCLUSI OCCASIONALI ESCLUSI

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2. SECONDA DIMENSIONE esprime: - atteggiamento degli intervistati rispetto all’uso della rete - intenzione d’uso futuro - ostacoli percepiti - iniziative utili per rimuoverle -

Combinando le due dimensioni – quella fattuale e quella intenzionale- sono venuto fuori 4 riquadri:

1. livelli di inclusione non pienamente soddisfatti 2. livelli di esclusione accompagante da bisogni di inclusione non ancora elusi 3. esclusione rassegnata 4. inclusi soddisfatti

1.GLI ESCLUSI Analisi multivariata: cluster analysis

- 38% degli intervistati sono esclusi: a) Sia per il non uso b) Mancanza interesse

- Il 95% di loro dichiara di non voler entrare in rete: RASSEGNAZIONE - Sono fasce deboli a livello socio-demografico:

a) Casalinghe b) pensionati

2.ASPIRANTI CITTADINI DELLA I.S

- 13 % degli intervistati a) Non uso internet e pc b) Aspirazione ad entrare nella IS

- Quasi tutti dichiarano di volerlo fare nel futuro - Sono prevalentemente in Sicilia, soggetti economicamente deboli ma culturalmente motivati.

Casalinghe 35-44 anni e disoccupati - BARRIERE PERCEPITE:

1. Costi 2. Competenze tecniche

- Richiedono opportunità di ingresso economiche: a) Tariffe agevolate b) Corsi gratuiti c) Maggiore attenzione per le info locali

3.I CITTADINI OCCASIONALI DELLA I.S.

- 11% degli intervistati a) Utenti della rete b) Carenza dotazione tecnologica

- Non hanno accesso da casa e forse nemmeno il pc - Non usano e-commerce, e-banking, non ricercano informazioni salute, orari - Prevalentemente scopi relazionali: chat e forum 12% e 6% - Vorrebbero essere inclusi - BARRIERE:

1. Costi connessione 2. Propongono corsi gratis

- Profilo: giovani tra 15 e 24 anni che si affacciano alla S.I.

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4.I CITTADINI DELLA I.S. - 38 % degli inytervistati INCLUSIONE PIENA

A) Usa attualmente la rete e con maggiore assiduità vs i precedente gruppo B) Usano office automation e mail

- FINALITA’ D’USO 1. Informative (salute e contenuti regionali) e relazionali (chat e forum): 1/3 2. E-commerce con assiduità diversa da 27% 3. E-banking 14% 4. Conculta medico specialista 8% 5. 5% telelavora