calendario webank 2011

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Un’ avventura di dieci giorni che fa bene tutto l’anno. Jambo! 2011

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Calendario Webank 2011

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Un’ avventura di dieci giorni che fa bene tutto l’anno.

Jambo!2011

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Le foto di questo calendario sono state scattate dal Jambo Team.

Progetto grafico: Agema Corporation

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Questo calendario nasce da un progetto molto importante.

Il percorso di questo calendario parte da lontano.

Inizia quando un giorno un’associazione non

profit, Children in Crisis Italy, incontra un’azienda

profit che di mestiere fa la banca, Webank.

La non profit racconta come il suo impegno di migliorare

le condizioni di vita dei bambini più emarginati abbia

dato vita al progetto “Dalla parte delle bambine” per

garantire l’istruzione alle bambine più povere della

Tanzania. La non profit racconta con passione come

l’istruzione sia l’arma principale per sconfiggere la

povertà e come le donne siano le più indifese ma

anche le più importanti per lo sviluppo della società.

La profit risponde con sensibilità e insieme cominciano

ad avviarsi lungo questo percorso, con la volontà di

coinvolgere tutta l’azienda in modo che il valore della

solidarietà sia condiviso.

L’azienda decide di finanziare gli studi per quattro

anni a dieci bambine, dando vita ad uno scambio di

lettere e foto tra Italia e Tanzania. E’ tutta l’azienda

a partecipare. Il percorso procede. Si prende una

decisione importante: condividere l’esperienza di

un viaggio per conoscere e rendersi conto da vicino.

Così si parte, Children in Crisis assieme ad un gruppo di

Webank, il Jambo team.

Il percorso prosegue lungo i 1200 km di strada dalla costa

di Dar Es Salaam alle alture di Tukuyu per visitare anche

la scuola più lontana. Si unisce al gruppo la non profit

locale che lavora assieme a Children in Crisis, il Forum for

African Women Educationalists (FAWE), che segue ogni

passo e traduce in parole ciò che già gli occhi da soli

vedono: il giogo della miseria e la condizione della donna.

La strada è lunghissima, costellata dai sorrisi e dalle

storie dei bambini e di uomini e donne che si aprono ai

viaggiatori, accogliendoli sempre con gioia, ricordando

loro come anche nella povertà materiale ci possa essere

tanta ricchezza. È una lezione importante per ciascuno.

La sorpresa più bella è rendersi conto che si può fare

molto, che con gesti semplici si può offrire un’opportunità

di vita a tanti. E che la povertà può essere sconfitta.

Questo calendario vuole raccontare questa esperienza

e raccogliere solidarietà. Anche tu che hai deciso di

offrire il tuo contributo, ora fai parte di questo percorso.

Assieme a te e a tante altre persone che hanno scelto di

aiutarci, il percorso potrà continuare per toccare le vite di

cento bambine della Tanzania e il loro futuro.

•••

Il discorso che leggerete durante i mesi di questo calendario

è stato scritto e recitato da Grantina Muamakula, una

studentessa di 16 anni della scuola di Lufilyo alla cerimonia

di saluto a Children in Crisis, al FAWE e a Webank.

•••

“Dalla parte delle bambine“ è un progetto di Children in

Crisis Italy in collaborazione con il partner locale Forum for

African Women Educationalists (FAWE), con l’obiettivo di

offrire borse di studio a studentesse che hanno completato

la scuola primaria e che, nonostante i buoni risultati, non

possono proseguire gli studi per motivi economici oltre

che a condizionamenti culturali.

In Tanzania, la scuola primaria è gratuita mentre quella

secondaria non lo è. Le bambine che sosteniamo sono

perlopiù orfane a causa dell’AIDS e non hanno alcun

mezzo di sostentamento. Per questo viene fornito loro

anche vitto e alloggio presso le scuole, oltre all’uniforme,

abbigliamento, libri, materiali didattici ed il pagamento

della retta.

Il FAWE è una organizzazione non profit pan-africana, che

opera per promuovere l’accesso all’istruzione di bambine

e donne nell’Africa sub-sahariana. È costituita da soci,

educatrici e ricercatrici africane che, con passione e grande

esperienza, attuano progetti concreti e sono in grado di

promuovere e stimolare riforme a livello nazionale.

WeBank è la banca online del Gruppo Bipiemme che

raggiunge con i suoi servizi, esclusivamente via web,

clienti su tutto il territorio nazionale. WeBank è un’azienda.

Webank è un’unione di persone che crede fortemente nel

valore della costruzione di un patrimonio, oltre che di un

conto economico. E’ per questo che in un anno ambizioso

per il business è riuscita a sostenere, oltre che con una

donazione, il progetto “Dalla parte delle bambine”.

Jambo Team

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“Molte società ritengono che l’educazione e l’istruzione

siano importanti solo per i ragazzi,

mentre per le ragazze no.”Gennaio 2011G

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Inizio anno: l’istruzione in Tanzania

In Tanzania solo il 38% dei bambini frequenta la scuola dell’obbligo e solo il 7% prosegue con gli studi.

Andare a scuola: un privilegio a cuinon tutte le bambine possono ambire.

In Tanzania una donna su due non è capacedi leggere o di scrivere. Questa discriminazione

nasce dal fatto che si ritieneche le donne non abbiano

alcun talento né capacità intellettive.

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Febbraio 2011

Il sistema scolastico

La legge della Tanzania stabilisce cheogni bambino debba frequentare la scuola primariadai 7 ai 14 anni. Nella realtà, però, la possibilitàdi frequentare la scuola dell’obbligo dipende largamentedalla disponibilità economica delle famiglie. Molti ragazzi,a causa di problemi familiari (ad esempio mancanzadei genitori) o di tipo economico, non hanno di fattola possibilità di frequentare la scuola primaria,nonostante sia obbligatoria.

“Si crede che le ragazze debbano rimanere a casa

per aiutare le madri nelle loro incombenze domestiche

ed aspettare solo di essere abbastanza cresciute

per potersi sposare.”

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Marzo 2011

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“In ogni Società si dice che ragazzi e ragazze siano

esseri umani uguali e che, pertanto, debbano avere

gli stessi diritti e le stesse opportunità.

Proprio come lo dice anche la Sacra Bibbia affermando

che davanti a Dio siamo tutti uguali.”

Le strutture scolastiche

Le carenze strutturali (aule, mense, servizi igienici,dormitori…) che ancora esistono nelle scuole della Tanzania

costituiscono un oggettivo ostacolo alla frequentazione e alla permanenza scolastica da parte degli studenti.

Proprio la lontananza degli istituti scolastici dai villaggi, la mancanza di dormitori femminili e di strutture idonee per l’accoglienza costringono le ragazze a percorrere da sole

lunghe distanze in zone isolate che troppo spesso le espongono al rischio di violenze sessuali,

aumentando così la possibilità di contrarre il virus HIV/AIDS.

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Aprile 2011

Ora di pranzo: due mani che bastano per tutti

Una donna lavora nella “mensa” della scuolaed ogni giorno prepara un pranzo caldo per tutti i ragazzi.Le condizioni sono davvero disagevoli. Non esistono fornelli,acqua corrente, sedie e tavolima un solo grande prato che funge da cucinae da sala ristoro per ospitare tutti anche quando piove.Il pasto è un unico piatto che non sempre basta per tutti.Questa è la condizione in cui versanole mense delle scuole.

“È molto importante che anche le ragazze e le donne,

oltre agli uomini, ricevano un’adeguata istruzione.

Purtroppo non tutte sono così fortunate.”

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Maggio 2011

Essere donna in Tanzania

è una sfida quotidiana

Una limitata consapevolezza delle famiglie dell’importanza di educare le bambine e la mentalità delle varie comunità

costringono le ragazze a matrimoni in età precocecon la conseguenza di gravidanze tra le giovani scolare,

che inevitabilmente abbandonano la scuola.Si stima che questo problema interessi il 57% delle ragazze.

Ogni anno, 3 ragazze su 5 abbandonano la scuolaa causa della maternità.

“Infatti, a causa della mentalità delle loro famiglie

o delle loro condizioni di povertà, molte di noi

non possono studiare. Oppure sono orfane

e non hanno nessuno che le supporti.”

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Giugno 2011

I quaderni, strumenti di insegnamento

L’apprendimento in classe comincia proprio dai quaderniche diventano per i ragazzi dei veri e propri libri di testo.L’insegnante spiega la lezione. Gli studenti prendono appuntisui quaderni che saranno i libri di testo sui quali studieranno.E’ comune trovare sulle copertine alcune frasi in lingua swahiliche sono veri e propri messaggi educativi indirizzatiai bambini e alle loro famiglie. Uno di questi, per esempio,dice “Haitoshi kwa watoto kwenda shuleni tu, wanatakiwawapate elimu itakayoboresha maisha yao. Tafakari!”,che significa: “Non è sufficiente mandare i ragazzia scuola. Occorre assicurargli un’educazioneche possa migliorare il loro futuro. Pensateci!”.

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“Io mi rendo conto di essere molto più

fortunata rispetto a molte mie coetanee

perché ho la possibilità di poter studiare.”

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Luglio 2011

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I “Centres of excellence”

I “Centres of excellence” sono gli istituti scolastici dove viene applicato il modello portante dei progetti

del FAWE che consiste nell’affiancamento delle scuole secondarie. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità

dell’insegnamento, aumentare la partecipazione femminile e sensibilizzare la comunità locale sui temi

dell’educazione paritaria.

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“Grazie alla presenza di gruppi di supporto,

come il Forum for African Women Educationalists (FAWE), le ragazze e le donne della Tanzania

di oggi sono più tutelate.”

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Agosto 2011

Le gravidanze, un impedimento

a proseguire l’istruzione.

Le maternità in età adolescenziale spesso distruggono le aspirazioni delle giovani africane. Infatti, dopo avere avuto un figlio, le ragazze non possono più tornare a scuola sia perché devono occuparsi di accudire la famiglia ma anche perché in molti paesi africani esistono leggi che non consentono di riammettere le giovani madri a scuola. 1L

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“Oggi, dove opera il FAWE le donne sono più

consapevoli dei loro diritti e dell’importante ruolo

che ricoprono all’interno della loro Nazione.”

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Settembre 2011

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L’istruzione, l’unica via che una donna ha

per potersi emancipare

Le bambine e le ragazze che vanno a scuola hanno maggiori possibilità di conseguire l’autosufficienza economica in età adulta,

imparando a difendere i propri diritti sia nel lavoro che in famiglia. Le statistiche dimostrano

che le giovani donne istruite hanno meno gravidanze e più distanziate tra di loro e sanno prendersi cura dei figli

in maniera più adeguata.

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“Oggi vorrei ringraziare tutti i membri

del Forum for African Women Educationalists (FAWE)

per l’importante lavoro che svolgono nelle nostre comunità.”

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Ottobre 2011

Le norme e le usanze a scuola

Oltre ai costi della retta, in Tanzania è obbligatorio comprare una divisa che accompagna gli studenti per tutto il ciclo di studi. La divisa va conservata con cura e rigore perché serve per frequentare la scuola e viene successivamente riutilizzata dagli altri studenti. A questa norma disciplinare si affianca un’usanza funzionale: tutti i bambini della Tanzania portano i capelli molto corti a causa delle condizioni igieniche.

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“Questi progetti e interventi

di supporto hanno dato a me e a tante altre

ragazze africane la possibilità di credere

in un domani diverso e migliore.”

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Novembre 2011

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Tuseme

La parola “Tuseme” significa letteralmente “parlare a voce alta”. È uno dei metodi d’insegnamento utilizzati nei Centres

of excellence per dare speranza alle ragazze Tanzaniane. Dopo le lezioni in aula, gli studenti (ragazzi e ragazze)

vengono coinvolti in attività extra-scolastiche per trattare temi quali la parità dei diritti, il ruolo delle donne nella

società, la sessualità, la violenza e l’AIDS. Tutto questo attraverso canto, ballo

e rappresentazioni teatrali: espressioni che aiutano le ragazze a condividere “a voce alta” e a liberarsi

da un modo di vivere che molto spesso le opprime e sono utili a sensibilizzare i ragazzi

sui temi della cultura paritaria.

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“Molte ragazze sono obbligate a lasciare gli studi

e poi finiscono in mezzo alla strada

oppure sposano uomini più grandi che non amano.”

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Dicembre 2011

Fine dell’anno, fine della scuola

A differenza di quanto accade nel mondo occidentale, in Tanzania le vacanze scolastiche cominciano agli inizi di dicembre e la scuola riprende verso la metà di gennaio dell’anno successivo. Le ragazze lasciano i dormitori per fare ritorno alle loro famiglie e spesso, troppo spesso,non tornano più indietro.

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“Grazie per prendervi cura di tutte noi.

Che Dio vi benedica!” Grantina Muamakula

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