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194 Dicembre 2008 Buon Natale

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194Dicembre 2008

Buon Natale

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di Paolo MartiniOCCHIALI VISTA e SOLE

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SOMMARIO

1Indialogo n. 194

22 EEddiittoorriiaallee55 AAnnaaggrraaffee PPaarrrroocccchhiiaallee

DDiiaarriioo CCoommuunniittàà66 II nnoossttrrii mmiissssiioonnaarrii

DDiiaarriioo OOrraattoorriioo99 NNaattaallee ddii ppaaccee ee ddii ggiiooiiaa1111 EEdduuccaarree èè ccoommee uunnaa ppaarrttiittaa aa ccaallcciioo1133 AAppeerrttuurraa aannnnoo ppaassttoorraallee1144 CCaarriissssiimmoo vveessccoovvoo1155 FFeessttaa ddeellll’’oorraattoorriioo1166 MMeezzzzoollddoo 220000881188 CCoorroo ggiioovvaannii1199 DDuuee ggiioovvaannii aallllaa ssccooppeerrttaa ddeellllaa mmiissssiioonnee2233 GGeenneerroossiittàà ppeerr ll’’oorraattoorriioo

RReeddaazziioonnee2244 LLaa vveerraa vvooccaazziioonnee ddeellllaa ppaarrrroocccchhiiaa

SSccuuoollaa ddeellll’’IInnffaannzziiaa2266 CCrroonnaacchhee ddaallllaa ssccuuoollaa

GGrruuppppii AAssssoocciiaazziioonnii2288 CCaassaa ddeell ssoollee2299 AAvviiss

RRiicceevviiaammoo ee ppuubbbblliicchhiiaammoo3300 IInn rriiccoorrddoo ddii CCllaauuddiiaa BBeelloommeettttii

RRuubbrriicchhee3322 LLaa CChhiieessaa ooggggii3355 SSttoorriiee ddii ccaassaa nnoossttrraa3399 AAnnggoolloo lliibbrrii4400 CCllaassssiiffiiccaa lliibbrrii4400 ‘‘NN ddiiaalleett4411 ZZiioo bbaarrbbaa4422 II ccoonnssiiggllii ddeell mmeeddiiccoo4433 IIll vviiggiillee aammiiccoo4455 CCoonnssuummoo ccrriittiiccoo

FFOOTTOO DDII CCOOPPEERRTTIINNAA:: ““IIll rriippoossoo ddeellllaa ssttrraaddaa””

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no.it

Numeri Utili

Parrocchia San Pietro ApostoloVia Sagrato 13 - Tagliuno24060 Castelli Calepio (Bg)Tel. e Fax 035 - 847 026Parroco: don Pietro NataliCell. 340.787 04 79E-mail: [email protected]

Oratorio S. Luigi GonzagaVia XI febbraio 31 - Tagliuno24060 Castelli Calepio (Bg)Curato: don Matteo PeriniTel. e Fax 035. 847119Cell. 333.673 48 01E-mail: [email protected]

Scuola Parrocchiale dell’infanziaVia Benefattori 20 - Tagliuno24060 Castelli Calepio (BG)Tel. e Fax 035 - 847 181

Servizi di pubblica utilità

Carabinieri - pronto intervento Tel. 112Soccorso Pubblico Emergenza Tel. 113Emergenza Infanzia Tel. 114Vigili del fuoco - pronto intervento Tel.115Emergenza sanitaria Tel. 118

Comune Tel. 035 4494111Polizia Municipale Tel. 035.4494128Biblioteca Tel.035 848673Poste Italiane - Tagliuno Tel. 035.4425297

Polizia - Questura di BergamoTel. 035.2776111Carabinieri - Grumello del MonteTel. 035.4420789 / 830055Corpo Forestale - Sarnico Tel. 035.911467

F.S. Stazione di Grumello del MonteTel. 035.4420915INPS - Grumello d.M.Tel. 035.4492611ENEL Tel. 800.023471ENELGAS Tel. 800.998998Ufficio per l’impiego (ex collocamento)Tel. 035.830360

Asl e sanità pubblica

Distretto Asl - Grumello d.M.Tel. 035.8356321Guardia medica Tel. 035.830782CUP Ospedale Bolognini SeriateTel. 035.306204 /306205Ospedale Trescore BalnearioTel. 035.3068111Ospedale Calcinate Tel. 035.4424111Ospedale Sarnico Tel.035.3062111Ospedale Riuniti di Bergamo Tel. 035.269111Redazione

Mariano CabidduDon Matteo PeriniDon Pietro Natali

Anna GandossiSergio LochisEzio Marini

Ilaria PandiniLuca RavasioMassimo Scarabelli

MMEESSSSEE FFEESSTTIIVVEE EE PPRREEFFEESSTTIIVVEE CCHHEE SSII CCEELLEEBBRRAANNOO NNEELLLLEE PPAARRRROOCCCCHHIIEE DDEELL VVIICCAARRIIAATTOO

EDITORIALE

2

È NATALE

Indialogo n. 194

Anche quest’anno il SantoNatale è alle porte. E’ la festache più di ogni altra ci tocca nel-l’intimo del nostro cuore, deinostri sentimenti e dei nostriricordi più cari.Quando ci viene alla mente ilNatale, il primo pensiero correal nostro passato, quando erava-mo ancora piccoli. Il grandepanorama della terra coperta dicandida neve e avvolta da unfreddo pungente. Il silenziodevoto dei nostri paesi nonancora invasi dal frastuono delleauto e dagli aerei. Le nostrechiese senza riscaldamento mapiene di fedeli e di caloreumano. Le nostre case, vecchiema abitate da numerosi bambi-ni, dai genitori e dai nonni. Il pic-colo Presepe fatto di muschio edi personaggi ritagliati su car-toncino La dolce musica natali-zia che accompagnava la venutadi Gesù Bambino e della suafamiglia. Il grande pranzo a basedi casoncelli preparati in casasotto le guida della nonna e ilcappone del nostro pollaio. Iregali di Gesù Bambino: un tor-rone, qualche caramella di zuc-chero, due o tre mandarini, noc-ciole e arachidi. Tutto qui! Questo era tutto, ma era tantoed era bello perché, a queitempi, era una vera novità che cifaceva felici. Era una “novità” chesimbolicamente ci aiutava adaccogliere “la Novità” che ogni

anno ci veniva a visitare nellapersona del Bambino Santo eche trovava sempre posto nellenostre case e nei nostri cuori.

Questo aspetto umano e questacalorosa atmosfera natalizia checi ha accompagnato nella nostrainfanzia, oggi, devono fare dahabitat a quell’avvenimento

straordinario del Natale chetutti sanno, anche i più piccoli,che è il mistero di un Dio che sifa piccolo, povero, semplice efragile; un Dio che si mette allaportata di tutti e parla al cuoredi ogni persona, anche di chinon è credente. Nessuno avreb-be mai immaginato che il Dioonnipotente venerato dagli

Don Pietro Natali

EDITORIALE

Ebrei amasse tanto gli uomini danascere in carne e ossa comeuno di loro e di vivere in mezzoa loro. La scelta di Gesù Cristodi farsi vero uomo è così lonta-na da ogni immaginazioneumana che gli Ebrei lo stannoancora aspettando.

L’evento del Natale è affascinan-te perché il Signore si fa vicino anoi, ci viene incontro per offrir-ci la salvezza, per renderci ugua-

li a Lui. L’incarnazione del Figliodi Dio non è semplicemente lamano di Dio allungata versol’uomo per sollevarlo dalle suemiserie e dalle sue cadute, ma ètutta la “Persona” di Dio cheassume tutta la “persona” del-l’uomo per essere compagno diviaggio nell’avventura della vitaverso l’eternità dove tutta la“persona” dell’uomo sarà final-mente assunta da tutta la“Persona” di Dio per godere

quella gloria che solo Lui puòdare.Questo matrimonio unico cele-brato a Betlemme in quellanotte segna per Dio un grandepunto in più per la sua Glorianell’alto dei cieli e per “l’uomoche Egli ama” un grande passoin avanti verso la pace con ilsuo Signore e con i suoi fratelli.

Allora celebrare bene il Nataleè riprendere coscienza che que-sto evento non è stato un fattodi cronaca eccezionale che hatoccato la vita personale delFiglio di Dio e di alcune perso-ne di Nazaret e tutto si è con-cluso in quel posto e in pocotempo 2000 anni fa, ma ha cam-biato radicalmente, realmente eper sempre la vita di tutta l’u-manità. Il cristiano oggi vive lasua vita, affronta le sue difficoltà,sopporta i sacrifici e le sofferen-ze con un altro spirito. Sa diavere sempre Qualcuno accan-to che lo protegge, lo sostiene econdivide gli sforzi che fa. Sa chela sua vita non viene distruttadalla morte fisica ma che perscelta di Dio e soprattutto per ilsuo amore è destinata all’eter-nità. Sa che il pessimismo, la tri-stezza, lo scoraggiamento gene-rati in noi dall’esperienza quoti-diana della nostra fragilità ven-gono superati da quella serenitàe da quella, come dice S. Paolo,“speranza che non delude” checi vengono dalla redenzioneoperata da Gesù Cristo.Celebrare bene il Natale:- è mettere al primo posto il

3Indialogo n. 194

EDITORIALE

4 Indialogo n. 194

valore che ha per ciascuno dinoi l’avvenimentodell’Incarnazione di Cristo,- è cercare il “senso” che da sologiustifica tanta solennità e tantagioia dei cristiani,- è trovare il tempo per queipreparativi che nascono dallafede e dalla riconoscenza e nondalla pubblicità,- è scambiarci quei regali chemigliorano i nostri rapporti, lirendono più umani, più fraternie più sinceri e non quelli cheaccrescono solo il nostro patri-monio di “oggetti” materialmen-te preziosi o tecnicamenteavanzati.

L’augurio di Buon Natale che

rivolgiamo a tutta la ComunitàParrocchiale è che sia veramen-te un Natale Buono.Buono perché la salute accom-pagni voi e le persone a voicare; perché la sicurezza dellavoro e la possibilità di una vitaeconomicamente decorosa vidia tranquillità; perché la vita infamiglia e con quanti vi circon-dano si esprima sempre nellastima e nell’amicizia, e perché lanostra fede sia viva e ci portisempre alla pratica religiosa ealla testimonianza nel Gesù cheviene quotidianamente.Un augurio par ticolare a tuttequelle persone che soffrono acausa della malattia, della vec-chiaia, della solitudine, delle

incomprensioni o divisioni fami-liari, della insicurezza del lavoro.Un augurio e un grazie a tuttequelle persone che nel silenziodonano tempo e capacità neivari gruppi che operano per laparrocchia e per l’oratorio,come pure a quelle che fannotanto bene impegnandosi indivi-dualmente e con discrezione.

A tutti la pace, la serenità e lagioia che vengono da Lui.

Don Pietro, DonMatteo e la Comunità della

Suore

ANAGRAFE PARROCCHIALE Don Pietro Natali

Defunti“Ascolta, o Dio, la preghiera

che la comunità dei credenti innalza a tenella fede del Signore risorto.

Conferma in noi la beata speranzache insieme ai nostri cari

risorgeremo in Cristo a vita nuova”.

Dalla liturgia dei Funerali

Matrimoni

1144//0099//22000088 TToossiinnii TTeerreessaa

di anni 91via S. Salvatore 8

2200//0099//22000088 LLaazzzzaarrii FFrraanncceessccaa

di anni 86piazza Invalidi del Lavoro 12

Grumello del Monte

0077//1100//22000088GGaammbbaarriinnii RRiinnaa

di anni 97via Quarenghi 48

Bergamo

1100//1100//22000088 BBeelloottttii PPiieettrrooDi anni 75

Cascina Grondanile 1(Piglietto)

1111//1100//22000088 PPiicccciinnii EEttttoorree

di anni 84via XXV Aprile 1

1133//1100//22000088CCaammoottttii MMaarriiaa

di anni 78via G. D’Annunzio 5F

1111//1111//22000088 BBeelloommeettttii CCllaauuddiiaa

di anni 52via dei Mille 67

0077//1122//22000088 GGhhiirraarrddiinnii CCoorrrraaddoo

di anni 87Vicolo Mascagni, 4

Battesimi2266//1100//22000088

GGiioovvaanneellllii GGiiuulliiaadi Simone e di Gavazzeni Sonia

via G. Marconi 49

PPeerrlleettttii RRoossssaannaadi Simone e di Belotti

Simonavia dei Mille 105V

PPaaggaannii SSooffiiaadi Michele e di Belotti Lara

Danielavia Bergamo 11

0077//1122//22000088FFeelloottttii LLiinnddaa

di Fabrizio e di Bani Fiorellavia G. D’Annunzio 13

BBaallddeellllii PPaaoolloodi Vincenzo e di Piantoni Laura

via L. Lotto 3

“Padre santo, tu hai formato l’uomoa tua immagine: maschio e femmina li hai creati,

perché l’uomo e la donna,uniti nel corpo e nello spirito, fossero collaboratori

della tua creazione.O Dio, nella graduale attuazione

del tuo mistero di salvezza hai volutoche la comunione di vita tra l’uomo e la donna,

divenisse il segno sacramentale dell’amore che unisce Gesù Cristo alla sua Chiesa”.

Dal rito di benedizione degli sposi

2299//0099//22000088CChhiittòò AAllddoo ddii FFoorreessttoo SSppaarrssoo

RRaavvaassiioo VVeerraa ddii TTaagglliiuunnoo

1111//1100//22000088 MMiilleessii OOssccaarr GGiiaannppiieettrroo ddii TTeellggaattee

PPiirroovvaannoo EElliissaa ddii TTaagglliiuunnoo

2200//1122//22000088RRaaffffaaeellee FFrraanncceessccoo ddii TTaagglliiuunnoo

MMaaiiuuoolloo RRoossiinnaa ddii TTaagglliiuunnoo

Il Battesimo è il primo passo della vita di un cristiano ed è “la porta” che apre l’accesso

a tutti gli altri sacramenti.Il bambino che con il battesimo viene immerso nella morte

e risurrezione di Gesù Cristo,diventa a pieno titolo figlio di Dio.

Liberato dal peccato originale, entra per sempre a far parte del popolo della Chiesa.

5Indialogo n. 194

6

I NOSTRI MISSIONARI CI SCRIVONO

Indialogo n. 194

Carissimi Parroco e Curato e tuttii Tagliunesi.Suor Giacomina ed io, per graziadi Dio, finalmente stiamo lavoran-do insieme, dopo quarant’anni,nella periferia di questa immensacittà di San Paolo. Abbiamo quin-di pigliato una parte di Favela dellaparrocchia di San FrancescoSaverio. Questa parrocchia infattista raggiungendo i 100 mila abi-tanti, mentre ai miei tempi, quan-do sono arrivato la prima volta inBrasile nel lontano 1968, era unapiccola chiesetta di legno che hovisto nascere. A quei tempi, nono-stante fosse piccola era sufficien-te per quelle poche migliaia dipersone che vi abitavano attorno,ora la popolazione è diventatacosì numerosa che é realmenteimpossibile accogliere tutti.

La chiesetta è stata costruita unaquindicina di anni fa, ed é lontanodalla parrocchia. Per mancanza dipadri si celebrava la messa duevolte al mese, ed ora celebriamola messa tutte le Domeniche ed èqui che Suor Giacomina ed io stia-mo svolgendo il nostro lavoromissionario.Il Pime, ai bei tempi degli anni 60,aveva costruito la casa regionaleproprio vicino alla favela, per met-tere in pratica il nostro carismache è quello di andare nelle gran-di periferie di città o paesi per for-mare comunità e costruire chiesecon tutti gli ambienti di pastorale,e quando è tutto pronto e laDiocesi ha il suo “Pastore” tuttoviene consegnato alla Diocesi. Imissionari del PIME poi, riprendo-no il lavoro in un altro luogo.

Il PIME, durante il periodo di per-manenza in questa zona di SanPaolo, sia con la casa Regionale epoi con i suoi padri, ha costruitoben cinque parrocchie: VillaMissionaria, Pedreira, VillaGioaniza, San Giuseppe, e SantaTeresina. Nella parrocchia di SanFrancesco Saverio di VillaMissionaria, il PIME è ancora pre-sente con due padri.Poco tempo dopo di aver preso lacappella, Suor Giacomina si è pro-posta di aiutarmi nel lavoro, que-sto è stato una grande grazia diDio, perché da solo, e davanti aitanti impegni che ho nella regionemi sarebbe stato difficile portareavanti un lavoro serio e profondoche la cappella richiede. Per fortu-na che Suor Giacomina vi abitavicino, nell’antica casa Regionaledel PIME che le suore hannoacquistato per lavorare e assisterecon la loro presenza i favellatiattorno.Il nostro lavoro assieme quindi loabbiamo incominciato con entu-siasmo per dare ai nostri cristianiun’ assistenza spirituale e materia-le, che per mancanza di guide spi-rituali e orientazione cristiana,molti di loro, in questi ultimi anni,si sono affiliati a chiese protestan-ti o pentecostali o ad altre tantereligioni che si sono formate inquesti ultimi anni.Quindi il nostro grande lavoro èquello di rafforzare la fede deinostri cristiani rimasti fedeli, cheper grazia di Dio sono ancoratanti.

DIARIO COMUNITÀ GRUPPO MISSIONARIO

7Indialogo n. 194

Come punto di partenza abbiamodeciso di fare una pastorale similein tutto a quella della parrocchia,formando alcuni gruppi che sonoresponsabili delle varie attività, e,a quanto sembra, in questi mesiabbiamo visto una grande parteci-pazione e un grande entusiasmoda parte di tutti.La cosa più importante era di for-mare un gruppo per preparare laliturgia, e un altro gruppo per icanti, e ci siamo riusciti grazie aSuor Giacomina la quale parteci-pa alle riunioni. Infatti i gruppi pre-parano bene i commenti alle let-ture, e i canti durante tutta laMessa, questo gruppo è incaricatoanche di scegliere alcuni tra i fede-li che vogliono leggere le letture,perché tutti vi partecipano e sisentano coinvolti, e due del grup-po rimangono sulla porta dellachiesa per accogliere e salutare lepersone che arrivano dando a cia-scuno il foglio della liturgia e deicanti, perche tutti si sentano fra-telli uniti nella casa del Signore chepoi è anche la loro casa.Uno dei grandi problemi cheabbiamo è quello della catechesi.Adesso ci sono pochi bambini.Purtroppo molti di loro dell’età didieci o undici anni sono costretti aguadagnarsi da vivere e lavorarenei negozi e mercati, o chiederel’elemosina agli incroci, o altri lavo-ri umili, per guadagnare qualchesoldo e aiutare la loro famiglia.Altri devono stare in casa percustodire i loro fratellini mentre igenitori sono a lavorare. E’ quindidifficile coinvolgerli perché moltidi loro durante la settimana almattino sono a scuola che èobbligo per tutti e al pomeriggio

al lavoro fuori, oppure in casa.È previsto però che all’inizio delnuovo anno scolastico in febbraiodi poter aumentare il numero deibambini e riuscire a fare almenodue classi, una al sabato pomerig-gio e una alla domenica primadella Messa.La cappella è abbastanza piccola

con due case addossate dai duelati. Il parroco per aumentare unpo’ più di spazio ha costruito unsalone sopra la chiesetta, e non

avendo spazio sulle laterali ha pro-gettato la scala in sacrestia, doveforzatamente chi vuole salire deveattraversare tutta la chiesetta,disturbando quelli che sono inpreghiera.Io purtroppo anche se sonoPadre mi sento ancora muratore,ho pensato di usare i due metri epoco dalla facciata al marciapiededi costruire una facciata nuova afilo del marciapiede uguale, e farela scala tra la facciata nuova equella vecchia, così si può raggiun-gere il salone senza passare inChiesa, per fortuna che in favellasi può costruire senza tante noiedel comune.Nel nostro breve tempo abbiamocostituito anche i responsabilidella cappella, con il loroPresidente e vice e il responsabiledelle finanze per pagamenti e

compere naturalmente quandotroviamo i soldi.Tutti sono veramente personemolto serie e responsabili e sidanno da fare, nonostante il loropiccolo tempo disponibile, sipreoccupano di tenere tutto inordine e delle riforme da fare, ehanno pure l’incarico di organizza-re la festa della cappella che saràin ottobre, certamente confratellidi Tagliuno che ci avete già aiutatotanto, questi lavori non ci sarebbe-ro mai riusciti a farli se non cifosse stato il vostro aiuto.Noi vogliamo che anche loro par-tecipino a raccogliere alcuni soldi-ni sia per dare valore alla lorocomunità, come pure per aiutarele persone povere e ammalateche sono tante della cappella, eanche fare le riforme che sonotante, e organizzare la festa dellasanta che faremo in ottobre sperose Dio vuole di farla nel salonepossibilmente con la scala nuova.Il quarto gruppo Suor Giacominae due signore visitano gli ammala-ti e i poveri, naturalmente orienta-ti e diretti da Suor Giacomina, laquale si preoccupa di portareanche la comunione.Carissimi questi sono i progettiche stiamo mettendo assieme noidue Tagliunesi, abbiamo già inco-minciato, con tutto il nostro entu-siasmo, naturalmente, noi faremotanto bene e ci manterremo insalute, e se anche voi ci aiutatecon le vostre preghiere, e se oltrealle preghiere che sono le piùimportanti, ci fosse anche qualcheaiuto materiale, non farebbe maleperché le necessità della comunitàsono tante.Ricordiamoci che noi tutti siamo

DIARIO COMUNITÀ

missionari, voi lì e noi qui, perchéMissione vuol dire:Il Signore ci ha dato ii ppiieeddii peraannddaarree verso gli altriIl Signore ci ha dato llee ggiinnoocccchhiiaaper pprreeggaarree per noi e per gli altri.Il Signore ci ha dato llee mmaannii perddoonnaarree la nostra vita e dividere inostri beni in favore degli alti.

Quello che noi vorremmo dirvicome conclusione è che voi sen-tiate che questa è l’estensionedella comunità Tagliunese, perchésiete stati voi, carissimi fratelli nellafede, a inviarci come espressionedella missionarietà e della matu-rità della vostra fede, e a inviarci anome di ciascuno di voi, quindi

come chiesa viva di Tagliuno nondovete dimenticare che questa èanche la vostra comunità all’este-ro.Un saluto Speciale al Parroco, alCurato e a tutti voi Tagliunesi ...

P. Luigi Curnise Suor Giacomina Armici

DIARIO COMUNITÀ

VVeennggaa iill TTuuoo RReeggnnoo !!SSããoo PPaauulloo,, 1188 //1100 //0088

Reverendo Parroco, reverendoCurato e amici tutti dellaComunità Parrocchiale di Tagliuno,un caro saluto dal lontano Brasile.Voglio ricordare a ciascuno ilnostro impegno missionario comecristiani, in questo giorno dedicatoalle Missioni.Nel suo discorso il nostro caroPapa ci ricordava che ancora oggimolti aspettano l´annuncio dellaBUONA NOTIZIA DI GESÚ, e

chi è incaricato di portare a que-sti molti, quasi cinque bilioni, illieto annuncio? Siamo noi . In varimodi, e specialmente collocandola nostra vita nelle mani di Dio adisposizione di chi non ha ancorail DONO della Fede.Il mondo di oggi continua aspet-tando qualcuno che dia loro ilpane materiale e il Pane dellaParola di DIO, e Gesù ci manda.

"ANDATE IN TUTTO ILMONDO E PREDICATE IL VAN-GELO AD OGNI CREATURA. IO

SARÓ CON VOI FINO ALLAFINE DEL MONDO. " ( Lc. 16,15/ Mt. 28,20)

Stiamo sempre uniti nella preghie-ra. Saluti anche da Padre LuigiCurnis che ho appena incontratoper la celebrazione della SantaMessa nella Comunitá SantaEdvige. Grazie sempre di tutto.Il Signore e la Madonna vi benedi-cano .

Con affetto. Suor Giacomina.

CORSI IN PREPARAZIONEAL MATRIMONIO RELIGIOSO

Il Corso inizia Domenica 4 gennaio 2009 nella Sala Parrocchiale alle ore 15.00 con una breve presentazione delle coppie e una benedizione.

Continua poi con N° 8 incontri sempre in sala parrocchiale alle ore 20.30 il giovedì sera

IISSCCRRIIZZIIOONNII PPRREESSSSOO DDOONN PPIIEETTRROO EENNTTRROO IILL 3311 DDIICCEEMMBBRREE 22000088

NB. Le iscrizioni si fanno chiedendo un appuntamento con don Pietroper un breve colloquio con la coppia di fidanzati.Tel. 035-847.026 -CelI. 340- 787.04.79

SSrr GGiiaaccoommiinnaa iinn ooccccaassiioonnee ddeellllaa GGiioorrnnaattaa MMiissssiioonnaarriiaa MMoonnddiiaallee

8 Indialogo n. 194

Incredibile: Dio si fa bambino!Il Natale è qualcosa di straor-dinario. Ma la sua meraviglianon sta negli effetti speciali,ma nella fragilità di una nasci-ta. Dio ci viene incontro comeun piccolo uomo, indifeso,debole e povero.Allora capisco come mai ilNatale por ta con sé la lietanotizia della PPAACCEE ("Pace agliuomini di buona volontà"inneggiano gli angeli): non unapace armata fino ai denti, asuon di bombe, non nell'esibi-zione della forza. Nemmenouna pace costruita sui vantag-gi o sui compromessi. Questapace è generata dall'amore,dalla misericordia di Dio chedesidera raggiungere tutti gliuomini.E possiamo anche noi lasciarci

trasformare da quel dono cheè Gesù che si fa bambino: lesue strade di pace possonodiventare le nostre , le miestrade.Strade di riconoscimento dellatenerezza di Dio e della suacomprensione verso ognicreatura.Strade di giustizia, cioè diabbandono di ogni privilegioper scegliere la condivisione.Strade di semplicità che cirestituiscono la GGIIOOIIAA diguardare i doni di Dio basati

sull' "essere", oltre la tentazio-ne dell' "avere" sempre di più.Sì, il bambino che contemplia-mo nel presepe è venuto apor tarci la pace e la gioia suquesta terra a volte pur trop-po immersa nell'oscurità.Pace e gioia, due parole che sidevono tradurre in vita con-creta fatta di accoglienza e distupore per cercare di com-prendere ogni giorno quantosiamo amati dal Signore Gesù.Lascio alla vostra lettura unabellissima preghiera che tengo

NATALE DI PACE E DI GIOIADon Matteo Perini

DIARIO ORATORIO

9Indialogo n. 194

10 Indialogo n. 194

nel mio breviario scritta daDon Primo Mazzolari e intito-lata “Entra nel mondo lagioia”

“Dice l’angelo ai pastori:

“Non temete: perché, ecco,

io vi annuncio una grande gioia,

che sarà di tutto il popolo.”

Solo una gioia che è di tutti e di ognuno

non desta timori e allarmi.

Essa non è prelevata sugli altri,

né può essere contesa da questi

contro quelli.

Egli viene.

E con lui viene la gioia.

Se lo vuoi, ti è vicino.

Anche se non lo vuoi, ti è vicino.

Ti parla anche se non parli.

Se non l’Ami, egli ti ama ancor di più.

Se ti perdi, viene a cercarti.

Se non sai camminare, ti porta.

Se tu piangi, sei beato perché lui ti

consola.

Se sei povero, hai assicurato il

Regno dei cieli.

Se hai fame e sete di giustizia, sei

saziato.

Se perseguitato per causa di giustizia,

puoi rallegrarti ed esultare.

Così entra nel mondo la gioia,

attraverso un bambino che non ha

niente.

La gioia è fatta di niente,

perché ogni uomo che viene al mondo,

viene a mani vuote.

Cammina, lavora e soffre a mani vuote,

muore e va di là a mani vuote.”

Mettiamoci tutti nelle condizionidi fare di Gesù la nostra ricchezzapiù grande e la nostra gioia piùpura. L’augurio più bello è quellodi presentarsi alla grotta diBetlemme con un dono soltanto:le nostre “mani vuote” sussurran-do al piccolo Principe della pace:“Senza di Te non ho alcunbene!” (Sal 15,2).Mentre scrivo queste pocherighe nel cuore ho centinaia di

volti, storie, speranze … Un abbraccio a tutti voi, BuonNatale! Vita, tanta vita, tanta umanità,talmente preziosa agli occhi diDio che Dio ha voluto diven-tare uomo.

Don Matteo

DIARIO ORATORIO

Educare è un verbo che daqualche tempo inquieta. Ma sene par la poco. Non perchémanchino episodi che fannodiscutere . Di questi ce nesono ormai tanti, anzi troppi.Ma non si va oltre il lamento.Sembra che la società, nellesue ar ticolazioni, non sappiache cosa fare e come fare.Di fatto, oggi, di educazione sipar la pochissimo. I genitori sir itrovano con scarsi modelli adisposizione . Gli insegnantitengono il freno a mano, per-ché ogni inter vento rischia diessere censurato dai genitori

e dagli ideologi della liber tà,quasi che educare voglia direimbavagliare o l imitare laliber tà dei nostri ragazzi.In questo modo cresce il diso-rientamento. Gli adulti fatica-no a comunicare i valori diriferimento per la vita buona. Igenitori non raccontano più labellezza della propria espe-rienza: perché e come si sonosposati, che cosa è per lorol'amore, chi sono per loro ifigli, ne quale senso ha vivere;gli educatori sono tentati dir inunciare al proprio compito.Il r isultato? I figli di genitori

che non dicono loro nulla, nonsi r itrovano liber i ma, piùbanalmente , disor ientati econfusi. Ai loro genitori nonpossono rispondere nulla, nesì ne no.Che fare? Proprio questo è ilprimo compito: recuperare ilvalore dell'educazione comevia decisiva per aiutare ognipersona a vivere in pienezza ea dare il proprio contributo albene della comunità. Quandotroppe incer tezze e troppidubbi avvolgono la realtà del-l'educare diviene difficile pro-porre alle nuove generazioni

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DIARIO ORATORIO

EDUCARE E’…COME UNA PARTITA A CALCIO

Mons.Arturo Bellini

Tratto da “L’Angelo in Famiglia”

qualcosa di valido e di cer to.Anzi, senza autentico convinci-mento sui valori da trasmette-re, le regole di compor tamen-to lasciano il classico tempoche trovano. Prima occorrerimettere in luce gli obiettiviper i quali vale la pena spen-dere la propria vita. Allorasarà possibile indicare conchiarezza ai figli i criteri perdistinguere il vero dal falso, ilbene dal male, anche custodi-re la fermezza nel far li r ispet-tare nella pratica.Leggevo tempo fa che educa-re non è molto diverso dalgiocare una par tita di calcio.Se entri in campo convinto dinon avere energie sufficienti acorrere per novanta minuti; sepensi che comunque incontre-resti difficoltà insormontabili;se ti hanno persuaso che latua squadra è in declino, anzista per chiudere i battenti; sehai perso stima in te stesso, se

la fiducia è sottozero e legambe ti tremano, puoi ancheessere stato campione delmondo. ma perderai controchiunque.Il piano pastorale di quest'an-no è incentrato sulla famiglia,in par ticolare sulle coppie chesi preparano al matrimonio esulle giovani coppie di sposi.Scommettere sulla famiglia esull'educazione agli affetti puòrisultare deludente se i r isulta-ti vengono valutati secondo lesolite logiche del mercato,secondo cui a ogni investi-mento deve corrispondere unimmediato profitto, un rapidor isultato tangibile . Ma, allalunga, è l'unica scelta davverovincente: chi investe nell'edu-cazione e in par ticolare nell'e-ducare all 'amore autentico,lavora per il vero bene dellenuove generazioni.Il piano pastorale fa appelloalle responsabilità dei giovani,

della famiglia, della parrocchiae dell'intera società. È un invi-to a verificare i cammini edu-cativi dell'amore, perché cre-scere nell'amore vero non èaffatto spontaneo e scontato.Ad amare si impara... standoaccanto a genitori ed educato-ri affidabili e sinceri.Sotto questo profilo, il pianopastorale sulla famiglia è uninvito agli adulti a mettersi indiscussione e a esaminarsisulla propr ia vera identità,sovente data per ovvia epoche volte r ivisitata, quasifosse operazione inutile . Inrealtà, solo facendo luce con ilvangelo sulla propria vita e sulmodello di riferimento che lasta or ientando, è possibileritrovare motivazioni for ti euna rinnovata capacità di dareragione della speranza cheabita e sostiene la nostra vita.

DIARIO ORATORIO

12 Indialogo n. 194

Per una comunità cristiana l’aper-tura dell’anno pastorale è unmomento molto significativo; èquesto il tempo in cui, attraversoil mandato, si riprendono tuttequelle attività che i vari gruppiimpegnati nell’ambito della par-rocchia e dell’oratorio s’impegna-no a concretizzare, continuandoquel cammino di volontariato e difede per una crescita di quellagrande famiglia che è la nostracomunità.La presenza del nostro vescovodomenica 14 settembre che hapresieduto la celebrazioneEucaristica, ha sicuramente contri-buito a porre l’accento sull’im-portanza della partecipazione deilaici nella vita della parrocchia.Fra i tanti spunti di riflessioneoffer ti dall’omelia tenuta dalvescovo, vorrei mettere in eviden-za le parole pronunciate riguardoal tema dell’oratorio, in quelperiodo, infatti, si stava svolgendola festa dell’oratorio, è cosa notache la nostra comunità da un po’di tempo a questa parte ha inprogetto di intervenire sull’attualestruttura per realizzare un orato-rio nuovo, il vescovo nel sottoli-neare l’importanza di questo pro-getto, ha voluto mettere in risaltoquanto sia importante costruire

su “solide basi” la nuova struttura,infatti, sarà tanto più solida quantopiù forte e coeso sarà lo spiritocomunitario che animerà la nostragente.In un altro passo della sua omelia,il riferimento al tema di quest’an-no pastorale della nostra diocesiche ha come frase guida il verset-to tratto dal vangelo di Giovannidove si narra del miracolo dellenozze di Cana.“Fate quello che vidirà!” ((GGvv 22,,55)).. Mi piace pensare che questi duepassaggi abbiano qualcosa che liaccomuna, ed è il tema della festa;Tutti sappiamo che durante lenozze di Cana avviene il famosomiracolo della trasformazione del-l’acqua in vino; ma quello che vor-rei sottolineare è il fatto che men-tre Gesù poteva far comparire fralo stupore generale direttamenteil vino sui tavoli, ottenendo l’am-mirazione e il plauso di tutti gli

invitati, compie questo miracolo dinascosto, dice ai servi di riempirele giare di acqua, e poi di versarneal maestro di cerimonia, Gesù tra-sforma l’acqua in vino ma coinvol-ge i servi in questo miracolo.Come dire che Dio da sempre siserve dell’uomo per compiere lesue opere, lo coinvolge diretta-mente e lo rende partecipe.Ed è come dire che anche noioggi siamo invitati a “Fare quelloche ci dirà!” solo partecipandoattivamente alla vita della parroc-chia e dell’oratorio potremo vera-mente vedere trasformarsi l’acquain vino;L’oratorio stesso potrebbe essereuna bellissima giara ma penosa-mente vuota! a noi il compito di metterci l’ac-qua, cioè noi stessi, e poi di lasciar-ci trasformare in quel “vino”cheda pienezza alla vita dell’uomo.

DIARIO ORATORIO

Domenica 14 settembreSanta Messa presieduta dal Vescovo Roberto Amadei

APERTURA ANNO PASTORALE“Fate quello che vi dirà!” (Gv 2,5)

Beppe Paris

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CARISSIMO VESCOVO...

Carissimo Vescovo Roberto,grazie per essere venuto aTagliuno !Con l'affetto che nutre ed alimen-ta il legame dei figli verso il pro-prio padre, noi La salutiamo e rin-graziamo il Signore per il donodella Sua presenza nella nostraDiocesi.In questi anni, la Sua guida ed iSuoi insegnamenti sono stati pernoi un faro, una luce di riferimen-to sia come parrocchiani, sia comeindividui impegnati a crescerenella conoscenza del Vangelo enella pratica della vita Cristiana.Nelle famiglie, succede a volte dinon comprendere subito la sag-gezza ed il giudizio dei papà, machi ha la fortuna di averli accantoper tanti anni, ne apprezza la

carità e la verità.Oggi quindi, con la devozione difigli riconoscenti, desideriamomanifestarLe la nostra stima e,nella semplicità della nostra acco-glienza, vorremmo proprio cheLei si sentisse "a casa".E' una giornata di festa per noi:oggi si conclude la festadell'Oratorio, iniziata il 5 settem-bre scorso.Collocata in questo momentodell'anno, la festa dell'Oratoriorappresenta un ponte tra la finedelle vacanze estive e l'inizio ditutte le attività Pastorali, ponteche ci deve ricordare la continuitàtra la festa e l'impegno.Infatti, come nella festa non pos-siamo trascurare le nostreresponsabilità di Cristiani, così nel

lavoro non deve mancare la gioiadel Cristianesimo.Vivere questa giornata con ilVescovo è per tutti noi un'occa-sione di incontro e di ascolto perrisvegliare la fede ed approfondireil senso del nostro lavoro nellaComunità Parrocchiale, in unadimensione di impegno e di festa-vissuti con coerenza.Nel rinnovarLe il nostro grazieper essere venuto a trovarci, Lechiediamo una preghiera specialeper la buona riuscita dei nostripropositi e dei nostri progetti.La benedizione del Signore ciaccompagni nella serenità di que-sta giornata.

14 settembre 2008

DIARIO ORATORIO

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Massimo Scarabelli

Al termine della festadell’Oratorio desideriamoesprimere il nostro grazie per labuona riuscita di questi giorni.Grazie a quanti hanno par teci-pato alle varie proposte aggre-gative e ai momenti di condivi-sione. Il tema della città è segnodi quanto vissuto: di relazioni edi esperienze di vita significativee costruttive; nella “città” infatti

noi cristiani siamo chiamati arispondere all’invito del Vangelodi essere sale della terra, offren-do così a tutti la pace che Gesùci ha lasciato da donare a ognicasa. L’augurio più bello è che ilnostro Oratorio sia sempre uncortile aper to sul mondo, per-ché la vita e la grazia che ciaccompagnano possano sempreabitarvi.

FESTA DELL’ORATORIO DUEMILA08“UNA CITTA’ IN CUI RITROVARSI”

DIARIO ORATORIO

GGRRAAZZIIEE AAII TTAANNTTII VVOOLLOONNTTAARRII CCHHEE HHAANNNNOO LLAAVVOORRAATTOO CCOONN EENNTTUUSSIIAASSMMOOEE DDEETTEERRMMIINNAAZZIIOONNEE PPRRIIMMAA,, DDUURRAANNTTEE EE DDOOPPOO LLAA FFEESSTTAA..

CCOONN IILL RRIICCAAVVAATTOO DDEELLLLAA FFEESSTTAA AABBBBIIAAMMOO CCOOPPEERRTTOOBBUUOONNAA PPAARRTTEE DDEELLLLAA SSPPEESSAA DDEELLLLEE NNUUOOVVEE CCAALLDDAAIIEE DDEELLLL’’OORRAATTOORRIIOO..

Bilancio Festa

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Don Matteo Perini

MEZZOLDO 2008: un’esperienza da vivere… … L’avventura di appassionarsi agli altri!

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“Devo par lar ti di una cosaimpor tante”… Inizia così,durante il campeggio Ado, laproposta del don: una settima-na a Mezzoldo, presso il r ifu-gio Madonna delle Nevi; uncorso di formazione per ani-matori organizzato dall’UPEE(Ufficio Pastorale EtàEvolutiva), da vivere in compa-gnia di tanti altr i corsisti cheverranno come me catapultatiin un altro mondo.

Due lunghe settimane di atte-sa, di agitazione, di immensavoglia di par tire mi dividevanoda quell’attesissimo 24 ago-sto…Mille pensieri mi assali-vano, mille domande a cui nonsapevo rispondere… Tutti gliex corsisti di Tagliuno che mela descrivevano come un’espe-rienza for te, indimenticabile!E poi, la mia inaspettata com-pagna di viaggio: Ilaria!!!! Senon c’era lei, chi sarebbe mai

par tito da solo???E finalmente il 24 agosto alle13.30 si par te!! Arriviamo, egià ill clima inizia a farsi senti-re, si fanno le prime cono-scenze, si vive il primo pome-riggio di ballo, cena e preghie-ra insieme e già la domenicaera finita.Lunedì: il “contratto”: a tuttonoi viene chiesto di esserefiduciosi di quello che ciaspetterà perché non ci sarà

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Federica Lazzari

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giudizio e anche per questoviene promesso e domandataimpegno! E già qualcosa iniziaa cambiare: la preghiera peresempio non viene più vistacome momento di ritrovo ebasta! Siamo passati dalla pre-ghiera del mattino che ci rac-contava di Giacobbe, dalla spi-ritualità della sera, che trattavainvece della parabola del“Buon Samaritano” per arriva-re alla messa del giovedì serapreparata da tutti noi conmoltissima cura e direi unodei momenti più for ti di quelche era il Mezzoldo 2008…E aripensarci mi vengono ancorai brividi: tutti insieme, in cer-chio, a testimoniare un solopensiero, una vicinanza fisica,interiore; non si è divisi in sestessi e quindi divisi con glialtri e con Dio, si è tutti un’en-tità unica! Forse anche in que-sto momento è arrivato unodei messaggi più impor tanti diquesta esperienza: non dob-biamo chiudere gli occhidavanti ai bisogni dei fratelli,ma par tecipiamo ai loro biso-gni perché Dio ne dà la possi-bil ità a ciascuno.Vivere Mezzoldo è stato unconfronto davvero impor tan-te: io (come altre 3 ragazzedel ‘92) por tata a confrontar-mi, a condividere, a pensarecon ragazzi più grandi di me.Inizialmente mi ero preoccu-pata perché vedevo negli altr ipiù esperienza, più tranquillitàad esprimere ciò che sentiva-no dentro! Ma con il passare

dei giorni capisco che nonsiamo poi così lontani, forseperché tutti pensiamo cheessere animatori non è fare ditutto per mettersi in mostra,per piacere ai bambini ed airagazzi, ma è invece renderegli altr i protagonisti nel nostrooratorio.Mezzoldo è un’esperienza davivere perché in essa condividiciò che sei, la tua storia maprincipalmente quella del tuooratorio; perché stare con glialtr i , organizzare pomeriggi,giochi, momenti insieme, nonsi realizza con uno schiocco didita, ma r ichiede tempo edispendio di energia. DopoMezzoldo non torni nel tuoorator io come “animatoreprofessionista”, ma scendi conla sensazione che qualcosa, neltuo cuore, nella tua mente sisia mosso perché la bellezza diquesti momenti vissuti insiemearriva in modo for te!! Forseanche perché in una settimanastacchi completamente laspina dal tuo mondo abitualee la riattacchi per poi metter-ti in gioco in questa realtà…Ogni giorno si sperimentano

attività e attenzioni diverse,ogni giorno si r ipar te di nuovoe si sente che pian piano unpercorso si sta formando: ilpercorso di formazione di unanimatore consta di molto,soprattutto di quello che eglisa vivere e regalare agli altr i eche, quando crede di esserearrivato, non si ferma, va avan-ti perché non si deve mai sen-tire realizzato ma deve sentirela voglia dentro di se di fare edare. Ed a volte è oppor tunofermarsi e guardare i passi giàcompiuti prima di buttarsi acapofitto in qualcosa di nuovo!Infine vorrei ringraziare tutti:Don Matteo che mi ha datofiducia e mi ha permesso divivere questa magnifica espe-rienza; Ilaria, ora divenuta unafantastica animatr ice UPEE,con la quale ho instaurato dasubito un ottimo rappor to eche ha contribuito con tutti glialtr i a farmi vivere Mezzoldonel migliore dei modi; DonMichele e tutti gli animatoriUPEE che mi hanno accoltocon competenza e mi hannofatto sentire da subito a mioagio… e infine loro… quellasessantina di corsiste con cuiho vissuto emozioni indimen-ticabili!!! Auguro a me stessa dipoter vi r incontrar tutti perriassaporare un po’ quello chene è stato di Mezzoldo! Inoltreauguro anche a tutti i giovanidel nostro oratorio di potervivere un’esper ienza comequella che ho vissuto io che inogni istante resterà…INDIMENTICABILE!

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IL CORO DEI GIOVANI:CERCASI NUOVE LEVE!!!!

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Appena finita l’estate… non si fain tempo a girare le spalle ed eccoche arriva per la nostra Comunitàil momento di prepararci ad unadelle solennità più importanti del-l’anno liturgico: il Natale. E ognigruppo parrocchiale comincia adare tutto affinché ogni cosa siapredisposta al meglio.Così è anche per il coro dei giova-ni, realtà presente e viva da ormaimolti anni a Tagliuno, che ogniNatale e Pasqua, seguite poi anchedalle Prime Comunioni e dalleCresime, anima la CelebrazioneEucaristica. Il nostro direttorePaolo si barcamena da un libro ad

un altro per trovare i canti piùsuggestivi da far imparare a tuttinoi e, prova dopo prova, mettia-mo insieme le voci e la musica peranimare la Messa (con il contribu-to canoro dell’assemblea!). Negliultimi tempi inoltre, abbiamoincrementato anche la musica diaccompagnamento che oltre allatastiera, prevede un violino, dellepiccole percussioni e anche la chi-tarra.Nessuno all’interno del coro è uncantante professionista o suonanell’orchestra della scala; non èquello l’importante, ma è il mette-re a disposizione il proprio tempo,

la propria passione e il proprioimpegno che rende l’esperienzaricca di felicità e di spirito da veraComunità Cristiana! Da qualche tempo però l’ingressodi nuove leve è diminuito e questabella armonia rischia di spezzarsi.Siamo sicuri che la Comunità èpiena di ragazze e ragazzi volente-rosi che darebbero il meglio nelcoro! Per cui l’invito è anche rivol-to a te che ora stai leggendo, si!Proprio a te! Fai girare la voce airagazzi che conosci o perché no,vieni in prima persona a sostener-ci con la tua voce! Vedrai che ilprimo ad esserne contento saraiproprio tu! Sarebbe bellissimonon aver più bisogno dei microfo-ni!!!In questi giorni verrà comunicatala data delle prime prove; se seiinteressato/a vieni a trovarci nellasala prove di fronte alla casa delnostro Parroco e non te ne penti-rai! L’invito è rivolto a tutte leragazze e i ragazzi dalle scuolemedie in su; speriamo, ma chedico speriamo, siamo convinti chesarete in moltissimi e che impe-gnandoci tutti insieme ogni cantosarà una gioia! (ovviamente con-tiamo sul contributo sinora sem-pre fantastico delle nostre coristee dei nostri coristi!!!!!)Allora??? Che aspetti??? Vieni acantare con noi!!!

DIARIO ORATORIO

Alessandro Pezzotta

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DUE GIOVANI ALLA SCOPERTA DELLA MISSIONEBOLIVIA 26 LUGLIO – 23 AGOSTO 2008

Indialogo n. 194

Ogni anno il Patronato S.Vincenzo di Bergamo organizzaun viaggio in terra bolivianaall’insegna del volontar iato,della scoper ta del territorio edella conoscenza di alcune frale varie realtà d’aiuto e coope-razione gestite da personebergamasche: il tutto coronatodal bellissimo paesaggio andi-no.Il Patronato è presente inBolivia da circa 40 anni, daquando Padre Antonio Ber taha fondato la ciudad de losniños, insieme ad un gruppo dilaici, con l’obiettivo di porrepar ticolare attenzione ai ragaz-zi in difficoltà. A tal fine sono

state create alcune strutture,tra cui la ciudad de los niños diCochabamba , la ciudad de losniños del Chapare e la scuolaagricola di Itapaya.Entreremo in contatto conalcuni preti e laici che si occupano di vari progetti perlo sviluppo e ascoltando le loro esperienze conosceremole difficili realtà delle comunitàdi campesinos e la pover tà cheaffligge le persone relegate aimargini della società.Quest’esperienza par te damolto lontano: par te mesiprima, nelle serate di prepara-zione al Patronato con DonSandro Sesana (organizzatore)

ascoltando i racconti di chi havissuto decenni in Bolivia ; masoprattutto par te dal fascinonei confronti del continentelatinoamericano (pieno di sto-ria e dignità), dalla voglia dimetterci in gioco constatandocon i nostr i occhi quellapover tà che a parole tutticonosciamo e for tementespinti dalla sensibilità riguardoai problemi della giustiziasociale e della mondialità.

Dopo un viaggio interminabile(fra scali, lunghe attese,r itar-di…in tutto circa 33 ore!!) arri-viamo a Cochabamba cheormai è domenica notte.Il nostro campo base è la ciu-dad de los ninos, situata nellazona rossa di Cochabambadove il numero di fur ti, scippi eproblemi sociali è molto eleva-to.All’interno di questa vera epropria “città” a misura di bam-bino sorgono la casa centraledove ha sede la direzione, lecasette, dove divisi in fasced’età vivono bambini e adole-scenti, le scuole, il polverosocampo da calcio,la chiesa, ilteatro e lo stanzone da pocorimesso a nuovo che per unmese è stata la nostra casa…Nella ciudad vivono circa 150ragazzi, fra cui bambini orfani ebambini provenienti da una

Luca e Federica

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delicata situazione famigliare;durante il giorno il movimentoaumenta fino ad arr ivare a1000 ragazzi che frequentanole attività scolastiche dall’asiloinfantile fino alle scuole tecni-che superiori (elettricista, mec-canico, falegname).Luciano, il direttore di questabellissima struttura, ci raccontavita mor te e miracoli della ciu-dad, svelandoci retroscena e lenon poche difficoltà per man-dare avanti tutto ciò.

Questi bambini hanno un’e-spressione ed uno straordina-rio sorriso che da soli potreb-bero descrivere la bellezza diquesta nostra esperienza; ogniqualvolta cercano il contattofisico, l’abbraccio di un adultoche manca, ti scrutano dallatesta ai piedi, ti fanno mille

domande alla volta e spessovogliono essere letteralmentecaricati sulle spalle pronuncian-do quello spontaneo “carga-me” (caricami in spagnolo). Etu come fai a dirgli di no…adirla tutta ci diver tiamo più noiperché ci ricordiamo d’esserestati bambini…Pensare alle loro storie ed ingenerale al disagio minorile inBolivia ci fa riflettere e ci mettenon poco in crisi!Il programma del nostro viag-gio prevede la divisione in pic-coli gruppi sperimentando unasettimana d’esperienza in unadelle realtà pianificate all’inizio.La nostra destinazione èAnzaldo (3000m) dove sorgel’ospedale dell’AssociazioneUmanitaria dott. Pietro Gamba;durante questo periodo vivre-mo nel quotidiano la sua gran-

diosa opera.È una vera e propria avventurala vita di questo “medico deicampesinos”; nel 1986 comin-ciò il suo lavoro par tendo conla costruzione di una strutturache potesse prestare un primosoccorso alla popolazione finoall’evoluzione di un vero e pro-prio ospedale del tutto funzio-nale e completo.

Già dall’accoglienza percepia-mo che Pietro è un tipo schiet-to ed improntato alla perfezio-ne, difatti non perde un attimoper descriverci l’intera struttu-ra.Geograficamente siamo situatinella zona sud del dipar timen-to di Cochabamba, al confinecon il nord del Potosì, in unadelle zone più povere dellaBolivia, dove si vive con menodi 1 dollaro a persona.In questo vastissimo territoriosi snodano numerose comunitàdel campo, per lo più fuori dalmondo e divise fra loro daintere giornate di cammino.Paesaggi mozzafiato e tracciatipolverosi fanno da cornice adun luogo dimenticato da Dio,dove la gente vive di poco rac-colto e qualche animale; le pre-carie condizioni in cui versaquesta popolazione è lampantequando si vedono bambinidenutriti e si sentono storieriguardo una delle prime causedi mor talità: il morbo di chagas,conseguenza della puntura diun terribile insetto chiamatovinchuca che nel giro di 10

Luca e Federica con il dott. Gamba, moglie e una delle 4 figlie

DIARIO ORATORIO

giorni danneggia irrimediabil-mente il cuore e l’intestino delmalcapitato.L’equipe medica di Pietro cercaogni volta di prendere con leunghie chi sta sfuggendo allavita offrendo tutte le cure pos-sibili senza chiedere nessuncontributo economico in cam-bio; nulla sarebbe possibilesenza i vari aiuti dei numerosisostenitori.Tutta questa polvere ci lascial’amaro in bocca e l’imbarazzodi chi come noi vive una vitaprivilegiata e comoda ci por taa pensare che dovremmo vive-re la nostra esistenza nel modopiù sobrio possibile…Sapendo d’essere di passaggioci limitiamo ad ascoltare e,nelle giornate libere, a sistema-re la piccola officina di manu-tenzione (taller) dove, comedice Pietro, c’è un ordine boli-viano….Fantastici i momenti serali incui r iflessioni e discussionientrano nelle nostre preghiere,rendendoci più vicini alla spe-cie umana.Alla domanda “quanto hainfluito la fede in quello che haifatto?” Pietro risponde tutto,con quella for te spiritualità dichi si sente umile servitore delSignore.Un’esperienza giusta per ascol-tare lasciando nel cassetto ognicer tezza e qualsiasi giudizio…Intanto la Bolivia continua adarrancare ed il cambio pro-messo dal presidente EvoMorales sembra, per un motivo

o per l’altro, che tardi ad arri-vare; la tensione è alta in vistadel referendum del 10 agostoin cui il par tito di Evo cercad’incrementare i consensi.Le nostre giornate scorronovelocemente ed aumenta lasensazione che in queste terredi Bolivia ci sia ancora moltoda fare…

Le visite continuano, ora è lavolta di Capinota; nata comepunto d’accoglienza per i pretibergamaschi in Bolivia, ora s’èsviluppata secondo le esigenzedel posto.Don Massimo Fratus (diCividino) ci spiega i progetti,fra cui le visite di personalemedico nelle 52 comunità limi-trofe, la diffusione via radio eTV del Vangelo, accoglienza deiragazzi lasciati in patria daigenitori emigrati all’estero perlavoro.C’è spazio pure per una bellis-

sima scalata sui 5080m delTunari, faticosissimo soprattut-to per la mancanza d’ossigenoin altura ma appagante dal latovisivo…Un’altra affascinante esperien-za è stata la conoscenza diDanilo Gotti che da parecchianni ha aper to una casa fami-glia per persone con difficoltàmotorie e psichiche; fantasticovedere come ognuno di questiragazzi dia il massimo per sbri-gare le faccende casalinghe diquesto grande nucleo famiglia-re.Di notevole rilevanza la par-rocchia di Condebamba in cuiPadre Sergio Gamberoni (excurato di Sarnico) è attivo nel-l’aiuto e nell’ascolto delle fami-glie ed accoglie in attività distudio e ricreazione i ragazzidel quar tiere.

La notte di venerdì 15 agostopar tecipiamo al pellegrinaggio

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di 13 Km in venerazione allaVergine Maria di Urkupiña chesi conclude con una messaall’aper to alle 5 della matti-na….Nell’ultima settimana di per-manenza ci spostiamo a La Pazdove incontr iamo RiccardoGiavarini (di Telgate), responsa-bile del MLAL in Bolivia chesostiene progetti legati ai dirit-ti umani, appoggio alle 3 carce-ri della capitale, sostegno del-l’agricoltura e delle microim-prese, valorizzazione culturaledelle comunità indigene.Le sue parole dicono tutto:vivere la fede nel contestodella tua vita per il rispetto deidiritti umani, per la dignità dellagente, contro gli squilibri traricchi e poveri con l’inclusionedi chi è ai margini della società.Ci concediamo pure la visita alsito archeologico aymara diTiwanaku r isalente all’erapreincaica, una scalata sui 5700metri nel bel mezzo delle andeboliviane ed una doppia tappanelle bellissime zone in riva allago Titicaca.Un epilogo a questo mese dimissione non c’è: resta la cer-tezza di aver passato un belperiodo pieno di momentigioiosi misto a momenti di crisiduri da digerire.Sicuramente quest’esperienzaha un valore unico che resteràimpresso a vita nel corso delnostro cammino… un’espe-rienza non ancora finita,non unaddio alla terra boliviani ma unarrivederci, perché crediamo

che sia solo l’inizio; questa con-vinzione è generata dallavolontà di por tare avantidiscorsi di aiuto e conoscenzadella Bolivia, ed in generaler iguardo a quel pezzo dimondo che non sta sotto iriflettori: quel sud del mondoche è ancora legato a cer tivalori e che in quanto a bellez-za e dignità non ha nulla dainvidiare a nessuno.

PPeerr ddaarree iill ttuuoo ccoonnttrriibbuuttooBBoonniiffiiccoo bbaannccaarriioo:: cccc.. nn°°44440011 --BBaannccaa CCrreeddiittoo BBeerrggaammaassccoo --aagg.. MMaallppeennssaattaaAABBII:: 0033333366--CCAABB:: 1111110055--CCIINN::EEiinntteessttaattoo aa::OOppeerraa ddiioocceessaannaa PPaattrroonnaattooSSaann VViinncceennzzoo vviiaa GGaavvaazzzzeennii,, 33-- 2244112255 BBeerrggaammooCCaauussaallee:: SSOOSSTTEEGGNNOO BBOOLLIIVVIIAA

BBoolllleettttiinnoo PPoossttaallee:: cc..cc nn°°335588224422iinntteessttaattoo aa::OOppeerraa ddiioocceessaannaa PPaattrroonnaattooSSaann VViinncceennzzoo -- vviiaa GGaavvaazzzzeennii,,33 -- 2244112255 BBeerrggaammooCCaauussaallee:: SSOOSSTTEEGGNNOO BBOOLLIIVVIIAA

Terminando vorremmo faremente locale a domenica 20luglio, giorno della venditadelle tor te allo scopo di racco-gliere del denaro da consegna-re, a nome dell’intera comunitàdi Tagliuno, ad alcune realtàpresenti in Bolivia.Abbiamo privilegiato la ciudadde los ninos di Cochabamba el’ospedale del dott. Pietro

Gamba in quanto abbiamo vis-suto personalmente e in modopiù intenso queste esperienze.Fra il ricavato della vendita e legenerose offer te r icevuteabbiamo raccolto 3000 euroche prontamente abbiamoripar tito nel seguente modo:

Ciudad de los ninos diCochabamba 1300 euro che utilizzerannoper le spese pediatriche dei piùpiccoli.

Associazione Umanitaria dott.Pietro Gamba1000 euro che serviranno asostenere le spese mediche diqualche paziente.

Parrocchia di Capinota diMassimo Fratus 150 euro anche un piccolo masignificativo contributo non famai male

Casa famiglia di Danilo Gotti300 euro ser viranno adammor tizzare le spese ordina-rie di una grande famiglia

Parrocchia di Condebamba diSergio Gamberoni 250 euro che verranno utiliz-zati come contributo alle spesemediche dei bambini più picco-li

Cogliamo l’occasione per rin-graziare nuovamente chi, in unmodo o nell’altro, ha aderitoall’iniziativa.

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GENEROSITÀ PER L’ORATORIO

Anche quest’anno il gruppo spor-tivo ha organizzato i quadrangola-ri di calcio per le squadre deinostri ragazzi e per la prima voltasono stati pensati dei tornei gio-vanili di pallavolo. A maggio èstata allestita metà della copertu-ra esterna della festa dell’oratoriopermettendo così a tutti quanti lo

desideravano di stare insiemea cena o anche solo per un panino o una bella chiacchierata.Terminati i tornei giovanili e i qua-drangolari è iniziato il torneo not-turno di calcio e poi quello di pal-lavolo. La partecipazione a questeserate è stata davvero numerosa,possiamo proprio dire che attra-

verso lo sport abbiamo trasfor-mato il nostro Oratorio in pale-stra di vita. Grazie a quanti hannopartecipato e in particolare a tuttii membri del Gruppo sportivoche, per più di un mese, hanno lavorato instancabilmente.Riportiamo il bilancio di questeserate.

DIARIO ORATORIO

GRUPPO SPORTIVO ORATORIO TAGLIUNO

Don Matteo Perini

In questi bilanci (Festa Oratorio, Tornei) non sono citate le spese di gestione ordinarie, come acqua, metano, corrente.

LL’’aannnnuunncciioo ddeell vvaannggeelloo,, ccoommppiittooddii sseemmpprree,, èè iill ttrraagguuaarrddoo cchhee ddeevveeccaarraatttteerriizzzzaarree llaa vviittaa ddeellllaa ccoommuu--nniittàà ppaarrrroocccchhiiaallee ee rrIInnnnoovvaarree iillssuuoo ssllaanncciioo mmiissssiioonnaarriioo nneell tteerrrrii--ttoorriioo..

IIll SSiinnooddoo Diocesano ha indicato lavocazione e missione della par-rocchia in un mondo che cambia.

L'annuncio del Vangelo, compitodi sempre, è il traguardo che deve

sostenere e caratterizzare l'interavita di comunione della comunitàparrocchiale e rinnovare il suoslancio missionario nel territorio.Consegnandoci il Libro delSinodo, il nostro Vescovo ci hainvitato ad accoglierlo come unostrumento prezioso per rinnova-re il volto delle nostre parrocchie.Nell'anno pastorale 2008-2009 ci

REDAZIONE

«FATE QUELLO CHE VI DIRÀ!» LA VERA VOCAZIONE DELLA PARROCCHIA

Tratto da “L’Angelo in Famiglia”

24 Indialogo n. 194

Mons.Arturo Bellini

REDAZIONE

In occasione della solennità della Madonna delle Vigne come ogni anno è stata allestita in sala parrocchialela tradizionale Pesca di beneficenza in favore del nostro oratorio.

IINNCCAASSSSOO PPEESSCCAA DDII BBEENNEEFFIICCIIEENNZZAA:: 77..006611,,0000 eeuurroo

Grazie a quanti hanno visitato la pesca di beneficenza contribuendo con generosità … un grazie specialeva a tutti le volontarie e i volontari che durante l’anno preparano i premi e si impegnano per il nostroOratorio.

AA TTUUTTTTII UUNN GGRRAAZZIIEE DDII CCUUOORREE,, DDOONN MMAATTTTEEOO

25Indialogo n. 194

REDAZIONE

invita a mettere al centro dell'at-tenzione la Famiglia in particolarela formazione dei giovani allafamiglia e le giovani coppie disposi. Il programma pastorale2008-2009 intende dare attuazio-ne puntuale e incisiva agliOrientamenti per la pastoraledella famiglia e al tempo stessoconsolidare le buone pratichepastorali avviate in questi anni.

OObbiieettttiivvoo ddeell pprrooggrraammmmaa ppaassttoo--rraallee L' obiettivo principale è di annun-ciare, celebrare, servire il vangelodel Matrimonio e della Famiglia inun mondo che cambia. Lo scopodel programma in sostanza è dipermettere ai cristiani di oggi, e inparticolare agli sposi, di cogliere ilvalore del matrimonio proprionei luoghi in cui esso si attua, con-vinti che vivendolo meglio eoffrendo una buona testimonian-za matrimoniale e familiare si edi-fica al tempo stesso la comunitàcristiana, in modo assai efficace. Sitratta dunque di aiutare i cristiania vivere il vangelo del matrimo-nio, edificando attorno a esso lacomunità cristiana.

LL’’iiccoonnaa bbiibbbblliiccaa ddeellllee nnoozzzzee ddiiCCaannaa ccii ssppiieeggaa cchhee GGeessùù vvuuoolleeccoonndduurrccii iinn uunn lluuooggoo ddoovvee ssii ffaaffeessttaa,, ddoovvee cc’’ee’’ vviinnoo nnuuoovvoo iinnssoovvrraabbbboonnddaannzzaa..

LL’’iiccoonnaa ddii rriiffeerriimmeennttoo L’icona biblica delle nozze diCana, nella cui luce possiamo deli-neare la figura ecclesiale dell'ope-ratore pastorale a servizio deglisposi, ci conduce attraverso il per-

corso di accompagnamento aripetere l'esperienza dei discepolie consente anche a noi di assiste-re alla manifestazione della gloria(2,11) di Gesù, nella forma delladedizione d'amore che troverà ilsuo compimento nella Pasqua diresurrezione (cfr. il precetto dellalavanda dei piedi 13,1-20).Il racconto della vocazione deiprimi discepoli nei giorni che pre-cedono le nozze di Cana creainfatti attesa: dove è diretto ilcammino iniziato dai discepoli?Dove li porta Gesù, verso qualeesito? Ecco allora la scena dell'ul-

timo giorno, la scena delle nozzedi Cana, che proprio perciò evi-dentemente non può essere lettasoltanto come la narrazione di unmiracolo particolarmente gran-dioso.Questa scena finale, dopo l'attesadegli altri giorni, viene a spiegaredove ci porta il Signore: Egli ciconduce in un luogo dove si fafesta. dove c' è abbondanza, dovec'è il vino, dove c'è un banchettodi nozze.Dunque i sei giorni terminanocon questa descrizione della festaa cui Dio invita l'umanità, dellafesta in cui Gesù Cristo sposoinvita coloro che lo seguono,coloro che si fanno suoi discepo-li. È questa la festa a cui è garanti-

to il vino nuovo in sovrabbondan-za.QQuuaallii ggllii aammbbiittii ddaa vveerriiffiiccaarree Sono quattro gli ambiti che devo-no stare al centro dell'attenzionedella parrocchia quest'anno:• L'educazione dell'amoreumano e l'annuncio della buonanotizia del matrimonio;• Il tempo della preparazione almatrimonio (gli itinerari di fedeper i fidanzati);• La celebrazione delle nozze;• La cura e l'accompagnamentopastorale delle giovani coppie.In ognuno di questi ambiti moltosi è fatto in questi anni: ora ètempo di confrontare i percorsi,le difficoltà, i successi. ..i modi concui vengono effettuati, per discer-nere e prospettare una prassipastorale ancora più fruttuosa eincisiva, più attenta alle trasforma-zioni del costume e alle corri-spondenti esigenze di formazionedella coscienza cristiana perquanti sono chiamati al matrimo-nio. Il confronto pastorale met-terà in luce anche nuove attenzio-ni da porre in atto, nuove risorseda ottimizzare, nuove collabora-zioni da attivare... .

SSiinnooddoo,, ccaammmmiinnaarree iinnssiieemmee IIll lliibbrroo ddeell SSiinnooddoo rreessttaa.. ppeerr ttuuttttiiiill ccoommuunnee ppuunnttoo ddii rriiffeerriimmeennttoo ddaaccoonnoosscceerree ee aassssiimmiillaarree nneell ssuuoo ssppiirriittoo ee nneelllleessuuee ccoonnccrreettee iinnddiiccaazziioonnii ppaassttoorraallii.. PPeerr ffaavvoorriirrnnee ll''aaccccoogglliieennzzaa ee ll''aatt--ttuuaazziioonnee èè iinnddiissppeennssaabbiillee mmaannttee--nneerree vviivvaa ll''eessppeerriieennzzaa ssppiirriittuuaalleeddeell SSiinnooddoo ee lloo ssttiillee ddeell ""ccaammmmii--nnaarree iinnssiieemmee"",, ffaavvoorreennddoo llaaccoommuunniioonnee ee llaa ccoorrrreessppoonnssaabbiilliittàà..

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CRONACHEDALLA SCUOLA DELL’INFANZIA

Indialogo n. 194

La scuola dell’infanzia diTagliuno si è ormai rimessa inmoto ed ha assorbito senzatraumi il passaggio di gestionedall’istituto delle suore alla

parrocchia grazie alla collabo-razione attiva di tutti.

RRAAPPPPRREESSEENNTTAANNTTII DDEEIIGGEENNIITTOORRII

Nella prima riunione dei geni-tori sono stati eletti i rappre-sentanti dei genitori nel comi-tato scuola famiglia.

SCOIATTOLI: Matteo Carrara;Barbara Ber tazzoliCOCCINELLE: Sara Radici,Andrea BronzieriFARFALLE: Chiara Salomoni ,Sergio LochisCIGNI: Issia Galezzi, FabioGattiCONIGLIETTI: Carla Ber toli,Omar Viscardi

Preghiamo vivamente i genitoridi rivolgersi a loro per sotto-porre eventuali problemiriscontrati per poterne discu-terne nei luoghi più oppor tuni.

Il Comitato scuola famiglia èinoltre composto da tutte leinsegnanti, da Annarella (rap-presentante del corpo nondocente) e dal professorFranco Gazzola in qualità dicoordinatore.

I genitori poi hanno ancheeletto la rappresentante deiGenitori per il Comitato diGestione, la signora AnnamariaBelotti.Il comitato di gestione è pre-sieduto da Don Pietro in qua-lità di presidente della Scuola,dal signor Giulio Marchetti in

SCUOLA DELL’INFANZIA

Issia Galezzi

qualità di rappresentante delconsiglio parrocchiale per gliaffar i economici, da SergioLochis in rappresentanza delConsiglio PastoraleParrocchiale, la dalla signoraClementina Belotti in rappre-sentanza dell’AmministrazioneComunale e dalla signoraMariateresa Belotti rappresen-tante dei genitori.

FFEESSTTEE DDII NNAATTAALLEE Il periodo Natalizio è unmomento for te nelle attivitàdella scuola.Il magico giorno della festa diSanta Lucia è preparato concura per far vivere con serenitàai bambini questo momentotanto emozionante per loro.

Lo spettacolo di Natale è uncatalizzatore di r isorse edenergie. Insegnanti e bambiniche devono preparare lo spet-tacolo, oltre alle altre attività.Le mamme, come tutti gli anni,si sono rese disponibili per l’al-lestimento della bancarella eper la vendita dei libri. Il comi-tato dei genitori ha il compitodi organizzare la lotteria, cer-cando presso i commercianti,sempre ben disponibili, i regaliper la sottoscrizione dei premi.I genitori sono impegnati adallestire la scenografia dellospettacolo.

Quest’anno c’è da segnalarel’ottimo lavoro svolto dai papàche hanno terminato la sceno-grafia ben tre settimane in anti-cipo grazie ad una numerosa ecostante presenza.

Ciò è di buon auspicio per iprossimi appuntamenti maanche per il buon clima di col-laborazione creatosi.Un grazie a tutte le ditte e per-sone che hanno contribuitocon il materiale . Un graziegrande come una casa a SergioRuggeri senza il quale la sceno-grafia non sarebbe stata cosìbella.

RRAACCCCOOLLTTAA FFIIRRMMEESabato 29 e domenica 30novembre, su sollecitazionedella Associazione ScuoleMaterne, in sala parrocchialesono state raccolte le firme deigenitori dei bambini affinché ilgoverno non proceda nei suiintenti di tagliare i contributialle scuole paritarie. Le firmeraccolte sono state circa120/130. Potevano essere dipiù… sarà per la prossima.

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SCUOLA DELL’INFANZIA

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UNA NOTTE IN CAMPEGGIO

Indialogo n. 194

Sabato 6 settembre in concomitan-za con la festa dell’oratorio si è svol-ta anche l’iniziativa organizzata dal-l’associazione “Casa del Sole” deno-minata UNA NOTTE IN CAM-PEGGIO rivolta a persone con disa-bilità dell’ambito di Grumello delMonte.Al montaggio dell’accampamento,all’interno del campo sportivo del-l’oratorio ha provveduto con l’effi-cienza che da sempre li contraddi-stingue il gruppo della protezionecivile di Castelli Calepio al quale si èaggiunto anche un equipaggio dellaCroce Rossa di Grumello che si èpoi trattenuto anche nella nottepronto a intervenire in caso di biso-gno.Alle ore 18 ,armati di sacco a pelo ecuscino sono arrivati alla spicciolataprovenienti da Palosco, Grumello,Telgate e Castelli Calepio i 15 ragaz-zi che avevano aderito all’iniziativa.Una volta sistemati nelle tende si èsvolta la cena approfittando dell’otti-mo servizio cucina dell’oratorio,dopo di che è iniziata la festa conmusica e animazione ad opera deivolontari e degli adolescenti dell’ora-torio che con grande maestriahanno saputo animare la seratacoinvolgendo i ragazzi che al termi-ne ho visto veramente felici e sod-disfatti.La notte è trascorsa tranquilla grazieanche alle splendide condizionimeteorologiche che hanno accom-pagnato l’evento e la festa è prose-guita il giorno dopo domenica 7 set-tembre con la ormai tradizionale“Aldilà di ogni barriera” ,organizzata

dalla Protezione Civile di CastelliCalepio che ogni anno raduna peruna giornata conviviale i disabili didiverse associazioni della bergama-sca con una partecipazione chequest’anno era di circa 250 unità.La domenica si è aperta con laS.Messa, celebrata con sapienza da

Don Matteo, che ha saputo trovarecome sempre le giuste parole perl’occasione. Nel proseguio la bandaha intrattenuto presso l’oratorio gliinvitati in attesa dell’ora di pranzo.Ilpomeriggio è stato allietato conmusica e canti da un gruppo di

ragazzi di Castelli Calepio mentreuna truccatrice invitata dal Don hadato colore alla festa dipingendo lefacce di grandi e piccini.In questo clima di goliardia si è giun-ti al momento della merenda dovesono state tagliate le torte prepara-te dalle solite mamme che non cideludono mai, dopo di che tutti acasa con un arrivederci alla prossi-ma.Anche se la cronaca è un po’ scarnaposso assicurarvi che dal punto divista dei contenuti sociali questoweek-end è stato molto ricco.Oltre a coloro che hanno contribui-to alla realizzazione dell’iniziativavoglio ringraziare tutta la popolazio-ne intervenuta perché si avvicinacon interesse al mondo della disabi-lità e noto con piacere che lo fa conun giusto approccio, non spinta dalpietismo,ma dalla voglia di favorire almeglio delle proprie possibilità l’inse-rimento dei disabili nella vita quoti-diana.Un esempio di quanto sopra è rap-presentato dall’appuntamento delgiovedì sera in oratorio, dove iragazzi si ritrovano con un gruppo dipersone che diventano di volta involta sempre più numerose a testi-monianza del fatto che la voglia diaiutare chi è più sfortunato di noi ègrande.Mi piace pensare che questo sia solol’inizio e che altri si propongano connuove iniziative atte a favorire l’inse-rimento sociale dei disabili,perché laloro esigenza primaria è stare inmezzo alla gente, sentirsi partecipi enon esclusi.

GRUPPI ASSOCIAZIONI CASA DEL SOLE

Enrico Baiguini

Colgo l' occasione per informare ilettori di "Indialogo" sull' operatodella sezione A.V.I.S. (AssociazioneVolontari Italiana Sangue) diCastelli Calepio.La nostra sezione si è costituitanel 1966 per iniziativa del dott.Augusto Schivardi e, da allora, sioccupa della raccolta volontariadel sangue grazie a tutti quegli avi-sini di Castelli Calepio che, in que-sti 42 anni di attività, hanno credu-to nei valori della solidarietà,dellagratuità, dell'altruismo che sonoalla base della nostra associazione.L' A.V.I.S. di Castelli Calepio contaattualmente circa 200 donatoriattivi, di cui 50 residenti fuori del-l'ambito comunale e con una pic-cola presenza di donatori extracomunitari.La raccolta del sangue viene effet-tuata trimestralmente presso l'ospedale di Sarnico, in locali ido-nei e sicuri, messi a disposizionedell' A.V.I.S. Provinciale e che aturno vengono utilizzati dalleA.V.I.S. del Basso Sebino.Raccogliamo in un anno circa 400sacche di sangue e plasma, dati,questi, molto importanti e signifi-cativi, se confrontati con quellinazionali: tant'è che l'eccedenzadel sangue raccolto in provincia diBergamo viene destinato all’ospe-dale San Raffaele di Milano e alGaslini di Genova. Ciò a dimostra-zione del fatto che, nella terrabergamasca, il senso civico dellasolidarietà è ben radicato.In campo sanitario organizziamoper la popolazione del territoriola prova del diabete, del coleste-

rolo e della pressione sanguigna.Anche questi sono appuntamentimolto sentiti dalla popolazione,visto che nel corso dell'ultimamanifestazione abbiamo effettua-to ben 470 prove.

Altro evento a cui contribuiamovolentieri è quello del carnevale:da anni lo rendiamo più dolcedistribuendo le frittelle al"Carneval de Tau" .A Settembre abbiamo partecipa-to, per la prima volta, con unnostro stand alla festadell'Oratorio. E' stata un'occasio-ne che ci ha consentito di farciconoscere meglio e che ha dato isuoi buoni frutti: ben 14 nuove"leve" hanno dato la loro adesioneed hanno iniziato questa nuova

esperienza . A loro auguro di con-tinuare, convinti, per questa stra-da: perchè ogni volta che effettue-ranno la donazione si sentirannofelici di farlo, di donare una picco-la parte di loro stessi ad altre per-sone, che ne avranno bisogno pervivere.Vorrei ora gettare uno sguardosul futuro della nostra associazio-ne. E' noto a tutti che la richiestadi sangue e derivati è in continuoaumento ma, a livello nazionale,essa non è coperta da un numerosufficiente di donatori. D'altrocanto, le regole per poter donaresono sempre più selettive e i con-trolli sanitari sui donatori sonosempre più incisivi: ciò è impostoproprio allo scopo di garantire unsangue sicuro e di altissima qualità,senza alcun rischio per il ricevente.La mia impressione è che l' A.V.I.S.di Castelli Calepio - per fortuna -vada in controtendenza, ma que-sto non ci autorizza a rimanerefermi a guardare.Sento quindi il dovere di rivolgereun appello a tutti i giovani (emeno giovani) di Castelli Calepioaffinché si iscrivano all'A.V.I.S. pertestimoniare un impegno civile esociale. Perché "un piccolo gestopuò salvare una vita" : questo èinfatti il nostro motto. A tale pro-posito, invito chiunque sia interes-sato a recarsi presso l'Ospedale diSarnico il 28 Dicembre 2008 ovesi terrà la prossima donazione.Auguro a tutti un Natale sereno eun felice anno nuovo.

Il Presidente Seghezzi Renato

29Indialogo n. 194

GRUPPI ASSOCIAZIONI AVIS

UN PICCOLO GESTOPUÒ SALVARE LA VITA Renato Seghezzi

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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IN RICORDO DI CLAUDIA BELOMETTI

Indialogo n. 194

Davanti ad un foglio bianco,raccontare di una persona chenon c’è più può essere moltocomplicato, anche quando la siè conosciuta bene. Cosa scri-vere, cosa ricordare? Sfiorareil privato o restare più corret-tamente nell’ambito pubblico?Par lando di Claudia questiproblemi non si pongono, per-ché basta semplicemente con-centrare il r icordo di lei sudue qualità, autentiche (e chil’ha conosciuta bene sa chevalore dare a questa autenti-cità) e di tutta evidenza.Venivano fuor i automatica-mente quando la guardavi, laascoltavi, che tu fossi un bam-bino delle elementar i , unamico, un conoscente, un pas-sante, un collega di lavoro, uncompagno di viaggio… ederano umiltà e disponibilità. Senon si è ipocriti, sappiamobene che attribuir le entrambee nella giusta misura a quanticonosciamo non è semplice,forse è addirittura molto com-plicato. Lei le aveva tutte dueed in somma misura e ti offr i-va entrambe come un donoprezioso, confezionandotelocon il più sincero dei sorrisi.Restia a farsi notare, timorosadi dare fastidio, Claudia dava il

meglio di sé quando le si chie-deva un piacere, un favore,una collaborazione, un aiuto,sovente senza chieder ti nientein cambio. Sono cer tissimoche non vi sia tra chi l’haconosciuta qualcuno che abbiadovuto faticare ad ottenereun suo SI per qualsiasi cosa lefosse r ichiesto: nel mondo

della scuola, nelle iniziativeculturali , benefiche , parroc-chiali o più generalmente nelrappor to con gli altr i Claudiaera di una generosità sconfina-ta che, per amore di verità,non sempre veniva poi ripaga-ta con atteggiamenti analoghi.Anche quando subiva un tor too doveva soppor tare una pic-

Bruno Pezzotta

cola sconfitta personale, unadelusione od altro, sapevatrarre motivo di giustificazionenel compor tamento degli altr i.E questo è tipico dei buoniautentici, dei cuori semplici edelle persone che , osandodire una parola troppo impor-tante, sono i santi dei nostritempi.La scelta di essere presente inpunta di piedi in qualsiasi cosala vedesse coinvolta la rende-va vulnerabile, ma rappresen-tava il suo tratto più for te,una for tezza che esplodevaquando aveva a che fare con ibambini, e sappiamo benecome Claudia sia stata un veropunto di riferimento nel gesti-re bambini problematici .Riversava su di loro la suaattenzione, il suo amore, il suoimpegno di educatr ice . Edanche in questa prova, cer tonon facile , facendo sentiretutto il suo impegno, che erafrutto del considerare il suolavoro come una missione.Veder la dipingere, tratteggiareun soggetto, usare i colori, erauna gioia per gli occhi, unasoddisfazione tutta par ticola-re, frutto di un dono innatoche ha distr ibuito a pienemani. Non ne ha fatto un qual-

cosa di personale e che maga-ri avrebbe potuto essere lastrada della sua vita (quantevolte le è stato detto che eraun’ARTISTA creandole grandeimbarazzo) ma ha regalato lasua ar te a quanti ha potuto,presentandosi anche in questocaso con quel tratto di dispo-nibilità che era la sua migliorequalità.Avremmo voluto che la suavita fosse stata meno acciden-tata, che la vita le avesse sorri-so almeno quasi quanto leiaveva sorr iso agli altr i , maquello che Dio le ha larga-mente elargito in bontà, coe-renza, bravura, attenzione aglialtri, sembra quasi che se losia r ipreso mettendola allaprova con una malattia dura eche alla fine l’ha vinta, provan-dola nel fisico e forse solo inultimo nello spirito.Si legge tante volte negliannunci funebri che vivere nelcuore di chi rimane non èmorire e che quando la mor teraggiunge qualcuno che amia-mo si deve necessariamentemantenersi ancorati ai r icordi.Di ricordi Claudia ne lasciamolti e non nel solo ambitopr ivato, molti anche nellacomunità e proprio per que-

sto mi permetto un auspicio:che chi può ne tenga vivo atitolo pubblico la memoriacon iniziative, menzioni, intito-lazioni, che si trovi il modo didare un giusto posto allamemoria di una persona sem-plice, che ha fatto del bene, hadistr ibuito serenità, cultura,educazione, gentilezza presen-tandosi in mezzo agli altri conquesti doni e sempre condiscrezione. La stessa discre-zione con cui ci ha lasciato.

31Indialogo n. 194

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

RUBRICHE

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I SETTE SEGNI OFFERTIIN DONO AD OGNI UOMO

Dalla Pasqua del Signore scaturiscono i sacramenti: segni efficaci della nostra salvezza.

Indialogo n. 194

Gesù e gli apostoli, per comunica-re alle persone un dono di Dio,usavano dei segni. Per il dono dellaseconda nascita usavano il segnodell'acqua. Per il dono del corpo edel sangue di Gesù, Gesù stesso(e poi gli apostoli) usò il pane e ilvino della cena. Per il dono delloSpirito Santo, il dono dell'autorità-servizio nella comunità cristiana, ildono del perdono di Dio, usavanol'imposizione delle mani.La Chiesa ( = la comunità cristia-na composta dagli apostoli, daipresbiteri, dai diaconi e dai fedeli)chiamò tutti questi segni con unaparola sola: sacramenti. La parola«sacramento» traduce la parolagreca mystérion. e significa «segnosacro».

Che cos'è un sacramento? Il Catechismo della Chiesa cattoli-ca risponde: «I sacramenti sonosegni efficaci della grazia, istituiti daCristo e affidati alla Chiesa, attra-verso i quali ci viene elargita la vitadivina. I riti visibili con i quali isacramenti sono celebrati signifi-cano e realizzano le grazie propriedi ciascun sacramento. Essi porta-no frutto in coloro che li ricevonocon le disposizioni richieste» (n.1131). Lo stesso Catechismo spie-ga perchè sono segni efficaci:«Sono efficaci perchè in essi agi-

sce Cristo stesso: è Lui che battez-za, è Lui che opera nei suoi sacra-menti per comunicare la graziache il sacramento significa» (n.1127). Il grande sacramento cheinclude tutti i sette sacramenti èquindi Gesù stesso: «Cristo stessoè il mistero della salvezza. L'operasalvifica della sua umanità santa esantificatrice è il sacramento dellasalvezza, che si manifesta e agiscenei sacramenti della Chiesa. I settesacramenti sono i segni e gli stru-menti mediante i quali lo SpiritoSanto diffonde la grazia di Cristo,che è il capo nella Chiesa, che è ilsuo corpo» (n. 774).I sacramenti dei cristiani sonoquindi una realtà molto diversadai riti magici, gesti con cui si pre-tende di scoprire forze occultenella natura e di sottometterle alproprio potere, allo scopo didominare in modo diretto eimmediato il mondo fisico e spiri-tuale.La Chiesa ha sempre avuto la cer-tezza che è stato Gesù a darle isette sacramenti, sette segni sacricon cui essa trasmette ai singolicristiani i doni di Dio. I sette sacra-menti, che la Chiesa custodiscefedelmente, sono:il battesimo: con l'acqua comunicail dono di nascere una secondavolta come figli di Dio;

la confermazione o cresima: conl'imposizione delle mani e l'unzio-ne dell'olio consacrato trasmetteil dono dello Spirito Santo, dellaforza di Dio che trasforma i cri-stiani-bambini in cristiani-adulti;l'eucaristia: è il sacramento piùimportante e prezioso. Con ilpane e il vino della Cena offre ilcorpo e il sangue di Gesù sacrifi-cato per tutti;la penitenza: con l'imposizionedelle mani e le parole «io ti assol-vo» trasmette il perdono di Dio;l'unzione degli infermi: con l'unzio-ne dell'olio consacrato comunicaal malato il dono della presenza edella forza di Dio, per sopportarele sofferenze insieme con Gesù, e,se è volontà di Dio, per guarire;l'ordine: con l'imposizione dellemani trasmette il dono dell'auto-rità-servizio nella Chiesa: comevescovi (successori degli apostoli),presbiteri (aiutanti del vescovo) ediaconi (servi della comunità cri-stiana);il matrimonio: con l’accettazionevicendevole manifestata daglisposi, comunica il dono di forma-re una famiglia cristiana, cioè unacomunità di vita e di amore fonda-ta su Dio.

I sacramenti hanno lo scopo disantificare gli uomini... Sono chia-

La Chiesa oggiCondividiamo con i lettori, da questo numero e per i prossimi cinque, degli spunti di riflessione del Cardinal Carlo Maria Martini suisacramenti tratti da VITA DI COMUNITA’. La redazione

mati «sacramenti della fede» nonsolo perchè suppongono la fede,ma perchè la nutrono, la rafforza-no, la esprimono con le parole econ gli elementi del rito. I sacra-menti danno la grazia. la celebra-

zione dispone i fedeli a riceverequesta grazia con frutto, a onora-re e a vivere la carità.È molto importante quindi che ifedeli si accostino con grandeamore ai sacramenti che nutrono

la vita cristiana, e comprendanocon facilità i «segni» dei sacra-menti.(Concilio Vaticano II, La SacraLiturgia. n. 59)

33Indialogo n. 194

Quattro situazioni nelle quali sperimentiamo il Battesimo

RUBRICHE

IL BATTESIMO

Individuo, tra le altre, quattrosituazioni nelle quali facciamo opossiamo fare l'esperienza delBattesimo adesso e sperimentarela vita nuova che ne deriva.

1. Ogni volta che dico a Dio:“Padre”, che lo chiamo “Padre” -in concreto ogni volta che recito il"Padre nostro" -, e lo dico con il

cuore, con coscienza , sperimentoil mio Battesimo come esserefiglio amato dal Padre, sperimentoche Dio mi ama, mi chiama pernome, mi fa suo figlio con amoreinfinito.È questo il mio Battesimo: Dio chemi ha fatto suo figlio; mi ha fattoperchè io lo sia ora. Quando invo-co Dio come ”Padre” attualizzo,

professo, vivo il mio Battesimo.

2. Ogni volta che scelgo secondoGesù Cristo nelle realtà quotidia-ne, ogni volta che scelgo da cristia-no, è nella forza del mioBattesimo. Per esempio, voi avetescelto di partecipare al gruppo diascolto, di partecipare alla cate-chesi: questa è una scelta secondo

RUBRICHE

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Cristo, è una scelta conseguente alvostro Battesimo e avete potutofarla proprio perchè siete battez-zati.Quando, per portare un altroesempio, spengo la televisione odecido di cambiare canale perchèun certo programma non vabene, compio una scelta nellaforza e nella coerenza del mioBattesimo.Dunque, in ogni scelta etica,morale, libera, seria, secondoGesù Cristo, vivo e attualizzo ilmio Battesimo.3. Quando trovo la forza di sep-pellire il mio passato e di guarda-re avanti, lo posso fare solo radi-candomi nel mio Battesimo: èquesto Sacramento che mi dà laforza. E voglio citare un bel testodi Roger Schutz, fratel Roger, fon-datore della Comunità di Taize, unuomo che lascia trasparire dalleparole, dagli occhi, dalla preghierala vita nuova battesimale. Egli scri-ve: «Mi chiedi talvolta dove sia lasorgente, dove sia la gioia dellasperanza. Ti risponderò: tutto iltuo passato, perfino l'istante appe-na trascorso, è già sepolto, som-merso con Cristo nell'acqua deltuo Battesimo. Non volgere losguardo indietro; in ciò consisteuna parte della libertà del cristia-no, che è la libertà di correreavanti. Rinuncia a guardare indie-tro. Se la tua immaginazione tipresenta l'immagine distruttricedel passato, sappi che Dio non netiene più conto, e questo anzitut-to in grazia del Battesimo e poi ingrazia del sacramento dellaPenitenza, che rinnova in noi laprima grazia di purificazione» .Quindi, ogni volta che trovo la

forza di seppellire il mio passato edi guardare avanti, attualizzo il mioBattesimo.

4. Voglio esprimere una quartasituazione con le parole di Paolonella Prima Lettera ai Corinzi:'Siamo stati battezzati in un soloSpirito per formare un solocorpo' (12, 13). Quando viviamola comunione nella Chiesa, la soli-darietà con i fratelli battezzati,nella certezza che tale legame disolidarietà che ci fa fratelli e figli diDio è superiore a ogni legameeroico, civile, parentale, e che peresso siamo pronti anche a dare lavita come i martiri di ieri e di oggi,noi proclamiamo il Battesimo,confessiamo la sua forza aggregan-te, che fa di tutti i cristiani un solocorpo con Gesù.Esemplifico a livello semplice equotidiano. Quando incontronelle visite pastorali i membri diun Consiglio pastorale parrocchia-le e li vedo uniti, concordi, pronticiascuno a sacrificare qualcosa disé per il servizio degli altri e per ilbene comune della comunità,comprendo di trovarmi davanti aun effetto soprannaturale delBattesimo: il Battesimo ha fatto diquegli uomini e di quelle donne didiversa provenienza, origine,carattere, cultura, una sola fami-glia.Abbiamo cosi individuato quattrosituazioni in cui io vivo e sentooperante, qui e ora, il mioBattesimo, che non è quindi unricordo lontano, un certificatomorto, ma in verità è l'essereamato adesso dal Padre, l'esserefatto a immagine del suo FiglioGesù, l'essere capace di operare

scelte secondo il Vangelo, l'avereforza per seppellire il mio passatocolpevole e guardare avanti, il sen-tirmi membro vivo di una comu-nità per la quale mi sacrificovolentieri.Il Battesimo è vivente per me, sor-gente di vita per quest'oggi, perquesta sera, per domani e finoall'ora in cui mi incontrerò con te,Gesù, a cui il Battesimo mi ha resosimile facendomi una cosa solacon te, membro del tuo Corpo.

In conclusione desidero suggerirvidegli spunti pratici per la riflessio-ne, proponendovi alcune doman-de che partono direttamente daquanto ho cercato di spiegare.- Ricordo la data del Battesimo?La festeggio annualmente, almenonell'intimo del cuore? - Ricordo la data del Battesimodei miei figli? Certamente festeg-giano il loro compleanno, marichiamo loro la data delBattesimo? - Accetto volentieri di parteciparealla preparazione, anche se accu-rata e lunga, del Battesimo deimiei figli, dei miei nipoti, dei figli diamici? Accetto volentieri tali occa-sioni per rinnovare la gioia del mioBattesimo? Vivo nella parrocchiaquel momento di rinnovazionedella grazia del Battesimo che è laVeglia pasquale? - (Per i religiosi e le religiose).Sono consapevole che la mia con-sacrazione è germoglio nato sullaradice del Battesimo e che ognivolta che rinnovo i voti religiosiattualizzo il legame battesimaleche mi ha fatto una cosa sola conGesù?

Cardinale Carlo Maria Martini

RUBRICHE Renato Belotti e Francesca Camotti

Storie di casa nostraCommento ai numeri “ProEmigranti” del 3 ottobre –24 ottobre – 14 novembre –20 dicembre 1914

Scoppiato il conflitto austro-serbo, la tensione sale tra legrandi nazioni europee. LaGermania inizia ad ammassareforti contingenti di truppe allafrontiera dell’est. Purtroppo lapopolazione di Longwy (roc-cafor te francese al confinebelga-lussembrughese) inizia aserpeggiare un sentimento diostilità nei confronti dei tantilavoratori italiani presenti,temendo una nostra presa diposizione contro la Francia. DonCamillo Zorzoli, missionario del-l’opera di assistenza si prodi-gherà personalmente per il rien-tro dei nostri connazionali. Ilviaggio di ritorno, in treno ripor-terà a casa numerosi emigranti,tra i quali donne e bambini.Nonostante i diversi pericoli e lesituazioni di sfruttamento sonoin molti a partire, cercando disfuggire alla crescente disoccu-pazione.Siamo nel 1914 ma le questionisociali sono le stesse dellanostra attualità: una tra tutte, lascuola. I soliti problemi di com-petenza tra amministrazioneprovinciale e comunale. Ilsovraccarico lavorativo per gliinsegnanti a discapito di una

diminuzione delle ore di lezione,il rischio di eliminare la classequarta.La cronaca tagliunese: l’inaugura-zione del nuovo edificio scolasti-co è imminente, mentre il setifi-cio Cattaneo deve ridurre aquattro giorni lavorativi settima-nali.Fortunatamente la Giunta muni-cipale impiegherà un buonnumero di disoccupati per pre-parare ghiaia per le strade

comunali. Anche la cartiera, acausa dell’accumulo di produzio-ne in magazzino, deve sospende-re il lavoro che invece continuaal bottonificio Finazzi. Benchéprovvisoria, continua la classequarta elementare e i bambinipossono finalmente usufruiredelle nuove aule riscaldate.

Belotti Renatoe Camotti Francesca

35Indialogo n. 194

Riportiamo i testi originali

Tagliuno, 3 ottobre 1914A giorni potrà essere inauguratol’edificio scolastico, il quale, nellasua forma e nella sua decorazio-ne è riuscito uno dei più elegan-ti e grandiosi e molto onora chilo ideò, e chi lo eseguì.Passandovi innanzi non può tra-smettersi l’esclamazione: Ohicome è bello. E la sua bellezzatornerebbe ancor maggiore,quando edificio e piazzali sipotessero liberare dalla sgrade-vole vista delle confinanti cata-pecchie. L’attiva e benemeritaAmministrazione comunale nonvorrà certo venir meno a taleopera, destinata pure a crearepiù simmetrici confini alla nuovae meravigliosa località pubblica.Anche il Setificio Cattaneo hadovuto ridurre a soli quattrogiorni il lavoro settimanale.Quindi la disoccupazione anchein mezzo a noi diviene ognor piùimpressionante. Ad attenuarealquanto i dolorosi effetti compìlodevole opera la nostra Giuntamunicipale impiegando buonnumero di disoccupati nel pre-parar ghiaia per le strade comu-nali. Questo lavoro sperasi che isacrifici del Comune troverannoquella doverosa riconoscenza,per cui l’offer ta guadagno sem-pre e da tutti si devolva a scopoonesto, ed insegneranno a qual-cuno ad esser per l’avveniremeglio previdente.Oggi, circa le 13, nel sudetto

Setificio Cattaneo si sviluppò unincendio causato forse da qual-che favilla sfuggita alla macchina.Per pronto accorrere dellaDirezione e dell’altro personaledello stabilimento, dei vicini abi-tanti, non che dei pompieri, ilfuoco presto venne domatolimitandosi il danno alla distru-zione dell’essicatoio. Certo lesue conseguenze sarebberostate ben più disastrose, se l’in-cendio fosse scoppiato di notte.È mor ta la giovane LeoninaLecchi.Il mal di cuore continua ad afflig-gere il povero DomenicoCamotti. Non ho dirvi d’altriammalati. Si gode una salute fer-rea. E tale Dio voglia, sia la salu-te pure di tutti i nostri assentidalla parrocchia.

Tagliuno, 24 ottobre 1914SSoommmmaarriioo:: mmoorrttii -- aammmmaallaattii ––ooppiiffiiccii –– ffeessttaa –– rriittoorrnnoo –– bbeennee--ddiizziioonnee ssccoollaassttiiccaa..Alla seduta del 25 ottobre u.p.per la nomina dei due membridel consiglio Prov. Scol.Intervennero 12 dei nostri con-siglieri comunali, ed unanimivotarono per gli egregi avvocatiGiavassi e Perletti. Lode ad essiche altra volta si affermaronoveri rappresentanti di un popo-lo, che vuole a base cristiana lascuola dei suoi figli, come l’ebbea confermare quel dì stesso, conl’imponente suo intervento allasolenne rituale benedizione,

onde si inaugurava lo splendidoedificio scolastico su disegno delbenemerito Ns. Sindaco Ing. A.Cancelli il quale pure assieme alconsiglio comunale presenziavala sacra cerimonia.Il generoso concorso d’ottimepersone, tra cui i sigg. Padronidel Bottonificio e Cartiera, purein quest’anno rende possibileper l’Asilo infantile la quotidianaminestra, che per altre sperateelargizioni potrà certo avere unadurata più lunga del solito.A Bergamo è morto per paralisicardiaca il sig. DefendenteMalighetti cassiere della DittaNe; la sua salma venne traspor-tata al nostro cimitero e tumula-ta nella cappella del fratelloFrancesco.Il giorno dopo dei morti fu col-pito d’apoplessia Pietro Caldara(Camòs) di anni 62, e spirava il 6c. m. senza aver potuto recupe-rare la coscienza e la parola.La scorsa settimana ad Edolol’alpino Angelo Pezzotta (Foscadella Badia) in una esercitazionemilitare saltando un muro s’in-franse la spina dorsale, e il gior-no dopo cessava di vivere,: ilpadre accorso non potè cheversare lacrime sul cadavere delpovero figlio.Il commesso daziario LuigiPagani (Gige)da qualche tempomalandato in salute ha dovutoricorrere alla cura dell’ospitale diBergamo, dove ancora rimane ilfabbroferraio Marenzi, ch’ebbe asubire l’amputazione dell’estre-

RUBRICHE

36 Indialogo n. 194

mità delle dita della mano sini-stra, teme che il suo male quinon si arresti.Finalmente anche gli alunni dellenostre scuole possono ognigiorno intervenire alla S. Messa.Tale pratica gioverà certo unpoco pure alla scuola medesima,mentre, accogliendo gli alunnitutti uniti, la si potrà iniziare piùregolarmente e senza indugio.Si è ripreso alla car tiera l’ordina-rio lavoro, che al Bottonificio siprotrae anche di notte, nono-stante si parli tanto pure di crisibottoniera.Ieri intrapresero il servizio mili-tare i nostri giovani di secondacategoria della classe 1894, qualisono: Donati L. di Giacomo,Manenti L. (Simonel) e MarenziL. (Bongi); e a giorni si attende il

ritorno dei richiamati della clas-se 1890.Sabato scorso alcuni dei nostriemigranti erano ripartiti per laSvizzera; ma giunti a Bergamo,non potendo avere regolarepassaporto, dovettero retroce-dere. Speriamo che trovino inpatria il lavoro negato altrove.

Tagliuno, 20 dicembre 1914Anche quest’anno continua,benché provvisoria, la classe 4.aelementare che per l’iniziatepratiche presso le superioriautorità, non si dubita diverràpresto stabile. I nostri scolari sitrovano a meraviglia nelle splen-dide nuove aule riscaldate dapotenti caloriferi, anche questopossa contribuire ad un maggio-re incremento educativo. I bam-

bini frequentanti l’asilo sono180; la minestra distribuita gior-nalmente, compresa quella aipoveri vecchi, supera le trebrentine. C’è quindi bisogno chela carità continui il suo obolo,mentre la minestra si da gratis aivecchi e bambini poveri, e aglialtri, per una palanca, che a cer-tuni sembra troppo, e preferi-scono tenere a casa i propribambini. Si vede che costorohanno il privilegio di poterlinutrire di sola acqua ed aria.Cominciano ad impensierirsi lenostre buone massaie per l’au-dace frequenza, onde si svaligia-no pollai, al Sig. Fattore di CasaBelli in un colpo solo furonorubate ben venti grosse galline.Ai ladri, per svignarsela più lestinelle loro imprese abbisognava

RUBRICHE

37Indialogo n. 194

RUBRICHE

38 Indialogo n. 194

una bicicletta; e la favorita dal-l’unghie ladresche fu quelladell’elettr icista Pietro Rossi,che una sera l’aveva dispostasotto l’atrio della propria abi-tazione, né più potè avernetraccia. La condotta poco cor-retta di qualche operaio haobbligato i Sigg. FinazziPadroni del locale Bottonificioall’abolizione del lavoro not-turno. Rincresce che taleprovvedimento abbia a dan-neggiare pure degli innocenti;e sperasi che esso possaimpedirne altri, che potrebbe-ro forse tornare più increscio-si e dannosi.I l 21-22 c . m. alla Cor ted’Assise vi sarà il processo acarico del giovane MassimoBezzi di qui, imputato d’omici-dio. Gli auguriamo che trovi lagiustizia meritamente benigna.Dei nostri 33 coscritti dellaclasse 1895 sono rimasti 21 di1 a cat.; 7 si 2 a cat.; 1 rivi-dibile, 4 riformati.È mor to per pleuro – bronchi-te Pietro Pedrini d’anni 51Filusèt; ebbe tutti i confor tireligiosi, ed al funerale inter-vennero pure i suoi compagnidi lavoro nel Cotonificio diCapriolo.Dei due ammalati all’ospedaledi Bergamo il Marenzi pocomigliorò, il Pagani peggiorò.Stamattina r icevette i l SS,Viatico la madre dei fratelliDellagiovanna muratori. Nonv’è altro ammalato grave.

La Nobildonna Giulia Colleoniha ceduto gratuitamente alnostro Comune il terrenooccorrente al necessario allar-gamento della strada S. Rocco.Al novello atto generoso dallamagnifica Signora compitoanche per dar lavoro a tantidisoccupati, Tagliuno applaudericonoscente.I nostr i abbonati al <<ProEmigranti>> r ingraziano diCuore l’ottima persona, cheeseguì con tanta premura ilgratuito incarico della distri-buzione del giornaletto, e lapregano a voler lo continuarepure nel prossimo anno.compito anche per dar lavoroa tanti disoccupati, Tagliunoapplaude riconoscente.I nostri abbonati al <<ProEmigranti>> r ingraziano diCuore l’ottima persona, cheeseguì con tanta premura ilgratuito incarico della distri-buzione del giornaletto, e lapregano a voler lo continuarepure nel prossimo anno.

NNEELL MMOONNDDOO DDEELLLLEE SSCCUUOOLLEEDacchè nelle nostre scuoleelementari, incominciarono lelezioni, insegnanti venuti dalMeridionale, è succeduta unavera baraonda: i maestri noncomprendono gli scolari, gliscolar i non comprendono imaestri: questi gridano e quel-l i r idono… e i genitor i silamentano…; è succeduto inuna scuola che uno scolaro, ad

una cer ta domanda del mae-stro non compresa da nessu-no, si voltò ai compagni egrido: l’è matt, l’è matt. Perovviare a tali inconvenienti, èvenuto in mente di pubblicareil seguenteAVVISO:E’ aper to il concorso, a tuttodicembre, a posto di interpre-te in varie scuole elementaridella provincia. I concorrentidovranno presentare anchel’attestato di sapere la linguabergamasca, veneta, romana,napoletana, siciliana, araba, eanche l’italiana. Gli stipendi siconcreteranno tra concorrentie comuni.

BBUUOONNUUMMOORREEIn tribunale:Accusato, alzatevi e declinatele vostre qualità.Gerundio Mancini –TrovatoreTrovatore?Sì, signor presidente. Trovosempre degli oggetti nelletasche degli altri, trovo qual-che volta le guardie che miarrestano, e trovo semprevitto ed alloggio gratis allecarceri.

39Indialogo n. 194

RUBRICHE Marina Fratus

“La notte in cui è arrivato l’angelo èsuccesso qualcosa che nessuno siaspettava”. Edward raccontò loro lastoria in ogni dettaglio:il sonnoprofondo, il bagliore della luce dellecandele… “ E così il Signore hadistolto il nostro sguardo dalle can-dele e lo ha riportato su di sé. E’ lui,la Luce di Natale”.

Un racconto d’altri tempi ambien-tato in un povero villaggio dellacampagna inglese, dove non accademai nulla di straordinario. Trannequel giorno di Natale del 1646.Quando un misterioso personag-

gio, forse un angelo, improvvisa-mente appare nell’umile bottega diun candelaio: il sacro e l’umano siscontrano e si fondono in una sto-ria che solo Dio avrebbe potutocreare.”La Luce di Natale”, regala al letto-re un luminoso messaggio senzatempo, una storia magica che scal-da il cuore e ricorda quanto sia sor-prendente e abbondante l’amoredel Padre.

Il protagonista di questa commo-vente e avvincente storia èEdward, un coniglio di porcellanamolto grazioso ed anche moltoamato dalla sua piccola proprieta-ria, Abilene. Artefice di questoregalo è la nonna, Pellegrina, chetuttavia non ne rimarrà soddisfat-ta poiché avverte che il coniglio,consapevole e troppo preso dallapropria bellezza, non sa perché ocome corrispondere l'amore diAbilene.Accade tuttavia un avvenimentoche stravolgerà la vita del graziosoconiglio: una caduta imprevista inmare farà sì che Edward resti soloe sperduto nel fondo dell'oceanoper molti anni.Da questo momento inizia per luiuna lunga avventura.Nel suo viaggio Edward, affrontan-do delle situazioni di pericolo, avrà

spesso paura e ripenserà, connostalgia ed affetto, a tutte quellepersone conosciute e lasciatelungo la sua strada. Piano pianoquesti sentimenti saranno semprepiù forti, tanto da produrre in luiun vero e proprio cambiamento,un miracolo: perfino un cuorefreddo e fragile come il suo puòimparare ad amare, a soffrire, e,con un finale sorprendente ecommovente, ad amare di nuovo.

Il libro è stato insignito del BostonGlobe Horn Book Award, uno deipiù autorevoli riconoscimenti nelpanorama statunitense ed è statoinserito nel White Ravens 2007,una selezione dei 250 migliori libri

del mondo per il 2008.

Angolo libriPer grandi… LA LUCE DI NATALE

Max Lucado - Ed. Sanpaolo

…e piccini LO STRAORDINARIO VIAGGIODI EDWARD TULANE

Kate DiCamillo Ed. San Paolo - Ed. Giunti

40 Indialogo n. 194

Classifica libri

RUBRICHE

‘N DialetRUBRICHE Ezio Marini

1

2

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5

€ 17,50

€ 19,90

€ 17,80

€ 18,50

€ 22,00

TwilightStephenie Meyer - FAZI

Breaking dawnStephenie Meyer - FAZI

EclipseStephenie Meyer - FAZI

New moonStephenie Meyer - FAZI

Il gioco dell’angeloCarlos Ruiz Zafòn - MONDADORI

La solitudine dei numeri primiPaolo Giordano - MONDADORI

L’età del dubbioAndrea Camilleri - SELLERIO EDITORE

GomorraRoberto Saviano - MONDADORI

Venuto al mondoMargaret Mazzantini - MONDADORI

Nè qui nè altrove. Una notte a BariGianrico Caiorofiglio - LATERZA

€ 18,00

€ 13,00

€ 15,50

€ 20,00

€ 10,00

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8

9

10

Ricordiamocelo questo detto dei nostri nonni, quando percorriamo la strada tra Tagliuno eGrumello: loro la facevano a piedi, e, magari senza neppure disporre di due scarpe intere, la face-vano ‘con una scarpa e uno zoccolo’, che in dialetto si dice ‘höpèl’, un termine direttamente derivatodal latino ‘sub pedibus’, cioè ‘sotto i piedi’. Sembra che noi oggi ce la caviamo meglio di loro, ma guar-diamoci un po’ in giro: il viandante di un tempo respirava lungo un caratteristico rettilineo, che stac-cava i due paesi con distese di campi e li univa però all’orizzonte, dove i rispettivi campanili si avvi-stavano, e al confine tra i due comuni poteva magari sostare un momento per un saluto all’anticacroce (la medioevale ‘cruh’); l’automobilista di oggi, invece, la sosta la fa ripetutamente e miseramen-te, incolonnato e soffocato, senza più orizzonti né di campi né di campanili. L’armonioso rettilineosi è spezzato in una selva di rotonde e di cartelli, e la croce è stata sì lodevolmente restaurata, ma,lei che si ergeva libera per dare il segno di un confine, ora è confinata essa stessa, visto che, perpreservarla da impatti o forse meglio da preghiere, dal margine della strada l’hanno retrocessa inun angolo anonimo (chi di noi la nota mai, pur passandole a fianco?).Questo stravolto tratto di strada diventa dunque la metafora di un nuovo modo di procedere: condue scarpe e quattro ruote, ma senza più orizzonti, confini e campanili. A meno che la crisi econo-mica non ci riporti a tirar fuori un vecchio ‘höpèl’ e a dire una preghierina.

DE TAÜ A GRÖMÈLCON ‘D ÖNA HCARPA E Ö HÖPÈL

Zio BarbaSogno

Un sogno vero c’è. L’ho trovato,una sera, sulla carta geografica. Ciho passato sopra la mano e ne hoaccarezzato il nome. Non si can-cellava come quelli dell’alba, stavalì, piccolo, a pochi millimetri daglialtri nomi, che non erano sogni.Ho ripiegato facilmente la mappa,io che di solito non riesco mai arisistemarla in modo decente, el’ho infilata in tasca. Il giorno doposono partito.La macchina faticò molto a trapas-sare l’orrenda selva dei cartellonipubblicitari e l’abbraccio dell’arianera, tanto che, già lontana dall’ul-tima città, si guastò irrimediabil-mente. Nell’uscire dall’abitacolo, iltacco della mia scarpa destra, delcui graduale scollamento non miero mai accorto, restò sul tappeti-no. Raccolsi il tacco, sbattei la por-tiera e lo adagiai sul tettuccio.Abbandonai macchina e tacco,proseguendo il viaggio con passocauto, poiché il piede sinistro erada tempo dolorante.La rinuncia all’automobile avevaperò i suoi vantaggi. Invece cheaggirare la montagna tra rotatoriee tornanti, valicai dritto il confinetra la valle vecchia e la valle nuova– il passo si chiamava Valcava –perdendo di vista i paesi dell’unasenza avvistarne ancora nemme-no uno oltre i boschi dell’altra.Il sentiero per la prima e ultimavolta giunse ad un bivio. Il tempodi domandarmi quale via sceglieree di lanciare al silenzio una pre-

ghiera e un canto, e un viandanteaffiorò salendo da uno dei duesentieri: ‘Buongiorno!’, gli dissi congioia, ‘viene da Sogno?’.‘Buongiorno ! Sì, vengo da Sogno’,mi rispose guardandomi benenegli occhi. ‘Se lo ricorda ancora?’,gli chiesi sicuro che mi avrebbecapito. Quello sorrise e confermò:‘Sogno non si cancella mai! Scendagiù da questa parte, non può sba-gliare, se lo troverà sotto i piediall’improvviso, una mezz’oretta daqui!’.E dopo mezz’oretta, duecento

metri sotto la scarpa destra cheaveva perso il tacco e sotto ilpiede sinistro che aveva perso lasalute, ecco spuntare tra fittoverde il campanile del mio Sogno:il sentiero s’allargò, il paese si sco-prì: ‘Frazione Sogno, altitudinemetri 758’, si leggeva nell’unicocartello pubblicitario di quellaterra. Mi addentrai, incontrai unadonna che tornava dai campi; midisse che a Sogno ci stanno cen-tocinquanta anime e dunque cipoteva stare anche la mia: ‘Qui c’èanche il calzolaio’, aggiunse, ‘eanche il dottore, e anche il prete,è appena arrivato fresco fresco, gliabbiamo fatto festa stamattina!’.Mi fermai davanti alla porta dellachiesa, intitolata a San GiovanniBattista. Era il dieci agosto, giornodi San Lorenzo. Non c’erano piùstelle da aspettare, a Sogno.

RUBRICHE Ezio Marini

41Indialogo n. 194

42 Indialogo n. 194

LA BADANTEUno studio recentedell ’Univer sità Bocconi diMilano ha destato molta sor-presa: le badanti che operanoin Italia che sono dedicatesoprattutto alla cura deglianziani sono più numerose deidipendenti del Ser vizioSanitari Nazionale.Il crescente carico assistenzia-le dovuto a malattie cronichee demenze e l’inadeguatezzadei ser vizi socio-sanitar i arispondere a questa domandaha reso centrale il suppor todelle badanti . Nella nostrasocietà le badanti sono diven-tate una risorsa atta a colmareil vuoto istituzionale nell’assi-stenza ai malati cronici.Sono pressoché tutte donneprovenienti dai paesi dell’Est eda esper ienze più diver se ,spesso si trovano a brancolarenel buio.Sono quindi persone non pro-fessionalmente preparate ed èquesto il problema maggiore.Spesso il malato si trova adavere come inter locutorepr incipale nella cura di unanziano una badante la qualesi configura come presenzaassistenziale impor tante.Accade spesso che la famigliademandi alla badante la custo-dia quasi completa del pazien-te a causa, quasi sempre, dalfatto che hanno attività lavo-

rative che non permettonoloro di seguire il malato.

Si diceva prima del fatto chele badanti non sono profes-sionalmente preparate: tutta-via facendo loro da interfacciatra il malato e i suoi familiarida un lato e il medico dall’al-tro svolgono un ruolo moltoimpor tante ed hanno un cer tobisogno di informazione e diformazione sulle malattie chedevono curare.Vediamo ora di fornire alcuneindicazioni per sfruttare almeglio le occasioni fornitedalla presenza di queste per-sone affrontando anche situa-zioni complesse.

1) Spesso l’assistenza all’anzia-no non ha altri attori che ilmedico e la badante; occorrequindi che essa debba colla-borare con il malato perchéda questo lavoro comunedipende in buona par te lacondizione di salute dell’am-malato.

2) Il medico deve dare indica-zioni assistenziali terapeutichechiare , ver ificando se sonostate comprese, anche supe-rando barr iere l inguistiche .Spesso capita che la intromis-sione dei familiari non por tialcun aiuto concreto nella

assistenza quotidiana.

3) Occorre verificare se leindicazioni sono state messein pratica (pulizia del paziente, alimentazione, posi-zionamento a letto, sommini-strazione dei farmaci); finchèsi sarà creata fiducia reciproca,i l controllo è impor tanteanche per evitare soluzioni “faida te”. Occorre fornire stru-menti pratici, non eccessivateoria.

4) È impor tante sostenere labadante dal punto di vista psi-cologico cercando di mediarei conflitti con i familiari. Avolte basta una frase gentile ol’approvazione verbale diquanto fatto per il pazienteper creare un clima di collabo-razione , indispensabile allaqualità della cura e per evitarela rottura del rappor to con lafamiglia del paziente.

P.S.: Riguardo il termine dibadante non trovo paroladiversa ma non credo sianonominalismi politicamentecorretti quelli che determina-no il r ispetto che si ha o nonsi ha per la persona che svol-ge un’impor tante funzioneassistenziale.

RUBRICHE dott. Michele Gabrielli

I consigli del medico

43Indialogo n. 194

La Giunta Regionale ha approva-to, nella seduta del 11 luglio 2008la D.G.R. n. 7635, che stabilisce iprovvedimenti per ridurre leemissioni in atmosfera e migliora-re la qualità dell'aria ai fini dellaprotezione della salute e dell'am-biente

In particolare i provvedimenti siapplicano alla Zona A1 del terri-torio regionale (d.G.R.n. 5290/07)per il periodo 15 ottobre 2008 -15 aprile 2009 e riguardano:• Il fermo della circolazione nellegiornate da lunedì a venerdì,escluse le giornate festive infraset-timanali, dalle ore 7.30 alle ore19.30, dei veicoli "Euro 0" a benzi-na o diesel e "Euro 1" diesel.• Il divieto di utilizzo di biomassalegnosa in apparecchi per il riscal-damento domestico degli edifici,nel caso siano presenti altriimpianti per riscaldamento ali-mentati con altri combustibiliammessi, ai sensi dell'articolo 11,comma 1, lettera b), della l.r.24/2006.

Partirà solo il 15 ottobre 2009 (enon dal 15 ottobre di quest'anno)il fermo per gli autoveicoli dieselEuro 2 previsto dal programma

della Regione Lombardia permigliorare la qualità dell'aria. Ildivieto sarà esteso anche agli altriveicoli diesel Euro 2 per trasportispeciali e per usi specifici a partiredall'ottobre 2010. Dal 15 ottobre2008, invece, il divieto di circola-zione nella fascia critica A1 (checomprende Milano e i 210 comu-ni dell'hinterland) ha interessato iveicoli a due ruote a due tempi(ciclomotori e motocicli), i veicolia benzina Euro 0 e i diesel Euro 0ed Euro 1. Il blocco per questi vei-coli si applica dal lunedì al venerdì,dalle 7.30 alle 19.30, e sarà attivofino al 15 aprile 2009.

Sono esclusi dalle limitazioni i vei-coli elettrici, ibridi, alimentati ametano o Gpl, i diesel pre-Euro 4dotati di filtro antiparticolato (diserie o montato successivamente)e i veicoli storici purché in posses-so dell'attestato di storicità o delcertificato di idoneità rilasciato aseguito dell'iscrizione ai registristorici previsti dal Codice dellaStrada. La loro esclusione lo scor-so anno aveva creato non pochepolemiche da parte di appassio-nati e collezionisti.

Per incentivare il car pooling, sono

esclusi dal divieto anche i veicoliche trasportano almeno tre per-sone. Sono previste esenzionianche per particolari categorie dilavoratori, per i disabili e per i vei-coli di servizio delle Forze dell'or-dine.

Troverete il testo dell'ordinanzasul sito della Regione Lombardia.

TTRREENNTTAASSEEII II CCOOMMUUNNII CCOOIINNVVOOLLTTII

Sono ben 36 i Comuni interessatidal blocco dei veicoli inquinantidal 15 ottobre al 15 aprile, tutti igiorni feriali dalle 7.30 alle 19.30.Si tratta di Bergamo e degli altri35 centri compresi nell'area criti-ca (Albano Sant'Alessandro,Alzano Lombardo, Arcene,Azzano San Paolo, Boltiere,Brembate, Brusaporto, Canonicad'Adda, Ciserano, Curno,Dalmine, Filago, Gorle,Grassobbio, Lallio, Montello,Mozzo, Nembro, Orio al Serio,Osio Sopra, Osio Sotto, Pedrengo,Ponte San Pietro, Ponteranica,Pontirolo Nuovo, Ranica, SanPaolo D'Argon, Scanzorosciate,Seriate, Torre Boldone, Torre De'Roveri, Treviglio, Treviolo,Verdellino,Villa Di Serio).

Provvedimenti relativi al periodo dal 15 ottobre 2008 al 15 aprile 2009Misure prioritarie di limitazione alla circolazione e all'utilizzo dei veicoli

DIVIETO DI CIRCOLAZIONEVEICOLI EURO 0 EURO 1

RUBRICHE Claudio Modina

Il vigile amico

44 Indialogo n. 194

RUBRICHE

Si ricorda che è obbligatorio, pertutti i veicoli dei residenti inLombardia, effettuare il controllodei gas di scarico (bollino blu).

La norma è entrata in vigore ilmese di agosto 2008, pertanto ègià operante.

IInn ccoossaa ccoonnssiissttee??

Il proprietario del veicolo deveeffettuare il controllo dei gas discarico presso le officine autoriz-zate.Il controllo vale per un anno.La revisione del veicolo valeanche come controllo dei gas discarico.

Riassumendo: un anno si effettuala revisione l’anno dopo il bollinoblu.

EEsseemmppii::

1) Ultima revisione effettuata il30/09/2006 – deve fare il bollinoblu immediatamente in quanto giàscaduto;

2) Ultima revisione effettuata il30/09/2007 – deve fare il bollinoblu entro il 30/09/2008 in quantoha effettuato la revisione un annoprima. Il 30/08/2009 scadrà il bol-lino blu, ma contestualmente sidovrà effettuare la revisione.

3) Ultima revisione effettuata il

31/05/2008 – attualmente inregola, sia con il bollino blu siacon la revisione. Entro il31/05/2009 effettuerà il controllo“bollino blu”. Entro il 31/05/2010effettuerà la revisione.

BOLLINO BLU

II ccoommuunnii bbeerrggaammaasscchhii iinntteerreessssaattii ddaall ddiivviieettoo ggiiàà iinn vviiggoorree ddaall 1155 oottttoobbrree 22000088

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OCCHIO ALLA SPESA E … AL CASSONETTO

Indialogo n. 194

“Dal carrello al cassonetto” cosìtitola un ar ticolo su “CasaNaturale” di novembre e dicem-bre nel quale si sottolinea un’abi-tudine alquanto deprecabile ovve-ro quella di buttare alimenti che ciscadono nella credenza o nel fri-gorifero.I dati ripresi da un comunicatoADOC (associazione dei consu-matori) sono perlomeno strabi-lianti pare infatti che il 10% dellaspesa alimentare annuale di unafamiglia italiana passa dal carrello

della spesa al cassonetto transi-tando per le dispense. Tutto que-sto costa mediamente ad ogni sin-gola famiglia 561 euro l’anno.La colpa è anche dei metodi divendita utilizzati dai vari esercizicommerciali per rendere piùabbordabile o allettante un pro-dotto. I carrelli si riempiono diprodotti per le offerte promozio-nali o per i regali annessi ad ali-menti.Ci illudiamo di risparmiare, mal'effetto del 3X2 2x1 etc … è

l’acquisto di un quantitativo dimerci superiore al fabbisognodella famiglia.E poi Natale, Capodanno, Pasqua,pare che incidano molto suglisprechi di una famiglia in quanto cispingono ad imbandire eccessiva-mente la tavola.

Senza dilungarci ulteriormenteecco delle eloquenti tabelle rias-suntive.

Sergio Lochis

Consumo critico

RUBRICHE

In questi periodi di magra il feno-meno pare sia in flessione e cre-sce l’attenzione sugli acquisti.A livello nazionale il fenomeno,esteso a mense, ristoranti e azien-

de, incide in modo significativoinfatti si parla cifre attorno ai 30miliardi di euro pari al 2% delPIL(prodotto interno lordo).E oltre al danno la beffa perché

tutta questa montagna di cibo vain fumo …. doppiamente … negliinceneritori.

TOP TENDEI CIBI CHE SPRECANO ENERGIA

46 Indialogo n. 194

Oltre 10 mila i chilometri chedebbono fare il vino australiano, leprugne cilene e la carne argentinaper arrivare sulle nostre tavole eche possono benissimo esseresostituiti convenientemente conprodotti italiani.La COLDIRETTI ha stillato unaspeciale classifica dei prodotti agri-coli che più sprecano energia econtribuiscono all'emissione di gasad effetto serra a causa dei tra-sporti che subiscono per arrivarein Italia ed ha avviato una mobili-tazione per consentire ai consu-matori di fare scelte di acquistoconsapevoli, che non inquinano esalvano il clima.- Introduzione dell'obbligo di indi-care in etichetta la provenienza dicibi in vendita.- Disponibilità di spazi adeguati

nella distribuzione commerciale,dove poter acquistare alimentilocali che non devono essere tra-sportati per lunghe distanze.- Inaugurazione del primo circuitoa “chilometri zero” cioè negozi eristoranti che vendono o sommi-nistrano prodotti locali.- Possibilità dei Comuni di avviaremercati gestiti direttamente dagliagricoltori.

Il prossimo obiettivo della COL-DIRETTI è quello di aprire almenoun farmers market in ogni cittàdove è possibile acquistare pro-dotti freschi e genuini come fruttae verdura locali. Una opportunitàche può essere colta anche acqui-stando direttamente nelle 57.530imprese agricole nazionali chevendono frutta, formaggi, vino, olio

e salumi e altre specialità alimen-taritari.Per iniziativa della Coldiretti conun semplice click sul sitowwwwww..ccaammppaaggnnaammiiccaa..iitt con ilmotore di ricerca “In viaggio perFattorie e Cantine” è possibileindividuare nel proprio comune,provincia o regione la più ampiagamma di aziende agricole chevendono direttamente, selezio-nando anche le categorie di pro-dotto desiderate ed eventualmen-te anche le specialità garantite damarchio.On line troviamo anche l'elencodei distributori automatici di lattefresco direttamente dalle stalledove si risparmia peraltro il 30 percento rispetto ai normali negozi esupermercati.

RUBRICHE Sergio Lochis

Consumo critico Prodotti Equo-Solidali

47Indialogo n. 194

RUBRICHE Sergio Lochis

Consumo critico Prodotti Equo-Solidali

LLEENNTTIICCCCHHIIEE EESSSSIICCCCAATTEE:: Le lenticchie Altromercato (varietà pusha) sono prodotte inEcuador a Bolívar, Angamarca e Cotopaxi, da piccoli produttori (Tillirungo, Achachi de LaMagdalena, Chunchi, Chimborazo e Ecca). IInnggrreeddiieennttii ccoommmmeerrcciioo eeqquuoo:: 110000%%.. Prezzo consi-gliato: 1.60 euro

FFAAGGIIOOLLII NNEERRII –– EESSSSIICCAATTII:: Questi fagioli neri vengono coltivati in Ecuador nella Valle delChota a nord dell’Ecuador dal gruppo di agricoltori Copcavic. I fagioli neri sono molto diffusiin Latino America per la loro consistenza e sapore nocciolato e pastoso. Ideali per zuppe eabbinamento con carni, cipolla e riso. IInnggrreeddiieennttii ccoommmmeerrcciioo eeqquuoo:: 110000%%.. Prezzo consigliato:2.10 euro

FFAAGGIIOOLLII AALLLLEEGGRRII –– EESSSSIICCCCAATTII:: Una tavola Y un dia alegre! Questi fagioli sono allegri, poi-ché crescono in differenti colori sulla medesima pianta. Sono autoctoni dell’Ecuador, della Valledi Manduriacos nel nord est del paese. Qui 600 famiglie di 14 comunità meticce e afro ecau-doriane coltivano ed essiccano fagioli, a circa 1000 metri di altitudine.Il sapore nocciolato e il colore variegato dei fagioli allegri li rende eccellenti per zuppe e piat-ti freddi o caldi di cereali e verdure. IInnggrreeddiieennttii ccoommmmeerrcciioo eeqquuoo:: 110000%%.. Prezzo consigliato:2.10 euro

FFAAGGIIOOLLII BBAAYYOO –– EESSSSIICCCCAATTII:: Una tavola equo solidale e biodiversa con i fagioli Bayo, autoc-toni dell’Ecuador nativi della Valle di Manduriacos nel nord est del paese. Qui 600 famiglie di14 comunità meticce e afro ecaudoriane coltivano ed essiccano questi fagioli, a circa 1000metri di altitudine. Il sapore nocciolato e il colore rosso rosato dei fagioli Bayo li rende eccel-lenti per zuppe, sughi e insalate.IInnggrreeddiieennttii ccoommmmeerrcciioo eeqquuoo:: 110000%%.. Prezzo consigliato: 2.10 euro

EESSPPOORRTTAATTOORREETienda Camari è l'organizzazione che cura la commercializzazione e l'esportazione dei prodotti per contodell'Organizzazione Non Governativa FEPP (Fondo Ecuadoriano Populorum Progressio). Nata all'inizio degli anni'80, Camari ha aperto nneeggoozzii (tiendas) in varie città dell'Ecuador e nel 1991 ha costituito un sistema centra-lizzato di gestione dei punti vendita e di sostegno ad altre tiendas non socie.La vendita nei canali del ccoommmmeerrcciioo eeqquuoo è iniziata nel 1986 con ll''aarrttiiggiiaannaattoo e si è poi estesa agli alimenta-ri nel 1996.Tienda Camari ssoossttiieennee ii pprroodduuttttoorrii nelle loro attività produttive: offre loro un collegamento diret-to al mercato senza intermediari, permette l'accesso al mercato internazionale e promuove pratiche etiche esostenibili nella produzione e nella vendita.

FFIILLIIEERRAA I fagioli vengono importati direttamente tramite Camari e poi confezionati in italia da Naturalbio (CN).

I LEGUMI

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MI SONO SENTITOL’ORSO DEL TIRO A SEGNO

Indialogo n. 194

Ebbene sì, lo confesso: ho pec-cato.lo, automobilista irr iducibile ,ho accettato di farmi fotogra-fare e filmare nei panni di unpovero, vulnerabile, malcapita-to pedone.La prova era semplice: piazzar-si nei pressi di qualche passag-gio pedonale e cercare diattraversare.Mi por tano in via Mecenate,una strada ben nota a Milanoperchè è sempre piena di traf-fico che va in Tangenziale. Cifermiamo in un tratto fra duesemafori. "Su queste strisce cihanno lasciato la pelle inparecchi", mi dicono quelli di"Quattroruote". Sono percor-so da un brivido, ma accetto lasfida.Esco dall'auto e spavaldoscendo dal marciapiede, senzaguardare. Che problema c'è? IlCodice par la chiaro: il pedonesul suo passaggio ha prece-denza assoluta. Meno maleche, con la coda dell'occhio,mi accorgo che nessuna delleauto in arrivo sta rallentando.Con un balzo all ' indietro

riguadagno il mio marciapiede.Mi sfrecciano tutti davanti .Sono illeso, ma è più dura diquel che pensassi. Occorreosser vare ed elaborare unastrategia. Dopo qualche minu-to di studio, mi è tutto chiaro.Se non guadagno asfalto e mifaccio vedere, nessuno mai sifermerà di sua volontà. Ameno che non si tratti di unautomobil ista straniero: i lmigliore di tutti sarebbe losvizzero, che non solo si arre-sta comunque nei pressi diqualsiasi passaggio, ma rallentagià quando vede il pedoneuscire di casa. Ma di elvetici,qui, nemmeno l'ombra, pur-troppo.Dopo una veloce preghiera,scendo di nuovo dal marcia-piede confidando nella for tu-na statistica: ho all'incirca il50% di probabilità di passare.Infatti, alla vista di un uomopiù risoluto, metà dei camione delle auto si arrendono, lemoto neanche a par larne, perloro diventi al l ' istante unpaletto e ti usano per allenar-si allo slalom. Ma il pericolo

vero adesso è un altro: essen-do la strada a doppia corsia,chi si ferma per far ti passarecopre la visuale a chi seguesull'altra metà, che non ritieneoppor tuno arrestar si a suavolta.Il r isultato è paradossale: chi inapparenza ti aiuta, ti sta con-segnando al tuo più nerodestino, come l'orso del tiro asegno cui spari non appenasbuca da dietro la tendina.Dopo mezz'ora di questospor t estremo, sono distrutto.Ma ho capito una cosa: eccoperchè in Italia i pedoni attra-versano le strisce correndo eringraziano con inchini umi-lianti chi gli ha concesso lagrazia.Troppo stress, por tatemi acasa. Sì, in macchina, grazie.

Gioele Dix

Novembre 2008QUATTRORUOTE

RUBRICHE Sergio Lochis

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