britalyca news londra (la voce alternativa)

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Periodico di lbere e approfondite informazioni Fondato ed edito da Carmine Gonnella [2005] II Edizione N 13, Giugno 2015 L’ INFORMAZIONE E’ MEZZO DI APPROFONDIMENTO NON DI INDOTTRINAMENTO CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da un idea di Carmine Gonnella residente italiano in Gran Bretagna. , questa e’ una seconda edizione limitata a 200 copie cartacee a colori & bianco e nero di circa 16 pagine, con un formato Pdf telematico, spedito ad una vastissima mailist. Siamo online [ https://www.facebook.com/carmine.gonnella https://www.facebook.com/lavocealternativa https://twitter.com/CarmineGonnell1 Online informatios go to www.britalycanreslondra.com “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Siamo operatori dell’ informazione [ Citizen journalism ] non politicanti , analizziamo e approfondiamo la politica scientemente con metodo imparziale e il politichese pressapochista da salotto e da giornalismo prezzolato non ci interessa in alcun modo“ Per le pubblicazioni e le pubblicita’ contattare l’ Editore E-mail : [email protected] Collaboratori: DALL’ ITALIA : Giorgio Brignola, Arnaldo De Porti, Maria Rosaria Longobardi, Doriana Goracci, Nino Bellinvia , Goffredo Plmerini DALL’ ESTERO: Alfonso Del Guercio (Redazione), Carmine Gonnella (editore e fondatore) , Antonio Murabito e alla distribuzione e diffusione Ilario Mario Ponzi. : Il primo periodico cartaceo pellegrino, preghiamo cortesemente i lettori di inoltrarlo a parenti e amici dopo averlo letto. La Pubblicita’ e le pubblicazioni sono gratuite, ma accettiano donazioni : Via posta, pagabili a La Voce Alternativa, 32 Fle tchers Close, Bromley BR2 9JD Kent conto corrente N: 69959393 sorte code 09-01-28 Grazie . Calabritto e dintorni 11 FREE FREE Enzo Apicella non e' mica da tutti essere e dimostrarsi se stessi... sempre e comunque,resistendo alle intemperie della vita senza mai cedere a compromessi ... snobbando mitie falsi progressi... lasciandosi scivolare tutto addosso...pur mantenendo la responsabilita' con la stessa fermezza con la quale un cane trattiene il proprio osso... oggi la schiettezza e la sponta- neita' son tenute sempre piu' a freno...la massa preferisce schierarsi o ancor peggio sottom- ettersi pur di evitare di deragliare come un treno...son pochi quelli che riescono ad essere tali e quali...i bambini,i matti e i soli- tari...augh!!!! Antonio Murabito Aforismi IN POLITICA C'E' PIU' FANATISMO CHE PRAGMATISMO N POLITICA,FINCHE' C'E' RIMEDIO C'E' SPERANZA INTERROGARE E SENSIBILIZZARE IL LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI CITTADINO SOVRANO IN ITALIA NON VI E' NESSUNA DIFFERENZA TRA POLITICO E POLITICANTE LA SOLIDARIETA’ E’ UN DIRITTO FONDAMENTALE INVIOLABILE E DOVERE INDEROGABILE DELL’ UOMO SPESSO LA TROPPA DEVOZIONE ALIMENTA IL FANATISMO " La politica e' impegno sociale e non un monopolio" Una democrazia puo’ funzionare solo se il cittadino e il leg- islatore mutualmente concorrono al bene commune del Paese. IL RAZZISTA E COLIUI CHE CREDE NELLE RAZZE, PUR SAPENDO CHE IL MONDO E’ NATURALMENTE SUDDIVISO IN SPECIE lavocealternativa @Britalycanews www.britalycanewslondra.com ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015 12 IL MARE Il mare è distesa di acqua i nfinita , a volte quieta , a volte agitata , come la vita . L’onda la sua superficie sconvolge , quando correndo s’increspa e poi sullo scoglio s’infrange. Anche la vita è percorsa da onde : son tante le corse , gli affanni , i malanni che lungo il cammino s’incontran con gli anni. Eppure se guardi l’azzurra distesa riesce ancora a darti sorpresa! Ti fa emozionare ti invita a sognare , cosa c’è al mondo più bello del mare? E bella è l’estate , stagione di vita. Ti accoglie , ti invita , rilassa ,distende , che bella è l’estate col mare lucente ! Maria Rosaria Longobardi INTERROGARE E SENSIBILIZZARE IL LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI CITTADINO SOVRANO Il Signor Carmine Gonnella, da Bromley ( Regno Unito), chiede l’ introduzione di un nuovo sistema elettorale, denominato “uniproporzionale”. (nello specifico) Il sistela consiste nel suddividere il Paese in 50 circoscrizioni con in esse 10 collegi elet- torali ( seggi) , e un unica lista conposta da 10 candidati. Assegnazione poi dei seggi in base ai voti ottenuti dai candidati a prescin- dere dalla lista. Nel rispetto del voto a suf- fragio universale diretto, libero ed eguale. Diversamente detto: “ Fine della parti- tocrazia”. Il lettore vota il candidato e non il partito N.A.S.P. NUOVO ASSOCIAZIONISMO SOCIOPOLITICO PARTECIPATIVO Carmine Gonnella Pagina 3 NOTE EDITORIALI Pagina 5 DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Giorgio Brignola Pagina 4 Doriana Goracci Mafia e Paura in Italia. Roberto Scarpinato la racconta a Marsiglia ....... Bene arrivata alla Knesset! Pagina 9 Storie Fantastiche Luigi Fiammata COMUNICATI Goffredo Palmerini pagina 8 Cronaca MIGRAZIONI Pagia 10 Il Premier del fare .... ANNUNCIA DI MATTINA , CAMBIA LA SERA E SMENTISCE PRIMA DI ANDARE A LETTO... Ultime dall’ Italia Il popolo scolarizzato scende in piazza e lui “ignaro” va avanti con le grandi riforme che dovrebbero cambiare il Paese, dopo scuola .. Pagina 2 E’ solo un neologismo .... L’ AUTISTICISTA CULTURA SOCIETA’ Nino Bellinvia I poeti volano alto e come le aquile... Pagine 6/7

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Periodico di lbere e approfondite informazioni Fondato ed edito da Carmine Gonnella [2005] II Edizione N 13, Giugno 2015

L’ INFORMAZIONE E’ MEZZO DI APPROFONDIMENTO NON DI INDOTTRINAMENTO

CHI SIAMO Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da un idea di Carmine Gonnella residente italiano in Gran Bretagna. , questa e’ una seconda edizione

limitata a 200 copie cartacee a colori & bianco e nero di circa 16 pagine, con un formato Pdf telematico, spedito ad una vastissima mailist. Siamo online

[ https://www.facebook.com/carmine.gonnella https://www.facebook.com/lavocealternativa https://twitter.com/CarmineGonnell1 Online informatios

go to www.britalycanreslondra.com

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.senza distinzione di sesso, di

razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Siamo operatori dell’ informazione [ Citizen journalism ] non politicanti , analizziamo e approfondiamo la politica scientemente con metodo

imparziale e il politichese pressapochista da salotto e da giornalismo prezzolato non ci interessa in alcun modo“

Per le pubblicazioni e le pubblicita’ contattare l’ Editore

E-mail : [email protected]

Collaboratori: DALL’ ITALIA : Giorgio Brignola, Arnaldo De Porti, Maria Rosaria Longobardi, Doriana Goracci, Nino Bellinvia , Goffredo Plmerini

DALL’ ESTERO: Alfonso Del Guercio (Redazione), Carmine Gonnella (editore e fondatore) , Antonio Murabito e alla distribuzione e diffusione Ilario

Mario Ponzi.

: Il primo periodico cartaceo pellegrino, preghiamo cortesemente i lettori di inoltrarlo a parenti e amici dopo averlo letto.

La Pubblicita’ e le pubblicazioni sono gratuite, ma accettiano donazioni : Via posta, pagabili a La Voce Alternativa, 32 Fletchers Close,

Bromley BR2 9JD Kent conto corrente N: 69959393 sorte code 09-01-28 Grazie .

Calabritto e dintorni

11

FREE FREE

Enzo Apicella

non e' mica da tutti

essere e dimostrarsi

se stessi...

sempre e comunque,resistendo

alle intemperie della vita senza

mai cedere a compromessi ...

snobbando mitie falsi

progressi... lasciandosi scivolare

tutto addosso...pur mantenendo

la responsabilita' con la stessa

fermezza con la quale un cane

trattiene il proprio osso...

oggi la schiettezza e la sponta-

neita' son tenute sempre piu' a

freno...la massa preferisce

schierarsi o ancor peggio sottom-

ettersi pur di evitare di deragliare

come un treno...son pochi quelli

che riescono ad essere tali e

quali...i bambini,i matti e i soli-

tari...augh!!!!

Antonio Murabito

Aforismi IN POLITICA C'E' PIU' FANATISMO CHE

PRAGMATISMO

N POLITICA,FINCHE' C'E' RIMEDIO C'E' SPERANZA

INTERROGARE E SENSIBILIZZARE

IL LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI CITTADINO SOVRANO

IN ITALIA NON VI E' NESSUNA DIFFERENZA

TRA POLITICO E POLITICANTE

LA SOLIDARIETA’ E’ UN DIRITTO FONDAMENTALE INVIOLABILE E DOVERE

INDEROGABILE DELL’ UOMO

SPESSO LA TROPPA DEVOZIONE ALIMENTA

IL FANATISMO

" La politica e' impegno sociale e non un monopolio"

Una democrazia puo’ funzionare

solo se il cittadino e il leg-

islatore mutualmente concorrono

al bene commune del Paese.

IL RAZZISTA E COLIUI

CHE CREDE NELLE

RAZZE, PUR SAPENDO

CHE IL MONDO E’

NATURALMENTE

SUDDIVISO IN SPECIE

lavocealternativa @Britalycanews www.britalycanewslondra.com ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015 12

IL MARE Il mare è distesa di acqua i

nfinita ,

a volte quieta , a volte agitata ,

come la vita .

L’onda la sua superficie

sconvolge , quando correndo

s’increspa e poi sullo scoglio

s’infrange.

Anche la vita è percorsa da

onde : son tante le corse , gli

affanni ,

i malanni che lungo il cammino

s’incontran con gli anni.

Eppure se guardi l’azzurra

distesa riesce ancora a darti

sorpresa!

Ti fa emozionare ti invita a

sognare ,

cosa c’è al mondo più bello del

mare?

E bella è l’estate , stagione di

vita.

Ti accoglie , ti invita ,

rilassa ,distende ,

che bella è l’estate col mare

lucente !

Maria Rosaria Longobardi

INTERROGARE E SENSIBILIZZARE IL LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI

CITTADINO SOVRANO

Il Signor Carmine Gonnella, da Bromley ( Regno Unito), chiede l’ introduzione di un

nuovo sistema elettorale, denominato “uniproporzionale”.

(nello specifico)

Il sistela consiste nel suddividere il Paese in 50 circoscrizioni con in esse 10 collegi elet-torali ( seggi) , e un unica lista conposta da 10 candidati. Assegnazione poi dei seggi in base ai voti ottenuti dai candidati a prescin-dere dalla lista. Nel rispetto del voto a suf-fragio universale diretto, libero ed eguale.

Diversamente detto: “ Fine della parti-tocrazia”. Il lettore vota il candidato e non il partito

N.A.S.P. NUOVO

ASSOCIAZIONISMO

SOCIOPOLITICO

PARTECIPATIVO

Carmine Gonnella

Pagina 3

NOTE EDITORIALI

Pagina 5

DEMOCRAZIA

PARTECIPATIVA Giorgio Brignola

Pagina 4

Doriana Goracci

Mafia e Paura in

Italia. Roberto

Scarpinato la

racconta a

Marsiglia .......

Bene arrivata alla Knesset! Pagina 9

Storie

Fantastiche

Luigi Fiammata

COMUNICATI

Goffredo Palmerini pagina 8

Cronaca

MIGRAZIONI Pagia 10

Il Premier del fare ....

ANNUNCIA DI MATTINA , CAMBIA LA

SERA E SMENTISCE PRIMA DI ANDARE A

LETTO...

Ultime dall’ Italia

Il popolo scolarizzato

scende in piazza e lui

“ignaro” va avanti con le

grandi riforme che

dovrebbero cambiare il

Paese, dopo scuola .. Pagina 2

E’ solo un neologismo ....

L’ AUTISTICISTA

CULTURA

SOCIETA’

Nino Bellinvia

I poeti volano alto e come

le aquile...

Pagine 6/7

2 11Calabritto e dintorni /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015

Una proposta di sintesi in commissione per martedì prossimo, un 'maxiemendamento' dei relatori Francesca Puglisi (Pd) e Franco Conte (Ap) in cui inserire le proprie pro-poste e alcune contenute in emendamenti di maggioranza, opposizione e minoranza Pd.

Attraverso questa soluzione di sintesi, su cui i lavori sono ancora in corso, si punta a trovare una mediazione con tutti i gruppi e riuscire ad approvare il ddl Scuola al Senato entro la prima settimana di luglio. Quindi prevedere un passaggio velocissimo alla Camera (con fiducia), dare il via libera al ddl Scuola entro metà luglio e così "salvare" le 100mila assunzioni previste.

È questo, secondo quanto si apprende, il cronoprogramma deciso oggi a palazzo Chigi durante la riunione che si è tenuta tra il premier Matteo Renzi, il ministro Stefania Giannini e alcuni parlamentari del Pd, tra cui il presidente della commissione Cultura del Senato, Andrea Marcucci e la relatrice Francesca Puglisi.

Nel 'maxiemendamento' dei relatori, che verrà presentato in commissione Istruzione al Senato martedì, si apprende, ci saranno ad esempio misure per prevedere più colle-gialità nella formulazione del piano dell'of-ferta formativa, prevedendo che al dirigente si affianchino il collegio docenti e il consig-lio d'istituto; entrerà quindi la modifica della norma sulla valutazione dei docenti, es-cludendo alle superiori genitori e studenti e limitandola agli insegnanti. Sono invece, si apprende, in corso le valutazioni se inserire nel maxiemendamento la norma che prevede un limite di tre anni (rinnovabile per altri tre) per gli incarichi dei presidi e quella per prevedere, dal prossimo anno, un piano assunzionale pluriennale da estendere anche a chi viene ora escluso dal piano per l'assunzione dei 100mila ov-vero abilitati con Pas, Tfa o comunque con servizio pregresso.

Su questo ultimo punto, si apprende, sono ancora in corso le valutazioni, soprattutto tecniche, tra relatori e governo, su costi e

fattibilità della misura.

Martedì comunque, con la presentazione della proposta di sintesi da parte di Puglisi e Conte, si capirà se l'obiettivo di fare in fretta è raggiungibile. Se si riuscirà, cioè, a trovare una mediazione tra le varie posizioni, soprat-tutto all'interno del Pd: la minoranza continua a chiedere un piano di assunzioni subito e di rinviare la riforma. Ma nè la maggioranza del Pd, nè il governo hanno mostrato aperture sul punto, sostenendo che il piano dei 100mila senza il resto della riforma sarebbe inutile.

"Sulla riforma della scuola stiamo assis-tendo a uno spettacolo indegno da parte di un governo schizofrenico, che prima annun-cia una cosa e poi ne fa un'altra, e con una maggioranza che chiede alle opposizioni quel senso di responsabilità che lei stessa dimostra di non avere. Chi è irresponsabile? Le opposizioni pronte a lavorare giorno e notte pur di garantire per settembre le oltre 100mila assunzioni o un governo che da dieci mesi prende in giro i precari della scuola, ricatta il Parlamento ed è pronto a sferrare l'ennesimo colpo al Parlamento pur di portarsi a casa questa vergognosa ri-forma, mettendo la fiducia su un maximenda-mento e scavalcando totalmente il lavoro della commissione?".

A chiederlo sono i parlamentari del Movimento 5 stelle nelle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato. "Da marzo ad oggi - spiegano - il M5s ha ascoltato centinaia di docenti precari e non, di genitori, dirigenti e studenti; responsabilmente il nos-tro lavoro è confluito in emendamenti di merito e mai ostruzionistici; durante l'illustra-zione di questi emendamenti non abbiamo mai voluto rallentare i tempi di lavoro in com-missione. Serietà e responsabilità non ci hanno mai abbandonato, nella convinzione che in ballo ci sono centinaia di migliaia di precari e l'intero sistema scolastico italiano. Ora questa stessa responsabilità la preten-diamo da Renzi, dalla maggioranza e dal Pd, minoranza interna compresa, affinchè prevalga il bene della scuola pubblica e non l'interesse per salvare se stessi e la propria poltrona".

Immissioni ruolo...

Distribuzione per

provincia e classi di

concorso. I dati ufficiali

del censimento del MIUR

Pubblichiamo i file della simulazione del Ministero dell'istruzione relativamente alle assunzioni da effettuare a settembre 2015. I file riguardano la distribuzione per provin-cia e classe di concorso, i vincitori di con-corso iscritti in GaE.

La simulazione elaborata dal Ministero delle assunzioni dei docenti di GaE e vin-citori concorso 2012 previste per l'a.s.2015/16. I criteri adottati per l'estrazi-one e le elaborazioni dei dati.

Criteri

Inclusi nelle Graduatorie ad Esaurimento (GaE)

Presenza nelle GaE al 10 febbraio

Sono stati eclusi gli aspiranti presenti

negli elenchi dei vincitori del concorso registrati a sistema dagli USR alla data del 10 marzo

Sono stati eslusi gli aspiranti im-

messi in ruolo (al 10 febbraio)

Sono stati esclusi i docenti presenti

nelle GaE con riserva

E’ stato escluso il personale educativo

GLi aspiranti GaE, presenti nelle

graduatorie di più gradi di istruzione/CLC sono stati conteggiati su tutte le classi di concorso / grado di istruzione

Gli aspiranti GaE presenti in due prov-ince (doppio canale), sono stati conteg-giati una sola volta sulla provincia in cui risulta la clc/insegnamento con il punteggio più alto; nel caso di parità di punteggio, viene conteggiato sulla-prima provincia in ordine alfabetico di

sigla provincia.

Tutto su .....................................

Nella foto un insegnante

Senerchia-Calabritto:

La natura oltre le fabbriche, ma con pochi

sbocchi

DOPO SCUOLA ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015

Sopravvivere alla crisi e costruirsi delle possibilità che per adesso appaiono abbastanza vaghe. E’ questa la difficile missione per Senerchia e Calabritto, paesi della valle del Sele che guardano da sempre, e ora ancora di più, a Salerno.

Senerchia e Calabritto, e in mezzo il borgo di Quaglietta nel secondo Comune ma con un’isola amminis-trativa, un condominio, i cui inquilini votano nel primo. Paesi di confine, con due piccoli “capoluoghi” di riferi-mento. Caposele da una parte, qui ci sono le scuole e c’è la risorsa acqua che ancora non si capisce come possa dare sviluppo reale a queste aree. Dall’altra Contursi, provincia di Salerno. Contursi e i suoi impianti termali, con un flusso fortissimo di visitatori. Con l’Istituto professionale tra moda e idraulica. Senerchia e Calabritto hanno la montagna e i boschi alle spalle, di fronte i paesi del Salernitano. “Forse solo con questi è possibile fare rete per creare dei percorsi turistici”, dicono davanti al bar i ra-gazzi di Senerchia. Qualcuno, come i nostri interlocutori Claudio e Ste-fano, insiste sulle possibilità per l’artigianato. Ma non ci convincono del tutto. Le tradizioni sono radicate ma non c’è un prodotto forte da poter esibire o esportare. E allora chiediamo perché non si possa puntare seriamente su sport, benessere, turismo. E loro rispon-dono che sarebbe l’ideale, ma serve un lavoro immane con le realtà confinanti. La vicinanza con Contursi può essere un’opportunità e del resto già si era pensato a un Pip intercomunale (parlando solo di sinergie). E poi c’è l’oasi a Sener-chia, un paradiso che quantomeno fa registrare un pareggio di bilancio tra entrate e uscite. E’ già qualcosa.

E’ positivo che moltissimi ragazzi, da queste parti, continuino a sce-

gliere Salerno e Napoli per il per-corso universitario. Almeno nei fine settimana si torna e il legame con il luogo d’origine non si spezza. Sono due paesi piccoli ma qui non mancano fermenti cul-turali. L’anno scorso si è tenuta la prima edizione del Quaglietta Film Festival e c’è molta attenzione per le arti visive in generale. Per il resto la vita scorre tranquilla, forse troppo tranquilla. I ragazzi fanno quindi la spola tra paesi e università, i 50enni sono quelli che si sono dovuti reinventare un la-voro con la crisi dell’industria. Al-cuni ovviamente continuano a essere disoccupati. Non c’è più il flusso degli operai, prima i bar di Quaglietta erano aperti già alle 5 del mattino. E un’altra “mazzata” è arrivata dal blocco degli stipendi per i forestali che da queste parti servono molto e non sono pochi. Calabritto e Senerchia. Non si possono definire “paesi industriali”. Non lo erano allora, anche se le fabbriche davano un presente a molti. Ovviamente non lo sono ora .

Quindi? La partita sviluppo è dav-

vero ardua da vincere. Le risorse

sono tantissime ma tutte limitate.

E’ il grande problema. Gli uliveti

sorgono su microscopici appez-

zamenti, in pratica per un con-

sumo domestico o poco più. Il

tratto del Sele è poco profondo

perché qualcuno possa attrezzarsi

per gli sport acquatici come avvi-

ene sul Tanagro, poco lontano, e

sullo stesso Sele nella parte saler-

nitana. Non ci sono grosse pro-

duzioni per quanto riguarda l’agri-

coltura. Ma i luoghi conservano

peculiarità di tipo gastronomico e

una posizione geografica che

fanno pensare all’agroindustria

come possibile rilancio. Ma a chi

guardare? Ai paesi irpini, lontani e

nascosti dietro i monti? O a Valva,

Colliano, Oliveto Citra e Con-

tursi? Da irpiniapost.it

Calabritto e Quaglietta – Arriva la DE.C.O. per

certificare la qualità dei prodotti tipici

Venerdì 19 Giugno ore 18:00 nella sala consiliare del Comune di Calabritto, si te’ tenuta un’assemblea pubblica di iniziativa popolare avente come soggetto proponente l’associazi-one CFC Fisav Avellino. All’ordine del giorno l’approvazione della certificazione di qualità DE.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine) alle produzioni tipiche di Calabritto e Quaglietta. La DE.C.O., è il marchio Comunale, che certifica la provenienza di un determinato prodotto (del comparto enogastronomico o artigianale) da un determinato territorio. La DE.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), oggi è un percorso di sviluppo integrato e di marketing territoriale, che ogni Comune può intraprendere per valorizzare quei prodotti, agroalimentari o artigianali, locali e caratteristici realizzati all’interno dei confini comunali.

La DE.C.O. si concretizza nel marchio che viene attribuito ad un determinato prodotto previa approvazione, da parte della Giunta comunale, di un’apposita delibera che sancisce e re-gola l’attribuzione del marchio stesso, la gestione dell’uso del marchio e la caratterizzazione del prodotto tramite appositi Regolamenti, Disciplinari ed apposito Registro o Albo comunale dei produttori i quali hanno le caratteristiche per realizzare e commercializzare i prodotti a marchio DE.C.O.

Saluti del sindaco di Calabritto prof. Gelsomino Centanni, in-troduce il vicesindaco prof.sa Luisa Severino, relaziona dott. Gerardo Di Trolio, presidente CFC Fisav Avellino.

A seguire dibattito con interventi dalla platea. Moderatore, il giornalista dott. Gelsomino Del Guercio. Ognuno dei parteci-panti, durante l’assemblea, potrà sviluppare proposte che saranno votate dall’assemblea.

Fonte Irpinianews

Calabritto oggi Foto Donato Sarcone

Riforma e assunzioni. PD verso ok rapido. Martedì maxiemendamento, senza mediazione si va a fiducia. M5S:

minacciate di non votare

10 3

Sabato 20 Giugno 2015, 11:39

TREVISO - Dichiarazioni choc sul caso

migranti:

...Volete portare gli

uomini di colore qui

per imbastardire la

nostra razza.. A me non va bene». La frase è

uscita ieri sera dalla bocca del presi-

dente della provincia di Treviso, ed

ex leghista, Leonardo Muraro (ora

leader della lista Tosi e candidato in

Regione, ma non eletto) nel corso di

una trasmissione a Rete Ve-

neta. Il tema del dibattitto coordi-

altro ancora, ma ben presto gli

insulti hanno lasciato spazio a spin-

toni e ceffoni. Visto come stavano

mettendosi le cose il ragazzo itali-

ano ha provato ad allontanarsi ma

durante la fuga è stato colpito al

volto da un pugno e poi alla testa

dal sellino di una bicicletta lancia-

togli contro e che gli ha provocato

una ferita alla testa. Al pronto soc-

corso dove è stato medicato gli

hanno applicato alcuni punti di

sutura. Ora sta indagando la po-

lizia, che si avvale delle immagini

delle telecamere di sorveglianza

della zona per risalire agli autori

dell’aggressione. Il rientro a casa

dello studente, che sta ultimando il

suo periodo di permanenza in Ing-

hilterra, è previsto tra qualche

giorno.

Leggo.........

CRONACA ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015

NUOVO ASSOCIAZIONISMO SOCIOPOLITICO PARTECIPATIVO

INTERROGARE E SENSIBILIZZARE IL LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI

CITTADINO SOVRANO

Come abbiamo gia’ ribadito alcuni giorni fa che :” La foma repubblicana italiana si basa essenzialmente sulla democrazia partecipa-tiva e non quella rappresentativa” , in una realdemocrazia spesso il messaggio del non voto non e’ del tutto recepito dal legislatore. Il legislatore italiano concentrandosi solo sul voto rappresentativo ( passivo) trascurando quello partecipativo ( attivo) “truffa” il citta-dino, allontanandolo volutamente dal concor-rere alla determinazione della vita sociopoli-tica del Paese. Quando la meta’ degli elettori per vari motivi non partecipa al voto, il mes-saggio e’ chiaro:” La democrazia partecipa-tiva e’ in declino”. Ultimamente questo mes-saggio non e’ nemmeno contemplato dal legislatore, perche’ con I vari nuovi sistemi elettorali, sa che gli basta un 20% dei con-sensi + un’ elettore per vincere, ignorando che senza democrazia partecipativa e plural-ismo sociopolitico non ci potra’ mai essere stabilita’ ed equita’ legislativa.

“Temo che l’ Italia non potra’ mai diventare

realmente una socialdemocrazia, con o senza il M5S, senza rivitalizzare l’ associazi-onismo sociopolitico partecipativo, di tutti i cittadini, in Italia e dall’ Estero”.

A qualcuno , questa puo’ sembrare una anal-isi un po’ “sempliciotta”.ma il costituente con l’ articolo terzo, detto’ e indirizzo’ il Legisla-tore e il Popolo verso una socialde-mocrazia :” È compito della Repubblica ri-muovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pi-eno sviluppo della persona umana e l'effet-

tiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organiz-zazione politica, economica e sociale del Paese.

Tutto cio’ doveva avvenire con la ricostruzione del Paese e il boom economico dopo la II Guerra Mondiale. Questo non e’ stato possible perche’ secondo noi e’ venuto meno, vuoi in politica, vuoi tra il popolo la partecipazione diretta di tutti i cittadini allo sviluppo della vita sociale, politica ed economica del repubblica.

Un principio vigente in tutte le attuali socialde-mocrazie nordiche, ma non del tutto “incamerato” dal nostro Paese. Quando si parla di Repubblica si parla innanzi tutto di Nazione, Stato e Patria, ergo tutti, quello che puo’ essere definite “Associazionismo sociopolitico parteci-pativo”. Non dimentichiamo che senza parteci-pazione non ci puo’ essere democrazia ( e lo cantava anche il compianto Gaber)

Sino ad oggi, lasciandoci condizionare dalla poli-tica , abbiamo dato per scontato che le colpe dei disastri socio’economici siano da accreditare esclusivamente alla politica e ai partiti, questo e’ un errore che in passato abbiano fatto tutti, so-pratutto in politica, quando spesso accusavamo e accusasiamo i governi precedenti di non aver fatto niente o poco, senza poi arrivare a delle misure pragmatiche per il bene commune del Paese.

LA FORMA REPUBBLICANA ITALIANA SI BASA ESSENZIALMENTE SULLA

DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E NON QUELLA RAPPRESENTATIVA

Il legislatore puo' eleborare nuovi sistemi elet-torali con o senza premi di maggioranza, liste bloccate, candidature multiple e doppi turni, maggioritario o prporzionale, quello che non potra' mai modificare o cambiare e' la forma re-pubblicana.

Mi sono chiesto spesso quale fosse la forma repubblicana che il costituente e la nostra Costi-tuzione, dettano che non puo essere oggetto di revisione costituzionale. E’ la democrazia parte-cipativa ! Anche con il "cosidetto" monocameral-ismo imperfetto ( italicum + sistema unicamer-ale) sara' sempre il cittadino sovrano,( anche con tutti I suoi nuovi limiti), imposti dal neo-legislatore, che decidera' chi governera' il Paese. Oggi in Italia ( e non parlo solo dei grillini) chi dice che ci vuole piu’ democrazia diretta, si dovrebbe parlando invece di democrazia parteci-pativa: “ Tutti I cittadini…”

Badate bene che la nostra Costituzione e’ una delle piu’ avanzate e moderne nel mondo, perche’ il cittadino non delega solo, ma partecipa diretta-mente alla vita sociopolitica della Nazione. Dopo il voto rappresentativo il cittadino, puo’ chiedere al parlamento provvedimenti legislativi o esporre commune necessita’, proporre iniziative legisla-tive, abrograre quasi tutte le leggi che ritiene ine-que e puo’ con I referendum costituzionali correg-gere il legislatore. Nell’ ultimo ventennio, “quasi a sua insaputa” il cittadino l’ ha corretto nel bene o nel male e questo e’ un dato di fatto. Nel 2001 sul Titolo V , piu’ poteri agli enti locali, il Parlamento non fu in grado di raggiungere la maggioranza qualificata, il cittadino appro’ Nel 2006, boccio’ la devolution e il premierato forte, voluti dal governo Berlusconi/Bossi/Fini. Ancora nel 2006 con un ricorso, ha costretto la Corte Costituzionale a boc-

ciare il porcellum. Quindi caro cittadino di “ terra, di mare e di cielo, non delegare partecipa !

Temiamo anche che in Italia la democrazia partecipativa non

potra’ mai essere carpita in tutto sia dal legislatore,sia dal

cittadino, se non , si riduce il potere dei partiti. Ma la domanda e’ un altra:

“ La politica intesa come monopolio dei partiti, ha ancora

qualcosa da offrire a questa nostra repubblica democratica

male “interpretata” ?

Carmine Gonnella

N.A.S.P. //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015

LA POLITICA E' ASSOCIAZIONISMO SOCIOPOLITICO PARTECIPATIVO E NON MONOPOLIO DEI PARTITI Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, con un voto a suffragio

universale, diretto, libero. Eguale e personale.E e’ compito della Politica rimuovere gli ostacoli di ordine

economico e sociale. [art. Cost. 48, 49, 56. 58, 94/95]

Una democrazia puo’ funzionare solo se il cittadino e il legislatore concorrono MUTUALMENTE *al

bene commune del Paese. * ( in perfetta simbiosi)

LA CATTIVERIA UMANA E’ INCONSCIA IN

OGNUNO DI NOI, EMERGE NEI

CAMBIAMENTI ESISTENZIALI, PRIMO

SEGNALE : L’ INTOLLERANZA [Autocitazione]

ANCORA FIGLI DI NESSUN DIO

Sabato 20 Giugno 2015, 08:46

VALDAGNO – Prima sbeffeg-

giato, poi insultato ed infine pic-

chiato. La "colpa" di essere italiano.

Teatro dell’aggressione a sfondo

r a z z i s t a l a c i t t à i n g l e s e

di Liverpool dove la vittima, uno

studente di 17 anni che frequenta

un istituto superiore di Valdagno, si

trova per uno scambio culturale

europeo in ambito scolastico. Tutto

è avvenuto nei pressi di un parco

pubblico della città inglese. L’altra

sera il 17enne era in compagnia di

due studentesse italiane e si ap-

prestava a rientrare nella famiglia

che da circa un mese lo ospita

quando un gruppo di ragazzi locali,

forse attirati dalla parlata italiana,

ha iniziato a prenderlo di mira con

offese ed epiteti legati al Paese di

provenienza. «Italiano di m….» ed

MIGRAZIONI

nato da Luigi Bacialli era quello

dell’emergenza profughi in Veneto.

Lo scambio di vedute si è fatto

sempre più acceso fino alla frase di

Muraro che ha suscitato subito nu-

merose reazioni. Anche Enrico

M e n t a n a d i r e t t o r e d i

La7 parlando della lista Razza

Piave fondata da Muraro ha ironiz-

zato:

«Più che un

problema di

bambù, è un

problema di

bamba»

IL RAZZISTA E COLIUI CHE CREDE NELLE RAZZE, PUR

SAPENDO CHE IL MONDO NATURALMENTE E’ SUDDIVISO IN

"ITALIANO DI M…", STUDENTE

17ENNE VICENTINO

PRESO A PUGNI IN UN PARCO A

LIVERPOOL

E PER FINIRE ....(SI FA PER DIRE)

Il razzismo corre sul filo dei social network . E non solo tra gente

comune. Questa volta gli strali di odio arrivano da Gioacchino Lu-

netto, dirigente della Polfer di Catania con un passato consigliere

comunale (ad Aci Sant’Antonio).

Il profilo fb di Lunetto è diventato un pulpito di minacce e insulti

contro i profughi. Frasi orribili che si commentano da sole:

«Migranti? Buttateli a mare». Oppure: «Bruciarli vivi e rimpatriarli»

fino a «Mi manca Hitler».

Fanno eccezione solo i siriani: «Arrivano da una guerra»

Segue su ..............................................................

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Dall’ Italia e dall’ Estero Giorgio Brignola

ARIA DI CRISI?

La “Crisi” politica potrebbe essere nell’aria. Le motivazioni, per ora non molto articolate. L’Esecutivo Renzi non ha convinto più di tanto; anche perché nato da un compromesso troppo anomalo. Mentre si tenta di dibattere sull’I-talia che sarà, la cobelligeranza governativa resta critica. Si torna a paventare la possibilità d’elezi-oni anticipate alla “vecchia ma-niera”. Non ci sono segnali in positivo neppure da chi non ha aderito a quest’Esecutivo. Senza pretendere d’offrire ottimistiche previsioni, preferiamo essere real-isti e guardare oltre. A decidere sarà il PD . Per l’NCD, le riserve non mancano. Non tanto sui pro-grammi, che sarebbero quelli che premono, ma sul destino parla-mentare di chi dovrebbe occupare il posto del Leader d’opposizione. Anche se in modo poco consono a un Governo d’emergenza, i con-trasti si sono fatti evidenti. Il con-fronto elettorale, quando ci sarà, potrebbe modificare gli equilibri politici. Al punto in cui siamo, fatto i debiti conti, non intravediamo patti “sicuri”. Senza eccedere nel pessimismo, possiamo confer-mare che le questioni irrisolte nella Penisola ci sono ancora. Anzi, con l’autunno potrebbero anche aumentare. Nessuno, al momento, se la sente di “correre” da solo. Il traguardo elettorale, politicamente, è lontano e gli sgambetti restano sempre possi-bili; anzi, probabili. Con la scusa della “discontinuità”, abbiamo perso attendibilità all’interno ed all’estero. Il PD ha evidenziato nuove”correnti” e il NCD rimane fedele, almeno ufficialmente, ad Alfano. Gli impegni, che Renzi ha fatto suoi, potrebbero saltare per mancanza d’accordi. Se questa Legislatura già “zoppica”, non ci resta che prenderne atto. Del re-sto, mancando ancora concreti solleciti per i cambiamenti, che riteniamo necessari, le scelte re-s tano poche . Ol t re a l l e “stonature”, non intravediamo nulla di veramente confortante sul

fronte politico nazionale. Sopra dei “pro” e dei “contro” restano, irrisolti, vitali problemi nazionali dei quali avevamo, da tempo, accentrato la nostra attenzione. Secondo noi, sarebbe necessario, con l’umiltà d’altri tempi, ritornare a riprendere contatti con la base politica e dare maggiore valenza anche agli elettori dall’estero. Non avendo “seminato”prima, è inutile pretendere di “raccogliere” dopo. Non basta più il “coraggio” di un compromesso dell’ultima ora. Dopo il varo della Terza Repub-blica, non pensavamo di riprecipi-tare nel baratro delle promesse disattese. Meglio, quindi, guardare al futuro senza temere di ritrovarci in situazioni già vissute. Anche la strategia dei piccoli passi è fallita. La “perfezione” non è di questo mondo; tanto meno lo è dove i poteri si scontrano. Con questa riflessione, spicciola ma sentita, l’aria di crisi ha preso il posto della buona volontà per evitarla. Tra “probabilità” e “possibilità”, il passo potrebbe essere breve. A Renzi non resterebbe, poi, che prenderne atto col tracollo della sua instabile alleanza

COM.IT.ES.

I Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) si sono rivelati privi d’iniziative. Qualche polemica, pochi progetti e limitata rappre-sentatività. Il loro rinnovo potrebbe non modificare questa nostra sen-sazione, Chi decide delle loro sorti è materia complessa e non rit-eniamo, di conseguenza, scari-care delle responsabilità operative su chi, in definitiva, non le ha. Purtroppo, si tende sempre a con-fondere questi Comitati come es-pressione politica che viene da lontano. Se ci sono voluti oltre dieci anni per vararne il “rinnovo”, un motivo ci sarà e neppure tanto marginale. La rappresentatività italiana nei Paesi ospiti è una cosa seria. Almeno, noi l’abbiamo ritenuta sempre tale. Essere “pro” o “contro” non ha significato; per-ché le decisioni, se ci saranno, continueranno a spettare ad altri. Col tempo, anche le finalità dei Com.It.Es. sono invecchiate. I Comitati si sono trasformati in

trampolini di lancio politico nei quali, però, anche i più interessati hanno perso l’originale interesse. Quindi, data la scarsa parteci-pazione al voto, i Com.It.Es., pur se organismi di rappresentanza di base, sono la manifestazione di una minoranza degli aventi diritto a e l e g g e r l i . L a t r o va t a della”registrazione” per il voto presso i nostri Consolati non ha cambiare lo spirito elettivo. Del resto, anche i Candidati sono, spesso, gli stressi. Altresì, chi si candida non di rado, lo fa per do-vere politico. Eppure, anche noi avevamo fatto delle proposte innovative. Era la primavera del 1993. Quindi, ben 22 anni fa. Già ci eravamo resi conto che i Com.It.Es. erano strut-ture “obsolete”. Superate dal ruolo delle nostre Comunità oltre fron-tiera. Per libera scelta, non an-dremo a scrivere, ora, d’evoluzioni “probabilistiche”. Riscontri, come chi ci segue ben conosce, non ce ne sono mai stati. Forse snobbati, forse sottovalu-tati, certamente, siamo stati ig-norati. Però, anche dopo le recenti elezioni, continueremo a essere disponibili a un dialogo che, de-mocraticamente, torniamo a sol-lecitare.

ASSOCIAZIONISMO POLITICO

Nel caos politico italiano, che si riflette, purtroppo, anche a livello UE, se dall’interno manca, palese-mente, la volontà di cambiare, resta la realtà della nostra nu-merosa comunità d’oltre frontiera che, pur non avendo attivamente

partecipato, al marasma politico nazionale, ne ha sofferto, e ne soffre, le tangibili conseguenze. Dopo oltre mezzo secolo d’im-pegno pubblicistico al servizio dei Connazionali all’estero, ci slamo resi conti che solo dando corpo a una sorta d’associazionismo poli-tico partecipativo si potrebbe ten-tare di ritrovare la “via”italiana in Europa e nel mondo. Premesso che anche la Democrazia è una cura che ha da essere assunta a piccole dosi e concretamente as-similata, riteniamo che la nostra riflessione, in apertura, sia percor-ribile e compatibile con i seguiti che ci serberà questa Terza Re-pubblica nata nell’incertezza poli-tica dei tempi. Quello che è da esaltare, per meglio farlo inten-dere, è la “partecipazione” di tutti gli italiani, ovunque residenti, al varo di un polo di partenza univoco che consenta di rimuovere gli osta-coli d’ordine economico e sociale, che limitano la presa di coscienza per una Democrazia che ha da essere difesa nel pieno rispetto della personalità umana e con la partecipazione di tutti all’organiz-zazione politica, economica e so-ciale della Penisola. Quindi, siamo per un nuovo progetto che tenga ben conto che dietro il Paese c’è un Popolo con tutte le sue neces-sità e il diritto a introdurre una nuova democrazia partecipativa. Nei modi e nei termini che potranno essere dibattuti in questa fase di “limbo” politico dove con-tano solo i “numeri” per garantire quella che s’identifica nella maggioranza di Governo. Non basta, a nostro avviso, delegare altri per la tutela dei diritti nostri. Ci vuole una più diretta partecipazi-one. Nei modi e nei termini che saremo in grado d’evidenziare al momento di concretare il varo di un Nuovo Associazionismo Sociopolitico Partecipativo (N.A.S.P.). Per ora novello movimento d’opinione che potrebbe, però, evolversi in un Partito impostato su quei parametri che abbiamo, in questo nostro primo intervento, sommariamente menzionato. Lasciamo ai Lettori lo spazio per un franco confronto. Questa volta, finalmente, per di-mostrare d’”Essere”, più che “Sembrare”.

Dalle 19 alle 21 di lunedì 11 giugno

2015, Roberto Scarpinato ha parlato di paura

e mafia alMucem di Marsiglia alla Conferenza

"La Peur : Raisons et déraisons..." con Fethi

Benslama (psicanalista) e Joseph Confavreux

(giornalista a Mediapart). C'ero anche io

Prima della conferenza, ho avuto modo di scambiare

alcune parole con Roberto Scarpinato, magistrato

siciliano antimafia ora Procuratore Generale presso

la Corte d'Appello di Palermo, nonchè scrittore di

altissimo valore, che ho fotografato mentre mi

diceva che conosceva per la prima volta Mar-

siglia.La sala del magnifico Mucem era stracolma di

gente venuta ad ascoltarlo ed è stato come assistere

ad un racconto fantastico dove appariva via via,

imprigionato nel silenzio e nel rispetto "per la ma-

fia", quel popolo di Palermo che ha visto ogni sua

strada bagnata di sangue, ogni suo angolo riempito

di controllo sociale al limite della umana percezione

e poi lo stesso popolo scendere in massa per le

strade e ribellarsi. Perché ascoltare questo magis-

trato qui in Francia, a Marsiglia?

Lo psicoanalista Fethi Benslama ha accompagnato

questo incontro che si inserisce in un ciclo di impor-

tanti conferenze, per esplorare le molteplici sfaccet-

tature della paura e per domarla, demistificarla e

comprendere la politica e la società, in Francia e

non solo, ma anche ricollegarsi alla realtà mediterra-

nea ed internazionale. Il racconto di Scarpinato è

stato una specie di trattato storico-psicoanalitico,

fondato sulla sua personale esperienza quando ar-

rivò a Palermo, un "universo mentale" che lui ha

attraversato. La conferenza Roberto Scarpinato l'ha

iniziata raccontando di un affresco conservato nella

Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo,

risalente al 1400. "Il trionfo della morte", grande

impressionante metafora - ma non troppo con

migliaia di morti solo in questi decenni - che ha

cavalcato i secoli e ha plasmato la psicologia collet-

tiva: il viaggio di Scarpinato ebbe inizio a Palermo

nel 1989. Ha passato in rassegna, volando come un'

aquila reale, sulle storie di Giuseppe Greco, Giulio

Andreotti, Dalla Chiesa, Buscetta... una rassegna

spaventosa del "cervello borghese" e del "braccio

armato popolare" che ha usato la violenza chirurgica

e non anarchica, che non sovverte ma affianca un

ordine parallelo, per cui i cittadini imparano a con-

vivere con la paura e non devono averla, perchè c'è

un ordine fondato su di Lei e prima o poi ti ci con-

fronti con la Paura, nessuno ne è escluso.

La parte più straordinaria del suo racconto di vita è

stata alla fine, quando chi lo ascoltava poteva im-

maginare solo un futuro senza speranza. E invece no,

dopo l'eccidio del giudice Borsellino e la sua scorta,

preceduto dalla strage di Capaci con Falcone e chi lo

proteggeva, è arrivata sulla platea l'immagine di

quella marea di popolo che ha gridato per le strade di

Palermo il suo disprezzo. Quel popolo di anime sole

e di associazioni, perchè - se "la paura è quel nes-

suno mescolato con niente - è risorto, con l'onestà

che ha convissuto con tante e tanti.

Quando all'inizio ho chiesto a Roberto Scarpinato

come la nostra mafia fosse ricollegabile a quella di

Marsiglia, ha pronunciato il nome di Bernardo

Provenzano, dalle carte processuali, e così io ho fatto

quello di Attilio Manca... mi ha risposto che l'inchi-

esta non è chiusa e ovviamente Marsiglia è ricollega-

bile al traffico di droga internazionale. (Wikipedia:

Attilio Manca è stato un medico e urologo italiano,

presunta vittima di mafia. Fu ritrovato cadavere nella

sua abitazione di Viterbo. L'autopsia certificò la

presenza nel sangue di eroina, alcol etilico e barbi-

turici. Il caso fu inizialmente ritenuto un'overdose,

poi archiviato come suicidio. I genitori si opposero

all'archiviazione sostenendo che il figlio fosse stato

ucciso per coprire un intervento subito da Bernardo

Provenzano a Marsiglia). Questo articolo è per con-

tinuare a tenere le porte aperte, spalancate sul

Mediterraneo, e abbracciare chi ha ancora la voglia

di resistere ed esistere con dignità. Grazie dunque

alla Francia, a coloro che continuano a non avere

p a u r a d i n o n f a r e s i l e n z i o .

Sta anche a noi fare diventare le nostre città non

capitali per un anno della cultura e per secoli di ma-

fia, sta a noi non avere paura di combattere la vio-

lenza con la cultura quotidiana di pace, sempre e

dovunque.

Doriana Goracci

OPINIONI ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015 Doriana Goracci /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015

Mafia e Paura in Italia. Roberto Scarpinato la racconta a Marsiglia

Bene arrivata alla Knesset! Aida Touma-Suliman: la prima donna arabo-israeliana capo comitato al parlamento di Gerusalemme

tano in silenzio. Ma ben poche di loro prendono l'iniziativa di cambiare la

situazione. Ma c'è una maggiore consa-pevolezza da parte di Israele che le donne arabe non sono più vittime pas-sive" Nel 1993, WAV fondò i primi centri di accoglienza per donne maltrattate nel mondo arabo. Il gruppo ha anche fon-dato una casa di accoglienza per le donne che cercano di ricostruire le loro vite dopo aver lasciato mariti violenti. Per cercare le donne arabe che sono vittime di abusi fisici ed emotivi, WAV gestisce una linea telefonica; Touma dice che riceve una media di 300 chiamate all'anno da donne di tutto Israele - un gran numero per una società che tradizi-onalmente è restia ad ammettere che anche questi problemi esistono Ha con-seguito una laurea in psicologia e lettera-tura araba nella Università di Haifa. Suo marito Jiris Suleiman è morto di cancro nel 2011.Ha due figlie con cui vive adAcri nello stato d' Israele. Ha di-chiarato: "Spero di condurre con suc-cesso i processi che interesseranno tutta la società, la politica e le leggi...Il divario tra le parole e le azioni è enorme. Tutti parlano di uguaglianza e di occupazione per le donne, ma per trovare azioni, bi-sogna usare una lente di ingrandimento. Cercheremo di colmare il divario intoller-abile " . Un abbraccio grande dall' Italia. Doriana Goracci

E' stata una delle fondatrici della Commissione

internazionale delle donne per la pace israelo-palestinese Basta,direttore responsabile di Al-Ittihad, l'unico quotidiano in Israele in lingua araba. Ha fondato a Nazareth nel 1992 il gruppo arabo femminista, Donne contro la violenza (WAV), un'organizzazione che difende i diritti delle donne palestinesi e ne è stata l'amministratrice delegata sin dalla sua fondazione: "La maggior parte delle donne femministe nella nostra società sono consa-pevoli della repressione contro di loro e rifiu-

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MONOCAMERALISMO IMPERFETTO O BICAMERALISMO

BILANCIATO ?

I miei amici anglo e pure sassone direbbero " That is the question

Matte'.... "

Vogliamo ricordare ancora una volta il bicameralismo bilanciato ( e non perfetto) perche' il monocameral-ismo imperfetto renzisconiano deve ancora materializzarsi. Un Capo dello Stato garante e supervisore, un governo esecutivo responsabile in-sieme ai ministri per l' amministrazi-one della Repubblica ed un Parla-mento sovrano e autonomo con po-teri legislativi. Questo e' la forma Repubblicana che i padri costituenti, ci hanno "consigliato " di non revi-sionare: “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione cos-tituzionale. [art. Cost 139]

LE ELEZIONI LE VINCONO COLORO CHE POI SAPRANNO

GOVERNARE PRAGMATICAMENTE E NELL’ INTERESSE ESCLUSIVO DELLA

NAZIONE

La Repubblica Italiana ( la Nazione) non solo riconosce a tutti i diritti in-violabili dell'uomo, ma garantisce e tutela le pari dignità sociale, E' so-pratutto compito della politica ( e non ci stancheremo mai di ripeterlo) ri-muovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, per raggi-ungere risultati pragmatici, sia per il riconoscimento dei diritti, sia per la tutela della dignita’ sociale ed umane

Spesso politici e politicanti dimenti-cano, nel caso dei primi, che rap-prensentano la Nazione e non i par-titi o capi politici e hanno il dovere di adempiere alle loro funzioni, con disciplina ed onore e che i governi mantengono l’unità di indirizzo poli-tico ed amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei ministri e amministratori, nell' interesse esclu-sivo della Nazione sia a livello nazi-onale, sia locale. Nel caso dei sec-ondi, l' astensionismo e' il loro peg-giore nemico.

CARO LEGISLATORE, CHI E’

CAUSA DEI PROPRI MALI, PIANGA SE STESSO

L’ attuale crisi istituzionale ( ed ancora non lo dice nessuno della stampa) e’ dovuta principalmente ad un errore fatto dal legislatore ( qualcuno potrebbe anche chia-marlo politico o onorevole) nel 1970, con l’ introduzione nei rego-lamenti di Camera ( e poi) Senato. della questione di fiducia dei gov-erni sul potere legislativo.

Badate bene che solo in Italia esiste la questione di fiducia im-posta dai governi, che tra l’ altro oggi dette “questioni” sono diven-tate a tutti gli effetti, tentati suicide da parte dell’ esecutivo. In altre democrazie moderne, a partire da quella Americana. e’ ancora il Par-lamento che discute, ammenda e legifera in piena autonomia.

La questione di fiducia venne intro-dotta ( se dice) per contrastare cio’ l’ eccessivo ostruzionismo da parte delle opposizioni. Anche questa e’ un narrazione metropolitana. Nel vecchio sistema legislativo dei pa-dre costituenti, I governi ( oggi anche I ministry ,e i loro subaltern) venivano sfiduciati dal Parlamento con le mozioni di sfiducie. Se una loro iniziativa, o disegno di legge non passava in una delle camera o in ambedue, questi non cadevano e le leggi potevano essere modifi-cate e ripresentare al potere legis-lativo.

In America (per dirne un’altra) se il Congresso o Senato non passa un Bill presentato dall’ amministrazi-one Obana , questi’ ultimo statene certi non ha l’ obbigo di dimettersi. “Sembrerebbe” che nel nostro Paese il fascismo, conosciuto anche come “autoritarismo” non sia mai morto

E noi ripetiamo, la questione di fiducia era ed e’ incostituzionale, ossia non contemplata dalla nostra Costituzione ( vedi art. Cost. 94) Quando Matteo Renzi ( credo sia l’ attuale Primo MInistro) dice:” dov-ete sfiduciarmi altrimenti vado avanti da solo”, non solo mette in bilico la legislatura, ma “rivitalizza” l’ autoritarismo. Caro legislatore, chi e’ causa dei propri mali, pianga se stesso

IN UN SISTEMA BIPOLARE NESSUNA

COALIZIONE PRECONFEZIONATA ANCHE

SE UNITA , SARA' MAI IN GRADO DI GOVERNARE

NELL’ INTERESSE

ESCLUSIVO DELLA NAZIONE

Dal mattarellum in poi ci sono state ben 6 legislature ( con l’ attuale) bipolariste, ossia basate su coalizioni preconfezionate.. Tutte ( ivi incluso l’ attuale) tre di centro destra ( 94, 01 e 08) e tre di centro sinistra ( 96, 06 e 13), anche con l’ uso o meglio l’ abuso di decretazioni e questioni di fi-ducie, la politica non e’ stata in grado di governare nell’ interesse esclusivo della Nazione e l’ ec-cessivo debito pubblico ( per non parlare di Mafia Capitale e cor-ruzioni variegate sparse in tutto il Paese) ne e’ la prova mate-

matica.. L’ abbiamo sempre ri-badito ( e lo faremo ancora ed ancora) che con un sistema bipo-lare per vincere o come nel nos-tro caso specifico ipotecarsi il premio di maggioranza , la sera dopo le elezioni si, sa chi vince, ma non si ,sa, chi governera’ il Paese . La ragione che purtroppo sfugge ancora alla politica e’ una sola: il libero mandato democ-ratico che vige in ogni de-mocrazia rappresentativa e plu-ralista. Se la democrazia rappre-sentativa sin ora non ha funzi-onato, crediamo che al Paese occorra una nuova democrazia partecipativa, con un nuovo sis-tema elettorale , che metta il citta-dino in grado di forgiare, votare e seguire il suo rappresentante, durante il suo mandato

SISTEMA UNIPROPORZIONALE Suddivisione del Paese in 50 circoscrizioni con in esse 10 col-legi elettorali uninominali, con assegnazioni dei seggi in pro-porzione ai voti ottenuti da ogni singolo candidato a prescindere dalla lista. [universalum]

IN UNA REALDEMOCRAZIA IL NON VOTO E’ UN VOTO

UTILE

Come abbiamo gia’ ribadito alcuni giorni fa che :” La foma repubbli-cana italiana si basa essenzial-mente sulla democrazia partecipa-tiva e non quella rappresentativa” ,

in una realdemocrazia spesso il messaggio del non voto non e’ del tutto recepito dal legislatore. Il legislatore italiano concentrandosi solo sul voto rappresentativo ( passivo) trascurando quello partecipativo ( attivo) “truffa” il cittadino, allontanandolo voluta-mente dal concorrere alla deter-minazione della vita sociopolitica del Paese. Quando la meta’ degli elettori per vari motivi non parte-cipa al voto, il messaggio e’ chi-aro:” La democrazia partecipativa e’ in declino”. Ultimamente questo messaggio non e’ nemmeno con-templato dal legislatore, perche’ con I vari nuovi sistemi elettorali, sa che gli basta un 20% dei con-sensi + un’ elettore per vincere, ignorando che senza democrazia partecipativa e pluralismo socio-politico non ci potra’ mai essere stabilita’ ed equita’ legislativa.

IN POLITICA,

L’ INEFFICIENZA

BUROCRATICA E LA

CORRUZIONE SONO

SOLO EFFETTI

COLLATERALI

Per noi il problema non esiste, basterebbe introdurre la presunzi-one di colpevolezza per i funzion-ari, i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici.la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici. In altre parole il cittadino commune se sbaglia paga sia penalmente sia civilmente. Ecco perche’ l’ Italia e’ il primo paese europeo per corruzioni. Noi cre-diamo altresi’ che i presunti cor-rotti andrebbero tenuti fuori dalla Politica e la Cosa Pubblica, bas-terebbe una legge che vada al di la’ di un Parlamento pulito senza condannati, ma di un sistema uni-versale che vieti le candidature e la nomine a coloro indagati o moralmente indegni.

Carmine Gonnella

Storie fantastiche dal cratere aquilano Di Luigi Fiammata

I biglietti da cinquanta, e da cento euro, si ammucchiavano sul tavolo. Erano un monte disordinato. Come un nido che aspettasse il suo cuculo. Silvana, mi guardava, seduta di fronte a me. Gli occhi increduli. Forse spaventati. Alla mia sinistra, Leonardo, teneva le carte da gioco chiuse, nelle mani. Guardava uno scaffale colmo di faldoni, e, come se stesse parlando con qualcun altro; non con noi, con voce leggera, sfottente quasi. Diceva: Rilancio di duecento. – Alla mia destra, Enzo, deglutiva. Con difficoltà. Dopo aver ascoltato Silvana lasciare il gioco, disse: Più cinquecento, ancora. – Ma se non hai più nulla… - Quasi strillava Silvana. Mettendogli una mano sul braccio. Enzo mise una mano in tasca. Ne tiro fuori un foglio bianco, accuratamente piegato. E lo consegnò a Leonardo. Che lo aprì, alzandosi in piedi e met-tendolo sotto la lampada che pendeva sul tavolo, per leggerlo. C’era un silenzio sudato, intorno. Eravamo tutti convinti che Enzo avesse messo sul piatto, qualcosa di grosso. L’atto di proprietà della pro-pria abitazione ad esempio. Silvana lo guardava fisso, come se si aspet-tasse uno sguardo ricambiato. Ma Enzo aveva il braccio ancora alzato, verso Leonardo, aspettando che gli restituisse il foglio, una volta letto, e sembrava che, per lui, non ci fosse nessun altro, nella stanza. Ma qui c’è scritto che sei pieno di metastasi… - disse Leonardo. Certo, ai polmoni. Così capisci che non mi importa perdere cinquecento o cinquecentomila euro. E giochi senza far storie, se, in questo istante ho finito i soldi qui con me. – Rispose Enzo. Togliendosi qualche goccia di rum dai baffi neri, con un movimento delicato delle dita. Leonardo ripiegò il foglio. Lo con-segnò a Enzo. E sedette, di nuovo. Va bene – disse Leonardo, con un sorriso – giochiamo. – Sarebbe toccato a me, decidere se partecipare al gioco, o, ancora, rilan-ciare. Tutto nasceva dalla mia prima puntata, infatti. Ma, intorno a me, era diventato tutto buio. L’atteggiamento serpeggiante di Leonardo. Gli occhi tremanti di Silvana. Le parole gelate di Enzo. Tutto buio. Sentivo la fronte bagnata del mio sudore appiccicoso. E un conato di vomito, salire dalla gola, fino al palato. Silenzioso, viscido. Chiusi gli occhi. Misi le mani sulle ginocchia, e mi diedi slancio, per

alzarmi dalla sedia. Non sentivo più nessun ru-more. Tirai su dallo schienale della sedia la mia giacca, e la indossai, mentre mi dirigevo verso la porta di ingresso. Nelle orecchie, il rumore cupo della grandine sulla piana di Campo Imperatore. Non ero neanche sicuro se qualcuno si fosse preoccupato di fermarmi. O se il gioco potesse continuare comunque,

anche senza di me. Uscii dalla porta dell’ufficio, chiuso al pubblico, dato l’orario notturno, e iniziai a scendere le scale, al buio. Le scale di finto marmo di Tivoli del prefabbricato. Una scatola di cemento poggiata nel Nucleo Industriale di Pile. Senza fondamenta. Nei pressi della Curia Arcivescovile. E della sua scatola di cemento prefab-bricato, benedetta. Nel Nucleo Indus-triale di Pile. Forse senza fonda-menta, dall’altro lato della strada. Avevo l’auto parcheggiata sullo ster-rato. Vicino ad uno pneumatico nato in mezzo alle erbacce. Alzai la testa. La luce dell’ufficio era ancora accesa. La mia presenza non era indispensa-bile. E poi guardai il cielo. Buio come uno schermo spento. E, subito, pensai che Enzo, quel cielo, non l’avrebbe visto più. Appoggiai la mano al cofano della mia vecchia Peugeot. Mi bastò aprire la bocca, e sentire il sapore acido e rancido della mia paura uscire fuori, con un ruggito piangente, prolungato. Di bava che schizzava sulle ruote e sulla carrozzeria nera. Non sentivo più il respiro. Era tutto fermo nello sterno. Un’apnea da viscere spre-mute, e sapore di sangue. Persino dal naso, mi usciva un muco fetido. Tre-mavo. Le gambe, piegate, come da un calcio improvviso dietro il ginoc-chio. Le lacrime, e ancora il ruggito; la paura che non trova uscita. La puzza. E in bocca un sapore inconsolabile. La tosse. Violenta. Sguaiata. Stavo attento a non mettere niente di me, con l’ultima razionalità che m’era rimasta in testa, tra la mia bocca e la terra. Mi sporgevo in avanti, tuffan-domi senza cadere. Un salto in lungo del bolo. Senza rincorsa. Stavo anche per pisciarmi sotto. Non potevo con-trollare insieme tutti i muscoli. Mi asciugai le lacrime con le dita. E la bocca con un fazzoletto di carta che conservavo nel cruscotto dell’auto. Entrai dentro, e poggiai la schiena, prima, e poi la testa. E poi ancora, con immensa fatica, come se percor-ressi un ponte infinito, spostai in avanti la testa e la poggiai sulle mani attaccate al volante. La fronte era calda. E pulsava, la vena, sul lato degli occhi. Staccai la mano destra, e misi in moto. Marcia indietro. Alla mia sinistra il torrente Raio era sprofondato dentro i sassi del fondale e nell’erba che cresceva alta. Sui margini, correva il metanodotto. Come una vena gonfia, ed estranea. A destra, subito, un bar. Su un lampione, una bandiera ital-

iana. Senza vento. Scolorita come un campionato mondiale di calcio scon-fitto. E scatole, e ancora scatole di cemento compresso, circondate da muri. E can-celli. E insegne al neon. Sgocciolanti. E finestre allineate, come loculi ancora vuoti. Scatole che inghiottivano la col-lina, spianata. E l’erba. Ridotta a mon-coni, passiti. Spinosi di polvere nera di tubo di scappamento. Avevo aperto il finestrino, dell’auto, per lasciar entrare l’aria notturna. Che mi batteva sulla tempia, riscaldata dall’odore dell’asfalto. Tracciai la ro-tonda, vicino al centro commerciale, e salii sul ponticello che oltrepassa il torrente, e svoltai subito a destra. Mi correva a fianco il guardrail e, a sinis-tra, le altre scatole. Qualcuna sbrec-cata dal terremoto. Al termine delle scatole, restava in piedi, spezzata, il tetto crollato a metà, una lunga crepa fino a terra, come un vetro infranto, una vecchia casa di pietra. Una casa contadina, cui qual-cuno aveva costruito su un fianco, un’escrescenza di cemento e mattoni rinfusi, ora protesi nel nulla della scossa del sei aprile. La vegetazione, intorno cresce, ignorandola di disgusto. Arrivai alla galleria della Mausonia, e chiusi il finestrino. Entrai nel ventre della balena; cercavo l’uscita. Alla mia destra, il cemento arcuato della parete sudava acqua, che si appozzava sull’asfalto, in curva. Come una ferita perenne, infettata. Un pus nero. Uscii, dalla galleria. E, subito, alla mia destra, ancora, il prato era stato divorato da una distesa di pietrisco, nuda. Reticolata di recinti verdi, e terrapieni, in basso, che la sostenevano dal dislivello, di quella che, un tempo, era una piccola gola tra le colline. Verde, un tempo. E grigias-tra, ora. Come una febbre. Sotto la rotonda, a sinistra, la casa abbandonata, di pietra, forse una an-tica stalla, già sventrata dal tempo, prima del sisma, le trabeazioni in legno, essiccate come ossa al sole, era stata piallata dalle ruspe, e recintata, per essere ricostruita, magari in cemento armato di ferro. Riaprii il finestrino. E m’accorsi, che, in realtà, stavo guidando al buio, tenendomi lontano dai fari di automobili che procedevano in senso inverso al mio. Ma senza guardare nulla. Nella penombra riscal-data dai fari. Era la mia mente, che ricostruiva il paesaggio intorno. Inser-endoci dentro le offese vigliacche. Come una malattia devastante. Come una ferita irrimarginabile. Suppurata. Alla mia sinistra, in cima alla collina, due enormi ville in legno. Disegnate da un bambino che immagini la propria casa come un fumetto di paperi e topi. Una tumefazione con le antenne satelli-tari in cima. Al termine della discesa, la casa fatta di soli mattoni, poggiati l’uno sull’altro, senza nulla che li tenesse insieme, eppure già col tetto. Una scritta di vernice, dopo il terre-moto, sbiadita, su un bandone di met-allo rugginoso, avvertiva che era peri-colante. Ora.

E, a sinistra, subito, nella campagna abbandonata, un’altra spianata di pietra e letame. Avvolta in un perimetro di metallo palizzato. C’erano camion, parcheggiati dentro, e rimorchi. E im-palcature ritorte. Alla mia destra, allo stesso modo, c’era una rivendita di automobili, lasciate a seccare sotto il cielo, in attesa di un acquirente. E, ancora, passata la rotonda, verso Monticchio. I campi non più coltivati. Estirpati. Con il pietrisco calcinato poggiato come il coperchio di un sarcofago sopra l’erba, e riempito, a destra e a sinistra, di ma-teriale edile in vendita, sacchi di ce-mento, cubetti di pietra e porfido. Mat-tonelle. L’aria era iniettata dell’ odore degli alberi abbattuti. Enzo, era lontano, ora. Era rimasto lungo quel sentiero, sul monte dietro Pizzoli, arrampicato verso la sorgente. Quando lo sentivo cammi-nare dietro di me, col fiato pesante, dentro il caldo del pomeriggio di maggio. La memoria mi separava da lui, men-tre, in salita, guardavo verso le nuvole altissime, in cielo, bianche. Che galleg-giavano. Ed ero solo, ora. Fermo con l’auto nello slargo rotondo di Monticchio. Poco prima del corridoio di tubi metallici, che separava la casa, da una parte, dalla chiesa dall’altra, re-stringendo ancor più la stradina che portava verso Fossa. Il rumore del motore era leggero. Come un respiro prima del sonno. Le luci gialle dei lampioni sembravano ron-zare. Inserii di nuovo la marcia, e mi diressi verso la strettoia che portava al Parco delle Arti, e ai cassonetti di immondizia, tracimanti, dove fermai l’auto. E scesi. Sul muro di una casa, lì, sull’angolo, decine e decine di rose si arrampi-cavano. E iniziai a staccare alcuni fiori. Con le mani nude. Spezzando a strattoni il verde filamentoso dei rametti. Le dita graffiate, di solchi sanguinanti. Le spine si difendevano. Ne rubai una dozzina, più o meno. Mi sentivo le mani spezzate. Sentivo i cani abbaiare. Forse vicino, forse lontano. Poggiai tutto sul sedile posteriore dell’auto e ripartii, sudato. E sporco. Milena, era una delle poche persone tornate a vivere in centro. Abitava in una casa, bassa. Ad un solo piano. Il portoncino di legno marrone s’apriva su un piccolo scalino di cotto brunito dal sole e dai passi, un attimo prima dei ciottoli di pietra della strada. Le lasciai lì, le rose. Fino al mattino. Forse, un giorno, avrei trovato il corag-gio di dirle che ero stato io. Quella notte, quell’alba che ancora non arrivava. Per difendermi dalla morte nell’unico modo che sapevo trovare. REDAZIONE

NOTE EDITORIALI ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015 COMUNICATI /////////////////////////////////// Goffredo Palmerini ////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015

CULTURA & SOCIETA’ ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// a cura di Nino Bellinvia BNL Giugno 2015 6 7

“Penelope”: un testo defi-

nito: “Non soltanto un libro, ma soprat-tutto, una frustata sulla faccia di chi sta depredando l’Italia”. Il suo autore è stato anche intervistate da una radio del Can-ada. Pemnelope la conosciamo tutti. Figura della � HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_greca"��mitologia greca�, figlia di �HYPERLINK "https://i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / I c a r i o _(Sparta)"��Icario� e di �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/w/index.php?t i -tle=Policaste&action=edit&redlink=1"��Policaste� (o di �HYPERLINK "https://i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /Peribea"��Peribea�), moglie di �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Ulisse"��Ulisse�, madre di �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/w i k i / T e l e m a c o " � � T e l e m a c o � , �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/w i k i /Po l i po r te "� �Po l i p o r te� e �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/w i k i / A r c e s i l a o _(Telegonia)"��Arcesilao�. Attese per v e n t ' � H Y P E R L I N K " h t t p s : / /it.wikipedia.org/wiki/Anno"��anni� il ritorno di Ulisse, partito per la

zante è il ritmo e il modo di rappresentazi-one che cattura e ipnotizza tanto da “costringere” a leggere il poema tutto di un fiato. L’opera lascia stupiti per la nitidezza degli scenari, per la fluidità dei dialoghi e per la costante tensione dram-matica, seppur apparentemente pacata, dell’intera trama. Il poema è una amara invettiva contro chi, privo di scrupoli e decenza, ha fatto un uso scellerato del bene comune, incur-ante delle amare conseguenze per il popolo. Il riferimento è alla terra natia dell’Autore (le …sponde del dio Lon-gano…) ma la denuncia implica ambiti più vasti, fino ad assumere (è anche uno de-gli scopi e dei meriti della poesia) valori universali. Messina è autore e artista dotato di pro-fonda passione civile e di grande rispetto per la dignità umana. In questa sua opera, rivendica e ribadisce ancora una volta, fortemente, il ruolo di critico e educatore sociale dell’artista che non può ritirarsi nella sua “torre d’avorio” e restare indiffer-ente a quanto avviene attorno, specie di fronte allo sfacelo e all’involuzione cul-turale di un popolo. Ha ragione quindi a denunciare la passività, il defilarsi col-pevole degli uomini di cultura (Ulisse è il letterato… è l’intelletto…). Spesso (al pari di Cassandra o di Laocoonte, restando in tema di riferimenti omerici) non è ascol-tato, non per volere degli dei, ma per la pochezza di certi amministratori della cosa pubblica che preferiscono, per tor-naconto, fingere di non sentire. Novello Don Chisciotte, Messina è eroe romantico e idealista che si batte contro i mulini a vento (che potrebbero essere, oggi, le ciclopiche pale eoliche installate nell’entroterra siciliano). Bisogna dire che di queste battaglie (mai inutili) ne ha com-battute molte, in quasi cinquanta anni di vita artistica, sempre con cristallino ardore

�HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra"��guerra� a �HYPERLINK "https:// i t .wik ipedia.org/wiki /Troia_(Asia_Minore)"��Troia�, crescendo da sola il piccolo �HYPERLINK "https://i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /Telemaco"��Telemaco� e evitando di scegliere uno tra i �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Proci"��proci�, �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Nobile"��nobili� pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per �HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/Laerte"��Laerte�, padre di Ulisse, mentre di �HYPERLINK " h t t p s : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /Notte"��notte� lo disfaceva. Avendo promesso ai proci che avrebbe scelto il futuro marito al termine del lavoro, ri-mandava all'infinito il momento della scelta. Ma una Penelope diversa, che è un piacere conoscere, la troviamo proprio n e l v o l u m e t t o , d a l t i t o l o “Penelope” (Edizioni Smasher) del noto scrittore, poeta, pittore, scultore Giuseppe Messina. Volumetto che è stato di recente presen-tato nella magnifica cornice barocca dell’auditorium San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto con una relazione, dav-vero genuina e fuori da ogni canone,

l’architetto Sergio Gallitto (noto anche autore dello straordinario romanzo “Tempi virtuali”), al quale è stato tribu-tato un lungo applauso. Il Gallitto ha posto l'accento sulla validità del poe-metto “Penelope”, composto dai versi endecasillabi e settenari, dalla straordi-naria musicalità, contenenti un'efficacis-sima trama che spinge il lettore a non potersi fermarsi. Non si è privato, anche, dal tracciare un excursus sulla figura del maestro Giuseppe Messina e sulla sua opera scultorea e soprattutto pittorica, rammentando che i suoi colori vivaci, brillanti, forti, mediterranei non sono usati per dipingere cose scontate, ma li piega alla sua volontà per realizzare soggetti che hanno un tutt’altro e alto valore intrinseco e artistico, divulgatori di un messaggio umanistico, civile e cul-turale nell’insieme che spesso non è valorizzato da chi è responsabile della cosa pubblica. Ma ecco il testo della sua relazione. I Poeti volano alto. Per questo, forse, chi guarda troppo da vicino le cose mon-dane non riesce a percepirli. I Poeti vo-lano alto e, come le aquile, hanno occhi acuti: così, riescono a vedere quello che sfugge ai più. I Poeti volano alto e sog-nano. E se è vero che, come scrisse Shakespeare, siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni, cioè des-tinati a svanire, è pure vero che, a volte, i sogni diventano bisogni che danno senso e sostanza alla vita. E di un sogno, in vero, tratta il poema. In breve, ecco la vicenda come ha scritto nella sua prefazione Sergio Gallitto. È notte, il Poeta (l’Autore stesso) stenta a prender sonno. Soffre per le condizi-one del Paese, offeso e umiliato, mentre la Cultura è ignorata. Sopraggiunto il sonno, il Poeta sogna di trovarsi a Itaca, presso Penelope, in attesa di Ulisse e insidiata dai Proci. Qui assume le sembi-anze del cantore Femio ed assiste al tragico epilogo dell’Odissea, con il ri-torno di Ulisse e la strage dei Proci. Un temporale sveglia il Poeta che ha chiara la visione, evocata dal sogno, dell’Italia che, come Penelope, è contesa da in-fami opportunisti, novelli Proci. L’unico rimedio sta nel …combattere il male e l’indifferenza. Con questi versi, appunto, si chiude il poema. Un file rouge unisce questo poema in versi, ad alcune precedenti opere dell’Autore (cito, tra le altre, Odissea ultimo atto, La leggenda di Omero, Il testamento di Odisseo): la passione e l’amore per la letteratura e la mitologia classica, particolarmente per le opere omeriche, sempre al centro del partico-lare universo artistico. La vicenda di Penelope, in questo caso, è stata adop-erata come perfetta metafora per narrare vicende di casa nostra. Il parallelo tra Penelope e l’Italia e tra Ulisse e il mondo degli artisti, dei letterari e degli intellettu-ali, è convincente e calzante; e incal-

e fierezza, spesso accompagnati da un dolore interiore sordo, che in modo assor-dante, però, ha comunicato a chi è stato disposto a prestargli attenzione. Io non so se un Ulisse salverà Penelope (come auspica l’Autore) o Penelope andrà “alla guerra”. Mi associo, però, alla sper-anza dell’Autore che la coscienza dei popoli sia scossa e risvegliata dal Papa, il religioso “in soccorso” al laico agnostico. Sempre che, “l’uomo vestito di bianco” non sia quello soccombente richiamato nel “visionario” terzo segreto di Fatima. Infine, auguro che, mentre ai confini dell’effimero coacervo di nazioni che si chiama Europa, e di altre aree geografiche, premono nuovi “barbari” che. promettono lutti e devastazioni mai visti, la “sinfonia dell’armonia”, di cui alle note dell’Autore, riempia l’intero etere delle sue alte note. Da ricordare che la presentazione del volumetto si è avvalsa anche di un con-certo musica le de l “Quintet to classico” (Giuseppe Fabio Lisanti e Gabri-ella Anastasi ai violini, Rosanna Pianotti alla viola, Maurizio Salemi al violoncello e Alessandro Monteleone alla chitarra) e dell’intervento dell’editrice Giulia Carmen Fasolo, quale moderatrice, che ha spie-gato i motivi della scelta di pubblicare “Penelope”, un testo che rappresenta la metafora dell’epoca che l’Italia sta vivendo. Lasciamo i lettori a trarre i loro giudizi leggendo il volumetto. Giuseppe Messina è da tutti conosciuto. Comunque lasciamo alla sua biografa ufficiale, prof.ssa Maria Torre, di farci una sintetica biografia. Giuseppe Messina, nasce in quella mille-naria Gala, frazione del comune di Barcel-lona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, già sede dell’importante monas-tero dei padri Basiliani fino al 1779. Nella

enze, ed è stato correlatore sul tema “Archeologia tra passato e presente” as-sieme ai professori Tullio Maneri esperto di archeologia e Renato Pitrone titolare della cattedra di Archeologia all’Univer-sità “La Sapienza” di Roma; tra l’altro è stato chiamato da diversi Istituti Di Scuola Media Superiore quale docente per i progetti di Storia della Sicilia, delle Tradizioni Popolari e del Folklore, di Pit-tura e Scultura nonché di Teatro (Dizione, Recitazione, Mimo e Porta-mento) mettendo in scena alcune sue opere. Nel 2006, in occasione del suo quarantesimo anniversario di attività ar-tistica, gli è stata conferita la Targa d’Ar-gento della Presidenza della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano. 2011 gli è stato conferito il Trofeo della presidenza della Regione Sicilia per i 45 anni di attività artistica e culturale. A tutti i nostri lettori consigliamo di vision-are il blog dell’artista (�HYPERLINK " h t t p : /giuseppemessin.blogspot.it/"��http://giuseppemessin.blogspot.it�) nel quale sono riportate le foto di oltre cento sue opere (sculture, dipinti, grafiche), le copertine di tutti i suoi libri e tanta e tante altre notizie. Per contatti con l’artista inviare una e-mail: �HYPERLINK "mailto:[email protected]"��[email protected]� Nelle foto: Giuseppe Messina; la coper-tina del volumetto “Penelope”; un mo-mento della presentazione (da sx: l’editrice Giulia Carmen Fasolo; il relatore Sergio Gallitto; lo scrittore Giuseppe Messina e la biografa Maria Torre); il “Quintetto classico”.

seconda metà degli anni sessanta del secolo scorso lascia la Sicilia per trasfer-irsi a Roma dove entra in contatto con il grande mondo della cultura e, quindi, può aprirsi a più vaste conoscenze. Egli è scultore e pittore, infatti, ha realiz-zato pregevoli opere che possono essere ammirate in esposizioni pubbliche e pri-vate in Italia – dove ha esposto assieme ad artisti come S. Fiume, E. Calabria, R. Guttuso, R. Brindisi ed altri grandi – ma anche all’estero (Russia, Argentina, Sud Africa, Australia, Canada, U. S. A., Inghil-terra, Malta e diverse altre città europee); ma ha al suo attivo anche la realizzazione di opere pubbliche. Ciononostante, ha un particolare interesse per la letteratura e la mitologia classica. Ed è grazie a questa sua passione, che riesce a realizzare una trilogia, ovvero tre poemi endecasillabi dedicati a Omero, e cioè: “Odissea ultimo atto” (Pubblicato a cura del Movimento per la Divulgazione Culturale di Barcellona Pozzo di Gotto) che continua l’Odissea omerica, “La leggenda di Omero” (Edizioni Bastogi) con cui reinventa e rende reale il più classico dei poeti e “Stirpi di Atlan-tide” (Inedito) che narra le ultime ore del mitico continente, prima di inabissarsi, e la fuga verso altre terre di una parte di quel popolo. per questa trilogia gli è conferito il Premio Speciale della Giuria (Medaglia d’Oro del Senato della Repubblica) a Pa-lazzo Barberini in Roma, al concorso let-terario dedicato ad Antonio De Curtis, in arte Totò. Giuseppe Messina è anche autore di di-verse opere teatrali, infatti oltre a “Nel Mitico regno di Eolo” (Libera riduzione del primo poema) ha scritto “Lamento Per Placido Mandanici”, “Testamento teatrale”, “Non sono Cyrano di Bergerac”, “Nel segno di Socrate” e altre. Più che altro egli si definisce scultore, infatti ha realizzato diverse opere in legno, in pietra arenaria, in granito, in ossidiana e in bronzo: è in pietra arenaria di Lecce “Ciclope nel vento” donato alla sua città nel 2002; in bronzo sono le dodici sculture realizzate per illustrare il suo primo poema, e nello stesso materiale sono i monumenti, sia quello dedicato a Nello Cassata, storico della città di Barcellona Pozzo di Gotto, che quello in onore dell’eroe della prima guerra mondiale Luigi Rizzo sul porto di Milazzo, così come altre opere funerarie. L’artista ha lanciato l’idea che ha portato all’istituzione del “Premio Città di Barcel-lona Pozzo di Gotto” per cui ha creato e donato lo stesso trofeo bronzeo “Longano”, simbolo della città, con il quale sono stati insigniti: lo storico Santi Cor-renti, lo scienziato Antonino Zichichi, Do-natella Bianchi, conduttrice di “Linea Blu” e l’attrice Francesca Chillemi “Miss Italia” 2003. Il Messina, a cui sono riconosciuti autorità e prestigio, è stato invitato da Circoli Di-dattici a tenere seminari di aggiornamento per insegnanti sui temi “Educazione all’im-magine e Beni Culturali”; ha tenuto confer-

I poeti volano alto e come le aquile hanno occhi acuti Giuseppe Messina discute con “Penelope contro chi senza scrupoli fa uso del bene comune