brescian°39 giugno 2018 - publimax.eu selection... · sergio simonini, direttore credito...

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BRE S CIA IMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI, MOSTRE, TENDENZE N°39 GIUGNO 2018 _ 4.90 S election CRE.LO-VE UNA BANCA 4.0 DEL BONO SINDACO UBI LOGGIA EMILIO RESTAT? L’ULTIMO LIBRO DI ALDO BUSI “OMO SCRIBENS” LA GRANDE ABBUFFATA RISPOSTA A BERTOLETTI E CALZONI RISPOSTA AL SINDACO DOPO LE DIMISSIONI DI NICOLAI IN AIB TORNA IL SERENO? Sergio Simonini, direttore Credito Lombardo-Veneto con i suoi collaboratori.

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Page 1: BRESCIAN°39 GIUGNO 2018 - publimax.eu Selection... · Sergio Simonini, direttore Credito Lombardo-Veneto con i suoi collaboratori. 3 PAGINA 16 GRANDI AZIENDE BRESCIA SELECTION RIVISTA

BRESCIAIMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI, MOSTRE, TENDENZE N°39 GIUGNO 2018 _ € 4.90

Selection

CRE.LO-VEUNA BANCA 4.0

DEL BONOSINDACOUBI LOGGIAEMILIORESTAT?

L’ULTIMO LIBRODI ALDO BUSI“OMO SCRIBENS”LA GRANDEABBUFFATA

RISPOSTA A BERTOLETTIE CALZONI

RISPOSTAAL SINDACO

DOPOLE DIMISSIONIDI NICOLAIIN AIB TORNAIL SERENO?

Sergio Simonini, direttore Credito Lombardo-Veneto con i suoi collaboratori.

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3

PAGINA 16GRANDI AZIENDE

BRESCIA SELECTIONRIVISTA BIMESTRALE

IMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI,

MOSTRE, TENDENZE

EDITRICE Publimax Srl

Via Romanino, 1 Brescia Tel. 030 [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Salvetti

[email protected]

COORDINAMENTO EDITORIALE Massimo Boni

[email protected]

HANNO COLLABORATO:Alessandro Cheula, Claudia Lazzari,

Laura Sorlini, Eleonora Raschi, Lucia MarchesiMassimo Cominetti, Velvet, Wonka,

Agenzia Fotolive.

DISTRIBUZIONE Diffusione@Logistica Brescia spa

STAMPA Tipolitografia Pagani – Passirano (BS)

Aut. trib. di Brescia – N° 53/2001del 28/02/2001

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀSU BRESCIA SELECTION

CARLO [email protected]

ANNALISA [email protected]

insideBRESCIAIMPRESA E LAVORO, ECONOMIA E POLITICA, PROTAGONISTI, PIACERI, LIFESTYLE, EVENTI, MOSTRE, TENDENZE N°39 GIUGNO 2018 _ € 4.90

Selection

CRE.LO-VEUNA BANCA 4.0

DEL BONOSINDACOUBI LOGGIAEMILIORESTAT?

L’ULTIMO LIBRODI ALDO BUSI“OMO SCRIBENS”LA GRANDEABBUFFATA

RISPOSTA A BERTOLETTIE CALZONI

RISPOSTAAL SINDACO

DOPOLE DIMISSIONIDI NICOLAIIN AIB TORNAIL SERENO?

Sergio Simonini, direttore Credito Lombardo-Veneto con i suoi collaboratori.

GIUGNO 2018_

STORIE DI COPERTINA_

CRE.LO-VEUNA BANCA 4.0

pagina otto

PAGINA 28AIB

PAGINA 30AIB

PAGINA 34DA MARGHERITA

PAGINA 42MILLE MIGLIA

PAGINA 51IL SESSO E IL SACRO

PAGINA 56IL SESSO E IL SACRO

IN AIB TORNA IL SERENO?

LA RESPONSABILITÀ SOCIALE PERL’INDUSTRIA 4.0

AMARCORDGARDESANO

E GIRA GIRAL’ELICAROMBA

IL MOTOR…

TRA MORBOSITÀE MODERNITÀ

CULTO DEL CORPO COME VOLONTÀ

DI POTERE «cultura» del corpo come

volontà di sapere

PAGINA 22LIBRI

PAGINA 20AMMINISTRATIVE

PAGINA 18GRANDI AZIENDE

PAGINA 24AUTOREFERNZIALITÀ

PAGINA 26IL PD ISOLATO

ALDO BUSI“omo scribens”

RISPOSTA AEMILIO

DEL BONO

BUFFETTI investe in Cartiere

Paolo Pigna Spa

RISPOSTA A BERTOLETTIE CALZONI

L’ONDIVAGOAVENTINO DEL PD

PAGINA 4EDITORIALE

PAGINA 14PERSONAGGI

UBI BANCABRIXIA

CESSAT?

“MARKETING FINANCE”DI PAOLO

COLUCCELLI

GRANAPADANO DOP:

primo trimestre 2018: consumo retail vola

con +180mila forme

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S T O R I E D I C O P E R T I N A

DOPO BRESCIA E SAREZZO IL CREDITO LOMBARDO VENETOHA APERTO A BERGAMO LA TERZA FILIALE.

CRE.LO-VE, ACRONIMO DI “CREDITO LOMBARDO VENETO”, LETTO ALL’INGLESE FA CRE.LOVE, AMORE PER IL CREDITO. DA QUI UNA MISSION CHIARA: SOSTEGNO ALLE

REALTA’ ECONOMICHE PRESENTI SUL TERRITORIO

Se l’Abi, l’associazione bancaria italiana, dovesse bandire un

premio dedicato alla “RELAZIONE CON IL CLIENTE”, è molto

probabile che il Credito Lombardo Veneto di Brescia conqui-

sterebbe il primo posto. La relazione con il cliente infatti, è

la prima preoccupazione del Direttore Generale, Sergio Simo-

nini, e di tutto il management e il team di collaboratori che

lavorano con lui. Per rendersene conto basta entrare in una

filiale della banca.

Credito Lombardo Veneto, banca nata 5 anni fa a Brescia, con-

solida il proprio modello di business, incentrato sull’obiettivo

UNA BANCA 4.0 CHE, ACCANTO

ALLE TECNOLOGIE DIGITALI,HA “MESSO A FUOCO” UN ALTRO

MUST GESTIONALE:LA RELAZIONE CON IL CLIENTE

S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A

AL CENTRO DI TUTTO, PER IL DIRETTORE GENERALE SERGIO SIMONINI, C’E’ IL RAPPORTO CON IL CLIENTE. RAPPORTO

FONDATO SU TRE ASSET: ESPANSIONE TERRITORIALE DIALOGO INTERPERSONALE RELAZIONE IMPRENDITORIALE.

SE SI TENESSE IL CONCORSO BANCARIO NAZIONALE DEDICATO ALLA “RELAZIONE CON IL CLIENTE”, CRELOVE POTREBBE ESSERE

UNA BANCA DA PRIMO PREMIO ASSOLUTO.

di sostenere il territorio attraverso l’offerta di un servizio a

360 gradi a favore delle realtà produttive e delle famiglie attive

nel contesto locale. Ciò è reso possibile da una completa gam-

ma di prodotti, arricchita oggi da servizi articolati e mirati al

soddisfacimento delle esigenze della clientela che si fanno nel

tempo sempre più complesse e diversificate.

L’implementazione di nuovi prodotti e servizi ha proceduto di

pari passo con lo sviluppo territoriale della banca, che ha visto

negli ultimi due anni, l’apertura di due nuove filiali.

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S T O R I E D I C O P E R T I N A

Nel settembre 2016, infatti, ha preso avvio la filiale a Sarezzo.

La scelta di sviluppo in Val Trompia, terra che ha visto la nasci-

ta di molte realtà bresciane da tempo consolidate sul territorio

provinciale, ha consentito di rendere più accessibile la banca

alle realtà produttive presenti in quell’area, artigiane e piccole

imprese in primis, e, al tempo stesso, ha permesso alla banca

di crescere rapidamente e di stare al passo con gli ambiziosi

progetti di budget che la stessa si è data.

Nel dicembre 2017, la missione di essere un istituto bancario del

territorio è proseguita con l’apertura della terza filiale di Ber-

gamo. Anche in questo caso, la scelta del territorio non è stata

casuale: Credito Lombardo Veneto ha deciso di focalizzare il

proprio sviluppo in un’altra area territoriale caratterizzata da un

tessuto imprenditoriale estremamente sviluppato e in un conte-

TRE FILIALI TERRITORIALI DI CUI L’ULTIMA, DOPO BRESCIA E SAREZZO, A BERGAMO NEL CENTRO URBANO IN VIA PALEOCAPA

sto socio economico sotto vari aspetti similare a quello brescia-

no; tale scelta strategica, come dichiarato dal Direttore Genera-

le Sergio Simonini, oltre a rafforzare in maniera significativa la

presenza sul territorio, riconferma la volontà di estendere gra-

dualmente la propria presenza in ambito extra provinciale. Per

quanto riguarda l’allestimento dei locali, anche la filiale di Ber-

gamo è stata realizzata sul modello della filiale di Brescia: uno

spazio accogliente e gradevole, lontano dal modello di “sportel-

lo” bancario tradizionale e più vicino al concetto di consulenza,

volto ad affiancare e guidare il cliente nelle proprie scelte.

Analogamente a quanto accaduto per la filiale di Sarezzo, a soli

tre mesi dall’apertura della filiale di Bergamo i risultati sono

lusinghieri: 250 nuove relazioni, oltre 5 milioni di raccolta di-

retta e oltre 8 milioni di impieghi.

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g r a n d i a z i e n d e

ECCELLENZE MADE IN BRESCIA

GRANA PADANO DOP:PRIMO TRIMESTRE 2018: CONSUMO RETAIL

VOLA CON + 180MILA FORME (+16%)

“Nel 2017 Grana Padano ha fatto registrare un nuovo re-

cord produttivo di 4.942.054 forme, vale a dire il 2,4% in

più rispetto all’anno precedente. Risultati che ci gratificano,

confermando Grana Padano il prodotto DOP più consumato

al mondo. E se ci lasciamo alle spalle un ottimo 2017, an-

cora più lusinghieri sono i dati del primo trimestre 2018,

che è andato ben oltre le aspettative con un incremento nei

consumi retail nazionali ed esteri di circa 180mila forme,

il 16% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Un successo, questo, che ha agito da stimolo sulle quotazioni

all’ingrosso favorendone la ripresa”.

Lo ha detto Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Con-

sorzio Tutela Grana Padano, durante l’Assemblea Generale

dei produttori di Grana Padano svoltasi presso il centro con-

gressi di Verona Fiere (VR) lo scorso 27 aprile. Un trend positi-

vo che trova importanti riscontri anche nell’export con una cre-

scita, rispetto al 2016, del 2,1% pari a 1.799.227 forme vendute

in ogni parte del mondo. Il mercato più importante, in termini di

consumi, si conferma la Germania con 455.878 forme esportate,

seguito dalla Francia (207.276 forme) e, oltre oceano, dal Nord

America con 194.333 tra Stati Uniti (145.177) e Canada.

“Nonostante i numeri positivi, dobbiamo fare i conti con

una situazione che nel mercato italiano dei formaggi duri

vede marchi di fantasia cercare di affermarsi approfittan-

do di lacune normative e accordi commerciali aggressivi –

ALL’ASSEMBLEA GENERALE APPROVATA LA MODIFICA STATUTOPER LA VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ DEL PRODOTTO

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puntualizza Stefano Berni, direttore Consorzio Tutela

Grana Padano. Per contrastare questo fenomeno abbiamo

approvato alcune modifiche statutarie che renderanno più

difficile l’affermarsi di prodotti di imitazione e che rappre-

senteranno un elemento determinante di garanzia, serietà

e trasparenza rispetto all’operato del CdA per valorizzare

meglio il Grana Padano sul similare. Il secondo, è il Piano

Produttivo cardine dell’organizzazione consortile dal 2006

ad oggi, che ci ha permesso di difendere il valore del prodot-

to e l’aumento delle quantità. In questa direzione dobbiamo

continuare e ne riproporremo pertanto l’approvazione entro

l’autunno per il prossimo triennio 2019-2021”.

“L’innovazione è un altro dei punti essenziali su cui stiamo

investendo risorse ed energie per offrire un prodotto sempre

migliore e per differenziarci rispetto ai similari patendo dal-

la qualità – prosegue Baldrighi. Grazie alla ricerca continua

stiamo arrivando alla possibilità di usare il caglio vegetale,

di abbandonare il lisozima, di identificare il Grana Padano

come un prodotto DOP sempre più sostenibile sia dal punto

di vista ambientale che per quanto riguarda il benessere ani-

male. Sulla sostenibilità – conclude il presidente Baldrighi -

serve un cambio di mentalità che potrebbe rivelarsi un discri-

mine tra chi, adeguandosi, potrà continuare a produrre latte

per Grana Padano e chi, invece, dovrà uscire dalla filiera”.

La qualità e l’eccellenza del Grana Padano continuano a essere scandite dalla se-

rietà dei nostri caseifici che portano sulla tavola dei consumatori un formaggio

basato su un disciplinare ‘rigoroso’ che lo rende unico e inimitabile. Un concet-

to, certificato dal numero dei controlli del 2017 effettuati direttamente sul latte

(2.223) e sui campioni di formaggio prelevati (1.751) successivamente analizzati

dai laboratori certificati e autorizzati dal Ministero. Le visite ispettive sono state 226

e il risultato ottenuto è più che soddisfacente, non sono infatti emerse situazioni di

non conformità tali da dover intraprendere azioni correttive. Ai controlli si aggiunge

anche l’attività di vigilanza che in Italia ha portato a termine 985 controlli presso

preconfezionatori, 3.847 visite presso punti vendita ubicati in tutto il territorio na-

zionale, prelievi di 220 campioni; all’estero 3.109 visite in punti vendita UE, 32

servizi di appostamento per contrastare utilizzo latte estero, 21 visite presso i ma-

gazzini di stagionatura, 25 verifiche in relazione alla corretta stagionatura riporta-

ta sulle confezioni nei punti vendita, 83 verifiche documentali, 12 visite notturne e

6 visite in giorni festivi presso le aziende grattugiatrici, 55 verifiche di siti web che

offrivano Grana Padano a prezzi ribassati, o utilizzavano la denominazione “Gra-

na” e/o “Padano”, 11 verifiche sul formaggio retinato, 80 ristoranti monitorati, di

cui 60 in Italia e 20 all’estero. Queste attività, fondamentali per garantire e tutelare

i consumatori, sono state rese possibili grazie alla stretta collaborazione instaurata

ormai da anni con tutte le autorità e forze di Polizia. In particolare segnaliamo

quelli ormai consolidati con i vari Ispettorati Repressione Frodi dello Stato e con i

Nuclei Antisofisticazioni dei Carabinieri del Ministero della Sanità.

VIGILANZA E CONTROLLI

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g r a n d i a z i e n d e

BUFFETTI INVESTEIN CARTIEREPAOLO PIGNA S.P.A.

GIORGIO JANNONE SIGLA ALLEANZA ANCHECON BUFFETTI, DOPO DE AGOSTINI, IN CARTIERE PIGNA

Il Gruppo Buffetti S.p.A. ha concluso un accordo di investi-

mento con IDeA Corporate Credit Recovery I (“IDeA CCR I”),

primo fondo di DIP (Debtor-in-Possession) Financing italiano,

gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR (società del

Gruppo DeA Capital), e con il Gruppo Jannone che prevede

l’ingresso di Buffetti nella compagine societaria di Cartiere Pa-

olo Pigna S.p.A. (‘’Pigna’’), storica società italiana operante nel

mercato della Cartotecnica.

Nell’ambito di una più importante operazione di rilancio della

società, Gruppo Buffetti Spa ha quindi perfezionato l’acquisto

del 40% del pacchetto azionario di Cartiere Paolo Pigna S.p.A.

Le quote residue continuano ad essere detenute da IDeA CCR

I 31% e da Giorgio Jannone 29%.

Con origini industriali che risalgono al 1600, fondata ad Alza-

no Lombardo (BG) nel 1839 da Paolo Pigna, mercante di car-

ta di origine spagnola, Cartiere Paolo Pigna S.p.A. oggi è una

azienda specializzata nella produzione e commercializzazio-

ne a livello internazionale di prodotti cartotecnici ad elevato

standard qualitativo, livello raggiunto mettendo in sintonia la

miglior tradizione dell’arte di creare la carta con l’impiego di

nuove tecnologie in grado di ottimizzare la qualità della produ-

zione. L’inconfondibile marchio dell’aquila ad ali spiegate ha

acquisito negli anni quell’aura di pregio, prestigio ed affidabi-

lità che è rimasta intatta fino ai giorni nostri. Pagina dopo pa-

gina, intere generazioni hanno scritto le loro vite scolastiche e

di lavoro sui prodotti Pigna.

L’ingresso di Buffetti, accanto al Fondo IDeA CCR I, avviene

nell’ambito di un progetto strategico che prevede un forte svi-

luppo della società, fornendo a Pigna un decisivo accesso a

nuovi canali distributivi con l’obiettivo di valorizzarne l’impor-

tante know-how tecnologico e progettuale patrimonio della

Società, nonché il brand storico italiano leader nella scolasti-

ca.

Ad esprimere la propria soddisfazione per l’operazione è Rinal-

do Ocleppo, Presidente della Gruppo Buffetti S.p.A.: “Buffetti

negli ultimi anni ha investito molto sulla qualità dei prodotti

e sul rinnovo del proprio canale distributivo concretizzando

una crescita nel numero di punti vendita che sono ora 790 e

prevediamo diventino 830 alla fine del 2018. Uno dei settori

in maggiore espansione è quello della scolastica per cui sono

stati introdotti molti nuovi prodotti e servizi specificamente

orientati a questo mondo. L’accordo di investimento con i soci

Pigna consente ora di mettere a fattor comune l’esperienza

e la notorietà di due aziende che hanno fatto la storia della

produzione e della distribuzione cartotecnica nel mercato ita-

liano, con l’opportunità di sviluppare importanti sinergie tec-

niche e commerciali e con l’obiettivo dichiarato di diventare

rapidamente il punto di riferimento di questo mercato”.

S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A - I M M A G I N I A G E N Z I A F O T O L I V E

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g r a n d i a z i e n d e

“A distanza di appena un anno dal nostro ingresso, insieme

all’azionista Giorgio Jannone, abbiamo concluso un’importan-

te operazione di consolidamento del progetto strategico ed

industriale di rilancio di un marchio storico del Made in Italy.

Nel 2017 abbiamo investito nel rafforzamento della struttura

organizzativa e manageriale con la nomina di Alberto De Mat-

thaeis in qualità di Amministratore Delegato, raggiungendo gli

obiettivi di riequilibrio economico e rispettando tutti gli im-

pegni finanziari del concordato. Nel 2018 vogliamo prosegui-

re con il piano di rilancio del fatturato del gruppo e riportare

nel 2019 l’azienda stabilmente a marginalità e cassa positiva”,

dichiara Vincenzo Manganelli, Managing Director del Fondo

IDeA Corporate Credit Recovery I.

Giorgio Jannone, azionista di Cartiere Pigna ha sottolineato:

“Il nuovo assetto societario conferisce a Pigna rimarcata soli-

dità e stimolanti prospettive per il futuro. All’ingresso nel ca-

pitale sociale del più importante fondo di DIP Financing italia-

no, gestito dal Gruppo De Agostini, si aggiunge ora Buffetti, la

più antica e prestigiosa realtà commerciale ed industriale del

comparto dei servizi per l’ufficio, realtà perfettamente com-

plementare a Pigna, leader assoluto del comparto scuola. I

marchi Pigna e Buffetti rappresentano una eccellenza italiana

conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Abbiamo lavorato

con grande entusiasmo per raggiungere questo accordo che

rende attuabili sinergie significative, supportate da un portafo-

glio prodotti davvero completo per la scuola, l’ufficio e la casa,

disponibile in tutti i canali distributivi.

Le nostre antiche origini (1839 e 1859), lo stile italiano, la lea-

dership di mercato, gli spunti volti al futuro apportati da DeA

Capital Alternative Funds rappresentano punti di partenza che

sono certo potranno consentire il raggiungimento di obiettivi

sempre più importanti ed ambiziosi”

Buffetti è leader nella distribuzione di una vasta gamma di

prodotti per ufficio, modulistica, consumabili per informa-

tica, scolastica, pelletteria, regalistica e oggettistica pro-

mozionale, attraverso una rete di 790 negozi in franchising,

distribuiti su tutto il territorio italiano. Tramite i propri af-

filiati è anche uno dei leader nazionali nella distribuzione

ed assistenza di software gestionale e di servizi relativi alla

firma digitale, editoria fiscale (oggi su piattaforma online),

al processo telematico, all’erogazione di fad e servizi SAAS

per la conservazione digitale a norma e la digitalizzazione

dei processi aziendali e dello studio professionale.

Nel 2016 Buffetti ha acquisito il controllo della Campo Mar-

zio, società leader nella creazione e commercializzazione di

prodotti e accessori di moda per la scrittura ed altri prodot-

ti di regalistica, contraddistinti da un design molto origina-

le, ispirato allo Stile Italiano. Oggi i prodotti Campo Marzio

sono distribuiti con negozi diretti di Roma, Londra e Hong

Kong, nonché tramite siti e-commerce proprietari e accordi

con 60 dealer locali nelle maggiori capitali mondiali.

Dal gennaio 2006 Buffetti è entrata a far parte del Gruppo

Dylog. La capogruppo Dylog Italia S.p.A. di Torino è lea-

der nello sviluppo, distribuzione ed assistenza tecnica di

software gestionali per le aziende e i professionisti. All’atti-

vità software si affianca Dylog Hi-Tech, leader a livello mon-

diale nel settore dei controlli non distruttivi tramite visione

a raggi X, dedicati all’industria alimentare e farmaceutica.

DeA Capital Alternative Funds SGR S.p.A. (già IDeA Capi-

tal Funds SGR S.p.A.), fondata nel dicembre 2006, è con-

trollata al 100% da DeA Capital S.p.A., società del Gruppo

De Agostini attiva nell’Alternative Asset Management. E’

uno dei principali operatori indipendenti italiani nel setto-

re del private equity, con circa 2 miliardi di Euro di masse

gestite, investite sia in fondi di fondi globali, sia in fondi

diretti che investono prevalentemente in aziende italiane.

DeA Capital Alternative Funds SGR gestisce quattro fondi

di fondi, tre fondi diretti tra cui IDeA Taste of Italy. Nel

giugno 2016 ha avviato l’operatività del primo fondo di DIP

(Debtor-in-Possession) Financing italiano, IDeA Corporate

Credit Recovery I (CCR I) e nel dicembre 2017 ha lanciato

il secondo fondo IDeA CCR II.

GRUPPO BUFFETTI S.P.A.

DEA CAPITAL ALTERNATIVE FUNDS SGR S.P.A.

Nell'immagine, Giorgio Jannone

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a s s o c i a z i o n e i n d u s t r i a l e b r e s c i a n a

DOPO LE DIMISSIONIDEL DIRETTORE GENERALE

IN AIB TORNAIL SERENO?

S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A - I M M A G I N I A G E N Z I A F O T O L I V E

Se è ancora presto per parlare di “riconciliazione” tra le due

anime dell’Aib è tuttavia attuale, dopo gli ultimi avvenimenti,

scrivere di una minoranza non più “di opposizione”, così come

è pertinente parlare di una presidenza non più autoreferenzia-

le, quale secondo alcuni è stata in passato, ma collaborativa e

collegiale come si è proposta con l’avvento di Giuseppe Pasini.

Nessun “precipitare della situazione dagli esiti imprevedibi-

li”, dunque, come sembrava sottendere nello scorso gennaio

Ugo Calzoni, e nessuna “inevitabile spaccatura”, come pareva

augurarsi nello stesso frangente Firstonline, il giornale web

di Ernesto Auci e Franco Locatelli, a proposito della situazio-

ne interna all’Aib. Dopo le dimissioni del direttore generale

Nell'immagine, Giuseppe Pasini Nell'immagine, Marco Bonometti

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a s s o c i a z i o n e i n d u s t r i a l e b r e s c i a n a

Marco Nicolai – richieste della minoranza non per incapacità

ma per incompatibilità in quanto proveniente dalla Cdo (Com-

pagnia delle opere) l’associazione presieduta da Graziano Ta-

rantini storica quanto “irriducibile” antagonista dell’Aib nel

mondo delle imprese – e all’indomani del Consiglio Generale

dell’Associazione industriale che ha preso atto della decisio-

ne congedandosi da lui, va detto come il presidente Giusep-

pe Pasini abbia rimosso l’ostacolo principale al ripristino di

buoni rapporti con la minoranza. Distinzione indebita quanto

impropria, detto per inciso, quella tra “maggioranza” e “mino-

ranza”, massime in un associazione imprenditoriale dove l’in-

teresse dovrebbe essere comune seppur non sempre condivi-

so il modo di perseguirlo, eppure una realtà oggettiva di cui

prendere atto come una conclamata specificità bresciana. In

ogni caso, l’aver ottemperato da parte del presidente Pasini

alla motivata richiesta di dimissioni del direttore generale –

richiesta ispirata anche da un suo possibile rinvio a giudizio

da parte della Procura di Milano a causa di un’inchiesta per

truffa e corruzione legata alla gestione pesantemente deficita-

ria di Finlombarda – sgombera l’Aib di un macigno che aveva

pesantemente condizionato le relazioni tra le due componenti.

Tutto bene quel che finisce bene, allora? Molto lascia pensare

che alla prossima imminente assemblea annuale Pasini possa

presentarsi con una associazione ricompattata, per non dire

riconciliata, e tale da lasciarsi alle spalle un anno di divisioni,

indotte più da reciproche soggettive incomprensioni, così al-

meno è apparso all’opinione pubblica bresciana, che non da

motivazioni oggettivamente plausibili. C’è un aspetto comun-

que che la minoranza – cosiddetta almeno finchè resta “di op-

posizione”, ma non è escluso che la riconciliazione in atto porti

ad un suo superamento o meglio a una “fusione per incorpo-

razione” nella maggioranza – tiene recisamente a smentire. Si

tratta della diffusa vulgata secondo la quale, una volta rimossa

la questione del direttore generale, pretese per litigare e prete-

sti per bisticciare continuerebbero ad essere strumentalmente

avanzati e artatamente alimentati, in una contesa infinita il cui

epilogo si avrà solo con la fine del mandato di Pasini. Ebbene,

pare che allo stato delle cose e a detta degli interessati non vi

sia niente di più falso e fuorviante. Se l’unità è considerata,

come è sempre stato nella storia di Confindustria e dell’Aib,

quale bene primario, e se tale requisito è una delle condizioni

necessarie per il prestigio dell’associazione e la sua autorevo-

lezza nel contesto locale e nazionale, tutto lascia pensare che

maggioranza e minoranza, almeno per il tempo che resteran-

no tali, rinunceranno a conflitti inutili e dannose forzature. Il

modo migliore per recuperare unità e restituire autorevolezza

all’associazione è nella ricucitura del tessuto delle imprese

iscritte all’Aib e nel ripristino del rapporto fiduciario, e quindi

costruttivo ancorchè dialettico, tra maggioranza e minoranza.

Come? La strada maestra è tornare a unire gli interessi con i

valori. Uniti sono vincenti, divisi sono perdenti. Poichè se gli

interessi senza valori sono miopi, i valori senza interessi sono

presbiti.

Nell'immagine, Aldo Bonomi Nell'immagine, Eugenio Bodini

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D A M A R G H E R I T A

AMARCORDGARDESANO

SULLA SCOMPARSA DELLA TRATTORIA IN ITALA

S C R I V E J A N E R O S S

L’ULTIMO MITO DI UNA VITA EPICUREA

Non troppi anni fa, sul lago di Garda, nel paese di Fornico,

situato sopra la baia di Bogliaco, si trovava la trattoria Da Mar-

gherita. Una porta stretta accanto ad un santuario si apriva su

una grande cucina dominata da un camino. Sulle pareti , nel

corso degli anni, si era formata una patina di fuliggine ricoper-

ta dai vapori della polenta e della carne cotta alla griglia. In

questa cucina Margherita, una donna alta dagli occhi azzurri ,

vestita con un grembiule blu, cucinò per una vita sughi per la

pasta e verdure sul fuoco della sua stufa.

Chi voleva sedersi ai tavoli in terrazza doveva attraversare

una stanza decorata da santini e calendari e portare riverenza

all’oste Margherita che teneva sempre tra le mani un coltello

o un matterello senza scordarsi mai scordarsi di salutare an-

che la cugina , una grossa vestale, che le dava una mano nei

suoi lavori duri ed instancabili. Nel centro della stanza, sul cui

pavimento svolazzavano piume di galline, era posto un grande

tavolo coperto da una tovaglia a quadretti bianchi e marroni

sul quale si ammucchiavano piatti, cestini di pane, asparagi

selvatici in primavera, fichi neri in estate, funghi in autunno

e limoni in inverno. La cucina sembrava una stanza d’ altare

e sull’altare stesso, il tavolo al centro, si trovavano già pronti

stoviglie, vino , tovaglie inamidate e bianchi tovaglioli per la

domenica. Da qui si raggiungeva una terrazza ricoperta da un

fitto pergolato. Lo sguardo , attraverso il fogliame gli olivi , ca- Nell'immagine, Jane Ross

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m i l l e m i g l i a

E GIRA GIRA L’ELICAROMBA IL MOTOR…SI SCRIVE BRESCIA,SI LEGGE 1000MIGLIA

S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A

CHIUSA CON SUCCESSO L’EDIZIONE 2018, QUELLA DEL NOVANTUNESIMO COMPLEANNO DELLA CORSA, GRAZIE

ALL’IMPEGNO DI ALDO BONOMI, PRESIDENTE DELLA 1000MIGLIA SRL, E PIERGIORGIO VITTORINI, PRESIDENTE ACI DI BRESCIA, LA

GRANDE KERMESSE SI AVVIA A VIVERE UN ALTRO DECENNIO RICCO DI NOVITA’ E DI CONTENUTI AL PASSO CON I TEMPI E IN SINTONIA

CON LA ORMAI CONSOLIDATA PROIEZIONE INTERNAZIONALE. NATA NEL 1927 GRAZIE A QUATTRO APPASSIONATI PASSATI ALLA STORIA COME “4 MOSCHETTIERI” - SECONDO LA PRIMA DEFINIZIONE DI

BRUNO BONI CONIATA NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA A CASA DEI CONTI MAGGI DI CALINO - LA GRANDE CORSA HA ATTRAVERSATO

CON ALTERNE VICENDE E DIVERSE VERSIONI I TRE QUARTI DEL VENTESIMO SECOLO, SCRIVENDO LE VICENDE PIU’ EPICHE DELLA STORIA DEI MOTORI E LE PAGINE PIU’ AVVINCENTI E AGONISTICHE

DELLE GARE AUTOMOBILISTICHE. EVENTI GRAZIE AI QUALI E’ ENTRATA NELLA LEGGENDA E NELLA LETTERATURA, NON SOLO

SPORTIVA, DI TUTTO IL MONDO.

LA MITICA CORSA, CHE NEL 2027 AVRÀ 100 ANNI

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MILLE MIGLIA DAL MITO AL RITO(DAL MITO DI IERI AL RITO DI OGGI)

NEL SITO PIU’ AMBITO UN EVENTO DIVENUTO EPOPEA CIOE’ EPOCA EPICA

ECCO PERCHE’ LA MILLE MIGLIA E’ BRESCIA, COME BRESCIA E’ LA MILLE MIGLIA

SULLA BASE DELLA STORIA DEL PASSATO E DEI SUCCESSI DEL PRESENTE OCCORRE PENSARE ALLE PROSPETTIVE DEL FUTURO AUSPICANDO UNA

RINNOVATA UNITA’ DI INTENTI TRA I TRE PROTAGONISTI: ACI DI BRESCIA, MILLE MIGLIA SRL , MUSEO MILLE MIGLIA DI S. EUFEMIA CONDOTTO DA VICO CAMOZZI, FIGLIO DI ATTILIO, L’IMPRENDITORE CHE E’ STATO L’ARTEFICE DEL

RISANAMENTO E DEL RILANCIO DELLA SEDE MUSEALE INSIEME COL PRESIDENTE VITTORIO PALAZZANI. LA MILLEMIGLIA E’ DI PER SE’, PER LE FORZE CHE

MOBILITA OGNI ANNO DA OGNI ANGOLO DEL MONDO, UNA “MOTRICE”, UNA ENERGIA PRODUTTIVA CHE, SE BEN COORDINATA, PUO’ DIVENTARE MATRICE DI

NUOVE SINERGIE PROPULSIVE PER LA CITTA’ E LA PROVINCIA.

E’ ovvio parlare dei “quattro moschettieri” - Maggi e Mazzot-

ti, Castagneto e Canestrini - che nel 1927 l’hanno fondata. E’

banale rammentare le decine e decine di pionieri che l’han-

no illustrata. E’ scontato rimembrare i campioni che l’hanno

consacrata quale “corsa più bella del mondo”. Come è facile

ricordare, anche se pochi lo sanno, che la prima monoposto

italiana è stata fabbricata a Brescia IN DUE ESEMPLARI da

Rino Berardi nel 1926 per la Mille Miglia di Aymo Maggi.

Certo la Mille Miglia è stata ed è tutto questo, ma guardare al

passato non basta. Occorre levare lo sguardo al futuro, COME

DICE ALDO BONOMI. Pensare, insieme a quello che è stata,

a quello che sarà e soprattutto a cosa servirà la Mille Miglia.

Cosa dovrà essere per Brescia. Cosa potrà essere per i brescia-

ni. Come potrà continuare a vivere per la provincia che l’ha

generata. Nuove idee, affinchè la storia non sia solo nostalgia

del passato ma stimolo ad arricchire il presente per migliorare

il futuro. Che è poi il modo migliore per conservare il passato

stesso. E’ ciò che tentiamo di fare, secondo nostro costume,

in queste righe.

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I conti con la cosiddetta “modernità” che assillano la Chiesa

da mezzo secolo (da un secolo se comprendiamo la condanna

del modernismo e la scomunica del povero Ernesto Buonaiu-

ti) sono soprattutto, non solo ma in gran parte, i conti con il

sesso e con la “prassi” sessuale (un aspetto del secolarismo

che secondo la Chiesa rima con “materialismo”, nel senso pra-

tico e comportamentale prima che filosofico). E’ da qui che

nascono i ritardi e le contraddizioni (i “complessi” o meglio i

tabù) della Chiesa rispetto alla morale sessuale contempora-

nea radicalmente improntata alla libertà di rapporti interper-

sonali e alla totale disponibilità del corpo. Soprattutto da parte

della donna, poichè la morale sessuale cattolica (ANALOGA

per molti versi, seppur preferibile, A QUELLA ISLAMICA e

per altri versi più “elastica” e possibilista di quella protestante

puritana) almeno così come è stata applicata fino ad oggi ha

sempre inibito alla donna, e assai meno all’uomo, la disponi-

bilità del proprio corpo e la soddisfazione e dei propri sensi.

Per inciso, anche in tale significato si può dire, come diceva

Ida Magli e come dice l’antropologia moderna, che le religio-

ni, in particolare quelle monoteiste, sono state invenzioni dei

maschi prima ancora che degli uomini, per ciò si può ipotiz-

zare che le rivoluzioni religiose del prossimo futuro saranno

declinate teologicamente al femminile. E sarebbe bello in pro-

posito conoscere, dopo quelle di Mancuso, le posizioni di te-

ologi “modernisti” di casa nostra come Gibellini e Cannobio,

e dei loro mentori laici quali Francesca Bazoli, ma non pare,

almeno fino ad oggi, che i circoli culturali cattolici nostrani

amino mettere il sesso e i comportamenti sessuali nell’agenda

dei loro incontri (da qui il perdurante imbarazzo della Chiesa e

dei suoi rappresentanti, anche i più emancipati e moderni, nei

confronti della sfera sessuale). Imbarazzo perché il primo tabù

da abbattere è il pregiudizio verso il polimorfismo sessuale

moderno, considerato “deviante” ossia contro natura quando

non praticato nei limiti canonici della etero-sessualità natu-

rale. Una eterosessualità volta alla procreazione come valore

primario, pur legittimando il piacere carnale e sessuale come

optional secondario ma sempre all’interno di un consolidato

(consacrato) rapporto di coppia. Anche se va detto che, in una

prospettiva visionaria cioè di comportamenti sessuali futuri-

bili ma già visibili “in nuce” come le odierne pratiche LGBT

omosex, bisex e transex (tutto fuorchè etero sex) gli unici a

difendere la teoria e la prassi del buon vecchio sesso natura-

le saranno proprio i cattolici, gli ortodossi e gli islamici, cioè

quelli che oggi passano per pervicaci conservatori e inveterati

tradizionalisti passatisti. Lo stesso dicasi, absit iniuria verbis,

per la pedofilia cosiddetta “cattolica” che forse in futuro rim-

piangeremo, è il caso di dire, di fronte al dilagare sempre più

massivo della odiosa e violenta pedofilia criminale.

I L S E S S O E I L S A C R O

TRA MORBOSITÀE MODERNITÀL’IRRISOLTA AMBIGUITÀ

DELLA MORALESESSUALE RELIGIOSA

S C R I V E A L E S S A N D R O C H E U L A - I M M A G I N I A G E N Z I A F O T O L I V E

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