bir el gobi ii

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Bir El Gobi - I “Mussolini’s Boys” "L'offensiva inglese contro le truppe dell’Asse in Marmarica denominata Operazione "Crusader" (Crociato) ebbe inizio il 18 novembre 1941. Nelle prime ore del 19, venne ordinato alla 22a brigata corazzata di procedere su Bir el Gobi ed alla 7a divisione, i famosi topi del deserto, di puntare su Sidi Rezegh. Per 15 giorni gli scontri erano andati avanti a fortune alterne in un dissanguamento di reparti e mezzi impressionante. Gli inglesi avevano un vantaggio: avevano più del doppio di carri del nemico, e la fila in porto delle navi per scaricarne di nuovi. Unico neo: di qualità inferiore e in mano a gente meno esperta. La Battaglia - 2a parte Bir El Gobi nei giochi di ruolo http://www.milesgloriosus.it/Scenari/Bir_el_Gobi/bir_el_gobi.htm A Bir el Gobi, un importante nodo di piste carovaniere, la divisione Ariete aveva lavorato, nonostante le violentissime piogge, per disporre il proprio schieramento difensivo. Avrebbe dovuto realizzare a semicerchio di capisaldi presidiati dai battaglioni bersaglieri una linea di difesa rinforzata ad una decina di chilometri a sud del posto. Le notizie pervenute durante il pomeriggio del 18 novembre indussero il comandante la divisione gen. Balotta a cercare rapidamente una disposizione migliore, più raccolta per rendere più compatto lo schieramento e poi fu battaglia. A Nord di Bir El Gobi, da due settimane (dal 18 novembre) Inglesi e asse si danno battaglia nella cinta fortificata di Tobruk (li gli scontri erano frequenti fra assedianti Italo-tedeschi e assediati inglesi) e a Est verso il confine egiziano in quella che sarà chiamata Operazione Crociato o Crusader. Rommel attacca, ma in quel momento la "Volpe del deserto" ha un’errata visione del pericolo, che poi risulterà venire da sud dalla massa di carri armati che gli inglesi sono in grado di schierare; uno sfondamento e aggiramento da tergo metterebbe in scacco l'intera armata corazzata italo-tedesca (ACIT). E' dicembre, la sete e il caldo si fanno ancora sentire, ma il deserto pare non se ne avveda. Tutti i volontari della Gil sono nelle buche già dal 1 dicembre per trovare una posizione che gli consenta di colpire senza esporsi troppo. Si scherza, si ride, nonostante l'atmosfera. L’età fa sentire l’irrefrenabile desiderio di ilarità fra i giovani, e forse tutto ciò non è male. Ma tra poco lì si scatenerà l’inferno!. 3 dicembre 1941 ore 12. Una tempesta di colpi d’artiglieria nemica s’abbatte sul caposaldo. E come se piovesse a dirotto, come 20 giorni prima. Ecco la guerra che tanto cercavano. "Tutti ai posti di combattimento! - gridano gli ufficiali Pronti a respingere l’attacco!". Fra i primi feriti gravi c’è anche il valoroso Magg. Balisti, cui dovrà essere amputata una gamba (cadrà poi prigioniero). Grosso colpo per il morale dei ragazzi rimasti comunque al loro posto. il Colonnello informa anche il Comando del C.A.M. (corpo armato di manovra) sui fatti in corso. Il Gen. Gambara risponde: "Agganciate il nemico, resistete e caso mai ripiegate". Facile a dirsi, da manuale di tattica, tanto più che contro i circa 1.500 fez neri vi è uno schieramento davvero ragguardevole. Gli Inglesi, nel frattempo, si apprestano a muovere; 2° Maharatta (fanteria leggera indiana), 1° Rajputana Rifles (fucilieri indiani) e il 2° Cameron (scozzesi), più gli artiglieri del 7° Medium Artillery Regiment (batterie di cannoni da campagna) e uno squadrone (compagnia) di carri armati dell’8° Royal Tanks. Quasi un Corpo d’Armata a tutti gli effetti, ben armato, corazzato e rifornito contro poco più di millecinquecento giovani diciottenni! " (– dice Calvaruso citando altri reparti inglesi ma il corpo d’armata è quello dislocato nell’intero settore tenuto anche da altri italiani non citati come l'Ariete, quelli sopra erano praticamente battaglioni) “Gli Italiani" si continua a dire fra gli inglesi, nonostante le brutte esperienze di 10 giorni prima " non saranno in grado questa volta di opporre resistenza", E intanto avanzano. Nella notte sul 4 quasi nessuno dei Volontari riesce a dormire. Uno sferragliare di cingoli ed un rumore di motori di carri a basso regime fa intuire cosa sta per accadere. Arrivano! "Porco mondo – scrive Pagin – c’era di che rimanere senza fiato! Mi stropicciai gli occhi e adesso li sgranavo, impietrito, la bocca spalancata, stentando a credere quanto vedevo. Erano tutti lì che manovravano attorno al caposaldo in un polveroso e rombante carosello: carri armati, autoblindo, carriers, cannoni, autocarri e camionette!". Il nemico prende posizione, non senza aver prima accerchiato e preso l’ospedale da campo n. 45 nel settore, catturato i nostri mezzi, fatti prigionieri autieri, cucinieri e magazzinieri. Sono le 7 del mattino. Inizia il tiro d’artiglieria inglese. Al segnale del loro comandante, compatte, le prime formazioni d’assalto nemiche, costituite soprattutto dai Camerons, si gettano contro le postazioni del I battaglione . "Venivano avanti dice Calvaruso – come invasati. Una delle scene che in quei momenti mi colpì fu vedere un commilitone della nostra buca folgorato da una pallottola, trapassato da tempia a tempia, immobile nel gesto di puntare col proprio moschetto. Un lungo fiotto di sangue, attraversato il viso e il corpo tutto, irrorò la postazione. Lo guardai attonito per un attimo, ripensando alle nostre lunghe chiacchierate e alle libere uscite a cercare la compagnia di graziose ragazze….” Gli atti d’eroismo si susseguono ormai senza freno. Svariati cacciatori (erano questi quelli che impugnate le bombe Passaglia, sbucano dai ripari o da buche fronteggiando gli enormi mostri d’acciaio) saltano sui carri, aprono le torrette o danneggiano i cingoli. Fra loro uno s’immola meritandosi la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, il caporalmaggiore Ippolito Niccolini. La motivazione ufficiale così recita: " Nonostante che il Valentine (carro armato medio inglese) avesse tutta l’intenzione di piombargli addosso, egli si scostò da un lato e, impugnata la pistola, esplose alcuni colpi all’interno del carro attraverso una feritoia frontale. Raggiunto al petto da un proiettile di mitragliatrice, Niccolini sussultò ma fece in tempo a sorreggersi afferrando l’antenna radio del Valentine con ambedue le mani, quindi saltò nella buca delle munizioni per agguantare una Passaglia. Levò una mano e la scagliò. La pesante pera volteggiò oltre la torretta andando a scivolare sulla piastra posteriore del carro armato, senza esplodere. Il caporalmaggiore ne lanciò una seconda. Anche questa rimase muta. Allora brandì" ancora una volta la pistola, uscì allo scoperto e, in un estremo anelito di impotente furore, scaricò gli ultimi innocui colpi all’indirizzo del Valentine. La mitragliatrice del carro crepitò una raffica su Ippolito Niccolini, freddandolo” Anche il II Btg. GG.FF., a circa 9 Km più a nord, al comando del Magg. Benedetti, subisce l’attacco nemico in forze. Anche qui lo scontro è durissimo e molti dei Giovani Fascisti mostrano una temerarietà davvero leonina. Gli atti d’eroismo si sprecano. "Tra gli episodi poi lungamente rievocati – scrive ancora Pagin - emergerà il duello fra i 47/32 diretto da Marzetto Giovannetti e un Valentine ch’era partito lanciatissimo contro la postazione, per fermarsi poi di botto a 15 metri dalla piazzola. A questo punto, il cannone del carro e l’elefantino (come veniva chiamato il 47/32) cominciarono a scambiarsi una lunga serie di colpi sparati praticamente a zero. Nel frattempo, l’elefantino era riuscito a piazzare un colpo fortunato tra gli elementi di un cingolo del Valentine, il cui equipaggio ritenne giunto il momento di sgattaiolare fuori dal cassone, per darsela a gambe". "Resistenza accanita", Servono rinforzi al più presto, prima che il caposaldo dia segni di cedimento. Gli Inglesi ora cominciano a ricredersi sulla facilità con cui avrebbero dovuto spazzare via le nostre difese in loco. Durante la spericolata corsa in moto in cerca di rinforzi il Ten. Fazi, accompagnato dal vol. Claudio Salvini, s’imbatte per strada in tre carri dell'Ariete con relativi equipaggi. L’ufficiale ordina al volontario di condurre i carristi verso Bir el-Gobi e decide di proseguire da solo nella ricerca d'altri rinforzi. Due dei nostri carri però vengono presto posti fuori combattimento, mentre il terzo cerca ancora di battersi pur con l’equipaggio ferito..... Anderson, il comandante inglese, dal suo binocolo, sbigottisce nell’osservare le evoluzioni della battaglia e si rende conto che non sarà una passeggiata. Decide perciò che per il terzo attacco occorrono più carri. Ma il registro non muta. Le perdite inglesi aumentano ad ogni assalto. Lo stato psicologico dei diciottenni con le stellette oscilla dal realistico timore d’essere sopraffatti all’eccitazione più galvanizzante per i successi già ottenuti. Cinque minuti dopo le 14 le bocche da fuoco

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A Bir el Gobi, un importante nodo di piste carovaniere, la divisione Ariete aveva lavorato, nonostante le violentissime piogge, per disporre il proprio schieramento difensivo. Avrebbe dovuto realizzare a semicerchio di capisaldi presidiati dai battaglioni bersaglieri una linea di difesa rinforzata ad una decina di chilometri a sud del posto. Le notizie pervenute durante il pomeriggio del 18 novembre indussero il comandante la divisione gen. Balotta a cercare rapidamente una disposizione migliore, più raccolta per rendere più compatto lo schieramento e poi fu battaglia.

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Bir El Gobi - I Mussolinis Boys"L'offensiva inglese contro le truppe dellAsse in Marmaricadenominata Operazione "Crusader" (Crociato) ebbe inizio il 18novembre 1941. Nelle prime ore del 19, venne ordinato alla 22abrigata corazzata di procedere su Bir el Gobi ed alla 7a divisione, ifamosi topi del deserto, di puntare su Sidi Rezegh. Per 15 giorni gliscontri erano andati avanti a fortune alterne in un dissanguamentodi reparti e mezzi impressionante. Gli inglesi avevano un vantaggio:avevano pi del doppio di carri del nemico, e la fila in porto dellenavi per scaricarne di nuovi. Unico neo: di qualit inferiore e inmano a gente meno esperta.La Battaglia - 2a parteBir El Gobi nei giochi di ruolo http://www.milesgloriosus.it/Scenari/Bir_el_Gobi/bir_el_gobi.htmA Bir el Gobi, un importante nodo di pistecarovaniere, la divisione Ariete avevalavorato,nonostante le violentissime piogge, per disporre ilproprio schieramento difensivo. Avrebbe dovutorealizzare a semicerchio di capisaldi presidiati daibattaglioni bersaglieri una linea di difesa rinforzataad una decina di chilometri a sud del posto. Lenotizie pervenute durante il pomeriggio del 18novembre indussero il comandante la divisione gen.Balotta a cercare rapidamente una disposizionemigliore, pi raccolta per rendere pi compatto loschieramento e poi fu battaglia.ANord di Bir El Gobi, da due settimane (dal 18 novembre) Inglesi e asse si danno battaglia nella cinta fortificata di Tobruk (li gli scontri eranofrequenti fra assedianti Italo-tedeschi e assediati inglesi) e a Est verso il confine egiziano in quella che sar chiamata Operazione Crociato oCrusader. Rommel attacca, ma in quel momento la "Volpe del deserto" ha unerrata visione del pericolo, che poi risulter venire da sud dallamassa di carri armati che gli inglesi sono in grado di schierare; uno sfondamento e aggiramento da tergo metterebbe in scacco l'intera armatacorazzata italo-tedesca (ACIT). E' dicembre, la sete e il caldo si fanno ancora sentire, ma il deserto pare non se ne avveda. Tutti i volontari dellaGil sono nelle buche gi dal 1 dicembre per trovare una posizione che gli consenta di colpire senza esporsi troppo. Si scherza, si ride,nonostante l'atmosfera. Let fa sentire lirrefrenabile desiderio di ilarit fra i giovani, e forse tutto ci non male. Ma tra poco l si scatenerlinferno!.3 dicembre 1941 ore 12. Una tempesta di colpi dartiglieria nemica sabbatte sul caposaldo. E come se piovesse a dirotto, come 20 giorniprima. Ecco la guerra che tanto cercavano. "Tutti ai posti di combattimento! - gridano gli ufficiali Pronti a respingere lattacco!". Fra i primi feritigravi c anche il valoroso Magg. Balisti, cui dovr essere amputata una gamba (cadr poi prigioniero). Grosso colpo per il morale dei ragazzirimasti comunque al loro posto. il Colonnello informa anche il Comando del C.A.M. (corpo armato di manovra) sui fatti in corso. Il Gen. Gambararisponde: "Agganciate il nemico, resistete e caso mai ripiegate". Facile a dirsi, da manuale di tattica, tanto pi che contro i circa 1.500 fez neri vi uno schieramento davvero ragguardevole. Gli Inglesi, nel frattempo, si apprestano a muovere; 2 Maharatta (fanteria leggera indiana), 1Rajputana Rifles (fucilieri indiani) e il 2 Cameron (scozzesi), pi gli artiglieri del 7 Medium Artillery Regiment (batterie di cannoni da campagna) euno squadrone (compagnia) di carri armati dell8 Royal Tanks.Quasi un Corpo dArmata a tutti gli effetti, ben armato, corazzato e rifornito contro poco pi di millecinquecento giovani diciottenni! " ( diceCalvaruso citando altri reparti inglesi ma il corpo darmata quello dislocato nellintero settore tenuto anche da altri italiani non citati comel'Ariete, quelli sopra erano praticamente battaglioni) Gli Italiani" si continua a dire fra gli inglesi, nonostante le brutte esperienze di 10 giorniprima " non saranno in grado questa volta di opporre resistenza", E intanto avanzano. Nella notte sul 4 quasi nessuno dei Volontaririesce a dormire. Uno sferragliare di cingoli ed un rumore di motori di carri a basso regime fa intuire cosa sta per accadere. Arrivano!"Porco mondo scrive Pagin cera di che rimanere senza fiato! Mi stropicciai gli occhi e adesso li sgranavo, impietrito, la bocca spalancata,stentando a credere quanto vedevo. Erano tutti l che manovravano attorno al caposaldo in un polveroso e rombante carosello: carri armati,autoblindo, carriers, cannoni, autocarri e camionette!". Il nemico prende posizione, non senza aver prima accerchiato e preso lospedale dacampo n. 45 nel settore, catturato i nostri mezzi, fatti prigionieri autieri, cucinieri e magazzinieri. Sono le 7 del mattino. Inizia il tiro dartiglieriainglese. Al segnale del loro comandante, compatte, le prime formazioni dassalto nemiche, costituite soprattutto dai Camerons, si gettano controle postazioni del I battaglione ."Venivano avanti dice Calvaruso come invasati. Una delle scene che in quei momenti mi colp fu vedere un commilitone della nostra bucafolgorato da una pallottola, trapassato da tempia a tempia, immobile nel gesto di puntare col proprio moschetto. Un lungo fiotto di sangue,attraversato il viso e il corpo tutto, irror la postazione. Lo guardai attonito per un attimo, ripensando alle nostre lunghe chiacchierate e alle libereuscite a cercare la compagnia di graziose ragazze.Gli atti deroismo si susseguono ormai senza freno.Svariati cacciatori (erano questi quelli che impugnate le bombePassaglia, sbucano dai ripari o da buche fronteggiando gli enormimostri dacciaio) saltano sui carri, aprono le torrette odanneggiano i cingoli. Fra loro uno simmola meritandosila medaglia doro al valor militare alla memoria, ilcaporalmaggiore Ippolito Niccolini. La motivazione ufficialecos recita: "Nonostante che il Valentine (carro armato medio inglese) avesse tutta lintenzione di piombargli addosso, egli si scost daun lato e, impugnata la pistola, esplose alcuni colpi allinterno del carro attraverso una feritoia frontale. Raggiunto al pettoda un proiettile di mitragliatrice, Niccolini sussult ma fece in tempo a sorreggersi afferrandolantenna radio del Valentine con ambedue le mani, quindi salt nella buca delle munizioni peragguantare una Passaglia. Lev una mano e la scagli. La pesante pera volteggi oltre la torrettaandando a scivolare sulla piastra posteriore del carro armato, senza esplodere. Il caporalmaggiorene lanci una seconda. Anche questa rimase muta. Allora brand" ancora una volta la pistola, uscallo scoperto e, in un estremo anelito di impotente furore, scaric gli ultimi innocui colpiallindirizzo del Valentine. La mitragliatrice del carro crepit una raffica su Ippolito Niccolini,freddandoloAnche il II Btg. GG.FF., a circa 9 Km pi a nord, al comando del Magg. Benedetti, subisce lattacco nemico in forze. Anche qui lo scontro durissimo e molti dei Giovani Fascisti mostrano una temerariet davvero leonina. Gli atti deroismo si sprecano."Tra gli episodi poi lungamente rievocati scrive ancora Pagin - emerger il duello fra i 47/32 diretto da Marzetto Giovannetti e un Valentinechera partito lanciatissimo contro la postazione, per fermarsi poi di botto a 15 metri dalla piazzola. Aquesto punto, il cannone del carro elelefantino (come veniva chiamato il 47/32) cominciarono a scambiarsi una lunga serie di colpi sparati praticamente a zero. Nel frattempo,lelefantino era riuscito a piazzare un colpo fortunato tra gli elementi di un cingolo del Valentine, il cui equipaggio ritenne giunto il momento disgattaiolare fuori dal cassone, per darsela a gambe"."Resistenza accanita",Servono rinforzi al pi presto, prima che il caposaldo dia segni di cedimento. Gli Inglesi ora cominciano a ricredersi sulla facilit con cuiavrebbero dovuto spazzare via le nostre difese in loco. Durante la spericolata corsa in moto in cerca di rinforzi il Ten. Fazi, accompagnato dalvol. Claudio Salvini, simbatte per strada in tre carri dell'Ariete con relativi equipaggi. Lufficiale ordina al volontario di condurre i carristi versoBir el-Gobi e decide di proseguire da solo nella ricerca d'altri rinforzi. Due dei nostri carri per vengono presto posti fuori combattimento,mentre il terzo cerca ancora di battersi pur con lequipaggio ferito.....Anderson, il comandante inglese, dal suo binocolo, sbigottiscenellosservare le evoluzioni della battaglia e si rende conto che non sar una passeggiata. Decide perci che per il terzo attacco occorrono picarri. Ma il registro non muta. Le perdite inglesi aumentano ad ogni assalto. Lo stato psicologico dei diciottenni con le stellette oscilla dalrealistico timore dessere sopraffatti alleccitazione pi galvanizzante per i successi gi ottenuti. Cinque minuti dopo le 14 le bocche da fuoco"Resistenza accanita",non si avanza di un metro a Bir el-Gobi..Perdite nostregravi"realistico timore dessere sopraffatti alleccitazione pi galvanizzante per i successi gi ottenuti. Cinque minuti dopo le 14 le bocche da fuocobritanniche ricominciano ad inondare le postazioni italiane."Fu come assistere continua Calvaruso allira di Dio. Al tacere dei cannoni, secondo i classici schemi, lefanterie vengono fuori allattacco per lennesima volta. E per lennesima volta sono decimate. Morti e feritiormai non si contano pi.. "La visione del terreno scrive Mugnone era impressionante: giovani maciullati inraccapriccianti posizioni e armi schiacciate". In serata, verso le 20, leccessiva pressione su Q.188 sortisce isuoi effetti. Dopo essersi battuti fieramente con ogni mezzo, anche allarma bianca, il rimanente della 4compagnia del II Btg. GG.FF. costretto ad abbandonare la postazione, ripiegando su Q.184. Giunge a quellorail Gen. Norrie, C.te del XXX Corpo britannico, ormai spazientito che vuole sapere lesatta situazione dellevicende in corso a Bir el-Gobi. "Resistenza accanita", questo il rapporto dei subalterni; unica conquistail caposaldo di Q.188 da parte dei Maharattas. Nessun contatto radio da parte nostra ne con il Recam n colC.A.M. Si del tutto isolati, circondati, senza viveri n acqua e poche munizioni anticarro mentre gli inglesisembravano ad un picnic.Ma Balisti, che fine ha fatto? Insieme con altri feriti ha osservato levoluzione dello scontro da una barella. I crampi allo stomaco e la sete sonofortissimi. La situazione molto pesante, ma nessuno trova il tempo per pensarci troppo. La notte scorre insonne per tutti, e i turni di guardianon sono rispettati nel loro corretto cadenzarsi. Del resto, come chiudere occhio? I carri nemici muovono attorno alle postazioni e il tiro solitariodi alcuni cecchini rende tesissima la notte. Il Comando italiano in Marmarica riesce ad intercettare una comunicazione nemica e chiarificatricedella situazione non si avanza di un metro a Bir el-Gobi: resistono ancora accanitamente. Nemici indemoniati, attacchiamo senza risultato.Perdite nostre gravi". Lo stupore di Gambara e Bastico grande: come informarsi dal nemico per sapere dei tuoi. Com possibile, si chiedono,che lintero XXX Corpo britannico sia inchiodato a Bir el-Gobi da quelle "quattro brutte facce"? Alla notizia anche Rommel si sorprende. E' allavigilia di emanare l'ordine generale di ritirata, ma non vuole inglesi alle spalle. Trasferire subito lAriete e la Trieste a 7 Km a nord ovest di Birel-Gobi; la 15" e la 21" Panzero almeno quello che resta a 7 Km nord-est di Bir el-Gobi. Quello che Rommel cerca, adesso, al di l dei rinforzi alcaposaldo, un altro scontro possibile coi carri inglesi. Il Brigadiere Anderson, pur soddisfatto per lavvenuta espugnazione di Q.188, non pufare a meno di constatare che tutto pare vano contro Q. 184. La battaglia continua. La partita troppo importante perch gli Inglesi demordano.Occorre insistere. Le ore della notte intanto scorrono, ma molti si mostrano particolarmente preoccupati per lo scenario che si va profilandodopo due giorni di aspro combattimento.Cos ricorda Pagin: "Ci si arrest ai marginidellestremo lembo nord occidentale del tavolatomarmarico. Dal deserto soffiava un vento gelido.Indossammo le divise di panno grigio-verde,dopodich venimmo disseminati lungo un sistema difortini e trincee appena abbozzato. Si sarebbedovuto scavare, specie per approfondire le seconde,ma non si trovavano i picconi. Sicch rimanemmo l,per ore, inoperosi, a farci schiaffeggiare dalle folatedi sabbia. I picconi arrivarono ma nessuno ci ordindi usarli. Eccitatissimi ascoltavamo il rombo delcannone che giungeva da Tobruk. La guerra, quellavera, stava laggi. E la desideravamo come il pane elacqua. Eravamo mendicanti di gloriaAlcuni Bersaglieri sono talmente provati che, rivolgendosi agli ufficiali dei GG.FF., domandano se non sia pi saggio mollare. La risposta assolutamente negativa. Da esperti e pi anziani veterani, i volontari non saspettavano una simile richiesta. Qui nessuno ritorna indietro,pensano i ragazzi. (la legge del deserto corrente e realistica sar invece quella di perdere anche 100 km di terreno piuttosto che uomini e mezzi.Da veterani di un anno e mezzo di guerra questo i bersaglieri lo avevano gi capito e sar anche sempre la regola di Rommel - N.d.r.)Tre carri Valentine e un Crusader sono penetrati, nel trambusto, allinterno di Q.184. Molti, a quel punto, accerchiati e col caposaldo espugnato,avrebbero ipotizzato la resa, ma non loro. I corazzati nemici sono costretti a ritirarsi. La lotta continua furibonda. Poi, una breve pausa. Ma mentregli assalitori si riorganizzano velocemente e trovano anche il tempo di rifocillarsi alla meglio, la fame, la sete e linsonnia di tre giorni minanoseriamente le residue energie vitali dei nostri. Scontri a fuoco su tutta la linea si susseguono con violenza, e nel trambusto generale altri cinquecarri armati riescono ad entrare nel caposaldo. La battaglia non pi scontro ma strage ferocissima. La situazione fra le fila del I Btg. alle 15 del 5dicembre davvero critica: pi di 40 morti, numerosi feriti, cibo e acqua ormai finiti da due giorni, munizioni assai scarse. Alle 17 il fuoco nemicosi concentra altrove. La contro battaglia di Rommel iniziata. Un fitto polverone di sabbia e fumo di colpi di grosso calibro che lascia intuireallorizzonte, un gran movimento di truppe e mezzi. Sono i Panzer tedeschi della 15" e 21" Divisione corazzata del D.A.K., che hanno giricacciato via i Maharattas da Q.188 e che stanno convergendo verso Bir el-Gobi per unirsi all'Ariete e Trieste, che per tardano ad convergere. Aquesto punto la situazione per gli Inglesi appare abbastanza grave, "Se occorre, gettare nella mischia altri reparti". Giunge il buio. Durante lanotte il Col. Tanucci decide di ispezionare le trincee, anche per saggiarne il morale dopo prove cos cruenti e le forti privazioni di quei giorni. Mauna bomba esplode proprio vicino al Comandante, lacerandogli gravemente il bassoventre. Il C.do del Gruppo Btg. GG.FF., passa quindi al Ten.Mario Niccolini (Bersagliere), fratello del caduto Ippolito, mentre il Cap. Tarantelli assume la responsabilit del caposaldo. Anche Q.184 tieneduro. Dopo tanto errare il Ten. Fazi, andato a cercare rinforzi, s imbattuto in un avamposto della Div. Pavia. Giungono anche alcuni carristidella 15" Panzer, ma poche sono le scene di festa. Sono tutti esausti. Il vero gaudio trova sfogo solo allarrivo di un po di cibo e di preziosissimaacqua. Che gioia quel parco rancio! Arriva Rommel, recentemente sfuggito ad un commando inglese con lincarico di rapirlo o ucciderlo. La"Volpe del deserto" incarna agli occhi di quei ragazzi, per indiscusse capacit militari e per il suo modo tutto particolare di condurre la battagliafra le dune, sempre in prima linea, una vera leggenda. Radunati alla meglio i GG.FF. Rommel pronuncia un breve discorso elogiando lostupefacente valore dei giovani. Ma non c tempo da perdere la tempesta non s affatto placata.Gi dal 5le imprese dei GG.FF. serano diffuse velocemente inpatria tramite la radio ed i bollettini di guerra. Fra questi il 553diceva:"I combattimenti in Marmarica sono continuati sul fronte diTobruk e sul terreno a sud della piazza, fra el-Adem e Bir el-Gobi,dove reiterati attacchi sferrati dallavversario con nuove forze sonostati validamente contenuti e respinti dalle truppe dellAsse. In talicircostanze anche alcuni reparti dei Giovani Fascisti hanno lottatocon esemplare tenacia e valore."Questo ora lo schieramento nemico" a nord ovest si levava il polverone sollevato dalle autoblindo del 6 South African Cars. Presto si sarebbe aggiunto il carosello giostrato diquelle dell11 Hussar e del 1 Dragoon Guards. Aest si profilava, pi minacciosa che mai, la lucente e compatta massa della 4 Armoured Brigadedi Gatehouse. Da sud ovest erano schierate la 1 South African e la 7 Indian Brigade . Sempre da quella parte si scorgevano il quartier generaledella 7 Armoured Division e la 2, 4 e 5 Indian Brigade. Non lontano da l erano piazzate le batterie da 25 pounds del 51 Field artillery Regimente quelle da 4/5 pollici del 7 Medium Regiment Royal Artillery. Pi a sud la 9 Rifle e una colonna da ricognizione della 5 Indian Brigade".Bisogna ricordare che anche i Camerons ed altri reparti nemicivenivano fieramente allassalto. Anche se occorre aggiungere,molti Volontaridiranno del cattivo odore di whisky che esalavadai corpi dei caduti britannici. "Quando venivano allattacco ricorda Calvaruso spesso molti di loro parevano ubriachi. Nonusavano accortezze nel venirci addosso alla baionetta negliultimi metri. A frotte si gettavano nella mischia, pensando diintimorirci con le loro urla (scozzesi). "Al mitragliere palermitanoAntonio Calvaruso sera inceppata larma di fronte alle fanterieavanzanti. Egli sblocc la Breda e riprese a sparare. Lamitragliatrice sincepp nuovamente e lui daccapo a rimetterla insesto, in tutta tranquillit, come si fosse trovato in un poligono.Raggiunto da una raffica, ebbe un sussulto, emise un gemitosoffocato, un fiotto di sangue gli sgorg dalla gola squarciata;infine cadde bocconi sullarma, ancora una volta bloccata. Siraddrizz, grondante come un salasso, e torn ad armeggiareaffannosamente sulla mitragliatrice finch non fu in grado diconsegnarla in perfetta efficienza al volontario venuto a sostituirlo.Soltanto allora si permise il lusso di perdere conoscenza".Questo fatto darme gli valsa la citazione in svariati testi sullaMai vista tanta gente intorno. I carri armati tedeschi e inglesi si danno battaglia dinnanzi agli occhi dei GG.FF. che,osservandoli, si chiedono cosa fare, quale ruolo assumere in questa battaglia di giganti. Di certo un nuovo attacco inforze, pensano, sarebbe fatale, soprattutto alla luce della nuova penuria di munizioni ed acqua registrata. Alle 13 ilcontatto radio viene ristabilito. "Sganciarsi dal nemico coi supporti giunti a dar man forte" questo lordine perentorio.La vicenda per il momento si chiude col messaggio pervenuto tramite una staffetta dei Bersaglieri che annuncia lavanzata dellerimanenti truppe britanniche in zona, proprio verso Bir el-Gobi. Lordine per tutte le unit italo-tedesche chiaro: ritirarsi ad ovest,verso el-Adem. Zaino in spalla e armi in pugno, a piedi, i GG.FF. lasciano Bir el -Gobi e i cadaveri dei tanti caduti. Se quella fu unaritirata strategica e non una rotta, lo si dovette proprio alleccezionale resistenza militare dei Btg. GG.FF. Il destino dei GG.FFtorner ad incrociarsi con quello dei Bersaglieri, quando coi resti dell'8 bersaglieri si andr a costituire dopo El Alamein unaimprobabile "Divisione Bersaglieri d'Africa (senzacarri armati): Aveva gi preso corpo prima di El Alamein (Gen. Ismaele di Nisio)come 136a corazzata ma gli unici reparti assegnati la in fondo all'oasi di Siwa erano 2 btg. di GG.FF e il 136 artiglieria con 2 carriM e altrettante Blindo del Nizza. In Tunisia nel '43 perder gli orpelliaggiungendo solo i reduci, o l'8 bersaglieri bis, su X-XI btg. ex del 7reggimento (dal comando sciolto) e il LVII complementi.Dei suoi Volontari il Col. Tanucci scrisse in una lettera ad uno di loro,ricordandone il valore collettivo: "Fra loro nessuno fu primo, perchnessuno fu secondo".I reduci dei Battaglioni GG.FF si ritrovano regolarmente a Ponti sulMincio (MN) presso la "Piccola Caprera" (la villa che Balisti alla suamorte nel 1959 don loro), per ricordare assieme gli anni in grigioverdehttp://www.piccolacaprera.it/default.html . Balisti nato nel 1890 a Ponti sul MincioQuesto fatto darme gli valsa la citazione in svariati testi sullabattaglia e la medaglia dargento al valore militare sul campo.http://www.piccolacaprera.it/default.html . Balisti nato nel 1890 a Ponti sul Minciopartecip alla Grande Guerra e alla avventura Fiumana (capo dellasegreteria di D'Annunzio). Nel '40 chiese di rientrare in servizio e fu destinato alla Gil di Bologna. In questo luogo, che nella suaamenit custodisce i cimeli e le testimonianze di quelle fiamme giallo-cremisi che simposero valorosamente nel deserto, tutti gliItaliani sono ben accetti. I cancelli della memoria sono sempre spalancati per chi lo desidera.