bilanci di genere meno fumo stili di vita, meglio le donne · il ricorso alla pma è in aumento: il...
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ServizioSanitariedellaToscana
Meno fumo, alcol e alimentazione più corretta, ma poco movimento
Stili di vita, meglio le donneLe giovani hanno anche un'istruzione maggiore - I figli riducono l'occupazione
Le diversità di genere sono eviden-ti fin dal profilo demografico to-scano. Il genere rappresenta una
variabile cruciale per comprendere gliaspetti legati a istruzione, lavoro e au-tonomia economica. Nel 2011, in To-scana, l'incidenza delle giovani donnecon titolo di studio universitario haraggiunto il 13%, contro il 6% degliuomini coetanei, mentre oltre i 30 an-ni di età le differenze si stemperano.Cicli biologici naturali, quali l'espe-rienza dell a maternità, e aspetti socio-culturali delineano nella donna ruolispesso mal conciliabili con la crescitaprofessionale. Nel 2011 il tasso di oc-cupazione delle toscane di 25-49 annirisulta più elevato nelle donne senzafigli (79,3%) e decresce all'aumentaredel numero di figli, anche se le laurea-te con figli tendono a uscire meno dalmercato del lavoro. Sulle dinamicheoccupazionali influiscono le responsa-bilità legate alla cura della casa e dellafamiglia, ancora oggi una prerogativafemminile. Gli stili di vita, scelte indi-viduali ma fortemente condizionatedal contesto ambientale e sociale, so-no i fattori principali a incidere sulla
frequenza di malattia. Gli uomini han-no già sperimentato diffusamentel'abitudine al fumo nel passato e, ne-gli anni, se ne stanno allontanando: inToscana, dal 1980, la prevalenza difumatori si è quasi dimezzata, dal51,7% al 27,9% nel 2011.
Il genere femminile, in linea conl'emancipazione sociale, si è avvicina-to al consumo in tempi più recenti eha raggiunto una prevalenza sostan-zialmente stabile, il 19,5% nel 2011 inToscana. Le donne rimangono comun-que meno spesso fumatrici. Negli ado-lescenti, le differenze di genere sonominori, e l'abitudine al fumo è di pocosuperiore nelle ragazze (25,7%) rispet-to ai ragazzi (22,6%). Bere alcolicifuori pasto è più tipico degli uomini,così come le "abbuffate" di alcol inun'unica occasione (binge drinking,7,8% nei maschi e 3,1% nelle femmi-ne). I bevitori a rischio per quantitàquotidiana di alcol assunta non hannodifferenze rilevanti nei due generi. Lapiù alta sensibilità fisiologica all'alcol,la maggiore disapprovazione sociale,il rischio di aggressioni condizionanonella donna il consumo eccessivo del-
la sostanza.In Toscana, il profilo alimentare
nel genere femminile è orientato versoun maggior consumo di frutta, verdu-ra e latte, mentre negli uomini piùricco di salumi e carne . Le donne tipi-camente tendono a compiere sceltealimentari più sane , associandole alconcetto di buona forma fisica e dicontrollo del peso. Non altrettanto at-tente risultano, tuttavia, al movimentofisico. Il genere femminile è più seden-tario: nel 2011 , in Toscana, non prati-cano alcuna attività fisica il 40,7%delle donne e il 32% degli uomini.Complessivamente , le donne assumo-no comportamenti più virtuosi perquanto riguarda il fumo, l'alcol e l'ali-mentazione, mentre sono meno inclinialla pratica dell'attività fisica. Dal-l' adolescenza iniziano a rendersi evi-denti i tratti distintivi che caratterizze-ranno il peso corporeo nell'età adulta:una maggiore diffusione del sovrappe-so nei maschi e del sottopeso nellefemmine.
Fabio VollerNadia Olimpi
Agenzia regionale di Sanitàdella Toscana
La popolazione toscana per età (2012)
Struttura per età della popolazione toscana al I ° gennaio 2012200.000
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classi di età
BILANCI DI GENERE
EDUCAZIONE
L'attività sessuale «età-dipendente»
Dall'ultima edizione (2011) dello studio Edit(Epidemiologia dei determinati dell'Infortuni-
stica stradale in Toscana), indagine svolta dal-l'Agenzia regionale toscana di Sanità sui principalicomportamenti a rischio degli adolescenti toscanitra i 14 e i 19 anni, emergono interessanti riflessionisui comportamenti sessuali degli adolescenti in te-ma di contraccezione per valutare l'influenza del-l'appartenenza di genere.
In entrambi i generi l'età al primo rapporto è a15,5 anni. Questo sottolinea che l'inizio della vitasessuale è strettamente età-dipendente e non risente,come in passato, dell'influenza dell'appartenenza digenere. Viceversa, in relazione al numero dei part-ner, le ragazze riferiscono comportamenti diversifi-cati rispetto ai maschi che più frequentemente han-no sperimentato un maggior numero di partner. Imaschi usano il profilattico in misura maggiorerispetto alle femmine, sebbene l'uso diminuisca inentrambi i generi all'aumentare dell'età e del nume-ro di partner, in particolare nelle femmine.
La considerazione che l'utilizzo di altri anticon-cezionali, soprattutto nelle femmine, si accompagnaa una riduzione dell'uso del profilattico indica una
ridotta attenzione delle femmine alla prevenzionedelle malattie sessualmente trasmesse (Mst) rispettoalla prevenzione della gravidanza. D'altra parte an-che la riflessione sui costi alti del preservativo che èpiù sentita dai maschi rispetto alle femmine locolloca tra gli strumenti contraccettivi di cui è ilmaschio a farsi carico. Infine, il mancato utilizzo dicontraccettivi che caratterizza più i maschi sottoli-nea una sessualità più responsabile nelle femmine.
In conclusione: la più accentuata molteplicità dipartner che si riscontra nei maschi; la minor sensibi-lità delle femmine nei confronti della prevenzionedelle Mst; la maggior attenzione delle femmine neiriguardi della contraccezione; l'uso del preservati-vo, più appannaggio dei maschi, sebbene non siachiaro se questo rifletta una maggior sensibilità neiconfronti della prevenzione delle Mst o sia sololegato alla minore possibilità di scelta contraccetti-va che ha il maschio.
Mariarosaria Di TommasoDipartimento assistenziale integrato
materno-infantile Aou Careggi e DipartimentoScienze della salute Università di Firenze
PARTI
La scelta riproduttiva arriva in ritardoLa lettura dei dati sulla salute riproduttiva in un'ot-
tica di genere significa partire dal significato cheper una donna la scelta riproduttiva e la possibilità direalizzarla o l'impossibilità di farlo mette in evidenzale barriere per l'espressione di questo desiderio, indi-vidua gli aspetti sociali, e ricerca le ricadute di saluteanche nel futuro.
In Toscana le donne ritardano sempre più la scel-ta riproduttiva e questo le condiziona nel numero deifigli e nei percorsi assistenziali e terapeutici. Aumen-tano le partorienti over 35 (36% nel 2012) e le over40 (8%). Il ricorso alla Pma è in aumento: il 2,1% deiparti del 2012 è generato da questa tecnica, a cui sirivolgono in misura ancora più consistente le donnedi età più avanzata (5,5% dei parti delle donne di etàcompresa tra 40 e 42 anni, 17,1% delle over 43).Parallelamente si osserva un incremento delle gravi-danze plurime (1,8% nel 2012) per effetto dell'au-mento dell'età materna al parto e soprattutto per ilricorso alla Pma Questo non è esente da ricadutesulla salute: si tratta di fattori che condizionano l'an-damento della gravidanza, sia come fattori di rischioper l'aborto spontaneo (che aumenta in modo espo-nenziale dopo i 35 anni), sia come rischi sulla madre
e sul nascituro. Aumentano infatti i parti preterminee la morbosità materna; anche la mortalità materna èpiù frequente in queste categorie.
I dati mostrano poi la determinazione delle donnedi ridurre alcune procedure invasive: rimane costanteil ricorso al taglio cesareo (26,5% nel 2012), bassonella Regione, si riduce la frequenza delle tecnicheinvasive per la diagnosi prenatale e aumenta il ricor-so all'uso delle interruzioni di gravidanza con Ru.Infine le donne toscane sembrano usufruire adeguata-mente dei servizi della Regione e dell'assistenza allagravidanza secondo le linee regionali, anche se persi-ste una minore accessibilità per le donne immigrate.Secondo l'Oms le politiche di salute devono tenereconto degli elementi di "differenza": questi dati pos-sono pertanto essere utili nell'orientare le scelte sani-tarie e culturali secondo un'ottica di genere.
Valeria Dubinidirettore Soc ginecologia e ostetricia
ospedale S. Giovanni di Dio di FirenzeMonica Da Frè
Osservatorio di epidemiologia Agenziaregionale di Sanità della Toscana