bambini e ragazzi da non dimenticare. laccoglienza dei minori allontanati dalla famiglia in calabria...
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Bambini e ragazzi da non dimenticare.
L’accoglienza dei minori allontanati dalla famiglia in Calabria
IV Corso Universitario Multidisciplinare di Educazione ai Diritti
Università della Calabria17 maggio 2011
Sabina Licursi, Giorgio Marcello
Il diritto di ogni bambino a vivere nella propria famiglia
La responsabilità collettiva
In Italia i bambini allontanati alla proprie famiglie sono poco più di 30.000, ossia 3 minorenni per 1000 residenti con un’età compresa tra 0 e 17 anni; poco più della metà sono accolti in servizi residenziali, gli altri sono in affido a famiglie;sono significative le differenze territoriali.
In Italia il ricovero in istituto ha costituito, storicamente, la principale risposta al bisogno di bambini e ragazzi appartenenti
a famiglie in difficoltà.Le Opere Pie – poi Istituzioni pubbliche di Assistenza e
Beneficenza – hanno rappresentato la tendenza ad istituzionalizzare il disagio dall’Unità d’Italia alla fine del
secondo conflitto mondiale.Successivamente le innovazioni legislative di maggiore
importanza sono state:
1) La Carta Costituzionale, che pone le premesse
per rivedere l’approccio
legislativo al disagio sociale
2) Il D.P.R. 616/1977, che
trasferisce molte competenze nel
settore dei servizi agli enti locali
3) La L. 184/1983 e la L. 285/1997, che hanno costretto a ripensare i modi di
accoglienza dei minori in difficoltà, riconoscendo loro il
diritto ad avere una famiglia
Il background istituzionale e normativoIl background istituzionale e normativo
Il processo di trasformazione dell’accoglienza si è dimostrato lungo e complesso e ha presentato differenze
significative anche a livello territoriale.
Perché non può considerarsi superato il rischio di produrre accoglienze che producono pratiche istituzionalizzanti
La ricerca ha inteso: fornire conoscenze
dettagliate e aggiornate sui diversi soggetti coinvolti nell’accoglienza dei minori in Calabria;
mettere in discussione questo sistema dell’accoglienza e promuovere una ricerca-azione.
L’indagine è stata condotta su tutti i soggetti operanti in regime di convenzione con la regione Calabria.
Lo strumento utilizzato è il questionario
Gli enti gestori
Sono complessivamente 94. Rispetto alla loro forma giuridica:• più della metà sono enti religiosi;• circa il 40% è costituito da associazioni o
cooperative sociali;• meno del 10% è costituito da fondazioni. Sono frequenti le situazioni in cui un solo ente è
accreditato per più servizi (residenziali e semiresidenziali)
La concentrazione di molti servizi in capo allo stesso ente può favorire la ricostituzione di fatto degli istituti
Lo scenario regionale dei servizi dedicati ai minori si disegna in larga misura con il processo di riconversione,
ossia con la chiusura formale degli istituti e la loro trasformazione in altri servizi di accoglienza
I SERVIZI
Sono complessivamente 80. Esiste una eterogenea distribuzione dei servizi
residenziali sul territorio regionale (su 1 delle 5 province si concentra la metà dei servizi).
Le dimensioni dei servizi - soprattutto delle case famiglia - non sono piccole: circa la metà dei servizi può accogliere da 5 ad 8 minori.
I rapporto fra operatori e minori nei servizi è molto variabile.
• Attenzione alla dimensione reale dei servizi• Il rispetto di un criterio di proporzionalità tra minori accolti e
personale impiegato nella realizzazione del servizio• Il potenziamento della fase di progettazione e verifica
I minoriI bambini e ragazzi sono 386.
• Si tratta prevalentemente di maschi e di preadolescenti e adolescenti (oltre il 70% ha un’età compresa tra gli 11 e i 18 anni). • Colpisce la presenza di bambini molto piccoli (sono 17 ad avere tra 0 e 5 anni e 70 quelli che hanno tra 6 e 10 anni). •Sono presenti 16 ragazzi/e che hanno superato i 18 anni. •Poco più del 10% è costituito da stranieri.
ass. %
meno di 1
anno
72 19,0
tra 1 e 2 anni 101 26,7
tra 3 e 5 anni 131 34,7
tra 6 e 10
anni
56 14,8
tra 11 e 15
anni
16 4,2
oltre 15 anni 2 0,5
Totale 378 100,
0
La permanenza nei servizi supera il tempo fisiologico dei due anni per poco meno del 60% dei bambini e ragazzi
accolti.
Molti bambini e ragazzi sono entrati nei servizi da piccoli.
22%
Per i responsabili dei servizi: non c’è alcuna possibilità di rientro in famiglia per poco meno del 10% dei minori;non è prevedibile il tempo necessario per un rientro in famiglia per il 37%.
Prima di arrivare nei servizi …
Le famiglie dei minoriI genitori – quando sono presenti entrambi – vivono una
condizione di marcata perifericità sociale.
RISPETTO A BAMBINI E RAGAZZI
RISPETTO ALLE FAMIGLIE
La predisposizione di interventi personalizzati e, quindi, di un progetto che tenga conto della specifica situazione relazionale del bambino e della sua famiglia e che, allo stesso tempo, sia chiaro nello stabilire obiettivi e tempi dell’intervento, è disattesa nella maggior parte dei casi.
Ci sono molte lacune nelle informazioni di cui dispongono i servizi;
Solo 43 minori su 100 incontrano settimanalmente i propri familiari e, spesso, presso il servizio;
Non esistono o sono molto deboli attività di supporto tese a favorire l’empowerment delle famiglie d’origine.
Le problematicità dell’accoglienza
La ricerca-azioneAndare oltre la
comprensione del fenomeno
Individuazione e/o costruzione partecipata di esperienze di accoglienza innovative
Favorire un cambiamento
culturale dell’accoglienza
- Servizi personalizzati;
- investimento relazionale su
bambini e ragazzi;
- riduzione delle permanenze nei
servizi;
- lavorare insieme ad altri
attori.
Intervenire sui contesti sociali di provenienza dei
minori
Attivazione delle risorse locali per la
costruzione di una società accogliente.