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Nel 2011, l’avvento di un gruppo americano alla guida dell’Associazione Sportiva Roma ha spalancato le porte del futuro al club giallorosso e per alcuni versi a tutto il calcio italiano. Eppure il rapporto tra la Roma e il “sogno americano” è tutt’altro che recente. Dopo aver ospitato la nazionale statunitense nel proprio impianto di Campo Testaccio durante i mondiali del 1934 (con Fulvio Bernardini che indossò la maglia a stelle e strisce per due amichevoli), la Roma, tra il 1967 e il 2012, ha collezionato ben 11 tournée in Nord America, disputando negli Usa e in Canada 34 partite. Questo volume per la prima volta, ricostruisce questi “viaggi dimenticati”, proponendo una parata di memorabilia calcistiche ...

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Le tournée in Nord Americadell’AS Roma (1967-2012)

GoAlBooK

mASSimo izzi

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neFabrizioGrassetti

Presidente Centro StudiUnione Tifosi Romanisti

Il Centro Studi UTR è nato, di fatto, in oc-casione della lunga preparazione della mostra “80 anni di tifo della Roma” del 2007, poi allestita a Testaccio. Il comitato storico-scien-tifico che ha preparato quella straordinaria esposizione, ammirata da oltre 200.000 visi-tatori, era formato dai più conosciuti storici e collezionisti dell’AS Roma.La maggior parte di questi membri, nel set-tembre 2008, ha realizzato la mostra UTR “I migliori anni della nostra storia”, presso la prestigiosa Galleria l’Agostiniana in Piazza del Popolo, anch’essa premiata da un grande successo.L’entusiasmo di questi appassionati tifosi è cresciuto nel tempo e la maggior parte delle iniziative, promosse al fine di mantenere vivi i valori della tradizione romanista, li ha visti in prima fila.Tra i primi fiori all’occhiello del Centro Stu-di, vanno menzionati il seminario tenuto il 7 giugno 2008 presso la Biblioteca Comunale di Testaccio di Via Zabaglia, sul legame tra il rione e la squadra giallorossa e il contributo dato al Comune di Frascati per i festeggia-menti dell’illustre cittadino Amedeo Amadei, Campione d’Italia 1941/42, omaggiato all’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini il 20 maggio 2009, con un’ampia esposizione fotografica di quel trionfale campionato.Il 3 novembre 2009, in occasione dell’ottante-simo anniversario dell’inaugurazione di Cam-po Testaccio, è stato organizzato nel cuore del rione un incontro con i protagonisti e gli eredi di quell’epopea calcistica. Il 25 marzo 2010 si è inoltre svolto l’indimenticabile seminario:

“Storia dell’AS Roma: leggende, aneddoti e curiosità”, tenuto nell’Aula Magna dell’Uni-versità la Sapienza, per celebrare il decimo anniversario della costituzione dell’Unione Tifosi Romanisti. A partire dall’11 giugno 2011, infine, a Via Baccina 84, adiacente ai Fori Imperiali, vive “ la mostra sulla storia della AS Roma”. Qui, nella sala delle conferenze e dei trofei, si sono svolti numerosi incontri-dibattiti con prestigiosi relatori. Commovente l’evento che ha visto riuniti sotto lo stemma giallorosso gli eredi dei pionieri del calcio romanista.Collegandosi a queste attività il Comitato ha prodotto, direttamente tante opere sulla Roma e la sua storia e collaborato in maniera attiva e sistematica alla stesura di altre.Dopo tali gratificanti impegni è stato naturale pensare di proseguire a realizzare delle pubbli-cazioni che documentino con passione e rigore storico il passato e il presente dell’AS Roma, come nel caso di questo volume.Sperando di poter presto dare un contributo alla realizzazione del museo dell’AS Roma, il Centro Studi UTR, che ha continuato dal 2007 ad acquisire un patrimonio di cimeli e testimonianze giallorosse senza eguali, si pro-pone di continuare a collaborare al successo di tutte le iniziative che avvicinino i tifosi alla conoscenza dell’ inimitabile storia del nostro UNICO GRANDE AMORE.

UTR ovunque. (MP)

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Il giugno 1976 vide una grande popolarità del calcio made in USA. merito, ad esem-

pio delle indiscrezioni apparse sui maggiori organi giornalistici a partire dal 18 giugno circa una proposta d’ingaggio giunta a Gianni Rivera per trasferirsi a giocare nel “soccer”. il Golden Boy dichiarò che aveva intenzione di giocare ancora un anno in italia per poi tra-scorrere tre mesi negli States ma: “non per gio-care nel Cosmos”.L’altro argomento caldo che rimanda oltreoce-ano è l’imminente tour della Roma che vedrà le sue tappe a New York, montreal, Rochester e Toronto per l’organizzazione di Vittorio mevo.La Roma parte per gli USA da Fiumicino a bordo di un volo PANAm alle ore 12:30 del 21 giugno. i quadri tecnici sono composti dai dirigenti De Paolis e Celebrano, dal segretario Camillo Anastasi, dal medico sociale Antonio Todaro, dall’allenatore Nils Liedholm e dal massaggiatore Roberto minaccioni.il parco giocatori conta su: “Batistoni, Paolo Conti, Cordova, De Sisti, Di Bartolomei, Morini, Negrisolo, Orazi, Peccenini, Petrini, Prati, Quin-tini, Rocca, Sandreani e Santarini”.Nelle ultime ore si erano risolti alcuni casi spi-nosi, come quello del portiere di riserva Quin-tini, partito nonostante una contusione rime-diata in un’amichevole contro l’EUR olimpia. L’estremo difensore aveva dovuto stringere i denti perché i portieri della Primavera: orsi, Ticconi e Vannoli, non erano convocabili in quanto privi di passaporto.Anche Valter Casaroli che in un primo mo-mento era stato individuato da Liedholm

la Roma come i Beatles,notte da sogno contro il Bocaallo Shea Stadium

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New YorkmontrealRochesterToronto

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come sedicesimo nominativo della lista, aveva dovuto rinunciare essendo impegnato con la Primavera nella disputa della bella per l’asse-gnazione della Coppa italia di categoria.Le motivazioni della Roma, reduce da un cam-pionato deludente, le illustra capitan Santarini che quando si trova già a New York dichiara: “Dobbiamo cercare di uscire di scena con dignità. Il presidente Gaetano Anzalone ha avuto sempre comprensione per noi”.Del resto a fornire stimoli in abbondanza c’è un avversario di prestigio, il Boca Juniors di Buenos Aires e un impianto leggendario, vale a dire lo Shea Stadium, tempio della squadra di baseball dei mets, reso mitico da uno storico concerto tenuto dai Beatles il 15 agosto 1965. L’arrivo, previsto per le 15:35 ora di New York, si era realizzato con tre ore di ritardo, creando non pochi problemi logistici.Dopo una rapida passeggiata a manhattan e un pasto in un ristorante italiano, la squadra aveva, infatti, dovuto subito prepararsi a scen-dere in campo. i tecnici dei due team, prima della gara d’andata della “Coppa dell’indipen-denza”, fanno professione di stima per i rivali. Lorenzo, trainer del Boca e vecchia conoscen-za della Roma, osserva come: “Rocca vale come tre giocatori”, Liedholm da parte sua non è da meno: “Un tecnico come Lorenzo può giovare molto agli argentini in questo periodo. Secondo me, anzi, meriterebbe di guidare la Nazionale, come nel ‘66 in Inghilterra”. Scendendo più sulle considerazioni tecniche il Barone dice: “Dob-biamo giocare bene e dobbiamo soprattutto evitare discussioni e qualsiasi incidente di campo”.L’immediata vigilia del match, sul fronte gial-

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lorosso, è però turbata dalle notizie che rim-balzano da Roma circa la cessione di Negriso-lo al Verona.Liedholm, che le cronache degli inviati delle testate italiane descrivono “preoccupato e ama-reggiato” si mette immediatamente in contatto telefonico con il Segretario generale mupo. Arrivati allo Shea Stadium, Liedholm osserva la situazione. Al fine di disporre di una super-ficie completamente erbosa le dimensioni del campo, di solito adibito al baseball, appaiono piuttosto ridotte.intanto, Pierino Prati, alle prese con qualche acciacco, prova in uno spiazzo erboso appena fuori dallo spogliatoio. il prof. Danilo Taglia-bue gli ha raccomandato di giocare solo se non avverte fastidio alcuno.Alle 20:30 del 22 giugno si arriva finalmente alla gara. Sugli spalti, 19.555 spettatori, che si godono una serata calda e umida. Per inciso, gli italiani devono fare i conti con un fuso ora-rio di sei ore. il match si dimostra assai scorbu-tico, Gutierrez mette fuori gioco Prati con un pestone al piede destro e l’equilibrio si rompe solo negli ultimi secondi di gioco.Pellegrini sfrutta un servizio di Petrini, che sull’allungo di Cordova ha disorientato e mes-

so fuori causa la difesa argentina. L’attaccan-te vede la palla attraversare l’area da destra verso sinistra, si gira di scatto e piazza la palla nell’angolo opposto: Roma – Boca 1-0.il quotidiano il messaggero scriverà: “I no-stri connazionali, insomma, possono giustamente essere fieri di questa Roma che ha dominato gli avversari e che meritava d’imporsi con netto scarto. Cordova uno dei più applauditi e modello di de-strezza ed eleganza fino all’ultimo, a dispetto della tendinite che lo affligge”.Alla fine delle ostilità Pellegrini viene premia-to da un rappresentante della comunità italo americana quale “man of the match”, con la consegna di una caravella d’oro.Frank Arcamone, per meglio motivare l’asse-gnazione del premio dichiara: “Erano decenni che non vedevamo vincere una squadra italiana”.Il 23 giugno la Roma comunica ufficialmente di aver accettato di allungare il tour incontran-do il Rochester Lancers. Si conferma che i me-tros canadesi avranno in campo il mitico Eu-sebio (ma un infortunio lo impedirà …) e forse chiederanno in prestito l’ex juventino Altafini, in forza al Toronto. A montreal la Roma viene accolta da un nubifragio che limiterà l’afflusso del pubblico a sole 3.000 unità. il retour match finisce con una sconfitta per 2-1, e in ossequio ad un curioso regolamento, il trofeo viene

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Panoramica dello Shea Stadium, impianto in cui la Roma gioco’ il 22 giugno 1976. (FG)

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76 va al portiere, lo invitava all’uscita e deponeva il pallone in rete. il gol viene però annullato per un dubbio fuorigioco. Nel secondo tempo la Roma cresceva e al 29’, su calcio d’angolo battuto da Pellegrini, Caires respingeva debol-mente: poco fuori dall’area raccoglieva De Si-sti, tiro in porta e mijatovic deviava mettendo fuori causa il portiere facendo calare il sipario sull’incontro. Da Rochester, sempre in torpe-done, la Roma si sposta a Toronto facendo una sosta turistica alle cascate del Niagara.Prima del match conclusivo, Giancarlo De Sisti rientra a Roma. Sbarcato a Fiumicino confer-merà di aver ricevuto una proposta (diecimila dollari più incentivi in base al rendimento) per trasferirsi a giocare negli USA.La gara con i Toronto metros Croatia viene risolta da una rete di Agostino Di Bartolomei a tre minuti dal triplice fischio finale.La Roma rimpatrierà il 30 giugno a bordo di un volo Alitalia sbarcando a Fiumicino il 1 lu-glio 1976.

dunque consegnato agli argentini in quanto la gara di New York era stata considerata casalin-ga per il Boca. il trasferimento a Rochester, a questo punto, fu particolarmente avventuroso a causa di uno sciopero dei piloti canadesi sce-si in agitazione per protestare contro la legge che in servizio li obbligava all’uso della lingua francese oltre che all’inglese. La Roma dopo alcuni disperati tentativi decide di affrontare il viaggio in “torpedone”. Un percorso da favo-la, ma estenuante, con il panorama del Lago San Lorenzo e dell’Ontario che scorre dai fi-nestrini. Accomodato (si fa per dire) su uno dei sedili, Liedholm concede al giornalista Fran-cesco Rossi un’intervista profetica (non a caso intitolata: “Liedholm e il futuro”) : “Hai visto che gol ha saputo segnare Di Bartolomei? Forse la Roma ha trovato il suo Antognoni. Certo sono differenti, e si può pure pensare a un mio sogno. Ma parlo seriamente. Prima di tutto la taglia di Di Bartolomei. Un fisico eccezionale, gambe alte, da cavallo di razza. E’ tornato da Vicenza sicu-ro di sé, con la consapevolezza del ruolo e della carriera da compiere. Sono però soprattutto la spontaneità e la potenza dei suoi tiri in porta, da qualunque posizione, a fornire alla Roma qualcosa che finora le è mancato. Poi c’è Bru-no Conti, sa muoversi con gli scatti improvvisi e l’estro di Causio, e sa piazzare le palle dove vuole, il gioco non può che migliorare. Ma il problema della Roma è un altro: si tratta di trovare in attacco ciò che Prati aveva rappre-sentato nel campionato del terzo posto”.Vuole pure Pruzzo?“Conosco bene Pruzzo. Lo scoprii quattro anni fa al torneo di Sanremo e dissi subito che avrebbe fatto carriera. Sarebbe dunque sciocco se adesso, nell’interesse di certe trat-tative cercassi di negargli il mio apprezza-mento”.il giorno 27 è il turno di Rochester Lancers–Roma. il terreno di gioco, con l’erba alta e il pallone più leggero degli standard europei creano qualche problema agli uomini di Liedholm. A rendere più aspra la salita ci prova an-che Moia, ex centravanti del Benfica, che all’11’ si presenta da solo davanti a Paolo Conti che però sventa la minaccia. Al 38’ una serpentina di De Sisti consente ad orazi di andare in gol. il giallorosso si accosta-

27 giugno 1976: il match program di Rochester Lancers–Roma giocata a Rochester. (GP)

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1976New YorkmontrealRochester

Toronto

i match del

à22/06/1976 I martedì 20:30 I New York

RoMA - BoCA JUNIoRS BUENoS AIRES 1-0Torneo, andata

Roma: Conti Paolo; Peccenini, Rocca; Cordova, Batistoni, Santarini; Negrisolo, Morini, Prati (01’ 2t Pellegrini), De Sisti, Petrini. A disposizione: Quintini, Di Bartolomei, orazi. Allenatore: Liedholm.Boca Juniors Buenos Aires: Gatti; Tesare, Tarantini; Pernia, Sugnè (01’ 2t Ribolsi), Gutierrez; Rios (26’ 2t Salas), Benitez, Trobiani, Cambon (01’ 2t Taverna), Diaz. A dispo-sizione: Biasutto, ovide. Allenatore: Lorenzo.

Arbitro: D’ippolito (USA).Reti: 90’ Pellegrini (R)

Note: La partita è stata giocata allo Shea Stadium alle 20:30 corrispondenti alle 02:30 del 23.06.1976 in italia. Spettatori paganti 19.555 (per i due terzi di nazionalità argentina). Alla partita hanno assistito il console argentino e il vicesindaco di New York.

à25/06/1976 I Venerdì 20:00 I montrealRoMA - BoCA JUNIoRS BUENoS AIRES 1-2Torneo, ritorno

Roma: Conti Paolo; Peccenini, Rocca; Cordova, Santarini, Batistoni; Negrisolo (01’ 2t Di Bartolomei), morini, Pellegrini, De Sisti, Petrini. A disposizione: Quintini, orazi. Allenato-re: Liedholm.Boca Juniors Buenos Aires: Biasutto; Tesare, Ovide; Pernia, Salas, Sotelo L.; Rios, Alves, Taverna, Ribolsi, Diaz (01’ 2t Sotelo A.). A disposizione: Paterno, Quintieri. Allenatore: Lorenzo.

Arbitro: Ben Fusco (Canada).Reti: 22’ aut. Santarini (di testa, su tiro di Pernia destinato a finire fuori), 59’ Di Bartolo-mei (R), 85’ Alves (B).

Note: La partita è stata giocata alle 20:00 corrispondenti alle 02:00 del 26.06.1976 in italia, ma per un violento nubifragio è cominciata alle 21:00. Appena 3.000 spettatori. Per le cattive condizioni fisi-che di Prati, rimasto in tribuna, la Roma ha portato in panchina solo 3 giocatori. La Coppa dell’in-dipendenza 1976 è assegnata al Boca Juniors di Buenos Aires: il curioso regolamento prevedeva che la prima partita, disputata a New York, fosse considerata “in casa” del Boca Juniors e la seconda partita, disputata a montreal, fosse considerata “in casa” della Roma. Pertanto la Coppa è vinta dagli argentini per il maggior numero dei gol segnati “in trasferta”.

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1976New YorkmontrealRochesterToronto

i match del

à29/06/1976 I martedì 20:00 I TorontoToRoNTo METRoS CRoATIA - RoMA 0-1Amichevole

Toronto Metros Croatia: Bilecki; Sutevski (01’ 2t D’Agostino), Iarusci; Cukon, Bla-skovic, Polak (01’ 2t Koraks); Rigas, Marcantonio, Lukacevic (37’ 1t Gemert), Pilas (01’ 2t Strenicer), Ferreira (01’ 2t Juricko). Allenatore: markovic.Roma: Conti Paolo (01’ 2t Quintini); Peccenini (30’ 2t Orazi), Rocca; Cordova, Santarini, Batistoni; Morini, Di Bartolomei, Prati (01’ 2t Pellegrini), Negrisolo, Petrini. A disposizio-ne: (tutti entrati). Allenatore: Liedholm.

Arbitro: Arrowsmimtk (di Toronto - Canada).Reti: 87’ Di Bartolomei (R).

Note: La partita è stata giocata alle 20:00 corrispondenti alle 02:00 del 30.06.1976 in italia. Spetta-tori paganti 8.142. in tribuna il console italiano Rosario Nicosia. il Toronto metros Croatia è privo del campione portoghese originario del mozambico Eusebio (infortunatosi nella precedente partita di campionato a miami) e del portiere italiano Paolo Cimpiel (tenuto a riposo). Per il rientro in italia di De Sisti, la Roma ha portato in panchina solo 3 giocatori.

à27/06/1976 I Domenica 20:00 I Rochester

RoCHESTER lANCERS - RoMA 0-1Torneo

Rochester lancers: Tamindzic; Reynolds (01’ 2t Lippman), Pollihan (01’ 2t Cannon); Caires, Mijatovic, Silva Carlos (01’ 2t Cupello); Silva Ibraim (01’ 2t Mambo), Pedro, Moia (01’ 2t Rizzato), Pescov (01’ 2t odoi), Archibald. Allenatore: Popovic.Roma: Conti Paolo; Peccenini, Rocca; Cordova (01’ 2t Pellegrini), Santarini, Batistoni; Di Bartolomei, morini, Prati, De Sisti (39’ 2t Negrisolo), orazi (39’ 2t Petrini). A disposizione: Quintini. Allenatore: Liedholm.

Arbitro: Tim Dickley (USA).Reti: 30’ aut. mijatovic (su tiro di De Sisti).

Note: La partita è stata giocata all’Holleder Stadium di Rochester (New York) alle ore 20:00 corri-spondenti alle 02:00 del 28.06.1976 in italia. Spettatori 6.000 circa (quasi tutti italiani). Prima della partita, che era valida per l’assegnazione di un’altra Coppa dell’indipendenza, è stata consegnata ai dirigenti della Roma Anastasi, Celebrano e De Paolis la chiave di Rochester, un gesto simbolico di amicizia. Cordova si è infortunato al 05’ 1t al ginocchio sinistro, ma è rimasto in campo, quasi inutilizzato: è stato sostituito solo all’inizio del 2t. Dopo la partita De Sisti è tornato in italia per sostenere gli esami di maturità classica al Liceo Virgilio.

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27Nel 1976 hai preso parte al tour ne-gli USA e in Canada dove riceve-

sti anche una proposta per trasferirti a giocare. Ricordi?

“Vagamente, ma sai in quel momento non erava-mo preparati per affrontare discorsi di quel genere. Il Nord America non si raggiungeva con un’ora e devo dire che non presi neanche in considerazione l’ipotesi, anche se essere apprezzato e cercato fa sempre piacere”.

In quel giugno 1976 avete toccato le cit-tà di New York, Montreal, Rochester

e Toronto, cosa ti torna in men-te?

“Non ricordo più in quale città, forse New York, forse Montreal, mi ritrovai

in mano un microfono prima dell’inizio della gara. Eravamo contrariati per al-

cuni aspetti logistici che non erano andati per il meglio, forse il mio avrebbe voluto es-

sere un discorso di rabbia, ma di fronte all’accoglienza della

comunità italo americana non potei che ringrazia-re di tutta la simpatia e l’affetto commovente che ci avevano riservato. In-dimenticabile”.

In quel tour hai ri-trovato da avversa-rio, come allenatore

del Boca, Juan Carlos lorenzo.

“Lo avevo avuto da tecnico alla Roma. Era un uomo a cui senz’altro non mancavano le parole, un sanguigno. Lo ricordo agli allenamenti al Tre Fontane, spesso in ritardo, tanto che Schnellinger parlando con il suo vice Flamini, una volta indi-cando la lavagna presente negli spogliatoi gli indi-cò la scritta: “Ore 10:00 pronti” con uno sguardo che valeva più di un discorso.Poi c’erano le sue mille scaramanzie. A Velletri ci fece fermare sotto un ponte in attesa del passaggio del trenino, perché, ci disse, transitando sotto nel momento in cui arrivava il convoglio, la vittoria era sicura”.

Nel tour del 1976 si mise in luce Ago-stino Di Bartolomei appena tornato da un anno di prestito a Vicenza. In quei giorni hai speso significative parole d’elogio per Agostino. Com’era la con-vivenza in campo con il futuro capitano dello scudetto?

“Ho sempre creduto che un’intesa tra chi sa giocare al calcio si trova sempre e fu così anche in quell’oc-casione. Anche perché eravamo diversi nelle nostre caratteristiche. Io ero più “svelto” nel brevissimo, nel chiamare il triangolo e nel suggerire palloni fil-tranti. Agostino era più potente, aveva un lancio di 50 metri che io non possedevo e aveva una bomba micidiale che “non ci si credeva”. A dire il vero avevo capito che fosse un grandissimo giocatore an-che prima di quel tour. Giocare con lui è stato un grande piacere e un privilegio”.

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1976Giancarlo

De SistiCalciatore AS Roma 1960-65 e 1974-79

L’intervista

“Di fronte all’accoglienza della comunità italo americana non potei che ringraziare di tutta la simpatia e l’affetto commovente che

ci avevano riservato”

Giancarlo De Sisti in un’immagine della stagione 1974-75

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Il Wrigley Field per un giorno sveste i panni da Baseball

per vestire quelli del soccer. (MP)

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La Roma schierata nel match inaugurale della tournée 2012 negli USA. (MP)

L’undici iniziale sceso in campo al Wrigley Field di Chicago. (MP)

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012intanto, Hapal, tecnico dello zaglebie di-

chiara: “Se non fosse andato alla Roma, Zeman avrebbe guidato la nostra nazionale”.La partita del 22 luglio, davanti a oltre 22.000 spettatori, vede il debutto assoluto in gialloros-so per Castan e Tachtsidis e un’apparizione speciale per Bradley, che a Chicago ha vissuto da bambino.Dopo appena 37 secondi i giallorossi sono già in vantaggio, Tachtsidis pesca in profondità Bojan che spedisce al centro per osvaldo che di piatto mette in rete.Al 19’ è Tachtsidis, con uno splendido pallo-netto di sinistro a battere nuovamente Koziol.Arriva il 30’ ed è ancora spettacolo: Pjanic apre sulla destra e Lamela con un esterno si-nistro al volo mette la palla sotto la traversa.Prima dell’intervallo, Bojan va via a tre avver-sari e disegna una diagonale con il destro che fissa il risultato sul 4-0.Nella ripresa il Lubin va ripetutamente vicina al gol della bandiera (colpendo ben tre legni), ma anche Totti, subentrato a Bojan, al 70’ cen-tra il palo. Lo score, però, non cambia più.zeman, da perfezionista, nel dopopartita dirà: “Sul gioco e sulla prestazione non sono contento. Il fuso orario, il caldo e il lavoro di questi giorni sono da mettere in conto”.Affettuoso il pensiero dedicato ai tanti tifosi ro-manisti presenti a Chicago: “Si sta bene quando senti l’entusiasmo dei nostri tifosi, ancora di più quando giochiamo all’estero e così lontano da casa. Le squadre si costruiscono per loro. Se non si fa per

per un tuffo nel lago”.21 luglio: sul campo dei Chicago Cubs il Wri-gley Field, Totti simula la battuta di un gioca-tore di baseball che riceve il pallone, mentre Baldini scherzando gli grida: “Non così la presa Francesco!” e lui di rimando: “Hai visto il piede come l’ho messo perfetto?”.il fuoriclasse di Porta metronia indossa la ca-nottiera rossa d’allenamento che lascia scoper-to il tatuaggio del Gladiatore, ripreso da tele-camere e fotografi.il Wrigley Field è lo stadio in cui è stato girato il film “Il Migliore”, era giusto che il capitano della Roma ci giocasse almeno una volta.La squadra affronta l’allenamento (una nutrita serie di ripetute da 100, 200, 300 e 400) con una temperatura di 30 gradi, un calvario, ac-compagnato da un imperturbabile zeman in tuta e con la solita filosofia zen: “A me non dà fastidio niente, a loro sì. Nemmeno hanno dormi-to”.Francesco (che in ritiro ha già perso tre chi-li), assieme a zdenek zeman e Bradley, dal-le 11:30 partecipa alla conferenza stampa e strappa più di un sorriso quando gli viene chiesto: “E’ vero che stai meglio di 13 anni fa come ha detto Zeman?”. il Capitano risponde: “Ho corso tanto perché era l’ultimo giorno di ritiro ed ero contento!”.Nel pomeriggio la Roma sostiene un allena-mento (esercitazione sugli schemi offensivi con tanto di partitella tra squadra gialla e rossa, vinta da quest’ultima per 2-0 con reti di Bojan e Nico Lopez) presso l’University of il-linois. Nella palestra dell’ateneo ameri-cano, prima dell’allenamento, qualche giocatore come Totti, Rosi e Jose Angel (sei su sette nei tiri da tre) si cimenta in alcuni tiri a canestro (Bojan per la cro-naca riceverà in regalo da James Pallotta le scarpe di Kevin Garnett, stella dei Bo-ston Celtics).Alle 14:30 (21:30 in italia) del 22 luglio la squadra è attesa dalla prima gara del Tour contro i polacchi dello zaglebie Lubin. Prima di partire, però, passeg-giata per le strade del centro di Chica-go. Bojan e Rosi si fanno immortalare accanto alla statua di michael Jordan davanti allo United Center, il palazzetto dei Chicago Bulls.

Franco Baldini firma autografi ai tifosi pre-senti allo stadio di Chicago. (MP)

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la gente non serve a niente”.Dopo la gara la Roma s’imbarca su un volo charter e decolla alla volta di Boston dal mi-dway international Airport.Dopo due ore e mezzo, l’arrivo al Logan inter-national Airport e il trasferimento all’Harbor Hotel, splendida costruzione in Rowes Wharf, con le finestre che si affacciano sull’Atlantico.Al risveglio la Roma è accolta da James Pallot-ta, che dopo i saluti e le foto ricordo di rito si reca, assieme a Franco Baldini e mark Pannes, alla City Hall ad incontrare il sindaco di Bo-ston Thomas michael menino.Esaurito l’impegno istituzionale il patron della Roma ospita la squadra a pranzo a Little italy, nel North End di Boston dove è cresciuto.Alle 17:00 del 23 luglio (le 23:00 in italia), Totti dopo una mattinata di libertà (in visita al Quincy market, indossa la casacca numero 34 dei Boston Celtics) è già in campo per il primo allenamento, presso il massachusetts institute of Technology (miT).Alle 18:30, quando finisce la seduta, Bojan, Lopez e Florenzi si trattengono in campo cer-cando di centrare i pali da football americano

Il Fenway Park, stadio di Boston in cui la Roma ha giocato il 25 luglio 2012. (FG)

Il badge per fotografi e il ticket di Roma–Liverpool del 25 luglio 2012. (MP, FG)

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012quello fu l’anno della nostra prima promozione,

dalla C2 alla C1. Ricordo bene i rigori e la delu-sione della gente ... ma all’epoca Roma per me era lontana… “.Sempre nella giornata del 24 luglio, Totti non aveva mancato di inviare un messaggio di au-guri a Daniele De Rossi (che a sua volta lo ave-va cercato telefonicamente) per il suo comple-anno: “Auguri, Capocciò! 29 anni, ormai ti stai invecchiando, mi hai quasi ripreso. Noi stiamo in America e tu stai a correre a Trigoria! Ciao, un bacione”.in serata la Roma cena al “Nebo”, ristorante gestito da Christine e Carla Pallotta, assieme a James Pallotta e a michael Ruane.Poche ore dopo il patron romanista si farà fo-tografare al Fenway Park in un impeccabile completo da uomo d’affari mentre afferra in volo una palla da baseball, con tanto di guan-tone. Un “catch” proprio sotto al tabellone dello score del match che l’impianto si accinge ad ospitare: Roma-Liverpool.Il 25 luglio vede finalmente la Roma battere il Liverpool nell’amichevole al Fenway Park, il più antico stadio di baseball degli Stati Uniti. Per capire il fascino di questo impianto leggen-dario è utile citare il tecnico dei Reds, Brendan Rodgers, che ai suoi giocatori dice: “Quando avrete 50 anni potrete raccontare di aver giocato al Fenway Park”.Gli impegni della giornata erano iniziati alle ore 08:30 alla fine della colazione con il tra-sferimento al campo d’allenamento, dove la squadra è accolta da uno striscione del Roma Club Denver: “A 1.600 metri e più… Giallo-rosso per sempre”.A conclusione del lavoro il ritorno in albergo, dove il gruppo è raggiunta da Pallotta.Prima della gara, a dire il vero si serve l’ama-ro: video celebrativi della finale di Coppa dei Campioni ’84 (con ian Rush, al seguito del-la Tv tematica dei Reds ad assistere, mentre l’organizzazione della squadra inglese ha fat-to affiggere ad uno degli ingressi dello stadio la scritta “You’ll never walk alone”… ), inno nazionale americano, inno del Liverpool e… niente “Roma-Roma-Roma”.in tribuna, intanto, Pallotta incrocia il suo amico John Henry, proprietario dei Boston Red Sox e del Liverpool e gli lancia una scher-zosa sfida: “John ci vediamo presto in Champions

presenti nell’impianto con dei calci piazzatiVengono intanto diffusi i dati che annunciano il “Sold out”, con 40.000 biglietti venduti per la sfida del Fenway Park con il Liverpool.il 24 luglio (giornata che in italia porta all’ac-quisto di matteo Destro), doppia seduta di al-lenamento dalle 9:30 alle 16:00, con un lavoro impostato sulla brillantezza: corse brevi, scatti, allunghi sui 300, 200, 100 metri e sulle vertica-lizzazioni improvvise con il pallone.il lavoro pomeridiano, svolto davanti a circa 150 tifosi (compreso, a sorpresa, James Pal-lotta), viene interrotto per la fitta pioggia che lo accompagna, pericolosa per via del campo sintetico.Nonostante questo, il patron della Roma si è intrattenuto con tutti i calciatori giallorossi e incrociando Castan, come si legge sul Corrie-re dello Sport: “gli ha tolto gli enormi auricolari rossi dalla testa e si è messo a ballare musica bra-siliana (…) Questo è James Pallotta, patrimonio da un miliardo di dollari e spirito da uomo del popolo”.in coda all’allenamento, sempre sul campo del miT, conferenza stampa sostenuta da Bradley, Pjanic, Totti, Baldini e zeman.E’ proprio il boemo ad utilizzare una parola ricorrente nella preparazione giallorossa: “E’ un’amichevole, continuiamo a lavorare duro ma bisogna imparare a soffrire. Gli americani sono abituati allo spettacolo, cercheremo di fare quello che possiamo”.Altro appuntamento del tardo pomeriggio si consuma all’interno del Fenway Park, per la presentazione del match amichevole con il Li-verpool.in rappresentanza dei reds arrivano Gerrard e gli ex giallorossi Aquilani e Borini, per la Roma c’è naturalmente Totti che dona al capi-tano avversario la seconda maglia della Roma, presentata ufficialmente proprio in questa oc-casione.Non poteva mancare, da parte di un giorna-lista americano, una battuta sulla sconfitta in Coppa dei Campioni del 1984. Totti rispon-de da par suo: “Ma io quella volta non giocavo. Semmai il Liverpool ci ha battuti anche dopo e io in quei casi c’ero. Per me è sempre importante gio-care contro una delle squadre più forti d’Europa”.zeman sulla questione osserverà: “La vidi in Sicilia, a Licata. Ero già da anni allenatore, e

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foto: Luciano Rossi

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