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Anno XIV - n.28 - 18 luglio 2018 In tv su SuperTennis 5 tornei in diretta Da Bastad a Newport, passando per Umago, Gstaad e Bucarest Pag.18 GLI ALTRI CONTENUTI Newport, dove il tennis dura... un’eternità Pag.12 Next Gen: Rublev, ma dov’eri finito? Pag.14 Classifiche: i numeri della settimana Pag.16 Personal Coach: l’Itf guarda avanti, l’Italia c’è Pag.20 Giovani: i campioni di Wimbledon Juniores Pag.22 Circuito Fit-Tpra: amatori a caccia dello Slam Pag.24 L’esperto: c’è un libro sulla nascita del tennis? Pag.28 Azzurri, chi brillerà a New York? Dopo Marco Cecchinato a Parigi e Camila Giorgi a Wimbledon l’Italia guarda al prossimo Slam pag.3 Djokovic e Kerber, i redivivi Due storie parallele pag.4 e 8 Test a confronto, nuove Speed ‘Nole Style’ Provate sul campo le prossime Head di Djokovic: le differenze tra MP e PRO Pag.26

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Anno XIV - n.28 - 18 luglio 2018 In tv su SuperTennis5 tornei in direttaDa Bastad a Newport, passandoper Umago, Gstaad e Bucarest

Pag.18

GLI ALTRI CONTENUTINewport, dove il tennis dura... un’eternità Pag.12Next Gen: Rublev, ma dov’eri finito? Pag.14Classifiche: i numeri della settimana Pag.16Personal Coach: l’Itf guarda avanti, l’Italia c’è Pag.20Giovani: i campioni di Wimbledon Juniores Pag.22Circuito Fit-Tpra: amatori a caccia dello Slam Pag.24L’esperto: c’è un libro sulla nascita del tennis? Pag.28

Italiani sempre più in altoAzzurri, chi brillerà a New York?

Dopo Marco Cecchinato a Parigie Camila Giorgi a Wimbledon

l’Italia guarda al prossimo Slampag.3

Djokovic e Kerber, i rediviviDue storie parallele pag.4 e 8

Test a confronto,nuove Speed ‘Nole Style’Provate sul campo le prossime Headdi Djokovic: le differenze tra MP e PRO

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Cielo azzurro a New York

DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

DIRETTORE RESPONSABILEEnzo Anderloni

COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMAntonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari,Annamaria Pedani (grafica)

FOTOGetty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli

HANNO COLLABORATOGiovanni Di Natale, Alessandro Mastroluca, Andrea Nizzero,Claudia Pagani, Gabriele Riva,Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto,Piero Valesio.

A CURA DI Sportcast SrlVia Cesena, 58 - 00182 [email protected]

REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONEGAME Comunicazione & Media S.r.l.

REDAZIONE E SEGRETERIAStadio Olimpico - Curva NordIngresso 44, Scala G00135 RomaInfo: [email protected]. Tribunale di Roma n. 1/2004dell’ 8 gennaio 2004

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www.federtennis.it e www.supertennis.tve spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected]

DI ENZO ANDERLONI

FOTO GETTY IMAGES

Da uno Slam all’altro: le clas-sifiche Atp e Wta del giorno dopo la finale di Wimbledon sono già quelle che deter-

minano l’entry list degli Us Open, che cominceranno lunedì 27 agosto. Ci siamo emozionati per la resurre-zione di Novak Djokovic, per la sfida epica con Nadal in semifinale, per la maratona di servizi vinta da Kevin Anderson con John Isner (dopo aver lottato e vinto per più di quattro ore con Federer). E per il ritorno alla vit-toria Slam della Kerber insieme al ritorno di mamma Serena Williams a un livello che la porta a sfiorare il 24° Slam da record. Ma l’emozione che resta di più in noi italiani è un’altra maglia azzurra grande protagonista a questi livelli dopo la semifinale di Marco Cecchi-nato al Roland Garros. Camila Giorgi ha infatti finalmente dimostrato che la sua convinzione di poter fare qual-cosa di davvero grande (come uno Slam) non è una chimera. Lo storico quarto di finale raggiunto, la partita testa a testa con Serena, la proiettano verso i campi duri americani con una nuova forma mentis. Di sicuro con-solidata. E dunque con un potenziale enorme in questo tennis femminile ancora alla ricerca di leader.Dall’altra parte, quella del tabellone maschile, ci presentiamo a New York con 5 giocatori già sicuri (Fabio Fo-gnini n.15, Marco Cecchinato n.27, Andreas Seppi n.50, Matteo Berrettini n.75, Paolo Lorenzi n.88) e un sesto assai probabile: Thomas Fabbiano con il quarto turno ai Champioship è risalito al n.107 e le ammissioni diret-te nel main draw di Flushing Meadows sono 104. Poi ci sono i più vicini alla Top 100 che aggrediranno il torneo di qualificazione: i Sonego, i Travaglia, i Bolelli. E magari il Gianluigi Quinzi

che sale piano piano e questa setti-mana ha stabilito il nuovo personale “best ranking” al n.167 del mondo. Da qui a fine anno non ha praticamente più niente da perdere. Può solo mi-gliorare. E cominciare a dare un se-guito di prestigio a quel suo trionfo a Wimbledon Juniores del 2013.I nove italiani nel tabellone maschile dei Championships sono stati un re-cord che ci ha ingolosito. Ma insieme alla quantità c’è la qualità dei nostri giocatori e la nuova consapevolezza che se Cecchinato e Giorgi sono an-dati così avanti negli Slam, l’occasio-ne ci sia per tutti quelli che lavorano con la mentalità giusta. Una menta-

lità che oggi è sempre più condivisa in Italia tra giocatori e coach. Arriva fino al settore giovanile: i Musetti, le Cocciaretto, protagonisti a 16 3 17 anni tra gli under 18, e ad altri die-tro di loro. Le classifiche Itf ci dicono che il prossimo anno agli Open d’Au-stralia under 18, tra qualificazioni e main draw, ci saranno tra i 15 e i 20 azzurrini. Un fatto senza precedenti.Dunque che qualcuno possa brillare anche agli Us Open è molto più una probabilità che un sogno. Godiamoci dunque quest’estate d’attesa di nuo-ve emozioni. I meteorologi dicono: cielo azzurro a New York. E se aves-sero davvero ragione?

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Riparte l’inseguimento:Djokovic verso l’infinitoDopo la sconfitta con Cecchinato a Parigi sembrava un fantasma. Adesso con i suoi 13 Slam Nole si rimette alla rincorsa di Nadal e Federer (16 e 20).A Londra ha dovuto battere Rafa in uno dei “quinti a oltranza” del torneo

DA LONDRA, ANGELO MANCUSO

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“Ma non dovevamo veder-ci più?”, cantava il gran-de Lucio Battisti. Novak Djokovic, poco più di

un mese fa, dopo l’amara sconfitta nei quarti al Roland Garros contro Marco Cecchinato, era svuotato, un fantasma. “Potrei chiudere qui la mia carriera ed essere comunque soddisfatto”, confes-sò in una frettolosa conferenza stampa appena qualche minuto dopo il k.o. Pa-role che erano sembrate una resa, tanto da ventilare l’ipotesi di non presentarsi nei tornei sull’erba. E invece quella del 31enne di Belgrado a Wimbledon è la storia di una resurrezione: è tornato a trionfare in uno Slam a oltre due anni dall’ultimo squillo datato Roland Gar-ros 2016. “Non c’è un posto più bello dove riprendere a vincere”, ha confes-sato. Un successo speciale con uno spettatore speciale. “È la prima volta che vinco e in tribuna c’è mio figlio che urla papà. È stato il mio sparring spe-ciale nelle ultime due settimane”, ha detto emozionato durante la premia-zione sul Centre Court rivolgendosi al piccolo Stefan, tre anni, seduto in braccio a mamma Jelena (la coppia ha anche un’altra figlia, Tara, di un anno). È il 13° Slam (meglio solo Roger Fede-rer a quota 20 e Rafa Nadal a 17), il quarto a Wimbledon (come Rod Laver). Un campione capace di dominare per un paio di stagioni come nessuno nel tennis negli ultimi 30 anni. Più degli stessi Federer e Nadal: dal 1969 è stato l’unico a vincere 4 Major di fila, sep-pur non nella stessa stagione, ma tra il 2015 e il 2016.

Maratone epicheSi potrebbe raccontare la finale, ma in realtà l’epilogo del torneo, il più antico

La stretta di mano con Kevin Anderson e il suo “solito” rituale: mangiare qualche filo d’erba del Centre Court dopo aver conquistato il titolo

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(era la 132a edizione) e prestigioso, vis-suto tra suicidi tennistici, teste di serie spazzate via, set infiniti, scambi inter-minabili sull’erba ormai gialla nell’in-solito caldo torrido che ha attanagliato Londra per due settimane, l’abbiamo gustato solo nell’ultima ora. Era facile immaginarlo visto che l’altro protago-nista, Kevin Anderson, era reduce dal-la maratona di 6 ore e 36 minuti vinta 26-24 al quinto contro John Isner. Ha dominato Djokovic: 6-2 6-2 7-6 (3) in poco più di due ore. Aveva capito tutto il sudafricano, un gigante di oltre due metri: “Bisogna introdurre il tie-break nel quinto set anche a Wimbledon”, aveva detto stremato dopo la semifi-nale. È apparso affaticato sin dai primi scambi. E meno efficace al servizio: so-lo 10 ace, lui che ne aveva collezionati 172 nelle sei precedenti partite recupe-rando nei quarti due set di svantaggio a Federer. In totale per arrivare in finale è stato in campo la bellezza di 21 ore. Dopo pochi game ha chiesto l’inter-vento del medico perché dolorante al braccio. Lo stesso Isner, che dopo aver salutato il Regno Unito sarebbe dovuto volare a Newport, negli States, per l’ul-timo torneo sui prati della stagione, ha rinunciato. “Non sono in condizione di giocare subito, devo recuperare”, ha ammesso. Lui che nel 2010 era stato protagonista di un’altra partita marato-na contro Nicolas Mahut: una sfida du-rata tre giorni e terminata con l’incre-dibile punteggio di 70-68 al quinto set dopo 11 ore e 5 minuti (la partita più lunga della storia del tennis). Quella volta la spuntò lo spilungone america-no: si giocava sul Court 18 (all’ingresso c’è una targa che ricorda quel match

infinito) ed era solo un primo turno: in palio non c’era la finale di Wimbledon.

Dubbi e interrogativiAnche quella contro Anderson è una sfida epica destinata a restare nella storia del torneo, ma che ha ripropo-sto polemiche e interrogativi. Il peso di quello sforzo non poteva non con-dizionare la finale di Anderson. Tra gli aspetti più curiosi degli Slam c’è quel-la che si può definire come una vera e propria anomalia. Mentre agli Austra-lian Open, al Roland Garros e a Wim-bledon al quinto e decisivo set si pro-cede a oltranza, agli Us Open si gioca il tie-break, formula inventata nel 1965 da Jimmy Van Alen. Soluzione intro-dotta da un paio d’anni pure in Coppa Davis e che i giocatori invocano a gran voce in tutti i Major. C’è tuttavia una ragione per cui a Flushing Meadows si gioca il tie-break nel set decisivo ed è il Super Saturday, andato comunque in pensione nel 2015 sempre su richiesta dei giocatori. Nella terra dove lo sport è business e spettacolo proporre la finale femminile e le due semifinali maschili al sabato era incompatibile con la possibilità che una o addirittura entrambe potessero protrarsi a tempo indefinito senza che, come negli altri tre Slam, ci fosse la giornata di riposo prima della finale domenicale.

Finale a senso unicoA risentirne è stato lo spettacolo, ma per sgombrare il campo da ogni equi-voco va detto che Djokovic ha vinto perché è più forte e completo di An-derson. La finale si è improvvisamen-te accesa solo sul finale. Fino al 5-4

Entrambi usciti da due diverse maratone in semifinale, Nole Djokovic (a destra) e Kevin Anderson sono stati in campo “solo” tre set in finale

del terzo parziale il sudafricano aveva avuto una sola palla break (mancata) sotto 5-2 nel secondo. Il serbo ne ha concesse due su altrettanti doppi fal-li e le ha cancellate, come le altre tre sotto 6-5. Erano tutti set point per An-derson. Poi l’epilogo al tie-break do-minato. Ha mangiato come suo costu-me un po’ di erba del Centre Court, il tempio del tennis (“quest’anno razio-ne doppia”, ha scherzato). Perché pro-prio sui prati è rinato. Già al Queen’s, dove alla vigilia dei Championships era stato battuto in finale (la prima da un anno a questa parte) da Cilic dopo aver avuto un match-point ed esse-re stato avanti 4-1 nel tie-break. Una beffa, certo: probabilmente un tempo avrebbe fatto sua la sfida.

Il vero Nole contro RafaA tratti, però, si era rivisto il vero Nole. Di nuovo capace di lottare e esaltarsi nei momenti importanti, di nuovo ca-pace di difendersi come ai tempi d’oro, di rispondere a livelli degni del nome che porta. E di nuovo in buone condi-zioni fisiche, dopo che per mesi la sua mobilità in campo aveva lasciato a de-siderare. A Wimbledon ha ritrovato tut-to quello che serviva per fare sua una grande partita: oltre al gioco, la voglia feroce di vincere. Altrimenti non avreb-be mai battuto in semifinale Nadal in un’altra maratona di oltre cinque ore in due giorni: 6-4 3-6 7-6(9) 3-6 10-8. Era la 52a puntata della saga e Nole condu-ce 27-25: nessuno come loro nell’era open. Non si erano affrontati per un bel po’, salvo poi ritrovarsi un paio di mesi fa al Foro Italico (dominò Rafa). La sfida aveva un sapore speciale per il 31enne

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di Belgrado: una grande notizia veder-lo così avanti a Wimbledon pensando a come era ridotto quattro mesi fa. Per-deva partite disastrose come quelle di Indian Wells o Miami, o finiva maltratta-to da Hyeon Chung a Melbourne come lui solitamente faceva con gli avversari.

La resurrezione Djokovic è tornato tra i Top 10 ed  è vicino al livello che gli aveva permes-so di guidare la classifica Atp per 223 settimane. Più di Nadal. “Mi passano per la testa i flashback degli ultimi 15 mesi. Ora è facile parlare, ma ho sof-ferto tanto per arrivare sin qui - ha sot-tolineato - l’intervento al gomito, sono stato fuori a lungo e ho avuto molti dubbi. Non sapevo se sarei mai torna-to quello di prima”. Per ritrovarsi ha faticato molto più del previsto. Prima i problemi al gomito destro e l’inter-vento chirurgico dello scorso febbra-io, quindi le tante scelte strampalate (il guru Pepe Imaz) o sfortunate (Becker, Agassi per finire con Stepanek). Nole ha capito che la strada vecchia quasi sempre è meglio di quella nuova e che stava bene con Marian Vajda, il suo coach storico. Con il tecnico slovacco ha lavorato dal 2006 (aveva 19 anni) al 2017 e con lui ha vinto tutto sino ad arrivare in vetta al ranking.

Squadra che vince... Allora lo scorso aprile ha bussato al-la porta della sua casa di Bratislava e Vajda da buon padre di famiglia ha riac-colto il figliol prodigo. Si è così ricom-posto il team del quale fa parte il pre-paratore atletico Gebhard Phil Gritsch: è lui che si sta prendendo cura di quei muscoli che ai tempi d’oro parevano di gomma. Manca solo il fisioterapista Miljan Amanovic, attualmente ancora sotto contratto con Raonic. Tre mesi di allenamento e quella fiamma interiore che sembrava essersi definitivamente spenta si è riaccesa. Pure infuriandosi

dopo alcuni errori, con tanti saluti al concetto di “Amor y Paz” coinciso col peggior momento della sua carriera. O polemizzando con il pubblico come ha fatto al terzo turno contro il benia-mino di casa Kyle Edmund. Basta con abbracci e sorrisi: infastidito, ha tratto forza dall’ostilità ambientale. Il pubbli-co inglese del Centre Court non tolle-rava le sue perdite di tempo prima di servire e lo punzecchiava. “Per un po’ va bene, ma poi ho voluto far capire che non possono fare quello che vo-gliono”, ha ruggito. Tutte quelle qualità che sembravano sparite, a cominciare dalla miglior risposta del circuito, sono tornate al loro posto sui prati di Church Road. Si sono rivisti quel furore, quella rabbiosa determinazione, quegli occhi spiritati che insieme alle innegabili doti tecniche lo avevano portato in vetta al mondo. Il suo ritorno è un bene per il tennis perché Nole è un campione vero, di quelli che attraversano la tempesta alla ricerca della gloria perduta e poi sorridono alzando di nuovo al cielo una coppa dorata alla quale pensava di aver detto per sempre addio.

La duchessa di Cambridge e la duchessa di Sussex, Kate e Meghan, nel Royal Box durante la semifinale Djokovic-Nadal

L’angolo di Novak Djokovic esulta dopo il 4° Wimbledon vinto (a sinistra la moglieJelena, a destra coach Vajda). Sotto, il figlio Stefan con la mamma. In alto, gli altrigrandi protagonisti: da sinistra, Rafael Nadal, Roger Federer e Juan Martin Del Potro

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Così Angie Kerberè tornata reginaDue Slam, poi caduta e risalita fino al titolo di Wimbledon 2018. “Nessuno se lo aspettava”. Ma con un gran coach (Wim Fissette) e tanta testaha battuto Serena Williams, in finale a 300 giorni dall’operazione post-parto

DI ANDREA NIZZERO

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Ci sono molti punti di vista da cui osservare la vittoria di An-gelique Kerber a Wimbledon, suggellata lasciandosi cadere

nel polveroso fondocampo del Centre Court nel tardo pomeriggio di sabato 14 luglio. In molti hanno scelto, nem-meno a torto, il punto di vista della sua avversaria: Serena Williams, mamma atomica, ha firmato un’impresa sto-rica nonostante la sconfitta in finale. Eppure il percorso che ha (ri)portato Angie tra le vette del tennis mondiale e al suo terzo Slam merita di essere ri-cordato in breve. “Penso che nessuno avrebbe puntato su di me all’inizio del torneo”, ha detto Angie a ragione, non recriminando alcunché ma esprimen-do un semplice fatto. Effettivamente nessuno si sarebbe aspettato di vedere lei sollevare il Venus Rosewater Dish, nonostante si parli di una pluricampio-nessa Slam ed ex numero 1 del mon-do. Colpa di una stagione 2017 che l’ha vista crollare sotto il peso del primato nel ranking e delle aspettative. Dopo i trionfi agli Australian Open e agli Us Open di due stagioni fa, intervallati da una finale persa proprio a Wimbledon, proprio contro Serena, la mancina di Brema ha dovuto rimettere in discus-sione ogni apparente certezza costru-ita in quasi 15 anni di carriera. Iniziato da numero 1, terminato fuori dalle pri-me 20, lo scorso anno finirà per defini-re Angie e la sua carriera quanto quello precedente. E non in senso negativo, ma al contrario come il bagno di realtà che l’ha resa definitivamente grande.

Fattore WimHa chiamato al suo fianco Wim Fissette, un allenatore che ha dimostrato a suon

Dopo un 2017 da incubo, la tedesca Angelique Kerber, 30 anni e n.4 Wta,ha conquistato il 3° Slam in carriera; sotto, Angie si affaccia col trofeodalla South West Hall, verso la folla. Più in basso, schiena sull’erbadel Centrale dopo il match pointe premiata col Venus RosewaterDish dal Principe Edoardo,Duca di Kent

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di risultati - e con molte giocatrici di-verse - di saper estrarre il meglio dalle sue assistite, in qualunque fase di car-riera si trovino. Lasciando intatti i me-riti di Kerber, questo titolo conferma il coach belga quale uno dei più vincenti della storia recente del tennis femmi-nile. L’avevamo conosciuto nel 2009, quando accompagnò mamma Kim Clij-sters, una connazionale di cui era sta-to sparring partner in passato, nel suo trionfale ritorno alle competizioni. Da lì in avanti ha portato Sabine Lisicki in finale a Wimbledon (2013), Simona Halep alla sua definitiva esplosione (2014), Victoria Azarenka di nuovo al top (tra il 2015 e il 2016). Dopo una stagione 2017 al fianco di Jo Konta, che a sua volta a inizio 2017 aveva vinto su Sara Errani una sorta di “asta” per il coach belga, Fissette ha iniziato a lavo-rare con Kerber prima della off-season. Ha avuto modo di architettare con lei questo 2018 fin dagli ultimi mesi del-lo scorso anno. I risultati adesso sono davvero sotto gli occhi di tutti: Angie a Wimbledon si è presentata in condizio-ni fisiche invidiabili, con un bagaglio di fiducia già notevole dopo i quarti al Ro-land Garros (dove ha messo sotto per metà partita la futura campionessa del torneo) e le semifinali agli Australian Open. In meno di nove mesi di collabo-razione, la tedesca si trova di nuovo tra le Top 5, con il terzo Slam in tasca e con una consapevolezza della sua forza fi-nalmente reale e consolidata.

Difesa eccellenteE, come spesso capita in questo tennis contemporaneo, l’età e gli anni pas-sati sono diventati un punto di forza da sfruttare invece che una debolezza con cui fare i conti. “Dato che ho già 30 anni, penso di aver accumulato tan-ta esperienza nel corso degli anni - ha detto la campionessa dopo la vittoria, con grande candore -: so che cosa si-gnifica giocare su quel campo per le semifinali o per la finale. Avevo già giocato qui una volta la finale (2016, perse proprio da Serena, ndr), quin-di sapevo cosa aspettarmi. Penso che questa cosa mi abbia aiutato a essere un po’ più rilassata, a uscire sul cam-po concentrata sul mio match e a non pensare che si trattava della finale di Wimbledon”. È andata sul campo oppo-nendo a Serena una difesa eccellente e soluzioni tattiche ragionate, costruite in buona parte sul suo essere mancina. Angie le ha fatto commettere 24 errori gratuiti, il numero più alto per distac-

Sopra, Angelique Kerbercon il coach belga Wim Fissette.Qui, la lettone Jelena Ostapenko, battuta per 6-3 6-3 dalla tedescain semifinale. Sotto, Serena Williamsal servizio durante la finalepersa contro la Kerber 6-3 6-2

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co, del torneo dell’americana. Con i dovuti accorgimenti, si è trat-tato dello stesso piano adottato in precedenza contro Osaka, Bencic, Kasatkina e Ostapenko, dopo lo spa-vento iniziale contro la diciottenne Claire Lu, battuta solo per 6-4 al terzo al primo turno. Un cammino difficile, per un torneo che entro metà della prima settimana aveva perso sei delle sue prime otto giocatrici e che non ha messo una singola Top 10 nei quarti di finale. Kerber, testa di serie n.11, era la più alta rimasta in gara.Ad Angie manca solo il Roland Garros, per completare un palmarès che già oggi è più che sufficiente a ipotecare un’introduzione nella Hall of Fame. Parigi sarà difficile da conquistare ma non è per nulla incompatibile con le sue caratteristiche (e qualche settima-na fa, nei quarti, era avanti un set e un break contro Simona Halep). Con ogni probabilità, di Angie, ancora non ab-biamo visto tutto.

300 giorni dopoSono passati poco più di 300 giorni tra il momento in cui Serena Williams en-trava in sala operatoria, qualche giorno dopo il parto della piccola Alexis Olym-pia, e la finale di Wimbledon dello scor-

so week-end. Come ha detto suo mari-to Alexis Ohanian, la situazione si era complicata e aggravata a tal punto da far temere per la sua vita: nel momento di salutarla, prima dell’anestesia, “non sapevo se l’avrei rivista”, ha detto il co-fondatore di Reddit. Passata la paura, a inizio del 2018 Serena faceva comun-que ancora fatica a “camminare fino alla cassetta della posta”, per usare le sue stesse parole. Adesso, questa finale raggiunta da numero 181 del mondo, aggiunge un nuovo capitolo alla sua carriera leggendaria: “Queste due setti-mane mi hanno mostrato che posso an-cora competere. Posso competere per

la lunga corsa a un Grand Slam. Questo è solo l’inizio, letteralmente solo l’ini-zio”, ha detto Serena dopo la sconfitta. “Le due settimane di Wimbledon so-no state pazzesche, ho fatto un passo avanti gigantesco”.Serena potrebbe non essersene accor-ta, ma potrebbe essere incappata in un piccolo scherzo del destino. Volendo trovare corsi e ricorsi storici, infatti, alla minore delle sorelle Williams era già successo di battere Camila Giorgi nel match più difficile verso la finale di uno Slam: capitò agli Australian Open 2016, dove poi perse a sorpresa pro-prio contro Angelique Kerber.

In alto, l’abbracciotra Angelique Kerbere Serena Williamsdopo la finale; più a sinistra,la vincitrice tedesca alla“cena dei campioni 2018”.Qui, l’altra tedesca Julia Georges,battuta in semifinale da Serena

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Newport, dove il tennisdura... un’eternitàA meno di 300 km da New York c’è uno dei club più antichi degli USA, ora sede di un museo e della Hall of Fame del tennis. Ci si gioca la tappa americana Atp sull’erba. E Jimmy Van Alen vi inventò il tie-break...

DI ALESSANDRO MASTROLUCA

FOTO GETTY IMAGES

Jimmy Van Alen, aristocratico cresciuto tra i Rembrandt a Wa-kehurst, viveva nella più antica magione ottocentesca di Newport,

nel Rhode Island, la prima casa del ten-nis americano. Nel 1880, racconta Ste-ve Tignor nel suo “Borg-McEnroe”, “Har-ry Stevens, fidanzato di Edith Wharton, portò per la prima volta reti, palline e racchette a Newport, nello stesso pe-riodo in cui James Gordon Bennett Jr., il ricco e stravagante editore del New York Herald commissionava allo studio architettonico McKim, Mead & White la costruzione di un buen retiro nel cen-tro della città, che avrebbe chiamato Newport Casino. Con le sue serate dan-zanti, i concerti nel piazzale a forma di ferro di cavallo e i campi da tennis, fu il primo centro di ritrovo in stile europeo del Paese”.

UltracentenarioIn questa cittadella del tempo libero, che non ha nulla a che vedere col gioco

d’azzardo a dispetto del nome e oggi rientra nell’associazione dei circoli tennistici ultra-centenari, nel 1881 si giocano i primi campionati nazionali statunitensi. Qui, nel 1954, Van Alen dirige un torneo per dilettanti. Nel-

la finale di singolare Ham Richardson batte Straight Clark 6-3, 9-7, 12-14, 6-8, 10-8. Così deve spostare su un campo secondario con pochi posti a sedere il match clou, la finale di doppio fra gli australiani Lew Hoad e Ken Rosewall

Sede dell’unico torneo Atp su erba in Nord America, presso il club di Newport (Rhode Island, USA) ha sede anche la Tennis Hall of Fame

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e gli statunitensi Tony Trabert e Vic Seixas, quattro dei migliori giocatori del mondo. Quel giorno inizia a svilup-pare il VASS, il Van Alen Simplified Sco-ring System (punteggio semplificato di Van Alen), che poi evolverà nel tiebreak di cui tanto si discute in questi giorni.

La Hall of FameIn quegli stessi anni, Van Alen accom-pagna la moglie Candy in visita alla National Baseball Hall of Fame. E capi-sce che anche il tennis deve avere un luogo per onorare i suoi campioni. E quel posto sarà, e rimarrà, il Newport Casino col suo campo a ferro di ca-vallo su cui tutti possono giocare da maggio a settembre, che è diventato il National Lawn Tennis Hall of Fame and Museum, ufficialmente riconosciuto dall’ITF nel 1986.Non torna quest’anno il tre volte vin-citore del titolo e campione in carica John Isner. Ma fra i 15 mila oggetti del museo in qualche modo la sua presen-za si sente. Fra le nuove acquisizioni, infatti, c’è anche la pallina con cui ha servito l’ace numero 10 mila in carrie-ra, a Houston.

Oggetti cultIl club e il museo raccontano il fascino di uno sport aristocratico che si è aper-to al mondo, dal brevetto del maggiore Walter Clopton Wingfield per i campi del lawn tennis ai nove trofei vinti a Wimbledon che Martina Navratilova ha prestato e non ha più voluto indietro. Si va dal vestito modello Catwoman di Serena Williams del 2002 alla chitarra Rickenbacker di Vitas Gerulaitis, gran-de amico di Eddie Van Halen, ottavo miglior chitarrista del mondo secondo la rivista Rolling Stone.

Anni rivoluzionariQuest’anno il museo, che naturalmente raccoglie foto e testimonianze di tutti i protagonisti entrati nella Hall of Fame, ha scelto di omaggiare i cinquant’an-ni dalla nascita dell’era Open con una mostra che andrà avanti fino all’inizio del 2019 su quei primi anni rivoluzio-nari: si potrà vedere anche la racchetta con cui Ashe ha vinto il primo Us Open e leggere la lettera di congratulazioni che gli ha inviato Jackie Robinson. Ma il tennis è anche futuro, un tempo che si fa presente nello speciale teatro in cui assistere al monologo dinamico dell’o-logramma di Roger Federer. E sognare di essere davvero nella stessa stanza col campione svizzero.

Il museo di Newport, visitabile durante il torneo, è una meta turistica imprescindibileper gli appassionati di tennis che si trovano nell’area di New York. La visita si può programmare direttamente on-line dalle pagine del sito web ufficiale di Newport

Gli ultimi due campioni in ordine cronologico a essere stati introdotti nella Hall Of Hame del Tennis di Newport: lo statunitense Andy Roddick e la belga Kim Clijsters

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atp e wtafocus next gen

Rublev, ma dov’eri finito?Fermo da 90 giorni per una piccola frattura da stress alla schiena il russo rientra per difendere il titolo conquistato a Umago nel 2017 (fin qui l’unico vinto nel circuito). Intanto il circuito Challenger scopre... Ulisse

DI ALESSANDRO NIZEGORODCEW

FOTO GETTY IMAGES E MEF

Andrey Rublev è tornato. Il talento russo, finalista alle Atp Next Gen Finals 2017, è finalmente pronto a calca-

re nuovamente i campi del circuito Atp. L’ultimo match ufficiale, prima dell’infortunio, risale infatti al torneo di Monte-Carlo, disputatosi tre mesi fa. “Mi spiace di non avervi informato - ha comunicato Rublev tramite social network ai suoi tifosi - ma la mia as-senza prolungata dai campi è dovuta a un problema alla schiena. Ho avuto una piccola frattura da stress, ma ora mi sto allenando e tornerò presto in campo”. Dal rosso al rosso, da Monte-Carlo a Umago, 90 giorni dopo il ven-tenne di Mosca è pronto a difendere il titolo conquistato lo scorso anno in terra croata, quando alzò al cielo il suo primo (e fin qui unico) trofeo Atp. Rublev è attualmente al numero 8 della Race to Milan ma, complice la probabile assenza di Alexander Zve-rev (che giocherà le Atp Finals come nel 2017), attualmente sarebbe l’ulti-mo ‘dentro’ per le finali Next Gen.

Punti da difendereIl russo, dopo tre mesi di assenza e 400 punti conquistati in inverno, deve guardarsi dall’attacco di tenni-sti in grande ascesa come il polacco Hubert Hurkacz, il norvegese Casper Ruud e gli statunitensi Reilly Opel-ka e Michael Mmoh. “Sono felice di annunciare che torno ufficialmente a Umago (testa di serie numero 4; ndr)”, aveva postato il russo su In-stagram a qualche giorno dall’inizio del torneo - . L’evento 250 croato è davvero speciale per me in partico-lare per il caloroso pubblico, un’in-credibile vista della spiaggia, buon cibo e tanto divertimento”. Rublev non ha perso tante posizioni in clas-sifica in questi mesi lontano dai cam-pi e si trova ancora al n.35 Atp, ma

I biglietti per le Next Gen Atp Finalsgià in vendita on-line: Milano è vicinaLa seconda edizione delle Next Gen Atp Finals è prevista dal 6 al 10 novembre 2018. È già possibile acquistare i biglietti per tutte le sessioni di gioco che si svolgeranno come nel 2017 al polo fieristico di Milano-Rho. Per comprare i tagliandi basta andare su ticketing.nextgenatpfinals.com, accessibile anche dal sito ufficiale della manifestazione (www.next-genatpfinals.com). Il 6, il 7 e l’8 novembre, giornate dedicate ai round robin, sono previste due sessioni, quella pomeridiana dalle 14 e quella serale dalle 19.30. Poi sessione unica a partire dalle 19.00 per le semifinali di venerdì 9 e le due finali di sabato 10. Disponibili anche biglietti cumulativi e abbonamenti.

Andrey Rublev, moscovita classe 1997, lo scorso anno

vinse il suo primo torneo Atp a Umago (sotto col trofeo),

dove quest’anno rientrain campo dopo lo stop

per infortunio alla schiena

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atp e wtafocus next gen

Un concentratodi talento prontoa illuminare MilanoEscludendo Alexander Zverev, che al 99% prenderà parte anche quest’anno alle Atp Finals di Londra, questa è la si-tuazione attuale della Race to Milan, che permette ai primi sette in classifica di ottenere il pass per le Next Gen Atp Finals 2018: il pubblico italiano potrà ammirare le gesta sicuramente di tennisti del calibro di Stefanos Tsitsipas (nella foto), reduce dal suo primo ottavo di finale in uno Slam, Denis Shapovalov e Frances Tiafoe (vincitore quest’anno a Delray Beach del suo primo titolo Atp); molto probabile anche la presenza del classe ’99 australiano Alex De Minaur, sublime nella stagione sui prati (una vittoria e una finale Challenger oltre al 3° turno raggiunto a Wimble-don), e di un ritrovato Taylor Fritz. Gli ultimi due under 21 qualificati, al momento, sarebbero Andrey Rublev e lo spa-gnolo Jaume Munar. Il primo italiano è Gian Marco Mo-roni, attualmente al numero 17 della Race to Milan. (al.ni.)

adesso iniziano ad arrivare i punti in scadenza, a cominciare proprio dai 250 del torneo croato sino ad arriva-re, ovviamente, ai 360 conquistati lo scorso anno con i sorprendenti quar-ti di finale agli Us Open.

Perugia come Itaca,l’Odissea di Ulises“Questo ragazzo ha grande fiducia nel proprio tennis e tira molto for-te. Credo che presto lo vedremo pa-recchio in alto nel ranking Atp”. Dal Challenger di Perugia, Fabio Gorietti - coach di Gianluigi Quinzi - raccon-ta così il tennis e le potenzialità di Ulises Blanch, statunitense che nella finale del challenger di Perugia ha sconfitto il marchigiano 7-5 6-2 (re-cuperando da 5-3 40-15 Quinzi nel primo set). La vita e il tennis di Ulises Blanch so-no stati una vera e propria Odissea, come il suo nome di battesimo evi-dentemente prevedeva. Nato a Porto Rico da papà spagnolo e madre por-toricana il 25 marzo 1998, Blanch ha vissuto una serie infinita di traslochi in giro per il mondo prima di ap-prodare, finalmente, in Argentina (e spesso anche negli Stati Uniti). La famiglia si è trasferita da Porto Rico solo 96 ore dopo la nascita del piccolo Ulises. Prima meta, Seat-tle. Il peregrinare è proseguito con l’approdo in Cina, poi India, quindi Thailandia sino all’attuale dimora argentina. Blanch si divide, come sede di allenamento, tra la Flori-da (alla USTA di Orlando) e proprio l’Argentina. Ex numero 2 al mondo under 18, finalista al Bonfiglio 2016 (sconfitto da Tsitsipas) e semifinali-sta a Wimbledon junior (battuto da Shapovalov), Blanch ha vissuto un inizio molto complicato di carriera a livello Pro, con un solo titolo Futu-res conquistato in Canada nel 2017 e una classifica che è parsa sempre inferiore alle potenzialità dello sta-tunitense (“Sono e mi sento america-no, la mia prima lingua è l’inglese”, racconta Ulises).

Mononucleosi e fiduciaA Perugia, da lucky loser, ha gioca-to il torneo della vita salendo d’im-provviso al n.308 Atp e alla piazza 28 della Race to Milan. “Dopo la semifi-nale a Wimbledon Junior 2016 Ulises ha avuto la mononucleosi - racconta coach Rodrigo Alvarez, presente a Perugia con Blanch - e ha impiegato

Ulises Blanch, statunitense, domenica scorsa ha battuto Gianluigi Quinzinel Challenger di Perugia conquistandoil primo sigillo in carriera

Nei Challenger brillano i ‘nuovi’ Next GenLa settimana challenger appena conclusa è stato molto interessante per il mondo Next Gen. Oltre alla vittoria di Ulises Blanch a Perugia, infatti, è giunto il successo di Pedro Martinez in Svezia, oltre a tanti piazzamenti di tennisti poco noti, molto giovani e assai interessanti. A Bastad, dove questa settimana si gioca l’evento Atp, il classe ’97 Martinez (oggi al best ranking al numero 190 Atp) ha sconfitto in finale il più reclamizzato e quotato Corentin Moutet, ormai vicinissimo ai Top 100 Atp (n.117) per 7-6 6-4. Sul veloce canadese di Winnipeg, in un torneo vinto dal redivivo Jason Kubler, ottimo piazzamento nei quarti di finale per il diciannovenne di casa Alexis Galarneau. Nel mondo Fu-tures vittorie per l’olandese Tim Van Rijthoven (classe 1997), per l’austriaco Matthias Haim (classe 1998) e per il cinese Rigele Te (classe 1997). (al.ni.)

parecchi mesi per riprendersi. In Um-bria ha trovato grande fiducia. Ulises si allena principalmente in Argenti-na, dove vive la sua famiglia e dove crescono tennisticamente anche i suoi tre fratelli Dali, Cristal e Darwin (under 10 considerato un predesti-nato dagli addetti ai lavori; ndr), ma spesso si reca a Orlando per delle in-

tense settimane con la federazione statunitense. In alcune circostanze è seguito anche da Ivan Lendl e da Jez Green, attuale preparatore atletico di Alexander Zverev”. A 20 anni Blanch ha già vissuto in quattro diversi continenti e superato difficoltà, tennistiche e non, partico-larmente complesse. La vittoria nel Challenger di Perugia può rappresen-tare il salto di qualità definitivo, la fine di un’odissea. In Umbria, Ulises potrebbe aver trovato la prima Itaca delle tante future.

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i numeri della settimana

I primi 20 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Rafael Nadal (ESP) 93102 Roger Federer (SUI) 70803 Alexander Zverev (GER) 56654 Juan Martin del Potro (ARG) 53955 Kevin Anderson (RSA) 46556 Grigor Dimitrov (BUL) 46107 Marin Cilic (CRO) 39058 John Isner (USA) 37209 Dominic Thiem (AUT) 3665

10 Novak Djokovic (SRB) 335511 David Goffin (BEL) 312012 Diego Schwartzman (ARG) 247013 Pablo Carreno Busta (ESP) 215514 Jack Sock (USA) 207515 Fabio Fognini (ITA) 203016 Kyle Edmund (GBR) 199517 Roberto Bautista Agut (ESP) 194018 Nick Kyrgios (AUS) 193519 Lucas Pouille (FRA) 183520 Kei Nishikori (JPN) 1800

I primi 20 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 15 Fabio Fognini 20302 27 Marco Cecchinato 15103 50 Andreas Seppi 9964 75 Matteo Berrettini 7575 88 Paolo Lorenzi 6686 107 Thomas Fabbiano 5297 118 Lorenzo Sonego 4818 141 Stefano Travaglia 4099 153 Simone Bolelli 361

10 167 Gianluigi Quinzi 33911 174 Matteo Donati 32512 180 Alessandro Giannessi 31713 185 Salvatore Caruso 30714 197 Luca Vanni 29215 210 Andrea Arnaboldi 274

16 236 Stefano Napolitano 23917 247 Lorenzo Giustino 22818 253 Gian Marco Moroni 21719 259 Federico Gaio 21120 292 Gianluca Mager 176

Le prime 20 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Simona Halep (ROU) 75712 Caroline Wozniacki (DEN) 67403 Sloane Stephens (USA) 54634 Angelique Kerber (GER) 53055 Elina Svitolina (UKR) 50206 Caroline Garcia (FRA) 47307 Garbine Muguruza (ESP) 46208 Petra Kvitova (CZE) 45509 Karolina Pliskova (CZE) 4485

10 Julia Goerges (GER) 398011 Jelena Ostapenko (LAT) 378712 Madison Keys (USA) 359613 Daria Kasatkina (RUS) 352514 Venus Williams (USA) 280115 Elise Mertens (BEL) 275516 Ashleigh Barty (AUS) 2555 17 Kiki Bertens (NED) 2510 18 Naomi Osaka (JPN) 235019 Coco Vandeweghe (USA) 218320 Barbora Strycova (CZE) 1975

Le prime 20 italiane del ranking WtaPos. Rank. Nome Punti

1 35 Camila Giorgi 13162 74 Sara Errani 8413 143 Deborah Chiesa 4124 180 Jasmine Paolini 3195 189 Martina Trevisan 2926 206 Jessica Pieri 2647 232 Anastasia Grymalska 2338 233 Martina Di Giuseppe 2329 263 Giulia Gatto-Monticone 192

10 292 Georgia Brescia 16811 293 Cristiana Ferrando 16612 301 Camilla Rosatello 15913 321 Stefania Rubini 14214 362 Federica Di Sarra 11315 390 Gaia Sanesi 99

16 391 Francesca Schiavone 9817 405 Angelica Moratelli 9318 445 Martina Colmegna 7719 471 Lucrezia Stefanini 7120 487 Martina Caregaro 69

Siamo solo noi... 4

DI GIORGIO SPALLUTO

FOTO GETTY IMAGES

16 le stagioni consecutive in cui il torneo di Wimbledon è stato appannaggio dei “soliti 4”. Federer (8 titoli), Djokovic (4, nella foto), Nadal e Murray (2) hanno monopolizzatolo slam londinese dal 2003 a oggi.

6 ore e 36 minuti la durata della semifinale vinta da Kevin Andersonsu John Isner con lo score di 7-6 6-7 6-7 6-4 26-24. Si tratta del terzo match di singolare più lungo di sempre, dopo le 11 oree 5 di Isner-Mahut di Wimbledon 2010e le 6 ore e 43 del match di Davis vintoda Leonardo Mayer su Joao Souza nel 2015.

2 i giorni impiegati per portare a termine l’epica semifinale vinta da Djokovicsu Nadal per 10-8 al quinto. Si è trattato del primo match della storia di Wimbledon sospeso per “coprifuoco”. Un decreto della municipalità di Wimbledon impone che alle23 si spengano le luci e si chiudano i battenti.

110 i turni di battuta tenuti consecutivamente da John Isner, che non aveva mai perso il servizio nel torneo fino al terzo set della semifinale con Kevin Anderson. Resta salvo il primato di Pete Samprasche tra il 3° turno del 2000 e il 2° del 2001 tenne 118 game di battuta consecutivi.

4 le sconfitte subite da Roger Federernon sfruttando match-point negli ultimi 9 k.o. subiti. Il tennista elvetico è stato a 1 puntodal successo contro Donskoy (Dubai 2017), Haas (Stoccarda 2017), Del Potro (Indian Wells 2018) e Anderson (Wimbledon 2018).

I PRIMI 16 DELLA RACE TO MILANPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Alexander Zverev (GER) 35852 Stefanos Tsitsipas (GRE) 10373 Denis Shapovalov (CAN) 9104 Frances Tiafoe (USA) 8285 Alex de Minaur (AUS) 7056 Taylor Fritz (USA) 6187 Jaume Munar (ESP) 4668 Andrey Rublev (RUS) 440

Pos. Nome (nazionalità) Punti9 Hubert Hurkacz (POL) 344

10 Casper Ruud (NOR) 32711 Reilly Opelka (USA) 30712 Michael Mmoh (USA) 28013 Marc Polmans (AUS) 27314 Felix Auger-Aliassime (CAN) 26515 Corentin Moutet (FRA) 22316 Pedro Martinez (ESP) 203

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Tra mare e montagna...

Siamo nel cuore di luglio e anche il grande tennis si divide tra mare e montagna. Ma non per far vacanza, ma per dar segui-

to alla stagione agonistica. E così Su-perTennis resta come sempre ‘aperto per ferie’ e seguirà i protagonisti dei tour sulle coste marittime della Cro-azia, a Umago, e del Nord America, a Newport; così come sulle Alpi sviz-zere di Gstaad. A Umago ci va il cir-cuito Atp, con una bella fetta di Italia (Marco Cecchinato, Andreas Seppi e Paolo Lorenzi), mentre a Gstaad sono protagoniste le ragazze. Che si divi-dono, nel calendario e sugli schermi, tra Svizzera e Romania (Bucarest). Ma non è tutto qui, anzi. Basti pen-sare che la prossima domenica sa-ranno 5 le finali trasmesse in diret-ta dal canale della Fit: alle 11.30 si parte proprio con Gstaad; alle 14.00

il tennis in tv

Giovedì 1900:00 - ATP Bastad (replica)02:00 - ATP Bastad (replica)04:00 - ATP Bastad (replica)06:00 - ATP Umag (replica)08:45 - Regionando09:00 - ATP Umag (replica)11:00 - LIVE ATP Bastad12:45 - Supertennis Today 13:00 - LIVE ATP Bastad14:45 - Supertennis Today15:00 - LIVE ATP Bastad16:45 - Supertennis Today17:00 - LIVE ATP Umag18:45 - Supertennis Today 19:00 - ATP Bastad (differita)20:00 - LIVE ATP Umag22:00 - WTA Bucarest (differita)

Venerdì 2000:00 - WTA Bucarest (differita) 02:00 - WTA Bucarest (differita)04:00 - ATP Bastad (replica)05:45 - ATP Umag (replica)07:30 - ATP Bastad (replica)09:15 - ATP Umag (replica)11:00 - LIVE ATP Bastad12:45 - Supertennis Today 13:00 - LIVE ATP Bastad14:45 - Supertennis Today15:00 - LIVE ATP Bastad16:45 - Supertennis Today17:00 - LIVE ATP Bastad18:45 - Supertennis Today 19:00 - LIVE ATP Newport20:00 - LIVE ATP Umag22:00 - ATP Umag (differita)

Sabato 2100:00 - WTA Bucarest (differita) 02:00 - WTA Bucarest (differita)04:00 - WTA Bucarest (differita) 06:00 - ATP Newport (differita)08:00 - ATP Newport (differita)09:00 - Tennis Parade09:15 - ATP Umag (replica)11:00 - LIVE WTA Gstaad 13:00 - LIVE ATP Bastad14:45 - Supertennis Today 15:00 - LIVE ATP Bastad 16:45 - Supertennis Today 17:30 - LIVE ATP Umag 19:55 - Supertennis Today 20:00 - LIVE ATP Umag22:00 - LIVE ATP Newport SF2

Domenica 2200:00 - WTA Gstaad (differita) 02:00 - ATP Newport (differita)04:00 - WTA Bucarest (differita) 06:00 - ATP Newport (differita)08:00 - WTA Bucarest (differita)10:00 - ATP Bastad (replica) 11:30 - LIVE WTA Gstaad Finale13:45 - Supertennis Today 14:00 - LIVE ATP Bastad 15:45 - Supertennis Today 16:00 - LIVE WTA Bucarest 17:45 - Supertennis Today 18:00 - WTA Gstaad (replica) 19:55 - Supertennis Today 20:00 - LIVE ATP Umag 21:00 - LIVE ATP Newport 23:00 - ATP Bastad (replica)

Lunedì 2301:00 - WTA Gstaad Finale (replica)03:00 - WTA Bucarest Finale (replica)05:00 - ATP Umag Finale (replica)07:00 - Tennis Parade 07:15 - ATP Newport Finale (replica)08:45 - Tennis Storming - Svitolina09:00 - ATP Bastad (replica) 11:00 - LIVE ATP 500 Amburgo13:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 14:45 - Tie-Break 15:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 17:00 - News 17:05 - Tennis Parade 17:30 - LIVE ATP 500 Amburgo 19:30 - ATP Umag Finale (replica) 21:00 - News 21:05 - ATP 500 Amburgo (replica)22:45 - Tennis Storming - Federer23:00 - ATP 500 Amburgo (replica)

Martedì 2400:30 - ATP 500 Amburgo (replica)02:00 - ATP Newport Finale (replica)03:45 - WTA Gstaad Finale (replica)05:30 - WTA Bucarest Finale (replica) 07:00 - ATP Umag Finale (replica)09:00 - ATP 500 Amburgo (replica) 11:00 - LIVE ATP 500 Amburgo13:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 14:45 - Tennis Parade 15:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 17:00 - News 17:05 - Tennis Storming - Federer 17:30 - LIVE ATP 500 Amburgo 19:30 - ATP 500 Amburgo (replica) 21:00 - News 21:05 - Regionando21:15 - ATP 500 Amburgo (replica)23:00 - ATP 500 Amburgo (replica)

Mercoledì 2500:30 - ATP Bastad (replica)02:00 - ATP 500 Amburgo (replica)03:45 - ATP Umag Finale (replica)05:30 - ATP Newport Finale (replica) 07:00 - ATP 500 Amburgo (replica)09:00 - ATP 500 Amburgo (replica) 11:00 - LIVE ATP 500 Amburgo13:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 14:45 - Tennis Storming - Federer 15:00 - LIVE ATP 500 Amburgo 17:00 - News 17:05 - Regionando 17:30 - LIVE ATP 500 Amburgo 19:30 - WTA Nanchang (differita) 21:00 - News 21:05 - Tennis Parade21:30 - ATP 500 Amburgo (replica) 23:30 - Magazine ATP

Una domenica per cinque finali: si comincia alle 11.30

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

Il campo centrale di Umago, intitolato a Goran Ivanisevic (foto Atp)

è la volta di Bastad (Atp, Svezia), poi Bucarest (alle 16.00), Umago (alle 20.00) e infine Newport (Atp,

a seguire). È l’estate caldissima del tennis in diretta - e in chiaro - di SuperTennis.

personal coach

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L’ITF guarda avantiE l’Italia è in prima filaUna delegazione azzurra con Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’I.S.F. R. Lombardi, presente al primo ITF Worldwide Participation Conference, conferenza mondiale incentrata sulla diffusione globale del tennis

La Londra del tennis in luglio non è solo Wimbledon. Do-menica 8 e lunedì 9 Luglio 2018 la capitale britannica ha

ospitato presso lo stadio del Chel-sea (il mitico Chelsea Footbal Club Stadium di Stamford Bridge) l’edi-zione inaugurale della “ITF Worldwi-de Participation Conference”, la pri-ma conferenza mondiale organizza-ta dalla Federazione Internazionale del Tennis incentrata sulla diffusio-ne globale del tennis.L’evento, cui ha preso parte una delegazione Italiana composta da Michelangelo Dell’Edera e Donato Campagnoli, rispettivamente Diret-tore e Consulente per l’Area Tecnica dell’Istituto Superiore di Formazio-ne Roberto Lombardi, ha rappresen-tato lo sforzo di costruire un dia-logo globale tra i delegati di oltre cento paesi presenti in merito alla diffusione del nostro sport.Il parterre dei relatori era di prima grandezza. Solo per citare alcuni nomi erano presenti: il direttore esecutivo dell’area Ricerca e Svilup-po dell’ITF, Luca Santilli, oltre a Mi-guel Crespo (responsabile del Setto-re Participation e Coaching dell’ITF), Machar Reid, della Federazione Au-straliana, Chris Harwood, psicolo-go dello Sport della Loughborough University, e Judy Murray, mamma di Andy e Jamie (già relatrice del Simposio Internazionale organizza-to dalla Fit).

Tanta tecnologiaA farla da padrone è stata la tec-nologia, all’insegna dell’interattivi-tà. La app dedicata alla conferenza consentiva infatti a ogni partecipan-te di interagire con il comitato or-ganizzatore, con ciascun relatore e

Uno sguardo al tennis globale del futuro dalla conferenza dell’ITF tenuta a Londra durante Wimbledon: sotto, da sinistra, Donato Campagnoli, Luca Santilli e Michelangelo Dell’Edera

personal coach

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con gli altri delegati. Tra le funzioni principali, era possibile consultare la “scheda segnaletica” degli spea-ker, fare domande e commenti sulle relazioni in tempo reale, assegnare voti alle presentazioni oltre che ali-mentare il senso di community, po-stando commenti e immagini. Tutte le presentazioni inoltre verranno caricate sulla piattaforma on-line educational dell’ITF www.tennisico-ach.com.

I vantaggiLa rassegna, caratterizzata da un nuovo format, si è articolata su no-ve argomenti principali (cui faceva seguito un dibattito virtuale) illu-strati da un massimo di tre relato-ri, anche provenienti da altri sport. Tra i temi principali è importante citare l’uso dei dati riguardanti la pratica del tennis e della tecnolo-gia e il loro impatto sulla diffusione dello sport, i vantaggi della prati-ca sportiva e dell’attività fisica sul benessere delle persone, l’abbat-timento delle barriere sociali alla pratica sportiva e all’attività fisica e le strategie messe in atto da Paesi e federazioni per attrarre un più am-pio pubblico femminile.Il messaggio principale della confe-renza è stato chiaro fin da subito: il numero di praticanti e appassionati di tennis aumenta all’incrementare dei testimonial di qualità, siano essi insegnanti di tennis, eventi di carat-tere locale o internazionale, la dif-fusione di immagini e video attra-verso i dispositivi mobili e i media tradizionali oltre che circoli e club capaci di erogare servizi di qualità.

Lo sport individualepiù diffuso al mondoAd aprire la conferenza è stata Kelly Fairweather che ha illustrato i pro-getti che l’ITF porterà avanti fino al 2024. L’ITF è un player globale

in rappresentanza di 210 nazioni con più di 100 anni di storia e che organizza più di 3.000 eventi ogni anno. Sono numeri importanti e che confermano la portata planetaria di uno sport con più di un miliardo di persone interessate e quasi ottanta (80) milioni di praticanti.Il tennis è lo sport individuale più diffuso, ma nel contempo anche il più “equal”, giocato come è da un 47% di donne e aperto a ogni età e a qualsiasi livello di gioco.

Altri marginidi miglioramentoDetto questo, il tennis ha ancora un potenziale enorme ed è stato recen-temente commissionato uno studio a un’azienda leader che ha indivi-duato 6 segmenti di mercato e ciò al fine di capire meglio le esigenze e i bisogni dei consumatori, siano essi giocatori o semplici appassionati. Eh sì, perché il tennis si è aperto a nuove forme di intrattenimento ne-gli ultimi anni: anche il marketing di questo sport deve essere ripensa-to a fronte dell’avvento di fenomeni come la trasmissione di eventi in live-streaming e dell’e-sport.

Le prossime sfideLe notizie che vengono dalla confe-renza ritraggono dunque un tennis

in buona salute ma di fronte a sfide capitali nel prossimo periodo sto-rico. Il suo futuro sarà brillante se Paesi e federazioni si dimostreran-no all’altezza nel mettere in pratica campagne di sensibilizzazione mi-rate e soprattutto se saranno pronti a condividere queste esperienze.Dal torneo di Wimbledon intanto, buone notizie riguardo al futuro per il tennis italiano sono arrivate dal giovane Lorenzo Musetti, 16 anni. È arrivato nei quarti di finale della competizione Juniores (under 18), battendo giocatori fino a due anni più grandi e meglio classificati di lui nel ranking giovanile mondiale. Il ragazzo ha buone qualità, il team attorno a lui ha grande passione ed esperienza. Detto questo, di ragaz-zi bravi ce ne sono tanti nel nostro Paese e non possiamo permetterci di trascurare nessuno affinché ci sia una crescita importante del movi-mento. Da quattro anni a questa parte l’I-stituto di Formazione occupandosi dell’attività under 16 si sta preoc-cupando anche e soprattutto della crescita dei loro insegnanti (senza trascurare genitori e dirigenti per una formazione a 360°). È questo il nostro compito, se vogliamo che questi ragazzi raggiungano i loro sogni.

A sinistra, il muro dei Campioni con lo stemma del Chelsea, nel cui stadio s’è tenuta la conferenza Itf;qui, il 16enne Lorenzo Musetti, arrivato nei quarti di finalea Wimbledon Junior(foto Tonelli)

giovani

DI VIVIANO VESPIGNANI

FOTO TONELLI E GETTY IMAGES

Il torneo del mondo junior più am-bito, più affascinante e più citato (specie da quando l’Orange Bowl ha perso buona parte del suo storico

appeal). Sono i Junior Championships di Wimbledon che, al pari degli Inter-nazionali di Francia, hanno festeggiato quest’anno la 72a edizione. Il torneo ha premiato con i suoi storici trofei due diciassettenni, il cinese di Taiwan Chun Hsin Tseng e la polacca Iga Swiatek, vin-citori in finale sul britannico Jack Dra-per e sull’elvetica Leonie Kung autori di exploit a dir poco clamorosi. Per inciso, l’All England Lawn Tennis Club quattro storiche soddisfazioni le ha riservate anche al tricolore. È accaduto nel 1987 e nel 2013 con le vittorie firmate da Diego Nargiso e Gianluigi Quinzi (già semifinalista l’anno precedente), e con le finali in gonnella di cui furono autri-ci Silvana Lazzarino nel lontano 1951 e Rita Grande nel 1993.

Bene MusettiMa veniamo all’edizione 2018 nella quale il nostro miglior junior, Lorenzo Musetti, è riuscito a guadagnare i quar-ti di finale, tra l’altro risultando il più giovane e unico under 16 tra i primi 8. Lorenzo ha invertito nello Slam Junior il trend negativo che in precedenza l’a-veva visto perdere due volte al primo round e in una occasione al secondo turno di qualificazione, e ora si appre-sta ad attestarsi a ridosso delle prime dieci posizioni del ranking under 18. Ha battuto per 6-2 6-4 il cinese di Tai-wan Ray Ho, per 6-0 6-7(2) 6-2 l’argenti-no Cerundolo (14esima testa di serie) e poi ha compiuto un piccolo capolavoro superando per 7-5 6-7(2) 6-1 il france-se Hugo Gaston, quarto favorito. Come

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Baby Musetti è tostoanche sul verdeLorenzo continua a far bene e a soli 16 anni ha centrato i quarti di finale sull’erba di Londra. Il cinese di Taiwan Chun Hsin Tseng e la polacca Iga Swiatek sono i vincitori della 72a edizione dei Championships Under 18

era appena successo nel prologo ingle-se di Roehampton, a fermarne la corsa è stato Jack Draper che, grazie alla con-fidenza con l’erba, ha prevalso in tre frazioni (6-7 6-3 6-1).

Elisabetta ancora negli ottaviPartita nelle vesti di 14esima testa di serie, Elisabetta Cocciaretto ha ripetu-to gli ottavi ottenuti a Parigi battendo l’inglese Francesca Jones 26 75 64 e

la statunitense Katie Volynets 7-5 6-4 prima di cedere per 6-1 6-3 alla cinese Xinyu Wang, quarto nome del seeding. La valtellinese Federica Rossi invece ha superato le sempre ostiche qualifi-cazioni prevalendo sulla polacca Anna Hertel e sulla francese Ludmilla Ben-cheikh per poi essere fermata con un doppio 6-4 nel primo round dalla cine-se Qinwen Zheng. Infine, Davide Torto-ra e Federica Sacco sono usciti di scena

Il toscano Lorenzo Musetti,16 anni, è arrivato fino ai quartidi finale a Wimbledon battuto in tre set dal padrone di casa Draper

Il cinese di Taiwan Chun Hsin Tseng, vincitore di Wimbledon Junior 2018dopo essersi aggiudicato anche il Roland Garros

giovani

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nei tabelloni di qualificazione, battuti dal giapponese Taisei Ichikawa e dalla belga Victoria Kalatzis.

C’erano tutti i miglioriMai come quest’ anno i migliori under 18 hanno giocato a ranghi compatti lo Junior Championship: in lizza tutti i primi dieci del mondo e nove su die-ci delle prime ragazze. E mai come quest’anno le sorprese, sia in negativo che in positivo, si sono sprecate. Il pri-mo turno è stato fatale alla campiones-sa mondiale del 2017, la statunitense Whitney Osuigwe, così come al secon-do e al terzo dei favoriti, l’argentino Sebastian Baez e l’ americano Sebastian Korka. Ma altrettanto sorprendente è stata la sconfitta subita nei quarti dal-la fenomenale statunitense Cori “Coco” Gauff che aveva trionfato a Parigi. Per contro, la sensazionale rivelazione si chiama Leonie Kung, sconosciuta di-ciottenne elvetica, proveniente dalle qualificazioni, allieva dei suoi genitori che... allevano cavalli in una sperdu-ta fattoria ai confini con la Germania. Quanto alla campionessa Iga Swiatek - che quest’anno in campo junior si era cimentata solo a Parigi guadagnando le semifinali in singolare e la vittoria in doppio, ma che ha dalla sua la 347a po-sizione nella classifica Wta e l’esordio in Fed Cup - si è rivelata mina vagante del tabellone femminile solo a motivo della miopia di chi l’aveva esclusa dalle 16 teste di serie.

Chun, Parigi-LondraNato esattamente a vent’anni di distan-za da Roger Federer (con cui sogna di giocare in doppio), Chun Hsin Tseng ha fatto il bis del titolo di Parigi mettendo in mostra una forma atletica impres-sionante e, in particolare, una straordi-naria mobilità che gli ha consentito di interpretare al meglio il gioco sull’erba. Ora sarà difficilissimo scalzarlo dalla leadership mondiale. Infine la Cina e la Gran Bretagna. La Cina ha mancato en-trambe le finali di singolare ma ha piaz-zato tre suoi esponenti nelle semifinali e fatto intendere che nei prossimi anni potrebbe esser la nazione con cui fare i conti nei principali appuntamenti ju-nior. La Gran Bretagna, che ha dalla sua anche gli inserimenti nei quarti di Em-ma Raducanu e Anton Matusevich, ha gioito e trepidato per Jack Draper (17 anni da compiere il prossimo dicem-bre), figlio di un ex presidente della Fe-derazione inglese, che contava una non eccelsa 41esima posizione nella clas-

Il britannico Jack Draper sconfitto in finale da ChunHsin Tseng, ha battuto in semifinale il colombianoMejia (19-17 al terzo set) e nei quarti l’azzurro LorenzoMusetti; sopra, la polacca Iga Swiatek, già Top 500 Wta, ha vinto a Londra nonostante fosse stataesclusa dalle teste di serie

La cavalcata di Chun Hsin TsengSingolare maschileQuarti: Chun Hsin Tseng (Tpe) b. Trey Hildebrand (Usa) 6-2 6-4, Tao Mu (Chn) b. Anton Matu-sevich (Gbr) 7-5 6-1, Jack Draper (Gbr) b. Lorenzo Musetti (Ita) 6-7(3) 6-3 6-1, Nicolas Mejia (Col) b. Gilbert Soares Klier (Bra) 7-6(6) 7-5. Semifinali: Tseng b. Mu 6-3 6-1, Draper b. Mejia 7-6(5) 6-7(6) 19-17. Finale: Tseng b. Draper 6-1 6-7(2) 6-4.

Singolare femminileQuarti: Iga Swiatek (Pol) b. Emma Raducanu (Gbr) 6-0 6-1, Xinyu Wang (Chn) b. Viktoriia Dema (Ukr) 6-7(4) 7-6(4) 6-3, Xiyu Wang (Chn) b. Cori Gauff (Usa) 4-6 7-6(1) 6-4, Leonie Kung (Sui) b. Caty McNally (Usa) 7-6(3) 7-5. Semifinali: Swiatek b. Xinyu Wang 7-5 7-6(1), Kung b. Xiyu Wang 6-4 6-7(6) 6-3. Finale: Swiatek b. Kung 6-4 6-2.

sifica ITF. A dispetto del commovente impegno profuso in ogni incontro, Jack non è riuscito a colmare il vuoto di 56 anni che separa la Gran Bretagna dal suo ultimo successo in campo maschi-le (Stanley Matthews nel 1962). Rimarrà tuttavia memorabile la sfida che in se-mifinale ha vinto sul colombiano (che vive e si allena a Miami) Nicolas Mejia.

Una sfida durata 4 ore e 23 minuti (se-conda solo ad un’altra maratona junior datata 2002), risolta al 38° game del terzo set e al decimo match point. For-se - se ne è parlato molto anche tra i pro - è arrivato il momento di rinuncia-re ad una intransigente tradizione che pretende a oltranza il terzo set. Se non altro nel torneo junior.

Cento tornei in contempora-nea, 19 province coinvolte con più di 1.200 iscritti. Que-sti i numeri che hanno carat-

terizzato il terzo “Slam” stagionale targato Fit-Tpra. Nel pieno dell’estate gli appassionati del circuito amatoria-le non hanno disatteso le aspettative e hanno risposto con la propria pre-senza alla chiamata del terzo grande appuntamento delle SuperSlam Seri-es, il più affascinante di tutti, l’unico nel circuito professionistico che si gioca sull’erba, il mitico Wimbledon. Più di 1200 gli amatori scesi in campo per contendersi il titolo e aggiudicar-si il massimo dei punti in grado di ri-voluzionare la classifica, ben 3.000 in palio per il vincitore del torneo Open, 1.950 per il vincitore del Limit65 e 1.350 per il vincitore del Limit45. An-che le competizioni di doppio e i tor-nei dedicati agli All Star hanno visto impegnati a darsi battaglia sui cam-pi di gioco sempre più appassionati che hanno sfidato la calura estiva per inseguire una passione senza confi-ni. Le località di mare e i nuovi cir-coli da scoprire infatti hanno attratto i Fighters, disposti a spostarsi dalla propria regione pur di non mancare all’appuntamento e magari riuscire a coniugare un week-end di sport con una vacanza.

In corsa per lo SlamDal 6 all’8 e dal 13 al 15 luglio, negli stessi giorni in cui a Londra il cam-pione serbo Nole Djokovic, come Fe-derer e Nadal prima di lui, è tornato a vincere uno Slam dopo un lungo periodo di crisi, mettendosi dietro i giovani emergenti, anche gli amatori erano impegnati a emulare i profes-sionisti. Aggiudicarsi questo slam non era cosa facile, molti i preten-denti e l’occasione era ghiotta per in-

circuito fit-tpra

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Ci sono 5 amatoriche possono fare lo SlamDopo Wimbledon, terza prova stagionale, Fabio Filippazzo, LuigiCroci, Natalia Di Maio e la coppia Colleoni/Pesenti possono puntare all’en plein dei 4 titoli. Ecco come è andata la tappa “verde”

camerare punti verso lo sprint finale per le qualificazioni AWT.Cedono il passo alcuni grandi Fighters come la milanese Annamaria De Bor-toli, sconfitta in trasferta a Torino in semifinale (anche a causa di un legge-ro malore) per 6-0 dalla giovane di ca-sa Federica Sobrero a sua volta ferma-ta da una strepitosa Valentina Monti, trionfatrice in finale. Altri invece si mantengono in corsa per aggiudicar-si lo Slam al completo. Come la cop-pia di doppisti bergamaschi formata dagli esperti Marco Colleoni e Marco Pesenti che, sempre in Piemonte, re-gione dove si è raggiunto il maggior

numero di iscritti, si aggiudica il tito-lo dominando il torneo. Qui, al Monvi-so Sporting Club, si riconferma anche Luigi Croci, vincendo l’open maschile su un altro lombardo, il varesino Mas-simo Proietti Bovi.

Grandi club In Sicilia, altra regione sempre presente nelle grandi occasioni, Fabio Filippaz-zo continua ad incamerare successi mantenendosi saldamente in cima alla classifica AWT, vincendo il suo terzo slam stagionale. Stesso copione per la coriacea Natalia Di Maio, che sembra non avere rivali in terra partenopea. Si alternano invece al vertice, in un balletto che si ripete spesso in Emilia-Romagna, Piergiorgio Lugasi e Marco Bistarelli. Quest’ultimo s’è imposto in finale sull’amico rivale nel rinnovato Junior Club di Rastignano (Bo).Sono molti i circoli rinomati che han-no aperto le porte al Fit-Tpra. Uno di questi è la Canottieri Mincio di Man-tova dove si è svolto un torneo Open maschile vinto dal giocatore di casa Marco Federici, da poco entrato a far parte del circuito ma già più volte vin-citore sui campi amici. Se si parla di

circuito fit-tpra

REGIONE OPENFEMMINILE OPENMASCHILE LIMIT65 LIMIT45 DOPPIOF DOPPIOM DOPPIOL130 DOPPIOMISTO

ABRUZZO ValterLuzii

BASILICATA Insvolgimento Longo/Morelli F.Leone/M.Leone

CALABRIA AlessiaServello FrancescoCaloiero AntonioScuMcchio Grasso/LaPuzza Cinquegrana/Didiano Grasso/Calabrò

CAMPANIA NataliaDiMaio PaoloTescione ASlioCatalano DiGiacomo/Calabrò Somma/Pagano

EMILIA-ROMAGNA MonicaVilla MarcoBistarelli Cavassi/Lambertucci

FRIULIV.G. CostanzaO.CargneluS LucaRizzardi

LAZIO GiorgioCenM GiacintoDonvito RobertoPeppe Bernabucci/Mariani BuS/Sordillo

LIGURIA MariaPiaIovino FrancescoGiordano AndreaOgno Vinelli/Toso

LOMBARDIA EricaBombonato MarcoFederici DeBortoli/Angeloni AlberMni/Iuliano Bombonato/BadaloS

PIEMONTE ValenMnaMonM LuigiCroci RobertoBosio Insvolgimento Colleoni/PesenM Pagani/Colleoni

PUGLIA MicheleBernardi GianpaoloPereS ClaudioCarbonara Lorusso/RuMgliano

SICILIA ClaudiaMurgia FabioFilippazzo CarloFasino GabrieleAmico Pernice/Toscano Fauci/SommaMno Malato/SommaMno

TOSCANA SimonEbrani AndreaCiregia Lischi/Lischi Gordienko/Raffaelli

UMBRIA DonatellaPellerucci RiccardoRoMni

VENETO CrisMnaMontagner MarcoDeAngelis SimoneGuerrini DanielGroza Lorenzo/Platania Sontacchi/DalBalcon

ALL STAR FEMMINILE MASCHILE

ABRUZZO Francesco Morelli

CAMPANIA Massimiliano Minervini

EMILIA-ROMAGNA Veronica Maria Granciu Mirco Carnevali

LAZIO Francesco Jacopo Giunti

LOMBARDIA Annamaria De Bortoli Daniele Ferrari

MARCHE Enrico De Martinis

PIEMONTE Federica Sobrero Marco Scotti

PUGLIA Francesco Viterbo

SICILIA Anna Maria Puleo Maurizio Parisi

UMBRIA Sara Tenerini Gianluca Sforna

VENETO Franco Capelli

All Star, nei SuperSlamci sono anche loro: i vincitoriGli All Star, cioè i giocatori che hanno classifica Fit compresa tra 4.4 e 4.2 e che nor-malmente possono partecipare ai tornei di doppio organizzati durante tutto l’anno nel circuito Fit-Tpra, proprio in occasione degli Slam possono tornare a sfidarsi anche nei tabelloni di singolo e in occasione di Wimbledon l’hanno fatto in 224 (11 regioni). Il torneo più partecipato, con 29 agguerriti Fighters ai blocchi di partenza, si è svolto al Jolly di Milano ed è stato vinto da Daniele Ferrari. Anche l’Emilia-Romagna, dove si è giocato con la formula a gironi sia nel femminile (vinto da Veronica Granciu) sia nel maschile (vinto da Mirco Carnevali), ha visto entusiasmo alle stelle. Novità e conferme, come la De Bortoli, n.1 della classifica AWT, o Giunti, che domina le scene romane. E poi ci sono Scotti e la giovane Sobrero in Piemonte. Neanche il tempo di gioire che già arrivano nuove occasioni di incamerare punti per la scalata alla classifica: in programma ora c’è il Grand Prix Amburgo. La vittoria varrà 2.000 punti. (Claudia Pagani)

location prestigiose, non si può non citare il circolo che ha ospitato lo Slam ligure. Qui l’Area Manager Francesco Giordano si è impegnato al massimo a organizzare e poi si è tolto anche lo sfizio di vincere l’open maschile. “Nel bellissimo circolo di Valletta Cambia-so di Genova sono arrivati giocatori e giocatrici da diverse città del Nord. Solo pochi mesi fa sulla stessa terra rossa si era giocata la Coppa Davis”. Il torneo femminile, giocato intera-mente di sabato ha visto il successo in rimonta della n.3 del ranking Ma-ria Pia Iovino, brava a recuperare la bergamasca Claudia Pagani verso un successo che vale doppio.Il torneo limit 45 ligure invece se lo aggiudica Andrea Ogno, dimostrando una grande tenuta da fondo campo. La domenica ha visto invece scende-re in campo i protagonisti dell’Open,

compreso un giovanotto di 84 anni di nome Fiorenzo Vigino che ha voluto esserci a tutti i costi.

Da Nord a SudSolo il Veneto, in tutta Italia, può di-re di aver ospitato l’appuntamento di Wimbledon su campi di vera erba. A Gaiba, in provincia di Rovigo, si è gio-cato sugli 8 mm di erba naturale. Da segnalare tra le diverse competizioni la vittoria del doppio misto della or-mai famosa coppia vicentina Sontac-chi/Dal Balcon, i due volte campioni nazionali in carica degli amatori nella specialità. Gaibledon però attira ogni anno Fighters da tutta Italia, deside-rosi di provare a giocare su una su-perficie decisamente diversa. E così c’erano i toscani, i romani, i lombardi, i piemontesi ma non solo.Dal Nord al Sud per citare l’esperienza

di Francesco Caloiero, 36 anni di Vibo Valentia, tramite le parole dell’Area Ma-nager della Calabria Umberto Franza, soddisfatto per i 64 iscritti che hanno rinunciato al mare per il torneo di Wim-bledon. “Io e Francesco siamo amici da sempre, abbiamo iniziato a gioca-re insieme circa 5 anni fa. Poi i primi tornei Fit-Tpra a Maierato e piano pia-no le nostre strade si sono ‘divise’, lui è diventato il giocatore da premiare e io quello che premia, dedicandomi un po’ meno al tennis giocato e più all’or-ganizzazione. Quest’anno - prosegue Umberto - Francesco ha vinto il master regionale limit45, è volato a Roma per la fase nazionale limit65 e adesso ha vinto questo SuperSlam”.Gente normale, appassionata. Non campioni di tecnica ma di simpatia e amicizia. Questo è il popolo Fit-Trpa, tutta gente... da Slam

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Wimbledon: tutti i vincitori, regione per regione

DI MAURO SIMONCINI

L’evoluzione tecnologica non si ferma mai. Quando un materia-le viene inserito con successo in una racchetta, viene poi ag-

giornato ed evoluto per migliorare pro-gressivamente le prestazioni. Head si è affidata al Graphene nel 2013; sono passate oramai cinque sta-gioni e siamo giunti al Graphene 360, che costituisce la base strutturale delle nuove Speed, MP e Pro, legate a due ‘ambassador’ di prestigio come No-vak Djokovic e Alexander Zverev.

Le tecnologieIl Graphene, robusto e leggerissimo, è da sempre presente nel cuore della rac-chetta, consentendo una distribuzione delle masse ottimizzata verso testa e manico del telaio, favorendo maneg-gevolezza e potenza supplementare. Questa ultima evoluzione del Graphe-ne (360) prevede inserimenti in punti strategici come a ore 3, ore 9 e ore 12, mirati a ridurre la deformazione dell’o-vale e aumentare la stabilità torsionale dei telai. In sintesi è migliore il trasfe-rimento dell’energia alla pallina nel momento dell’impatto, alla massima velocità, con una maggior sensazione di pienezza, sensazione da sempre as-sociata agli attrezzi Head.Ci sono poi altre differenze con le passate edizioni delle Speed: in primo luogo lo spessore (costante) del profi-lo della racchetta è, seppure di poco, maggiore: 23 millimetri anziché 22. In secondo luogo lo schema corde, numericamente invariato (16x19 per la Mp, 18x20 la Pro), ma ridisegnato in termini di densità. Per migliorare il controllo le verticali sono più vicine tra loro, mentre le orizzontali sono più distanti, per aumentare la resa

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racchette e dintorni

Head Speed 360:quale delle due?Testate le bianconere MP e PRO, con nuova tecnologia e materiali rinnovati; per picchiatori da dietro, più pesante e di controllo la Pro, più potente e leggera (300 g) la Mp. I colpi piatti meglio di tutto il resto

degli spin e la potenza in generale. In-fine i valori di rigidità (RA) sono deci-samente al di sotto della media delle agonistiche e degli “storici” di Speed: i

IL LAB SPEED MP

Lunghezza: 68,6 cm Peso: 312 g | Ovale: 100 Profilo: 23 mm Bilanciamento: 32,7 cm Rigidità: 61 Inerzia: 312 Potenza: 47/100 Controllo: 52/100 Maneggevolezza: 79/100(incordata con sintetico monofilamento Head Lynx 23-22 kg). Prezzo di listino al pubblico: 250 euro IL LAB

SPEED PRO

Lunghezza: 68,6 cm Peso: 327 g | Ovale: 100

Profilo: 23 mm | Bilanciamento: 32,6 cm Rigidità: 60 | Inerzia: 325 | Potenza: 49/100

Controllo: 52/100 | Maneggevolezza: 71/100 (incordata con sintetico monofilamento Head Lynx 22-21 kg). Prezzo di listino al pubblico: 270 euro

In questa immagine

le zone del telaio dove

è inseritoil Graphene.

A destra,il confrontotra il nuovo

reticolo(in blu)e quello

dellaversione

precedente

SPEED 360 MP IL PAGELLONE

81/100Potenza: 8Controllo: 8Maneggevolezza: 9Fondo: 8Rete: 8Servizio: 8Top: 8Back: 7Estetica: 9Comfort: 8

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racchette e dintorni

nuovi attrezzi Pro e Mp, con i loro 60-61 punti di Ra, risultano decisamente elastici.

IL LABLa Speed Mp pesa 312 grammi (con in-cordatura montata) e il bilanciamento è a 32,7 centimetri. L’inerzia è medio bassa per la categoria (312 punti), men-tre come anticipato la rigidità è bassa (61) per una sintesi globale equilibra-ta tra potenza (47) e controllo (52) con una maneggevolezza nettamente sopra la media (79). Invece la Speed Pro ha se-dici grammi in più (328) ma un bilan-ciamento similissimo (32,6 centimetri) così come la rigidità contenuta (60). L’inerzia è decisamente superiore alla sorella (325 punti); il riassunto finale dice che c’è qualcosa in più in termini di potenza (49) ma in meno in quanto a maneggevolezza (70), mentre il con-trollo è invariato rispetto alla sorella più leggera Mp.

In campoAvevamo già assaggiato un prototi-po di MP un mesetto fa e qualcosa di nuovo e interessante si era sentito. Di diverso rispetto ad allora c’è anzitutto l’estetica: la veste grafica definitiva del-le nuove Speed, bianconera, è davvero accattivante (un po’ ‘juventina’...), so-bria ed elegante. Lo stiamo riscontran-do sempre più frequentemente: si va verso una nuova pulizia della grafica. Basta disegni, sfumature, arcobaleni etc.etc. E vien da dire: era ora.La sensazione immediata, dei primis-simi scambi da fondo campo, è quella di compattezza, pienezza degli impat-ti. Si “sente” la palla e questo è merito dell’elasticità degli attrezzi; certo con la MP questo feeling rende anche senza presupposti tecnici di livello agonistico medio-alto. Invece per gestire la Speed Pro si capisce da subito che ci vogliono braccia e gambe allenate. Pur trattan-dosi di soli 10 grammi aggiuntivi di pe-so, il bilanciamento spostato poco più indietro e la conseguente minore ma-neggevolezza del telaio si avvertono in fretta (senza contare il pattern più fitto 18x20). Con la Pro, se si colpisce bene, la pesantezza di palla è maggiore e spe-cialmente i colpi piatti sono davvero incisivi. Al contrario è molto più gesti-bile la versione 300x100, ovvero la MP, quando si cerca di imprimere a dovere delle rotazioni in top; che escono gene-rose e cariche, anche se proprio quella sensazione di pienezza (di cui diceva-mo all’inizio), fa preferire gli impatti

piatti o poco coperti.Per quanto riguarda i tagli ‘indietro’ il pattern 18x20 della Pro la rende pre-cisissima dunque più efficace; a patto che si trovi in mani educate, abbastan-za raffinate tecnicamente. Per difender-si in back anche la Mp se la cava bene. A rete sono solide e compatte entram-be. Sopra la testa invece gira più facil-mente la più leggera Mp che apre anche a più soluzioni in termini di taglio (slice e kick). Per farlo con la versione Pro ol-tre alla tecnica ci vuole una buona spin-

SPEED 360 PRO IL PAGELLONE

79/100Potenza: 7Controllo: 8Maneggevolezza: 8Fondo: 8Rete: 8Servizio: 8Top: 7Back: 8Estetica: 9Comfort: 8

ta di gambe, specialmente per caricare di peso una seconda palla con spin. In conclusione le due nuove Speed sono due racchette agonistiche di sostanza, in linea con la tradizione della Casa austriaca. Selettiva ma non proibitiva la MP che, si inserisce nella categorie delle 300x100 tra le più controllose e classiche. Più impegnativa ma redditi-zia la Pro: ideale per un buon Terza o un Seconda Categoria, abituato a telai di un certo peso (nel vero senso della parola) con profili sottili e pattern fitti.

Lo spessore del telaiodelle nuove Speedè 23 mm

Inviate le vostre domandeper l’espertovia e-mailI nostri esperti sono pronti a rispondere alle vo-stre domande sui più vari argomenti riguardanti i vari aspetti del tennis. Come? Semplicissimo: scriveteci una email al seguente indirizzo di po-sta elettronica [email protected] con i vostri quesiti, le vostre curiosità, non più solo e soltanto di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti, settore per settore, e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica settimana dopo settimana.

Risponde Franco Alciati, presidente Associazione Collezionisti TennisLa rispostaL’inglese Robert Everitt, direttore dell’apprezzata rivista The Tennis Col-lector, e l’americano Richard Hillway, due tra i più illustri storici sul gioco del tennis oltreché grandi collezionisti di questo sport, hanno da poco dato alle stampe un nuovo interessante te-sto che si intitola proprio ‘The Birth of Lawn Tennis’.Il volume, frutto di lunghe e partico-lareggiate ricerche, prende in esame essenzialmente le origini del gioco, gli anni antecedenti la sua regola-mentazione avvenuta il 23 febbraio 1874 da parte del maggiore inglese Walter Clopton Wingfield, sino alla disputa del primo torneo di Wimble-don nel 1877.A seguito di una idea dello spagnolo Juan Batista Augurio e del suo amico inglese Thomas Henry ‘Harry’ Gem in effetti un gioco similare al tennis già verso il 1859 con una certa qual fre-quenza veniva praticato ad Edgbaston, un sobborgo di Birmingham, da giovani sportivi anglosassoni. Questo periodo storico è ben raccontato nel libro con dovizia di particolari e supportato da una nutrita documentazione e da rare e inedite illustrazioni. The Birth of Lawn tennis è un testo di grande formato di ben 562 pagine.Una particolarità è poi data dal fatto che la tiratura è limitata a sole 500 co-pie, un motivo in più che rende questo volume ‘speciale’, insomma un testo che non dovrebbe mancare nella bi-blioteca di un appassionato di tennis.

La domanda - Esiste un librosulla nascita del tennis moderno?

l’esperto risponde

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