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AZIENDA AGRICOLA CIAMPI EMANULE DI MARTINI MARTINA
Via di San Vincenzo, 10 - MONTESPERTOLI (FIRENZE)
Area “Via Lame”
Via Lame, Località Lame di Sotto - MONTESPERTOLI (FI)
PIANO DELLA CARATTERIZZAZIONE
(ai sensi del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.)
28 Novembre 2014
Gruppo di Lavoro
Dott Chim. Omar Cerri
Dott. Geol. Marco Vanacore
Dott. Ing. Valerio Toninelli
Azienda Agricola Ciampi Emanuele: Piano di Caratterizzazione in località Lame di Sotto nel comune di Montespertoli
II
INDICE
1 PREMESSA..................................................................................................................1
2 INQUADRAMENTO DELL’AREA .................................................................................2 2.1 Ubicazione ...........................................................................................................................2
2.2 Proprietà ...............................................................................................................................2
2.3 Catasto..................................................................................................................................3
3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA' SVOLTE SULL'AREA............................................5
4 DESCRIZIONE DELLE POTENZIALI SORGENTI DI CONTAMINAZIONE .................5
5 DESCRIZIONE DEI LUOGHI .......................................................................................5
6 DESTINAZIONE D’USO ...............................................................................................6
7 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DEL SITO ................................................8
8 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO DEL SITO.....................................................8
9 PRESENTAZIONE PRELIMINARE DEL MODELLO CONCETTUALE: POSSIBILE CONTRIBUTO ALL’INQUINAMENTO ...............................................................................11
9.1 Potenziali sorgenti di contaminazione ...............................................................................11
9.2 Possibili meccanismi di diffusione di contaminanti ..........................................................11
10 PIANO DI DETTAGLIO DEL CAMPIONAMENTO E DELLE ANALISI CHIMICO-FISICHE DA ESEGUIRE ...................................................................................................12
10.1 Ricerca di eventuali ulteriori rifiuti interrati ......................................................................12
10.2 Verifiche sulla matrice acqua di falda: realizzazione di piezometri ..................................13
10.3 Verifiche sulla matrice terreno nella buca da cui sono stati asportati i rifiuti ...................15
10.4 Protocollo analitico ............................................................................................................17
10.4.1 Indagini e campionamento della matrice terreno .......................................................17
10.4.2 Specie chimiche ricercate nella matrice terreno ........................................................18
10.4.3 Indagini e campionamento nella matrice acqua di falda............................................18
10.4.4 Specie chimiche ricercate sulla matrice acqua di falda..............................................19
10.4.5 Parametri sito specifici per analisi di rischio .............................................................19
10.4.6 Analisi di laboratorio: metodiche analitiche ..............................................................21
11 VALUTAZIONE DEI RISCHI E MODALITA’ OPERATIVE PER LO SVOLGIMENTO DELL'INDAGINE INTEGRATIVA AL PDC. ........................................................................22
Azienda Agricola Ciampi Emanuele: Piano di Caratterizzazione in località Lame di Sotto nel comune di Montespertoli
1 PREMESSA
Il presente Piano di Caratterizzazione è presentato ai sensi dell'art. 242 del D.Lgs. n. 152/2006, a
seguito dell'indagine del Corpo Forestale dello Stato, che in data 02/07/2014 ha rinvenuto dei rifiuti
interrati su un'area sita in Via Lame, in località Lame di Sotto, nel Comune di Montespertoli, di
proprietà della Signora Martini Martina, in qualità di titolare dell'Azienda agricola Ciampi Emanuele.
L'area interessata dai rifiuti, come risulta dagli atti ufficiali dell'indagine, ha dimensioni in pianta
approssimativamente pari a 10 m x 6 m, ed è situata all'interno di un campo incolto, acquistato
abbastanza recentemente dalla Sig.ra Martini Martina, che si estende fino al limite meridionale
della proprietà a sud dei vigneti.
La posizione dell'area è definita più precisamente dalle coordinate geografiche, che nel sistema di
riferimento Gauss-Boaga sono 4.838.924 m di Latitudine nord e 1.670.365 di Longitudine est.
I rifiuti derivanti dalle operazioni di scavo sono stati posizionati a bordo scavo e coperti con teli in
attesa di essere conferiti presso idonei impianti autorizzati, mentre l'area circostante lo scavo è
stata posta sotto sequestro.
Le procedure per il conferimento dei rifiuti ad impianti autorizzati sono state avviate mediante
sopralluogo congiunto con il CFS in data 08.10.2014, autorizzato dalla magistratura, finalizzato al
campionamento ed alla caratterizzazione dei rifiuti stessi; allo stato attuale sono in fase di
conclusione le relative analisi chimiche.
Relativamente invece alle matrici ambientali coinvolte, la normativa vigente (v. art. 242-bis, del
D.Lgs. n. 152/2006) concederebbe la possibilità di procedere ad una bonifica dell'area, mediante
presentazione ed approvazione di uno specifico Progetto di Bonifica e poi eventualmente alla
successiva redazione di un Piano della Caratterizzazione nel caso in cui l'intervento di bonifica non
fosse risolutivo.
Tuttavia, anche a seguito di colloqui intercorsi con i tecnici degli Enti, considerando per il caso
specifico la necessità comunque di indagare una zona circostante più ampia, al fine di scongiurare
l'eventualità che possano esserci altri accumuli interrati di rifiuti, si è ritenuto più logico attivare la
procedura tradizionale, ovvero presentare preliminarmente il Piano della Caratterizzazione (PdC),
al fine di indagare sia le matrici ambientali, sia la presenza eventuale di altri rifiuti interrati, e poi
successivamente in caso di mancato rispetto delle CSC e CSR, procedere alla redazione di un
Progetto di Bonifica.
L'area circostante lo scavo risulta ancora attualmente sottosequestro, pertanto occorre prevedere
per l'esecuzione del PdC, a seguito dell'approvazione da parte degli Enti, di effettuare la richiesta
di accesso alla magistratura in modo da poter svolgere le attività proposte.
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2 INQUADRAMENTO DELL’AREA
2.1 Ubicazione
L'area di studio è collocata in sinistra orografica del Torrente Pesa nel comune di Montespertoli in
località Le Lame di Sotto.
In Figura 1 è riportata con la freccia verde l'ubicazione dell'area in esame nell'immagine da
satellite, riprodotta in scala 1:2.000, estratta dall'applicativo di Google, "Google maps" (sito internet
www.google.it/maps).
Figura 1
2.2 Proprietà
L'area è di proprietà della Signora Martini Martina, in qualità di titolare dell'Azienda agricola Ciampi
Emanuele.
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2.3 Catasto
L’area descritta risulta censita presso l'Agenzia del Territorio dell'Ufficio Provinciale di Firenze –
Territorio Servizi Catastali del Comune di Montespertoli, Foglio di mappa n. 27, particella n. 281.
In Figura 2 è riportato un sovrapposto della mappa catastale con l'immagine da satellite (estratta
dall'applicativo Google maps) , con la freccia verde è indicata l'ubicazione dell'area oggetto di
studio.
In Figura 3 invece si riporta l'estratto del foglio di mappa 27 con l'individuazione della porzione di
particella 281 interessata dall'indagine.
Figura 2
Fig. 3 – Inquadramento catastale 1.2000
In giallo la porzione di particella in cui sono stati
rinvenuti i rifiuti.
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3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA' SVOLTE SULL'AREA
La zona di indagine è attualmente un campo incolto situato a margine di un'area più vasta, a
destinazione prevalentemente agricola, destinata essenzialmente a vigneti ed oliveti.
La necessità dell’indagine scaturisce da un'indagine del CFS che ha rilevato su di un'area
circoscritta la presenza di rifiuti interrati, e quindi dei potenziali rischi per le matrici ambientali.
4 DESCRIZIONE DELLE POTENZIALI SORGENTI DI CONTAMINAZIONE
Le sorgenti di potenziale di contaminazione sono riconducibili alla presenza dei rifiuti interrati e tra
questi in particolare:
� parti di automezzi (camioncini) che potevano contenere sostanze pericolose quali
carburante, olio motore, olio idraulico, batterie,...,
� materiali da costruzione e demolizione rinvenuti (colonnine in cls, laterizi, pezzi di
legname,...) che comportano un basso rischio ambientale.
Pertanto i contaminanti tipici di una potenziale contaminazione sono rappresentati da idrocarburi e
metalli pesanti (piombo in particolare).
5 DESCRIZIONE DEI LUOGHI
L'area oggetto dell'indagine risulta attualmente sempre sotto sequestro, ovvero delimitata da
transenne e banda segnaletica biancorossa.
Lo scavo è aperto e mostra generalmente pareti semi-verticali, fatta eccezione per la porzione
posta a sud in cui si è avuto probabilmente un cedimento delle pareti con riempimento parziale di
materiale terrigeno del fondo scavo.
In prossimità dello scavo sono posizionati i rifiuti ed i terreni derivanti dallo scavo, coperti con teli
impermeabili in polietilene ed all'interno dello scavo è presente un battente di acqua.
In Figura 4 è riprodotto un rilievo attuale dell'area, a piccola scala in cui sono indicate le
dimensioni dello scavo, mentre in Appendice 1 viene riportata la relativa documentazione
fotografica.
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6 DESTINAZIONE D’USO
L’area è attualmente ad Uso Agricolo; tuttavia i valori individuati all’allegato 8 al DPGR 14/R del
2004 devono ritenersi tacitamente abrogati per effetto dell’entrata in vigore del d.lgs.
152/2006. Pertanto alle aree destinate alla produzione agricola ed all'allevamento si
applicano le CSC individuate alla tabella 1 dell’allegato 5 alla parte IV del d.lgs. 152/2006,
sulla base dell’assimilazione effettuata dal Comune ad una delle destinazioni utilizzate dalla
medesima tabella (vedi allegato alla DGR 575/2010.
In sede di Conferenza dei Servizi si recepirà la destinazione di riferimento da utilizzare per la
definizione delle CSC, così come verrà definito dal comune.
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FIGURA 4
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7 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DEL SITO
L’area oggetto dell'indagine è ubicato in sponda sinistra del Torrente Pesa, in area collinare ed è
delimitata sul lato est da un fosso di modeste dimensioni con ridotta alimentazione, mentre sui lati
sud ed ovest si estendono appezzamenti di terreno coltivati a vigneto.
Nella Figura 5 viene riportato un estratto dalla carta geologica del Piano Strutturale dalla quale si
evince che il versante è caratterizzato da alternanze sub-orizzontali di livelli pliocenici ora in facies
limoso argillosa ora in facies prevalentemente sabbiosa.
Nell'area oggetto del PdC sono attesi i depositi limoso argillosi grigio azzurri; immediatamente a
monte si hanno i materiali in facies sabbiosa (geologicamente soprastanti) mentre procedendo
verso il piede del versante si incontrano i depositi eluvio-colluviali derivanti dall'alterazione del
substrato.
Nella planimetria di Figura 6 viene riportato un estratto dalla carta geomorfologica del Piano
Strutturale dalla quale si evince che la zona di studio ricade su di un "corpo di frana quiescente"
con "fenomeni di erosione di limitata estensione".
8 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO DEL SITO
Per l'area d'indagine non è disponibile una carta piezometrica. Tuttavia la Relazione Tecnica di cui
alle Indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturale (GEOECO 2009), relativamente
alla possibilità di rinvenimento di falde idriche all'interno dei depositi marini pliocenici riporta:
Falde all’interno dei depositi marini pliocenici - Si tratta di orizzonti isolati e poco produttivi
con mancanza di una vera ricarica e con una potenzialità molto ridotta che, per le loro
caratteristiche, non possono essere considerate alternative alla falda libera. Inoltre esiste
un problema legato alla ricarica, che in questo caso è molto lenta o addirittura inesistente,
essendo le ghiaie depositate in lenti all’interno delle argille.
I dati attualmente disponibili sembrano indicare la possibile presenza di acqua di falda ad una
profondità di circa 2,5/2,7 m dal p.c. attuale, profondità che verrà verificata mediante le
realizzazione di piezometri dedicati.
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Figura 5 - Estratto dalla carta geologica del Piano Strutturale
EI
Ec
a4
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Figura 6
Estratto dalla carta geomorfologica del Piano Strutturale
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9 PRESENTAZIONE PRELIMINARE DEL MODELLO CONCETTUALE: POSSIBILE CONTRIBUTO ALL’INQUINAMENTO
9.1 Potenziali sorgenti di contaminazione
Con riferimento a quanto già descritto nel paragrafo 4, le potenziali sorgenti di contaminazione
(sorgente primaria) erano legate alla presenza dei rifiuti interrati, che tuttavia sono stati asportati
durante l'indagine eseguita dal CFS e per i quali sono in corso le analisi di caratterizzazione, in
modo da essere conferiti presso idonei impianti autorizzati.
Tale presenza può aver dato luogo ad un'eventuale sorgente secondaria rappresentata dal terreno
contaminato.
9.2 Possibili meccanismi di diffusione di contaminanti
I principali contaminanti potenzialmente presenti sono costituiti da idrocarburi pesanti (C>12) che
presentano un grado di mobilita' via via più ridotto all'aumentare del numero di atomi di carbonio,
tanto che gli idrocarburi della la famiglia C19-C36 sono in generale considerati immobili, nel senso
che tendono a legarsi con la matrice terreno formando nel caso di valori elevati di concentrazione
dei NAPL. Comunque in generale le possibili vie di migrazione di un contaminante sono
rappresentate da propagazioni prevalenti in direzione verticale se i contaminanti sono presenti
nello spessore insaturo del terreno o da propagazioni in direzione orizzontale o sub-orizzontale se
il contaminante è presente nello spessore saturo ed è quindi influenzato dai moti della falda.
Si può avere una prevalente componente orizzontale di propagazione anche in corrispondenza di
un contatto stratigrafico con materiali a granulometria fine (argillosa-limosa).
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10 PIANO DI DETTAGLIO DEL CAMPIONAMENTO E DELLE ANALISI CHIMICO-FISICHE DA ESEGUIRE
Il presente PdC si prefigge i seguenti obiettivi di verifica:
1. presenza di eventuali ulteriori rifiuti interrati
2. presenza e profondità della falda, con ricostruzione della direzione di flusso;
3. rispetto delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) nell'area circostante lo
scavo risultante dall'asportazione dei rifiuti interrati
Si suppone che al momento di esecuzione delle indagini i rifiuti presenti sull'area siano già stati
conferiti presso idonei impianti autorizzati e quindi l'area di scavo sia accessibile alle macchine
operatrici.
10.1 Ricerca di eventuali ulteriori rifiuti interrati
Si procederà alla esecuzione di un rilievo gradiometrico mediante strumentazione equipaggiata
con sensori a Protoni; il rilievo interesserà un’area di ca. 40 x 50 m e si svilupperà mediante
l'esecuzione di misure equidistribuite, con sezioni ogni metro. Il metodo gradiometrico è una
tecnica diagnostica geofisica non distruttiva, che consente di definire le anomalie magnetiche poco
profonde, presenti all’interno della superficie indagata.
Ultimata l'indagine geofisica si verificheranno le eventuali anomalie riscontrate mediante saggi o
trincee con escavatore idraulico.
In Figura 7 si riproduce l'ubicazione e l'estensione dell'area da indagare mediante tale tecnica.
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Figura 7 – In giallo l’area che sarà indagata mediante rilievo gradiometrico
10.2 Verifiche sulla matrice acqua di falda: realizzazione di piezometri
Per lo studio della matrice acqua di falda si prevede di realizzare n.4 piezometri ubicati e disposti
come da Figura 8., realizzati mediante sondaggi a carotaggio continuo.
Ciascuna verticale sarà spinta fino alla profondità 8,0 m dal p.c., e comunque in modo da non
oltrepassare orizzonti impermeabili.
Ultimata la perforazione, stante la presenza di materiali argillosi dalla ridotta permeabilità, si
procederà allo svuotamento del piezometro mediante pompa sommersa, per garantire
l’eliminazione delle condizioni di perturbazione del livello determinate dai lavori. Si effettueranno
quindi misurazioni periodiche del livello piezometrico ed alla determinazione delle quote dei
piezometri mediante campagna topografica di precisione, per consentire una corretta ricostruzione
della direzione del flusso di falda.
I sondaggi saranno realizzati a carotaggio continuo in modo da verificare i profili stratigrafici locali
ed il corretto allestimento dei piezometri; le carote saranno collocate in cassette catalogatrici,
anche se si ritiene non debbano essere oggetto di campionamento e caratterizzazione, essendo le
verticali di indagine in posizioni non adiacenti all'area dello scavo.
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Figura 8 – Ubicazione di progetto dei piezometri
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10.3 Verifiche sulla matrice terreno nella buca da cui sono stati asportati i rifiuti
Una volta accertata la profondità della piezometrica falda freatica mediante le misurazioni di livello
nella strumentazione piezometrica di cui al punto precedente, facendo riferimento alla planimetria
di Figura 9, si procederà alla verifica della matrice terreno in corrispondenza dello scavo da cui
sono stati asportati i rifiuti.
In particolare si prevede di realizzare:
� N.6 saggi con escavatore in corrispondenza delle pareti di scavo, distribuiti a coppie
rispettivamente per ciascuna delle pareti est, ovest e sud; I campioni dei due saggi
prelevati per ciascuna parete in corrispondenza di stesse profondità saranno in generale
omogeneizzati, almeno che non vi siano evidenze di contaminazione, nel qual caso si
procederà a campionamenti ed analisi individuali. In ciascuna verticale si procederà al
prelievo di n° 3 campioni di terreno di cui uno nel primo metro, uno nell’insaturo sottostante
ed uno in corrispondenza della frangia capillare (le quote esatte saranno funzione dei rilievi
piezometrici di cui al paragrafo precedente e potranno essere perfezionate in fase di
campionamento con ARPAT).
� N 2 sondaggi geognostici a carotaggio continuo, inclinati di 30-45° idonei a raggiungere il
terreno immediatamente sotto il fondo scavo.
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10.4 Protocollo analitico
10.4.1 Indagini e campionamento della matrice terreno
Stanti le condizioni del fronte di scavo ovvero la presenza di pareti semi-verticali e l'assenza di
gradonature, nonché la presenza di acqua a fondo scavo, per motivi di sicurezza degli operatori
che eseguiranno il campionamento le indagini del suolo prevedono il ricorso a saggi con
escavatore e solamente per la verifica del fondo scavo saranno realizzati sondaggi inclinati.
Nella tabella seguente viene riportato il piano di campionamento.
Verticale d’indagine
Codifica campione
Campione 1 Campione 2 Campione 3
S1 S1 Campione base scavo da
5,0 a 6,0
S2 S2 Campione base scavo da
5,0 a 6,0
EA 1 EA
EA 2
0 - 1,0 INSATURO FRANGIA CAPILLARE
ED 1 ED
ED 1
0 - 1,0 INSATURO FRANGIA CAPILLARE
EC 1 EC
EC 2
0 - 1,0 INSATURO FRANGIA CAPILLARE
Ulteriori campioni potranno essere prelevati in corrispondenza di spessori che mostrIno evidenze
di contaminazione o qualora si verifichino transizioni granulometriche in corrispondenza delle
profondità corrispondenti ai campioni suddetti.
Al fine di minimizzare il rischio di contaminazione, il campionamento dei terreni avverrà utilizzando
spatole in acciaio inox opportunamente decontaminate dopo ogni singola operazione. Il tecnico
incaricato dei campionamenti indosserà guanti monouso e provvederà a sostituire gli stessi dopo
ogni singola operazione di campionamento.
I campioni di terreno saranno collocati in contenitori in vetro con tappo a vite, suddivisi in n.3
aliquote da 1 kg ca. ciascuna.
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10.4.2 Specie chimiche ricercate nella matrice terreno
In campo verranno prelevati campioni di terreno privi della frazione superiore a 2 cm. Su ciascun
campione di terreno saranno ricercati i seguenti parametri:
Cr. tot, Cd, Cu, Ni, Pb, Zn,
Idrocarburi pesanti C >12, Idrocarburi leggeri (C <12).
In caso di superamento delle CSC, si procederà alla speciazione degli idrocarburi nelle diverse
frazioni secondo la metodica MADEP.
Le analisi chimiche saranno condotte adottando metodologie ufficialmente riconosciute, tali da
garantire l’ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite.
10.4.3 Indagini e campionamento nella matrice acqua di falda
Per il campionamento della matrice acqua di falda sono previsti n° 4 piezometri a tubo aperto che
saranno realizzati operando come segue:
• Perforazione fino alla profondità di 8 m dal piano campagna, posa in opera di piezometro a
tubo aperto; il diametro di perforazione sarà pari a 157 mm allo scopo di consentire un
corretto posizionamento del drenaggio (costituito da ghiaietto selezionato) e della
cementazione bentonitica in testa per garantirsi contro eventuali infiltrazioni superficiali.
Data la litologia limoso argillosa saranno utilizzati piezometri antisabbia (tipo SIREG, φ’=75
mm) con finestrature posizionate in corrispondenza dei livelli acquiferi (indicativamente da
m 7,0 a m 2,0; la disposizione finale e gli altri dettagli costruttivi saranno stabiliti sul campo
sulla base delle caratteristiche del sottosuolo). La testa dello strumento sarà protetta
mediante idoneo pozzetto metallico dotato di lucchetto.
• Esecuzione di livellamento topografico di precisione per la determinazione delle quote della
testa dei piezometri.
• Esecuzione di misurazioni periodiche di livello, mediante freatimetro, con successiva
individuazione della direzione locale del flusso di falda.
Il campionamento delle acque di falda si articolerà nelle seguenti attività:
• spurgo mediante pompa elettrica sommersa, prelevando una volumetria pari a 3-5 volte la
volumetria di acqua presente nel piezometro (comprensivo di drenaggio);
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• stante la ridotta permeabilità attesa peri terreni si procederà a campionamento mediante
Bailer, qualora invece si riscontrassero condizioni di permeabilità più elevata si ricorrerà al
campionamento dinamico mediante pompa a basso flusso.
Le acque campionate saranno collocate negli appositi contenitori in vetro (per le specie organiche)
ed in plastica (per le specie inorganiche: metalli), suddivise in n.2 aliquote.
10.4.4 Specie chimiche ricercate sulla matrice acqua di falda
Su ciascun campione di acqua di falda verranno ricercate le seguenti specie:
Cr. tot, Cd, Cu, Ni, Pb, Zn, Idrocarburi totali,
Le analisi chimiche saranno condotte adottando metodologie ufficialmente riconosciute, tali da
garantire l’ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite.
10.4.5 Parametri sito specifici per analisi di rischio
Nel corso della esecuzione delle indagini geognostiche saranno determinati i parametri sito
specifici di seguito illustrati.
FALDA I piezometri installati permetteranno la misura del livello di falda mediante freatimetro. I
dati freatimetrici consentiranno la ricostruzione di:
• andamento della superficie freatica
• gradiente idraulico
• direzione del flusso di falda.
In n° 2 dei piezometri previsti saranno realizzate n° 2 prove di permeabilità ciascuno, del tipo a
carico sabbie variabile (stante la ridotta permeabilità attesa per i materiali presenti nel sito); di
queste
� la prima nell’intervallo compreso fra 2,5 e 4 metri,
� la seconda nell’intervallo compreso fra 4 e 5,5 m.
Nelle due verticali in cui non saranno eseguite prove di permeabilità, si procederà al prelievo di n°
3 campioni indisturbati per verticale mediante fustella in acciaio inox, campioni che saranno
consegnati al laboratorio geotecnico dopo paraffinatura delle estremità.
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I campioni saranno prelevati secondo il seguente schema:
� uno nel primo metro,
� uno nell’insaturo ad una profondità verosimilmente compresa fra 1,0 ed 1,5 m dal p.c. (in
funzione delle misurazioni piezometriche che saranno eseguite nei piezometri)
� uno nel saturo, al disotto della quota della superficie piezometrica.
Laddove si riscontrassero superamenti delle CSC, si procederà alla determinazione dei seguenti
parametri sito-specifici, necessari alla redazione dell’analisi di rischio
TERRENO NON SATURO SUPERFICIALE
Su ogni campione saranno determinati:
� densità secca
� peso specifico assoluto
� peso di volume
� contenuto d’acqua nel suolo
� contenuto d’aria nel suolo
� porosità efficace
TERRENO NON SATURO PROFONDO
Su ogni campione saranno determinati:
� densità secca
� peso specifico assoluto
� peso di volume
� contenuto d’acqua nel suolo
� contenuto d’aria nel suolo
� porosità efficace
TERRENO SATURO
Su ogni campione saranno determinati:
� porosità efficace
� densità secca
� peso specifico assoluto
� peso di volume
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10.4.6 Analisi di laboratorio: metodiche analitiche
TABELLA 1 - Metodiche analitiche adottate per la matrice terreno.
TABELLA 2 - Metodiche analitiche adottate per la matrice acqua di falda.
ANALITA METODICA
CROMO TOTALE EPA 6010 C 2007
CADMIO EPA 6010 C 2007
NICHEL EPA 6010 C 2007
PIOMBO EPA 200.9 1994
RAME EPA 6010 C 2007
ME
TA
LL
I
ZINCO EPA 6010 C 2007
IDROCARBURI TOTALI (come n-esano) EPA 5021A 2003 + EPA 8260 C 2003 +UNI EN ISO 9377/02
ANALITA METODICA
FRAZIONE GRANULOMETRICA 2cm-2mm DM 13/09/99 GU N°248 21/10/99 ALL II PARTE 1 UMIDITA' UNI EN 14346 A 2007
CROMO TOTALE EPA 3051 A 2007 + EPA 6010 C 2007
CADMIO EPA 3051 A 2007 + EPA 6010 C 2007
NICHEL EPA 3051 A 2007 + EPA 6010 C 2007
PIOMBO EPA 3051 A 2007 + EPA 6010 C 2007
RAME EPA 3051 A 2007 + EPA 6010 C 2007
ME
TA
LL
I
ZINCO EPA 3051 A 2007 + EPA 6010 C 2007
IDROCARBURI PESANTI (C>12) EPA 3550 C 2007 + EPA 8015 D 2003
HC
IDROCARBURI LEGGERI (C<=12) EPA 5021 A 2003 + EPA 8015 D 2003
IDROCARBURI AROMATICI C9-C10 EPA 8015 D/2003
IDROCARBURI AROMATICI C11-C22 EPA 8015 D/2003
IDROCARBURI ALIFATICI C5-C8 EPA 8015 D/2003
IDROCARBURI ALIFATICI C9-C18 EPA 8015 D/2003
SP
EC
IAZ
ION
E
IDR
OC
AR
BU
RI
IDROCARBURI ALIFATICI C19-C36 EPA 8015 D/2003
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11 VALUTAZIONE DEI RISCHI E MODALITA’ OPERATIVE PER LO SVOLGIMENTO DELL'INDAGINE INTEGRATIVA AL PDC.
Le operazioni che saranno svolte nell’ambito dell'Indagine Integrativa del PdC sono così
sintetizzabili:
1. indagine geofisica;
2. sondaggi geognostici;
3. saggi con escavatore;
4. formazione dei campioni di terreno.
Prima dell’inizio dei lavori le ditte incaricate dovranno fornire alla proprietà un Piano Operativo di
(POS) Sicurezza.
L'indagine geofisica sarà svolta da 1 o 2 operatori che muniti di strumentazione percorreranno a
piedi tutta l'area con percorsi paralleli, poiché tale attività è comunque preliminare si ipotizza che
non vi siano presenti altri operatori o mezzi meccanici in azione.
L’esecuzione di sondaggi geognostici consiste nella realizzazione sul terreno di un foro, di
diametro e profondità variabili per mezzo di una sonda a rotazione, ad azionamento idraulico.
Dopo aver effettuato il posizionamento dell’attrezzatura sulla verticale da perforare, si procede con
la procedura di perforazione vera e propria, che può essere schematizzata nelle seguenti fasi, fino
alla profondità prevista:
� inserimento della batteria di perforazione, costituita dalle aste e dall’utensile di taglio, nel
foro che via via si viene a formare;
� perforazione per mezzo della testa di rotazione della sonda che fornisce la spinta e la
coppia necessaria per l’avanzamento dell’utensile carotiere;
� estrazione della batteria di perforazione raggiunta la quota di progetto;
� estrazione della carota;
� collocazione delle carote entro cassette catalogatrici.
La formazione dei campioni di terreno sarà effettuata impiegando gli utensili di tipo manuale
(spatola, cazzuola, bacinella, teli in polietilene, contenitori idonei) in prossimità dell’area oggetto
d’indagine.
Per l’esecuzione dei saggi con escavatore sarà impiegato un escavatore di media taglia, con
benna di larghezza pari a 60-80 cm.
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Valutazione dei rischi
Pericolo: presenza di linee elettriche e/o di condotte per il trasporto di fluidi.
Rischio: folgorazione, ustione, scoppio.
Misure di sicurezza :
In fase di allestimento del cantiere prima dell’effettuazione delle indagini dovrà essere accertata mediante
consultazione delle planimetrie esistenti e sopralluogo la presenza di linee elettriche aeree o sotterranee e di
condotte sotterranee per il trasporto di fluidi, in modo da individuare una zona libera su cui effettuare il
sondaggio, giungendo anche eventualmente a spostare il punto di indagine qualora si venisse a trovare in
una posizione pericolosa.
Pericolo: presenza di terreno sconnesso e di scavi aperti.
Rischio: caduta, seppellimento.
Misure di sicurezza :
Prima di qualsiasi attività dovrà essere delimitata l'area di scavo, in maniera visibile (transenne banda
segnaletica e dovranno essere informati gli operatori della presenza dello scavo. Gli operatori dovranno
essere dotati di scarpe antinfortunistiche e dovranno evitare di correre, prestando attenzione alle possibili
asperità del terreno.
Pericolo: superficie del terreno su cui deve transitare il mezzo sconnessa e/o con presenza di specie vegetali spontanee.
Rischio: impedimento al transito del mezzo, rottura di parti meccaniche, ribaltamento.
Misure di sicurezza:
Prima di fare arrivare l’escavatore nelle zone oggetto dei saggi, è necessario accertarsi delle condizioni del
terreno sul quale deve transitare, in particolare si possono prevedere azioni volte ad eliminare specie
vegetali che possano impedire il transito del mezzo, ovvero decespugliamento, taglio, sfalcio e nel caso il
tratto di terreno in questione presenti avvallamenti o cunette di entità tali da rendere precaria la stabilità della
macchina si provvederà ad un livellamento del terreno stesso in modo da renderlo idoneo al passaggio di
tale mezzo.
Pericolo: presenza di uomini a terra.
Rischio: investimento, urto.
Misure di sicurezza:
L'escavatorista prima di iniziare le attività sarà informato sulle modalità operative e di sicurezza, con
particolare riguardo alle persone presenti a terra durante le operazioni. Prima di spostamenti o manovre
repentine dovrà avvisare il personale a terra e comunque dovrà muoversi in maniera lenta. Il personale a
terra si dovrà mantenere a distanza dal raggio di azione della macchina e nel caso in cui si dovesse
avvicinare in posizione sempre ben visibile all'escavatorista.
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Pericolo: presenza durante i saggi con escavatore di scavi aperti
Rischio: caduta, seppellimento
Misure di sicurezza
Gli operatori che assisteranno alle fasi di scavo con macchine operatrici per la realizzazione dei saggi,
nonostante il basso rischio connesso alla tipologia di scavo (dimensioni e profondità ridotte) dovranno
mantenersi a distanza dal fronte di scavo. Il terreno da campionare sarà prelevato dalla benna
dell’escavatore in posizione di sicurezza, ovvero sarà l’escavatorista a ruotare il braccio in direzione dei
tecnici che assisteranno allo scavo, allontanandosi così dalla zona di scavo.
Pericolo: movimentazione manuale di aste di perforazione.
Rischio: schiacciamenti, contusioni, abrasioni.
Misure di sicurezza
Gli operatori oltre ad aver ricevuto le azioni di formazione/informazione relativamente a tali operazioni
dovranno indossare i mezzi di protezione individuale: casco, guanti e scarpe antinfortunistiche in modo da
avere una presa migliore sugli utensili e ridurre le possibili conseguenze nel caso di caduta degli oggetti
suddetti.
Pericolo: utilizzo di argano idraulico per manovre di perforazione.
Rischio: sganciamento del carico e caduta del carico sollevato.
Misure di sicurezza
Accertare che le funi siano in regola con le verifiche periodiche a cui devono essere sottoposte, l’operatore
addetto alla manovra dovrà indossare i mezzi di protezione individuale, ovvero casco, guanti e scarpe
antinfortunistiche ed inoltre prima di iniziare la manovra dovrà accertarsi che non siano presenti nel raggio di
azione dell’argano altri operatori.
Pericolo: motopompe a pistoni per circolazione acqua.
Rischio: scoppio tubazioni flessibili.
Misure di sicurezza Verifica da parte degli operatori addetti dello stato di efficienza prima di ogni loro utilizzo, impiego dei D.P.I.
Pericolo: rumore prodotto da autocarro, sonda, motopompa, motocompressori, gruppi elettrogeni.
Rischio: fastidi all’udito, ipoacusia.
Misure di sicurezza Gli operatori, durante l’impiego dei diversi macchinari essendo ipotizzabile il raggiungimento di valori di
esposizione istantanea previsti dal D. Lgs. 277/1991, dovranno indossare i mezzi di protezione individuale
(tappi auricolari, cuffie auricolari,..) forniti in dotazione dalle relative ditte.
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Pericolo: presenza durante le fasi di formazione dei campioni di sostanze pericolose.
Rischio: dermatiti, irritazioni.
Misure di sicurezza
Considerando la tipologia delle materie prime impiegate nel ciclo produttivo, anche in seguito a sversamenti,
e la durata limitata dello operazioni di campionamento non si ritiene che sussista il pericolo derivante
dall’esposizione a sostanze pericolose. Comunque gli operatori, durante la formazione dei campioni
dovranno avere a disposizione ed all’occorrenza indossare dispositivi di protezione individuale, quali guanti,
maschere per la protezione delle vie respiratorie, tute monouso in tyvek.
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APPENDICE 1
Documentazione fotografica
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