avventura n. 8 - 2008

32
Avventura Anno XXXIV - n. 27 10 novembre 2008 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA Avventura

Upload: agesci-scout-avventura

Post on 10-Mar-2016

233 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

La Rivista degli Esploratori e delle Guide dell'Agesci

TRANSCRIPT

Page 1: Avventura n. 8 - 2008

AvventuraAnno XXXIV - n. 2710 novembre 2008

SettimanalePoste italiane s.p.a.Spedizione periodico

in abbonamento postaleL. 46/04 art. 1 comma 2,

DCB BOLOGNA

Avventura

Page 2: Avventura n. 8 - 2008

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

So

mm

ar

io

Avventura 8/2008

Direttore Responsabile: Sergio Gatti

Redattore Capo: Giorgio Cusma

In redazione: Mauro Bonomini, Lu-cio Costantini, Dario Fontanesca,Chiara Fontanot, Stefano Garzaro,Giorgio Infante, Don Damiano Mari-no, Stefania Martiniello, Don LucaMeacci, Sara Meloni, Andrea Provini,Enrico Rocchetti, Isabella Samà, Si-mona Spadaro, Salvo Tomarchio,Paolo Vanzini, Jean Claudio Vinci

Grazie a: Gianluca Dalben, AndreaIbba, Carlo Maci, Antonio Oggiano,Lucio Pinna, Andrea Simone, Corri-spondenti di Avventura, archiviobase di S.Martino, archivio settoreEmergenza e Protezione Civile

Progetto grafico: ART Group srl

Grafica: ART Group srl

Disegni di: B.-P., Giulia Bracesco,Giorgio Cusma, Elisabetta Damini,Anna Demurtas, Chiara Fontanot,Pierre Joubert, Sara Palombo

Foto di: Gianluca Dalben, Corrispon-denti di Avventura, archivio base diS.Martino, archivio settore Emergen-za e Protezione Civile

Copertina: foto di Andrea Simone

Per scrivere, inviare materiale, corri-spondere con Avventura ecco il reca-pito da riportare esattamente sullabusta:

AGESCI – Redazione di Avventura –Piazza Pasquale Paoli, 18 – 00186ROMA RM

E-mail: [email protected]

Avventura on line:www.agesci.org/eg/

Webmaster: Emanuele Cesena

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.

3

S o m m a r i o

Inserto: Quindicesima chiacchierata

novembre/dicembre4

6

8

10

13

24

14

15

16

17

18

19

22

2

Montaggio tenda ai Guidoncini Verdi della Liguria (foto di Gianluca Dalben)

aParliamo di...

aLa Promessa di Gesù e la nostra Promessa

aUn settore per le emergenze

aLa Promessa oggi

aUno strano segno

aI bambini sono nostri

aUn volo leggero sopra la grotta

aRaul e l’agnello

aI magi nel presepe

aUna notte speciale

aIl bue, docile e fedele

aS. Martino: la base della Sardegna

aÈ tempo di Natale: autofinanziamento in vista!

aC’è posta per voi

Page 3: Avventura n. 8 - 2008

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Parliamo di...Parliamo di... Parliamo di...Parliamo di...Parliamo di...Parliamo di...

A CURA deLLA RedAzIoNe dI AvveNtURAILLUStRAzIoNe dI fRANCo bIANCo, foto deLL’ARChIvIo SettoRe ePC

3

Pa

rlia

mo

di...

Pa

rlia

mo

di...

… KAIMANI – Li ricordate?!Ritorna la tanto scassata quan-to simpatica Squadriglia del fumet-to di Avventura, disegnato daFranco Bianco che per impegniprofessionali (disegna anche per laDisney) aveva dovuto rinunciare al-le illustrazioni per noi. Ora è un po’più libero e nei prossimi numeri ri-troveremo i personaggi da lui in-ventati, che ritraggono i suoi realiex compagni di Squadriglia, pronti ascatenarsi in nuove e scanzonateimprese. Sappiamo che vi sono ma-cati ed allora possiamo dire tuttiinsieme: bentornati Kaimani!

… AMBIENTE – Il Settore Emergenza e Protezione Civile (EPC, di cui parliamo in questo nu-mero) svolge due importanti attività legate al rispetto ed alla tutela dell’ambiente. Si tratta di : “non

scherzare col fuoco“ e“operazione fiumi“. Sonodue attività di prevenzionedei rischi (incendi boschivi eidrogeologico) che l’Agescied il Cngei realizzano (a giu-gno la prima e ad ottobre laseconda) aderendo ad unainiziativa organizzata da Le-gambiente e Dipartimentodella Protezione Civile Na-zionale. Queste attività pos-sono essere realizzate datutte le branche. Alcune fotosi riferiscono proprio a que-sto tipo di attività. Informate-vi su come partecipare (tro-vate indicazioni in meritonell’articolo alle pagine 6 e

… REDAZIONE – Il nostro Redattore Capo, Giorgio Cusma, completa il suo mandato con que-sto numero: lo sostituirà Paolo Vanzini già apprezzato disegnatore e redattore di Avventura. La Re-dazione sarà più o meno la stessa e continuerà ad impegnarsi per darvi una rivista sempre più ricca,in contenuti e grafica. A Paolo, ed al resto della Redazione, tanti auguri per fare un’Avventura sem-pre migliore. Per questo contiamo anche sul vostro aiuto con osservazioni, contributi, spunti e col-laborazioni ma, soprattutto, con la vostra lettura!!!

… NATALE - Noi ce l’abbiamo messa tutta per farvi arrivare questo numero prima diNatale… sappiamo che non sarà così per tutti, purtroppo. Ma noi approfittiamo comun-que per trasmettere a tutti gli E/G d’Italia, ed alle loro famiglie, gli auguri più cari per unSanto Natale caldo di affetti ed un buon 2009 in tanta salute ed allegria!

Page 4: Avventura n. 8 - 2008

teSto dI doN LUCA MeACCI - Ae NAzIoNALe dI bRANCA e/GILLUStRAzIoNI dI eLISAbettA dAMINI

la promessa di gesùe la nostra promessa

la

pr

om

eS

Sa

di g

eS

ù e

la

no

St

ra

pr

om

eS

Sa

4 Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Ai tempi di Gesù non c’erano gli Scout, masicuramente si facevano “Promesse”; di

tanti tipi: di matrimonio, di fedeltà, di impegno, dialleanza, ma una Promessa su tutte era conside-rata la più importante: quella di Dio per il suopopolo.Dio Padre, fin dalle origini, ha fatto al popoloeletto una promessa: quella della salvezza, di es-sere cioè il Dio che salva, che dona pace, libera-zione e salvezza.Ma Dio non si è limitato a fare una generica Pro-messa, ma ha voluto che quanto promesso di-ventasse ufficiale nella celebrazione di una Alle-anza, che in ogni epoca della storia si è rinnova-ta: con Abramo, con Mosè e poi, in maniera defi-nitiva e per sempre, con Gesù.Gesù sarà per sempre la Promessa di Dio pertutta l’umanità, una Promessa di salvezza, diamore, di fedeltà; tutta la sua vita terrena è statauna dimostrazione che lui è stato fedele allaPromessa, fino alla morte.Sono però convinto che la fedeltà di Gesù allapromessa di Dio, sia maturata nel tempo, cioè haimparato fin da piccolo ad essere fedele; anche

se è Figlio di Dio, non dobbiamo mai dimentica-re che è anche uomo, è stato ragazzo come voi.Mi piace pensarlo sulla porta di casa, pronto araggiungere i suoi amici di Nazareth per giocareinsieme e promettere a Maria di rientrare pre-

sto, prima del calare del sole; oppure promette-re agli amici di essere leale nei giochi… in fondodi poteri ne aveva, chi avrebbe potuto compete-re con lui !Nel suo cammino di fede, avrà imparato le paro-le della promessa antica e ogni sabato sarà anda-to alla Sinagoga per la preghiera comune. Insom-ma, anche Gesù ha imparato ad essere fedele finda piccolo, fin dalle piccole cose di tutti i giorni.Anche noi abbiamo imparato a capire cosa vuoldire essere fedeli ad una promessa: provate apensare quante ne avete fatto nella vostra vita,oltre a quella scout. Un sacco di volte avretepromesso di essere più buoni, di studiare di più,di non parlare in classe; tante piccole promesse

per essere poi pronti a quelle promesse più im-pegnative della vita.Nel Vangelo Gesù ci dice che se siamo “fedeli nelpoco, lo saremo anche nel molto” (Lc 19,15-16),quindi non possiamo perdere nessuna occasioneper essere fedeli alle promesse fatte, per esserepoi pronti a impegnarci ad osservare e mantene-re quello che promettiamo.Vorrei però mettere in evidenza come Gesù ab-bia concretizzato la sua promessa a Dio, attra-verso tanti gesti che ci aiutano a comprendere

Page 5: Avventura n. 8 - 2008

la promessa di gesùe la nostra promessa

la

pr

om

eS

Sa

di g

eS

ù e

la

no

St

ra

pr

om

eS

Sa

5Avventura 8/2008Avventura 8/2008

come quell’impegno assunto davanti a Dio e al-l’umanità, è stato compiuto in ogni momentodella sua vita terrena.

Tutte quelle volte che si è fatto accogliente ver-so il più debole, che ha difeso le persone dalpregiudizio degli altri; quando ha guarito, oppureridato la vita a chi l’aveva perduta. La promessa è diventata vita quando ha sfamatole folle che lo seguivano quando si ritirava inpreghiera nell’intimità di Dio, quando, pienamen-te consapevole del suo ruolo di Maestro, ha rive-lato la volontà di Dio alla gente, quando ha cor-

retto gli apostoli, quando ci ha consegnato il co-mandamento dell’amore fraterno e si è fattopiccolo nella lavanda dei piedi. Ma la promessa èstata pienamente soddisfatta, quando si è fattocarico della croce per la salvezza dell’umanità.Come E/G e come Capi abbiamo fatto la nostraPromessa, sono certo che tutti ricorderanno ilgiorno e il momento in cui è stata pronunciata,un impegno che deve abbracciare tutta la vita,perché si è scout per sempre e in ogni momen-to, non solo quando indossiamo la nostra unifor-me. “Con l’aiuto di Dio, prometto…” è un bel-lissimo impegno che ognuno di noi deve onorarecon la vita, deve tradurlo in gesti concreti ognigiorno e in ogni circostanza. Come Gesù è statofedele fino alla fine, anche noi dobbiamo esserefedeli alla Promessa. Questa fedeltà passa attra-verso i piccoli gesti di ogni giorno e in particola-re nella vita di Squadriglia o di Reparto e nelleImprese che scandiscono la nostra avventura.L’acquisire competenze e metterle a servizio de-gli altri, svolgere al meglio il mio incarico inSquadriglia o il mio posto d’azione nell’Impresa,essere accogliente verso i più piccoli, offrire aDio un po’ del nostro tempo nella preghiera enella partecipazione alla Messa, sono tutti gesti

dove quello che ho Promesso “con l’aiuto diDio” diventa vita.Può sembrare scontato, ma è giusto sottolinear-lo sempre: come E/G noi siamo testimoni delVangelo di Gesù e saremo veramente incisivi se,come Gesù, sapremo vivere appieno e fino infondo la nostra Promessa, così come ha fatto Luiche è arrivato a dare la sua vita per noi.

Page 6: Avventura n. 8 - 2008

dALL’INteRvIStA CoN L’INCARICAto NAzIoNALI deL SettoRe eMeRGeNzA e PRotezIoNe CIvILe CARLo MACI A CURA dI PAoLo vANzINIfoto deLL’ARChIvIo deL SettoRe

un settore per le emergenze

PRoNtI A PARtIRePeR AIUtARe GLI ALtRI

6 Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Avventura – Quando è nato e cosa fa ilSettore EPC?EPC - La sensibilità è sempre esistita nella disponibi-lità – innata nello scautismo e scritta nel terzo artico-lo della legge – ad intervenire nelle situazioni di biso-

gno. Già con l’alluvionedel Polesine del ’51, epoi nel disastro del Va-jont del ‘63, l’alluvione diFirenze del ’66 e in tut-te le grandi calamità de-gli ultimi decenni, Scoutdi tutta Italia sono inter-venuti individualmenteo a piccoli gruppi moti-vati semplicemente dal-la loro Promessa. La lo-ro generosità però, ri-schiava di non esserevalorizzata completa-mente perché ci simuoveva in modo diso-mogeneo, senza nessuncoordinamento. Neglianni ’80 finalmente,

l’AGESCI si è data una regolamentazione che definivacome intervenire in queste occasioni. È nato quindi il“Piano operativo” che ci permette di essere sempremeglio organizzati nei nostri interventi, per interveni-re negli ambiti in cui siamo più bravi (le tendopoli, l’as-

sistenza alle famigliee ai bambini) e di guadagnar-ci un ruolo riconosciuto nella Protezione Ci-vile nazionale.

Avventura – Qualcosa sta cambiando?EPC - Dai primi campi di formazione, organizzatiall’epoca di ASCI e AGI in collaborazione con i pom-pieri, massimi esperti sul tema, il Settore ha acquisitoe ampliato le sue competenze. Il Piano operativo èstato aggiornato più volte, in modo da coordinare almeglio i nostri interventi con quelli della ProtezioneCivile nazionale, per intervenire nei luoghi giusti conle forze giuste, facendo ciò che serve senza sovrap-porsi o intralciarsi con le altre forze in campo. E nelle

Per voi Scout la cosa principale da tenere a mente è questa: dovunque vi troviate,

e qualunque cosa stiate facendo, dovete sempre pensare “Che genere di inciden-

te potrebbe capitare qui?” e “In questo caso quale sarebbe il mio dovere?” (B.-P.)

Emergenza e Protezione Civile! Con la mania degli acronimi, a volte sicreano simpatici effetti sonori dal significato misterioso. Ad esempio, circola la

leggenda per cui il suono EPC tanto somigliante a uno starnuto, derivi dal fattoche i componenti di questo Settore si siano spesso trovati con i piedi a mollo.Per fare chiarezza siamo andati a chiedere lumi al più diretto interessato: l’Inca-ricato Nazionale in persona. Cominciando, come sempre, dal suo curriculum.

Avventura – Ci racconti un po’ di te?

EPC: Sono Carlo Maci, Scout dal 1974, approdato alla conoscenza delSettore quando ero in Clan, per poi toccarne con mano l’impegno duran-te l’emergenza del terremoto del 1990 in Sicilia orientale. In quegli anni,in cui ero Caporeparto e poi Capoclan, mi sono avvicinato alla pattugliaEPC regionale siciliana e poi sono entrato in quella nazionale, per diven-tarne il responsabile nel 2006.

Carlo Maci

un

Se

tt

or

e p

er

le

em

er

ge

nz

e

Page 7: Avventura n. 8 - 2008

7Avventura 8/2008Avventura 8/2008

situazioni caotiche tipiche di ogni emergenza, questoè probabilmente l’aspetto più importante.Quello che stiamo provando a fare oggi è ritornaredai ragazzi. Perchè oltre a lavorare per essere prontiin caso di necessità, vogliamo cominciare a portare lanostra esperienza nei Branchi, nei Cerchi, nei Repartie nei Clan per creare competenze direttamente tra iragazzi.

Avventura – Intendi insegnare a tutti il pri-mo soccorso e la tecnica di montaggio diuna tenda 5x5?EPC - Non solo: negli anni la nostra maggiore com-petenza è stata orientata alla capacità di vedere e pre-vedere i rischi possibili. Quello che sappiamo fare me-glio, e che può diventare utilissimo a casa come in se-de, al Campo o in Uscita, è osservare l’ambiente, de-durre da dove possono provenire i pericoli e metterein campo tutte le azioni necessarie a prevenirli. Que-sta capacità di osservazione e deduzione, pane quoti-diano per Esploratori e Guide, unita alla loro capacitàdi essere preparati, è la miglior attrezzatura per af-frontare nel modo migliore le emergenze.

Insomma, non vogliamo più essere solo al servizio dichi si trova nel bisogno, ma aiutare i ragazzi ad esserepronti a prevenire, prima di affrontare loro stessi le si-tuazioni di emergenza.

Avventura – A cosa pensate, in particolare,per Esploratori e Guide?EPC - Non pensiamo servano strumenti nuovi.Quelli che abbiamo sono perfetti per sperimentare eabituarsi a ragionare in termini di prevenzione deirischi. Pensate solo ai possibili pericoli al Campo, daquelli legati all’ambiente in cui ci muoviamo (alluvioni,incendi, fenomeni atmosferici, animali…) a quelli deri-vanti da come è stato costruito l’angolo di Squadriglia,da come viene acceso e spento il fuoco serale, daquanto robusta è la cucina. Non si tratta di fare cosedifferenti, ma di imparare a farle con una mentalità dif-ferente. Questo è lo spirito che vorremmo comincia-re a portare nei Reparti e pian piano introdurlo nelmodo comune di pensare di ogni Scout.

Avventura – Come vi organizzate se dove-te partire per un intervento?

In quanto tempo dovete essere pronti apartire e chi parte?” EPC - Quando si verifica un emergenza locale, cheinteressi pure la popolazione, il gruppo scout, attraver-so i Capi gruppo, si mette subito a disposizione delSindaco, che è l’autorità locale di Protezione Civile.Ovviamente tutto il Gruppo può mobilitarsi, ma soloi maggiorenni possono intervenire sui luo-ghi dell’emergenza. Gli altri componenti delgruppo possono invece mettere in atto delle azioni disostegno indiretto (raccolta generi di prima necessità,raccolta vestiario, ecc.) in funzione del tipo di emer-genza verificatasi e delle necessità della popolazionecolpita. Un Esploratore interessato alla Protezione Civile puòperò impegnarsi sin da subito nell’acquisire quelle co-noscenze che gli permetteranno in futuro di rendersiutile anche in un’emergenza, ad esempio, acquisendogià da ora le Specialità (infermiere, pompiere, topogra-fo, ecc.) ed i brevetti (soccorso), attinenti a questa te-matica.

Avventura – Se un Esploratore, una Guida,una Squadriglia volesse fare di più, a chipotrebbe rivolgersi?Volendo partecipare a vere e proprie esperienze o si-mulazioni, ad esempio per l’Impresa o la Missione le-gata alla Specialità di Squadriglia, conviene contattarele varie pattuglie EPC che sono presenti in molte zo-ne e in quasi tutte le regioni. Sui siti regionali, o di zo-na, normalmente si trovano tutti i riferimenti. In man-canza potete anche contattare direttamente la pattu-glia nazionale, oppure Avventura, e vi daremo le indi-cazioni per raggiungere la più vicina pattuglia EPC.

un

Se

tt

or

e p

er

le

em

er

ge

nz

e

Page 8: Avventura n. 8 - 2008

teStI e foto deI CoRRISPoNdeNtI dI AvveNtURA

la promessa oggi

8

La Promessa è fondamentale per sentirsi uno scout al 100% e non ha bisogno di cambiamentiperché essa riassume tutto quello che, come Scout, dobbiamo rispettare.La cerimonia si svolge durante un Campo; stiamo tutti in cerchio ed i Capi chiamano i Novizi,mentre vengono letti i motivi per cui ogni Novizio ha chiesto di fare la Promessa.

Giulia Dall’Oglio – Forlì 4

Nel nostro Reparto valorizziamo molto la Promessa; ai Novizi cerchiamo di spiegarne il signifi-cato fin dal primo momento in cui entrano. La cerimonia viene fatta in quadrato, con i Novizi an-siosi, curiosi e forse anche un pò spaventati di compiere questo grandissimo passo. Qualche mi-nuto dopo vediamo nuovi Esploratori e Guide con la voglia di dare il massimo!

Sara Filardo – Reggio Calabria 10

La Promessa può essere intesa come un vincolo e allo stesso modo come una nuova libertà,come un nuovo fronte su cui combattere, una nuova missione da compiere. La morale non soloScout, ma umana, è sempre la stessa, in tutti e tempi e in tutte le epoche: cambiano le abitudini, illinguaggio, ci sono sempre nuove scoperte, ma non variano gli ideali, i sentimenti, la differenza fraciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Di conseguenza abbiamo una Promessa sempre valida,sempre attuale, sempre viva.

Alessia Marcantonio - Sulmona 1

Almeno per me, la Promessa è qualcosa di insostituibile, qualcosa cui uno dovrebbe essere par-ticolarmente affezionato. È un impegno preso con il Signore. La Promessa è sempre attuale, per-ché dura per tutta la vita: una volta fatta non ti lascia più! La cerimonia, da noi, si svolge in qua-drato: il Capo Squadriglia porta, dai Capi, il Novizio che recita la Legge prima della Promessa.

Mirko Grammatico – Empoli 3

La Promessa è un impegno da rispettare per sempre, anche quando non portiamo l’uniforme oil fazzolettone, ed è un impegno sempre attuale.La cerimonia si svolge in un clima di solennità e di meditazione su ciò che si sta per compiere.Il/la Novizio/a, che deve pronunciare la Promessa, viene accompagnato/a, dal Capo Sq., di fronteai Capi Reparto e gli/le viene chiesto se è veramente pronto/a a impegnarsi per rispettarla. Do-po altre formule tradizionali, lui/lei Pronuncia la Promessa.

Scoiattoli - Tropea 1

La Promessa per me ha un grandissimo valore: è l’inizio e la fine di tutto il nostro essere Esplo-ratori e Guide! Segna il momento del nostro ingresso nel Reparto e nella grande famiglia degliScout. Ho letto della Promessa originale di B.-P., paragonata con la nostra, con quelle del CNGEI e dellaFSE. Mi ha colpita la loro grande somiglianza: la Promessa va al di là delle diverse esperienze edAssociazioni, è qualcosa capace di unire tutti gli Scout del mondo! La considero sempre attualee mai superata, ed essendo il perno attorno al quale, da 101 anni, tutto ruota, io non la cambiereimai.

Alessia Matrisciano – Rovereto 1

La Promessa non plasma il mio modo di vivere. Forse non è nemmeno ciò a cui tendo, perchétroppe volte non ho preso in considerazione i suoi principi. E’ difficile ricercare l’aiuto di Dio, fi-

Tra poco i Novizi inizieranno a fare la Promessa e diventeranno veri Scout e Guide. Abbiamo perciò pensatodi sentire i nostri Corrispondenti sul tema importante della Promessa. Ecco le domande:Che valore ha per voi la Promessa? E’ sempre attuale o sarebbe da cambiare? Come sisvolge la cerimonia delle Promesse nel vostro Reparto? Se vi sembra che sia stato dimenticato qualcosa fatecelo sapere!

I CORRISPONDENTI INVIANO I LORO PIU’ FRATERNI AUGURI DI

BUON NATALE A TUTTI I LETTORI !!!

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Mirko Grammatico

Alessia Marcantonio

la

pr

om

es

sa

og

gi

Sara Filardo

Giulia Dall’Oglio

Page 9: Avventura n. 8 - 2008

9

guriamoci far sempre il nostro dovere verso di Lui, ad esempio attraverso l’aiuto alProssimo in ogni momento. Non dico che sia impossibile, ma parlando della mia espe-rienza personale, mi sentirei più sincera nel definire come una sfida, il valore che attri-buisco alla Promessa. In primo luogo la sfida di credere che sia applicabile a tutta la no-stra vita. La sfida di provarci, provarci e riprovarci ancora; di non scoraggiarmi perchéancora non ci sono riuscita, non ho fatto del mio meglio, non ho sorriso né cantato,non ho obbedito, perché non avrei mai definito quella persona con il termine di amicoo fratello. Aver promesso e continuare a promettere vuol dire contare su una motiva-zione, sapere come offrire gioia agli altri ed impegnarsi alla realizzazione di un Progetto.

Costanza Galanti – Roma 22

La Promessa ha sempre un valore importante ma solo adesso riesco a coglierne il verosignificato, quel significato che a undici anni non avevo compreso al 100%. La Promessa èattuale e credo lo sarà sempre! E’ anche una tradizione, per cui ritengo che sia doverosolasciarla così com’è! Se si ritiene che sia da cambiare perchè qualche punto non è atten-dibile o è impossibile da mantenere, beh, ci si impegni per farlo! Da noi, la notte precedente alla cerimonia, si partecipa tutti alla Veglia d’Armi.

Valeria Porceddu – Iglesias 6

La Promessa ormai è parte integrante di quella che sono, è un impegno, un qualcosa sen-za il quale l’uniforme sarebbe vuota e spoglia. Non trovo nessun punto della Promessada contestare, mi sembra attuale perchè contiene argomenti che non “passano mai dimoda”.La cerimonia si svolge di solito dopo il campo invernale. E’ sempre una nuova emozionevedere i volti sorridenti dei nuovi E/G che hanno appena pronunciato la loro Promessa.

Oriana Staiti - Messina 3

La Promessa è uno stile di vita che fa sempre parte di noi. Quando diciamo di far delnostro meglio per compiere il nostro dovere verso Dio e verso il nostro Paese, nonstiamo recitando dei semplici versi che il giorno dopo non ricorderemo nemmeno,stiamo promettendo a Dio. Per la cerimonia: il Reparto si dispone in quadrato: prima sifanno gli urli di Sq., a catena, poi il CR chiama le “Zampe Tenere”, che arrivano accom-pagnati dai Capi Sq. Il Novizio recita la Promessa appoggiando la mano sulla fiamma diReparto.

Marta Giovannini – Pesaro 2

La Promessa è il simbolo universale degli Scout, della lealtà. La Promessa è l’ “oggetto”che ti contraddistingue dalla gente comune. Perché tu non sei come gli altri, tu sei spe-ciale. Tu fai parte degli Scout. Non si parla più di “avere” la Promessa. Tu “SEI” la Promes-sa, tu stesso sei un elemento, un simbolo da seguire a chi ti sta vicino. La cerimonia sisvolge alla stessa maniera da almeno 5 anni ed io mi commuovo ogni volta che la faccia-mo.

Riccardo Gori – Follonica 2

Uno Scout resta fedele per sempre alla sua Promessa, che è difficile da rispettare.Da noi la cerimonia si svolge durante un’uscita o un Campo: si scelgono i Lupetti chedevono diventare Esploratori o Guide. La notte precedente il giorno della Promessa, iNovizi/e fanno la Veglia d’Armi con i Capi Sq. e Capi Rep., durante la quale viene spiegatoil significato della Promessa che pronunceranno.

Iosetta Santini – Avenza 1

Scoiattoli – Tropea 1

Iosetta SantiniRiccardo GoriMarta Giovannini

Alessia Matrisciano

Valeria Porceddu

Oriana Staiti

LA VERSIONE INTEGRALE DI QUESTO ARTICOLO E’ DISPONIBILE SUL NOSTRO SI-

Costanza Galanti

la

pr

om

es

sa

og

gi

Page 10: Avventura n. 8 - 2008

L a ragazza era seduta sulla sella dell’asino, chemetteva diligentemente una zampa dietro

l’altra in una andatura tranquilla. Le vesti che lagiovane indossava sul davanti erano larghe e nonnascondevano la dolce rotondità di una gravi-danza ormai al termine. Con una mano a sentirei movimenti del piccolo che già sembrava volervedere al più presto la luce del sole, lei pensava:”Sarai il più bello del mondo! E se non sarai ilpiù bello, sarai il più forte! E se non il più fortesarai il più saggio!” Era stanca per il viaggio, cer-to, ma il pensiero della prossima nascita la ren-deva felice e trepidante di attesa, perché poterstringere quel piccolino sarebbe stata per lei lagioia più grande. Davanti al muso dell’asino Giu-seppe camminava, tenendo per mano la cavezza.Se un viandante di passaggio avesse guardato ilviso della ragazza, avrebbe notato subito il sorri-so tranquillo, gli occhi limpidi e sinceri. Dietroalla sella un involto raccoglieva le poche cosenecessarie per il viaggio: il cibo, abiti di ricambio,due coperte. Non era un viaggio di piacere, madi dovere, la piccola famiglia stava viaggiando ver-so la città in cui si raccoglievano icensimenti della tribù a cui appar-teneva il capofamiglia. I romani,precisi come il loro solito, voleva-no conoscere il numero delle per-sone che vivevano nel loro grandeimpero e quindi anche gli ebrei, ilpopolo dei due viaggiatori, eranochiamati a registrarsi. Non erasemplice curiosità, la loro, il censi-mento aveva come scopo contarequanta gente avrebbe dovuto ver-sare le tasse a Roma. La Palestinaera una provincia del grande im-pero e i suoi sudditi dovevano pa-gare il dovuto come tutti gli altripopoli conquistati. Betlemme lacittà verso cui si dirigevano, aqualche giorno di cammino dallapiccola cittadina dove era la lorocasa, Nazareth. Erano quasi giunti,ancora il bambino non era nato,ma ormai era questione di poco,magari quel giorno stesso, o lanotte, o la mattina successiva. Lagiovane lo stava già immaginando

grandicello, a correre sulla strada con altri bam-bini, mentre Giuseppe lavorava il legno e lei ac-cudiva la casa. Un movimento improvviso, unafitta di dolore, poi subito sopita, la avvertironoche non avrebbe atteso ancora molto. Un ricor-do, messo in un angolo, le venne alla mente …un saluto e una richiesta, quella di accettare diessere strumento della volontà del Signore. Trapoco la risposta che aveva dato l’avrebbe potutastringere tra le braccia, in quel bambino che pernove mesi aveva sentito crescere in sé. Con unlembo del velo che le copriva i capelli e la pro-teggeva si asciugò la fronte dalle piccole gocce disudore causate dall’ultima contrazione del ven-tre. Sapeva che durante il parto la pena sarebbestata molto maggiore, ma era pronta ad affron-tarla, come avevano fatto tante donne a cui leiera stata vicina. In lontananza si vedeva la città,avvicinandosi le persone aumentavano sempre dipiù, lei non aveva mai visto tanta gente tutta in-sieme, tutti della tribù di Davide. Come eragrande Israele, come lo aveva voluto benedire ilSignore, la progenie di Abramo era veramente

teSto dI MAURo boNoMINIdISeGNI dI GIULIA bRACeSCo

uno strano segno

10

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Page 11: Avventura n. 8 - 2008

numerosa come le stelle del cielo. Passò di lato aloro un gruppo di armati romani a cavallo. Unavolta passati molti di quelli che erano sulla stra-da inveirono contro di loro. Maria corrugò le so-pracciglia, non le piacevano quelle male parole.Anche lei avrebbe voluto vedere libero il popoloprediletto dal Signore, ma non per questo odiavacosì profondamente i conquistatori: anche gliEbrei non si erano fatti scrupoli ad invadere leterre di altre genti. Sarebbero venuti giorni dipace, giorni in cui gli uomini si sarebbe sentititutti fratelli nel nome di Dio: era una promessache sentiva radicata nella propria mente e nelcuore. Man mano il sole calava. Arrivarono nelbrulicare alle porte della città e Giuseppe si reseben presto conto che tanta era la gente che nonvi era più un posto in nessuna locanda. Chiese ingiro, ma ottenne sempre la stessa risposta. Men-tre la sera scendeva e Maria era sempre piùstanca e affannata, ritornarono alla periferia eriuscirono a trovare finalmente un posto ripara-to in cui riposare.

Valeria arrivò alla riunione di squadriglia con la Bib-

bia sottobraccio. Dal libro usciva un segnalibro colo-

rato, a lei molto caro, che la precedente Caposqua-

driglia, Elena, le aveva portato dal Jamboree del

centenario. Al tempo del centenario degli Scout lei

era appena salita al Reparto, diventando membro

della squadriglia Delfini: ora era la Vice Caposquadri-

glia e Giulia la capo. I Delfini avevano ricevuto l’in-

carico di fare ricerche sul presepe e sulla natività.

:”Ecco! – disse Valeria appoggiando la Bibbia aperta

sulla pagina dove era inserito il segnalibro – Come vi

avevo detto, nel Vangelo di Luca non si parla di grot-

te. Qui si dice solamente che Gesù , dopo la nascita,

è stato posto in una mangiatoia.” :”Scusa, ma è così

importante stabilire se la grotta c’era o no? Anche

perché, in realtà e né sì né no, visto che non lo dice,

ma non lo nega.” Ribatté Stefania, una squadrigliera.

:”E’ proprio perché non è importante… che è im-

portante, scusa per il gioco di parole. Secondo me

l’importante è il fatto che sia nato in un luogo pove-

ro, non in una casa ricca. Questo fatto da’ risalto al

significato vero della venuta di Gesù: una liberazione

dell’anima, non il Messia degli Ebrei che, di fatto, mi

sembra che sia invece un re guerriero. L’altra cosa

importante, che spesso trascuriamo, e che in questa

semplice descrizione rivela moltissimo, è Maria, che

mette al mondo il figlio di Dio in tutta semplicità e

una volta nato lo depone nella paglia, dove poi rice-

verà la visita dei pastori. E’ vero che la ricordiamo

spesso, che è presente in tutte le chiese con belle

statue e quadri, ma forse non la consideriamo abba-

stanza, la mettiamo lassù in un angolo, una figura a

cui chiedere miracoli e grazie. A me personalmente

piace molto la sua figura, la vedo molto umana e vi-

cina a noi: non esita davanti alla richiesta del Signo-

re, se non per dire che non ne è degna. Me la im-

magino dolce, sorridente, ma anche ferma nelle sue

decisioni. E la sua risposta: Eccomi! La ricordo anco-

ra dal motto delle Coccinelle.”

Ecco, il dolore delle doglie era finito. Maria eraesausta, ma si alzò a sedere per vedere subito ilfiglio così atteso. Quando la donna che l’avevaaiutata glielo mise tra le braccia, avvolto nelle fa-sce che si era portata da casa, un grande sorrisole illuminò il volto. Vicino a lei c’era una mangia-toia, con paglia fresca e morbida. Un altro pannofu steso e il bambino appoggiato lì sopra. Solo al-lora Maria si accorse che parecchi pastori eranodavanti a lei e al bambino e guardavano stupiti emeravigliati. Non si capacitava della loro presen-za, poi sentì che parlavano di angeli, messaggeridi Dio, che li avevano chiamati a raccolta. :”Siafatta la sua volontà!” pensò, abbandonandosi allastanchezza che la assaliva.

Visto con gli occhi di un bambino appena nato ilmondo è una macchia di luce e ombre. E’ cosìanche per questo bambino che è appena statoappoggiato sulla paglia, in una mangiatoia. Quegliocchi aperti non vedono gli sguardi dei pastori,non sanno ancora dare significato alle voci e airumori che lo circondano. Eppure quel bambinoè la persona più importante che ci sia al mondo.E’ Lui stesso una promessa, un dono che il Si-gnore fa agli uomini, un dono di infinito amore.Lo chiameranno in molti modi, nei secoli a veni-

11

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Page 12: Avventura n. 8 - 2008

re: il Nazzareno, il Redei Giudei, il Salvato-re del Mondo. Gli da-ranno del mentitore,del blasfemo, delsovversivo, dirannodi Lui che non ènient’altro che unuomo, che nemmenoè esistito, che è soloun’invenzione. Maquel bambino conti-nua a tenere gli oc-chi aperti, e a giacerenella paglia. Sua ma-dre è lì vicino, stancaper il parto appenaavvenuto, ma sorridente, di un sorriso luminosoe sereno. Lo seguirà sino in fondo, gli starà vici-no come ora, anche nei momenti più brutti. E’potente, questo bambino, ma quel potere non louserà per ottenere grandi vittorie, per sotto-mettere genti, per governare il mondo intero.Saranno le sue parole e il suo esempio che cam-bieranno il mondo, ma non con la violenza, noncon il denaro… con l’amore, non con l’odio.Molti non staranno ad ascoltare questo bambino,non vorranno sapere nulla di Lui; altri in suo no-me commetteranno ingiustizie e cattive azioni.Ora è lì sulla paglia e muove le piccole mani,quelle mani che laveranno i piedi dei suoi disce-poli, che consoleranno, che guariranno. Intornoc’è brusio, ma tra poco si calmerà, per non di-sturbarlo, per lasciare che si addormenti nel suoprimo sonno, circondato dall’affetto e dalle curedi Maria e Giuseppe. I pastori che ora lo osser-vano, magari non lo vedranno mai più, ma ter-ranno sempre a mente quelle piccole manine, gliocchi, le forme rotonde del volto.

Lorenzo stava preparando il presepe di squadriglia.

Le statuine erano tutte di origine diversa, alcune

portate da casa, quelle avanzate, quelle un poco rot-

te, altre acquistate con la piccola cassa di squadri-

glia. Il segreto era quello di disporle in piccoli qua-

dretti di vita, lì i pastori, laggiù il fabbro ed altri arti-

giani, statuine di dimensioni diverse per dare il sen-

so della profondità. Era anche andato dal club dei

presepisti, quelli che tutti gli anni costruivano mera-

viglie nella cappella del santissimo della collegiata,

per avere suggerimenti. La squadriglia teneva molto

al piccolo presepe, diventava il centro della preghie-

ra e della riflessione dell’Avvento. Ogni anno aggiun-

gevano qualcosa e cambiavano la disposizione, c’era

dietro un vero e proprio progetto, come se si trattas-

se di ideare le costruzio-

ni per il campo. La scato-

la conteneva ancora una

piccola figura: il Bambin

Gesù. Per tradizione vie-

ne aggiunto solo dopo la

notte della vigilia di Na-

tale, resta quindi sempre

da solo nella scatola.

:”Cosa avrà pensato, al

momento della nascita? -

si chiedeva Lorenzo –

Avrà già saputo tutto, lui

che era il Figlio di Dio?”

Sedette al tavolo di squa-

driglia, sempre con la

scatola in mano. Un

bambino come tutti gli altri, magari nemmeno bion-

do e con gli occhi azzurri come lo raffiguravano tan-

ti e tanti dipinti. Una sola differenza: la sua nascita

aveva cambiato la storia dell’umanità, aveva cam-

biato la vita di ogni uomo che da lì in poi avrebbe

creduto in lui e nel suo Vangelo, il suo annuncio. Si

immaginò di essere un pastore, davanti a quella

mangiatoria, duemila anni prima o giù di lì.

Un pastore giovane e alto per la sua età, è appe-na arrivato. Indossa una tunica azzurra e lo av-volge un caldo mantello di lana, ha camminatoper un bel pezzo, ma ha gambe forti, abituate aisentieri, e stringe tra le mani un bastone robu-sto, che lo aiuta e lo sostiene. Guarda il bambinoe sorride, sembra sapere, a differenza di altri pa-stori che lo circondano, chi sta guardando. Tuttisanno che è un bambino ben voluto dal Signore,lo ha detto loro un angelo, ma quel giovane sor-ride come se sapesse molto di più. Sembra quasiche il piccolo guardi proprio lui, tiene il capo ri-volto in quella direzione fermo, per parecchiotempo, è come se i due si stessero parlando conlo sguardo. I bambini così piccoli non lo fanno, disolito, di stare così fermi, non sono capaci di fis-sare nulla, gli occhi non sono ancora capaci divedere così bene. Ma i due continuano a guar-darsi… poi il giovane alza il suo bastone controla spalla destra, mette il braccio sinistro perpen-dicolare al bastone e con la mano chiusa in unostrano modo tocca il bastone. Resta così per unpoco, poi sorride ancora al piccolo e se ne va.Nessuno sa cosa significhi quel gesto e tutti sene dimenticano subito, ma era veramente parti-colare: l’indice, il medio e l’anulare erano dritti etesi e il pollice si piegava a copre il mignolo, co-me se fosse un grande che protegge un piccolo.Uno strano gesto, davvero.i

ra

cc

on

ti d

i n

at

al

e

Avventura 8/2008Avventura 8/200812

Page 13: Avventura n. 8 - 2008

1166

a cu

ra della re

dazion

e di SCO

UT Avv

entura l

scou

t.av

ventura@

agesci.it

Agesci

lScopriam

o insiem

e B.-P.in SCOUTISM

O PER RAG

AZZI

IN

SE

RT

O d

i S

CO

UT

AV

VE

NT

UR

A n

.8 d

i N

OV

Em

bR

E 2

00

8

QuindicesimachiacchierataGli animali

QuindicesimachiacchierataGli animali

COSA FARE.....

Se mangia un veleno:

Se lo vedete mangiare una sostanza

tossica, dovete per prima cosa pren-

derne un campione o la scatola do-

ve è contenuto, poi chiamate il

pronto soccorso veterinario più vi-

cino, spiegate che cosa è successo

e cosa dovete fare. Potete cercare

di indurre il vomito sommini-

strando dell’acqua ossigenata

per bocca.

Se viene investito o cade dal terrazzo

Cercate un supporto rigido, ad esempio una tavola larga, diversi stra-

ti di cartone, su questo adagiate il corpo, tenetelo fermo con delle

cinghie o con dei giri di nastro adesivo per

pacchi in modo che non si possa muovere.

Se è necessario mettete anche una muse-

ruola o un laccio intorno alla bocca. Gli

animali che provano dolore spesso reagi-

scono difendendosi e quindi mordendo.

Fatto questo individuate se vi sono delle

perdite di sangue, se sono presenti pren-

dete degli stracci o degli asciugamani e

legateli attorno alla ferita, in questo

modo dovreste bloccare l’emorragia.

Se individuate una frattura ad un arto cercate di immobilizzarlo, an-

che in questo caso usate un asciugamani arrotolandolo intorno alla

zampa.

Page 14: Avventura n. 8 - 2008

22

…Mi sono spesso ac-quattato nella giungla,in notti di luna, per os-servare i vari animaliselvatici, e soprattuttoil cinghiale. Ho anchecatturato e allevato ungiovane cinghiale eduna piccola pantera, eli ho trovati molto di-vertenti e interessan-ti…

Se oggi uno dei nostriCapi Reparto scrivesseo ci raccontasse espe-rienze siffatte, senzanessun dubbio a qual-che E/G sorgerebbe na-turalmente l ’ idea dichiedere aiuto al babbopsichiatra, per sanare

la mente del poveroCapo. Eppure i primi lettoride l la qu ind ices imachiacchierata di “Scou-ting for Boys” non re-starono sbigottiti piùdi tanto. La maggiorparte dei ragazzi infat-ti, eccezion fatta per legrandi metropoli, riu-sciva ancora ad udire eseguire il richiamo diMadre Natura prove-niente dalle campagne,dalle montagne o dalmare; non era quindicosì impossibile riusciread osservare un cin-ghiale.B.-P. sapeva che tuttociò probabilmente nonsarebbe durato a lun-go e forse, anche perquesto motivo, scrissemolto sul regno ani-male: pagine e pagineche ci stuzzicassero asapernesempre di più emeglio, che invoglias-sero ad andare oltrel ’osservazione deglianimali dello zoo.La quindicesima chiac-

chierata è una mongol-In India, si cacciava lo sciacallo in un modo speciale. Un uomo imitava i

richiami di un intero branco di sciacalli scuotendo delle foglie secche…

Coordinamento editoriale: Giorgio Cusma

Progetto grafico e Impaginazione:Art GROUP - TS

Testi di:Mauro BonominiGiorgio CusmaDario FontanescaChiara FontanotAntonio OggianoMariantonietta Tudisco

Disegni di:B.-P.Giorgio CusmaAnna DemurtasChiara Fontanot

33

fiera che viaggia sulmondo con leggerezzaed allegria: dall’Indiaed i suoi cacciatori (edegustatori…) di scia-calli al Nord Americae Canada con i richia-mi (piuttosto rischio-si) dell’alce; dalla sel-vaggia Australia conle sue formiche indi-catrici d’acqua, al SudAfrica con le sue “gu-stose” locuste.E tanta, sempre tanta,osservazione: è soloosservando, studiando,scrutando a fondol’animale che s’impare-rà a conoscerlo e ri-spettarlo: dagli uccelliai rettili, dagli insettiai mammiferi, il nostroFondatore ci invita a

non esaurire mai la no-stra sana curiosità.In questo inserto tro-veremo spunti, stimo-li, riflessioni sulla pre-senza e sul comporta-mento degli animalinel nostro territorio,sia di quelli che dome-stici lo sono stati dasempre, sia di quelliche lo sono diventati,su ciò che rimane o èrimasto in città e suciò che possiamo os-servare oramai solofuori da essa, andandoper boschi, campagne,mari e monti con lanostra fantastica eben preparata Squa-driglia.Ci saranno finestreper gli animali in città

(quegli animali che sisono abituati all’uo-mo) e sguardi in altoper ben comprenderegli animali d’aria (pas-seri, piccioni, cornac-chie, rapaci diurni enotturni) ed ancoratroveremo riferimentie descrizioni di uccelliacquatici.Sono proposti anche al-cuni consigli sulle curee precauzioni da tenerenel rapporto con gli ani-mali evidenziando l’im-portanza dell’igiene.Da non perdere l’arti-colo sulla “caccia foto-grafica” sponsorizzatada B.-P. in persona. Èun ottimo metodo pereliminare l’elementocrudeltà e mantenere

l ’ a s p e t t oemozionan-te ed educa-t ivo de l lasfida nell’in-dividuare glianimali.I l resto d iq u e s t achiacchiera-ta sapetedove trovar-lo : parch i ,riserve, oasiprotette viaspettano!… poi si gettava al suolo, sollevando una nuvola di polvere: lo sciacallo ci si lanciava

dentro per unirsi al combattimento e veniva catturato.

Page 15: Avventura n. 8 - 2008

Esiste un particolare tipo di caccia per nulla violenta e che non fa male anessun animale: è la caccia fotografica. Viene praticata da appassiona-ti di fotografia che sono anche amanti della natura, ha come scopo fo-tografare animali all’interno del loro ambiente naturale. Se vogliamoprepararci a praticare questa attività dobbiamo considerare la necessitàdi una attrezzatura (fotografica e non) adeguata. Gli animali allo statobrado sono difficili da avvicinare, quindi sarà necessario dotarsi di appa-recchi fotografici con teleobiettivi potenti (almeno un 200 mm equi-valente), per quanto a volte, anche obiettivi di focale inferiore, permet-tano di fare riprese in cui l’inserimento nell’ambiente dell’animale è me-glio evidente. La reflex (1.) a obiettivi intercambiabili è sicuramente lascelta migliore, ma esistono in commercio macchine compatte a focalefissa con zoom sufficientemente potenti. Un cavalletto robusto (2.)per tenere stabile la fotocamera ci aiuterà ad evitare fotografie mosse,una borsa fotografica (meglio se resistente alla pioggia) (3.) protegge-rà la nostra preziosa attrezzatura. Indispensabile un buon te-lo mimetico, oltre a calza-ture e abiti robusti ed im-permeabili, la borraccia eun po’ di viveri se pro-grammiamo una lunga du-rata per l’attività. E’ più fa-cile ottenere buoni risulta-ti con appostamenti, at-trezzando un riparo mi-metico e restando in atte-sa sino a che gli animalinon si avvicinano senza so-spetti. La costruzione diquesti ripari è certamentenel DNA di ogni Guida oEsploratore che si rispetti.Può essere necessario co-struire un riparo e ritorna-

44

Attrezzatura

55

re più tardi per scattare le foto, in modoche gli animali siano abituati alla presenzadel riparo stesso. In alternativa ci si puòsdraiare per terra sopra ad un telo im-permeabile, coprendosi con il telo mi-metico.E’ necessario considerare anche la direzio-ne del vento, disponendosi sottovento,cioè in modo che ad essi non giunga il no-stro odore. Le zone migliori per gli appo-stamenti sono i luoghi di abbeverata, iluoghi di pascolo o di transito, riconosci-bili dalle tracce che vengono lasciate sulterreno. Un sopraluogo in zona e la rac-colta di informazioni dagli abitanti dellazona, ci faciliterà nella scelta del luogo adat-to. Nei parchi naturali, come quelli gestiti dal WWF, si possono trovare ap-postamenti già attrezzati.

Se ci si vuole invece im-pegnare nella cacciaitinerante, sarà neces-sario rispolverare tuttii trucchi e segreti dello

scouting per potersi av-vicinare agli animali sen-

za metterli in allarme e far-li fuggire. Soprattutto il si-

lenzio nel muoversi farà ladifferenza. La rapidità di rifles-

si è essenziale per riuscire a co-gliere l’attimo più adatto, come lo

è la pazienza: per riuscire a scatta-re poche foto a volte è necessario re-

stare fermi per molto tempo,anche per ore. L’alba e il tra-

monto sono certamente i mo-menti migliori per scattare, ma

bisogna calcolare bene i tempi di arrivo epartenza dal luogo, per evitare di essere sor-

presi dal buio e dover marciare di notte.

Semplice appostamento

Sempre sottovento

Page 16: Avventura n. 8 - 2008

66

Gli animali che pianpiano si stanno adat-tando all’uomo ed allacittà sono tanti. Le di-scariche e/o i rifiuti, igiardini ed i parchi ur-bani sono diventati iluoghi in cui alcunimammifer i ,che untempo vivevano solonei boschi, hanno tro-vato ospitalità. Cer-chiamo di conosceremeglio le loro abitudi-ni.La volpe (Vulpes vul-pes) è un piccolo “ca-

nide” (come il lupo).Per noi umani rappre-senta astuzia e mali-zia. Ha una folta coda,da tempo utilizzataper i colli di pelliccia.L‘olfatto e l’udito sono

molto sviluppati. E’una grande cacciatri-ce, carnivora: si nutredi conigli, lepri, piccoliroditori, galline, caro-gne e insetti. Preferi-sce la vita solitaria,marca molto attenta-mente il proprio terri-torio per difenderlo daaltri mammiferi. E’ dasempre presente neinostri boschi e la con-vivenza con l’uomo èconosciuta da tempiremoti e anche rac-

contata da Fedro edEsopo. Lo scoiattolo è un pic-colo roditore che ap-partiene alla famigliadegli “sciuridi” (comela marmotta). In In-

ghilterra vive liberonei parchi londinesi edi bambini gli offronole patatine. Quelli diGilwell Park non di-sdegnano nutella espaghetti. Brownseaisland è invece una zo-na protetta per gli sco-iattoli rossi che vivonotranquillamente insie-me ai pavoni. In Italialo troviamo dalle Alpiall’Aspromonte tra co-nifere e noccioli. La donnola è un “mu-stelide” diffuso su tut-to il territorio nazio-nale; si nutre di arvi-cole, topi, ghiri, talpe,polli e lucertole; lepiace arrampicarsi escavare ed è moltoagile ed abile nellacaccia. Il tasso è un altro“mustelide” prudentee sospettoso, irritabilee di abitudini nottur-ne. Preferisce i boschidi latifoglie. E’ mono-gamo, ha un olfattosvi luppat iss imo, a lcontrario della vista.Costruisce la tana conlunghissimi ed intrec-

La volpe

77

ciati corridoi preve-dendo anche uscite disicurezza.La faina. Anche lei èun “mustelide”, preda-tore che opera dal tra-monto del sole allanotte fonda. E’ un car-nivoro istintivo, a vol-te uccide più prede diquanto ne abbisognaper la sua alimentazio-ne. Vive nel bosco maanche nelle legnaie,nei fienili; si nutre dibacche e frutti ma an-che di polli, colombi,topi, uova di uccelli.Molti pensano che vi-ve del sangue delle sueprede ma questo è unargomento infondato.Il riccio è un animalet-to schivo e misteriosoche appartiene agli“erinaceidi” , dormeper 12 ore ed ha abitu-dini notturne. Lo co-nosciamo per i suoiaculei ma preso per il

verso giusto è possibi-le accarezzarlo. Popolai boschi ma anche igiardini; si appallotto-la, grazie ad una buo-na muscolatura, in ca-so di difesa. E’ un in-settivoro che va in le-targo da novembre amarzo.La presenza di questipiccoli mammiferi nel-le periferie urbane èevidente quando li ve-diamo schiacciati sullebordure stradali. Que-sto è dovuto al fatto

che essendoprincipalmenteabituati alla vi-ta nel bosconon conosconole velocità dellemacchine e so-prattutto perquelli che vivo-no di notte, leluci delle stesse

li abbagliano e con-fondono. La loro pre-senza in città rappre-senta anche un validomotivo di interroga-zione su quelle che so-no le capacità di adat-tamento di questi ani-mali ma anche sullevariazioni ecosistemi-che che stanno avve-nendo nei nostri bo-schi a livello di catenaalimentare. Homo sa-piens cosa stai distrug-gendo, c’è da chieder-si…

Il riccio

Il tasso

Page 17: Avventura n. 8 - 2008

88

C’è stato un momentodella nostra storia incui s i ver i f icaronograndi spostamenti dipopolaz ione dal lecampagne alla città.Persone che cercavanoun lavoro fisso con unmensile garantito e si-curo, senza dover con-tinuare una vita fati-cosa e senza la sicu-rezza di un guadagnocerto. Scelta che avve-niva con la speranza digarantire, ai figli, unavita più serena e conmaggiori vantaggi. Le città subirono unaprima forte espansio-ne, molte zone di peri-

feria vennero edificatee gli animali che leabitavano o si ritiraro-no in zone più selvati-che o si adattarono al-la nuova realtà, fattadi giardini, di parchi edi viali alberati. Questinuovi habitat sono di-ventati ripari sicuriper merli, stornelli, ca-pinere, cinciallegre edaltri. La città però haattirato anche nuovianimali, arrivati allaricerca di facile cibo econfortevoli rifugi.Fin da tempi lontanic’erano in città i co-lombi, consumatori disemi che nell’allora

d i f f u s overde cit-tadino onei campidella peri-feria an-cora colti-vata, tro-v a v a n osenza dif-ficlotà. Lacittà si in-grand ivasacrifican-do le areeverdi e ai

colombi la vita cambiòin meglio, in quanto ilcibo arrivava diretta-mente dagli uominiche avevano adottatoquesto volatile, sem-pre presente nel legrandi piazze ed attor-no a vecchi edifici. Icolombi sono poco esi-genti, nidificano neibuchi delle costruzionifatiscenti, sotto a pon-ti ed archi, gallerie etorri. I loro nidi sonopiuttosto approssima-tivi ma riescono a farcrescere i loro piccolisenza problemi. Ren-dono simpatico il pae-saggio ma sono facil-mente portatori di pa-rassiti, zecche, perico-losi per la salute del-l’uomo.La presenza massicciadi colombi ha attiratodei predatori naturali,quali il gheppio (1.).Piccolo falco che nidi-fica anche sui corni-cioni delle case, e cac-cia con facilità colom-bi ed altri uccelli dipiccola taglia. Poiché,tra i rifiuti cittadini,prolificano anche i to-

pi, il gheppio non haalcun problema di ca-rattere al imentare,anzi il cibo gli avanza!In suo aiuto arrivanorapaci notturni qualil’assiolo (2.) ed ilbarbagianni (3.): spe-cialisti nella caccianotturna. Questi nidi-ficano in campanili otorri.Ma nemmeno questitre personaggi sonostati in grado di porreun freno alla prolifici-tà dei colombi, per cuici si mette anche l’uo-mo. Come? Importan-do le cornacchie gri-gie (4.), che come tut-ti i loro cugini corvidi,hanno la cattiva abitu-dine di razziare i nidi

dei lorosimili o difar fuoriq u a l c h etopo d ipassaggio.In effettila loro in-troduzio-ne ha rag-giunto loscopo d icontenere(non eli-minare!) ic o l o m b i ,

portandoperò un

nuovo problema: si so-no insediati al loro po-sto ed ora nidificanotranquillamente conabbondanza di cibo econ la sicurezza di nonavere rivali.Solo nelle città di ma-re o in quelle non

troppo distanti dallacosta, si trovano a do-ver fare i conti con igabbiani (5.) che songrossi quanto loro. Lecornacchie hanno peròil vantaggio di essereabbastanza gregarie equindi si difendono fa-cendo gruppo. Gabbia-ni e cornacchie per lopiù si evitano, non sifanno la guerra aper-ta, convivono anchenella spartizione deirifiuti da cui riesconoad allontanare persinoi gatti! I gabbiani tro-vano la città molto co-moda in quanto igrandi edifici, per lopiù a tetti piatti, asso-migliano alle grandipareti delle coste roc-ciose dove hanno nidi-ficato da sempre.

99

1. Il gheppio

2. l’assiolo (a sinistra), 3. I barbagianni (a destra)

4. La cornacchia (a destra), 5. il gabbiano (a sinistra)

Page 18: Avventura n. 8 - 2008

1010

Vi è mai capitato di avvi-stare un porciglione ouna marzaiola? Se nonsapete cosa sono nonpreoccupatevi! Sono inomi di due uccelli ac-quatici. Non pensiate chequesti volatili dai nomitalvolta originali, vivanocosì lontano da noi; mol-ti, infatti, trovano ospita-lità in città, occupandopiccoli spazi che garanti-scono loro la presenzadell’elemento al quale so-no così fortemente lega-ti: l’acqua. Li possiamotrovare in prossimità del-

le coste,in stagnie laghettidi parchicittadini,e pressole rive difiumi el a g h i .Possonoessere “dip a s s a g -gio” duran-te il lungo viaggio migra-torio, oppure aver co-struito il nido proprio inquesti luoghi, dove tro-vano un ambiente adat-

to per laloro so-pravviven-zaUn trilloparticolarerichiama lavostra at-tenzione eun piccolouccellinocolorato sigetta co-me unproiettilenell’acqua,è il Martinpescatore,

inconfondibile per la bril-lantezza del piumaggiodal colore blu- verde suldorso e rossiccio sul ven-tre (Fig. 1).Vola rapido sul pelo del-l’acqua tuffandosi per pe-scare pesciolini e piccolicrostacei e si rifugia inuna tana scavata nellaterra delle sponde più ri-pide . Gli ambienti acquaticipiù tranquilli sono quellipreferiti da Folaghe eGallinelle d’acqua. Leprime sono riconoscibilidal piumaggio scuro, dalquale spicca un becco eduna placca frontalebianchi. Anche le galli-nelle hanno una livreascura, ma placca fronta-FIG. 1

FIG. 2

1111

le e becco sono rossicon la punta gialla.Stagni e sponde tranquil-le sono frequentate an-che da diverse anatre, inparticolare dal Germanoreale (Fig. 2) e dal Co-done. Il Germano reale ma-schio è riconoscibile perla testa verde, il beccogiallo e un collarinobianco. La particolaritàdel Codone maschio in-vece, si intuisce dal no-me stesso: ha una codanera particolarmentelunga. Chi di noi, passeggiandonei pressi di uno stagno,non si è mai fermato adammirare i bellissimi Ci-gni reali? Sono cono-sciuti per la loro eleganzain acqua, ma, quando sispostano sulla terra fer-

ma, sono goffi esgraziati. Negli am-bienti più riparati,tra i canneti, co-struiscono assiemealle compagne, unnido simile ad unalarga piattaformagalleggiante, fattadi sterpi e foglie sec-che. Un uccello solitariocon un ciuffo nerosul capo camminalentamente con lelunghe zampe nel-l’acqua bassa, alla ri-cerca di rane e pic-coli pesci: è molto proba-bile si tratti dell’Aironecinerino (Fig. 3), un abi-lissimo pescatore dal lun-go becco rapido ed infal-libile, con il quale tendeveri e propri agguati allesue prede.

Ma il più abile pe-scatore tra gli uc-celli acquatici èsenza dubbio ilCormorano (Fig.4), un uccello che ètanto agile nelnuoto, quanto ègoffo sulla terra-ferma.Spesso, dopo esser-si immerso a cacciadi pesce, lo si vedecon le ali spiegate:il suo piumaggio

non è impermeabile eperciò rimane in questaposizione, cercando diasciugare le piume al so-le.Alcune di questi uccellipurtroppo, proprio per laloro abilità nel catturarepesci, possono interferirecon le attività umane co-me la pesca, nutrendosidi pesci d’allevamento ecausando una lotta indi-scriminata nei loro con-fronti. Proprio per sco-raggiare questo fenome-no, accanto ad un’azionedi contrasto, ne è nataanche un’altra di tutela.In questo modo è possi-bile proteggere questespecie ed evitare che lepiù “sensibili” abbandoni-no le zone umide urbane.

FIG. 3

FIG. 1

Page 19: Avventura n. 8 - 2008

1212

L’arrivo in casa di un nuovo amico a quattro zampe è sempre un avveni-mento speciale, un momento magico in cui inizia una nuova relazione e siscoprono nuove e mozioni. Tuttavia è fondamentale conoscere alcune re-gole per poter far vivere anche al nostro animale una buona esistenza. Sitratta sia di regole sanitarie che di regole comportamentali, che in ogni ca-so vanno applicate quasi alla lettera.Ma prima di tutto è opportuno capire quale animale domestico potrebbemeglio convivere con noi e la nostra famiglia.Quello che ci deve orientare nella scelta di un animale rispetto ad un altroè l’impegno che questo comporta. Ad esempio chi sceglie un cane deve es-sere disponibile a fargli fare diverse passeggiate ogni giorno, un gatto inve-ce non ha necessità di uscire di casa. Se invece scegliamo un coniglietto,una cavia, un criceto o un rettile dobbiamo rispettare i suoi ritmi, la suanaturale diffidenza verso l’uomo e quindi sarà più difficile riuscire ad in-staurare una relazione.

IL CANE Educare il tuo cucciolonon è un dovere, ma unpiacere che ti aiuterà a ca-pire il suo carattere e aformare con lui una primarelazione all’interno dellafamiglia. L’educazione èla sola garanzia per unaconvivenza armoniosa trail cane e il tuo ambiente,ma anche per la sua inte-grazione nella società. La prima cosa che un cuc-ciolo deve imparare è ilsuo nome. Fin dai primi giorni chiamalo sempre con lo stesso nome e quan-do inizia a rispondere ricompensalo con una carezza. Dal suo arrivo è essenziale imprimere nel cucciolo il significato della pa-rola “NO”, deve essere categorico e pronunciato con voce ferma e senzaequivoci, tutte le volte che lo vedi commettere qualcosa di non consentito.

1313

I “ bisognini” del nostro amico potrebbero rappresentare un problema. Ini-zialmente è importante portalo fuori spesSo, almeno ogni due ore, farlouscire sempre dopo ogni pasto, ogni risveglio e dopo i momenti di gioco. Sein casa il cucciolo gira in tondo, vuol dire che si sta preparando a fare isuoi bisogni. Pronuncia subito il tuo no deciso, poi portalo fuori subito.Quando avrà finito lodalo e accarezzalo. Attenzione in città la pulizia èun obbligo quindi portasempre con te dei sacchettiper raccogliere i bisogni delcane e gettarli negli appositicontenitori.L’alimentazione è importan-tissima per una corretta cre-scita, in commercio si trova-no molti prodotti pronti, èopportuno scegliere quelli dibuona qualità, adatti perl’età del cane. Se si dovesse optare per un’alimentazione casalinga questadeve essere ben bilanciata, comprendere carboidrati ( pasta o riso ), protei-ne ( carne, pesce o uova), verdure, olio e formaggio. Attenzione: è assolu-tamente vietato dargli qualsiasi cosa mentre noi mangiamo. Quando si decide di prendere un cucciolo è bene rivolgersi ad un veterina-rio, spiegargli le nostre esigenze, gli spazi in cui il cane potrà vivere e la no-stra giornata tipo. Così sarà in grado di consigliarci che razza di cane pren-dere; oppure se andiamo in un canile, per adottare un cane randagio, rivol-giamoci al personale addetto alle adozioni, questi ci forniranno tutte le in-dicazioni su ogni singolo ospite della struttura cercando di consigliarciquello che è più adatto a noi.

IL GATTOquando adotti un gattino, iltuo contributo alla sua edu-cazione è limitato. Infatti èla madre che recita una par-te fondamentale nell’acquisi-zione dei comportamenti.Con i tuoi insegnamenti po-trai completare la sua educa-zione e eventualmente cor-reggere alcuni comporta-menti errati.

Page 20: Avventura n. 8 - 2008

1414

Il luogo adatto per ospitare un gattino fin dalla prima notte è la sua ce-sta, nella stanza che gli hai dedicato. Durante le prime notti non cedere al-la tentazione di andare a prenderlo, anche se piange. In pochissimo tempoimparerà a stare al suo posto. Il gioco è fondamentale per un gatto, è l’attività con cui socializza, scoprel’ambiente che lo circonda e sviluppa le sue capacità fisiche. È consigliabileabituarlo a giocare con dei giochi fattiapposta per lui, inizialmente giocateciinsieme. Altrimenti è probabile che ilgatto si rivolga a tende, divani etc..credendoli giochi.In questo caso è bene sgridarlo, farglicapire che non deve farlo, anche attra-verso piccole punizioni, come smetteredi giocare o lasciarlo solo per un alcuniminuti nella sua cesta ignorandolo.Il gattino fin da subito., perchè istruitodalla madre, fa i suoi bisogni nella let-tiera, se così non fosse, lo si deve aiu-tare. Metti il gattino nella lettiera, sca-va un buco con la sua zampa e poi abi-tualo a ricoprire gli escrementi. Ripetendo questa operazione una o duevolte, il gattino imparerà come fare.Per quanto riguarda l’alimentazione, i gatti in genere preferiscono mangia-re le crocchette, anche in questo caso si devono scegliere prodotti di buonaqualità adatti all’età del gatto.

CONIGLI, CRICETI, CAVIE E RETTILILa scelta di una animaletto fraquesti, comporta il conoscere be-ne quali sono le sue abitudini.Fondamentale è preparare unospazio idoneo per accoglierlo, chesia funzionale a quelle che sono lesue esigenze fisiologiche.Un coniglio deve avere una gab-bia adeguata, non troppo piccola,non deve essere lasciato libero incasa da solo perchè potrebbe ro-sicchiare mobili, fili elettrici etc.all’interno della gabbia va riserva-ta un’area gioco.

1515

ALCUNI CONSIGLI SANITARI

Le vaccinazioniEntro i primi mesi di vita tutti gli animali devono essere vaccinati con-tro le principali malattie infettive, questo vaccino va poi richiamatoogni anno. La vaccinazione deve essere eseguita da un veterinario chesottoporrà a visita approfondita l’animale e solo se ritenuto in buonasalute provvederà a vaccinarlo.

Le sverminazioniSpesso gli animali sono affetti da parassiti intestinali, i così detti “ver-mi”. Esistono in commercio diversi farmaci che permettono di eliminar-li. In particolare i cani, che girano per giardini, vanno sverminati alme-no una volta l’anno sempre successivamente ad un controllo veterina-rio.

Le parassitosi cutaneeTra il pelo dei nostri animali albergano pulci, zecche e pidocchi, tuttipossono essere eliminati con alcuni antiparassitari, in commercio ve nesono di vari tipi. Sono consigliabili le formulazioni spot-on ( fialettemonodose) che si applicano direttamente sulla cute in un unico punto.Sono prodotti che poi si distribuiscono in tutto il mantello, attenzione anon applicarli subito dopo il bagnetto, ma lasciar passare almeno 48 oredal lavaggio. Meglio applicarli la sera prima di andare a dormire e nonaccarezzare il nostro animale fino al mattino successivo.

Il libretto sanitarioE’ la storia sanitaria del nostro amico, sul quale annotare tutte le coseimportanti, vaccinazioni, sverminazioni, interventi chirurgici eventualiallergie e farmaci o alimenti

L‘anagrafe caninaE’ obbligatoria l’iscrizione di tutti i cani all’anagrafe canina entro il se-condo mese di vita. Al cane verrà applicato un microchip sottocutaneoche lo accompagnerà per tutta la vita e lo renderà sempre riconoscibile.

Page 21: Avventura n. 8 - 2008

Mio padre mi ha insegnato a lavorare, finoa tardi, senza pause. Stavo con lui ed im-

paravo, solo guardandolo. Non imparavo un la-voro. Imparavo come si lavora, la serietà, l’impe-gno, la costanza. Adesso sono diventato io padre.Lo guardo negli occhi: è il mio bambino e non èil mio. Penso che abbia freddo, che si possa am-malare. Maria, affaticata, stanca, sorride. Ci sono persone che lo vengono a trovare. Daidintorni e da lontano. Non è il loro bambino maanche il loro. Certo è un bambino speciale. Lo guardo negli occhi e mi ricordo quello che fa-ceva mio padre con me quando ero un bambino:mi ha insegnato ad essere giusto. Seguivo i suoiinsegnamenti. E uno giusto è uno che si vede da-gli occhi. Mio padre mi guidava con gli occhi; miaccarezzava, mi sgridava, mi ordinava con gli oc-chi. Ho appreso da lui tutto quello che so, equello che so è che bisogna essere persone de-gne, persone per bene, che lavorano e che ri-spettano gli altri.Alla fine non capisco se sia un bambino speciale.Cioè credo che tutti i bambini siano un po’ dichi li fa e un po’ no. Credo che tutti i bambini seli guardi negli occhi parlano, ti parlano diretta-mente al cuore. Non so se sarò in grado di gui-darlo, di sgridarlo, di ordinargli qualcosa. E nonso perché: sono un debole perché penso che unbambino possa essere più forte di un uomo, disuo padre? Mio padre era più forte di me.Mi hanno sempre chiamato “giusto”. Ho sempre pensato che una persona giusta fos-se una persona molto in gamba; una personagiusta fa le cose giuste, aiuta i deboli, sa prende-re decisioni equilibrate. Mi sentivo giusto perchélavoravo, guadagnavo il mio pane, non avevo de-biti, rispettavo tutti. Seguivo la legge. Insomma,c’era un via giusta da seguire, c’era la cosa giustada fare. Mio padre aveva fatto un buon lavorocon me. Qualcuno ora pensa che io sia pazzo,perché ho raccontato di aver visto un angelo diDio in sogno che mi ha detto la Sua volontà. Ora non penso più che seguire una legge sia suf-ficiente per essere giusti e forse rischio di nonfare più cose equilibrate.

Per me non ero giusto prima e non sono pazzoadesso. Sono sempre lo stesso. Ho preso Maria, l’ho tenuta con me ed ho accet-tato il bambino che sarebbe arrivato. Non so cosa insegnerò a questo bambino: loguardo negli occhi ed i miei occhi tremano, nonsono gli occhi forti di mio padre. In questo bambino c’è la speranza del mondo.Sento che in questa vita che è appena nata nascetutto il mondo. In tutti i bambini c’è la speranza del mondo. Tutti mi chiamano il papà di Gesù. Ed è vero. Enon è vero. Ed ora, davanti a questo bambino che è mio eche non è mio, che tutto il mondo è venuto atrovare, che gli angeli hanno acclamato, che i po-veri hanno accolto, me ne accorgo. Tutto è giu-sto. È tutto giusto così. Nessun bambino è no-stro, non si possiedono i bambini, appartengonoa se stessi. E tutti i bambini sono nostri, appar-tengono a tutti, tutti ce ne dobbiamo prenderecura. I bambini insegnano ai grandi come devonoessere. E se mio figlio mi insegna questo, è giustocosì.

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

teSto dI NICoLA MAStRodICASA - PAttUGLIA NAzIoNALe e/GILLUStRAzIoNI dI GIULIA bRACeSCo

i bambini sono nostri

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

13

Page 22: Avventura n. 8 - 2008

D a quassù le cose degli umani sembravano sno-darsi secondo schemi che si ripetevano: cacce,

guerre, tregue, periodi di carestia seguiti da altri incui la terra si donava in opulenza di frutta e di ar-menti; poi ancora guerre, tregue, carestie… Il solesorgeva e tramontava diffondendo il suo beneficocalore; la luna diffondeva la sua luce azzurrina. Tuttigli esseri viventi si moltiplicavano. Continuavo a restare, appagato, all’ombra di Lui; inrealtà più che un’ombra era un fascio di luce appenasmorzato rispetto a quello che promanava da Lui edalle cose che Lo circondavano. Una musica dolce sidiffondeva ovunque.Quella mattina però fu di-verso. Sentii che la Sua ma-no si posava con una dol-cezza infinita su una miaspalla. Fui pervaso fino allamia più intima fibra da unasensazione benefica che an-dò ad aumentare il mio pe-renne stato di piena paceinteriore. Una pace senzasbavature. Mi parve che lamano avesse in sé come untremito leggero, come seciò che stava per dirmi fos-se molto importante e nelcontempo – se posso osareun simile giudizio – Gli ge-nerasse una sofferenzanell’animo. Anche nella Suavoce, sempre calma e paca-ta c’era… come dire? lapreveggenza di un dolore.(Ho davvero pensato, detto una cosa simile? Cheanche Lui potesse temere di soffrire? Alla stessastregua degli umani?). Poi mi ricordai, sì, di quelle pa-role profonde e lontane: “Li farò a mia immagine…”.“E’ tempo di andare. Affiderò mio figlio agli umani. Tulo annuncerai agli uomini che amano il Bene, perchétra loro e da loro si diffonda letizia. Ti preparerai adaccogliere la stella più luminosa che sorgerà aOriente e ti farà da guida, così come guiderà tre uo-mini sapienti e miti che traverseranno buona partedelle terre note agli umani per raggiungere il luogodove il piccolo verrà al mondo. Le loro profezie sa-ranno compiute e si sposeranno al mio volere”.Il mio cuore nell’ udire quelle parole si sentì colmodi una serenità senza pari: Lui mi aveva presceltoperché annunciassi quella nascita attesa da sempre.Eccola la stella, luminosissima. Quando sembrò

posarsi sulla sommità di alcune colline scabre,punteggiate qua e là da radi palmizi, compresi chequello era il luogo. Non un palazzo, non una reg-gia, come il mio animo intriso di ingenua, fanciul-lesca immaginazione s’era prefigurato. Una sem-plice cavità nella roccia. Un ricovero di pastorirabberciato alla meglio.Lei, la madre, era come se emanasse una luce vivida.Quel sorriso, così dolce, tenero, compiaciuto, nonlo dimenticherò mai. Né scorderò il modo in cuicullava suo figlio. Giuseppe non le distoglieva gli oc-chi di dosso, pervaso da una sensazione che nonavrebbe saputo descrivere e che aveva spazzato via

il disorientamento dei mesitrascorsi nell’attesa. Il bam-bino era circonfuso di lucecome la madre. Avevanotrovato rifugio – fredda lanotte – in quel misero an-fratto roccioso dopo il nodi tanti umani, del tuttoignari di quanto da Lui sta-va per essere donato almondo.Era il mio momento: dove-vo dare l’annuncio a uomi-ni che amassero il Bene.Poco lontano pastori ve-gliavano. Sfiorai con le vestiuno di loro e un altro, unaltro ancora. Sospinte legreggi mossero verso lagrotta, in silenzio, come senel profondo del loro ani-mo di uomini semplici e li-

beri, perché alieni dal male, sapessero che là avreb-bero trovato più luce e un’ acqua leggera che po-tesse dissetarli. Adorarono.Giunsero tre saggi da terre perdute nella non co-noscenza, con la certezza di una meta da tanti an-ni annunciata. Posero doni preziosi accanto albambino.Tutto era gioia pacata e serena intorno e a meparve di riudire, sommessa, la stessa musica cheda sempre, lassù, accarezzava le mie orecchie.Lei stringeva al seno il suo piccolo d’Uomo. Tene-ramente.La notte era punteggiata di stelle. La più grande, lapiù luminosa, si tuffò nel mare, a Occidente.Mai mio volo fu più leggero. Eppure continuavo asentire la mano di Lui sulla mia spalla. Con queltremito lieve…

teStI dI LUCIo CoStANtINI - LUPo Che CANtAILLUStRAzIoNI dI GIULIA bRACeSCo

un volo leggero sopra la grotta

14

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Page 23: Avventura n. 8 - 2008

I l bastone assomigliava tanto a un guido-ne scout. Raul lo usava tutte le mattine

per portare il gregge su in montagna. Luiera il più piccolo di sette pastorelli. Non siallontanava mai dai suoi amici, aveva pauradel buio. Samuel lo sapeva, non si staccavaun attimo da Raul, lo proteggeva come fa-rebbe un Capo Squadriglia con un novizio.Una mattina, apparentemente come tutte lealtre, il padrone li chiamò per affidare loroil gregge. Mentre percorrevano un sentiero,dal gregge si staccò un agnellino bianco. Ini-ziò a saltellare intorno a Raul. Gli altri pa-storelli, sorpresi da quanto vedevano, deci-sero di metterlo alla prova con un incaricoimportante. Gli affidarono l’agnellino e dis-sero: “Da oggi ti devi prendere cura di lui”.Una grande responsabilità, Raul rispose allafiducia che avevano posto in lui gli altri pa-storelli con grande felicità. Da quel momen-to non allontanò lo sguardo dall’agnellino.Trascorse una settimana da quel giorno, neiprati non c’era più erba e i pastorelli deciserodi riportare le pecore all’ovile. Camminaronotutto il giorno senza fare neanche una sosta.Raul decise di fermarsi a riposare sotto ungrande albero, gli altri pastorelli si fermaronoper non lasciarlo solo. Al risveglio fu il pianto diRaul a svegliarli. L’agnellino non c’era più. Sullavia del ritorno non trovarono alcuna traccia, co-sì decisero di fare ritorno all’ovile per avvisare ilpadrone. Non bastò alcuna spiegazione per pla-care l’ira di quell’uomo, che pur di riavere indie-tro il suo agnellino ordinò a Raul di riprendereil cammino verso la montagna e trovare l’agnel-lino. Samuel sapeva che Raul aveva paura delbuio, prima di partire gli affidò una vecchia lan-terna. L’aveva ricevuta in dono da un viandante,quando aveva la stessa età del pastorello. Den-tro la lanterna, c’erano due piccole candele.Raul camminò per due giorni interi prima di ar-rivare in un villaggio, quando il sole stava per ca-lare. Qui, nei pressi di una piccola capanna, tro-vò un mendicante che chiedeva l’elemosina.

Raul si avvicinò e chiese all’uomo se aveva vistoun agnellino: “Sì – disse il mendicante – biancocome la neve, l’ho visto ieri mentre camminavotra i campi”. Gli indicò il sentiero. Il piccolo pa-storello, non avendo altro da donare, prese unadelle due candele che stavano dentro la lanter-na e la donò all’uomo. Si incamminò lungo ilsentiero, la sua lampada faceva meno luce e incielo non c’erano stelle. Dopo tante ore di cam-mino, quando lo sconforto sembrava prendereil sopravvento, scorse in lontananza la sagoma diuna grotta. Non avrebbe mai osato avvicinarsisenza la luce del sole, ma dall’anfratto provenivaun’allegra melodia: “C’è qualcuno”, pensò Raul edecise di andare avanti e chiedere aiuto. Nonimmaginava che la sua missione era già compiu-ta. Dentro la grotta, al buio, scorse il suo agnel-lino. Era sdraiato accanto a una piccola culla dipaglia, il pianto di un bambino rompeva il silen-zio della notte. Raul si chinò davanti al bimbo,prese l’ultima candela rimasta dentro la sua lan-terna e la posò accanto alla culla.

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

teSto dI fAbIo foGUILLUStRAzIoNI dI GIULIA bRACeSCo

raul e l’agnello

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

15

Page 24: Avventura n. 8 - 2008

teSto dI fRANCeSCA tRIANIILLUStRAzIoNI dI GIULIA bRACeSCo

i magi nel presepe

16

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

- Secondo me questa montagna non è molto stabile- diceva Baldassare tenendosi ben ancorato al suocammello.Gaspare guardava l’altura di cartapesta con aria pen-sosa. In effetti la posizione dell’amico si inclinava pe-ricolosamente sul lato sinistro. Avrebbe scommessoil mantello che sarebbe capitombolato in mezzo alvillaggio di sughero prima di cena. - Su Baldassarre,su, quanto dovrà reggerci ancora? Due, tre giorni,poi vedrai che ci faranno avanzare un altro pò. -- Ah bene, così magari finiamo come l’anno scorso, aguadare il torrente, con i piedi nell’acqua per tutta lasettimana di Natale!-- Ma quale acqua e acqua! Non vedi che quest’annoè un presepe desertico? Hanno fatto la sabbia, le ca-sette bianche.. dà retta a me, quest’anno acqua nelpresepe non ce n’è.-Melchiorre guardava invece l’orizzonte e sembravapiuttosto preso da altri pensieri: - Io non capiscodavvero cosa ci facciamo qui!- diceva contrariato. - Come cosa ci facciamo? Seguiamo la stella! Non ri-cordi? Eh.. la vecchiaia... brutta cosa... - SghignazzavaGaspare dietro il turbante dell’amico. Quella stradalo metteva sempre di buon umore.- Ma no. Parlo sul serio. Guarda tutti quei pastorilaggiù. E i popolani, e Beniamino che dorme beatosotto il suo albero e non si cura di nulla, e le lavan-daie, e il fabbro.. Mi sembra che noi veniamo da unaltro mondo!-- Ma certo che veniamo da un altro mondo. Te neaccorgi solo quest’anno? Noi siamo i Re Magi. Siamosapienti che vengono da molto lontano.-In quel momento una manona gigante afferrò Bal-dassare e lo sollevò a mezz’aria: era Papà Giovanniche aveva deciso di fare una sorpresa ai suoi bambini

e far loro scoprire, quella sera, che i Magi avevanopercorso un altro pezzo di strada. -Ehi, tu! Mettimigiù. Mettimi giù ho detto!- La mano si fermò per un pò, indecisa.-Ehi! Non provare a mettermi nel torrente! Tu nonsai chi sono io!- In men che non si dica Baldassarre si trovò sulla vet-ta più alta di tutto il presepe. La vista gli dava un pòdi vertigini, ma con sua grande soddisfazione notòche questa volta la struttura era più solida e consi-derò la nuova posizione come un miglioramento.Pare che anche il suo cammello fosse più soddisfat-to. Nell’avanzamento Melchiorre era finito un pocopiù in basso dell’amico, appena dall’altro lato dellavetta, su un pianoro di cartone che si affacciava sullestrade dei pastori. Non vedeva più il cuore del villag-gio di sughero con la sua confusione, ma altre statui-ne solitarie che avanzavano verso la grotta. Si sentìun pò rinfrancato anche lui. In fondo, anche se tantodiversi, percorrevano tutti sulla stessa strada. Il me-no contento del cambiamento fu proprio Gaspare,un passo più indietro degli amici soffriva tremenda-mente la solitudine.La nuova posizione non durò che tre giorni, poinonna Maria decise di spostare tutti e tre in mezzoa una vallata. -Mi fanno male i piedi!- protestò Gaspare, che erafelicissimo di essere di nuovo insieme ai suoi amici.-A me no!- Gli fece di rimando Melchiorre. -Ma tu hai un cammello!- Ribattè prontamente Bal-dassarre, indispettito dall’aver perduto il grandiosopanorama dei giorni precedenti. In breve sul pianoronacque un vivace battibecco.Per fortuna una mano di donna, gentile, li portò unpò più avanti, in vista della stella. Questo riportò

nella carovana il buon umore. Almeno fino al-l’avanzamento successivo.E così, il viaggio continuava. Passo dopo passo, dimontagna in montagna, si avvicinavano allaGrotta. Passarono la notte di Natale accampatisu una cima, mentre a valle il paese festeggiava, etrascorsero I tre giorni seguenti isolati dietrouna montagna, a litigare su chi fosse più stanco.Poi risalirono l’ultima altura e discesero sull’al-tro lato del paese. Finchè il 6 di gennaio una ma-nina piccina piccina li portò davanti al Bambino.-Che Pace e che Beatitudine si respira qui- -Mi spiace se la stanchezza mi ha reso antipati-co.- -E guardate quanti fratelli sono venuti come noiad adorare Gesù...- Si guardarono sorridenti, in piena Letizia. Anchequest’anno alla fine, erano giunti a Casa.

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Page 25: Avventura n. 8 - 2008

E' tutta la notte che vago in lungo e largo, den-tro la pancia comincio ad avvertire degli stra-

ni rumori dovuti forse al fatto che non mangio daun giorno intero. Per fortuna, nonostante il freddovento che accompagna il mio cammino, la nottestellata riesce a confortarmi nello spirito e ad illu-minarmi la strada.Sono stato proprio testardo nel volermi allontana-re dal mio padrone, me lo dicono sempre tutti cheho un carattere scontroso e solitario, ma proprionon riuscivo a digerire l’imposizione di essere lega-to ad una catena per tutta la giornata a sgranoc-chiare qualche piccolo ciuffo di erba: sarò pure soli-tario e capoccione, ma pur sempre con una grandevoglia di libertà.Lungo il mio vagare non ho avuto modo di incon-trare nessuno, solamente qualche strano animaleche appena ma ha visto ha deciso di fuggire lontanoneanche fossi mostruoso, fino al momento in cui,preso forse da un pò di stanchezza, ho scorto inlontananza qualche figura che si muoveva.Corro all’impazzata, libero dalle catene e dalla stan-chezza, ed appena arrivato sul luogo dove primaavevo visto muoversi qualcosa, ecco davanti a meun gruppo di strani ragazzi vestiti con dei pantalonicorti e con un lungo fazzolettone appeso al collolegato da un nodo di cuoio.Alcuni mi guardano, altri mi girano intorno chieden-dosi come sia strano incontrare un asino tutto dasolo nel pieno della notte, altri ancora, per nulla in-curiositi dalla mia figura, continuano imperterritinella delicata attività di cucina… sul fuoco un pa-gliolo pieno di una splendida e fumante polenta.Ad un certo punto sento una mano accarezzarmi,mi giro di scatto e scorgo il viso del ragazzo piùgrande intento a lisciarmi la schiena: sarà strano, manon mi provoca fastidio, anzi muovendo il dorso inmaniera dolce gli mando un chiaro segnale per invi-tarlo a continuare.Il mio sguardo viene però presto distolto dalle fu-manti pietanze che si alternano sul fuoco. In mododolce mi allontano ed a piccoli passi, mi avvicino allafiamma: nessuno di loro sembra stranito dal miocomportamento.Li sento confabulare tra di loro, li vedo sorridermicome se volessero dirmi qualcosa e in un batterd’occhio, come per magia, ecco stagliarsi di fronte ai

miei stanchi occhi, una splendida porzione di polen-ta fumante.Non faccio in tempo ad accorgermene che già mela sono mangiata. Capisco però che anche loro sono stanchi e hannobisogno di riposo, io devo invece riprendere il miocammino. Prima di andare a dormire tutti insiememi donano uno di quegli strani fazzoletti che aveva-no al collo e mi abbracciano come fossi uno di loro:la gioia di quell’abbraccio mi fa ripartire con slanciolungo la strada.Dopo poco vagare scorgo in lontananza una man-giatoia, dentro c’è una fioca luce: a passi lenti mi av-vicino ed entro.C’è un bambino piccolo sistemato dentro un lettodi paglia ed accanto a lui un uomo ed una donna; vi-cino al bambino c’è un bue che con il suo alito pro-va a scaldare la fredda atmosfera. Il bue mi fa un cenno con gli occhi per dirmi di an-dare vicino a lui, cosa che prontamente faccio edinizio anche io ad alitare per riscaldare il piccolo:sono contento, avverto che lungo il mio cammino,in questa notte, è avvenuto qualcosa di grande especiale.

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

teSto dI fRANCeSCo SCoPPoLAILLUStRAzIoNI dI GIULIA bRACeSCo

una notte speciale

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

17

Page 26: Avventura n. 8 - 2008

il bue, docile e fedele

i r

ac

co

nt

i d

i n

at

al

e

18

S tefano sistemava le ultime pecorelle nel pre-sepe della fattoria del nonno. Stava cercando

di imparare dal nonno, quanto più poteva, come siallevano gli animali, la sua intenzione era di con-quistare la specialità di Allevatore entro Natale. “Sai nonno” disse ad un tratto il ragazzo “se do-vessi scegliere tra i tuoi animali, quello che prefe-risco, ti direi subito il cavallo! E tu?”.Il nonno si grattò il mento. “Non saprei risponde-re: ogni animale ha le sue caratteri-stiche ed è prezioso a modo suo inuna fattoria!”.“Davvero?” disse Stefano, sicuro diaver trovato qualcosa su cui il non-no avesse torto. “Che mi dici delvecchio bue? Non fa altro che man-giare tutto il giorno e non esce maidalla stalla.”.“È vero, oggi i trattori hanno sosti-tuito il lavoro dei buoi, ma per mol-te stagioni quel bue mi ha aiutatonei campi. È un animale le cui dotipotrebbero sorprenderti…”.Era ormai tardi e Stefano se ne an-dò a letto immaginando ciò cheavrebbe detto sul cavallo al suo Re-parto durante il Consiglio dellaLegge.Il giorno dopo Stefano venne sve-gliato da un sonoro starnuto delnonno. “Mi sento proprio male, mi sa che me nestarò a letto oggi” disse il nonno con voce nasale“puoi portare la legna che abbiamo caricato sulcarretto alla vecchia signora Pina? Altrimenti mo-rirà di freddo proprio questa notte, a Natale…”aggiunse il nonno, prima di crollare in un sonnoprofondo.“Cosa?” disse Stefano preoccupato “come farò adandare fin là, non so guidare io!”. Deciso più che mai a risolvere da solo il proble-ma, Stefano uscì nella fredda aria del mattino e siavvicinò al carretto. Era più carico di quanto ri-cordasse e quando provò a sollevarlo, non lomosse nemmeno di un millimetro. “Mi farò aiutare dagli animali” pensò allora Stefa-no. “Sicuramente il cavallo mi sarà d’aiuto, forteed agile com’è trasporterà il carretto in men che

non si dica fin dalla signora Pina” Ma quando ag-ganciò la bestia al carretto, questa non volle muo-versi, piantandosi sulle quattro zampe; non eraabituato a sgobbare e, quando il ragazzo lo spinse,subito s’imbizzarrì, rischiando di rovesciare il car-retto con tutto il carico.Dopo aver scartato galline e maiali e più che maidemoralizzato, Stefano decise che avrebbe prova-to con il bue. Contrariamente ad ogni attesa, quel

grosso bestione fudocile nel farsi tra-scinare fuori dallastalla, mansuetoquando Stefano loagganciò al carret-to, che mosse sen-za apparente fatica,obbediente quan-do lo condusselungo la strada.Quando finalmen-te tornarono a ca-sa era già sera eStefano era esau-sto. Riportò il buenella stalla e si se-dette ai suoi piedi. “Stefano!”. Una vo-ce profonda fecesussultare il ragaz-

zo. Aveva l’impressione che il bue avesse parlato...E così era stato, infatti l’animale continuò: “Non tisei mai chiesto come mai accanto alla mangiatoiadove venne riposto Gesù, oltre all’asino ci fosseun bue e non una bestia più nobile?”. Stefanoscosse la testa a bocca aperta. “Quando Maria e Giuseppe giunsero nella stalla,non trovarono servi ad accoglierli, anche se stavaper nascere un Re. Ma quale miglior servitore perun sovrano, se non un animale forte, ma docile efedele? E non mi sono forse dimostrato tale oggianche con te?” chiese il bue. Stefano, dopo essersi ripreso dallo stupore, iniziòcosì a ripensare alle parole del nonno e alla gior-nata trascorsa. Quando il nonno uscì per cercarlo,lo trovò addormentato nella stalla riscaldata dalcaldo respiro del suo prezioso aiutante.

teSto dI ChIARA foNtANotILLUStRAzIoNI dI GIULIA bRACeSCo

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Page 27: Avventura n. 8 - 2008

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

s. martino: la base della sardegna

S. m

ar

tin

o: l

a b

aS

e d

el

la

Sa

rd

eg

na

Se si pensa alla Sardegna non si può fare a meno di accostarla aisuoi incantevoli paesaggi marittimi. Ma per chi non sa accon-tentarsi degli stereotipi da cartolina c’è molto di più. Nel cuo-re dell’isola, le bellezze della Natura non sono solo il fondaleper una vacanza da sogno, ma lo scenario di antiche leggendeche nei secoli hanno finito per forgiare il carattere di unaterra affascinante e misteriosa.Addentrandosi nel territorio, poco lontano dalla valle deiNuraghi, c’è un isola nell’isola, un pezzo di Sardegna per gliScout dell’Agesci.Era da generazioni che si discuteva di avere un luogo dovefare diventare “carne” le nostre attività. Un luogo che sa-

rebbe finalmente diventato “luogo scout”.Abbiamo il piacere di raccontarvi un tratto di questa storia.

La grande avventura iniziò nel 1993 quando , susuggerimento della Comunità Capi di Abbasanta, fuindividuato nel cuore della Sardegna, un bosco invendita; quattordici ettari di natura a un co-sto, per cosi dire, equo. Con l’aiuto determinantedella Fondazione “Mario di Carpegna” il 27 Di-cembre 1993 fu stipulato l’atto di acqui-sto e il sogno iniziò a divenire realtà.L’estate seguente si proposero una miriade di attivi-tà di autofinanziamento per restituire i soldi allaFondazione e per cominciare a realizzare le prime“strutture” nel nostro bosco. Quell’impresa si chia-mava “Inventa S.Martino”, un concorso diidee. Ne giunsero talmente tante che che per realiz-zarle tutte ci sarebbero voluti il doppio degli ettari adisposizione.Da ricordare la proposta di creazione di un la-ghetto, con dentro i pesci, da percorrerein canoa ,!!!!Nella foga, presi dall’entusiasmo, ci eravamo dimenti-cati che nel terreno non c’era l’acqua e che la Sarde-gna ha un clima sub-desertico. Ma sappiamo beneche gli Scout, non si arrendono alle difficoltà… an-cora meno se sono sardi. Nell’Ottobre del 1996, attraverso un ulteriore sfor-zo finanziario e l’aiuto della Cooperativa Scout, sitrovano le risorse per far sgorgare l’acqua dalsottosuolo… E quanta acqua!Un pozzo artesiano di portata praticamen-te illimitata, tale da poter dar luogo perfinoal famoso laghetto!Con altri risparmi si attrezzò in modo es-senziale una cisterna di accumulo euna batteria di bagni.Ora la base scout è aperta ai Reparti, aiClan ed alle attività di Lupetti e Coccinelle.

Siamo nel 1997 quando viene lanciata una mega im-presa per le Alte Squadriglie della Regione, che vedela costruzione delle strutture essenziali di un Cam-po scout:: tavoli, alzabandiera, angolo dipreghiera , percorsi Hebert, Sentieri Na-tura ecc...Alcune di queste costruzioni sono utilizzate ancoraoggi a distanza di oltre 10 anni!Ma, come in ogni storia che si rispetti, non tutto puògirare per il verso giusto all’infinito. Nell’agosto2000, la più grossa calamità che da secoli ferisce laSardegna, si abbattè anche su S.Martino. Un incen-dio che durava da quattro giorni arrivò ad aggredireil bosco, facendo temere la fine di tutto ciò che era-vamo riusciti a costruire fino a quel giorno. Fortuna-tamente come sempre avviene da queste parti, po-temmo contare sull’aiuto e la solidarietà dei pastori,nostri vicini di terreno, nonché delle squadre antin-cendio a terra e dei mezzi aerei. Fu una delle primeoperazioni dell’Helitanker, il potentissimo elicotteroantincendio americano.Passato il pericolo, con qualche danno da archiviare, cimettemmo a riflettere su come attrezzarci per evita-re che in futuro, potesse ripetersi la stessa storia. Ancora una volta si decise di darsi da fare per trova-re i soldi e costruire un buon impianto antincendio.Grazie alla straordinarietà del bosco di sughera,

19

L’insegna della base

teSto dI LUCIo PINNAfoto dI MARCo PUSCeddU, jeAN CLAUdIo vINCI, ARChIvIo deLLA bASe dI S. MARtINoILLUStRAzIoNI dI PIeRRe joUbeRt

Page 28: Avventura n. 8 - 2008

che, attraverso l’estrazione della corteccia dellequerce, produce denari ogni 10 anni, fu la base stes-sa a contribuire alla soluzione del problema. Conl’aiuto delle risorse dell’Associazione, nel 2003,venne realizzato uno dei più efficienti im-pianti antincendio della provincia. Nel con-tempo tutto il Campo fu dotato di rete elettricae idrica potabile.Il bosco pascolato dai bovini era diventato un luogoaccessibile dove poter fare attività scout in sicurezza!

La promessa fatta da migliaia di scout sardinel 1993 era diventata realtà!Era giunto il momento di mettere alla provaquanto era stato realizzato fino ad allora. Nel2005 si tenne a San Martino il Campo Re-gionale E/G. Oltre 2500 persone usu-fruirono delle strutture e dei servizi di cui ilcentro Scout era stato dotato.Una così bella realtà attirò l’attenzione deiquadri nazionali dell’Associazione che a Set-tembre del 2007, dopo la realizzazione diedifici in muratura che ne garantiscono l’uti-lizzo tutto l’anno, concesse a S.Martino lostatus di Base Nazionale del SettoreSpecializzazioni, inserendola nella Rete

dei Centri Scout Italiani.Oggi San Martino non è più solo un bosco di sughe-re con al suo interno servizi e strutture, ma una re-altà fatta di persone che lavorano perché questocentro possa cominciare ad esprimere tutto il suopotenziale.La base cresce e ogni anno si moltiplicano le oppor-tunità a disposizione dei soci.Non vi resta che venire a fare un Campoda noi , vi aspettiamo !!!!

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

S.

ma

rt

in

o:

la

ba

Se

de

ll

a S

ar

de

gn

a

20

Il fisico inglese Isaac Newton, nel 1672, dimostròche la luce è in realtà composta dai sette colori del-lo spettro solare. Nel suo esperimento Newton fe-ce passare un raggio di luce attraverso un prisma dicristallo, ed esattamente come accade ai raggi delsole che passano attraverso le piccole gocce d’ac-qua, sospese nell’aria dopo una pioggia, la luce siscompose nei sette colori dell’arcobaleno: il rosso,l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’indaco e il vio-letto. Dimostrò cosi che la luce non era che lasomma di questi colori.Una cosa simile accade al-l’uomo: il fulgore dell’animascorre attraverso le mem-bra e tramite esse può darvita alle infinite sinfonie dicolori che ci hanno aiutatoad essere ciò che siamooggi.In questo si cela l’essenzadi un Campo che, dal 2002,considera l’espressionealla stessa stregua della

teoria dei colori. Con loro ci è concesso di trasfor-mare ogni fantasia in un’opera che può assumere divolta in volta forme, tratti e sfumature diverse.È accaduto anche quest’anno ai 21 E/G che, dal 13al 17 giugno, hanno partecipato al Campo di Com-petenza “I Colori dell’Espressione”. Cinquegiorni dove l’arte espressiva non è stata solo tecni-ca, ma un modo di percepire se stessi e ciò che cista intorno. Non esiste un diapason a cui accordar-si, facciamo volentieri a meno della finzione, perché

esprimersi non significa in-dossare una maschera perdarci una nuova apparenza.Se è vero che siamo tuttiugualmente diversi e ognu-no di noi ha un carattereunico e irripetibile, alloral’unico motto da seguire èquello che scaturisce dalprofondo di noi stessi eche presenta al mondo ciòche siamo veramente.Chi entra nella comitiva

i colori dell’espressione

teSto dI ANdReA IbbAfoto dI jeAN CLAUdIo vINCI, ILLUStRAzIoNI dI PIeRRe joUbeRt

CINQUe GIoRNIdI eNtUSIASMo

Page 29: Avventura n. 8 - 2008

S. m

ar

tin

o: l

a b

aS

e d

el

la

Sa

rd

eg

na

21Avventura 8/2008Avventura 8/2008

apprende subitoche ogni cosache ci batte den-tro può essereespressa con in-finite sfumaturediverse, ma restacomunque unacaratter ist icache ci distinguee che arricchisceil dialogo e ilconfronto. Più siè diversi e più sitrae giovamentodalla conoscenzae in quest’ordine

di idee incontrarsi diventa immergersi nelle proprieesperienze e percorrere nuove strade. L’unico sforzo richiesto è quello di mettere daparte le proprie paure, o se non altro cercaredi lasciare libere le proprie emozioni, ilproprio estro, la propria inventiva.Seguendo queste poche raccomandazioni può capi-tare di scoprire che non vi è colore che non ci ap-partenga, e grazie a loro possiamo mettere in scenaqualunque rappresentazione ci passi per la mente.È un Campo dove l’espressione si respira inogni momento. Vivendo ne “I Colori dell’Espres-sione” ci si accorge ben presto che le opportunitàsono ovunque e perfino la sveglia e la ginna-stica possono tramutarsi in una occasione perrompere gli schemi e immergersi in qualche bizzar-ra fantasia.Da ogni parte spuntano personaggi strani, ap-prendisti mafiosi, animali immaginari,querce parlanti, presentatori incapaci,

stilisti stra-vaganti, re-gisti impro-babili e quan-t’altro. Chi rie-sce a farsi rapi-re dall’euforia,può scoprire dipossedere qua-lità e virtù dicui non sospet-tava nemmenol’esistenza.Mettendosiin gioco, sen-za incertezze, eavvalendosi deipropri ta-lenti con cre-scente mae-stria, può acca-dere di tutto…

Non lo credereste mai, ma in questo Campo potre-ste sentirvi a vostro agio perfino nei pannidi un clown che non vede l’ora di mostrare a tut-ti la propria esuberanza; Potreste venire conquistati dal fascinodell’arte del mimo diventando abili nel raccon-tare una storia, ricorrendo solo alle movenze delproprio corpo; Potreste trovarvi assorti dietro unsipario, probabilmente in cerca della giusta ispirazio-ne prima di calcare la scena per far sfoggiodelle proprie doti di recitazione.Laboratori, taverne e fuochi di ogni ge-nere e specie fanno del Campo una cosa viva. Dianno in anno il Campo si accresce il suo repertorio. Cresce anche la schiera di quelli amici che al-l’espressione hanno dedicato la vita e che al Campovengono solo per il piacere di regalare ai ragazzi unframmento della propria arte. In questi anni, ma-ghi, teatranti, giocolieri, musicisti, pitto-

ri, marionettisti e burattinai hanno offertola loro competenza e il loro entusiasmo solo per lagioia di regalare un po’ dei propri colori agli ap-prendisti che si trovavano dinnanzi.Purtroppo è sufficiente un battito di ciglia per ac-corgersi che si è giunti alla fine del Campo. Giusto iltempo perché ogni Esploratore e ogni Guida diven-tino parte dello spettacolo finale, dove ognuno èchiamato a diventare come il prisma diNewton, perché baleni tra il pubblico lo scintilliodei colori che si è imparato a conoscere. Cala il si-pario, ma sia che l’espressione la si ami o no, da SanMartino si riparte sempre con la consapevolezzache è molto più di una tecnica. Provare per cre-dere.

Page 30: Avventura n. 8 - 2008

Cara Squadriglia, sei rientrata in sede dopo lapausa estiva ed entrata nel tuo angolo ti sei re-sa conto che la tenda ha un buco nel sovrattelo,la cassa è stata saccheggiata dai tuoi Squadri-glieri durante il Campo, il tuo angolo avrebbebisogno di una bella pittata…e in più se aggiungiche senti già l’aria natalizia... inizi a pensare e tichiedi: cosa c’è di meglio che organizzare unabell’attività di autofinanziamento?Beh di cose da realizzare ce n’è per tutto il Re-parto. Ogni Squadriglia può scegliere cosa le èpiù congeniale, realizzarlo e poi mettere insie-me tutto, dividerlo tra le Squadriglie per ven-derlo nel mese di dicembre, all’uscita delle mes-se o separando le zone del quartiere così da es-sere sicuri di non aver lasciato nemmeno unafamiglia senza il vostro sorriso (…compresa nelprezzo la vostra insistenza!).Nel cercare oggetti natalizi da realizzare, si puòprovare con lavoretti in gesso, molto facili daeseguire. Nei negozi di belle arti potrete trovare stampiin lattice a soggetti diversi, natalizi e non. Dal ferramenta invece potete acquistate il gessoscagliola a presa rapida. (Fig.1) Mischiate due parti di gesso (due bicchieri diplastica pieni) con una parte di acqua (quindi unbicchiere di plastica pieno) fino ad ottenere un

impasto omogeneo da adagiare nelle forme cheavrete acquistato. Il gesso diventa solido in tempi brevi, un trucco:se usate l’acqua calda i tempi si abbreviano!Aspettate che il gesso si sia solidificato, staccateil vostro oggetto dalla forma, mettetelo adasciugare ancora per un paio d’ore, intanto de-cidete come pitturarlo. La pitturazione può variare secondo i vostri gu-sti e dal tempo che avete a disposizione. La so-luzione più simpatica, e semplice, è quella di ac-quistare due bombolette, preferibilmente di ver-nice oro ed argento. Un’ altra soluzione, per ve-

re Squadriglie artistiche, è quella dicomprare dei colori a tempera e deco-rare a regola d’arte ogni oggetto.Ancora: con il gesso si possono fare deipiccoli segnaposti. Utilizzando l’impastodi gesso e acqua, che adagerete nei bic-chierini di plastica da caffè unti con dellavaselina. Aggiungete subito dopo un pic-colo ramoscello di pino. Quando il gesso sarà bene asciutto stac-catelo dal contenitore e iniziate a deco-rarlo con i colori che preferite, megliose acrilici.Se i lavori in gesso non che vi convinco-no, potreste puntare tutti i vostri sforzinel decorare delle palline. (Fig.2)

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

teSto dI fRANCeSCo IANdoLo - eLefANte LAboSIoSodISeGNI dI SARA PALoMbo

LA SQUAdRIGLIA MANIAbILI ALLe PReSe CoN GLIoGGettI NAtALIzI

È t

em

po

di

na

ta

le

: a

ut

of

ina

nz

iam

en

to

in

viS

ta

!È tempo di natale:autofinanziamento in vista!

22

FIG. 1

FIG. 2

Page 31: Avventura n. 8 - 2008

Avventura 8/2008Avventura 8/2008

Le palline di polistirolo si trovano già pronte edi varie misure. Potete dipingerle con i colri oroe argento oppure di rosso o di bianco (sono icolori più adatti al Natale). Comprate un cor-doncino di buon spessore, che posizioneretecon gusto attorno alla pallina, fissandolo di tan-to in tanto con degli spilli da sarto. Quando visoddisfa, aggiungetevi sopra un bel fiocco, perrealizzare l’attacco all’albero.Un classico ornamento del Natale è certamenteil presepe: ottima perciò l’idea di realizzarne al-cuni per l’autofinanziamento! Quello che viconsiglio, è un piccolo presepe da inserire in unbarattolo di vetro, di media grandezza: vi assicu-ro che non è troppo difficile. (Fig.3)

Per prima cosa bisogna tagliare un cartoncinodella grandezza del fondo del barattolo. Con unpo’ di colla liquida attaccherete del muschio alcartoncino, che farà da base e su cui poi adage-rete le miniature della Natività. Con un po’ dicolla attaccate il cartoncino sul fondo (interno!)del barattolo: accertatevi che il tutto sia ben at-taccato. Chiudete il barattolo con il tappo e iniziate ladecorazione esterna. Dipingete il vetro, alle spalle della Natività, conil colore, per vetro, blu e qualche piccola mac-chia gialla così da simulare lo sfondo cielo.Se nemmeno il presepe vi convince e c’è un bo-sco, non troppo lontano dalla vostra sede, po-treste recuperare un po’ di pungitopo per de-corarlo con un po’ di carta crespa, nastrino equalche spruzzata di oror o argento. Potete anche mettere in moto la vostra creati-vità realizzando biglietti d’auguri natalizi, con

soggetti dedicati e che magari contengano an-che qualche frase particolare.Oppure ancora potete realizzare delle simpati-che cornici decorate con la pasta. (Fig.4)Portate in sede tutti gli scarti di pasta che avetea casa e iniziate a pitturarli, o con bombolette ocon colori a tempera. Quando saranno asciutti,attaccate la pasta, con la colla liquida, su un car-toncino che avrete piegato a metà: su uno deidue lati praticate, con le forbici, un riquadrodella grandezza approssimata di una foto. Sul lato che rimane intero, quello posteriore, at-taccate una piccola aletta di cartone in modotale che la cornice possa rimanere in piedi, altri-menti praticate un foro per un chiodino, così dapoterla appendere ad una parete.Infine se non avete ancora deciso, potreste sem-pre organizzare una favolosa cena con finale de-dicato ad una grande tombolata. Il divertimentosarà assicurato sia per voi che per i vostri ospiti:fate loro assaporare le vostre specialità e orga-nizzate una simpatica animazione coinvolgendotutti i presenti.Comunque non dimenticate di confezionare ipremi in maniera originale, inserite nei nastrinidelle confezioni, un piccolo biglietto augurale,con qualche frase significativa ed il nome del vo-stro Gruppo scout.Facendo qualcuna di queste cose o altre che viverranno in mente scoprirete che l’obiettivodell’autofinanziamento è si, racimolare qualcosaper sostenere le vostre spese, ma anche questaattività aiuterà la vostra Squadriglia a conoscersimeglio, a collaborare e a creare una buona at-mosfera per continuare con maggiore unità ilresto dell’anno.

È t

em

po

di n

at

al

e: a

ut

of

ina

nz

iam

en

to

in v

iSt

a!

23

FIG. 3

FIG. 4

Page 32: Avventura n. 8 - 2008

A CURA deLLA RedAzIoNe dI AvveNtURAfoto dI GIANLUCA dALbeN

C’è

po

sta

pe

r v

oi

C’è

po

sta

pe

r v

oi

C’è posta per voiC’è posta per voi C’è posta per voiC’è posta per voiC’è posta per voiC’è posta per voi

Siamo alle solite: un mucchio di gente scrive cercando E/G con cui corrispondere e poi dimentica diindicare nomi, cognomi o indirizzi. Il guaio è che non pensano nemmeno di mettere il mittentesulla busta. Ragazze/i: ma dove avete la testa! Forse siete innamorate/i??? Ma c’è anche un’altra categoriadi E/G che ci fa arrabbiare, sono quelli che hanno fatto scomparire dall’alfabeto la lette-ra “C” sostituendola con delle “K” che sostituisce anche il “CH”. Alcuni esempi: kiak-kierone, anke, simpatika, ecc. Se al nostro posto ci fosse DanteAlighieri butterebbe tutto nel cestino… noi siamo più tolleranti,ma nemmeno a noi piace tale modo di esprimersi e crediamonon piaccia nemmeno ai vostri prof!!!

24

Arianna FogliA - Ciao a tutti, faccio parte dellaSq. Pantere di Monte San giusto 1. Vorrei prenderela specialità di corrispondente, perchè mi piacereb-be corrispondere con E/g di tutte le regioni e ancheper fare nuove amicizie. Spero che mi scriverete,HElP ME!!! il mio indirizzo è : via San giacomo 52- 62015 Monte S. giusto MC. Vi prego rispondete almio appello!!!! Risposta assicurata!!! Ciao Ciao!!!

luisa gUlliNo - ciao ragà!! Ho tredici anni (qua-si) sono una squadrigliera della fantastica Squadri-glia Tigri del Reparto Monviso del Callianetto 1;adoro scrivere lettere e vorrei conoscere tanti amicinuovi ... Sono allegra simpatica e mi piace ridere,suonare la chitarra, cantare, disegnare e stare congli amici detesto le persone antipatiche!! Amoascoltare la musica di qualsiasi genere ma soprat-tutto punk-rok... contattatemi a questo indirizzo:Via Serra n.2 - 14033 Castell’Alfero AT. Che aspet-tate?? prendete carta e penna e scrivetemi!! larisposta è assicurata al 1000% ps. mi piacerebbe

che rispondesseronon solo guide maanche qualcheEsploratore... ra-gazzi ci siete?? E al-lora fatevi sentire!!Baci a tutti!

Priscilla PoZZA –Ciao a tutti, ho 13anni, sono nella Sq.linci del Reparto Ai-rone – Montecchio 1.Sono una ragazzapiuttosto solare edallegra. i miei hobbysono: ascoltare mu-sica, leggere, canta-re, uscire con le ami-che e, naturalmente,frequentare gli

Scout! MipiacerebbeconoscereE/g con cuicondividereesperienzee poter par-lare di qual-siasi argo-mento. ilmio indiriz-zo è: via Ca-stelli 4 mar-tiri, n.72 –36075 Mon-t e c c h i oM a g g i o r eVi. Mi raccomando scrivetemi!

Marco SigHiNolFi - ciao!!!! ho quasi 14 annie sono un Esploratore del Reparto ‘Sole e luna’del gruppo Nonantola 1. Sto cercando un corri-spondente per la Specialità. Mi piace ascoltaremusica di tutti i generi soprattutto quella d’ au-tore, adoro cantare anche se sono un’ oca!!contattatemi numerosi!!abito in via della Par-tecipanza n° 4 - 41015 Nonantola Mo. oppurepotete contattarmi via e-mail: [email protected], per msn: [email protected]

Simona SlVo - Ciao a tutti, ho 16 anni e sono la Csq.della mitica sq. Pantera del Reparto “Felin Felix”- Bi-tonto 2. Sono una ragazza abbastanza vivace. Amomangiare, ascoltare ia musica, e soprattutto, amoparlare e ho tanta voglia di conoscere nuovi amici,per condividere con loro bans, giochi e soprattuttouna corrispondenza (anche perchè sono in cammi-no per la Specialità). Non preoccupatevi: ia rispostaè garantita, non lascerò lettere senza risposte. Se mivolete conoscere prendete carta e penna e scrivete-mi all’indirizzo: via Mazzini,76-70032 Bitonto BA.Non vedo l’ora di ricevere vostre notizie!!! Viaspetto numerosi.

SCOUT - Anno XXXIV - n. 27 - 10 novembre 2008 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - eu-

ro 0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811

presso il Tribunale di Roma - Stampa: Omnimedia, Via Lucrezia Romana, 58 - Ciampino (Roma) - tiratura di questo numero copie 62.000 - Finito di stampare nel novembre 2008

La rivista è stampata su carta riciclataAssociato all'Unio-ne Stampa Periodi-ca Italiana