avvenire 211113
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Una federazione europea dalla parte della vitaTRANSCRIPT
della persona umana in particolare nellesue fasi più delicate (inizio vita, maternità,malattia, handicap, anzianità, fine vita),diventando l’interlocutore delle istituzionieuropee per intervenire concretamentenelle politiche comunitarie che riguardanoquesti temi.
ndispensabile anche un incisivo ruoloculturale in Europa, per giocareattivamente il quale è già stata creata una
prima équipe scientifica, protagonisti GianLuigi Gigli, Massimo Gandolfini, Pino
Noia e Monica LopezBarahona, con l’obiettivodi creare consiglioscientifico europeo.Questo gruppo di lavoro,già in fase diallargamento, stapreparando unaDichiarazione scientificaa sostegno di «Uno dinoi». All’orizzonte infattic’è la pubblica udienzadel comitato promotoredella petizione popolaredavanti alle istituzioniUe (Commissione eParlamento)prevedibilmente incalendario per ilprossimo febbraio. Gliorganizzatorisottolineano che lafederazione non vuoleassumere alcun ruolopolitico ma intendeinfluire sulle politicheeuropee. La coordinatrice
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esecutiva di «Uno di noi, l’avvocatoAna del Pino, precisa che si è chiusasolo la prima fase dell’iniziativa, cioè laraccolta delle firme, ma ora si apre orala seconda, mirata alla preparazionedell’udienza alla luce della quale leistituzioni dell’Unione sarannochiamate a decidere cosa fare dellaproposta legislativa contenuta in Unodi noi.
er questo il primo giorno delcongresso di Cracovia, svoltosipresso il santuario della Divina
misericordia, è stato interamentededicato alla preparazione del decisivoincontro con le autorità di Bruxelles eStrasburgo. Puppinck ha sottolineatoche è la prima volta nella storia che imovimenti per la vita europei siriuniscono insieme: «Possiamoraggiungere un successo legislativo,possiamo modificare la legge – hadetto –. Abbiamo molte aspettative neiconfronti di Commissione eParlamento, speriamo che lacomposizione del nuovoEuroparlamento uscito dalle elezionidella primavera prossima sarà piùfavorevole alle nostre iniziative».Secondo Ana del Pino «con oltre unmilione e 800mila firme siamo laprima iniziativa dei cittadini europei araccogliere un così alto numero diadesioni, e in così tanti Paesi. È unavittoria degli europei che difendono idiritti umani e principalmente il dirittoalla vita». Un successo, e ora anche unagrande responsabilità.
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racovia, da giovedì a domenicadella scorsa settimana: icoordinatori nazionalidell’iniziativa popolareeuropea «Uno di noi» siincontrano per fare festa. La
petizione ha raggiunto quasi duemilioni di firme, il doppio di quellenecessarie, e il minimo richiesto dallaUe in ben 20 Paesi (il triplo di quantorichiesto). Un successo inaspettatopure per gli organizzatori. È così che imovimenti per la vita dei 28 Paesi Ueuniscono l’Europa, e la convinzione diessere stati testimoni di un’impresa dalprofondo significato spinge ora acreare una federazione europea per lavita. Gregor Puppinck, portavoce delcomitato dei cittadini verso laCommissione europea, dichiara che«quello che siamo riusciti araggiungere è un miracolo». Cosìl’assemblea generale di «Uno di noi»riunita nell’antica città polacca hagettato le basi per una vera e propriarete continentale. Nella«Dichiarazione» finale votatadall’assemblea sono stati confermati gliorganismi costitutivi: l’assembleagenerale formata dai rappresentanti dei28 Stati membri, i coordinatorinazionali, la coordinatrice esecutiva, laspagnola Ana del Pino, il comitatoesecutivo composto da Carlo Casini,Jaime Mayour Oreja, Pablo Siegrist,Michele Trotta, Jakub Baltroszewicz edEdit Frivaldszky. Il lavoro dipreparazione per la neonatafederazione (statuto, struttura, équipe)e la responsabilità delle comunicazioniè stato affidato al comitato esecutivo,che a breve si troverà per definire unpiano di azione.
erché una «federazione per la vita»?Anzitutto non bisogna disperderela rete pro-vita nata
spontaneamente in questi mesi diraccolta firme grazie al lavorodell’ufficio di coordinamento europeoe ai comitati nazionali. Inoltre ancoranon esiste alcuna federazione per lavita europea. Infine, in questo lavoroper promuovere la vita umana si èscoperta una nuova unità europeaforte, capace di creare ponti ecumenicie integrazione tra le nazioni. Lafederazione «One of us» (Uno di noi)ha come fine prima di tutto manteneree migliorare la rete tra le realtà pro-vita,che anche nella loro diversità sono entisociali, assistenziali, culturali che sifondano sul volontariato. Lafederazione vuole mettersi al serviziodi queste realtà, con varie proposte.Allo stesso tempo intenderappresentare le associazioni a difesa
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CUna federazione europea dalla parte della vita di Elisabetta Pittino
Sull’onda del successo di«Uno di noi»è nata laprima retecontinentaletra le realtàche nei 28Paesi Uehannopromosso la raccolta di firme«Insiemepossiamoinfluire su cultura e politica»
1.885.000È il totale dellefirme raccolte nei28 Paesi Ue perla petizionepopolare chechiede aCommissione eParlamentoeuropeo la tuteladell’embrioneumano.
«No alla legge abortista»La Spagna sveglia Rajoy
igliaia di spagnoli domenica sono scesi in piazza in46 città per dire basta all’aborto. «La Spagna perl’aborto zero» è stato lo slogan che ha animato lamarcia, iniziativa organizzata da «Derecho a Vivir» e«HazteOir.org», due associazioni spagnole impegnateper la difesa della vita umana e della famiglia fondata
sul matrimonio tra uomo e donna. «Aborto zero» è anche iltitolo della petizione che i cittadini spagnoli sono stati invitati asottoscrivere. Pochi ed efficaci punti, con richieste precise alpremier popolare Rajoy. Alla manifestazione hanno aderito sigleprolife da tutto il mondo, per unirsi in un unico coro nellarichiesta al primo ministro spagnolo di porre fine alla diffusionedell’aborto causata dalle leggi varate dal governo Zapatero.«Ingiusta, crudele, incostituzionale»: così viene definita la legge
vigente sull’aborto, di cui imanifestanti hanno chiestol’abrogazione lamentandosi dellepromesse sinora tradite dal nuovogoverno. Rajoy aveva infattiannunciato in campagna elettoraleche a gennaio 2012 avrebbemodificato i provvedimenti entratiin vigore nel 2010, ma a oggi nulla èstato fatto.
aborto è parte della crisi,non un problema a sestante» si legge nel
manifesto che raccoglie le diecimotivazioni che hanno animato la
marcia. È necessario, secondo gli animatori del movimentospagnolo, tutelare veramente il diritto alla vita e sostenere ledonne che si trovano ad affrontare una gravidanza. Tutele che lalegge attuale – nella quale si consente l’aborto fino allaquattordicesima settimana di gravidanza senza motivi specifici,fino alla ventiduesima quando si configura il rischio per la saluteo la vita della madre, e in ogni momento quando il bambinopresenti gravi malformazioni, oltre a permettere l’aborto perminorenni senza il consenso dei genitori – è ben lontana dalgarantire. Sono ben più di 100mila gli aborti che ogni anno siregistrano in Spagna (118mila nel 2011, quando si è toccato ilpicco). Numeri inaccettabili – sono oltre 300 i bambini uccisinel grembo materno ogni giorno – come ha affermato IgnacioArsuaga, presidente di HazteOir.org. «Non possiamo permettereche l’aborto diventi un semplice servizio socio-sanitario», haaggiunto Gador Joya, portavoce di Derecho a Vivir.
ra le richieste avanzate ai governanti spagnoli anche quella diattivare un piano nazionale per le adozioni e di impedire chedenaro pubblico finisca per finanziare iniziative volte a
diffondere la cultura che attenta alla vita in ogni sua fase. I corteidi domenica si sono svolti pacificamente, salvo l’intervento dicinque militanti delle Femen, il noto gruppo di attiviste pronte atutto per un’inquadratura tv, una delle quali portava scritto sulproprio corpo lo slogan «L’aborto è sacro». La marcia ha vistoanche la partecipazione a distanza di spagnoli residentiall’estero, che si sono radunati di fronte alle ambasciate in Perù,Argentina, Ecuador, Costa Rica, Porto Rico e Svizzera.
Lorenzo Schoepflin© RIPRODUZIONE RISERVATA
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A Bologna il Festivaltargato Scienza & vita
rte, filosofia e scienza a confronto.Il Festival di Scienza & Vita «La vi-ta non è sola» (Bologna, 30 no-
vembre e 1 dicembre 2013) sarà pre-sentato domani a Roma. La prima e-dizione della manifestazione si pro-pone come uno spazio culturale einformale in cui declinare attraverso ilinguaggi dell’arte, della letteratura, del-la filosofia e della scienza, temi qualipaternità e maternità, amicizia e amo-re, convivenza sociale e politica, scien-za e biopolitica. Alla conferenza stam-pa interverranno Paola Ricci Sindoni eDomenico Coviello, presidente e co-presidente nazionali dell’associazione,Massimo Gandolfini, vicepresidentenazionale, Davide Rondoni, direttoreartistico del Festival. (Em.Vi.)
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Crema da dieci anni, per «aiutare chiè proiettato verso la morte a vivereserenamente questo passaggio della
vita». Il 28 novembre 2003 Lucia Pratesic’era. E c’erano anche Luciano Orsi,primo responsabile dell’Unità di curepalliative presso l’ospedale di Crema, cosìcome il familiare di un malato terminale,Guido Torriani: ecco i fondatoridell’Associazione cremasca di curepalliative «Alfio Privitera» onlus. Unorganismo nato per assistere l’hospice,gestito dalla Fondazione benefattoricremaschi, e l’ospedale stesso, che erogainvece le «amorevoli» cure con assistenzaprevalentemente domiciliare. «Conqueste due realtà, su nostro impulsoabbiamo costituito a livello localeun’unica rete di cure palliative, chegarantisse più efficienza rispetto al
passato. Così, siamo entrati a far partedella federazione nazionale». LuigiMassaglia, vicepresidentedell’associazione, spiega la cifra delsodalizio: «Semplicità di gestione. Nelsenso che, per mettere a bilancio nuoviacquisti, le due strutture hanno un itermolto lungo. Così, spesso, attrezzi emacchinari li compriamo noi, per poidonarli a ospedale e hospice». Semplicità,certo. Ma anche trasparenza. Pratesi, findall’inizio tesoriera dell’associazione, ilbilancio lo rendiconta al centesimo. «Econ le 1409 preferenze del 2012 –
considera – quanto a 5x1000 siamo laprima associazione del cremasco».Eppure la vera ricchezza della onlus ècostituita volontari. «Siamo 58 – spiegaLuciella Campi, la loro coordinatrice –ripartiti quattro gruppi»: hospice,segreteria Unità operativa di curepalliative, segreteria in associazione edeventi, scuole. Già, perché «c’è chi èchiamato ad ascoltare gli ammalati congli occhi e col cuore, chi a far conoscerel’associazione sul territorio, e chi adiffondere la cultura delle cure palliativenelle scuole. E poi c’è chi si occupa dicose più pratiche». Tanti strumenti,insomma, ma un’unica armonia. Quellache canta «la bellezza della vita –scandisce il presidente Ermete Aiello – edell’amore per il prossimo».
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A Compie dieci anni a Cremal’associazione nata per aiutarechi è colpito da mali incurabiliL’impegno accanto ai familiari
Cure palliative, la mano aperta dei volontari Giovedì,21 novembre 2013
In 46 cittàmanifestazioni in piazza perreclamare dalgoverno del premierpopolare la svolta«pro life» promessa in campagnaelettorale ma cheancora non si è vista
unedì, in tre ore di diretta streaming, sonostati raccolti oltre 53mila dollari. È il risultatodel primo Telethon (per definizione unamaratona televisiva che serve a finanziare laricerca, quindi a curare malattie e salvare vite)a favore dell’aborto. Intitolato «Clear Eyes,
Full Hearts, Can Choose» («Sguardo chiaro, cuoripieni, possono scegliere», riadattamento del mottousato in una nota serie tv sul football), è stato messoin piedi a New York dall’organizzazione prochoiceNaral, con il sostegno delle cliniche abortiste, perraccogliere fondi a favore delle associazioni chefinanziano l’aborto in Texas. Ovvero lo Stato in cuida mesi il dibattito sull’interruzione di gravidanza èmolto acceso. Giusto martedì la Corte Supremadegli Stati Uniti s’è espressa con un verdetto che hasorpreso molti.
l giorno dopo la maratona, con cinque voti controquattro, i giudici hanno infatti respinto il ricorsopresentato dalla rete di cliniche abortiste Planned
Parenthood contro la legge firmata a luglio dalgovernatore texano Rick Perry. In particolare,cliniche e associazioni contestavano i nuovi requisitiresi obbligatori per poter offrire il servizio, chehanno già fatto chiudere molte strutture: che imedici operanti possiedano la facoltà speciale(chiamata admitting privilege, una sorta diconvenzione formale) di poter usufruire, in caso di
necessità, di un ospedale a un massimo di 30miglia, e che le strutture dove si praticano abortirispettino gli stessi standard delle altre. La battagliasi riaprirà però a gennaio, quando una corted’appello a New Orleans ascolterà le parti in unricorso simile.
ntanto, come hanno annunciato durante iltelethon, fra sei mesi arriverà un sito che"inchioderà" chiunque in politica si opponga al
diritto di abortire in Texas. A suo favore, lunedì, sisono invece schierati volti noti (padroni di casa duecomiche, ospiti cast di serie tv, e pure un cuoco-star).Lo show ha incassato via Twitter anche il sostegnodi Wendy Davis, democratica che ha annunciato lasua corsa a governatore dello Stato nel 2014,diventata famosa per aver parlato al Senato del Texas10 ore di fila con lo scopo di fare ostruzionismo allalegge. Fra i diversi interventi, sul seguitissimo sito
Daily Beast, con la testatina «Guerre culturali», SallyKohn – commentatrice liberal, clintoniana di ferro(nel senso di Hillary) e attivista a favore dell’aborto– ha spiegato la sua partecipazione all’evento. Per ilTexas, «terra di Jane Roe»: pseudonimo della donnache ha prestato il nome alla «Roe vs Wade», lasentenza che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti.Per «il diritto delle donne di controllare il propriocorpo», per «ridere e sentirsi potenti» invece chearrabbiate.
, alla maratona online, di risate se ne sonosentite, condivise soprattutto da chi ha in amoremetafore anatomiche ed è poco schizzinoso.
Così, ad esempio, l’effige dell’animale simbolo delloStato (il longhorn) è stato sostituito da un profilosimile fatto da un utero con le ovaie al posto dellecorna, e sul palco è stato messo all’asta unassorbente. A cantare la canzone-inno della serata èstata la stessa autrice, Leslie Gore, con la sua Youdon’t own me: «Io non ti appartengo, non cercare dicambiarmi in alcun modo, non trattenermi perchénon mi fermerò... Sono felice e amo essere libera divivere la vita come voglio». Che l’avesse scritta a 17anni per un fidanzatino geloso, in una lieve esognante fase prefemminista fatta di gonnelle aruota (e ben prima di dichiararsi gay), conta poco: èil riadattamento liberal, bellezza.
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Texas, per l’aborto maratona in tivùIn onda negli Usa uno show per la raccoltadi fondi, sul modello di Telethon, conl’obiettivo di dar battaglia alla legge texanache limita il ricorso all’interruzione digravidanza. Intanto però la Corte supremaUsa respinge il ricorso contro la norma
recento studenti italiani celebreran-no a Strasburgo la Giornata mon-diale dell’infanzia e l’anniversario
della Dichiarazione universale dei di-ritti del fanciullo. Sono i vincitori delconcorso «Uno di noi, la persona u-mana nel cuore dell’Europa», propostodal Movimento per la vita nello scorsoanno scolastico e al quale hanno par-tecipato diecimila ragazzi di tutte le re-gioni italiane. Con questa XXVII edi-zione salgono a 900mila i giovani chehanno preso parta all’iniziativa dal1987 ad oggi. Ieri i giovani hanno da-to vita 30, nell’emiciclo del Consigliod’Europa alla simulazione di una se-duta parlamentare con tanto di discus-sione, mozioni e votazione di un do-cumento finale, sui temi del concorso.Il testo sarà poi consegnato alle istitu-zioni europee e nazionali e alle scuole.Oggi l’incontro col presidente del Par-tito popolare europeo, Joseph Daul, econ l’europarlamentare Carlo Casini.
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StrasburgoArriva la vocedegli studenti