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Anno VI - N. 2 - Giugno 2001 1 NOTIZIARIO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI NUTRIZIONE UMANA Il b Il b oll et et t ino ino S. S.I.N.U. Numerose ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni hanno dimostrato come l'invecchiamen- to e le molte patologie dismeta- boliche ad esso correlate (obe- sità, aterosclerosi, dislipidemie, ipertensione, diabete, tumori, ecc.) possono essere combattute e prevenute conformandosi a nuovi stili di vita che consentano di mantenere il controllo ponde- rale e che comprendano un ade- guato esercizio fisico, la riduzio- ne degli stati ansiogeni e dello stress e soprattutto un corretto regime alimentare basato su una dieta bilanciata e completa nel- l'apporto di tutti i nutrienti essen- ziali. La conoscenza delle correlazioni metaboliche e dei meccanismi molecolari, comuni all'avanzare dell'invecchiamento e all'instau- rarsi delle molte patologie disme- taboliche ad esso correlate, può fornire le basi per un corretto in- tervento preventivo. Le membrane cellulari hanno un ruolo di primaria importanza nel mantenimento dell'integrità cel- lulare e svolgono diverse impor- tanti funzioni biologiche: influen- zano le vie metaboliche con- trollando il flusso di substrati, co- fattori, ioni, ecc. da un comparti- mento all'altro, partecipano al processo di riconoscimento tra cellule e cellula, al mantenimen- to della forma delle cellule ed al- la trasduzione del segnale ormo- nale. La funzionalità delle mem- brane dipende dalla loro compo- sizione ed è quindi influenzata sia da fattori generici che comporta- mentali. Tutte le membrane biologiche so- no costituite da lipidi, proteine e da modeste quantità di carboi- drati. La componente lipidica è la mag- giore responsabile del grado di fluidità delle membrane. Le membrane sono composte per il 40-80% da lipidi soprattutto in forma di fosfolipidi. I fosfolipidi di membrana sono molteplici perché ogni fosfolipide contiene due acidi grassi che possono va- riare per il numero d'atomi di car- bonio e per il grado d'insaturazio- ne. Gli acidi grassi sono classificati, in base al numero di doppi legami, in: saturi (SAFA), monoinsaturi (MUFA) e poliinsa- turi (PUFA). I PUFA vengono suddivisi in quattro serie in base alla posizione del doppio legame contato dall'estremità metil-ter- minale della catena dell'acido grasso (w). Le desaturasi presen- ti nel nostro organismo sono in grado di sintetizzare unicamente i capostipiti delle serie w 7 e w 9. L'acido linoleico (w 6) e l'acido li- nolenico (w 3) sono pertanto aci- di grassi essenziali (AGE). Grazie all'azione combinata di elongasi e desaturasi, i capostipiti delle quattro serie possono essere tra- sformati in acidi grassi a più ele- vato grado d'insaturazione (fino a sei doppi legami). La fluidità degli acidi grassi e dei lipidi che li contengono è inversamente pro- porzionale alla lunghezza delle catene, e, direttamente propor- zionale al grado di insaturazione. La composizione in acidi grassi dei fosfolipidi è determinante per la costituzione di un microintor- no con un grado di fluidità tale da permettere la corretta funziona- lità delle proteine presenti nelle membrane biologiche. Fattori che influenzano la fluidità delle membrane: 1. Dieta La composizione in acidi grassi dei fosfolipidi di membrana è in- fluenzata sia da fattori genetici che comportamentali, e tra que- sti, il fattore più importante è si- curamente la dieta; infatti, la composizione delle membrane ri- flette la composizione dei lipidi assunti con la dieta. La composi- zione delle membrane si modifi- ca in alcune condizioni patologi- che (es. malattie cardiovascolari, diabete, obesità e invecchiamen- to) in seguito alla riduzione del- Attualità in Nutrizione FLUIDITÀ DI MEMBRANA, SCELTE ALIMENTARI, INVECCHIAMENTO E OBESITÀ FLUIDITÀ DI MEMBRANA, SCELTE ALIMENTARI, INVECCHIAMENTO E OBESITÀ

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Anno VI - N. 2 - Giugno 2001

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NOTIZIARIO DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI NUTRIZIONE UMANA

Il bIl boolllletetttino ino S.S.II..NN..UU..

Numerose ricerche scientifichecondotte negli ultimi anni hannodimostrato come l'invecchiamen-to e le molte patologie dismeta-boliche ad esso correlate (obe-sità, aterosclerosi, dislipidemie,ipertensione, diabete, tumori,ecc.) possono essere combattutee prevenute conformandosi anuovi stili di vita che consentanodi mantenere il controllo ponde-rale e che comprendano un ade-guato esercizio fisico, la riduzio-ne degli stati ansiogeni e dellostress e soprattutto un correttoregime alimentare basato su unadieta bilanciata e completa nel-l'apporto di tutti i nutrienti essen-ziali.La conoscenza delle correlazionimetaboliche e dei meccanismimolecolari, comuni all'avanzaredell'invecchiamento e all'instau-rarsi delle molte patologie disme-taboliche ad esso correlate, puòfornire le basi per un corretto in-tervento preventivo.Le membrane cellulari hanno unruolo di primaria importanza nelmantenimento dell'integrità cel-lulare e svolgono diverse impor-tanti funzioni biologiche: influen-zano le vie metaboliche con-trollando il flusso di substrati, co-fattori, ioni, ecc. da un comparti-mento all'altro, partecipano alprocesso di riconoscimento tra

cellule e cellula, al mantenimen-to della forma delle cellule ed al-la trasduzione del segnale ormo-nale. La funzionalità delle mem-brane dipende dalla loro compo-sizione ed è quindi influenzata siada fattori generici che comporta-mentali.Tutte le membrane biologiche so-no costituite da lipidi, proteine eda modeste quantità di carboi-drati.La componente lipidica è la mag-giore responsabile del grado difluidità delle membrane. Lemembrane sono composte per il40-80% da lipidi soprattutto informa di fosfolipidi. I fosfolipididi membrana sono moltepliciperché ogni fosfolipide contienedue acidi grassi che possono va-riare per il numero d'atomi di car-bonio e per il grado d'insaturazio-ne. Gli acidi grassi sonoclassificati, in base al numero didoppi legami, in: saturi (SAFA),monoinsaturi (MUFA) e poliinsa-turi (PUFA). I PUFA vengonosuddivisi in quattro serie in basealla posizione del doppio legamecontato dall'estremità metil-ter-minale della catena dell'acidograsso (w). Le desaturasi presen-ti nel nostro organismo sono ingrado di sintetizzare unicamentei capostipiti delle serie w 7 e w 9.L'acido linoleico (w 6) e l'acido li-

nolenico (w 3) sono pertanto aci-di grassi essenziali (AGE). Grazieall'azione combinata di elongasie desaturasi, i capostipiti dellequattro serie possono essere tra-sformati in acidi grassi a più ele-vato grado d'insaturazione (finoa sei doppi legami). La fluiditàdegli acidi grassi e dei lipidi che licontengono è inversamente pro-porzionale alla lunghezza dellecatene, e, direttamente propor-zionale al grado di insaturazione.La composizione in acidi grassidei fosfolipidi è determinante perla costituzione di un microintor-no con un grado di fluidità tale dapermettere la corretta funziona-lità delle proteine presenti nellemembrane biologiche.

Fattori che influenzano la

fluidità delle membrane:

1. Dieta

La composizione in acidi grassidei fosfolipidi di membrana è in-fluenzata sia da fattori geneticiche comportamentali, e tra que-sti, il fattore più importante è si-curamente la dieta; infatti, lacomposizione delle membrane ri-flette la composizione dei lipidiassunti con la dieta. La composi-zione delle membrane si modifi-ca in alcune condizioni patologi-che (es. malattie cardiovascolari,diabete, obesità e invecchiamen-to) in seguito alla riduzione del-

Attualità in Nutrizione

FLUIDITÀ DI MEMBRANA, SCELTE ALIMENTARI,INVECCHIAMENTO E OBESITÀ

FLUIDITÀ DI MEMBRANA, SCELTE ALIMENTARI,INVECCHIAMENTO E OBESITÀ

l'attività delle desaturasi e all'au-mento della colesterolemia. Il co-lesterolo è normalmente presen-te in modeste quantità nellemembrane dove ha un effetto sta-bilizzante. L'aumento del conte-nuto in colesterolo e la riduzionedel contenuto in acidi grassi adelevato grado di insaturazione sitraducono quindi in un irrigidi-mento delle membrane.

2. Perossidazione

La perossidazione dei PUFA, pro-mossa dai radicali liberi, determi-na una progressiva diminuzionedella fluidità delle membrane.I radicali liberi sono molecole oframmenti molecolari contenentiuno o più elettroni spaiati negliorbitali esterni; essi pertanto ten-dono a reagire con le più svariatemolecole con cui possono venirea contatto per sottrarre ad essegli elettroni di cui necessitanoper completare i propri orbitali.Di particolare interesse biologicosono i radicali liberi dell'ossigenoche si formano in seguito alla ri-duzione univalente dell'ossigenomolecolare.L'accumulo nel tempo dei dannidovuti ai processi perossidativiinnescati dai radicali liberi deter-mina un progressivo irrigidimen-to di tutte le membrane biologi-che a cui si associa una pro-gressiva riduzione della funzio-nalità delle stesse. Questi cam-biamenti nella funzionalità dellemembrane determinano modifi-cazioni del metabolismo cellula-

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re che favoriscono l'insorgenzadelle patologie dismetabolichecorrelate all'invecchiamento,nonché l'insorgenza nel tempodel sovrappeso e dell'obesità.

3. Resistenza all'insulina

L'attività dei recettori presentinelle membrane può essere in-fluenzata dalla composizione inacidi grassi dei fosfolipidi dellemembrane e in particolare dal lo-ro contenuto in AGE. Numerosistudi condotti sia su animali dalaboratorio che sull'uomo hannodimostrato che l'aumento delcontenuto dei PUFA a elevatogrado di insaturazione della seriew 3 nelle membrane si associa adun aumento della fluidità dellemembrane, del numero dei recet-tori per l'insulina e dell'azionedell'insulina, mentre l'arricchi-mento in acidi grassi saturi deter-mina l'effetto opposto. Il giustogrado di fluidità delle membranefavorisce la protrusione del re-cettore facilitando l'interazioneinsulina-recettore, viceversa l'ir-rigidimento delle membrane de-termina l'intrappolamento del re-cettore nei fosfolipidi limitandola sua interazione con l'insulina.La resistenza periferica all'insuli-na, dovuta alla riduzione dell'atti-vità dei recettori insulinici loca-lizzati sulle membrane dellecellule muscolari, determina uninnalzamento della glicemia edell'insulinemia. L'iperinsuline-mia determina, a sua volta, a li-vello epatico un aumento dellasintesi di acidi grassi saturi e dicolesterolo e, di conseguenza, unaumento della sintesi di trigliceri-di e di lipoproteine a bassissimadensità (VLDL). L'innalzamentodei livelli plasmatici di VLDL in-duce sia un aumento del depositodi lipidi negli adipociti (obesità)sia un'ulteriore incorporazione diacidi grassi saturi e di colesterolonelle membrane cellulari che ten-

dono pertanto ad irrigidirsi ulte-riormente (aterosclerosi).

4. Prevenzione dietetica

Le abitudini alimentari influenza-no notevolmente la funzionalitàdelle membrane biologiche. Èpossibile rallentare la progressi-va riduzione della funzionalitàdelle membrane associata all'a-vanzare dell'invecchiamento e/oal sovrappeso ricorrendo a dietee/o integrazioni alimentari mirateal mantenimento del normalegrado di fluidità delle membrane.Alla luce di quanto esposto finorai fattori che influenzano la flui-dità delle membrane e che sonocorrelati alle abitudini alimentarisono i seguenti:1. Rapporto tra acidi grassi po-liinsaturi e saturi.2. Rapporto tra colesterolo e fo-sfolipidi.3. Perossidazione promossa dairadicali liberi dell'ossigeno.Una dieta bilanciata nei nutrientiprincipali e che fornisce un ade-guato apporto dei nutrienti es-senziali è la base per un correttointervento preventivo. Per i nu-trienti principali è fondamentalenon solo una corretta ripartizio-ne quantitativa, ma anche un'op-portuna composizione qualitati-va. Per quanto riguarda i lipidi ènecessario limitare l'apporto diacidi grassi saturi e di colesteroloe introdurre almeno 5-6 g/die diacidi grassi poliinsaturi, possibil-mente ad elevato grado di insatu-razione per ovviare all'eventualeriduzione dell'attività desaturasi-ca. Tra i condimenti, quelli parti-colarmente ricchi di PUFA sonogli oli estratti dai semi vegetali(soprattutto w 6), mentre tra glialimenti è il pesce il principaleapportatore di PUFA ad elevatogrado di insaturazione (soprat-tutto w 3). È preferibile utilizzaregli oli di semi a crudo poiché iPUFA sono facilmente degradati

Direttore Scientfico:Gianni Tomassi

Direttore Responsabile: Giovanni B. Giudice

Reg. Trib. Milano 121 del 26-2-1996

Direzione e Redazione: Via Emilio De Marchi, 8 - 20125 MilanoTel. 02.66985042 - Fax 02.66985042

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difese antiossidanti, quella che livede divisi in “endogeni” ed “eso-geni” ha un significato particolar-mente chiaro da un punto di vistanutrizionale. Gli antiossidanti en-dogeni sono sistemi enzimatici(superossido dismutasi, catalasi,glutatione perossidasi) o moleco-le chelanti i metalli (albumina,transferrina, ferritina, cerulopla-smina, ecc.) sintetizzati dall'orga-nismo umano; gli antiossidantiesogeni sono molecole che nonsono biosintetizzabili dall'uomo,e pertanto devono essere intro-dotte preformate con la dieta. Laquantità di antiossidanti endoge-ni a disposizione dell'organismoappare geneticamente codificata,e quindi specie, tessuto, ed indi-viduo-specifica e, sebbene si ipo-tizzi sia possibile indurre la mag-giore sintesi di alcune di questemolecole tramite interventi nutri-zionali (quali ad esempio il mode-rato aumento dell'apporto dellaquota alimentare di selenio perstimolare la sintesi e/o attivitàdell'enzima glutatione perossida-si, che è, in alcune sue isoforme,selenio-dipendente) è evidenteche l'apporto di antiossidantiesogeni con la dieta rappresentaun fattore molto importante peril loro bilancio totale, e quindinella protezione dal danno ossi-dativo.Il normale regime alimentare

perossidativamente e il calore ac-celera i processi perossidativi.Per lo stesso motivo è consiglia-bile utilizzare ricette per cucina-re il pesce che non prevedano ilricorso a temperature elevate (noai fritti!). L'assunzione di PUFAdeve essere opportunamente bi-lanciata dall'apporto di antiossi-danti liposolubili, quali la vitami-na E (almeno 0,4 TocoferoloEquivalenti/g di PUFA).(L.A.R.N. ’97).La dieta deve essere ricca di ali-menti di origine vegetale che ap-portano molti nutrienti essenzialicon azione antiossidante, qualivitamina C, vitamina E, carote-noidi, bioflavonoidi (classe di so-stanze con differenti attività bio-

L'industria alimentare è alla co-stante ricerca di materie primenaturali dotate di proprietà fun-zionali da inserire come ingre-dienti nella preparazione di ali-menti, che consentano direndere l'etichetta degli stessi“pulita” da termini chimici. An-che da questo è nata la necessitàdi ricercare negli alimenti la pre-senza di “ingredienti bioattivi”:tra essi, un importante capitolodella nutrizione si apre parlandodi antiossidanti, ossia di quellemolecole in grado di preveniree/o ridurre i danni provocati dairadicali liberi, danni implicatinell'eziopatogenesi di alcunecondizioni cliniche e malattie de-generative, nonché dell'invec-chiamento cellulare.Sebbene l'organismo umano ab-bia sviluppato un efficiente ecomplesso sistema di difesa ver-so il danno ossidativo, possonocrearsi situazioni in cui esso nonè più sufficiente.Ciò può essere dovuto:• a situazioni in cui si ha una

maggiore produzione di specieradicaliche (esposizione ai raggisolari, fumo di sigaretta, intensaattività fisica, inquinamento,ecc.) (figura 1);• a riduzione delle difese antios-sidanti dell'organismo.In entrambi i casi, si viene a crea-re uno sbilanciamento tra i radi-cali prodotti e capacità di neutra-lizzarli da parte dell'organismo, equindi si instaura il “danno ossi-dativo”.Tra le varie classificazioni delle

ANTIOSSIDANTI NATURALI: UNA POSSIBILITÀDI PREVENZIONE A LIVELLO CARDIACO?

ANTIOSSIDANTI NATURALI: UNA POSSIBILITÀDI PREVENZIONE A LIVELLO CARDIACO?

logiche tra cui quella anti-ossidante) e sali minerali (Mg,Zn, Se, Cr, Va, ecc.). Negli alimen-ti di origine vegetale sono inoltrepresenti sostanze di natura terpe-nica (d-limonene, ß-ionone, ecc.)e sterolica (fitosteroli) che hannoun'azione ipecolesterolemizzanteprobabilmente perché sono ingrado di modulare l'attività dell'i-drossimetil-glutaril-CoA-redutta-si, l'enzima chiave della sintesiendogena del colesterolo.

Benvenuto Cestaro, Roberta Cazzola

Università degli Studi di MilanoDipartimento di Scienze

Precliniche “L.I.T.A. Vialba”– Sezione di Chimica Biologica e

Biochimica della Nutrizione

Figura 1 - Fattori in grado di determinare una iperproduzione di radicali liberi.

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contiene un gran numero di com-ponenti ad attività antiossidantecome la vitamina A, C, E ed il ß-carotene, i quali sono stati ogget-to di molti studi. Oltre questicomposti, nei vegetali e nellafrutta sono state individuate di-verse altre sostanze con potereantiossidante, tra cui i polifenoli(Dreosti, EI. 1996). A parte il lororuolo fisiologico nelle piante, ipolifenoli sono componenti im-portanti nella dieta umana: il li-vello di apporto dei polifenolinella dieta è considerevolmentealto se comparato a quello dellavitamina C (70 mg/giorno), vita-mina E (7-10 mg/giorno) e carote-noidi (ß-carotene, 2-3 mg/gior-no), essendo compreso in unintervallo di 50-800 mg/giorno.Tale valore dipende dal consumodi vegetali e di frutta e di specifi-che bevande come il vino rosso,il tè e la birra non filtrata. In par-ticolare il vino rosso e il tè con-tengono alti livelli di polifenolitotali.L'elevata concentrazione nelladieta umana di molecole antiossi-danti diverse da quelle che po-tremmo definire “tradizionali”, senon altro perché meglio cono-sciute, rende non procrastinabilevalutarne la reale efficacia pro-tettiva nei confronti dello stressossidativo. Nella valutazione del-l'effetto protettivo di un partico-lare antiossidante è importantevalutare quale sia, in termini di ti-po cellulare, la sua specificità diazione, allo scopo di poter indivi-duare in futuro, raccomandazionidietetiche “mirate” a seconda deltipo di tessuto che si ritiene piùopportuno proteggere. Inoltreuna valutazione biologica direttadell'efficacia di un antiossidanteè di estrema importanza, dal mo-mento che esso potrebbe avereeffetti protettivi elevati in un si-stema modello e/o in liposomi,ma scarsi o nulli sulla cellula.

In un recente studio (Bordoni A.et al., 2001) abbiamo valutatol'efficacia protettiva di un estrat-to di tè verde (GTE - green tea ex-tract) verso il danno ossidativo inuno specifico tipo di cellula, ilcardiomiocita. Il danno ossidati-vo è stato determinato sottopo-nendo le cellule in coltura ad anos-sia e successiva riossigenazione:è infatti noto che il danno ische-mico, e la conseguente anossia,determinano nei tessuti una seriedi alterazioni metaboliche che,paradossalmente, vengono esa-cerbate dalla riperfusione, e con-seguente riossigenazione, del tes-suto stesso, in un fenomenoconosciuto come “paradosso del-l'ossigeno”. La formazione di ra-dicali liberi pare avere grande im-portanza nella patogenesi deldanno da anossia/riossigenazio-

ne, che sembra in gran parte do-vuto ad una perossidazione dei li-pidi cellulari, con conseguentedanno di membrana e sofferenza,fino alla morte, cellulare. L'effet-to protettivo verso la lipoperossi-dazione dovuta ad anossia/riossi-genazione nella cellula cardiacada parte del tè verde è stato com-parato a quello di una nota mole-cola antiossidante, la vitamina E,che presenta una specificità diprotezione verso le strutture lipi-diche.I dati ottenuti hanno evidenziatoche l'effetto protettivo del tè ver-de verso la lipoperossidazioneconseguente ad anossia/riossige-nazione è estremamente signifi-cativo, e paragonabile a quellodell'a-tocoferolo, in particolarenella fase di anossia (figura 2).L'attività antiossidante delle ca-

Figura 2 - Entità della lipoperossidazione in cardiomiociti sottoposti ad anoressia e riperfusione in assenza o presenza di antiossidanti.

Le colture di cardiomiociti sono state sottoposte ad anossia per 2 ore e a successivariossigenazione per un'ora, in assenza o presenza di vitamina E o estratto di tè verde.L'entità della lipoperossidazione è stata valutata spettrofotometricamente alla lun-ghezza d'onda di 235 mm come grado di produzione di lipidi contenenti dieni coniuga-ti. I dati sono medie ± D.S. di 5 colture cellulari. L'analisi statistica è stata effettuatacon il test del t di Student, comparando i valori ottenuti in cellule normossiche vs peri valori ottenuti dopo anossia e dopo riperfusione, in assenza o presenza di antiossi-danti: ° p < 0.05; § p < 0.01; * p < 0.001.

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techine del tè è ormai assodata,ed è riconducibile all'azione discavenger di radicali liberi, di ini-bitori della formazione dell'ossi-geno singoletto, di quencher del-lo stesso e di inattivatori deimetalli proossidanti (Pokorny,1987). In generale, l'attività an-tiossidante delle catechine au-menta all'aumentare dei gruppiidrossilici; anche l'aumento delnumero di alchil-sostituenti au-menta la capacità antiossidante(Pokorny, 1987). Molti studi han-no correlato il potere antiossi-dante delle diverse catechine conla loro struttura chimica (Das ePereira, 1990; Shahidi e Wana-sundara, 1992). In accordo a que-sti dati la notevole efficacia pro-tettiva del GTE potrebbe esseremessa in relazione al suo altocontenuto in epigallocatechina

ed epigallocatechingallato, cheappaiono i maggiori componentidell'estratto utilizzato, da noianalizzato quali-quantitativamen-te mediante HPLC. In alternativa,la notevole attività antiossidantedel GTE è probabilmente dovutaall'effetto sinergico di tutti i com-ponenti più che al maggiore con-tenuto di una singola catechina,così come ipotizzato anche nellostudio di Halder e Bhaduri (1998)su globuli rossi umani.Ovviamente, il limite degli studisu colture cellulari è quello dinon fornire alcuna informazionesu digestione ed assorbimentodelle molecole testate, per cui so-no necessari studi “in vivo”, an-che a livello clinico, per confer-mare l'effetto protettivo del tèverde nell'uomo quando intro-dotti dieteticamente. Estratti di

LA VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONECORPOREA NEL SOGGETTO ANZIANO

LA VALUTAZIONE DELLA COMPOSIZIONECORPOREA NEL SOGGETTO ANZIANO

zione, contenuto di potassio,densità) sia la base dello studiodella composizione corporea se-condo il modello a due comparti-menti (figura 1) risulta che talemodello potrebbe essere inade-guato alla valutazione delle modi-ficazioni di composizione corpo-rea nell'invecchiamento.Sono stati quindi proposti modellipluricompartimentali basati sul-l'abbinamento di metodiche la

Molti studi sia trasversali chelongitudinali hanno dimostratocome l'invecchiamento si accom-pagni a particolari modificazionidella composizione corporea, inparticolare ad un declino dellamassa corporea magra e ad unaumento e ridistribuzione delgrasso corporeo.Il termine di massa corporea ma-gra comprende in realtà svariatecostituenti corporee (ad esempioa livello tessutale possiamo di-stinguere osso, muscolo, visceriecc.) che è opportuno considera-re separatamente. In particolaresono state rilevate diminuzionedella densità minerale ossea, va-riazioni di contenuto e della di-stribuzione dell'acqua totale cor-porea, aumentata variabilitàdell'idratazione della massa cor-porea magra, diminuzione dellamassa proteica e del contenutodi calcio e potassio.

La riduzione della densità mine-rale ossea (particolarmente nelledonne in post-menopausa) e l'au-mento del contenuto di acquacorporea totale possono determi-nare una diminuzione della den-sità della massa magra. Ricor-dando come la costanza dellecaratteristiche della FFM (idrata-

tè verde vengono oggi utilizzatidall'industria alimentare per fa-vorire la conservazione di alcunialimenti, ma è importante verifi-care se queste sostanze naturaliabbiano un reale impatto positi-vo non solo a livello dell'alimentostesso, ma anche di salute pubbli-ca. In particolare, poiché l'ische-mia miocardica rappresenta unadelle principali cause di mortenei paesi industrializzati, ognistrategia dietetica in grado diprevenirne l'insorgenza e/o di li-mitarne il danno a livello del tes-suto cardiaco rappresenta un im-portante passo nella relazionenutrizione-medicina preventiva.

Alessandra Bordoni, Cristina

Angeloni, Perluigi Biagi

Centro Ricerche sulla Nutrizione

Università di Bologna

Figura 1 - Composizione corporea - modello bicompartimentale.

cui finalità è quella di valutare se-paratamente le varie componentidella massa corporea magra.Molte delle conoscenze di cui di-sponiamo derivano da studi con-dotti con il modello a 4 comparti-menti (figura 2) in cui la densitàdella massa magra non viene as-sunta costante, ma viene deter-minata a partire dalla misura didue delle sue componenti: il con-tenuto di acqua (con diluizioneisotopica) e il contenuto di mine-rale osseo (con mineralometria).A livello clinico una metodicasempre più utilizzata è l'assorbi-mento di raggi x a doppia energia(DXA) (figura 3) anche se nonesistono ancora studi definitivi divalidazione nell'anziano.Dopo queste premesse di tipo

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metologico considereremo leinformazioni ad oggi disponibilisull'argomento. Molti studi han-no evidenziato una diminuzionedella massa corporea magra. Glistudi multicompartimentali han-no permesso di identificare lecomponenti che si modificano al-l'interno della FFM e che sonocostituite dall'acqua, dai visceri edalla massa muscolare. Molti stu-di hanno documentato una pro-gressiva diminuzione del conte-nuto di acqua corporea aprescindere dalle variazioni dipeso (nel senso di diminuzione)che possono verificarsi con l'età.La componente che si riduce èpresumibilmente quella intracel-lulare in base sia al fatto che leosservazioni sperimentali hanno

dimostrato nessuna variazione oaddirittura un aumento dellacomponente extracellulare, siaalla contemporanea diminuzionedimostrata a carico della massamuscolare.Nella tabella 1 è evidente come afronte di una modesta riduzionenella massa degli organi interni siverifichi una marcata diminuzio-ne della massa muscolare (sarco-penia) che è stata dimostrata instudi condotti con svariate meto-dologie. Nonostante questa dimi-nuzione della componente magradell'organismo spesso il pesocorporeo non cambia perché esi-ste un contemporaneo aumentodella componente adiposa sianell'uomo (a cui si riferisce la ta-bella 1) che nella donna, anziani.Tuttavia il dato più significativoin relazione al rischio di malattiariguarda la ridistribuzione delgrasso corporeo che aumentanella sua componente visceralecome è stato dimostrato tramitemisura delle aree adipose addo-minali condotta con risonanzamagnetica nucleare (figura 4).È significativo a questo riguardoricordare come dagli studi con-dotti sull'associazione tra fattoridi rischio per malattie cardiova-scolari e indici di adiposità nel-l'anziano non siano emerse cor-relazioni significative con l'indi-ce di massa corporea ma invececon alcuni indicatori di distribu-zione adiposa come la circonfe-renza della vita e il diametro ad-dominale sagittale.In conclusione i dati oggi dispo-nibili sulla composizione corpo-rea dell'anziano, ottenuti con mo-delli di studio pluricompa-rtimentali dimostrano:• una riduzione della massa cor-porea magra dovuta principal-mente alla riduzione della com-ponente muscolare e osseamentre la componente visceralesi riduce in modo meno marcato;

Figura 2 - Modello a 4 Compartimenti (densitometria + diluizione isotopica + minera-lometria) (da Baugartner et al, 1991).

Figura 3 - Modello a 3 compartimenti mediante assorbimento di raggi x a doppiaenergia (DXA).

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• l'acqua totale corporea si ridu-ce in modo indipendente dal pe-so a causa di una perdita preva-lente di acqua intracellulare;• l'adiposità aumenta con l'etàcon una ridistribuzione internadel grasso in entrambi i sessi;• la centralizzazione del grassoaumenta il rischio di malattiemetaboliche e cardiovascolari;• la circonferenza della vita ed ildiametro addominale sono cor-relati ai fattori di rischio cardio-vascolare nell'anziano indipen-dentemente dal BMI.In base alle conclusioni raggiun-te dal comitato di esperti su pe-so e composizione corporea del-l'anziano dell'International DietaryEnergy Consultative Group(IDECG, 2000) parte delle modi-ficazioni di adiposità e massamuscolare potrebbe essere nonuna conseguenza immutabiledell'età ma secondaria a varia-zioni dello stile di vita per cuiviene suggerito un aumento del-l'attività fisica al fine di attenua-re le suddette modificazioni.

Tabella 1 - Modificazioni della massa di organi e tessuti (espressa come %peso corporeo) nell'invecchiamento (modificato da Elia M., 1992)

Età

21 - 40

41 - 70

70 +

Visceri

5.7

5.9

5.3

Muscolo

42 - 45

34 - 40

27

Grasso

18 - 22

23 - 28

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Figura 4 - Varizioni nel contenuto di grasso viscerale addominale espresso come per-centuale dell’area totale addominale misurata con RMN.(modificato da Seidell JC et al., 1988)

Anna Tagliabue

Dip. di Scienze Sanitarie Applicate e psicocomportamentali - Università, Pavia

Degli oltre 600 carotenoidi identi-ficati nel regno vegetale, circauna quarantina sono presenti neinostri alimenti, dei quali una pic-cola parte passa la barriera inte-stinale.Questo assorbimento selettivo sitraduce nel dato che solo unaquindicina di essi o dei loro meta-boliti è reperibile nel plasma e neitessuti dell'uomo.I più rappresentati sono a e b ca-

rotene, luteina, zeaxantine, beta

criptoxantine e in particolare li-copene. Quest'ultimo è un pig-mento naturale sintetizzato da al-cune piante, che agisce assorben-do la luce nella fotosintesi proeg-gendole dalla fotosensibilizza-zione.

Il suo colore è rosso rubino e in-sieme all'a e al b carotene appar-tiene alla classe dei carotenoidiaciclici idrocarbonici con 11 dop-pi legami e non ha attività provi-taminica A.Il licopene ha richiamato l'atten-zione dei ricercatori dopo la se-gnalazione nel 1989 da parte diSiels e coll. della sua capacità invitro di “quenching” (smorzare)l'ossigeno in misura due voltemaggiore di quella del b carotene.L'attività protettiva dei carotenoi-di, già nota, è in parte attribuita alloro potere antiossidante e/o diquencher l'ossigeno “singlet” ini-bendone così gli effetti dannosi.Nei soggetti con alimentazionevegetariana è stato da tempo se-

gnalato un minor rischio di malat-tie cardiovascolari e di alcuni tu-mori, attribuito ad una migliorecondizione antiossidante rispettoagli onnivori, con tassi ematicipiù elevati di b carotene, vit. E,vit. C e di attività super-ossidodi-smutasica degli eritrociti.Già nel 1991 Peto e coll. avevanoavanzato l'ipotesi che la più im-portante provitamina A, il b caro-

tene, potesse avere di per sé un'a-zione protettiva antiossidantesenza esser trasformato in retinolo.Il licopene è presente soprattuttonel pomodoro e nei suoi prodottiche forniscono circa l'85% del suoconsumo totale. Il contenuto di li-copene e di trans-licopene varia aseconda dei vari tipi di pomodoroe di vegetali considerati (albicoc-che, papaia, cocomero, pompel-

ELOGIO DEL POMODOROELOGIO DEL POMODORO

Il bollettino S.I.N.U.

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mo). La perdita durante la prepa-razione dei cibi, ad es. la cottura,è risultata minima, la sua biodi-sponibilità può essere addiritturamigliorata dal riscaldamento edall'aggiunta di alcuni grassi.I singoli carotenoidi una volta li-berati dagli alimenti e solubilizza-ti nell'intestino, in presenza di ac.grassi e di ac. biliari coniugativengono assorbiti attraverso lecellule della mucosa e trasportatinel plasma dalle lipoproteine(LDL). La loro escrezione avvienesoprattutto con le feci.La semivita è stata valutata fra 12e 33 giorni a confronto con quelladel b carotene < 12 giorni.Si ritiene comunemente che i varicaroteni abbiano speciali funzio-ni nei diversi tessuti. Circa il lico-pene le concentrazioni maggiorisono state riscontrate nei testico-li, nelle surrenali e nel fegato.L'efficacia del licopene e di altricarotenoidi nella rimozione deiradicali liberi quali “scavenger” ospazzini ha indotto all'ipotesi diuna qualche loro utilità sia controalcune affezioni degenerativequali l'aterosclerosi sia per alcunitumori.Per quanto limitate sono interes-santi le ricerche sperimentali suitessuti animali o su culture di cel-lule cancerose umane, ad es. leu-cemiche, che hanno osservatouna qualche riduzione della lorocrescita o della trasformazionemaligna in presenza di licopene.Le ricerche epidemiologicheumane si sono finora limitate allagenerica segnalazione di unaqualche riduzione del rischio dialcuni tumori specie del tratto di-gestivo nei consumatori di vege-tali freschi, di frutta e di pesce.Dai recenti studi sui potenzialivantaggi dell'uso di alimenti ric-chi di licopene ricordiamo quelli,anche italiani, sui tumori dellaprostata, dell'esofago e dello sto-maco.

Le aree di maggior consumo dipomodoro sembrano le più adatteper queste ricerche.L. Kohlmeier negli USA studiandoil contenuto di licopene nel tessu-to adiposo di pazienti con infartomiocardico rispetto ai controlliha attribuito ai carotenoidi, spe-cie al licopene, un qualche valoreprotettivo, notizia ripresa dal Lan-cet dell'ottobre 1997. Era facileprevedere l'impatto di queste no-tizie sui consumatori e sulla co-siddetta dieta mediterranea, pizzacompresa.Su JAMA nel nov. 1997 R. Voelkeranalizzando i risultati di uno stu-dio multicentrico avvenuto sia inEuropa che negli USA circa i va-lori del licopene in soggetti con

infarto miocardico o no, afferma-va essere minore il rischio in quel-li con valori ematici di licopenepiù elevati.Dall'insieme dei dati della lettera-tura si trae tuttavia l'impressioneche ogni conclusione in proposi-to sia ancora prematura. L'opi-nione oggi più valida è peraltro,quella di considerarlo non a séstante, ma in funzione alle sue in-terazioni ed alla sua complemen-tarietà con altri fattori presentinella dieta.La necessità di ulteriori nuove ri-cerche è evidente.

Giorgio Maggioni

Socio Onorario SINU

bibliografia a disposizione dei richiedenti

MANGIAR BENE SENZA MASTICAREMANGIAR BENE SENZA MASTICARE

Nella società moderna assistia-mo ad una progressiva modifica-zione del concetto “salute”, chesempre più viene inteso comestato di benessere psico-fisico enon solamente come assenza dimalattia. Entrando in quest'ordi-ne di idee al medico viene chie-sto di occuparsi non soltanto de-gli aspetti diagnostici e tera-peutici, ma anche della globalequalità della vita del suo assistito.In odontoiatria i progressi tecni-ci e culturali degli ultimi vent'an-ni hanno prodotto, insieme allecampagne di prevenzione, unsensibile miglioramento dellecondizioni della salute orale del-la popolazione. Tutto questo sitraduce in una maggiore atten-zione degli utenti verso la pro-pria situazione odontoiatricacon un aumento delle richiestesotto il profilo quantitativo e so-prattutto qualitativo.In quest'ottica si inserisce la col-laborazione odontoiatra-nutri-zionista che si è instaurata all'U-niversità degli Studi di Pavia.

Nell'ambito di questo scambio èstato messo a punto un manuale(“Mangiar bene senza masticare”- C. Brusotti, S. Rizzo, A. Griziot-ti - Ed. Masson, 1999) che racco-glie una serie di diete bilanciatestudiate per gruppi di personeomogenee per età, sesso ed al-tezza, rivolto ai pazienti odon-toiatrici resi temporaneamenteinabili alla masticazione dalle te-rapie cruente o da patologie do-lorose del cavo orale.La funzione masticatoria, unadelle tre funzioni proprie dell'ap-parato stomatognatico, può es-sere compromessa da numerosifattori.Tra questi sono frequenti le diffi-coltà, anche temporanee, deter-minate dall'attività chirurgicadell'odontoiatria o da traumi delmassiccio facciale o da patologieascessuali che coinvolgono l'ap-parato stomatognatico. Ma devo-no essere tenute presenti anchele patologie che nell'anziano onel disabile impediscono una ria-bilitazione protesica funzionale,

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elementi dentari residui, ma an-che della protesi sostitutiva; inparticolare ciò avviene dopo gliinterventi di chirurgia preprote-sica, allorché l'estensione dellaferita chirurgica o le specifichecautele necessarie al buon de-corso postoperatorio consiglia-no di non ricorrere alla protesimobile per periodi di tempo va-riabili.Nel caso di riabilitazione protesi-ca mediante impianti è tassativa-mente proibito, nel protocolloBränemark, l'uso della protesiper almeno 15 giorni dopo l'in-tervento di posizionamento dellefixtures, ed è atteggiamento co-mune attendere quindi almenodue settimane prima di consenti-re al paziente di indossare la pro-tesi, che sarà opportunamentescaricata e ribasata con tissueconditioner. Queste precauzionisono determinate dall'esigenzadi evitare compressioni indesi-derate della ferita che possanocomprometterne la guarigione. Ènecessario, inoltre, evitare cheforze destabilizzanti si scarichi-no sugli impianti nella prima epiù delicata fase di osseointegra-zione che, infatti, deve avvenirein assenza di carico.I soggetti traumatizzati al distret-

to maxillofacciale sono spessotrattati con blocco intermascel-lare per periodi variabili di pa-recchie settimane, con evidenteimpossibilità di ricorrere adun'alimentazione tradizionale.Qualora i pazienti siano sottopo-sti ad interventi di chirurgiamaxillofacciale, sia di tipo onco-logico sia preprotesico, preim-plantologico ricostruttivo opreortodontico, l'entità dell'ede-ma postoperatorio è spesso taleda impedire per più giorni unafunzione masticatoria valida; du-rante il ricovero ospedaliero lanutrizione avviene tramite l'im-piego di preparati industriali se-miliquidi, ma durante la convale-scenza a casa il paziente èancora una volta privo di punti diriferimento.Situazioni di oggettiva difficoltàalla masticazione e spesso alladeglutizione si verificano in con-comitanza di ascessi odontogenidi ampie dimensioni caratteriz-zati da serramento infiammato-rio dei muscoli masticatori.Numerose patologie delle muco-se orali, come il pemfigo, l'erpan-gina, la “sindrome della boccache brucia”, l'aftosi maggiore ealtre, a causa dell'intensa sinto-matologia dolorosa, rendonoestremamente difficile l'alimen-tazione del paziente.In tutti questi casi ed ogni voltache per periodi di tempo piutto-sto prolungati il paziente debbaricorrere ad un'alimentazione li-quida o semiliquida, i consigli delsanitario curante si limitanospesso, in mancanza di una com-petenza specifica, ad un generi-co riferimento a creme o a passa-ti di verdura, lasciando lacomposizione della dieta allafantasia di chi si preoccupa dellapreparazione dei pasti.Avviene così che non solo il pa-ziente si trova ad affrontare il do-lore dell'intervento, il disagio

dell'edema, la depressione psi-cologica legata alla perdita deidenti, le limitazioni sociali impo-ste dalla situazione di edentulia,alla quale sono collegate le diffi-coltà nell'attendere alle normaliattività, ma deve subire anche ildisagio di un'alimentazione “pu-nitiva”, monotona, scarsamenteequilibrata, poco appetibile espesso insufficiente dal punto divista nutrizionale, con risvoltinegativi sia in senso psicologicosia in senso clinico.In ultima analisi questa situazio-ne finisce per demotivare il pa-ziente e comprometterne la col-laborazione.Nell'attività clinica il medico dibase, il geriatra e l'odontostoma-tologo si trovano ad affrontare iproblemi connessi con l'alimen-tazione in soggetti disabili perpatologie sistemiche o legate al-l'età senile.La riabilitazione protesica insoggetti disabili non collaboran-ti, così come in pazienti anzianinon autosufficinti, non può esse-re realizzata al meglio sia per ledifficoltà terapeutiche di ordinetecnico, sia per l'impossibilità dimantenere una corretta igieneorale: in questi casi i pazienti siritrovano in condizioni di eden-tulia con ovvie difficoltà e caren-ze nutrizionali alle quali non so-no fornite soluzioni nemmenopresso le strutture specializzatenell'assistenza, poiché questeproblematiche non sembrano fi-nora aver trovato l'attenzionenecessaria.Sulla base di queste valutazioniappare opportuno elaborare deimenu che, tenendo conto del-l'età e del sesso del paziente,possano fornire il giusto equili-brio nutrizionale attraverso unavarietà di piatti che, pur mante-nendo le caratteristiche della se-miliquidità, possano soddisfarealmeno in parte il palato e gratifi-

rendendo difficile la masticazio-ne e compromettendo così unacorretta alimentazione.Gli interventi chirurgici nel di-stretto orale sono spesso seguitida un decorso post-operatoriocaratterizzato da edema dei tes-suti molli e dolore, di vario gra-do, che sovente impediscono ilnormale svolgimento delle fun-zioni fisiologiche. A seconda del-la severità dell'edema, infatti, sipotranno verificare difficoltà diapertura della rima orale, impos-sibilità alla masticazione, diffi-coltà alla deglutizione.In taluni casi il paziente si trovaa essere privato non solo degli

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care il paziente almeno nel gu-sto.Per venire incontro al gusto delpaziente italiano si è cercato in-fine di ricorrere quanto più pos-sibile alla tradizione culinarianazionale e in particolare regio-nale, poiché la fantasia popolareha già spesso efficacemente ri-solto i problemi di appetibilità efattibilità dei piatti.La necessità di elaborare dellediete equilibrate per pazienti chenon possono introdurre alimentisolidi, ma per i quali non esiste(o non esiste più) l'indicazionead un'alimentazione con prodot-ti specifici per nutrizione entera-le, è sorta non solo per ridurre ildisagio dei pazienti ma soprat-tutto per mantenere in condizio-ni ottimali il loro stato nutrizio-nale e quindi il loro stato disalute.Lo stato nutrizionale viene com-promesso quando non vengonosoddisfatte le esigenze quantita-tive e qualitative in principi nu-tritivi a livello cellulare.È evidente che lo stato nutrizio-nale di tali pazienti non dipendesolo da ciò che mangiano dopol'intervento o dopo il trauma oquando si instaurano altre pato-logie che coinvolgono la funzio-ne masticatoria, ma soprattuttorappresenta il risultato delle lo-ro abitudini alimentari pregres-se. Tuttavia in questa particolarefase dello stato di salute è op-portuno non far mancare al pa-ziente la quota energetica neces-saria che, ricordiamo, è diversadal soggetto sano per le modifi-cazioni metaboliche indotte dal-lo stress.Le diete sono state elaboratenon per il singolo individuo maper gruppi omogenei di individuisuddivisi per sesso, per età (< 59anni < 60-74 anni) per altezza eper peso corporeo.Il fabbisogno calorico è stato

calcolato per il mantenimento dipesi teorici medi della popola-zione italiana, secondo le altez-ze medie della stessa popolazio-ne sulla base dei dati antro-pometrici dell'individuo di riferi-mento.L'attività fisica, che influenzanotevolmente il dispendio calo-rico totale, è stata considerata ditipo “leggero”.In tal modo sono stati identifica-ti sei gruppi di soggetti (tre peradulti e tre per anziani) per cia-scuno dei due sessi e il relativo

fabbisogno calorico.L'apporto proteico è stato calco-lato pari a 0,75-1 g/kg peso cor-poreo desiderabile. I lipidi dellediete rappresentano circa il 25-28% delle kcal totali.I glucidi, secondo le indicazioniLARN, costituiscono la quotaenergetica necessaria per porta-re a 100 la somma delle percen-tuali di kcal proteiche e lipidi-che. L'alcool è presente al massi-mo nella quantità accettabile di40 g/die.La composizione in nutrienti

La ben nota leggiadria delle Socie SINU trova conferma in questa fo-

to delle autrici dell'intervento e noi, di buon grado, la offriamo alla

ammirazione dei lettori! ... che nasca l'idea di un calendario SINU?!

Il bollettino S.I.N.U.

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delle singole diete è stata tradot-ta in piatti, con le relative gram-mature, costituenti la prima co-lazione, il pranzo, la cena edeventuali spuntini. Tutti gli ali-menti utilizzati non necessitanodella funzione masticatoria.Sono state elaborate delle possi-bili sostituzioni per ciascun piat-to, in modo tale da ottenere die-te equivalenti che consentanouna scelta variata ed equilibratadi menu da parte del paziente.Sono state anche calcolate dellepossibili sostituzioni del primo esecondo piatto del pranzo e del-la cena, con alcuni piatti unici dicomposizione nutrizionalmentesimile al pasto tradizionale,spesso utilizzati dalla popolazio-ne italiana.Alcuni piatti, unici e non, sonodi preparazione molto semplicee non richiedono nessuna spie-gazione per la loro esecuzione(salvo qualche indicazione).

Antonella Griziotti

Nutrizionista, Dipartimento di Chirurgia

Università di Pavia

Le sostituzioni più elaborate e ri-cercate (che sono state conside-rate nella speranza di acconten-tare anche i buongustai!) sonocorredate dalle relative spiega-zioni contenute nel ricettario inappendice.È ovvio che tutte le sostituzionidella dieta base non possono ri-specchiare una precisione mate-matica nella loro composizione,ma pensiamo che con una certavarietà di piatti nell'arco dei 7giorni, l'introduzione calorica ri-sulti accettabile sia quantitativa-mente sia qualitativamente.D'altra parte va anche conside-rato che non viene presentatauna serie di diete per il singolo,ma per gruppi di individui: cia-scun gruppo è rappresentato daun valore medio di altezze e dipesi corporei.Pur con i limiti che noi stessi ri-conosciamo e che per ragioni lo-gistiche non possono essere su-

perati, crediamo che questo la-voro rappresenti un valido aiutoper il paziente che per un perio-do più o meno lungo non può ali-mentarsi normalmente a causadella compromissione della fun-zione masticatoria.I pazienti cui in particolare è de-dicato questo lavoro sono quellisottoposti a terapie chirurgicheoromaxillofacciali, a terapie ria-bilitative implantologiche, a te-rapie maxillofacciali post-trau-matiche e ai pazienti affetti dapatologie del cavo orale o dellealtre vie digestive.

Silvana Rizzo

Odontostomatologa Dipartimento di

Discipline Odontostomatologiche

Università di Pavia

La SINU formulai migliori auguria tutti i Soci per le prossimevacanze

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testinale nonché alla loro abilitàdi colonizzare e moltiplicarsi nel-l'intestino.Ed allora grande busillis, dicia-mo noi, per il consumatore di-nanzi alle tante proposte che of-fre il mercato. Tra queste, infatti,bisognerà saper scegliere le piùidonee, quelle che meritano laqualifica di “Probiotico”.Il Relatore elenca, poi, i “vettori”,dei Probiotici tra i latti fermenta-ti tradizionali ed i preparati spe-ciali contenenti batteri lattici ebifido batteri di origine intestina-le. Prosegue toccando gli aspettitecnologici di preparazione deiProbiotici ed il loro comporta-mento “in vivo”. Precisa, infine, ildosaggio corretto di assunzioneche dovrebbe essere almeno:– Per usi alimentari: 50 Miliar-di/die.– Per usi terapeutici: 100-300 Mi-liardi/die.Con la chiarezza e la sobrietà chelo distingue Furio Brighenti, VicePresidente SINU e cattedraticodi Alimentazione e NutrizioneUmana della Università di Par-ma, ci ha, poi, intrattenuto suruolo e funzione di “Probiotici” e“Prebiotici”. Sui “Prebiotici” (so-stanze indigeribili di natura glu-cidica) ha ribadito le importantifunzioni di stimolo selettivo eser-

citato da queste sostanze sui variProbiotici ad essi compatibili.Ha comunicato, infine, come dauna corretta interazione tra Pre-biotici e Probiotici siano, tra l'al-tro, in fase di approfondimentoalcuni effetti migliorativi sull'as-sorbimento di Ca e Mg, una pos-sibile azione di riduzione sui li-velli ematici del Colesterolo e deiTrigliceridi, una possibile stimo-lazione sul sistema organico im-munitario.

G.B. Giudice

Il “tutto pieno” a Milano, il 6 apri-le scorso, nella spaziosa e moder-na Sala Riunioni del CNR. L'udi-torio – composto da soci SINU,giornalisti scientifici, dirigentidell'industria dietetica ed alimen-tare, insegnanti di disciplinescientifiche nelle scuole superio-ri – ha seguito, con notevole inte-resse le relazioni su «I Probiotici:lo stato dell'arte», convegno or-ganizzato dalla SINU sez. interre-gionale Liguria, Lombardia, Pie-monte.Furio Brighenti, Vice Presidentenazionale della SINU, ha aperto ilConvegno che Bruno Bottazzidell'Università Cattolica di Pia-cenza e grande esperto del setto-re, ha sapientemente moderato.Primo relatore Paolo Guerrierodel Centro Sperimentale del Lat-te di Zelo Buon Persico (Lodi).Ci ha ricordato come i microrga-nismi vivi, definibili “Probiotici”esercitino effetti benefici sullasalute dell'uomo, grazie alla loroazione equilibratrice sul microsi-stema intestinale. Ma, attenzione,non tutti con le stesse probabilitàdi successo! Chi più, chi meno,chi nulla (e non si chiamerà, allo-ra, Probiotico!). Ciò in base allecapacità delle singole specie disopravvivenza alla variabilità del-le condizioni del tratto gastro-in-

Convegni e Notizie

CONVEGNO SINU SUI PROBIOTICICONVEGNO SINU SUI PROBIOTICI

Nuova nomina nella Sez.

Interreg. Liguria-

Lombardia-Piemonte

Il 6 Aprile c.a. si è proceduto, insede assembleare, alla nominadel Coordinatore di sezione, se-condo le indicazioni del nuovoStatuto Societario. Ne è risulta-to eletto il Prof. Salvatore Ciap-pellano del DISTAM di Milano.Un cordiale augurio!Un saluto ed un ringraziamen-to, per l'ottimo lavoro svolto, alPresidente di sezione uscente,Prof. Costantino De Pasquale,al Segretario-Tesoriere Dott.Paolo Simonetti ed ai Consi-glieri tutti.

attende da regioni o gruppi interregionali notizie suattività di sezione da comunicare ai soci.

Il bIl boolllletetttino ino S.S.II..NN..UU..

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Iniziative

dall’industria a cura di Paola VirgiliiScientifiche e Culturali

PRIMA COLAZIONE E SALUTE - Studio presentato dai Professori: D'Amicis A., Pettinelli P., D'Acapito P., Mac-

cati F., Intorre F., Caldarone G., Giampietro M., Bellotti P.

L'adozione di abitudini alimentari corrette fin dai primi anni di vita, rappresenta un ben conosciuto fattore protetti-vo per la salute e una componente di non secondaria importanza nello sviluppo della migliore capacità di prestazio-ne sportiva negli atleti.A tal proposito è stata effettuata un'indagine su tutto il territorio nazionale. Indagine che rientra nell'ambito di unacollaborazione già operante, da alcuni anni, tra la Scuola dello Sport del CONI e la Kellogg Italia, con il contributo dialcune dietiste dell'ANDID.Da una prima analisi dei dati rilevati sulla frequenza di consumo della prima colazione – Su un campione di 4214 sog-getti di età compresa tra 11 e 14 anni (sedentari, attivi, sportivi) – emerge che la prima colazione viene consumatasolo dal 58-74% del panel di riferimento. Se per la maggior parte degli intervistati la prima colazione è sicuramenteuno dei pasti più importanti tuttavia, secondo i dati, essa è preferibilmente saltata. Ciò in particolare fra le femmine,presumibilmente per il desiderio di non ingrassare.Maggiore attenzione per la prima colazione è osservata da chi pratica sport in modo impegnato.Tutti gli adolescenti, sportivi e non, dovrebbero, viceversa, nutrirsi correttamente assumendo fin dal mattino ali-menti che possano garantire 1/4 dell'energia e 1/4 delle vitamine e dei minerali necessari al nostro corpo nell'arcodell'intera giornata. Ottimi i cereali, che sposano perfettamente latte, yogurt e frutta fresca.

IMPORTANZA DELL'INTEGRAZIONE CALCIO-VITAMINICA - Nell'evidenziare i ruoli che il Calcio svolge infisiologia umana (quali: influenze su battito cardiaco, contrazione muscolare, conduzione nervosa, coaugulazionesanguigna) fondamentale appare, come ben sappiamo, la sua importanza sul processo di mineralizzazione ossea.Elettiva, dunque, la sua indicazione nell'osteoporosi, nei disturbi da perdita del Calcio e nei disturbi del metabolismoosseo. Altrettanto importante il suo accoppiamento con la VitD3 definibile "il maggiore operatore della biodisponi-bilità del Calcio". Una adeguata attività fisica completerà il quadro del trattamento.In linea con i fabbisogni / die raccomandati dai LARN, appare, pertanto, soddisfacente l'integrazione, nella normaledieta, di una dose giornaliera di un preparato Whitehall composto da 600 mg di Calcio e 5 mcg di Vit. D.

PREMIO INTERNAZIONALE DANONE PER LA NUTRIZIONE 2001 - Ogni giorno nel mondo, numerose équi-pe di ricercatori lavorano con grande impegno per migliorare le conoscenze sui rapporti tra nurtrizione e salute. Ep-pure, sino a pochi anni fa, non esisteva alcun riconoscimento importante per ricompensare i progressi ottenuti inquesto campo e garantire i mezzi economici per continuare le ricerche. Per colmare questa lacuna Danone, con ilsupporto della "Fondation pour le Recherche Medicale" francese e degli esperti dell'Istituto Danone di tutto il mon-do ha istituito, nel 1997, il "Premio Internazionale Danone per la Nutrizione".Il premio, di 800.000 Franchi Francesi, è arrivato alla terza edizione e sarà assegnato ad un ricercatore il cui lavoronel campo della nutrizione abbia dato un importante contributo nei seguenti settori:- impatto della nutrizione nell'identificazione, nella diagnosi, nell'epidemiologia e nella prevenzione e/o trattamentodi malattie croniche, inclusa la malnutrizione;- ricerche nel campo della biologia genetica e molecolare che abbiano fatto luce sul ruolo della nutrizione nella sa-lute umana;- aspetti culturali, comportamentali, antropologici, sociali, economici, psicologici e tossilogici della nutrizione uma-na.Il processo di selezione ripercorre quello dei più noti premi internazionali, quale ad esempio il premio Nobel. A par-tire dall'anno che precede il premio, un Collegio di Nomina di oltre 400 esperti internazionali, coordinati da un Co-mitato Organizzatore, seleziona e segnala ricercatori di altissimo livello come candidati al premio. La rosa dei can-didati è poi sottoposta ad un Comitato di Preselezione composto da studiosi che rappresentano le diverse specialitànel campo della nutrizione e infine un'apposita Giuria designa il vincitore il cui nome, per l'anno 2001, sarà annun-ciato durante il 17° Congresso Internazionale di Nutrizione che si terrà a Vienna dal 27 al 31 Agosto.

I SEMIANRI DI STUDIO DEL CIRCEO - Se la classe medica, in generale, è istituzionalmente carente di nutri-zione umana, una encomiabile eccezione va, fortunatamente, riconosciuta ai pediatri.Nei loro studi di specializzazione è infatti curato, con la dovuta attenzione, questo aspetto cognitivo così delicato perla pediatria.A dar man forte a tale riconosciuta esigenza concorre, da anni, la Plasmon con una lodevole iniziativa, giunta alla suaXXI edizione: i Seminari di Studio del Circeo.

Il bollettino S.I.N.U.

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Gentili Soci SINU,Ho il piacere di comunicarVi diavere avuto incarico dal comitatointernazionale di ComposizioneCorporea di organizzare la 6a edi-zione del Congresso Internazio-nale, che per la prima volta siterrà in Italia.Il Congresso Internazionale diComposizione Corporea del2002, il sesto di una serie, in ordi-ne cronologico, per decisione delComitato Scientifico Internazio-nale si svolgerà a Villa Mondrago-ne "Tor Vergata", Roma (3, 4, 5 ot-tobre 2002). Il primo si è tenutonel 1986 alla Brookhaven Natio-nal Laboratory di New York.Il congresso avrà come temi lostato della ricerca nel settore, lametodologia, il disegno speri-mentale e l'applicazione dellostudio della composizione corpo-rea nelle diverse età così come ilconfronto di studi clinici che ri-guardano i cambiamenti di com-posizione corporea. Particolarerilievo sarà dato allo studio di po-polazioni, alla magrezza patologi-ca ed all'obesità ed ai loro cam-biamenti sia in terminidiagnostici che prognostici.Il congresso si articolerà in: lettu-re Magistrali, Simposi, Workshope Sessioni Poster. Tutto questoconsentirà un approccio diffe-renziato alle tematiche che ver-ranno trattate con incontri, con-

un supporto scientifico ed ope-

rativo, per la buona riuscita

del Congresso.

il Presidente del Congresso

Antonino De Lorenzo

Primo Annuncio Congressuale 2002

Una manifestazione riservata ai giovani pediatri, preferibilmente di base, nella quale viene dedicato largo spazio aiproblemi nutrizionali.Quest'anno, dal 5 al 9 giugno, per l'intervento di illustri docenti - e ne citiamo alcuni, quali i Proff. Agostoni, Burgio,Castello, Chiumello, Giovannini, Riva, Salvioli, Vierucci - i giovani ascolteranno ed interverranno in discussione, sul-le più recenti acquisizioni su: alimentazione del neonato pretermine, intolleranze alimentari, alimenti funzionali permamma e bambino, allattamento e divezzamento, sicurezza in alimentazione: l'Oasi Ecologica, ed altro ancora.La impeccabile organizzazione (complimenti a Paolo Ricci!) prevede, come ogni anno, la stampa degli Atti del Se-minario.La Plasmon, gentilmente, offrirà anche ai Soci SINU richiedenti, copia del Volume. Ovviamente bisognerà attenderealcuni mesi per la sua realizzazione. La richiesta dovrà essere fatta subito (con relativi recapiti), al Dott. Giudice, al-l'indirizzo della nostra redazione.

fronti, verifiche e nuove acquisi-zioni.A tale proposito mi rivolgo ai

Soci SINU più vicini a queste

tematiche, al fine di ottenere

Scientific Topics

New MethodologyBody Composition and StatisticSkeletal Muscle Mass - Measurement and BiologyCurrent concept and implication for clinical practiceBody Composition and developing countriesBody Composition changes in disease and HseropyBody Composition in childrenPharmacology and Body CompositionBody Composition and exercise

Round Table:

1. European populations: the validity of predicted body fat percent

from body mass index and from impedance.

2. Body composition during the puberty growth period: similarities

and differences between children of European countries.

3. Hydration Throughout Life

4. Osteporosis

5. Changes produced by microflora alteration: Action of Fiber and

Probiotics

International Scientific Committee:

BJ Allen AustraliaM Alpsten SwedenN.C. Battistini ItalyA. Boulier FranceA. De Lorenzo ItalyP Deurenberg NLM. Elia UKKJ Ellis USAF. Fidanza ItalyD. Gallagher USAD Glaros GreeceSB Heymsfield USA

J Kehayias USAH Lukaski USAS Mattsson SwedenRN Pierson Jr. USAJ Siedel NLOL Svendsen DenmarkG. Testolin ItalyM Van Loan USAR Ross CanadaS Ryde UKJ Wang USAS Yasumura USA

Il bollettino S.I.N.U.

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Si raccomanda ai Soci ove non abbiano già effettuato il pagamento della quota SINU perl'anno in corso,di provvedere (siamo già a metà anno!).Ricordiamo che la quota è di Lire 100.000, (mentre per i Soci al di sotto del 32° anno di etàè di Lire 50.000).

Opzioni di pagamento:

CON CONTO CORRENTE POSTALE

C/C POSTALE N. 43587203INTESTATO A: SINU (SOCIETÀ ITALIANA DI NUTRIZIONE UMANA - ONLUS) - SEDE LEGALE: VIA C.BATTISTI, 8 - 20122 MILANOIndicare causale del versamento (quota associativa per l'anno...) completa di nome e cognome del socio

CON BONIFICO BANCARIO

C.C. BANCARIO N. 15932/8INTESTATO A: SINU (SOCIETÀ ITALIANA DI NUTRIZIONE UMANA - ONLUS) - BANCA REGIONALEEUROPEA - AGENZIA N. 6, VIA AMPÉRE 15, 20100 MILANO - ABI 6906 - CAB 1606Indicare causale del versamento (quota associativa per l'anno...) completa di nome e cognome del socio

MODULO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO (da inviare alla SINU - Fax 06-5031592)

NOME COGNOME

DATA DI NASCITA

TIPO CARTA SI MASTER CARD VISA

N. CARTA

DATA SCADENZA /

IMPORTO Lit.

CAUSALE PAGAMENTO

DATA

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Messaggio ai Soci

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La SINU-ONLUS ed, in particolare, “Il Bollettino SINU” ringraziano i Soci Sostenitori:

La SINU-ONLUS ed, in particolare, “Il Bollettino SINU” ringraziano i Soci Sostenitori:

KELLOGG ITALIA S.P.A.

WHITEHALL ITALIA S.P.A.

NOVARTIS

Consumer Health S.p.A.

PLASMON D.A. s.R.L.

NESTLÉ ITALIANA S.P.A.

Corsi di aggiornamento

11-12 Luglio 2001

Master in Nutrizione Pediatrica IV Seminario clinica Pediatrica Osp.S. Paolo Università, Milanotel. 02 8155375ELITE communication srlvia Morimondo 2/5 tel. 02 4398102020143 Milano

Congressi

14-15 Giugno 2001

Food and Nutrition for better health- a European Conference: Highlightsfrom EC research programmesSanta Maria ImbaroINF: Studio Eventi & Congressitel. 08872713586fax 0872716525

8-12 Luglio 2001

4th European Conference on grainlegumesCracow, PolandINF: AEP Office in Paristel. +33 1 40694909fax +33 1 47235872E-mail: c. [email protected]

24-25 Agosto 2001

Annual Symposium of the EuropeanAcademy of Natural SciencesBudapest, HungarySegr. Org. Diamond Congress Ltdtel. +36 1 214 7701fax +36 1 201 2680E-mail [email protected]

27-31 Agosto 2001

17th International Congress of

NutritionViennaINF: Austropa Interconventiontel. +43 - 1 - 316 80 17fax +43 - 1 - 315 56 50E-mail:[email protected]

4-6 Ottobre 2001

Phytoestrogens in Food and BoneHealthINRA Versailles FranceINF: Annalisa Corsitel. +39 06 5032412fax +39 06 5031592I

8-10 Novembre 2001

X Convegno di studio sull’obesitàIX Corso Nazionale ADIObesità 2001: epidemiologia, clinicae managementOrvietoSegr. Org. Promeetingtel. 0763 344890fax 07630344880E-Mail: [email protected]

a cura di Anna Tagliabue

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