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DOSSIER SPUMANTI 8ª EDIZIONE Organo d’informazione dell’Unione Italiana Vini ...dal 1928 Registrazione Tribunale di Milano n. 1132 del 10/02/1949 Tariffa R.O.C.: Poste italiane spa, spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Stampa: Sigraf, Treviglio (Bergamo) - Associato all’Uspi, Unione Stampa Periodica Italiana. EDITRICE UNIONE ITALIANA VINI Sede: 20123 Milano, via San Vittore al Teatro 3, tel. 02 72 22 281, fax 02 86 62 26 Abbonamento per l’Italia: 120,00 euro (Iva assolta); 90,00 euro versione on-line (Iva inclusa); versione cartacea + on-line 150,00 euro - Una copia 5,00 euro, arretrati 6,00 euro - Area internet: www.corrierevinicolo.com ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA GENERALE DELLE ATTIVITÀ DEL CICLO ECONOMICO DEL SETTORE VITIVINICOLO CONTINUA A PAGINA 2 LA PROMOZIONE NON SI TOCCA MISURE ANTICRISI: PARLANO LE IMPRESE S iamo appena entrati nella “fase 2”, avvolti an- cora da una fitta nebbia su ciò che succederà nelle prossime settimane, ma con due sole certezze: che la liquidità promessa dal gover- no, di cui c’è un gran bisogno, dalle banche ancora sten- ta ad arrivare e l’on-trade, primo canale per importanza nella ripresa del mercato del vino, sarà l’ultimo settore economico a ripartire. In questo quadro, abbiamo vo- luto raccogliere le opinioni di alcuni imprenditori rap- presentativi di diverse realtà produttive del Paese, sulle misure messe in atto dal governo e le richieste avanzate dalla filiera per affrontare la crisi del settore. Il quadro che emerge è abbastanza chiaro e univoco, seppur con qualche sfumatura diversa: le intenzioni del governo sulla liquidità si stanno scontrando con banche e burocrazia, le misure di intervento sull’offerta (distil- lazione e vendemmia verde) potrebbero essere utili ma non strategiche perché l’unica vera risposta alla crisi si chiama “promozione”. Strumento che va ampliato e po- tenziato attraverso la flessibilità nella gestione delle mi- sure europee, possibilità di investire sul mercato interno, aumento della dotazione finanziaria a livello nazionale ed europeo, strategie collegate all’horeca e al turismo: queste le principali richieste che arrivano dalle imprese. Liquidità (che stenta ad arrivare) e misure di settore come distillazione e vendemmia verde sono, per tutti, provvedimenti tampone. La vera soluzione per tornare ad una reale sostenibilità del comparto passa solo attraverso il mercato e la promozione. Flessibilità delle misure, aumento dei fondi e nuove strategie per una alleanza organica con l’Horeca sono la priorità, nelle parole degli imprenditori BOLLICINE COVID-PROOF? I N P R I M O P I A N O ANNO 93 n. 15 LUNEDÌ 4 Maggio 2020 IL CORRIERE VINICOLO ON LINE GRATUITO PER TUTTI. VAI E REGISTRATI SU WWW.CORRIEREVINICOLO.COM e riceverai la nuova newsletter del giornale Alcune tipologie stanno calando, anche fortemente, mentre altre tengono e addirittura sembrano guadagnare. Lo spumante chiamato alla prova di maturità: vino da festa, aperitivo o every day wine? Sembra che proprio le restrizioni imposte dai lockdown stiano facendo chiarezza sulle reali abitudini e attitudini di consumo, con diversi scenari tra Italia ed estero, raccontati dai protagonisti, come La Marca, Moet & Chandon, Henkell-Freixenet, Ruffino, Cavit 4 da pag.

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D O S S I E R S P U M A N T I

8 ª E D I Z I O N E

O r g a n o d ’ i n f o r m a z i o n e d e l l ’ U n i o n e I t a l i a n a V i n i

. . . d a l 1 9 2 8

Registrazione Tribunale di Milano n. 1132 del 10/02/1949 Tariffa R.O.C.: Poste italiane spa, spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Stampa: Sigraf, Treviglio (Bergamo) - Associato all’Uspi, Unione Stampa Periodica Italiana.

EDITRICE UNIONE ITALIANA VINI Sede: 20123 Milano, via San Vittore al Teatro 3, tel. 02 72 22 281, fax 02 86 62 26 Abbonamento per l’Italia: 120,00 euro (Iva assolta); 90,00 euro versione on-line (Iva inclusa); versione cartacea + on-line 150,00 euro - Una copia 5,00 euro, arretrati 6,00 euro - Area internet: www.corrierevinicolo.com

ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA GENERALE DELLE ATTIVITÀ DEL CICLO ECONOMICO DEL SETTORE VITIVINICOLO

CONTINUA A PAGINA 2

LA PROMOZIONE NON SI TOCCAMISURE ANTICRISI: PARLANO LE IMPRESE

S iamo appena entrati nella “fase 2”, avvolti an-cora da una fitta nebbia su ciò che succederà nelle prossime settimane, ma con due sole certezze: che la liquidità promessa dal gover-

no, di cui c’è un gran bisogno, dalle banche ancora sten-ta ad arrivare e l’on-trade, primo canale per importanza nella ripresa del mercato del vino, sarà l’ultimo settore economico a ripartire. In questo quadro, abbiamo vo-

luto raccogliere le opinioni di alcuni imprenditori rap-presentativi di diverse realtà produttive del Paese, sulle misure messe in atto dal governo e le richieste avanzate dalla filiera per affrontare la crisi del settore.Il quadro che emerge è abbastanza chiaro e univoco, seppur con qualche sfumatura diversa: le intenzioni del governo sulla liquidità si stanno scontrando con banche e burocrazia, le misure di intervento sull’offerta (distil-

lazione e vendemmia verde) potrebbero essere utili ma non strategiche perché l’unica vera risposta alla crisi si chiama “promozione”. Strumento che va ampliato e po-tenziato attraverso la flessibilità nella gestione delle mi-sure europee, possibilità di investire sul mercato interno, aumento della dotazione finanziaria a livello nazionale ed europeo, strategie collegate all’horeca e al turismo: queste le principali richieste che arrivano dalle imprese.

Liquidità (che stenta ad arrivare) e misure di settore come distillazione e vendemmia verde sono, per tutti, provvedimenti tampone. La vera soluzione per tornare ad una reale sostenibilità del comparto passa solo

attraverso il mercato e la promozione. Flessibilità delle misure, aumento dei fondi e nuove strategieper una alleanza organica con l’Horeca sono la priorità, nelle parole degli imprenditori

BOLLICINE COVID-PROOF?

I N P R I M O P I A N OANNO 93

n. 15LUNEDÌ4 Maggio 2020

IL CORRIERE VINICOLO ON LINE GRATUITO PER TUTTI.

VAI E REGISTRATI SU WWW.CORRIEREVINICOLO.COMe riceverai la nuova newsletter del giornale

Alcune tipologie stanno calando, anche fortemente, mentre altre tengono e addirittura sembrano guadagnare. Lo spumante chiamato alla prova di maturità:

vino da festa, aperitivo o every day wine? Sembra che proprio le restrizioni imposte dai lockdown stiano facendo chiarezza sulle

reali abitudini e attitudini di consumo, con diversi scenari tra Italia ed estero, raccontatidai protagonisti, come La Marca, Moet & Chandon, Henkell-Freixenet, Ruffino, Cavit

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C O P E R T I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 20202

A s c o l t i a m o l e , partendo dalle “misure oriz-zontali” sulla liquidità, le

più attese dalle imprese, con Massimo Gianolli che oltre ad avere la responsabilità di una grande aziende dell’Amarone - La Collina dei Ciliegi, com-prensiva anche di ristorazione e accoglienza – è soprattutto un esperto di finanza, con com-petenze nel factoring e nell’as-sicurazione. “Devo, purtroppo, dire anche io che così non si va da nessuna parte – esordisce molto netto -. Ci stanno propo-nendo di saldare un debito con un altro debito, che non si sa se e quando arriverà, e comunque complicato da ottenere. Provve-dimenti come la distillazione e i fondi Ocm sono solo una parte di un problema più grande: bi-sogna sostenere chi ha chiuso i battenti, penso a ristorazione e accoglienza, o ha perso dal 90 al 100% del fatturato. Se di vero aiuto stiamo parlando, allora bi-sogna pensare o a finanziamen-ti a fondo perduto o, almeno, a tempi di restituzione lunghi anche 10 o 20 anni”. Il punto di partenza è chiaro, ma è solo il passaggio di un percorso più articolato. “Anche si riescano ad ottenere questi fondi, comun-que non basteranno, bisogna at-tivare altri strumenti, per capire come e dove si sta muovendo il mercato. Penso a piattafor-me, una l’abbiamo presentata proprio in questi giorni, www.italiariparte.info, attraverso le quali dare la possibilità alle aziende di accedere a prodotti e servizi finanziari, a consulenze e altri servizi utili a muoversi con sicurezza, su diversi fronti, in un futuro molto difficile. A li-vello bancario ci sono una serie di iniziative pronte, volendo già operative, da mettere in campo”. Strumenti e opzioni che si po-trebbero trasferire in termini di politica nazionale? “Certo, con Assifact (Associazione Italiana per il Factoring) stiamo lavo-rando al massimo per far com-prendere come il factoring e le garanzie siano strumenti utili per assistere tutte le aziende. Se ci muoviamo velocemente at-traverso questi canali si possono immettere sul mercato dai 50 agli 80 miliardi di euro in tem-po reale. Ma non sono solo io a dirlo, mi faccio portavoce di un pensiero finanziario che indivi-dua nell’assicurazione del credi-to a livello mondiale, insieme al factoring e alle garanzie statali, il percorso più veloce per dare una boccata d’ossigeno enorme al sistema e farlo preparare alla ripartenza. Chiaro che servono interventi normativi – conclude Gianolli - per agevolare le con-dizioni per l’assicurazione del credito e per proteggere e incen-

tivare l’utilizzo del factoring. Se snelliamo il processo di acquisi-zione, le aziende in regola con il fisco dovrebbero poter accedere ai fondi velocemente, e noi sa-remmo pronti già domani per questa opzione”.

Perché “i problemi di liquidità sono di prospettiva ma anche immediati - risponde, a distan-za, Valentino Di Campli nel doppio ruolo di presidente Con-sorzio tutela Vini d’Abruzzo e presidente della Cooperativa Codice Citra -, i primi interventi di sostegno sono stati indiriz-zati a risolvere queste difficol-tà, anche se in modo titubante e con il tradizionale approccio burocratico italiano, in pratica ancora non sono operativi e le aziende cominciano ad essere in difficoltà. Soprattutto i tem-pi di restituzione sono troppo brevi, mentre la sospensione delle attuali coperture finan-ziarie come mutui e rientri vari, invece che fino al 30 settembre doveva essere prorogata almeno per 12 mesi”. Questo per la si-tuazione finanziaria attuale, ma per le prossime mosse, legate al mercato e alla produzione? “Sul campo ci sono misure come la vendemmia verde parziale, che potrebbe essere utile ma deve essere gestita nell’ambito di una generale riduzione delle rese produttive, o la distillazio-ne, che però dovrebbe essere sostenuta da fondi straordina-ri. È vero che dobbiamo essere tempestivi ma sempre attenti, perché la situazione è in forte evoluzione e interventi di que-sto tipo devono essere ben pon-derati per non creare distrazioni di mercato immediate, penso ad esempio ai prezzi dello sfuso, e dovranno essere condizionati a una riduzione generale delle rese altrimenti non si avranno grandi risultati”. E, poi, le risor-se. “I fondi Ocm devono essere utilizzati per la promozione adottando tutte le misure per poterli spendere - conferma con decisione Di Campli - e vedo che si sta andando in questa direzione dando maggiore fles-sibilità sulle tempistiche per il mancato utilizzo delle quote o la possibilità di variare il mercato di riferimento”.

Rimanendo in ambito coope-rativo, dopo Codice Citra (3.000 soci, con il 60% del venduto all’estero e il 40% in Italia di cui il 90% in Gdo) passiamo a un’al-tra storica cooperativa del cen-tro Italia, la Gotto d’Oro di Ma-rino, ai Castelli Romani. Anche in questo caso le vendite sono al 90% nella grande distribu-zione italiana, con un’apertura all’online avviata con fortuna-ta tempestività in coincidenza con il lockdown. Il presidente della Gotto d’Oro, Luigi Capo-

ricci, sulle misure finanziarie è netto: “In realtà ancora non è stato fatto nulla, è tutto sulla carta tranne la moratoria dei mutui. Un reale contributo alla liquidità si sarebbe potuto dare, più che con un prestito, sospen-dendo per esempio fino a fine anno tutte le scadenze fiscali e contributive. Per un’azienda questo avrebbe significato un finanziamento immediato, li-quidità vera e utilizzabile, da restituire magari in 5 o 6 anni, e avremmo cominciato a respi-rare. Il rischio è che la garanzia dello Stato diventi un’occasio-ne per trasformare i debiti non garantiti chirografari in debi-ti garantiti, ma lo scopo non è questo: serve immettere liqui-dità presto per pagare fornitori, dipendenti e tutti i collabora-tori, nel segno della continuità. Ci sono poi problemi regionali, noi abbiamo due Psr finiti, con tutte le misure ammesse, e stia-mo aspettando il saldo, fondi che farebbero comodo ma che sono ancora bloccati”. Sulle mi-sure legate alla produzione e al mercato Caporicci ha una vi-sione legata ai valori fondanti dell’agricoltura: “La vendem-mia verde parziale, oltre a essere difficile da gestire, è comunque una distruzione di ricchezza. Auspicherei invece lo stoccag-gio privato, ampliando magari la possibilità di portare il taglio di annata al 30% rispetto al 15% attuale. Anche la distillazione è penalizzante, con le quotazioni previste oggi ci saranno molti che preferiranno mettere sul mercato vino a prezzi stracciati, innescando una guerra al ribas-so. Meglio sarebbe, forse, l’alcol per uso sanitario che, privo di accise, spunterebbe prezzi più interessanti. Ad ogni modo io sono per aspettare, anche per-ché bisogna vedere effettiva-mente che tipo di vendemmia sarà”. E se, guardando ai vigneti, si unisce al coro di chi chiede la reintroduzione dei voucher, tor-nando al mercato punta il dito, con fermezza, sulla promozione. “Qualsiasi misura si adotti deve essere finanziata con altre risor-se perché non va tolto un euro alla promozione. Dobbiamo guardare in prospettiva”.

Dal Lazio alla Toscana, spostan-do l’interesse sull’Horeca dove vende circa l’85% del prodotto, c’è la Carpineto, azienda con cinque tenute per 220 ettari vi-tati su 500 totali. Antonio Mario Zaccheo, fondatore dell’azienda insieme a Giovanni Carlo Sac-chet oltre 50 anni fa, di vendem-mie e di difficoltà ne ha viste nella sua vita. Forse anche per questo non usa mezzi termini per le misure finanziarie an-nunciate: “Ad oggi (fine aprile, ndr) credo i prestiti non siano arrivati a nessuno, per via della

burocrazia che è un vero proble-ma nazionale, al quale si somma la necessità di interfacciarsi con le norme bancarie, e comunque sono largamente insufficienti. Spostare il pagamento dei tri-buti di soli 60 giorni è inutile se consideriamo gli oltre due mesi di stop commerciale, l’unica mi-sura valida al momento è stato lo slittamento dei mutui in sca-denza entro il 20 settembre, ma anche qui sarebbe stato meglio procrastinare tutti quelli in sca-denza entro l’anno”. Insomma, attualmente le aziende si stan-no sostenendo da sole a livello economico, sul lato produzione e mercato invece Zaccheo intra-vede qualche proposta utile pur se collegata alle peculiarità del-le diverse situazioni produttive: “La vendemmia verde è una mi-sura congrua per alleggerire la produzione, ma dipende dalle zone. Se parliamo di Denomina-zioni dove già le rese sono basse e le produzioni quest’anno pro-babilmente non saranno così abbondanti, considerate alcune ‘sorprese’ meteorologiche che continuano a verificarsi, il risul-tato non sarà così importante. La distillazione, come ai vecchi tempi, potrà essere di aiuto, - ci dice Zaccheo - ma ovviamen-te è un’opzione utilizzabile in quei territori dove si producono grandi quantità di vini a basso prezzo, nel caso della Toscana è un po’ più difficile pensare ad una soluzione di questo tipo”. E conclude, unendosi al coro: “Meglio sarebbe ricevere soste-gni maggiori alla promozione e all’esportazione”.

Stesso sbilanciamento a favore dell’Horeca, il canale attual-mente più in difficoltà, per le aziende che fanno capo al brand “Famiglia Cotarella” tra Lazio, Umbria e Toscana. “Diciamo che sulle misure finanziarie sono state fatte diverse richieste - ci dice Dominga Cotarella, di-rettore commerciale – anche se non sufficienti per coprire tutte le necessità, che sarebbero tan-tissime. Le possibilità di azione sono numerose, tra queste in-quadrerei anche quella, indiret-ta ma fondamentale, del soste-gno economico-finanziario ai nostri clienti della ristorazione, che sono il miglior palcosceni-co e quantitativamente il porto principale di tanti vini italiani. Pensiamo che in generale un occhio di riguardo al vino vada dato, in fondo è il più importan-te elemento dell’agroalimentare sia dal punto di vista del Pil, in-terno ed estero, sia come ban-diera del made in Italy. Come azienda – spiega ancora la Cota-rella -, anche se non rientriamo tra quelle che necessitano di questi provvedimenti, ritenia-mo che per dare vitalità e ossi-geno alle cantine e al mercato,

e creare spazio alla prossima vendemmia, la distillazione sia la misura più importante. D’al-tronde è stata chiesta da tutti i nostri competitor, che produco-no meno di noi, come Spagna e Francia, quindi sicuramente per i nostri numeri sarebbe utile. Certo è necessario poter contare su un prezzo adeguato, differen-ziando Doc, Igt e vini generici, e riteniamo percorribile anche l’idea di spostare i fondi Ocm non utilizzati, siamo in una guerra totale quindi troppi so-fismi non li metterei in campo. Abbiamo bisogno di sopravvi-vere, certo speriamo arrivino fondi straordinari, ma se non è così tanto vale utilizzare quelli Ocm e proseguire. In ogni caso la distillazione e la vendemmia verde diventano misure utili se valutate complessivamente, insieme ad una riduzione ge-nerale delle rese da auspicare anche per il futuro, nell’ottica di una gestione del rapporto tra domanda e offerta, che è quello che fa il prezzo finale. Le consi-derazioni sono tante, così come le esigenze del settore – conclu-de Dominga Cotarella – ma so-prattutto abbiamo bisogno che questo incubo finisca presto. Se non ripartono i consumi non ci saranno aiuti capaci di salvare il nostro settore, cosi come quelli del turismo, artigianato e com-mercio”.

Altrettanto chiaro è Alessan-dro Botter, terza generazione dell’azienda che porta il nome di famiglia fondata nel 1928 a Fossalta di Piave vicino Vene-zia. “La salute senza schei, xe ‘na meza malatia - esordisce citando un detto veneto dalla facile traduzione -. La priorità è riuscire a riaprire il canale Ho-reca al più presto, creando una alleanza che comprenda anche il turismo, altrimenti qualsia-si previsione di sopravvivenza sarà inutile. Ritengo impensabi-le utilizzare per altri scopi i fon-di per la promozione, dobbia-mo lottare per spendere i soldi dell’Ocm Vino anche nel 2021, ci sarà più bisogno di promozione e non meno”. Senza giri di paro-le il rischio è proprio la soprav-vivenza del comparto, d’altron-de anche l’analisi delle misure messe in campo per tamponare la situazione evidenzia come non possano che essere aiuti transitori e non risolutivi. Anzi in alcuni casi potrebbero esse-re problematici: “Andando per gradi possiamo dire che le mi-sure riguardano i tre ambiti: liquidità, mercato e produzione. La liquidità è il minimo comun denominatore, manca a tutti e per il momento anche i famosi prestiti sono fermi. Tempi tec-nici normali forse per le banche, probabilmente si poteva sperare in una tempestività migliore da

MASSIMO GIANOLLILa Collina dei Ciliegi

VALENTINO DI CAMPLIConsorzio tutela Vini d’Abruzzo

LUIGI CAPORICCIGotto d'Oro

DOMINGA COTARELLAFamiglia Cotarella

ANTONIO MARIO ZACCHEOCarpineto

LA PROMOZIONE NON SI TOCCA

di GIULIO SOMMA e FABIO CIARLA

Misure anticrisi: parlano Massimo Gianolli (La Collina dei Ciliegi), Valentino Di Campli (Consorzio tutela Vini d'Abruzzo), Luigi Caporicci (Gotto d'Oro), Antonio Mario Zaccheo (Carpineto), Dominga Cotarella (Famiglia

Cotarella), Alessandro Botter (Botter), Antonio Rallo (Donnafugata) e Luigi Bersano (Mondodelvino)

Segue dalla prima pagina

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C O P E R T I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 3

CHIUDIAMO IL CERCHIO

Dal ricevimento dell’uva all’imbottigliamento

55 anni di produzione. Oltre 200 cantine progettate e realizzate nel mondo. 8 stabilimenti produttivi in Italia e all’estero. 7 filiali commerciali estere. Distribuzione ed assistenza garantite in tutto il mondo. Il Gruppo Della Toffola è oggi leader mondiale nelle tecnologie dell’intero processo produttivo enologico, dal ricevimento dell’uva, all’imbottigliamento e confezionamento. Soluzioni tecnologiche innovative, che garantiscono il rispetto della qualità del prodotto lavorato. Qualità, servizio e flessibilità sono i valori fondanti di una grande realtà in continuo sviluppo, valori che si riaffermano quotidianamente nel suo operare.www.dellatoffola.it

parte del Governo. Per il mercato dobbiamo prendere atto che an-che i distributori hanno già reso noto che qualsiasi pagamento è bloccato fino ad ottobre. Per alcune cantine questo significa avere poche o zero entrate per sei mesi! Sulla parte della pro-duzione la mia idea è che l’u-nica vera soluzione sia l’abbas-samento delle rese per i vini a denominazione e per i generici. Da questo punto di vista, la di-stillazione attuata in passato è stata un problema e non una so-luzione, alcuni si sono abituati a produrre tantissimo sapendo di poter contare su una distilla-zione che praticamente copriva i costi. Ancora oggi, che si parla di abbassare il limite di produ-zione delle uve per vini generici a 300 quintali per ettaro (da 500 q/ha, ndr), ci sono però spinte per lasciare ad alcune regioni la possibilità di portare tale quota a 400 q/ha, ma allora, mi chiedo, che senso ha proporre la distil-lazione di crisi. Se hai un ecces-so di prodotto perché continui a produrre così tanto? Un esem-pio positivo viene dal Consor-zio del Prosecco, che ha saputo gestire la cosa con il blocco de-

gli impianti”. Poi le nuove auto-rizzazioni. “Se da anni siamo in sovraproduzione, perché conti-nuiamo ad aumentare la quota dei vigneti anche dove si produ-cono di vini dal bassissimo valo-re, non riservandola invece solo a quelle aree che hanno qualità certa e sbocchi commerciali validi?”. E guardando al merca-to, “prevediamo, nella migliore delle ipotesi, di poter contare su uno stop di 3 mesi, altri 3 mesi al 50% e poi, si spera, gli ultimi due mesi dell’anno in ripresa sui valori normali – immagi-na Alessandro Botter –. Come quantitativi, invece, le giacen-ze aumenteranno rispetto allo scorso anno di circa 6/7 milioni di hl. In questo senso, ribadi-sco, che i probabili 50 milioni di euro messi in campo per la distillazione ci permetterebbe-ro di levare dal mercato solo un paio di milioni di ettolitri. Ben poca cosa - conclude - rispetto ai benefici che avremmo inve-stendo la stessa somma in pro-mozione”.

Situazione diversa all’altro capo dell’Italia, in Sicilia la vendem-mia verde con riduzione delle

rese secondo Antonio Rallo, titolare dell’azienda Donnafu-gata e presidente del Consorzio Sicilia Doc, non sarebbe utile, essendo già oggi le rese dei vi-gneti piuttosto basse. “Opzione valida per i territori che ne pos-sono beneficiare ovviamente, noi per la nostra regione siamo per la vendemmia verde come prevista dall’Ocm, mentre l’au-mento della percentuale del taglio d’annata ci sembra un grande pasticcio che rischia di inficiare soprattutto la qualità dei vini bianchi” spiega Rallo, che poi apre invece un ragio-namento importante sulla di-stillazione di crisi cominciando dall’assoluta contrarietà all’uti-lizzo dei fondi Ocm Vino dedi-cati alla promozione: “Il vino muoveva un export da 6 mi-liardi grazie anche alla promo-zione, come possiamo pensare di confermare o far crescere questa quota, considerando un sicuro calo dei consumi interni, senza fondi? È necessario piut-tosto pensare ad ulteriori risor-se. La filiera del vino italiana vale tra gli 11 e i 12 miliardi di fatturato, con l’attuale contra-zione dei consumi tra il 30 e il

40%, significa perdere circa 350 milioni di euro al mese, che in-cidono su 1,5 milioni di addet-ti e migliaia di aziende che, in alcuni casi, registrano perdite di fatturato del 90%. Impensa-bile quindi assorbire una crisi così ampia, che non sappiamo quanto durerà, se non con ri-sorse aggiuntive. Speriamo in fondi, meglio se europei, da im-pegnare per la distillazione così da togliere dal mercato quanti-tà importanti di prodotto. Come consorzio abbiamo formulato una proposta che si aggira in-torno ai 160 milioni di euro da impiegare su vini generici e a denominazione”. Per il momen-to Rallo mantiene la fiducia su quanto si sta facendo, “non mi lamento dei tempi dei prestiti garantiti dal Governo, anche se spero si possa velocizzare il tutto”, ma pensa già ai prossimi progetti: “Certamente c’è biso-gno di poter allungare i tempi di completamento dei progetti di promozione legati all’Ocm in corso, potendo spendere quei fondi anche nel primo trime-stre 2021, senza però ritardare l’avvio della campagna 2020-2021. Sarà importante anche la flessibilità sugli investimenti, lasciando aperta la possibilità di spostare gli interventi da un Paese all’altro, e inoltre aprire al mercato interno. In questo caso però forse meglio inserire questa opzione alla prossima campagna – conclude Antonio Rallo - così da evitare eventuali

ricorsi per chi non ha parteci-pato a quella in corso”.

Sul futuro si concentra Luigi Bersano, responsabile commer-ciale gruppo Mondodelvino, che parte da una constatazione di carattere generale sia sul piano economico globale sia su quello specifico del settore: “Andiamo incontro a un impoverimento generale della società, pensare che i governi possano riuscire ad annullare gli effetti di un ele-mento esterno così imponente è una chimera. La coperta è corta, anche nel nostro settore. Tutte le soluzioni previste, dalla ven-demmia verde alla distillazione all’ammasso privato, sono legit-time ma si tratta pur sempre di interventi tampone. Fa riflette-re anche il fatto che in presen-za di una richiesta di distilla-zione, di un calo dei consumi, dell’esigenza di finanziare gli stoccaggi, si pensi comunque di mantenere in certe regioni elevate quote di produzione ad ettaro. Ci auguriamo che questo atteggiamento non ci esponga al rischio del ritorno ad antiche logiche produttive, che oggi sa-rebbero non solo perdenti ma negative per il settore. Il nostro caro amico vino è tra l’altro un bene non di primaria necessità ed è anche conservabile: quin-di, è bene renderci conto di non essere al primo posto a fronte di altri settori dell’agroalimenta-re che producono beni ad alta deperibilità. Rischiare di crear-

si delle illusioni, e trovarci poi con delle delusioni per priorità più impellenti, è da mettere in conto. Ripeto, è illusorio pen-sare che queste misure siano risolutive per un’economia fer-ma. La vera sfida è il dopo”. Ecco, pensando a questa sfida, da dove cominciare secondo Mondodel-vino? “Io credo che sia fonda-mentale reindirizzare risorse in modo importante sulla nostra clientela – spiega Bersano – il mercato italiano del vino è fatto per il 45/50% dal canale Horeca e tradizionale, si tratta dei no-stri ambasciatori sul territorio e su questi bisogna puntare, sperando di limitare le storture e magari gli abusi di qualche furbetto”. Mondodelvino vende il 90% all’estero e 10% in Italia, la quota nazionale è divisa al 60% nella Gdo e il 40% nell’Ho-reca, canale per il quale Bersa-no pensa a una vera e propria alleanza: “La Gdo in questa fase si è difesa, ma è probabile che in futuro si orienti su fasce di prezzo meno remunerative per noi, il canale tradizionale e della ristorazione rimane quindi fon-damentale per la creazione di valore. Qui bisogna intervenire in maniera forte, e nel nostro piccolo lo stiamo già facendo, sostenendo i nostri clienti con il prolungamento dei pagamenti e accettando dilazioni. Si tratta di andare incontro alle esigenze di un canale che è fermo e che, quando riaprirà, ripartirà molto lentamente”.

ALESSANDRO BOTTERBotter

ANTONIO RALLODonnafugata

LUIGI BERSANOMondodelvino

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 20204

Che cosa saràQuesto dossier è stato realizzato nelle prime due settimane di aprile, quindi tiene conto fino a un certo punto delle evoluzioni più recenti dei mercati, sia interno che internazionali. Stando a quanto raccogliamo parlando ogni giorno con i produttori, le situazioni non solo sono diversificate, ma tendono a cambiare drasticamente nel giro di pochi giorni. Sullo spumante, oggetto di questa pubblicazione, queste oscillazioni sono ancora più forti. Resta però una domanda, che la situazione che stiamo vivendo oggi potrà contribuire definitivamente a chiarire una volta per tutte: gli sparkling sono diventati vini a tutti gli effetti? O restano e resteranno confinati in recinti ben definiti? Fino a ieri, l’assunto poteva essere questo: i consumi di spumante, più che quelli di vino fermo, sono legati a momenti e luoghi particolari: feste, celebrazioni, aperitivi, ristoranti, bar. Con il diffondersi dell’epidemia, i due fattori chiave del successo delle bollicine sono venuti meno, in tutto o quasi. Che cosa è avvenuto concretamente? Nelle prime settimane di pandemia e di lockdown, abbiamo assistito a un fenomeno di stocking da parte dei consumatori, con forti aumenti degli acquisti in grande distribuzione, e questo è avvenuto sia in Italia che all’estero. Non tutte le categorie di bollicine hanno però avuto la stessa sorte: gli Champagne per esempio sono fuori da questa logica (Jean-Marie Barillère, pagina 27), così come i metodo classico in generale, mentre gli spumanti metodo Charmat hanno avuto fortissime impennate di vendite, ma solo i secchi e non i dolci. A mano a mano che le settimane passano, i trend di crescita però mostrano affievolimenti, ma qui vi è una sostanziale differenza tra quanto succede in Italia (dove rallentano o decrescono tutte le tipologie) e all’estero, dove invece gli sparkling da aperitivo tengono. Segno che si potrebbe essere tentati di dire che all’estero questo tipo di spumante sembra aver trovato una sua dimensione domestica importante e consolidata (Sandro Sartor, pagina 25, e Andreas Brokemper, pagina 29) che riesce a compensare in parte quanto viene perso al ristorante e al bar. Diversa la situazione in Italia, dove una componente importante dei consumi Horeca non solo è andata persa, ma è anche quella che si era destagionalizzata (anche sul metodo classico, Enrico Zanoni, pagina 35). In Gdo, resta il consumatore che conosciamo, quello che tradizionalmente beve spumante dolce, classico o Charmat secco alle feste comandate, e che quindi compensa poco o nulla di quanto perso al ristorante, ma anche qui con distinguo diversi a seconda delle tipologie (Valerio Cescon, pagina 34). Per ora si è persa la Pasqua, c’è solo da sperare che il prossimo Natale sia il più “normale” possibile e che nel frattempo all’estero la “sparkling mania” continui anche tra le mura domestiche. Carlo Flamini

di CARLO FLAMINI

Paese .000 litriQuota % su mondo

2019

Cagr %

2008/13 2014/19

Usa 153.826 17,0% 10% 12%

UK 143.272 15,8% 1% 4%

Germania 62.449 6,9% 0% -1%

Belgio 46.124 5,1% 6% 1%

Russia 44.959 5,0% 14% 4%

Giappone 43.817 4,8% 6% 6%

Francia 28.889 3,2% -1% 10%

Svezia 25.571 2,8% 8% 14%

Svizzera 20.386 2,3% 4% 2%

Paesi Bassi 19.917 2,2% 0% 14%

Canada 18.309 2,0% 7% 9%

Australia 18.205 2,0% 8% 6%

Austria 17.222 1,9% 6% -3%

Lettonia 14.520 1,6% -5% 2%

Lituania 14.233 1,6% 37% 5%

Cina 13.638 1,5% 39% 0%

Spagna 12.784 1,4% 4% 12%

Polonia 11.546 1,3% -8% 22%

Singapore 11.225 1,2% 9% 0%

Nigeria 9.562 1,1% 29% 32%

Messico 9.352 1,0% 9% 9%

Italia 8.350 0,9% -14% 4%

Finlandia 7.911 0,9% 4% 1%

Emirati AU 7.745 0,9% -2% 5%

Danimarca 7.603 0,8% 1% 0%

Qatar 7.455 0,8% 3% -10%

R. Ceca 7.235 0,8% 23% 13%

Norvegia 7.170 0,8% 17% 5%

Brasile 6.163 0,7% 4% 7%

Corea del Sud 5.512 0,6% 33% 10%

Angola 5.200 0,6% -11% 0%

Romania 5.062 0,6% -6% 16%

Nuova Zelanda 5.036 0,6% -4% -5%

Estonia 4.796 0,5% 6% 1%

Nel 2019 movimentati 9 milioni di ettolitri nel mondo, in aumento dell’8% e di quasi il 90% rispetto a 10 anni prima.

In testa sempre Usa, UK e Germania, ma crescono molti piccoli-grandi mercati. Anche se il problema della iper-concentrazione resta irrisolto

Paese .000 litriQuota % su mondo

2019

Cagr %

2008/13 2014/19

Irlanda 4.531 0,5% -5% 15%

Portogallo 4.383 0,5% -1% -5%

Ucraina 4.215 0,5% 17% 5%

Lussemburgo 4.174 0,5% 2% 1%

Grecia 4.172 0,5% -9% 13%

Panama 2.645 0,3% 25% -4%

R. Dominicana 2.258 0,2% 31% 4%

Hong Kong 1.973 0,2% 16% -4%

Israele 1.955 0,2% 13% -1%

Ghana 1.852 0,2% 23% 63%

Croazia 1.713 0,2% 15% 16%

Slovacchia 1.682 0,2% 7% -1%

Cile 1.669 0,2% 61% 8%

Sudafrica 1.470 0,2% 6% 18%

Colombia 1.441 0,2% 12% -6%

Kazakhstan 1.414 0,2% 22% -3%

Ungheria 1.364 0,2% 5% -16%

Jamaica 1.256 0,1% -1% -8%

Perù 1.128 0,1% 11% -9%

Botswana 1.124 0,1% 42% -1%

Taipei 1.117 0,1% 15% 3%

Ecuador 1.093 0,1% -8% 18%

Thailandia 1.070 0,1% 10% 3%

Cipro 1.024 0,1% 15% 6%

Costa Rica 1.021 0,1% 1% 10%

India 956 0,1% 148% 16%

Haiti 955 0,1% 1%

Bielorussia 878 0,1% -18% 3%

Aruba 877 0,1% 66% 2%

Myanmar 855 0,1% 119%

Paraguay 814 0,1% -1% -9%

Bulgaria 795 0,1% 20% 22%

Costa d'Avorio 750 0,1% -10% 8%

Cameroon 720 0,1% 2% 32%

PRIMI 100 PAESI IMPORTATORI PER VOLUME - 2019

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 5

N el 2019 il commercio mondiale ha movimentato 9 milioni di ettolitri di vino spumante, con un au-mento dell’8% sul 2018 e di quasi il 90% rispetto al dato di dieci anni fa. Dopo la leggera battuta d’ar-resto registrata nel 2015, il segmento ha inanel-

lato continue crescite (in media mezzo milione di ettolitri in più l’anno), con il 2019 che ha registrato quella più ampia in assoluto: oltre 670.000 ettolitri. Nel 2008, quando il volume di prodotto movimentato a livello mondiale era di 5,2 milioni di ettolitri, i primi 10 mercati assor-bivano il 65% del totale (grafico 1). Un decennio dopo, con un in-cremento di volume di poco meno di quasi 4 milioni di ettolitri, i primi 10 – bene o male sempre gli stessi, almeno nella parte alta – continuano a totalizzare la stessa percentuale. Il peso dei primi 3 – Usa, UK e Germania – dopo essersi impennato nel 2017 (al 43%), è ritornato attorno al 40%, segno che altri mercati nel frattempo sono diventati un po’ più grandi (grafico 2).

Pur invertendosi come ordine di importanza (Germania che pas-sa da seconda a terza piazza e Usa che scavalcano UK in testa), sono questi tre Paesi ad aver cu-mulato il grosso dell’incremen-to generale delle importazioni (grafico 3): dei 4 milioni di etto-litri di aumento nel decennio, ne hanno generato il 40% (1,6 milioni, quasi mezzo milione di ettolitri ciascuno in media), mentre gli altri 212 Paesi han-no assorbito il restante 60% (2,2 milioni di ettolitri): in media, 10.400 ettolitri per ognuno.

I mercati di seconda fasciaSe assumiamo che i primi tre mercati non ci siano, e ricom-poniamo il dato totale sui 212 rimanenti (5,5 milioni di etto-litri), la concentrazione si al-leggerisce un poco: i primi 10, capitanati da Belgio e Russia, cubano il 51% del totale, con l’altra metà sbriciolata tra i re-stanti 202 Paesi (grafico 4).Nonostante questi alleggeri-menti, il mercato mondiale dello spumante, più di ogni altra categoria, continua a mostrare due caratteristiche totalmente proprie: crescita e concentrazione spinta dei mer-cati di destinazione. Se questa formula inedita di successo poteva funzionare in periodi economici normali – tanto che lo spumante ha dimostrato di essere quasi immune dai sob-balzi che caratterizzano il resto del settore – bisogna tentare di capire che cosa può succedere in periodi non normali, come quello che stiamo vivendo oggi e che ci prepariamo a vivere nei prossimi mesi.

2. IL PESO DEI PRIMI 3 (.000 LITRI)

1. COMMERCIO MONDIALE SPUMANTI:

% PER PAESI

2019Usa17%

UK16%

Germania7%

Belgio5%

Russia5%

Giappone5%

Francia3%

Svezia3%

Svizzera2%

Paesi Bassi2%

Altri 20535%

Commercio mondiale spumanti: % per Paesi 2019

81.641153.82648.333

143.27274.206

62.449320.208

544.538

2008 2019

2. Il peso dei primi 3 (.000 litri)

Altri 212

Germania

Usa

UK

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Belgio9%

Russia8%

Giappone8%

Francia5%

Svezia5%

Svizzera4%

Paesi Bassi4%Canada

3%Australia

3%

Austria3%

Altri 20248%

4. Il peso dei 10 mercati di 2° fascia

UK-Usa-Germania; 155.366;

41%Altri 214; 224.330;

59%

3. Saldi 2019/08 (.000 litri)Totale +380 milioni di litri

4. IL PESO DEI 10 MERCATI DI 2ª FASCIA

3. SALDI 2019/08 (.000 LITRI)TOTALE +380 MILIONI DI LITRI

Paese .000 litriQuota % su mondo

2019

Cagr %

2008/13 2014/19

Slovenia 705 0,1% 1% 1%

Bahamas 582 0,1% -8% 22%

Cuba 580 0,1% 7% 1%

Kenya 520 0,1% 20% 11%

Nepal 502 0,1% 1%

Mongolia 499 0,1% 11%

Filippine 477 0,1% -12% 25%

Serbia 471 0,1% -4% 1%

Mozambico 465 0,1% 33% 4%

Islanda 453 0,1% -3% 20%

Oman 445 0,0% 35% -5%

Maldive 432 0,0% 13% 7%

Malta 429 0,0% -7% 11%

Honduras 422 0,0% -6% 11%

Mauritius 422 0,0% -1% 11%

Namibia 419 0,0% 31% -20%

Congo 402 0,0% -5% -1%

Libano 399 0,0% -5% 9%

Guatemala 394 0,0% 25% 3%

Nuova Caledonia 385 0,0% 6% -14%

Andorra 370 0,0% -3% 2%

Cabo Verde 348 0,0% 0% 17%

Uruguay 328 0,0% -1% -6%

Turchia 323 0,0% 26% 7%

Argentina 312 0,0% 9% 7%

Malesia 303 0,0% 34% -5%

Marocco 290 0,0% -12% -5%

Antigua e Barbuda 285 0,0% 2% -12%

Grenada 280 0,0% -17%

Burkina Faso 272 0,0% 8% 12%

Macao, China 260 0,0% 16% 10%

Gabon 258 0,0% -1% -13%

Altri 115 6.663 0,7%

Mondo 904.084 100,0% 4% 5%

2008 UK15%

Germania15%

Usa9%

Belgio7%

Giappone4%

Russia4%Austria

3%

Italia3%

Svizzera3%

Francia2%

Altri 20535%

1. Commercio mondiale spumanti: % per Paesi 2008

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 20206

C ome abbiamo an-ticipato, nel 2019 il volume di spu-mante movimen-

tato è stato pari a 9 milioni di ettolitri (+8% annuo). In questo numero sono ricomprese ov-viamente le riesportazioni tra Paesi, che in alcuni casi - come Singapore per esempio - posso-no essere anche piuttosto ele-vate, per cui si può tentare di ipotizzare che il volume delle esportazioni uno-su-uno sia di poco inferiore, attorno agli 8,5 milioni. Di questo quantitativo, che ha inglobato una crescita misurata in Cagr del 4% tra 2008 e 2013 e del 5% tra 2014 e 2019, il 60% cir-ca viene smistato nel continen-te europeo (Ue + resto Europa, totale 43 Paesi): i 5,4 milioni di ettolitri registrati nel 2019 corri-spondono a una crescita – sem-pre in Cagr 2014/19 – del 4% e annua (2019/18) del 7% (grafico 5). I tre Paesi del blocco Nordame-rica – Usa, Canada e Messico – assorbono invece 1,8 milioni di ettolitri di prodotto, equiva-lente al 20% del totale e con una crescita annua del 12%, la più robusta fra le macroaree conti-nentali più grandi. Terzo blocco è quello asiatico: i 46 Paesi presi in esame assor-bono un quantitativo di poco superiore al milione di ettolitri, equivalente all’11% del totale, per una crescita nell’ultimo anno dell’8%.

3%

9% 9%

6%

1%

3%4%4%

12%

2%

0%

8%

3%

5%

Europa

Nordam

.Asia

Centro-S

udam.

Africa

Oceania

Mondo

6. Performance per continenti

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

I restanti tre blocchi assorbo-no il 9% residuo, pari a 770.000 ettolitri: di questi, 246.000 etto-litri sono appannaggio dell’O-ceania, con aumento annuo del 4% e peso sul totale del 3%. Al-tri 520.000 ettolitri sono equa-mente suddivisi tra Africa (con crescita annua del 27%) e Cen-tro-Sudamerica, i cui 43 Paesi hanno registrato però una de-crescita importante, pari a -5%.Come si può vedere dal grafico delle performance pluriennali (grafico 6), i due continenti dove la crescita è rallentata sono Asia (da +9% del 2008/13 al +2% del quinquennio successivo) e Centro-Sudamerica, che ha az-zerato i 6 punti guadagnati fino al 2013. In grande crescita in-vece continua a dimostrarsi il mercato nordamericano, dove sulle performance statunitensi si è di recente affiancato anche il Canada. C’è mantenimento della dinamica di crescita an-che per l’Oceania, che ha visto aumentare i consumi di spu-mante sia interno che estero, e per l’Africa, che stando ai dati doganali (pur con tutte le lacu-ne che li contraddistinguono) dovrebbe essere in un periodo fortemente espansivo. Anche l’Europa, il continente più am-pio per consumi, continua a mostrare crescita, con amplia-mento di 1 punto percentuale tra i due quinquenni: 1 punto che per i volumi espressi vale ovviamente tantissimo.

MONDO (.000 LITRI)

EUROPA (.000 LITRI)

NORDAMERICA E ASIA (.000 LITRI)

CENTRO-SUDAMERICA/OCEANIA/AFRICA (.000 LITRI)

5. QUOTE % 2019 PER CONTINENTI - VOLUME

6. PERFORMANCE PER CONTINENTI

Continente 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Quota % su

mondo 2019

Var. %

2019/

2018

Cagr %

2008/2013

2014/2019

Europa 352.898 320.319 350.545 388.040 388.659 403.436 446.500 429.723 463.261 494.601 506.060 542.126 60% 7% 3% 4%

Nordam. 59.865 59.490 69.726 83.830 86.736 93.628 104.307 115.877 135.097 150.507 162.639 181.487 20% 12% 9% 12%

Asia 56.781 55.287 66.086 69.797 75.689 87.459 93.442 87.088 89.407 95.783 96.025 103.386 11% 8% 9% 2%

Centro-Sudam. 18.587 17.576 18.500 22.012 24.251 24.393 25.883 23.568 23.126 27.212 27.729 26.433 3% -5% 6% 0%

Africa 16.960 14.315 12.863 17.138 18.450 18.060 17.648 15.310 12.668 15.232 20.569 26.058 3% 27% 1% 8%

Oceania 19.296 18.912 13.635 19.573 19.397 22.337 21.481 24.826 25.826 22.173 23.681 24.595 3% 4% 3% 3%

Mondo 524.388 485.899 531.355 600.389 613.183 649.312 709.262 696.393 749.385 805.508 836.703 904.084 100% 8% 4% 5%

▶ I DATI GENERALI

Europa60%

Nordam.20%

Asia11%

Centro-Sudam.

3%

Africa3%

Oceania3%

5. Quote % 2019 per continenti - volume

Continua a pagina 8

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

900.000

1.000.000

20082009

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

Mondo

300.000

350.000

400.000

450.000

500.000

550.000

600.000

20082009

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

Europa

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

200.000

20082009

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

Nordamerica e Asia

Nord am. Asia

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

20.000

22.000

24.000

26.000

28.000

30.000

20082009

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

Centro-Sudam./Oceania/Africa

Cent ro-Sudam. Afr ica Oceania

IMPORTAZIONI PER CONTINENTI (.000 LITRI)

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 20208

UK97%

Irlanda3%

Insulare

▶ L’EUROPA, NUOVI SBOCCHI A NORD ED EST

I l blocco europeo signi-fica essenzialmente UK, che con 1,4 milioni di ettolitri nel 2017 rappre-

senta il 26% di tutto lo spuman-te circolato nel continente. Le performance continentali (ol-tre che mondiali) seguono per-tanto gli andamenti di questo mercato, che trova parziali bi-lanciamenti solo dalla Germa-nia, che detiene il 12% del totale, ma che ha dinamiche importa-tive piuttosto stabili e anzi ten-denzialmente regressive: men-tre Londra balza di 3 punti tra i due quinquenni (a +4%), Berli-no scende da zero a -1%.Fra gli altri principali mercati continentali, in dinamica for-temente positiva la Francia, che sta sperimentando grandi traffici di Prosecco, con aumen-to misurato in Cagr 2014/19 del 10%. Stessa sorte per la Svezia, altro mercato fortemente Pro-secco-addicted, che balza da +8% a +14%. In forte ripresa le importazioni anche nei Paesi Bassi e in Polonia, altro mer-cato fortemente innamorato delle bollicine italiane, mentre segnali di rallentamento si evi-denziano in Russia (anche se in recupero nell’ultimo biennio), Svizzera e Austria.Per offrire una lettura più omo-genea delle diverse anime con-tinentali, abbiamo spacchet-tato il blocco in 7 sottogruppi. Lasciando in disparte quello insulare perché fortemente dominato da UK, il centro del continente (quindi Germania,

Svizzera, Francia, Paesi Bassi, Austria, Belgio) detiene una fet-ta del 40%, con tassi di crescita discreti sul lungo periodo (+2% sia nel primo che nel secondo quinquennio considerato, per un volume di 2 milioni di etto-litri di prodotto). Le differenze tra Paesi non mancano: a cicli fortemente espansivi (Francia, Paesi Bassi) fanno da contralta-re rallentamenti delle crescite (Belgio, Svizzera, Lussembur-go) e anche scivolamenti in terreno negativo (Germania e Austria).Terzo blocco è quello che fa capo alla Russia e ingloba le repubbliche baltiche, Ucraina e Bielorussia: il totale assorbi-to è di 840.000 ettolitri, il 13% del totale continentale, con performance in forte riduzio-ne, dettate dalle tribolazioni di Mosca, ma in parte compen-sate dalle triangolazioni sulla Lettonia, che coinvolgono per esempio l’Asti. In espansione anche le altre repubbliche bal-tiche e l’Ucraina, che segna un Cagr di +5%.

Blocchi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Centro Europa 170.423 199.160 37% 22,0%

Insulare 85.114 147.803 27% 16,3%

Ex-Urss/Baltico 31.650 83.601 15% 9,2%

Nord-Scandinavia 20.491 48.720 9% 5,4%

Mediterraneo 25.226 26.354 5% 2,9%

Est Continentale 11.730 21.827 4% 2,4%

Balcani-Est Med. 8.263 14.660 3% 1,6%

Totale Europa 352.898 542.126 100% 60,0%

IMPORTAZIONI PER BLOCCHI (.000 LITRI)

EUROPA: QUOTE % 2019 - VOLUME

LE PERFORMANCE DEI PRINCIPALI

PAESI

2%0%

13%

7%

-7%

5%

-3%

2%4% 4%

7%5%

11%13%

Centro Eur.

Insulare

Ex-Urs

s-Baltic

o

Nord-S

cand.

Medit.

Est Cont.

Balcani-Est M

ed.

Europa: performance per blocchi

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

6%

-5%

37%

4%

-8%-14%

4%1%

-3%

2%5%

12%

22%

4%1% 0%

Austria Lituania Polonia Finlandia

Europa/2

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

6%

-5%

37%

4%

-8%-14%

4%1%

-3%

2%5%

12%

22%

4%1% 0%

Austria Lituania Polonia Finlandia

Europa/2

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Germania 76.390 62.449 31% 6,9%

Belgio 36.700 46.124 23% 5,1%

Francia 12.858 28.889 15% 3,2%

Svizzera 14.100 20.386 10% 2,3%

Paesi Bassi 11.600 19.917 10% 2,2%

Austria 15.286 17.222 9% 1,9%

Lussemburgo 3.489 4.174 2% 0,5%

Totale 170.423 199.160 100% 22,0%

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Russia 19.388 44.959 54% 5,0%

Lettonia 3.355 14.520 17% 1,6%

Lituania 2.106 14.233 17% 1,6%

Estonia 3.671 4.796 6% 0,5%

Ucraina 1.638 4.215 5% 0,5%

Bielorussia 1.492 878 1% 0,1%

Totale 31.650 83.601 100% 9,2%

CENTRO EUROPA (.000 LITRI)

EX-URSS/BALTICO (.000 LITRI)EX-URSS/BALTICOQUOTE % 2019 - VOLUME

Germania31%

Belgio23%

Francia15%

Svizzera10%

Paesi Bassi10%

Austria9%

Lussemburgo2%

Centro Europa

CENTRO EUROPA: QUOTE % 2019 - VOLUME

Russia54%

Lettonia17%

Lituania17%

Estonia6%

Ucraina5%

Bielorussia1%

Ex-Urss/Baltico

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

UK 81.261 143.272 97% 15,8%

Irlanda 3.854 4.531 3% 0,5%

Totale 85.114 147.803 100% 16,3%

EUROPA INSULARE (.000 LITRI)

EUROPA INSULARE QUOTE % 2019 - VOLUME

Segue da pagina 6 Centro Eur.37%

Insulare27%

Ex-Urss-Baltico

15%

Nord-Scand.9%

Medit.5%

Est Cont.4%

Balcani-Est Med.3%

Europa: quote % 2019 - volume

EUROPA: PERFORMANCE PER BLOCCHI

1%

0%

6%

14%

-1%

8%

4%

0%

4%

-1%

1%

4%

10%

14%

2%

14%

UK

Germ

ania

Belgio

Russia

Francia

Svezia

Svizzera

Paesi Bas

si

Europa/1

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

6%

-5%

37%

4%

-8%-14%

4% 1%

-3%

2%5%

12%

22%

4% 1% 0%

Austria

Lettonia

Lituania

Spagna

PoloniaIta

lia

Finlandia

Danimarc

a

Europa/2

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 9

Per nulla piccolo, e soprattutto in forte dinamica di crescita, è il blocco scandinavo, che si avvia a superare il mezzo mi-lione di ettolitri di spumante importato (+7% omogeneo tra i due periodi). Di questi, la metà prende la via della Svezia, uno dei nuovi presidi del Prosecco. In leggera decrescita invece i mercato finlandese e danese e in forte rallentamento quello norvegese (12 punti di cresci-ta lasciati per strada tra i due quinquenni).Quote inferiori, ma non tra-scurabili sul totale, sono ap-pannaggio dell’Europa medi-terranea (5% e crescita del 5% nel 2014/19, in recupero dal -7% del quinquennio precedente):

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Romania 2.466 5.062 35% 0,6%

Grecia 3.251 4.172 28% 0,5%

Croazia 486 1.713 12% 0,2%

Cipro 336 1.024 7% 0,1%

Bulgaria 121 795 5% 0,1%

Slovenia 637 705 5% 0,1%

Serbia 496 471 3% 0,1%

Montenegro 39 175 1% 0,0%

Albania 90 165 1% 0,0%

Moldova 218 148 1% 0,0%

Bosnia-Herzegovina

123 135 1% 0,0%

Macedonia 95 1% 0,0%

Totale 8.263 14.660 100% 1,6%

BALCANI-EST MEDITERRANEO (.000 LITRI)BALCANI-EST MEDITERRANEO QUOTE % 2019 - VOLUME

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Polonia 5.059 11.546 53% 1,3%

R. Ceca 1.812 7.235 33% 0,8%

Slovacchia 802 1.682 8% 0,2%

Ungheria 4.056 1.364 6% 0,2%

Totale 11.730 21.827 100% 2,4%

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Spagna 4.497 12.784 49% 1,4%

Italia 14.624 8.350 32% 0,9%

Portogallo 5.361 4.383 17% 0,5%

Malta 301 429 2% 0,0%

Andorra 401 370 1% 0,0%

Gibilterra 42 38 0% 0,0%

Totale 25.226 26.354 100% 2,9%

EUROPA MEDITERRANEA (.000 LITRI) EST CONTINENTALE (.000 LITRI)

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Svezia 7.400 25.571 52% 2,8%

Finlandia 5.600 7.911 16% 0,9%

Danimarca 5.000 7.603 16% 0,8%

Norvegia 2.301 7.170 15% 0,8%

Islanda 182 453 1% 0,1%

Faroe Islands 8 12 0% 0,0%

Totale 20.491 48.720 100% 5,4%

NORD-SCANDINAVIA (.000 LITRI)

EST CONTINENTALEQUOTE % 2019 - VOLUME

Svezia52%

Finlandia16%

Danimarca16%

Norvegia15%

Islanda1%

Nord-Scandinavia

NORD-SCANDINAVIA QUOTE % 2019 - VOLUME

Spagna48%

Italia32%

Portogallo17%

Malta2%

Andorra1%

MediterraneoEUROPA MEDITERRANEA QUOTE % 2019 - VOLUME

Polonia53%

R. Ceca33%

Slovacchia8%

Ungheria6%

Est Continentale

Romania35%

Grecia28%

Croazia12%

Cipro7%

Bulgaria5%

Slovenia5%

Serbia3%

Montenegro1%

Albania1%

Moldova1%

Bosnia-Herzegovina

1%

MedBalcani/Est .

Continua a pagina 11

qui l’Italia sta al 32% del totale (fatto soprattutto di Champa-gne), ma primo mercato di im-portazione è la Spagna, al 49%, con tassi di forte crescita tra 2014/19 (+12%). Un altro 6% di volume è suddi-viso tra i due restanti blocchi: Est continentale (Polonia, Un-gheria, Rep. Ceca e Slovacchia), in fortissima dinamica espan-siva (+6 punti nei due quin-quenni, dovuti a mercati polac-co e ceco), e la parte balcanica, anch’esso in forte dinamica di crescita (+13%), con principale importatore la Romania (35% del totale). Qui sono un po’ tutti i mercati, grandi e picco-li, a segnare forti dinamiche espansive.

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 11

▶ AMERICHE: CRESCE SOLO IL NORD

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Usa 48.333 153.826 85% 17%

Canada 8.103 18.309 10% 2%

Messico 3.429 9.352 5% 1%

Nordamerica 59.865 181.487 100% 20%

I l mercato nordamericano – sommatoria di Usa, Canada e Messico – oltre a essere diventato negli anni uno dei più grandi anche in termini di volume, è anche quello che continua a confermare dinamiche regolari di crescita: gli

Usa sono passati da +10% a +13% fra i due quinquenni conside-rati, il Canada da +7% a +9%, mentre l’unico stabile (ma sempre in crescita) è il Messico, a +9%. In totale, il nord del continente americano ha guadagnato 3 punti percentuali, arrivando a saldo +12% nel 2014/19. Quello che va meno bene è la parte centro-meridionale del conti-nente - 260.000 ettolitri totali - che abbiamo spacchettato, avendo dinamiche e approcci totalmente diversificati: Centro-America e Caraibi (46% del totale continentale) sono passati da robusta crescita del primo quinquennio a un magro +1% del 2014/19: an-damento dovuto ai principali mercati del subcontinente, ovvero Panama (-4%) e Jamaica (-8%), mentre restano in scia positiva – pur fortemente rallentata - Repubblica Dominicana (+4%) e Costa Rica (+10%, in espansione).A Sud, dove il termometro si chiama Brasile (43% del traffico), sono 5 i punti di crescita persi, con atterraggio a zero nel 2014/19: qui però il mercato brasiliano ha fatto il sui compito, mantenendo e ampliando le dinamiche espansive, mentre quella che è venuta meno è stata la crescita cilena, colombiana e peruviana. Da segna-lare le performance molto positive di mercati medi come l’Ecua-dor (+18%).

NORDAMERICA (.000 LITRI)

NORDAMERICA PERFORMANCE PER PAESI

CENTRO E SUDAMERICA (.000 LITRI)

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Centro America e Caraibi

6.036 12.018 46% 1,3%

Sudamerica 11.445 14.207 54% 1,6%

Centro-Sudamerica

17.481 26.225 100% 2,9%

CENTRO E SUDAMERICA PERFORMANCE PER AREE

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Panama 506 2.645 22% 0,3%

R. Dominicana 452 2.258 19% 0,2%

Jamaica 1.596 1.256 10% 0,1%

Costa Rica 493 1.021 8% 0,1%

Haiti 955 8% 0,1%

Bahamas 475 582 5% 0,1%

Cuba 398 580 5% 0,1%

Honduras 384 422 4% 0,0%

Guatemala 80 394 3% 0,0%

Antigua Barbuda 222 285 2% 0,0%

Grenada 26 280 2% 0,0%

Barbados 293 237 2% 0,0%

Saint Lucia 297 225 2% 0,0%

El Salvador 126 204 2% 0,0%

Suriname 265 190 2% 0,0%

Cayman Islands 281 157 1% 0,0%

Bermuda 124 1% 0,0%

Nicaragua 84 120 1% 0,0%

Belize 58 83 1% 0,0%

Totale 6.036 12.018 100% 1,3%

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Brasile 3.502 6.163 43% 0,7%

Perù 175 1.669 12% 0,2%

Colombia 893 1.441 10% 0,2%

Cile 1.018 1.128 8% 0,1%

Paraguay 720 1.093 8% 0,1%

Ecuador 92 877 6% 0,1%

Aruba 1.131 814 6% 0,1%

Uruguay 426 328 2% 0,0%

Venezuela 368 312 2% 0,0%

Argentina 2.757 150 1% 0,0%

Trinidad e Tobago 177 120 1% 0,0%

Bolivia 186 111 1% 0,0%

Totale 11.445 14.207 100% 1,6%

CENTRO AMERICA-CARAIBI (.000 LITRI)

SUDAMERICA (.000 LITRI)

CENTRO AMERICA-CARAIBIQUOTE % 2019 - VOLUME

SUDAMERICA QUOTE % 2019 - VOLUME

CENTRO/SUDAMERICA - PRINCIPALI PAESI

Continua a pagina 13

10%

7%9%

12%

9% 9%

Usa Canada Messico

Nordamerica: performance per Paesi

Cagr % 2008/13

Cagr % 2014/19

Usa85%

Canada10%

Messico5%

Nordamerica: quote % 2019 - volume

Panama22%

R. Dominicana19%

Jamaica10%

Costa Rica8%

Haiti8%

Bahamas5%

Cuba5%

Honduras4%

Guatemala3%

Altri16%

Centro Amer./Caraibi: quote % 2019 - volume

Brasile43%

Cile12%Colombia

10%

Perù8%

Ecuador8%

Aruba6%

Paraguay6%

Uruguay2%

Argentina2%

Venezuela1% Altri

2%

Sudamerica: quote % 2019 - volume

4%

61%

12%

25%31%

11%7% 8%

-6% -4%

4%

-9%

Brasile Cile

Colombia

Panama

R. Dom

inicanaPerù

Principali Paesi del continente

Cagr % 2008/13

Cagr % 2014/19

Segue da pagina 9

Centro Am./Caraibi

46%Sudamerica54%

Centro e Sudamerica: quote % 2019 - volume

NORDAMERICA QUOTE % 2019 - VOLUME

9%

5%

1% 0%

Centro Am./Caraibi Sudamerica

Centro e Sudamerica: performance per aree

Cagr % 2018/13

Cagr % 2014/19

2008/2013 CENTRO E SUDAMERICA QUOTE % 2019 - VOLUME

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 13

V eniamo all’Asia, continente assai diversificato e che abbiamo suddiviso

in blocchi omogenei: sul milio-ne di ettolitri assorbiti (di cui una quota è riexport da Singa-pore, ma si tratta soprattutto di Champagne), la metà circa fa capo a Giappone-Corea, che pur rallentando le dinamiche restano in territorio positivo nel 2014/19 (+6%, grazie all’im-plementazione degli accordi di libero scambio con l’Unione europea). Un altro 20% è destinato all’a-rea mediorientale, in decresci-ta nel secondo quinquennio: qui i grandi destinatari sono Emirati (in fase espansiva) e Qatar, che invece all’opposto decrescono. Terza piazza è Isra-ele (all’11% e in recente dinami-ca contrattiva), mentre il resto viene sbriciolato sugli altri Pa-esi rimasti, esclusi quelli dove il vino non entra proprio. L’area che gravita attorno alla Cina – 6 Paesi in totale – fa poco meno di 180.000 ettolitri (17% di share), di cui il 76% fa rotta diretta su Pechino: dinamica fortemente negativa sul lungo

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Giappone 23.050 43.817 89% 4,8%

Corea S. 732 5.512 11% 0,6%

Totale 23.782 49.329 100% 5,5%

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Emirati AU 5.578 7.745 42% 0,9%

Qatar 13.283 7.455 40% 0,8%

Israele 1.101 1.955 11% 0,2%

Oman 60 445 2% 0,0%

Libano 364 399 2% 0,0%

Turchia 69 323 2% 0,0%

Bahrain 131 135 1% 0,0%

Totale 20.586 18.457 100% 2,0%

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Cina 1.682 13.638 76% 1,5%

Hong Kong 1.105 1.973 11% 0,2%

Taipei 389 1.117 6% 0,1%

Nepal 502 3% 0,1%

Mongolia 499 3% 0,1%

Macao 71 260 1% 0,0%

Totale 3.247 17.989 100% 2,0%

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Singapore 6.477 11.225 85% 1,2%

Thailandia 673 1.070 8% 0,1%

Filippine 242 477 4% 0,1%

Malesia 92 303 2% 0,0%

Viet Nam 200 2% 0,0%

Totale 7.484 13.276 100% 1,5%

Blocchi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Giappone-Coree 23.782 49.329 48% 5,5%

Medioriente 20.586 18.457 18% 2,0%

Area Cinese 3.247 17.989 17% 2,0%

Sudest 7.484 13.276 13% 1,5%

Area Indiana 292 2.313 2% 0,3%

Ex-Urss 943 1.769 2% 0,2%

Asia 56.333 103.133 100% 11,4%

periodo, da +39% del 2013/18 allo zero del secondo lustro, a cui si affianca l’erosione patita da Hong Kong (20 punti di de-crescita cumulati). Nel Sudest asiatico – 130.000 ettolitri totali, il 13% del totale Asia - il monopolio dei traffici è detenuto da Singapore, in forte dinamica negativa nel secondo quinquennio (da +9% a +1%, di fatto ipotecando le performan-ce dell’area). Quote minoritarie in Thailandia (in decrescita) e Malesia e Filippine, queste ulti-me in forte fase ascendente.

LE PERFORMANCE DEI PRINCIPALI PAESI

ASIA QUOTE % 2019 - VOLUME

ASIA (.000 LITRI)

ASIA: PERFORMANCE PER BLOCCHI

GIAPPONE-COREE (.000 LITRI)

MEDIORIENTE QUOTE % 2019 - VOLUME

GIAPPONE -COREE QUOTE % 2019 - VOLUME

AREA CINESE QUOTE % 2019 - VOLUME

MEDIORIENTE (.000 LITRI)AREA CINESE (.000 LITRI)

SUDEST ASIATICO (.000 LITRI)

SUDEST ASIATICO QUOTE % 2019 - VOLUME

▶ ASIA E AFRICA: SI DEVE FARE DI PIÙ

7%2%

31%

9%

51%

22%

6%

-4%0%

1%

20%

-4%

Giap.-Core

e

Medior.

Area C

inese

Sudest

Area In

diana

Ex-Urs

s

Asia: perfornance per blocchi

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

Giap.-Coree48%

Medior.18%

Area Cinese17%

Sudest13%

Area Indiana2%

Ex-Urss2%

Asia: quote % 2019 - volume

6%

39%

9%

-2%

3%

33%

16%

6%

0%

0%5%

-10%

10%

-4%

Giappone Cina Singapore EmiratiAU

Qatar Corea delSud

HongKong

Asia/1

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

13%22%

15% 10%

148%

-1% -3%

3% 3%16%

Israele Kazakhstan Taipei Thailandia India

Asia/2

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

13%22%

15% 10%

148%

-1% -3%

3% 3%16%

Israele Kazakhstan Taipei Thailandia India

Asia/2

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

Giappone89%

Corea S.11%

Giappone-Coree

Cina76%

Hong Kong11%

Taipei6%

Nepal3%

Mongolia3% Macao

1%

Area Cinese

Singapore85%

Thailandia8%

Filippine4%

Malesia2% Viet Nam

1%

Sudest Asiatico

Emirati AU42%

Qatar41%

Israele11%

Oman2%

Libano2%

Turchia2%

Medioriente

Segue da pagina 11

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202014

La restante parte dei traffici diretti verso il continente asia-tico fa rotta verso le ex repub-bliche sovietiche (2%) e il qua-drante indiano (2%): mentre il primo blocco, dominato dal Kazakhstan, è entrato in forte dinamica negativa (26 punti di decrescita, a -4% nel secon-do lustro), quello che fa capo a New Delhi è per ora solo in ral-lentamento, ma in dinamica positiva (+20%). Restano solide – anche se minuscole – le mete turistiche delle Maldive.

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

Kazakhstan 690 1.414 80% 0,2%

Georgia 55 105 6% 0,0%

Kyrgyzstan 51 97 5% 0,0%

Armenia 80 92 5% 0,0%

Turkmenistan 27 31 2% 0,0%

Azerbaijan 40 30 2% 0,0%

Totale 943 1.769 100% 0,2%

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su mondo

2019

India 19 956 41% 0,1%

Myanmar 855 37% 0,1%

Maldive 154 432 19% 0,0%

Sri Lanka 119 70 3% 0,0%

Totale 292 2.313 100% 0,3%

Il continente africano è forte-mente concentrato dal punto di vista dei traffici commer-ciali: più della metà del pro-dotto ha come destinazione Nigeria (Champagne) e Angola (vino portoghese), con Gha-na, Sudafrica e gli altri a quo-te residuali. Le performance continentali seguono pertanto l’andamento di questi mercati, segnando tra i due quinquenni crescite in espansione: da +1% del periodo 2013/18 al +8% del 2014/19.

EX-URSS QUOTE % 2019 VOLUME

AREA INDIANA (.000 LITRI)

EX-URSS (.000 LITRI)AREA INDIANA QUOTE % 2019 - VOLUME

AFRICAQUOTE % 2019 -VOLUME

AFRICA: LE PERFORMANCE DEI PRINCIPALI PAESI

India41%

Myanmar37%

Maldive19%

Sri Lanka3%

Area Indiana

Nigeria37%

Angola20%

Ghana7%Sudafrica

5%

Botswana4%

Costa d'av.3%

Cameroon3%

Kenya2%

Mozambico2% Altri

17%

Africa: quote % 2019 - volume

29%

-11%

23%

6%

42%

-10%

2%

20%

33%32%

0%

63%

18%

-1%

8%

32%

11%4%

Nigeria

Angola

Ghana

Sudafrica

Botswana

Costa d'av.

Camero

on

Kenya

Mozam

bico

Africa: le performance dei principali Paesi

Cagr % 2008/13 Cagr % 2014/19

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Kazakhstan80%

Georgia6%

Kyrgyzstan5%

Armenia5%

Turkmenistan2% Azerbaijan

2%

Repubbliche Ex-Urss

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 15

AFRICA (.000 LITRI)

Paesi 2008 2019Quota %

2019

Quota % su

mondo 2019

Nigeria 976 9.562 37% 1,1%

Angola 8.577 5.200 20% 0,6%

Ghana 119 1.852 7% 0,2%

Sudafrica 433 1.470 6% 0,2%

Botswana 258 1.124 4% 0,1%

Costa d'av. 972 750 3% 0,1%

Cameroon 169 720 3% 0,1%

Kenya 111 520 2% 0,1%

Mozambico 58 465 2% 0,1%

Mauritius 293 422 2% 0,0%

Namibia 322 419 2% 0,0%

Congo 581 402 2% 0,0%

Cabo Verde 37 348 1% 0,0%

Marocco 447 290 1% 0,0%

Burkina Faso 117 272 1% 0,0%

Gabon 733 258 1% 0,0%

Zimbabwe 175 256 1% 0,0%

Swaziland 198 1% 0,0%

Togo 135 165 1% 0,0%

Seychelles 111 130 0% 0,0%

Benin 776 122 0% 0,0%

Tunisia 19 120 0% 0,0%

Zambia 153 75 0% 0,0%

Tanzania 214 53 0% 0,0%

Altri 33 1.175 73 0% 0,0%

Africa 16.960 26.058 100% 2,9%

▶ L’OCEANIA, PICCOLA MA IN CRESCITA

Paesi 2008 2019Quota %

2019Quota % su mondo 2019

Australia 9.564 18.205 74% 2,0%

Nuova Zelanda 8.508 5.036 20% 0,6%

Nuova Caledonia 586 385 2% 0,0%

Polinesia Francese 419 235 1% 0,0%

Altri 20 219 734 3% 0,1%

Oceania 19.296 24.595 100% 2,7%

OCEANIA (.000 LITRI)

OCEANIAQUOTE % 2019 - VOLUME

OCEANIA:LE PERFORMANCE

DEI PRINCIPALI PAESI

U ltimo per volumi importati, anche se fatti da soli due Paesi, è l’Oce-ania: totale 2019 a 246.000 ettoli-tri, in aumento omogeneo nei due

quinquenni del 3%, dovuto però solo a crescita australiana (+6%), mentre la Nuova Zelanda re-

sta in dinamica pluriennale negativa (-5%).In Australia e Nuova Zelanda è massiccia la pre-senza di prodotto italiano, in particolare Prosec-co, pur sottpposto a concorrenza del prodotto lo-cale, mentre la Francia resta leader di mercato in entrambi i Paesi.

8%

-4%

6%

-9%

6%

-5%

-14%

-3%

Australia NuovaZelanda

NuovaCaledonia

PolinesiaFrancese

Oceania

Cagr % 2008/13

Cagr % 2014/19

8%

-4%

6%

-9%

6%

-5%

-14%

-3%

Australia NuovaZelanda

NuovaCaledonia

PolinesiaFrancese

Oceania

Cagr % 2008/13

Cagr % 2014/19

Australia74%

Nuova Zelanda

20%

Nuova Caledonia

2%

Polinesia Francese

1%Altri 20

3%

Quote % 2019

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202016

I tre grandi spumanti nel 2019 hanno cu-bato 4,5 miliardi di euro di valore all’este-ro (+300 milioni sul

2018), per un totale di 667 milio-ni di bottiglie (613 nel 2018): la metà sono di Prosecco, il resto quasi equamente suddiviso fra Cava e Champagne (grafico 1). Quando si viene al valore gene-rato, i pesi si ribaltano, con gli spumanti francesi che valgono 3 miliardi di euro (200 milioni in più sul 2018), pari al 70% del totale, contro il 23% del Prosec-co (1,1 miliardi) e il 7% dei Cava (390 milioni di euro di fatturato estero). I pesi sul totale export di vino in bottiglia (fermi + spumanti + frizzanti) dei rispettivi Paesi sono più che eloquenti: 33% lo Champagne (+1 punto), 17% per Prosecco (+2 punti) e 16% Cava (-1 punto), con forte dinamica di crescita per il Prosecco sul totale Italia, ormai divenuto una categoria a sé stante. La quota export sul proprio totale vendite a volume vede una for-tissima propensione all’estero degli italiani e degli spagnoli, sopra il 60%, contro il 50% del-lo Champagne, una quota tut-tavia cresciuta notevolmente negli ultimi tre anni (grafico 2).

La diffusioneDove sono fatti questi valo-ri all’estero? Innanzitutto, la platea dei pubblici è molto differenziata: il più diffuso è quello meno prodotto, ovvero lo Champagne (184 destinazioni, stabile), mentre il più prodot-to - il Prosecco - sta nel mezzo, con 153 destinazioni (stabile anch’esso rispetto all’anno pre-cedente). Il Cava è quello che vanta meno destinazioni (144 Paesi), segno di una capillarità media più alta in rapporto alle bottiglie esportate in ogni Pae-se (grafico 3). Come evidenziato nel servizio sul commercio mondiale, an-che per i tre grandi spumanti possiamo parlare di problemi di concentrazione (grafico 4), più evidenti per il prodotto ita-liano: a fronte di tassi ondeg-gianti tra 44% (Champagne) e 47% (Cava), il Prosecco nei pri-mi tre mercati (con la novità del sorpasso della Francia sul-

Prosecco, Cava e ChampagneMISSIONE “ALLARGAMENTO”

Oltre 4,5 miliardi di valore export, 670 milioni di bottiglie: il Prosecco più dinamico nella ricerca di nuovi sbocchi, con lo storico sorpasso della Francia sulla Germania e crescite più rilevanti sui mercati di seconda fascia. L’Asia? Cresce, ma è ancora troppo leggera

I PESI DEI 3 BIG NEL 2018 QUOTA % VALORE PRIME 3 DESTINAZIONI

SCOSTAMENTO PREZZO MEDIO PRIME 3 DESTINAZIONI

RISPETTO AL RESTO

-3%

-6%

2%

Prosecco Cava Champagne

5. Scostamento prezzo medio prime 3

destinazioni rispetto a media generale

di CARLO FLAMINI

63%

47%44%

Prosecco Cava Champagne

4. Quota % valore prime 3 destinazioni

359

1.062

156

351

152

3.093

667 mil ioni dibottiglie

4.506 milioni dieuro

1. I pesi dei 3 big nel 2019

Prosecco Cava Champagne

6

8

10

12

13

7

9

11

PR

OS

EC

CO

CH

AM

PA

GN

EC

AV

A

Germania13%

Svizzera11%

Svezia8%

Canada8%

Belgio7%Australia

6%Austria

5%Polonia

5%

Russia5%

Norvegia3%

Altri 14029%

7. Prosecco: il peso dei 10 mercati di 2° fascia (% valore 2019)

Giappone18%

UK13%

Svezia11%

Francia10%

Canada6%

Paesi Bassi5%

Finlandia4%

Svizzera3%

Norvegia3%

Danimarca2%

Altri 13125%

11. Cava: il peso dei 10 mercati di 2° fascia (% valore 2019)

22%

26%

16%

22%

I 10 di secondafascia

I 10 di terzafascia

12. Prosecco

Volume Valore

22%

26%

16%

22%

I 10 di secondafascia

I 10 di terzafascia

12. Prosecco

Volume Valore

-1%

-8%

5%

2%

I 10 di secondafascia

I 10 di terzafascia

14. Champagne

Volume Valore

-1%

-8%

5%

2%

I 10 di secondafascia

I 10 di terzafascia

14. Champagne

Volume Valore

-10%

10%

-12%

5%

I 10 di secondafascia

I 10 di terzafascia

13. Cava

Volume Valore

PERFORMANCE ANNUEIL PESO DEI 10 MERCATI DI 2° FASCIAIL PESO DEI PRIMI 3 MERCATI

22%

26%

16%

22%

I 10 di secondafascia

I 10 di terzafascia

12. Prosecco

Volume Valore(% valore 2019)

Germania12%

Giappone11%

Italia10%

Belgio8%

Svizzera6%

Spagna6%Australia

5%

Paesi Bassi3%

Canada3%

Svezia3%

Altri 17133%

9. Champagne: il peso dei 10 mercati di 2° fascia (% valore 2019)

14

la Germania, maturato grazie all’ennesima poderosa crescita a valore, +46% contro il magro +3% di Berlino) ricava il 63% del miliardo di euro fatturato all’e-stero (2 punti in meno rispetto al 2018). Lo scostamento di prezzo tra i primi tre e la media export del Prosecco è però più basso rispetto al Cava: 3% di sconto contro 6% per lo spumante spa-gnolo, mentre lo Champagne sui primi 3 (Usa, UK e Singa-pore) ha listini medi superiori del 2% rispetto alla media del-le altre destinazioni (grafico 5). In sostanza, sia lo spumante italiano che quello spagnolo si sono affermati sui tre princi-pali mercati applicando prezzi medi inferiori rispetto a quan-to non facciano sulla media generale, mentre al contrario lo Champagne ha prezzi legger-mente superiori proprio sulle piazze principali.

I mercati di seconda fasciaLa concentrazione esportativa del Prosecco non cambia mol-tissimo se escludiamo i primi 3 mercati e assumiamo che il totale sia fatto dalla somma-toria di tutto il resto: sui 150 mercati rimanenti (grafici 6-7), che valgono 395 milioni di euro, un terzo viene generato da Ger-mania, Svizzera e Svezia (altra new entry, che grazie a crescite costanti ha scavalcato Canada e Belgio). Situazione analoga per lo Champagne (grafici 8-9), con Germania, Giappone e Italia che fanno 1/3 del miliardo e 700 milioni di euro ricavato dalle altre 181 destinazioni. Ancora più sbilanciato il Cava, che su Giappone, UK e Svezia (che ha superato la Francia) fa addi-rittura il 42% dei 185 milioni generati dalle 141 destinazioni rimaste (grafici 10-11). Se si fanno i confronti, in co-mune i tre spumanti hanno tra i primi 3 mercati solo gli Usa, mentre UK è comune a Prosec-co e Champagne e la Germania, dopo essere stata sorpassata dalla Francia per il Prosecco, è rimasta sul podio solo per i Cava.Sui 10 mercati di seconda fascia restano in comune solo tre Pae-si: Canada, Svezia e Svizzera.

1

IL PESO DELL’EXPORT

17% 16%

33%

62% 65%

50%

Prosecco Cava Champagne

2. Il peso dell'export

Su export nazionale bott.+spum.

Su rispettivo totale vendite

2

NUMERO DESTINAZIONI

153144

184

Prosecco Cava Champagne

3. Numero destinazioni

3 4 5

UK31%

Usa27%

Francia5%

Altri 15037%

6. Prosecco: il peso dei primi 3 mercati (% valore 2019)

Usa21%

UK14%

Singapore9%

Altri 18156%

8. Champagne: il peso dei primi 3 mercati (% valore 2019)

Belgio16%

Usa16%

Germania15%

Altri 14153%

10. Cava: il peso dei primi 3 mercati (% valore 2019)

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 17

Paesi Litri Euro Euro/litro % valoreVar. % volume

Var. % valore

UK 96.782.436 328.725.818 3,40 31% 8% -2%

Usa 67.174.098 284.195.284 4,23 27% 40% 39%

Francia 13.958.551 53.222.479 3,81 5% 49% 46%

Germania 11.397.959 49.426.707 4,34 5% 11% 3%

Svizzera 9.252.502 42.921.198 4,64 4% 17% 12%

Svezia 7.831.526 31.984.809 4,08 3% 39% 36%

Canada 6.225.686 31.574.328 5,07 3% 29% 27%

Belgio 8.135.057 29.316.762 3,60 3% 8% 3%

Australia 5.278.389 22.756.311 4,31 2% 14% 9%

Austria 4.699.637 20.871.127 4,44 2% 33% 14%

Polonia 5.115.414 20.599.204 4,03 2% 64% 61%

Russia 4.895.084 19.331.626 3,95 2% 32% 26%

Norvegia 2.630.389 12.095.780 4,60 1% 5% 2%

Paesi Bassi 1.827.564 8.262.139 4,52 1% 10% 4%

Lettonia 1.728.108 7.657.922 4,43 1% 48% 55%

Rep. Ceca 1.596.561 6.844.837 4,29 1% 29% 25%

Finlandia 1.426.091 6.196.909 4,35 1% 3% 2%

Spagna 1.597.778 6.020.725 3,77 1% 1% -7%

Giappone 1.055.056 5.168.034 4,90 0% 30% 30%

Lituania 1.128.003 4.849.230 4,30 0% 69% 73%

Grecia 1.128.396 4.738.034 4,20 0% 27% 17%

Ucraina 1.107.358 4.618.163 4,17 0% 65% 57%

Romania 1.227.296 4.615.390 3,76 0% 36% 20%

Estonia 819.679 3.817.190 4,66 0% 16% 9%

Slovacchia 909.498 3.654.638 4,02 0% 59% 36%

Nuova Zelanda 827.320 3.452.145 4,17 0% 79% 68%

Emirati A.U. 549.361 2.931.651 5,34 0% 14% 9%

Paesi Litri Euro Euro/litro % valoreVar. % volume

Var. % valore

Danimarca 700.088 2.920.167 4,17 0% -8% -18%

Irlanda 701.313 2.851.484 4,07 0% 19% 13%

Cina 541.387 2.410.467 4,45 0% 34% 30%

Messico 513.390 2.285.866 4,45 0% 21% 26%

Hong Kong 419.411 1.981.896 4,73 0% 34% 28%

Singapore 383.337 1.927.752 5,03 0% 18% 17%

Croazia 396.888 1.828.566 4,61 0% 40% 22%

Thailandia 363.179 1.755.544 4,83 0% 38% 35%

Cipro 335.810 1.601.387 4,77 0% 10% 13%

Sudafrica 307.324 1.590.711 5,18 0% -10% -1%

Ungheria 295.067 1.315.466 4,46 0% 14% -4%

Malta 239.309 1.111.909 4,65 0% 21% 11%

Portogallo 252.920 1.008.434 3,99 0% 78% 69%

Bulgaria 207.674 970.455 4,67 0% 31% 21%

Serbia 203.319 875.961 4,31 0% 43% 34%

Corea Sud 142.807 734.376 5,14 0% 61% 52%

Bielorussia 151.615 611.939 4,04 0% 439% 279%

Turchia 126.088 595.936 4,73 0% 83% 91%

Libano 97.148 572.103 5,89 0% 5% 0%

Colombia 121.403 533.523 4,39 0% 49% 35%

Vietnam 92.787 516.579 5,57 0% 70% 68%

Lussemburgo 98.084 485.066 4,95 0% -22% -21%

Maldive 118.860 483.111 4,06 0% 78% 61%

Altri 103 2.175.388 10.692.729 4,92 1% -1% 2%

Extra Ue 104.638.165 456.125.162 4,36 43% 33% 30%

Ue 164.651.228 605.384.705 3,68 57% 15% 7%

Totale 269.289.393 1.061.509.867 3,94 100% 21% 16%

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La diversificazioneChi fra i tre spumanti si sta impegnando di più nel proces-so vitale di diversificazione del portafoglio? La risposta sembra scontata: essendo il Prosecco quello con tassi di concentra-zione più alti, è evidente che sia anche quello a sentire più forte

l’esigenza di allargare i merca-ti. Dal grafico 12, infatti, emerge come il Prosecco sia straordina-riamente performante sia sui 10 mercati di seconda fascia (dal 4° al 13°, che includono Germa-nia, Svizzera, Svezia, Canada), sia ancor di più sui 10 successi-vi dal 14° in avanti (Paesi Bassi,

Baltico, Finlandia, Giappone): le performance annue volume e valore del 2019 parlano di pro-gressioni di oltre il 20%, mentre su quelli più grandi si sta sopra il 20% volume e il 16% valore. Numeri che fanno impallidi-re le performance degli altri due: i Cava (grafico 14) sono in

regressione volumica e valo-riale sui 10 primi mercati se-condari (Giappone, UK. Svezia, Francia), mentre spingono più sul volume che non sul valore sui 10 terziari (Polonia, Brasile, Baltico). Champagne (grafico 13) in buona progressione valoria-le sui mercati secondari (+5%,

PROSECCO: PRIME 50 DESTINAZIONI 2019

di CARLO FLAMINI

anche a discapito del volume), comprendenti Germania, Giap-pone, Italia, Belgio, mentre lo stesso gioco riesce meno bene sui mercati terziari (Emirati, Austria, Hong Kong, Danimar-ca), dove l’aumento a valore del 2% viene pagato a volume sull’8%.

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202018

L’Asia, tutta da costruireIl continente asiatico si dimo-stra il più ostico alla penetra-zione delle bollicine. Escluden-do Giappone e Corea del Sud, e mettendo da parte Singapo-re per lo Champagne che fa più che altro da hub, la quota dell’aggregato Cina/HK/Taiwan e del Sudest asiatico rimane marginale per il business del-le case spumantiere europee: in termini percentuali stiamo parlando dell’1% circa in volu-me e valore per il Prosecco e il Cava, il 2% per lo Champagne. In valori assoluti, ovviamente è lo Champagne quello che ge-nera più traffico (grafico 15). Se Singapore da sola vale quasi 300 milioni di euro (il 9% del totale), più di una difficoltà però si con-tinua a registrare sul mercato cinese e delle relative appendici Hong Kong e Taiwan: in totale stiamo parlando di circa di una sessantina di milioni di euro su un totale di 73 generato dall’a-rea, tra l’altro in calo del 2% ri-spetto al 2018. Per il Prosecco, invece, i milioni di euro sono poco meno di 10 (grafico 16), però in forte aumento (+25%), con principali sbocchi Cina, Hong Kong e Singapore. Fortissime crescite si registrano anche in Vietnam, Filippine e Malesia.

Per il Cava (grafico 17) il fattu-rato è poco sopra i 2,5 milioni di euro, con Cina, Hong Kong e Taiwan a poco meno di 2 milio-ni di euro, e in sostanziale sta-bilità. Seguono Singapore e poi tutti gli altri mercati con quote risibili.

Chi pesa di più e doveLa competizione a livello mon-diale vede oggi il Prosecco pri-mo spumante: su un totale circolante di 1,2 miliardi di bot-tiglie (dato 2019), è marchiato Prosecco il 30% (4 punti in più rispetto al 2017), contro il 13% per Cava (-1 punto) e il 12% per lo Champagne (2 punti in meno) (grafico 19). L’Asti vale il 4%, 1 punto in meno (51 milioni di bottiglie), mentre gli spumanti tedeschi il 3% (41 milioni di bottiglie). Altri 143 milioni sono spumanti ita-liani diversi da Prosecco e Asti, soprattutto a denominazione (una ventina di milioni di pezzi in meno), mentre il resto è spar-pagliato tra tutti gli altri Paesi, ivi compresi altri spumanti spagnoli e francesi: 311 milioni di bottiglie. Tra Prosecco, Asti e il resto, l’Italia cuba oltre mezzo miliardo di bottiglie, il 46% del totale. Vediamo i pesi sui principali

Cina25%

Hong Kong21%

Singapore20%

Thailandia18%

Vietnam5%

Taiwan4%

Filippine3% Altri

4%

16. Prosecco: totale 9,6 milioni di euro

Prosecco30%

Cava13%

Champagne12%

Asti4%

Germania3%

Altri Italia12%

Altri26%

19. Peso volume su totale import mondo (2019)

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27%

8%

-13%

25%

-3% -2%

Prosecco Cava Champagne(Singapore escl.)

18. Performance in Asia 2019

Volume Valore

27%

8%

-13%

25%

-3% -2%

Prosecco Cava Champagne(Singapore escl.)

18. Performance in Asia 2019

Volume Valore

15

16

17

CHAMPAGNE (SINGAPORE ESCL.): TOTALE 73 MILIONI DI EURO

PROSECCO: TOTALE 9,6 MILIONI DI EURO

CAVA: TOTALE 2,7 MILIONI DI EURO

18. PERFORMANCE IN ASIA 2019

19. PESO VOLUME SU TOTALE IMPORT MONDO (2019)

Hong Kong40%

Cina32%

Taiwan11%

Thailandia5%

Malesia4%

Vietnam3% Altri

5%

15 . Champagne (Singapore escl.): totale 73 milioni di euro

Cina41%

Hong Kong24%

Taiwan13%

Singapore10%

Filippine4%

Malesia3% Mongolia

2% Altri3%

17. Cava: totale 2,7 milioni di euro

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 19

mercati di destinazione (grafi-ci da 20 a 23): in UK, il Prosecco oggi vale quasi il 70% del mer-cato di importazione (2 punti in più rispetto al 2017), contro il 20% cumulato da Cava e Cham-pagne (6 punti in meno). In Usa, dove fra l’altro il contesto di mercato vede anche la presenza di spumantistica locale, le bol-licine veneto-friulane sono il primo prodotto di importazio-ne, con quota share del 44% sul totale a volume (8 punti in più). In Germania, invece, la quota del Prosecco spumante è più piccola (18%), in quanto una fet-ta di mercato è occupata anche dal frizzante. Sullo spumante in Germania vincono i Cava, al 35% di quota, come sono pre-dominanti anche in Belgio, da sempre roccaforte dei metodo classico spagnoli, che detengo-no la metà dei volumi assorbiti da Bruxelles. Più difficile la situazione in Giappone e Russia, dove le pic-cole quote volume dello Cham-pagne sono compensate dall’al-to valore aggiunto del prodotto, fattore incalcolabile per prodot-ti da volume come Prosecco e Cava. In Russia, una grossa fetta del mercato è fatta da spuman-ti di origine alternativa, come la Repubblica dell’Abkhazia,

formalmente riconosciuta solo da Mosca. Gli spagnoli occupa-no una buona fetta di mercato nel Paese del Sol Levante (21%), contro l’impalpabile 2% del Pro-secco e dell’Asti. Asti che ritorna forte in Russia (15%), dove co-munque sta subendo l’avanzata del prodotto veneto (all’11%, 2 punti in più sul 2017).In Francia, dove lo Champa-gne non viene contabilizzato nel dato import, il Prosecco ha sopravvanzato gli spagnoli, al 48%, divenendo di fatto la pri-ma referenza estera per questo mercato straordinariamente difficile. Altro salto importan-te è quello compiuto in Svezia, dove si è al 31% di quota (+8 ri-spetto al 2017 e 8 punti sopra gli spagnoli), e in Svizzera, merca-to di prossimità letteralmente invaso dalle etichette venete, al 45% di quota sul totale (8 punti in più sul 2017).In Australia e Canada il Pro-secco è arrivato attorno e sopra quota 30% guadagnando qual-cosa come 10 punti percentuali, mentre nei Paesi Bassi, similar-mente a quanto avviene in Bel-gio, la concorrenza del prodotto iberico e di altra spumantistica, specie tedesca, è ancora molto spinta, anche se il Prosecco si sta comportando molto bene.

68%

44%

18%

6%

11%

35%

14%

13% 14%4% 8%

10%

29% 24%

UK Usa Germania

20. UK - Usa - Germania

Prosecco Cava Champagne Asti Altri

18%2%

11%

43%

21%

14%

12%

2%

2%

15%

24%

62%73%

Belgio Giappone Russia

21. Belgio - Giappone - Russia

Prosecco Cava Champagne Asti Altri

48%31%

45%

28%

23%10%

9%20%

2%

1%

2%

22%36%

23%

Francia Svezia Svizzera

22. Francia - Svezia - Svizzera

Prosecco Cava Champagne Asti Altri

29% 34%

9%

4%

12%

16%

21%10%

10%

2% 4%

1%

44% 40%

64%

Australia Canada Paesi Bassi

23. Australia - Canada - Paesi Bassi

Prosecco Cava Champagne Asti Altri

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22

21

23

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FRANCIA - SVEZIA - SVIZZERA

BELGIO - GIAPPONE - RUSSIA

AUSTRALIA - CANADA - PAESI BASSI

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202020

1. EXPORT ITALIANO DI SPUMANTI - TOTALE GENERALE 2. EXPORT ITALIANO: IL PESO DEGLI SPUMANTI

3. EXPORT ITALIANO: RIPARTIZIONE PER TIPO

(MLN EURO E QUOTE % 2019)

5. EXPORT SPUMANTI: QUOTE VALORE (MILIONI DI EURO )

di CARLO FLAMINI

Nel 2019 il crollo della spumantistica Dop, quasi

dimezzata in volume e sottoposta a concorrenza contingente anche degli spumanti

varietali e comuni, in eccesso di offerta dalla vendemmia 2018.

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

20002001

20022003

20042005

20062007

20082009

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

1. Export italiano di spumanti

Milioni di hl Miliardi di euro

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

20002001

20022003

20042005

20062007

20082009

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

2. Il peso dello spumante sull'export italiano

Volume Valore

Prosecco; 1.061; 17%

Altri spumanti; 521; 8%

Frizzanti; 414; 6%

Vini fermi bianchi; 1.345; 21%

Vini fermi rossi; 2.640; 41%

Sfuso e mosto; 337;

5%

Altri; 116; 2%

3. Export italiano: riparizione per tipo (mln euro e quote % 2019)

222269

76

8142

3844

26

2018 2019

4. Export spumanti: quote volume (milioni di litr)

Riexport

Dop

Asti

Igp-varietali-comuni

Prosecco916

1.062

215

223144

141203126

2018 2019

5. Export spumanti: quote valore (milioni di euro)

Riexport

Dop

Asti

Igp-varietali-comuni

Prosecco

N el 2019 l’export di spumanti ha toccato ancora un record: raggiunta quota 1,6 miliardi di euro (+5%), per un volume di 4,2 milioni di ettolitri (+8%) (gra-fico 1). A valore le bollicine hanno sovraperforma-to il resto dell’export, che chiude a +3%, mentre in

volume la dinamica generale (+11%) è stata molto più accentuata, essendo stata generata dalla necessità di liberare le cantine dall’ab-bondante produzione del 2018.È anche per questo che la quota volume delle bollicine sul totale delle spedizioni italiane nel mondo si è arrestata, anzi è andata in-dietro di un punto percentuale (al 19%), fermando di fatto una cre-scita decennale ininterrotta ( ). Crescita che invece rimane intatta sulla parte valore, con gli sparkling che passano dal 24% al 25% di quota sul totale, 10 punti in più rispetto a solo sei anni fa. Disaggregando per categorie (grafico 3), il miliardo di euro generato dal Prosecco equivale al 17% del totale export nazionale (+2 punti rispetto al 2018), quota ormai quasi parificata ai vini bianchi fermi (21%), mentre gli altri spumanti con i loro 521 milioni di euro valgo-no l’8%, in diminuzione di un punto sull’anno precedente. Segmentando il comparto spumanti per categorie (grafici 4-5), il Prosecco detiene ormai stabilmente il 60% del volume e il 65% del valore prodotto all’estero, quota quest’ultima in aumento di 5 punti percentuali sul 2018. L’Asti è schiacciato su quote del 10%, mentre un ragionamento a parte va fatto per il resto della spumantistica: nei grafici, abbiamo parificato gli Igp ai varietali e comuni, opera-zione non corretta dal punto di vista tassonomico (Dop e Igp per le classificazioni ufficiali stanno su uno stesso piano), ma necessaria per spiegare quello che è successo l’anno scorso in termini di scelte produttive e commerciali. L’eccesso di offerta della vendemmia 2018, specialmente in Ve-neto, ha spinto moltissime aziende alla produzione di spumante generico, varietale o Igp, sia proveniente da eccessi delle Doc, sia da vigneti piantati a Glera non iscritti all’albo della Doc Prosecco. I numeri di questo fenomeno parallelo sono ben evidenziati dai grafici delle quote volume, con questi prodotti che balzano da 760 a 810.000 ettolitri.

PROSECCO MANGIA-TUTTIL’Asti cerca alternative

nell’area ex Urss

4. EXPORT SPUMANTI: QUOTE VOLUME (MILIONI DI LITRI)

ANALISI DELL’EXPORT ITALIANO

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 21

6. IL PESO DEI PRIMI TRE MERCATI (% VALORE 2019)

7. IL PESO DEI 10 MERCATI DI SECONDA FASCIA (% VALORE 2019)

8. PRIMI 10 MERCATI A VALORE - 2019

EXPORT SPUMANTI DOP 2019 (ESCLUSO PROSECCO, ASTI, CHAMPAGNE E CAVA) - PIRMI 50 MERCATI

EXPORT ITALIANO DI SPUMANTI IGP, VARIETALI, COMUNI

Litri Var. % Euro Var. % Euro/litro Var. %

Usa 9.746.429 -9,0 38.956.091 -8,2 4,00 0,8

Germania 13.892.273 -6,4 26.013.381 -7,8 1,87 -1,5

UK 7.399.789 9,2 19.338.297 -2,2 2,61 -10,5

Giappone 5.422.747 48,1 16.765.564 45,1 3,09 -2,0

Russia 6.550.882 29,9 13.432.020 25,1 2,05 -3,7

Svezia 2.948.279 23,5 10.057.641 18,4 3,41 -4,1

Cina 3.331.759 41,9 9.161.148 30,5 2,75 -8,1

Svizzera 1.538.066 -0,1 6.401.438 -8,4 4,16 -8,3

Belgio 2.141.836 -20,4 6.076.338 -16,2 2,84 5,3

Spagna 4.818.266 -13,2 5.933.112 -15,0 1,23 -2,1

Francia 1.499.718 4,5 4.849.689 -12,0 3,23 -15,8

Canada 876.986 -6,0 4.067.316 2,9 4,64 9,5

Austria 991.846 53,5 3.514.196 10,7 3,54 -27,9

Estonia 832.928 68,1 2.555.154 58,1 3,07 -6,0

Danimarca 621.774 -2,1 2.464.475 -7,6 3,96 -5,6

Paesi Bassi 649.083 1,1 2.195.941 -10,2 3,38 -11,2

Brasile 842.776 8,2 2.160.239 18,1 2,56 9,2

Polonia 914.357 12,3 2.068.587 -2,0 2,26 -12,8

Finlandia 616.140 5,1 1.952.766 -6,7 3,17 -11,3

Corea del Sud 478.939 -15,0 1.605.456 -11,0 3,35 4,7

Rep. Ceca 637.444 47,8 1.477.642 6,7 2,32 -27,8

Ucraina 592.841 109,6 1.440.568 92,4 2,43 -8,2

Norvegia 288.665 -4,1 1.279.644 -1,3 4,43 3,0

Hong Kong 151.000 -14,5 827.039 -36,9 5,48 -26,2

Irlanda 66.493 9,4 205.706 -10,9 3,09 -18,5

Altri 15.510.281 12,3 44.912.681 7,8 2,90 -4,0

Totale 81.212.796 6,8 222.666.499 3,4 2,74 -3,2

Usa22%

UK19%

Germania9%

Altri 15350%

6. Il peso dei primi 3 mercati (% valore 2019)

Svizzera14%

Giappone13%

Francia9%

Belgio7%Cina

4%Svezia

4%Russia

4%Canada

4%

Danimarca3%

Australia3%

Altri 14335%

7. Il peso dei 10 mercati di 2° fascia (% valore 2019)

LitriVar. % 19/18

Quota

% 19Euro

Var. % 19/18

Quota % 19

Euro/litro

Var. % 19/18

Usa 6.429.984 -51,9% 24,8% 28.045.091 -54,5% 22,3% 4,36 -5,4%

UK 6.277.221 -52,3% 24,3% 23.346.749 -52,8% 18,6% 3,72 -1,1%

Germania 1.698.845 -2,7% 6,6% 10.784.783 -5,6% 8,6% 6,35 -3,0%

Svizzera 1.187.616 -36,1% 4,6% 8.645.351 -26,2% 6,9% 7,28 15,6%

Giappone 1.342.562 14,0% 5,2% 8.341.855 6,1% 6,6% 6,21 -6,9%

Francia 746.968 -49,3% 2,9% 5.654.583 -24,1% 4,5% 7,57 49,6%

Belgio 879.925 -15,6% 3,4% 4.196.788 -11,6% 3,3% 4,77 4,8%

Cina 780.073 -22,6% 3,0% 2.807.608 -16,6% 2,2% 3,60 7,8%

Svezia 491.919 -80,5% 1,9% 2.748.121 -69,1% 2,2% 5,59 58,6%

Russia 714.482 64,4% 2,8% 2.498.261 41,9% 2,0% 3,50 -13,7%

Canada 353.356 -61,6% 1,4% 2.221.748 -56,2% 1,8% 6,29 14,1%

Danimarca 425.790 -2,7% 1,6% 1.979.305 -8,4% 1,6% 4,65 -5,9%

Australia 387.244 8,6% 1,5% 1.890.294 8,8% 1,5% 4,88 0,1%

Paesi Bassi 300.686 -20,4% 1,2% 1.885.589 4,4% 1,5% 6,27 31,1%

Austria 341.432 39,1% 1,3% 1.740.378 19,6% 1,4% 5,10 -14,1%

Norvegia 181.873 -40,3% 0,7% 1.301.399 -28,3% 1,0% 7,16 20,2%

Rep. Ceca 177.646 -22,4% 0,7% 839.343 -21,2% 0,7% 4,72 1,5%

Brasile 285.546 -47,9% 1,1% 831.562 -41,9% 0,7% 2,91 11,4%

Spagna 117.451 -15,9% 0,5% 827.876 -3,4% 0,7% 7,05 15,0%

Lettonia 131.103 2,2% 0,5% 782.441 7,3% 0,6% 5,97 5,0%

Corea del Sud 109.753 5,2% 0,4% 630.058 7,1% 0,5% 5,74 1,8%

Lituania 149.579 122,7% 0,6% 623.120 83,2% 0,5% 4,17 -17,7%

Ucraina 107.561 81,8% 0,4% 574.911 68,9% 0,5% 5,34 -7,1%

Taiwan 80.626 30,9% 0,3% 573.013 70,9% 0,5% 7,11 30,6%

Islanda 103.565 39,8% 0,4% 554.033 33,9% 0,4% 5,35 -4,2%

Hong Kong 50.618 -10,7% 0,2% 529.600 18,6% 0,4% 10,46 32,8%

Singapore 70.359 16,9% 0,3% 492.206 13,1% 0,4% 7,00 -3,3%

Grecia 92.305 35,5% 0,4% 459.494 28,1% 0,4% 4,98 -5,5%

Irlanda 110.851 -32,4% 0,4% 452.343 -36,2% 0,4% 4,08 -5,8%

Polonia 70.811 -45,5% 0,3% 433.716 -40,2% 0,3% 6,12 9,8%

Messico 150.744 -42,2% 0,6% 384.314 -39,4% 0,3% 2,55 4,9%

Israele 161.193 40,7% 0,6% 339.556 3,8% 0,3% 2,11 -26,2%

Finlandia 57.804 -60,7% 0,2% 322.225 -51,1% 0,3% 5,57 24,2%

Nuova Zelanda 59.939 -65,1% 0,2% 290.002 -59,9% 0,2% 4,84 14,8%

Romania 60.794 2,1% 0,2% 282.037 9,2% 0,2% 4,64 7,0%

Malta 55.241 -7,0% 0,2% 276.339 -18,2% 0,2% 5,00 -12,1%

Estonia 36.259 -14,9% 0,1% 234.610 -24,2% 0,2% 6,47 -11,0%

Libano 52.323 57,2% 0,2% 209.444 47,0% 0,2% 4,00 -6,4%

Thailandia 22.449 -63,8% 0,1% 181.521 -45,2% 0,1% 8,09 51,4%

Nigeria 61.300 -54,1% 0,2% 179.028 -39,7% 0,1% 2,92 31,3%

Emirati AU 24.138 46,3% 0,1% 176.263 34,6% 0,1% 7,30 -8,0%

Bielorussia 40.678 218,3% 0,2% 157.573 247,5% 0,1% 3,87 9,2%

Cipro 20.867 -31,5% 0,1% 155.581 -22,5% 0,1% 7,46 13,2%

Sudafrica 32.585 -53,6% 0,1% 155.235 -49,8% 0,1% 4,76 8,0%

Lussemburgo 13.720 -43,2% 0,1% 143.101 -35,0% 0,1% 10,43 14,4%

Turchia 34.594 3,8% 0,1% 142.162 2,7% 0,1% 4,11 -1,1%

Croazia 27.081 -42,1% 0,1% 133.852 -40,4% 0,1% 4,94 3,0%

Bulgaria 23.001 -40,8% 0,1% 120.265 -50,2% 0,1% 5,23 -15,9%

Slovacchia 22.353 -53,8% 0,1% 113.749 -76,7% 0,1% 5,09 -49,7%

Maldive 10.410 -12,8% 0,0% 107.246 34,9% 0,1% 10,30 54,6%

Altri 715.193 -2,0% 2,8% 4.861.520 -11,6% 3,9% 6,80 -9,8%

Extra Ue 13.502.918 -38,7% 52,2% 66.928.247 -37,7% 53,3% 4,96 1,6%

Ue 12.377.498 -44,9% 47,8% 58.728.995 -38,4% 46,7% 4,74 11,8%

Totale 25.880.416 -41,8% 100,0% 125.657.242 -38,0% 100,0% 4,86 6,5%

Usa17%

Germania12%

UK9%

Giappone 7%Russia

6%Svezia

4%

Cina 4%Svizzera

3%

Belgio 3%

Spagna3%

Altri32%

8. Primi 10 mercati a valore - 2019

Come diretta conseguenza, la categoria Dop tracolla, da 440 a

260.000 ettolitri: fenomeno spiega-

bile alla luce pro-prio della produzione

di vino generico, che è andata in diretta concorrenza

di prezzo sulle categorie più “pregiate”, di fatto intasando gli sboc-chi commerciali. Un evento congiunturale della vendemmia 2018, questo, che è andato a innestarsi sull’erosione di mercato prodot-ta già dal Prosecco negli ultimi anni. Un doppio gancio, insomma, che ha avuto l’effetto di mandare al knock-out un’intera categoria di prodotti. Sul fattore valore, poi, questo effetto deprezzante si vede ampliato: fatturato dei vini Dop decresciuto del 38% (126 milioni di euro), a fronte di crescita degli Igp-varietali-generici di appena il 3% (223 milioni).

La debacle dei Dop per PaesiLa debacle della spumantistica a denominazione presenta nume-ri impressionanti (tabella e grafici 6-7): sui primi due mercati (Usa e UK) i meno sono nell’ordine del 50%, mentre su Berlino i danni sono limitati (a -3%). Per inciso i primi tre sono gli stessi del Pro-secco, con quota sul totale del 50%. Ma scorrendo la lista degli altri mercati di seconda fascia, troviamo -36% in Svizzera, -50% in Fran-cia, -80% in Svezia, tutti Paesi su cui il Prosecco sta letteralmente volando e su cui come vedremo la performance dei generici è stata di forte crescita. Si sono salvati Giappone, Russia e Australia, men-tre segni meno profondi si sono registrati anche in Cina (-23%), Ca-nada (-62%), Paesi Bassi (-20%) e Norvegia (-40%). Spariti quasi dai radar Brasile (-48%), Repubblica Ceca (-22%) e Spagna (-16%). Da questi numeri eloquenti ci sentiamo di smontare il dogma secondo cui il mercato assorbe qualunque cosa abbia le bollicine dentro: il mercato è e resta difficile per tutti i segmenti, special-mente per quelli che vogliono puntare verso l’alto. E questo deve suonare come un monito per tutte quelle zone e territori che si stanno cimentando (da zero o quasi) con la produzione di sparkling come riscatto a difficoltà di vendita dei prodotti storici: alle carenze tecniche (si veda intervista a Carlo De Biasi su Corriere Vinicolo Vite n. 11-2020) si potrebbero sommare quelle commerciali. Le scorciatoie insomma non sono consentite.

Gli altri spumantiCome abbiamo detto, la concorrenza congiuntura-le operata dagli spumanti generici, varietali e Igp su quelli a denominazione si è appalesata, ma non in tutti i mercati (tabella e grafico 8): se per esempio sugli Usa il Prosecco mangia via tutto il resto (e qui abbiamo -9% anche per i generici) e in Germania si è in calo per tendenza generale del mercato, in UK invece il +9% spuntato dagli spumanti di prezzo (con variazio-ne negativa sui listini addirittura dell’11%, a 2,61 euro/litro contro media spumante Dop di 3,72) in associazione con la performance del Prosecco (+8%) va a spiegare la debacle del comparto a deno-minazione su questo mercato. Stesse dinamiche in Svezia, Cina e Francia, dove la combinazione con il Prosecco ha generato le forti riduzioni viste per la spumantistica Dop. Varietali, generici e Igp condividono anch’essi i primi tre mercati: Usa, Germania e UK, con una quota sul totale fatturato del 38%, leggermente più bassa rispetto sia ai Dop che al Prosecco. Impor-tanti i mercati “secondari”: Giappone e Russia fanno il 13%, Paesi in cui sono esposti anche i Dop ma molto meno i Prosecchi. Altro mercato in comune è la Svezia, mentre la Cina sembra essere una sorta di esclusiva: quel 4% di quota valore per i generici va parago-nato al 3% dei Dop e allo 0,2% del Prosecco.

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202022

L’Asti: sterzata a EstLe bollicine dolci hanno avuto una vita piuttosto travagliata negli ultimi anni, e l’Asti – che ne è l’ambasciatore - non ha fatto ecce-zione. Solo negli ultimi 9 anni i fatturati generati all’estero si sono ridotti del 10% secco, mentre tra 2019 e 2018 il valore ha registra-to una nuova battuta d’arresto (-2%), dopo aver sperimentato un biennio di crescita che sembrava aver riportato un po’ di ossigeno (tabella e grafico 9). La parabola discendente è determinata sostanzialmente dalla Ger-mania, relegata a terzo mercato nel giro di 9 anni e praticamente più che dimezzata sui fatturati, e in un primo momento anche dalla Russia, soprattutto tra 2013 e 2016, anche se da quell’anno il mercato è andato in fase di recupero, tanto da confermarsi nel 2019 come prima destinazione assoluta (23 milioni di euro, +15%). Sotto ci sono gli Stati Uniti, nell’ultimo anno con chiusura a -9%, e andamento pluriennale a onde, decrescenti nella prima metà, a saliscendi nella seconda. Se i primi tre mercati fanno il 43% (grafico 10), dimostrando che almeno in fatto di diversificazione del portafoglio l’Asti può in-segnare qualcosa agli altri spumanti, quello che balza all’occhio è il progressivo moto di spostamento dei traffici verso non solo la Russia, ma tutti quei Paesi che con la Russia hanno traffici attivi o che della Russia sono stati “proprietà” nell’era sovietica. Caso em-blematico è la Lettonia, quarto mercato per le bollicine base Mo-scato, ma anche l’Ucraina (nona destinazione). Sommando Mosca, le ex repubbliche baltiche e l’Ucraina, il totale a volume assorbito nel 2019 è stato del 31% (grafico 11), a dimostrazione che questa par-te di Europa – con tutte le sue contraddizioni e con tutti gli incep-pamenti diplomatici che la contraddistinguono – è diventata di importanza strategica.

0

5

10

15

20

25

30

35

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50

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

9. Export Asti (mln euro)

Russia Usa Germania Lettonia UK Polonia

EXPORT DI ASTI – PRINCIPALI PAESI 2019

Litri Var. % Euro Var. % Euro/litro Var. %

Russia 6.625.491 15,2% 22.641.136 15,1% 3,42 -0,1%

Usa 5.750.962 -8,7% 21.039.470 -9,2% 3,66 -0,5%

Germania 5.135.072 -33,4% 17.213.595 -15,5% 3,35 26,8%

Lettonia 3.626.663 14,3% 13.172.159 10,3% 3,63 -3,5%

UK 2.848.643 -18,3% 9.490.871 -14,6% 3,33 4,6%

Polonia 1.306.469 -19,5% 5.313.756 -1,5% 4,07 22,4%

Giappone 1.034.157 1,4% 4.597.692 10,0% 4,45 8,5%

Messico 814.969 1,8% 3.255.244 5,2% 3,99 3,3%

Ucraina 813.192 -5,2% 3.234.989 5,0% 3,98 10,8%

Austria 873.415 -16,1% 3.231.610 -3,6% 3,70 14,9%

Danimarca 760.426 -34,1% 2.846.963 -31,5% 3,74 4,0%

Belgio 777.119 -12,0% 2.681.687 -4,9% 3,45 8,1%

Canada 692.881 -8,3% 2.475.850 -3,6% 3,57 5,1%

Francia 718.448 -24,7% 2.332.241 -21,2% 3,25 4,7%

Portogallo 465.969 -7,9% 1.896.124 -4,7% 4,07 3,5%

Svizzera 431.720 199,0% 1.713.689 88,5% 3,97 -37,0%

Svezia 354.053 -10,0% 1.687.339 31,9% 4,77 46,7%

Cina 494.954 114,7% 1.667.478 88,4% 3,37 -12,2%

Perù 329.563 4,8% 1.629.999 19,9% 4,95 14,4%

Lituania 310.286 -36,4% 1.629.447 -13,8% 5,25 35,5%

Grecia 327.878 14,7% 1.588.021 21,0% 4,84 5,5%

Ungheria 325.000 2,8% 1.533.152 11,2% 4,72 8,2%

Cile 271.095 9,6% 1.394.377 47,6% 5,14 34,7%

Kazakhstan 384.837 -1,6% 1.287.076 -5,2% 3,34 -3,7%

Estonia 274.194 -24,1% 1.230.247 -15,1% 4,49 11,9%

Australia 345.477 -40,3% 1.010.075 -44,7% 2,92 -7,3%

Norvegia 151.185 7,7% 793.840 29,0% 5,25 19,8%

Finlandia 162.113 -21,0% 741.202 -21,5% 4,57 -0,7%

Taiwan 102.462 71,5% 737.105 110,4% 7,19 22,7%

Corea del Sud 179.061 -22,2% 678.061 -28,0% 3,79 -7,5%

Altri 1.270.806 -21,6% 6.007.563 -11,7% 4,73 12,6%

Extra Ue 19.258.507 2,5% 72.023.356 4,2% 3,74 1,7%

Ue 28 18.700.053 -19,5% 68.728.702 -8,4% 3,68 13,8%

Totale 37.958.560 -9,7% 140.752.058 -2,3% 3,71 8,1%

9. EXPORT ASTI (MILIONI DI EURO )

Russia16%

Usa15%

Germania12%

Lettonia9%

UK7%Polonia

4%

Altri37%

10. Asti: principali mercati a valore 201910. ASTI: PRINCIPALI MERCATI A VALORE 2019

11. IL PESO DELL’URSS (QUOTE % VOLUME)

Russia, Ucr. e Baltico

31%

Usa15%

Germania13%

Altri41%

11. Il peso dell'ex URSS (quote % volume)

Monoblocco isobarico elettronicoda 72 rubinetti per 9.000 bph spumante

mbf.itKeep Improving

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202024

Non si arretra di un millimetro

STATI UNITI

Nonostante i lockdown e l’epidemia che sta picchiando durissimo, la crescita

degli sparkling non si è arrestata e le prospettive sono rosee. Sartor (Ruffino):

“Il virus ha definitivamente sancito che il Prosecco è un every day wine, a cui gli americani non rinunciano”.

Tutta un’altra storia per gli Champagne

Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su

dati Nielsen US

67% 72%

33% 28%

Volume Valore

4. La composizione delle vendite italiane

Vini fermi Spumanti

67% 72%

33% 28%

Volume Valore

4. La composizione delle vendite italiane

Vini fermi Spumanti

67% 72%

33% 28%

Volume Valore

4. La composizione delle vendite italiane

Vini fermi Spumanti

3. RIPARTIZIONE EXPORT SPUMANTI ITALIANI VERSO GLI USA

4. LA COMPOSIZIONE DELLE VENDITE ITALIANE

67 284

22 90

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Milioni litri Milioni euro

3. Ripartizione export italiano verso gli Usa

Prosecco Altri

67 284

22 90

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Milioni litri Milioni euro

3. Ripartizione export italiano verso gli Usa

Prosecco Altri di CARLO FLAMINI

2. IL PESO DEL PROSECCO SUL MERCATO

61%

46%

22%

65%

38%

23%

Spumantiital iani

Spumantieseri

Totalespumanti

2. Il peso del Prosecco sul mercato

Volume Valore

VENDITE DI SPUMANTI NEL SEGMENTO OFF-PREMISE USA - 2019

Valore (US$) Var. %Volume

(casse 9 litri)Var. %

Prezzo bott. 0,75

Var. %

Totale 1.740.484.410 5,6 11.374.489 2,8 12,75 2,8

Domestici 689.552.853 3,7 5.886.179 1,3 9,76 2,4

Importati 1.050.931.558 6,9 5.488.310 4,4 15,95 2,4

Italia 607.769.345 8,8 4.141.690 6,0 12,23 2,6

Francia 361.597.217 6,3 713.418 6,6 42,22 -0,3

Spagna 72.720.675 -3,1 569.155 -6,9 10,64 4,1

Prosecco 395.276.714 14,0 2.512.987 11,6 13,10 2,1

Champagne 311.670.959 5,6 480.187 4,3 54,07 1,3

Rosé 143.745.997 17,6 862.100 19,1 13,89 -1,3

Moscato 142.963.526 -4,8 1.077.631 -7,3 11,05 2,7

Cava 70.165.710 -2,6 549.083 -6,5 10,65 4,2

Pro

ven

ien

zaT

ipo

log

ie

Valore (US$) Var. %Volume

(casse 9 litri)Var. %

Prezzo bott. 0,75

Var. %

<4.99 1.211.986 12,5 23.027 13,8 4,39 -1,1

5-6.99 137.081.773 3,0 1.871.453 -0,5 6,10 3,6

7-9.99 293.855.557 -0,2 2.934.168 -2,2 8,34 2,1

10-11.99 391.221.959 3,4 2.840.368 2,5 11,47 0,8

12-14.99 379.813.123 14,6 2.263.007 12,2 13,98 2,2

15-19.99 156.281.531 4,0 752.480 3,0 17,30 1,0

20-29.99 52.245.032 10,5 175.586 12,1 24,79 -1,4

30-49.99 103.050.969 5,0 209.025 3,9 41,07 1,1

50-99.99 184.171.864 5,9 281.346 4,8 54,53 1,1

>100 40.787.104 2,1 19.797 -2,1 171,62 4,4

$/

bo

ttig

lia

0,7

5

67% 72%

33% 28%

Volume Valore

4. La composizione delle vendite italiane

Vini fermi Spumanti

67% 72%

33% 28%

Volume Valore

4. La composizione delle vendite italiane

Vini fermi Spumanti

80%57%

20%43%

Volume Valore

5. La composizione delle vendite francesi

Vini fermi Spumanti5. LA COMPOSIZIONE

DELLE VENDITE FRANCESI

1. RIPARTIZIONE MERCATO A VALORE

Domestici40%

Italia35%

Francia21%

Spagna4%

Altri0%

1. Ripartizione mercato a valore

(per ora)

I l 2019 è stato un altro anno straordinario per la spuman-tistica italiana in America. Non solo sono cresciute per il decimo anno consecutivo le importazioni (+8% volume e +16% valore, con una quota sul totale import del 60% volumico), ma sono di pari passo aumentati i consumi,

come registrati da Nielsen: nel segmento off-premise (quindi gro-ceries e liquor store), il nostro Paese ha totalizzato vendite per 4,1 milioni di casse (+6%), per un giro d’affari di 608 milioni di dollari (+9%), equivalenti al 35% del totale mercato (tabella e grafico 1). Leader incontrastato di questa crescita è il Prosecco: nel 2019 sono state prelevate al retail 2,5 milioni di casse (+12%), per scontrini

che hanno totalizzato 395 milioni di dollari. Oggi il Prosecco è un must-have dei consumatori americani, se conside-riamo che rappresenta non solo quasi i 2/3 delle vendite di spumante italia-no in Usa, ma quasi la metà di tutti gli spumanti esteri e il 1/5 di tutto il mer-cato: in sostanza, ogni 5 bottiglie mes-se a carrello, una è di Prosecco (grafico 2). Sospinto da questo propellente, il mercato nella sua interezza è cresciu-to anche nel 2019: totale 11 milioni di casse (+3%), per un controvalore di 1,7 miliardi di dollari (+6%). In crescita

gli spumanti americani, che continuano a rappresentare il 50% dell’offerta (40% valore), e i francesi, mentre qualche difficoltà si continua a registrare per gli spagnoli, con i Cava in regressione del 7% volumica. Sulle tipologie, Champagne in discreta progressione, Moscati in regressione e boom (ennesimo) per la categoria rosati, in aumento del 20%.

La dipendenza dal ProseccoTornando all’Italia, la forte dipendenza dal Prosecco è ormai un dato accertato: su 374 milioni di euro generati all’export con la spu-mantistica, oltre il 70% matura nelle cantine che esportano que-sto spumante (grafico 3). Ma se andiamo a vedere il dato di vendita nell’off-premise fa una certa impressione vedere come ormai un terzo delle vendite italiane sia fatto da spumante, e che il valore generato ormai sia attribuibile per quasi il 30% alle bollicine (gra-fico 4). La Francia, avendo dentro lo Champagne, vede una quota superiore a quella italiana solo per i valori (43%), mentre il peso della spumantistica sul totale vendite a volume rientra a un 20% (grafico 5). Fra l’altro, le performance annue sono ben diverse: mentre lo sparkling italiano viaggiava a +6% in termini di volumi, i vini fer-mi italiani regredivano dell’1%, lasciando presagire per il futuro che il peso delle bollicine continuerà ad aumentare sensibilmen-te, facendo del nostro Paese a conti fatti uno “Sparkling country”, specie nel percepito delle generazioni più giovani, quelle che il pri-

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 25

COME STANNO ANDANDO LE VENDITE

M olte similitudini possono essere trovate raffrontando le performance della grande distribuzione in Italia e in America: allo scoppio dell’epidemia e all’annuncio dei

primi lockdown, la gente è corsa al supermercato a fare stock di prodotti di prima necessità, ma non solo. Anche i vini sono rientrati in questa dinamica, tanto che le misurazioni di Nielsen sul canale off-premise (quindi grocery store, liquor e mass merchant) hanno registrato vere e proprie impennate a partire dalla metà di marzo (grafico 1): +28% annuo il valore delle vendite del comparto vini al 14 marzo (il doppio della birra), con picchi nelle settimane successive a +67% e ritorno a quota +27% a fine marzo. Spumanti in scia, con +67% al 21 marzo e ridiscesa a +21% al 28. A conferma però che il boom sia stato generato da “panico”, vi è il dato che confronta le variazioni tra settimane, con il segmento vino che tra 14 e 21 marzo bissa gli aumenti, ma tra 21 e 28 ritorna già in dinamica negativa, seguito a ruota dagli spumanti, che chiudono a -18% (grafico 2). Il bilancio delle 5 settimane al 4 aprile per il totale spumanti è comunque positivo: +22%, con il Prosecco addirittura a +41%. Sul segmento online, le progressioni per ora sono spaventose: il totale alcolici ha segnato +243% al 21 marzo, +291% al 28 e +441% al 4 aprile. “Un fenomeno di shifting tra canali mai visto”, come commentato da Danny Brager, senior vice-president beverage alcohol practices di Nielsen US.

1. VARIAZIONI ANNUE VALORE

2. VARIAZIONI SETTIMANALI VALORE

-10,0%0,0%

10,0%20,0%30,0%40,0%50,0%60,0%70,0%80,0%

sett

. al 1

8/1

sett

. al 2

5/1

sett

. al 0

1/2

sett

. al 8

/2

sett

. al 1

5/2

sett

. al 2

2/2

sett

. al 2

9/2

sett

. al 7

/3

sett

. al 1

4/3

sett

. al 2

1/3

sett

. al 2

8/3

1. Variazioni annue valore

Vino fermo Spumante

-30,0%

-20,0%

-10,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

sett

. al 1

8/1

sett

. al 2

5/1

sett

. al 0

1/2

sett

. al 8

/2

sett

. al 1

5/2

sett

. al 2

2/2

sett

. al 2

9/2

sett

. al 7

/3

sett

. al 1

4/3

sett

. al 2

1/3

sett

. al 2

8/3

2. Variazioni settimanali valore

Vino fermo Spumante

qui in California moltissime aziende ricavano quasi totalmente il fatturato dalle vendite dirette al consumatore, e queste sono le più colpite non essendo nel circuito retail. Alcune si stanno arrangian-do, magari con le vendite telefoniche o le consegne ai membri dei wine club, tentando se non altro di mantenere i clienti fidati”.Secondo le stime del Wine Institute, le perdite annue dell’indu-stria vinicola statunitense potrebbero arrivare all’astronomica cifra di 5,9 miliardi di dollari, di cui 5,5 da mancati ricavi tra on-premise e tasting room, 300 milioni dal segmento DtC e 1,4 mi-liardi di deprezzamenti sul mercato delle uve. Unico segmento in crescita (+1,3 miliardi) sarebbe l’off-premise e retail.Segmento che tuttora tiene, anzi sta andando molto forte: super-mercati e liquor stores sono funzionanti, e nei primissimi perio-di di lockdown c’è stato un vero e proprio boom delle vendite, un po’ come avvenuto in Italia (vedi box). “Di conseguenza stanno funzionando tantissimo le vendite online dei retailers brick and mortar – prosegue Penn – secondo i dati Nielsen gli alcolici hanno avuto un incremento del 243% nella sola settimana al 21 marzo, senza contare quelle di altre aziende specializzate, come Vivino e Drizly. WineShipping, la piattaforma specializzata in consegne dirette al consumatore, ha riportato aumenti di traffico del 30%”.

Che cosa dobbiamo aspettarciVenendo al caso specifico dello spumante, in molti concordano sul fatto che questa categoria di vino non sarà intaccata dalla crisi generata dal Covid-19. O meglio, alcuni prodotti lo saranno, altri meno. “Credo che dobbiamo operare differenze di modalità di consumo – dice Steve Dorfman, partner di Ciatti Company, broker americano presente in tutto il mondo – qui la tendenza in atto è che se devo bere a casa, posso anche farlo in maniera più libera – non devo guidare, per esempio, un fattore che frena molto il consumo fuori casa – e quindi la gente sta dimostrando di non rinunciare affatto alle proprie abitudini. Lo spumante sta andando proprio in questa direzione, e i dati di vendita registrati nell’off-premise lo dimostrano: nessuno rinuncia a farsi lo spritz, il Mimosa, il proprio cocktail preferito. E il Prosecco qui è un must. Semmai – aggiunge Dorfman – quello che si registra è una ten-denza a comprare magari spumante entry level, ed è per questo che anche le bollicine californiane stanno registrando buoni ri-sultati”.Insomma, si delinea un fattore discriminante per le bollicine in America: quelle destinate alle celebrazioni importanti, quelle di lusso, consumate al ristorante, come lo Champagne, stanno re-gistrando fortissime perdite, mentre gli spumanti da aperitivo e da cocktail sembrano non solo tenere, ma crescere. “Paradossal-mente, il Coronavirus sta funzionando come un vero e proprio market analyst – dice Sandro Sartor, Ceo di Ruffino, tra i brand più popolari in America, secondo in termini di vendite di Prosecco – sta cioè mettendo definitivamente in chiaro quali sono le abi-tudini dei consumatori americani in fatto di spumante, o meglio di Prosecco. Prima avevamo l’intuizione che i cocktail e gli aperi-tivi fossero trainanti, ma potevamo essere dubbiosi sul fatto che resistessero alla crisi sanitaria, venendo a mancare le occasioni di aggregazione. Invece, questi trend di consumo in continua cre-scita, parificati e in alcuni casi superiori a quelli degli still wines, ci dicono che il Prosecco è diventato parte delle abitudini di con-sumo degli americani, un every day wine. Vero – continua Sartor - qualcosa si perderà inevitabilmente sull’on-premise, essendo i ristoranti chiusi, ma quello che verrà perso al ristorante sarà am-piamente compensato dalla tenuta e anzi dall’aumento dei consu-mi domestici. Del tutto diversa la situazione dei metodo classico e dello Champagne – argomenta Sartor - che sono prodotti da risto-rante, da hotel, usati per celebrare un grande evento: a differenza del Prosecco, non possono beneficiare del bilanciamento dell’off-premise perché da una parte è un canale per loro minoritario, ma dall’altra sta regredendo anch’esso in maniera drastica visto che oggi nessuno ha niente da celebrare. Questo è un altro elemento chiarificatore del mercato delle bollicine americano operato in maniera quasi chirurgica da questa crisi”.

Il momento di offrire qualcosa di nuovoE se questo è il feeling del mercato, bisognerebbe approfittarne per sperimentare, visto che le persone a casa – come dice il Ceo di Henkell-Freixenet – hanno bisogno come non mai di novità. “Sono assolutamente d’accordo – risponde Sartor – stiamo assi-stendo all’accelerazione di fenomeni che erano già in nuce. Noi per esempio già da alcuni anni abbiamo introdotto sul mercato

Le vendite per Stati, le criticità di New YorkUn segnale da tenere in considerazione per il segmento spumanti è la ripartizione dei consumi di spumante per Stati: i primi 3 (nell’ordine California, Illinois e New York) contano per oltre il 40% sul totale bollicine, e se aggiungiamo la Florida siamo a quasi la metà. Ma sono anche quelli in cui l’epidemia da Covid sta impattando di più: dei 640.000 casi accertati in totale in America (al 16

aprile), New York ne detiene un terzo (215.000). Ma nella lista dei primi 8 per contagiati compaiono anche California, Illinois e Florida, per un totale di oltre 74.000 casi accertati.

CONSUMO DI SPUMANTE PER STATI (% VOLUME)

CASI DI COVID-19 IN USA PER STATO

California21%

Illinois10%

New York9%

Florida7%

Texas6%

Michigan5%

New Jersey4%

Pennsylvania3%

Massachusetts3%

Ohio2%

Altri30%

Consumo di spumante per Stati (% volume)

New York34%

New Jersey11%

Massachusetts5%

Michigan4%

California4%

Pennsylvania4%

Illinois4%

Florida4%

Altri30%

Casi di Covid-19 in Usa per Stato

Fonte: Johns Hopkins CSSE, dati al 16 aprile

CYRIL PENN Wine Business Monthly

Nel segmento Gdo i brand sono cresciuti

molto di più delle private label, segno che

gli americani tornano a cercare ciò che

conoscono e di cui si fidano di più, una sorta

di comfort zone

La gente sta dimostrando di non voler rinunciare affatto alle proprie abitudini: nessuno vuol fare a meno del proprio cocktail preferito. E il

Prosecco qui è un must

Ristoranti chiusi e stop alle vendite in azienda stanno portando al boom

delle vendite online e delle consegne

dirette al consumatore

SANDRO SARTOR Ruffino

STEVE DORFMAN Ciatti Company

mo impatto con l’Italia lo vivono attraverso una flute e che – per motivi semplicemente anagrafici e di stili di vita differenti – sono lontani anni luce dal modo di consumare vino delle generazioni precedenti, come i Boomers.

La situazione oggiDopo aver inizialmente sottovalutato l’epidemia, di fronte alla catastrofe sanitaria che si stava appalesando l’amministrazione americana è corsa ai ripari: tutti gli Stati hanno preso drastiche misure di confinamento (cosiddetto “shelter in place order”). “Le disposizioni variano da Stato a Stato, e le applicazioni della norma possono essere diverse da contea a contea – dice Cyril Penn, editor di Wine Business Monthly, la più autorevole testata dell’industria vinicola americana, con base in California - ma sostanzialmente il messaggio chiaro e forte è state a casa”. Per il settore vino, l’impatto più forte si è avuto a livello di ristora-zione e bar e di vendite in azienda. “I ristoranti generalmente sono chiusi – continua Penn – ma anche qui a seconda degli Stati è am-messa la consegna a domicilio, compresa in alcuni Stati quella del vino, così molti locali ne stanno approfittando per svuotare un po’ i magazzini. Le aziende vinicole possono continuare a operare, per-ché sono considerate business essenziale, però le limitazioni sono tante: le degustazioni in azienda sono proibite, per cui molte wi-neries si sono organizzate con consegne a domicilio, tasting rooms virtuali via Instagram o Zoom. Tuttavia dobbiamo considerare che

con enorme successo uno spumante rosato base Glera e Pinot nero che è oggi il più venduto nella categoria. Non appena entrerà in vi-gore il nuovo disciplinare, verrà denominato Prosecco Rosé, siamo già pronti. Credo che questo del rosato sarà un nuovo booster dei consumi, come lo sono stati e lo sono tuttora i vini in lattina”. Sul futuro del mercato Sartor diffonde ottimismo. “Sono positivo sulle prospettive future: a livello economico generale ci sarà re-cessione, lo hanno già messo in conto, magari staranno in apnea per un paio di trimestri, ma l’America ha sempre dimostrato la capacità del fast recovery, e lo farà anche in questa fase nel giro di un anno o poco più. Molti fondamentali dell’economia americana sono solidi, non c’è terrore di dover affrontare un tunnel profon-do. Per il vino, in generale non c’è grande preoccupazione. Si è già messo in conto che questa di marzo è stata una vampata, ma si è altrettanto fiduciosi che il mercato non crollerà. Interessante no-tare una diversità rispetto all’Italia nel segmento Gdo – conclude Sartor - mentre nel nostro Paese le catene stanno promozionan-do tantissimo i loro marchi, essendo di fatto saltati tutti gli sche-mi classici di vendita, come le promozioni a volantino, in Usa in questo momento assistiamo a un’inversione di tendenza storica: nell’ultimo mese i brand sono cresciuti molto di più delle private label, che negli ultimi anni avevano eroso fortemente le fette di mercato detenute dai marchi aziendali. Segno che nei momenti di crisi e di difficoltà le persone tornano a cercare le cose che cono-scono e di cui si fidano di più, una sorta di comfort zone”.

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202026

MERCATO SATURONon si cresce più

UK

Il 2019 segna aumenti solo per il Prosecco. Fermi i retailers (-3%) mentre sono cresciuti pub e ristoranti (+5%). Che oggi però sono totalmente fermi. E bisognerà ricominciare daccapo

Il 2019 per la spumantistica italiana in UK è stato un anno non particolarmente brillante: tra i vini a denominazione, solo il Prosecco resta in scia positiva (+8% volume), mentre l’Asti e il resto del

comparto a più alto valore aggiunto registrano perdite importanti, rispettivamente -18% e -52%, avendo subito la concorrenza di prodotti a più bassa marginalità, in particolare varietali (+20%) e spumanti comuni (+7%). Bilancio annuo a volume -0,3%. La grande curva di crescita registrata tra 2010 e 2015, fatta di valori a doppia cifra, è ormai un lontano ricordo (grafico 1): oggi i tassi si stanno appiattendo verso lo zero, segno che il mercato, come dice Sergio De Luca, è arrivato alla saturazione, e anche per il Prosecco si tratta di viaggiare su ritmi più normali, cercando semmai di imprimere un’accelerata sul valore del prodotto.Lo si legge anche dai dati di vendita a bilancio 2019 (grafico 2): tra off e on-trade i volumi ormai sono impallati sulla soglia del milione di ettolitri, con maggiore spinta dei pub (+5%) e decrescita per i supermercati (-3%, la seconda consecutiva). A valori, ormai le curve di off e on-premise sono quasi al bacio: il +8% dei locali vale 730 milioni di pound, contro gli 846 dei retailer (-3%), per un divario più che dimezzatosi nel corso degli ultimi 8 anni (grafico 3). Certo è che l’impatto del Covid sui bar e ristoranti segnerà una battuta d’arresto su questo trend di lungo periodo, riportando il divario molto vicino ai valori del 2010

26% 24%

36%40%

54%

46%

22%

9%

-3%0%

20102011

20122013

20142015

20162017

20182019

1. Export spumanti italiani verso UK - var. % annue volume 1. EXPORT

SPUMANTI ITALIANI

VERSO UK - VAR. % ANNUE

VOLUME

2. VENDITE SPUMANTI OFF+ON-TRADE (CHAMPAGNE ESCLUSO)

300

500

700

900

1.100

1.300

1.500

1.700

20112012

20132014

20152016

20172018

2019

2. Vendite spumanti off+on-trade (Champagne escl.)

.000 hl mln £

di CARLO FLAMINI

I l mercato del Pro-secco sta tenendo, abbiamo fortissimi incrementi in gran-de distribuzione, con

offerte molto allettanti per i consumatori. Quello che pre-occupa è la tenuta generale del sistema: in UK le piccole e medie società di importazione e distribuzione sono stremate dal punto di vista finanziario, quando l’epidemia passerà la fisionomia del mercato potreb-be essere molto diversa”.Sergio De Luca è volto noto ai nostri lettori, buyer dei vini italiani per Enotria & Coe, una delle più importanti società di importazione in UK, con base a Londra. “Qui dal punto di vista dell’epidemia siamo in ritardo di un paio di settimane rispetto all’Italia, all’inizio c’è stata mol-ta sottovalutazione, ma adesso è chiaro a tutti che l’impatto sarà profondo e duraturo”.

Come è intervenuto il Governo?Il premier è intervenuto subito a livello finanziario, dando alle imprese un supporto fattivo per il pagamento cash della cassa integrazione, 2.500 sterline al mese, di cui l’80% a carico del governo e il resto delle aziende. Noi in Enotria oggi, servendo soprattutto il canale Horeca, operiamo a bassissimo regime: dei 300 dipendenti attivi, ne lavorano circa 30. Io stesso mi sono messo in cassa integrazio-

INTERVISTA CON SERGIO DE LUCA (ENOTRIA & COE)

Questa crisi ridisegnerà il mercato

Gli inglesi non possono fare a meno del Prosecco, la grande distribuzione sta facendo grandissimi affari. Ma quando il virus passerà molti ristoranti, importatori e distributori, affossati dai debiti, spariranno

wine shop e gli Independent sono aperti, fortunatamente il vino è considerato prodotto es-senziale, per cui si sono attrez-zati con gli ordini online. Per le consegne, ci sono molti nuovi operatori che lavorano tramite App, alcuni hanno creato depo-siti e magazzini propri. Si cerca insomma di continuare a lavo-rare pur in condizioni restritti-ve al massimo.

E la grande distribuzione?Quella sta andando molto forte, nelle prime settimane abbiamo avuto scene di panico generale, la gente che assaliva i super-mercati. Adesso si è normaliz-zato, ma le vendite continuano ad avere trend molto forti, an-che sull’online. Purtroppo gli slot dei retailer sono sulle tre settimane, ed è molto difficile fare la spesa con regolarità.

Parlando specificamente di spumanti, e quindi di Prosecco: come vedi la situazione e le prospettive nel medio termine?Paradossalmente, il Prosecco è uno di quei prodotti che stanno andando molto bene, per due motivi essenzialmente: è un prodotto soprattutto da grande distribuzione ed è ormai entra-to nelle abitudini degli inglesi, come il gin & tonic, il tè a certe ore, l’aperitivo alle 5 della sera. Il Prosecco ormai è divenuto parte dello stile di vita British, lo bevono come l’acqua e non hanno bisogno di essere dei grandi intenditori per berlo. Pertanto oggi, a parte il seg-mento Horeca che è chiuso, le vendite dei supermarket stan-no compensando. Addirittura catene come Lidl e Aldi sono fuori con offerte pazzesche di Prosecco sotto le 5 sterline, prezzi davvero allettanti per il consumatore. Piuttosto la do-manda che ti pone un prezzo come questo è un’altra…

A quale prezzo è uscito dall’azienda, immagino…

Sì. Questo francamente è un punto che non riesco a capire: hai un prodotto che in mezzo alla buriana continua a tirare e vendi a 1,70? Incomprensibi-le, a meno di non pensare che le aziende abbiano l’esigenza di svuotare le cisterne, magari in vista della vendemmia pros-sima. Qui in UK, ripeto, la do-manda è ancora sostenuta, c’è un rallentamento forte nell’on-trade (oggi siamo a -85% circa) che impatta soprattutto gli Champagne, ma per il Prosec-co che viaggia nell’off-trade, la stragrande maggioranza, non dovrebbero esserci problemi, se non quelli già evidenziati pri-ma dello scoppio dell’epidemia.

Ovvero?Beh, che ormai i consumi non crescono più a doppia cifra come qualche anno fa, ma sono tendenzialmente costanti. Per cui si è arrivati alla saturazione del mercato, bisogna pensare al consolidamento.

Beh, difficile pensarci ora nel mezzo di questo caos, non credi?Sì, certo, ma un pensiero sul dopo dobbiamo tutti farlo: il mercato britannico del vino del post-Covid quale sarà? Io penso che non andremo a re-gime prima dell’autunno, que-sto avrà effetti molto pesanti: molte aziende di import e della distribuzione spariranno, spe-cialmente quelle che lavorano prevalentemente con la risto-razione, soffocate dai debiti. Gli stessi ristoranti e pub saranno ridotti in numero e in capacità di accoglienza. Si andrà per-tanto incontro a una sorta di bottle neck, di ingolfamento: sopravvivranno i più struttu-rati, e questo potrebbe avere un qualche impatto non solo sui consumi, ma anche sulle dina-miche di approvvigionamento del prodotto. Tutto questo in uno scenario di Brexit, di cui è vero oggi nessuno parla più, ma esiste e va gestita anch’essa.

ne, così come tutti i manager di alto livello, di modo da lasciare al lavoro i colleghi più giovani e che magari hanno mutui da pagare e al contempo per sol-levare il più possibile l’azienda dagli oneri finanziari e permet-terne l’operatività. Il fatto poi di essere parte di un fondo di inve-stimento, BlueGem, ci aiuta in questo momento, il problema liquidità è meno pesante.

Cosa comporta il lockdown per il settore vino in UK?Abbiamo problematiche nella logistica, difficoltà non nell’ap-provvigionamento, ma nel far arrivare il vino a destinazio-ne: il settore dei trasporti è in forte sofferenza, mancano per esempio gli autotrasportatori dall’Europa. Venendo al merca-to, pub (oltre 47.000) e ristoranti (26.000, che salgono a 88.000 se contiamo anche i venditori ambulanti) sono chiusi, molti dipendenti sono stati lasciati a casa. Quelli che restano aper-ti fanno solo home delivery, di modo da svuotare il più possibi-le i magazzini. Noi stessi prima di tutto abbiamo cercato di ven-dere il grosso del magazzino, per esempio abbiamo prepara-to liste speciali di vini anche per quei locali che tradizional-mente non serviamo, che oggi devono operare con prodotti diversi rispetto al regime nor-male, quindi “every day wines” piuttosto che grandi etichette, è un modo per stare a galla. Gli

3. VENDITE SPUMANTI IN OFF E ON-TRADE (CHAMPAGNE ESCLUSO) - MLN £

110 116 138 251 348 432 529678 729

365 405 464

582709

783851

868 846

20112012

20132014

20152016

20172018

2019

3. Vendite in off e on-trade (Champagne escl.) - mln £

On-trade Off-trade

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 27

“A bbiamo preventivato perdite del 75% nel secondo trimestre, ma se la situazione non migliorerà dal punto di

vista sanitario, potremmo chiudere un anno catastrofico”. Le parole di Jean-Marie Barillère, Directeur Activités Champagne presso Moët & Chandon e presidente del Ceev, non lasciano adito a troppi dubbi: anche il colosso Champagne si scopre non immune al Coronavirus, anzi sembra che l’epidemia picchierà durissimo su un prodotto icona del lusso e della festa.

Jean-Marie, che cosa sta accadendo alle vostre aziende?All’annuncio del “confinement” (termine francese per lockdown), tutte le Maison hanno dovuto chiudere le operazioni, ad eccezione di quelle strettamente necessarie in vigneto e di limitati imbottigliamenti per alcune. Alcune ricominceranno a lavorare in cantina questa settimana (8 aprile, ndr), mentre la maggior parte ripartirà dopo il 20, dopo aver messo in atto tutti gli accorgimenti necessari per la protezione dei lavoratori. Tutto questo impatterà sulla produttività, che sarà tutt’altro che efficiente, e dobbiamo mettere in conto che durerà fino a quando non avremo un vaccino contro questa infezione.

Siete preoccupati per le vendite, immagino: lo Champagne è prodotto per eccellenza della festa, delle celebrazioni importanti, consumato per ricorrenze, nei ristoranti e nei locali… tutto questo mondo sta crollando sotto i colpi di un minuscolo virus.La situazione è molto complicata. Come

Nel secondo trimestre perdite del 75%, canale Horeca azzerato e Gdo in fortissimo calo. Il nodo della prossima vendemmia. “Se la situazione non si sblocca in autunno, potrebbe essere una catastrofe”

di vino più colpita, i cali nelle vendite sono drastici, mentre l’on-trade, canale di fondamentale importanza, quasi vitale per le nostre aziende, è di fatto chiuso in molti Paesi europei e non. Stimiamo che nel solo secondo trimestre dell’anno perderemo qualcosa come il 75% delle nostre vendite fra i due canali. Per il dopo, tutto dipende sempre dalla situazione

CHAMPAGNE: sarà un anno durissimo

sanitaria, se avremo trovato o meno un trattamento efficace per salvare vite umane: se non lo avremo trovato prima di settembre, la perdita di business per la nostra Appellation potrebbe essere catastrofica.

Pensi che ci saranno differenze tra piccoli produttori e grandi Maison?Difficile da dire, molto dipende dal canale prevalente di vendita piuttosto che dalle dimensioni aziendali. Pensiamo che tutti i mercati saranno danneggiati per almeno due mesi e la ripresa dipenderà dalle misure che i diversi Paesi metteranno in atto per salvare business e attività economiche. Se queste misure non dovessero essere prese, la ripresa sarà molto più lunga, dal momento che siamo strettamente dipendenti dal canale Horeca.

Che tipo di azioni ha intrapreso il Comité Inteprofessionnel a supporto delle aziende?Il Civc non ha finora preso particolari misure per supportare attivamente i differenti business, dal momento che tutte le disposizioni di supporto economico vengono

prese dal Governo. La decisione più importante da prendere sarà quella sulla prossima vendemmia, ma ci stiamo ancora ragionando. Se la situazione sanitaria non dovesse migliorare, la vendemmia sarà difficilissima: tutti stanno preparando piani specifici per questa fase cruciale, ma oggi è prematura qualsiasi considerazione.

Jean-Marie Barillère

INTERVISTA CON JEAN-MARIE BARILLÈRE (MOËT & CHANDON)

giustamente dici, gli spumanti, e in Francia ovviamente per primo lo Champagne, sono vini sinonimo di festa, party, che si consumano per celebrare successi e ricorrenze speciali, insomma vini per i momenti di gioia e ottimismo. Tutto questo svanisce di fronte a un’epidemia che miete centinaia di vittime ogni giorno. Questo stato di cose purtroppo è destinato a essere quello che ci aspetta fino a quando il Covid-19 non sarà debellato.

C’è differenza tra off-trade e on-trade? In Italia un certo recupero di vendite si è avuto al supermercato, anche se gli spumanti sembrano quelli meno coinvolti, a dimostrazione di quanto si diceva.Nell’off-trade, lo Champagne è la categoria

di CARLO FLAMINI

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Basamento e piano di lavoro interamente in acciaio inox AISI 304(AISI 316L in opzione)Piano di lavoro inclinato e drenaggi convogliatiAssi elettronici - motorizzazione brushlessGestione intuitiva delle ricette memorizzabili per le combinazioni dei formati di bottiglia e di capsule, con settaggi automaticiTablet wireless dedicato con funzioni di mirroring HMI per la conduzione della macchina e di assistenza tecnica interattivaaudio-video in remoto

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IL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 2020 29

“Nei momenti difficili la gente si aspetta qualcosa di nuovo, ed è nostro dovere proporlo. Lo spumante non verrà intaccato, anzi avremo un nuovo post-2008”

Q uando per q u a l s i a s i motivo sei c o s t r e t t o a fermarti,

quello è il momento propizio per pensare e innovare”. Que-sto è il messaggio che arriva dalla Germania, e in partico-lare da Andreas Brokemper, Ceo del gruppo internazionale Henkell-Freixenet, il più gran-de produttore globale di spu-mante, che in Italia possiede il marchio Mionetto, 30 filiali in tutto il mondo, oltre 4.000 dipendenti. “Quando la gente cambia vita in maniera così drastica, e deve stare forzata-mente a casa, si aspetta sem-pre qualcosa di nuovo. Ed è no-stro compito proporlo in questi momenti difficili”.

Per cui siete in fase di studio di nuovi prodotti?Sì, stiamo mantenendo alto il nostro livello di innovazione. Per Freixenet abbiamo lancia-to la minibottiglia di Prosecco e un Rosé italiano. Poi abbiamo introdotto una nuova linea di vini fermi italiani nella botti-glia “diamante”. Alcuni brand verranno sottoposti a restyling

Il regalo prezioso della crisiIL TEMPO DI PENSARE E INNOVARE

e stiamo ampliando il nostro portafoglio di vini in lattina, sulla scia del successo regi-strato sul mercato americano dal brand Bollicini.

Scusi, ma le preoccupazioni per l’oggi e per il domani?Ci sono, ha ragione. Al momen-to, le preoccupazioni sono mol-te, a partire dallo stato di salute dei nostri dipendenti e di tutti i nostri partner e clienti. Inizia-mo tutte le giornate con virtual meeting con le consociate, in Spagna e Italia, in Francia e ora

con gli Usa. Il Covid ha colpito tutti i Paesi del mondo, limi-tando le operazioni e rallen-tando le consegne, con camion ammassati in fila per ore e ore alle frontiere, tanto per fare un esempio. Abbiamo difficoltà logistiche quotidiane in opera-zioni che fino a ieri erano rou-tine. I nostri collaboratori stan-no facendo un egregio lavoro per garantire l’approvvigiona-mento ai clienti in questa crisi. Ma guardiamo al lato positi-vo: non ho mai visto una così grande e diffusa solidarietà tra

i partner, in costante aiuto re-ciproco per fronteggiare queste difficoltà. Quello che ci mette alla prova oggi ci rende più for-ti domani, come comunità.

Ma i consumi di spumante sembrano essere quelli più a rischio, considerati i momenti e i luoghi in cui si svolgono. Non è d’accordo?Il mercato dello spumante non-Champagne è un mercato tuttora in espansione, ha vali-cato i confini dell’Europa con-tinentale per arrivare prima

in UK, in Nord e Sudamerica, e persino in Oceania e Africa. Gli spumanti sono riusciti a uscire dal loro ruolo principale e qua-si esclusivo, che era quello del-le celebrazioni e delle feste, per diventare un prodotto consu-mato sempre più tutti i giorni. Sono certo che vedremo un ral-lentamento nel breve termine, ma a medio e lungo la crescita tornerà, soprattutto quando la gente potrà di nuovo tornare a festeggiare la vita.

… oggi però ci sono ben pochi motivi per stare allegri e festeggiare …Celebrare la vita significa an-che darle il giusto valore e ap-prezzarlo. Stiamo tutti capendo che restare in salute non è una cosa scontata. Vediamo gen-te che brinda con aperitivi dai balconi, in chat, e verrà presto il momento in cui potremo la-sciarci alle spalle questa crisi, un momento in cui tutti vor-remo, anzi avremo bisogno di celebrare e festeggiare. Per il fu-turo io vedo più segnali positivi.

Mi faccia degli esempi.C’è un fattore che tendiamo a sottovalutare: lo spumante è tipicamente consumato dalle donne. Le donne stanno sem-pre più diventando protagoni-ste della vita attiva, lavorativa.

D O S S I E R S P U M A N T I

E a loro piace consumare due tipi di bevande, soprattutto in compagnia di amici: quelle a basso grado alcolico e i social drinks come gli spumanti. Non dovremmo poi dimenticare la lezione imparata dopo la crisi finanziaria del 2008, che diede al Prosecco una vera spinta: i consumatori fecero trade-down dallo Champagne per cercare spumanti più alla por-tata di tutti, alla fine scopri-rono che il Prosecco si adatta perfettamente alle loro prefe-renze di gusto.

Crede che ci vorrà molto tempo perché il mondo recuperi da questo shock?Tutto dipende da quanto gli Stati riusciranno a supporta-re le loro economie con sus-sidi e liquidità, sia durante il lockdown sia anche dopo. Sen-za dubbio, milioni di ristoranti e bar nel mondo sono precipi-tati dentro una crisi esisten-ziale, i negozi sono stati forzati a chiudere, eventi cancellati. Io mi auguro che la ripresa possa partire già nel terzo trimestre di quest’anno e che ritornere-mo a regime l’anno prossimo. Spero che possiamo mettere definitivamente la crisi alle spalle per la vigilia del nuovo anno, concedendoci un motivo in più per celebrare la vita.

Andreas Brokemper, ceo di Henkell-Freixenet

di CARLO FLAMINI

In Trentino, in un territorio unico per posizione e clima, moltiplichiamo più di 120 varietà da vino e 20 varietà da tavola che danno origine con un’ampia gamma di selezioni clonali innestate sui principali portinnesti, ad oltre 500 combinazioni per ogni esigenza. Dall’impegno, dal lavoro e dalla grande esperienza dei soci dei Vivai Cooperativi di Padergnone vengono moltiplicate le barbatelle che contribuiscono alla nascita dei migliori vini italiani.

Barbatelle di qualitàper un prodotto di qualità

Socio AFLOVIT Sezione AVITSoc. Coop. Agr.

Via Barbazan 19 - Padergnone, 38096 Vallelaghi (TN) Tel. 0461 864142 Fax 0461 864699 www.vicopad.it - [email protected]

INTERVISTA CON ANDREAS BROKEMPER, CEO DEL GRUPPO HENKELL-FREIXENET

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IL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 2020 31

Dalla lunga esperienza della casa madre SACMI nella lavorazione della ceramica e dal know-how di Defranceschi nello sviluppo di tecnologie per le cantine, nascono due innovazioni differenti, con un obiettivo comune: la qualità dei vini.

Soluzioni vincenti elaborate con la preziosa collaborazione del celebre laboratorio di ricerca enologica ENOSIS Meraviglia

I N N O V A T I O N C H A L L E N G E

PUNTARE ALLA QUALITÀ CON MATERIALI E SOLUZIONI ALL’AVANGUARDIA

altrimenti non riuscirebbe a re-sistere alla pressione esercitata dal vino. La soluzione a cui sia-mo giunti è stata di stratificare le lastre di ceramica su una base di acciaio inox, lasciando però dei canali per il passaggio dell’a-ria. L’idea ci è venuta riflettendo sul fatto che il passaggio di gas nella barrique si verifica più a livello delle giunzioni tra le do-ghe che attraverso lo spessore del legno.

Quali sono i vantaggi del serbatoio ceramico? Si tratta di un grande serbatoio che svolge la stessa funzione di un’anfora. Se confrontata con l’acciaio inox, la ceramica pre-senta un maggiore isolamento termico, una conducibilità elet-trica nulla e una porosità resi-dua che consente lo scambio di gas con l’esterno. Rispetto al calcestruzzo, il vantaggio prin-cipale è l’idoneità al contatto alimentare, tanto da poter uti-lizzare la ceramica “a crudo”, cioè senza verniciatura. Infi-ne, al contrario del legno delle barrique, la ceramica non cede sostanze che portano a modi-fiche del gusto del prodotto. Il serbatoio di ceramica è, quindi, ideale per un ulteriore periodo di affinamento dopo un primo affinamento in barrique, evi-tando di apportare troppo gusto di legno. Nelle cantine di grandi dimensioni, inoltre, può essere un’ottima soluzione anche per lavorare in infusione con chips o doghe di legno.

Quali riscontri state ricevendo dal mercato? Il prototipo presentato al SIMEI ha sollevato grande interesse. In questa fase stiamo cercando di arrivare a una ottimizzazione dei costi affinché il serbatoio ceramico possa trovare spazio sul mercato.

Focus sulle tecnologie

vincitrici: Serbatoio ceramico

Maturatore per lie

C

innovationchallengeg

Nelle foto in questa pagina, alcune immagini delle soluzioni sviluppate da Defranceschi-SACMI premiate all’ultimo Innovation Challenge Simei 2019

presenza di ossigeno. I parame-tri di processo, quali pH, tem-peratura e ossigeno, vengono controllati mediante appositi sensori con cui è equipaggiato il maturatore. Un software di gestione attiva la correzione au-tomatica dei parametri quando occorre. Terminato il processo di lisi, che dura circa 1 mese e mez-zo, si procede alla filtrazione ot-tenendo uno sciroppo ricco di mannoproteine da aggiungere al vino.

Qual è il vantaggio principale? Il vantaggio per le cantine è di poter disporre di mannoprotei-ne autoctone, provenienti dai propri lieviti, quindi dal proprio terroir. Questo approccio si inse-risce nella tendenza attuale di ricercare la naturalità e anche la personalizzazione del vino.

A quale stadio di sviluppo vi trovate? In questo momento stiamo ter-minando la fase di brevettazio-ne. Per due stagioni abbiamo eseguito test in laboratorio, e quest’anno li faremo in canti-na in collaborazione con alcu-ne importanti aziende vinicole. C.R.

mente dimostrata. Poi si passò all’acciaio inox, materiale di elezione nell’industria chimica e farmaceutica, e fu proprio De-franceschi la pioniera nell’in-trodurlo nel mondo del vino. Il calcestruzzo, difficile da pulire e manutenere, andò repentina-mente in disuso, soppiantato dall’acciaio che, tuttavia, ha un limite: impedisce totalmente il passaggio dell’ossigeno. Da una decina di anni le cantine stanno facendo un passo indietro per tornare al calcestruzzo, ritenen-dolo comunque importante per l’affinamento, in integrazione all’acciaio inox. Nel frattempo, però, le leggi sono cambiate. Oggi in Italia è proibito utiliz-zare il “crudo” di calcestruz-zo (calcestruzzo non rivestito, ndr) a contatto con il vino per il rischio di cessione di metalli pesanti e idrocarburi. I serbatoi di calcestruzzo vanno pertanto verniciati all’interno, perdendo così la micro-ossigenazione. Il rinnovato interesse verso il cal-cestruzzo ci ha offerto l’assist per proporre un’alternativa più performante come la ceramica, potendo contare sul know how di SACMI (che nel 2016 ha ac-quisito Defranceschi, ndr), spe-cializzata nella costruzione di macchinari per la lavorazione di questo materiale.

Quali sono stati gli step più importanti nel processo di sviluppo? Da alcuni anni SACMI ha messo a punto la tecnologia per pro-durre lastre ceramiche di gran-di dimensioni. Per il nostro ser-batoio abbiamo individuato la granulometria e la temperatura di cottura ottimali per ottenere un “biscotto ceramico” con la porosità più adatta. Una volta prodotta questa lastra, abbiamo creato un supporto per ovviare alla fragilità della ceramica, che

IL MATURATOREPER LIE

Passando alla seconda inno-vazione finalista al concorso del SIMEI, il maturatore per lie (fecce formate dai lieviti dopo la fermentazione), i giurati hanno apprezzato l’idea originale di gestire la lisi delle lie fuori dalla massa vinosa, in modo da mini-mizzare gli effetti collaterali ne-gativi. Macarena Echeverria, enologa di Defranceschi-SAC-MI, ci descrive più in dettaglio come funziona, avendo lavorato direttamente al suo sviluppo.

Da quali input nasce l’innovazione? L’input è arrivato dalla necessi-tà di disporre, per lo spumante, di un vino base corposo, gras-so, per avere una bollicina più elegante. Per la produzione di grandi spumanti, dopo la prima fermentazione, il vino è man-tenuto per un certo periodo in barrique a contatto con le lie e questo processo permette il rila-scio di sottoprodotti che vanno a caratterizzare positivamente il vino base. Fra questi sottopro-dotti vi sono le mannoproteine (molecole composte da uno zuc-chero, il mannosio, e proteine, ndr). Fanno parte della parete cellulare del lievito e si libera-no nel vino quando le cellule muoiono e la loro parete si rom-pe (lisi, ndr). Insieme ad altro materiale cellulare rendono il vino più corposo e lo proteggo-no dall’ossidazione. Per riuscire a controllare meglio i parametri di processo, abbiamo pensato di separare le lie dal vino e far av-venire la lisi in un serbatoio a parte, il maturatore, appunto.

Qual è il suo principio di funzionamento? Nel maturatore le lie sono te-nute in costante movimento in

IL SERBATOIO CERAMICO

L’idea innovativa alla base del serbatoio, proposto come effica-ce alternativa a serbatoi di calce-struzzo e barrique, è di sfruttare le caratteristiche proprie della ceramica, quali porosità, buon isolamento termico, assenza di conducibilità elettrica e idonei-tà al contatto diretto con cibi e bevande, abbinandole alla resi-stenza meccanica dell’acciaio inox. A Laurent Guillemain, sales director, abbiamo chiesto di spiegarci come nasce questa innovazione e quali sono le sue caratteristiche principali sul piano tecnico.

Quali premesse vi hanno portato a sviluppare il nuovo serbatoio? Il punto di partenza è stato l’osservazione del mercato e, in particolare, lo studio dei ma-teriali utilizzati storicamente nella vinificazione. Nell’anti-chità il vino si trasportava in contenitori di terracotta, un materiale per nulla inerte, che può contenere metalli pesanti e sostanze che alterano il sapore della bevanda. Prima degli anni 50 per realizzare i serbatoi di vi-nificazione era diffuso l’uso del calcestruzzo, scelto per l’inerzia termica, l’assenza di conduci-bilità elettrica (indesiderata perché favorisce le reazioni di riduzione del vino, ndr) e la pre-sunta capacità di micro-ossige-nare i vini, in realtà mai vera-

Un serbatoio ceramico che consente la micro-

ossigenazione dei vini con la garanzia di un materiale 100%

alimentare e un maturatore per realizzare la lisi delle

lie separatamente dal vino, in maniera controllata, per

ottenere mannoproteine in-house. Due soluzioni differenti nate dall’analisi delle tecniche

di produzione esistenti per cercare di soddisfare le attuali

esigenze dei clienti tramite nuove tecnologie. Sviluppati

da Defranceschi-SACMI, entrambi i prototipi hanno

ottenuto il riconoscimento di New Technology al concorso

“Innovation Challenge” indetto da SIMEI 2019.

Laurent Guillemain

Macarena Echeverria

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IL NATURALE EQUILIBRIO DEI GASI gas disciolti nel vino esprimono in via diretta o in-diretta una importante valenza organolettica. Le tecniche fin qui utilizzate per regolare in aumento o diminuzione la relativa concentrazione presentano importanti effetti collaterali negativi. La tecnologia a membrana idrofobica sviluppata nel sistema ISIOX, consente la regolazione fino a livello molecolare, senza effetti collaterali e con una automazione an-che elevata. Numerose referenze ne testimoniano la grande utilità!

LE PRINCIPALI APPLICAZIONI PRATICHE DI ISIOX®Togliere ossigeno durante un travaso, allo scarico di cisterne stradali, dopo la stabilizzazione tartarica o una filtrazione (anche preimbottigliamento) per mi-gliorare la conservabilità dei vini.

Togliere, mantenere o aggiungere CO2 fino a 12 g/l (6 bar) per modificare l’impatto gustativo secondo le preferenze dei clienti o i gusti tipici dei mercati (- CO2 = + morbidezza; + CO2 = + vivacità).

Togliere acido solfidrico (anche se presente al di sot-to della soglia olfattiva) per prevenire o eliminare i feno-meni di riduzione ed avere miglior pulizia olfattiva, anche dopo la presa di spuma.

Regolare la pressione di CO2 di vini frizzanti e spuman-ti fino a 6 bar sia per avere un dato preciso ed omo-geneo dalla prima all’ultima bottiglia, sia per evitare lo scoppio di bottiglie.

Togliere CO2 prima del confezionamento in contenitori flessibili (BiB e Tetra Pack) per evitarne la deformazione.

Diminuire l’aldeide acetica come dimostrato in recenti studi in collaborazione con l’Università di Napoli.

VINO O2

CO2

O2

CO2

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O2

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ISIOX® / IL NATURALE EQUILIBRIO DEI GAS

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Gestire la CO2: come, quando e perché. L’ossigeno è il principale nemico della serbevolezza dei vini.

ISIOX® la protegge.

ISIOX® è un’idea di TEBALDI.IT Risorse per l’enologia tel. 045 7675023 www.tebaldi.it

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I M P R E S E I N P R I M O P I A N OIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 33

La nuova linea di ricezione e pressatura realizzata da Enoveneta ha permesso a Colesel di triplicare la produzione e migliorare ancora di più la qualità dei suoi spumanti, in primis il Cartizze. Filo conduttore di tutta la progettazione è la preservazione dell’integrità dell’uva

TECNOLOGIA D’AVANGUARDIAPER TRATTARE L’UVA “CON I GUANTI”

Nelle immagini in questa pagina, la nuova linea di ricezione e pressatura realizzata da Enoveneta per Colesel.

Nel tondo, da sinistra: Antonio e Vlady Bortolin, quinta generazione dell’azienda Colesel

CASE HISTORY ENOVENETA - COLESEL

U n centinaio di ettari nel cuore del Valdob-biadene, a oltre 300 metri di altezza, su colline esposte al sole per molte ore al giorno, costituiscono il tesoro di Co-lesel. Fondata nel 1865 dalla stessa

famiglia che ancora oggi la guida, l’azienda è dedi-ta da più di 70 anni alla produzione di spumanti fra cui il fiore all’occhiello è il Cartizze. Questa e altre tipologie di Prosecco Superiore si ottengo-no dall’uva Glera raccolta nella zona, che gode di tutta una serie di fattori favorevoli: la fortunata posizione geografica, il clima ventilato, le caratte-ristiche del terreno e la sua pendenza. Per lavorare gli acini rispettandone il più possibile le proprietà sensoriali da trasferire nel vino, poi, è indispensabile la tecnologia. Dopo avere ampliato la superficie vitata, la necessità di aumentare quantitativamente la produzio-ne e, nello stesso tempo, alzare ulteriormente l’asticella della qualità ha portato Colesel a installare una nuova linea di ricevi-mento e pressatura delle uve, realizzata dall’azienda Enoveneta e facente parte di un più ampio progetto di ampliamento e rinnovo che l’anno scorso ha toccato l’intera cantina. “In una parte dei ter-reni di nostra proprietà abbiamo creato un nuovo blocco comple-to di vinificazione e stoccaggio, minimizzandone l’impatto visivo in modo da rispettare i vincoli paesaggistici a cui è sottoposta la zona - racconta Vlady Bortolin, enologo di Colesel ed esponente, insieme al fratello, della quinta generazione della famiglia di pro-prietari -. Per noi è fondamentale lavorare tutta l’uva che produ-ciamo, in quanto il metodo di vinificazione incide sensibilmente sulle caratteristiche delle basi per i nostri Cartizze Docg, Valdob-biadene Prosecco Superiore Docg e Prosecco Doc. Infatti l’uva Gle-ra, che costituisce la quasi totalità delle uve che utilizziamo, è uno dei vitigni più semplici e meno aromatici, di conseguenza è diffi-cile esaltarne il carattere senza rovinarla. Per questo la tecnologia è importantissima: deve garantire lavorazioni sicure e veloci, in grado di mantenere la qualità delle uve. L’impianto progettato da Enoveneta ha la prerogativa di operare in modo veloce ma anche delicato sulla materia prima, con il risultato di ridurre i processi ossidativi preservando, così, gli aromi primari che poi si trasferi-scono nel mosto”.

Velocità, delicatezza e flessibilitàRealizzato su misura per Colesel, l’impianto ha permesso di tri-plicare la capacità produttiva della cantina, passando da un cen-tinaio di quintali d’uva all’ora a oltre 300 quintali. È costituito da una tramoggia di acciaio inox da circa 250 quintali di capacità che scarica in una seconda profonda tramoggia alla quale è flangia-ta una pompa a lobi in grado di spingere fino a 500 quintali di uva con estrema delicatezza, riducendo al minimo la produzione di fecce. La pompa alimenta a turno quattro presse a membrana a tank chiuso con canaline interne di sgrondo. Il filo conduttore di tutta la progettazione è la preservazione dell’integrità dell’uva. “Prima per noi era impensabile non chiarificare mediante l’uso del freddo o con sistemi forzati di flottazione - puntualizza l’enolo-go - mentre ora, con questo impianto, spesso il mosto esce limpido come l’acqua, privo di impurità grazie alla modalità di movimento della pressa, al particolare disegno delle canaline di sgrondo che favoriscono la fuoriuscita del mosto e alle pompe che riescono a movimentare il vino in modo talmente fluido da ridurre l’ossida-zione, tanto che le aggiunte di metabisolfito sono ridotte al mi-nimo. Analizzando i vini base ottenuti abbiamo rilevato valori di anidride solforosa del 30-40% inferiori a quelli dell’annata prece-dente. Sono risultati importanti”.

L’impianto è apprez-zato anche a livello di funzionalità, in particolare per la sua flessibilità. “Non ci sono rigidi program-mi preimpostati - prosegue Bortolin -. Sarebbe un limite dal momento che andiamo a cercare la qualità attraverso il nostro personale modo di lavorare le uve. Al contrario, possiamo impostare i pro-grammi in funzione delle nostre specifiche esigenze. Posso vera-mente decidere la quantità di uva da spremere su un certo carico, a quale pressione, per quanto tempo. Posso scegliere di ottenere diverse qualità di mosto a seconda dei tempi, della pressione, delle rotazioni. Non ci sono limiti alla flessibilità”. Gli operatori, inol-tre, hanno visto un alleggerimento del carico di lavoro grazie allo snellimento dei processi. “Non abbiamo ridotto il personale per-ché sono aumentati i volumi di produzione - chiarisce il titolare - però si lavora con più tranquillità. C’è più tempo per seguire tutte le fasi con la dovuta calma”.

Pulizia e personalizzazioneL’impianto si completa con un sistema di evacuazione della vinac-cia esausta tramite convogliatore orizzontale a coclea che termina con un elevatore per lo scarico su contenitori scarrabili. Questo sistema, che va a sostituire lo scivolo manuale precedentemente in uso, permette di scaricare e lavorare l’uva e, nello stesso mo-mento, in modo completamente automatico, scaricare le macchi-ne che hanno terminato il ciclo di pressatura, mentre le acque re-flue dei lavaggi scaricano all’interno della tramoggia. “Non ci sono più vinacce che stazionano sul piazzale - sottolinea Vlady Borto-lin - e tutto l’ambiente rimane molto più pulito”. Relativamente

all’aspetto della pulizia aggiunge: “Le nuove macchine sono disposte in modo da facilitare l’accesso alle zone di solito più difficili da pulire. Inoltre sono dotate di si-stema di lavaggio automatico CIP. Per noi è stata un’e-sperienza favolosa specialmente con le presse, che sono le più difficili da pulire. Prima per lavare 2 presse alla sera ci volevano almeno 3 ore, più un’altra mezz’ora per il resto dell’impianto. Adesso, invece, in meno di un’ora laviamo tutto e con risultati migliori, senza intervenire manualmente, basta lanciare il programma”. Il nuovo impianto è operativo dalla vendemmia del 2019 e ha lavorato 12 mila quintali di uva, senza alcun fermo macchina. “Durante i primi giorni siamo stati affianca-ti dagli ingegneri di Enoveneta, che ci hanno aiutato a capire meglio la pressa in modo da riuscire a sfruttarne tutte le potenzialità. Abbiamo vissuto questa esperien-za come una collaborazione costruttiva più che come mero rapporto di fornitura. Siamo stati ascoltati nelle nostre esigenze di personalizzazione, che sono state vi-ste come opportunità di crescita per tutti”. C.R.

EnDVEnETA TECNOLOGIE ENOLOGICHE

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202034

La crisi mette a nudo le fragilità delle bollicine Performance magrissime, in netta controtendenza rispetto al comparto vino, che da quando è scoppiata l’epidemia vive di crescite settimanali a due cifre. Meglio gli Charmat secchi, in profonda crisi i dolci e i metodo classicodi CARLO FLAMINI

P are che l’effetto Covid in Italia abbia avuto dina-miche ben diverse rispetto ai vari segmenti che compongono lo scaffale vino in Gdo: se è vero che – all’annuncio dei primi lockdown – il totale vino ha incominciato a macinare crescite a doppia ci-

fra (linee rosse del grafico 1), la stessa cosa non si può dire per gli spumanti (linee oro). Dal 23 febbraio la crescita robusta registrata sin dall’inizio dell’anno si blocca di colpo, per incominciare una virata negativa importante, nell’ordine del 20%, con parzialissimo recupero nella settimana al 5 aprile, che ha di fatto ricavato qual-che piccolo beneficio dai volantini pasquali. Pasqua che scava ancor di più il divario tra vino e bollicine: +52% nella settimana al 12 aprile e solo +3% per gli spumanti (grafico 2). I dati pasquali sono ancora più interessanti da questo punto di vi-sta: visto che la ricorrenza l’anno scorso è stata il 21, una settimana dopo, si sta raffrontando Pasqua 2020 con una settimana 2019 pre-pasquale. Di qui spiegato il poderoso aumento dei vini, ma ancor più sorprendente (in senso negativo) il magro +3% dello spumante, che a Pasqua di quest’anno si deduce sia andato davvero male.Insomma, come per gli Usa e il Regno Unito, l’agente di mercato

MERCATO ITALIA

QUI PROSECCO DOC - VALERIO CESCON presidente La Marca Vini e Spumanti

MENO AUTOLESIONISMIPIÙ SOLDI PER IL MERCATO

l’idea di come il sistema stia reggendo l’urto del Covid in maniera non traumatica.

Se è vero che all’estero stanno tenendo, c’è tutta una filiera fatta di ristoranti e bar che è ferma, e questo anche in Italia…Per questo dico che sono pru-dente: intanto, all’estero, il consumo è veicolato maggior-mente dalla grande distribu-zione e dai negozi. L’impatto dell’horeca c’è, ma se le cose avessero preso una piega ne-gativa avremmo già dovuto avvertire segnali diversi da quelli che riceviamo. In Italia, l’esposizione del Prosecco sulla ristorazione è di doppia natura: quella da ristoranti e da locali di fascia alta, mentre il consu-mo nei bar e nei locali come le pizzerie è fatto più che altro da spumante generico che non di Prosecco. Questa differenza, associata a una tenuta in Gdo, aiuta a spiegare i primi numeri sostanzialmente non negativi che abbiamo.

Ma ovviamente l’impatto sulle aziende dipende anche tanto da come queste sono esposte sui diversi canali e Paesi. Questo potrebbe creare qualche attrito nella filiera?

demia si stabilizzerà, se si avrà recrudescenza o una riapertura con sostanziale normalità, so-prattutto all’estero. Oggi siamo fermi con le attività promozio-nali e di sostegno, che dovran-no essere riprese in maniera adeguata sui mercati il prima possibile.

Pensa che i consumatori si dimentichino del Prosecco? Non ci credo…No certo, ma in tutti questi anni di grande successo se c’è una cosa che abbiamo capito è che i consumatori vogliono prodotti di qualità, servizi adeguati e sta-bilità nel valore, tutte cose che un’azienda non può garantire da sola. E’ il momento pertanto di fare una cosa che diciamo da anni: ragionare come sistema.

Per fare cosa esattamente? Altrimenti sembra una frase un po’ vuota…Una cosa sola: garantire che il prodotto non venga svilito, e questo si attua con una stra-tegia di filiera che prema sulla sua riconoscibilità. Il Prosecco ha tutti i requisiti per man-tenere salda la ricetta del suo successo, di prodotto che è sta-to elevato a interprete del bere e del vivere moderno, con tutte le varie declinazioni merca-

Chi è più esposto sull’on-trade sicuramente dovrà fare conti con tanti piccoli in difficoltà e tanti piccoli possono incidere molto. L’importante è che non si creino situazioni di disagio tali da ingenerare rischi specu-lativi.

Qualche segnale in tal senso si è avuto…Abbiamo avuto alcuni tentati-vi di speculazione che più che altro hanno fatto notizia, ma sono davvero poco significati-vi; in pratica casi isolati. Pro-dotto da vendere ce n’è davvero poco in giro, pertanto questo chiacchiericcio che si è instau-rato qualche settimana addie-tro sono convinto che rientrerà presto. Possiamo anche fare i conti se vuole…

Facciamoli…Se ho il 30% di Prosecco che viaggia in Horeca, sono all’in-circa 1,2 milioni di ettolitri: diciamo che in tre mesi ne abbiamo persi 300.000, se sono quattro mesi diventano 400.000, senza contare il recu-pero in Gdo. Stiamo parlando del 5-10% della produzione: cre-de che il sistema non sia in gra-do di gestire questa situazione? Più che altro il problema è un altro: capire come questa pan-

N on sono ottimi-sta, ma neanche pessimista: ho un atteggiamento di

prudenza, perché da una par-te abbiamo segnali positivi, di tenuta, sia in Italia che all’este-ro, ma è anche vero che i Paesi su cui la Denominazione è più esposta, Usa e UK, sono indietro di circa 15 giorni rispetto a noi”. Valerio Cescon, presidente La Marca Vini e Spumanti, rappre-senta il più grande produttore di Prosecco in Italia, e sentirlo tranquillo e sorridente come al solito al telefono rende bene

Dopo il cortocircuito comunicativo imposto dalla crisi, è vitale fare un salto culturale e impostare un ambizioso piano di recupero mercato per mercato. Questa sarà la nostra ordinaria amministrazione e tutti sono chiamati a fare la propria parte

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1. Vino e spumanti: variazioni annue valore per settimana

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-2%-2%

0%

-1% -2%

0% 1% 3%5%

10%11% 12%

18% 18%

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26 gen2 fe

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23 feb

1 mar

8 mar

15 m

ar

22 mar

29 mar

5 apr

1. Vino e spumanti: variazioni annue valore per settimana

Spumanti Vino

1. VINO E SPUMANTI: VARIAZIONI ANNUE VALORE PER SETTIMANA

3%

53%

Spumanti Vino

2. La settimana di Pasqua - 12 aprile (variazioni

annue valore)

2. LA SETTIMANA DI PASQUA - 12 APRILE (VARIAZIONI ANNUE VALORE)

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 35

QUI TRENTO DOC - ENRICO ZANONIdirettore generale Cavit e presidente Istituto TrentoDoc

-19%

4%

33%

17%

-46%

-13%

15%

47%

25%

-40%

Iper

Super

Libero serv.

Discount

Cash & carry

4. Performance per canali: ultima sett. alla data indicata -variazioni valore

29-mar 12-apr

spumante secco di prezzo contenuto, di fatto abban-donando tutto ciò che ha due caratteristiche, insieme o da sole: è costoso o associato a momenti di festa. Dove poi i consumatori si stiano orientando per la spe-sa, non solo del vino, è un altro aspetto della vicenda che il virus sta contribuendo a consolidare e in qual-che caso a modificare (grafico 4): la forzata limitatezza dei movimenti spinge la gente ad andare nei negozi di prossimità (libero servizio piccolo), gli unici a segnare una vera esplosione degli acquisti sia prima che dopo Pasqua (+33% e +47%), seguiti dai supermercati (+4% e +15%), performance piuttosto bassa e da tenere in considerazione visto che Nielsen inserisce Esselunga nei super, al contrario di IRI che la categorizza negli iper. Iper che si dimostrano segmento in crisi strutturale, con un -19%-13% pasquale in linea ai periodi pre-Covid. Di contro, altro segmento che conferma il trend di lungo periodo nel nostro Paese, ma in senso opposto agli iper, è il discount, format che tra le altre cose sta facendo larghissimo uso di etichette a marchio proprio: una tipologia di prodotto che in tempi di Covid sta crescendo mol-

5%

-16%

-25%

-37%

-4%

Charmat secco

Metodo classico

Charmat dolce

Champagne

Totale

3. Ultime 8 settimane Covid al 12 aprile - variazioni valore

LA GDO NON COMPENSA L’HORECALE INCOGNITE DELLA RIPARTENZA

to per mercato. E per ottenere questo è ora che tutte le aziende, e in primo luogo la parte agricola, di cui facciamo parte visto che siamo un’azienda espressione dei viti-coltori, mettano i soldi che sono necessari.

La patrimoniale del Prosecco?La chiami come vuo-le… Io dico che questa esperienza dolorosa segna una svolta per tutti noi: è venuto il momento di smettere di gio-care con i prezzi per farsi le scarpe gli uni con gli altri, ma di investire tutti per consoli-dare e allargare il più possibile i mercati di riferimento. Oggi siamo come sospesi, abbiamo un cortocircuito comunicati-vo che va recuperato appena possibile, i mercati vanno ri-presi in mano, ma dobbiamo entrare nell’ordine di idee che servono tanti soldi. Lei parlava di patrimoniale, ma quella è un contributo straordinario. Io in-tendo un contributo ordinario, a partire da tutto quello che ab-biamo risparmiato in tutti que-sti mesi: dobbiamo spendere di più e soprattutto bene, studiare i mercati perché sono sensi-bili a messaggi diversi. E’ una questione culturale, di cambio di mentalità: finora abbiamo goduto della promozione fat-ta dai grandi gruppi, come in America, ma è ora che ci muo-viamo noi con le nostre forze, è ora insomma di discutere e di fare queste cose. E - ripeto - di mettere sul piatto soldi e un ambizioso piano di recupero e consolidamento mercato per mercato.

O ggi ci troviamo di fronte a due sce-nari: uno lo stiamo già vivendo, ed è fatto di chiusure per quan-to riguarda il segmento Horeca e

conseguente abbattimento dei consumi, molto impattante per una filiera come quella del Tren-toDoc che vede in questo canale una parte con-sistente delle vendite. L’altro, sul medio-lungo termine, dipenderà dalla durata della cosiddetta fase intermedia, quella in cui dopo le riaperture andranno comunque mantenute le misure di contenimento. Tanto più breve sarà questa fase, tanto maggiore sarà la possibilità di un ritorno alla normalità o addirittura di momenti di eufo-ria tipici dei periodi post-bellici. Se invece questa fase si protrarrà più a lungo, non è escluso che vada a incidere su certi comportamenti di con-sumo in maniera quasi permanente”. La crisi del Covid-19 vista attraverso il perlage di un calice di metodo classico sembra ancora più pesante, e a raccontarcene gli effetti è Enrico Za-noni, direttore generale Cavit e presidente dell’I-stituto TrentoDoc. “Purtroppo questa pandemia potrebbe bloccare una crescita pluriennale delle performance della nostra denominazione: anche l’anno scorso lo avevamo concluso con un incre-mento di oltre 1 milione di bottiglie”.

“ Vi sentite affini a quanto dicono i produttori di Champagne? Ovvero che patiranno in maniera molto pesante la perdita del canale Horeca senza un’adeguata compensazione del retail?Direi una via di mezzo. Il Trento Doc ha consu-mi molto importanti nell’on-trade, ma c’è an-che una quota abbastanza ampia di venduto in grande distribuzione, con alcuni e ben noti mar-chi molto ben posizionati. Per cui non abbiamo l’estremizzazione dello Champagne. Dall’altra parte, dobbiamo mettere in conto che il valore della bottiglia è oltre il doppio di quella di uno spumante Charmat, per cui quello che oggi si sta perdendo al ristorante non può essere pie-namente compensato dalle vendite in grande distribuzione.

Che però stando ai dati Nielsen sono in calo per il metodo classico in generale.Sì, e c’è da aggiungere il fatto che mentre nell’on-trade avevamo raggiunto un buon grado di de-stagionalizzazione, il prodotto venduto nel retail sente ancora forte la polarizzazione verso il fine anno, con novembre e dicembre come mesi di picco.

Tornando all’on-trade, quali prospettive

avete?L’on-trade è il più grosso punto di domanda. Oggi siamo fermi, come e cosa recupererà in futuro è difficile dirlo. Sicuramente mi aspetto nel 2020 un rallentamento del metodo classico.

Di quanto? Difficile a dirsi, sicuramente il circuito ristoranti e alberghi sarà in grande sofferenza per tutto il 2020 e penso che questo stato di cose si prolun-gherà oltre, anche al di là delle modalità con cui si deciderà di farlo riaprire. Mi spiace non poter avere lo stesso ottimismo dei produttori di Pro-secco ma mi posso consolare di non essere nella situazione estrema dello Champagne. Insomma, un pessimismo addolcito da un po’ di ottimi-smo…

Senta, ma non vede rischi concreti che i produttori orfani del ristorante si buttino sui supermercati?E’ un rischio concreto. Potrebbe succedere che alcuni produttori di metodo classico, non solo di TrentoDoc, spinti da necessità finanziarie, si affaccino nella Gdo. Questo può comportare una pressione sulla redditività del comparto, con possibili ripercussioni di medio-lungo periodo.

3. ULTIME 8 SETTIMANE COVID AL 12 APRILE VARIAZIONI VALORE

4. PERFORMANCE PER CANALI: ULTIMA SETTIMANA ALLA DATA INDICATA - VARIAZIONI VALORE

tissimo anche presso le catene tradizionali, sulla scia della grande richiesta di prodotti in brik, non solo più economici, ma anche più leggeri e pratici da trasportare in momenti di spese contingentate. In profonda crisi il segmento cash & carry, che prima della crisi epi-demica viaggiava in terreno negativo con oscillazioni tra 0 e -5% e piombato in epoca Covid regolarmente sotto il 40% dei fatturati.

Non siamo nelle condizioni difficilissime dello Champagne, ma è vero che questa pandemia

ha bloccato una parte fondamentale del nostro business, dove tra l’altro

il consumo si stava destagionalizzando. Con serie ipoteche

sul “post”…

Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nielsen Italia

Covid-19 pare certificare le abitudini di consumo dello spumante in Italia: qualcosa che, tolte le frequentazioni quotidiane al bar o quelle per le feste comandate, pare essere accessorio quando si è a casa, sostituibile tout-court dal classico vino fermo. Tra le varie categorie di bollicine, c’è poi qualcosa di più accesso-rio degli altri (grafico 3): ovviamente gli Champagne, ma a ruota anche i metodo classico (-16% dall’inizio del Covid al 12 aprile, con incorporato un minimo recupero per la Pasqua) e gli spumanti

dolci, come l’Asti, che senza una Pasqua “normale” sono an-dati sotto del 25% (erano a -30% la settimana preceden-

te le feste). Resta in crescita il segmento Charmat secco, con dentro ovviamente il Prosecco, ma

qui la crescita (che include anche le promo-zioni pasquali) si è fermata a un magro +5%

(2 punti in più nella settimana pasquale rispetto a quella precedente). Riassumendo, gli italiani che non ri-nunciano allo spumante in tempi di re-strizioni esprimono una minoranza dei consumi totali, e di questi il “grosso” beve

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 37

e il metodo classico

LA NUOVA FRONTIERADELLA SICILIA VINICOLA

DONNAFUGATA

D ai vigneti di alta collina della te-nuta di Contessa Entellina, intorno

ai 500 m, nel cuore della Sicilia sud occidentale, nascono i due spumanti Donnafugata: un brut da Chardonnay e Pinot nero e un rosè da Pinot nero, entrambi metodo classico. “Abbiamo co-minciato nel 2007 con il nostro giovane gruppo di enologi – rac-conta Antonio Rallo, ammi-nistratore delegato dell’azien-da – eravamo in cerca di nuove sfide e lo abbiamo proposto al resto della famiglia. Con mia moglie Barbara condivido una grande passione per il metodo classico. Donnafugata ha così avviato una piccola produzione, per certi versi sperimentale. Poi, vendemmia dopo vendemmia, abbiamo affinato le tecniche di produzione e la qualità del no-stro spumante”. Ad agevolare il tutto, le ottima-li escursioni termiche, che fa-voriscono la maturazione e la produzione dei precursori aro-matici abbinate ad una raccolta leggermente anticipata. “Rite-niamo che siano raffinate in-terpretazioni del nostro terroir

e che esprimano bene l’elegan-za mediterranea di cui siamo capaci in Sicilia, anche con gli spumanti”, dice Rallo che rac-conta poi l’impegno con cui si è arrivati ai risultati odierni: “Io, gli enologi e gli agronomi del mio staff abbiamo approfondi-to le tecniche di spumantizza-

AntonioRallo

ph.Gambina

di ANTONELLA GENNA

L’ amore fra la Sicilia e lo spumante ha radici antiche. Già alla fine dell’800, il Barone Spitaleri sperimentava un metodo classico dalle uve di Pinot nero coltivato alle

pendici dell’Etna intuendo che lì potessero nascere gli “champagne dell’Etna”, come allora venivano chiamati. Per molto tempo sono state poche le aziende che si sono cimentate nel settore ma, a dispetto dell’immaginario collettivo, il desiderio di sperimentare degli imprenditori siciliani ha dimostrato che l’isola poteva crescere in espressività. La varietà di cultivar, di climi e suoli ha dato alle cantine gli spazi e le materie prime e così, se tra gli anni ’80 e ’90 le aziende produttrici si contavano sulle dita di una mano, nel 2019, secondo i dati dell’Irvo, erano circa una cinquantina per un totale di circa 100 etichette. Nel 2015 sono stati imbottigliati poco più di 2.400 hl ma nel 2019, tra Doc, Igt e varietali si è saliti a più di 7.000 hl di vini spumante (fonte Irvo. Il dato comprende solo gli imbottigliatori di vini spumanti varietali che hanno scelto l’Irvo come organismo di controllo). “La Sicilia ha un territorio che a torto viene considerato non adatto per la produzione di spumanti – afferma Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia - sono giudizi fatti a priori e non basati sulla reale qualità ottenuta. Il territorio vitivinicolo siciliano ha invece aree particolarmente vocate capaci di reggere il confronto con spumanti di altre zone. Una certezza confermata dai dati di produzione e di consumo degli spumanti siciliani”.

Per Paladino, è proprio la sua caratteristica di continente viticolo a fare della Sicilia, con le particolarità legate alla pedogenesi, all’orografia, al clima e all’influenza del mare, una terra vocata alla produzione di diverse tipologie di vino fermo o spumante: “Dopo anni di prove sperimentali, di studio e di lavoro sul territorio - spiega - ci siamo resi conto che esistono areali di produzione viticola a diversa capacità di accumulo zuccherino e acidico nelle uve”.

Lo spumante siciliano in cifreCirca il 65% dei vigneti siciliani insiste in zone collinari e a questi si aggiunge la viticoltura di montagna. Al clima siciliano le aziende hanno risposto selezionando le aree più vocate e le tecniche di allevamento, equilibrando i periodi di raccolta alle nuove esigenze, investendo, anche in maniera cospicua, sulle risorse umane e sulle attrezzature. Hanno messo alla prova i vitigni autoctoni saggiandone ancora una volta la ricchezza. Secondo i dati dell’Irvo, circa il 75% sono spumanti bianchi, ottenuti da uve a bacca bianca o da uve a bacca nera vinificate in bianco, mentre il restante 25% della produzione complessiva è rappresentata da spumanti rosé. Nel 2019 la produzione si è divisa a metà fra metodo classico e Charmat. La Doc Sicilia è stata la denominazione che ha fatto registrare il dato più significativo con più di 2.800 hl (38,4%), seguita da vini spumanti a Igt Terre Siciliane con 2.187 hl (30%). Nell’ambito della Doc Sicilia la tipologia più imbottigliata è stato il Grillo spumante con il 44% (nel 2018 era il 29%) seguito da Nero d’Avola spumante vinificato in bianco con il 17% (fonte: OdCC Vini Irvo). Tra le varietà utilizzate ci sono anche Chardonnay, Nerello Mascalese, Carricante, Catarratto, Pinot nero e Pinot grigio.Tra le varietà utilizzate ci sono anche Chardonnay, Nerello Mascalese, Carricante, Catarratto, Pinot nero e Pinot grigio.

zione. Ci siamo avvalsi anche di consulenti esterni ma è la sperimentazione che da anni portiamo avanti quella che più di tutte ci ha aiutato a fare me-glio”. Negli anni, l’azienda ha investito nel settore arrivando a svolgere tutto in azienda. “Non riscontriamo problematiche particolari – aggiunge Rallo - ma la produzione di un metodo classico richiede molto tempo per l’affinamento sui lieviti e questo da un lato comporta un importante impegno economi-co di immobilizzazione del ca-pitale e dall’altro un impegno logistico legato allo spazio fisico che le bottiglie in affinamento occupano; ma sappiamo che tutto questo fa parte del gioco in cui abbiamo scelto di cimen-tarci”.

A Campobello di Licata, nell’Agrigentino, a 20 Km dalla costa e a circa 400 metri d’altitudine, l’azienda agricola G. Milazzo è tra i pionieri della spumantistica sicilia-na. La prima presa di spuma per Milazzo risale al 1974.

“Quando abbiamo iniziato a sperimentare la tecnica del metodo classico, nessuno pensava si potesse fare vino spumante di

qualità in Sicilia, principalmente per via del clima - raccon-ta Saverio Lo Leggio, proprietario dell’azienda assieme alla moglie Giuseppina Milazzo -. Speriamo di aver dimo-strato non solo che sia possibile ma che lo si possa fare in nome dell’eccellenza. Naturalmente il clima mediterra-neo ha un’importante influenza”. Ad aiutare la produzione c’è l’importante escursione ter-

mica tra giorno e notte ma l’azienda ha lavorato, in questi decenni, sulla selezione dei vitigni individuando le forme di

allevamento che meglio rispondono al clima anche in funzio-ne delle caratteristiche del suolo. Per i casi di necessità, si ricorre

ad un sistema di irrigazione di soccorso sotterraneo. “Noi viticoltori siamo sempre sotto il cielo – dice Lo Leggio - non si può controllare tutto e gli imprevisti ci sono sempre. Nessun vino sarà mai uguale a sé stesso perché nessuna vendemmia è uguale alle altre. Cambia il clima, cambia la risposta della pianta alle condizioni atmosferiche caratteristiche di quell’anno particolare; le nostre vigne crescono, di anno in anno, e cresciamo anche noi che ne interpretiamo il ca-rattere”. Grazie anche alla preziosa consulenza dell’enologo Cesare Ferrari, sono 7 le etichette di spumante metodo classico – 2 pas dosé, 4 brut e 1 extra dry - e 3 quelle di metodo Charmat. Le etichette di metodo classico fanno un affinamento sui lieviti che va dai 18 mesi del Milazzo Excellent e del D.Zero ai 7 anni del Federico II, senza contare il lungo affinamento in bottiglia. “Mentre in campagna il nostro approccio è artigianale, in cantina - spiega Lo Leggio - uti-lizziamo impianti di avanguardia. Entrambe le scelte comportano un investimento economico molto importante ma è l’unica strada percorribile in nome della qualità”.

Il pioniereMILAZZO

Numeri in crescita per gli spumanti isolani, che dalle pianure costiere alle pendici dell’Etna possono contare su un patrimonio molto ricco e vario per tipologie di uve e microclimi. Una scommessa, quella delle bollicine, che sempre più produttori stanno raccogliendo

ph.Pilotto

Saverio Lo Leggio,Giuseppina

Milazzoe Giuseppe

Lo Leggio

Filippo Paladino

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IL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202038

La “ricetta” di

L a “sfida” dello spumante è stata accettata anche da Co-lomba Bianca. Con oltre 7.000 ettari e 2.500 viticoltori, la cooperativa è presente in maniera capillare in pro-vincia di Trapani. “Abbiamo identificato degli specifici

areali in alta collina e in montagna, su terreni calcarei e gessosi - racconta il presidente Dino Taschetta -. Gli aspetti climatici e le caratteristiche del suolo donano acidità, fragranza, pH natu-

ralmente basso, sapidità e mineralità. Il resto lo fa il tempo e la maestria dell’uomo”. Dalle sperimentazioni, iniziate nel 2000, sono

nati prima un metodo classico di Chardonnay e Nero d’Avola rosé e poi, in totale autonomia, la produzione di metodo Charmat con la linea di spumanti biologici Lavì (inizialmente con Grillo, poi con Chardonnay, Nero d’Avola rosè, Nerello Mascalese Blanc de Noirs). Da anni, il team degli enologi è affiancato da Mattia Filippi, enologo trentino di Uva Sapiens, e dai suoi collaboratori. “Assieme, non copiando o trasferendo dei semplici protocolli, ab-biamo creato in un percorso pluriennale la giusta ricetta siciliana, basata su forti fondamenti viticoli, professionalità dei nostri viti-

COLOMBA BIANCAcoltori, vocazionalità territoriale, ricerca e scelte selettive e consa-pevoli”, dice Taschetta. Significativi anche qui gli investimenti. Tra questi, una nuova linea di imbottigliamento e una riempitrice iso-barica di ultima generazione, con autoclavi per la produzione di Charmat per un potenziale produttivo annuo complessivo di 1 mi-lione di bottiglie. “Visto il cambiamento climatico in atto, parados-salmente e inaspettatamente, sarà proprio la Sicilia una di quelle regioni che sotto il profilo dell’offerta di spumanti potrà dare delle ottime risposte in termini produttivi e qualitativi – dice Taschetta -. Avere un clima mite e mediterraneo, l’altitudine e la disponibilità di varietà adatte alla produzione di spumanti permetterà di offrire al mercato spumanti moderni, competitivi e perché no biologici!”.

ZONIN e lascommessa

Nero d’AvolaS ulle potenzialità degli spumanti siciliani ha credu-

to anche Zonin1821. “La Sicilia ha una straordinaria ricchezza in termini di vitigni, alcuni dei quali sono coltivati solo lì. Per noi, era interessante portare sul

mercato i prodotti dei vitigni siciliani”, dice Stefano Ferrante, direttore tecnico del Gruppo. Sono nati così i due spumanti, un metodo classico e un metodo Charmat, prodotti da Princi-pi di Butera dove il direttore tecnico Antonio Froio ha portato la sua esperienza nel settore adattandola alle specificità sici-liane, intuendo le potenzialità del Nero d’Avola. “Quando ho iniziato a lavorare in Sicilia, era tutto nuovo – racconta Froio – il Nero d’Avola fino a quel momento era stato poco esplorato. A noi, per la buona acidità e il pH basso che lo contraddistin-guono, sembrava perfetto”. I terreni argillo-calcarei, l’irrigazione che sopperisce ad una piovosità che è tra le più basse delle Sicilia, un’attenta gestio-ne della chioma e del tempo di raccolta hanno fatto la loro parte. I vitigni crescono in un’area tra Caltanissetta e Licata, nel centro-sud dell’isola, a 350 metri s.l.m. Si tratta di una zona dal clima particolare, chiusa tra il mare e i monti, sempre ven-tilata, poco soggetta alla malattie e con una buona escursione termica che fra giorno e notte in estate arriva a toccare i 20°. Neroluce, lo charmat 100% Nero d’Avola, è cresciuto veloce-mente: mediamente ne vengono prodotte 80/100mila botti-glie. Il Metodo Classico Pas Dosé da uve Nero d’Avola uscito nel 2019 con produzione 2016 ha avuto un ottimo riscontro sul mercato tanto che l’azienda sta lavorando già ad un ulteriore metodo classico. “Non è il nostro core business ma dimostra, in maniera non convenzionale, le tante sfaccettature della Sicilia”, dice Ferrante. “Crediamo nelle potenzialità dei vitigni autoctoni - aggiunge Froio – la Sicilia si è svegliata e sta crescendo. Ci sono zone e vitigni che possono mostrarsi molto competitivi sul mercato”.

PLANETA

Il bianco di montagna di

S ul versante nord dell’Etna nascono invece gli spumanti Planeta. Per loro, l’azienda ha scelto la parte più ad alta quota, dagli 810 ai 900 metri. Vigne sele-

zionate, varietà autoctone, artigianalità della lavo-razione: questo il mix vincente di Planeta che, per il suo Brut metodo classico, ha deciso di puntare sul Carricante. La produzione è iniziata nel 2009. “Quando siamo arrivati sull’Etna, la prima ispira-zione è stata quella di fare un bianco di montagna – racconta l’enologa Patricia Toth, responsabile della produzione Planeta sull’Etna dove lavora con una squadra di 7 tecnici fra vigna e cantina -. Il Carricante ci ha subito colpito, ci è sembra-va quello giusto per fare un ottimo spumante. Ha profumi delicati, agrumati, ha una buona resa. L’altitudine permette di raccogliere già nella se-conda metà di settembre ottenendo un prodotto aromaticamente interessante e fresco. Il risultato è una nicchia di circa 25 mila bottiglie, interamen-te gestita in azienda, che arricchisce la gamma e che viene apprezzata dal mercato, compreso quello estero - racconta Toth –. Fare spumante è un mestiere comple-tamente diverso. Abbia-mo avuto il sostegno di un consulente esterno ma abbiamo anche im-parato nel tempo, anno dopo anno. C’è grande curiosità nel mercato e la Sicilia ha dimostrato di saper fare prodotti interessanti. Per noi è un bellissimo completa-mento di gamma”.

Dino Taschetta

Sull’Etna: i primiquarant’anni di

L a Sicilia dello spumante si fregia poi dei prodotti dell’areale etneo, territo-rio che sta vivendo un grande rinasci-mento qualitativo e quantitativo. Qui,

come dicevamo, l’arte spumantistica è già storia. Una sorta di isola nell’isola, l’Etna ha un micro-clima tutto suo che ben si presta alla produzione di spumanti. Ecco perché tante aziende, grandi e piccole, hanno deciso di lanciarsi nel settore. Ogni versante è caratterizzato da aspetti pedoclimatici differenti che diventano unicità anche nel bic-chiere. Tra le cultivar più usate ci sono il Nerello Mascalese, vinificato sia in rosato che in bianco, il Carricante, lo Chardonnay e il Pinot Nero. Secon-do i dati dell’OdCC Vini Irvo, nel 2019 qui sono sta-ti imbottigliati 910 ettolitri di vini spumanti con denominazione Etna: più del 12% dello spumante imbottigliato sull’isola. Sulle pendici orientali dell’Etna, a 500 metri s.l.m, Scammacca del Murgo ha iniziato a lavorare alla spumantizzazione fin dai primi anni 80 con l’o-biettivo di ampliare le possibilità del Nerello. “Ci siamo subito resi conto delle sue potenzialità– racconta Michele Scammacca - si adatta bene alla vinificazione in bianco, è più difficile da vini-ficare in rosso che spumante. L’acidità e la bassa concentrazione di colorante lo rendono una base ideale. Quello che nasce è un vino fine, con buona

capacità d’invecchiamento. L’affinamento è fon-damentale”. Il primo spumante risale al 1989. Dall’inizio ad ora, l’azienda non ha fatto cambiamenti essen-ziali alla produzione che, fin dai primi anni 90, si svolge sotto l’occhio attento dell’enologo Vito Giovinco. Dalle 3 mila bottiglie iniziali si è passati ora alle 120 mila annue grazie anche alla creazio-ne, nel 2000, di una nuova cantina dove vengono svolte tutte le fasi della lavorazione e dove si tro-va anche la sala per l’affinamento. 4 gli spumanti targati Murgo. Tutti metodo classico ma con di-versi affinamenti sui lieviti. C’è il Murgo Brut che arriva a fare 2 anni e mezzo sui lieviti, l’Extra Brut vendemmia 2011, con 7/8 anni di affinamento sui lieviti, e i due rosati - Murgo Brut Rosé e Extra Brut Rosé che fanno da un anno e mezzo a 4 anni sui lieviti. Circa il 30% della produzione si colloca sui mercati esteri. “Lo spumante non si può im-provvisare, richiede una vendemmia molto tec-nica, occorrono tempo ed investimenti, bisogna pianificare e pensare al lungo periodo. Io credo – continua Scammacca – che ci siano ancora ampi margini di miglioramento in Sicilia, soprattutto in certe zone e se si punta sugli autoctoni che, nel loro ambiente, hanno maggiore equilibrio. Abbia-mo basi spumante molto interessanti e i nostri vini hanno un stile proprio”.

SCAMMACCA DEL MURGO

LA NUOVA FRONTIERA DELLA SICILIA VINICOLA

D O S S I E R S P U M A N T I

Il futuro è ancora tutto da scrivere ma gli esperti del settore sono ottimisti. “Ci sono i territori vocati e le varietà di uve adatte alla produzione degli spumanti sono sufficienti per la produzione di volumi di spumanti di qualità di gran lunga superiori a quelli attuali, ribadisce Filippo Paladino, del Consorzio Doc Sicilia, che guarda ai prossimi passi da compiere: “Per innescare il processo di miglioramento e incrementare i volumi – spiega - bisogna attuare al più presto il progetto messo in cantiere dal Consorzio di tutela dei vini Doc Sicilia che prevede di unire le aziende siciliane

in un programma comune. L’obiettivo sarebbe quello di determinare uno stile di vino spumante siciliano, con un suo brand e una campagna adeguata di promozione”. Antonella Genna

Dall’alto:Stefano Ferrante

e Antonio Froio

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Vin.Co, il riscatto abruzzeseattraverso le bollicineUn ambizioso progetto di filiera in provincia di Chieti che vede coinvolte piccole e grandi realtà cooperative. Obiettivo, dotarsi di tecnologie e know-how per produrre e imbottigliare almeno 5 milioni di bottiglie da uve autoctone e trattenerein zona il valore aggiunto che oggi va in altre regioni o all’estero

di JOLANDA FERRARA

O rtona (Ch) Vin.Co Vino Coo-perativo, spumanti di qualità 100% Abruzzo dalla vigna alla bottiglia. È questo l’obiettivo ambizioso del progetto di ag-

gregazione da 13 milioni di euro nato dall’inte-sa tra 10 aziende cooperative della provincia di Chieti, che coinvolge oltre 5.000 soci per 7.500 et-tari di vigneto e un team di 40 tra professionisti ed enologi e che a regime dovrebbe portare alla produzione di 5 milioni di bottiglie di bollicine fatte con le uve tradizionali della zona.Ideato nel 2017 per implementare un progetto di filiera nel settore vitivinicolo, il progetto è stato selezionato dalla Regione Abruzzo all’interno dei finanziamenti del Psr 2014/20 con un contributo del 40% sul totale di 8 milioni di euro di investi-menti in impianti di trasformazione e imbotti-gliamento a carico della società “Vin.Co”, compo-sta da dieci cantine cooperative della provincia di Chieti, con una produzione pari a circa 1,6 mi-lioni di ettolitri di vino (il 50% della produzione regionale), e per le sole basi spumante di 830.000 ettolitri, circa il 60% della produzione regionale.

Cantine associate alla Cooperativa Vin.Co

10Cantine associate al progetto

di Filiera Vin.Co13

Ettari vitati7.500

Soci vignaioli5.000

Investimento totale del progetto di filiera13 milioni di euro

Investimento Vin.Co8 milioni di euroMisura 16.2 PSR 2014-2020200 mila euro

Misura 1.2 PSR 2014-202030 mila euro

Bottiglie di spumante che saranno prodotte a regime5 milioni

Le cantine associate a Vin.CoCodice Citra, Società Agricola Sincarpa, Società Cooperativa Coltivatori Diretti

Tollo, Cantina San Zefferino Società Cooperativa Agricola, Cantina Madonna del Carmine Eredi Legonziano, Società Cooperativa Agricola, Consorzio Vini

Citra, Società Agricola San Nicola, Società Cooperativa Agricola San Michele

Arcangelo, Cantina Sociale Sannitica Società Cooperativa Agricola

Nella scelta di produrre bollici-ne c’è la precisa volontà in Abruz-zo - storicamente fornitore di basi spumante elabora-te e imbottigliate fuori regione - di riappropriarsi di un’identità nella filiera spumanti-stica italiana. Con la prospettiva di cavalcare l’onda del mercato globale in continua crescita per lo sparkling. De Iure conferma: “Se esiste un pro-dotto che unisce la crescita con l’alta concen-trazione sui mercati, questo è lo spumante. Per quanto concerne l’Abruzzo, Trebbiano, Monte-pulciano, Cerasuolo, Pecorino, Passerina, Co-cocciola, Montonico sono sempre stati il nostro orgoglio. Ma non tutti sanno che, oltre a gene-rare vini fermi di qualità, quelle stesse uve in alcuni areali, vengono utilizzate e trasformate come basi per la produzione di vini mossi. Con questo progetto vogliamo trattenere quel valore e far conoscere attraverso le produzioni di eccel-lenza il nostro territorio, un’opportunità di fare patrimonio raccontando l’Abruzzo in un calice di bollicine”.

Un progetto integranteFondamentale l’aggregazione: chi partecipa e come si entra nel progetto? All’accordo di parte-nariato e cooperazione hanno aderito, oltre alle cantine, 19 aziende agricole che fanno investi-menti per accrescere le competenze attraverso la Misura 1.2 e la Misura 4.1 del Psr: si tratta di investimenti finalizzati a sviluppare metodi di agricoltura sostenibile e competitiva, per la sal-vaguardia dei territori, la lotta ai cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale ed eco-nomica. Inoltre sono previste azioni volte al miglioramento qualitativo delle uve, con parti-colare attenzione ai residui dei fitofarmaci e il miglioramento delle caratteristiche organolet-tiche. Nell’accordo di partenariato partecipano 13 Cantine, delle quali 10 socie Vin.Co che con-corrono attraverso gli investimenti a rendere più competitive la prima fase di trasformazione, che avverrà presso le cantine socie nella fase finale della lavorazione che si svolgerà nell’impianto di spumantizzazione, il primo realizzato in regione

e nel Centro e Sud Italia. La formula scelta è aperta a nuove partecipazioni. “Si è optato per la forma cooperativa affinché tutti i soci siano ugualmente protago-nisti - racconta Marina Paolucci, (nella foto accanto), coordinatore del progetto di filiera vitivinicolo Vin.Co. - un modo di allargare la partecipazione dando pari forza e importanza ai soci, una governan-ce difficile ma che consentirà l’in-gresso di nuove partecipazioni”. In altre parole una società aper-ta a privati produttori primari, imbottigliatori, cantine cooperative. Si entra in Vin.Co attraverso domanda di adesione: la fornitura della materia prima sarà garantita almeno per l’80% da pro-duttori primari aderenti alla filiera. La riparti-zione dei conferimenti per singola cantina sarà stabilita ogni anno in base ad un piano di con-ferimento proporzionato alla quantità di vino prodotto, il capitale sociale sarà proporzionale al prodotto conferito e alla produzione di vino bianco. Prevista inoltre la lavorazione per conto terzi sia per le associate che per le imprese non associate. “Ancora presto in questa fase iniziale prevedere la capacità produttiva a pieno regime - avvisa De Iure - si pensa comunque di modulare la produ-zione arrivando a 5 milioni di bottiglie a mar-chio Vin.Co e altri 2 milioni con marchio delle associate”.

Tempi di realizzazione e obiettiviIl progetto, dice il presidente De Iure, può essere realizzato in breve tempo considerando che i viti-coltori non debbono realizzare nuovi impianti. La materia prima base spumante è ottenuta già con gli attuali impianti di Trebbiano, Pecorino, Cococ-ciola, Passerina, Montonico e anche Chardonnay. Si parte dal vigneto con azioni volte a migliorare la competitività dei produttori primari integran-doli meglio nella filiera vitivinicola attraverso re-gimi di qualità per la produzione di vini spuman-ti, la creazione di un valore aggiunto del vino base spumante (attualmente per la totalità prodotto fuori regione), la promozione dei prodotti nei mercati locali e globali nelle filiere corte e nella grande distribuzione, la possibilità di fare sistema con le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali. I prodotti – per ora in fase sperimentale - saran-no bianchi a base di Trebbiano, Pecorino, Passe-rina, Cococciola, Montonico, Chardonnay, e un rosé, a base Montepulciano. Le tipologie per ora sono sei, tutte elaborate con metodo Martinotti: Bianco brut, Rosé brut, Bianco extra dry, Rosé ex-tra dry, Abruzzo Dop brut, Abruzzo Dop rosé brut.

D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202040

CANTINE COOPERATIVE REGIONE ABRUZZOTitolo del grafico

1 2

Cantine Vin.Co

Cantine socialiregione Abruzzo

27%73%

“Il progetto Vin.Co Vino Cooperativo - afferma il presidente Carlo De Iure - è molto ambizio-so, perché rafforza la cooperazione in Abruz-zo e punta al miglioramento di tutta la filiera produttiva per incrementare il valore aggiunto delle nostre produzioni, urgente per garantire la sopravvivenza del comparto produttivo. Un mer-cato decisamente in movimento, che ci ha spin-to ad unire le forze per proteggere e migliorare i prodotti autoctoni, aumentare la redditività dei nostri soci, delle nostre attività ed esportazioni, ottimizzando i costi e garantendo quella capaci-tà produttiva che solo una grande struttura può dare”.

Titolo del grafico

1 2

CANTINE COOPERATIVE NELLA PROVINCIA DI CHIETI

Cantine socialiprovincia di Chieti

67%

Cantine Vin.Co

33%

Una sperimentazione che parte da lontanoLa sperimentazione spumantistica abruzzese inizia nel 2014 con la Misura 124 del Psr 2007-2014, che ha visto il Consorzio Citra promotore di un progetto di ricerca destinato a verificare e a con-fermare la vocazione di cinque autoctoni abruz-zesi a dare vita a vini spumanti di alta qualità, in grado di essere apprezzati dal pubblico naziona-le e internazionale. A capo di Codice Citra, prin-cipale realtà vitivinicola d’Abruzzo, è Valentino

Carlo De Iure

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D O S S I E R S P U M A N T IIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 41

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di Campli, presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo. “La produzio-ne vitivinicola regionale vede l’Abruzzo al quinto posto in Italia, un terri-torio vocato anche alla spumantizzazione . Pur-troppo ancora il 60% del-la produzione è destinato a vino bianco e rosso ge-nerico con prospettive di mercato e sociali di scar-so valore. Agricoltori e cantine sociali abruzzesi oggi hanno colto l’oppor-tunità offerta dal Piano di sviluppo rurale della nostra regione che, per la prima volta, ha dato l’oc-casione di partecipare ad un bando per un proget-to di filiera rivolto ad un progetto strategico per il miglioramento di tutto il comparto vitivinicolo, un progetto necessario ad accrescere il valore del vino che trasformato sul territorio di produzione rende protagonista la filiera del vino abruzzese. L’investimento in un progetto strategico con un assetto industriale

LA SPERIMENTAZIONE E LA RICERCA

Innovazione di processo e di prodotto, tracciabilità. Tre importanti obiettivi che aprono il mondo cooperativo vitivinicolo al territorio e alle università di Teramo e Pescara-Chieti. L’Università di Teramo, al fine di poter ottenere un carattere distintivo per i vini spumante prodotti nel territorio abruzzese da base Trebbiano e vitigni autoctoni, lavorerà sull’uso di ceppi di S. cerevisiae autoctoni, caratterizzati da sintesi elevate di specifici esteri. L’obiettivo del progetto, pertanto, è quello di isolare e caratterizzare genotipicamente e fenotipicamente lieviti per la produzione di vini base spumante con caratteristiche aromatiche ben definite. “La produzione di vini spumanti da cultivar autoctone rappresenta un potenziale enologico di elevata qualità per l’ Abruzzo - conferma Rosanna Tofalo dell’Università degli Studi di Teramo - negli ultimi anni presso la sezione di Microbiologia enologica, Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-alimentari e Ambientali dell’ateneo teramano, in collaborazione con aziende vitivinicole del territorio è stata avviata una caratterizzazione di microrganismi protecnologici vinari mediante tecniche di selezione adattative e genetiche da utilizzare per la diversificazione e la differenziazione dei vini. In particolare, lo studio dei lieviti non-Saccharomyces in combinazione con Saccharomyces cerevisiae, tipologia di inoculo, alimentazione azotata appropriata, ha consentito di migliorare le caratteristiche identificative/organolettiche del prodotto finito”. Nell’ambito del progetto Vin.Co sono stati selezionati lieviti da diverse cultivar (Cococciola, Passerina, Trebbiano, Montonico e Montepulciano) e impiegati per ottenere il vino base e/o per la loro rifermentazione in vini spumanti. I primi risultati suggeriscono un ruolo positivo dell’inoculo sequenziale e non di Torulaspora delbrueckii/S. cerevisiae e Starmerella bacillaris /S. cerevisiae per la produzione di vino base con profilo aromatico apprezzabile e diversificato oltre a una migliore permanenza del perlage nei vini spumanti. Sulla base di questi risultati, la strada intrapresa sembra incoraggiante e apre nuovi scenari enologici applicabili non solo alla regione Abruzzo. Su quale tipo di comunicazione e marketing di prodotto si sta impegnando l’Università degli Studi di Chieti-Pescara ricorrendo al neuromarketing, la nuova scienza che unisce lo studio del comportamento del consumatore con le neuroscienze al servizio delle ricerche di mercato. Riccardo Palumbo dell’ateneo “D’Annunzio” di Chieti – Pescara dice: “Il vino è probabilmente la migliore esemplificazione di prodotto la cui scelta di consumo è marcatamente legata alla sfera delle emozioni. Per questo il neuromarketing trova un perfetto ambito di applicazione proprio nella valorizzazione dei prodotti enologici”.

adeguato e con la revisio-ne dei disciplinari di pro-duzione già presentati al Ministero delle politiche agricole – continua Di Campli - negli anni por-terà ad una significativa e progressiva valorizza-zione dei vini bianchi, consentendo all’Abruzzo di migliorare il suo posi-zionamento nel mercato delle bollicine da tanti anni in crescita mon-diale. Solo con azioni materiali ed immateriali coordinate potremo pre-sentarci in modo cre-dibile con un ‘prodotto di territorio’ che faccia conoscere non solo il no-stro vino spumante, ma anche l’Abruzzo nella sua

interezza come scrigno di natura, arte e cultura ancora sconosciute per molti, con benefici eco-nomici e sociali non solo per il mondo agricolo. Il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo – chiude Di Campli - è impegnato a stimolare e supporta-re tutte le iniziative volte a coinvolgere gli atto-

Valentino Di Campli

ri della filiera, per cogliere le opportunità di un mercato in continua crescita capace di trainare non soltanto i vini ma interi territori, mentre l’esperienza acquisita dal Consorzio Citra servi-rà da incentivo alle fasi di commercializzazione: Citra e Vin.Co potranno sviluppare azioni volte ad accrescere sinergie strategiche e aggredire i mercati locali, nazionali e internazionali e avere maggiore forza negli accordi con la grande di-stribuzione”.

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IL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 2020 43D O S S I E R S P U M A N T I

A CURA DELL’UFFICIO GIURIDICO DI UNIONE ITALIANA VINI [email protected] - tel. 06 44235818

L’esperto risponde

LA MENZIONE “BLANC DE BLANCS”QUANDO IL PRODOTTO

NON È FRANCESEQUESITO

Sono un produttore di vino spumante e vorrei riportare in etichetta la

menzione “Blanc de Blancs” per sottolineare che è prodotto da uve

bianche. È consentita tale indicazione anche se il prodotto non è originario della Francia, pur essendo destinato

alla distribuzione in tale mercato?.R.E., Vittorio Veneto (TV)

RISPOSTA

Le diciture “Blanc de Blancs” e “Blanc de Noirs” vengono apposte nell’eti-chettatura e presentazione dei vini bianchi, generalmente vini spu-manti ma anche vini fermi, per in-

dicare, nel primo caso, che il vino è ottenuto da uve bianche e, nel secondo caso, che è ottenuto dalla vinificazione in bianco di uve nere. In passato la normativa comunitaria disciplina-va in maniera specifica l’uso di dette menzioni; in particolare, il regolamento CEE n. 3201/90, re-cante modalità di applicazione per la designa-zione e la presentazione dei vini e dei mosti di uve, prevedeva espressamente le diciture da uti-lizzare per ogni singolo Stato membro. Le moda-lità di applicazione erano stabilite dall’articolo 14 del regolamento citato, ora non più in vigo-re, che prevedeva, tra le altre, per il caso di vino bianco fermo o spumante francese ottenuto da uve bianche l’indicazione “Blanc de Blancs”, valevole anche nel caso di vino greco o lussem-burghese; nel caso di vino spagnolo “Blanco de uva Blanca” e nel caso di vino italiano “Bianco da uva bianche”. Il regolamento CEE n. 2392/89, anch’esso non più in vigore, pur confermando il medesimo princi-pio, prevedeva (al paragrafo 5 c dell’articolo 12)

la possibilità per ogni singolo Stato membro di derogarvi, imponendo la lingua ufficiale dello

Stato membro d’origine per l’utilizzo di tali

diciture in etichetta. In merito alla possibilità di utilizzare “Blanc de Blanc” anche per vini spumanti provenienti da Paesi UE diversi dalla Francia era stata interpel-lata la stessa Commissione UE già nel 1995. Sulla base di quanto previsto dalla normativa so-pra citata, la Commissione aveva sancito che la menzione “Blanc de Blancs”, avendo lo scopo di informare il consumatore sul tipo di vino e sulle uve che sono state uti-lizzate per l’elaborazio-ne del vino, rientrava in quella tipologia di informazione che po-teva essere fatta in una o più diverse lingue uf-ficiali della Comunità. Inoltre, non essendo stata utilizzata dagli Stati membri la deroga consentita, non vigeva alcun l’obbligo di indicare questa menzione sola-mente nella lingua ufficiale dello Stato membro di origine. Secondo l’interpretazione della Commissione, era, pertanto, legittimo utilizzare la menzione “Blanc de Blancs” per un vino proveniente da Paesi differenti dalla Francia. A livello nazionale la questione è stata sollevata al Ministero delle Politiche agricole, alimentari

e forestali che ha confermato tale interpretazio-ne. Con nota del 15 maggio 2019 è stato, infatti, chiarito espressamente che la vigente normati-va in materia di etichettatura e presentazione dei vini dell’Unione europea non prevede speci-fiche disposizioni concernenti l’uso delle citate menzioni. Essendo le stesse da ricomprendere nell’ambito delle indicazioni complementari di cui all’ar-

ticolo 118 del regola-mento UE n. 1308/2013, possono figurare in una o più lingue uffi-ciali dell’Unione e non necessariamente in quella del Paese d’ori-gine. Secondo il Mipaaf, vi-sto che tali indicazioni facoltative sono ormai entrate nel linguaggio

comune, il loro utilizzo in una o più lingue uf-ficiali dell’Unione europea è da ritenersi facil-mente comprensibile per il consumatore medio in un qualsiasi Paese dell’Unione europea.È, pertanto, consentito riportare nell’etichettatu-ra di un vino spumante prodotto in Italia, esclu-sivamente da uve bianche e destinato alla com-mercializzazione in Francia, la menzione “Blanc de Blancs”.

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è consultabile all’interno della Banca Dati Giuridica

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Associato all'Unione Stampa Periodica Italiana

DIRETTORE EDITORIALE ERNESTO ABBONA

DIRETTORE RESPONSABILE GIULIO SOMMA [email protected]

CAPOREDATTORE CARLO FLAMINI [email protected]

REDAZIONE ANNA VOLONTERIO [email protected]

HANNO COLLABORATO: Fabio Ciarla, Jolanda Ferrara, Antonella Genna

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PROMOZIONE & SVILUPPOLAURA LONGONI, tel. 02 72 22 28 41, [email protected] pubblicitaria: [email protected]

ABBONAMENTINOEMI RICCÒ, tel. 02 72 22 28 [email protected]

aderisce al progetto europeo

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SPUMANTI

L a competizione è sempre più ag-guerrita. Per attirare l’attenzione del nostro interlocutore e potenzia-

le acquirente siamo ormai tutti consapevo-li dell’importanza del packaging. Da qui la necessità di proporre qualcosa di nuovo e capace di captare l’interesse del consuma-tore, sbaragliando la concorrenza al primo sguardo. Enoplastic (enoplastic.com), volta ormi da tempo verso una ricerca e sviluppo ambiziosa e capace di andare oltre gli sche-mi, propone un materiale unico: Glitter. Un prodotto in grado di stupire anche le menti più creative ed eccentriche. Luce, luce e an-cora luce. Riflessi scintillanti per un’imma-

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Glitter si colloca tra le novità racchiuse in un progetto innovativo chiamato Mad Lab. Un concept nato dall’intuizione di utiliz-zare materiali e tecniche molto distanti da quelle usate finora per le capsule da vino. Prima che il progetto prendesse forma, è fa-cile intuire quante incognite ci fossero sia per quanto riguarda i processi produttivi sia per la reazione del marcato per l’utilizzo di capsule realizzate con materiali quanto-meno insoliti per il settore. Oggi, è possibile dire che le competenze innovative del grup-po Enoplastic e il prodotto sviluppato par-lano da sé mettendo Glitter a disposizione del mercato.

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I l 2020 di Amorim prean-nuncia risultati davvero rivoluzionari, data l’at-

tenzione rivolta al mondo degli spumanti da parte della leader mondiale nella produzione di tappi in sughero. Sono infatti loro i protagonisti di una lea-dership globale e tecnologica arrivata alla realizzazione di una linea NDtech Spumante dedicata a tutti i Cru e di un esclusivo sistema di trattamen-to per le rondelle, Corknova, che garantirà il 99% dei tappi Tca al di sotto di 0,5ng./L e solo 1% en-tro 1 ng./L, sviluppato per i tappi

Twin Top e Spark. VSR sarà inve-ce il sistema che rivoluzionerà il mondo del tappo monopezzo. Il gruppo Amorim, così, dimostra come anche a fronte di inve-stimenti importanti e percorsi impegnativi, riesca a guardare in faccia il futuro, ponendosi come obiettivo strategico prin-cipale dell’anno corrente l’era-dicazione totale del famigerato “sapore di tappo”, tecnicamente definito Tca, proprio a partire dal segmento spumanti, sim-bolo di brio e celebrazione, a cui l’azienda dedica oltre 1 miliardo di tappi ogni anno. Ora, il rag-

Impianto autoclavi Sirio Aliberti

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con prodotti e soluzioni tecnologiche al top del mercato. Oltre a serbatoi e vinificatori orizzontali e verticali, offre una gamma completa di autoclavi con performance termiche elevate che permettono un notevole risparmio energetico. In particolare, le autoclavi possono essere dotate di un’intercapedine con estensione pari all’altezza di tutta la loro parte cilindrica. L’intercapedine, che ha una profondità di 30 mm, è costituita da un corpo unico privo d’interruzioni e garantisce una capienza di 30 litri di soluzione refrigerante per metro quadro di superficie. Questa elevata quantità di liquido genera un effetto di “volano

termico” che garantisce una riserva di freddo anche in caso di variazione della temperatura del glicole in mandata. Tale prerogativa permette un’ottimale e veloce distribuzione del calore sprigionato dalla resistenza elettrica riducendone il tempo di funzionamento ed evitando l’impiego della pompa di circolazione per la soluzione refrigerante, con conseguente rilevante risparmio energetico. Una ulteriore importante caratteristica degli impianti Sirio Aliberti è l’automatizzazione del processo di spumantizzazione, garantita dalla possibilità di progettare l’autoclave in modo da poter installare e configurare un sistema automatico di controllo e monitoraggio della temperatura e dell’intero processo di fermentazione. www.sirioaliberti.it

ENOPLASTICGlitter: essere unici

e farsi notare

L a pandemia Covid-19, oltre ai lutti e alla crisi economica mondiale, ha costretto e costringe il mondo delle produzioni alimentari e delle

bevande a rivedere tutti i protocolli HACCP e le procedure di sanificazione e comportamento delle imprese prima focalizzate principalmente ad evitare contaminazioni da microrganismi patogeni o degradativi ai prodotti alimentari. Oggi bisogna considerare tutti i presidi che si devono adottare per evitare la contaminazione tra dipendenti, non solo all’interno dei reparti produttivi. Quindi è necessario ripensare il modo di lavorare delle aziende. Per aiutare la clientela Food & Beverage ad affrontare questa nuova sfida AEB offre, in primis un piano di formazioni a temi microbiologici, legislativi, comportamentali, teorici e pratici

sulla detergenza e la disinfezione delle superfici e del personale. I training sono stati preparati da personale AEB di alta formazione accademica, con esperienza pratica nelle realtà aziendali. Sono pensati tenendo conto dei diversi destinatari: Direzioni di Stabilimento, Staff Tecnico, Personale Operativo. L’offerta AEB si completa con un piano di audit dei locali (produzioni, uffici, sale riunioni, spogliatoi) e un documento finale contenente tutti i miglioramenti da implementare per arrivare il più possibile vicini al “Rischio Zero”. Per saperne di più sul servizio di Hygiene Specialist, vi invitiamo a guardare il video scansionando il QR code presente nell’immagine (link al nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=atY5fkUcu2M). Per ulteriori informazioni rivolgetevi al nostro personale tecnico-commerciale di zona oppure scrivete a [email protected]

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5 minuti di attesa e mescolamento

(discioglimento in acqua 1:10)

giungimento dell’obiettivo può tradursi nell’offrire al mondo il non plus ultra: nessuno do-vrà mai più correre il rischio di bottiglie che sanno di tappo anche nei prodotti standard o ricorrendo ai tappi in microgra-

nulare. Per avere la certezza di un risultato perfetto basterà il tappo in sughero della tradizio-ne, quello che permette al vino di evolvere in modo perfetto in bottiglia: oggi, con Amorim, più sicuro che mai.

IL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202044

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I N V E T R I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 45

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sua gamma di biotecnologie per la seconda fermentazione. In questo ambito si colloca Oenoferm® Champ. La sempre maggiore diffusione della seconda fermentazione (in Italia si producono spumanti con tutte le varietà di uve sia bianche che rosse) ha portato a spumantizzare masse sempre più difficili per cui un buon lievito per la seconda fermentazione deve avere le seguenti caratteristiche: temperatura di fermentazione 14-26 °C; Saccharomices cerevisiae (baynus); tempo di adattamento breve; velocità di fermentazione costante e rapida; tolleranza alcolica fino a 16 % ABV; essere osmofilo; formazione di prodotti secondari molto bassa; formazione di glicerolo 5-7 g/L; apportare aromi delicati di frutta; con contatto prolungato leggera nota di lievito. In caso di produzione di metodo classico consigliamo il nostro Compact Lees a base di silicati provoca un rapido agglomeramento e compattamento del sedimento del lievito. Il rapido compattamento del lievito impedisce l’adesione del deposito alla parete della bottiglia. Quindi il deposito si compatta più velocemente in punta alla bottiglia.

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rando il rapporto qualità/prezzo del prodotto. Le tasche di raffreddamento a punti sfalsati, costituite da un’intercapedine in lamiera inox, con imbocchi e collettori di distribuzione attentamen-te dimensionati (attraverso i quali fluisce la soluzione gli-colata), garantiscono la massi-ma efficienza energetica. Uno strato di isolamento a base di poliuretano espanso ottimizza la resa energetica delle tasche e previene le dispersioni ter-miche. Il processo di brillan-tatura dei fondi bombati per-mette di ottenere una finitura delle lamiere “a specchio”, con superfici estremamente lisce e facilmente pulibili. Tutte le autoclavi sono dotate di certi-ficazione PED, Dichiarazione di Conformità CE, dichiarazione di conformità alimentare e, per il mercato russo, certificazione GOST-R e RTN. Gortani, insieme ai modelli studiati per la spu-mantizzazione, propone mo-delli destinati alla produzione della birra, all’industria alimen-tare, chimica e farmaceutica.

H TS enologia presenta Bionica®, strumentazione che permette di gestire, in modo automatico, l’andamento fermentativo monitorando costantemente la

produzione di CO2, sia nelle fermentazioni primarie che nelle rifermentazioni e spumantizzazioni. Bionica®, adatta a ogni serbatoio o autoclave, raccoglie ed elabora le informazioni relative alla fermentazione, garantendo l’ottimale apporto nutrizionale al lievito. Il tecnico potrà ricevere da remoto report eventualmente modificando o riprogrammando le attività che Bionica® provvederà ad eseguire con precisione, nella massima sicurezza. Bionica® è un insostituibile assistente, frutto della ricerca, di specifiche competenze e conoscenze di biotecnologi, enologi, ingegneri, di due aziende, HTS enologia e Parsec, caratterizzate da uno spirito fortemente innovativo e costantemente attente all’evolversi del mercato. Bionica® Spark è la versione specifica per il controllo, la gestione e il dosaggio di nutrienti e dell’ossigeno nelle rifermentazioni e spumantizzazioni in autoclave. Bionica® Spark consente il controllo automatico di tutto il processo fermentativo, con la possibilità di stabilire e controllare la temperatura dell’autoclave, il dosaggio dell’ossigeno, il dosaggio dei nutrienti, la gestione dell’agitatore e della sovrappressione in autoclave o eventuale ottimizzazione della pressione in pre-imbottigliamento. Bionica® Spark consente di quantificare automaticamente e gestire facilmente la quantità di zuccheri da trasformare a serbatoio aperto, controllando il consumo degli stessi. Inoltre può monitorare e gestire la velocità di fermentazione regolando mBar/h di CO2, consentendo di scegliere la durata della fermentazione e verificare lo stato di salute dei lieviti.

HTS ENOLOGIABionica®

e Bionica® Spark: gestire in automatico

l’andamento fermentativo

L affort® propone, con la gamma Spark, gli stru-menti e i prodotti bio-

tecnologici più adatti sia alla produzione di vini spumanti di impostazione tradizionale che di quelli più alla moda.

Produzione del vino base: l’obiet-tivo è quello di sviluppare al massimo il potenziale quali-tativo dei differenti vitigni nel rispetto e con la valorizzazione dei loro caratteri naturali. Stru-menti: chiarificanti per la pro-tezione del patrimonio aroma-tico e compositivo delle uve; LSA idonei alla valorizzazione delle caratteristiche peculiari

dei vitigni base; attivanti spe-cifici per garantire fermenta-zioni impeccabili, nette e com-plete.

Presa di spuma: certamente il momento più delicato per as-sicurare la nascita di bollicine di qualità. La corretta gestione

delle caratteristiche del vino in questa fase (parametri fisi-co-chimici quali pH, tempera-tura, SO2, estratto secco, pro-teine) è uno dei fattori chiave nella riuscita della spumantiz-zazione. Laffort offre qui la sua ampia gamma di lieviti spe-cifici, dallo Zymaflore® Spark, classico per eccellenza sui lun-ghi affinamenti, agli Zymaflo-re® X5 ed X16, dalle innovative caratteristiche di rivelazione aromatica.

“Liqueur d’expédition”: qui si esprimono tutti quei picco-li dettagli che permettono di personalizzare il prodotto, di

fare la differenza e di adattarsi alle necessità di ogni mercato: sensazione di dolcezza, volume in bocca, eleganza, finezza del “perlage”, qualità della spuma, freschezza degli aromi o note più evolute, complessità aro-matica, stabilità nel tempo.

Gli strumenti: dal classico Man-nostab®, connaturato al vino, che assicura stabilità a lungo termine nell’esaltazione della tessitura della spuma, al Man-nofeel®, apportatore di dol-cezza, finezza ed eleganza, al Tanin Galalcool® SP, utile nella modulazione fine delle note ol-fattive e del potenziale redox.

LAFFORTGamma Spark,

strumenti e prodotti

effervescenti per natura

F ederfin Tech è sinoni-mo di performance di prodotto, innovazio-

ne, qualità, soddisfazione per il cliente. Lo stabilimento di Tromello produce tappi in allu-minio per vini, liquori, aceto e olio con macchinari di ultima generazione, tecnologicamente avanzatissimi. La linea Star-vin è la capsula in alluminio a vite sviluppata per il mercato del vino che si distingue per la praticità di apertura e chiusura e facilità di personalizzazione. In gamma svariate tipologie

di guarnizioni e sottotappi per chiudere bottiglie per vini fer-mi e frizzanti. Il successo dei vini frizzanti e della capsula in alluminio 30×60 per vini ha portato l’azienda a sviluppare una serie di nuove guarnizio-ni specificatamente realizzate per vini frizzanti. Grazie a un nuovo tipo di guarnizione in polietilene in grado di garanti-re la corretta pressurizzazione dei frizzanti si è accresciuta ulteriormente la molteplicità di utilizzo della capsula a vite in alluminio per vino, incre-

mentando la sicurezza e ga-rantendo una sempre miglior efficacia. La capsula può esse-re completamente decorata e personalizzata mediante le più avanzate tecnologie di stampa offset, serigrafia, rilievo e tam-pografia. La stampa inkjet con-sente di stampare il registro di imbottigliamento, anche per quantitativi piccoli e tempi di consegna ridotti (una settima-na). Ultima novità, la stampa a spray che permette di stam-pare qualsiasi colore anche per quantitativi molto ridotti, con un effetto cromatico unico e distinguibile sul mercato. A completamento della gamma, Federfin Tech fornisce anche le testine capsulatrici, apposi-tamente studiate per un’appli-cazione perfetta delle chiusure a vite. Sono realizzate con ma-teriali innovativi e in continua evoluzione e consentono la chiusura dal diametro 18mm a 43mm inox. Inoltre offriamo assistenza tecnica di revisione completa di tutte le marche e modelli di teste capsulatrici. Info: www.federfintech.com0382/809124.

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I N V E T R I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 154 Maggio 202046

NORTANNuovo distributore di capsule Syncrocap G razie a un innovativo progetto

meccatronico (FEDS Technology), il nuovo distributore Syncrocap di

Nortan riesce ad adattarsi automaticamente alle diverse capsule da lavorare riducendo così i tempi di cambio formato fino all’80% e le imperfezioni dovute all’intervento umano. Presentato ufficialmente a Simei 2019, si è aggiudicato il prestigioso titolo di News Technology all’Innovation Challenge “Lucio Matroberardino”. Ogni componente di Syncrocap è stato completamente ripensato e riprogettato attorno ai seguenti obiettivi: ottimizzazione della lavorazione; aumento dell’affidabilità; riduzione e semplificazione della manutenzione; riduzione al minimo dei tempi di cambio formato a carico degli operatori. Il cuore principale dell’innovazione è il gruppo di separazione e distribuzione a gestione completamente elettronica dove è stata implementata una nuova tecnologia meccatronica proprietaria (Petent Pending) denominata F.E.D.S. Technology

(Fully Electronic Distribution System). Questo porta a una riduzione dei tempi di settaggio e cambio formato da parte dell’operatore di circa l’80% e alla completa eliminazione di errori e problematiche che possono sorgere a causa di regolazioni approssimative. Inoltre, grazie ad una serie di algoritmi che racchiudono tutta l’esperienza Nortan, sono stati eliminati tutti i dispositivi meccanici ed è stato introdotto il concetto di “Camma Elettronica” che permette di adattare automaticamente le fasature e i parametri dei vari componenti in base al tipo di capsula in lavoro. La riduzione dei particolari del 40% e l’ottimizzazione dei processi produttivi ha portato a un notevole aumento di affidabilità. Questo nuovo sistema è assolutamente orientato al futuro poiché rappresenta un ulteriore passo in avanti nell’era della digitalizzazione industriale e un reale dispositivo utilizzabile in un sistema di lavoro con standa rd Industria 4.0. Info: www.nortan.it oppure visitate la nostra pagina Facebook facebook.com/nortansrl/

M axidata prosegue con l’evoluzione di uve2k.Blue, il

software gestionale modulare per le aziende vitivinicole. In particolare, le ultime imple-mentazioni hanno coinvolto il modulo dedicato alla gestione della spumantizzazione. Te-nendo conto della complessi-tà ed in molti casi anche della lunga durata del processo di spumantizzazione, si rende ne-cessario avere a disposizione delle procedure estremamente semplici e guidate che permet-tano di ottenere una visione

globale della situazione in can-tina. Tramite l’apposito modulo è quindi possibile tenere sotto controllo lo stato di avanza-mento della lavorazione, opera-re direttamente sulle partite di vino in corso di spumantizza-zione e gestirne la tracciabilità, dalla preparazione della cuvée fino alla sboccatura ed al confe-zionamento. I wizard presenti semplificano l’esecuzione di tutte le operazioni necessarie, tra cui la gestione delle certi-ficazioni per i vini Doc e Docg, gli imbottigliamenti, le sboc-cature e operazioni quali l’ar-

ricchimento con il saccarosio. Sono inoltre previste pagine di riepilogo, sia per singola parti-ta, che per il dettaglio di tutte le operazioni. Il sistema è elastico ed adattabile alle diverse moda-lità di lavorazione, perfetto sia per il metodo classico che per il metodo Martinotti, ma an-che per i vini frizzanti, bianchi e rossi. È pensato per integrarsi con la sezione già presente in uve2k.Blue dedicata alla gestio-ne dei vasi vinari, consentendo di inserire eventuali analisi di laboratorio, e con il Registro Te-lematico.

MAXIDATA uve2k.Blue:

le nuoveprocedure

dedicate agli spumanti

D alla fine della fermentazione alcolica al momento della rifermentazione, l’esposizione all’ossigeno delle basi spu-mante rappresenta per gli spumantisti un momento deli-

cato: i meccanismi ossidativi sono responsabili della perdita di aro-mi freschi e fruttati ed alterazioni del colore. Un progetto scientifico in collaborazione con l’Inra di Montpellier ha chiarito che alcuni derivati di lievito possiedono una differente e quantificabile capaci-tà di consumo dell’ossigeno nel vino. Da questo progetto è nato Pure-

Lees™ Longevity, uno strumento naturale di facile utilizzo e con un’elevata capacità di consumo dell’ossigeno disciolto per il trattamento dei vini bianchi e rosati. Prove condotte su basi spumante conservate con bassi quantitativi di SO2 hanno dimo-strato l’efficacia del prodotto nel proteggere il colore dall’imbrunimento e la compo-nente aromatica dall’ossidazione. L’utilizzo di Pure-Lees™ Longevity al riempimento dell’autoclave favorisce la produzione di spumanti di qualità, preservando freschezza e potenziale aromatico. Per il controllo di popolazioni di batteri lattici ed acetici ed evitare fermentazioni malolattiche indesiderate, in particolare in vini con bassi solfi-ti aggiunti, Lallemand ha messo a punto un ulteriore strumento naturale, Bactiless™ - un biopolimero derivato dalla chitina di origine fungina estratto da Aspergillus ni-ger. Questo prodotto, utilizzato in sinergia con le altre pratiche enologiche adottate di cantina (SO2, freddo, filtrazioni etc.), trova applicazione durante la conservazione dei vini base spumante in cui sia necessario inibire la fermentazione malolattica.

LALLEMANDSoluzioni originali per l’elaborazione di vini spumanti

di qualità

MASILVASara Advanced® System: temperatura, vapore secco e pressione per l’estrazione dei composti volatili

N egli ultimi 45 anni Masilva si è affermata tra i leader di un’industria altamente tecnologica tanto che

i suoi processi brevettati per la pulizia del sughero sono noti in tutto il mondo. Il sistema Sara Advanced® è il nostro ultimo ritrovato tecnologico di questa filosofia. Gli obiettivi sono sviluppare un metodo preventivo e curativo per controllare il Tca e altri fenoli di tappi di sughero naturale e migliorare i risultati qualitativi nel processo di post-fustellatura. Il metodo consiste nell’usare, in modo controllato, la temperatura, il vapore secco e la pressione, con l’estrazione di composti volatile e il risultato sensoriale che migliorano drasticamente. Alexandre Schmitt, esperto olfattivo tra i più riconosciuti al mondo, ha esaminato il tappo

di sughero naturale dell’azienda: “Chiusura costantemente neutra che non influisce sul sapore del vino in bottiglia”. “Nel confronto sensoriale cieco – ha affermato Schmitt - i tappi selezionati elaborati con Sara Advanced® erano più costantemente neutrali. Questa tecnologia riduce il Tca e gli aromi per una chiusura costantemente neutra che non influisce sul sapore del vino in bottiglia”. La tecnologia Sara Advanced® è stata premiata dai WINnovation Awards nella categoria di eccellenza durante l’ottava serata di galà annuale della Wine Industry Network, negli Stati Uniti. Di recente, questa tecnologia, ha ottenuto un secondo riconoscimento agli Austro Vin Awards 2020, in Austria. Per ulteriori dettagli: www.masilva.pt.

MUREDDU SUGHERI

Vapo-estrazione Vulcano, tecnologia Igea 2.0 e linea “Cento”, per tappi neutri e rispettosi dell’aroma dei vini

S cegliere il tappo di sughero per i pro-pri vini significa

approcciare al futuro con un forte e concreto impe-gno alla sostenibilità ambientale. Utilizzando un prodotto 100% naturale e rinnovabile contribuisci a preservare l’ecosistema e la biodiversità. Le sugherete del mediterraneo tutelano il nostro ha-bitat contrastando il cambiamento climatico e assorbono grandi quantità di CO2 dall’atmosfera. Optare per il tappo di sughero è un modo autentico per trasmettere valori tipici e apprezzati dei nostri vini: tradizione, qualità e prestigio. Offri al consumatore un’espe-rienza di stappatura iconica e senza tempo capace di tramettere contenuti ed emozioni. Il tappo di sughero non solo preserva il vino in affinamento ma aggiunge valore tecnico e simbolico alla tua bottiglia. Dal 1938 Mureddu Sugheri ha sempre compiuto scelte radicali volte a garantire l’estrema affidabilità del prodotto. Alta-mente specializzati nella produzione di tappi in sughero per l’eno-logia siamo riconosciuti come sugherificio leader per la “qualità in uso”. In Sardegna e nella Penisola Iberica - dove siamo presenti da decenni – selezioniamo le migliori foreste di sughero. Con gran-de cura svolgiamo direttamente in loco le prime e delicate fasi di lavorazione della materia prima. Nello stabilimento produttivo di Nerviano (Milano) procediamo agli esclusivi trattamenti e finis-saggi del prodotto semilavorato. Solo dopo il superamento di ben 18 test Controllo Qualità il tappo di sughero è validato e pronto per il tuo prossimo imbottigliamento e per una lunga vita in bottiglia. La nostra filiera della qualità ha la sua maggiore forza nell’offrire pro-dotti naturali sempre neutri e rispettosi dell’aroma dei vini. Gra-zie alla tecnologia di vapo-estrazione chiamata Vulcano offriamo linee di tappi micro di altissimo livello organolettico. Igea 2.0 è il nostro esclusivo e performante sistema di trattamento individuale di tappi monopezzo e tappi spumante da cui origina la prima gam-ma al mondo garantita “off-flavours free/ zero deviazioni” e con ri-ordinamento cellulare “new cell”. La perfezione è raggiunta con le linee di prodotto “Cento” in quanto validate e garantite per essere anche 100% Tca free.

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I N V E T R I N AIL CORRIERE VINICOLO N. 15

4 Maggio 2020 47

D oveva essere il redazionale dedicato alle novità, alla proposta e a Vinitaly. Per le ragioni che conosciamo tutti troppo bene, non sarà così. VDGlass desidera comunque utilizzare questo canale

come uno spazio di condivisione, per restare vicini in un momento che pare voglia tenere tutti troppo distanti. Vogliamo e dobbiamo mantenere un atteggiamento positivo rispetto al futuro. Anche se ancora sappiamo esattamente quando, speriamo arrivi prestissimo il tempo per presentarvi le novità realizzate per il settore enologico di cui non sveliamo i dettagli oggi, nell’attesa del momento in cui ci sarà lo spazio nelle nostre teste e nelle nostre vite, per pensare al futuro con energia e positività rinnovate. Ci sarà il tempo per rinascere non appena terminato questo periodo di emergenza e vogliamo pensare che lo faremo tutti insieme, con una maturata coscienza collettiva e uno spirito di cooperazione rafforzato dalla forte esperienza che oggi condividiamo. Noi di VDGlass stiamo continuando il nostro lavoro con una modalità diversa, silenziosa, adeguata alla necessità, come tutti noi ma con la stessa passione di fondo e tanta più forza di volontà e desiderio di ripartire. L’augurio che ci facciamo e con cui vi salutiamo è che tutti quanti possiamo cogliere l’opportunità di riscoprire quell’Umanità fatta di quei - pochi ma veri - valori che i ritmi forsennati che hanno caratterizzato le nostre vite negli ultimi anni, ci avevano fatto dimenticare. Nel frattempo, il team VDGlass vicino alle aziende produttrici e disponibile per qualsiasi eventuale richiesta. A presto e...  #andratuttobene

I siox® è il sistema innovativo prodotto in Italia che permette di ottimizzare i gas nel vino in modo semplice e non invasivo, con applicazioni in grado di gestire il

contenuto di O2 e di CO2 in qualsiasi momento del processo di elaborazione mantenendo struttura e aromi. Isiox® è utile quando: il mercato impone livelli precisi di CO2 diversi a seconda del Paese di destinazione; si vuole modificare la concentrazione di ossigeno e anidride carbonica nel vino senza strippaggio; si vuole ridurre la quantità di anidride solforosa all’imbottigliamento; nei casi di confezionamento morbido come tetrapack e bag in box. Isiox® riesce a: sottrarre ossigeno

dai vini in lavorazione e preimbottigliamento, migliorandone la shelf life; sottrarre acido solfidrico, responsabile di sentori di riduzione che talvolta affliggono l’espressione aromatica di alcuni vini, anche dopo la presa di spuma; regolare sia in senso diminutivo che aumentativo il contenuto di anidride carbonica disciolta nei vini tranquilli. È inoltre possibile regolare in modo uniforme e preciso la pressione in bottiglia,

adeguandola a necessità di mercato (es. accise sui vini frizzanti) o tecnologiche (es. scoppio bottiglie in vetro leggero di vini spumanti). Recenti studi rivelano inoltre che il trattamento con Isiox® produce

una significativa diminuzione nella concentrazione dell’aldeide acetica nei vini. Su richiesta possono essere studiate esecuzioni personalizzate (portata e ingombro). Isiox® ricade tra i beni funzionali secondo il Piano Industria 4.0 e può beneficiare delle logiche di ammortamento speciale secondo la legge 11 dicembre 2016, n. 232. A oggi abbiamo raggiunto 106 referenze di Isiox® in tutta Italia, di questo tipo è il sistema più referenziato in commercio.Per prenotare un test in cantina: [email protected]

VDGLASSA presto e...  #andratuttobene

TEBALDIIsiox®, per l’ottimizzazione dei gas disciolti nel vino

L’impiego di Isiox durante l’imbottigliamento

permette di regolare le concentrazioni dei gas,

mantenendo la struttura e gli aromi del vino

L’ arte spumantistica italiana ha ottenuto in questi anni rico-

noscimenti internazionali e quote d’esportazione che solo 20 anni fa sembravano irrag-giungibili, segno concreto di una produzione d’eccellenza. In questo movimento Enolo-gica Vason è sempre stata al fianco degli enologi con solu-zioni all’avanguardia, per as-sisterli nell’espressione delle potenzialità delle uve e nella

convinzione che ogni spuman-te possieda il suo carattere. Le biotecnologie, come il nuovo X-Pro® Bactoclean che in con-servazione avversa in modo naturale l’insorgenza delle ma-lolattiche, devono assecondare lo sviluppo di stili organoletti-ci puliti e apprezzati dal mer-cato. X-Pro® Finesse poi, grazie una straordinaria interazione con il redox non comparabile con prodotti “convenzionali”, è ideale per conservare la fra-

X-Pro® Finesse, esprimere e conservare in modo naturale l’eleganza e l’identità dei migliori frizzanti e spumanti

granza e la finezza del perlage nel tempo. Su spumanti e friz-zanti di pregio ne affina l’ele-ganza, con chiari riflessi nella tenuta del perlage e complessa sensazioni asciutte o troppo acide, contribuendo in modo garbato all’armonia e alla per-sistenza. Su Moscato, Prosecco e Pinot anche in sinergia con X-Pro® Protection o X-Pro® Identity White per l’espres-sione aromatica e l’equilibrio ottenibile.

L’effetto di protezione nel tempo si completa con spe-cifici tannini selezionati per la loro idoneità garantita alla gestione redox: se n’è parla-to in un recente Webinar su InfoWine il 28 aprile, dove TI Premium®SG, Premium® Li-mousin SG, Premium® Stab SG e il nuovo Smartan® Zest sono risultati il più valido aiuto, nel mantenimento della fragranza olfattiva originaria delle bolli-cine italiane.

I l vivaismo a Pa-dergnone vanta un’esperienza or-

mai più che centenaria, nascendo verso la fine dell’ottocento con l’av-vento della filossera. Molti dei nomi dei pri-mai vivaisti ricorrono ancora tra i soci della Cooperativa e trasmet-tono il fascino di an-tiche tradizioni. Oggi, come allora, la passione per la viticoltura si ri-flette con grande con-sapevolezza e responsa-bilità nella produzione di barbatelle innestate di elevata e indiscussa qualità. La Vivai Cooperativi di Padergnone è unazienda leader nel settore, che produce e com-mercializza oltre 6 milioni di barbatelle in Italia e nel mondo. La forza di questa “grande” azienda è di essere costituita da attenti “artigiani agrico-li” che con professionalità ed esperienza danno origine alle barbatelle innestate. Moltiplichia-mo innumerevoli varietà di vite garantendo il mantenimento del patrimonio ampelografico, dando sempre molta importanza all’innovazio-ne. Abbiamo omologato diversi cloni della mag-giori varietà nazionali e siamo molto attivi nel-

VIVAI COOPERATIVI PADERGNONEOltre 6 milioni di barbatelle in Italia e nel mondo

ROBINO & GALANDRINOSi amplia la gamma della serie Evo

con una nuova capsulatrice e nuova gabbiettatrice

R obino & Galandrino amplia la gam-ma della nuova serie Evo presentata al SIMEI 2019 con due macchine scelte

dall’importante produttore Casa Vinicola Bosco Malera di Salgareda (Tv): gabbiettatrice Rekord 10-10 DCV Evo Plus e capsulatrice Zenith Z 3/36 DCV Evo, entrambe con produzione di 10.000 b/h. Le due macchine integrano la piattaforma Sniper che riunisce i sistemi di visione R&G per le rile-vazioni e gli orientamenti necessari ai centraggi e agli allineamenti. Le periferiche di visione im-piegate sono telecamere e fibre ottiche. Gabbiet-tatrice: la prima giostra rileva con telecamere i marchi in rilievo su vetro o, in alternativa, la giunzione stampo della bottiglia, la orienta e la consegna alla seconda giostra che applica la gab-bietta. La gabbietta, pertanto, presenta l’occhiello di apertura sempre nella posizione programma-

ta. La fase di visione è assistita da dispositivi di asciugatura dedicati che eliminano l’eventuale condensa di superficie immediatamente prima della lettura. Capsulatrice: la prima giostra è de-dicata ai sistemi di visione con telecamere per il centraggio della bottiglia (marchi in rilievo o giunzione stampo vetro con fibre ottiche) e del capsulone che, una volta orientato, viene prefis-sato nella parte superiore. La seconda giostra re-alizza le quattro pieghe e la terza termina il pro-cesso con la lisciatura e ribattitura delle pieghe alla base del capsulone. La piattaforma Sniper sviluppata da R&G utilizza la più avanzata com-ponentistica elettronica e digitale disponibile sul mercato. Il sistema è caratterizzato da grande fa-cilità e flessibilità di gestione per la creazione e la manutenzione delle ricette di orientamento/centraggio di capsule e bottiglie.

VASON GROUP

la ricerca di varietà resistenti sfruttando le più moderne tecnologie. Il nostro obiettivo prima-rio è quello di garantire sempre un prodotto di qualità che risponda alle esigenze del viticoltore. Per poter arrivare soddisfare le molte richieste dei propri clienti, e poter garantire il proprio prodotto, la Vivai Cooperativi di Padergnone ha fatto notevoli investimenti in impianti di piante madri marze e portinnesti. Questi sono dislocati in diverse regioni e gestiti direttamente dalla Co-operativa. L’ultimo impianto è stato effettuato 2 anni fa ad Erbè (Vr) ed è di circa 5 ettari.

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