arte in sicilia

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  • LarteLarte greca

    Architettura civile e militareSecondo le fonti archeologiche, le prime tracce di fortificazioni militari e di architettura civile in Sicilia risalgono alla finedel VI sec. a.C. Poche sono le vestigia anteriori a quel periodo, bench sia presumibile lesistenza di costruzioni militarigi a partire dallVIII sec., con linizio delle lotte tra le varie citt e lascesa dei tiranni.Fortezze e fortificazioni - Durante la dominazione dei tiranni la regione si arricchisce di edifici fortificati, costruiti conmateriali che variano a seconda delle ricchezze geologiche del suolo: sul versante orientale viene comunemente usatala lava, come dimostrano i siti di Naxos e Lipari . Quando le pietre risultano insufficienti, vengono sostituite da mattoni acrudo con cui si erigono le mura, il cui isolamento dal terreno assicurato da una base costituita da sassi o da unimpasto di ciottoli ed argilla.Sebbene la Sicilia non abbia riportato alla luce numerosi resti archeologici, sussistono alcune fortezze. Costruite in puntistrategici nei pressi delle citt o nelle immediate vicinanze, in luoghi difficilmente raggiungibili, queste struttureassicuravano la difesa delle citt, delle strade e di altre vie daccesso.La citt - Fin dal primo arrivo dei coloni viene fissata lorganizzazione razionale del territorio: i luoghi del culto, gli spazipubblici e quelli destinati alle case. In genere la citt era pianificata col sistema della maglia ortogonale sistematizzatodallurbanista Ippodamo di Mileto , filosofo e geometra greco vissuto in Asia Minore nel V sec. a.C. organizzata intornoa due assi: il cardo ( stenopos in greco), orientato da nord a sud, e il decumano maggiore (plateia in greco), orientato daest ad ovest. La rete viaria era completata da cardi e decumani minori, che delimitavano gli isolati. Allinterno di questapianta erano inseriti i vari complessi e gli edifici, tra cui l agor , piazza principale e centro della vita pubblica, il pritaneo ,ai margini dellagor, che ospita linsieme delle attivit civiche, l ekklesiastrion , un edificio pubblico profano riservatoalle riunioni dellassemblea popolare ( ekklesa), di cui quello di Agrigento rappresenta uno degli esempi pi famosi eil bouleutrion , destinato ad ospitare il consiglio ristretto dei cittadini ( boul ). I templi, a volte esterni al perimetrourbano, erano spesso circondati da recinti sacri, che potevano comprendere, nelle strutture pi monumentali, portici,monumenti votivi, ginnasi e teatri. Lo spazio urbano era in genere protetto da fortificazioni, al di fuori delle quali siestendevano le terre agricole, suddivise in lotti familiari, e la zona destinata alla sepoltura dei morti. Le citt e, talvolta,anche i villaggi erano dotati di serbatoi e acquedotti: famoso quello costruito ad Agrigento dallarchitetto Feace equello, estremamente complesso, di Siracusa.

    Architettura sacraLarchitettura sacra rappresentata da due tipi di monumento: il tempio e il teatro. Situati generalmente al di fuori dellecitt, questi edifici devono essere visibili da lontano, motivo per cui dominano spesso uno splendido panorama.Il tempio - A partire dallVIII sec. a.C. i coloni greci importano in Sicilia i propri culti e i propri dei, trasformando lisola inuno dei pi straordinari musei allaperto di templi dorici, detti di stile severo.Fulcro delledificio il naos , la cella che ospita la statua del dio; lorientamento ad est del tempio fa s che il solenascente, principio di vita, illumini la divinit. Davanti al naos si trova il pronaos , una sorta di anticamera, mentre nellaparte posteriore lopistodomos funge da camera del tesoro. Tuttintorno si sviluppa un colonnato (peristilio).Il tempio sostenuto da un basamento, sul cui ultimo gradino (stilobate) poggiano le colonne che sostengono latrabeazione. La copertura costituita da un tetto a due spioventi.Lo stile dorico , nato nel Peloponneso, si diffonde nella Grecia continentale e conseguentemente nei paesi colonizzati,tra cui la Sicilia, dove conosce il suo massimo splendore in Sicilia. La colonna dorica, imponente e sobria al tempostesso, possiede 20 scanalature verticali (a partire dal V sec. a.C.) e viene innalzata senza alcuna base, direttamentesullo stilobate. La trabeazione costituita da un architrave liscio, la cui parte superiore formata da un fregio in cui sialternano mtope (pannelli generalmente costituiti da bassorilievi scolpiti) e trglifi (pannelli che presentano due profondescanalature verticali al centro e altre due pi piccole ai lati).Nel VI sec. a.C., quasi tutti i templi edificati in Sicilia sono peripteri (vale a dire cinti da una fila di colonne) ed esastili (conla facciata composta da 6 colonne), sebbene alcuni ne possedessero pi di sei, come il tempio G di Selinunte.Per la semplicit della sua struttura e la perfetta armonia delle sue proporzioni, larchitettura del tempio dorico stata alungo considerata il prototipo della bellezza ideale. Gli architetti, constatata la tendenza dellocchio umano a deformarele linee degli edifici di grandi dimensioni, potevano apportare alla struttura convenzionale alcunecorrezioni ottiche . Letrabeazioni, la cui parte centrale sembra leggermente cedere verso il basso, vengono rialzate in centro, acquisendo in talmodo unimpercettibile forma arcuata. Per creare unimpressione di perfetto equilibrio, le colonne situate ai margini dellefacciate dei templi vengono inclinate verso linterno, in modo da evitare leffetto di divergenza. Infine, negli edificiparticolarmente grandi (come il tempio della Concordia ad Agrigento o quelli di Selinunte e di Segesta), poich lecolonne sembrano restringersi nella parte alta, si provvede a compensare questillusione ottica con un rigonfiamento acirca 2/3 dellaltezza del fusto.Il confronto con gli edifici sacri della madrepatria rivela nei templi sicelioti una certa tendenza alla monumentalit e agli

  • effetti spaziali e un gusto particolare per lornamentazione abbondante. Le sculture, il cui ruolo spesso didattico,compaiono sugli elementi pi visibili e su quelli privi di funzione architettonica: il timpano dei frontoni, le metopedellarchitrave e il bordo dei tetti. I templi erano generalmente dipinti in rosso, azzurro e bianco, in modo da dare ilmassimo risalto plastico e cromatico alla decorazione scultorea. Una tonalit bronzo dorato permetteva di valorizzarealcuni elementi decorativi, quali scudi ed acrotri (motivi decorativi posti alle estremit o in cima al frontone). Alleestremit del tetto alcune decorazioni scolpite, chiamate antefsse, fungevano da doccioni.Il teatro - Nei pressi della maggior parte dei santuari greci sorgeva un teatro, dove si svolgevano le feste dionisiache (inonore di Diniso, dio del vino), i cui inni, detti anche ditirambi, diedero vita alla tragedia greca.Costruito prima in legno e, a partire dal IV sec. a.C., in pietra, ledificio costituito dalla cavea ( koilon ), serie di gradinidisposti a semicerchio, la cui prima fila riservata ai sacerdoti e ai notabili. Laccesso avviene nella parte inferioreattraverso entrate laterali ( parodos ), nella parte centrale per una galleria ( diazoma ) e in quella alta per un passaggioparallelo al diazoma. L orchestra larea circolare ove, intorno allaltare di Diniso, prendono posto il coro e gli attori, icui volti sono nascosti da maschere corrispondenti al loro ruolo. Sullo sfondo si stagliano il proscenio , sorta di porticoche serviva da scenario, e una scena ( skn ), costruzione dalla triplice funzione di scenario, quinta e magazzino.Durante lepoca ellenistica la skn diviene un luogo riservato agli attori.Lo splendido contesto ambientale dei teatri, adagiati sul fianco di una collina o di una montagna, funge da sfondonaturale (particolarmente spettacolare a Taormina e a Segesta) e serve da scenario alle rappresentazioni. La scena,quasi sempre sopraelevata, domina lorchestra, ove vengono anche effettuati alcuni sacrifici.

    La sculturaSecondo alcuni autori, quali Diodoro Siculo (storico del I sec. a.C.) e Pausania (viaggiatore greco del II sec. d.C.), laSicilia un focolaio artistico ancor prima di essere colonizzata. in ogni caso difficile individuare uno stile locale primadellinsediamento greco, a causa dei numerosi scambi artistici avvenuti tra Sicilia e Grecia, in particolare nella partemeridionale dellisola, in quel tempo occupata dai Sicani. Durante la colonizzazione, la produzione artistica subiscelinfluenza di quella greca, provocando la graduale scomparsa dello stile puramente siciliano. Lisola conosce quindi i treperiodi cronologici che definiscono le correnti artistiche greche: arcaico, classico ed ellenistico.La scarsit di marmo e il particolare gusto siceliota per gli effetti pittorici e chiaroscurali fanno di calcare e arenaria lematerie prime privilegiate. Largilla trov largo impiego nei frontoni e negli acroteri dei templi, oltre che nelle statuette fittilivotive.Epoca arcaica (VIII-V sec. a.C.) - Questo periodo coincide con la produzione delle prime statue ieratiche di grandidimensioni, a cui si ascrivono, nel VI sec. a.C., i due celebri modelli noti come kouros , figura di un giovane nudo,e kor , raffigurazione di una giovane donna avvolta in una tunica. La statua dell Efebo di Agrigento , che benrappresenta lo stile arcaico tardivo, dimostra una certa ricerca estetica, sebbene lequilibrio del corpo sia ancora daperfezionare (la gamba destra sembra estremamente rigida mentre le braccia tese risultano troppo lontane dai fianchi).Tra le decorazioni scolpite che ornano i templi, due esempi illustrano lo stile arcaico rinvenuto in Sicilia: lapolicroma Gorgone alata, che decora il frontone dellAthenaion a Siracusa, e le sei metope di Selinunteconservate alMuseo Archeologico di Palermo.Epoca classica (V-III sec. a.C.) - A partire dalla fine del VI sec a.C. si afferma anche nelle colonie lo stile ionico,caratterizzato da una maggiore individualizzazione dei tratti, un pathos di crescente intensit drammatica e unamaggiore morbidezza delle forme, ben esemplificata dal famoso Efebo di Mozia.Gli atlanti (detti anche telamoni) del Tempio di Zeus Olimpio ad Agrigento appaiono estremamente imponenti per viadelle loro dimensioni. Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento ne conserva attualmente un solo esempio (alto 7,75m).Alcuni motivi decorativi dei templi, come le antefisse a forma di testa di leone (Museo Archeologico di Palermo),confermano la maggiore abilit acquisita dagli artisti durante il periodo classico.Epoca ellenistica (III-I sec. a.C.) - In questi secoli larte scultorea inizia a tendere verso lespressionismo e lorientalismoe conferisce alle divinit scolpite un aspetto pi morbido (Afrodite, dea della bellezza e dellamore, indossa spesso unatunica plissettata e fluida che lascia scoperta una parte del suo corpo) e dei tratti pi umani. Questo periodo esprime,con un realismo a volte esasperato, non solo emozioni ma anche la forza e il movimento. Le maschere teatrali interracotta del Museo Archeologico di Lipari (pi di 250 modelli) testimoniano la diffusione della tragedia greca nel III sec.a.C. e risultano di notevole interesse per le varie emozioni che esprimono.

    Pittura e ceramicaLa pittura considerata dai Greci lespressione artistica pi nobile ed eloquente, definita dal poeta greco Simonide (Vsec. a.C.) poesia muta. Le testimonianze di questarte sono purtroppo rare, data lestrema deperibilit dei pigmentidelle tinture. La grande pittura di cavalletto, magnificata dalle fonti, parzialmente ricostruibile attraverso i suoi riflessinella pittura vascolare, che spesso ne riprende, schematizzandoli, i modelli.Gli stili - I vasi a figure nere su sfondo rosso o giallo risalgono allepoca arcaica e allinizio di quella classica. I dettaglidelle figure vengono ottenuti incidendo semplicemente la vernice nera con una punta dacciaio. Le scene pi ricorrentisono generalmente legate alla mitologia e alla vita quotidiana, bench presentino a volte solo figure astratte (motividecorativi dei vasi pi antichi).

  • I vasi a figure rosse appaiono verso la fine del V sec. a.C., in anticipo rispetto alla Grecia, dove questo stile si diffondesolo nel 480 a.C. La vernice nera, impiegata in precedenza per disegnare le figure, serve ormai unicamente da sfondoalle decorazioni realizzate in colore rosso mattone con tocchi di nero e di bianco. Questinversione, che concede unamaggiore libert di composizione, costituisce una scoperta rivoluzionaria per gli artisti, i cui disegni acquisiscono tratti pimorbidi di quelli incisi con una punta. I temi raffigurati non subiscono invece notevoli variazioni. Tra gli esempi pi belli divasi attici dimportazione, figurano i magnifici crateri a volute di Agrigento (V sec. a.C.).

    Larte romana e bizantinaLe vestigia romane risultano meno numerose e spettacolari di quelle greche, dato lo scarso interesse che Roma mostraper la Sicilia rispetto agli altri territori conquistati. Passato il pericolo di una potenziale invasione cartaginese, lisola perdeil suo carattere strategico e viene apprezzata unicamente quale magazzino del grano. Malgrado ci, i ricchi proprietariterrieri edificano splendide ville in riva al mare, come testimoniano le rovine della villa di Patti nei pressi di Tindari. Soloalla fine del III sec. d.C., sotto Diocleziano, la Sicilia diviene una delle regioni pi ambite dallaristocrazia, che vi acquistagrandi propriet fondiarie. Durante i sette secoli doccupazione (III sec. a.C.-V sec. d.C.), Roma non offre alla Siciliaprestigiosi monumenti, ma costruisce vari edifici pubblici (anfiteatri, terme) e unefficace rete stradale utilizzata per scopimilitari e commerciali. Alcune zone pubbliche urbane (come ad esempio i fori) non sono ancora oggi completamenteconosciute.

    LarchitetturaA differenza dei Greci, i Romani conoscono e usano il cemento con grande maestria, innalzando muri, volte e colonnecon piccoli mattoni, nel cui interno viene colato il cemento. Le rifiniture sono costituite da rivestimenti marmorei (orealizzati con pietre di nobile aspetto), mentre per gli interni gli artisti adoperano lo stucco, che d lillusione di splendidimuri in pietra.I teatri greci, come quelli di Taormina e di Catania, subiscono notevoli trasformazioni: lorchestra circolare (riservata aicori) si riduce ad un semicerchio, mentre viene aggiunto un muro di scena per accogliere i macchinari necessari aglieffetti scenici. In questi teatri si pu assistere a spettacoli circensi e a combattimenti di belve, grazie alla presenza di unmuro situato ai piedi della cavea (in parte ancora visibile a Taormina), eretto per proteggere gli spettatori. Tra imonumenti di creazione romana, degni di particolare nota sono l anfiteatro di Siracusa , in cui si svolgono icombattimenti fra gladiatori e belve, quello di Catania, gli odeion di Taormina e di Catania ed infine le naumachie diTaormina (estremamente deteriorate), un immenso ginnasio costruito in mattoni e adorno di nicchie, lungo 122 m. Aparte le creazioni inerenti allo spettacolo, larchitettura civile romana non lascia alla Sicilia opere di grande valore: labella basilica di Tindari costituisce tuttavia la prova dellintroduzione da parte dei Romani delluso della volta (sconosciutaai Greci), anche in cittadine lontane dai grandi centri. Sussistono inoltre i resti di numerose terme (principalmente diepoca imperiale) a Catania, Taormina, Comiso, Solunto e Tindari e di fori a Taormina, Catania, Siracusa e Tindari.Labitazione romana siciliana molto legata alla tradizione ellenistica. La casa urbana con peristilio fa la sua apparizioneverso la fine dei sec. III-II a.C. (Morgantina), ma solo a Marsala e Agrigento troviamo modelli di case con atrio e cortile aperistilio, il cui modello di origine campana. Le creazioni pi ricche si ritrovano invece nel campo delle ville dicampagna, come testimonia la magnifica Villa Imperiale del Casale nei pressi di Piazza Armerina: le terme privateconfermano lestrema raffinatezza del luogo, noto soprattutto per i sontuosi mosaici pavimentali.

    Larte bizantinaGli scavi archeologici effettuati da Palermo a Siracusa hanno riportato alla luce interi cimiteri, situati intorno alle citt eutilizzati a partire dalla fine dellantichit, quando la Sicilia viene cristianizzata dai Romani. Le catacombe , eprincipalmente quelle di Siracusa (IV-V sec.) che conservano tracce di decorazione pittorica, sono quindi le primetestimonianze dellarte cristiana. Come tutto il mondo paleocristiano, la Sicilia assiste alledificazione di chiese ispirateallantico modello basilicale di origine romana: un semplice rettangolo, diviso in tre navate da colonne e prolungato adest da unabside centrale. Pi imponenti appaiono le chiese allestite in templi antichi, tra cui il tempio della Concordia adAgrigento e quello di Atena a Siracusa: nelle pareti della cella vengono aperte arcate, mentre vengono colmati gli spaziche si aprivano tra le colonne situate intorno al tempio.Nel 535, la conquista dellisola da parte dei Bizantini segna il riavvicinamento della chiesa di Sicilia allesarcato diRavenna e, a partire dal 751, allimpero di Costantinopoli. tuttavia la crisi iconoclasta che colpisce Bisanzio a dare lasvolta decisiva alla storia della regione. I cristiani di Sicilia infatti, rimasti fedeli al culto delle immagini sacre vietatedallimperatore nel 725, assistono allarrivo in massa di immigrati. Intere comunit monastiche e numerosi gruppi di artistisi rifugiano in Sicilia, dove fanno mostra delle loro doti, specialmente nel campo dei mosaici.Questo florido periodo d origine da un lato alla creazione di numerosi santuari (tra cui quelli di Cava dIspica ePantalica) e alla costruzione di abitazioni rupestri scavate direttamente nella roccia (quasi tutte scomparse), dallaltroalledificazione delle cube , chiesette a pianta centrale quadrata (tipicamente bizantine), formate da tre esedre che siaffacciano su unarea centrale cubica, sormontata da una cupola, con un ingresso situato nellunico lato piatto (ad ovest).Ne sussistono alcuni esempi nella parte orientale dellisola, a nord e a est dellEtna, nei pressi di Noto e nei dintorni diSiracusa.Gli altri monumenti eretti durante il periodo bizantino vengono completamente modificati, smembrati o adibiti ad altro uso

  • e non sopravvivono alle civilt successive. certo che sono i Bizantini ad importare larte musiva sullisola, ma possibile conoscere labilit degli artisti siciliani in questo campo solamente attraverso le opere realizzate durante ilregno dei Normanni.

    Larte arabo-normanna

    Loccupazione arabaLa conquista musulmana ha inizio nell827, nella regione di Trapani. Durante i due secoli e mezzo di potere, gli Arabitrasformano laspetto della Sicilia, spostando la capitale da Siracusa a Palermo, modificando il paesaggio con lavoridirrigazione e nuove coltivazioni provenienti dallOriente, ma soprattutto divulgando forme darte fino a quel momentosconosciute. Vengono eretti numerosi edifici, costruiti in perfetta armonia con la natura: palazzi, moschee, minareti,giardini e fontane. In campo architettonico, viene introdotta una nuova tipologia decorativa: le figure umane lasciano ilposto alla geometria e agli arabeschi, linterno delle abitazioni viene abbellito dai colori della ceramica, mentre i soffitti siricoprono di ricchi alveoli a stalattiti ( muqarnas ).Non ci rimasto purtroppo alcun monumento di rilievo appartenente allepoca musulmana. Gli splendidi palazzi arabispariscono con larrivo dei Normanni, che se ne appropriano per riallestirli e modificarli, rendendo impossibiledistinguerne lantica funzione. Delloperato arabo permangono unicamente alcuni elementi decorativi e il tracciatosinuoso e irregolare delle vie, tuttora visibile nel tessuto urbano di certe citt come Palermo.

    Leclettismo normannoLarte arabo-normanna combina elementi islamici, romanici (attraverso i benedettini franco-normanni) e bizantini. Tutta lasua ricchezza nasce da un forte desiderio, da parte dei sovrani normanni, di emulare lo sfarzo di Bisanzio, citt chesognano di conquistare. Grandi costruttori, i nuovi capomastri siciliani fanno uso di tutte le energie creative per erigeremonumenti dincomparabile splendore. A partire dalla fine dellXI sec. e durante tutto il secolo successivo, vengonoinnalzate grandi chiese ideate da monaci-architetti greci, francesi e latini (Benedettini e Agostiniani), ispirate alle formeclassiche: pianta basilicale a croce latina o greca, torri e portale sulla facciata, presbiterio spesso sormontato da unacupola. Questi edifici vengono poi abbelliti da mosaici bizantini realizzati da artisti greci e da ornamenti arabi (archi aferro di cavallo, decorazione ad arabeschi ed alveoli). Ne risulta un insieme curioso, che offre la particolarit di associarequesti tre stili.Linfluenza bizantina - Nellarchitettura religiosa, questa influenza caratterizzata dalla scelta della pianta centralequadrata, nel cui interno inserita una croce greca con volta a botte (come nella Martorana di Palermo, in S. NicolRegale di Mazara del Vallo o nella SS. Trinit di Delia a Castelvetrano). Nella struttura si riconosce la tradizionale cupolasiculo-bizantina, posta alla crociera del transetto su un tamburo poligonale. Anche per i capitelli, larte arabo-normanna sirif a quella bizantina, introducendo un pulvino tra il capitello e limposta dellarco (visibile nel Duomo di Monreale).Nella scultura bizantina manca la figura umana, e ci pu essere spiegato con una presa di distanza dalla statuariapagana, con il movimento iconoclasta e con linfluenza araba. In quanto alla tecnica, la pietra non viene pi modellata insuperficie bens lavorata in profondit con lausilio di un trapano usato per eseguire piccoli fori, da cui nascono sculturesimili a ricami di pietra.La pi ricca ed evidente espressione dellarte bizantina il mosaico , che, utilizzato per ricoprire immense superfici conpersonaggi e motivi decorativi, diviene ben presto unarte monumentale. A parte il caso della Martorana, che rispettapienamente i canoni bizantini, la disposizione del programma iconografico nelle chiese siciliane modificata perfacilitarne la visione dal trono reale: a Cefal, Monreale e nella Cappella palatina di Palermo, il Cristo Pantocratore raffigurato in cima allabside, metre nelle chiese greco-bizantine si trova al centro della cupola. I re normanni si fannorappresentare nelle sezioni tradizionalemnte riservate ai santi, con i simboli dei basilei (imoperatori bizantini) al fine diaffermare il proprio potere.Linfluenza musulmana - Gli Arabi portano con s nuovi metodi di costruzione e di decorazione, che permettono losviluppo di veri e propri capolavori. In architettura, vengono introdotti larco rialzato (che si erge verticalmente sopra alcapitello prima di incurvarsi) e larco moresco, il pi rappresentativo di tale influenza: la parte superiore di questarcodescrive un semicerchio che si restringe alla base, formando un ferro di cavallo. Al loro interno le costruzioni arabepresentano decorazioni a stalattiti, chiamate muqarnas : alveoli dipinti e scolpiti in aggetto che ornano cupole,pennacchi, capitelli e mensole. La decorazione del Duomo di Monreale, della Cappella Palatina e dei palazzi della Zisa edella Cuba (a Palermo) costituiscono splendide testimonianze dellinfluenza islamica. La tipica tendenza araba arealizzare opere minuziosamente lavorate si ritrova in alcuni ornamenti scolpiti, quali la cornice di merloni dentellati di S.Cataldo a Palermo, che costituisce unelegante base per le tre cupole rosate che coronano ledificio. I musulmaniapportano cambiamenti anche nei volumi, costruendo cupole a berretto deunuco come a S. Giovanni degli Eremiti.Linfluenza romanica - Si manifesta nella pianta a croce latina e nelle facciate con torri massicce, che rivelano limprontadei Benedettini (e pi precisamente dei Cluniacensi) dediti ad ampie e monumentali realizzazioni. Gli edifici religiosi nondanno grande spazio alla scultura normanna, che si manifesta unicamente nei disegni geometrici delle arcatelle e neglialtri motivi decorativi, quali i fasci di foglioline e gli ovuli situati sul pulvino del capitello. La tendenza alla stilizzazione sidiffonde anche nelle figure animali e in quelle vegetali, rappresentate da semplici palmette o da piante sottili e piatte,rigide e senza fioriture (come il giunco). Tuttavia alcuni prestigiosi monumenti, tra cui il chiostro di Monreale, conservano

  • splendidi insiemi di capitelli istoriati di tradizione tipicamente romanica.

    Le creazioni arabo-normanneBench numerose opere di questo periodo rivelino chiaramente uninfluenza ben definita, alcune combinazioni di stilifiniscono per diventare veri e propri modelli, che caratterizzano larte durante il regno degli Altavilla.Monumenti religiosi - Capolavoro indiscusso della scuola siculo-normanna, la Cappella Palatina unisce allarte romanica,caratterizzata da una pianta allungata a tre navate e da strette finestre da cui la luce filtra soffusa, larte islamica, che siritrova nella sontuosa decorazione del soffitto, nelle varie iscrizioni arabe e negli archi ogivali, e quella bizantina, cui devela cupola su pennacchi ad angolo, i mosaici su sfondo doro, i rivestimenti murali a pannelli di marmo ed i pavimenti conintarsi di pietra. La sovrapposizione della pianta centrale quadrata bizantina, adottata per il coro, e della pianta basilicalecon copertura lignea di origine latina, scelta per la navata centrale (situata ad un livello inferiore), costituisce un nuovomodello in seguito riprodotto nel Duomo di Monreale. La cattedrale di Palermo e labside di Monreale presentano unadecorazione ad arcatelle intrecciate e ornate da motivi geometrici in lava che rivela, da un lato, il legame con le leseneromaniche e, dallaltro, il richiamo ai disegni geometrici orientali, dai toni contrastati (rosoni, scacchiere...).Monumenti civili - Oltre ad alcuni grandi castelli edificati in posizione strategica a Palermo, Castellammare e Messina, ire normanni si fanno costruire vari palazzi di delizie pensati per il riposo. Dagli Altavilla la Sicilia ne eredita nove, di cuisussistono soprattutto i palazzi della Zisa e della Cuba a Palermo. Queste splendide ville sono immerse in grandi parchicon distese dacqua e provviste, al loro interno, di due caratteristiche aree: l iwan(sala a tre esedre) e il cortile allaperto,circondato da portici e abbellito da una o pi fontane. Questi due spazi, il primo originario della Persia abbasside e ilsecondo dellEgitto fatimide, fanno la loro apparizione sullisola nel XII sec. passando per il Maghreb, in quel tempodominato dalla Sicilia ed esteso fino alle attuali coste tunisine. Anche la decorazione ampiamente ispirata allarteislamica: pavimenti marmorei o costituiti da mattoni disposti a spina di pesce, pareti ricoperte da mosaici con motiviarabeggianti e infine soffitti ed archi adorni di muqarnas scolpiti e dipinti.

    Il goticoTra il XIII e il XV sec. la Sicilia conosce un lungo periodo di instabilit politica, durante il quale regnano numerosi sovrani,tra cui Svevi (1189-1266), Angioini (1266-1282) e Aragonesi. Caratteristico di questi regni lo spazio dato alle grandicreazioni gotiche, poco apprezzate nel resto della penisola.

    Le costruzioni militari degli SveviEnrico IV e soprattutto Federico II conservano i numerosi edifici religiosi e civili ereditati dai Normanni, segnando invecela loro epoca con la costruzione di roccheforti, realizzate su progetti di architetti provenienti dal Nord. Il gotico entraquindi in Sicilia nel XIII sec. sotto forma di architettura fortificata.A tale periodo risalgono i castelli di Siracusa (Castello Maniace), Catania (Castello Ursino) e Augusta, cos come lefortificazioni del castello di Enna (centro strategico dellisola occupato a partire dallepoca bizantina), di cui sussistonootto imponenti torri. Questi edifici sono caratterizzati da una pianta spiccatamente geometrica (struttura quadrata contorri angolari o mediane), portali o finestre ad arco a sesto acuto, muri spogli e austeri dominati da feritoie e merloni einfine stanze con volte ogivali.

    Il Trecento e lo stile chiaramontanoLe grandi famiglie feudali che regnano nel XIV sec., e in particolare quella dei Chiaramonte, dimostrano un evidentetalento nella costruzione di palazzi urbani e chiese. Il Palazzo Chiaramonte (o Steri), dimora palermitana della famiglia,costituisce il modello dei futuri palazzi urbani, con la facciata di raffinata bellezza coronata da feritoie e adornaunicamente di splendide finestre con archi a sesto acuto. Lo stile chiaramontano sar quindi caratterizzato da bifore etrifore sormontate da archi di scarico traforati o ornati da motivi geometrici policromi.I Chiaramonte, che mantengono la loro egemonia durante tutto il XIV sec. a causa dellindebolimento del potere reale,sono allorigine della costruzione e del restauro di numerosi edifici: da Mussomeli a Racalmuto e da Montechiaro aFavara, si contano almeno una decina di castelli ed edifici.

    Larte gotico-catalana del QuattrocentoPer meglio comprendere il successo dello stile gotico-catalano in Sicilia, basta ricordare limportanza rivestita dalladominazione spagnola a partire dalla fine del XIV sec., con il regno degli Aragonesi. Anche se in netto ritardo rispetto aglialtri paesi europei, dove si sta gi sviluppando il gotico fiammeggiante, la confederazione catalano-aragonese (divenuta,a partire dal XIII sec., una delle pi grandi potenze del Mediterraneo) diffonde nellisola il suo interesse per un goticorelativamente sobrio: figure affinate, senso delle proporzioni, tendenza a dar maggiore importanza allampiezza delleforme (e non pi allaltezza, in particolare nel campo religioso), ampie vetrate che si aprono su facciate lisce e spoglie. Aquesto periodo appartengono i palazzi Santo Stefano e Corvaja di Taormina e il portale della Cattedrale di Palermo.Verso la fine del XV sec., le creazioni di Matteo Carnelivari sono le testimonianze pi rappresentative di tale influenza:agli elementi bizantini, arabi e normanni, provenienti dalla pi antica tradizione locale, egli unisce infatti alcuni elementicatalani. Questo artista disegna i progetti dei palazzi Abatellis e Ajutamicristo e probabilmente anche quelli della chiesadi S. Maria della Catena a Palermo.

  • Scultura e pitturaIn questi campi brillano unicamente artisti provenienti da altre regioni: gli scultori toscani, e soprattutto pisani, sonochiamati a lavorare nellisola. Nino Pisano esegue una morbida Annunziata , tipica del suo stile, nella cattedrale diTrapani, citt che a partire dal XIV sec. attira numerosi scultori per via delle sue cave di marmo.Bonaiuto Pisano realizzaa Palermo laquila che sormonta il portale daccesso di Palazzo Sclafani.In pittura Antonio Veneziano (formato a Venezia e attivo a Firenze), Gera da Pisa e alcuni artisti spagnoli, quali, adesempio, Guerau Janer, lavorano per un certo periodo in Sicilia.Verso la fine del XV sec. il successo di questi artisti tale che molti di loro decidono di stabilirsi definitivamente sullisola,come Nicol di Maggio (di origine senese), attivo soprattutto a Palermo.

    Rinascimento e manierismoQueste due correnti, tipicamente italiane, non conoscono un grande sviluppo in Sicilia a causa della forte influenza delgotico spagnolo, legato alla corte aragonese. Il rinascimento entra in Sicilia grazie allarrivo di artisti formati dai grandimaestri toscani.

    PitturaNel XV sec. la Sicilia si apre alle nuove istanze rinascimentali grazie alla presenza di Antonello da Messina . Bench lasua vita e la sua carriera siano a lungo rimaste un mistero, egli sicuramente il pi famoso artista siciliano. Nato aMessina nel 1430 e formatosi a Napoli intorno al 1450 nella bottega di Colantonio, Antonello inizia presto a viaggiare,entrando in contatto con gli artisti veneziani e fiamminghi che gli permettono di perfezionarsi nella tecnica del colore,grazie al segreto e nuovissimo metodo della pittura ad olio. La composizione statica, la ricerca estetica della materia edella perfetta unit tonale caratterizzano lo stile di questo pittore, i cui capolavori conservati in Sicilia (l Annunciazione aPalazzo Bellomo di Siracusa, l Annunziata a Palazzo Abatellis di Palermo, il Polittico di S. Gregorio al Museo Regionaledi Messina e il Ritratto dIgnoto al Museo Mandralisca di Cefal) figurano tra le opere pi importanti del rinascimentoitaliano.Nella prima met del XVI sec., i pittori Cesare da Sesto, Polidoro da Caravaggio e Vincenzo da Pavia diffondono ilmanierismo toscano e romano, mentre Simone de Wobreck (che resta in Sicilia fino al 1557) introduce le basi delmanierismo fiammingo.

    SculturaNella seconda met del XV sec., la scultura viene completamente rinnovata da vari artisti, tra cui Francesco Laurana eDomenico Gagini.Francesco Laurana , scultore e incisore, trascorre cinque anni in Sicilia (dal 1466 al 1471), dove realizza alcune opere,come la cappella Mastrantonio in S. Francesco e il busto di Eleonora DAragona a Palazzo Abatellis a Palermo ele Madonne con Bambino della chiesa del Crocifisso a Noto, in quella dellImmacolata a Palazzolo Acreide e al Museo diMessina.Domenico Gagini , nato da una famiglia di architetti e scultori originari del lago di Lugano, si trasferisce definitivamente inSicilia dove esercita la sua arte insieme al figlio Antonello , nato a Palermo nel 1478. in questa citt che aprono unaflorida bottega. Le loro opere, che riflettono la predilezione dellepoca per forme eleganti e ricercate, vengono realizzatein marmo di Carrara e non pi in tufo calcareo. La tecnica di Domenico viene poi ripresa dai suoi discendenti (tra cui ilfiglio Giandomenico), scultori e orafi di grande fama fino alla met del XVII sec. Numerose chiese siciliane conservanoalcune splendide statue realizzate dai Gagini, bench labbondante produzione abbia talvolta portato alla realizzazione diopere ripetitive e di scarso valore.Il manierismo in scultura appare in Sicilia nel XVI sec. grazie alla presenza di artisti quali il fiorentino Angelo Montorsoli(1505-1563), attivo a Messina dal 1547 al 1557. La sua collaborazione con Michelangelo a Roma e a Firenze gli d unacerta notoriet e la sua opera segna il passaggio dallo stile rinascimentale a quello del manierismo michelangiolesco.Tra le opere ancora intatte, la Fontana di Orione (1547-1550) a Messina costituisce uno dei massimi capolavori del XVIsec.

    Il baroccoA partire dal XVI sec., in campo artistico la dominazione spagnola si fa sentire in maniera pi netta, con un forte impulsocontroriformista e con la ricchezza e lesuberanza di un barocco pi spagnolo che italiano.

    Larte della controriformaLa Sicilia risente ben presto del potere e dellautorit della Compagnia di Ges, creata nel 1540 dallo spagnolo Ignazio diLoyola. Costruite su modello della chiesa del Ges di Roma, le chiese gesuite di Sicilia ne possiedono le stessecaratteristiche: lunica ed ampia navata priva di qualsiasi elemento che possa nascondere laltare, affinch le predichepossano giungere dirette al fedele. Il misto di solennit, imponenza, ricchezza e luminosit che regna allinterno gipercettibile dalla facciata: la sua ampia struttura presenta una parte elevata al centro fiancheggiata da due ali pi basse,riservate alle cappelle che si affacciano direttamente sulla navata centrale. Le superfici spoglie dello stile rinascimentalesono qui suddivise in scomparti, mentre le colonne incassate sostituiscono gradualmente le lesene e i pilastri piatti, inmodo da creare ulteriori giochi di luce.

  • La pittura della Controriforma riporta in auge i temi abbandonati dal protestantesimo, come la raffigurazione dellaVergine, il dogma dellEucarestia e il culto dei santi. Lo stile delle opere realizzate continua a risentire dellimpronta diRaffaello e di Michelangelo.

    Situazione storica e caratteri stilisticiIl barocco, che in Spagna raggiunge il suo apogeo nella seconda met del XVII sec., si diffonde quasicontemporaneamente in Sicilia, grazie anche alle precedenti influenze arabe e bizantine che hanno spianato la strada aduno stile impreziosito da marmi e dorature. Grande importanza attribuita ai dettagli: le grate vengono minuziosamentelavorate, i balconi sono sorretti da mensole con figure spesso grottesche, i lavori ad intarsi in pietre policromerivaleggiano per diversit e fantasia.Allinizio del XVII sec. lamministrazione dei vicer spagnoli intraprende la costruzione di un centinaio di nuove citt, persoddisfare le esigenze di un vasto programma territoriale. Con il terremoto del 1669 e quello ancor pi terribile del 1693,che distruggono quasi tutta la parte sud-orientale dellisola, la riedificazione delle citt viene immediatamente intrapresasotto limpulso delle autorit locali, dellaristocrazia, degli urbanisti (Fra Michele La Ferla, Fra Angelo Italia) e degliarchitetti (Vaccarini, Ittar, Vermexio, Palma e Gagliardi). Il sisma aveva aperto un immenso squarcio da Catania aSiracusa, toccando Avola, Noto, Scicli, Modica, Ragusa, Vittoria, Lentini e Grammichele. Il barocco siciliano si concentraquindi in questa parte dellisola e nei dintorni di Palermo (Bagheria e Trapani), sede del potere.

    ArchitetturaPer la maggior parte formati a Roma, gli architetti barocchi si ispirano ai capolavori del barocco romano, superandolo avolte in un eccesso di forme, volumi e temi iconografici nella decorazione scolpita. Il sentimento di fragilit della vita neiconfronti delle forze della natura si traduce in un approccio dellarte ormai lontano dalla ricerca del bello. Il grottesco,leccesso, la morte, la sofferenza e addirittura la bruttezza (della vecchiaia, della miseria e della deformazione fisica) siritrovano nellestrema esuberanza dei motivi decorativi. Le forme contorte si rivelano perfette per il ricco rivestimento difacciate e interni. La ricostruzione delle citt anchessa impregnata di questa tendenza allesagerazione, che si allargaallispirazione urbanistica.Durante il suo apprendistato a Roma sotto la guida di Carlo Fontana, Giovanni Battista Vaccarini (1702-69) scopre lageniale creativit del grande e tormentato Borromini. Tornato in Sicilia intorno al 1730, Vaccarini dedica trentanni dellapropria vita alla ricostruzione di Catania. Il suo capolavoro senza dubbio la Badia di S. Agata: a pianta ellittica,presenta una facciata che ricorda, per le sue ondulazioni, la chiesa di S. Carlo alle Quattro Fontane a Roma, opera diBorromini.Anche Palermo possiede numerosi edifici dispirazione romana, dovuti ad uno dei suoi principali architetti,GiacomoAmato , di origine palermitana (1643-1732) ma formato a Roma. Il suo stile caratterizzato dallimpiego di motividecorativi appartenenti allarchitettura romana del XVI sec.: la chiesa di S. Teresa alla Kalsa (1686), quella della Pietcon le sue colonne salienti che formano due imponenti piani (1689), la chiesa del SS. Salvatore con la cupola ellittica enumerosi palazzi privati ne costituiscono le migliori testimonianze. Tra tutti i monumenti di Palermo, le fontane e lefacciate situate al crocevia dei Quattro Canti interpretano al meglio il barocco cittadino.Noto, interamente ricostruita dopo il terremoto del 1693, rappresenta una perfetta illustrazione dellomogeneit delbarocco urbano siciliano, essendo stata progettata come un ampio teatro. Leccezionale insieme viene pressochinteramente ideato da un solo uomo, lenigmatico Rosario Gagliardi , di cui si conoscono unicamente la data di nascita edi morte (1680-1726). Il pi grande architetto barocco dellisola, il cui incommensurabile lavoro tutto concentrato inquesta minuscola area, attivo anche a Ragusa e Modica: a Ragusa edifica le chiese di S. Giuseppe e S. Giorgio,mentre per Modica progetta la pianta della magnifica chiesa di S. Giorgio, riconoscibile per la slanciata torre campanaria.Tra le ville barocche quelle di Bagheria, a pochi chilometri da Palermo, sono sicuramente le pi rappresentative delbarocco siciliano. Tra queste raffinate costruzioni, con saloni lussuosamente ammobiliati e giardini popolati di statue,spicca Villa Palagonia , nota per la sovrabbondanza di decorazioni grottesche che ne fanno un monumento simbolodellassurdo, noto nellEuropa illuminista ancor prima della famosa visita di Goethe nel 1787.

    Scultura e decorazioneLapparato scultoreo e decorativo barocco si caratterizza per la ricca ornamentazione. Le pale daltare si ornano dipannelli marmorei scolpiti in rilievo e di colonne tortili, mentre le cornici e i frontoni sono arricchiti da figure di angeli. Tra inumerosi artisti che fanno uso del marmo, dello stucco e della decorazione policroma si impone in particolarmodo Giacomo Serpotta (1652-1732). Dopo una formazione a Roma egli torna a Palermo, la sua citt natale, perrealizzare la statua equestre di Carlo II ed iniziare poi una lunga carriera di decoratore specializzato in stucchi: gli oratoridi S. Lorenzo, S. Cita e S. Domenico sono interamente rivestiti di figurine e pannelli in rilievo, ricchi di delicati particolari.Serpotta si dedica inoltre alla decorazione di numerose chiese, tra cui quella della Gancia e del Carmine. Nelle chiese diS. Francesco e di S. Agostino (con alcuni suoi allievi), realizzate in tarda et, i bassorilievi adorni di scenettetestimoniano il completo raggiungimento di un raro virtuosismo. Massimo esponente della scultura barocca siciliana,Serpotta viene inoltre considerato il precursore delle caratteristiche forme rococ.

    PitturaI pittori barocchi ricercano nelle loro opere effetti prospettici e illusionistici e complesse composizioni con andamento

  • diagonale o a spirale. I temi pi ricorrenti sono scene della storia sacra e finzioni allegoriche. La figura pirappresentativa di questo movimento il Caravaggio . Michelangelo Merisi (1573-1610), detto il Caravaggio dal nomedel villaggio natale situato vicino a Bergamo, inizia la sua carriera nel 1588 a Roma presso il Cavaliere dArpino. Per ilsuo temperamento litigioso costretto nel 1605 a lasciare la citt per raggiungere Napoli, Malta e infine la Sicilia. Aimargini di ogni convenzione artistica, lo stile del Caravaggio caratterizzato dalla drammaticit delle figure, evidenziatedagli effetti di chiaroscuro. Durante il periodo trascorso in Sicilia, lartista esegue importanti opere, tra cui IlSeppellimento di S. Lucia (Palazzo Bellomo a Siracusa), LAdorazione dei pastori e La Resurrezione di Lazzaro (museodi Messina). Questi dipinti ispirano in seguito numerosi artisti quali Alfonso Rodriguez (1578-1648) e PietroNovelli (1603-47), in cui allinfluenza del Caravaggio si unisce quella dellolandese Van Dyck, che soggiorna a Palermonel 1624. La Madonna del Rosario , nelloratorio della chiesa di S. Domenico, costituisce una testimonianza del suopassaggio in Sicilia.

    Dal Settecento alla belle poque

    Il neoclassicismoQuesta corrente, sviluppatasi a partire dalla met del XVIII sec., segnata dalla passione per larchitettura greca eromana, riscoperta in seguito agli scavi effettuati ad Ercolano, Pompei e Paestum. Nel campo della pittura tale tendenzasi traduce con la rappresentazione di resti archeologici, che conosce un grande successo. Tra i migliori nomi dellascultura neoclassica c il palermitano Ignazio Marabitti (1719-97), formatosi a Roma presso Filippo della Valle. Diquesto artista si pu ancora ammirare la pala di S. Ignazio, realizzata per la chiesa di S. Agata al collegio diCaltanissetta. A Palermo acquisisce una certa popolarit lo scultore Venanzio Marvuglia (1729-1814): allievo delVanvitelli a Roma, a Palermo realizza lampliamento della chiesa di S. Martino delle Scale, loratorio di S. IgnazioallOlivella e la villa del Principe di Belmonte. Al suo stile prevalentemente classico, lartista aggiunge a volte una nota diesotismo, come per il padiglione cinese del parco della Favorita a Palermo.

    Il naturalismoBench dedito alla rappresentazione della realt, lo scultore Domenico Trentacoste (1859-1933) non pu tuttavia ancoraessere considerato un naturalista. Affascinato in un primo tempo dai modelli quattrocenteschi, Trentacoste abbraccia inseguito il naturalismo di Rodin, incontrato a Parigi intorno al 1880, per poi portare gradualmente il suo interesse verso lapittura popolare, i temi mitologici, il ritratto e il nudo ( Faunetta , Galleria E. Restivo di Palermo).Ettore Ximenes (1855-1926) si forma nella sua citt natale e poi a Napoli, sotto la guida di Domenico Morelli. La resarealistica che caratterizza la maggior parte delle sue opere a volte lascia il posto a linee pi sinuose, tipiche dello stileLiberty.

    Il LibertyIl Liberty compare in Italia a cavallo dei due secoli, quando ormai nel resto dEuropa si gi affermato. Sviluppatosoprattutto nel settore delle arti decorative, si caratterizza per le linee sinuose dei soggetti, siano essi figure dipinte,oggetti in ferro battuto o mobili. In Sicilia grande rilievo ha la figura di Ernesto Basile (1857-1932). Architetto, figlio delfamoso Giovanni Basile (ideatore del Teatro Massimo a Palermo), approda al Liberty dopo aver a lungo studiato le formearabo-normanne e rinascimentali. Sono di questo periodo i suoi lavori a Villa Igiea (ove realizza una bellissimadecorazione floreale per la sala da pranzo) e in alcune ville palermitane, tra cui il Villino Florio. Si dedica inoltre allacreazione di mobili e di motivi decorativi per tessuti. La Villa Malfitano di Palermo, residenza della famiglia Whitaker,rappresenta una perfetta testimonianza del successo ottenuto dal Liberty in Sicilia.

    Larte contemporaneaSebbene non abbia dato origine ad una corrente artistica di fama internazionale, la Sicilia pu tuttavia vantare lapresenza di alcune figure interessanti.Il pittore Fausto Pirandello (1899-1975), figlio del celebre scrittore, si interessa innanzitutto alla pittura cubista (di Braquein particolare) e raggiunge poi un equilibrio a cavallo tra astrattismo e arte figurativa.Renato Guttuso (1912-87), pittore neorealista, compie gli studi classici a Palermo, si trasferisce poi a Roma e in seguitoa Milano, ove rafforza la sua posizione politica nettamente antifascista. in questi anni che si volge ad unarte realista.Per i suoi dipinti, caratterizzati da un appiattimento della prospettiva e da una scomposizione geometrica che lo avvicinaallarte di Picasso, Guttuso sceglie spesso soggetti in cui traspare limpegno sociale. A partire dal 1958 lartista si apreallespressionismo: ne nasce un nuovo modo di intendere la pittura, che al realismo dei soggetti unisce lemozione, ilmovimento espresso attraverso lutilizzo di colori forti e di linee decise. Una delle opere pi tarde, la Vucciria , sintetizzain maniera esemplare il suo stile: la cruda e realistica immagine del quarto di bue appeso in primo piano, laccatastarsidelle cassette di frutta e di pesce che, nella loro sovrapposizione, suggeriscono la profondit, la linea centrale deipersonaggi, ma soprattutto della donna di spalle in primo piano, che anima e movimenta la composizione.Tra gli artisti contemporanei siciliani emergono alcuni scultori. Pietro Consagra , di Mazara del Vallo (1920-2005), studiaa Palermo e giunge poi a Roma, ove si accosta allarte astratta. Le sue sculture lasciano trasparire la ricerca suimateriali, seguita dal tentativo di annullare lo spessore della materia realizzando opere con lamine sottilissime. In Sicilia,il suo nome legato a Gibellina, in cui volle essere sepolto e per la quale realizza limponente Stella dingresso alla citt,

  • e alla Fiumara dArte.Lo scultore Emilio Greco (1913-95) si ispira alle forme classiche, in una continua ricerca dellarmonia e dellequilibrio,che nasce dallo studio dellarte greca, etrusca, romana e rinascimentale. Uno dei suoi soggetti preferiti il corpofemminile, ma si dedica anche ad altri temi quali quelli legati alla sfera religiosa (porta bronzea del Duomo di Orvieto emonumento a Papa Giovanni XXIII in S. Pietro a Roma).Infine Salvatore Fiume (1915-97), noto anche come Giocondo, attivo in vari campi tra cui la scultura, la scenografia ela pittura. I suoi dipinti, che riflettono la diversit delle fonti ispiratrici, vanno dalla rappresentazione di una naturaidealizzata alla piatta realt della vita quotidiana (come la raffigurazione di donne al mercato), passando attraverso levarie civilt che si sono succedute in Sicilia: la sua arte si tinge di orientalismo quando si rif allinfluenza araba. In tardaet, Fiume si dedica inoltre allarte sacra, illustrando alcuni episodi biblici per le edizioni Paoline.

    Il Grand TourLItalia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nellanima: qui la chiave di tutto.Da Viaggio in Italia, Johann Wolfgang GoetheSiamo nellInghilterra di Elisabetta I quando si afferma il Grand Tour, viaggio di formazione che i giovani intellettualidevono intraprendere affinch la loro educazione sia completa. LItalia, culla della civilt, una destinazione naturale, eVenezia, Milano, Verona e Roma sono le tappe obbligatorie del viaggio. Nel Settecento il viaggio viene istituzionalizzatoe vi aderiscono, oltre agli inglesi, francesi, tedeschi e olandesi.Uno dei primi viaggiatori stranieri a giungere in Sicilia l Abate Labat , domenicano francese innamorato dellItalia. Vigiunge nel 1711, quando gli effetti del terribile terremoto del 1693 e delleruzione del 1696 sono ancora visibili. Il suoresoconto si sofferma sui particolari degli eventi naturali che in Sicilia sembrano assumere proporzioni gigantesche,testimoniate innanzitutto dallincombente e minacciosa presenza dellEtna, uno degli argomenti ai quali verr sempredato ampio spazio nei resoconti di viaggio. Si avvicinano intanto gli anni della scoperta di Ercolano e Pompei e con essisi apre la strada verso lintero Meridione. Il Grand Tour si estende allora a Napoli, raggiunge la Calabria e approda inSicilia, culla della civilt greca e ambiente naturale incontaminato.Nel 1770 vi arriva lo scozzese Patrick Brydone , che racconta le sue impressioni attraverso le lettere del suoViaggio inSicilia e Malta . il porto di Messina la prima cosa chegli ammira, chiuso da una lingua di terra a forma di falce che loprotegge da tutti i venti. Subito la realt si mescola al mito, alle terribili Scilla e Cariddi che si nascondono nelle grottesottomarine dello stretto. Poi la natura a colpire lattenzione del viaggiatore, quella pi mite e solare delle coltivazioni diviti, olivi e frumento, cui si alternano fiori, arbusti e fichi dIndia e quella pi inquietante dellEtna. Seguono Taormina, conil primo tuffo nel passato classico, e di nuovo lEtna, gigante addormentato, ma sempre vigile e pronto a dar prova dellasua potenza. Lascesa difficile, ma la vista dalla vetta appaga di tutta la fatica: ... non v immaginazione al mondo cheabbia avuto lardire di rappresentare una scena cos meravigliosa. Non vi , sulla superficie del globo alcun altro puntoche riunisca in s tanti particolari impressionanti e sublimi... La cima... sorge sullorlo di una voragine senza fondo, anticaquanto il mondo, e spesso erutta fiumi di fuoco e lancia pietre roventi con un fragore che scuote lintera isola. LEtna,per i viaggiatori, un luogo viscerale. lantitesi della pace e della calma del passato ispirata dalle rovine greche diGirgenti (Agrigento). la vita sotto forma di fuoco, calore, evento incontrollabile ed improvviso. Il suo essere visibile finda lontano sembra quasi conferirgli quellineluttabilit posseduta solo da ci che sfugge al controllo delluomo, come lamorte e la vita. Il viaggio prosegue verso le grandi citt: Catania, Siracusa, Agrigento e la bella ed elegante Palermo,alla quale vengono dedicate pagine e pagine di descrizione.Passa poco tempo ed ecco approdare in Sicilia altri viaggiatori. Il giro si limita spesso alla sola costa. Una deviazioneverso linterno a rischio e pericolo di chi vi si avventura, data la cattiva viabilit. Presto giungono in Sicilia numerosidisegnatori e pittori, incaricati di ritrarre sia i paesaggi naturali che le rovine e la gente. il caso degli artisti inviatidall Abate di Saint-Non (Hubert Robert, Fragonard) per illustrare il suo Voyage pittoresque de Naples et de Sicile .Verso la fine del secolo la Sicilia per chi intraprende il Grand Tour la porta per la classicit, ma anche la via verso unanatura sublime ed estrema.

    Il diario di viaggio limmancabile amico che sotto forma di lettere o di diario tiene compagnia ai pellegrini del Grand Tour. Essi vi annotanotutto: impressioni, particolari tecnici e scientifici, curiosit, incontri, emozioni. Ed ecco allora scorrere, con il Viaggio inItalia di Goethe , immagini ormai perdute, come quelle del bizzarro arredo di villa Palagonia a Bagheria, e descrizionivivide dei personaggi del tempo, primo fra tutti lo stesso principe di Palagonia, incontrato a passeggio per le vie diPalermo: Un signore lungo e magro, in abito da gran cerimonia, che incedeva con calma e dignit in mezzo alla stradacamminando sul pattume. Azzimato, incipriato, vestito di seta, il cappello sotto il braccio, lo spadino al fianco, eleganticalzature con fibbie ornate di pietre preziose: cos avanzava, tranquillo e grave, lanziano messere, e tutti gli sguardierano fissi su di lui.Un viaggio nel passato, ma anche un viaggio alla riscoperta di emozioni sopite e risvegliate dal contatto con un mondo

  • diverso, unesperienza che si pu vivere due volte, attraverso questi frammenti di vita e partendo noi stessi alla volta diquei luoghi.

    La letteraturaPrima di iniziare questa breve panoramica ricordiamo che la Sicilia ha dato al Paese ben due Nobel per la letteratura eche tra i suoi autori figurano le personalit di maggior spicco del panorama letterario nazionale. Il suo territorio ospita lamaggior concentrazione a livello regionale di parchi letterari.La grande stagione della scuola poetica siciliana si spegne con il tramonto della Magna Curia di Federico II. Fra il XIV eil XV sec. la poesia assume modelli toscani e va via via perdendo dimportanza, oscurata da quella popolare in dialetto.

    Umanesimo e RinascimentoLa riscoperta dei classici, e del greco in particolare, ha in Sicilia uno dei suoi centri pi importanti. Noto, Palermo,Siracusa, Catania, Messina sono i maggiori centri di cultura del periodo (Messina ospita una scuola di greco di famainternazionale grazie allinsegnamento di Costantino Lascaris). Il Cinquecento segna la riscossa della lingua siciliana: inquesto periodo si afferma infatti un forte sentimento regionalistico che sfocia nella pubblicazione dei primi vocabolarisiciliano-latino e nella codificazione grammaticale del dialetto. In campo poetico, il petrarchismo trova espressionedialettale in Antonio Veneziano (1543-93), compagno di carcere di Cervantes ad Algeri e autore di un canzoniereintitolato La Celia e dei Proverbij siciliani .

    Fra Seicento e SettecentoIn conformit con lestetica barocca, il Seicento vede un enorme sviluppo del teatro, grazie soprattutto alle tragedie diOrtensio Scammacca (1562-1648) e a commedie in italiano e in dialetto. Il Settecento diffonde anche in Sicilia i fermentidella cultura illuministica, che alimentano la Storia della Sicilia dellabate G. Battista Caruso (1673-1724) e la Storia dellaletteratura siciliana di A. Mongitore (1663-1743). La riflessione filosofica ispira componimenti letterari di vario genere: ilpensiero di Cartesio trova un cantore in T. Campailla (1668-1740), autore del poema filosofico LAdamo, ovvero il mondocreato ; mentre il sistema di Leibniz viene esaltato da T. Natale ne La filosofia leibniziana . Ispirata da Rousseau e dalsensismo la poesia dialettale del maggior poeta del secolo, Giovanni Meli (1740-1815), autore di poemi bucolici ( Labucolica ) e satirico-filosofici di chiara impronta illuminista ( Lorigini du lu munnu, Don Chisciotti e Sanciu Panza ).

    LOttocentoIl clima romantico favorisce la storiografia e lo studio delle fonti regionali della cultura: Michele Amari (1806-89) inauguraun nuovo periodo della critica storica con La guerra del Vespro siciliano e Storia dei Musulmani di Sicilia,mentre Giuseppe Pitr (1841-1916) ha il merito di iniziare studi sul folklore che sollevano al piano della considerazionestorica la vita e le tradizioni del popolo siciliano.Il verismo , nato come reazione al romanticismo in nome di unarte ispirata alla concretezza del mondo reale, si affermain Sicilia verso la fine dellOttocento. Anticipato dalla poesia positivista di Mario Rapisardi (1844-1912), il verismo trovauna compiuta teorizzazione in Luigi Capuana (1839-1915): lopera darte deve cogliere il senso della vita concreta,indagare il mondo contemporaneo, le leggi di natura, essere documento umano. A tali criteri e al metodo dellarappresentazione impersonale della realt sono ispirati i suoi capolavori: Giacinta e Il marchese di Roccaverdina .Anche Giovanni Verga (1830-1922), dopo gli esordi dimpostazione tardoromantica, aderisce alla poetica verista. Ilromanzo I Malavoglia , il suo capolavoro, doveva rappresentare la prima sezione di un ciclo intitolato I vinti , di cui portaa termine solo la seconda parte ( Mastro Don Gesualdo ). Al centro dellopera di Verga la descrizione della realtsiciliana con occhio oggettivo, ma ricco di piet per il destino degli umili, che si esprime attraverso una scrittura sobria eun linguaggio che riproduce, allinterno della lingua italiana, i ritmi e la parlata del dialetto. Al verismo si ispiraronoanche F. De Roberto (1861-1927), autore de I Vicer e de Lillusione , nonch diversi poeti fra cui G. A. Costanzo (1843-1913) e G. A. Cesareo (1861-1937).

    Il NovecentoLa scena letteraria deve alla Sicilia uno dei suoi pi importanti esponenti, il premio Nobel Luigi Pirandello (1867-1946).Dopo aver esordito come poeta e autore di romanzi ancora legati al verismo, Pirandello incentra la sua opera narrativasulla tematica dellisolamento dellindividuo in una societ che gli estranea ( Il fu Mattia Pascal, Novelle per un anno ).Lo smascheramento pirandelliano della relativit della condizione umana trova la migliore espressione nel teatro, di cuilautore siciliano grande innovatore nei contenuti e nella forma. Fra i capolavori ricordiamo Liol, Pensaci Giacomino!,Cos (se vi pare), Sei personaggi in cerca di autore .Grande importanza per la storia della cultura italiana ha anche lopera del filosofo Giovanni Gentile (1875-1944), che, inqualit di ministro della pubblica istruzione del governo fascista, diviene promotore della riforma della scuola italiana. Sulfronte politico opposto, Concetto Marchesi (1878-1957) autore di studi sulla storia della letteratura latina tuttoggiconsiderati dei classici. Il ritratto amaro, veristico-decadente, dellaristocrazia siciliana del Risorgimento al centro de IlGattopardo , romanzo postumo del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa(1896-1957). Narratore satirico e grottesco

  • Vitaliano Brancati (1907-54), che nei suoi romanzi ( Don Giovanni in Sicilia, Il bellAntonio, Paolo il caldo ) prende dimira i miti dellerotismo e del gallismo. Elio Vittorini (1908-66) ha un ruolo fondamentale nel diffondere la conoscenzadella letteratura statunitense contemporanea e nel rinnovare la tradizione narrativa italiana secondo i moduli delneorealismo ( Conversazione in Sicilia, Uomini e no ). Stile scabro da inchiesta poliziesca e coraggiosa denuncia dellepiaghe della societ italiana e siciliana caratterizzano i romanzi di Leonardo Sciascia (1921-89), tra cui Il giorno dellacivetta, Todo modo, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia . Un vero e proprio caso letterario quello di GesualdoBufalino (1920-96). Rivelatosi allet di sessantanni con Diceria delluntore , con uno stile espressionistico e barocco haimmediatamente attirato il favore di critica e pubblico in libri di narrativa, poesie, memorie e critica ( Argo il cieco, IlGuerrin Meschino ). Rigorosa riflessione storica e scrittura barocca sono i tratti caratteristici della prosa diVincenzoConsolo (1933). Grande successo popolare riscuotono le vicende del commissario Montalbano diAndreaCamilleri (1925), i cui romanzi sono caratterizzati dalla forte ambientazione siciliana e da una lingua originale, cheriproduce musicalit, espressioni e vocaboli del siciliano. Sempre al filone giallistico appartieneSanto Piazzese (1948),che ambienta le vicende dei protagonisti a Palermo, sua citt natale.In campo poetico, un posto donore spetta al Nobel Salvatore Quasimodo (1901-68), la cui opera ha rinnovato in modooriginale i moduli espressivi dellermetismo ( Ed subito sera, La terra impareggiabile, Dare e avere ). Meno conosciuta,ma di sicuro interesse, la poesia metaforica del barone Lucio Piccolo (1903-69), cugino di Tomasi di Lampedusa eautore di Canti barocchi e Plumelia , e quella, di forte impegno sociale, di Ignazio Buttitta (1899-1997), che, ancora unavolta, ha trovato nel dialetto la migliore forma despressione dellanima popolare siciliana ( Lu pani si chiama pani, Lapeddi nova ).Tra gli scrittori pi giovani, la palermitana Emma Dante si distingue per la forza espressiva e destabilizzante delle sueopere (principalmente teatrali) che sono veri e propri atti di denuncia contro la mafia e crudi ritratti di vite ai margini.

    Il cinemaIl cinema in Sicilia, o meglio la Sicilia nel cinema, unavventura intrapresa da registi prestigiosi, nel tentativo di ricreareuna realt complessa, fatta di gente semplice e di paesaggi bellissimi, di paradossi, veri e propri ossimori: una terraluminosa e ospitale, ma fiera e gelosa, gente riservata, ma subito pronta ad aprirsi in una cordialit e disponibilit rara,terra di omert e di tragedie civili e di voglia di combatterle.I primi grandi capolavori si rifanno ai classici. E sono La Terra Trema (tratto dai Malavoglia di Verga) del 1948 e IlGattopardo del 1963 (dallomonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa), firmati da Luchino Visconti. Il tentativo di coglierela realt in tutte le sue sfaccettature, e di renderla poetica solo quel tanto che serve allopera darte, porta Visconti ascegliere, per il primo, attori dilettanti, abitanti della stessa Aci Trezza, che parlano in dialetto. Il secondo invece unavera e propria epopea storica ambientata nella Palermo fastosa e decadente di fine Ottocento, illuminata dalle magistraliinterpretazioni di Claudia Cardinale, Burt Lancaster e Alain Delon. A questi si aggiunge la triste e struggente storianarrata in Stromboli terra di Dio (1949), interpretata da Ingrid Bergmann e diretta da Roberto Rossellini, intenso ritrattofemminile sullo sfondo di una natura selvaggia.Un discorso a parte va fatto per i film sulla mafia. Dai primi film-denuncia, quali In nome della legge di Pietro Germi(1949) e Salvatore Giuliano di Francesco Rosi (1961), si passa ben presto a sfruttare il soggetto e a renderlo genere as, un vero e proprio filone di epopee familiari mafiose con i clich di sparatorie, scontri, espressioni in dialetto siculostretto. E sono questi i film che fanno il giro del mondo dando unimmagine della Sicilia quantomeno limitante e limitata.A questo stesso filone vanno comunque ascritti film di grande impegno civile, come I cento passi di Tullio Giordana(2000, premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Venezia), che con mano misurata e antiretorica narra lavicenda del giornalista Peppino Impastato, che nel 1978 pag con la vita la sua battaglia contro la mafia, e Alla luce delsole (2005) di Roberto Faenza, dedicato a Don Puglisi.La Sicilia raccontata sul grande schermo per anche una terra diversa: malinconica, ma venata di umorismo neibellissimi episodi di Kaos (1984) dei fratelli Taviani, tratti da novelle di Pirandello (con i bravissimi Franco Franchi eCiccio Ingrassia in La Giara ); poetica come in Nuovo Cinema Paradiso (1989) di Giuseppe Tornatore (Oscar al migliorfilm straniero nel 1990), nel Postino (1994) di Michael Radford, con Massimo Troisi e in Respiro(2002) di EmanueleCrialese, ironica, alla ricerca della tranquillit perduta, dellepisodio Isole (le Eolie) di Caro Diario (1993) di NanniMoretti, fino a quella inedita e comica di Tano da Morire (1997), la mafia in musical di Roberta Torre.

    La musicaLa musica classicaIl pi grande nome della musica classica siciliana quello di Vincenzo Bellini (1801-35). Il cigno catanese, autore di Lasonnambula, Norma e I puritani, fu un compositore romantico, che si dedic alle sue opere con tutte le forze

  • dellingegno, persuaso come sono che gran parte del loro buon successo dipenda dalla scelta di un tema interessante,da accenti caldi di espressione e dal contrasto delle passioni. In tempi pi recenti spicca il nome di Aldo Clementi (n.1925), anchegli catanese, la cui musica fluisce come piena di fiume sonoro, non arginata da limiti di frasi o intervalli.

    La tradizione popolareA chi ha un po di familiarit con le note il nome di questa terra ricorder unantica danza popolare di pastori, lasiciliana ,che si fa largo anche in qualche pezzo strumentale e vocale del Seicento e Settecento.Gli strumenti che provvedono laccompagnamento per le danze sono il fiscalettu o friscaleddu , un flauto diritto di canna,e il marranzanu , cio lo scacciapensieri . La linguetta di questo minuscolo strumento, tutto di metallo, produce vibrazioniritmiche varie, ma allesecuzione, come sempre, concorre labilit di chi suona: se non si sa far suonare denti, labbra,guance, lingua, corde vocali e fiato, dallo scacciapensieri uscir solo rumore.Un discorso a parte merita la tradizione dei cantastorie , che andavano di paese in paese con chitarra e cartellone ariquadri a cantare e commentare le vicende del mondo. Pur con una inevitabile evoluzione la tradizione si conservata,e questi moderni menestrelli cantano oggi ballate piene di provocazione, ironia e dolente umanit. Il pi famoso ilcatanese Ciccio Busacca (1925-89), che ha cantato vicende di mafiosi, banditi, contadini e operai. Le sue opere picelebri sono il Lamento per la morte di Turiddu Carnivali e il Treno del sole , scritti dal poeta Ignazio Buttitta,collaboratore di Dario Fo. Tra i cantastorie in attivit si ricordano Mauro Geraci, Nono, Salamone, Vito Santangelo,Fortunato Sindoni e Franco Trincale.

    Pop, rock e world musicLa Sicilia una fucina artistica instancabile, da cui nascono talenti musicali di fama internazionale. Franco Battiato (n.1945) un musicista colto e raffinato, che sul solco della tradizione innesta sperimentazioni davanguardia. Il suorepertorio quanto mai vario e spazia dal pop alla world music, passando dalla musica classica, lelettronica e latradizione musicale mediorientale.Carmen Consoli (n. 1974) una giovane ma affermatissima interprete (catanese come Battiato), che mescola nella suamusica suggestioni rock, punk, pop e blues e incanta con unenergia e un timbro vocalico inconfondibili.Ivan Segreto (n. 1976), pianista e cantante, interpreta ballate accompagnate da sonorit jazz e mediterranee.Roy Paci (n. 1969), eclettico e vulcanico trombettista, ha collaborato con grandissimi nomi della musica internazionale(Vinicio Capossela, Manu Chao, Subsonica, Ivano Fossati) e ha fondato un suo gruppo, gli Aretuska.Gli Agricantus , che si formano a Palermo nel 1979, sono tra i maggiori esponenti italiani di world music, nelle cuisonorit si mescolano avanguardie elettroniche e tradizioni musicali mediorientali. Gli Agricantus hanno firmato lecolonne sonore dei film Bagno Turco (di Ferzan Ozpetek) e Placido Rizzotto .

    LarteLarte grecaArchitettura civile e militareArchitettura sacraLa sculturaPittura e ceramica

    Larte romana e bizantinaLarchitetturaLarte bizantina

    Larte arabo-normannaLoccupazione arabaLeclettismo normannoLe creazioni arabo-normanne

    Il goticoLe costruzioni militari degli SveviIl Trecento e lo stile chiaramontanoLarte gotico-catalana del QuattrocentoScultura e pittura

    Rinascimento e manierismoPitturaScultura

    Il baroccoLarte della controriformaSituazione storica e caratteri stilisticiArchitetturaScultura e decorazionePittura

    Dal Settecento alla belle poqueIl neoclassicismoIl naturalismoIl Liberty

    Larte contemporanea

    Il Grand TourIl diario di viaggio

    La letteraturaUmanesimo e RinascimentoFra Seicento e SettecentoLOttocentoIl Novecento

    Il cinemaLa musicaLa musica classicaLa tradizione popolarePop, rock e world music