arte del rinascimento
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ARTE E IMMAGINEARTE E IMMAGINE
Prof. Giuseppe TorchiaProf. Giuseppe Torchia
Presentazione per le classi secondedella scuola secondaria di 1° grado
INDICE
Il contesto storico
L'arte rinascimentale
Il recupero dell'arte classica
Il David di Michelangelo
La Bellezza Ideale:
La Primavera di Botticelli
La prospettiva
Raffaello, Lo sposalizio della Vergine
Luce e ombra
Piero della Francesca, La leggenda della vera croce
Il chiaroscuro
Michelangelo, Tondo Doni
Leonardo da Vinci
Lo Sfumato: La Gioconda
indice
Prof. Giuseppe Torchia – http: //artescuola.altervista.org/ -
IL CONTESTO STORICO
Il territorio dell’ Italia del Quattrocento si presenta frantumato in numerosi stati, soprattutto nel centro e nel nord della penisola, spesso governati da potenti famiglie aristocratiche. I papi a Roma e i Signori delle principali città furono veri e propri mecenati, ossia promossero il grande sviluppo della cultura e delle arti. Questa nuova situazione portò a un rinnovamento culturale definito Rinascimento, che si manifestò nella prima fase con la riscoperta della centralità dell'uomo, ritenuto in grado, con le sue qualità morali e intellettuali, di spiegare e modificare la realtà.
IL CONTESTO STORICO
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L’ARTE RINASCIMENTALE
In Italia il rinnovamento artistico partì dalla città di Firenze . Decisivo fu proprio lo studio dell'arte classica; molti artisti fiorentini, infatti, si recarono a Roma per studiare le statue e i monumenti antichi, che non venivano però copiati, bensì reinterpretati con uno spirito
nuovo. Le regole dell'arte classica, come la ricerca dell'armonia,
dell'equilibrio, della semplicità e della bellezza, vennero riprese dagli artisti del tempo, che le ritenevano
adatte a esprimere i moderni contenuti rinascimentali legati all'uomo e alla realtà. In questo
contesto l'osservazione e l'imitazione della natura
acquistarono una notevole importanza per gli artisti, che cominciarono ad analizzare
accuratamente il corpo dell'uomo e degli animali, le forme delle
piante e le linee del paesaggio per riprodurli nelle loro opere.
L’ARTE RINASCIMEN
TALE
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“Rinascimento significa rinascita, reviviscenza, e l’idea di questa rinascita aveva cominciato a diffondersi in Italia fin dal tempo di Giotto. A quel tempo quando la gente voleva elogiare un poeta o un artista, diceva che la sua opera non era per nulla inferiore a quella degli antichi. Così Giotto era stato esaltato per aver fatto rinascere l’arte: con questa espressione si
intendeva che la sua arte poteva stare alla pari con quella dei famosi maestri elogiati dagli
scrittori greci e romani.(...)
Gli italiani sapevano che nell’antichità, la loro terra, sotto la guida di Roma, era stata il centro
del mondo civile e che la sua potenza e la sua gloria erano finite il giorno in cui le tribù
germaniche, i goti e i vandali, avevano invaso il paese e spezzato l’unità dell’impero romano. L’idea di una rinascita era nella mente degli
italiani legata a quella di una reviviscenza della grandezza romana. Il periodo fra l’età classica,
cui guardavano con orgoglio, e la nuova epoca di rinascita in cui speravano, era soltanto un triste
lasso di tempo, l’ ”età di mezzo”.
Ernst H. Gombrich
Cosas'intende per
Rinascimento
.
La misurazione delle statue antiche e il ritorno
all’adozione dei canoni usati dagli artisti classici
stimolarono negli artisti del ‘400 e del ‘500 lo studio
dell’anatomia umana, ossia delle forme dei corpi.
Sull’esempio delle opere dell’antichità classica, essi
ricercarono nelle loro figure una bellezza ideale simbolo
di perfezione spirituale. Tuttavia, la corretta
rappresentazione del corpo fu cercata anche attraverso
l’osservazione degli uomini reali : questo fece soprattutto
Leonardo da Vinci che studiò il variare delle proporzioni
del corpo umano in rapporto allo stato di quiete e di
moto.
IL RECUPERO DELL’ARTE CLASSICA
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Salve! Sono David. Mi ha tirato fuori da un blocco di marmo Michelangelo Buonarroti nel 1504. Sono un personaggio biblico famoso. Nel combattimento contro il gigante Golia, campione dei filistei (io ero dalla parte degli israeliti), sferrai con la mia fionda un sasso sulla sua fronte abbattendolo. Dopo, afferrata la sua spada, gli mozzai la testa.
Qui Michelangelo mi rappresenta come un eroe antico, quasi un dio greco. Gli artisti, si sa, sono tutti un po’ strani! Guardate che sguardo ragazzi!
Mi potete trovare a Firenze alla Galleria dell’Accademia. Fu proprio la città di Firenze a commissionare l’opera al mio creatore.
A proposito, dimenticavo di dirvi che sono alto, senza tacchi, più di 4 metri circa. Niente male, vero?
DAVID
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Sono concentratissimo, sto fissando il mio avversario. Aggrotto le sopracciglia: sto prendendo la mira. Fra qualche istante scaglierò con la fionda, che ho pronta sulla spalla, la pietra che ho nella mano destra.
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IL DAVID E FIRENZE.
Michelangelo propone il David come simbolo della repubblica fiorentina. Così come il re di Israele aveva difeso il suo popolo e governato con giustizia, così chi governava Firenze doveva difenderla con forza e governarla giustamente.
La statua, appena ultimata, fu collocata a lato della porta di Palazzo Vecchio. Nel 1873, l’originale, trasferito nella Galleria dell’Accademia, fu sostituito da una copia.
Firenze,
Palazzo vecchio
IL DAVID E FIRENZE
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Sandro Botticelli (1445-1510) fu l’artista che cercò di tradurre in immagini un mondo ideale, perfetto, spirituale e felice che nella realtà non esisteva. Il riferimento alla cultura classica è ben evidente anche nei soggetti mitologici dipinti dall’artista. Questi avevano nelle sue opere un valore allegorico, in quanto rappresentavano idee e concetti per noi difficili da decifrare, come dimostra il famoso dipinto della Primavera.
Botticelli, per rappresentare la bellezza ideale, si basò principalmente sull’uso di linee fluide, sinuose. Le figure umane, tratte dalla mitologia classica, sono tratteggiate con uno stile raffinato e in pose eleganti. La luce diffusa che illumina i personaggi tende ad appiattire i loro corpi e a farli apparire immateriali, simili ad apparizioni puramente spirituali.
Sandro Botticelli,
La Primavera,
1482 ca., Firenze,
Uffizi.
LA BELLEZZA IDEALE
All’inizio del Quattrocento Filippo Brunelleschi (scultore e architetto fiorentino) “ideò”
la prospettiva lineare, un metodo scientifico che
permette di rappresentare la profondità dello spazio sulla
superficie del dipinto in modo simile alla visione del nostro
occhio.
La prospettiva permetteva definire con precisione le
proporzioni tra i vari elementi della scena e di rendere, quindi, più realistico il
dipinto.
Nello schema prospettico della Città ideale possiamo
osservare le linee di profondità, nella realtà
parallele tra loro, convergere verso un punto di fuga posto
nell’ingresso del tempio.
LA PROSPETTIVA
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Città ideale, Scuola di Piero della Francesca, 1470-1490
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Nella Flagellazione di Piero della Francesca, la costruzione prospettica è evidente nel disegno della architetture. I lati obliqui degli edifici, degli elementi decorativi e delle piastrelle del pavimento segnano linee di fuga convergenti verso un unico punto al centro della tavola. In questo modo la scena è rappresentata in modo simile a come la percepirebbe l'occhio umano.
Piero della Francesca, La flagellazione di Cristo,1455, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
In questo dipinto di Raffaello le lastre della pavimentazione della piazza indicano con esattezza la profondità del paesaggio ottenuta applicando la prospettiva. Possiamo notare anche le figure umane rimpicciolirsi man mano che ci allontaniamo dalle figure in primo piano e ci avviciniamo al tempio che si erge sullo sfondo.
Raffaello,Lo sposalizio della Vergine, 1504, Milano, Pinacoteca di Brera.
Io, Giuseppe, prendo qui in sposa Maria, madre di Cristo. Il sacerdote avvicina le nostre mani, tenendole per i polsi. Maria mi porge la mano affinché io possa infilarle l’anello nuziale. Dietro di me stanno i pretendenti sconfitti, tranne uno, che è qui, più vicino a voi che guardate: spezza la propria verga sul ginocchio, mentre un altro dietro di me piega la sua sul petto. La mia, invece, è miracolosamente fiorita.
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Narra San Girolamo che ciascuno dei pretendenti di Maria portò una verga al sommo sacerdote nel tempio di Gerusalemme. La verga di Giuseppe fiorì: il miracolo indicava la volontà divina che quell’uomo divenisse lo sposo della vergine.
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Gli artisti medievali non avevano quasi dato importanza alla luce. Le loro figure piatte non proiettavano ombre. Fu nel Rinascimento che gli artisti scoprirono le possibilità di applicazione della luce e dell’ombra.
Piero della Francesca fu un maestro in questo campo. In questo affresco la luce modella le figure attraverso la tecnica del chiaroscuro e crea, con la prospettiva, l’illusione della profondità.
Il soldato sulla sinistra con i suoi toni scuri si erge davanti all’apertura illuminata della tenda. In questo modo possiamo percepire la distanza che separa i soldati dai gradini su cui siede la guardia del corpo dell’imperatore. Inoltre la luce e l’ombra ci permettono di percepire la rotondità della tenda cioè la sua tridimensionalità
Piero della Francesca, Il sogno di Costantino, 1458-1466, Arezzo,Chiesa di San Francesco.
LUCE E OMBRA
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Procedimento pittorico che, usando il passaggio graduale dal bianco al nero o da colori più chiari a colori più scuri riproduce il passaggio dalla luce all’ombra. Con questo metodo, come possiamo osservare nel disegno del David e del Mosè, si può dare rilievo ai corpi e mettere in evidenza le forme anatomiche.
Michelangelo,
Mosè
Michelangelo, David IL CHIAROSCURO
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Il dipinto rappresenta in primo piano la Sacra Famiglia (la Madonna, san Giuseppe, e Gesù); dietro un muretto si trova san Giovanni Battista (colui che aveva annunciato la venuta di Cristo), anch’egli bambino, e ancora più in fondo una serie di nudi che rappresentano il mondo pagano.
La luce che proviene dall’alto a sinistra, scolpisce i corpi e attraverso il gioco del chiaroscuro, da’ rilievo alle parti anatomiche
Michelangelo, Sacra Famiglia (Tondo Doni), Firenze, Uffizi.
LA SACRA FAMIGLIA
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Leonardo da Vinci
(Vinci, Firenze 1452 - Castello di Cloux, Amboise 1519)
Uomo di grande ingegno e talento, versato in tutte le arti e aperto ad ogni interesse, Leonardo dedicò in realtà una modesta parte del suo tempo all’attività artistica, privilegiando gli esperimenti tecnico-scientifici, sempre basati sull’esperienza diretta, sull’indagine e sullo studio dei fenomeni naturali.
LEONARDO DA VINCI
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Leonardo si distingue dai suoi contemporanei per un uso diverso del chiaroscuro. Nel famoso ritratto di una dama fiorentina di nome Lisa ("La Gioconda"), egli elabora la tecnica dello sfumato. Essa si realizza attraverso passaggi dalla luce all'ombra talmente morbidi da far apparire evanescenti le forme dipinte. Gli angoli della bocca e gli angoli degli occhi del volto di Monna Lisa sono lasciati volutamente nella penombra. Sono proprio i loro contorni indefiniti che rendono sfuggente l'espressione con cui la dama ci guarda.
LO SFUMATO
LO SFUMATO
Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503-05 ca., Parigi, Museo del Louvre.
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LO SFUMATO
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FINE