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DROPS DROPS Lorenzo Canova ARRIGO MUSTI “plumelia” edizioni

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Art & Photos


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Lorenzo Canova

ARRIGO MUSTI

“plumelia”ed iz ion i

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DROPSARRIGO MUSTI

a cura di

Lorenzo Canova

“plumelia”ed iz ion i

Museo Civico - Castelbuono (Palermo)3 agosto - 2 settembre 2014

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DROPSARRIGO MUSTI

a cura diLorenzo Canova

3 agosto - 2 settembre 2014

Allestimento - Anna RussoProgetto grafico - Max SerradifalcoReferenze fotografiche - Giuseppe Fricano,Maria Elena SardinaUfficio stampa e comunicazioni - Giusy ChielloTraduzioni - Denis Gailor

Con il contributo di

PresidenzaAssemblea Regionale Siciliana

© 2013 Arrigo Musti - www.arrigomusti.itPlumelia edizioni, BagheriaISBN 978-88-89876-55-8

Maurizio Curiale, Global Family BankerVia Libertà, 195/b - 90143 Palermo

di Adalberto Catanzaro& Roberto Prestigiacomo

Le opere a pagina 4 e 6 sono della serie “Iron Drops”.

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TRA LA LUCE E L’OBLIO 7

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BEAUTIFUL DECADENCE 48

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“Le statue sono concepiteper sfidare il tempo,le gocce sembrano al contrarioquanto di più effimero,il loro connubio mi è sembratouna metafora sull’esistenza.”

Arrigo

“Statues are conceivedto defy time,drops instead seem the contrary,something very ephemeral,and their marriage seemed to mea metaphor for existence.”

Arrigo

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Sontuosa e razionale, barocca e minimalista, classica e anticlassica:proseguendo e rinnovando una tradizione millenaria di pensiero e dicreazione, la pittura di Arrigo Musti si declina attraverso la logica para-dossale dell’ossimoro e dell’unione dei contrari, con quel dono di rive-lazione e di magnificenza che solo la Sicilia ha il potere di donare e didistillare grazie a una storia che affonda le sue radici nei millenni e nelleorigini di una cultura allargata dal Mediterraneo a tutta l’Europa. Arrigo Musti, siciliano di Bagheria, è un artista che non nega il contattocon la sua terra d’origine, ma si immerge negli archetipi vitali di unluogo di cui sente la radiante potenza e su cui ha scelto di fondare lebasi teoriche e visuali del suo sistema pittorico. L’ulteriore, affasci-nante, paradosso di Musti è la sua capacità di evocare una sorta diarcheologia della ininterrotta presenza delle arti in Sicilia, senza peròcadere in rievocazioni solo legate al passato e volutamente distantidalle questioni del nostro presente in senso linguistico, comunicativo estilistico. Musti riesce infatti a dialogare con la storia e con lagrandiosità delle straordinarie esperienze artistiche che si sono avvi-cendate in Sicilia nel corso dei millenni attraverso una visione del tuttocontemporanea che non dimentica alcune delle maggiori esperienze diavanguardia del novecento. L’opera di Arrigo Musti si colloca infatti inmodo personale e indipendente nel contesto attuale, mescolando inmodo sapiente i richiami alla storia dell’arte a questioni stringenti e digrande attualità, come la difesa del patrimonio culturale, della memoriastorica, del paesaggio e dell’ambiente. In questo senso Musti parte inmodo sapiente da una rigorosa ricerca sullo stile, sulla forma e sulcorpo fisico della pittura, luogo centrale e ineliminabile di ogni ricercache unisca una raffinata qualità formale a un solido nucleo concettuale.

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TRA LA LUCE E L’OBLIO

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Negli ultimi due anni Musti ha voluto percorrere una geografia interioredella memoria e della nostalgia senza perdere la tensione della suaricerca, celebrando la magnificenza assoluta e dispersa di luoghi, edifi-ci e opere che rendono unica la Sicilia ed evocandone al tempo stessola perdita, come accade nel sontuoso ciclo Beautiful Decadence del2012 che evoca balconate, portali barocchi e stanze vuote di antichipalazzi con un sentimento ineluttabile della fine di un’epoca e di unaciviltà che trova ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (enel film di Visconti) un evidente e magnifico punto di riferimento trasfig-urato in una pittura fatta di vuoti e di vibrazioni, di accentramenti dipulsazioni cromatiche e di sospensioni che sembrano percorse dagliechi di antiche voci che risuonano nel labirinto della polvere e deltempo. Nel suo ciclo più recente, Drops del 2013, Musti, come è accaduto aisuoi grandi predecessori che hanno compiuto la scelta “sublime” dellariduzione, è passato da una pittura ribollente di fermenti cromatici, inuna densità pulsante e di stesure che fremono sul supporto in unadecisa accensione di contrasti, a una materia lieve e monocroma,composta da un passaggio di spatola appena accennato che, grazieanche ad una rigorosa e mirata scelta del supporto, crea un rilievo sot-tile o denso ed appena abbozzato sulla tela liscia priva delle rugosità dialcune opere precedenti. Questi lavori possono paradossalmente rap-presentare una sintesi che parte dalle immagini dei capolavori classicicitate nei quadri, che formano una sorta di radice archetipa dell’arte inSicilia, per inserirsi in una linea sospesa tra ornamento e rigore chepotrebbe unire il nitore assoluto delle decorazioni di Giacomo Serpottaalla tendenza a superare il disordine e la libertà espressiva che puòlegare l’opera di Antonio Canova a quella di Lucio Fontana, nelladialettica tra il fermento originario della materia e la sua sublimazionenello territorio idealizzato dell’immaterialità. Il risultato è una serie di opere in cui la pittura si allontana sempre dipiù dall’elemento iconico portandosi verso uno declinazione stilistica

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che confina con un’astrazione composta attraverso una lieve e fre-mente rugosità che si coniuga a una severa impostazione minimalistaimpostata spesso su un cromatismo acceso di colori quasi lisergici. Arrigo Musti si immerge così in un flusso interiore che aspira a usciredal tempo per toccare il punto di intersezione tra l’immagine e la nos-tra visione personale e collettiva, si cala all’interno delle antiche statueper tracciare una mappatura geofisica dello spazio interiore attraversole stesure che ricompongono i volti antichi delle sculture come onde diluce oscura che spezzano quei volti millenari dividendoli, allusivamente,di nuovo nell’ossimoro metaforico che fonde lo spazio conscio e chiarodelle loro fattezze e il territorio notturno di un’ombra inconscia e divo-rante che circonda la loro luce per trascinarla nel gorgo tenebroso edivorante dell’oblio.

Sumptuous and rational, Baroque and minimalist, classical and anti-classical: continuing and renewing a millenary tradition of thought andcreation, Arrigo Musti’s painting is worked out through the paradoxicallogic of oxymoron and union of opposites, with that gift of revelationand magnificence that only Sicily has the power to give and to distil,thanks to a history that has its roots in the millennia and in the originsof a culture extended from the Mediterranean to the whole of Europe. Arrigo Musti, a Sicilian from Bagheria, is an artist who does not renegecontact with his homeland, but immerses himself in the vital arche-types of a place whose radiant power he feels and on which he haschosen to found the theoretical and visual bases of his painting sys-tem. A further charming paradox of Musti is his ability to evoke a kind

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BETWEEN LIGHT AND OBLIVION

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of archaeology of the uninterrupted presence of the arts in Sicily, butwithout falling into evocations only linked to the past and deliberatelydistant from our present issues in a linguistic, communicative and sty-listic sense. Indeed, Musti manages to converse with the history andgrandeur of the extraordinary artistic experiences that have followedone another in Sicily over the millennia through a wholly contemporaryvision that does not forget some of the greatest avant-garde experi-ences of the twentieth century. Arrigo Musti’s work is set, indeed, in apersonal and independent way in the current context, cleverly blendingreferences to the history of art with pressing and highly topical issueslike the defence of the cultural heritage, historical memory, landscapeand environment. In this sense, Musti shrewdly starts from rigorousresearch on the style, form and physical body of painting, the centraland indispensable locus of all research that combines a refined formalquality with a solid conceptual core. In the last two years Musti has chosen to go over an inner geographyof memory and nostalgia without losing the tension of his research,celebrating the absolute and scattered magnificence of places, build-ings and works that make Sicily unique and at the same time evokingits loss, as happens in the sumptuous cycle Beautiful Decadence of2012, which evokes balconies, Baroque portals and empty rooms ofold buildings with a feeling of the inevitable end of an era and of a civi-lization that finds in The Leopard by Giuseppe Tomasi di Lampedusa(and in the movie by Visconti) a clear and magnificent reference pointtransformed into painting made up of voids and vibrations, centraliza-tions of pulsations of colour and suspensions that seem to be shotthrough by the echoes of ancient voices that resound in the labyrinthof dust and time. In his most recent cycle, Drops, 2013, Musti, as happened to his greatpredecessors who made the “sublime” choice of reduction, has leftbehind painting seething with ferments of colour, in pulsating densityand spreads of colour that quiver on the support in a decided kindling

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of contrasts. He has moved on to light and monochromatic material,made up of a spatula stroke just hinted at that, thanks to rigorous andtargeted choice of the support, creates a thin or dense relief, justsketched on the smooth canvas without the roughness of some previ-ous works. These works can paradoxically represent a synthesis thatstarts from the images of classical masterpieces cited in the paintings,which form a sort of archetypal root of art in Sicily. They fit into a linesuspended between ornament and rigor that could unite the absoluteclarity of the decorations of Giacomo Serpotta with the tendency toovercome the disorder and freedom of expression that can link thework of Antonio Canova to that of Lucio Fontana, in the dialecticbetween the original ferment of matter and its sublimation in the ideal-ized territory of immateriality. The result is a series of works in which painting moves further and fur-ther away from the iconic element towards a style that borders onabstraction composed through slight and quivering and roughness thatis combined with a stringent minimalist organization often based onuse of bright colour that is almost lysergic. Arrigo Musti thus immerses himself in an inner flow that aspires toemerge from time to touch the point of intersection between the imageand our personal and collective vision, drops down into ancient stat-ues to trace out a geophysical mapping of inner space throughspreads of colour reassembling the ancient faces of the sculptures likelight waves that break those dark millennial faces dividing them, allu-sively, again in the metaphorical oxymoron that fuses the consciousand clear space of their features and the nocturnal territory of anunconscious and devouring shadow surrounding their light to drag itinto the dark and devouring vortex of oblivion.

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Drop 1mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 2mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 3mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 4mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 5mixed oil on canvas, cm 50x50, 2013

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Drop 6mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 7mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 8mixed oil on canvas, cm 65x90, 2013

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Drop 9mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 10mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 11mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 12mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 13mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 14mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 15mixed oil on canvas, cm 80x80, 2013

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Drop 16mixed oil on canvas, cm 40x60, 2013

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Drop 17mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 19mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 20mixed oil on canvas, cm 80x90, 2013

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Drop 21mixed oil on canvas, cm 100x150, 2013

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Beautiful decadence2012

1. B.F.1 mixed oil on canvas, cm 160x200, 20132. B.F.2 mixed oil on canvas, cm 130x180, 20133. B.F.3 mixed oil on canvas, cm 180x130, 20134. B.F.4 mixed oil on canvas, cm 80x90, 20135. B.F.5 mixed oil on canvas, cm 80x90, 20136. B.F.6 mixed oil on canvas, cm 80x90, 20137. B.F.7 mixed oil on canvas, cm 80x90, 20138. B.F.8 mixed oil on canvas, cm 120x120, 2013

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Nasce a Palermo nel 1969. Frequenta la facoltà di giurisprudenza di Palermo ove si laurea col massi-mo dei voti e la lode e diviene avvocato e successivamente docente di diritto presso gli istituti supe-riori. Tuttavia, all’età di 28 anni, sente che la sua originaria passione è rimasta latente e si determina astudiare, da autodidatta, le tecniche pittoriche e l’anatomia umana. Lascerà a breve la professione diavvocato.Nel 2007 la Città di Bagheria lo nomina consulente alle arti.Dopo un periodo dedicato allo studio ed all’analisi delle tecniche pittoriche l’artista matura un propriostile che vedrà la pioggia “Rain” (nelle sue varie declinazioni: acid Rain, dirty Rain, radioactive Rainecc.) come minimo comun denominatore della sua produzione iniziale. La metafora della pioggia èveicolata da un sottile lancio di colori su definite immagini di anonimi volti di giovani e anziani senzapupille, il tutto con una tecnica mista ad olio su tela. Il 2008 sarà l’anno in cui i lavori di Arrigo riscuoteranno, per la prima volta, un’attenzione di rilievointernazionale.Dopo una mostra personale presso il consolato generale del Regno del Marocco tenutasi a Palermo,dal titolo “Oil and Blood Rain”, che riceve un inaspettato successo di pubblico e mediatico (la mostraviene visitata, anche, dallo storico Maurizio Calvesi), su iniziativa di una galleria di Londra, Arrigo par-tecipa, con alcune opere di grandi dimensioni, ad una mostra collettiva di respiro internazionale pres-so l’Aja. La casa d’aste Christie’s, in questa circostanza, offre all’asta i quadri di Arrigo.Successivamente mr. Serge Brammertz, procuratore presso il Tribunale Penale Internazionale dell’Ajaper la ex Jugoslavia, acquista per conto delle Nazioni Unite, due opere di Arrigo per esporle perma-nentemente presso il Tribunale Internazionale (ICC).La forza di queste opere, descritte dagli storici dell’arte che si sono occupati della produzione diArrigo, viene colta “ictu oculi” come messaggio universale da queste ultime Istituzioni. Arrigo devolve-rà l’intero ricavato a vantaggio della Croce Rossa del Regno Unito. Una terza opera viene inviata dalle Nazioni Unite al tribunale speciale per la Sierra Leon (SCSLSpecial Court of Sierra Leon).Ad ottobre, altre due tele di grandi dimensioni della serie “oil and blood rain” vengono poste all’astada Hugh Edmeades, chairman di Christie’s South kensignton, presso una galleria di Londra.Le opere di Arrigo vengono esposte in mostre personali e collettive in Italia, Francia, Olanda,Inghilterra, Stati Uniti.

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Sempre nel 2008 la casa editrice d’arte Kalòs pubblica: “impop art” In questo catalogo Arrigo indicale linee guida della tematica culturale sottesa ai suoi lavori.Dal 2009 Arrigo viaggia periodicamente da Palermo a Roma, ove entra a contatto con l’ambientedell’arte della capitale. Sempre nel 2009 il giovane cineasta Piero de Luca gira il film-corto “vite ametà” ispirato alle opere di Arrigo (il film riceve alcuni riconoscimenti nazionali).Le opere di Arrigo, per il quale già avevano scritto: Gregorio Napoli, Evgaenjii Solonovic, Georges DeCanino e storici dell’arte come Dora Favatella Lo Cascio (direttore del museo Guttuso), ricevono laprestigiosa presentazione di Maurizio Calvesi “una pagina nuova nella pittura non solamente Siciliana”ed Augusta Monferini, già soprintendente alla Galleria Nazionale D’arte Moderna di Roma (G.N.A.M.),per il catalogo “Rain” (tradotto in spagnolo ed inglese) dell’omonima mostra personale tenutasi negliU.S.A. nel 2009 presso la Wright State University, il missing Peace art space ed il Dayton PeaceMuseum.Dal 2010 Arrigo è spesso invitato da università italiane ed estere per conferenze tematiche sulle sueopere e sul manifesto provocatorio “Impop art”.Nel 2011, per idea del curatore Vittorio Sgarbi e su indicazione del regista premio Oscar GiuseppeTornatore, partecipa alla 54° Biennale di Venezia - Venezia Arsenale (Padiglione Italia - catalogo ed.Skira 2011, “L’arte non è cosa nostra” a cura di Vittorio Sgarbi).Ivi conosce il prof. Edward Luttwak e la moglie ed artista Dalya Luttwak, che esponeva in quella cir-costanza, un’opera di enormi dimensioni e profondo significato simbolico “Red Roots”. Arrigo rimanemolto affascinato dal simbolismo e dalla forza di questa artista. Ciò avrà ripercussioni anche sullostile di Arrigo che evolverà verso un maggior simbolismo al limite con l’astrattismo.Sempre in quell’anno arriva finalista al concorso mondiale (23 nazioni partecipanti) “Arte e Bioetica”bandito dall’Unesco.Nel 2012 si inaugura “Nameless”, una mostra personale ed itinerante, presso Montecitorio comples-so Monumentale di vicolo Valdina - Roma (Camera dei deputati) e che poi avrà come seconda sedePalazzo Sant’Elia della Provincia di Palermo (oggi sede della omonima fondazione) Il catalogo dellamostra è introdotto da Marisa Vescovo, Aldo Gerbino e Fabio Carapezza GuttusoArrigo nel 2013 si trasferisce a Roma ove insegna presso il Liceo artistico Statale G. C. Argan ed èospite degli storici dell’arte Maurizio Calvesi ed Augusta Monferini. Ivi matura una ulteriore evoluzionestilistica, che tende ad una maggiore sintesi degli elementi pittorici, e, parallelamente alla nuova serie“Drops” e “Beautiful Decadence”, disegna con l’arch. Anna Russo una linea di complementi d’arredoe maioliche (queste ultime sono prodotte, in serie limitata, dalla ditta artigiana con alta specializzazio-ne specifica Scianna di Bagheria).Questi lavori verranno esposti al CERSAIE di Bologna ed al MADE EXPO 2013 di Milano (con laJ and Well, interior design di Pietro Tornatore & Co.).

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Presenta, sempre nel 2013, privatamente agli amici, tra i quali Edward Luttwak e la stimatissima arti-sta Dalya Luttwak alcuni lavori della nuova serie Drops e Beautiful Decadence nel proprio Atelier diBagheria (Palermo).È invitato a partecipare alla “settimana delle culture” di Palermo propedeutica alla canditatura diPalermo a Capitale della Cultura 2019 con una mostra personale dal titolo Drops curata dallo storicodell’arte Lorenzo Canova.Sono in corso nuove acquisizioni museali delle opere di Arrigo.Arrigo vive e lavora tra e Roma e Bagheria (Palermo).

He was born in Palermo in 1969. He attended the Faculty of Law in Palermo, where he graduatedwith the highest honours and became a lawyer and later a teacher of law at senior schools. However,at the age of 28, he felt that his original passion had remained latent and was determined to study,self-taught, painting techniques and human anatomy. He was soon to leave the legal profession. In 2007, the town of Bagheria appointed him as a consultant on the arts. After a period devoted to study and analysis of painting techniques, the artist matured his own stylethat in “Rain” was to see rain worked out in its various forms – Acid Rain, Dirty Rain, radioactiveRain, etc – as the lowest common denominator of his initial production. The metaphor of the shorewas conveyed by a thin throwing of colours on defined images of anonymous faces of young and oldpeople without pupils, all with a mixed technique with oil on canvas. 2008 was to be the year in which Arrigo’s work was for the first time to receive international attention.After a solo exhibition at the Consulate General of the Kingdom of Morocco in Palermo, entitled “Oiland Blood Rain “, which enjoyed unexpected success with the public and media (the exhibition wasalso visited by the art historian Maurizio Calvesi), on the initiative of a London gallery, Arrigo partici-pated, with some large-scale works, in an international group exhibition at the Hague. Then Christie’sauctioned some paintings by Arrigo. Later Mr. Serge Brammertz, a prosecutor of the InternationalCriminal Tribunal for ex-Yugoslavia, purchased on behalf of the United Nations two works by Arrigo toexhibit them permanently at the International Criminal Court (ICC). The strength of these works, described by art historians that have dealt with Arrigo’s production, wasseen “ictu oculi” as a universal message by these institutions. Arrigo was to donate all the proceedsto the Red Cross in the United Kingdom.

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A third work was sent by the United Nations to the Special Court for Sierra Leone. In October, two other large paintings in the series “oil and blood rain” were put up for auction byHugh Edmeades, chairman of Christie’s in South Kensington, at a gallery in London. Arrigo’s works have been shown in solo and group exhibitions in Italy, France, Holland, England andthe United States. Again in 2008, the Kalòs art publishing house published “impop art”. In the catalogue Arrigo indicat-ed the guidelines of the underlying cultural themes of his work. Since 2009 Arrigo has been travelling periodically from Palermo to Rome, where he has come intocontact with the art milieu in the capital. Also in 2009, the young filmmaker Piero de Luca made theshort movie “Half lives” inspired by Arrigo’s works (the film received several national awards). Arrigo’s works had already been written about by Gregorio Napoli, Evgaenjii Solonovic, Georges deCanino and art historians like Dora Favatella Lo Cascio (director of the Guttuso museum). They werethen given a prestigious presentation by Maurizio Calvesi as “a new page in painting and not onlySicilian” and by Augusta Monferini, former superintendent of the National Gallery of Modern Art inRome (G.N.A.M.), thanks to the catalogue “Rain” (translated into English and Spanish) of the soloexhibition of this title held in the USA in 2009 at Wright State University, the Missing Peace Art Spaceand the Dayton Peace Museum. Since 2010 Arrigo has often been invited by Italian and overseas universities for thematic confer-ences on his work and on the provocative poster “Impop art.” In 2011, on an idea of the curator Vittorio Sgarbi and on the instructions of the director and Oscarwinner Giuseppe Tornatore, he participated in the 54th Venice Biennale-Arsenale Venezia (ItalianPavilion - catalogue published by Skira, 2011, “Art is not our thing” by Vittorio Sgarbi). There he met Prof. Edward Luttwak and his wife, the artist Dalya Luttwak, who on that occasionexhibited a work of enormous size and deep symbolic meaning, “Red Roots.” Arrigo was greatly fas-cinated by the symbolism and power of this artist. This was also to have consequences on his style,which evolved towards greater symbolism, almost becoming abstract. In the same year he was a finalist at the world competition “Art and Bioethics” organized byUNESCO (with 23 countries participating). In 2012 “Nameless” was inaugurated. This was a solo itinerant exhibition held first at Montecitorio(monumental complex of Vicolo Valdina - Rome, Chamber of Deputies) and then at Palazzo Sant’Elia,the headquarters of the Province of Palermo (now housing the homonymous foundation) The cata-logue of the exhibition was introduced by Marisa Vescovo, Aldo Gerbino and Fabio CarapezzaGuttuso. In 2013 Arrigo moved to Rome, where he taught at the G. C. Argan State Art School and was host-ed by the art historians Maurizio Calvesi and Augusta Monferini. There he underwent a further stylistic

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evolution, which tended to increased synthesis of pictorial elements, and in parallel with the newseries “Drops” and “Beautiful Decadence” drew, with the architect Anna Russo, a line of interior fit-tings and interior tiles (produced in a limited series, by the highly specialized craft firm Scianna inBagheria). These works were to be exhibited at CERSAIE in Bologna and MADE EXPO 2013 in Milan(with J and Well interior design of Pietro Tornatore & Co.) Also in 2013, he privately presented to friends, including Edward Luttwak and the esteemed artistDalya Luttwak, some works in the new series Drops and Beautiful Decadence at his own studio inBagheria (Palermo province). He was invited to participate in the “week of cultures” in preparation for the candidacy of Palermo tobe a Capital of Culture in 2019 with a solo exhibition entitled Drops, handled by the art historianLorenzo Canova. New museum acquisitions of works by Arrigo are ongoing. Arrigo lives and works partly in Rome and partly in Bagheria (Palermo province).

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Finito di stampareper conto delle Edizioni Plumelia (di A&P)

nel mese di settembre 2013presso le Officine Tipografiche Aiello & Provenzano

Bagheria (Palermo)