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Dadrim Arresta il sistema Manuale per l'unica rivoluzione possibile www.dadrim.org

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Page 1: Arresta Il Sistema

Dadrim

Arresta il sistema

Manuale per l'unica rivoluzione possibile

www.dadrim.org

Page 2: Arresta Il Sistema

Se fra queste pagine troverai un'ispirazione, un aiuto, un senso o una semplice compagnia,

condividile.

Arresta il sistema

Pubblicato nel 2012 su

www.dadrim.org

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Chi è Dadrim

Pierluigi Peruffo (Dadrim) nasce a Vicenza il 5 ottobre del 1979. Dopoaver trascorso un’infanzia e un’adolescenza caratterizzate da un’intensa

quanto difficile ricerca di armonia e significato, nel 1999, l'incontro con unFrate Francescano, figura carismatica e fuori dagli schemi, determina la

svolta del suo viaggio di ricerca interiore.

Nel 2005 si laurea in filosofia e inizia a lavorare in diversi ambiti delsociale, occupandosi prevalentemente dell'educazione dei giovani e del

benessere relazionale.

Nel 2008 inizia a condividere il suo percorso di ricerca esistenziale e arispondere a domande poste da amici e ricercatori spirituali attraverso un

blog (www.dadrim.org).

Arresta il sistema

“Arresta il sistema” contiene alcune fra le risposte più significative cheDadrim ha dato, in forma scritta, a domande relative la possibilità di creare

una realtà sociale e individuale equilibrata e libera attraverso unaconsapevole trasformazione della violenza e della follia che caratterizzano

il nostro tempo.

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“In un mondo di grandi organizzazioni, di grandi mobilitazioni e movimenti di massa,

abbiamo paura di agire su piccola scala; temiamo di essere piccole persone che si occupano del loro orticello.

E così diciamo a noi stessi: “Che cosa posso fare personalmente?

Bisogna che mi unisca a un grande movimento per fare delle riforme”.

Al contrario, la vera rivoluzione non avviene attraverso i movimenti di massa,

ma attraverso una rivoluzione interiore della relazione. Soltanto quella è vera riforma,

una radicale e continua rivoluzione. Noi abbiamo paura di cominciare dal piccolo,

perché il problema è talmente vasto che pensiamo di doverci incontrare con molte persone, con grandi organizzazioni, con dei movimenti di massa.

Ma certamente dobbiamo cominciare ad affrontare il problema

in scala ridotta, cioè da “me” e “te”. Quando comprendo me stesso, comprendo te,

e da quella comprensione sorge l’amore.”

Jiddu Krishnamurti

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Sulla crisi economica, la sfiducia e l’incertezza del nostro tempo

Silvia ha scritto: L'umanità sembra muoversiin un circolo vizioso. Guerre, miseria, giochidi potere. Ne usciremo mai? Cosa pensi ditutto quel che sta accadendo nel mondo?

Un caro salutoSilvia

Dadrim ha risposto: Crisi economica, insicurezza sociale, malapolitica,progressivo deterioramento delle istituzioni, clientelarismi, baronie,assoluta mancanza di meritocrazia, rovina del patrimonio paesaggistico,abbandono delle ricchezze monumentali e artistiche. Questa è l’Italia checi appare sempre più reale. Se guardiamo poi la situazione internazionalele cose non sembrano andare molto meglio. L’interminabile conflittoIsraelo-Palestinese, l’Iraq e l’Afghanistan ancora tormentati dalla guerra,la repressione del popolo tibetano, i conflitti volutamente e comodamentedimenticati che insanguinano le terre dell’Africa, la povertà, la fame, iltraffico di organi umani, di donne destinate alla prostituzione, d’armi, didroga, il traffico di merci inutili che vanno da una parte all’altra delmondo, l’inquinamento…

Tutto questo e molto ancora è quel che quotidianamente ci riportano inostri “cari” mezzi di informazione attraverso speciali, tribune politiche,opinionisti, trasmissioni radio, telegiornali, giornali, matrici, sette e mezzi,infedeli, fedeli, ballerini, fatti nostri, per nulla personali, porte a porte,giullari, mangia fuoco, saltimbanchi, menestrelli, cartomanti, notiziestriscianti…

Ascoltando tutto ciò viene da chiedersi come faccia il mondo a ruotareancora sul suo asse senza cadere in una qualche discarica, in uninceneritore, termovalorizzatore o come lo vorranno chiamare domani. Tutti propongono la loro ricetta politica, offrono la loro lettura dei fatti, laloro colta o ignorante opinione: il nostro paese è una terra di maestri,professori, dottori, esperti, maghi e stregoni. C’è chi teme una catastrofemondiale, chi profetizza la fine del mondo, chi parla di un ritorno al

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medioevo, chi conosce ogni soluzione, ma nessuno che se ne stia zitto.Ecco allora che pure io non mi esimo dal partecipare a questa festa dipollaio, a questa sfilata pagliaccesca, perché dovrei, sono forse meno oforse di più di tutti costoro? Per chi teme una catastrofe mondiale vorreisolo ricordare che nell'arco di cento, centoventi anni al massimo, la naturacompie le sue normali, periodiche, pulizie di fine stagione cancellandodalla faccia della terra miliardi di persone. È sì!, se non ci abbiamo maipensato, ogni 100 anni, poco più, un’intera generazione scompare. Fra unsecolo la morte si sarà riportata a casa l’intera popolazione che respira ecammina in questo istante.

Quindi rilassatevi e smettete di preoccuparvi per la fine del mondo, iniziatepiuttosto a preoccuparvi di come vivere il tempo che vi rimane su questaterra, perché la fine arriverà comunque per tutti. Il problema non è mai lafine né l’inizio, ma sempre e solo "come essere" e "cosa fare" nel presente.

V’è da dire, poi, che tutti sembrano essere d’accordo sul preoccuparsi peril mondo che erediteranno i nostri figli. Bugiardi! Se tutti vivessimoveramente spaventati per il futuro dei nostri figli, non credete che le cosestarebbero già andando in un altro modo da un pezzo? Non siamonemmeno capaci di preoccuparci per il nostro futuro, figuriamoci sepensiamo a quello degli altri, figli o meno che siano.

L’unica cosa che riusciamo a fare per i nostri figli è lottare in tutti i modiaffinché essi ereditino i nostri patrimoni, le nostre posizioni di potere o inostri privilegi sociali, senza renderci conto che l’unico bene capace didurare nel tempo è l'amore e la comprensione che la natura e gli uominisono un unico organismo vivente, pertanto, come tale, non puòsopravvivere a lungo se ogni sua cellula pensa unicamente alla propriasopravvivenza o, al massimo, a quella delle cellule sue "parenti"! Dobbiamo imparare a vivere il presente in modo totale senza preoccuparciper il futuro e per il passato, liberi dall'egoismo e dagli istinti animaleschiche ancora ci abitano. La maggior parte della persone, invece, vivementalmente confinata in piccoli anfratti del tempo a causa di un'inconsciapaura per il futuro, per l'impermanenza che caratterizza ogni aspetto dellenostre esistenze e per il terrore della morte che inevitabilmente ci attende.Inconsciamente le persone percepiscono tutte queste cose, ma il terrore che

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provano all'idea di doverle affrontare le spinge a creare una sorta di vitaristretta, piena di angosce, rabbie, timori e desideri di controllo e potere.La maggior parte delle persone non vive nel presente ma "alla giornata",non molto diversamente dai maiali o dalle galline. L’uomo libero econsapevole vive nell'istante, nell'eterno presente perché ha trasceso iltempo, perché ha saputo completamente vedere e comprendere la naturaimpermanente di tutte le cose e pertanto la futilità dei nostri vischiosiattaccamenti, delle nostre dolorose dipendenze e di tutte le scioccheossessioni che ne derivano. Contrariamente l'uomo inconsapevolenemmeno sa di vivere prigioniero del tempo poiché la tremenda paura cheinconsciamente sente nei confronti dell'immensità e dell'ineffabilità delmistero dell'esistenza lo spinge a creare un mondo immaginifico che ècostretto poi a difendere con tutte le sue forze dalla continua intrusionedella realtà.

Tornando a noi, cara Silvia, quel che vorrei dire, non solo a te, ma anche inrisposta a molte domande che ho ricevuto da persone spaventate per lacrisi economica e la difficile situazione sociopolitica che stiamoattraversando, è di rimanere sereni, distanti dai pensieri della mente e dalleangosce delle cuore, per provare a entrare, pienamente liberi econsapevoli, nel cuore del problema.

Davanti a noi si stanno aprendo possibilità di cambiamento mai avuteprima. Quella che stiamo vivendo non è una crisi nazionale, ma una crisimondiale, che interessa l’intero sistema economico, politico e valoriale chel'umanità ha coltivato sino ad oggi. Abbiamo trascorso gli ultimicinquant'anni pensando che il sistema economico capitalista, sorretto dauna struttura sociale democratica e condito con una religioneistituzionalizzata di massa sarebbe stato la ricetta per tutti i nostri mali e larisposta a tutti i nostri desideri.

Abbiamo trascorso più di mezzo secolo raccontandoci di lavorare per ilraggiungimento di un sempre più vasto benessere globale. Ci siamo fattiabbindolare da parole come meritocrazia, coesione sociale, patria,famiglia, dio, stato, mentre derubavamo continenti interi, facevamo guerreper difendere la nostra pace, e piantavamo bandiere in nome di dio e dellalibertà per difendere il nostro egoismo e la nostra schiavitù spirituale. Maeccoci qua, ora forse più che mai, prossimi alla comprensione d’aver

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unicamente collaborato, più o meno consciamente, ad instaurare unadittatura di capitali, imposta e controllata da corporazioni dietro cui sinascondono individui unicamente interessati al raggiungimento dei loropersonalissimi scopi.

Gli ultimi cento anni sono stati caratterizzati da una crescita esponenzialedel controllo e del potere esercitato da poche persone su popolazionisempre più vaste. Un accentramento del potere agito unicamente peresercitare un controllo capace di soddisfare liberamente e impunementefantasie e istinti narcisisti ed egoisti. Dopo il crollo delle grandi ideologie,il sogno di poter instaurare una società democratica, basata sullameritocrazia e la solidarietà sociale ha svolto magistralmente un lavoro diassopimento delle coscienze individuali. Quante persone ancora credonoche coloro detengono posizioni di potere stiano lavorando per larealizzazione del bene collettivo? Molti, ne sono certo, ma questa crisi puòaiutarci ad aprire un po' gli occhi su alcune ovvietà.

Le nostre democrazie non hanno un tessuto comunicativo e partecipativopopolare, trasversale, capace di dare effettiva voce alle reali necessità degliindividui. Questo perché la classe politica non può rispondere alle sfidenecessarie per la realizzazione di un effettivo equilibrio e benesserecollettivo poiché deve lavorare per rispondere ai comandi di coloro che lamantengono e finanziano, coloro che posseggono i grandi capitali e imezzi di informazione. Se ci pensiamo bene i politici vengonofittiziamente eletti dal popolo.

Da un giorno all'altro i mezzi di informazione fanno apparire una rosa dipersonaggi, che nessuno ha mai visto prima, fra i quali i cittadini sarannopoi costretti a scegliere per la guida del paese. Peccato che nessuno mettapiù in discussione l'illegittimità di un tale processo. Che democrazia èquesta? Chi ha il potere impone alle masse alcuni sui uomini fra cui questesono "libere" di scegliere. Ma che libertà è questa?

Proviamo a fare un esempio. Non v'è dubbio che la maggior parte dellepersone sarebbe favorevole ad implementare trasporti pubblici, aree verdi,piste ciclabili, edilizia popolare o a costi agevolati ed energie rinnovabili.Chi non vorrebbe pagare meno le bollette, vivere in una città menoinquinata, con meno morti e feriti sulle strade, con meno caoticità e rumore

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provocati dal traffico? Chi non vorrebbe veder diminuire i costi dellabenzina e dell'auto grazie a una rete di trasporti pubblici efficiente edeconomica? Chi non vorrebbe poter pedalare con i propri figli lungoverdeggianti, sicure e silenziose piste ciclabili? Chi non vorrebbe poterpagare meno gli assurdi mutui a cui siamo costretti? Credo che questesiano tutte cose che la maggior parte delle persone vorrebbe vedererealizzate. Peccato però che i partiti siano sostenuti, se non appositamentecreati, da chi non ha nessun interesse a rendere le persone più libere. Lepotentissime lobbies dell'industria automobilistica, dell'edilizia e dellaspeculazione immobiliare, se si dovesse realizzare un quadro come quelloappena descritto, vedrebbero enormemente diminuire i loro introiti. Eccoallora che i partiti, finanziati da pochi potenti gruppi che fanno solo il loropersonalissimo interesse, mai andranno a proporre una legge o unreferendum popolare che prevede l'investimento di grandi somme peropere pubbliche di effettiva utilità.

Se si dovesse creare un equilibrio sociale che fine farebbero tutti coloroche oggi vivono solo grazie al piacere di poter essere più ricchi, potenti efamosi della maggior parte delle persone? Più una persona riesce adaumentare la sua ricchezza e il suo potere, più persone si vedonoaumentare costi e limitazioni. Più il potere e la ricchezza si accentra nellemani di pochi e più la povertà e l'impotenza si diffonde fra i molti. Questesono tristi ovvietà che nessuno più pensa e discute. La materia è limitata,le ricchezze sono limitate, gli spazi sono limitati, se qualcuno ha sempre dipiù, molti avranno sempre meno.

La nostra democrazia è una menzogna. Ci dicono che siamo liberi perchépossiamo votare. Che idiozia! Ripeto che i partiti vengono creati dallelobbies, poiché solo queste hanno i soldi per pagare campagne dipubblicità a livello nazionale, ben studiate per condizionare la gente. Lelobbies creano duo o tre partiti fondamentali, apparentemente opposti perdare l'illusione alle persone di poter scegliere, di essere libere. Grazie aquesto sistema di manipolazione finisce sempre che i soldi dei cittadinifiniscono per pagare gli interessi di gruppi sconosciuti anziché andare arispondere ai loro reali bisogni. Dividi et impera, questo è il mottofondamentale e più efficace di sempre. Disinforma, nega, menti, confondie così, poi, potrai fare ciò che ti pare! Ma qual è lo strumento più potentein mano ai gruppi di potere che decidono le sorti del pianeta? Lo strumento

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si chiama “Mass Media”. Già la parola dice tutto: veicolo di massa. Lepersone non sono più pensate e trattate come individui ma come masseinformi, meccanismi senza un'anima, materia priva d'autonomia, pensieroe sentimenti.

Ho sentito ripetere più volte da molte di quelle sottospecie di politici,giornalisti e intellettuali che girano per le tv che i mass media hanno unascarsa rilevanza per quanto riguarda la costruzione del pensiero delcittadino medio. Insomma, la tv e, più in generale, tutti i mezzi dicomunicazione, non hanno un gran potere di direzionare la vita, le scelte ei pensieri delle persone. Ma ci rendiamo conto di cosa sono capaci di dire?Se non sono i mezzi di comunicazione che plasmano il pensiero di massacosa lo forma? Ovviamente, seguendo questi illustri pensatori, la massa siforma ed informa grazie alle nostre illuminanti scuole e università,andando a comizi, dibattiti ed incontri per approfondire le concezionipolitiche che stanno alla base di concetti quali “democrazia”,“liberalismo”, “comunismo”, “società dei capitali”, “libero mercato”… Nesono convinto! Ne sono così convinto da ritenere che se domani Maria DeFilippi e i ragazzi dei sui "profondi" programmi televisivi fondassero unpartito chiamato “Uomini e Donne”, Berlusconi avrebbe già perso leprossime elezioni. Non sto scherzando. La signora De Filippi potrebbetranquillamente essere il nostro prossimo Premier!

Le persone hanno attribuito così tanta fiducia ai politici, alla stato e ai suimezzi di informazioni al punto di non metterli più in minima discussione.Un altra parte della popolazione è così nauseata e confusa da non volernesapere più niente. Il risultato va comunque a favore di chi governa.Disgraziatamente il pensiero di massa esiste ed è ben radicato, pocoimporta se l'abbiano creato i mass media o questi abbiano semplicementesfruttato un'attitudine umana preesistente. È inutile chiedersi se sia natoprima l'uovo o la gallina, quel che conta è che oggi abbiamo di fronte ainostri occhi un uovo grande come una casa e una gallina che continua acovare mostri. Su una cosa non v'è dubbio, troppe persone amano dormireprofondamente sognando che qualcuno le stia proteggendo e guidando, edaltrettante troppe persone sono unicamente preda della disperazione. Ecco allora che i mezzi di informazione sono l’arma più potente che siamai stata usata, poiché capace di sfruttare la massimo i mali più grandi chevi siano nell'animo umano: incoscienza, paura e ignoranza.

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I massa media possono far nascere guerre, far divenire dei conflitti incorso dei conflitti fantasma, cambiare in poco tempo il nostro modo dimangiare, vestire e comportarci. Possono farci credere qualunque cosavogliano farci credere. Possono far divenire, dal giorno alla notte, un uomofamoso, farlo diventare un nessuno, un criminale o un santo, un genioinsuperabile o un povero cretino. I mass media sono onnipotenti, pertantochi li controlla e dirige è onnipotenteLe motivazioni alla base del loropotere sono varie.

Alcune di queste:

• Come dicevo la maggior parte della gente non li mette mai in dubbio.• Si muovono fuori dallo spazio e dal tempo. In un secondo un politico

può raggiungere 60 milioni di persone. Un uomo comune per riusciread avere lo stesso risultato andando per strade e teatri impiegherebbe30 anni.

• Il loro immenso numero di lettori, ascoltatori e telespettatori, creaquell’effetto che potremmo chiamare “moltiplicazione del potere difascinazione”, e cioè, quando guardo e ascolto una persona che soessere contemporaneamente guardata e ascoltata da altri milioni dipersone, le sue parole e la sua immagine aumentano di potenza tantoquanto sono le persone che credo la stiano ascoltando e vedendo.Questa, a mio avviso, è anche la spiegazione del perché tutti coloroche partecipano a un qualche reality, non appena parlano di sé ovedono un parente scoppiano in lacrime. La “moltiplicazione delpotere di fascinazione” è, infatti, bidirezionale. Chi guarda attribuiscegrande importanza a ciò che vede, ma anche chi è guardato eascoltato subisce un'intensificazione degli stati emotivi e mentali acausa della consapevolezza d’essere visto da milioni di persone. IMass Media sono praticamente degli amplificatori degli staticoscienziali degli individui. Questo è anche il segreto del grandesuccesso di tutti quei programmi che mettono i fatti della gente inpiazza o il perché le notizie di cronaca nere occupino sempre i primiposti di giornali e telegiornali.

Il mezzo di comunicazione più potente di tutti è ovviamente il televisorepoiché interagisce con quasi tutti i nostri organi sensoriali, pertanto penetra

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nelle nostre menti ben più in profondità, inconsciamente e velocemente. Lacapacità che abbiamo di assorbire qualcosa unicamente attraverso la letturaè notevolmente inferiore rispetto alla possibilità che abbiamo attraversoimmagini accompagnate da parole. Questo perché nella nostra storiaevolutiva l'uso del pensiero è un'acquisizione relativamente recente. Inoltre il pensiero astratto è particolarmente inattivo nelle nuove generazioniproprio grazie all'azione di tv e sistemi multimediali. La televisionebombarda rapidamente di immagine e stimoli la nostra mente impedendoquella riflessione e sedimentazione di concetti e significati a cui,contrariamente, la lettura ci costringe per sua natura.

Ora, se questa è la reale potenza dei mezzi d'informazione, non possiamofare a meno di constatare che tutto ciò che non passa attraverso di loro,gran poco può fare per mutare una struttura di potere che si sostieneproprio grazie a questi. Le grandi industrie e le multinazionali controllanoe posseggono i mezzi d’informazione. Controllano poi la politica perchésenza una politica assoggettata ai loro interessi non potrebbero mantenere igrandi capitali. Per poter accedere alla politica e tentare di mutare le cosebisogna accedere ai mezzi di informazione, ma i mezzi di informazionesono nelle mani, come dicevamo, di chi ha tutti gli interessi affinché lecose non cambino mai, e così pare d'essere di fronte ad una cintura dipotere inviolabile.

Qualcuno potrebbe dire che internet è la grande speranza per una realedemocrazia, ma per ora internet non è ancora sufficientemente diffuso frala popolazione, in oltre offre fonti di informazione di ogni tipo, vere,confuse, false, contraddittorie, e ciò non facilita certo il pensiero dipersone già molto confuse e prive di strumenti d'orientamento. La vastità epluralità di fonti di informazione che offre internet è la sua forza e bellezzama anche il suo limite e credo sia anche il motivo per cui è ancoradiscretamente libero.

Allora non c’è speranza? No, anzi, dal mio punto di vista la crisi chestiamo attraversando apre notevoli possibilità. Ma prima di tutto dobbiamocomprendere che la triste situazione in cui versa l'umanità intera non èmutabile attraverso un’azione mirata a sostituire i vertici che stanno a capodella piramide. Tale azione, nell’arco dell’intera storia umana, si è semprerivelata inconcludente per alcuni fondamentali motivi.

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Primo, non si può pensare che unicamente sostituendo chi oggi è al poteresi possa ottenere un ordine sociale diverso, poiché è la struttura stessadella società a basarsi integralmente su logiche gerarchiche, di controllo edi esercizio del dominio personale o di casta a discapito dei più deboli. Lasete di potere e controllo è un fenomeno umano che tocca trasversalmentetutte le fasce sociali, dal povero al ricco, dal colto all'ignorante, dal biancoal nero, dall'occidentale all'orientale, dal religioso all'ateo. È pertantosciocco ritenere che il mondo patisca queste condizioni per colpa diqualche politico o di qualche multinazionale priva di etica. È la stessapsicologia di massa ad essere intrisa di “valori” che incitano al dominio, alnarcisismo, alla sopraffazione e allo sfruttamento del più debole. Secondo,anche se domani mattina, per qualche miracolo, salisse al potere un essereilluminato, entro sera quel poveretto verrebbe sbranato vivo dai lupifamelici che sotto di lui sbavano per impadronirsi della sua sedia. Pertantoritengo che il sistema sociale e politico che abbiamo non sia mutabileattraverso un’azione volta a sostituire i vertici del potere. Come mutarel’ordine del cose? Iniziando dalla base, dalle masse, dai singoli individui edalle loro coscienze. Lavorando per un progressivo risveglio coscienzialedi sempre più individui.

Per poter cambiare le cose e vivere veramente in pace e in armoniadobbiamo iniziare da noi stessi liberandoci da tutte le nostre paura,ambizioni, da ogni forma di pensiero gerarchico, dipendente, piramidale,da ogni bisogno di essere applauditi, confermati, guidati, lodati, idolatrati,da ogni timore di essere puniti e rifiutati. Abbandoniamo il nostronarcisismo ed egoismo per dare vita a una realtà fatta di libertà di pensiero,autodeterminazione, uguaglianza e amore. Quando sempre più individuiinizieranno a vivere così, il loro Essere coraggiosi, indomabili, i loropensieri, le loro parole e le loro azioni non potranno far altro cheespandersi, toccando l'anima di sempre più persone, distruggendoprogressivamente la psicologia di massa.

Scopriamo la stupidità d’ogni desiderio di ricchezza superiore a ciò che c’ènecessario per vivere. Ricerchiamo sempre e solo, come prima cosa, lapace del nostro cuore e la libertà della nostra mente, tutto il resto verrà dasé. Se così vivremo, la piramide su cui oggi si fonda il potere, inizierà avacillare sino a cadere, poiché inizieranno a sgretolarsi le basi su cuipoggia.

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Il concetto di nazione intesa come entità chiusa, da difendere, inopposizione a ciò che è altro da se stessa sta svanendo, i confini degli statie dei continenti stanno, uno ad uno, cadendo. I popoli dell'intero pianeta sistanno incontrando e scontrando nel tentativo di conoscersi e riconoscersi,mentre un'unica lingua mondiale si sta lentamente creando e diffondendo. Ispirato da tali condizioni di cambiamento provo ad immaginare unpossibile futuro dove l'umanità vive unita da un unica lingua, ma doveogni popolo rimane custode della sua cultura, della sua lingua madre edelle sue origini. Provo a immaginare un mondo dove non v'è più alcunanecessità di vivere sottomessi al controllo delle fonti energetiche da partedelle grandi corporazioni grazie allo sviluppo e alla diffusione delleenergie rinnovabili. Se questo mondo si basasse su una produzione libera erinnovabile delle energie, molto probabilmente vedremmo finire gran partedelle guerre attualmente in corso e ne eviteremmo altrettante. Ancora,provo ad immaginare un mondo dove ogni bambino nasce con una piccolacasa a lui già riservata per quando sarà grande poiché la società che loaccoglie ritiene che ogni individuo, sin dal suo primo giorno di vita, abbiail diritto di avere un tetto garantito. Credo infatti che così facendo granparte della paura e dell'odio che caratterizzano il nostro tempoperderebbero una delle loro principali cause.

Quando un individuo nascerà e crescerà libero dalla paura di non riuscire arispondere ai propri bisogni fondamentali, quando ogni bambino sentirà dinon dover dare prova di valore alcuna per poter meritare di vivere,l'umanità dimostrerà finalmente d'essere degna di desiderare dei figli. Soloallora si potrà pronunciare senza vergogna la parola famiglia. Per uscireveramente rinnovati da questa crisi mondiale lo sviluppo tecnologico devemuoversi sempre più rapidamente verso un’armonizzazione e integrazionecon l'ambiente. Ma tutto ciò è possibile solo se iniziamo a comprendereche il nostro ruolo in questo universo non è quello dell’organismoparassita, ma quello del genio scopritore estasiato dalle meraviglie delmondo, dell'amante e dell'artista. Dal mio punto di vista tutto ciò, oggi,può accadere più facilmente, proprio grazie agli strappi che questomomento di confusione e ripensamento generale sta creando nelle magliedel vecchio sistema, dipende unicamente da ognuno di noi.

Pertanto...

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Se siamo scienziati lavoriamo per creare una sempre più profonda e ampiaarmonia con la natura che ci circonda. Se siamo scrittori, poeti, filosofi oartisti d’ogni genere, diffondiamo la nostra arte sino al più remoto angolodella terra, sino a colmare ogni cuore e ogni mente di pura bellezza,fantasia e creatività.

Se siamo artigiani, operai, impiegati, imprenditori o lavoratori d’ognisorta, usiamo il nostro genio e il nostro sforzo ricordando sempre e comeprima cosa che il mondo è un unico organismo vivente. Operiamo quindiper creare unità e benessere reale per tutti, non lasciamoci ingabbiare dapensieri egocentrici o corporativi. Se ci troviamo, nostro malgrado, a doveroperare all’interno di un'organizzazione che agisce distruttivamente,cerchiamo di contagiarla con la nostra libertà d'animo e di pensiero in ogniazione e situazione. Comportiamoci come un virus benefico all’interno diun sistema malato. Diffondiamoci piano, silenziosamente, creiamocollaborazioni e amicizie basate sulla solidarietà e l’amore incondizionati.

Se siamo disoccupati uniamoci in gruppo e condividiamo le nostre idee ele nostre forze per dare libera espressione alla creatività e a tutte le nostrecapacità ancora inespresse. Non attendiamo che qualcuno ci faccial’elemosina, ma diveniamo padroni del nostro sudore e della nostra fatica.Un uomo solo non può fare granché, ma molte anime assieme possonocreare un paradiso anche all'inferno.

I poteri che oggi sfruttano il pianeta e le coscienze rimarranno in piediunicamente sino a quando la maggioranza delle persone non desidereràessere libera, autonoma nel pensiero e nelle azioni, unita unicamente perconvogliare tutte le proprie energie in uno atto d'amore creativo. Nonaccettiamo un misero piatto di minestra derivatoci da chi ci offre unosterile lavoro già pronto, ma scegliamo un vecchio pezzo di pane frutto diuna fatica che amiamo fare liberamente. Solo facendo ciò che amiamo, ungiorno, un pezzo di pane potrà diventare una grande tavola imbanditad’ogni bene per noi e per molti altri, ma se accettiamo un piatto diminestra già pronta, fra cent’anni avremo sempre e solo un piatto diminestra, in più, condito da mille angosce e tristezze. Sogno che questipensieri circolino più di quanto oggi circoli il denaro, e si radichino nellecoscienze più di quanto possa sprofondare nella terra una quercia

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millenaria, poiché credo che solo così v'è la speranza di poter accendere unfuoco capace di illuminare sempre più uomini.Questa ribellione è silenziosa e pacifica come una foresta che cresce,questa, per me, è l’unica vera rivoluzione possibile. È l'unica rispostaconcreta ai nostri mali!

Con affettoDadrim

Cambiare questa società è possibile?

Fabio ha scritto: Ciao Dadrim, oggi, aridosso della discussione della tesi di laurea,mi sono alzato dal letto un po' teso, masoprattutto amareggiato per tutto quello chesta succedendo. So che domani sarà ungiorno importante per la mia vita, ma in chetermini? Alla fine sarò un altro prodotto delsistema che giudica una persona

proporzionalmente ai suoi titoli. Penso inoltre alla pazzia dell'uomo perquel che succede a Fukushima e in Libia, alla sua brama di potere. Alcunevolte mi fa vomitare l'indifferenza delle persone per le grandi tragedie e mifa ancora più vomitare il ciarlare che ne facciamo senza fare nulla diconcreto! Ma anche io faccio parte di questa cricca di mezzi uomini pienidi sé! Domani discuto la tesi, così potrò sventolare il mio pezzo di cartadavanti a chi non ha studiato come me e magari sentirmi superiore, cosìcome vuole la nostra società! Mi guardo allo specchio e vedo uno schiavoin mezzo agli schiavi, un uomo che vive in una prigione di cemento, divestiti firmati, di scalate sociali senza remore e non si accorge di quanto èbella la terra con i suoi colori e le sue forme. Ogni volta che disprezzo lasocietà di oggi mi rendo conto di odiare anche me stesso! Siamo tutti braviad acclamare le nostre intenzioni, ma quando arriva il momento di farequalcosa di concreto troviamo sempre una scusa. Sono triste e amareggiatoper l'umanità, per la nostra arroganza e superbia, ma come dice il detto: chiè causa del suo male pianga se stesso!

Dadrim ha risposto: Caro Fabio, rilassati e goditi la tua laurea! È vero, un

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titolo di studio, appena preso, è solo conoscenza, starà a te, poi, deciderecome utilizzarlo. Potrai usarlo per essere arrogante e astuto con chi è menocolto di te, o potrai usarlo per arricchire questo mondo. Ora, però, goditiquesto traguardo, poiché per ottenerlo hai dovuto faticare e impegnarti.Premesso questo riflettiamo un po' assieme. La società non esiste, omeglio, esiste unicamente come tessuto di relazioni fatte da singoliindividui. Tante singole persone messe assieme formano una società, mal'idea astratta di società è un inganno della mente. È per questo che tutte leideologie sono fallite: comunista, fascista, capitalista. Un'ideologia èun'astrazione della mente, un prodotto di pochi o del singolo, che si tentadi applicare alla massa, alla società, cioè ai molti. Peccato però che lasocietà sia fatta di tanti singoli individui che la pensano in modi diversi eche sognano e desiderano cose diverse. Nessuna ideologia potrà mairisolvere i conflitti dell'uomo, anzi, li acuirà sempre, li esaspererà poiché,in verità, è l'ideologia stessa la sorgente di ogni umana aberrazione.Un'ideologia può imporsi unicamente attraverso un esercizio di forza econdizionamento più o meno intenso, su fasce più o meno estese dipopolazione, da parte di chi detiene il maggior potere politico. Se cosìstanno le cose il problema di un'organizzazione ideologia della società èevidente. Tutto ciò che viene imposto dall'esterno, con la forza, ai singoliindividui o a gruppi di persone, innesca una continua resistenza che neltempo porta prevalentemente a due conclusioni: l'annientamento di chi sioppone all'ideologia o il soverchiamento dell'ordine precostituito.

Un'ideologia, inoltre, anche qualora fosse discretamente accettata dallaquasi totalità degli individui è comunque destinata a generare nel tempovari conflitti sociali poiché coloro che sono al governo di una pluralità diindividui, una volta ottenuto il potere, hanno tutti gli interessi a non farmai cambiare le condizioni socio-politiche che gli hanno permesso diassurgere a tale condizione di privilegio. La storia, infatti, ci mostra comeanche tutte le grandi ideologie rivoluzionarie, una volta ottenuto il potere,si siano tramutate in aberrazioni anche peggiori delle istituzioni politicheche avevano precedentemente combattuto. L'animo umano muta incontinuazione. I pensieri, i sogni e i desideri delle persone cambiano, macoloro che detengono il potere, non hanno alcun interesse che ciòavvenga. Soprattutto che avvenga un mutamento capace di rendere lepersone così consapevoli e libere da non aver più bisogno di esseregovernate e controllate da qualcuno.

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Per questo sostengo che l'unica vera rivoluzione possibile potrà nasceunicamente dall'amore e dalla consapevolezza che gli individui saprannocoltivare in se stessi. L'unica rivoluzione possibile verrà dalla nascita diuna nuova educazione basata sullo sviluppo di qualità interiori come lafratellanza, la condivisione, il gioco, la risata, il rispetto reciproco. L'unicavera rivoluzione possibile deve partire dalle scuole dell'infanzia, dal ventredelle mamme, dalla voce serena e forte dei papà, dei singoli individui chepensano partendo dall'ascolto dei veri bisogni dell'umanità. Uncambiamento radicale non può in alcun modo nascere dalla meramodificazione di politiche fatte da vecchi scemi per dei vecchi scemi. Uncambiamento globale forse verrà, ma ci vorranno secoli, forse millenni, adifferenza del cambiamento che possiamo attuare nelle nostre coscienzeindividuali, ora. Questo cambiamento che è l'unica vera base di ogni realemutamento globale futuro. Come dicevo al principio di questa miarisposta, la società esiste solo come insieme di tanti singoli individui,pertanto solo il cambiamento interiore, spirituale, coscienziale dellesingole persone potrà determinare il cambiamento delle masse. L'ideologiainvece pretende di cambiare gli individui partendo da ragionamenti dimassa, considerando le persone come numeri e oggetti da mettere in riga, alavoro, in ordine.

Caro Fabio, affermi di vedere la miseria di questo mondo e di intravederela bellezza che quotidianamente perdiamo. Bene!, questo è un buon inizio,ma non fermarti a questo, inizia a dimorare nella bellezza, ad esserebellezza! Sii un punto di rottura con il passato, una porta verso il nuovo,l'ignoto e il mistero! Cosa te lo impedisce? Vuoi vestiti firmati, vuoi esseregiudicato e giudicare per il tuo conto in banca, per la macchina che guidi,per la casa che abiti? Vuoi essere amato da qualcuno che ti vede per ciòche possiedi? Vuoi amare per ciò che qualcuno possiede?

Non credo, altrimenti non mi avresti scritto e non sentiresti dell'odio dentrodi te. Bene ancora, dico io!, prendi quest'odio, che altro non è che energia,e riversalo nella creatività, nell'amore, poiché serviranno molti uomininuovi per poter donare alle generazioni che stanno crescendoquell'educazione di cui parlo: un'autentica e reale possibilità di essere evivere! La società come astrazione del pensiero non esiste, ma esisti tu etutte le persone che incontrerai lungo la tua strada e che potrai contagiare

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con il tuo modo di essere e di pensare diversamente, liberamente e conamore. Cambieremo il mondo? Non oggi! Ma come disse Madre Teresa diCalcutta: "Sappiamo che il nostro lavoro è solo una goccia nell'oceano, mal'oceano sarebbe meno profondo senza quella goccia".

Goditi la tua laurea, gioisci, perché ora che hai più mezzi per operare inquesto tempo, ti aspetta una maggiore responsabilità e un maggior lavoro.Sii uno strumento di pace e amore, sii uno strumento del cambiamento chemeritiamo!

Congratulazioni e buon lavoro! Un abbraccioDadrim

Ci sentiamo mediocri perché incapaci di essere veramente mediocri

Francesco ha scritto: Caro Dadrim, spessomi capita di pensare di essere una personapriva di talenti. Negli studi non ho maibrillato; di recente ho dovuto abbandonarel’università. Ho sempre incontrato difficoltànei rapporti con gli altri e ho sofferto disolitudine. Cerco di svolgere in modocoscienzioso il mio lavoro, ma spesso miaccorgo di non essere efficace e capace di

risolvere i problemi. Anche il mio aspetto fisico sembra riflettere un sensodi mediocrità. Nella vita di tutti i giorni sperimento questi e altri limitirispetto ai quali provo una sensazione di profondo disagio. Non riesco adare un significato positivo ai miei limiti, che siano intellettuali,caratteriali o fisici. Per trasformare i fallimenti in opportunità bisognaessere dotati di una forza creativa che non so dove trovare. Perdona laconfusione di queste righe, forse riflettono la mia ancora scarsaconsapevolezza. Cerco un punto di partenza, un'indicazione…

Un abbraccioFrancesco

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Dadrim ha risposto: Caro Francesco, ricordo un pranzo a cui partecipaida piccolo. Ero con i miei genitori, una coppia di amici e il loro figlio cheaveva pochi anni più di me. Mangiammo il primo, poi arrivò il secondocon i soliti contorni di verdure. Come spesso ho visto accadere, a noipiccoli ci riempirono il piatto di spinaci dicendo che dovevamo mangiarliperché facevano un sacco bene. Fortuna voleva che a me non dispiacesseropoi tanto, ma stessa buona sorte non toccò al mio compagno che lidetestava.

“Mamma, sai che non mi piacciono gli spinaci, mangio solo un po' diinsalata”, disse il mio amichetto. Sciaguratamente io avevo già iniziato amangiarli, ma se avessi saputo come si sarebbero messe le cose giuro chegli avrei lanciati fuori dalla finestra. Quella grande e sensibile educatricedella mamma del mio amico iniziò il suo sermone della montagna: “Maguarda Pierluigi come li mangia senza fare storie, perché tu vuoi farequeste brutte figure? Sai che li devi mangiare perché fanno molto bene e ilcibo non si può buttare via. Quante volte ti ho detto che tanti bambinistanno morendo di fame?! Dovresti vergognarti per quanto capriccioso sei!Su dai inizia a mangiare! “Ma mamma, mi fanno vomitare, non riesco amandarli giù”, rispose il bambino.

“Qui non è questione di cosa ti piace o non ti piace, ma è questione diavere un po' di buona volontà e sforzarsi di fare anche le cose che non sivogliono fare perché sono sopratutto queste che ci fanno crescere. Saiquante volte ti capiterà di fare ciò che non ti piace ma dovrai farlocomunque!”, ribatte la madre.

Questo discorso demenziale continuò per un bel pezzo, fra le lacrime e glisforzi di vomito di quel bambino e le idiozie di quella donna. Continuòsino a quando quel maledetto piatto di spinaci non fu vuoto, a dispetto delmio che rimase mezzo pieno perché divenni cosi teso e imbarazzato da nonriuscire più a mangiare nemmeno uno di quei fili d'erba che in quelmomento sembravano divenuti la cosa più importante e ingombrante delmondo: una cosa così importante e ingombrante da non poter certo trovarespazio nel mio piccolo e ristretto stomaco.

In un piatto di spinaci quella donna vedeva molte cose: la fame del mondo,la vergogna e la colpa di una società ricca e opulenta che usa e consuma

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senza criterio, il futuro fallimentare di un bambino che, cresciuto senzamidollo, non sarebbe riuscito ad affrontare le cose indigeste che la vita gliavrebbe riservato. Ma ci rendiamo conto di quanto fossero divenuti pesantiquegli spinaci per quel povero bimbo!? Degli spinaci possono conteneretutto questo? Pare che per qualcuno sia possibile, soprattutto per qualcunocome quella povera signora che non vedeva nulla di male nella pellicciache indossava, nella macchina da 5 chilometri con un litro che guidava e inquel cornuto di marito con cui ancora stava.

Se guardandosi allo specchio non si vede il letame che si ha spiaccicatosulla faccia, finisce sempre che si notino solo quei piccoli pezzi che,staccandosi dal mascherone, finiscono per cadere nel piatto in cui stamangiando qualcun altro, e, paradossalmente, è poi lì che si finisce perindispettirsi. Cosa indento?

Questa nostra società ci insegna l'ipocrisia, la stupidità, la falsità,l'umiliazione e la negazione del nostro sentimento più libero e profondo. Non si deve avanzare del cibo nel piatto per non sentirsi in colpa per tutticoloro che non hanno nemmeno un piatto su cui mangiare. Questa è lasintesi perfetta della morale occidentale. Mangia sino a scoppiare, nonavanzare nulla perché c'è chi non ha quel che tu hai, anzi, a dire la veritànon ha proprio nulla, pertanto non chiederti perché le cose stiano così, nonchiederti se dipenda anche da te, non chiederti se tu possa fare qualcosaper cambiare la situazione: non chiederti nulla, non fare nulla, basta chenon avanzi del cibo nel tuo piatto!

Ma la lezione del piatto di spinaci non finisce qui, è immensa, è biblica... La nostra società ci insegna che non possiamo mangiare ciò che ci piace!Come possiamo permetterci di dire no a quel che essa ci impone, a ciò percui tutti, introno a noi, si sacrificano senza alcuna pietà di se stessi e deglialtri? Preferiamo qualche foglia di insalata ai tanto sani e buoni spinaci o,peggio ancora, affermiamo di voler mangiare ciò che ci piace, dichiariamoesplicitamente l'esistenza di un nostro sentire, di un nostro volere, di unnostro essere? Ingrati, vergognosi, arroganti. Gli spinaci fanno bene, cosìdicono tutti, così ci insegna la società. Nel seguire questo tutti soffrono peruna vita intera e noi affermiamo che ci fanno schifo? Vergogniamoci,sentiamoci in colpa per la nostra arroganza e per la nostra mancanza dirispetto nei confronti di coloro a cui dobbiamo tutto.

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“Io sto ancora con tuo padre anche se non lo amo più da anni, anche se hotrovato piacere in un altro abbraccio, se non sopporto più di passare le notticon lui, e tu non riesci a mangiare un piatto di spinaci? Ma sai cosasignifica questo? Sai cosa significa non riuscire a fingere di accettare ciòche non ami come se lo amassi? Significa non essere più rispettati,significa dover vivere soli, pensando con la propria testa, sentendo con ilproprio cuore, rimanendo fedeli alla propria verità. Figlio mio, questa èuna vita terrorizzante, è una vita per pochi eletti, coraggiosi e folli.

Non posso permettermi che tu debba correre il rischio di una responsabilitàsimile, di un dolore così grande, che forse non ti porterà a nulla. Mangiaquesti spinaci, impara ad accettare ciò che non senti, impara a metterel'idea della massa sopra la tua ragione, impara ad abbassare la testa difronte al tuo capo, a farti gli amici giusti nel posto giusto. Impara ad essereservile così verrai servito, ad essere accondiscendente così saraiaccondisceso, ad essere mansueto così non sarai mai esposto alpericolo. Questa società è piena di lavori idioti, inutili, mortificanti, seguemode e costumi avvilenti, intrattiene e addormenta le persone conspettacoli miserabili, con ragionamenti vili e meschini, predica il falsousando abilmente parole vuote, morte, senz'anima. Figlio mio, impara dasubito ad adattarti, mangia questi spinaci, perché fanno bene. Lasciaperdere cosa ti piace o non ti piace, lascia perdere la verità, la libertà,l'amore, il rispetto. Se dovessimo iniziare a prendere in considerazionetutte queste cose non sarebbe più finita. Perderesti il novanta percentodelle relazioni, guadagneresti poco e niente, saresti deriso, isolato,scacciato, maltrattato, e tutto perché faresti una paura tremenda. Figlio mioimpara da subito a mangiare ciò che ti dicono faccia bene e non farmipatire tutto questo dolore”.

Ecco, probabilmente, cosa vedeva e voleva comunicare quella mammaattraverso un piatto di spinaci, e non è niente di raro, continua ad accaderetutti i giorni. Noi adulti inconsapevolmente passiamo questi messaggiattraverso cose piccole, ma che ai bambini appaiono fondamentali e chiare.Ecco come i figli apprendono la nostra lezione, proprio quando noipensiamo di averli salvati dai nostri condizionamenti. Caro Francesco,negli studi non hai mai brillato, cerchi di svolgere il tuo lavorocoscienziosamente, non ti senti efficace e capace di risolvere problemi, il

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tuo aspetto ti risulta mediocre. Ora mi chiedo: ma quanti spinaci ti hannofatto mangiare quando eri piccolo, e quanto ti facevano vomitare? Io credoche tu ti stia ingannando da solo chiamando limiti cosa che in realtà sonofrutto del tuo innato sentire. È come se quel mio piccolo amico delracconto avesse iniziato a pensare: “Guarda che limitato che sono, nonriesco a mangiare gli spinaci, non riesco a sforzarmi, sono così debole efragile che poche manciate d'erba mi fanno venire i conati di vomito”.Capisci quel che intendo Francesco? Se quel bambino avesse iniziato apensare così di sé, probabilmente si sarebbe sforzato per anni di mangiarequegli spinaci, divenendone sicuramente capace, ma altrettantosicuramente si sarebbe sentito una persona mediocre. Mediocre significaproprio questo: colui che sta nella media, che fa ciò che gli altri fanno perpaura di non essere accettato, a discapito del suo profondo e libero sentire,a discapito della sua libertà e dalla sua capacità di essere ciò che è.

Dici di aver sempre incontrato difficoltà nello stare con gli altri. Perfortuna!, dico io. Per come stanno messe oggi le cose, se una persona mivenisse a dire di non aver mai incontrato problemi stando con gli altri,d'istinto chiamerei subito uno psichiatra. Solo i cretini possono non avereproblemi e solo i cretini possono non sentirsi mai sopraffatti dallasolitudine. Il problema per me sta nel fatto che tu interpreti le tue difficoltàe la tua solitudine come una sorta di incapacità d'adattarti alla massa, allanorma, alla mediocrità. Paradossalmente ti senti mediocre perché nonriesci a vivere come i mediocri. Forse hai provato così tanto a mangiare gli“spinaci” che ora non ti ricordi nemmeno più cosa ti sarebbe veramentepiaciuto mangiare. Non interpretare il tuo non riuscire ad adattarti come unlimite perché nel mio modo di vedere la vita l'incapacità di adattarsi èl'unica vera possibilità di fare un salto di qualità, di entrare in contatto conla nostra realtà più profonda.

Sono i disadattati che permettono l'evoluzione della società, non i beninseriti.

Tu dici: “Non riesco a dare un significato positivo ai miei limiti, che sianointellettuali, caratteriali o fisici”. Per forza che non vi riesci: staichiamando limiti cose che non sono tali. Secondo te, se non ho il coraggiodi suicidarmi ho un limite? Se non ho il coraggio di sparare ad un ladro houn limite? Il nostro tempo chiama limiti cose che in realtà sono segni

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d'intelligenza e sensibilità. Chiama limite il non accettare compromessimiserabili, il non voler imbrogliare, il non voler vivere per guadagnaredenaro al fine di guadagnare denaro, il non voler fare sesso con ognigorilla che si incontra per strada, il non voler apparire ad ogni costo. Cerco di spiegarmi meglio. Tu dici: “Per trasformare i fallimenti inopportunità bisogna essere dotati di una forza creativa che non so dovetrovare”. Per me, il trasformare i fallimenti in opportunità è la via delfurfante.

Compro un terreno edificabile per 100 mila euro e poi scopro che sonosabbie mobili. Penso un po' e poi mi dico: “E se ci facessi una belladiscarica? L'immondizia che vi sverso mi farebbe da fondamenta e ciguadagnerei pure un bel po' dato che l'ente pubblico non trova mai nessunluogo da trasformare in pattumiera. Poi, una volta colma, la ricopro benedi terra, do un po' di tangenti al tizio che decide i piani regolatori delcomune e la faccio trasformare nuovamente in zona edificabile. Così quelche ora valeva 100 domani varrà un milione”. Questo significa trasformareun fallimento in un'opportunità, ma significa anche fregare la gente. Tuvieni fregato e per uscire dalla fregatura trovi il mondo di fregare altri ildoppio. Questo è ciò che oggi viene chiamato creatività, peccato che perme questa sia solo ottusità e vigliaccheria. Per me i fallimenti non vannotrasformati attraverso ambigue “forze creative” in opportunità, ma vannosemplicemente compresi. Infatti, noi chiamiamo "fallimento" solo ciò checi pare non trovare senso, solo ciò che non comprendiamo. Al cospetto diciò che non comprendiamo possiamo fare due cose: rifilare ciò che noncomprendiamo a qualcun altro o scoprirne il messaggio nascosto. Peresempio, la fine di una relazione è spesso detta “fallimento sentimentale”.Perché lo chiamiamo “fallimento”? Perché di norma in una relazionevogliamo che le cose vadano in un certo modo senza prestare attenzione alcome stanno andando realmente. Così facendo accade che ciò cheimmaginiamo crolli a contatto con ciò che realmente è, e da questipresupposti iniziamo a crearci idee di fallimento o imprese non riuscite. Èil dolore di questo crollo che ci fa usare la parola fallimento. Di norma,poi, non amando fare i conti con ciò che abbiamo sbagliato, iniziamo ascaricare tutte le responsabilità sull'altro. Io sostengo che non esistonofallimenti quando iniziamo a comprendere la realtà che si cela dietro ad unaccadimento. Dobbiamo mettere da parte l'idea che abbiamo di comedovrebbero andare le cose e iniziare a vedere il come e il perché vanno

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realmente. Una volta capito questo avremo guadagnato una lezioneimpareggiabile, utile sino alla fine dei nostri giorni e oltre. La furbizia el'astuzia agite per nascondere la nostra inconsapevolezza portano solo guai."Non riesco a mangiare gli spinaci, questo è un fallimento! Allora devotrovare un modo creativo per uscire da questo problema. Potrei iniziare adimmaginare che questi spinaci siano miracolosi come quelli di braccio diferro, potrei condirli con un litro di aceto balsamico o, meglio ancora,potrei iniziare a venderli ai bambini del terzo mondo così non muoiono piùdi fame, e, soprattutto, mia madre non li troverebbe più negli scaffali delsupermercato, così non me li rifila più". Questo modo di pensare e agire èsolo un modo per non fare i conti con noi stessi.

Caro Francesco, la pseudo creatività che ci hanno insegnato porta ad esserefurbi, ad aggirare gli ostacoli, magari a diventare ricchi. Potremmo persinoriuscire a vendere ghiaccio agli eschimesi. Se pensi che Renzo Rosso, ilpatron della Diesel, è riuscito a vendere jeans agli americani facendoglielipagare pure cari! Insomma, potremmo combinarne una per capello, manon riusciremmo mai a scoprire chi siamo veramente e qual'è il nostro verosignificato in questa esistenza. Credo sia un bene il tuo non riuscire adadattarti, ma devi iniziare a vederlo anche tu in questo modo, altrimentirimarrai una persona che si sente mediocre perché non riesce a viverecome i mediocri. Un bambino non ama gli spinaci, punto! Di verdure ce nesono tante, spetta a lui scoprire qual'è la sua preferita, ma soprattutto spettaa lui, quando diviene adulto, comprendere che il non voler magiare unacosa è manifestazione di libertà e unicità e non una questione di limiti,mediocrità e colpe. Per quanto riguarda la mediocrità dell'aspetto fisico,vorrei dirti solo questo: il bello e il brutto sono solo espressioni dell'anima,pertanto se la tua anima inizierà ad uscire da questa percezione dimediocrità vedrai che anche il tuo corpo ti apparirà diversamente, e diconseguenza diversamente apparirà anche a chi ti circonda. Sei tu che ticrei il mondo in cui vivi. Il mondo in sé non esiste! Guarda dentro di te,senza pregiudizi, con amore e pazienza, se così farai sono certo che un po'alla volta, guardandoti nello specchio delle relazioni, inizierai a nonriconoscere più questa vita per quanta bellezza e unicità vi troverai.In attesa della tua prossima condivisione...

Un abbraccioDadrim

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Il bruco e la farfalla: perché siamo così?

Matteo ha scritto: Ciao Dadrim, ti avevoscritto tempo fa di un mio problema e devoringraziarti per i tuoi consigli, mi sono statiutili, anche se devo ammettere di non riuscireancora ad entrare in quella dimensione di cuiparli. Vedo la strada ma faccio fatica aintraprenderla. È un cammino difficile perchécontrario a tutto ciò che ci circonda. Faccio

fatica a non farmi trasportare dalla caoticità della nostra società e spessomi capita di inciampare. Cerco di non scoraggiarmi e riprendo il camminosenza pensare al perché sono inciampato e dannarmi, anche se è veramentedifficile. Faccio fatica a liberarmi dalle mie vecchie abitudine e daicondizionamenti. A volte finisco quasi per invidiare quelle persone chevivono la vita inseguendo idee sbagliate e sogni finti senza farsi domande,senza sentire che qualcosa non va, senza soffermarsi, anche se so che èsbagliato. C'è un "perché" dentro di me che non riesco a risolvere. Perchéci sono un'infinità di persone che sembrano soddisfatte di quel che sonononostante vivano esistenze miserabili, e persone che, diciamo, non siaccontentano della vita così come gli è stata presentata, che ricercano paceinteriore o quel qualcosa, in qualunque modo si chiami, che veramenteserve per essere felici?

Ti ringrazio... Matteo

Dadrim ha risposto: Caro Matteo, quando ci accorgiamo di vivere soloper metà, paradossalmente, le prime cose che spesso proviamo sonotristezza, paura e voglia di tornare a dormire per rifugiarci nei sogni cheabbiamo sempre fatto, nonostante ora ci appaiono immensamente futili esciocchi. Tutto ciò è comprensibile! Si ha paura della strada che ora, per laprima volta, si intravede, ma di cui non si conosce ancora nulla. Inoltre sidiviene profondamente tristi per tutto il tempo che si comprende di avergettato apparentemente invano. Con il passare del tempo, però, si divieneconsapevoli che unicamente grazie a tutto il tempo speso in ciò che ora ciappare inutile siamo divenuti capaci di vedere nuovi orizzonti. Infatti,quando iniziamo a vivere ricercando il significato più profondo delle cose,

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quel che in principio ci appariva come un inutile cumulo di idee e sognisbagliati, d'un tratto diviene letame utile a rendere fertili i campi su cuistiamo tentando di far crescere la nostra nuova vita. Quando iniziamo alavorare totalmente e onestamente alla ricerca del significato ultimo diquesta nostra esistenza, come per magia, tutti i dolori e l'ignoranza chehanno segnato il nostro passato, divengono un'opportunità di crescita ecambiamento, perché comprendiamo che l'unico vero punto di partenza staproprio nel vedere pienamente chi siamo e cosa facciamo, e non certo nelcreare un ulteriore sogno in cui rifugiarsi. Durante questo processo di trasformazione ritengo altrettanto normaleiniziare a vedere tutti coloro che vivono ancora immersi in quei sogni chenoi stessi facevamo sino a poco tempo prima come degli illusi, se nonottusi, ma questo è solo l'inizio. Questo giudizio pesante, carico di rabbia edisprezzo, in noi affiora solo siano a quando teniamo ancora un piededentro le acque torbide della vecchia vita. Sino a quando il nostro processodi cambiamento non si stabilizza, viviamo la percezione che può avere unneonato quando, durante il parto, si trova ancora con tutto il corpoall'interno dell'utero materno e solo la testa fuori. In quel particolaremomento, se il piccolo potesse parlare, sicuramente inveirebbe controinfermieri, medici, parenti e tutti quei neonati che ancora vivono beati etranquilli nel ventre delle loro mamma.

Nei suoi primi momenti, la nascita, per il neonato, è più simile a una morteche a un ingresso in un nuovo mondo, in una più vasta e complessadimensione. Allo stesso modo si presenta l'inizio del nostro risvegliointeriore, pertanto è naturale vivere una fase di rabbia e invidia neiconfronti di chi dorme ancora, ben conoscendo quanto comodo erassicurante sia il loro sonno rispetto al dolore e alla paura che noi orastiamo attraversando durante il nostro risveglio. Inoltre, alcuni di queisogni, forse, ancora ci attraggono apparendoci a momenti importanti e amomenti insignificanti. Essere bruco ha la sua bellezza, come esserefarfalla, ma vivere la fase della metamorfosi è veramente difficile. Non sisa più chi si è. La vecchia vita ci chiama ancora a gran voce dalla portadella nostra cantina interiore mentre la nuova non c'è ancora visibileperché i nostri occhi vissuti nel buio per anni rimangono abbagliatidalla luce. Matteo, senza bruco non c'è farfalla, pertanto, non sprecaretroppo tempo nel giudicare i bruchi, né quelli che vivo fuori da te, né quelli

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che vivono ancora dentro di te. Mi chiedi perché vi sono persone chericercano la pace e il senso ultimo delle loro vite e perché vi sono moltiche ripongono tutto in ciò che è banale e scontato. Per me la risposta stanella natura stessa dell'uomo, dove non v'è nulla di sbagliato, poiché così,ora, si manifesta attraverso l'unico modo che dispone per realizzarsi edesprimersi. Perché prima vine il bruco, poi la metamorfosi e infine lafarfalla? Perché si! Perché è la sua natura! Ancora, perché l'uomo inprincipio è ossessionato dal sesso, ricerca unicamente il potere, fama esuccesso, e solo poi, forse, inizia ad interrogarsi sull'esistenza di unsignificato più vasto dell'esistenza? Perché si! Perché è la sua natura!

Io amo immensamente gli uomini bruco che strisciano nel fango e nellapolvere sino a comprendere come volare fra i fiori e le stelle più lontane.Considero veramente poco tutti coloro che della vita da bruco hannofanno un valore da difendere e diffondere, ma questo è un problema loro,è un guaio con cui, prima o poi, dovranno fare conti amari. Gli uraganidella vita colpiscono indistintamente tutti, ricchi, poveri, belli, brutti, colti,ignoranti, intelligenti, sciocchi, proprio nelle cose che più ci stanno acuore: lavoro, denaro, fama, potere, amore, famiglia, salute, successo.Nessuno è immune al movimento più o meno ondulatorio del destino, esolo l'individuo che è divenuto farfalla sa danzare e sorridere in ognicondizione, persino nel giorno della sua morte. Questo perché l'uomofarfalla ha già conosciuto una morte ben più grande, quella del suoegoismo, quella del bruco, scoprendo che in essa si celava una nuova e piùvasta esistenza. Cosa vuoi che possa fare a un uomo così la morte delcorpo? Nulla! La farfalla non teme la morte perché è già morta una voltacome bruco, pertanto ha intuito che ogni morte è unicamente una fase dipassaggio per accedere a spazi di bellezza e libertà sempre piùgrandi. Matteo, ritengo che ogni cosa sia come dovrebbe essere, ognunovive la miseria interiore che si crea, ognuno è responsabile per se stesso.Le cose del mondo vanno e vengono, ma la mia libertà interiore è solo miae solo io ne sono il responsabile.

Detto ciò, lascia al bruco la vita da bruco, verrà il suo momento, occupatipiuttosto sempre più della tua ricerca, del momento in cui potrai diventarepienamente una farfalla. Pensare all'ignoranza altrui non ci serve a molto.Semmai chiediti perché ogni tanto provi invidia per quell'ignoranza. Forseperché non l'hai ancora riconosciuta completamente come ignoranza, come

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vita vuota e ripetitiva, o forse perché, come dicevo prima, vedi neldormiente una condizione di dolore ben minore rispetto a chi si staridestando. Lascia che sia, è solo una fase che va superata. Una roccia èben più protetta e sicura di un fiore, ma quale immensa libertà, bellezza epossibilità di vita li separa! Per concludere riporto un frammento trattodall'enciclopedia che descrive la differenza fra lo stato del bruco e quellodella farfalla: “La farfalla completamente sviluppata ha un tipo di vitatotalmente differente da quello del bruco: mentre questo si nutre di foglieper crescere, la farfalla passa il tempo a succhiare il nettare dei fiori e adaccoppiarsi”.

Metafora perfetta! L'uomo desto passa il tempo succhiando il nettare dellavita e accoppiandosi con l'esistenza intera. L'uomo dormiente passa il suotempo mangiando le foglie morte dell'egoismo: potere per il potere,successo per il successo, invidie, gelosie, possessi, ansie da prestazione,paure di ogni genere. Se tutto ciò ci è chiaro ed evidente, chi mai potrebbeinvidiare la vita del bruco? E quale bruco potrebbe desiderare, ancora perun istante, di rimanere tale sapendo qual'è il suo potenziale? Un abbraccioDadrim

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La vecchiaia è l'apogeo della vita

Nadia ha scritto: Ciao Dadrim, sono Nadia.Ti ho scritto un po' di tempo fa riguardo miofiglio. La tua risposta è stata per me unconfronto molto utile e dal quale sonoriuscita a modificare un po' la mia visione dialcune cose. Ma quanto è difficile vivere? Avolte mi manca l'ossigeno e ho la sensazionedi sprofondare. Mi continuo a chiedereperché esiste tanto egoismo, tanta cattiveria, eperché l'umanità sia arrivata a un tale stato

degenerativo. Mi chiedo e mi richiedo, ma, ahimè, non trovo risposte.Forse non ce ne sono. Io faccio l'infermiera e sono abituata ad aiutare lepersone in difficoltà, ma negli ultimi anni ho riscontrato che le persone noncedono un po' del loro egoismo nemmeno quando sono sul punto dimorire, anzi, a volte mi attaccano e mi mortificano come se fossi io lacausa delle loro sofferenze. Cosi è molto difficile cercare di mandareavanti la mia esistenza, mi sento attaccata da tutti i lati. A volte mi chiedose valga davvero la pena vivere questa esistenza, a volte invece guardointorno a me e vedo un mondo in movimento, allora provo tanta gioia.Guardo mio figlio e così mi convinco che la vita deve essere vissuta anchecon le sue difficoltà e con le sue frustrazioni, accorgendomi che a voltesono proprio queste a farti trovare il coraggio di vivere. Ti ringrazio per l'attenzione e ti abbraccio, Nadia

Dadrim ha risposto: Ciao Nadia, mi fa piacere risentirti! Come sta tuofiglio e come vedi ora la relazione con suo padre? Spero meglio! Venendoalle tue parole d'oggi, per me, tanto egoismo e tanta cattiveria persistonoperché troppe persone vivono in mondi fatti di sogni, inconsapevoli deltempo che passa sfuggendogli sempre più dalle mani. Troppe personevivono desiderose di possedere e fermare ogni cosa e ogni momento dipiacere che incontrano lungo la loro strada, quando in verità la realtà ècostituita da un mutamento costante, un dono che si riceve istante dopoistante. Tanto dolore esiste perché siamo piccoli e chiusi al cospetto diun'esistenza immensa e sempre nuova. Un'enorme sofferenza attanaglia

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l'umanità, ma pochi individui la percepiscono, poiché il dolore el'ignoranza del mondo si rivela solo a coloro che crescono sempre più insensibilità e coraggio. Le persone in punto di morte svelano a chi gli staaccanto la sintesi del loro intero percorso di vita, pertanto non v'è nulla dastupirsi se proprio in quel momento diano il peggio. Il mondo è quello cheè proprio perché troppi individui, durante la loro intera esistenza, non hasaputo fare altro che depredare e distruggere o nascondersi e vegetare. Siamo portati a pensare che almeno in punto di morte l'individuo dovrebbe"redimersi", mostrarsi più docile e mansueto. Sogni! Favole che raccontachi non ha mai seriamente pensato e indagato come muoiono tutti coloroche hanno trascorso un'intera vita difesi dalle alte mura del proprioegoismo. Qualche giorno fa una mia amica mi stava raccontando di suamadre che, da tempo malata, aveva iniziato a dare segni di follia, a suodire, per colpa delle cure. Ma quali cure! Sua madre è sempre statatremendamente egoista, ha sempre e solo sentito i suoi bisogni e seguito lesue chiacchiere mentali, i sui capricci. Tutto ruotava intorno al suo stessopensiero, persino dio era unicamente l'estensione del suo bisogno di essereal centro di ogni cosa. Per un'intera vita non ha mai incontrato la vita,seppur parlasse di fede e amore dalla mattina alla sera. Ma come puòamare una persona perennemente travolta dalla sua emotività, alla continuaricerca di sicurezze e conferme, trincerata in pensieri sempre uguali? Poi,d'un tratto, viene la vecchiaia, la malattia, e la morte fa capolino fra lepieghe del nostro lenzuolo, dove dormivamo sonni più o meno profondi.

Se un individuo, nell'arco di un'intera esistenza, non è riuscito aconfrontarsi con le sue piccole e grandi paure quotidiane, come ci si puòaspettare che al cospetto dell'idea della morte, che raffigura l'ignoto pereccellenza, possa divenire sereno e silente? La cosa che solitamente accadeè una perdita di lucidità. Questo fatto è un semplice meccanismo di difesarispetto ad una paura immensa, insostenibile.

Dal mio punto di vista il livello spirituale di una società lo si può verificarefacilmente osservando come accolgono la morte gli anziani, poiché costorosono l'apogeo di un intero ciclo di vita, sono la sintesi del lavoro diun'intera generazione. Oggi sarebbe meglio non fare questo esperimento,questa valutazione, poiché se poniamo lo sguardo sui nostri vecchipotrebbe venirci da piangere. Non si capisce più chi siano i figli e chi i

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genitori. Abbiamo un esercito di vecchietti che non si schioda più dalle suepoltrone. Un tempo era un piacere ed un istinto naturale cercare di passarela propria esperienza e il proprio sapere a chi, inevitabilmente, entro pochianni, si sarebbe trovato a dover occupare le medesime posizioni. Oggisembra che il futuro debba morire con questa generazione di "saggi",sembra che il tempo, il mondo e il destino in toto debbano terminare conloro. Non hanno nulla da insegnare, nulla da donare, perché tutto voglionotrattenere e su tutto si sentono in diritto di pontificare. Sembra che maggiorsalute e benessere economico li abbiano creato effetti allucinatori. Nessunosi ricorda più di dover morire, tutti si credono eterni, fondamentali,insostituibili. L'Italia, dal mio punto di vista, è uno dei paesi occidentalipiù colpito da questo fenomeno. Sono più di vent'anni che la classe politicae dirigenziale non si rinnova veramente, di conseguenza non si rinnovanole idee, i valori e la percezione stessa della possibilità di vivere in un modonuovo, più equilibrato, più amorevole e rispettoso della natura, del mondo,delle sue genti e del suo futuro. Ma nonostante questa pesante situazionenon v'è nulla da temere per chi cerca di vivere, ogni suo giorno, sempre piùconsapevolmente, poiché la vita disegna le sue perfettegeometrie facendosi maestra attraverso ogni attore della sua commedia,anche il peggiore! La morte svela quel che un uomo ha fatto dell'intera suavita. Non sono i farmaci ad aver fatto andare fuori di testa la mamma dellamia amica, come non è la crisi economica mondiale ad aver reso questopaese povero interiormente e banale quanto disperatamente bisognoso disobrietà e profondità!

Tu dici: "Cosi è molto difficile cercare di mandare avanti la mia esistenza,mi sento attaccata da tutti i lati. A volte mi chiedo se valga davvero la penavivere questa esistenza, a volte invece guardo intorno a me e vedo unmondo in movimento, allora provo tanta gioia...". Ti capisco pienamente,ma vorrei solo aggiungere che possiamo essere attaccati da tutti i lati solosiano a quando ci sforziamo di difendere qualcosa. Ma se è vero chequesto mondo è in perenne movimento, se è vero che la morte viene perspazzare via tutto ciò che v'è di vecchio e lasciare al nuovo la possibilità diesistere, cosa abbiamo che valga la pena difendere? Cosa c'è in noi che nonfa parte del movimento stesso di questa vita, che con una mano miete econ l'altra semina? Dal mio punto di vista, più una persona si avvicina allamorte piena di cose che ritiene di dover difendere, più la si può definirevecchia e corrotta. Più una persona si avvicina alla fine leggera, perché

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lungo la sua strada ha saputo donare tutto ciò che aveva e abbandonaretutti i suoi pesi, più la si può chiamare giovane e innocente. Ecco allorache in quest'ultimo caso fra un bambino che nasce e un uomo che muore èveramente difficile scorgere una qualche differenza. È così difficile che avolte mi viene il sospetto che possano essere la stessa persona.

Pace e amore per te e tuo figlioDadrim

Ciò che è fuori è solo un riflesso di quel che è dentro

G. ha scritto: Ogni volta che rientro nel miopaese d'origine mi sento fortemente sedotto,pervaso da una sensazione profonda dirispetto e d’appartenenza. È come sequalcosa, in profondità, legato alla miainfanzia vissuta in quei luoghi, si risvegliasse,tornasse a pulsare, rinascesse. Lo statomeditativo mi accade più naturalmente,

percependo semplicemente gli odori, l'atmosfera che permea quella realtà.Il cercare lì non mi serve, basta che rimanga spogliato da tutto e mi ritrovo.L'Albania è il paese delle aquile, è una terra ben diversa dall'Italia, diciviltà non ce n’è molta, ed è questa la bellezza: più selvaggità, piùimprevedibilità. Tutto in questo paese è precario, la gente ha ancora negliocchi qualcosa di viscerale, che, se centrato nella consapevolezza,permette di scorgere il mondo senza bisogno di migrare altrove.È strano, quando mi trovavo lì, tempo fa, feci di tutto per andare in cercadella mia posizione nella società migrando, adesso, invece, tornando,scopro uno sguardo denudato da tutto. È un misto che mi turba, piacere eattenzione estrema. La gente è abbastanza intransigente lì, legata ai bisogniprimordiali, ma ciò mi rende più vivo. Infine, la gioia è di casa, vado arincontrare un caro amico, lasciato in quei luoghi tempo addietro: la miaEssenza!

A prestoG.

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Dadrim ha risposto: V’è molta bellezza e profondità in questa tua lettera.Si sente che nasce dal cuore e che non ha nulla a che fare con il pensiero.In risposta, vorrei solo sottolineare alcune cose che forse possono aiutarcia comprendere meglio come si muove il nostro pensiero. Sono certo cheora, tornando al tuo paese, tu percepisca una visceralità e una naturalezzache paesi più industrializzati e ricchi come l’Italia non possono più offrire– anche se ciò non vale per l'intero territorio nazionale – , ma questapercezione la puoi avere proprio e unicamente perché hai fatto esperienzadella diversità, della scintilla che si genera quando si vive il contrasto fradue dimensioni differenti. Chi è sempre vissuto in un'unica dimensionenon può comprendere le bellezze che quella dimensione nasconde, comeun pesce non può capire l’importanza dell’acqua sino a quando non cade inuna rete e viene gettato sotto il sole cocente sulla spiaggia. Conosco ilgiorno solo perché v’è la notte, conosco la gioia solo perché v’è il dolore,conosco la vita solo perché v’è la morte. La realtà che percepisce la nostracoscienza è costituita dall'alternanza perpetua di fenomeni contrari. Inquesta realtà, la nostra mente, con il suo desiderare, oscilla continuamentecome un pendolo da un opposto all’altro. Questo movimento può risultarepiacevole per un certo periodo, ma alla lunga, se non penetrato nella suaunitaria essenza, ci fa divenire unicamente persone ottuse e insensibili.Quel che tu riporti, metaforicamente, rievoca l’apparente opposizione chesussiste fra conscio e inconscio, fra introverso ed estroverso, fra antico enuovo, fra istintuale e razionale, ma questa distinzione è sempre frutto diuna percezione soggettiva data dal movimento dei sensi lungoquell’infinita scala di tonalità che compone l’arcobaleno delle nostrepossibili percezioni.

Per un italiano, vivere per un periodo in una qualche metropoli americana,creerebbe in lui lo stesso effetto che tu hai vissuto esperendo il contrastofra Italia e Albania. Questo vale anche per un abitante di un piccolo paesedella Sardegna che si trasferisce a Verona per poi tornare nel suo paesino.Tutto dipende dalle condizioni in cui ci siamo abituati a vivere.

Una persona vissuta per degli anni al buio, fissando la fiamma di unacandela percepirà una luce intensa, per chi ha dato uno sguardo al sole, ungrande falò non è nulla di speciale. Resta comunque il fatto che l’effettivorapporto di paragone fra le nostre differenti forme di società si giocasempre all’interno di uno schema di maggiore o minore complessità.

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Questo non significa che una cultura più complessa sia anche una culturapiù sana, anzi, spesso è vero l'opposto. I paesi più industrializzati eprogrediti tecnologicamente detengono sicuramente una maggioreconoscenza scientifica, questo, però, negli ultimi decenni haparadossalmente causato un progressivo deterioramento della dimensioneetica e spirituale della società. Sembra che maggiori possibilitàeconomiche e tecnologiche abbiano scatenato i lati più infantili,egocentrici e sciocchi degli esseri umani. I paesi più arretrati a livelloeconomico e industriale trattengono invece un maggiore legame con i ritmidella natura e con gli elementi più essenziali e semplici della vita umana.Questa dimensione ha sicuramente un suo fascino per chi viene da realtàpiù complesse. Sicuramente l’esperienza del contrasto fra complessità esemplicità, bisogni primari e bisogni secondari, se non inutili, può aiutarcia trovare un equilibrio maggiore, ma unicamente se riusciamo a fare unasintesi, evitando, come fanno molti, di saltare continuamente da unadimensione all’altra come della specie di canarini in gabbia che per noiapassano da un trespolo all'altro. Spesso, purtroppo, quando siamo stanchi della complessità e della folliadelle nostre società ci immergiamo per un po' di tempo in realtà piùsemplici e "primitive", poi, però, ci stanchiamo anche di questo, tornandoal nostro ambiente usuale senza averne ricavato nulla. Se ci muoviamo inquesto modo non approdiamo in nessun luogo, giriamo solo in cerchio,poiché il cambiamento che otteniamo è unicamente raggiunto attraversouna modificazione delle condizioni esterne, ambientali.

Dal mio punto di vista, il vero cambiamento può avvenire solo quandoscoviamo “l’Albania che vive dentro di noi”, e riusciamo poi adarmonizzare questa scoperta con la complessità che la modernità ci offre.È solo nella sintesi e nell’equilibro fra interno ed esterno, fra semplice ecomplesso, fra razionale e istintuale, che possiamo raggiungere un nuovo,vero, equilibrio capace di rispondere pienamente anche ai problemi delnostro tempo. Trovare lo stato atavico e naturale del nostro essere richiedeun processo di ricerca consapevole. Immergersi in un ambiente che rievocaquello stato può divenire unicamente una fuga dalla fatica che comporta laricerca di un reale e duraturo equilibrio interiore. I paesi e le culture piùlegate ai ritmi della terra e alle dinamiche ancestrali sono sicuramentepermeati da un intenso profumo di mistero e magia, ma non possiamo

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negare la violenza, l'ignoranza e la bestialità che ancora conservano.Questo accade perché la loro innocenza è simile all’innocenza delbambino: meravigliosa quanto inconsapevole. Il bambino quando ha famepiange, quando è arrabbiato grida e da pugni, quando ha sonno dorme. Ilsuo essere e agire sono avvolti da un'innocente ignoranza. L’innocenza delsaggio, diversamente, non nasce da uno stato di inconsapevolezza del benee del male, ma da uno stato di superamento consapevole di tutte quelledinamiche che determinano un agire gruppale, di branco, bestiale, ancoralegato a logiche di sopravvivenza o di follia egocentrica come quella checontraddistingue l'occidente. Infatti, l'occidente, quella fetta di mondo chesi considera più evoluta di ogni altra civiltà passata e contemporanea,dovrebbe fermarsi per guardarsi un pochino allo specchio, da tutti i puntidi vista: tecnologicamente, spiritualmente e culturalmente. L'occidente siritiene l'apogeo dell'evoluzione umana, ritiene di aver raggiunto lamassima espressione etica e spirituale, e che l'unica cosa rimasta da fare èproseguire nella sua insensata corsa al progresso scientifico. Gli StatiUniti, baluardo dell'occidente, hanno il più alto numero di morti per armada fuoco fra tutti i paesi del mondo. Oltre ad avere ancora la pena di morte,sono anche tra i primi paesi al mondo per numero di giustiziati, e sonosempre ai vertici anche per produzione di armi e inquinamento globale.Insomma, sembra che la bestialità e la violenza che spesso imputiamo apaesi più semplici e "arretratiti", nel nostro caro occidente si sia solotrovata delle giustificazioni più complesse e astute. Basti pensareall'olocausto, una fra le barbarie più immani della storia umana, perpetrataproprio dalla nazione più progredita culturalmente e tecnologicamente delsecolo scorso.

Il bambino quando fa i capricci può dare calci, ma pare che l'adulto,proprio colui che si pensa misura e traguardo di ogni cosa, per le suesomme idee sia capace di organizzare cose inimmaginabili: torture,stermini di massa, armi nucleari, centrali atomiche, guerre preventive,sedie elettriche, pulizie etniche... Da quanto detto credo che non possa essere un ritorno ai ritmi primevidell’esistenza, ad una cultura contadina, quel che potrà determinare unasvolta nell’evoluzione della nostra coscienza, ne, tanto meno, lacontinuazione e la diffusione della cultura che contraddistingue quellesocietà che oggi definiamo moderne e avanzate. Dal mio punto di vista,

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solo uno sforzo consapevole e totale diretto alla ricerca di quella libertà equell'amore incondizionati che abitano le profondità dell'animo umanopotrà determinare un reale e radicale mutamento. Solo una grande sintesifra scienza, spiritualità e natura potrà evitare l'aumento dell'immensamarea di dolore che sta affogando la nostra umanità. La mente è cresciutatroppo a discapito del cuore. L'io e divenuto più importante di ogni noi, ele grandi domande sull'uomo sono state soffocate da mille vane distrazioni.È tempo di cambiare rotta!

A prestoDadrim

Chi non accetta se stesso non accetta nessuno

Pier ha scritto: Gentile Dadrim,l'accettazione degli altri passa attraverso unaprofonda accettazione di se stessi?

Dadrim ha scritto: La mia esperienza mia fadire:assolutamente sì! Prima accettiamo noistessi e solo poi possiamo accettare eaccogliere gli altri. Come potremmo

altrimenti? Se non accetto mie parti interne, come rabbia, lussuria oavidità, come potrò stare, aperto e disponibile, accanto a qualcuno checontinuamente mi ricorda ciò che non voglio vedere di me stesso? Unacosa buffa è che la maggior parte delle persone pensa di non portare nelproprio animo dimensioni oscure. Peccato che le cose non stiano così! Ciòche fa la maggior parte delle persone è unicamente una rimozione, unanegazione di tutto ciò che di negativo le abita, ed è per questo che nonappena una situazione le provoca un po', dal pozzo della loro coscienza,spuntano mostri di ogni genere, e proprio per evitare il contatto con questimostri la maggior parte delle persone vive esistenze monotone, spente,prive d'energia.

Poiché gli uomini non si conoscono temono se stessi, pertanto evitano tuttequelle situazioni che potrebbero far emergere quegli aspetti dell'anima checome ombre minacciose li inquietano. Non esistono persone prive di lati

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oscuri! Esistono solo persone contratte, represse e ipocrite o persone chehanno saputo accogliere, vedere e trasformare ogni loro angolo buio, e che,pertanto, possono portare amore e comprensione anche nelle partipiù nascoste e fragili delle anime altrui.

Un caro salutoDadrim

Il lavoro come atto creativo o tormento infinito

Luca ha scritto: Caro Dadrim potresti direqualcosa sul tema del lavoro, per uno comeme che ogni mattina, quando si deve alzareper andare a lavorare, sente una morsa allostomaco.

Grazie per la tua attenzioneLuca

Dadrim ha risposto: La condizione di vita umana più naturale, sana eappagante si realizza avendo la possibilità di meditare, ascoltare le vocidella natura, sentire gli odori, vedere le immagini del mondo che sta fuorie dentro di noi, passeggiare, correre, nuotare, ballare, suonare, cantare,dipingere, fare e creare cose con il corpo e la mente, giocare, ridere, viverele emozioni, liberare i nostri pensieri più profondi, generare relazionifondate sulla comprensione, l’aiuto reciproco, lo scambio di piacere fisico,mentale, spirituale.

La condizione più naturale e sana della vita umana consiste nel creare realebenessere per tutti, coesione sociale, bellezza, progresso tecnologico inpiena armonia con le leggi della natura. In poche parole, la condizione piùsana e naturale dell’uomo si esprime attraverso la creatività e l'amore, chesono manifestazione prime della dimensione spirituale.

Ogni nostra azione ed ogni nostro progetto di vita dovrebbero avere comeprimo ed ultimo fine il raggiungimento di uno stato di libertà interiore,emotiva, mentale e fisica, pertanto il raggiungimento di una condizione

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esistenziale da cui poter vivere massimamente il piacere e in cui poterrimanere massimamente ricettivi anche ai dolori più intensi.

Il vero artista è colui che produce ricchezza attraverso l’esercizio dellefacoltà più naturali e sane dell’essere umano. Il vero artista è colui che fadel suo massimo piacere spirituale, mentale, emotivo e fisico il suo lavoro,la sua fonte di guadagno. Solitamente il lavoro è concepito principalmentecome mezzo necessario alla sopravvivenza e, quando va bene, comemezzo per reperire tempo e strumenti per vivere ciò che ci appaga. Questadimensione di vita è terrificante se consideriamo che il lavoro occupa circal’ottanta, novanta percento delle nostre vite e si concretizza in attività nonintrinsecamente piacevoli, elevate, sane e significative. La gran parte dellanostra vita trascorre in attività non desiderate per la loro stessa natura,pertanto non v’è da stupirsi se la maggior parte delle persone muoreinfelice, se non disperata! Se riuscissimo a rendere i nostri piaceri esignificati più elevati fonte del nostro guadagno, genereremmo un circolovirtuoso nel quale il nostro piacere ci da la possibilità di vivere ancor piùpiacere. Ovviamente nel piacere includo tutti i piani dell’essere umano:fisico, mentale, emotivo e spirituale.

Ogni individuo è dotato di grandi capacità, ma il più delle persone eccelleprincipalmente in alcune dimensioni. Chi in quella fisica, chi in quellamentale, chi in quella emotiva e chi in quella spirituale. Più un individuoriesce a sviluppare tutte le sue dimensioni, più diviene vasto e ricco, ma,qualora questo non fosse possibile, sviluppare il proprio donopredominante è cosa più che sufficiente per essere persone realizzate eserene. L’unica dimensione dell’essere umano che da nessuno può esseretrascurata o negata è quella spirituale, poiché da essa viene ogni possibilitàdi realizzazione. Infatti, le dimensioni mentale, emotiva e fisica, se nonsono guidate dalla "luce" della dimensione spirituale divengono aride egrande fonte di sofferenza e ignoranza. La dimensione spirituale è quelladimensione che nutre, dirige e da significato a tutte le altre attività, ed è ladimensione verso cui dovrebbero tendere tutte le nostre attività, poiché èprincipio e fine del nostro stesso esistere.

In cosa consiste la dimensione spirituale?

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Consiste nell’essere individui totalmente sensibili alla natura, agli uomini,a se stessi, liberi da ogni paura, individui che vivono totalmente radicatinella bellezza e nella realtà che pervade il presente, e che pertanto nonaccumulano oltre il necessario, non pianificano e si organizzano perdifendere proprietà unicamente per nascondere la loro paura di non esserepiù. Chi vive nel presente scopre ciò che veramente “è”, scopre il reale,l’essere, pertanto non si inganna più attribuendo a cose transitorie edeffimere la qualità dell’essenziale. Chi vive il presente è l’unica personacapace di godere pienamente tutti i piaceri della vita, è l’unica personacapace di amare e di sorridere. Chi vive il presente è l’unica persona chenon può fare lavori idioti, volgari e dannosi, proprio perché viveunicamente della bellezza che nasce dal rendere ogni singolo istante unmomento di creatività, condivisione e vero sviluppo. I lavori volgari edannosi consistono in tutte quelle attività che hanno come loro fineunicamente il guadagnare denaro, il generare potere per alcuni e paura,povertà e debolezza per altri. I lavori malati sono tutti quei lavori che nonnascono dall’attività di persone che vivono avendo come loro faro lapluralità della vita. Fare il politico può essere un lavoro creativo e utile pertutti se si lavora partendo dalla dimensione spirituale della vita, ma puòessere un lavoro miserabile e deprecabile se si parte da una visioneegoistica e superficiale dell’esistenza. Lo stesso vale per chi fa il muratore,il musicista, l’attore, il panettiere, l’idraulico o lo scienziato. Il problemapertanto non sta in cosa facciamo, ma in come e perché lo facciamo.

Caro Luca, perché fai quel che stai facendo e come lo stai portando avanti?

Con un immenso augurio di piena e vera realizzazione della tuadimensione spirituale e delle tue innate capacità!

Dadrim

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Come trovare un nuovo lavoro e una nuova vita

Tiziana ha scritto: Ciao Dadrim ho bisognodi un consiglio. Sto perdendo il lavoro e,vivendo in una città del sud, non sarà faciletrovarne un altro, mettici pure che non sonoesattamente una ragazzina. Ho sofferto tantoin passato e non voglio più essere schiacciatadagli eventi, ma ho paura. Quando hai tempo,una tua parola mi fa sempre piacere.

Grazie, un abbraccioTiziana

Dadrim ha risposto: Cara Tiziana, il percorso di conoscenza di noi stessie della vita, dal mio punto di vista, ci insegna due cose fondamentali. Laprima è che il mondo che vediamo e le cose che ci accadono sono in granparte determinate da noi stessi attraverso i nostri pensieri. Noi, attraverso inostri pensieri, coloriamo l'ambiente che ci circonda, lo dipingiamo deinostri umori e delle nostre convinzioni determinando delle rispostesimmetriche. Se manteniamo il punto di vista comune sembra assurdoaffermare che attraverso il nostro atteggiamento mentale si possainfluenzare il mondo che ci circonda, ma le cose stanno proprio così, e lamaggior parte delle persone non se ne rende conto a causa della propriainconsapevolezza e insensibilità. Il pensiero di massa sostiene: sonocapace di fare questo o quello, ho più o meno studiato, ho un più o menoun vasto curriculum, quindi mi merito lavori e denaro almenoproporzionati a tutto ciò. Questo può anche essere un ragionamentologicamente corretto, peccato che non tenga conto delle naturamultidimensionale dell'esistenza.

Facciamo un esempio: “Una donna va a un colloquio di lavoro pensando dinon avere molte possibilità di essere assunta. Nella sua mente scorronoidee negative: sono troppo vecchia, non sono carina, non sono loquace,non sono mai stata apprezzata, perché dovrebbero farlo proprio adesso.Pensieri simili strutturano una postura del nostro corpo chiusa, sgraziata,un'inflessione di voce tesa e forzata, uno sguardo remissivo, poco intenso epenetrante. Ovviamente chi ci sta di fronte riceve tutti questi messaggi e ne

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viene influenzato, che ne sia consapevole o meno, poiché la vita accade aldi là di noi! Ininterrottamente, giorno dopo giorno, dalla nascita sino allamorte, viviamo trasmettendo e ricevendo sensazioni e significati, rispettoai quali, meno siamo consapevoli, più ci ritroviamo in situazioni erelazioni problematiche, finendo così per pagare conseguenze, dal nostropunto di vista, ingiuste e incomprensibili.

Ecco allora che progredendo nella conoscenza di noi stessi comprendiamoche molto di quel che ci accade è frutto di quel che noi siamo, dei nostripensieri, delle nostre emozioni, dell'abito che vestono le nostre anime, piùche dall'abito che vestono i nostri corpi. Questo, ovviamente, non vuol direche se ho idee positive le cose vadano meglio. Avere idee positive significaunicamente negare le idee negative, ma tutto ciò che viene negato prima opoi riaffiora, anche con maggior forza di prima.

La seconda cosa che ci insegna la conoscenza di noi stessi è che la radicedi ogni problema non sta nell'avere idee negative o positive rispetto a noistessi, ma nell'avere idee! Sono le idee la radice di ogni guaio poiché ogniidea che abbiamo rispetto a noi stessi ci paralizza, impedendoci dicrescere, di modificarci. Qualunque idea rispetto a chi siamo, seosserviamo bene, è unicamente un condizionamento raccolto dal mondoesterno che ci appesantisce e isola. Facciamo un altro esempio. Unapersona che ritiene di essere bella, di meritare lodi e stima, di doversempre riuscire, come possiamo ritenere che possa vivere un'esistenzalibera ed equilibrata? Sarà sicuramente una persona estremamenteegocentrica, chiusa in se stessa, insensibile, competitiva e aggressiva,poiché vivrà nel continuo tentativo di confermare la sua percezione di sé,ed ogni qualvolta questa percezione non riuscisse a trovare conferma, ilsuo ego, sentendosi ferito, reagirà violentemente, o esteriormente ointeriormente. Una persona simile vive sempre lottando, ferendo,difendendosi, esplodendo o implodendo.

Incredibile è constatare che la nostra società lavora in ogni modo pergenerare persone simili, senza rendersi conto che le condizioni in cui versasono l'evidente prova della sua stupidità. La risposta non si trova nelpensiero positivo o negativo, ma unicamente nel non pensiero, nel nonavere idee aprioristiche rispetto a noi stessi, e pertanto nel poter iniziarefinalmente a vivere attraverso una sensibilità e una consapevolezza sempre

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nuove e fresche. Il guaio è che pensiamo di non poter vivere senza idee,ma questa è un'illusione generata proprio dal fatto che viviamo partendounicamente dal pensiero, dalle idee. Le idee sono strumenti fondamentaliper lavorare, per acquisire nozioni, per misurare il tempo e lo spazio, perimparare a guidare, per apprendere nuove cose utili a creare una maggioresemplificazione della vita pratica. Ma per tutto quel che riguarda ladimensione più profonda, fondamentale e vera della vita, le idee sonoostacoli, condizionamenti che provocano un lento deterioramento dellenostre esistenze. La continua formulazione di idee aprioristiche epregiudizi ci sottrae energia, consapevolezza, vitalità, sensibilità, coraggio.Ci nasconde il sempre nuovo, meraviglioso e misterioso gioco della vita,confinandoci in un monotono e vizioso movimento circolare finalizzatounicamente alla sopravvivenza delle nostre stesse idee in merito a noistessi.

Cara Tiziana, vedi come ogni uomo lotti strenuamente per difendere leidee che ha rispetto a se stesso e il mondo che lo circonda, quando in realtàla sua unica possibilità di gioia e libertà risiede proprio nel perdere questeidee? Se vedi questo, prima in te stessa e poi negli altri, un po' alla volta tilibererai da ogni sciocca paura, e la vita, attraverso i suoi percorsiinsondabili, ti donerà cose sempre nuove. Quando smettiamo di pensared'essere questo o quello, di volere questo o quello, di rischiare questo oquello, e semplicemente Siamo, tutte le porte si aprono. Abbandonare ilturbinio mentale che nasce dal pensare che noi siamo qualcuno di separatodall'esistenza, di cui dobbiamo occuparci faticosamente, significa trovarepace. Più ci avviciniamo alla dimensione dell'essere e più smettiamo diangustiarci per il futuro, perché sentiamo intimamente e potentemente cheè la vita stessa a prendersi cura di ogni cosa. In noi nasce così una fiduciaimmensa e, come dicevo all'inizio di questa lettera, scopriamo chel'esistenza intera inizia a risponderci amorevolmente, in sintonia con ilnostro essere, poiché ogni dolorosa barriera che generavano le nostre ideeinizia a crollare.

Sino a quando viviamo all'interno dell'idea di essere qualcuno o qualcosadi separato dalla vita, in noi si generano angoscia e miseria, e proprioperché in realtà non v'è nessuna separazione, quel che sentiamo si espandetutt'intorno a noi. Se senti e vedi un po' di verità in queste parole, smetti dipreoccuparti per il futuro, per il lavoro, non preoccuparti più di nulla

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perché ogni preoccupazione è unicamente un'ennesima idea che ti isola.Sarà la vita a prendersi cura di tutto, come sempre accade, come sempre èaccaduto, come sempre accadrà. Sarà la vita a trovare la sua via e le suerisposte, sarai “Tu stessa” quando smetterai di difendere te stessa. Stacca laspina della mente, sottrai ogni energia al pensiero e riversarla totalmentenella fiducia, nell'abbandono, nel presente, nel silenzio che si nasconde fraun'idea e l'altra, fra una preoccupazione e l'altra. Questa vita è unparadosso incredibile, è un'avventura inimmaginabile e noi esseri umanisiamo la sua alchimia più grande.

Quando cerchi e ti affanni per riuscire fallisci, quando ti abbandoni e nonpretendi più nulla ottieni ogni cosa, ma se non cerchi e pretendi non puoiabbandonarti perché non hai nulla da consegnare. Cara Tiziana, haisofferto tanto in passato e non vuoi più essere schiacciata dagli eventi, mahai paura. É inevitabile, sino a quando penserai di essere qualcosa avraisempre paura poiché quel che pensi di essere non è il tuo vero Essere, maun qualcosa di transitorio, superficiale, e in qualche modo tu questo già losai, lo senti, per questo hai paura. È incredibile!, per paura di lasciarciEssere ci attacchiamo a cose che sappiamo di non essere, iniziando poi atemere, ulteriormente, di perdere questo nostro falso essere.

Il lavoro verrà, la pace verrà perché tutto è già qui, manchi solo tu!Manchiamo sempre e solo noi sino a quando pensiamo di essere qualcosao qualcuno di separato dal fiume della vita!

Un grande abbraccioDadrim

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Il lavoro come alchimia interiore

Dario ha scritto: Mi sono sentito sempreinadatto, inadeguato. Ho sempre avutoun'autostima sotto le scarpe, che mi ha fattocostantemente dubitare di me e delle miecapacità. Ho cinquant'anni, tempo di bilanci,ho faticato tanto sul lavoro e non ho ottenutonulla, neanche quella piccola promozione chemi avrebbe permesso di fare stare un po'

meglio me e la mia famiglia, invece niente: lavoro come uno schiavo dalleotto di mattina alle otto di sera e ho ancora lo stesso stipendio di quandoho iniziato. Una laurea, un corso di specializzazione, l'abilitazione ad unaattività professionale, per me, è come se non esistessero. Vedo gente chemi passa davanti in continuazione, e non si tratta di geni, a volte di gentemolto ordinaria, eppure sono migliori di me, almeno rendono meglio dime. Ho quasi del tutto perso fiducia in me stesso, mi sto spegnendo dentro,ho paura e non so che fare.

Dadrim ha risposto: Ti stai spegnendo perché spendi tutte le tue energienel valutarti! Perché? A cosa serve valutarsi? Solitamente ci valutiamoquando non siamo sicuri di ciò che facciamo, quando dentro di noi esisteun conflitto. Una voce ci dice vai a destra e l'altra ci dice vai a sinistra, ecosì le nostre vite iniziano ad andare a zig zag, come una macchina guidatada un ubriaco. L'insicurezza che vive in noi ci spinge a valutarci, mail continuo valutarci, alla fine, ci porta unicamente alla paralisi. Ora, nonso che lavoro fai, ma solitamente non è necessaria grande intelligente perfare carriera, anzi, spesso è un limite. Ciò che serve a grandi dosi èarroganza e ottusità: la maggioranza dei nostri politici ce lo insegna.Esistono persone estremamente capaci e sensibile che riescono araggiungere posizioni di potere e le gestiscono come servitori del benecomune e non come padroni di un popolo per i loro personale tornaconto.Peccato, però, che queste persone siano rare più che mai e, molto spesso,non gli si permetta di vivere molto a lungo. Cito ad esempio i nomi diFalcone e Borsellino perché sono rimasti enormemente impressi nei mieiricordi di bambino, ma la lista sarebbe tristemente lunga e dolorosa! Toltiquesti rari e fortunati casi, chi ha una certa sensibilità e intelligenza nonriesce a scendere a quei miseri compromessi che solitamente sono

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necessari per salire la scala sociale. Può risultare interessante la storia diun mio caro amico, il quale, nonostante il suo direttore, da tempo, lovorrebbe promuovere, rimane al suo solito posto di lavoro da più di treanni perché non se la sente di prendere il ruolo di colui che dovrebbesostituire, sapendo che questa persona ha una moglie invalida e i soldiche guadagna gli sono appena sufficienti per vivere dignitosamente.Questo amico, per la concezione comune della nostra società, è un buonuomo, un idealista, una brava persona, insomma, dietro le parole dicircostanza, uno scemo. Per fortuna lui non si valuta perché è sicuro diquel che sente e fa, pertanto si ritiene semplicemente un essere umano chepuò attendere la promozione sino a quando il suo collega non andrà inpensione.

Il suo lavoro gli piace molto, guadagna il giusto per vivere, quando finisceil turno ha le sue amicizie, la sua passione per l'arte e i suoi “ritiri”meditativi. L'anno scorso aveva iniziato a frequentare una donna che in unpaio di occasione gli aveva fatto notare che per le qualifiche e le doti chepossedeva, oltre alla stima e alla fiducia che il suo datore di lavororiponeva in lui, stava gettando il suo tempo a causa di uno stupido ideale diamicizia e rispetto. La prima volta le rispose spiegandole la sua visionedelle cose e la sua assoluta serenità per quel che faceva e come lo faceva.La seconda volta le spiegò che il loro rapporto non poteva proseguireperché, nel tempo, una come lei sarebbe rimasta sempre più delusa da unocome lui. Porto questo esempio, non per giudicare bene o male le azioni diquesto mio amico o della donna che frequentava, ma per dire che quandosi agisce sapendo quel che si ama e desidera fare è possibile vivere senzasentirsi inadeguati o inferiori a qualcuno, anche qualora si incappi nelbiasimo altrui. Caro Dario, se desideri qualcosa desiderala per il piacereintrinseco che quella cosa ti dà. Coloro che desiderano carriera e denaronon fanno mai qualcosa per il puro piacere di fare, ma sempre in vista diun obbiettivo: denaro, riconoscimento sociale, potere... Chi fa un lavoroper il puro piacere che sente nascere dal suo fare, molto probabilmente,con il passare del tempo, verrà sempre più riconosciuto e anche pagato, maanche se dovesse rimanere poco conosciuto e remunerato, la sua vitasarebbe comunque piena e felice perché il suo appagamento nasce istantedopo istante, liberandolo dalla tensione e dalla miseria di vivere una vitastrumentale, costantemente protratta verso il raggiungimento di obbiettiviche stanno in un futuro perennemente incerto. Inoltre v'è da dire che il più

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delle volte desideriamo cose tremendamente frivole o persino deleterie, masiamo così sciocchi che riusciamo ad accorgerci della reale natura di quelche vogliamo solo quando lo otteniamo. Altro punto importante sta nelcomprendere perché deleghiamo così facilmente a fattori esterni il valoredella nostra esistenza? Come possiamo lasciarci giudicare per lo stipendioche guadagnamo, per la posizione sociale che ricopriamo o per il parereche il nostro datore di lavoro ha di noi? Questi sono tutti parametri esterniche non tengono mai conto di cose come l'amore e il tempo che abbiamodedicato alle persone che ci circondano, del gioco e della leggerezza che,se li possediamo, portiamo in ogni luogo in cui andiamo. Perché ti staigiudicando attraverso parametri così distanti dalle reali necessità del tuoanimo? Se fai valutare un diamante da un maiale, il maiale lo mangeràcome ogni altra cosa e poi lo defecherà, fine, tutto qui! La nostra società,da troppo tempo ormai, valuta ogni cosa come i porci: quanto si mangia,quanto posso ingrassare, quanto mi posso rotolare nel fango dellavanagloria, quanto mi posso sentire il più forte e rispettato del porcile.Perché usare questi occhiali per guardare noi stessi e il mondo? Lasciamoa chi vuol vivere come un maiale gli occhi dei maiali e teniamoci la nostrainnata sensibilità per guardare e scoprire tutti coloro che come noivogliono vivere da esseri umani!

Se il lavoro ti ha rubato troppo tempo per amare, giocare con i tuoi figli,vedere e scoprire la bellezza che ci circonda e che non necessita di alcunconto in banca, ti consiglio di ritarare i tuoi parametri di valutazione, diripensare a ciò che reputi fondamentale e irrilevante. Un giorno unragazzino disse ad un uomo: “Mio padre è un importante industriale dellacittà, mi ha dato tutto, soldi, viaggi, motorini, scuole prestigiose, vestitialla moda, eppure per lui mi sembra di non provare nulla. Solo da quandoho incontrato te credo di aver capito cosa significhi avere un padre.L'uomo, perplesso, ribatté: “Ma ci siamo visti solo qualche volta!” Ilbambino allora disse: “è questo il punto! Tu mi hai visto, mi hai parlato, mihai ascoltato e consigliato senza alcun motivo se non quello di voler starecon me!” Spesso i ragazzini sono molto più capaci di riconoscere cos'èrilevante e cos'è superfluo di noi adulti, proprio perché non sonoancora rigidamente condizionati dalle griglie valoriali del nostro mondo.Nella mia vita uso un semplice parametro per comprendere se mi storitrovando o perdendo. Quando sento di vivere spendendo il mio tempo incose che faccio per il piacere che mi danno in sé, sto crescendo in armonia

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e serenità. Quando sento di fare qualcosa unicamente come mezzo perraggiungere un fine, sto piantando i semi dell'ansia e della paura. Infatti,tutto ciò che v'è di più meraviglioso e importante in questa vita accadeunicamente nel presente, di conseguenza non può mai essere trasformatoin un mezzo per il raggiungimento di qualcos'altro. L'amore è un fine, ilgioco è un fine, la creatività è un fine, l'arte di un lavoro, qualunque essosia -- falegname, pittore, piastrellista, lattoniere, idraulico, architetto,professore--, è sempre fine in sé. Il piastrellista lavora e guadagna, certo,ma se prima lavora per guadagnare e solo poi per stendere i suoi pavimentisarà sicuramente un uomo infelice e banale nel suo mestiere. Qualebellezza, quale armonia di colori, linee e superfici esiste in un muro o unpavimento piastrellato con sapienza e amore! Quale mistero vive in unlegno lavorato, levigato e intarsiato sino a farsi tavolo o sedia! Quantecene, discussioni, incontri, amori e lacrime accoglierà fra le fessure del suoinvecchiare? Vedere la bellezza, la grandezza e la profondità che esistonopersino dietro alla nascita e alla vita di un tavolo non è mero eserciziopoetico, ma dolce e appagante verità. Una verità che ci dovrebbe farcomprendere quanta pace e bellezza manchiamo continuamente leggendole nostre vite e l'esistenza intera entro griglie di valori infinitamente piccinie vuoti. Un insegnante che spiega la matematica a dei ragazzini persbarcare il lunario è un pezzente! Un insegnante che spiega la matematicaperché ama i numeri e sente nella sua mente la danza e il gioco delleoperazioni e delle formule che meravigliosamente disegnano equilibri divita nelle forme geometriche del mondo e nelle regole delle nostrerelazioni sociali ed economiche, è un poeta, un artista, un maestroimpareggiabile che segnerà indelebilmente la vita di molte persone.

Come puoi perdere fiducia in te stesso e spegnerti dentro quando in te visono mondi e mondi da scoprire e da lasciar affiorare? Nel qui ed ora è lavia! Nel fare ogni cosa come un capolavoro e un fine in sé è l'alchimia chetrasforma una vita grezza in un'esistenza inestimabile!

Non guardarti attraverso occhi che non ti appartengono, cerca piuttosto discoprire quali orizzonti ama la tua anima, quell'anima che ora giacericoperta da molta polvere. Un caro salutoDadrim

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I più furbi sono sempre i primi nella corsa degli stupidi!

Luigi ha scritto: “Perché i più furbi e spietatisono sempre i primi in questo mondo?”

Dadrim ha risposto: La tua domanda mi favenire in mente una simpatica storiella.<<Un’elegante signora entrò nella banca piùimportante della sua città e andò direttamenteall’ufficio del direttore, il quale era

impegnato in un colloquio con una coppia di anziani da sempre suoiclienti. La donna, arrogante e spavalda, aprì la porta a vetri dell’ufficio e,prima che qualcuno potesse dire qualcosa, rivolgendosi ai due clienti,esclamò: “Voi due, andate subito fuori da qui. È tempo di fare veri affari. Ivostri quattro risparmi possono anche aspettare!” Il direttore, allibito, sialzò in piedi e, rosso in viso per la vergogna e la rabbia, replicò: “Ma leichi si crede d’essere. Io sono il direttore generale di questa banca e questisono due miei rispettabili e fidati clienti da sempre. Come si permette,vada subito fuori da qui o chiamo la sicurezza!!”

A quel punto la donna, impassibile, ribatté: “Mio caro direttore, per quantofidati e stimati siano questi due, io non ho tempo da perdere e se lei mi dacinque minuti le potrei far guadagnare 200.000 euro in meno diventiquattro ore, decida lei!” Il direttore, a quel punto, un po’ imbarazzatoma convinto della possibilità dell’affare dal tono fermo e deciso dellagiovane donna, rivolgendosi ai suoi due vecchi clienti disse con tonogentile: “Scusatemi signori miei ma, vedendo la scortesia e lacocciutaggine di questa signorina, mi vedo costretto a chiedervi dilasciarmi solo con lei due minuti per cercare di riportarla alla ragione e allebuone maniere”. I due anziani signori, scocciati, si diressero verso la salad’attesa fuori dall’ufficio. Non appena chiusa la porta, la donna affermò:“Io sono certa che lei ha i testicoli triangolari!!”. “Ma come si permette”ribatté il direttore, “ora la faccio veramente sbattere fuori”. “Aspetti unsecondo mio caro, scommetto 200.000 euro che se domani ritornerò qui dalei e mi lascerà toccare un secondo solo i suoi attributi, proverò che lei ha itesticoli triangolari. Sono disposta a firmarle una dichiarazione subito. Secosì sarà lei mi darà solo 10.000 euro, ma se non sarà come credo, io ledovrò dare 200.000”, affermò nuovamente la giovane donna, decisa più

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che mai. A quel punto il direttore, allettato dalla sfida e certo di non avere itesticoli triangolari, accettò la proposta, e alla presenza di un notaio i duefirmarono l'accordo. Alle otto in punto del giorno dopo la donna entrònella banca in compagnia di un distinto signore. “Buongiorno mia cara,vedo con piacere che mantiene le sue promesse, ma chi è questo egregiosignore qui con lei”, chiese il direttore. “Questo è il mio avvocato. È quisolo per vedere che tutto accada correttamente. Bene, possiamo iniziare”,ribatté lei. “Ma prego, faccia pure” replicò il direttore con sguardosoddisfatto e convinto di sé.

A quel punto la signora calò i pantaloni e le mutande del direttore e, felicepiù che mai, gli strinse i testicoli voltandosi compiaciuta verso il suoavvocato, il quale, prendendo atto dell’accaduto cadde a terra svenuto.“Mio dio, cosa gli è successo”, esclamò il direttore ancora con i pantalonia mezze gambe. “Oh nulla, è un semplice malore” replicò la donna, “ieriho scommesso con lui un milione di euro che entro le nove di questamattina avrei tenuto per le palle il direttore generale della banca”>>.

Caro Luigi, le ricchezze materiali sono limitate, ed è proprio la loro naturalimitata a renderle ambizione degli avidi. L’avidità infatti nasce solo inrelazione a ciò che è finito, esauribile, dominabile e sfruttabile. Ciò che èindomabile e illimitato, l’individuo avido tenterà sempre e solo didistruggerlo, poiché tutto quel che non può possedere e dominare glirispecchia continuamente la sua impotenza e piccolezza! Questo è anche ilmotivo per cui tutti i regimi totalitari non permettono la libertà e lapluralità di culto. Dittatori e dittature non possono accettare che vi siaqualcosa o qualcuno di superiori a loro, nemmeno Dio!

Gandhi disse: “La terra è abbastanza ricca per soddisfare i bisogni di tutti,ma non l’avidità di ciascuno.” Ecco, in una frase la risposta ad ogni nostradomanda. Chi partecipa alla corsa dei furbi corre unicamente mossodall’avidità, ma in una gara basata sull’avidità solo pochi possono starealla testa del gruppo dove nessuno può mai giungere al traguardo, poiché iltraguardo, per chi vuole sempre di più, non può mai arrivare, altrimentifinirebbe il senso stesso della motivazione che da vita alla gara: per questosostengo che la corsa dei furbi è, in realtà, un girotondo di stupidi!Diversamente, se intraprendiamo non la corsa ma il viaggio delle personeintelligenti, tutti giungeremo al traguardo e tutti saremo primi, per il

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semplice motivo che questo viaggio nasce dal nostro più intimo e profondobisogno d’amore e condivisione, e termina nel centro della nostracoscienza individuale, dove solo noi stessi possiamo giungervi, liberi esolitari, privi pertanto d’ogni forma di competizione. Intelligenza efurbizia non sono la stessa cosa. La furbizia è uno sforzo, mossoesclusivamente dell'avidità, atto a raggiungere uno specifico obbiettivo.L’intelligenza invece non è uno sforzo egocentrico, ma è l’espressionedella nostra capacità di riconoscere la natura unitaria dell’Esistenza.Quando realizziamo che nulla vive separato dal nostro stesso esistere esentire, nessuna nostra azione potrà mai più esprimersi attraverso le formedell’avidità, del dominio e della violenza, poiché ciò che è fuori da noi èsolo un riflesso di quel che è dentro, e ciò che facciamo a chi pensiamodiverso da noi e sempre anche qualcosa che stiamo facendo a quel "noistessi" che ancora non conosciamo. Rimarremo infatti stupiti quandocomprenderemo d’aver sempre chiamato "diverso", quel qualcosa oqualcuno che vive fuori da noi, solo perché non eravamo in grado diriconoscere e accettare quel qualcosa o qualcuno a lui uguale che vivevadentro di noi.

Un abbraccioDadrim

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Colpe e responsabilità non sono mai affari nostri!

Negli ultimi cent’anni abbiamo combattuto leguerre più devastanti che l’intera storiaumana ricordi. Siamo giunti al punto dipossedere un arsenale bellico capace didistruggere l’intero pianeta più e più volte,ma nulla sembra cambiare. Ilfondamentalismo religioso ci ha riportati, insoli pochi anni, indietro di secoli; il progresso

tecnologico, mal impiegato, sta devastando la natura, per non parlare poidel completo e folle sacrificio d’ogni valore compiuto in nome del potere,del denaro e del narcisismo. Mentre tutto questo accade sentiamo, ad ogniora del giorno, religiosi, politici, capi di stato, economisti e intellettualid'ogni sorta ripetere ossessivamente che l’unico loro obbiettivo è la pace,la serenità, l’armonia e il benessere di tutti i popoli, le nazioni e le genti.Ma come è possibile? Come è possibile che ciò sia vero se più dei trequarti della popolazione mondiale vive solo dolore, morte, distruzione,iniquità e paure. Come è possibile? Tra le nostre parole e le nostre azioniv’è una tale discrepanza e contraddittorietà, che non possiamo esimerci dalchiederci se cose come l’armonia, la pace o l’amore siano solo illusione,allucinazioni prodotte da una mente che soffre e che per questo si lasciafuggire in pensieri rassicuranti! Temo che ancora troppi fra noipreferiscano le menzogne e le fantasie a una realtà che contrariamentepretende un enorme impegno, lucido e coraggioso. Temo che nellamigliore delle ipotesi, molti di questi leader partano da buone intenzioni,senza aver mai speso, però, un solo giorno per comprendere la reale naturadei problemi umani. Ma cosa ci si può aspettare da una società come la nostra, basata su unacultura che propaganda la notorietà e il culto dell'immagine di sé adiscapito d’ogni forma di collaborazione e attenta riflessione. V’è da dire,inoltre, che spesso le persone sono abilissime a trovare capri espiatori,colpevoli e responsabili, ed e proprio per questo che ancora oggi la figuradel leader carismatico è capace di infiammare le piazze o i telespettatori.Quanto è rasserenante sapere che v’è chi fa i lavori scomodi e pesanti pernoi; quanto ci tranquillizza sapere che non abbiamo nessuna responsabilitàper ciò che sta avvenendo, e che qualora le cose dovessero mettersi

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davvero male noi siamo sempre quelli dalla parte del giusto, di chi hasubito un torto o un sopruso. Questa è una cultura dell’irresponsabilità checontinuerà sino a quando esisterà una società che educa al comando eall’ubbidienza. Vedendo tutto ciò, se veramente ne percepiamo la realtà el'urgenza, credo non ci rimanga altro da fare che cercare di riprenderci lenostre responsabilità, smettendo di demandare ad altri ciò che invero spettasolo a noi. È tempo di smetterla con il riempirsi la bocca con parole dipace, amore, speranza, quanto con quelle figlie del disprezzo, deldisfattismo e della sudditanza. La realtà è l’unica cosa su cui possiamooperare, e alla realtà non importa nulla delle nostre suppliche o delle nostreimprecazioni. La realtà rimane sempre lì, di fronte a noi, aperta edisponibile, in attesa d'essere incontrata.

Assistiamo a scontri terribili, sia microscopici, fra i singoli individui, siamacroscopici, fra gruppi o nazioni, dettati esclusivamente dal desiderio dipotere, di controllo e di soddisfacimento di desideri personali, perpetratiattraverso lo sfruttamento e l’annientamento dell’altro, del diverso, del piùdebole. Religioni che credono nello stesso dio in conflitto da millenni,uomini divisi e ostili fra loro a causa del diverso nome del loro redentore,per colpa dei colori di una bandiera, per la diversità di una lingua, delletradizioni o solamente perché un fiume divide le terre in cui sono nati. Pareproprio che quando noi uomini sosteniamo qualcosa, o tutto il mondo ècon noi o è contro di noi. Idee, fedi, opinioni, tradizioni, bandiere, messia,ideologie politico-economiche, religioni, lingue, dialetti, nazioni, regioni,città, quartieri, strade, case, famiglie, tutto è motivo di divisione,frammentazione, scontro, e a tutto ciò, ogni volta, riusciamo a trovarviqualche interessante giustificazione o evasione dalla nostra responsabilità. Ora, se siamo sufficientemente pronti ad affrontare la realtà, dovremmo,come prima cosa, attraversare e superare il timore che si prova nelmomento in cui si inizia a intuire come tutta la sofferenza e l’immaneincomprensione che ci circondano e attraversano non vivano in qualcheluogo ameno e sconosciuto, ma siano cose che crescono e si nutronoproprio dentro i nostri cuori e le nostre menti. Le multinazionali nonvendono prodotti malsani se non v’è chi li compra, le televisioni e igiornali non diffondono notizie spazzatura se v’è chi smette di ascoltarle einizia a spendere un po’ di tempo per informarsi e riflettere da solo. Ilmondo del lavoro non sarebbe così opprimente e umiliante se ognuno di

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noi esprimesse tutta la creatività che nasconde in sé stesso, impegnandosi,con altri, a sviluppare idee nuove e di reale utilità per la collettività,anziché deambulare da un’agenzia interinale all’altra sperando di trovarechi gli dica cosa e come deve fare. È tempo di viaggiare, coraggiosi efiduciosi, dentro noi stessi e fra le vie del mondo, come avventurieri cheesplorano un sepolcro antico alla ricerca di un tesoro perduto, poichéquando lo avremo trovato potremo finalmente tornare alla luce del sole,consapevoli e fieri del potere e la responsabilità che abbiamo sulle nostre ele altrui esistenze.

Ciò che siamo diviene ciò che pensiamo, ciò che pensiamo diviene ciò chefacciamo, e ciò che facciamo diviene la realtà in cui viviamo, pertanto, chiscopre in sé creatività, fiducia e collaborazione, porterà nel mondo unarealtà fatta di creatività, fiducia e collaborazione. Chi, invece, attende chesia il mondo a divenire creativo, fiducioso e collaborativo, ovunque andràporterà con se una realtà fatta di sterilità, sfiducia e frammentazione. Dadrim

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Omicidi senza colpevoli: un mondo a misura d’auto

A poche centinaia di metri da dove lavoro, insoli quattro giorni, sono accaduti dueincidenti stradali che hanno visto coinvoltedue donne in bicicletta. La prima, investita daun autobus, ha riportato gravi lesioni allegambe, la seconda, finita sotto le ruote di unautotreno, ha terminato la sua esistenzasull’asfalto di un grigio e sporco viale diperiferia. Cosa centra tutto ciò con ilbenessere interiore, si starà chiedendo

qualcuno? Centra eccome! Gli inquirenti stanno facendo i loroaccertamenti, e questi accertamenti andranno come sempre in due unichedirezioni: stabilire se la colpa è del conducente del mezzo o se laresponsabilità è della vittima. Nessuno parlerà mai delle responsabilità chesi dovrebbero assumere gli assessori all’urbanistica e i sindaci che si sonosusseguiti in questi ultimi decenni in comune. Non voglio poi rimuovere onegare le altrettante responsabilità che portano molti cittadini, i quali nonsi sono certo affaticati per ottenere una rapida modifica della viabilità evivibilità della loro città, ma che, anzi, hanno sudato e lottatocaparbiamente per comprarsi un bel Sov o per aumentare il transito dimezzi pesanti, certi che tutto ciò volesse dire più benessere e status quo, senon per tutti almeno per loro stessi!

L'assurdo vuole che molti di questi abbiano poi anche una figlia, un figlioo un parente che non perde mai quel "brutto e malsano vizio" di andare ingiro con la bicicletta! Vi invito a guardare la foto dell’incidente, che riportal’esatta posizione in cui si trovavano camion e vittima appena avvenutol’impatto.

Il camino sembra essere correttamente dentrole linee bianche delimitanti il suo spazio dicorsia, poi vediamo un lembo di circa 50centimetri scarsi d’asfalto prima di incontrareil gradino del marciapiede. Questa foto èl’esatta copia della quasi totalità delle stradeche attraversano Vicenza e, come ho potuto

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verificare in più di una occasione, molte altre città d’Italia. Le vie che sidifferenziano, lo fanno unicamente per la mancanza del marciapiede! Ora,se siamo mai andati in bici almeno una volta nella nostra vita, sappiamoche quando un grosso mezzo ci passa accanto veniamo investiti da unimportante spostamento d’aria, oltre che da una nube di polvere e sassoliniche si alza dal manto stradale generata dalle ruote del mezzo, per nonparlare poi dell’eventualità di trovarsi a pedalare lungo unapavimentazione bagnata dalla pioggia. Quale potrà mai essere la causa dimolte di quelle assurde morti che avvengono lungo le nostre strade?Domanda veramente difficile! Costringiamo le persone a pedalare in menodi 50 centimetri di spazio, superate a sinistra da camion e macchine, elimitate a destra da mura di recinzione, fossi o da marciapiedi quando si èproprio fortunati. Questa a me sembra una vera e propria trappola mortale,una di quelle tante situazioni che producono morti frutto dell’incoscienza edell’insensibilità collettiva.

Le nostre città non sono pensate per i cittadini ma unicamente per lemacchine, e una società che imposta la sua viabilità unicamentepensando al transito di mezzi, merci e bolidi a due o quattro ruote è unasocietà malata. Ancora una volta vediamo come sia indispensabile cheognuno di noi inizi a promuovere un cambiamento di valori e d’azionipartendo dal suo personale modo di pensare e agire, senza rimanere sedutiad aspettare che qualcuno, da qualche palazzo, prenda decisioni differenti.Se la maggior parte delle persone vedesse quanto del loro nervosismo,della loro rabbia, violenza e del loro malumore nascono dal vivere in cittàcaotiche, sporche, grigie, prive di spazi per incontrarsi, passeggiare opedalare all’aperto, le nostre scelte sulla viabilità, sull’edilizia e più ingenerale su tutto quel che riguarda l’ambiente sarebbero ben differenti, enessun politico o imprenditore potrebbe opporvisi.

Anche se sono riusciti a convincerci del contrario, sono sempre e solo icittadini che hanno l’ultima parola sulla direzione che deve prendere lapolitica, ed è sempre la maggioranza che ha potere sulla minoranza, madeve esistere una maggioranza fatta non solo di numeri ma anche dicervelli, altrimenti non saremo mai nulla più di un gregge di pecore,infatti, per mille pecore basta solo un pastore! I nostri quotidiani riportanonotizie, in grigi trafiletti che durano un giorno, per informarci. La parola“informarci”, tradotta nel reale significato che oggi le viene

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attribuito, equivale a dire: catalogare muti eventi per intrattenerci einebetirci. Se non vogliamo che anche i nostri cuori divengano grigitrafiletti ascoltati non più di un giorno, auguro a tutti noi di nondimenticare mai che dietro ad ogni "notizia" vi sono sempre lacrime esangue di donne e uomini esistiti veramente, con tutti i loro sogni, dolori esperanze.

Venerdì 6 Marzo, alle 11.40, Javorka Jovicic muore schiacciata da unautotreno lungo Via Ragazzi del 99 a Vicenza. Nel suo paese natale lasciadue figli.

Pocivaj u miru, Javorka! Dadrim

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Liberi come criceti

Domenica sera ero a casa di amici e, mentrechiacchieravamo seduti a tavola, il televisorecontinuava ad andare in sottofondo. Ad uncerto punto della serata la nostraconversazione è stata interrotta da grida dapollaio provenienti dai partecipanti delprogramma che stava andando in onda e chehanno almeno avuto il merito di far nascerealcune riflessioni. I mass media servono aintrattenerci. Intrattenerci significa non farci

guardare, non farci riflettere, trattenendo la nostra attenzione all’interno diuno spazio di pensiero delimitato, ottuso, privo di profondità e capacità dipenetrazione. I mass media sono un potente strumento ipnotico eproiettivo.

Viviamo come una mosca chiusa in una bottiglia. Il vetro ci permette divedere il mondo che ci circonda, ma in maniera confusa e distorta oltre anon consentirci in alcun modo di sperimentarlo, toccarlo, viverlo,comprenderlo e quindi modificarlo. Il nostro vetro di bottiglia è creato inbuona parte dai mass media attraverso quelle che vengono definiteinformazioni o notizie e attraverso i vari programmi radiofonici otelevisivi. Se osserviamo bene la reale natura delle notizie o delleinformazioni che ci vengono date vediamo come queste siano unicamenteun continuo bombardamento di fatti svuotati da ogni significato e farciti diinutili dettagli sensazionalistici, cioè diretti a generare sensazioni forti inchi li riceve. Il sensazionalismo è la trappola usata per catturare l’animaletonto che, una volta imprigionato, viene ingozzato sino al vomito concontenuti pubblicitari, i quali, dopo essere stati più e più volta assunti,creano una sorta di dipendenza psicologica che spinge a inutili e idiotiacquisti che fanno girare quell’altrettanto idiota e folle idea di economia ebenessere che domina la nostra tanto evoluta società. In questomeccanismo trita tutto l’uomo diviene unicamente una specie di cricetoinebetito che fa girare senza senso la ruota del denaro e del tempo. Tuttociò mi ricorda molto le migliaia di schiavi che hanno sofferto e sono mortiunicamente per concretizzare il sogno di pochi folli individui: le piramididell’antico Egitto! L’unica differenza, e non è cosa da poco, è che gli

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schiavi che hanno eretto le piramidi lo hanno fatto a colpi di frusta,sapendo d’essere schiavi e pertanto avendo il desiderio di divenire uominiliberi, mentre oggi gli uomini-criceto, che fanno girare la ruota dei capitali,sono ben contenti di correre, e mentre lo fanno si gridano l’uno l’altro: noisiamo uomini liberi che lavorano e sudano per il proprio benessere!Quanto mi rattrista questa immagine. Uomini che credono di arrivarechissà dove senza rendersi conto che la ruota su cui corrono gira sempre suse stessa, fissata ad un inamovibile perno che si chiama ignoranza. Eccoallora che la storia continua a ripetersi, questa volta, però, attraverso formeben più complesse e pertanto ben più pericolose e ingannevoli.

Dadrim

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Difesa dai messaggi subliminali

Pier ha scritto: In tema di dipendenze ecc.,avrei da chiederle se può condividere il suopensiero circa la questione dei messaggisubliminali. Si parla spesso di messaggi chelavorano subdolamente tanto da non essereavvertiti consciamente da chi li “riceve”.Secondo lei un lavoro di consapevolezza disé, che renda autonomi di scegliere,introspettivi e capaci di amore e accettazioneper se stessi, di conseguenza per gli altri, puòessere efficace per difendersi dai messaggisubliminali? Altrimenti vi sono altri strumentiper difendersi da questo fenomeno o quanto

meno accorgersene?

Dadrim ha risposto: Si! Dal mio punto di vista essere consapevoli di sé èla risposta, l'unica vera difesa che abbiamo per non cadere nella rete deicondizionamenti, subliminali o meno che siano. Un condizionamento perattecchire deve trovare il terreno giusto dentro di noi, ma se in noi abbiamofatto terra bruciata a tutte le possibili piante parassitarie che questa societàci propina, i loro semi non potranno più crescere. Essere consapevoliovviamente non significa riuscire a percepire i condizionamentisubliminali immediatamente quando ne siamo esposti. Questi ci colpirannosempre poiché sono studiati e applicati proprio per superare i filtri dellamente conscia. Un messaggio subliminale è un messaggio che passa moltoveloce, pertanto la mente conscia non lo riesce a imbrigliare nella suaragnatela, di conseguenza non lo riesce a valutare localizzandone la fonte,la forma e la sostanza. Entrando in noi in questo modo il messaggio cadenello spazio inconscio e lì vi rimane per essere riattivato unicamentequando qualcosa di esterno lo richiama. Ecco perché, a volte, sentiamo unapredilezione per alcune cose, come prodotti di supermercato o immagini dipersonaggi pubblici mai visti prima, senza capirne il perché. Uno deiperché sta nell'effetto “famigliarità” che il condizionamento crea. Poiché inme esiste già una memoria di una determinata cosa, fra diverse cosesceglierò sempre la cosa che già conosco. Tutto ciò accade perché la mentesi sente sempre più a suo agio con le cose che ritiene già note rispetto a

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cose ignote, a prescindere dall'effettiva loro bontà. Tutto ciò si puòriassumere nel detto: non lasciare la vecchia strada per la nuova. Il dettopiù stupido e dannoso che conosca! Più la nostra consapevolezza cresce,più diveniamo capaci di uscire da questi processi meccanici della mentepoiché ci muoviamo sempre meno entro i territori delle immagini e deipensieri memorizzati. Una persona consapevole di sé, poiché mantienesempre una vigile attenzione dei suoi processi di pensiero ememorizzazione agisce e risponde alle sfide della vita partendo da unacondizione di libertà e autodeterminazione, proprio perché non valuta nullapartendo da ciò che già conosce, ma sempre indaga e penetra la realeessenza di ciò che incontra. Tutto ciò si può riassumere con un nuovodetto: metti sempre da parte ciò che conosci per vedere veramente ciò chestai facendo e vivendo adesso!

Per la cronaca, uno dei primi esperimenti di condizionamento subliminalevenne svolto negli anni cinquanta dalla cocacola. La multinazionaleamericana, ovviamente per fini commerciali, faceva proiettare film nellesale cinematografiche che, ad intervalli di pochi minuti, venivano interrottida un unico fotogramma raffigurante una bottiglia di cocacola. Poichél'occhio umano può percepire solo immagini impresse su almeno 12fotogrammi di pellicola, gli spettatori non registravano a livello conscio leinterruzioni. Il consumo della bevanda, nelle sale cinematografiche dovefu svolto questo occulto esperimento commerciale, aumentò più del 37%.

Un caro salutoDadrim

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Droghe, videogiochi e tv: un mondo per i nostri figli

Cristina ha scritto: Ciao Dadrim, vorrei fartiuna domanda: come porsi nei confronti delfumo, intendo delle canne? Non parlodirettamente per me stessa, perchépersonalmente non ho mai sentito il bisognodi provarci da ragazza, figuriamoci adessoall'età di 38 anni, ma nei confronti di personeamiche che ho scoperto farne uso e che hannobambini piccoli con i quali ho piacere fargiocare mio figlio. Non so, la cosa mi ha unpo' turbata, anche perché ho sempre pensato

che l'esempio, soprattutto nei bambini, sia fondamentale nella crescita. Unaltro dilemma è la televisione: a casa nostra è fortemente regolamentata,ma mi rendo conto che siamo un po' delle mosche bianche e che nostrofiglio inizierà a frequentare amichetti le cui famiglie magari non lapensano allo stesso modo. E che dire dei videogiochi? Sarà che ho passatola mia infanzia a scorrazzare all'aperto, ma mi mette una tristezza profondavedere bambini totalmente stregati davanti a tutti questi aggeggi mortali.Ad essere sincera, ora che mio figlio sta crescendo, adesso ha 3 anni emezzo, non mi è sempre ben chiaro quale sia la strada migliore dapercorrere.

Un salutoCristiana

Dadrim ha risposto: Cara Cristina, per quanto riguarda le “canne” laquestione ha più dimensioni. I cannabinoidi nel nostro paese sono vietatima l'alcool no. Peccato che tutte le ricerche e le statistiche abbianodimostrato che l'alcool è dannoso quanto, se non più, dei cannabinoidi. Puògenerare grande dipendenza, alla lunga dare effetti fisici devastanti e, acausa dell'effetto esaltante e di diminuzione dei riflessi, provoca unnumero spropositato di incidenti mortali sulle strade. Perché l'alcool non èvietato e le canne sì? Unicamente per una questione culturale. L'alcool fada sempre parte della nostra cultura le canne no, sono una sostanzaimportata, relativamente recente, pertanto, come per ogni cosa nuova, lagente diffida. Con questo voglio sostenere la sostituzione degli alcolici con

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i cannabinoidi? Assolutamente no! Voglio solo far riflettere sul fatto chemolte cose sono dannose solo se assunte in modalità, contesti e dosisbagliate. Un altro esempio di sostanze legali ma estremamente pericolosesono i farmaci. Nel nostro paese, come purtroppo nel resto delle societàpiù “civilizzate”, l'abuso e lo scorretto uso di farmaci, prevalentementeanalgesici e psicofarmaci, è un fenomeno diffuso ed estremamentedannoso per la salute. Detto ciò, dal mio punto di vista l'accento va postosulla necessità di diffondere e realizzare sempre più un'educazione e unacultura incentrate sul reale benessere dell'individuo e della collettività.Perché si assumono smodatamente alcolici e farmaci, si ricercanocannabinoidi e varie altre droghe anche più potenti e dannose? Perché nonsi sa più come gioire in se stessi e con gli altri. Perché la naturale e innatasorgente di serenità che scorre dentro di noi è stata ostruita sotto uncumulo di cazzate: ambizioni, paure insensate, bisogni ingannevoli, lavorilogoranti e mortificanti. Questi fattori ci spingono a ricercare fuori da noistessi e dalle nostre relazioni umane sostanze capaci di “alleggerirci”,distrarci, farci dimenticare la pesantezza e l'insignificanza delle vite chestiamo conducendo e subendo, fosse anche solo per qualche momento.

Ecco allora che la questione, per me, non sta in “canne sì” o “canne no”,ma nell'essere veramente capaci di indirizzare noi stessi e i nostri figliverso una reale realizzazione. Se sapremo indicare ai nostri bambini ilreale sentiero che conduce alla maturità e li sapremo sostenere lungo le sueimpervie salite, sono certo che quando saranno adulti sapranno gestire lapropria libertà e sapranno stara accanto a chi non sa chi è e dove stanno iveri piaceri senza farsi condizionare, ma sapendo ascoltare e consigliare.Come realizzare tutto ciò? Con grande consapevolezza, sensibilità, amoree tenacia, poiché aiutare a crescere un figlio è una delle cose più belle edifficili del mondo.

Per poter essere veramente di aiuto alla crescita di un bambino in primisnon bisogna mai dimenticare che noi stessi stiamo crescendo con lui comegenitori poiché prima della sua venuta non lo eravamo. Dobbiamo pertantoricordare che siamo esseri imperfetti che spesso sbagliano e sono confusi eche proprio perché consapevoli di questo sono sempre pronti a correggersie ad imparare da ogni situazione, anche la più sgradevole. Credo inoltreche un genitore debba imparare a sentire quando è necessario essereirremovibili e determinati e quando è necessario essere accoglienti ed

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elastici. Questa consapevolezza, però, non può nascere da dei dogmi, daprescrizioni, non la si trova su quei libri che pretendono di sapere semprecome deve comportarsi un genitore. Questa consapevolezza nasceunicamente dalla capacità di essere pienamente aperti e sensibili alleidiosincrasie perennemente mutevoli che caratterizzano lo sviluppo di ungiovane, delle sue relazioni con le figure adulte di riferimento, masoprattutto di queste ultime nei suoi confronti. Educare è un'azione delicataquanto un'operazione chirurgica al cuore e al cervello visto che in gioconon v'è nulla di meno dei sentimenti e dei pensieri di genitori e figli, ecos'altro sono pensieri e sentimenti se non la parte più sottile dei nostriorgani? Paradossale è che solo dopo aver studiato una vita un chirurgo puòmettere le mani sulla parte più grossolana di un individuo, mentre leemozioni e i pensieri dei nostri figli sono lasciati in balia delle mani di canie porci: tv, videogiochi, insegnati incompetenti che li rovinano per cinque,otto ore al giorno, genitori assenti...

Ma ci rendiamo conto dei danni che può subire un bambino che sta acontatto con un insegnate sciocco e incompetente per otto ore al giorno peranni e anni? Solitamente non lo comprendiamo perché noi stessi siamoinconsapevoli delle dimensioni più sottili dell'animo umano. Pensiamo chechi ci opera al cuore debba essere competente poiché v'è il rischio che cifacci fuori, ma non ci rendiamo conto che un bambino educato nell'ottusitàe nella violenza può morire nell'anima per il resto della sua vita. Crediamoche sia peggio morire fisicamente del dover vivere settant'anni morti otormentati interiormente? Ad ognuno la sua risposta...

Ritengo inoltre che educare sia un'operazione chirurgica paradossalepoiché lo stesso “chirurgo” è sottoposto ad operazione: il genitore“chirurgo”, se veramente è tale, è pienamente coinvolto nella relazioneeducativa attraverso i propri sentimenti, pensieri e desideri, e si devesottoporre ad una costante azione di consapevolezza e rivisitazioneinteriore.

Da quanto detto credo risulti chiaro come, dal mio punto di vista, per potereducare sia prima necessario essere esempio vivente di ciò che si vuoletrasmettere, ma non a livello verbale o impositivo, ma a livelloesistenziale. Se si vuole trasmettere pace e serenità si deve essere in pace esereni. Se si vuole aiutare un bambino a rimanere in contatto con la sua

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fonte di consapevolezza e serenità interiore si deve essere, in primis noistessi, radicati in quella fonte, poiché si insegna solo ciò che si è e non ciòche si pensa! Importante è constatare e ammettere che la maggior parte dinoi adulti e genitori non vive in pace e armonia, poiché proprio dallaconsapevolezza della nostra reale condizione può nascere una veratrasformazione. Un genitore che vive consapevole della propria sofferenzae confusione, e che pertanto vive ricercando con grande onestà e tenaciauna effettiva pace e serenità, è già un qualcosa di meraviglioso, un faro edun porto in un mondo di ciechi che si credono veggenti.

Ecco allora che la risposta ad ogni nostro male non sta nella fuganell'alcool, nelle canne, nei farmaci, nelle droghe pesanti, nel sesso comeossessione, nelle distrazioni sciocche come i mille film, telefilm eprogrammi di intrattenimento imbecilli che propone la tv. La soluzione nonsta nell'abbandonare i nostri figli, per ore e ore, di fronte ai videogiochi oallo schermo televisivo unicamente perché siamo così esauriti e stanchi danon avere nemmeno più le energie minime per ascoltarli, stare con loro epermettergli di vivere giochi e relazioni immensamente più belli eappaganti di ciò che gli può dare una scatola di plastica con dei cretini chevi parlano dentro.

La risposta sta nel silenzio di una passeggiata, nel ridere per unabarzelletta o per una fiaba, nel suonare uno strumento cantando edanzando, nel guardare un cielo stellato raccontando la bellezza di uominiche da questa visione hanno trovato ispirazione per scrivere poesiemeravigliose o per investigare i suoi moti e umori. La risposta sta nelvento, nei fiori, nei fiumi e nei torrenti che scorrono quieti o impetuosi, nelcanto di un uccello o nel nelle fusa di un gatto, nell'imparare la geometriadi Euclide, il senso della poesia di Tagore o il sogno della Repubblica diPlatone.

La risposta sta nel mostrare ai nostri bambini l'amore che il loro papà e laloro mamma hanno per il loro lavoro, la cura e la dolcezza diun'infermiera, la precisione e la forza di un fabbro, il senso della giustizia,della legalità e dell'uguaglianza di un giudice, la sensibilità, la competenzae la gioia di un insegnate, l'arte di un falegname che con la sua piallalavora il legno e trasforma un informe blocco in un tavolo dove le personesi riuniranno per mangiare e parlare sino a sera. La risposta è nell'amore di

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ciò che si fa per il puro piacere di fare senza essere sempre turbati dalpensiero del denaro o dal desiderio di potere e successo, perché quando sifa qualcosa con amore e dedizione il giusto per vivere bene arriva sempre.Cara Cristina, dal mio punto di vista, se tutto ciò è presente, una partitaogni tanto ai videogiochi, un buon film o un cartone animato, non fannocerto male, anzi. Ma se tutto ciò di cui ho parlato è assente, e tv evideogiochi divengono il sostituto, la frittata è fatta. Tutto sta nel buonsenso. Non possiamo certo far crescere i nostri figli in una campana divetro o alieni in una società di alienati. La cosa importante è permettereche sperimentino personalmente quella dimensione di reale serenità edequilibrio interiore che gli servirà per sempre da pietra di paragone di ognialtra dimensione, poiché chi ha sperimentato l'amore non è disposto aperderlo nemmeno per tutto l'oro del mondo.

Infine, ritornando per un attimo alla questione delle canne dei tuoi amici,ci tengo a ricordare che viviamo in uno stato dove i cannabinoidi sonoillegali, di conseguenza, finché ne fanno uso per gli affari loro è unproblema fra loro, la legge, la loro salute e la loro consapevolezza.Manderesti i tuoi bambini a giocare da figli di chi beve un bicchiere o duedi vino al giorno? Credo di sì altrimenti non avrebbero più amici. Lìmanderesti a giocare a casa di genitori ubriachi? Non credo. Per quel chene so le canne in sé non fanno male ne bene più dell'alcool, dipende soloda quanto uso ne fai e da quanti poliziotti ti beccano farlo.

Un abbraccioDadrim

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Adamo ed Eva rappresentano la storia di tutti noi

Arianna ha scritto: Ciao Dadrim, (…). Inquesta fase della mia ricerca interiore mi stointerrogando sulle origini di questicondizionamenti mentali ed emotivi entro iquali viviamo per anni una vita "mortificata".A volte osservo che sono dei meccanismi dicontrollo così efficienti e funzionali daapparire disumani. Possibile che siano statiprodotti dalle insicurezze dei nostri genitori,

della famiglia o della società in cui viviamo? Ossia, la possibilità di difesadai condizionamenti interni/esterni a volte mi sembra un po' impari: sonosufficienti buona volontà e attenzione? Oppure occorrono strumenti piùtecnici della semplice esperienza? Basta avere fiducia nel proprio Maestrointeriore che ci indica il cammino da percorrere più adatto per ciascuno dinoi?

Dadrim ha risposto: I bambini nascono indifesi, inconsapevoli di sestessi, pertanto direi proprio di sì: la faccenda è impari. Un bambino hatotale fiducia e amore verso l'ambiente che lo circonda, e questo lo ripagacon monete pesanti e fasulle: ipocrisie, paure, aggressività, arrivismo. Mada dove salta fuori tutto questo dolore e questo inganno? L'ambiente che cicirconda è fatto da chi un tempo era bambino, quindi sembra che lacorruzione dell'animo umano si tramandi di generazione in generazioneattraverso i secoli, i millenni. Partendo da questa realtà dei fatti le religionihanno creato dei racconti simbolici, delle metafore che rappresentano ilmistero della natura umana. La storia di Adamo ed Eva, dal mio punto divista, è la più bella e pregna di significati.

Adamo ed Eva vivono nell'Eden, felici, nudi, privi di vergogna, mainconsapevoli di sé. Dio gli ha dato tutto ad un unico patto: non mangiare ifrutti dell'albero della conoscenza. Quali significati si nascondono fra leparole di questa storia? Perché l'albero della conoscenza è stato proibito?Adamo ed Eva vivono beati ma senza saperlo, senza averneconsapevolezza, e ciò di cui non si ha consapevolezza non ha valore. Se unuomo non ha mai avuto problemi, non ha mai sofferto, non ha maiconosciuto il dolore, si può definire felice? No! È solo un uomo ignorante,

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simile a una pianta, e così vivono Adamo ed Eva. Dio dice loro: “Io vi hodato tutta la mia pace, la mia meraviglia, la mia beatitudine, ma nonmangiate i frutti di quell'albero altrimenti cadrete da questa condizionedivenendo coscienti di voi stessi, iniziando ad avere un'idea di chi siete,della vostra diversità e sessualità, inizierete a conoscere la separazione, leforme e i nomi delle cose, la morte e il dolore. A voi la scelta!” Eva spingeAdamo a cogliere il frutto istigata dal serpente. La donna simboleggia ildesiderio di avventura, di ricerca, l'intelligenza che si fa manifesta. L'uomocompie l'azione rendendosi l'artefice, l'artista: la donna è musa che ispiraun'arte che l'uomo concretizza, e dietro tutto ciò v'è il serpente, lamanifestazione di Lucifero, l'angelo preferito da Dio, scacciato dalparadiso perché voleva farsi dio a sua volta: Lucifero, che significaportatore di luce.

Che storia meravigliosa è questa! Dio e il demonio uniti insieme nellacreazione dell'incommensurabile avventura dell'essere umano. Dio inLucifero, suo angelo prediletto, ripone la forza di disubbidire, di usciredall'ignoranza per entrare nella consapevolezza. Lucifero nella donna trovail coraggio dell'avventura, della scoperta, e questa a sua volta nell'uomotrova l'amore necessario per rischiare tutto. Il frutto della conoscenza èmangiato, l'essere umano non è più un bambino, un beato infante avvoltodall'oblio, ma è un uomo, un individuo che percepisce per la prima voltal'immensità della vita, le sue forme, i suoi colori, la sua spaesante vastità.

Grazie alla conoscenza il corpo di Dio si rende manifesto attraverso ilgioco della vita e della morte, attraverso la comprensione delle leggi dellamateria e della natura, che permettono all'essere umano di farsi arteficeegli stesso della creazione. L'uomo ora è solo con se stesso, lontano dalPadre, dall'origine divina, dalla sorgente, e per questo per la prima voltainizia a provare angoscia. Sente che qualcosa di fondamentale quantol'acqua e il cibo gli manca. Ecco allora che Adamo ed Eva iniziano aricercare quel che intuiscono di aver avuto in origine, di aver sempreposseduto per diritto di nascita, ma che a causa della conoscenza hannoperduto. Iniziano a ricercare la sorgente, l'Eden, la pace e la beatitudine; licercano in ogni luogo, in ogni vicolo del mondo, in ogni abbraccio esospiro delle persone che incontrano, ma niente! Proprio quando sembrache la beatitudine sia raggiunta questa scompare allontanandosi ancor più.Più la ricerca cresce e più il dolore si fa intenso e profondo, più l'angoscia

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sale e più la memoria di un passato beato riaffiora. “Dov'è quel luogoincantato in cui un tempo giocavamo all'amore senza conoscere il bene edil male, la vergogna e la colpa, dov'è finito?”, si chiedono i due, stanchi epersi fra le mille esperienze del tempo. Poi un giorno, fra le vuote paroledelle genti, sentono risuonare una voce diversa, forte e sincera. Questavoce grida fra le piazze e le strade, fra i sobborghi e i palazzi del potere,nelle orecchie degli ignoranti come in quelle dei sapienti. Questa voceripete sempre la stessa cosa: risvegliatevi, il tempo della conoscenza delmondo è finito, ora è il momento di tornare a casa, nella casa del Padre,alla sorgente della vita. Ecco che Adamo ed Eva si avvicinano a questavoce e chiedono: ma dov'è questo luogo? E la voce replica: è in ogniluogo, è in ogni tempo, è qui ed ora se voi vi abbandonate alla fiducia eall'amore, smettendo di pensare, di soppesare, di valutare attraverso levostre piccole e frammentate menti.

Il pensiero è il frutto dell'albero della conoscenza, divide, isola, permetteall'uomo di perdersi, ma non può permettere all'uomo di ritrovarsi.

Cara Arianna, questa vita è un mistero, un paradosso che la mente non puòrisolvere, ma che anzi, si complica più la mente cerca di governarlo.Lucifero e Dio non sono divisi, come potrebbero esserlo? Dio sommo benecome avrebbe potuto creare qualcosa di male? Il racconto di Adamo edEva in realtà è l'esemplificazione di quel che accade ad ogni essere umanoquando nasce su questa terra. Veniamo al mondo inconsapevoli, poiapprendiamo la conoscenza, in primis attraverso le parole delle nostremamme, che come Eva ci spingono ad apprendere, a conoscere il mondo, adivenire adulti. Questo implica sofferenza, errori, inganni, mille trappole emille strade sbagliate, ma è anche l'unica via per poter conquistareconsapevolmente quel che in origine ci è stato dato inconsapevolmente.

È stato detto: solo chi tornerà come i bambini potrà entrare nel regno deicieli. Come bambini, ma non bambini! Perché? Perché il bambino non saquel che ha, non sa chi è, da dove viene e dove andrà, e per scoprirlo devepatirne la perdita. Noi siamo come pesci che conoscono la beatitudine divivere nel mare solo quando finiscono gettati su di una roventespiaggia. Tu chiedi: “Per difendersi dai condizionamenti sono sufficientibuona volontà e attenzione? Oppure occorrono strumenti più tecnici dellasemplice esperienza? Basta avere fiducia nel proprio Maestro interiore che

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ci indica il cammino da percorrere più indicato per ciascuno di noi?”Ritengo che dai condizionamenti non ci si debba difendere ma li si debbacapire, ritengo che si debba sperimentare tutto ciò che la nostra coscienzaci chiami a vivere, senza paure, totalmente. Gli strumenti tecnici servonosolo alla mente per dividere le cose, per analizzare il mondo della materiao per ingannarsi quando guarda al mondo dello spirito. Serve buonavolontà, coraggio, onestà estrema, verità oltre tutte le paure, le faciliconvenzioni, i rassicurati compromessi, continua messa in gioco di sestessi, ridiscutere tutto e tutti sino a quando qualcosa inizia ad affiorare,sino a quando la voce del maestro interiore inizia a farsipercepibile. Penetrare il mistero di questa vita è un lavoro costante, totale,in certi momenti devastante, spossante, in altri esaltante. A volte sembrache tutto sia inutile, altre volte sembra di essere arrivati alla vetta, ma doposolo poco tempo si inizia a pensare di non essere mai nemmeno partiti. Masenza perdere il desiderio, la volontà e la fiducia l'istante dopo si devericominciare a guardare, ad ascoltare, ad abbattere muro dopo muro, sino aquando il ricercatore verrà completamente consumato dalla ricerca.

Un caro salutoDadrim

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2012: La fine del mondo

Giulio ha scritto: Sono molto suggestionatoda tutte queste storie che sento sull'imminentefine o cambiamento in peggio del mondo.Non so perché ma mi spaventano molto. CaroDadrim, tu cosa ne pensi, credi che il mondopossa finire?

Un abbraccio forte!

Dadrim ha risposto: Caro Giulio... “È il2012 e il mondo è completamente distrutto,l'umanità è stata spazzata via dalla caduta diun enorme meteorite. Solo due scimmie si

sono salvate nel cuore dell'Africa: un esemplare maschio e uno femmina.Le due scimmie salgono sul monte più alto della regione e, guardando ilsole che tramonta all'orizzonte, si prendono per mano... e lei, con vocedolce e sognante, dice a lui: che ne pensi? Facciamo ricominciare tuttodaccapo?” Caro Giulio, la gente pensa alla fine del mondo perché non sacome vivere, pertanto preferisce fantasticare sul come morire... se poimuoiono tutti meglio, così non si sentono gli unici scemi. Mi dispiace percostoro, ma le cose non vanno così! In una scuola normale se sei un asinoti puoi sempre ritirare, ma dalla scuola della vita nessuno ne è mai uscito.Tutto è vita, noi stessi non siamo altro che vita alla continua ricerca di unmodo sempre nuovo e sempre più estatico ed estetico di manifestarsi.Dove potremmo mai fuggire, come potremmo mai morire se non sappiamonemmeno chi siamo? Invero noi pensiamo di morire proprio perché nonsappiamo chi siamo, perché abbiamo idee fasulle sulla nostra realtà. Ma ilmago che dentro di noi genera le mille idee a cui abbocchiamo comesciocchi, non appena un suo gioco finisce subito ne inizia un altro.

Ecco allora che la scuola della vita ci chiede di divenire Maestri di Magiapotendo finalmente gioire con lei del suo gioco fatto di mistero emeraviglia, perché, ora come ora, l'unica cosa che riusciamo a fare ètremare al cospetto di tutto quel che non comprendiamo. Sino a quandonon diventeremo maghi non smetteremo mai di essere fregati dagli eventi,pertanto comprendo benissimo che alcuni possano preferire l'idea di

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morire alla continua sensazione di non comprendere e sapere come agire,ma sfortunatamente per questi proprio la morte è il trucco più riuscito allavita. Più consapevoli diveniamo più trucchi sveliamo e impariamo, sino aquando comprenderemo d'essere noi stessi un trucco e che null'altroall'infuori della magia esiste veramente, perché il vero maestro non sacome accadono le cose, ma sa che solo attraverso di lui possono avvenire,e di questo in eterno gioiosamente si meraviglia.

Caro Giulio, se posso darti un consiglio, fai come me: non temere la morte,ma l'ignoranza della vita. Tutto il resto verrà da sé! Buon 2012! Un abbraccio,Dadrim

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Nuovo ordine mondiale

M. ha scritto: Caro Dadrim. Ti scrivo perchéultimamente ho visitato dei siti particolari,riguardanti gli illuminati e il governo delnuovo ordine mondiale.

Prima domanda: Secondo te può essere chetutta questa spiritualità che ormai gira sia unmodo per distogliere l'attenzione sui realiproblemi e rendere irresponsabili le persone?Infatti una volta c'era la religione che sioccupava di noi, ora ogni individuo riesce ad

ingabbiarsi da solo.

Seconda domanda: L'esperienza spirituale a cosa serve? A vivere meglioqui o a preparare un posto per quando moriremo? Se tu hai avutoesperienza riguardo queste ipotesi, puoi dirmi se sei riuscito a preparare unposto nell'aldilà ecc...?

Terza domanda: Se i progetti del nuovo ordine mondiale sono reali e quelche si prefigge si realizzerà, a cosa mi serviranno le mie meditazioni? Iosono un ricercatore della verità e le mie domande sono serie e per memolto importanti. Ho praticato varie discipline spirituali, l'ultima che da unanno ho intrapreso è il falun gong. Ti garantisco che ho sperimentato anchealtre tecniche tipo le meditazioni di Billy Meier e i Pleiadiani, ho fattoPranic Healing e altre che non sto ad elencare. Queste cose le ho iniziatesempre dopo aver ricevuto un messaggio spirituale, ma terminavano condelle cose abbastanza negative. Ho ancora molti dubbi che non mi fannotrovare una risposta definitiva. Più pratico e più si presentano problemiestremi nella dualità della mia esistenza. Esempio, cerco di diventare piùbuono e tollerante, e trovo persone che non mi pagano per 4 mesi dilavoro. Ti prego, se puoi aiutami a fare luce. Non vivo più serenamente.Ho una rabbia dentro che distruggerei il mondo, ma solo perché non trovouna via d'uscita a un futuro incerto.

Un abbraccio M.

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Dadrim ha risposto: Prima risposta... Ricercare per me significaosservare con estrema attenzione, comprendere completamente, nonsmettere mai di dubitare, di rivedere, di vagliare e mettere alla prova ogninuova scoperta, ogni nuova situazione. Se un uomo compie una veraricerca spirituale prima o poi uscirà dalle paludi dell'ignoranza e dei suoicondizionamenti. Se quel che muove un individuo, invece, è unicamentel'adeguamento ad una nuova “moda” sociale, per quanto questa possaavere nomi esoterici e spirituali, l'unica cosa che otterrà sarà un ennesimogiocattolo con cui fuggire dalla realtà.

La domanda fondamentale pertanto non riguarda la bontà o meno dellaspiritualità che gira là fuori, ma la bontà o meno della volontà di ricercache gira dentro di noi. Se la tua ricerca è onesta e totale nulla e nessunopotrà impedirti di affrontare i problemi reali. Dal mio punto di vista, peresempio, preoccuparsi della spiritualità che “gira” non è un problema realepoiché io non lo posso modificare, e ciò che non posso modificare non èmai un problema reale ma unicamente un dato di fatto da comprendere edaccettare.

Poi dici: “...una volta c'era la religione che si occupava di noi, ora ogniindividuo riesce ad ingabbiarsi da solo.” A questa affermazione ti possorispondere che dal mio personalissimo punto di vista preferisco sempreingarbugliarmi da solo piuttosto che avere qualcuno che si occupa di me.Se mi ingarbuglio da solo, da solo mi posso liberare, se dipendo daqualcuno quel qualcuno diviene il mio padrone, e per quanto mi riguarda:meglio ingarbugliati che schiavi!

Seconda risposta... L'esperienza spirituale serve unicamente a sé stessa.Per me “esperienza spirituale” significa vivere in armonia, con sé stessi,gli altri e il mondo. L' esperienza spirituale per me è esperienza di totalesensibilità, unità, bellezza, empatia, amore, mistero. In una soladefinizione: perdita di preoccupazione per sé stessi. Quando in noisvanisce quell'entità che di continuo si preoccupa per se stessa, che è laradice di ogni nostro tormento, comprendiamo come inevitabilmente nonabbia più alcun significato l'interrogarsi sulla morte e sull'utilitàdell'esperienza spirituale. Ci interroghiamo sul nostro destino e sull'utilitàdelle cose unicamente sino a quando spendiamo la nostra energia nelpreoccuparci per noi stessi. Ma chi siamo noi? La ricerca spirituale inizia

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cercando risposta a questa domanda siano a quando giunge a comprendereche in noi non v'è nulla per cui ci si debba preoccupare. Per quantoriguarda la mia esperienza, sto lentamente perdendo le miepreoccupazioni, sto lentamente perdendo me stesso, un qualcosa che piùosservo e più svanisce.

Terza risposta... Nella testa di molte persone esiste l'idea che un manipolodi persone stia dirigendo il mondo verso una dittatura globale detta “nuovoordine mondiale”. Questa idea è fallace, priva di ogni cognizionepsicologica e spirituale. Il male non è in grado di progettare e realizzarecose a lungo termine poiché la sua natura si basa sul conflitto, la scissionee la distruzione, mentre la natura di un progetto necessita unità econtinuità. Non esisterà mai un gruppo di persone che in armonia potràportare avanti progetti di dominio e quindi di disarmonia globale. Chipensa al dominio, al controllo degli altri, come potrà mai trovare qualcunodi cui fidarsi con cui portare avanti dei progetti? Siamo sempre staticondizionati a pensare al male come ad un'entità coesa che opera adiscapito del bene, ma le cose non stanno così. Alcune interessantirappresentazioni dell'inferno lo raccontano: i demoni si torturano ecombattono fra loro, ma prima di ogni altra cosa sono torturati ecombattuti in se stessi.

Le basi di una politica del conflitto trovano unicamente spazio fra lefratture della coscienza degli uomini. Là dove gli uomini sono divisi fraloro il male inizia a manifestarsi, pertanto non è sostenibile lo scenario diun manipolo di uomini fra loro coesi nel male che tiene in scacco unapopolazione mondiale libera dalle logiche del potere. Quel che la storia ciinsegna è un manipolo di uomini potenti, in continuo conflitto fra loro,unicamente uniti dall'intento di mantenere le masse nel loro peculiare statodi divisione e conflitto.

Una dittatura può durare solo sino a quando il popolo non è unito daun'ideale comune. Peccato però che il popolo, il più delle volte, trova comeideale comune unicamente quello di abbattere una dittatura, e quandol'ideale che accomuna una moltitudine si fonda unicamente su un pensierodi distruzione, senza contemplare anche un desiderio di creazione, unanuova dittatura è già alle porte. Il futuro non ci riserba nulla di nuovo,forse i giochi saranno su scala sempre più vasta, più complicati e raffinati,

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ma nella loro essenza saranno sempre gli stessi. Il futuro non ci riserberànulla di nuovo se sempre più individui non inizieranno ad uscire dal lorostato di frammentazione e ignoranza interiore. Solo quando le massesaranno composte da una maggioranza di individui consapevoli e liberidalla preoccupazione per se stessi il mondo inizierà a vivere una nuovaera. Per il momento ritengo che la cosa migliore da fare sia iniziare da sé edalle persone che ci stanno accanto. Non capisco poi perché ti preoccupitanto del “nuovo ordine mondiale” quando, in fin dei conti, fra non moltosaremo comunque tutti morti. Se ci pensi bene ogni cento anni circal'intera popolazione mondiale viene sostituita da una nuova generazione.La morte mi sembra un tema molto più reale e rilevante considerando cheè un qualcosa di inevitabile e universale. Ci preoccupiamo sempre moltodel futuro senza pensare che se esiste un motivo per cui il futuro dovrebbepreoccuparci, quel motivo dovrebbero essere i nostri bambini. Ma seeffettivamente ci preoccupassimo dei nostri bambini non credo cheagiremmo come stiamo facendo.

Il fatto reale è che il futuro ci preoccupa unicamente per il tempo in cuiriteniamo di poterlo vivere, è per questo che abusiamo e devastiamo ognicentimetro quadrato di questo pianeta come se dopo di noi non dovesserimanere più nulla. Peccato che qualcosa rimarrà, e quel qualcosa è propriociò che di continuo diciamo di amare più di ogni altra cosa al mondo: inostri figli. Quanto siamo inconsapevoli!

Oggi come oggi non v'è nulla che mi preoccupi più della miaconsapevolezza, tutto il resto viene dopo. Se vivo consapevole e liberonella mente e nel cuore, sono certo che anche se dovessi trovarmi alcospetto del peggior tribunale di un qualsiasi fantomatico “nuovo rodinemondiale” o semplicemente al cospetto della mia inevitabile morte duesagge parole e un sorriso li saprò esprimere. Infine tu dici: “Ho una rabbiadentro che distruggerei il mondo, ma solo perché non trovo una viad'uscita a un futuro incerto.”

Non v'è via d'uscita ad un futuro incerto poiché la natura del futuro e diquesta stessa esistenza è incerta. Più cerchiamo la certezza e più soffriamo,più cerchiamo la pace e più troviamo la disperazione. Solo il presente èsempre certo poiché accade nel qui ed ora: l'unico posto in cui noirealmente siamo e su cui possiamo realmente agire. Meno pensiamo al

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futuro e più agiamo nel presente, più troviamo fiducia per immaginare undomani in cui sapremo cosa fare, perché il domani si manifesterà sempre esolo come un presente. È solo la nostra mente che può viaggiare neglispazi di un futuro immaginario dove proietta tutte le sue angosce e le sueincertezze. Se impariamo ad uscire dal meccanismo di proiezione delpensiero scopriamo che quel che c'è qui è tutto quello di cui abbiamobisogno per vivere serenamente e per mettere le basi di un domani ancorpiù sereno. Iniziamo a creare un nuovo ordine interiore!

Un abbraccioDadrim

New Age, alieni e cospirazioni internazionali...

J. ha scritto: Caro Dadrim, mi sono da pocotuffato nel movimento New Age e l'hotrovato molto affascinante, ma allo stessotempo insidioso e confusivo. Di questi tempisi parla ossessivamente di ascensione, dellafine di un'epoca, di canalizzazioni, contatticon civiltà interstellari, per non parlare dellevarie teorie cospirative. Puoi, per favore,espormi il tuo pensiero riguardo a questomovimento e cosa può significare per teascensione. Un abbraccio!

Dadrim ha risposto: Si, anche per me il movimento New Age èestremamente affascinante! È affascinante quanto i fumetti di Superman ola saga di Guerre Stellari. Le uniche canalizzazioni reali che ho conosciutosono quelle del dentista. L'unica ascensione che regolarmente faccio èquella dal piano terra al settimo del palazzo di una mia amica che vadospesso a trovare. Mondi oltre al nostro con qualche forma di vita più omeno evoluta non vedo perché non dovrebbero esistere considerando leillimitate possibilità che si possono determinare in uno spazio infinitoqual'è quello che ci circonda. Altro discorso riguarda la possibilità che

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queste forme di vita vengano in "vacanza" da noi. Una civiltà extraterrestre capace di raggiunga il nostro pianeta terra dovrebbe possederetecnologie estremamente più avanzate delle nostre e, pertanto, livelli diconsapevolezza infinitamente più elevati, poiché, quando la tecnologia nonevolve parimenti alla spiritualità di un popolo, questo si autodistrugge. Noidovremmo saperne qualcosa considerando che appena abbiamo scopertol'energia atomica abbiamo rischiato di fare fuori il pianeta intero con lemiserabili diatribe fra Russi e Americani, figurati cosa potremmo fare fraun po' con qualche tecnologia più avanzata. Ora, un popolo o una forma divita ben più evoluta di noi cosa dovrebbe venire a fare da queste parti?Socrate parlava di consapevolezza e l'abbiamo avvelenato, Gesù loabbiamo crocifisso, Ghandi sparato, Mansur è stato incarcerato, torturato eucciso, il Buddha preso a sputi e pietrate. Cosa credi che potremmo fare adelle creature strane che si impicciano dei nostri affari? Credi che i nostripolitici permetterebbero a omini verdi di fermare i loro giochi di potere?Credi che la gente, che non è stata capace di fidarsi di un Gesù si fiderebbedi creature aliene? Ed infine, credi che una civiltà tanto avanzatatecnologicamente e spiritualmente non sappia che ogni popolo si deveevolvere con le sue forze e che nulla di ciò che viene dal di fuori lo potràmai aiutare veramente perché le uniche vere risposte vengono da dentro?

Per quanto riguarda le cospirazioni internazionali, cosa v'è di starno?L'intera storia dell'umanità è un gioco di cospirazioni fra potenti? Per me,una nuova era la generiamo noi per noi stessi quando iniziamo a scoprirechi siamo, a conoscere per quali valori vale la pena vivere, cosa sia l'amoree la fratellanza.

Il movimento New Age non è molto più interessante di uno di quei tantifilm di fantascienza che continuamente sforna Hollywood! In questomovimento però esiste un rischio, e cioè la possibilità che la gente loprenda troppo seriamente iniziando a farneticare su energie spirituali,chakra, kundalini, alieni, nuove ere, illuminazioni e altre esperienze, tuttemescolate insieme, senza capo ne coda, in un meraviglioso girotondo diignoranza e voglia di evadere dalle ben più semplici e concrete difficoltàdella vita reale. Un caro salutoDadrim

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Un pensiero sul Giappone e il nucleare

Una riflessione che vorrei condividere contutti voi, miei cari amici e compagni diviaggio... L'altro giorno stavo leggendoun'intervista rilasciata da un noto esponentedel nostro mondo politico. L'egregio signoresosteneva che le politiche energetichenucleari del nostro paese non possono esserefermate dalle paure di persone irrazionali chesi fanno travolgere da facili emozioniprovocate da un incidente isolato quanto raro.Ora mi chiedo, è possibile che esistanopersone capaci di fare affermazioni del

genere? In Giappone si verifica una nuova Chernobyl, con ripercussionienormi a livello mondiale, e questi signori della politica definisconoirrazionali ed emotivi coloro che auspicano ad un ripensamento globaledelle politiche energetiche. Ma è pazzesco! Non sono costoro gliirrazionali, gli emotivi guidati dall'eccitazione per il denaro e il potere! No!Sono tutte quelle persone che dopo aver assistito ad un nuovo disastronucleare si fermano a pensare, a riflettere, per cercare di comprendere se ilfuturo dell'umanità non stia in altri pensieri e progetti energetici.

Ma ci rendiamo conto di come ci stanno trattando? Usano le parole comecartomanti e fattucchiere. Vanna Marchi è stata condannata a due anni e seimesi di reclusione e questi signori della politica sono liberi e sorridenti, intv e sui giornali dalla mattina alla sera, nonostante creino danni ben piùgravi. Lo vedete come ci prendono per il culo!? Rovesciano la realtà deifatti, mischiano un po' di verità con una marea di balle, nascondono i datireali delle catastrofi, dei pericoli che stiamo correndo, e nascondono i realiperché che li spingono ad agire in questo modo. “Belle le centralinucleari”, peccato che nessuno sa come renderle resistenti a catastrofinaturali e attentati o come smaltirne i rifiuti radioattivi.

“Si calcola che le scorie prodotte a livello mondiale dalle centralielettronucleari e dagli impianti di arricchimento e ritrattamento delcombustibile nel 2005 erano pari a circa 270mila tonnellate. Negli StatiUniti si producono circa 2300 tonnellate di rifiuti nucleari ogni anno, in

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Francia 1200 tonnellate. Un problemino non da poco visto che... nessunosa esattamente dove metterle! Il costo per la conservazione delle scorie èenorme, praticamente incalcolabile poiché si tratta di confinare in modosicuro materiale che rimarrà attivo e pericoloso per migliaia di anni enessuno ha mai progettato un sistema che deve restare impenetrabile percosì tanto tempo”. (Fonte: ariannaeditrice)

Ecco, allora facciamone altre centinaia, magari migliaia, spargiamole ingiro per tutto il pianeta, in fin dei conti saranno i nostri figli a doverrisolvere il problema delle scorie. Anzi, i figli dei figli dei figli dei figli... .Siamo governati da dei deficienti o da dei criminali. L'ipotesi che piùritengo probabile è che siano dei criminali deficienti. Usano il potere che ilpopolo gli ha consegnato a loro unico vantaggio e godimento, ma non sononemmeno capaci di avere un pensiero progettuale per il futuro del lorostesso sangue considerando che non riescono a immaginare i guai chestanno consegnando nelle mani dei loro figli. Ma forse non gliene freganulla nemmeno di questo. Non so più cosa dire. Ma chi gli ha messi lìquesti individui? Quale volontà popolare rappresentano? Le regioni sonocontro il nucleare, la popolazione è contro, ma i nostri politici no, perchésolo loro sanno cos'è la razionalità e la consapevolezza. Beata ignoranza earroganza!

Oggi, a Vicenza, è stata una giornata meravigliosa! Blocco totale deltraffico, sole, vento, persone in bici, a piedi, carrozzine con “nani” urlanti egioiosi. Le montagne si stagliavano maestose all'orizzonte, quiete, sagge,millenarie. I primi fiori sbocciavano dagli alberi, dal terreno, lungo i fossie nei giardini delle case curate e accoglienti. Sembra che per molti tutto ciònon conti un nulla se sul piatto della bilancia vi mettiamo un bel pacco disoldi e potere. Peccato che soldi e potere, se tutto ciò dovesse esseredistrutto, serviranno solo per pulirsi il sedere o per scegliere la pistola piùelegante con cui suicidarsi!

Dadrim

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Yara Gambirasio

Qualcuno ha scritto: Caro Dadrim,apprendo la tragica notizia della morte diYara Gambirasio. Allorquando passai unmomento difficile della mia vita, uncounselor al quale mi rivolsi mi disse “nondevi preoccuparti perché la vita si prendecura di noi”. Puoi spiegarci perché la vita nonsi è presa cura di Yara? Questa domanda

penso che ce la poniamo tutti. Grazie, so che risponderai.

(Yara Gambirasio: ragazzina di tredici anni assassinata a coltellate la seradel 26 novembre del 2010).

Dadrim ha risposto: Yara Gambirasio? E le migliaia di persone chestanno morendo fra Libia, Iraq, Afghanista, sud Africa, sud America? E lemigliaia di stupri, omicidi e massacri che stanno accadendo proprio inquesto istante? Tutto questo e infinitamente di più accade ogni giorno, ognisecondo, da sempre! Il novantanove per cento di tutto ciò è operadell'uomo. Io non so cosa intendesse quel counselor con quella frase, quelche so è che sino a quando attribuiremo la responsabilità del male cheabita questo mondo ad un qualche dio, destino o diavolo, anzichéattribuirle all'uomo non andremo mai da nessuna parte. L'ignoranza e labrutalità dell'uomo è una questione che solo l'uomo può risolvereattraverso la sua consapevolezza. Non è stata certo la “vita” o un qualchedio a mettere al potere Gheddafi, Hitler, Stalin e compagnia bella. Non ècerto un qualche spiritello porcello che violenta le donne e uccide ibambini. Siamo noi uomini i peggiori nemici di noi stessi.

Certo, in noi esiste la possibilità di vivere in pace e serenità, affrontandoanche i mali peggiori con equilibrio, forza e amore, ma se la maggior partedelle persone si occupa solo di scemenze cosa possiamo farci? Quale vuoiche sia il destino di intere società che vivono nell'ignoranza più assoluta,inseguendo sogni di potere, denaro e lottando per difendere vuote parolecome dio, nazione, patria ecc... Noi uccidiamo i nostri fratelli per difendereparole che ci sono care. Amiamo più le nostre idee che la vita stessa.Perché dici che la vita non si è presa cura di Yara? La vita le ha dato un

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corpo sano, l'ha accarezzata con il sole, la pioggia ed il vento. Perché mettisul banco degli imputati la vita quando molto probabilmente ci dovrà finireun uomo! L'umanità dovrà soffrire ancora molto prima di ridestarsi perchéè ancora molto profondo è il suo sonno. Con troppa facilità etichetta chicompie il male con parole come mostro, bestia, animale, orco. Tutte parolevuote, utili unicamente a non farci vedere quanto in realtà siamo tuttiresponsabili del male che ci circonda. Gli “orchi” dei nostri telegiornali untempo erano bambini che cercavano amore e serenità, ma che comerisposta hanno ricevuto unicamente violenza e abusi. Facile chiamarlibestie una volta divenuti adulti, ma tutte le figure di riferimento che lidovevano guidare da piccoli, non sono forse anch'esse responsabili delleloro azioni?

Forse nessuno degli adulti che li doveva tutelare e guidare penserà di averfatto un gran che di male, magari si diranno: io non ero un gran che capacedi fare l'insegnante, io ero una maestra della scuola materna acida escorbutica, io ero un padre o una madre assente, ma che grandi erroriabbiamo commesso? Nessuno può aver commesso reati o violenzeeclatanti, ma sappiamo bene come una semplice goccia d'acqua possaforare una roccia cadendo ripetutamente. Perché, allora, non riusciamo acomprendere cosa possano fare continue gocce di incoscienza che cadononell'anima di un bambino? Prova a leggere il libro “Gli uomini più cattividi tutti i tempi” di Paolo Zelati, e scopri come è cresciuta la maggior partedelle figure più inquietanti della nostra storia. È così che l'incoscienza ditutti si accumula nel cuore di alcuni, forse proprio dei più sensibili e/ofragili, esplodendo senza un apparente senso in un giorno come tanti, perricordare nuovamente a tutti quel che prima non si è voluto comprendere.Consapevolezza!, consapevolezza!, sensibilità!, ascolto!, sempre!, conchiunque!, per chiunque!, questa è l'unica cura.

I mostri non esistono, e il male è solo un fatto tutto interno alla coscienzadegli uomini che dimenticano come amare. Il male non sta in nessun bucosotto terra, in nessun angelo caduto dal cielo e vestito di rosso con lecorna. Il diavolo è solo un uomo che ha perso il sentiero che conduce allavera pace e che ha imparato a godere dei veleni più mortali. La vita nonsmette mai di prendersi cura di noi, ma se noi smettiamo di curare noistessi e i nostri fratelli e figli nemmeno i miracoli potranno aiutarci.Nemmeno Dio può entrare nel cuore di un'umanità che non lo riconosce e

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desidera, poiché il divino è un amante e non uno stupratore! Grazie allavera e piena realizzazione di noi stessi potremmo anche non preoccuparcipiù del nostro destino, del nostro corpo, del male che l'ignoranza di questomondo può causarci, ma mai potremo smettere di continuare a lavorare perun'umanità migliore, un futuro dove i bambini non dovranno mai piùvivere tutto ciò che oggi e ieri hanno subito. Quel che mi chiedo è quantidi noi stiano effettivamente lavorando su se stessi per poter agire nelmondo senza ottusità, avidità e interessi personali? Quanti di noi sonopronti a perdere anche solo una piccola parte dei loro desideri e possessiper non vedere più altri uomini soffrire?

Dio, la vita, il karma, sono tutte menzogne vergognose, parole sciocche,utili a fuggire da noi stessi, dalle nostre responsabilità e, paradossalmente,dalla vera Vita e dal vero Dio che dimora in ogni “atomo” di questouniverso, di questo nostro stesso corpo. Certo, l'amore esiste, la meravigliadella vita esiste, il divino è un'esperienza possibile, ma sono tutte cose chedevono essere raggiunte, conquistate attraverso un atto consapevole.Peccato che per questa nostra società siano divenuti unicamente parolevuote contro cui bestemmiare quando le cose non vanno. Siamo blasfemi.

Un abbraccioDadrim

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Uccidere per mangiare

Luca ha chiesto: Caro Dadrim, volevosapere cosa ne pensi del vegetarianesimo. Inquesto periodo mi capita spesso di pensareall'ingiustizia del fatto che per nutrirsibisogna arrecare sofferenza a un esserevivente. E' un pensiero che spesso non mi dapace e che mi ricollega a tutte le ingiustizie diquesto mondo commesse da noi uomini. Poi

guardo la natura, e mi rendo conto che sono un’infinità le specie che siuccidono a vicenda per nutrirsi. E mi chiedo come sia possibile che Dioabbia creato un mondo così sbagliato, mettendo le sue creature incondizione di divorarsi a vicenda per sopravvivere. Certo potrei diventarevegetariano o addirittura frugivoro, ma a volte questa scelta mi dal'impressione di una fuga da un aspetto, quello aggressivo, che è insitonella vita su questa terra. Da ciò nasce una grande frustrazione dovuta alloscontro del desiderare un mondo dove le creature possano amarsi tutte erispettarsi con la necessità di dovermi integrare in un mondo di cui noncapisco la logica.

Un saluto amichevole Luca

Dadrim ha risposto: Caro Luca, hai ragione, il semplice adottare unadieta vegetariana o frugivora non può essere la reale risposta al tuoproblema. Il tuo problema riguarda, non solo la stupidità umana, ma anchel’apparente follia che governa la natura. Molte persone scelgono di nonmangiare più carne anche se non hanno compreso tutte le implicazioni chedovrebbero portare a una scelta di questo genere. Lo fanno principalmentein risposta alla violenza che vedono insita nell’atto di mangiare esseriviventi, ma questa prima risposta non è sufficiente a comprenderel’armonia sottile che governa questo nostro universo. Ecco allora che lepersone rischiano di divenire ossessionate dal bisogno di non ferire onuocere ad altri esseri viventi, poiché il semplice atto di divenirevegetariani non può esaurire la questione sulla violenza che sembradominare le leggi della natura, compreso, ovviante, l’uomo. Un attoveramente risolutivo non può venire da una superficiale reazione pratica,

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ma deve nascere da una profonda comprensione dell’esistenza. Talecomprensione non porta mai ad azioni fanatiche, dannose per l’organismoe per la psiche. Ovviamente, in questa mia risposta, non prendo nemmenoin considerazione coloro che scelgono una dieta vegetariana perché va dimoda. Se cerchiamo una risposta definitiva e completa dobbiamo comesempre andare a guardare nel cuore stesso della vita per comprendere lesue leggi e i suoi fenomeni. L’unico modo che abbiamo per fare ciò èscendere sempre più in meditazione, in quella che io chiamo“un’osservazione attenta e passiva” di tutto quel che accade in noi e fuorida noi. Se pratichiamo costantemente e tenacemente questo atteggiamentomentale, piano, piano, i nostri pregiudizi si dissolvono, e il reale “stato difatto delle cose” ci si palesa. Se guardi l’esistenza con occhi limpidi, scopriche molte cose che noi oggi riteniamo ingiuste non lo sono affatto, e moltecose che riteniamo corrette sono ingiuste. Tutto ciò, però, lo devi scopriretu stesso, entrando sempre più in profondità nella tua consapevolezza.

Medita, osserva, lascia scorrere i tuoi pensieri, non preoccuparti di nulla,non affannarti per cose che non puoi cambiare, non cercare di risolverenulla, rimani semplicemente in uno stato di osservazione continua, elentamente scoprirai che sempre più cose ti diverranno chiare e armoniose,che sempre più azioni ti diverranno impossibili, mentre molte altre, primaimpensabili, ti risulteranno semplici e fattibili. Come risultato dalle mieosservazioni ti posso dire che vi sono alcuni aspetti ricorrenti nelcondizionamento che la nostra cultura opera sul nostro pensiero. Uno deicondizionamenti più forti e dannosi è l’idea di Dio come entitàantropomorfa che ha creato un modo affinché gli uomini potessero vivereappieno la loro personalissima idea di bene.

L’idea imperante di dio rispecchia unicamente i nostri personali concetti diverità, bene, giustizia e libertà, ma quanti di noi hanno mai visto o parlatocon questo dio? Nella bibbia è scritto che dio fece l’uomo a sua immaginee somiglianza. Ma chi ha scritto ciò? Un uomo ovviamente. Non sembraquindi cosa più ragionevole pensare che l’uomo abbia creato dio a suaimmagine e somiglianza? Le chiese sostengono che sia stato dio ad averispirato l’uomo e ad averlo guidato nella scrittura di quei testi definitisacri. Ma dove stanno le prove di questa affermazione? Se seguiamoquesta logica, perché non dovremmo credere ad ogni persona che sostienedi aver ricevuto un messaggio da qualche entità superiore? Abbiamo mille

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religioni, tutte in contraddizione fra loro, e tutte che sostengono l’unicitàdella loro verità. A me sembra un pensiero un tantino contraddittorio.Affermassero almeno che tutte hanno ragione, ma che ognuna ha una suapeculiare prospettiva! Quando iniziamo a pensare che un dio ha creato ilmondo affinché l’uomo possa vivere in pace e sereno, ecco che iniziamo acreare mille domande senza soluzione, e questo accade perché la primaaffermazione è infondata. Su quali basi possiamo sostenere che un dio hacreato il mondo? E su quali basi ci immaginiamo questo dio? Quandoaccettiamo un assunto senza averlo attentamente valutato e verificato,abbiamo solo due strade: o iniziamo a credere a tutto quel che ci vienedetto, o, se usiamo un pochino la nostra ragione, finiamo in un mare diguai, vedendo le mille incongruenze. Pensa al cristianesimo, se in unprogramma televisivo venisse concesso ad un logico razionalista didialogare con un sacerdote, il povero religioso avrebbe sicuramente un belda fare per non cadere nel ridicolo. Ma non c’è da preoccuparsi, un taledibattito non verrà mai mandato in onda.Proviamo, allora, per gioco ad ipotizzare noi la scambio fra i due:Sacerdote: Dio è sommo bene e infinito amore. Logico: e il male da dove viene?Sacerdote: dal demonio.Logico: e il demonio da dove viene?Sacerdote: era un angelo, chiamato Lucifero, nome che deriva dal latino,composto di lux (luce) e ferre (portare). Era l’angelo più vicino a dio, perquesto era detto portatore di luce, ma questa vicinanza all’altissimo lospinse a voler superare il suo stesso signore e padre. Come, infatti, scriveIsaia (14,14): "Similis ero Altissimo"(Sarò simile all'Altissimo). Questoiniziò a volere Lucifero, e per questo, dopo aver perso una tremendabattaglia contro gli angeli del Signore, venne scaraventato giù dai cieli econfinato negli inferi. Da quel giorno il suo nome venne cancellato, conl’imposizione che nessuno lo pronunci mai più, e per tutti egli diventòSatana, che in lingua ebraica significa “l’avversario”.Logico: bella storia, ma se dio è solo bene, come è possibile che abbiacreato un angelo poi capace di muovergli battagli per sete di grandezza epotere. Come è possibile che da un’entità che è solo bene nasca un esserecapace delle più basse nefandezze umane?Sacerdote: è il libero arbitrio figliolo. Dio ci ha fatti, come ogni suacreatura, liberi di scegliere.Logico: caro prete, voi a questo punto del discorso tirate fuori sempre la

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storia del libero arbitrio, ma non le pare che non spieghi minimamentecome sia possibile tirar fuori da qualcosa che è solo bene del male?Quando al mattino mi alzo sereno ho il libero arbitrio di farmi il tè o ilcaffè, ma non mi metto a picchiare i miei figli, capisce cosa intendo? Cosacentra il libero arbitrio con la nascita del male? Angeli e uomini potevanoavere il libero arbitrio senza dover arbitrare fra il bene e il male. Se noipossiamo arbitrare sul male, qualcuno ci avrà posto al cospetto del male, secome dite voi, noi non siamo i creatori di noi stessi…

Caro Luca, questo discorso potrebbe andare avanti all’infinito, ma noncredo che per il Sacerdote le cose possano migliorare. Quando, comeprimo assunto, sosteniamo una balla, tutto quel che verrà dopo dovràinevitabilmente essere una balla maggiore, elaborata per reggere la prima.Ma una balla più una balla non fa mai una verità, ma sempre e solo unabugia ancor più grande. Non sto rinnegando i testi sacri, sto solo cercandodi far capire come, dal mio punto di vista, quando dei racconti metaforicivengono presi alla lettera, tutto finisce inevitabilmente nell’assurdo. Se adun ceco racconti che il sole è una palla luminosa che sta sospesa nel cielo,e questo ti prende alla lettera, il giorno che prenderà un aereo, chiederà alpilota di stare attento a non andare contro il sole. Tutto questo discorso èutile a comprendere quanto le nostre menti siano zuppe di credenze, dimezze verità, di metafore trasformate in verità assolute. Secoli diinterpretazioni letterarie dei messaggi contenuti nei libri sacri ci hannoportato alle soglie dell’estinzione della vera religiosità. Il materialismo e ilnichilismo che dominano questo mondo sono il prodotto di una religiositàche non è più capace di indicare in modo efficace e diretto la dimensionedel reale. Torniamo ad osservare la vita per quella che è, non ci servenull’altro. La vita parla di se stessa meglio di chiunque altro. La miaesperienza mi dice che nella natura non v’è nulla di malvagio. L’animaleuccide per nutrirsi, ma in quella violenza non v’è malvagità, e nella morteche vi scaturisce non v’è rimpianto o recriminazione. Il regno animale viveancora in uno stato di incoscienza di sé, pertanto non dobbiamo applicare inostri concetti e le nostre emozioni indiscriminatamente. Questo nonsignifica assolutamente giustificare l’uccisione da parte dell’uomo dianimali. Questa valutazione riguarda unicamente le leggi che governano ilmondo animale. L’uomo, invece, proprio perché parzialmente consapevoledi sé, dovrebbe anche essere in grado di percepire il dolore e la sofferenzache provengono dall’uccisione di animali. L’animale, morendo non

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recrimina, i parenti non fanno cause, ma questo non vuole certo dire cheegli non soffra. Ecco allora che da un essere più consapevole, comedovrebbe essere l’uomo, che oltretutto può benissimo cibarsi di formeviventi che percepiscono una bassissima soglia di dolore, come tutte lespecie appartenenti al mondo vegetale, ci si aspetta che almeno perempatia non commetta immotivati e tremendi stermini di forme piùevolute di esseri viventi. Ma le cose non vanno così, probabilmente perchél’essere umano ha un’eccessiva stima di sé e una molto bassa capacità dicomprensione e immedesimazione in ciò che è minimamente diverso dalui.

Se l’uomo iniziasse a conoscersi un po’ di più, comprenderebbe, in oltre,che l’assunzione di cibi costituiti dalle membra vivisezionate di cadaveri ènociva sia a livello fisico che psichico. Non mi dilungo in questo, maricordo unicamente che anche recenti studi di medicina hanno dimostratol’elevata tossicità contenuta nei cadaveri di animali uccisi in manieraviolenta o torturati a lungo prima di essere soppressi (la maggior partedegli animali è uccisa violentemente e torturata prima di morire. Bastainformarsi un po’ su come si ottengono le carni bianche). I componentitossici presenti nella carne, oltre alla stessa composizione chimica-organica della carne di esseri viventi, sono poi nocivi anche a livellomentale. Colui che inizia a meditare, dopo poco tempo sente quantol’assunzione di carni sia controproducente al mantenimento di unaconsapevolezza vigile. Esistono infatti specifiche diete che andrebberoseguite per chi intraprende un percorso spirituale, ma v’è anche da dire chelo stesso procedere della meditazione porta a comprendere autonomamentecosa è indicato e cosa è nocivo come alimentazione. L’apogeo della ricercaspirituale giunge quando il ricercatore vive l’esperienza delriconoscimento della natura unitaria è sensibile di questo intero universo,percependo pertanto un impossibilità fisica, emotiva e spirituale di cibarsidi esseri viventi che sente come fratelli. Sarebbe come per noi uccidere emangiare dei parenti. L’ultima cosa che vorrei dirti è che nella mia visionedelle cose non v’è un dio buono seduto su un trono che sta a guardarequesto folle e violento mondo. Questo mondo è generato e sostenuto,attraverso ogni sua singola cellula, ogni suo filo d’erba, ogni suo granellodi sabbia, ogni sua creatura vegetale, animale, umana, visibile e a noiinvisibile, da una presenza impersonale per noi incomprensibile,indefinibile, inimmaginabile. Noi uomini, che in questa presenza siamo

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totalmente immersi e che d’essa siamo inconsapevoli artisti, abbiamo ununico significato per cui valga la pena attraversare le prove di questoassurdo viaggio che è la vita, e cioè divenire consapevoli di questapresenza. Questa esperienza, però, non può essere fatta attraverso le formedel pensiero, come quando la mente comprende una formula matematica,ma, usando una similitudine, come quando due persone attraverso la lororelazione conoscono l'amore. Se chiedi ad un amante così l'amore, questonon saprà spiegartelo. L'amore non può essere comunicato a parole, deveessere vissuto. L'amore che viene capito a parole non è amore, e così è lapresenza divina che abita l'universo. L'uomo non la può comprendere, nonla può descrivere, non la può pensare, ma la può sentire, ci si puòimmergere e abbandonare. Questa è, dal mio punto di vista, il motivo percui Gesù disse che Dio è amore. Dio è l'esperienza dell'amore sommo,della passione per l'esistenza intera. Se l’animale uccide per mangiare ècosa conforme alle leggi di evoluzione. Se l’uomo uccide per mangiare,spinto da bisogni di sopravvivenza, e cosa altrettanto conforme alle leggid’evoluzione della coscienza. Se l’uomo uccide per puro piacere o svago, èsintomo di decadimento della consapevolezza. Se l’uomo stermina ognigiorno milioni di animali per puro piacere sensuale e per questioni dibusiness e mercato, è cosa conforme alle leggi di estinzione dellaconsapevolezza. Chi da sempre è abituato a mangiare carne non puòsmettere dall’oggi al domani, ma se segue un naturale e corretto percorsodi crescita spirituale, progressivamente abbandonerà l’alimentazionecarnivora, senza fanatismi o scompensi fisiologici. Alcune personepotranno anche non abbandonare mai completamente l’assunzione dicarni, perché sentono come questo potrebbe essere dannoso per il loroequilibrio psico-fisico. Tutto ciò è cosa sana e ragionevole, nulla diminimamente paragonabile all’ingordigia e all’egoismo che oggi muovonoogni nostra azione, a partire dai nostri rapporti personali, sino ad arrivareall’alimentazione. Caro Luca, tutto ciò è solo e unicamente una miapersonalissima e opinabilissima visione delle cose. Quel che ti consigliopiù di ogni altra cosa è di meditare e d’entrare sempre più in sintonia conquesta misteriosa e sconfinata esistenza, perché nessuna risposta puòappagarci realmente se non quella che nasce dalle viscere del nostro stessoessere.

Un abbraccioDadrim

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Una guerra vinta in partenza

Che infinita tristezza Amici miei! Le guerresi susseguono ancora con la stessanaturalezza delle stagioni perché noi uominicoltiviamo ancora nei nostri cuori i semi dellaviolenza, dell’odio e dell’egoismo. Nonabbiamo ancora compreso come la sofferenzae la morte seguano i sentieri del desiderio dipotere e di dominio.

Mi guardo qua, ora! Sono sull'altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza,e passo i miei ultimi giorni di vacanza in una splendida casa d'Amici che siaffaccia sui prati e le valli di queste meravigliose montagne che oggivivono in pace, ma che per anni sono state teatro di scontri sanguinosi.Come è stupendo adesso! Vedo i bambini giocare sereni nel parco quivicino, inconsapevoli della follia che li circonda. I profumi dell'estate sidiffonderanno ancora per pochi giorni far le strade, le case, gli animali chepascolano lungo i pendii… ma voi lo vedete l'amore che ci circonda,Amici miei? E' meraviglioso, immotivato, disponibile a tutti coloro chesono pronti a sentirlo.

Ma dopo tutto questo ritornerò alla mia città, quella città dove il “governo”americano ( non certo il Popolo americano) ha deciso di comprare unaparte della sua terra, e il nostro inesistente governo ha “deciso” di regalarlavolentieri. Tornerò in quel posto dove una lobby di sciacalli ha deciso dipiantare la sua nuova bandierina per fomentare nuove guerre e genocidi,per espandere la sua sete di dominio e potere. Tutto ciò farcito,ovviamente, da vuote parolone come: libertà, democrazia e giustizia. Seguardiamo i fatti, però, questa democrazia e libertà va unicamente aoccupare i prati e gli spazzi che spettano di diritto alle famiglie, aibambini, ai vecchi e a tutti coloro che alla vista di un campo vuoto sannoimmaginare solo giorni di pace e amore, non certo a chi sogna metri cubidi cemento, armi ed esercizi preparatori per un nuovo conflitto!! Amicimiei, provo molta tristezza per tutto le sofferenze a cui dovremo ancoraassistere e far fronte, ma sapete qual'è la cosa buffa? Questi quattroassassini hanno già perso la loro battaglia finale, perché le genti di tutti ipopoli si stanno ormai avvicinando, spazzando via definitivamente le

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paure e le distanze su cui si fondavano le ideologie aberranti del passato e ifolli dogmi utilitaristi e materialisti su cui si regge il nostro presente.Volevano usare la globalizzazione per scambiare merci e fare più soldi,senza sapere che l’uomo non è fatto per essere un ingranaggio all’internodi un sistema economico, e che, pertanto, aprendo le porte al denaroavrebbero anche lasciato aperti i canali al dialogo e alla conoscenza fra legenti. Questi uomini, proni al denaro e al potere, non riescono ancora avedere come questo processo di speculazione selvaggia su scala mondiale,in realtà, lentamente abbatterà ogni barriera che sino a ieri divideval’uomo dall’uomo!

L'amore non conosce confini di razza, lingua, pensiero o religione, equando dai la possibilità agli uomini di incontrarsi e conoscersi, è soloquestione di tempo… Amici miei, questa guerra noi l'abbiamo vinta inpartenza!!!

Dadrim

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La falsità delle nostre parole è devastante

Cesare ha scritto: Ciao Dadrim, ti capitamai di provare la sensazione di incapacitàcomunicativa con la maggior parte degliesseri umani? Non mi riferisco a sensazioniemotive, frustrazione o via dicendo, ma aduna percezione oggettiva di questaimpossibilità di comunicare ad un livello piùprofondo della mera comunicazione verbale.

Al contrario quando tu scrivi certe risposte, trovo incredibile come laformulazione di alcuni tuoi pensieri, delle realizzazioni di determinateesperienze deduttive, mi sembrino come se le avessi scritte io.

È una cosa bellissima che avviene, poiché al contrario, la "comunicazione"che mi coinvolge giornalmente tende periodicamente a farmi convincereche non esistano esseri con i quali possa esprimere l'immensitàesperienziale e concettuale a cui ho avuto accesso, e ciò rende la"compagnia" totalmente inutile e superflua, il che credo sia un peccato,dato che la possibilità di interazione tra due esseri viventi racchiude unpotenziale "comunicativo" enorme. Ogni volta che mi ri-accorgo di ciò, mivengono in mente le parole di Don Juan, quando dice che un guerriero-viaggiatore può sfiorare il sociale solo dall'esterno, non per paura o perorgoglio, ma perché tra egli e "la gente" non è possibile unacomunicazione profonda, perciò una relazione non comunicativa è, quandova bene superflua, di norma dannosa. Mi piacerebbe sapere la tuaesperienza al riguardo.

Grazie

Dadrim ha risposto: Caro Cesare, intanto grazie per le tue parole. Con latua domanda tocchi uno dei problemi più vasti e rilevanti dell'esistenzaumana: la comunicazione, il linguaggio e la comprensione! La miaesperienza a riguardo è tremenda quanto fondamentale, in perenne diveniree, paradossalmente, mi spinge sempre più alla percezione dell'inutilitàdelle parole. Cosa intendo? Tu hai perfettamente ragione! Noi uominiquando le cose vanno bene ci comprendiamo superficialmente, di norma cifraintendiamo totalmente. Noi esseri umani per quanto possiamo apparire

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simili e vicini in realtà non abbiamo la benché minima idea di quantosiamo lontani e diversi nonostante nel profondo di ognuno di noi vibri lastessa coscienza. È un paradosso immenso che deve essere compreso esuperato altrimenti il dolore e la violenza che permeano questo mondo nonfiniranno mai. Il paradosso consiste nell'essere radicati tutti nella stessaesistenza, nel far parte della medesima e indivisa vita, nel portare in cuorel'uguale desiderio d'amore e felicità, nonostante nel fare e nel pensarequotidiano realizziamo esattamente l'opposto. La vita che conosciamo èconflitto a tutti i livelli: mondiale, nazionale, locale, famigliare, personale.È divisione, paura dell'altro e ignoranza di noi stessi e dell'esistenza ingenerale. Ma perché tutto ciò?

Per me la risposta sta proprio nel linguaggio, nella parola. La parola divideper sua stessa natura, nasce come mezzo per definire e isolare qualcosa perpoterlo poi manipolare, usare e comunicare. Mi spiego meglio. L'essereumano ha sviluppato il linguaggio per poter sopravvivere meglioprobabilmente in concomitanza all'evoluzione del pollice opponibile. Ciòche ci contraddistingue dal resto degli animali è l'enorme capacità manualedi cui disponiamo, infatti, non a caso, la scienza ritiene le scimmie i nostripiù prossimi progenitori nella catena evolutiva. Non mi interessa se ciò siavero o meno e nemmeno se la teoria darwiniana sia corretta. Interessante ènotare la manualità che posseggono questi animali.

Più riesco a manipolare l'ambiente esterno e più sono spinto arelazionarmici, a interagire con i miei simili e a provare a comunicare conloro. Il pollice opponibile, cioè la possibilità di afferrare oggetti, lavorarecon le cose e modificare ciò che mi circonda, dal mio punto di vista è statala conquista evolutiva che più a determinato in noi il desiderio diimplementare le capacità di comunicazione. Immaginiamo un uomoprimitivo, il suo linguaggio è minimo, ma lentamente, più lotta persopravvivere nell'ambiente che lo circonda più è spinto a trovare modi dicomunicare con i suoi simili per avvertirli di un pericolo, per chiedereaiuto... Il linguaggio nasce come mezzo atto ad una più veloce e praticagestione della materia e del mondo circostante. Il linguaggio èmodulazione di suoni specifici abbinati a cose particolari. In origine leparole devono essere state poche e fondamentali, finalizzate allasopravvivenza: pericolo, aiuto, bestia, fame, bastone, pietra, attacco...Lentamente devono essere aumentate con l'aumentare della sicurezza e dei

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desideri che l'essere umano conquistava nel mondo esterno. Tutto ciò perdire che il linguaggio è un miracolo meraviglioso ed è il nostro principalestrumento di evoluzione e autocoscienza, ma come tutto ciò che ètremendamente potente, se impiegato male diviene immensamentedannoso. Perché la tecnologia è progredita immensamente mentre l'eticaindividuale e sociale sembrano esser rimaste ai tempi delle caverne? Perme una delle cause principale sta nel linguaggio, nelle immense difficoltàche troviamo ad utilizzare questo strumento per accedere a nuovedimensioni del nostro mondo interiore. Nel mondo esteriore il linguaggiosembra essere potentissimo.

Quando chiamiamo qualcosa con un nome tutti sanno bene a cosa ciriferiamo. “Casa” indica il luogo dove abitiamo senza ombra di dubbio.Cielo, acqua, atomo, velocità, correre, sono tutti nomi o verbi chiari. Perquanto riguarda il mondo della materia ciò che diciamo indica ciò che è. Ilmondo esterno, il mondo delle cose per noi umani sembra esserefacilmente conoscibile, utilizzabile e sperimentabile. Ma per quantoriguarda il nostro mondo interiore? Parole come pace, amore, sofferenza,angoscia, gioia, condivisione, giustizia, equanimità, sono chiare a tutti? Pertutti indicano la medesima cosa? Assolutamente no! Questo perché sianoad oggi sono veramente poche le persone che si sono spese nellaconoscenza dell'animo umano. Siamo sommersi di università d'economia,legge, ingegneria, facciamo studiare ai bambini storia, geografia,matematica, lingue, ma nulla si fa per spingere le persone a divenire piùconsapevoli di loro stesse, delle loro emozioni e dei loro pensieri. Sembrache tutto sia più importante dell'animo umano, infatti i risultati si vedono! Ecco allora che per tutto quel che riguarda la spiritualità e l'eticaimpariamo una marea di parole vuote!

Usiamo parole che non conosciamo come dei pappagalli, attribuendoviunicamente un valore immaginifico. Cosa intendo? Se qualcuno ci dice“mangiate tutti da questo piatto”, ma poi nel piatto non v'è nulla,ovviamente ci chiederemo se questo tizio è cretino, poiché alla parola“mangiate” deve conseguire la presenza del cibo. Al suono “mangia”corrisponde una realtà che è il cibo poiché non mi posso mangiare laparola “mangia”, non mi posso nutrire di un suono. Per assurdo, nel nostromondo interiore, valoriale e spirituale ci nutriamo di parole, mangiamosuoni, ci esaltiamo per immagini che rievocano le parole. Quando un prete

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o un politico fa il suo sermone siamo appagati dalle parole e non andiamomai a ricercare veramente cosa indichino in concreto. Ecco allora che lenazioni e i presidenti possono fare guerre per la pace, guerre preventive,possono fare leggi per il bene comune quando nei fatti applicano politicheche aumentano unicamente il conflitto, il dolore, la disuguaglianza, lapovertà e l'ingiustizia. Siamo caduti nel tremendo inganno che ci faritenere che la parola sia la cosa, così chiamiamo amore ciò che nei fattidiviene possesso, chiamiamo libertà ciò che nei fatti è schiavitù,chiamiamo vita quel che nei fatti è morte.

Caro Cesare, questa tue parole portano in superficie uno dei problemi piùpesanti del nostro tempo, se non della nostra stessa evoluzione. Parliamotutto il giorno di mille cose che non conosciamo, anzi, peggio, chiamiamocon nomi virtuosi e sublimi cose che in realtà sono raccapriccianti.Dove sta la soluzione di tutta questa tremenda mistificazione? Iniziare adubitare, ad ascoltare con estrema attenzione, a pensare che forse quel cheriteniamo di sapere nei fatti non è reale sapere. Dobbiamo iniziare acomprendere d'essere dei benemeriti ignoranti per quanto riguarda tuttoquel che siamo interiormente e per quanto riguarda le relazioni che fra noiinstauriamo. Più in noi cresce la consapevolezza d'essere inconsapevoli epiù v'è speranza di divenire realmente consapevoli. Paradossalmentecominciamo a mettere le parole giuste al posto giusto quando in noiiniziamo a fare silenzio, poiché sono solo una mente e un cuore silenziosiche riescono a vedere la realtà di quel mondo sottile e delicato che vivedentro di noi e in ogni individuo. L'anima che muove questo universo è una e indivisa ma le parole e lementi che la raccontano sono tante quanti sono gli individui che popolanoquesta terra, e sino a quando continueremo a ritenere le parole piùimportanti della silenziosa realtà che dovrebbero indicare, il nostro destinosarà inevitabilmente dolore e morte.

Le cose più belle nascono solo dal silenzio, pertanto non fanno rumore!Grazie per questa tua domanda!

Un caro salutoDadrim

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Siamo governati da vecchi malati impotenti

Giacomo ha scritto: Caro Dadrim, in Italiasiamo governati da uomini vecchi ementalmente malati, senza più alcun futuro,che pertanto fanno leggi e politicheunicamente pensando a loro stessi e ai pochigiorni che gli restano da vivere. Non pensanoai giovani, non pensano al benessere di chirimarrà su questa terra, non pensano più alla

vita. Che fine faremo?

Dadrim ha risposto: Ricordo una simpatica storiella... Tre vecchi amici,come era loro consuetudine, si incontrarono per bere il solito bicchierino difine settimana. Il più giovane dei tre, settantanove anni, raccontò perprimo le sue novità. “Mia moglie ha partorito! Ieri ha dato alla luce unabambina stupenda!” Il secondo amico, ottantacinque anni: “Anche miamoglie, solo due giorni fa, ha dato alla luce uno stupendo bambino!!” I duevetusti neo-papà proseguirono i loro racconti orgogliosi e felici più chemai …

Ad un certo punto i due chiesero al terzo amico se non avesse anche luiqualcosa di nuovo e gioioso da condividere. “Amici miei” dissequest'ultimo, “lasciate che vi racconti una storia sulla quale vorrei cheriflettessimo un pochino tutti. “Sono il più vecchio del gruppo, con i mieinovantadue anni, e, come ben sapete, sono sempre stato un accanito e abilecacciatore, ma ormai da tempo non ho più la mira e la forza per questapassione. La settimana scorsa, però, mentre passeggiavo nel parco, unmeraviglioso e veloce coniglio bianco sbucò dai cespugli. Istintivamente,come posseduto da vecchi meccanismi, alzai il mio logoro bastone dapasseggio, lo misi in posizione da tiro e con forza gridai: “Beng! Beng!”.Incredulo vidi il coniglio cadere a terra morto stecchito. Perplesso emeditabondo proseguii la mia passeggiata, ma solo un istante più tardi,intravidi un altro meraviglioso coniglio bianco correre ancora più velocefra l'erba. Alzai nuovamente con fatica il mio vecchio e logoro bastone, econ tutto il fiato che m'era rimasto in corpo gridai ancora: “Beng! Beng!”...e Tumf!!, anche quel coniglio cadde a terra morto stecchito! Qualemiracolo, quale fenomeno assurdo era mai quello? Ma che importa capire,

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mi dissi! Magia, stregoneria, miracolo, dio o demonio, chi se ne frega! Inun istante avevo nuovamente vent'anni! Iniziai a urlare la mia meravigliaalzando le braccai al cielo, gettandomi a terra e battendomi i pugni sulpetto... Ma poi, miei cari amici, quando mi fui calmato, diedi un'occhiataalle mie spalle: a pochi passi da me v'era un giovane sorridente cheimbracciava un fucile vero con la canna ancora fumante!”

Caro Giacomo, dal mio punto di vista, a questa generazione di governantinon rimane altro che questo: raccontarsi e raccontarci di poter sparare convecchi bastoni logori.

Con affettoDadrim

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L'unica vera rivoluzione possibile è nelle mani dei giovani

Andrea ha scritto: Caro Dadrim, potrestidire qualcosa sull'educazione e il futuro dinoi giovani? Grazie, Andrea

Dadrim ha risposto: Tagli alle scuole, alleuniversità, la rabbia degli studenti, degliinsegnanti, le occupazioni universitarie, le

forze dell'ordine... In merito a tutto questo, all'educazione e al futuro deigiovani e dell'intero paese sentiamo dire sempre le solite banalità, le soliteinutile cantilene fatte di vuote parole spese a favore di un'ideologia, di unpartito di destra o di sinistra. Ho letto molti giornali in questi giorni, masono tutti uguali, cambia solo il partito che li finanzia e gli interessi che vistanno dietro. Tutti si muovono unicamente entro gli scopi delle lobbieseconomiche che li finanziano. Nessuno si interessa realmente dellacollettività e del possibile futuro che attende le nuove generazioni. Da troppo tempo ormai non cambia nulla, e non cambierà mai nulla se noniniziamo immediatamente una ribellione etica ed educativa senzaprecedenti. Statalisti, privatisti, comunisti, post fascisti, tutti abbracciati inun inutile girotondo che perpetua un’ennesima mistificazione delsignificato più profondo dell'esistenza umana. Parlano e straparlano di cosesu cui non hanno mai riflettuto seriamente, attuano progetti di coesionesociale e progresso che nei fatti acuiscono la frammentazione e il conflittofra gli individui. Spostano il centro dell’attenzione su temi irrilevanti,mentre i giovani, i principali soggetti che dovrebbero partecipare allacreazione di nuove politiche per il futuro, sono emarginati da ognipossibile forma di dialogo e collaborazione, proprio su quei temi che più liriguardano. È una condizione paradossale ma comprensibile.

I giovani hanno un'intera vita davanti a loro, pertanto sono potenzialmenteil peggior nemico di tutti quei vecchi politicanti che lavorano unicamentemossi dall'intenzione di guadagnare il più possibile oggi a discapito di ognidomani. I giovani non possono esimersi dal ripensare profondamente eagire rapidamente per dare vita a nuove politiche ambientali, energetiche,economiche e sociali poiché già da troppo tempo questi aspetti si mostrano

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come una parabola ascendente di immensi problemi. L'avidità che haguidato la nostra classe politica negli ultimi trentanni ora ci mostra il salatoconto di un banchetto di cui restano solo marci e puzzolenti avanzi.L'insulto più grande viene però dal vedere che il conto viene presentato acoloro che si sono appena seduti a tavola, da chi non ha ancora finito diingozzarsi di ogni cosa. Questa generazione di politici si è seduta allatavola della vita pretendendo di essere sia l'oste che il cliente, lasciandol'onere di pagare i debiti e rimediare ai danni ai suoi stessi figli. In questianni il tema dell'educazione e della scuola è stato più volte travolto estravolto dai partiti che si sono susseguiti al potere. Durante tutto questolungo periodo di riforme non si è mai discusso seriamente su cosa sia unavera educazione e di quale potrebbe essere il ruolo della scuola e degliinsegnanti rispetto al futuro dei giovani. La scuola e tutti i nostri processi educativi tentati sino ad ora sono falliti, sisono rivelati assolutamente incapaci di creare una società fondata sullalibertà, l’amore, il rispetto reciproco, la serenità, la solidarietà eun'economia equilibrata. Tutte queste parole sono state negate omistificate. Ci siamo ingannati e presi in giro al punto che nessuno siaspetta più che all’interno dei percorsi scolastici debbano essereapprofondite questioni come l’educazione ai sentimenti, allaconsapevolezza e all’amore. La scuola è diventata unicamente un luogo diformazione al lavoro, di preparazione alla battaglia per la sopravvivenzaall'interno di una società fatta unicamente di capitali e consumi.Constatando la realtà dei fatti, cosa potrà mai cambiare se ora questopartito o domani quest'altro compiono superficiali modifiche all’interno diun’istituzione scolastica che non riconosce le base fondamentali persviluppare il reale potenziale umano? Quel è il reale potenziale umano?Amore, libertà e consapevolezza. Ma ci rendiamo conto che queste parolenon vengono nemmeno più pronunciate? La gente non crede più in sestessa e nel proprio futuro: le persone hanno smesso di sognare ericercare. Le persone sono così assuefatte a condizioni e concezioni di vitamiserabili da essere arrivate al punto di non credere più nell’esistenza dellacondivisione, dell'amore e della libertà.

Dal mio punto di vista amore e libertà sono un nostro diritto quanto unnostro dovere, i primi fra tutti! L’Italia non dovrebbe essere una repubblicafondata sul lavoro, ma sull’amore, la creatività e la libertà!

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Si parla sempre e solo di P.I.L., crescita economica, posti di lavoro,evasione fiscale, tasse. È per questo che le cose stanno andando a rotoli!Se il senso primo dei nostri intenti, delle nostre azioni e dei nostri pensieriruota intorno al P.I.L., al possesso di oggetti e conti in banca, anziché allacapacità di amarsi reciprocamente, crescere in creatività e consapevolezzacome ci si può aspettare qualcosa di diverso da quel che abbiamo? Èincredibile ma abbiamo perso la consapevolezza che è la capacità di amarea dare significato alle nostre esistenze e a darci la spinta per strutturare unasocietà sana ed equilibrata. Siamo così poveri d'amore e consapevolezza daaver iniziato a ritenere il denaro capace di darci pace e prosperità. Chefollia! Una nazione dove non si ama, dove le persone non si guardano confiducia e libertà è destinata al conflitto e alla miseria, sia interiore cheesteriore.

Le cose vanno avanti così, e i giovani e gli insegnanti cosa fanno? Vannoin piazza per contestare la reintroduzione delle materie a settembre, delvoto in condotta, la riduzione dei fondi o l’aumento del numero di studentinelle classi. Ci stanno e ci stiamo prendendo in giro! Ci stiamo fregandocon le nostre stesse mani!

Riuniamoci in piazza per dialogare e progettare il nostro futuro fra noiinvece che stare lì a protestare verso chi sa solo mandare la polizia. Nonriuniamoci in opposizione a qualcuno o qualcosa, ma a favore di qualcosache sogniamo, che vogliamo, che pretendiamo. Ma non pretendiamo da chiha ancora pochi giorni di vita. Pretendiamo da noi stessi, per noi stessi.Ribelliamoci! Ma veramente! Ribellarsi, per me, non vuol dire reagire achi impone una condotta, significa lavorare per creare una nuova realtà,essere artisti di se stessi, maestri del proprio futuro, artefici del propriocambiamento. Noi siamo il mago, il cappello e la magia.Comprendere questo è la vera ribellione, non andare in giro con bandiererosse, nere, gialle a cantare slogan riciclati dai fallimenti passati.

Troviamoci nei parchi, lungo i fiumi, fra i boschi per scrivere poesie,danzare, amare, discutere e condividere il silenzio. Riversiamo poi tuttoquel che fra noi e da noi stessi abbiamo generato nelle aule di scuola, nellerelazioni di lavoro, nelle università, perché credo che solo così si potràottenere un vero cambiamento. Senza aspettare politici, accademici,religiosi o istituzioni varie, incontriamoci fra amici per parlare della

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sessualità e del gioco delle emozioni. Condividiamo i nostri sogni, lenostre riflessione, creiamo la nostra filosofia, la nostra spiritualità, senzapiù lasciarci indottrinare da nessuno. Smettiamo di lavorare per produrrericchezza che unicamente aumenta la miseria o tecnologie che uccidono labellezza dell'animo umano e della natura. Condividiamo poi con ogniuomo, donna e bambino che incontriamo nelle nostre vite laconsapevolezza che il vero cambiamento non sta in un partito, inun'ideologia o in un pensiero di massa, ma unicamente nel libero eserciziodella nostra intelligenza e dei nostri sentimenti. Torniamo a scoprire e adaver fiducia nella bellezza di questo mondo e nell'innocenza checonservano gli occhi dei bambini. Guardiamoci allo specchio e amiamoci,apprezziamoci per quello che siamo, senza farci corrompere dall’idea cheper essere liberi e felici si debba divenire o assomigliare a qualcuno!Iniziamo a fidarci di noi stessi e dell’innato desiderio d'amore e libertà chevive in ognuno di noi! Tutto ciò è soprattutto compito dei più giovanipoiché fra non molto saranno loro gli insegnanti, i genitori, i politici, glioperai, gli scienziati e gli artisti di questo mondo.

Dadrim

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Indice

Chi è Dadrim........................................................................................... 2Arresta il sistema.....................................................................................2Introduzione............................................................................................ 3Sulla crisi economica, la sfiducia e l’incertezza del nostro tempo..........4Cambiare questa società è possibile?...................................................... 15Ci sentiamo mediocri perché incapaci di essere veramente mediocri.....18Il bruco e la farfalla: perché siamo così?.................................................25La vecchiaia è l'apogeo della vita............................................................29Ciò che è fuori è solo un riflesso di quel che è dentro............................ 32Chi non accetta se stesso non accetta nessuno........................................ 36Il lavoro come atto creativo o tormento infinito..................................... 37Come trovare un nuovo lavoro e una nuova vita.................................... 40Il lavoro come alchimia interiore............................................................ 44I più furbi sono sempre i primi nella corsa degli stupidi!....................... 48Colpe e responsabilità non sono mai affari nostri!..................................51Omicidi senza colpevoli: un mondo a misura d’auto..............................54Liberi come criceti ................................................................................. 57Difesa dai messaggi subliminali..............................................................59Droghe, videogiochi e tv: un mondo per i nostri figli.............................61Adamo ed Eva rappresentano la storia di tutti noi.................................. 662012: La fine del mondo......................................................................... 70Nuovo ordine mondiale...........................................................................72New Age, alieni e cospirazioni internazionali.........................................76Un pensiero sul Giappone e il nucleare...................................................78Yara Gambirasio......................................................................................80Uccidere per mangiare............................................................................ 83Una guerra vinta in partenza................................................................... 89La falsità delle nostre parole è devastante...............................................91Siamo governati da vecchi malati impotenti........................................... 95L'unica vera rivoluzione possibile è nelle mani dei giovani................... 97

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Altre pubblicazioni dello stesso autore scaricabili dal sitowww.dadrim.org

Il libro di Dadrim

Sesso amore e biscotti

SpiritualMente

I sei passi di Adelaide

Meditazione

Morire ridendo

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