army motors n3 2013

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- Capitolo Italiano del M.V.P.A. - Anno XXI - N3/2013 Registrazione Tribunale di Mantova N. 3/93 del 1.2.1993 - Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Milano CAR AND WAR: LA STORIA CONTINUA ITALIA Army Motors www.imvcc.it SPECIALE TERNAVASSO - Ca Anno XXI - N3/2013 Registrazione

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LA COLONNA DELLA LIBERTÀ

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CAR AND WAR: LA STORIA CONTINUAITALIA

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SHOW

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SOMMARIO

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I T A L I A

Giornale dell’M.V.C.C.Capitolato Italiano del M.V.P.A.

Trimestrale - anno XXI - N. 3/2013

Direttore responsabileJolanda Croesi

Registrazione Tribunale di Mantova N.3/93 del 1.2.1993TMB Grafiche s.r.l.

Via C.Cattaneo 19/21 Gorgonzola

Proprietario - Editore M.V.C.C.Sede Legale: P.zza Biade, 12 -

36100 Vicenza

M.V.C.C. Segreteria Via Mantova 13 - 10153 Torino - tel. 011/859526 -

fax/segreteria telefonica 011/2486590 E-mail: [email protected]

Realizzazione editorialeE.C. Editing

Direzione e redazioneE.C. Editing

Responsabile trattamento dati (Legge 675/96): Jolanda Croesi

PRESIDENTE Piero Brezza

VICEPRESIDENTELorenzo ScarlataCONSIGLIERI

Enzo Caniatti (rivista sociale), Gustavo Cappa Bava (consulenza tecnica), Aurelio Sanmartino, Paolo Thaon di Revel

ARMY MOTORS ITALIA

Raduno Ternavasso

03PAGINA

a r m y m o to r s

Ternavasso 3Album raduno 9Visti a Ternavasso 17Il Club informa 27M201 Sahara 29Car and War 35 Foto archivio 41Half-Track 47Ternavasso II parte 57

Half-TrackStory

47PAGINA

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MEZZI STORIC I

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

PIENO SUCCESSO DEL RADUNO IMVCC. LA PRESTIGIOSA RESIDENZA DEI THAON DI REVEL SI È CONFERMATA LUOGO

IDEALE PER DIVERTIRCI CON I NOSTRI MEZZI MILITARIdi Enzo Caniatti e Jolanda Croesi

TERNAVASSO 03

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MEZZI STORIC IRADUNO IMVCC A TERNAVASSO

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ARMY MOTORS ITALIA

Come si dice in linguaggio cine-matografico: "buona la prima".

Il primo grande raduno organizza-to dall'IMVCC nella prestigiosa residenza dei Thaon di Revel si è concluso con pieno successo non solo di partecipanti, ma soprat-tutto per la qualità e la rarità dei

mezzi che i Soci hanno portato consentendo di gettare le basi per futuri sviluppi capaci di trasfor-mare l'appuntamento annuale del club in una vera Breitling italiana. Già nelle precedenti manifesta-zioni - ha ospitato nel 2011 l'ASI Milishow -, la tenuta e la disponi-

bilità di metterla totalmente a di-sposizione da parte di Paolo Thaon di Revel avevano dimostrato tutta la loro potenzialità. La possibilità di creare straordinari scenari sui quali muovere in assoluta libertà i nostri mezzi ha creato le premesse per il pieno successo della mani-

Sopra, l'autoblindo AB 43, grande polo d'attrazione dell'evento. A sinistra, mezzi militari di tutti i tipi e di tutte le epoche. Nella pagina a fianco in alto, gli Half-Track "arano" il prato della prestigiosa dimora. Sotto, da il suo contributo lo SPA M 15.

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MEZZI STORIC IRADUNO IMVCC A TERNAVASSO

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LA L IBERAZIONE D I CANNES

RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

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LA L IBERAZIONE D I CANNES

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

festazione. È infatti pressoché im-possibili trovare grandi spazi dove far correre i carri armati o specchi lacustri dove navigare con gli an-fibi senza il pericolo che qualcu-no abbia qualche cosa da dire e si rischi l'intervento delle autorità. Anche per questo i classici radu-ni di mezzi militari che non sono inseriti in un contesto di rievoca-zione storica, si traducono gene-

ralmente in una colonna di jeep e qualche camion che va da un un rifresco all'altro, a passo di luma-ca. Quando poi c'è qualche mez-zo corazzato è costretto a fare "la bella statuina" nella piazza del pa-ese, impossibilitato per mole e dif-ficoltà a seguire il gruppo se solo abbandona il nastro d'asfalto per un pur breve tratto sterrato. Questo ha portato a una certa disaffezione

da parte dei collezionisti dei mez-zi "più importanti" nei confronti dei raduni, disposti a muoversi solo per le parate storiche, grati-ficanti sotto il profilo dell'ammira-zione del pubblico, ma non certo del puro divertimento. È stata que-sta la chiave di volta che abbiamo voluto esplorare con l'evento di Ternavasso, unico nel suo genere. (continua a pagina 57)

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ALBUM CLICK!!

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TERNAVASSO

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TERNAVASSO

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T ERNAVASSO

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TERNAVASSO

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MEZZI STORIC I

Difficile, per non di-re impossibile, poter ammirare una simi-le diversificazione di

mezzi militari in un raduno. La formula aperta ai veicoli di tutte le epoche ha permesso di concen-

trare a Ternavasso un parco stra-ordinario con pezzi di notevole interesse storico e collezionistico. Se i mezzi corazzati della seconda guerra mondiale hanno dominato la scena, non sono mancati veicoli più recenti altrettanto interessanti

come l'FV 432, trasporto corazza-to truppe dell'esercito britannico utilizzato anche durante le guerre del Golfo. L'esemplare presentato era un veicolo d'addestramento ri-portato in perfetta efficienza.

(segue a pagina 26)

Difficile, per non di-re impossibile, poter ammirare una simi-le diversificazione di

mezzi militari in un raduno. La formula aperta ai veicoli di tutte le epoche ha permesso di concen-

trare a Ternavasso un parco stra-ordinario con pezzi di notevole interesse storico e collezionistico. Se i mezzi corazzati della seconda guerra mondiale hanno dominato la scena, non sono mancati veicoli più recenti altrettanto interessanti

come l'FV 432, trasporto corazza-to truppe dell'esercito britannico utilizzato anche durante le guerre del Golfo. L'esemplare presentato era un veicolo d'addestramento ri-portato in perfetta efficienza.

(segue a pagina 26)

VISTI ATERNAVASSO

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Il duro impiego sul fronte africano spinse l'alto comando italiano a richiedere un carro capace di opporsi con maggiore efficacia ai tank medi angloamericani. Fu così che nel luglio 1942 lo staff dell'ingegnere Giuseppe Rosini iniziò a lavorare per migliorare l'M 13/40. Fu adottato un nuovo motore Fiat-SPA 15 TB M42 a benzina, in grado di erogare una potenza di 192 CV. L'ingombro maggiore richiese però la riprogettazione della parte posteriore dello scafo. Furono aggiunte piastre di corazzatura più spesse, un portello d'accesso sul lato destro anziché sul sinistro e una cassetta di fumogeni nella parte posteriore. Furono inoltre aggiunti i supporti per cinque taniche di benzina da 20 litri. L'autonomiasi era infatti rivelata elemento essenziale nella guerra nel deserto. la novità più importante era tuttavia rappresentata dal cannone da 47 mm: il 47/32 Mod. 1935 fu allungato di 8 calibri, ottenendo il 47/40 Mod.38, che aveva una velocità alla volata superiore del 30% rispetto al predecessore (900 contro 630 m/s); ciò comportò un aumento del potere perforante; in particolare, con le granate a carica esplosiva, poteva perforare fino a 112 mm (a 100 m), riducendosi gradualmente a 60 mm a 500 m, 43 mm a 1000 m e 24 mm a 2000 m. Le granate a carica cava facevano poco meglio (115 mm contro i 112 mm), ma mantenevano lo stesso potere perforante a prescindere dalla distanza dal bersaglio contro cui venivano sparate.

Motore: SPACilindri: 8Alimentazione: benzinaPotenza: 192 CVLunghezza: 5,04 mLarghezza: 2,23 mAltezza: 2,37 mPeso: 15,5 tVelocità: 40 km/hAutonomia: 220 kmArmamento primario: cannone da 47/40 Mod.38 con 111 granateArmamento secondario: mitragliatrice binata Breda Mod.38, mitragliatrice in funzione AA, mitragliatrice coassiale al cannone, tutte da 8 mm

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Nel periodo tra le due guerre, mentre si andava delineando il ruolo delle forze corazzate, si confrontarono due scuole di pensiero. L'una sosteneva la realizzazione di carri armati dotati di pesanti corazzature e forniti di potenti pezzi di artiglieria, anche se questo comportava una certa lentezza di manovra. L'altra puntava invece su mezzi piccoli e veloci ma, sufficentemente corazzati e armati, per sostenere le azioni della fanteria. Gli inglesi realizzarono a questo scopo le cosiddette "tankette", carri piccoli, leggeri ed economici. Il più celebre fu il Vickers Carden-Loyd Mark IV che alla fine degli anni Venti ebbe grandi estimatori e fu acquistato anche da altri eserciti, tra i quali quello italiano. Nel 1930 l’AnsaldoFossati di Genova Sestri, con organi meccanici Fiat, sfruttando l’impostazione e la filosofia britannica, propose un mezzo di produzione nazionale con caratteristiche superiori. Dopo due anni di test e collaudi nel 1933 entrò in produzione il “carro veloce” C.V. 33 in seguito denominato “carro leggero” L3-33. Lungo poco più di tre metri, largo 1,40 e alto solo 1,28 si conquistò l'appellativo di "scatoletta di sardine".

Motore: Fiat Cilindrata: 2.746 cc Cilindri: 4Alimentazione: benzinaPotenza: 43 CV a 2.400 giri/min.Lunghezza: 3,15 mLarghezza: 1,40 mAltezza: 1,28 mPeso: 3.100 kgEquipaggio: 2 uominiCapacità serbatoio: 65 litriConsumo: 2 km per litroVelocità: 42 km/hPendenza: 45%Autonomia: 130/140 kmArmamento principale: 2 mitragliatrici gemellate cal. 8 Fiat 35 o Breda 38

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La AB 43 fu l'ultima evoluzione dell' autoblindo AB 40/41. Non fece in tempo ad essere consegnata al Regio Esercito a causa dell'armistizio. Nel 1944 le forze tedesche che occupavano le industrie del nord ne riattivarono la produzione come PzSpWg AB43 203 per equipaggiare i reparti germanici impegnati nella lotta antipartigiana. Alcuni esemplari furono impiegati, per lo stesso scopo, anche dalle formazioni della RSI. L'innovazione principale era costituita dalla possibilità di montare un cannone 47/40 con 63 colpi disponibili, in luogo del cannone mitragliera da 20/65 con 408 colpi. Nello scafo, in casamatta, la mitragliatrice posteriore Breda Mod. 38 cal. 8 mm con 1.704 colpi a disposizione. Le dotazioni esterne prevedevano anche una scatola di rilascio di candelotti fumogeni.Un motore potenziato elevava la velocità massima a oltre 80 km/h. La principale modifica esterna riguardava la torretta, ribassata per ridurre l'ingombro e la visibilità del mezzo, sia per celarlo ai nemici sia per agevolarne l'occultamento nelle imboscate.

Motore: FiatCilindri: 6Cilindrata: 4.995 ccAlimentazione: BenzinaPotenza: 100 CV a 2.800 giri/min.Lunghezza: 5,41 mLarghezza: 1,92 mAltezza: 2,48 mPeso in assetto di marcia: 7.800 kgConsumo: 56 l per 100 kmVelocità: 81,2 km/hPendenza: 30%Autonomia: 460 kmArmamento principale: cannone mitragliera 20/65Armamento secondario: mitragliatrice Breda Mod.38 cal. 8 mm

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Veicolo trasporto truppe cingolato inglese (APC), realizzato nel secondo dopoguerra, con una struttura (e compiti) simile a quella dell'M113, ma più pesante e non anfibio, dato che ha una struttura in acciaio e un treno di rotolamento con rulli di rinvio. Può trasportare 10 fanti completamente equipaggiati, ed è stato uno dei primi veicoli britannici dotati di protezione NBC. È mosso da un motore Rolls-Royce sei cilindri in linea di 8.000 cc di cilindrata a due tempi Diesel in grado di funzionare con qualsiasi tipo di carburante. Compressore Rotmas, carter a seccoe grande serbatoio dell'olio. Il cambio è automatico a sei marce ed è in grado di percorrere su strada piana 1,2 km con un litro di carburante che su sterrato scendono a 800 metri. Può raggiungere una velocità massima di otre 50 km/h. Come armamento base è dotato di una mitragliatrice L7 da 7,62 mm e di lanciafumogeni. È stato realizzato in vari allestimenti tra cui portamortaio da 81 mm, veicolo comando, ambulanza, mezzo posamine e la variante anticarro armata con missili Swingfire. È stato utilizzato nelle guerre del Golfo ed è ancora impiegato per compiti di seconda linea.

Motore: Rolls-RoyceCilindrata: 8.000 ccCilindri: 6Alimentazione: multicarburantePotenza: 240 CVRapporto peso/potenza: 15.7Cambio: 6 marceLunghezza: 5,25 mLarghezza: 2,8 mAltezza: 2,28 mPeso: 15,28 tVelocità: 52,2 Km/hAutonomia: 483 km Armamento primario: mitragliatrice L7 da 7,62 mmArmamento secondario: lanciafumogeni

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MEZZI STORIC I

Costruita nel 1939 e destinata all'esportazione a causa della penalizzante normativa fiscale tedesca nei confronti delle moto di oltre 200 cc di cilindrata, questa Zundapp DBK 250 (dove DBK indica il motore Derby, il telaio stampato e il cambio in blocco) fu venduta in Olanda. Il collezionista, che l'ha ritorvata con targa originale e in versione civile, ha "immaginato" che durante il periodo bellico fosse stata requisita dalle truppe d'occupazione tedesche e finita, per gli strani giochi del destino, in Piemonte, dove, alla fine della guerra, era di stanza il 100° Reggimento truppe da motagna che si arrese a Torino. L'ha quindi restaurata in versione Wehrmacht.

Motore: Derby - Ciclo: due tempi - Cilindrata: 247 cc - Cilindri: 1 - Alimentazione: miscela - Potenza: 8,5 CV a 3.850 giri/min - Cambio: 3 marce - Peso a vuoto: 124 kg - Capacità serbatoio: 12,5 litri - Comsumo: 3 litri per 100 km - Velocità: 90 km/h.

(segue da pagina 17)Non si vedono "tutti i giorni" e so-prattutto in azione tre corazzati protagonisti delle vicende belli-che italiane nel secondo conflitto mondiale come lo SPA M 15 (forse il migliore carro medio a disposi-zione delle nostre forze corazza-te), il "piccolo" Fiat L3-33 (la ce-lebre "scatola di sardine") e la rara autoblindo SPA AB 43 in dotazio-ne ai reparti della RSI. Fra i mezzi pesanti spiccava, tra i Dodge in vari allestimenti, il raro Diamond T 981, un gigante di oltre 20 tonel-late, lungo 7,10 metri, largo 2,60 metri e alto 2,97 metri. Mosso da

un sei cilindri di 14.666 cc, dispo-neva di una potenza di 201 CV ed era utilizzato soprattutto come trattore porta carri. Numerose co-me sempre le Willys, in ogni possi-bile allestimento, alle quali hanno fatto da contraltare le Kübelwagen e le Schwimmwagen, quest'ultime hanno potuto dimostrare le loro capacità natatorie "sguazzando" nel lago artificiale. Diverse le Fiat Campagnola. C'erano anche le lo-ro "avversarie" di allora, le sofisti-cate Alfa Romeo AR 51 Matta. Per-sero il bando indetto dall'Esercito Italiano perché considerate troppo complesse e costose. Anche tra le

vetture non mancavano le rarità con una punta di originalità co-me l'inglese Hillmann Mix o la Peugeot 202 in versione mezzo di servizio delle SS. Ricco anche il parco motociclistico che oltre alle "solite" BMW R75, Zündapp KS 750 e Harley-Davidson WLA, schierava diverse italiane (Bianchi, Moto Guzzi Alce, Gilera Saturno), un Cushman 53 Autoglide in do-tazione alle truppe aviotrasporta-te americane, una rara Zündapp DBK 250 e ben due Kettenkrad. Oltre una settantina i veicoli che hanno preso parte all'evento per una esperienza da ricordare.

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il clubil clubINFORMA

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L'Assemblea Ordinaria dei Soci IMVCC, ai sensi degli articoli 14-15-16-17 dello Statuto sociale, è convocata a NOVEGRO presso i locali del Centro Fieristico in prima convocazione alle ore 23.30 del 1 Novembre 2013 ed in seconda convocazione alle ore 10,30 di Sabato 2 Novembre 2013 per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) Relazione del Presidente2) Presentazione bilancio consuntivo 20123) Approvazione bilancio consuntivo 20124) Presentazione bilancio preventivo 20135) Approvazione bilancio preventivo 20136) Manifestazioni e Normandia 20147) Varie ed eventuali

Ai sensi dell'articolo 16 dello Statuto i Soci potranno farsi rappresentare da altri Soci mediante delega conferita per iscritto. Ogni persona può rappresentare più Soci con limite a 5.

Torino, lì 28 Agosto 2013 Il Presidente IMVCC PIERO BREZZA

Il Sottoscritto

Socio IMVCC n°. delega

il Sig.

a rappresentarlo, con i più ampi poteri,

alla Assemblea Sociale Ordinaria dell'anno 2013

In Fede

CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA

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A cavallo fra agosto e settembre James e Annie Baxter, una coppia di appassionati di veicoli mi-litari, hanno intrapreso un viaggio dall’Inghilterra fino a Salerno, dove sono giunti il 9 settembre per l’anniversario dello sbarco alleato a bordo della loro Ford GPW. Complessivamente hanno percorso circa quattromila chilometri, principal-mente su strade secondarie. Considerando che pochi anni addietro hanno effettuato il periplo dell’Africa in quattordici mesi, possiamo dire che questo viaggio per loro rappresenta nulla di più che una scampagnata fuori porta: niente da dire, sono veramente tosti. James è stato un membro della riserva dell’esercito inglese e collabora all’organizzazione del "War and Peace Show" di Beltring. A James e Annie un "Bravi, continuate così" e un sincero grande "In bocca al lupo" per le prossime imprese dall’IMVCC!

Che il raduno di Chatillon fosse scelto dagli amanti delle "gippabili" in quota era cosa scontata, ma di tro-vare le Jeep Wrangler (sponsor della Juventus) e, in un certo qual modo, "nipotine" delle nostre Willys non ce lo aspettavamo. La jeep, come è noto, è stata uti-lizzata soprattutto sui campi di battaglia, tuttavia per non trascurare le sue prerogative di veicolo nato per il fuoristrada oggi molti raduni si svolgono all'insegna e alla scoperta di itinerari indicati per le mountain bike e il trekking. È con questo spirito che si è svol-to l'evento nel comune di Chatillon che ha aderito all'iniziativa fornendoci i lasciapassare per le piste poderali montane (in collaborazione con i consorzi), del Colle Portola e di Promiod-Nissod. Le due gior-nate del 13 e 14 luglio hanno visto una quindicina di mezzi militari percorrere le piste in un paesaggio incontaminato che ha regalato ai partecipanti forti emozioni come, quando arrivati in vetta al colle, si è spalancata sotto di noi la Valle d'Ayas con la catena del Monte Rosa sullo sfondo. Con l'autorizzazione del Comune di La Magdeleine abbiamo percorso un strada poderale che ci ha portato a Champlong, sotto il monte Tantanè a circa 2300 metri. Gran finale con il pranzo all'aperto in quel di Nissod dove, in compagnia dell'assessore al turismo Dorina Brunod, abbiamo potuto gustare i piatti tipici valdostani.

Ferruccio Francescoli

Che il raduno di Chatillon fosse scelto dagli amanti delle "gippabili" in quota era cosa scontata, ma di tro-delle "gippabili" in quota era cosa scontata, ma di tro-delle "gippabili" in quota era cosa scontata, ma di tro-vare le Jeep Wrangler (sponsor della Juventus) e, in un certo qual modo, "nipotine" delle nostre Willys non

STORICI IN VAL D'AOSTA

A cavallo fra agosto e settembre James e Annie Baxter, una coppia di appassionati di veicoli mi-litari, hanno intrapreso un viaggio dall’Inghilterra fino a Salerno, dove sono giunti il 9 settembre

GLOBETROTTER IN GPW

SPAZIO L IBERO

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M201 SAHARASECONDA PARTE

ARMY MOTORS ITALIA

MEZZI STORIC I

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A completamento dell'articolo apparso su Army Motors Italia, in questo secondo capitolo vengono sottolineate ed esposte le differenze rispetto

alla M201 standard. Una guida utile per conoscerla in dettaglio

Sul numero 1-2013 di Ar-my Motors Italia era stata pubblicata la prima parte dell’articolo sulle M201

Sahara, ecco ora la descrizione in dettaglio delle differenze rispetto alle M201 standard.TelaioSi distingue facilmente per la pre-senza di quattro fori filettati sulle traverse anteriori dove si avvita la cassa trapezoidale, inoltre sul lato sinistro davanti alla leva della fri-

zione sono saldate due piastrine filettate che fanno da supporto alla pompa benzina elettrica.Pre-filtro dell’aria a cicloneIl filtro 6V e quello 24V pur essen-do sostanzialmente simili differi-vano per la posizione degli attac-chi e per la piega dei tubicini che lo connettevano alla marmitta. Era montato sul parafango destro, in un senso o nell’altro a seconda della versione 6V o 24V. La rota-zione era dovuta al sistema di con-

nessione al filtro dell’aria a bagno d’olio: per il modello a 6V il tubo flessibile passava tra la scocca e il cofano, mentre per le 24V era re-alizzata una finestra semicircolare nel fianco del cofano. In entrambi i casi il pre-filtro era collegato alla parte terminale della marmitta tra-mite un tubo che scorreva lungo il parafango per poi girare sotto la scocca. Per far spazio a questo collegamento l’estintore passò sul parafango sinistro.

SOTTO LA LENTE

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MEZZI STORIC ISOTTO LA LENTE

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PneumaticiMichelin 6.50x16 XC con batti-strada stradale. Le gomme tassel-late hanno un pessimo comporta-mento su terreni sabbiosi perché tendono a scavare, facilitando l’in-sabbiamento.CavallottiLe sahariane erano letteralmen-te cosparse di cavallotti, in tota-le venti in più rispetto alle M201 standard: quattro sul cofano, sei fra il cofano e il parabrezza (per fissare la rete mimetica), uno per parafango anteriore, quattro per ogni passaruota posteriore per le griglie anti insabbiamento.

BalestreRispetto alle balestre standard M201 avevano due fogli in più (13 anziché 11).CofanoSi distingue per la presenza di quattro cavallotti e per l’apertura sul lato destro per il passaggio del tubo del filtro dell’aria esterno (so-lo per le 24V).ParafanghiIl parafango destro ha sei fori per il supporto del filtro dell’aria esterno e i fori per i sostegni al tubo di connessione alla marmitta Quel-lo sinistro è identico alla versione standard salvo l’aggiunta del sup-

porto estintore.ParabrezzaSul tubolare sinistro è saldata una piastra rettangolare di supporto del faro di ricerca, inoltre sono ri-cavati i fori di passaggio per l’im-pianto elettrico. Un devio luce so-lidale alla struttura del parabrezza permette di alimentare sia i tergi cristallo che il faro di ricerca attra-verso due interruttori.ScoccaDiverse modifiche: serbatoio ausi-liario sotto il sedile del passeggero (che ha bracci più lunghi essendo imperniato più avanti), impianto del carburante con selettore, in-

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MEZZI STORIC ISOTTO LA LENTE

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Nella pagina a sinistra, filtro benzina modello “electropulse”.Sopra, pre-filtro a ciclone. Era montato sul parafango destro. A fianco, cassa trapezoidale, era imbullonata nella parte anteriore del telaio.

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MEZZI STORIC I

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SOTTO LA LENTE

Sopra, pompa elettrica della benzina Electropulse e faro di ricerca. A fianco, raccordo coi rubinetti della benzina per i due serbatoi. Nella pagina a fianco a sinistra in alto, pneumatico Michelin XC. A destra, estintore montato sul parafango sinistro. Sotto a sinistra, cofano della 24V, notare il passaggio per il tubo dell’aria. A destra, serbatoio supplementare montato sotto il sedile del passeggero.

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MEZZI STORIC I

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SOTTO LA LENTE

terruttore pompa elettrica benzina avvitato al fianco sinistro interno giusto davanti al serbatoio. Una ta-nica supplementare montata fra i sedili anteriori era fissata a un sup-porto realizzato appositamente.Sei cavallotti posizionati fra il cofa-no e il parabrezza, a compendio di

quelli posizionati sul cofano, per fissare la rete mimetica.TendalinoLe poche foto dello stabilimento produttivo Hotchkisss di Stains risalgono al 1963 e mostrano un lotto di sahariane, pronte per la delibera, equipaggiate con dei teli

di colore giallo sabbia. Le foto “sul campo” sembrerebbero invece in-dicare che i teli fossero verde-grigio standard oppure marrone, sulla fal-sa riga di quelli utilizzati sui Dodge sahariani. Probabilmente nel corso degli anni questo accessorio subì un processo di standardizzazione.

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SOTTO LA LENTE

Su alcune sahariane si nota una modifica per rialzare l’attacco del tendalino sul parabrezza: pare che il rialzo servisse per poter guidare la jeep indossando il kepì blanc…ColorazioneLe jeep sahariane erano verniciate direttamente di giallo sabbia semi-lucido in fabbrica, le fotografie ori-ginali e i campioni indicano l’esi-stenza di due tonalità di colore: una più tendente al nocciola, l’al-tra al senape. La tonalità noccio-la è la stessa applicata ai camion Berliet, quindi probabilmente più recente del senape. I paraurti ante-riori avevano le estremità colorate di bianco, quelli posteriori una fa-scia bianca centrale. Le targhe mi-

litari erano con numeri bianchi o argento su sfondo nero, precedute dalla bandierina tricolore france-se. Completavano la colorazione le classiche granate bianche po-ste sui fianchetti anteriori (a cau-sa dell’abbandono dell’Algeria da parte dei francesi nel 1967, sulle sahariane le granate non fecero in tempo ad essere sostituite dal più recente circolo bianco, tipico de-gli anni “80”). Impianto carburanteRispetto alle M201 standard l’im-pianto carburante prevedeva un serbatoio ausiliario montato sotto il sedile del passeggero, le linee di connessione col deviatore, una pompa elettrica ausiliaria (Auto-

pulse 6V, Electropulse 24V), le tu-bazioni vicine al motore rivestite di amianto. L’autonomia comples-siva (taniche escluse) raggiungeva così i fatidici 500 Km richiesti dal Ministero, garantendo allo stesso tempo il corretto flusso di carbu-rante anche in condizioni d'impie-go estreme.RadiatoreParadossalmente l’impianto di raf-freddamento non ha subito alcu-na modifica rispetto alla versio-ne standard: nemmeno un vaso d’espansione, fra l’altro previsto dal desert kit americano e ampia-mente adottato dai SAS inglesi in Libia e Tunisia.

Gustavo Cappa Bava

In alto a sinistra, “ interruttori tergi e faro di ricerca montati sul parabrezza. a destra, protezione per la pompa elettrica supplementare. Sopra a sinistra, supporto tanica supplementare montato fra i sedili anteriori. A destra, sedile passeggero.

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STORIA DELLE AUTO MIL I TAR I 1900-1945

Una rara immagine di una tre assi d'anteguerra. Si tratta di un'autovettura pesante da fuoristrada, realizzata per la Reichswehr dalla Horch nel 1926. La produzione fu fermata perché troppo costosa.

Parrà strano, ma la meccaniz-zazione degli eserciti europei tra i due conflitti procedette con estrema lentezza, tanto che all'entrata in guerra le

truppe marciavano ancora a piedi, parte dell'artiglieria era ippotrainata e gli squa-droni di cavalleria erano ancora la punta di lancia delle formazioni d'assalto. Persino in Germania, nonostante l'appoggio di Hitler alle divisioni corazzate, queste rappresen-tavano, nella metà degli anni Trenta, solo una percentuale trascurabile dell'appara-to bellico della neonata Wehrmacht. Nel

1918, alla fine del primo conflitto mondia-le, il parco motorizzato delll'esercito tede-sco comprendeva 12.000 vetture, 3.200 ambulanze, 25.000 camion e 5.400 moto-ciclette. Le limitazioni imposte dal trattato di Versailles non toccarono direttamente i veicoli, ma il ridimensionamento della Reichswehr, la pesante crisi economica in cui precipitò la Germania, la conseguente penuria di carburante e il budget limitato, impedirono ogni ammodernamento. Tut-tavia già nel 1924 fu stilato un protocollo segreto con alcune Case automobilistiche per la realizzazione di quelle che furono

La storia a puntate delle auto con le stellette: dai primi tentativi di impiego bellico, al debutto nella Prima Guerra Mondiale, alla

consacrazione nella Seconda. Mezzo secolo di auto fuori dall'ordinario

CAR AND WAR

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definite eufemisticamente "veicoli passeg-geri da fuoristrada". A questo scopo furono studiati speciali châssis 4x2 con carroz-zeria aperta per consentire agli uomini di scendere e salire rapidamente. Per migio-rare la marcia sullo sterrato furono adottate ruote di grandi dimensioni. La Trutz di Co-burg studiò particolari sedili a forma di cu-bo che finirono per dare il nome a questo tipo di veicoli: Kübelsitzwagen, abbreviato semplicemenre in Kübel. Tipico esempio di tale tipo di vettura fu la Mercedes-Benz Stuttgart 260, la Adler Favorit e la Hamo-mag 4/20. L'ulteriore sviluppo portò alla realizzazione di mastodontici veicoli a tre assi in grado di trasportare sei uomini. Furono realizzati nel 1925-26 da Selve, Horch e Daimler-Benz, ma furono abban-donati in fase di test perché considerati troppo complessi e costosi da costruire. Ciò non impedì che in seguito Krupp non ne riprendesse lo schema per il suo camion leggero Protze. Sino all'avvento dei nazi-sti al potere e al conseguente riarmo della Germania, la Reichsweher si trovò a gesti-

re un parco estremamente variegato di vei-coli a motore prodotti da una moltitudine di fabbricanti diversi e quindi con pezzi di ricambio incompatibili tra loro. Nel 1933 l'ufficio armamenti tentò di stabilire precisi capitolati per i veicoli passeggeri destinati alla Wehrmacht: tre châssis standardizzati (leggero, medio e pesante), con possibilità di totale intercambiabilità tra i vari mezzi sia pure prodotti da differenti fabbricanti. L'operazione fu tuttavia a lungo osteggiata proprio da quest'ultimi. Occorre attendere il 1939 prima che l'Oberst/General Adolf von Schell, capo della sezione K in seno alla OKH, riesca a fare approvare dal Füh-rer il suo piano di standardizzazione che riguardava non soltanto i veicoli militari, ma anche quelli civili. Nonostante gli sfor-zi del generale il piano fu soltanto in par-te accettato dai produttori di automobili. Per esempio la direttiva del 2 marzo che imponeva di limitare le vetture a soli 31 modelli base, fu bellamente ignorata. Non poterono però fare altrettanto i cittadini del Reich con la Reichsleigstungsgesetz,

Sopra, questa splendida BMW R 16 dotata di un lussuoso sidecar è finita nelle mani della Wehrmacht. C'è stato solo il tempo di mettere la targa WL. Nella pagina a fianco in alto, una elegante Wanderer W 50 2.3 litri cabriolet carrozzata Gläser. Sotto, una WandererW 250 sei finestrini berlina mentre fa benzina.

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ovvero la legge che autorizzava la confisca dei veicoli civili in caso di necessità per la salvaguardia del Reich. La RLG fu promul-gata il primo settembre 1938. Al paragrafo numero 15 recitava: i possessori di veicoli terrestri, aerei o acquatici di qualsiasi tipo sono obbligati a metterli a disposizione se richiesto dalle autorità militari. Il 28 ago-sto era già entrata in vigore un'ordinanza che imponeva uno speciale permesso per poter acquistare carburante. La situazione precipitò rapidamente nei mesi seguenti. Il primo gennaio 1939 la benzina venne ra-zionata. Il 9 marzo fu fatto divieto alle fab-briche di autoveicoli, motoveicoli e nau-tiche di vendere ai privati. La Wehrmacht confiscò tutte le vetture aperte a quattro porte. Il 9 novembre furono requisiti tutti i pneumatici e la Germania entrò di fatto

in economia di guerra. Già la notte del 26 agosto era stata proclamata la mobili-tazione generale in previsione dell'inva-sione della Polonia. In pochi giorni le 51 divisioni a disposizione della Wehrmacht divennero 103. Le truppe raggiunsero i 3 milioni di uomini, con 400 mila cavalli e 200 mila veicoli a motore. Di questi una consistente quantità era rappresentata dai mezzi requisiti ai privati, recuperati nelle concessionarie o direttamente presso i ma-gazzini delle fabbriche. Per molti non c'era stato neppure il tempo di adattarli all'im-piego militare, fosse anche semplicemente la verniciatura. Carattereristica distintiva per tutti la targa d'immatricolazione con la sigla iniziale WH, per Wehrmacht, che diventava WL per la Luftwaffe. Il parco dei veicoli era oltremodo variegato, c'era

Entrambe le foto mostrano una lussuosa BMW 326, due porte cabriolet requisita e destinata come vettura di supporto del "Sanitäsdienst" (corpo medico) come mostra il simbolo tattico e la fascia sul braccio. Le fa da scorta un soldato in sella a una BMW R61 con sidecar anch'essa civile.

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di tutto e di più: dalle lussuose limousine che furono subito "requisite" dagli alti gra-di, alle moto di piccola e media cilindrata che finirono per equipaggiare i reparti di ricognizione. Molti ufficiali poi non fecero altro che presentarsi con le proprie auto. Le immagini dell'invasione della Polonia ci mostrano per esempio generali che seguo-no le truppe a bordo di eleganti cabriolet o imponenti berline ben poco militari. L'uso di veicoli civili proseguì anche durante il conflitto. Alle vetture di fabbricazione te-desca si aggiunsero le auto requisite nei Pa-

esi occupati. Nel frattempo tuttavia iniziò la produzione in massa di veicoli specifici unificati, destinati alla rapida motorizza-zione dell'intero apparato bellico. Furono stabiliti precisi capitolati ai quali fu obbli-gata ad attenersi l'industria automobilistica per costruire veicoli che, senza distinzione di marchi, dovevano equipaggiare le trup-pe nel più breve tempo possibile. Le au-vetture (Pkw) furono suddivise in leggere, medie, pesanti e a tre assi. Per identificar-ne immediatamente l'impiego fu dato loro una sigla alfanumerica. (continua)

Il Generale Friedrich Carl Cranz si appresta a salire sulla sua Horch 8 Type 500 B Pullman Cabriolet durante la campagna di Francia. Probabilmente la vettura, che non presenta alcun allestimento militare, era di sua proprietà.

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FOTO ARCHIVIOPANZER VI IN AZIONE

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PANZER VI IN AZIONE

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Il Panzer VI, ovvero il Tiger, è senza dubbio il più celebre carro del secondo conflitto mondiale. Fu deliberato alla fine del 1940 e i primi Tiger I prototipo vennero presentati a Hitler nell'aprile del 1942. Per collaudi e messa a punto prima dell'invio ai reparti erano previsti diversi mesi, ma il Führer ordinò di accelerare i tempi. Tanto che alcuni esemplari parteciparono in agosto all'assedio di Leningrado. Nelle foto, Tiger Iin azione.

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Nonostante la mostruosa bocca da fuoco da 88 mm e la pesante corazzatura, il Tiger I non sempre riusciva a dominare il campo soprattutto nel confronto con gli altrettanto giganteschi carri sovietici. Per questo nel 1943 si decise di affiancargli il Tiger II, ulteriormente migliorato e potenziato, armato di un cannone sempre da 88, ma allungato a ben 77 calibri, in grado di colpire a grande distanza qualsiasi carro avversario prima che questi fosse in grado di nuocere.

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PANZER VI IN AZIONE

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Il Königstiger II (Tigre reale), benché sia stato uno dei carri più potenti, protetti e meglio armati del conflitto, non era privo di difetti. Le gravi condizioni in cui venne a trovarsi la Germania nell'ultimo periodo di guerra ne impedirono la messa a punto e lo sviluppo.

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Tipico veicolo dell’esercito americano durante il secondo conflittomondiale, grazie ai cingoli poteva muoversi su qualsiasi tipo di

terreno. Fu realizzato in numerose varianti, compresa l'antiaerea

Come è noto, gli Stati Uniti entrarono in guer-ra soltanto nel dicem-bre del 1941, dopo che

i giapponesi avevano attaccato a sorpresa la base navale di Pearl Harbor. Strano a dirsi, ma mentre in Europa si combatteva ormai fu-

riosamente, l’esercito americano aveva fatto ben poco per preparar-si al conflitto. Agli inizi del 1941 il numero totale dei veicoli militari in servizio raggiungeva a malape-na le 70.000 unità e c’era ancora in circolazione materiale risalente alla prima guerra mondiale. Eppu-

re, in pochi mesi, con incredibi-le rapidità, il Quatermaster Corps riuscì a mettere in linea 250.000 mezzi. Durante il conflitto furo-no forniti alle forze armate alleate ben 2.600.887 camion (da 1/2 a 45 Ton) e 529.647 rimorchi.

(Continua a pagina 52)

Tipico veicolo dell’esercito americano durante il secondo conflittomondiale, grazie ai cingoli poteva muoversi su qualsiasi tipo di

terreno. Fu realizzato in numerose varianti, compresa l'antiaerea

Come è noto, gli Stati Uniti entrarono in guer-

riosamente, l’esercito americano aveva fatto ben poco per preparar-

re, in pochi mesi, con incredibi-le rapidità, il Quatermaster Corps

HALF-TRACKTUTTOFARE USA

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L'Half-Track trasse ispirazione dallo Scout Car M3 realizzato dalla White Motor Company di Cleveland nel 1937. Quest'ultimo non era però dotato di cingoli. Di dimensioni inferiori poteva trasportare fino a sette soldati e fornire una copertura con tre mitragliatrici, due da 7,7 mm e una da 12,7 mm, montate su supporti a pattino che permettevano di farle scorrere lungo lo scafo. All'etrata in campo dell'Half-Track, la produzione fu destinata ad equipaggiare gli eserciti alleati, in particolar modo quello britannico e quello sovietico.

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L'idea di dotare l'Half-Track del sistema a cingoli ideato da Adolphe Kégresse si dimostrò vincente. Grazie a questo il pesante veicolo poteva affrontare e muoversi con sufficiente agilità anche sui terreni difficili, rivelandosi particolarmente indicato come mezzo d'appoggio delle formazioni corazzate. Gli si potevano affidare molteplici compiti: dal trasporto truppe alla protezione antiaerea.

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Elemento di spicco dell'Half-Track M16 la torretta quadrupla Maxson da 12,7 mm a comando elettrico in funzione antiaerea.

(segue da pagina 47)In questa enorme massa di veicoli un ruolo di primo piano lo giocaro-no gli Half-Trak, la cui estrema dut-tilità sul campo di battaglia li rese, tra le truppe, tanto popolari quanto le onnipresenti jeep. L’idea di un mezzo cingolato multimpiego ri-sale al 1925, quando l’US Ordnan-ce, l’antesignano del Quatermaster Corps, acquistò dalla Citroën due autochenilles che furono inviate ad Aberdeen per essere testate.

Nel 1931 una terza autocingolata P17 identica a quella in dotazio-ne all’esercito francese fu a lungo provata, dimostrando l’adattabilità nell’affrontare i terreni difficili. Del resto le Citroen Kégresse avevano compiuto negli anni Venti imprese memorabili come l’attraversata del Sahara, la Croisière Noire in Africa, la Croisière Jaune in Cina, l’Expe-dition Byrd in Antartide e la Crosiè-re Blanche in Canada. La capacità delle autochenilles di marciare su

ogni tipo di terreno derivava lo-ro dal sistema a cingoli ideato da Adolphe Kégresse. Su consiglio uf-ficioso dell’US Ordnance, la James Cunningham di Rochester acquisì la licenza Kégresse e realizzò un veicolo battezzato Car Half-Track T1, che l’arsenale di Rock Island modificò dando origine ai modelli T1 E2 e T1 E3. Anche General Mo-tors si interessò al progetto: par-tendo da uno dei suoi camion di 2,5 ton e utilizzando il sistema a

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cingoli del T1 E2, realizzò un au-tocarro semicingolato che chiamò Truck Half-Track T1. In seguito pure Chevrolet e Ford costruirono simili mezzi sulla base dei propri chässis. La Marmon-Herrington, utilizzando il Ford, allestì i modelli T9 e T9 E1 che, dopo alcune mo-difiche, portarono al camion semi-cingolato M2, ordinato in piccola serie dall’US Army. Nel 1938 lo stato maggiore dimostrò un rinno-vato interesse. Nel febbraio 1939

la White, in collaborazione con l’arsenale di Rock Island, diede vi-ta a un prototipo denominato T7, che riprendeva gli elementi del ca-mion M2 ed era largamente ispi-rato allo Scout Car M3 realizzato nel 1937 dalla stessa White. I test furono giudicati soddisfacenti e venne deciso di proseguirne lo svi-luppo affidandolo alla Diamond-T. Quest’ultima ottenne una versione migliorata del T7, battezzata Half-Track Scout-Car M4. Fu proprio su

tale base che presero forma due veicoli specifici: l’uno destinato al traino dei pezzi di artiglieria fi-no a 155 mm e l’altro al trasporto truppe. Il primo, siglato M2, aveva un cassone più corto senza porta posteriore. Venne standardizzato nel settembre 1940. Il secondo ri-cevette la sigla M3 e fu dotato di un cassone capace di trasportare tredici uomini seduti (dieci fanti, il conducente, il tiratore e il capo squadra). A produrre i semicingo-

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Nella pagina a fianco in alto, il posto guidad'impostazione " automobilistica". La guida non presenta particolari difficoltà fatta eccezione per la mole e l'ingombro del mezzo. Sotto, la foto storica di un M16 ripreso da un cinegiornale. A sinistra, primo piano sulla tanica di riserva del carburante da 5 gallons (18,92 litri). Il secchio di tela serviva per attingere e versare acqua per i vari usi Sotto, il grosso verricello Tulsa, modello 18G, montatotra i longheroni frontali dello chassis. La capacità di trazione massima è di 4.540 kg.

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I L MANIFESTO

lati ci pensarono inizialmente la White, l’Autocar e la Diamond- T. In seguito, per rispondere alla for-te richiesta, si chiese il coinvolgi-mento anche della International Harvester Co, che per i suoi mo-delli M5 e M2 utilizzò il motore Red Diamond 450B a sei cilindri in grado di erogare una potenza di 143 CV a 2.700 giri/min. Quan-do la produzione cessò, nel 1944, erano stati costruiti 41.170 Half-Track in almeno settanta differenti versioni, comprese le varianti e i modelli sperimentali. A partire dal trasporto truppe M2, e soprattutto M3, furono sviluppati numerosi al-lestimenti speciali, come i cannoni

semoventi da 75 e 105 mm, il mor-taio da 81 mm, veicoli per la pro-tezione antiaerea e sanitari. White, Diamond- T e Autocar utilizzarono lo stesso motore White sei cilindri in linea di 6,3 litri con distribuzio-ne a valvole in testa. La potenza a disposizione era di 153 CV a 3.000 giri/ min. Il disegno delle casse, la ripartizione dei sedili e l’interno dell’abitacolo variavano a seconda dell’impiego. Fatta eccezione per l’M15 antiaereo, tutti erano intera-mente blindati anteriormente, sui fianchi e posteriormente. La coraz-za aveva uno spessore tra i 12,7 mm davanti e i 6,33 mm sui lati, il cassone e il tetto. Alcuni veicoli

erano dotati di un pesante rullo an-teriore munito di ammortizzatori, che serviva ad agevolare il passag-gio dei fossati. Altri montavano un verricello capace di esercitare una trazione massima di 4.540 kg. Ro-busti, affidabili, capaci grazie ai cingoli di affrontare i terreni più in-sidiosi e di superare qualsiasi osta-colo, gli Half-Track furono ampia-mente impiegati su tutti i fronti e a tutte le latitudini. I superstiti, come lo splendido M16 antiaereo che vi mostriamo in questo servizio, sono diventati preziosi esemplari da collezione, in grado di mono-polizzare l’attenzione nelle sfilate rievocative.

Il posto radio. L'apparecchiatura è una SCR 528. In servizio dal 1941 al 1958, venne inizialmente montata sui carri e poi su quasi tutti i veicoli del US Army. Entro la fine del conflitto furono costruiti 41.170 Half-Track in almeno settanta differenti versioni.

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

Abbiamo dato la possibilità ai Soci che hanno accettato il nostro invi-to di venire con i mezzi corazzati di poterli utilizzare in piena liber-tà su percorsi capaci di riprodurre condizioni d'impiego il più simili possibili a quelle in cui sono stati probabilmente impiegati prima di finire tra i rottami, essere recupe-rati e riportati in pefetta efficienza dai loro attuali proprietari. Non è parso vero ai novelli carristi di poter mettere alla prova la propria abilità di guida e l'affidabilità dei mezzi su tratturi che ricordava-

no gli scenari di guerra sul fronte orientale. La foto di pagina 6 ne è un perfetto esempio: i carri che corrono nella radura potrebbero essere stati benissimo fotografati in Russia nell'estate del 1942 e non sui campi appena mietuti di Ternavasso. A divertirsi però non sono stati soltanto i "carristi", ma tutti i partecipanti. I numerosi Soci intervenuti con le loro jeep han-no potuto compiere lunghe escur-sioni nei boschi con gran finale a tutto gas sui tratturi. Chi ha porta-to invece l'anfibia si è divertito a

navigare nel lago. Tutti poi si sono prestati a rendere partecipe del divertimento i numerosi spettato-ri, prendendoli a bordo dei propri mezzi per entusiasmanti tour nella tenuta. Tra i più soddisfatti i grup-pi di Reenactors che hanno potuto non solo allestire accampamenti e postazioni, ma soprattutto salire sui mezzi e utilizzarli per ricostru-zioni "molto veritiere" che hanno appagato la loro passione e fatto la gioia del pubblico immerso in un'atmosfera quasi da set cinema-tografico.

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

A diversità di altri raduni riservati solo a mezzi della seconda guerra mondiale, quello di Ternavasso era aperto a tutti. In alto a sinistra, parata di veicoli italiani dalla fine degli anni 60 fino agli anni 80. Sotto, numerosa e qualificata la presenza di mezzi della Wehrmacht. Tra questi spiccavano ben due Kettenkrad. In basso, rari da vedersi, e per giunta in azione, i mezzi corazzati italiani come i carri SPA M 15 e il Fiat L 3-33. Sopra e a fianco altro scenario: siamo nelle guerre del Golfo, è di scena l'FV 432, veicolo corazzato britannico per il trasporto truppe. Può trasportare 10 fanti.

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

A sinistra in alto, curiosa Peugeot 202 trasformata in vettura di servizio delle SS. Sotto, a tutto gas sui tratturi. Se questo non è puro divertimento... Sopra e a fianco, visita al castello dei Benso di Cavour, trasformato nel memoriale cavouriano. Sotto a sinistra, Renato Pujatti, presidente della commisione tecnica ASI veicoli militari e il presidente Piero Brezza. A destra, il vice presidente Lorenzo Scarlata.

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

Ci sono stati anche momenti più "tradizionali" come la visita in colonna a Santena dove sorge il castello, trasformato in museo, di Camillo Benso Conte di Cavour,

o la cena di gala - con orchestra, partecipanti in alta uniforme e signore con mise anni quaranta - che ha suggellato nel migliore dei modi l'evento. Da sottolineare la

qualità e la varietà dei mezzi pre-senti non soltanto della seconda guerra mondiale, ma di tutti i pe-riodi. Una vera festa per i colle-zionisti di mezzi militari.

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RADUNO IMVCC A TERNAVASSO

A sinistra in alto, tra i corazzati non poteva mancare la "Betty", lo Sherman M4 A1 ben noto a tutti gli appassionati del Club. Spazio anche ai Reenactors, c'erano quelli del Regio Esercito Italiano, della RSI, del servizio di leva, della Legione Straniera in Africa, quelli USA della II WW e i tedeschi. Questi ultimi hanno ricostruito una trincea con tanto di postazioni con armi pesanti, posto radio, campo minato e "registrazione" di un vero bombardamento. Sopra, il padrone di casa e grande anfitrione, Paolo Thaon di Revel. A destra un parà USA in sella al Cushman 53 Autoglide.