apr 2015 b p uo q na è qui a · era “la festa dei macigni roto-lati”, la festa del risorto che...

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B U O N A P A S Q U A è qui ANNO 89 - n° 1027 - 3,00 Poste Italiane S.p.a. spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA APR 2015 n. 4 CONTIENE I.P.

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BUONA

PASQUAè qui

ANNO 89 - n° 1027 - € 3,00Poste Italiane S.p.a. spedizione

in abbonamento postale D.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB VERONA

APR 2015 n. 4

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“O gnuno di noi ha i l s u o m a c i g n o . Una pietra enor-

me messa all’imboccatura dell’anima, che non lascia filtrare l’ossigeno, che oppri-me in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della dispe-razione.La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, vide-ro il macigno rimosso dal sepolcro. Pasqua allora, sia per tutti il rotolare il maci-gno, la fi ne degli incubi, l’ini-zio della luce, la primavera dei rapporti nuovi. E se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accan-to, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la risurrezione di Cristo”.Questo l’augurio pasquale che il caro don Tonino Bello rivol-geva alla sua comunità cristia-na tanti anni fa. Per lui Pasqua era “la festa dei macigni roto-lati”, la festa del Risorto che ci indica come fare per liberar-ci dalle pesanti pietre che ci opprimono.E allora, auguri di buona Pasqua a te, alla tua famiglia e a tutti i tuoi amici e amiche: insieme a loro, unisci il tuo sforzo nel far rotolare i maci-gni che impediscono alla Luce di entrare nella nostra vita.

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La festadei

...tanto per cominciare

Gli Gli occhiocchie il e il sorrisosorrisodel miodel mioamico

a cura di Pablo Sartori

A zzurro. Un pomerig-gio “troppo azzurro”, per un giorno di metà

novembre, di solito un mese dai colori cupi e dalle tinte dell’animo color grigio-pesan-te. Il contrasto tra emozioni e realtà è stridente. Fuori, cielo azzurro, sole tiepido, paesag-gio disegnato da dolci colline e piante sempreverdi. Dentro, tanta tristezza e la pesan-te angoscia del dare l’ultimo saluto a un amico che se n’è andato.

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La Pasqua del giovane Carlo

Good NewsGGoGoGoGoGoGoGoGoGoGo ddodododododododododod NNNNNNNNNNN Neewewewewewewewewewewsssssssssss & Fine PeopleiFiFiFiFiFiFiFiFiFiFiF eenenenenenenenenene PPPPPPPPPP Peeoeoeoeoeoeoeoeoeoeoplplplplplplplplplplplpp eeeeeeeeeee

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è un’offesa per il calcio italia-no». Proprio lui che dal 2010 al 2014 è stato il coordinatore tecnico delle nazionali giova-nili italiane. Poi, come sempre, la precisazione: «Figuratevi se io sono razzista! Ho solo detto che ho visto una partita con una squadra che schierava quattro ragazzi di colore». Pe c c a t o c h e u n a p e r s o -na intelligente come Sacchi abbia usato, per commentare

a cura di p. Elio Boscaini

<<N on sono io che sono razzista. È lui che è negro!». Anche il

buon vecchio Arrigo Sacchi, a cui il calcio italiano deve tanto, a febbraio è inciam-pato pesantemente: «Vedere così tanti giocatori di colore

AttualitàAttualità

4 4 PM APRILE 2015

CHE RAZZA

Tutti “neri”e poco tecnici

L’equazione nero = fi sicamen-te potente ma tecnicamen-te debole è falsa e razzista. L’Argentina, che ha all’incirca 40milioni di abitanti, sforna campioni a decine, per ora più dell’Africa messa insieme. Se i calciatori africani sono storica-mente poco tecnici è semplice-

mente perché in Africa ci sono meno scuole calcio e centri di formazione sportivi. Ci sono poi anche i numeri a smentire Sacchi. Siamo andati a verifi care nei vivai: vero che gli italiani faticano a giocare, ma gli africani sono meno del 5%. Su 1.154 tesserati nei tre gironi della “primavera” calci-stica italiana, gli africani in campo sono 54. Cioè il 4,67%

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e della Nazionale

i problemi del calcio italiano, delle parole che potrebbero far parte del vocabolario tipico del leghista Salvini. Il proble-ma sono i giocatori stranieri, nello specifi co quelli “di colo-re”? E se un nero è italiano, come ci comportiamo?

Tifosi razzisti e violentidi un calcio brutto e perdente

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DI TIFO!

GIOCATORI STRANIERI: Nella serie A dello scorso campionato di calcio italiano hanno gio-cato 54 brasiliani, 53 argentini, 18 uruguayani, 13 colombiani, 7 cileni, 2 paraguayani e 2 peru-viani. Le nazioni europee più rappresentate sono Francia (26 giocatori), Spagna (16), Svizzera e Croazia. Dei pochi calciatori africani in Italia, solo 10 arrivano dal Ghana: troppo pochi per “rovina-re” il calcio italiano!

FIGC: La Federazione Italiana Giuoco Cal-cio organizza il gioco del calcio in Italia. Gesti-sce i settori Giovanile e Scolastico del calcio, 4 Leghe di giocatori e 3 Associazioni (arbitri, alle-natori, calciatori)

Il “nero” francese Paul Pogba

Sospesa per due minuti la partita Milan-Roma (2012-2013) per cori razzisti da parte della tifoseria romanista nei confronti di Mario Balotelli

delle rose delle 42 formazioni.Una frase infelice era sfuggi-ta anche a Carlo Tavecchio, poco prima di essere eletto presidente della FIGC: «L’In-ghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno profes-sionalità per farli giocare, noi invece diciamo che “Opti Pobà” (nome fantasioso di un presunto giocatore africano, ndr) è venuto qua, che prima

Il centro di Roma sconvolto dalla violenza dei tifosidella squadra olandese del Feyenoord

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SpecialeSpeciale

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La cerimonia dell’Uomo-Uccello (Birdman), che riportava la vita sull’isola di Rapa Nui

TangataManu

a cura di Antonio Romero

<<I o sono nato su questa isola sperduta nel Pacifico, che si chia-

ma Rapa Nui. E non “isola di Pasqua”, come dite voi. I miei antenati vivevano qui più di 1000 anni prima che arrivasse-ro gli europei!».

Il giovane Joaquin non nascon-de l’orgoglio di essere un “puro rapanui”. «Voi europei avete il brutto vizio di considerar-vi gli scopritori del mondo – commenta –. In America avete fatto così; in Africa anche. Ed è bastato che arrivasse sulla nostra isola, il giorno 5 aprile 1722, festa di Pasqua, l’ammi-raglio olandese Jacob Roggeve-en, per cancellare in un attimo secoli di storia e tradizioni.

E sai quanti giorni si fermò qui Roggeveen? Un giorno, uno solo! Ti sembra giusto?».«Tranquillo, Joaquin – provo a calmarlo –: sono d’accordo con te, e hai tutte le ragioni per arrabbiarti! Però, visto che siamo davanti a questo pano-rama straordinario, mi vuoi raccontare i misteri racchiusi in questo posto e cosa accade-va qui tanti, tanti anni fa?».

16 16 PM APRILE 2015 17

i rappresentanti principali di ogni tribù alloggiavano nelle basse case di pietra costruite per l’occasione, per assistere alla cerimonia che durava circa un mese. Un mese ad aspetta-re l’arrivo del primo manu-tara (sterna fuliginosa) che puntualmente ad ogni prima-vera nidificava sugli isolotti vicini al vulcano.Ognuno dei 10 clan sceglieva un rappresentante del capo tribù, un suo aiutante e atleta chiamato hopu manu. Si trat-tava di veri e propri campio-ni, dotati di tre qualità fonda-mentali: forza fi sica, coraggio e tanta fortuna. La prova consi-

«Ci troviamo nella cittadel-la sacra di Orongo, ai bordi del cratere del vulcano Rano Kau. Sotto di noi, una scoglie-ra di circa 150 metri ci separa dal mare impetuoso. Di fronte a noi, puoi vedere tre isolot-ti. Su quello più grande, chia-mato Motu Nui, si svolgeva la più importante cerimonia in onore del nostro dio creatore Make Make.Il rito aveva inizio nei primi giorni di settembre, quando i 10 clan in cui erano divisi gli abitanti dell’isola si incammi-navano lungo il sentiero chia-mato Ao, che portava al luogo delle cerimonie di Orongo. Qui

steva nello scendere le ripide scogliere di Orongo, e nuota-re fi no all’isolotto – pescecani permettendo – di Motu Nui, a cavalcioni di galleggianti fatti di canne, sbattuti dai venti impetuosi e dalle onde gigan-tesche. Arrivati sull’isolot-to, i campioni si armavano di santa pazienza e molta astu-zia nel cercare di impossessar-si del primo uovo deposto dal manutara. Il primo che riusci-va nell’impresa, saliva sul punto più alto dell’isolotto e con l’uovo in mano gridava al suo “padrone”: “Rasati la testa: ecco qui il tuo uovo!”».

Tavola con preghiere propiziatorie per la vittoria di un hopu manu

Il cratere del vulcano Rano Kao Le casette nella cittadella di Orongo alle pendici del vulcano

SanremoGrandeAmoreAutore: Il VoloAscolta: Grande Amore,Piove, L’immensitàGiudizio: HHH

www.ilvolomusic.comwww.ilvolomusic.com

G iovanissimi e dalla tecnica impeccabile, “Il Volo” sono i tre cantanti lirici vincitori

della 65a edizione del Festival di Sanremo. Si chiamano Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, e prima del palco dell’Ari-ston avevano già riscosso uno strabiliante successo all’estero. Si sono conosciuti allo show “Ti Lascio una Canzone” di Antonella Clerici, e da allora hanno deciso di essere un trio, volando subito negli Stati Uniti, dove il loro pop lirico in stile Andrea Bocelli è stato accolto con entusiasmo e calore. Poi è stata la volta del Messico, il Canada, la Nuova Zelan-da: insomma, ai tre “tenorini”, che in realtà sono due tenori e un baritono, mancava solo l’Italia per spiccare definitivamente il volo. “Sanremo Grande Amore” è il loro album dedicato alla grande canzone italiana, ma con un inedito: l’ormai tanto chiacchierata “Gran-de Amore”, il brano esplosivo ed elegante con cui i tre hanno vinto il Festival.

NalfAutore: Malika AyaneAscolta: Adesso e qui(nostalgico presente),Blu, Cose che ho capito di meGiudizio: HHHH

www.malikaayane.comwww.malikaayane.com

N ata a Milano da madre italiana e padre marocchino, Malika Ayane inizia la sua

carriera nel coro di voci bianche del Teatro alla Scala. Naïf è il suo nuovo album di studio, ideale proseguo di “Ricreazione” (2012). Registrato tra la Germania e la Francia, per lo più a Berlino e Parigi, Naïf contiene “Adesso e qui (nostalgico presente)”, la canzone che le ha guadagnato il terzo posto al Festival di Sanremo, nonché il prestigioso Premio della critica Mia Martini. Più raffi nata ed elegan-te, ma sempre spensierata ed eclettica, Mali-ka Ayane muove la sua voce agile e pulita su atmosfere sognanti. Il suo indie-pop orec-chiabile è delizioso, così come le influenze funk in brani accattivanti come “Blu”. Un disco ricco e pieno, dai colori pastello, da ascoltare e ascoltare senza mai stancarsi.

Clap clap musica a cura diRossella De Falcouuuuuuuuuu iiisissisisisissisisi acacacacacacacacacacauuuuuuuuuuuuuuu iiiiiisisissisisisisisissisisi acacacacacacacacaca

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CelloverseAutore: 2CellosAscolta: Thunderstruck,Wake Me Up, CelloverseGiudizio: HHHH

www.2cellos.comwww.2cellos.com

I due violoncellisti sloveno-croati Luka Šulić e Stjepan Hauser ritornano con

il loro terzo album di studio: “Celloverse”. Provenienti dal panorama della musica clas-sica, i due hanno deciso di svoltare comple-tamente iniziando ad interpretare famosi brani dal mondo della musica rock e pop con l’aiuto del loro archetto e violoncelli, a volte elettrici, a volte acustici, sempre lavorando in duo. Hanno interpretato brani di Avicii (“Wake Me Up”), Rihanna, Coldplay (“Viva la vida”). In “Celloverse” sono raccolte cover di Michael Jackson, Muse, Paul McCartney. Il risultato è frizzante, divertente e piacevole: i due musicisti sono un concentrato di entu-siasmo e vitalità, e sanno davvero come coin-volgere il pubblico dei loro spettacoli. Provare per credere: la musica dei 2Cellos potrebbe davvero sorprendervi!

Un giornodi soleAutore: ChiaraAscolta: Un giorno di sole,Il meglio che puoi dare, La vita è da vivereGiudizio: HHH

www.chiaraofficial.itwww.chiaraofficial.it

L a vincitrice di X-Factor 2012, Chiara Galiazzo, in arte Chiara, capelli rossi e

una laurea in economia, si è affermata per la sua voce raffi nata e ottime interpretazioni dei generi più diversi. Ha partecipato al Festival di Sanremo 2015 con i brani “L’esperienza dell’amore” di Federico Zampaglione/Dome-nico Zampaglione e “Il futuro che sarà” di Francesco Bianconi, Luca Chiaravalli e Lisette Area. Entrambi i brani saranno contenuti nel suo prossimo disco. Intanto, Chiara ha pubbli-cato il 7 ottobre 2014 “Un giorno di sole”, il suo secondo album di studio. Perla del disco è sicuramente “Il rimedio la vita e la cura”, un brano intimo e signifi cativo per Chiara, ricco di emozioni genuine. Mescolando influen-ze internazionali e tradizione italiana, Chiara rimane in bilico con talento, ironia e classe.

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