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“Imparare ad Ascoltare Ascoltare per Imparare” Bruna Farnea

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“Imparare ad Ascoltare

Ascoltare per Imparare”

Bruna Farnea

(lettere incise su mattonella d'argilla di un maestro sumero indirizzata ad un collega del III° millennio a. C. – traduzione in italiano)

“Non è più come una volta, gli studenti non sono più interessati allo studio com'eravamo noi; e poi, questa mancanza di valori, di rispetto, per gli adulti, per la cultura, non porterà certo a nulla di buono. Povera società del futuro! Dove andremo a finire?”

avrebbero potuto essere state scritte su: - un papiro da uno scriba egizio 1000 anni dopo - una pelle da un insegnante cretese 1000 anni dopo - un rotolo da un ateniese dell‘Accademia 1000 anni dopo - un manuale da un enciclopedista medievale 1000 anni dopo

Scuola = luogo per la riflessione,

uno spazio per pensare e confrontarsi

Scuola dal lat. schola, dal greco skholé

fermata, pausa, ozio, riposo, tempo libero

otium = privo di connessioni evidenti,

pensiero non finalizzato alla produttività

Scuola del prima • un mezzo: la parola

• 2 trasmittenti: maestro e libro • 2 canali: parola orale e parola scritta • Un ricevente: studente • 1 direzione: lezione frontale“top-

down” = da chi sa a chi non sa, dai vecchi ai giovani • Codice implicito della scuola - vuole conferme - verifiche o domande di controllo - proibizione del copiare

“I nuovi media sono un oggetto di attrazione a cui non si può resistere e un elemento di interruzione permanente …

Si è passati da una concezione classica della lettura in cui sono necessari silenzio, solitudine, continuità a quella attuale che si basa sull’interruzione e sull’impazienza. La lettura è diventata un’attività frammentaria.

La scrittura diventa l’espressione di un pensiero simultaneo, non una pratica controllata”

(R. Simone “Presi nella rete”)

Nativi digitali “Noi modelliamo i nostri strumenti e poi i nostri strumenti modellano noi. Ogni nuova tecnologia

altera la sensorialità dell’uomo, creando nuove aree di percezione e nuove aree di cecità” (McLuhan, 1969)

• “Esperienze primarie” soppiantate da “esperienze secondarie”

• Visione alfabetica, privilegiata dai pensatori antichi, soppiantata da visione basata sul senso della vista

• Mutamento di stile conoscitivo fondato sul “guardare”

• All’intelligenza sequenziale si va sostituendo l’intelligenza simultanea

• In discussione modalità di pensiero che presiedono formazione e comunicazione del pensiero complesso

• Inversione del ruolo dei vecchi e dei giovani

• Oggetto simbolo è lo schermo: contenitore

di un testo aperto, che ha tanti autori,

capaci di ampliarlo, cambiarlo in continuazione

• Studi dimostrano che movimento oculare

e pensiero sono strettamente legati

Nativi digitali

La visione non alfabetica

• basata sulla vista, sviluppa l’intelligenza simultanea

• ha un ritmo etero-trainato

• non correggibile (nel senso che, a parte i DVD, non si può tornare indietro),

• povera di richiami enciclopedici (come possono essere le note a piè pagina dei libri),

• multisensoriale suscita emozioni immediate a differenza della visione alfabetica, più fredda

• è fruibile in modo conviviale

per la scuola comporta

• rottura del paradigma autoritario (L. Berlinguer)

• omologazione diffusa: modelli di comportamento veicolati dai media

• valori, stili, tenuta educativa: non comuni ma ciascuno è solo nell'educare

• scomparsa di esperienze di socialità fra coetanei.

• la conoscenza: fattore potente di inclusione

• 30% della ricchezza prodotta: è “economia della conoscenza”;

• 2/3 economia mondiale: fondata su produzione, trasmissione, applicazione di conoscenza

• 80% della ricchezza generata nel dopoguerra: frutto dell’innovazione tecnologica e della ricerca scientifica

• è una conoscenza che si sviluppa a rete: più è usata più cresce

• Cina 8% del PIL per Ricerca; Danimarca 2,5%; Italia 0,8%

• nell’area Ocse alto numero di persone con 15/20 anni di studi (“Horizon 2020” programma di investimenti in ricerca e sviluppo)

• la nostra epoca è segnata anche dalla tecnologia

• 75% genitori stranieri sperano che i figli si laureino, 64% genitori italiani

La “conoscenza” è la cifra della nostra epoca

2 sfide da vincere

Sfida della quantità

• tutti devono poter compiere 15/20 anni di studio

• in Europa l’obiettivo è 40% di

giovani fra i 25-34 anni laureati (Corea del Sud il 65%)

• Long life learning per tutti =

apprendere per tutta la vita: un diritto, anzi un bene comune

Sfida della qualità

• Abbandonare l’idea dell’approccio top-down: un sapere uguale per tutti

• Percorsi personalizzati modellati su intelligenza, interesse, creatività, bisogni, speranze, storia

• La scuola ri-crea se stessa: proporsi come “scuola del soggetto” = perseguire uguaglianza nella diversità

• Non trasmettere conoscenza ma insegnare come si apprende

• I docenti: da “agente che trasmette” a “guida che connette”

• Democrazia della conoscenza: punto di arrivo

Scuola nuova

per una Società della conoscenza

• Al centro della società: Ricerca scientifica e Sviluppo tecnologico

• Alla base la Maieutica: la domanda genera processi di pensiero

• Si pone problemi e cerca percorsi

• Costruisce connessioni,

processi di ricerca

• Frutto di una società fondata

sulla conoscenza

• Si basa su un nuovo rapporto

con il sapere

T+1= abilità di un individuo in un periodo t + investimento sull’individuo + contesto familiare

Prof. James Heckman , Università di Chicago - premio Nobel per l'economia ,2000

I risultati della ricerca economica e psicologica evidenziano l’importanza di “investire sul capitale umano delle giovani generazioni”, attraverso l’analisi degli effetti che questo tipo di investimento ha sul lungo periodo

“Tecnologia della formazione delle abilità”

Tesi • Sviluppo abilità cognitive: chiave

di volta per il successo

• Abilità cognitive e non: fondate geneticamente ma dipendenti dal contesto

• Periodi sensibili e critici per il loro sviluppo

• Acquisite, diventano patrimonio stabile dell’individuo

• Successo chiama successo: una abilità ne favorisce di nuove

Conseguenze

• Più si interviene correttamente nei periodi precoci dello sviluppo più essi producono risultati

• L’intervento è efficace nella misura in cui vien fatto nel periodo sensibile e critico per tale attività

• È fondamentale investire su politiche economiche e sociali che favoriscono i periodi precoci dello sviluppo

Larry Page

Jeff Bezos

Jimmy Wales

Sergey Brin

( dalla Rivista “Wired”, settembre 2011)

Identikit di una scuola efficace

Modelli diversi per affrontare il cambiamento

• “Flipper classroom”: teoria a casa, compiti in aula, così si impara nelle classi capovolte

• Cl@ssi 2.0 – Scuola digitale: modificare gli ambienti di apprendimento attraverso l’utilizzo costante delle tecnologie a supporto della didattica

Ricerche

“Migliori i testi scritti a mano”

- Si gestisce meglio il percorso che

porta dai pensieri sciolti alla frase compiuta

- L’apprendimento è connesso a esperienze tattili e sensoriali, a operazioni concrete

(“Mente e cervello” maggio 2013)

“La lettura si attiva con la scrittura a mano”

- Sostituire carta con schermo

crea svantaggi difficili da recuperare

- Lettura su cartaceo favorisce l’apprendimento

( “Le Scienze” gennaio 2014)

Le probabilità di ricordare nuove informazioni sono inferiori se l’informazione è stata appresa dalla Rete rispetto a libri, riviste, giornali

Università di Harvard e Columbia University - “Science”

Identikit di una scuola efficace

• Utilizzare la città come aula, per un apprendimento interdisciplinare, condotto nell’interazione con l’ambiente umano e antropizzato (McLuhan)

• “A scuola sia di casa il pensiero: una comunità che apprende pensando e ripensando. Insegnare è intraprendere un cammino insieme: ci vuole un respiro profondo e un incedere lento (perché han le gambe corte), muoversi con fiducia e pazienza, senza tanti bagagli se non l'osservazione attenta, l'ascolto, la cura della parola, l'esercizio del silenzio, un fare misurato.” (Blandino)

• “Non ho mai creduto nelle tre “I”. Ci aggiungerei quella di “Interdisciplinarietà” perché il problema della scuola non è quello di pretendere che lo studente sappia molte cose, ma che sappia metterle a contatto, creando dei sistemi di relazione. Questo era il fondamento della formazione umanistica” (G.L. Beccaria)

Teatro greco: identikit di una scuola efficace

Teatro greco:

identikit di una scuola efficace

• Uno spazio e un tempo di qualità

• Per contenuto i valori su cui si fonda la convivenza

• Massime drammaticità e divertimento: rottura di equilibri per raggiungerne altri, superiori

• Al centro la narrazione, storie avvincenti

• Concorrere con tutti i linguaggi per raggiungere tutti e tutto

• Coniugare cognizione ed emozione, mente e corpo: ragione, emotività, senso estetico, ritmo, movimento

• Ogni replica diversa perché si va oltre la programmazione del giorno prima

Il maestro giapponese Nan-in, dell’era Meiji (1868-1912), un giorno ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in – racconta la storia - servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite e poi continuò a versare.

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi

“E’ ricolma, non ce n’entra più!”

“Come questa tazza tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen se prima non vuoti la tua tazza?

Favorire l’ascolto

Ascolto = auscultare ascoltare attentamente, dare retta

“I medici sanno parlare, però non sanno ascoltare; e ora sono circondato da tutte le medicine inutili che ho preso nel corso di un anno” (Nanni Moretti, Caro diario)

"Parlare è un mezzo per esprimere se stessi agli altri, ascoltare è un mezzo per accogliere gli altri in se stessi." Wen Tzu, testo classico taoista

"Quando l'orecchio si affina diventa un occhio" Rumi, poeta e mistico persiano del XIII secolo

“Gli esseri umani hanno bisogno di sentire che gli altri li ascoltano e li capiscono” ( O’Shaughnessy, 1969)

“ Vedi uno scriba che sta in ascolto; chi sta in ascolto diviene persona capace” (Kluge)

“ Per imparare dobbiamo innanzitutto essere nella condizione di non sapere qualcosa. Se si pensa di sapere già tutto non si può ascoltare niente di nuovo” ((Asha Phillips)

Imparare ad ascoltare - Ascoltare per imparare

• La capacità di ascolto va da 400 a 600 parole al minuto; in media la velocità con cui parliamo e’ di 100 parole al minuto. Abbiamo molto tempo a disposizione per pensare ad altro mentre l’altra persona parla.

• Ascoltiamo tra il 25 e il 50 % di ciò che ci viene detto.

• L’ascolto non è favorito dal contesto sociale: siamo immersi in ambienti dal forte impatto acustico

• Si deve educare all’ascolto: favorire esperienze per sviluppare abilità d’ascolto cioè attivare processi che permettono di crearsi una rappresentazione mentale

• Uno studio: comprensione del testo e comprensione d’ascolto sono collegate

Imparare ad ascoltare - Ascoltare per imparare

Intelligenze legate all’esposizione alla voce:

- Intelligenza linguistica: si ascoltano i contenuti (comunicazione verbale)

- Intelligenza interpersonale: si ascolta la relazione (comunicazione non verbale)

Migliorare la qualità dell’ascolto significa

• intervenire sulla capacità di apprendimento

• produrre significativi cambiamenti nella qualità delle relazioni umane.

“buon parlato” inizia dal“buon ascolto”

“ buon ascolto” inizia dal “silenzio”

Per educare all’ascolto 1. Ci deve essere un ascolto di qualità

“Leggeva camminando, con una mano in tasca e l’altra, quella che teneva il libro, un po’ tesa, come se

leggendo lo offrisse. Tutte le sue letture erano dei regali. Non ci chiedeva niente in cambio. Quando l’attenzione di qualcuno di noi diminuiva, lui smetteva per un attimo di leggere, guardava il distratto e fischiettava. Non era una rimostranza, era un gioioso richiamo alla coscienza. Non ci perdeva mai di vista, e nei momenti più intensi della lettura ci guardava al di sopra delle righe. Aveva una voce sonora e luminosa, un po’ ovattata, che riempiva perfettamente lo spazio delle aule. Era la cassa di risonanza naturale di tutti i libri, l’incarnazione del testo, il libro fatto uomo. Attraverso la sua voce noi scoprivamo d’un tratto che tutto ciò era stato scritto per noi” (Daniel Pennac)

“Nella mia storia personale il flusso è stato: ascolto, lettura, scrittura. Quanta gratitudine so di aver sentito, e di sentire ancora, per chi mi ha fatto dono della sua capacità di raccontare, per chi mi ha chiamato all’ascolto aprendomi un giardino di delizie. E quando leggo ai bambini il loro ascolto conduce la mia voce e guida il racconto. La mia voce si preoccupa di corteggiare il loro ascolto” ( Giusi Quarenghi)

Per educare all’ascolto

1. Ci deve essere un ascolto di qualità

Attività di narrazione coinvolgenti

L’ascolto di qualità è un diritto perché aiuta a crescere bambini - attenti a ciò che gli sta intorno - che sanno amare - intelligenti - che sanno comunicare - curiosi - che si vogliono bene - che si sanno raccontare - che sanno quello che vogliono - che se la sanno cavare - resilienti

(dal Manifesto di Radio Magica)

Per educare all’ascolto

2. Mettere in primo piano le orecchie

escludendo la componente visiva

Che orecchie hai?

• Le orecchie del giudizio: con idee precise, schemi mentali, concentrati sulla risposta, non disponibili ad accogliere

• Le orecchie distratte: non diamo spazio al nuovo perché distratti dal fuori e dal dentro

• Le orecchie impazienti: non aspettano

• Le orecchie passive: ascoltare è un processo attivo

Per educare all’ascolto

3. Adottare ritmi più lenti

Promuovere giochi e attività che insegnano attesa, immobilità,

concentrazione

“ Per ascoltare occorre tacere. Non soltanto attenersi a un silenzio fisico che non

interrompa il discorso altrui (o, se lo interrompe, lo faccia per rimettersi a un successivo ascolto), ma a un silenzio interiore, ossia un atteggiamento tutto rivolto ad accogliere la parola altrui.

Bisogna far tacere il lavorio del proprio pensiero, sedare l'irrequietezza del cuore, il tumulto dei fastidi, ogni sorta di distrazioni.

Nulla come l'ascolto, il vero ascolto, ci può far capire la correlazione fra il silenzio e la parola (Pozzi)

Per educare all’ascolto

4. Promuovere attività di ascolto

Pre-ascolto: - Essere rilassati per far percepire sé e gli altri - Creare aspettative e suscitare curiosità - Tenere con lo sguardo - Partire dal silenzio - Creare riti di preparazione Ascolto: - Assegnare compiti di ascolto Post ascolto: - Riformulare e rielaborare argomenti - Riflettere su difficoltà e individuare strategie - Attività di metacognizione

Per educare all’ascolto

5. Promuovere la “disciplina del tempo”: affinare l’orologio interno

per regolare funzioni psichiche come l’attenzione

- Lavorare con il tempo

- Suddividere il tempo

- Darsi il tempo

Per educare all’ascolto

6. Far esperienza di essere ascoltati

Ascolto dell’insegnante Includere, nelle competenze di chi fa scuola, l’ascolto, l’osservazione , la comprensione delle dinamiche

emozionali che ogni relazione mette in gioco.

fondamento dell’aver cura per comprendere i processi che l’altro (alunno, genitore, )attiva per capire ciò di cui ha necessità per comunicare il valore dell’altro

affinare la “capacità relazionale”: Capacità = contenimento, comprendere, capire Relazionale = portare indietro, portare a sé “Capacità dell’individuo di entrare, in modo cauto e delicato, nei pensieri, nei sentimenti, nelle speranze e

nei timori di un’altra persona e anche di permettere all’altro di fare lo stesso nei propri confronti” (Winnicott)

“Crisi della scuola”

“Possibilità di crescita”

“Le abitudini sono abitudini e nessuno deve disfarsene buttandole giù dalla finestra; bisogna invece accompagnarle giù dalle scale un gradino per volta” (Mark Twain)

“ La propensione a sperimentare non è sufficiente, ma l’avversione a

sperimentare equivale alla morte” ( Ezra Pound) “ Purtroppo, nonostante tutte le nostre esperienze, sappiamo ancora molto poco

su come educare i bambini di qualunque età. Cominciamo a sapere di non sapere: è già qualcosa” (W. R. Bion)

“Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo” (M. Gandhi)

Come si ascolta

“Bisogna essere molto pazienti. In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono fonte di malintesi.”

(Saint-Exupéry)