anno quattro numero ventiquattro settembre 2004 bimestrale ... · le mani e se le poggia in grembo....

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ari studenti, inizia un nuovo anno accademico e, in questa occasione, voglio ri- volgere a tutti voi l’augurio di uno studio proficuo e di un per- corso universitario ricco di gra- tificazioni, perché i risultati che otterrete compensino l’impe- gno e il sacrificio degli studi che avete intrapreso, aprendovi la strada a una piena realizzazione professionale e, prima ancora, a un processo di crescita umana, sociale e culturale. Le prime dif- ficoltà che incontrerete non de- vono scoraggiarvi e, tantomeno, rallentare il ritmo del vostro per- corso universitario. Al contrario, devono stimolare in voi deter- minazione, grinta e volontà di raggiungere gli obiettivi prefis- sati, perché la preparazione ac- quisita vi consenta di essere “confrontabili”, a tutti i livelli, con i laureati degli altri atenei ita- liani ed europei. Siamo consa- pevoli che, nonostante gli inve- stimenti e le iniziative realizza- te in questi ultimi anni, esisto- no ancora diversi spazi di mi- glioramento: per esempio, oc- corre accrescere l’efficienza dei servizi di segreteria, la disponi- bilità di aule e il numero di po- sti nelle biblioteche e nei labo- ratori informatici. Le difficoltà principali sono legate alla gran- de numerosità della popolazio- ne universitaria e a un’offerta di- dattica costantemente in cresci- ta, per cui ogni anno sorgono nuovi problemi logistici e organizzativi. L’impegno finanziario necessario per far fronte a tali esigenze è notevole e il nostro Ate- neo non è in grado di far- vi fronte soltanto con le proprie risorse. Un con- tributo significativo è sta- to fornito, in questi anni, dalla Regione, attraverso l’apporto di risorse inte- grative, ma è necessario definire un più stretto rapporto, perché si possa effettuare una program- mazione strategica per lo sviluppo della Sardegna incentrato sulla cono- scenza. La sollecitazione per un maggiore coinvolgimen- to della Regione e, accanto ad es- sa, delle altre Istituzioni, si fon- da sulla consapevolezza del ruo- lo essenziale delle Università per lo sviluppo di un Paese. Un ruo- lo di primaria importanza non soltanto sul piano scientifico e autonomia co- me stella polare. Il sapere e la cono- scenza che devono pri- meggiare sul mercato. Un’identità forte e un ruolo propulsivo per lo sviluppo del Paese. La Crui ha presenta- to la relazione sullo Stato delle università “Competitivi e motivati per una sfida globale” anno quattro numero ventiquattro bimestrale dell’università degli studi di Cagliari settembre 2004 al protocollo d’intesa università-regione al piano socioassistenziale, dalle case di cura private alle lauree brevi, dal tourbillon di interessi economici che si intrecciano al mon- do sanitario alle malattie che fanno della Sar- degna l’isola dei record. Con in mezzo le “pic- cinerie” della politica. La chiacchierata con il neo assessore regionale alla sanità è a tutto campo. “Ho il vantaggio di non essere ricattabile” dice Nerina Dirindin. Tailleur, un filo d’oro al collo, gli occhiali a mezza luna appesi al cordino, incrocia le mani e se le poggia in grembo. I trat- ti sono decisi, l’eloquio è diretto, nessu- na concessione ai ghirigori tipici del “Pa- lazzo”. La professoressa ha dalla sua espe- rienze e determinazione per tentare l’impossibile: mettere ordine in un as- sessorato “trappola” per definizione. Ha il compito di ridargli un bilancio sano, di controllare la spesa e soprattutto, di usare forbici e intelligenza per elimina- re sprechi e storture. Con un obiettivo principale: “Garantire un’assistenza sani- taria e sociale diffusa e di qualità per tut- ti i sardi”. L’impegno è da mal di testa. Il bisonte dell’amministrazione isolana ingoia quasi la metà, circa quattro mila seicento mi- liardi di vecchie lire, dell’intero bilancio. Già collaboratrice dell’allora ministro Rosy Bindi, abbozza un mezzo sorriso: Ci proviamo. E se si ha la collaborazione di tutti i soggetti, pos- siamo essere fiduciosi”. Professoressa, per- ché ha detto sì a Re- nato Soru? Certamente questo dell’assessore è un me- stiere che non è il mio e non pensavo certo di far- lo. Ho preso la proposta con spirito di servizio e di responsabilità. Può sembrare retorico ma ga- rantisco che è così. Civil servant, dicono i francesi. Sì, e ho anche pensato che dal di fuori si critica sempre la macchina amministrativa, e si indicano progetti e strade da seguire. Ma quando si han- no delle proposte concrete ci si deve mettere in gio- co in prima persona. A me è andata così. Vorrei una sanità diffusa e di qualità di Mario Frongia Intervista all’assessore Nerina Dirindin C Nerina Dirindin, assessore regio- nale alla Sanità dal luglio scorso SANITÀ:SENATO E CDA APPROVANO IL PROTOCOLLO DINTESA Cagliari. Da sinistra il preside di Medicina Gavino Faa, il direttore generale del policlinico universitario di Mon- serrato Rossella Coppola, il rettore Pasquale Mistretta. Il 10 settembre scorso il senato accademico, il consi- glio di amministrazione e il rettore - in seduta congiunta tenutasi nell’ex Teatro anatomico di via Ospedale - hanno approvato il “Protocollo di intesa Regione Sardegna - Università di Cagliari e Sassari” SEGUE A PAGINA DUE SEGUE A PAGINA QUATTRO Piero Tosi Roma A PAGINA DUE Ricerca, fondi, concorsi: tutti i dubbi della CRUI Il messaggio del rettore agli studenti per il nuovo anno accademico inquant'anni fa fu Giuseppe Di Vittorio, leggendario segretario della Cgil, a lanciare da questa terra che vide il 4 settembre del 1904 l'assassinio di quattro minatori in lotta per il la- voro la parola d'ordine della rinascita della Sar- degna. Ora sono Guglielmo Epifani e Savino Pez- zotta, leader della Cgil e della Cisl a lanciare in- sieme a Franco Canapa (Uil) un nuovo patto fra le grandi organizzazioni sindacali e la Sardegna, un patto per il lavoro, per mettere al centro del- le rivendicazioni del- Buggerru C di Giancarlo Ghirra* Mistretta:“Diamo risposte rapide ai nostri giovani” A PAGINA QUATTORDICI D L Ricerca, fondi, concorsi: tutti i dubbi della CRUI

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Page 1: anno quattro numero ventiquattro settembre 2004 bimestrale ... · le mani e se le poggia in grembo. I trat-ti sono decisi, l’eloquio è diretto, nessu-na concessione ai ghirigori

ari studenti, inizia unnuovo anno accademico e,

in questa occasione, voglio ri-volgere a tutti voi l’augurio diuno studio proficuo e di un per-corso universitario ricco di gra-tificazioni, perché i risultati che

otterrete compensino l’impe-gno e il sacrificio degli studi cheavete intrapreso, aprendovi lastrada a una piena realizzazioneprofessionale e, prima ancora, aun processo di crescita umana,sociale e culturale. Le prime dif-ficoltà che incontrerete non de-vono scoraggiarvi e, tantomeno,rallentare il ritmo del vostro per-

corso universitario. Al contrario,devono stimolare in voi deter-minazione, grinta e volontà diraggiungere gli obiettivi prefis-sati, perché la preparazione ac-quisita vi consenta di essere“confrontabili”, a tutti i livelli,

con i laureati degli altri atenei ita-liani ed europei. Siamo consa-pevoli che, nonostante gli inve-stimenti e le iniziative realizza-te in questi ultimi anni, esisto-no ancora diversi spazi di mi-glioramento: per esempio, oc-corre accrescere l’efficienza deiservizi di segreteria, la disponi-bilità di aule e il numero di po-

sti nelle biblioteche e nei labo-ratori informatici. Le difficoltàprincipali sono legate alla gran-de numerosità della popolazio-ne universitaria e a un’offerta di-dattica costantemente in cresci-ta, per cui ogni anno sorgono

nuovi problemi logistici eorganizzativi. L’impegnofinanziario necessario perfar fronte a tali esigenze ènotevole e il nostro Ate-neo non è in grado di far-vi fronte soltanto con leproprie risorse. Un con-tributo significativo è sta-to fornito, in questi anni,dalla Regione, attraversol’apporto di risorse inte-grative, ma è necessariodefinire un più strettorapporto, perché si possaeffettuare una program-mazione strategica per losviluppo della Sardegnaincentrato sulla cono-scenza. La sollecitazione

per un maggiore coinvolgimen-to della Regione e, accanto ad es-sa, delle altre Istituzioni, si fon-da sulla consapevolezza del ruo-lo essenziale delle Università perlo sviluppo di un Paese. Un ruo-lo di primaria importanza nonsoltanto sul piano scientifico e

autonomia co-me stella polare.

Il sapere e la cono-scenza che devono pri-meggiare sul mercato.Un’identità forte e unruolo propulsivo perlo sviluppo del Paese.La Crui ha presenta-to la relazione sulloStato delle università

“Competitivi e motivatiper una sfida globale”

anno quattro numero ventiquattro

bimestrale dell’università degli studi di Cagliari

settembre 2004

al protocollo d’intesa università-regioneal piano socioassistenziale, dalle case di

cura private alle lauree brevi, dal tourbillon diinteressi economici che si intrecciano al mon-do sanitario alle malattie che fanno della Sar-degna l’isola dei record. Con in mezzo le “pic-cinerie” della politica. La chiacchieratacon il neo assessore regionale alla sanitàè a tutto campo. “Ho il vantaggio di nonessere ricattabile” dice Nerina Dirindin.Tailleur, un filo d’oro al collo, gli occhialia mezza luna appesi al cordino, incrociale mani e se le poggia in grembo. I trat-ti sono decisi, l’eloquio è diretto, nessu-na concessione ai ghirigori tipici del “Pa-lazzo”. La professoressa ha dalla sua espe-rienze e determinazione per tentarel’impossibile: mettere ordine in un as-sessorato “trappola” per definizione. Hail compito di ridargli un bilancio sano,di controllare la spesa e soprattutto, diusare forbici e intelligenza per elimina-re sprechi e storture. Con un obiettivoprincipale: “Garantire un’assistenza sani-taria e sociale diffusa e di qualità per tut-ti i sardi”. L’impegno è da mal di testa.Il bisonte dell’amministrazione isolana ingoiaquasi la metà, circa quattro mila seicento mi-

liardi di vecchie lire,dell’intero bilancio.Già collaboratricedell’allora ministroRosy Bindi, abbozzaun mezzo sorriso:“Ci proviamo. E se siha la collaborazionedi tutti i soggetti, pos-siamo essere fiduciosi”. Professoressa, per-ché ha detto sì a Re-nato Soru?Certamente questodell’assessore è un me-

stiere che non è il mio e non pensavo certo di far-lo. Ho preso la proposta con spirito di servizio edi responsabilità. Può sembrare retorico ma ga-rantisco che è così.Civil servant, dicono i francesi.Sì, e ho anche pensato che dal di fuori si criticasempre la macchina amministrativa, e si indicanoprogetti e strade da seguire. Ma quando si han-no delle proposte concrete ci si deve mettere in gio-co in prima persona. A me è andata così.

Vorrei una sanitàdiffusa e di qualità

di Mario Frongia

Intervista all’assessore Nerina Dirindin

C

Nerina Dirindin, assessore regio-nale alla Sanità dal luglio scorso

SANITÀ: SENATO E CDA APPROVANO IL PROTOCOLLO D’INTESA

Cagliari. Da sinistra il preside di Medicina Gavino Faa, il direttore generale del policlinico universitario di Mon-serrato Rossella Coppola, il rettore Pasquale Mistretta. Il 10 settembre scorso il senato accademico, il consi-glio di amministrazione e il rettore - in seduta congiunta tenutasi nell’ex Teatro anatomico di via Ospedale -hanno approvato il “Protocollo di intesa Regione Sardegna - Università di Cagliari e Sassari”

SEGUE A PAGINA DUE

SEGUE A PAGINA QUATTROPiero Tosi

Roma

A PAGINA DUE

Ricerca, fondi, concorsi:tutti i dubbi della CRUI

Il messaggio del rettore agli studenti per il nuovo anno accademico

inquant'anni fa fu Giuseppe Di Vittorio,leggendario segretario della Cgil, a lanciare

da questa terra che vide il 4 settembre del 1904l'assassinio di quattro minatori in lotta per il la-voro la parola d'ordine della rinascita della Sar-degna. Ora sono Guglielmo Epifani e Savino Pez-zotta, leader della Cgil e della Cisl a lanciare in-sieme a Franco Canapa (Uil) un nuovo patto frale grandi organizzazioni sindacali e la Sardegna,un patto per il lavoro, per mettere al centro del-le rivendicazioni del-

Buggerru

Cdi Giancarlo Ghirra*

Mistretta:“Diamo risposterapide ai nostri giovani”

A PAGINA QUATTORDICI

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L’

Ricerca, fondi, concorsi:tutti i dubbi della CRUI

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culturale, ma altresì sul pia-no sociale: dare a un nu-

mero crescente di giovani la possibilità di ac-quisire le conoscenze e le competenze teorichee pratiche necessarie per lo svolgimento di unlavoro e fare acquisire loro gli strumenti cultu-rali indispensabili per essere cittadini attivi al-l’interno della società civile sono obiettivi di as-soluto rilievo, soprattutto nelle regioni del Mez-zogiorno, dove il contesto socioeconomico pre-senta, in linea generale, maggiori criticità rispettoalle regioni del Centro e del Nord. Nell’Uni-versità di Cagliari, tali premesse hanno giusti-ficato, anche per quest’anno accademico, la scel-ta di confermare una tassazione con importi “po-litici”. Allo stesso tempo, l’articolazione del no-stro Ateneo e la sua presenza diffusa nel terri-torio regionale - con polarità forti non solo nel-la città di Cagliari, ma nell’intera Sardegna - in-tende garantire la vicinanza dell’Università al-le diverse realtà locali, per cogliere al meglio leloro esigenze, i loro problemi e le loro poten-zialità di sviluppo. L’invito, che rivolgo a tutti

gli studenti iscritti all’Università diCagliari, ma anche alle altre com-ponenti della nostra comunità uni-versitaria - docenti, ricercatori, per-sonale amministrativo, tecnico e sa-nitario - è quello di affrontare il pro-prio impegno di studio o di lavoroall’interno della nostra Universitàanimati, da un lato, da senso di re-sponsabilità, dall’altro, dall’orgogliodi appartenere a un’istituzione che,

nonostante i suoi quasi quattrocento anni di vi-ta, esprime una vitalità al passo coi tempi e, intaluni casi, in grado di precorrere i tempi, svol-gendo un ruolo strategico nello scenario euro-peo. A tutti, buon lavoro. Pasquale Mistretta

italiane partendo da questi paletti. Fermi e in-sindacabili. Poi, il presidente della Conferenzadei rettori, Piero Tosi,ha accelerato. “Comestabilito dalla MagnaCarta di Bologna, leuniversità devono esseremoralmente e intellet-tualmente autonome dalpotere. Va costruito undialogo, dobbiamo esse-re propositivi e corregge-re le nostre lacune: ma lavocazione alla crescita eal cambiamento è già innoi” ha detto il profes-sor Tosi. Il ministro Moratti, il sottosegretarioalla presidenza del consiglio, Gianni Letta, il pre-sidente del Senato, Marcello Pera, il segretariodei Ds, Piero Fassino – in prima fila all’audi-torium della musica a sentire le parole dei ret-tori – hanno annuito. “Tradizione e rinnovamentoconvivono nel mostro operare. Dobbiamo renderemigliore il presente e il futuro dei nostri ragazzi.Ma una serie di problemi che paiono distanti dal-le università, e penso alla salute, alla qualità del-la vita, alla giustizia, alla fede e alle integrazio-ni razziali, vanno risolti per e con i giovani”. Inparole povere, ricerca, insegnamento ma ancheun contributo alla risoluzione di problemi so-

ciali. Il presi-dente dellaCrui ha poimesso il ditonella piaga: ri-cercatori, con-corsi, risorse.Su questi ar-gomenti la re-lazione illu-strata a Leti-zia Morattiha avuto ac-centi forte-

mente critici. Tosi si è detto “molto preoccu-pato per la riforma della riforma, che comin-cia appena ora a dare qualche risultato positi-vo”. Ha aggiunto un monito per quanto ri-guarda il futuro dei ricercatori: “Da 25 anniattendono la definizione del loro stato giuridi-co ma la proposta rischia di diventare un flopper mancanza di soldi e perché non dà certez-ze ai giovani ricercatori”Infine, l’insufficienza deifondi: “Le risorse destina-te all’università e all’edu-cazione devono crescere al-meno del due per cento. So-lo così – ha detto PieroTosi, sottolineando anchel’approvazione di Con-findustria – la formazio-ne avanzata può essereprioritaria per l’Italia”.Sui concorsi la Crui hacondiviso un progetto diriforma lanciato dal mi-nistero. Il tutto mentre i ricercatori annun-ciano di rifiutare gli incarichi di supplenza e

affidamento fino a quando il disegno di leggedella Moratti non verrà tolto. E alla sapienza, i

docenti di Ingegneria han-no deciso di bloccare le at-tività didattiche. Tosi ha an-che ribadito il “sì alla valu-tazione degli obiettivi e ad unnuovo modello di program-mazione e finanziamento” edefinito “intollerabile il bloc-co delle assunzioni dei vin-citori di concorso”. In chiu-sura, e tra gli applausi, labordata contro le universitàon line, aziendali e telema-tiche e “altre fantasiose crea-

zioni alle quali il governo ha dato riconoscimen-to”. Un tema che in sede di conferenza era sta-to ribadito anche dal rettore Pasquale Mistret-ta: “Con il proliferare di corsi a distanza si correil rischio, oltre ad altri aspetti legati alla qualitàdella didattica e della formazione, di veder di-minuire le già striminzite risorse provenienti dal-le amministrazioni lo-cali”. Insomma, dub-bi e perplessità “pe-santi” quelle manife-state dalla Crui. “È unatto di denuncia mol-to forte contro questogoverno che in questianni ha fatto una po-litica negativa versol’università” ha dettoFassino. “Nella rela-zione di Tosi ci sono in-teressanti aperture chenon dobbiamo lasciar cadere” ha aggiunto il se-natore di An Giuseppe Valditara.

2 Numero 24settembre 2004

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Il messaggio del rettore agli studenti

Roma. Marcello Pera e Piero Fassino

Roma. Il sottosegretario Gianni Letta con Piero Fassino (a des.)

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA La relazione della CRUI

l Ministro dell’Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca, Letizia Moratti, a com-

mento della relazione del Presidente della Con-ferenza dei rettori delle università italiane, Pie-

ro Tosi, sullo stato del-l’università italiana hadichiarato: “C’è unapiena condivisione suldisegno strategico chepone le università ita-liane al centro delprocesso di rilancio edi valorizzazione delcapitale umano, ancheattraverso un nuovomodello del sistema diprogrammazione, fi-nanziamento e valu-tazione. Condivido

inoltre l’accento posto dalla Crui sull’importanzadelle autonomie universitarie, sulla natura dal-

l’università intesa come servizio pubblico, sul-l’inscindibilità della ricerca dalla didattica e sul-l’università luogo di dialogo interculturale”. “Al-tri elementi che ho apprezzato nella relazione delpresidente Tosi”, ha aggiunto il Ministro Moratti,“riguardano la necessità di sostenere il processodi internazionalizzazione e il percorso di co-struzione di uno spazio comune europeo del-l’università e della ricerca”. “Per quanto riguar-da il disegno di legge sul riordino dello stato giu-ridico dei docenti, attualmente all’esame del Par-lamento”, ha concluso il Ministro, “ho colto lecondivisioni e le criticità evidenziate dal presi-dente Tosi. Ribadisco che attraverso questo prov-vedimento noi intendiamo in primo luogo al-largare la base accademica attraverso l’immissionedi nuove leve di ricercatori, che dovranno peraltroessere adeguatamente retribuiti. Come già piùvolte ho detto, ribadisco infine che l’attuazionedella legge-delega sarà graduale e correlata ai ne-cessari finanziamenti”.

I

La risposta del ministro alla CRUILetizia Moratti: “Piena condivisione sul disegno strategico della Conferenza

dei rettori. Con il nostro provvedimento sui docenti universitari porteremo nuove leve di giovani ricercatori negli atenei”

Roma. Letizia Moratti e il presidente del Senato, Marcello Pera

Cagliari. Studenti nell’aula magnadel polo giuridico-economico

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3Numero 24settembre 2004

ovità rilevanti nell’offerta formativa del-l’ateneo cagliaritano per l’anno accademi-

co 2004/05. Ce le ha illustrate la dottoressa Ro-berta Lotti, responsabile del settore “Riforma” del-l’amministrazione, che da diversi anni si occu-pa della stesura annuale del “Manifesto genera-le degli studi”. In questi anni halavorato a stretto contatto con lefacoltà e il Senato accademico equindi Roberta Lotti rappresen-ta bene la memoria storica dellemodificazioni dell’offerta for-mativa introdotte in questi annia seguito del processo di riformadegli ordinamenti didattici. Leprincipali novità di carattere ge-nerale per il nuovo anno cheprende l’avvio sono le seguenti:a) l’offerta formativa è stata definita con largo an-ticipo rispetto agli ultimi anni, in tempo utile peruna adeguata divulgazione delle informazioni; b)sono state attivate le lauree specialistiche ormaiin tutte le facoltà: si avvia pertanto a completa-mento l’iter della riforma, avviata a Cagliari nel-l’anno 2000/01 in via sperimentale in alcuni cor-si e, nell’anno 2001/02, con l’attivazione di tut-

te le lauree triennali; c) sono state riattivate le lau-ree sanitarie, sospese negli anni precedenti a cau-sa del mancato accordo con la Regione sarda, cheformano professionalità molto richieste dalmondo del lavoro. Le lauree sanitarie sono 7, dicui una nuova, quella di “Tecniche di laborato-

rio medico”: le altre sono quel-la di Infermieristica, Ostetricia,Fisioterapia, Ortottica, Tecnichedi radiologia medica e Igienedentale. L’università di Cagliari,unitamente a quella di Sassari, hadeciso di prevedere il riavvio diquesti corsi, subordinandolo al-l’approvazione del Protocollod’intesa Regione-Università. Perquanto riguarda più in dettagliole novità del Manifesto 2004/05

Roberta Lotti ci segnala l’attivazione del nuovocorso di Ingegneria biomedica, la riattivazione diPsicologia del lavoro, l’attivazione delle lauree spe-cialistiche in Giurisprudenza, Scienze dell’edu-cazione, Lingue (due corsi), Servizio sociale condoppia sede a Cagliari e Nuoro. Per il nuovo an-no sono state inoltre confermate le prove di ve-rifica della preparazione iniziale, dette prove di

orientamen-to, per le fa-coltà di Inge-gneria (corsi adaccesso libero),Scienze e Farma-cia. Novità ancheper i corsi singoli. Lanormativa vigente siera rivelata poco ade-guata alla nuova orga-nizzazione didattica introdotta con la riforma: èstata quindi introdotta la possibilità di iscriver-si ai corsi in diversi periodi dell’anno. La possi-bilità di frequentare singoli corsi di insegnamentoper integrare il proprio curriculum universitarioo professionale è ritenuta molto importante, inprospettiva, anche per i dipendenti pubblici e pri-vati, nell’ottica della formazione continua (longlife learning) che orienta ormai tutte le politichea livello europeo. Per quanto riguarda infine letasse e i contributi la dottoressa Lotti ha riferi-to che non è stata introdotta al riguardo nessu-na modifica sostanziale: ci si è limitati ad ade-guare l’importo minimo all’aumento ISTAT co-municato dal Ministero. Luigi Sotgiu

Roberta Lotti, responsabile settore “riforma”

N

Un’offerta formativa a 360 gradiAl via tutte le lauree specialistiche, riattivate quelle sanitarie

a ricerca con l’esperienza, ilpubblico con il privato, i ta-

lenti universitari con le risorseaziendali: tutti insieme per com-battere uno dei nemici della vitaquotidiana, il trafficometropolitano. Conquesto spirito è stato si-glato a metà settembreil protocollo d’intesatriennale tra il Cirem(Centro interuniversi-tario ricerche economi-che e mobilità) degliatenei di Cagliari e Sas-sari e la Systematica,azienda leader in Italianello studio del trafficoe nella pianificazione dei trasportiche conta cinque sedi di cui unaaperta di recente in città in via Ma-rengo. Un accordo importante, a co-sto zero per l’Università di Caglia-ri, una collaborazione che compor-terà l’organizzazione di corsi di ag-giornamento, seminari, borse di stu-dio per studenti e laureandi che sce-glieranno il traffico come argomentodi specializzazione. L’intesa, da unaparte, riconosce la professionalità de-

gli ingegneri cagliaritani e, dall’al-tra, affida a una società di fama in-ternazionale la valutazione dei vo-lumi di circolazione attraverso stru-menti innovativi. Systematica da an-

ni ricopre un ruolo chiavenella simulazione del traf-fico, effettuata con sofisti-catissimi software di origi-ne anglosassone con un’at-tendibilità di quasi il 90per cento. In pratica, conl’ausilio del computer, pri-ma della posa delle fon-damenta di unponte odel l ’ i -naugu-

razione di una ro-tonda, è possibilevalutare l’impatto sultraffico della nuovaopera, intervenendo sueventuali errori di pro-gettazione. Una praticache nella Penisola è routi-ne, mentre in Sardegna stenta an-cora a decollare. Particolare questomesso in risalto anche dai firmata-ri del protocollo, Italo Meloni, pro-

fessore di Pianificazione deitrasporti alla facoltà cagliari-tana di Ingegneria e coordi-natore del Crimm (Centro ri-cerche sui modelli di mobilità), e Fa-bio Casiroli, docente al Politecnicodi Milano e numero uno di Syste-matica. «Le amministrazioni pub-bliche isolane rimangono ancorascettiche su queste iniziative – hadetto Meloni - eppure ci offriamodi studiare caso per caso con le te-

si di laurea, cioè a costo ze-ro per le casse de-gli enti pubblici.In una città digrandi eventicome Cagliari,ad esempio,farebbe co-modo sa-pere inanticipo a

quali disagi si vaincontro chiudendo una

o più strade». Casiroli ha sottoli-neato invece l’elevato know-how de-gli studenti che escono dalla facoltàdi Ingegneria cagliaritana, definiticome «tra i migliori trasportisti d’I-

talia». Affermazione confermatadai fatti: con Systematica lavoranostabilmente tre nelle sedi di Mila-no, Venezia e Cagliari, «ma l’annoprossimo puntiamo ad assumerne ildoppio», ha precisato Casiroli chelavora tra l’altro fianco a fianco conl’architetto Renzo Piano per il“Waterfront”, il nuovo porto di Ge-

nova. Simulazione alcomputer come pre-venzione, quindi. Ba-sati su complicati al-goritmi, questi pro-grammi sono in gradodi stabilire anche gli ef-fetti dell’inquinamentoe dell’impatto sull’am-biente dei veicoli, va-lutare quanto una stra-da che diventa pedo-

nale possa diventare un buon affa-re per i commercianti, vedere cosasuccede quando la folla esce da unostadio.

* giornalista Unione Sarda

Fabio Casiroli, ha fondatonell’89 Systematica Italia

Italo Meloni è responsabiledel Piano integrato regionaledei trasporti

L

Gestione e pianificazione del traffico:accordo tra Cirem e Systematica

Un protocollo triennale per formare gli specialisti e sensibilizzare gli enti pubblicidi Daniele Casale*

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4 Numero 24settembre 2004

Ha già rotto il ghiaccio con l’ambiente?Sì, e nonostante le polemiche ho apprezzato il mo-do con cui sono stata accolta. Sul piano personalecon molta simpatia eanche con un tono disensibilità umana.Su quello professio-nale ho trovato quel-lo che mi aspettavo:una realtà né mi-gliore né peggiore diquella media dell’I-talia centrale. Ci so-no molti problemima anche molte per-sone che lavorano inmodo serio, con grande professionalità e che aspet-tano di poter partecipare ad un progetto di riqua-lificazione dopo anni difficili. Quali sono le priorità?In primis, il piano sanitario, anche perché è l’aspettoprincipale su cui ho riflettuto con il presidente So-ru. Ho pensato fosse prioritario mettere ordine. Per-ché altrimenti non si va da nessuna parte. E i cittadini-pazienti che ruolo hanno?Il piano sanitario è fondamentale per la qualità del-l’offerta assistenziale. Ma abbiamo già individua-to alcuni altri settori in cui vale la pena di daresubito una accelerata proprio per soddisfare pres-santi istanze. Può citarli?Ad esempio, la radioterapia.E gli altri?Preferisco evitare anticipazioni ma di certo c’è del-le politiche sociali e la necessità di riqualificare ipiccoli centri ospedalieri.Professoressa, quando porta il aula il piano sa-nitario?Penso di fare una bozza entro la fine dell’anno. Diranno che si tratta del sogno della Dirindin.Può anche darsi. Il progetto della Giunta è peròmolto realistico: modificare e contribuire a mi-gliorare complessivamente il sistema sanitario del-la Sardegna.In questo contesto, che significato assumeil protocollo che crea le aziende miste?Il protocollo, oltre ad essere una priorità eradiventato un fatto simbolico. Da troppo tem-po era oggetto di forti tensioni e aveva cau-sato la decisione delle università di bloccare icorsi di laurea. Un fatto molto grave.

Perché usa il termine simbolico?Perché nel protocollo si condensavano non solo letensioni ma tutti i trasversalismi che avevano bloc-

cato per tanto tempo la ste-sura dell’accordo sull’a-zienda mista con i due ate-nei sardi. La Giunta e ilpresidente in prima perso-na mi ha dato il massimosostegno per condurre ilprotocollo alla firma e i ret-tori hanno mostrato dispo-nibilità e sensibilità nel ri-prendere a lavorare connoi. E anche le organizza-zioni sindacali sono state co-

struttive nell’offrirci attenzione per giungere al ter-mine del percorso.In sostanza, si ritiene soddisfatta?Sì, lo considero un buon segnale di partenza. E si-gnifica che si può lavorare più serenamente. Il protocollo è cosa fatta. Ma nell’immediato ilcittadino quali benefici trae?Intanto si sbloccano i corsi di laurea per le profes-sioni sanitarie. Centinaia di giovani potranno for-marsi adeguatamente, ora anche in Sardegna si im-portano infermieri. Poi con il protocollo il cittadi-no ha una certezza: sa che aziende sanitarie e uni-versità lavorano assieme per rispondere adeguata-mente alle sue necessità. Insomma, le liste d’attesa, le disfunzioni am-ministrative e qualche viaggetto della speranzaci saranno ancora?Bastasse un protocollo per eliminare questi e altriproblemi, ne firmerei uno al giorno.Si è già recata al policlinico universitario di Mon-serrato?Ci sono stata non ufficialmente e dall’esterno pervedere e capire la logistica quando dovevamo ra-gionare sul protocollo. Il rettore Mistretta mi ha in-vitato e quanto prima coglierò l’invito.Dalle sue prime mosse si intuisce l’alto valoreaggiunto della concertazione. È così?

Sì. Sentire gli altri soggetti è indispensabile speciein una realtà in cui si affrontano problemi e dif-ficoltà di vecchia data. Ad esempio, dopo esserci sen-titi, anche dal presidente dell’associazione che riu-nisce le case di cura è giunta una riflessione politi-ca positiva.La fase è quella dello studio reciproco ma……mi scusi, la interrompo: so benissimo che verràil momento in cui per fare qualcosa non ci saran-no sconti e non sarà facile ottenere le note positiveche stiamo avendo ora. E sappiamo che questo la-voro prevede anche dei no.Tutti aspettano la battaglia, innanzi tuttosquisitamente politica, che accompagnerà il pia-no sanitario. Come intende gestirla?Ci lavoreremo da qui a Natale. Lei ha dichiarato di avere a cuore famiglie, an-ziani, adolescenti. Da dove comincia?Le politiche sociali in Italia sono la Cenerentola de-gli interventi. In Sardegna c’è una bozza di pianosocioassistenziale che non è mai diventata nemme-no delibera di giunta. Ci lavoreremo a fondo e conrapidità. E per iniziare coinvolgeremo le associazioni,gli enti, i gruppi, le persone che si battono profi-cuamente in questo settore. Anche in questo caso ver-ranno individuate delle priorità e cercheremo di con-vogliare il più risorse possibile sulle iniziative.La Sardegna vanta alcuni tristi record: l’incidenzadel diabete, della sclerosi, della talassemia. Suquesti temi, qual è il suo traguardo?Intanto, ci sono già centri eccellenti al lavoro. Soche si aspettano di essere valorizzati a dovere, so-stenuti e messi in rete. Sicuramente la ricerca saràtenuta nella massima attenzione.Che tipo di rapporto intende avere con le fa-coltà di medicina? Abbiamo avviato un rapporto proficuo fin dai pri-mi incontri sul protocollo. Con i presidi si dialogaapertamente e senza pregiudiziali. So che non sa-ranno sempre rose e fiori ma per ora questo meto-do ha dato ottimi risultati. L’importante è riusci-re a condividere gli obiettivi e gli strumenti prin-cipali per raggiungerli.

Appena arrivata ha affrontato anche la “spi-na” centro trapianti. Commenti?Un problema risolto. Le strutture di Caglia-ri e Sassari operano insieme con reciproca sod-disfazione e nell’esclusivo interesse dei pazienti. Professoressa, l’hanno definita pragmati-ca con la P maiuscola. È d’accordo?No.

Nata a Torino il 25 maggio 1949, coniu-gata, due figli, Nerina Dirindin è profes-sore associato alla facoltà di Economiadell’università di Torino dove insegna, tral’altro, Economia Sanitaria. Nel 1994 è stata membro della Commissio-ne Ministeriale per l’analisi delle determinanti della spesa sanitaria. Nel1996 ha collaborato al progetto strategico Cnr coordinato da FrancoModigliani e F. Padoa Schioppa “Il risanamento della finanza pubblicain Italia”, affrontando il tema dell’evoluzione del sistema italiano di tu-tela della salute. Nel 1997 è stata membro delle delegazione ufficialedel governo italiano alla Conferenza internazionale di Lubiana dell’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità. Nel 1997 ha coordinato il gruppo dilavoro del ministero della Sanità per la predisposizione del Piano sanita-rio nazionale 1998-2000. Nel 1999 è stata nominata da Rosi Bindi diret-tore generale del dipartimento della Programmazione del ministero del-

la Sanità, incarico che ha ricoperto finoal 15 luglio 2000. Nel dicembre 2000 –febbraio 2001, nominata dal ministro Li-via Turco, ha coordinato il gruppo di la-

voro per la predisposizione del Piano nazionale degli interventi e deiservizi sociali 2001-2003. È stata membro del Comitato Scientifico dell’I-stituto Superiore di Sanità e della Commissione Tecnica per la SpesaPubblica, del ministero del Tesoro. Numerose le pubblicazioni, tra cui“Chi paga per la salute degli italiani?” (Il Mulino, 1996),“Elementi dieconomia sanitaria” (Il Mulino, 1999, con Paolo Vineis),“Governare il fe-deralismo” (Il Pensiero Scientifico Editore, 2001, con Eva Pagano) e il re-cente “In buona salute: dieci argomenti per difendere la sanità pubbli-ca” (con Paolo Vineis, 2004, Einaudi-gli Struzzi).

Le foto - gentilmente concesse dalla redazione di Nuoro della Nuova Sardegna - si riferi-scono alla visita della professoressa Dirindin all’ospedale San Francesco di Nuoro

Nerina DirindinSEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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5Numero 24settembre 2004

ei mesi scorsi è nato ufficialmente il Servi-zio di radioprotezione (SdR) dell’Università

di Cagliari, localizzato presso il dipartimento diFisica. La responsabilità del servizio è stata affi-data a Paolo Randaccio, docente di Fisica sanita-ria del nostro ateneo mentre la responsabile ope-rativa è Alessandra Bernardini, collaboratrice deldipartimento. L’SdR si occupa degli aspetti tec-nici e normativi relativi alla sicurezza dei docen-ti, ricercatori e studenti che impiegano sorgentidi radiazioni come i tubi a raggi X e sostanze ra-dioattive. Negli ambienti in cui si utilizzano que-ste sorgenti devono essere previsti dispositivi e nor-me di protezione che riducano al minimo la do-se da radiazioni assorbita dai lavoratori. La attualenormativa in materia di radioprotezione è estre-mamente cautelativa e il limite di dose oltre il qua-le scattano le classificazioni per i lavoratori espo-sti a rischio (1 milliSievert all’anno) è inferiore al-la dose da radiazioni che normalmente ciascunodi noi assorbe a causa della presenza di radioiso-topi naturali nell’ambiente. Con la nascita dell’-SdR si è voluto ampliare le competenzestrettamente di legge e fornire un ser-vizio più ampio sia ai responsabili deisingoli laboratori, che ai lavoratori estudenti, affinché possano trovare unvalido interlocutore per qualsiasi dub-bio o chiarimento riguardante i rischiparticolari legati al tipo di mansionesvolta e contemporaneamente avereuna struttura attrezzata a fornire mi-sure in condizioni di normale attivitàche possa anche affrontare situazionidi emergenza radiologica. A tutela del-la salute dei lavoratori esposti, nel normale svol-gimento del proprio lavoro, il servizio si preoc-cupa di equipaggiare il personale di dosimetro perla misura della dose da radiazioni, nei casi in cuisi ritiene utile monitorare le condizioni di sicu-rezza durante la manipolazione di sorgenti ra-

dioattive. Tali dosimetri possono essere a film bad-ge, per la misura della dose al corpo intero, op-pure ad anello per il controllo della dose alle ma-ni. Naturalmente viene fornita consulenza anchein campo legislativo, soprattutto relativamente agliobblighi di legge cui sono soggetti il rettore, i di-rettori di dipartimento e di sezione secondo la lo-gica di ripartizione delle responsabilità tra dato-re di lavoro, dirigenti e preposti. Anche i respon-sabili di laboratorio e i lavoratori stessi hanno iloro obblighi di fronte alla legge, pertanto è com-pito dell’SdR fare in modo che ciascuna figura ope-ri nella piena coscienza delle proprie responsabi-lità. Tra i compiti istituzionali dell’SdR c’è la for-mazione del personale in materia di radioprote-zione. Tutte le persone che operano in ambientiin cui sono presenti sorgenti di radiazioni devo-no ricevere adeguata formazione riguardo ai rischispecifici legati al tipo di lavoro svolto, come pre-visto dalla attuale normativa in materia di sicu-rezza nei luoghi di lavoro. L’SdR organizza due vol-te all’anno dei corsi appositi, rilasciando l’attestato

di avvenuta formazione in materia diradioprotezione. A questi corsi pos-sono partecipare tutti, docenti, ri-cercatori, tecnici e studenti, previaiscrizione con semplice e-mail all’in-dirizzo [email protected]. L’SdR haanche il compito di coordinare la ge-stione e lo smaltimento di materialecontaminato a seguito di manipola-zione di sostanze radioattive nei la-boratori di ricerca. Provvede allo stoc-caggio temporaneo di tali rifiutipresso il Bunker situato nel diparti-

mento di Fisica, il conferimento di tali rifiuti al-le ditte autorizzate allo smaltimento, la dismissionedi sorgenti radioattive e la disattivazione di tubia raggi X non più utilizzati. Altro compito dell’-SdR è la misura della radioattività ambientale, le-gata soprattutto alla presenza del gas radon nei luo-

ghi di lavo-ro sotterra-nei. Talegas vieneinfatti pro-dotto dal decadimento dell’uranio naturale che èpresente nei terreni e nei materiali da costruzio-ne con una abbondanza di circa tra parti per mi-lione. Il radon filtra attraverso il terreno e si con-centra nei luoghi abitativi privi di finestre o di ade-guata ventilazione, quali cantine, garage, labora-tori sotterranei. Il radon inalato decade all’inter-no dei polmoni emettendo particelle alfa che pos-sono danneggiare il tessuto polmonare. La attua-le legislazione italiana in materia di radioprotezioneprevede il controllo della concentrazione di radonnei luoghi di lavoro sotterraneo e dispone che ven-gano presi dei provvedimenti per la sicurezza deilavoratori quando la concentrazione supera il li-mite di 500 Becquerel per metro cubo. Come ri-ferimento si tenga presente che il valore medio diconcentrazione di radon nelle abitazioni italianeè di 75 Becquerel per metro cubo. L’SdR, inoltrefornisce consulenza e organizza seminari su ar-gomenti scientifici di interesse generale, soprat-tutto in situazioni di problematiche ambientali le-gate alla radioprotezione. Un esempio su tutti il“caso” della concentrazione di Torio 234 nelle al-ghe rosse di La Maddalena. L’SdR è abilitato, inol-tre, a fornire la propria competenza presso terziesterni all’Università, compito attualmente già svol-to per alcune industrie e per privati. Per conclu-dere, ricordiamo che chiunque all’interno del-l’Università di Cagliari detiene o intende detene-re sostanze radioattive o comunque sorgenti ra-diogene può contattare l’SdR (tel. 070/6754870,fax 070/510171), per predisporre protezioni ade-guate e norme di sicurezza nei locali destinati atale scopo, formare il personale, ottenere il bene-stare all’impiego di sorgenti radiogene e assolve-re alle incombenze di legge. (a.b.)

N

Radiazioni? In ateneo si lavora sicuriÈ attivo il servizio per la tutela e la radioprotezione dei lavoratori e della popolazione

Alessandra Bernardini

Paolo Randaccio

E come si definisce?Un’italiana. Edico così per-ché mi feriscemolto quandodicono che sonocont inenta l e .Siamo tutti ita-liani e cittadini delmondo.Si può amministra-re la sanità senza do-versi sottomettere alleleggi dell’appartenenzapolitica e partitica?Premesso che le mie precedenti espe-rienze erano da tecnico, credo che que-sto sia difficile da realizzare, ma qua-si indispensabile se si vuole fare qual-cosa di utile per la gente. Spesso so-no state proprio le logiche di appar-tenenza a far dipendere la politica sa-nitaria dalle richieste di singoli

gruppi di interesse, ignorando le rea-li esigenze dei cittadini.Morale?Non avere debiti elettorali e nonpuntare per il futuro a fare po-litica, mi permette di lavorarepiù serenamente.Questo non si-gnifica che ar-riverò più fa-cilmente al

ra g g i u n g i -mento degli obiettivima certamente non so-no condizionabile.Professoressa Dirin-din, cosa vorrebbenon le dicessero altermine del mandato?Vorrei non essere più identificata co-me “non sarda”.

L’intervista è del 14 settembre scorso.

Intersindacale Medica, l’ associazione che comprende le sigle Anaooassomed, Anpo, Cimo asmd, Aaroi, Cgiil medici, Snabi e Cumi, lo scor-

so 13 settembre, dopo “un approfondito esame del protocollo d’intesa regio-ne/università e dopo un dibattito al quale ha preso parte anche l’assessore alla sa-

nità” ha espresso – come riportato in un comunica-to stampa – quanto segue: “Il documento affronta inmaniera compiuta molti degli elementi critici sui qualil’Intersindacale Medica aveva precedentemente solleva-to perplessità e si può considerare complessivamente inmaniera positiva. Pur rimanendo insoluti alcuni problemiche richiedono di essere risolti le OO.SS responsabilmenteritengono necessaria e non più rimandabile l’approva-zione del protocollo che seppure migliorabile costituiscelo strumento indispensabile per consentire finalmente lacreazione delle aziende miste ai fini delle necessità di-dattiche e scientifiche delle facoltà di medicina. La di-scussione ha permesso di mettere in evidenza la necessità

che vengano chiariti meglio i criteri per l’attribuzione del numero dei posti lettoe per la tutela dei diritti del personale ospedaliero che confluirà nelle aziende mi-ste. È stato inoltre sottolineato l’impegno ad affrontare le problematiche rimastein sospeso negli atti successivi alla stipula del protocollo d’intesa”.

Cagliari. Il protocollo va. Anche per universitari eospedalieri. Nella foto al centro, il direttore genera-le della Asl 8 Efisio Aste, alla sua sin. il professorAlessandro Riva, e a des. il professor Enzo Usai

L’

Protocollo, l’ok dei sindacati ospedalieri

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6 Numero 24settembre 2004

e contrapposizioni e le rivalità tra il Capo di Sotto (tradizional-mente Capo di Cagliari e di Gallura) e il Capo di Sopra (Capo di

Sassari e di Logudoro) sono, in Sardegna, di vecchia data. Non solo. Sonoprofondamente radicate nel senso comune isolano. Ricordo, una quindi-cina d’anni fa, quanto mi ha sorpresa la battuta di un collega, originariodi Sinnai (CA) e fiero di esserlo, il quale sosteneva che a Sassari, se unamacchina targata Cagliari si fosse trovata con la ruota appena appena sulmarciapiede, il vigile immancabilmente l’avrebbe multata. Se consultia-mo il corposo e documentatissimo volume di Raimondo Turtas, Storiadella Chiesa in Sardegna dalle origini al Duemila (Roma, Città NuovaEditrice, 1999, quasi mille pagine), vi troviamo un intero capitolo (VII,5, pp. 373 - 382) dedicato a Contese e rivalità tra Cagliari e Sassari. Il pe-riodo di riferimento è l’arco di tempo compreso tra il secolo XVI e gliinizi del secolo XVIII, quando la questione del primato, politico ed eccle-siastico, culturale in generale (vedi la richiesta, nel 1543, di fondazionedell’università sarda il cui tormentato iter si concluse, felicemente, con lacostituzione di due atenei), accende le passioni non soltanto dei ceti diri-

genti ma anche della gentecomune. “Confronti”, “ga-re”, “lotte aperte”, falsifica-zioni (di titoli, documenti ereliquie), episodi di intolle-ranza, guastarono la convi-venza civile ed ebbero effettiduraturi. Un altro autorevolestudioso, assai famoso, ilfrancese Maurice Le Lannoupubblicava nel 1941 (ed. it.1979, a c. di Manlio Briga-glia) Pastori e contadini diSardegna. La “lunga contrap-

posizione fra pastori [soprattutto montanari e nomadi, cioè transumanti]e contadini [soprattutto abitanti le pianure e stanziali]” sembra costituireuno dei punti nodali della vasta ed articolata analisi. Le mitizzate monta-gne, presunto “luogo di tutte le resistenze” (Brigaglia), paese “per uominiliberi” (Braudel), dove - tornando alla Sardegna - “l’antica razza sarda si[è] conservata molto più pura che nella pianura” (Max Leopold Wagner),si contrappongono, anche nell’immaginario degli studiosi moderni, ro-mantici tardivi, alla promiscuità (costitutiva al limite) delle zone costiere,infettate per secoli da barbarie, traffico e commercio (Giovanni Spano).Stereotipi culturali di questo tipo si riscontrano tra Settecento e Nove-cento un po’ dovunque. Lo affermo con cognizione di causa. Nel lontano1980-82 mi ero presa la briga, anzi l’ingrato compito (ma tutta colpamia, nessuno mi ci obbligava!) di raccoglierli e di pubblicarli (“La RicercaFolklorica, n. 6), soprattutto in riferimento alle caratterizzazioni di tipoepilinguistico (cioè, in relazione ai giudizi di valore: “autentico, vero,arcaico, puro” e i loro corollari e contrari) che hanno ricevuto le varietàdialettali sarde nei discorsi specialistici. Confesso che condensati in po-che pagine davano e danno da pensare. Emerge con chiarezza, anzi cavagli occhi, che i linguisti-filologi otto-novecesteschi prediligono il logu-dorese-nuorese, se non altro per inerzia intellettuale. Ed emerge quindi,nuovamente, una contrapposizione tra Nord e Sud. Niente di strano,quindi, che gli ideatori di uno standard linguistico sardo sovraregionale,i quali non devono essere soltanto specialisti, professionisti della lingua,e in nessun’occasione del genere lo sono stati, siano già orientati in unadirezione o in un’altra, o, per compensare, in entrambe. La consapevo-lezza, però, dell’esistenza dei pregiudizi serve a ridimensionarli. Si insi-ste molto, oramai troppo, a mio avviso, e troppo formalmente, sulle“accese” discussioni pubbliche sorte intorno alla LSU, a seguito della di-vulgazione del progetto. Vorrei ricordare che il nocciolo di tale proble-matica, cioè la propensione per una normativizzazione ortografica mo-nonomica, circola in pubblicazioni straniere già dal 1999-2000 (v. ades. “Revista de filología románica”, Madrid, 17/2000; cfr.“Unica.News”, III, 13, ott. 2002). La commissione istituita dalla Re-

gione si è orientata su posi-zioni simili, e poteva farlo intutta autonomia. Si possonoconsultare i verbali. Essendo-mi occupata di problemi diideologia linguistica che car-ratterizzano l’estesa area della romenofonia, so per esperienza che le fughein avanti, i progetti pionieristici, i ripensamenti finalizzati alla costituzio-ne di nuovi equilibri cultural-politici, le beghe di corridoio e le “accese”discussioni pubbliche, le presunte coerenze e le evidenti incoerenze, sonoparte integrante del gioco, cioè del fenomeno di progettazione di un fu-turo linguistico, alla cui conclusione e per la cui conclusione si deve peròraggiungere un compromesso tra le varie posizioni, variamente motivate.Basta non forzare i tempi, che è l’unica raccomandazione sensata che sipuò esprimere. I tempi storici possono peraltro anche inficiare la validitàdi tali preoccupazioni, di qualsiasi segno. D’altronde le riforme linguisti-che, o comunque le iniziative di politica linguistica - e la standardizzazio-ne consapevole e studiata a tavolino è un’azione poliltica - spesso sonopositive ed opportune, altre volte invece possono diventare incoerenti egrottesche. Dipende dalla situazione storica concreta e dalla cultura poli-tica e storica delle parti in causa. Grottesco è stato sul piano scientifico, inRomania, l’accanirsi, agli inizi degli anni Novanta, contro la î (“i con cir-conflesso”, definita dagli ignoranti lettera “comunista”) per favorire nel-l’ortografia l’estensione della lettera â (“a con circonflesso”, più “latina”).Ha vinto la seconda, proprio quella che non aveva il sostegno della mag-gior parte dei filologi romeni e stranieri. E si son dovuti rifare i dizionari,e c’è stata una generazione di ragazzi tormentata da questioni ortografi-che. Il tutto è traducibile in costi economici e sociali. Anche questo deveessere materia di riflessione. Ultimamente, negli studi linguistici, si parlamolto di “sentimento linguistico”, di “giudizi sulla lingua”, di “percezionesoggettiva della lingua”, come espressi e formulati dai parlanti stessi, chein questo modo riacquistano la posizione che spetta loro, quella di deten-tori del patrimonio linguistico. Non necessariamente custodi. Ascoltia-moli, pertanto, con interesse, rispetto e distacco. La levata di scudi deicampidanesi contro gli articoli determinativi sos -sas è un segnale impor-tante; ma pochi sanno che verso la fine del Settecento l’eccellente natura-lista Francesco Cetti, nell’introduzione ai Quadrupedi di Sardegna (1774)indicava proprio nel contrasto tra sos-sas del Capo di Sopra contro is delCapo di Sotto una delle isoglosse, cioè dei confini lingustici, più impor-tanti. Tale caratteristica linguistica differenziatrice doveva quindi esseregià allora oggetto di discussione e probabilmente, come succede, di scher-zi. Ha, quindi, ragione, storicizzabile per di più, chi vuole is. Ma perchélo cerca proprio a Samugheo?

*docente di Lingue romanze moderne comparate,

dipartimento di Filologie e letterature moderne

L

Divisa ancor prima che unitaA proposito di LSU e Limba de mesania. Lievita il dibattito sulla lingua sarda

di Marinella Lörinczi*

L’associazione affronta uno dei nodi cruciali degli atenei

A Roma, martedì 5 ottobre, si tiene nella Sala Consiglio del rettorato del-l’Università Roma Tre - via Ostiense, 159 a - il workshop “Le forme e icontenuti della comunicazione interna in università”. Il programma pre-vede l’intervento di Ilaria Luzzana Caraci (Pro-Retto-re Roma Tre). L’apertura dei lavori e di Alessandro Ciar-lo (Presidente AICUN). Il tema Le forme e i contenuti del-la comunicazione interna in università (parte I e II) vie-ne sviluppato da Luciano Russi (docente di Teorie e tec-niche della comunicazioni di massa, Università La Sa-pienza). La moderatore dei lavori è Paola Claudia Scio-li (direttivo Aicun). Nel pomeriggio si svolge, semprenella stessa sala, l’Assemblea Straordinaria dell’AICUN,associazione italiana comunicatori delle università

Paola Scioli

L’AICUN e la comunicazione internaL’AICUN e la comunicazione interna

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7Numero 24settembre 2004

ra le città più creative d’Italia c’è ancheCagliari. Lo dice un’indagine realizzata

dal dipartimento di Sociologia della “Sapienza”di Roma, pubblicata su LaRepubblica e rimbalzata suiprincipali quotidiani nazio-nali. Il team di ricerca, coor-dinato dal sociologo Dome-nico De Masi, ha puntatosulle attività postindustriali,analizzando i dati Istat suisettori produttivi dei capo-luoghi italiani, pesando poile iniziative in relazione aidiversi settori lavorativi, agliabitanti e alle loro professio-ni. Nella singolare classifica,Cagliari si attesta in una po-sizione medio alta, spiccan-do nel settore della ricerca edello sviluppo tecnologico,con l’esempio di Tiscali enelle attività legate al tempolibero. Abbiamo intervistatoin proposito Roberto Crnjar,preside della facoltà di Scienze, cagliaritanod’adozione e Giuliana Mandich, docente di so-

ciologia della facoltàdi Scienze politiche. Questi risultati lasorprendono? Mandich. No, affatto.Cagliari è una cittàestremamente vivace.Certamente i risultatidella ricerca sono datida due punti di forzadella nostra città. Ilprimo è la presenza diuna cultura informa-tica più diffusa che

negli altri contesti del Mezzogiorno. Il secondo èl’estrema vivacità e ricchezza delle associazioni,in particolare quelle culturali e del tempo libero.La realtà associativa nel nostro capoluogo è piùsimile a quella di Bologna o Firenze che a Napo-li o Palermo. Crnjar. Non mi sor-prende che Cagliariabbia questa posizionein classifica. È unacittà particolarmentevivace e attenta allacultura. Basta pensareal nostro Teatro Lirico,che non è secondo anessuno dei teatri delnord, alla qualità del-l’offerta musicale neljazz e in altri generi,ai laboratori d’arte e di culture umanistiche, aimicroteatri, dove si fa sperimentazione scenica.Esistono inoltre condizioni estremamente favore-voli allo sviluppo delle scienze.

Gli studenti del nostro ateneo sono creativi?M. I comportamenti di cui parlavo prima (usodelle tecnologie e iniziative in campo culturale)

sono più diffusi tra gli stra-ti più giovani ed istruitidella popolazione. Quindiproprio tra gli studentiuniversitari. C. Si, certamente. Vorreiperò richiamare l’attenzio-ne sul “calo delle vocazio-ni” dei giovani verso le fa-coltà scientifiche. Si trattadi un fenomeno diffuso inmolti paesi occidentali, cherischia di farci perdere ca-pacità di generare scienza etecnologie all’avanguardia. L’Università come puòstimolare la loro creati-vità?M. È importante rafforza-re la cultura informaticanelle facoltà, sia in terminidi accesso alle risorse da

parte degli studenti, che di offerta di una gammapiù ampia di servizi su Internet. Vorrei però ri-chiamare un elemento che secondo me è centraleper coniugare fantasia e concretezza: la capacitàdi lavorare in gruppo. Su questo forse si potrebbefare di più.C. Con le nuove lauree, abbiamo un territorionuovo, forse ancora poco esplorato: le attività tiro-cinanti, che gli studenti sono tenuti a fare. I tiro-cini potrebbero servire non solo per prendere con-tatto con i potenziali datori di lavoro, ma ancheper sviluppare nuove idee e progetti di squadra.Perché il lavoro del futuro sarà sempre meno unlavoro di individui e sempre più un lavoro digruppi. Cagliari città creativa. Eppure cresce la “fugadei cervelli”. M. La classifica di De Masi non deve farci di-menticare che Cagliari è sì una città “creativa”,ma il contesto economico è estremamente debole.Bisogna creare più condizioni in cui la creativitàpossa tradursi in crescita e lavoro per un maggiornumero di giovani. Poi c’è l’aspetto che riguardapiù in generale il funzionamento dell’università edella ricerca nel nostro paese. Si investe troppo po-co in questo settore e le regole di funzionamento edi reclutamento sono ancora lontane dagli stan-dard di altri paesi.C. Innanzitutto bisogna dire una cosa: molti cer-velli fuggono perché noi li esportiamo. Si trattacioè di un’operazione assolutamente calcolata: siesporta un cervello fresco, ma brillante, perché va-da ad acquisire conoscenze e competenze all’este-ro, col desiderio e lo scopo di riportarlo alla finedel processo, con il valore aggiunto. Il fatto è chenon sempre chi vuole tornare ci riesce. E questo èun problema, che si cerca di affrontare, anche at-traverso programmi ministeriali ad hoc.

Erika Pitzalis

Roberto Crnjar nel luglio del 2003è stato rieletto per la terza voltapreside della facoltà di Scienze

Giuliana Mandich insegna Socio-logia a Scienze politiche

Una città di talentuosiUn’indagine dell’università la Sapienza mette Cagliari tra i capoluoghi

più creativi d’Italia. Il commento di Giuliana Mandich e Roberto Crnjar

I magnifici QuindiciTerminato il concorso per

i posti da dirigente in ateneo

Cagliari. Il municipio e la via Roma

Tn settembre si è chiuso il corso-concorsoorganizzato in collaborazione tra l’Univer-

sità di Cagliari e il Coinfo per la copertura di 15posti di dirigente nel nostro ateneo. Il corso, lacui direzione didattica era affidata al professorGianfranco Bottazzi, Università di Cagliari, si èsvolto nel periodo gennaio – aprile e prevedeva120 ore di lezioni articolate su tre moduli di 40ore ciascuno. Il primo, sulle conoscenze genera-li e tecnico professionali (40 ore) volgeva all’ap-profondimento di conoscenze generali e tecnicospecialistiche. Il secondo, che riguardava le capacitàtecnico organizzative, mirava al miglioramento del-le tecniche specialistiche, in particolare degli aspet-ti manageriali. L’ultimo modulo, sui comporta-menti organizzativi e l’orientamento manageria-le, intendeva rafforzare l’organizzazione e la ma-nagerialità del servizio. Successivamente ai moduli,in luglio, i candidati hanno presentato la tesi, lecui caratteristiche dell’elaborato sono state sceltedalla commissione. La commissione giudicatriceera composta dal presidente Marcello Ghiani, do-cente a Cagliari, da Aldo Pavan, Cagliari, e da Pie-tro Masi, Tor Vergata. Superata l’estate, c’è statala prova finale, incentrata su un esame orale. Altermine delle prove, la commissione ha redattola classifica dei 15 vincitori. I10 proclamati interni sono:Atzei Cecilia, 59 anni, laureain Lettere, direttore area Ser-vizi bibliotecari; BernardiMarilena, 56 anni, laurea inLettere, direttore area Finan-ze, programmazione e con-trollo; Biggio Fabrizia, 49 an-ni, laurea in Scienze politiche,direttore area Didattica eorientamento; Bullita Paolo,58 anni, laurea in Economiae commercio, direttore Cen-tro servizi informatici ammi-nistrativi; Caria Sebastiano,64 anni, laurea in Scienze politiche, direttore areaRelazioni con il pubblico e statistiche; CarrerasAngela, 53 anni, laurea in Scienze politiche, di-rettore area Ricerca scientifica; Congiu Maria Sil-vana, 50 anni, laurea in Filosofia, direttore areaUniversità diffusa e rapporti con il territorio; Me-loni Francesco, 54 anni, laurea in Economia ecommercio, direttore area Organizzazione; TuveriEnrico, 59 anni, laurea in Scienze politiche, di-rettore area Personale; Vallascas Gabriella, 58 an-ni, laurea in Giurisprudenza, direttore area Affa-ri legali. I 5 proclamati esterni sono: Locci Giu-seppa, 37 anni, laurea in Giurisprudenza, fun-zionario amministrativo del Provveditorato aglistudi di Cagliari; Melis Gaetano, 39 anni, laureain Economia e commercio, collaboratore ammi-nistrativo contabile alla Prefettura di Cagliari; Ne-grini Simonetta, 37 anni, laurea in Giurispru-denza; Rossi Corrado, 45 anni, laurea in Giuri-sprudenza, istruttore direttivo tecnico all’Ente au-tonomo del Flumendosa di Cagliari; Tore Do-natella, 46 anni, laurea in Lingue e letterature stra-niere, vice dirigente area Università diffusa e rap-porti con il territorio dell’Università di Cagliari.

I

Cagliari. Il rettorato

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Uno studio sull’usodelle Tecnologie del-l’informazione edella comunica-zione (Tic) nelleuniversità euro-pee, sia nella di-dattica che nellagestione: è Vir-

tual Models of European Uni-versities (Modelli virtuali diuniversità europee), realizzatonel 2003 dalla società daneseRambøll Management su inca-rico della Commissione euro-pea. All’inchiesta hanno aderi-to oltre 200 università europee,tra le quali la nostra. Questi ipunti salienti. Quattro gruppi diuniversità sono stati individua-ti sotto il profilo dell’uso attualedelle Tic: 1. Le università avan-zate (18%) si contraddistin-guono per la superiorità in tut-ti i campi, compreso il livello dicooperazione con altre univer-sità e istituzioni formative. 2. Leuniversità cooperanti (33%)sono notevolmente coinvoltenella cooperazione strategica, mahanno ancora un limitato nu-mero di corsi e-learning e di ser-vizi digitali. 3. Le università au-tosufficienti, il gruppo più nu-meroso (36%), presentano livellidi integrazione delle Tic vicinia quelli delle università del se-condo gruppo, ma sono coin-volte solo in minima parte in at-tività di cooperazione. 4. Le uni-versità scettiche (15%) sono in-dietro rispetto alle altre sotto quasitutti gli aspetti: uso limitato dei ser-

vizi digitali, scarsa integrazione del-le Tic nella didattica e bassissima in-

cidenza di corsi e-learning. Le Tic nella gestione. Quasi tutti gli

atenei garantiscono l’accesso genera-lizzato al computer e a Internet. Tut-

tavia, in molti casi l’ostacolomaggiore al progresso delle Ticè l’assenza di una chiara strate-gia di sostegno dei vertici. Le Tic nella didattica. Finora losviluppo dell’e-learning si è av-valso dell’impegno di pochi pio-nieri. È però auspicabile che gliatenei istituiscano una strutturadi sostegno e orientamento pro-fessionale e adottino una politi-ca di incentivi per le facoltà e idocenti che si impegnano nellapromozione delle Tic. Le sfide. Lo studio individuaquattro principali ostacoli, al-trettante sfide per gli atenei eu-ropei: 1. radicare le Tic nella cul-tura universitaria, per superarele tendenze all’individualismo ele resistenze al cambiamento; 2.accrescere la consapevolezza delcorpo docente in merito al po-tenziale delle Tic; 3. produrremateriali e contenuti di alta qua-lità grazie alla cooperazione,per ripartire gli elevati costi; 4.definire le norme relative ai di-ritti di proprietà intellettuale eai sistemi di pagamento, per au-mentare le possibilità di condi-videre e riutilizzare le risorse edu-cative. Questo metterà natural-mente in discussione due valo-ri centrali nel mondo accade-mico, la libertà dell’insegna-mento e della ricerca, costrin-gendo gli accademici a ripensa-re il proprio ruolo. Rapporto

completo su http://www.elearnin-geuropa.info. (c.a.)

Università estiva europea(Université européenne

d’été, Uee) è nata su iniziativa delServizio per lo sviluppo della For-mazione continua e professiona-le (Scdfcp) dell’università Parigi7 “Denis Diderot”, in partenaria-to dell’Università di Firenze e conil sostegno del Ministero dell’i-struzione francese. L’Uee prendespunto dall’istanza di migliora-mento della qualità negli istitu-ti europei di formazione superioreavanzata nelle dichiarazioni di Pa-rigi, di Bologna, di Praga e di Ber-lino. Il percorso mira a miglio-rare i servizi all’utenza e allo stes-so personale, per cui il metodo dilavoro dell’Uee prevede la parte-cipazione di studenti e di rap-presentanti del mondo del lavo-ro e dei sindacati. L’Uee si rivol-ge al personale amministrativodelle università europee, docen-ti di discipline affini, titolari diresponsabilità amministrative,studenti di economia e scienze so-ciali. Il tema di quest’anno ri-guarda “Le procedure di qualitànelle università europee: sistemi,evoluzione e applicazioni”, conparticolare riferimento ai serviziper gli studenti. Sul webhttp://www.sigu7.jussieu.fr/comm/f_contuniv.htm.

Cos’è l’Universitàestiva europea

L’

uali sono oggi le pratiche perla qualità in atto nelle uni-

versità europee? In che misura i pro-cessi di certificazione dei corsi di stu-dio si estendono ai servizi di sup-porto? Questi i temi dibattuti dal 13al 17 settembre a Parigi al semina-rio inaugurale dell’Università estivaeuropea (vedi box), al quale hannoaderito 32 partecipanti di 11 uni-versità europee provenenti da 8 pae-si: Italia, Francia, Spagna, Romania,Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera,Portogallo. Per l’Italia hanno parte-cipato le università Torino e Firen-ze e il nostro ateneo, con una dele-gazione composta da Franco Melo-

ni, Cristina Aresu, Francesca Stara eDaniela Cavalleri. La cinque giorniè stata aperta da Benoît Eurin, ret-tore dell’università ospitante Paris 7,e da Jean Azerad, direttore del Ser-vizio per lo sviluppo della formazionecontinua e professionale della stes-sa università. A Pierre Daumard, do-cente di Management all’universitàParigi V, è stata affidata la lezione in-troduttiva dal titolo “Cultura e ge-stione: il caso dell’università”. Unasessione è stata dedicata alla descri-zione dei sistemi nazionali di valu-tazione francese e italiano e alla pre-sentazione di Caf, un modello di au-tovalutazione della qualità per le pub-

bliche amministrazioni europee. I ri-sultati dell’applicazione del model-lo Caf nelle amministrazioni euro-pee sono stati illustrati da Tito Con-ti del Formez, che ne ha curato la dif-fusione in Italia. La terza sessione deilavori ha visto come protagonisti gliatenei impegnati in processi di va-lutazione o certificazione, conclusi oin corso. L’università di Cagliari haillustrato due esperienze, relative alprogetto CampusOne e all’applica-zione del Caf. Nella quarta sessioneinfine, un’intensa attività laborato-riale ha portato all’individuazione diquattro gruppi di approfondimen-to denominati “Esprit Iso”, “Esprit

Caf-Efqm”, che sarà coordinato dalnostro ateneo, “La qualité sans la dé-clarer” e “Formation à la qualité”, chesarà coordinato da Coinfo e uni-versità di Firenze con la collabora-zione dell’università di Torino. Cia-scun gruppo lavorerà “a distanza” persviluppare delle “linee guida” di ri-ferimento, da trasmettere ad altrifunzionari implicati in processi cer-tificazione o autovalutazione dei ser-vizi nelle università. La conclusionedei lavori è prevista per dicembre2004. (c.a.)

Il futuro? Cultura e gestione della qualitàUniversità europee a caccia delle certificazioni dei corsi di studio

Q

Gli atenei e le tecnologie dell’informazione

Il rapporto “Virtual models of european universi-ties”, di cui abbiamo riportato una sintesi essen-ziale, è interessante e soprattutto utile per le con-crete indicazioni riportate, tali da poter determi-nare, se seguite, un notevole sviluppo delle tecno-logie dell’informazione e della comunicazione ne-gli Atenei: nella didattica, nella ricerca e nella ge-stione. Per quanto riguarda la nostra università, non sappiamo in quale delle quattro tipologie di clu-ster situarci in modo preciso; allo stato sappia-mo per certo di non essere tra i migliori, tutta-via siamo sicuri di possedere le potenzialità in ter-mini di persone, di professionalità, di cultura or-ganizzativa e di risorse materiali per recuperare po-sizioni. Forse la condizione più importante per-ché ciò accada è che si sia più convinti delle pro-prie potenzialità e più rigorosamente coerenti ri-spetto ai programmi già approvati dal nostro ate-neo, ovviamente migliorabili. Ci riferiamo in mo-do particolare alle scelte fatte dal nostro ateneo, in collaborazione con quello di Sassari, in materia di uni-versità telematica - che trarranno i finanziamen-ti dalla programmazione operativa regionale (Por) - ealle altre iniziative connesse alla formazione con mo-dalità e-learning, in corso di attuazione sia sul ver-sante della didattica, sia sul versante della gestio-ne. Tra le diverse iniziative già in attuazione vo-gliamo segnalare quelle di carattere formativo (cor-si/master/laboratori) tese alla creazione di nuo-ve professionalità nel campo dell’e-learning, che pos-sono tradursi in effettive occasioni di lavoro so-lo nella realizzazione di una politica più genera-le di sviluppo dell’uso delle nuove tecnologie in am-bito universitario e oltre. Dunque leggiamo il rap-porto con attenzione, anche nella sua versione com-pleta, diffondiamolo e soprattutto utilizziamolo co-me “linee guida generali” rispetto a più specifi-che “linee guida d’ateneo” che gli organi di gover-no della nostra università dovranno adottare, inte-grando quanto già positivamente si fa con ulterio-ri opportune iniziative, anche frutto di un dibatti-to aperto a tutti i livelli. Franco Meloni

CAGLIARI, NON SIAMO ALL’ANNO ZERO

Parigi. Franco Meloni e Benoît Eurin

Gli atenei e le tecnologie dell’informazione“Virtual models of european universities”, un recente rapporto sull’e-learning

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diventata un elemento centrale dellemoderne politiche pubbliche e un tassel-

lo fondamentale del rapporto tra le ammini-strazioni e i cittadini. Ma la comunicazione èanche uno strumento strategico di sviluppo delterritorio: si parla, a questo proposito, dimarketing territoriale. La sua attuazione pre-suppone una diffusa cultura della comunicazio-ne e la capacità di tutti gli attori dello sviluppolocale di “fare rete”, per promuovere un’imma-gine positiva del territorio, delle sue risorse edelle sue potenzialità. In Sardegna, il concettodi comunicazione come leva di sviluppo delterritorio è ancora poco radicato: in molti casi,soprattutto in passato, la consapevolezza dellaricchezza di risorse presenti nell’Isola si è ac-compagnata all’assenza di qualsiasi sforzo dicomunicazione e valorizzazione di tali risorse,come se la loro notorietà e attrattività fosseroscontate. Vi è, pertanto, l’esigenza di recupera-re l’attenzione per il territorio, sensibilizzandogli amministratori pubblici, gli imprenditori, leistituzioni culturali e la società civile in meritoall’importanza di una buona comunicazione al-l’interno e all’esterno del territorio regionale.Un’importante iniziativa in tal senso è rappre-sentata dal convegno “La comunicazione per losviluppo del territorio”, organizzato dall’areaOrganizzazione dell’università di Cagliari incollaborazione con il Coinfo (Consorzio inte-runiversitario sulla formazione), col contributodella Regione autonoma della Sardegna. Il 9novembre, docenti universitari, rappresentantidel mondo politico e sindacale e funzionaripubblici si incontreranno a Perdasdefogu, inprovincia di Nuoro, per approfondire le moda-lità comunicative più appropriate attraverso lequali le organizzazioni possono contribuire allosviluppo del territorio: il convegno - la cui par-tecipazione è aperta a tutti gli interessati - sipropone, infatti, come un’occasione di rifles-sione e discussione sui temi della comunicazio-ne pubblica e del marketing territoriale. Accan-

to alla presenza delle autorità istituzionali, sonoprevisti gli interventi di Adriano Donaggio,docente di Comunicazione nella Scuola supe-riore della pubblica amministrazione, di Gian-mario Demuro, docente di Diritto costituzio-nale nella facoltà di Giurisprudenza del nostroateneo, e di Anna Maria Aloi, presidente dellaCommissione regionale per le pari opportu-nità. Il programma della sessione pomeridianaprevede una tavola rotonda, moderata dal gior-nalista Giacomo Mameli, sui temi oggetto delconvegno: al dibattito parteciperanno Gian-franco Bottazzi (docente di Sociologia nella fa-coltà di Scienze politiche dell’università di Ca-gliari), Francesco Birocchi (presidente dell’as-sociazione della Stampa sarda), Mario Medde(segretario generale della Cisl sarda) e FrancoMeloni (direttore dell’area Organizzazione).Tra i relatori, si segnala la presenza di uno stu-dioso di fama internazionale, che ha legato ilsuo nome al tema della comunicazione attra-verso le nuove tecnologie: Derrick de Kerckho-ve, dell’università di Toronto. Anna Cotza

l mobbing costituisce attualmente una trale più rilevanti problematiche psicologiche

relative al mondo del lavoro e ha assunto negliultimi anni una consistenza tale da diventare og-getto di interesse dell’Unione Europea, come di-mostra la risoluzione adottata in merito dal Par-lamento europeo, il 20 settembre 2001. Sul fe-nomeno si sono confrontati esponenti della co-munità scientifica psicologica e operatori socia-li, nel corso del Convegno Nazionale sul mobbing,organizzato dal dipartimento di Psicologia del no-stro ateneo, tenutosi a Villasimius dal 19 al 21settembre. Studi effettuati in diversi Paesi evi-

denziano le caratteristiche costanti del problema:persecuzioni, attacchi, umiliazioni che si inten-sificano progressivamente nel tempo, isolamen-to, sofferenza fisica e psichica, dequalificazioneprofessionale e, spesso, estromissione dal lavoroai danni della vittima. “Risulta evidente - ha di-chiarato nell’apertura dei lavori, Franco Marini,direttore del dipartimento di Psicologia di Ca-gliari - la probabilità che il fenomeno possa costi-tuire nel prossimo futuro un’effettiva emergenza so-ciale. Ecco perché è sempre più necessario operarenel senso della prevenzione e della promozione delbenessere lavorativo, piuttosto che intervenire con at-ti curativi e riparatori, che non potranno comun-que restituire integralmente al lavoratore vessato ilbenessere perduto”. Nutrito il numero dei relato-ri intervenuti, tra i quali segnaliamo FrancescoAvallone (“La Sapienza” di Roma), Giorgio San-giorgi (università di Cagliari), Giancarlo Tren-tini (università Ca’ Foscari Venezia) e LorenzoFantini (ministero del Lavoro). Erika Pitzalis

l via la seconda edizione del Masteruniversitario di secondo livello in

Esperti della Pubblica amministrazione inSardegna, organizzato dalla facoltà di Scienzepolitiche del nostro ateneo. Il Master, direttoda Maria Rosa Cardia, docente di Storia del-le istituzioni politiche, mira alla formazionedi esperti nei problemi del governo e dell’am-ministrazione pubblica locale, che siano ingrado di gestire e valorizzare le risorse cultu-rali e locali in Sardegna, secondo le finalitàpreviste dalla legge regionale n.26/1997. Ilpercorso formativo è rivolto a laureati delvecchio ordinamento, ha la durata di un an-no accademico e si articola in tre moduli in-terdisciplinari: area storica-istituzionale, giu-ridica-amministrativa e geografica-territoria-le. Ulteriori informazioni sono disponibili al-l’indirizzo web: http://spol.unica.it/html/master.asp. (e.p.)

È

Derrick de Kerckhoveinsegna all’università diToronto ed è direttoredel programma Mc-Luhan per la cultura ela tecnologia. È autoredi numerose pubblica-zioni sulle nuove tecno-logie della comunica-

zione; la sua ricerca approfondisce, inparticolare, il rapporto tra tali tecnologiee la psicologia umana e studia l’impattodell’evoluzione tecnologica sullo sviluppodella società.Tra le sue opere più note,“The alphabet of brain” (1988),“Brainfra-mes: technology, mind and business”(1991),“Connected intelligence” (1997).

Comunicazione e sviluppo del territorioUn marketing ad hoc per sensibilizzare gli amministratori pubblici

I

A

Al via la seconda edizionedel master universitarioper operatori della PA

Il mobbingcome e perché

“Il modello consortileall’estero. Analisi del-le esportazioni italia-ne: cooperare e fare si-stema premia la com-

petitività.” È questol’argomento del conve-

gno in programma il 1° ot-tobre nella sala conferenze dell’Hotel El faro, Por-to Conte, Alghero. I lavori, promossi dal Bancodi Sardegna FederExport e Associazione industrialiprovincia Sassari, sono stati presentati in confe-renza stampa dal presidente del Banco di Sarde-gna, Antonio Sassu. “Il commercio estero dell’Ita-lia e, in particolare, la dinamica delle esportazioninazionali e delle nostre quote di mercato nell’eco-nomia globale , sono di estrema attualità per il fu-

turo dell’economia ita-liana e delle connessestrategie di politica eco-nomica e imprenditoria-le” ha sottolineato ilprofessor Sassu. L’inte-ra materia ha un rilievomolto importante ancheper la Sardegna, specieper quanto riguarda ilruolo dei consorzi ex-port. L’appuntamentodi Alghero viene attesocon particolare atten-zione dagli imprendito-ri e dagli operatori dimercato isolani.

Antonio Sassu. L’economista ca-gliaritano è stato, tra l’altro, presi-de di Scienze politiche a Cagliarie assessore regionale alla Pro-grammazione

L’export e le politiche economiche e imprenditorialiAd Alghero un convegno curato dal Banco di Sardegna.

Tra i temi “Il modello consortile all’estero”

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ell’aula magna della facoltà diScienze politiche, con la ce-

rimonia di consegna degli attestatia 21 allievi si è concluso il Masteruniversitario di II livello perOperatori della Pubblica Am-ministrazione in Sardegna, an-no accademico 2003-2004. IlMaster, rivolto a laureati delvecchio ordinamento in Scien-ze politiche, Economia e com-mercio, Giurisprudenza, Let-tere e filosofia, Lingue e lette-rature straniere, Scienze dellaformazione, è iniziato nel set-tembre 2003 e ha comportato ilconseguimento di 60 crediti for-mativi con attività didattica (orga-nizzata in tre moduli interdiscipli-nari), di studio individuale e di ti-rocinio presso la Pubblica Ammi-

nistrazione. I tirocinanti hannosvolto la loro esperienza di forma-zione e lavoro presso la regione au-tonoma della Sardegna, il Consiglio

regionale sardo, l’Ateneo di Cagliari,i Comuni di Cagliari e di Monser-rato, la Provincia e la Questura diCagliari, il BIC Sardegna, l’Unionedei Comuni del Parteolla – BassoCampidano. Durante la cerimonia,

sugli obbiettivi e sulla esperienza delMaster si sono soffermati la pro-fessoressa Mariarosa Cardia, diret-tore del Master, e il professor Raf-

faele Paci, preside di ScienzePolitiche, sottolineando la cen-tralità di un apparato ammi-nistrativo pubblico moderno edefficiente per lo sviluppo dellasocietà regionale. Il corso hapromosso la formazione inambito storico, giuridico, geo-grafico, economico e sociale diesperti nei problemi del go-verno e dell’amministrazione

pubblica locale, in grado di gestiree valorizzare le risorse culturali e lo-cali in Sardegna, secondo le finalitàpreviste dalla legge regionale n.26/1997 per la tutela e la valoriz-zazione della cultura sarda.

N e l -l’Anno accademico

2004/2005, per la prima volta dal-la sua istituzione, il corso di laureain Biotecnologie industriali della fa-coltà di Scienze matematiche, fisichee naturali dell’università di Caglia-ri, con sede ad Oristano, sarà ad ac-cesso libero. Questo consentirà disoddisfare le sempre crescenti ri-chieste degli studenti interessati apartecipare ad un percorso formati-vo che nel corso degli anni ha saputoaffermare la sua efficacia nella pre-parazione di professionalità semprepiù richieste dal mondo del lavoro.Si tratta, comunque, di un segnalein controtendenza rispetto alla cri-si di vocazioni che hanno subito, spe-cialmente in Ita-lia, le facoltàscientifiche, inmisura talmentesignificativa darendere preoccu-panti gli scenarifuturi, con un de-ficit di competiti-vità da parte delsistema nazionalee ancor di più da parte del sistemaregionale. Evidentemente, i conte-nuti, le procedure, i servizi e le ca-pacità di tutte le componenti del cor-so di laurea, costituiscono un siste-ma in grado di invertire questa ten-denza, come confermano gli eccel-lenti risultati (oltre il 70% degli

iscritti si laureano in cor-so, con ottime votazioni)conseguiti, riconosciuti re-centemente anche dallaCommissione di valuta-zione della Conferenzadei rettori dell’universitàitaliane, che ha qualifica-to il corso di Biotecnolo-gie industriali di Oristanocome “un’isola felice” nelpanorama italiano. Perrafforzare e migliorare ul-teriormente questi risulta-ti, in questa particolare oc-casione, il ConsorzioUNO, l’ente che supporta i corsi dilaurea con sede Oristano, d’intesacon la Presidenza del corso, ha mes-

so a disposizionedei giovani matu-rati nei Licei scien-tifici, cinque bor-se di studio damille euro ciascu-na. Quella che po-trebbe sembrareuna discrimina-zione a discapitodegli altri percor-

si di formazione secondaria, inrealtà è il risultato di un’attenta ana-lisi delle tendenze in atto nel mon-do universitario: la formazione diorigine con cui si entra all’universitàconta moltissimo, specialmente nel-le facoltà e nei corsi di laurea in cuiil grosso della selezione avviene nel

primo anno. In realtà, i possessoridella maturità scientifica sono i can-didati ideali per frequentare con pro-fitto il corso di laurea in Biotecno-logie industriali, poiché in possessodi una metodologia di approccio aiproblemi e di una attitudine coerenticon quanto richiesto da questo cor-so di laurea, che consente loro diconseguire i migliori risultati. L’of-ferta di tali borse mira, pertanto, adincrementare la percentuale del13,2% dei diplomati dello Scienti-fico che si iscrivono in un corso dilaurea di carattere scientifico. Il ban-do per partecipare alla selezione perl’assegnazione di queste borse di stu-dio è disponibile presso il Consor-zio UNO, con scadenza il 6 ottobre.Le iscrizioni al corso di laurea si so-no chiuse il 30 settembre.

* direttore del Consorzio Uno

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Accesso libero a Biotecnologie IndustrialiDa Oristano una risposta efficace per rispondere al declino delle specialità scientifiche

di Francesco Asquer*

Giornalisti “pubblici”: passoavanti tra il ministro e lafederazione della stampa

Oristano. Una fase delle esercitazioni di laboratorio degli studentidel corso di laurea in Biotecnologie

I maestri della pubblica amministrazioneVentuno specialisti hanno conseguito il master curato dalla facoltà di Scienze politiche

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Cagliari. Foto di gruppo dei masterini

l ministero della Funzio-ne Pubblica “ha avviato

tutte le opportune iniziative di con-sultazione e verifica con le orga-nizzazioni sindacali per giungerealla positiva definizione della ver-tenza contrattuale”. Cosi’ il mi-nistro della Funzione PubblicaLuigi Mazzella ha spiegato lo sta-to dell’arte della trattativa per ilcontratto dei giornalisti dellapubblica amministrazione, ri-spondendo alle distinte interro-gazioni di alcuni parlamentari dientrambi gli schieramenti. Nel-le interrogazioni si lamenta lamancata attuazione della legge150/200 che prevede una specialecontrattazione per i giornalistiche operano nella pubblica am-ministrazione e si chiede il per-ché della mancata ammissione altavolo contrattuale della Fnsi. Ilministro ricorda che sia la leggesia l’atto di indirizzo, emanatodall’organismo di coordinamen-to dei comitati di settore, preve-de che l’Aran, l’ agenzia per lacontrattazione nel pubblico im-piego, stipuli un accordo-quadrocon le confederazioni rappre-sentative e con le organizzazionirappresentative della categoria deigiornalisti, quindi la Fnsi. “Il pre-sidente dell’Aran - spiega il mini-stro - ha fatto presente in una no-ta del febbraio 2004 che il prin-cipale ostacolo alla stipulazione del-l’accordo è ravvisabile nella mo-dalita’ di partecipazione al nego-ziato delle sigle di categoria deigiornalisti che non possono consi-derarsi rappresentative secondoquanto previsto dalle norme del de-creto legislativo n.165 del 2001”.Mazzella aggiunge inoltre che “dacontatti avuti con l’Aran risulta chela maggioranza delle confedera-zioni e delle organizzazioni rap-presentative ammesse alla trattativaeffettivamente non considerano lacontrattazione per la speciale areadi contrattazione dei giornalisti di-pendenti un interesse prioritario”.Da qui, conclude il ministro,l’impegno del ministero dellaFunzione Pubblica a giungere “al-la positiva definizione del contrattocollettivo” per giungere alla qua-le “occorre acquisire in sede con-trattuale l’accordo delle organiz-zazioni rappresentative per diri-mere le principali questioni osta-tive alla definizione dell’accordo”.

(Ansa del 14 settembre 2004)

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Assegnate le borse di studio per la fre-quenza degli stage per gli studenti coin-volti nella sperimentazione CampusO-

ne. L’azione, prevista nelle attività di ate-neo, è stata realizzata grazie alla collaborazionetra i Corsi di Studio del progetto CampusOne edi manager didattici e lo staff amministrativo chepartecipa al progetto. Lo stage viene effettuato,prima della laurea, dagli studenti che frequenta-no i corsi di studio di: Ingegneria per l’ambien-te e il territorio, Ingegneria meccanica, della fa-coltà di Ingegneria; Informatica, della facoltà diScienze; Economia e gestione aziendale, della fa-coltà di Economia e lingue per la mediazione lin-guistica della facoltà di Lingue, che risultano iscrit-ti nell’a.a. 2001/2002 e che presto completerannoil percorso formativo. Gli studenti hanno sceltodi svolgere il tirocinio presso aziende, società ecentri pubblici e privati di servizio e ricerca pre-senti in diverse località regionali, nazionali ed in-ternazionali quali per esempio Dublino e Bar-cellona, Bologna e Torino, Sassari e Cagliari. L’a-zione, promossa per incentivare e sostenere l’at-tività di stage pre-laurea degli studenti, ha per-messo agli stessi di scegliere le opportunità mi-gliori ed a loro più consone visto il contributofinanziario messo a disposizione dal progetto. Lostage rientra tra gli obiettivi formativi professio-nalizzanti dei futuri laureati che completano conquesta esperienza la loro attività curricolare trien-nale. L’attività degli studenti, durante il periododi stage, si svolge con l’aiuto e la supervisione diun tutor aziendale e di un tutor accademico de-signato dal corpo docente. Il lavoro svolto nel pe-riodo di stage può diventare l’argomento di di-

scussione della prova finale nell’esame di laurea.Circa 80 gli studenti CampusOne che, per il mo-mento, su indicazioni dei CdS hanno usufruitoed usufruiranno di una borsa di studio per ef-fettuare lo stage. Estero, penisola, non residenti eresidenti nel comune sede dell’azienda, sono i di-versi quattro criteri, previsti dal progetto per iltirocinio, che regolano la concessione dei con-tributi finanziari. Molte le opportunità propostee realizzate dal progetto CampusOne in favore de-gli studenti che hanno facilitato e migliorato ilpercorso formativo. Per citarne alcune: il conse-guimento dell’ECDL European Computer DrivingLicense con la costituzione del test center ECDL

per la didattica e la sperimentazione dei corsi ero-gati in modalità e-lerning; le certificazioni delleabilità linguistiche PET Preliminary English Test,con i corsi finalizzati all’apprendimento della lin-gua inglese, realizzati in collaborazione con il CLA

e la facoltà di Economia. Un’altra novità ha fat-to capolino nella vita universitaria, in questo trien-nio, si tratta della figura professionale dei managerdidattici che possono essere definiti come “faci-litatori di processi“ a supporto dell’alta direzione,indispensabili per la gestione dei modelli orga-nizzativi dei corsi di studio dell’ateneo, per il mo-nitoraggio delle carriere studenti e utili collabo-ratori nell’autovalutazione dei processi formati-vi. Difficile pensare di ripetere l’esperienzaCampusOne senza un finanziamento adeguato.Ma i primi risultati ottenuti nel sistema univer-sitario nazionale, le proposte del governo e le ri-chieste della società, prospettano, per il futuro,una cultura della qualità nelle università inelu-dibile. Cristiana Pani

Assegnate le borse per gli stage CampusOneFinanziati ottanta studenti che hanno seguito i tirocini formativi pre-laurea

a sperimentazione per il progetto Campu-sOne si avvale di solo due indicatori “ob-

biettivi”, cioè esami – una per l’ECDL e l’altro perla lingua inglese. Il livello minimo di conoscenzadella lingua inglese deciso dalla CRUI è stato stabi-lito come B1 (livello PET), seguendo il quadro diriferimento comune della Comunità Europea. Tut-tavia, nel limite delle restrizioni finanziarie si è an-che cercato di portare alcuni discenti all’esame B2(livello First). Inizialmente sono state testate tuttele coorti per stabilire i loro livelli di conoscenza del-la lingua inglese. I corsi quindi sono stati organiz-zati per livelli, portando tutti i discenti frequentantial livello prestabilito. Tre mesi prima dell’esame dicertificazione, allo scadere delle iscrizioni è stato som-ministrato un esame per decidere se lo studente ave-va effettivamente raggiunto il livello richiesto. In-fine ad ogni gruppo è stato erogato un corso fina-le di tecnica dell’esame, onde preparali alla tipolo-gia specifica dell’esame che avrebbero affrontato. Unaoperazione di questo genere ha richiesto sforzi no-tevoli, con coordinamento tra il responsabile del pro-getto, Vincenzo Solinas e la manager d’ateneo, Cri-stiana Pani, il responsabile del Centro linguisticodi ateneo, John Douthwaite e la tutor PET per ilCLA, Stefania Lusso, e i cinque manager didattici

dei diversi CdS coinvolti nella sperimentazione: Efi-sio Erbì Ambientale, Alessandra Gentili SpinolaInformatica, Raffaella Piretti Lingue per la Media-zione, Valentina Pischedda Meccanica, Giuseppi-na Puddu Economia e gestione Aziendale. Ci si è av-valsi inoltre della collaborazione di preparatori esper-ti delle certificazioni di Cambridge quali: Alan Moat,Bryan F. Grant, Charmaine Elaine Myers, John Cri-stopher Wade, Lewis Littler, Mark A. Wurdemann,Maximillian Maurice Gold, Wendy J. Frowde. Mol-to incoraggianti i risultati se si considerano le enor-mi difficoltà di apprendimento linguistico verificatoper gli studenti coinvolti. Circa 600 gli studenti te-stati. Vi è stata una notevole dispersione durantela fase di apprendimento, da imputarsi a livello, scar-so o nullo, delle conoscenze della lingua inglese ri-levate in ingresso e all’elevato numero di ore ne-cessario per raggiungere le competenze prestabili-te. Le certificazioni ottenute dagli studenti sono 183,suddivisi per: Informatica 20, Meccanica 13, Am-bientale 12, Lingue per la Mediazione 72, Econo-mia 66. Inoltre hanno ottenuto il certificato First17 studenti del CdS di Economia e Gestione Azien-dale e del CdS di Lingue per la Mediazione. Co-me già detto infatti, oltre al certificato Pet, che erail livello indicato in fase di progettazione, si è po-

tuto offrire la possibilità di presentarsi anche al Fir-st a un numero ristretto di discenti. Gli studentiiscritti all’esame hanno seguito così un corso di 30ore di preparazione. L’innovazione portata dal pro-getto CampusOne fornisce delle indicazioni che po-trebbero essere valide per una organizzazione effi-ciente dei nuovi corsi di studio. Ad esempio, il la-voro capillare di informazione, di stimolo e di pro-mozione svolto dai manager didattici e dai tutor sem-bra dare i suoi frutti. Si deve quindi prendere in esa-me l’intera questione dell’organizzazione dei CdS,soprattutto in virtù dei compiti “nuovi” che le fa-coltà devono svolgere, quali la migliore circolazio-ne dell’informazione, l’organizzazione di stages, ecc.,per valutare l’opportunità di integrare le nuove fi-gure nella struttura universitaria onde offrire un ser-vizio migliore agli studenti.

Cagliari. Foto di gruppo dei docenti del Centro linguistico

L’inglese secondo la Comunità EuropeaOltre 600 studenti testati al Centro linguistico d’ateneo

L

Assegnate le borse per gli stage CampusOneLa contabilità econo-mica per le Università.Principi generali, rego-le operative, impianto,confronti e raccordi conla contabilità finan-ziaria è il tema del

corso di formazione curato dal Coinfo all’Univer-sità di Bari dal 9 al 10 novembre prossimo. Que-sti gli elementi salienti: Coinfo Segreteria Generalee sede Università di Torino Via Verdi, 8 10124 To-rino Tel. 011.6702290-1Fax 011.8140483 [email protected] Siti Coinfo: www.coinfo.netwww.coinfonews.it. In coerenza con quanto deli-berato dall’Assemblea delle Università consorziatenel mese di novembre 2003, in merito alle inizia-tive formative per l’esercizio finanziario 2004, è sta-to predisposto un programma annuale di Semina-ri “tematici” di aggiornamento professionale a con-tenuto applicativo in materia di adempimenti fi-scali e tributari, nel cui quadro di iniziative si col-loca questo Corso di formazione professionale inmateria di contabilità economica. Il Corso: Aspet-ti introduttivi generali. Contabilità economico-pa-trimoniale come modello sostitutivo od integrati-vo della contabilità finanziaria. I fatti di gestione ela loro contabilizzazione: individuazione in paral-lelo con le operazioni derivanti dalla contabilità fi-nanziaria e rilevazioni secondo il metodo della par-tita doppia. Relatori Marco Magrini e Paolo Pa-rodi. Coordinamento organizzativo: CO.IN.FO. An-tonino Di Guard – Università IUAV di Venezia –tel. 041/2201827-29 [email protected]. Università diBari: Carolina Ciccarelli, tel. 080/5714553. [email protected]. Le richieste di iscrizioneal Corso debbono essere inoltrate per fax(011/8140483), o e-mail: [email protected]

A Bari si parla di contabilitàeconomica per le università

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12 Numero 24settembre 2004

a definizione delle misure attea contenere l’inquinamento

acustico derivante da traffico aereo èregolata principalmente dal D.M. 31ottobre 1997. Il decreto introduce l’in-dice LVA (livello di valutazione del ru-more aeroportuale): somma i singoliLVAi giornalieri per tre settimane neiperiodi di massimo traffico aereo neitre quadrimestri dell’anno, pesa in ma-niera differente i due periodi diurnoe notturno e tiene conto di tutti glieventi sonori associati ai singoli mo-vimenti degli aeromobili. Una volta fis-sati i limiti delle tre zone, essi vannoverificati nelle tre settimane di mag-gior carico di ogni quadrimestre ognianno. Se si superano i limi-ti delle zone, è obbligatorioil Piano di risanamento perrientrare nei limiti: tale Pia-no di risanamento è a cari-co della società di gestionecon il 5% dei fondi manu-tenzione e potenziamentoinfrastrutture. Il DM

31/10/97 istituisce poi due Commis-sioni di cui la prima, presieduta dalMinistero dell’Ambiente con la par-tecipazione di ENAC, ENAV, Vettori Ae-rei ed Assoaeroporti, ha il compito di

definire i criteri per la pro-gettazione dei sistemi di mo-nitoraggio per il controllo deilivelli d’inquinamento acusti-

co in prossimità degli aeroporti e perla classificazione degli aeroporti in re-lazione al livello d’inquinamento acu-stico, mentre la seconda deve defini-re le procedure antirumore in tutte leattività aeroportuali ed i criteri per re-golare l’attività urbanistica nelle zonedi rispetto. Tale definizione è stata for-malizzata nel D.M. del Ministero del-l’Ambiente del 20/5/99. I compiti del-la SO.G.AER. per l’adempimento del-le prescrizioni di legge in materia pos-sono essere sintetizzati in tre fasi sa-lienti: determinazione delle curve diisolivello acustico mediante simula-zione con software e la loro restituzionecartografica; progettazione del sistema

di monitoraggio; gestione del sistemadi monitoraggio. Il calcolo del LVA perl’anno 2002 è stato effettuato sulle set-timane di maggior traffico di ciascunquadrimestre, in particolare: dal 2 all’8

gennaio; dal 25 al 31 maggio; dal 3al 9 agosto. Il programma utilizza co-me modello di traffico quello relati-vo al giorno medio, ovvero come me-dia del traffico aereo sui 21 giorni piùtrafficati nell’arco dell’anno. Questo va-lore è stato calcolato: individuando perogni tipo di velivolo il numero com-plessivo dei voli eseguiti nell’arco ditempo su indicato; eseguendo la som-matoria dei valori ottenuti per ognimodello di aeromobile; dividendo ilrisultato ottenuto per il nume-ro dei giorni di riferimento(21). Il numero dei voli medi èstato inoltre suddiviso tra le pi-ste 32 e 14 in funzione della per-centuale annuale d’utilizzo del-le stesse. In base al D.M.31/10/97, per calcolare corret-tamente LVA, sono state identificate le

operazioni, separatamente,in relazione al periodo nelquale queste avvengono:periodo diurno, fra le ore6:00 e le ore 23:00; perio-do notturno, fra le ore23:00 e le ore 6:00; tale di-stinzione si rende necessa-ria dato che per i voli in

orario notturno si applica una “pena-lità” di 10 dB(A), come precisato nelD.M. 31/10/97. Le curve isolivello, re-lative alla situazione di traffico aero-mobili del 2002, definite secondo le

prescrizioni del D.M. 31 ottobre1997, consentono la definizione del-l’intorno aeroportuale e quindi l’areagravata dal fenomeno di impatto acu-stico, sì da stabilire il numero e la di-sposizione delle centraline del sistemadi monitoraggio. Si è stabilito, d’in-tesa con l’università di Cagliari, che uncorretto sistema di monitoraggio suCagliari-Elmas deve prevedere n° 3 sta-zioni fisse, di cui una dotata di cen-tralina metereologica, e una stazione

mobile. Delle tre stazioni fisse una saràposizionata in Comune di Elmas, unain comune di Assemini e la restantein prossimità della località soglia 32,lungo la direttrice asse pista 32-14.L’Università di Cagliari ha inoltre svol-to contemporaneamente uno studio dianalisi e verifica della situazione attualee futura del trasporto aereo presso l’ae-roporto di Cagliari - Elmas, dimo-strando che le previste variazioni ditraffico non comporteranno scenaridifferenti da quello studiato dallaSO.G.AER. in ambito di inquinamen-to acustico.

l 27 luglio scorso la provincia di Cagliari eil nostro ateneo hanno illustrato, durante

una conferenza stampa nella sala convegni del-l’aerostazione, i risultati dei rispettivi studi riguardol’impatto acustico dell’aeroporto di Cagliari Elmassul territorio prossimo al sedime aeroportuale. LaSogaer ha presentato il sistema di centraline, diprossima installazione, per il monitoraggio in con-tinuo del rumore aeroportuale come richiesto dal-la normativa vigente in materia. Dopo la presen-tazione degli studi relativi all’impatto acustico do-vuto al traffico degli aeromobili nell’intorno del-l’aeroporto di Cagliari-Elmas, si possono sicura-mente sviluppare concetti ed ipotesi più precise emeno generiche. È da notare tuttavia che i risul-tati fisici finali e puntuali potranno aversi dopol’entrata in servizio delle centraline e di tutto il si-stema di elaborazione di cui la SOGAER si è dota-ta, grazie ad un finanziamento del Ministero del-l’Ambiente, e che entrerà in funzione nel gennaio2005. Lo studio dell’impatto acustico dell’aero-porto di Cagliari è stato condotto attraverso l’u-tilizzo del modello INM, impiegato per il calcolodelle curve isolivello nella maggior parte degli sca-

li europei ed americani, e raccomandato sia dal-la FAO sia dall’ENAC. Il calcolo delle isolivello, re-datto secondo la Normativa vigente, ha portatorisultati molto soddisfacenti, in quanto le curveprodotte rispecchiano fedelmente le misurazionisul campo effettuate sia dalla Provincia di Cagliariche dalla facoltà di Ingegneria del capoluogo sar-do. Tali misurazioni d’altra parte, seppur condottein tempi e modalità differenti, risultano sostan-zialmente simili differendo solamente di pochidB(A), assolutamente insignificanti per i risulta-ti e le normative di riferimento. Dalla facoltà diIngegneria è stato poi sviluppato un modello eco-nometrico di tipo probabilistico per la previsio-ne della domanda di traffico al 2015; tale modelloè stato testato e calibrato in modo scientifico ri-portando un’affidabilità di oltre il 95%. Le pre-visioni ottenute sono: 3.800.000/4.000.000pax/anno al 2015; 33.000/35.000 movimenti/an-no al 2015; 115/120 pax/movimento al 2015. Èda tenere in massima considerazione l’evoluzionetecnica delle motorizzazioni degli aeromobili cheoggi producono un “rumore” in fase di decollo edi atterraggio decisamente più basso rispetto agli

anni passati: infatti un moderno A320 o un737/800 hanno un’impronta al suolo decisamen-te inferiore (da 3 a 5 volte in meno) rispetto adun vecchio 737 o ad un MD80. Ad esempio undecollo di un MD82 equivale a 7 decolli di un737NG. In conclusione si può decisamente af-fermare che non esistono presupposti allarmantiper la popolazione residente nell’intorno aero-portuale - se non per l’abitato di Gilliacquas - inquanto, con l’innovazione tecnologica degli ae-romobili in continua evoluzione, e dato il limi-tato aumento dei movimenti annui, è escluso chepossano aumentare in maniera preoccupante i li-velli di esposizione al rumore e quindi produrreun danno alla salute della popolazione più vicinaal sedime aeroportuale.

*docente di Ingegneria dei trasporti

Elmas. Pasquale Mistretta (terzo da des.) è intervenuto alla conferen-za stampa. Alla destra del rettore, Luciano Ticca, presidente Sogaer

Procedure antirumore e dintorniLa marcia della Sogaer per valutare le specifiche anti inquinamento

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Elmas airport, nella normal’inquinamento acustico

di Roberto Devoto*

AREA TIPO INDICE LIMITEIntorno aeroportuale LVA > 60 dB(A)Aree ad uso abitativo A “ < 65 dB(A)

Aree industriali B “ da 65 a 75 dB(A)Aree aeroportuali C “ > 75 dB(A)

Fonte testo e tabella ufficio stampa Sogaer

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13Numero 24settembre 2004

l CCB (centro per la conser-vazione della biodiversità) è

una struttura del dipartimento discienze botaniche e nasce per lo stu-dio, la gestione e la conservazionedella diversità vegetale in Sardegna.Il centro è stato creato grazie ad unfinanziamento della provincia di Ca-gliari e del MIUR attraverso la leg-ge n. 6 del 2000. Fanno parte delCCB i laboratori situati presso l’or-to botanico, la banca del germo-plasma della Sardegna (BG-SAR), icampetti sperimentali e le roccagliedella biodiversità, recentemente ul-timate ed inaugurate. Il centro con-serva il più elevato numero di taxaendemici e d’interesse fitogeografi-co della Sardegna e dei principali si-stemi insulari del Mediterraneooccidentale. La conservazione è ef-fettuata sia ex situ (attraverso la rac-colta di semi e spore; con piante invaso e nelle roccaglie) che in situ(mediante il censimento, monito-raggio, tutela e studio delle popo-lazioni). Si prefigge di studiare dal

punto di vista tassonomico, biosi-stematico ed ecologico le specie a ri-schio d’estinzione e di proporre lestrategie più adeguate per la con-servazione degli habitat in cui essesi trovano. In collaborazione con al-tre istituzioni, inoltre, promuoveprogetti comuni di ricerca e divul-gazione scientifica. Attualmentenel campo della conservazione del-la biodiversità, sono stati attivati dueprogetti riguardanti la tutela dellespecie in pericolo d’estinzionedella provincia di Cagliari e lostudio della diversità vegetale nelMediterraneo occidentale insu-lare. Queste iniziative sono sta-te realizzate in collaborazionecon l’Amministrazione provin-ciale di Cagliari e con il sup-porto dell’Unione Europea cheha finanziato un progetto In-terreg IIIB denominato Gen-medoc. Recentemente è stato si-glato un accordo con la Tiscalis.p.a. per la realizzazione delportale e del sito web del CCB.

Durante i primi due anni di attivitàil CCB ha organizzato due convegnidal titolo “Biodiversità e Conser-vazione” e “Orti Botanici e Con-servazione”. Nel mese di giugno delprossimo anno verrà organizzato ilconvegno internazionale dal titolo“Seed Banks and Conservation” incollaborazione con la Società Bo-tanica Italiana e gli altri partner delprogetto Genmedoc.

Gianluigi Bacchetta

La sezione sardadella SBI (societàbotanica italiana),

che ha sede neldipartimentodi scienze bota-

niche del nostro ateneo, anchequest’anno ha presentato un riccoe fitto calendario di appuntamenti.Presidente della sezione è il profes-sore Emanuele Bocchieri, (docentedi botanica sistematica nella facoltàdi Scienze del nostro ateneo) men-

tre il professor Luigi Mossa(direttore del dipartimentodi Scienze botaniche) è con-sigliere nazionale della so-cietà. Tra le attività svoltequest’anno dalla sezione sar-da si ricorda:”L’Orto Bota-nico e la scuola: itinerari in-terdisciplinari, un seminarioa cura del dottor GiuseppeFois (docente del diparti-mento di Scienze botani-che); “Incremento globaledegli eventi HABs (Harmful

Algal Blooms) e situazione in Sar-degna, una conferenza a cura delladottoressa Lucia Lugliè (docentedel dipartimento di Botanica edecologia vegetale dell’università diSassari); “Aspetti naturalistici dellaCroazia, una proiezione a cura deldottor Gianluca Iiriti (dottorandodel dipartimento di Scienze bota-niche); L’inaugurazione delle Roc-caglie della Biodiversità organizzatadal dipartimento di Scienze bota-niche; Escursione a Monte Arcuen-tu curata dal dottor Cristiano Pon-tecorvo (dottorando del diparti-mento di Scienze botaniche) ; L’e-scursione al Lido del Sole e all’isoladi Tavolara organizzata dal diparti-mento di Botanica ed ecologia ve-getale di Sassari; “L’indice di qua-lità floristica (FQI): un metodo pervalutare la naturalità di un’area,una conferenza a cura della dotto-ressa Claudia Angiolini (docentedel dipartimento di Scienze bota-niche dell’università di Siena). Neiprossimi mesi sono in programmaaltre attività: il 21 ottobre: “La flo-ra rupicola della Sardegna, unaconferenza a cura del dottor Mau-ro Casti (assegnista di ricerca deldipartimento di Scienze botani-che); il 18 novembre “Biospeleolo-gia delle aree carsiche della Sarde-gna, una conferenza a cura delladottoressa Elisabetta Pirodda (bor-sista del dipartimento di Scienzebotaniche). Stefania Pinna

Cagliari. L’orto botanico e le roccaglie della biodiversità

Orto botanico, a gonfie vele il Centro per la conservazione della biodiversitàDecolla Genmedoc, progetto Interreg finanziato da Unione Europea e Provincia di Cagliari

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Società botanical’intensa attività

della sezione sarda

Oltre 180 delega-ti provenienti daventi Paesi. Tregiorni full im-mersion dedi-cati alle diffi-coltà e agli

obiettivi dellacomunicazione uni-

versitaria. Questi i dati di ri-lievo della sedicesima conferenza an-nuale dell’Euprio, l’associazioneche mette assieme gli addetti stam-pa e i pierre delle università europee.I lavori, tenutosi a Malta, dal 2 al4 settembre, sono stati curati con at-tenzione dal comitato locale pre-sieduto da Patricia Camilleri, re-sponsabile della comunicazione del-l’ateneo maltese. “Communicationsacross cultures” è stato il punto d’av-vio della conferenza. Ma a Msida,area in cui sorge il campus univer-sitario, e all’Old University building,antica e pregevole sede del rettora-to, gli argomenti hanno spaziato illungo e in largo per le tematiche dimaggior attualità. Aperta, come dirito, dal presidente dell’Euprio,l’inglese Peter Reader, dal rettoreRoger Ellul-Micaleff e dal ministro

di Malta per l’educazione, Louis Ga-lea, la conferenza è entrata nel vivocon l’intervento di Charis Xirou-chakis, responsabile delle relazioniesterne del Consiglio d’Europa. Aseguire, una apprezzata relazione sul-la filosofia che segna l’antirazzismonella pubblicità e su quali sentierici si deve muovere in ambito isti-tuzionale, di Biljana Scott dell’uni-versità di Oxford. Di rilievo anchel’intervento di Ulrike Reimann,coordinatrice dell’università franco-tedesca. Un esempio, quest’ultimo,di confronto, attività comuni tra stu-denti di diversa nazionalità maturatididatticamente anche grazie all’abbattimento di qualsiasi genere diintoppo amministrativo. Sul tema“Communications in two cultures”è intervenuta Alessandra Saletti del-l’università di Trento. SusannahBaker e Nick Champion, rispetti-vamente direttrice della comunica-zione e capo ufficio stampa di Cam-bridge, hanno affrontato il tema“Controversie nella comunicazioned’ateneo”. Jolanda Van den Broekha parlato dell’importanza del mar-chio in tempi in cui la visibilità “hauna straordinaria importanza anche

per le università”. In sostanza, tregiorni intensi e proficui per quan-ti operano nel settore. Spunti, chia-rimenti, idee e indicazioni di quelche riguarda le attività quotidianecon i media e i new media, sono sta-te messe a confronto. L’ipotesi con-clusiva è che sul fronte della co-municazione interna ci sia ancoratanto da lavorare. Così come rima-ne da rodare il sistema di informa-zione verso l’esterno, specie sul tar-get “famiglia dello studente tipo”.Ultima considerazione sulle risorse:le università straniere dedicano alsettore comunicazione e ai loro ad-detti risorse mediamente quadruplerispetto a quelle messe a disposizionedai vertici degli atenei italiani. Maquesta, in effetti, non è una notizia.L’Euprio terrà la conferenza del2005 in Austria. Mentre per il 2008si è già candidato l’ateneo di Sta-vanger, città capitale della produ-zione di energia in Norvegia.

La Valletta. Da des. Biljana Scott, Louis Galea e Patricia Camilleri

Communications Across CulturesMalta: la conferenza annuale dell’Euprio conferma le difficoltà

nella comunicazione interna delle università europee

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entosessantotto pagine cheraccontano l’università. In

modo garbato e sobrio. Con il sup-porto foto e ico-nografico indi-spensabile per ca-pire più a fondo edalle fondamentail ruolo e la storiadel nostro ateneo.Paolo Bullita, di-rigente incaricatoe direttore delCsia, centro servi-zi informatici am-ministrativi, hafirmato un’operache si annuncia preziosa per la con-sultazione e per la ricerca. “Note sul-la storia dell’università di Cagliari”regala nuova luce agli avvenimen-ti che hanno scandito i quattro se-coli di vita dell’ateneo. Con unaprefazione di Giancarlo Sorgia si

parte dalle prime richieste di isti-tuzione maturate nel Cinquecentofino alle parole del capo dello Sta-

to Carlo AzeglioCiampi: “Se avetefiducia in voi stes-si e vi impegnate, ilsuccesso è sicuro”ebbe a dire il pre-sidente nella suavisita in rettoratodel novembre2000. “Si trattadi ritrovare e di farproprio quell’orgo-glio di apparte-nenza che qualche

decennio fa anche nelle università ap-pariva ai più retorico e provinciale”rilancia il rettore Pasquale Mi-stretta. Insomma, un volume chemerita attenzioni. E la cui presen-tazione ufficiale sarà affidata allaprofessoressa Luisa D’Arienzo.

ntanto, una nuova ed eleganteveste tipografica. L’Ersu si

presenta con una Guida ai servizi ac-cattivante e pratica.Con una dedica parti-colare al cuore di Ca-gliari, visto che in co-pertina c’è la cattedraledi Castello. L’ente re-gionale allo studio pre-sieduto da ChristianSolinas ha realizzatol’agile volumetto, acui si aggiunge una carta utilissimaagli studenti della città di Cagliaricontenente la mappa dei servizi pub-blici gestiti dal Ctm, con l’intentodi “dimostrare nei fatti la moder-nizzazione dell’ente”. L’obiettivo èquello di trasportare “una riflessio-ne sul progressivo ampliamento del-

la gamma dei servizi offerti, tesi araggiungere non più e non solo i treo quattro mila studenti ceh neces-

sitano di assistenza mal’intero universo stu-dentesco che si ap-prossima intorno alle40 mila unità”. Laguida, corredata daun significativo im-pianto fotografico,contiene l’insieme del-le informazioni indi-

spensabili per gli studenti. Dai di-versamente abili agli assegni di stu-dio, dalla promozione sportiva aglistudenti stranieri, dai servizi edito-riali ai prestiti d’onore, dalle men-se alla medicina preventiva. In sin-tesi, centoventi pagine preziose e davere sempre a portata di mano.

l'intero movimento sindacale italiano la questione sarda insieme alla questio-ne meridionale. Guglielmo Epifani non fa giri di parole, quando si schiera con-

tro un progetto di riforma federalista dello stato chepenalizza le aree povere a favore dell'egoismo dellearee ricche del Nord. «Un conto - precisa il leaderdella Cgil - è un’idea di federalismo che avvicini il go-verno alle persone, un altro è una riforma pensata perdividere i ricchi e i poveri e per rendere i cittadini nonuguali; tradiremmo la memoria dei minatori FeliceLittera, Giustino Pittau, Salvatore Montixi e GiovanniPilloni se non raccogliessimo il messaggio che da Bug-gerru portò, due anni dopo, alla nascita della Cgil. Fuprima di tutti la Camera del lavoro di Milano a in-

dire per il 16 settembre del 1904 lo sciopero generale nazionale. Da qui prese ilvia un movimento nazionale di solidarietà nella difesa del lavoro e dei diritti fraaree forti e aree deboli del Paese». «La Sardegna - ha aggiunto Epifani - è insie-me alla Calabria oggi la regione d'Italia con il reddito più basso e la disoccupa-zione più alta. Il presidente Renato Soru ha ricordato che nel 1904 i sardi ave-vano appena il 40 per cento del reddito medio nazionale. Oggi siamo al 65 percento, con un apparato industriale in grave difficoltà, con una disoccupazione di-lagante. Ricordare i minatori uccisi a Buggerru significa battersi perché il gover-no nazionale e regionale rispettino gli impegni pre-si con i sardi e con i sindacati, prima di tutto l'ac-cordo di programma sulla chimica». C'è un intrec-cio fra la solidarietà economica e sociale e le scel-te politiche e istituzionali. Savino Pezzotta schie-ra la Cisl senza tentennamenti con i disoccupatisardi (il 16, 9 per cento, il doppio della media na-zionale, addirittura il 43,6 per cento fra i giova-ni) e con la battaglia per l'autonomia: «Il via li-bera del Senato che consente alla Camera di appro-vare lo Statuto senza il sì della Regione - dice conil suo accento bergamasco, lo stesso di tanti lum-bard - è un attacco all’autonomia politica e istituzionale della Sardegna. Questonon è federalismo, almeno quello che vuole il sindacato: noi crediamo che il nuo-

vo statuto debba essere pensato, scritto e definito dai sardi». La questione sardatorna dunque al centro dell'impegno dei sindacati italiani, come cento annifa quando da Buggerru partì il segnale di una poderosa battaglia nazionale.D'altronde, «chi non ha passato non ha futuro», aggiunge Pezzotta citando An-

tonio Gramsci, il dirigente politico e il pensatore che piùdi tutti sostenne l'unità delle masse operaie del Nord congli operai, i contadini, i disoccupati del Meridione e del-la Sardegna. Oggi, proprio nell'Iglesiente, Cgil, Cisl e Uilriprendono la bandiera dell'unità dei lavoratori, delle areeforti che si battono per i più deboli, nel nome della so-lidarietà invocata anche dal vescovo di Iglesias TarcisioPillolla e dal presidente della Repubblica Carlo AzeglioCiampi. «C'è bisogno di dare risposte immediate prima ditutto a quei giovani sardi che hanno ripreso tristemente aemigrare, tremila ogni anno via dal-

la propria terra alla ricerca di un lavoro e di diritti negatia casa loro. E a questo proposito, siamo convinti che l’uni-versità debba avere un ruolo centrale nelle politiche riguar-danti lo sviluppo socio economico della Sardegna» ha sot-tolineato il rettore dell’università di Cagliari, Pasquale Mi-stretta. «Troppo lavoro nero, troppi contratti all'insegna delprecariato - grida Guglielmo Epifani - negano alle nuovegenerazioni diritti insopprimibili. Altro che miracolo italiano

e turbosviluppo! La Sardegna rischia di essere con-dannata a persistere nel declino se il governo na-zionale e quello regionale non mutano rotta». Renato Soru garanti-sce in diretta il suo impegno. Ma sarà sufficiente? Lo diranno i fat-ti. Intanto Cgil, Cisl e Uil gridano nella piazza di Buggerru che l'e-ra dell'egoismo sociale delle aree forti del Paese ai danni dell'Isolae del mezzogiorno è chiusa. «Noi non governiamo e non dirigiamole aziende - chiarisce Pezzotta - ma ci batteremo per frenare il ridi-mensionamento dell'apparato industriale regionale contrassegnato dauna marcata riduzione dei livelli occupazionali e produttivi della gran-de impresa e da un calo vistoso dello stesso numero delle imprese. Que-sta crisi, che investe i settori della chimica, tessile, lapideo, minero-me-

tallurgico e agroalimentare va fermata anche in nome di quei minatori morti cen-to anni fa per difendere i loro, i nostri diritti».

14 Numero 24settembre 2004

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Buggerru, una commemorazione volta al futuro

Buggerru. La moltitudine di operai e minatori del Sulcis

La nuova guida dell’ErsuTutte le informazioni sui servizi agli studenti

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I quattro secoli di storiadell’universita di Cagliari

Un pregevole volume di Paolo Bullita racconta le vicissitudini di un ateneo in forte ascesa

I laboratori di Comunicazione PubblicaAl Salone della comunicazione che si tiene a Bologna dal 3 a 5 no-vembre l’Associazione italiana della comunicazione pubblica isti-tuzionale organizza “I laboratori di comunicazione pubblica”.

I quattro secoli di storiadell’universita di Cagliari

Savino PezzottaBuggerru. Pasquale Mistretta

Guglielmo Epifani

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l 18 dicembre del 1938 veniva inau-gurata Carbonia. Voluta dal regime fa-

scista come capitale italiana del carbone, la cittàha conosciuto momenti di splendore econo-mico seguiti, con la crisi dell’industria mine-raria, da un progressivo declino. “Oggi Carboniaè una città vitale, con un’impianto urbanisticodi buona qualità, un importante ruolo nel ter-ritorio, un’economia industriale che non dipen-de più dal carbone, un futuro legato anche al set-tore terziario e alla valorizzazione delle risorse

storiche, ambien-tali e minerarie”.Il libro edito dal-la Tema e volutodall’amministra-zione comunaleripropone la sto-ria della cittàscritta da Ignazio Delogu. Il volume - corre-dato dalle foto di Dario Sequi - contiene an-che un intervista al sindaco Tore Cherchi.

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15Numero 24settembre 2004

ultus splendore è iltitolo dei due volu-

mi dedicati a GiovannaSotgiu “maestra”, come ladefinisce il prorettore diSassari Attilio Mastino, edocente per tanti anni diEpigrafia latina nellafacoltà di let-tere diCaglia-ri. Curatida Anto-nio M.Corda, l’o-pera superacomplessiva-mente le 900pagine e contie-ne oltre cinquan-ta articoli sulle at-tività della docente ca-gliaritana andata di recentea riposo. Punto di riferi-mento per alcune genera-zioni di studenti e allievi,

Giovanna Sotgiu è stata edè tuttora una vita di testi-monianza, di impegno,di dedizione per gli altri”sottolinea il professor Ma-stino. L’opera, voluta dal-

le due università sarde,è stata promossa daidipartimenti diScienze archeolo-giche e storico-ar-tistiche, di Folo-gia classica,glottologia eScienze stori-che dell’anti-chità e delmedioevo

di cagliari, edi Storia e dal centro

di studi interdisciplinarisulle province romane del-l’università di Sassari. Cul-tus splendore viene presen-tato in aula magna dal ret-tore l’11 ottobre.

erché vi siete rivolti all’università di Cagliari? Sin dalla sua nascita Fondazione Patrizio Paoletti, nell’ambito delle at-

tività di ricerca e formazione psico-pedagogica che promuove in tutta Italia, col-labora con L’Albero della Vita per la realizzazione di progetti di intervento incampo socio-assistenziale e socio-sanitario volti ad assistere, educare, orientaresoggetti che versano in condizione di grave disagio personale, familiare e socia-le. Dall’estate 2003, con l’inizio dei lavori per la realizzazione della ComunitàAlloggio per Minori “Domu Mia – Attilio Mazzella” ad Arbatax (NU), ab-biamo attivato varie ricerche sociali sul territorio regionale sardo dalle quali so-no emersi una serie di bisogni e una generale necessità di qualificazione da par-te degli operatori dei vari servizi. Da qui l’idea di realizzare una prima ini-ziativa formativa indirizzata a preparare giovani educatori intenzionati ad ope-rare nel campo dell’accoglienza di minori a rischio di marginalità e devianzasociale in strutture residenziali (comunità alloggio, case-famiglia, ecc.). La pro-posta di realizzare l’iniziativa in collaborazione con l’Università nasce dal na-turale riconoscimento del ruo-lo dell’istituzione universitarianella preparazione degli uo-mini e delle donne che po-tranno “lasciare un segno” nel-la società di oggi e di domani.Nasce ancora di più dalla con-sapevolezza della forza di com-plementarietà che si può spri-gionare accostando i percorsidell’istruzione universitaria ei processi formativi che nasco-no da soggetti attivi nel privato sociale, nella gestione di servizi alla persona.Qual è il bilancio? Il corso si è rivolto a 32 giovani, in gran parte donne laureate presso la fa-coltà di Scienze della Formazione dell’università di Cagliari. In primis tragli allievi che hanno dato un’ottima valutazione dell’organizzazione genera-

le del percorso didattico, del-la qualità dei contenuti e inparticolare della tipologiadi docenza (la cosiddetta“docenza attiva”) che ha re-so spesso praticabile imme-diatamente in giochi, simu-lazioni e role-play le acqui-sizioni derivanti dalle lezio-ni frontali. Sicuramente pro-ficua anche la collaborazio-ne tra i partner didattici:l’interazione è risultata par-ticolarmente efficace sul pia-no della didattica nella di-rezione della complementa-rietà. Il corso ha infatti potuto avvalersi della competenza, dell’esperienza edella “forma mentis” universitarie portate dai docenti di Cagliari, del dina-mismo formativo, dell’approccio metodologico e degli strumenti pedagogici por-tati dai formatori della Fondazione e dell’esperienza diretta degli specialistide L’Albero della Vita. Ci saranno altre collaborazioni con la nostra università?Dall’esperienza del corso si è considerato che per neo-laureati è più adatto uncorso nella forma di Master Universitario o Master Professionale, più lungo(circa 250 ore di didattica e altrettante di tirocinio) così da permettere un mag-giore approfondimento teorico ed esperenziale delle materie e del campo pro-fessionale, mentre per operatori professionali già impiegati (educatori operan-ti nel contesto della CAM o in contesti attigui) la forma proposta in questaedizione (Corso Intensivo di 80-100 ore) sembra essere invece molto indica-ta per arricchire di professionalità un settore che nel contesto regionale lo ri-chiede molto fortemente. In questa direzione possiamo oggi dire che c’è un for-te interesse a proseguire la collaborazione da parte di tutti. Luigi Sotgiu

P

Specialisti nella lotta al disagio socialeTrentadue laureate in Scienze della formazione al corso curato dalla Fondazione Paoletti Presso la facoltà di Scienze della Formazione si

è tenuto, dal 21 giugno al 7 luglio 2004, un cor-so di formazione specialistica post lauream per“Educatori professionali in contesti comunita-ri per minori”. Il corso è nato dalla collabora-zione tra l’università di Cagliari e la Fondazio-ne Paoletti di Milano che gestisce la “Comunitàalloggio per minori DOMU MIA Attilio Maz-zella” ad Arbatax. Le ore di didattica sono sta-te 80, tenute da docenti ed esperti delle due isti-tuzioni coinvolte. Gli studenti che hanno otte-nuto la votazione più alta nella prova finale po-tranno svolgere un tirocinio formativo; per cin-que di loro si sono aperte le porte di una as-sunzione. Su questa importante esperienza di col-laborazione abbiamo intervistato Ivano Abbruzzidella Fondazione Paoletti, direttore del corso.

EDUCATORI PER UNDER 18

Arbatax. Una fase del corso per educatori

Un doppio volume suglistudi di Giovanna Sotgiu n’ottantina di pagine con largo uso del colore, una forte attenzione alla cronaca cit-

tadina e regionale, un fervido dinamismo, tipico in questi casi. Riparte dalla lussuo-sa sede di viale Trieste la scommessa editoriale di Nicola Grauso. Il Giornale di Sardegna(il nome viene da un trimestrale pubblicato a Cagliari oltre duecento anni fa) è al debutto.Il primo ottobre il quotidiano diretto da Antonio Cipriani (46 anni, ex direttore dell’Oradi Palermo e ancora prima caporedattore all’Unità) viene distribuito in tutta l’isola. Al de-sk tra gli altri Claudio Cugusi e Alessandro Ledda. In redazione veterani e novizi strappa-ti principalmente all’Unione Sarda e alla Nuova Sardegna. Tra questi, Giorgio Melis, Mar-co Mostallino, Alberto Musu, Fabrizio Meloni, Cristina Cossu, Nicola Pisu, Luigi Alfon-so, Nanni Boi. L’amministratore delegato è Edoardo Lucheschi. La stampa avviene a Ma-comer Tossilo, negli stabilimenti Seregni.

CU

La capitale italiana del carboneUn volume di Ignazio Delogu sulla storiae sulle prospettive di sviluppo di Carbonia

Debutta il Giornale di SardegnaIn edicola dall’1 ottobre il nuovo quotidiano di Niki Grauso

Page 16: anno quattro numero ventiquattro settembre 2004 bimestrale ... · le mani e se le poggia in grembo. I trat-ti sono decisi, l’eloquio è diretto, nessu-na concessione ai ghirigori

Direttore editoriale Pasquale MistrettaDirettore responsabile Mar io Frongia

Redazione:Stefano Cocumelli,Sabr ina Mereu,Anna Cotza,Cr istina Aresu,Er ika Pitzalis, StefaniaPinna, Cr istiana Pani, Luigi Sotgiu.Hanno collaborato: Antonello Angioni, Paolo Bullita, Fabr izio Cherchi, Tiziana Cubeddu, Paolo Labie-ni, Gino Manca, Giovanni Mar ini, Monica Melis, Franco Meloni,Mar iella Muggiolu, Giampaolo Or-giana,Donatella Tore, Elisabetta Tuveri, Antonio Pillai, Andrea Simoncini,Sandra Giordano,CristianoMelis, Francesco Porceddu, Rosa Carboni,Giancarlo Ghir ra, Daniele Casale, Giampaolo Meloni,VitoBiolchini .Foto: archivio UnicaNews,Elisabetta Messina,Archivio Cus,Paolo Labieni, Italo Or rù, Gino Manca.

Impaginazione grafica e stampa:Sigma Schede SardaTiratura 3500 copie - Chiuso in tipografia il 24 settembre 2004.

UnicaNews n. 24,settembre 2004 - Registrazione Tribunale di Cagliari n. 464-27/10/83Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c L.662/96 filiale di Cagliari

Redazione:rettorato, via Università 40,09124 Cagliaritel. 0706752079 - 0706752114,fax 0706752079

E-mail: mariofr [email protected] - [email protected] web: http://csia.unica.it/unicanews

e università italiane hanno con-seguito un ottimo risultato nel-

la prima tornata di selezione dei corsidi formazione del Programma Comu-nitario Erasmus Mundus. La Com-missione europea ha reso nota la listadei 19 corsi di laurea specialistica e dimaster universitario di primo o di se-condo livello selezionati per l’anno ac-cademico 2004-2005 sulla base dei cir-ca 130 progetti presentati da altrettantigruppi di università europee. Ben 10dei 19 corsi che riceveranno il presti-gioso “marchio Erasmus Mundus” ve-dono la presenza di università italiane,in tre casi in veste di istituzioni coor-dinatrici, negli altri sette in veste di part-ner. L’Italia è al terzo posto della gra-duatoria delle presenze, collocandosi do-po la Francia e la Germania e prima del-la Spagna; se si guarda però al nume-ro di progetti coordinati, il nostro Pae-se passa al secondo posto a pari meri-to con la Francia e dopo la Germania.“L’eccellente risultato raggiunto dalleuniversità italiane corrisponde al nostroimpegno per l’approvazione del Pro-gramma durante la recente presidenza ita-liana dell’Unione europea”, ha com-mentato il Ministro Moratti. “ErasmusMundus risponde pienamente all’esigen-za di migliorare la qualità nell’istruzio-ne superiore e di promuovere attraversola cooperazione internazionale il dialo-go interculturale”. In totale, 34 univer-

sità italiane hanno presentato proget-ti Erasmus Mundus, in veste di coor-dinatori o partner; gli atenei più atti-vi sono stati quelli di Bologna, Firen-ze, Torino e Roma Tre. Le università ita-liane erano rappresentate in 56 dei 128progetti presentati in risposta al ban-do comunitario 2004-2005, il 44% deltotale. Il Programma Erasmus Mundusè stato avviato dalla Commissione eu-ropea all’inizio di quest’anno con l’o-biettivo di creare una rete di corsi uni-versitari di eccellenza in grado di com-petere con successo nel “mercato”mondiale dell’alta formazione. In talmodo si intende accrescere l’interessemondiale nei confronti dell’istruzionesuperiore europea e favorire, attraver-so l’assegnazione di borse di studio, lamobilità degli studenti dagli altri con-tinenti verso le università europee. I cor-si Erasmus Mundus partiranno nel me-se di ottobre 2004. Essi si caratteriz-zeranno per l’integrazione in un curri-culum unitario, di secondo livello, del-le attività svolte in più università di pae-si europei e, quindi, per la presenza diperiodi di mobilità internazionale, l’a-dozione del sistema di accumulazionee trasferimento dei crediti universitariECTS, la possibilità di utilizzare più lin-gue comunitarie come lingue di istru-zione. I corsi porteranno al consegui-mento finale di titoli di studio doppi,multipli o congiunti.

16 Numero 24settembre 2004

L

Erasmus Mundus: le università italianepresenti in 10 dei 19 corsi approvati

dalla Commissione europea

i è concluso sui campi del Cus Ca-gliari di Sa Duchessa il torneo di

doppio organizzato dalla sezione tennisdel Cruc. Coordinate da Giampaolo Sim-bula e Gianfranco Garau, le dieci cop-pie partecipanti sono state divise in duegruppi. Nel girone A, Simbula-Caninohanno concluso imbattuti (4-0), segui-ti da Di Martino-Vernier (3-1), Porcu-Sotgiu (2-2), Piras-Fanfani (1-3), Pili-Sanna (0-4). Nel girone B, Mad-daloni-Garau (3-1) hanno preceduto Cocumelli-Nicolosi (3-1), Moi-Massa (2-2), Frongia-Banni (2-2), Marongiu-Floris (0-4). In semifi-

nale, Simbula-Canino hanno piegato per6-4/7-5 la resistenza di Cocumelli-Ni-colosi, mentre Di Martino-Vernier han-no liquidato Maddaloni-Garau con uneloquente 6-1/6-4. Nella finale Di Mar-tino-Vernier hanno superato Simbula-Ca-nino 6-1/6-3, riscattando così la sconfittarimediata durante la fase a gironi. (s.c.)

La cultura della prevenzione è un’arma vincente nella lottacontro i tumori al seno. Per diffondere questo messaggio e

sensibilizzare tutte le donne - soprattutto le più giovani - sul-l’importanza di una corretta prevenzione e di una diagnosiprecoce dei tumori al seno, la Lilt (Lega italiana per la lotta

contro i tumori), in collaborazione con Estée Lauder, promuove lacampagna “Nastro rosa”. L’iniziativa, che si svolgerà nel mese di otto-bre in tutto il territorio nazionale, prevede varie azioni informative:dalle visite senologiche gratuite presso gli ambulatori e i camper dellaLilt, alla diffusione di materiale informativo sulla prevenzione attra-verso i siti web delle principali università italiane e delle aziende conun gran numero di donne impiegate, fino all’illuminazione in rosa dialcuni dei più importanti e suggestivi monumenti italiani. Per cono-scere giorni e orari di apertura dell’ambulatorio Lilt più vicino, in cuieffettuare esami di diagnosi precoce e controlli, si può chiamare, perinformazioni, il numero verde 800-422412 o consultare il sitowww.legatumori.it. Anche l’università di Cagliari so-stiene la campagna “Nastro rosa”: nel sito web dell’a-teneo è consultabile la guida pocket sulla prevenzio-ne dei tumori al seno (http://csia.unica.it/for-maz/dsp/nastro_rosa.htm). Nel mese di ottobre,inoltre, l’ateneo ospiterà alcuni incontri infor-mativi con la presenza di esperti, rivolti aglistudenti, al personale universitario e a tutti gliinteressati.

S

Parte la campagna “Nastro rosa” per sensibilizzaresull’importanza di una diagnosi precoce dei tumori al seno

Più prevenzione uguale più salute

Simbula-Canino

Tennis: Di Martino-Vernier campioni di doppio

tlantikà varca il mare. E a rendere omaggio alla mostra ospitata dal-la Soager nelle sale dell’aeroporto di Elmas, sono giunti anche i cat-

tedratici francesi. In occasione della visita ufficiale da Parigi alla Sardegna-Atlantikà dell’Accademico di Francia e alto esponente dell’Unesco Azze-dine Beschaousch e di altri 12 professori di vari centri di ricerca, univer-sità e CNR italiani e mediterranei, nella sala dell’aeroporto si è tenuta an-che una conferenza stampa. Gli studiosi dopo aver visitato la mostra inau-gurata il 2 luglio scorso con grande successo di pubblico e di critica, han-no sottolineato l’importanza delle recenti testimonianze storiche sulla re-visione dell’interpretazione del ruolo della Sardegna nel mediterraneo an-tico scaturita dalla ricerca di Sergio Frau. Dall’aeroporto l’equipe degli spe-cialisti è poi partita per una ricognizione – indagine sui siti del Sinis.

i tiene a Catania la seconda edizione del Premio nazionale “Giornalismo:addetto stampa dell’anno”. Con il patrocinio della presidenza della Re-

pubblica, il premio è organizzato dalla Regione Sicilia, dal Gus, Gruppo gior-nalisti uffici stampa, Dalla Federazione nazionale della stampa, dall’Ordine deigiornalisti e dalla Fondazione Federico II. “La Sicilia è stata la prima regionein Italia ad approvare una legge con le regole per gli uffici stampa della pub-blica amministrazione” si legge in una nota.

Atlantikà varca il mareUn successo la mostra di Sergio Frau ospitata dalla Sogaer

A

I vincitori del torneo, Di Martino-Vernier

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Catania, premio nazionale “Giornalismo:addetto stampa dell’anno”