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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 167 (48.491) Città del Vaticano venerdì 24 luglio 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +z!"!_!$!&! I cappellani ospedalieri nel tempo della pandemia Presenza di Dio che ama e non lascia soli di GIANLUCA BICCINI «I cappellani ospedalieri in questo tempo di pande- mia hanno rappresentato e continuano a rappresentare la presenza di Dio che abbraccia e ama nelle corsie del dolore». Ne è convinto monsignor Dariusz Giers, officiale del Dicastero per il servi- zio dello sviluppo umano integrale (Dssui), responsabile proprio di questo settore pastorale. Nell’ambi- to dell’impegno profuso dalla Commissione vaticana covid-19 isti- tuita — per volontà di Papa France- sco — dal Dssui in collaborazione con altre realtà della Chiesa, il sa- cerdote polacco fa parte del primo dei cinque gruppi che la compon- gono, quello caratterizzato dal motto «agire adesso per il futuro». Abbiamo chiesto a monsignor Giers le sue impressioni sulla situazione attua- le nel mondo. Il coronavirus si è diffuso in tut- to il globo e sta colpendo l’intera umanità, costringendo a ripensare tanti aspetti della pastorale sanita- ria che prima, forse, non riteneva- mo di dover prendere nella giusta considerazione. Innanzitutto, ab- biamo acquisito la consapevolezza dell’importanza di tutti gli agenti che operano nel mondo della sani- tà. In un istante, abbiamo comin- ciato ad apprezzare il loro lavoro, portato avanti con dedizione e sa- crificio, a rischio della vita per la contagiosità di questo nemico sub- dolo. Meno visibili, ma più che mai «pre- senti» al fianco del personale medico e infermieristico, ci sono i cappellani ospedalieri che insieme a numerosi collaboratori diaconi, religiosi e laici hanno cercato in tutti i modo possibi- li, in mezzo a mille difficoltà, di non far mancare la loro presenza accanto al malato. Quale messaggio vorrebbe far giungere loro? Vorrei rivolgere una parola di ringraziamento e di incoraggiamen- to! La pandemia che stiamo attra- versando ha fatto rivolgere il no- stro sguardo su di loro e ci ha fatto valorizzare nuovamente la loro par- ticolare missione. I cappellani, in- sieme ai loro più stretti collabora- tori, si sono trovati in prima linea in questa emergenza contro un ne- mico funesto che diffonde il panico nelle residenze per anziani, costrin- ge ad allestire in fretta e furia ospedali da campo, semina lutti nelle famiglie. Siamo grati per il loro coinvolgimento silenzioso e in- cessante, nel dare speranza, confor- to, sollievo e, dove possibile, ac- compagnamento sacramentale per la salvezza delle anime. Una mis- sione che è particolarmente apprez- zabile quando la popolazione viene isolata e teme la diffusione del con- tagio. Dio, che non si isola mai dall’uomo, manda i suoi collabora- tori nelle corsie dei nosocomi, nelle CONTINUA A PAGINA 8 Alta tensione nell’Egeo tra Turchia e Grecia ATENE, 23. Risale la tensione tra Turchia e Grecia nell’Egeo. L’ultimo contenzioso nel mare conteso si sta svolgendo nei pressi della piccola isola ellenica di Kastellorizo, a un paio di chilometri dalla costa turca di Kaş. Ad accendere questa nuova miccia è stato l’annuncio turco di una mis- sione navale di esplorazione energe- tica, ennesima mossa della già deli- cata partita del gas nel Mediterraneo orientale. Il Governo di Ankara di Recep Tayyip Erdoğan ha inviato una nave da ricerca sismica nell’area a sud di Kastellorizo, che rivendica come parte della sua piattaforma continentale e su cui la Turchia ha anche lanciato un avviso di restrizio- ne della navigazione. Una pretesa che Atene ha sempre negato con for- za, denunciando una violazione del- le sue acque territoriali. A seguito dei movimenti navali turchi, la Marina militare greca ha subito disposto l’«allerta intensifica- ta» nel sud e nel sudest dell’Egeo. Le unità schierate — hanno avvisato fonti militari di Atene sono «pronte a rispondere a ogni attivi- tà», dopo che il ministero degli Esteri greco ha formalmente prote- stato con il Governo di Ankara. Immediata è giunta la risposta turca, per via diplomatica e con un rafforzamento navale. Nelle scorse ore, gruppi di soldati turchi sono in- fatti stati richiamati d’urgenza dalle licenze estive, mentre una ventina di navi da guerra della Marina sono state indirizzate nell’area, sorvolata a lungo da F-16 e aerei da combatti- mento dei due Paesi. «Le rivendica- zioni della Grecia sulla sua piattafor- ma continentale sono contrarie al di- ritto internazionale», sostiene Anka- ra, che ha esteso notevolmente i suoi pretesi confini marittimi dopo il re- cente accordo con il Governo libico. Alla crisi tra i due Paesi guarda con preoccupazione anche l’Ue, schierata al fianco di Grecia e Cipro contro le perforazioni turche nel Mediterraneo orientale. La missione navale turca nell’Egeo «non è di aiu- to ed invia il messaggio sbagliato», ha commentato un portavoce della Commissione europea, ricordando gli esiti dell’ultimo vertice del Consi- glio degli esteri dell’Ue. In quell’oc- casione, i ministri degli Esteri si era- no confrontati proprio sul tema delle relazioni tra l’Ue e la Turchia, e ne era emersa la volontà di esplorare nuove strade per un dialogo con An- kara. Trattative per una tregua duratura Ankara e Mosca sostengono la pace in Libia Militari dell’esercito di al-Serraj controllano armi ed esplosivi recuperati (Epa) TRIPOLI, 23. Turchia e Russia han- no concordato di «proseguire i loro sforzi comuni per creare le condi- zioni per una tregua duratura in Li- bia». Lo ha annunciato ieri il mini- stero degli Esteri turco in una nota diffusa al termine di un confronto tra delegazioni di Ankara e Mosca, nonché di un colloquio tra il presi- dente russo, Vladimir Putin, e il presidente turco, Recep Tayyip Er- doğan. Mosca e Ankara sono i due principali attori internazionali in Libia: la prima sostiene le forze del generale Haftar, che punta a con- quistare il potere centrale, mentre la seconda combatte al fianco del go- verno di al-Serraj riconosciuto dall’O nu. L’iniziativa comune di dialogo sulla Libia è stata avviata con la Russia lo scorso 8 gennaio per cer- care di stabilire un cessate il fuoco sul terreno e poter lavorare a una soluzione politica a un conflitto lungo e spinoso. Ankara e Mosca — si legge nel comunicato rilasciato al termine dell’incontro — hanno riaf- fermato «il proprio impegno a tute- lare l’integrità territoriale, l’indipen- denza e la sovranità della Libia», ribadendo che «la soluzione alla crisi non può essere militare». Com’è noto, il coinvolgimento di Ankara e Mosca nello scenario libi- co non è affatto casuale. La Turchia di Erdoğan punta a proteggere i propri investimenti nelle trivellazio- ni petrolifere nel Mediterraneo, contestate dall’Unione europea e da Cipro. La Russia vuole invece otte- nere uno sbocco sul Mediterraneo centrale e rafforzare la sua influen- za in Africa del Nord. «Siamo assolutamente contrari a una divisione politica o geografica della Libia. Sarebbe uno scenario catastrofico. Ne abbiamo esempi in Iraq, Siria e in altri casi, dobbiamo trarne una lezione» ha detto Ibrahim Kalin, portavoce del presi- dente Erdoğan. «Sin dall’inizio, ab- biamo detto ai Paesi che sostengo- no Haftar che non è un partner af- fidabile, che ha violato ogni cessate il fuoco e ogni processo di pace ne- gli ultimi due anni. Siamo favore- voli a un processo politico in Libia, non vogliamo tensioni militari» ha aggiunto il portavoce turco in un’intervista alla Cnn, ribadendo che Ankara «continuerà a sostenere il governo riconosciuto dall’Onu di al-Serraj» e che «manterrà la sua presenza militare finché Tripoli lo richiederà». La situazione sul terreno, intanto, rischia di precipitare. Due giorni fa il Parlamento egiziano ha approva- to l’invio di truppe verso Sirte, al fianco delle forze del generale Kha- lifa Haftar per fermare l’avanzata in questa area degli uomini di al-Ser- raj. Il via libera del Parlamento è giunto pochi giorni dopo l’incontro tra il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, e una delegazione di leader tribali libici al Cairo. Duran- te il vertice al-Sisi aveva affermato che l’Egitto non «sarebbe rimasto inattivo rispetto al superamento del fronte di Sirte e Jufra». La città di Sirte e la base aerea militare di Ju- fra sono attualmente controllate dalle milizie di Haftar, costrette il mese scorso a una progressiva ritira- ta verso est. Nel frattempo, la Libia deve fronteggiare anche l’aumento dei casi di covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 88 nuovi contagi da coronavirus, che portano a 2.176 il totale dei casi confermati nel Paese. Lo ha reso noto il Cen- tro nazionale libico per il controllo delle malattie, precisando che i morti salgono a 53, i guariti a 489, e le persone attualmente positive da 1.559 a 1.634, con la maggior parte dei casi al Sud. Il 44 per cento dei casi di tutta la Libia si registra a Sebha, nel Fezzan. Il piano di aiuto economico deve ottenere l’approvazione dei Parlamenti degli stati dell’Unione europea Partita la corsa del Recovery fund BRUXELLES, 23. È partita nell’Unione europea la corsa del Recovery fund, il piano di aiuto da 750 miliardi. Una maratona contro il tempo per permettere ai Paesi che più ne hanno bisogno di beneficiare in tempi rela- tivamente brevi delle risorse per ri- lanciare le loro economie, piegate dal covid-19. L’auspicio è che i principali tasselli del puzzle vadano al loro po- sto nei prossimi mesi, in modo da potere iniziare gli stanziamenti già entro la primavera del 2021. Ma la strada non è priva di osta- coli: primo tra tutti, l’approvazione da parte dei Parlamenti nazionali di quella parte dell’intesa che ricade sotto il titolo di own resources (“le ri- sorse proprie”), che permette all’Ue di andare a reperire i denari sui mer- cati, attuando per la prima volta nel- la storia la solidarietà finanziaria. Un no potrebbe inceppare tutto il meccanismo. E mentre l’europarla- mentare olandese Derk Jan Eppink ha annunciato di essere al lavoro per organizzare un referendum per re- spingere il Recovery fund, oggi all’Eurocamera prende il via il nego- ziato sul bilancio Ue 2021-2027 da 1.074 miliardi, che con il Recovery fund è legato a doppio filo. Gli eu- rodeputati hanno già fatto sapere di non volere rinunciare al loro diritto di veto, pronti a dare battaglia sulla condizionalità sullo stato di diritto, ma anche sulle “risorse proprie” (che dovranno avere un preciso calenda- rio), e sui tagli a programmi impor- tanti come Horizon, a favore di rim- borsi per i Paesi contrari (Paesi Bas- si, Svezia, Danimarca, Austria). «Se vogliamo scommettere sulle giovani generazioni, non possiamo tagliare risorse per la ricerca, per Erasmus» e neppure i «fondi per migrazione e asilo», ha avvertito il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Il compromesso trovato dai 27 lea- der nel recente vertice di Bruxelles, perciò, non è che l’inizio di un per- corso, e le oltre 60 pagine di conclu- sioni politiche ora dovranno essere tradotte in norme, secondo procedu- re legislative diverse. Il regolamento del Bilancio europeo richiederà il via libera dell’Eurocamera con la mag- gioranza assoluta, e dovrà essere ap- provato formalmente dallo stesso Consiglio Ue, all’unanimità. Il rego- lamento del Recovery fund dovrà es- sere adottato a maggioranza qualifi- cata dal Consiglio Ue. Mentre le de- cisioni sui programmi (tra questi Horizon 2020 e Just transition fund) seguiranno le procedure ordinarie, che nella maggior parte dei casi coinvolgono Parlamento e Consiglio. La partita più insidiosa resta quel- la delle “risorse proprie”: richiederà infatti un accordo unanime al Consi- glio Ue, il parere del Parlamento eu- ropeo, e l’approvazione delle Assem- blee nazionali che la prevedono nella Costituzione. A preoccupare è so- prattutto la reazione delle aule dei Paesi contrari, con i leader arrivati a Bruxelles con il mandato di dire no ai sussidi a fondo perduto, e tornati dal vertice con una messa in comune del debito per 390 miliardi. I timori sono in particolare per il voto che uscirà dal Parlamento olandese, dove il premier Mark Rutte non ha la maggioranza, e l’euroscettico Geert Wilders è pronto a farsi sotto, so- prattutto alla luce del fatto che nes- sun Paese avrà diritto di veto sull’at- tuazione dei piani nazionali. L’unica procedura che potrà essere invocata è il congelamento dei pagamenti per non oltre tre mesi, ma il potere deci- sionale resta alla Commissione. Il presidente della Commissione Ue von der Leyen (Epa) NOSTRE INFORMAZIONI Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Kabinda (Repub- blica Democratica del Con- go) il Reverendo Padre Féli- cien Ntambue Kasembe, C.I.C.M., finora Consigliere Generale della Congregazio- ne del Cuore Immacolato di Maria, C.I.C.M. (Missionari di Scheut). Intervista al presidente del Forum delle Associazioni Familiari L’assegno unico e universale per i figli: una vittoria delle famiglie DEBORA DONNINI A PAGINA 2 Riedita l’opera antologica «La tragedia del vivere umano» Quel monologo dell’umanità dolorante SERGIO VALZANIA A PAGINA 4 La messe è molta: viaggio nel mondo delle vocazioni/1 Pochi (missionari) ma buoni IGOR TRABONI A PAGINA 6 ALLINTERNO racconto LA PAROLA DELLANNO Lògos e incarnazione, la lezione di Ippolito Noi umani intessuti di storie BENJAMIN BEVC A PAGINA 5

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  • Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suum

    POLITICO RELIGIOSO

    Non praevalebunt

    Anno CLX n. 167 (48.491) Città del Vaticano venerdì 24 luglio 2020

    .

    y(7HA

    3J1*QS

    SKKM(

    +z!"!_!$

    !&!

    I cappellani ospedalieri nel tempo della pandemia

    Presenza di Dioche ama e non lascia soli

    di GIANLUCA BICCINI

    «I cappellani ospedalieri inquesto tempo di pande-mia hanno rappresentatoe continuano a rappresentare lapresenza di Dio che abbraccia eama nelle corsie del dolore». Ne èconvinto monsignor Dariusz Giers,officiale del Dicastero per il servi-zio dello sviluppo umano integrale(Dssui), responsabile proprio diquesto settore pastorale. Nell’ambi-to dell’impegno profuso dallaCommissione vaticana covid-19 isti-tuita — per volontà di Papa France-sco — dal Dssui in collaborazionecon altre realtà della Chiesa, il sa-cerdote polacco fa parte del primodei cinque gruppi che la compon-gono, quello caratterizzato dalmotto «agire adesso per il futuro».

    Abbiamo chiesto a monsignor Giers lesue impressioni sulla situazione attua-le nel mondo.

    Il coronavirus si è diffuso in tut-to il globo e sta colpendo l’interaumanità, costringendo a ripensaretanti aspetti della pastorale sanita-ria che prima, forse, non riteneva-mo di dover prendere nella giustaconsiderazione. Innanzitutto, ab-biamo acquisito la consapevolezzadell’importanza di tutti gli agentiche operano nel mondo della sani-tà. In un istante, abbiamo comin-ciato ad apprezzare il loro lavoro,portato avanti con dedizione e sa-crificio, a rischio della vita per lacontagiosità di questo nemico sub-dolo.

    Meno visibili, ma più che mai «pre-senti» al fianco del personale medicoe infermieristico, ci sono i cappellaniospedalieri che insieme a numerosicollaboratori diaconi, religiosi e laicihanno cercato in tutti i modo possibi-li, in mezzo a mille difficoltà, di nonfar mancare la loro presenza accantoal malato. Quale messaggio vorrebbefar giungere loro?

    Vorrei rivolgere una parola diringraziamento e di incoraggiamen-to! La pandemia che stiamo attra-versando ha fatto rivolgere il no-stro sguardo su di loro e ci ha fattovalorizzare nuovamente la loro par-ticolare missione. I cappellani, in-sieme ai loro più stretti collabora-tori, si sono trovati in prima lineain questa emergenza contro un ne-mico funesto che diffonde il paniconelle residenze per anziani, costrin-ge ad allestire in fretta e furia

    ospedali da campo, semina luttinelle famiglie. Siamo grati per illoro coinvolgimento silenzioso e in-cessante, nel dare speranza, confor-to, sollievo e, dove possibile, ac-compagnamento sacramentale perla salvezza delle anime. Una mis-sione che è particolarmente apprez-zabile quando la popolazione vieneisolata e teme la diffusione del con-tagio. Dio, che non si isola maidall’uomo, manda i suoi collabora-tori nelle corsie dei nosocomi, nelle

    CO N T I N UA A PA G I N A 8

    Alta tensionenell’Egeo

    tra Turchiae Grecia

    ATENE, 23. Risale la tensione traTurchia e Grecia nell’Egeo. L’ultimocontenzioso nel mare conteso si stasvolgendo nei pressi della piccolaisola ellenica di Kastellorizo, a unpaio di chilometri dalla costa turcadi Kaş.

    Ad accendere questa nuova micciaè stato l’annuncio turco di una mis-sione navale di esplorazione energe-tica, ennesima mossa della già deli-cata partita del gas nel Mediterraneoorientale. Il Governo di Ankara diRecep Tayyip Erdoğan ha inviatouna nave da ricerca sismica nell’a re aa sud di Kastellorizo, che rivendicacome parte della sua piattaformacontinentale e su cui la Turchia haanche lanciato un avviso di restrizio-ne della navigazione. Una pretesache Atene ha sempre negato con for-za, denunciando una violazione del-le sue acque territoriali.

    A seguito dei movimenti navaliturchi, la Marina militare greca hasubito disposto l’«allerta intensifica-ta» nel sud e nel sudest dell’Egeo.Le unità schierate — hanno avvisatofonti militari di Atene — sono«pronte a rispondere a ogni attivi-tà», dopo che il ministero degliEsteri greco ha formalmente prote-stato con il Governo di Ankara.

    Immediata è giunta la rispostaturca, per via diplomatica e con unrafforzamento navale. Nelle scorseore, gruppi di soldati turchi sono in-fatti stati richiamati d’urgenza dallelicenze estive, mentre una ventina dinavi da guerra della Marina sonostate indirizzate nell’area, sorvolata alungo da F-16 e aerei da combatti-mento dei due Paesi. «Le rivendica-zioni della Grecia sulla sua piattafor-ma continentale sono contrarie al di-ritto internazionale», sostiene Anka-ra, che ha esteso notevolmente i suoipretesi confini marittimi dopo il re-cente accordo con il Governo libico.

    Alla crisi tra i due Paesi guardacon preoccupazione anche l’Ue,schierata al fianco di Grecia e Ciprocontro le perforazioni turche nelMediterraneo orientale. La missionenavale turca nell’Egeo «non è di aiu-to ed invia il messaggio sbagliato»,ha commentato un portavoce dellaCommissione europea, ricordandogli esiti dell’ultimo vertice del Consi-glio degli esteri dell’Ue. In quell’o c-casione, i ministri degli Esteri si era-no confrontati proprio sul tema dellerelazioni tra l’Ue e la Turchia, e neera emersa la volontà di esplorarenuove strade per un dialogo con An-kara.

    Trattative per una tregua duratura

    Ankara e Mosca sostengonola pace in Libia

    Militari dell’esercito di al-Serraj controllano armi ed esplosivi recuperati (Epa)

    TRIPOLI, 23. Turchia e Russia han-no concordato di «proseguire i lorosforzi comuni per creare le condi-zioni per una tregua duratura in Li-bia». Lo ha annunciato ieri il mini-stero degli Esteri turco in una notadiffusa al termine di un confrontotra delegazioni di Ankara e Mosca,nonché di un colloquio tra il presi-dente russo, Vladimir Putin, e ilpresidente turco, Recep Tayyip Er-doğan. Mosca e Ankara sono i dueprincipali attori internazionali inLibia: la prima sostiene le forze delgenerale Haftar, che punta a con-quistare il potere centrale, mentre laseconda combatte al fianco del go-verno di al-Serraj riconosciutodall’O nu.

    L’iniziativa comune di dialogosulla Libia è stata avviata con laRussia lo scorso 8 gennaio per cer-care di stabilire un cessate il fuocosul terreno e poter lavorare a unasoluzione politica a un conflittolungo e spinoso. Ankara e Mosca —si legge nel comunicato rilasciato altermine dell’incontro — hanno riaf-fermato «il proprio impegno a tute-lare l’integrità territoriale, l’indip en-denza e la sovranità della Libia»,ribadendo che «la soluzione allacrisi non può essere militare».Com’è noto, il coinvolgimento di

    Ankara e Mosca nello scenario libi-co non è affatto casuale. La Turchiadi Erdoğan punta a proteggere ipropri investimenti nelle trivellazio-ni petrolifere nel Mediterraneo,contestate dall’Unione europea e daCipro. La Russia vuole invece otte-nere uno sbocco sul Mediterraneocentrale e rafforzare la sua influen-za in Africa del Nord.

    «Siamo assolutamente contrari auna divisione politica o geograficadella Libia. Sarebbe uno scenariocatastrofico. Ne abbiamo esempi inIraq, Siria e in altri casi, dobbiamotrarne una lezione» ha dettoIbrahim Kalin, portavoce del presi-dente Erdoğan. «Sin dall’inizio, ab-biamo detto ai Paesi che sostengo-no Haftar che non è un partner af-fidabile, che ha violato ogni cessateil fuoco e ogni processo di pace ne-gli ultimi due anni. Siamo favore-voli a un processo politico in Libia,non vogliamo tensioni militari» haaggiunto il portavoce turco inun’intervista alla Cnn, ribadendoche Ankara «continuerà a sostenereil governo riconosciuto dall’Onu dial-Serraj» e che «manterrà la suapresenza militare finché Tripoli lorichiederà».

    La situazione sul terreno, intanto,rischia di precipitare. Due giorni fa

    il Parlamento egiziano ha approva-to l’invio di truppe verso Sirte, alfianco delle forze del generale Kha-lifa Haftar per fermare l’avanzata inquesta area degli uomini di al-Ser-raj. Il via libera del Parlamento ègiunto pochi giorni dopo l’i n c o n t rotra il presidente egiziano, AbdelFattah al-Sisi, e una delegazione dileader tribali libici al Cairo. Duran-te il vertice al-Sisi aveva affermatoche l’Egitto non «sarebbe rimastoinattivo rispetto al superamento delfronte di Sirte e Jufra». La città diSirte e la base aerea militare di Ju-fra sono attualmente controllatedalle milizie di Haftar, costrette ilmese scorso a una progressiva ritira-ta verso est.

    Nel frattempo, la Libia devefronteggiare anche l’aumento deicasi di covid-19. Nelle ultime 24 oresono stati registrati altri 88 nuovicontagi da coronavirus, che portanoa 2.176 il totale dei casi confermatinel Paese. Lo ha reso noto il Cen-tro nazionale libico per il controllodelle malattie, precisando che imorti salgono a 53, i guariti a 489,e le persone attualmente positive da1.559 a 1.634, con la maggior partedei casi al Sud. Il 44 per cento deicasi di tutta la Libia si registra aSebha, nel Fezzan.

    Il piano di aiuto economico deve ottenere l’approvazione dei Parlamenti degli stati dell’Unione europea

    Partita la corsa del Recovery fundBRUXELLES, 23. È partita nell’Unioneeuropea la corsa del Recovery fund,il piano di aiuto da 750 miliardi.

    Una maratona contro il tempo perpermettere ai Paesi che più ne hannobisogno di beneficiare in tempi rela-tivamente brevi delle risorse per ri-lanciare le loro economie, piegate dalcovid-19. L’auspicio è che i principalitasselli del puzzle vadano al loro po-sto nei prossimi mesi, in modo dapotere iniziare gli stanziamenti giàentro la primavera del 2021.

    Ma la strada non è priva di osta-coli: primo tra tutti, l’a p p ro v a z i o n eda parte dei Parlamenti nazionali diquella parte dell’intesa che ricadesotto il titolo di own resources (“le ri-sorse proprie”), che permette all’Uedi andare a reperire i denari sui mer-cati, attuando per la prima volta nel-la storia la solidarietà finanziaria.

    Un no potrebbe inceppare tutto ilmeccanismo. E mentre l’e u ro p a r l a -mentare olandese Derk Jan Eppinkha annunciato di essere al lavoro perorganizzare un referendum per re-spingere il Recovery fund, oggiall’Eurocamera prende il via il nego-ziato sul bilancio Ue 2021-2027 da1.074 miliardi, che con il Recovery

    fund è legato a doppio filo. Gli eu-rodeputati hanno già fatto sapere dinon volere rinunciare al loro dirittodi veto, pronti a dare battaglia sullacondizionalità sullo stato di diritto,ma anche sulle “risorse proprie” (chedovranno avere un preciso calenda-rio), e sui tagli a programmi impor-tanti come Horizon, a favore di rim-borsi per i Paesi contrari (Paesi Bas-si, Svezia, Danimarca, Austria). «Sevogliamo scommettere sulle giovanigenerazioni, non possiamo tagliarerisorse per la ricerca, per Erasmus» eneppure i «fondi per migrazione easilo», ha avvertito il presidente delParlamento europeo, David Sassoli.

    Il compromesso trovato dai 27 lea-der nel recente vertice di Bruxelles,perciò, non è che l’inizio di un per-corso, e le oltre 60 pagine di conclu-sioni politiche ora dovranno esseretradotte in norme, secondo procedu-re legislative diverse. Il regolamentodel Bilancio europeo richiederà il vialibera dell’Eurocamera con la mag-gioranza assoluta, e dovrà essere ap-provato formalmente dallo stessoConsiglio Ue, all’unanimità. Il rego-lamento del Recovery fund dovrà es-sere adottato a maggioranza qualifi-

    cata dal Consiglio Ue. Mentre le de-cisioni sui programmi (tra questiHorizon 2020 e Just transition fund)seguiranno le procedure ordinarie,che nella maggior parte dei casicoinvolgono Parlamento e Consiglio.

    La partita più insidiosa resta quel-la delle “risorse proprie”: richiederàinfatti un accordo unanime al Consi-glio Ue, il parere del Parlamento eu-ropeo, e l’approvazione delle Assem-blee nazionali che la prevedono nellaCostituzione. A preoccupare è so-prattutto la reazione delle aule deiPaesi contrari, con i leader arrivati aBruxelles con il mandato di dire noai sussidi a fondo perduto, e tornatidal vertice con una messa in comunedel debito per 390 miliardi. I timorisono in particolare per il voto cheuscirà dal Parlamento olandese, doveil premier Mark Rutte non ha lamaggioranza, e l’euroscettico GeertWilders è pronto a farsi sotto, so-prattutto alla luce del fatto che nes-sun Paese avrà diritto di veto sull’at-tuazione dei piani nazionali. L’unicaprocedura che potrà essere invocataè il congelamento dei pagamenti pernon oltre tre mesi, ma il potere deci-sionale resta alla Commissione. Il presidente della Commissione Ue von der Leyen (Epa)

    NOSTREINFORMAZIONI

    Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominatoVescovo di Kabinda (Repub-blica Democratica del Con-go) il Reverendo Padre Féli-cien Ntambue Kasembe,C.I.C.M., finora ConsigliereGenerale della Congregazio-ne del Cuore Immacolato diMaria, C.I.C.M. (Missionari diScheut).

    Intervista al presidente del Forumdelle Associazioni Familiari

    L’assegno unicoe universale per i figli:una vittoriadelle famiglie

    DEBORA DONNINI A PA G I N A 2

    Riedita l’opera antologica«La tragedia del vivere umano»

    Quel monologodell’umanità dolorante

    SERGIO VALZANIA A PA G I N A 4

    La messe è molta: viaggionel mondo delle vocazioni/1

    Pochi (missionari)ma buoni

    IGOR TRABONI A PA G I N A 6

    ALL’INTERNO

    ra c c o n t oLA PAROLA DELL’ANNOLògos e incarnazione, la lezionedi Ippolito

    Noi umaniintessuti di storie

    BENJAMIN BEVC A PA G I N A 5

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 venerdì 24 luglio 2020

    L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suumPOLITICO RELIGIOSONon praevalebunt

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    Intesa San Paolo

    Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

    Società Cattolica di Assicurazione

    Situazione allarmante anche in Belgio e in Svezia

    L’Oms: trend preoccupantiin Europa del sud e nei Balcani

    Primo sì alla norma che stanzia tra i 200 e i 250 euro a bambino e maggiorazioni dal terzo

    Novità per il welfare in Italiacon l’assegno unico e universale per i figli

    Piacenza: arrestatisei carabinierie sequestratauna caserma

    ROMA, 23. Sconcerto, incredulità,indignazione. Sono questi i senti-menti suscitati in Italia da un’in-chiesta senza precedenti, che ieri haportato al sequestro di una casermadei carabinieri a Piacenza, ed è laprima volta che accade nella storiadel paese. Dei sette militari in servi-zio, sei sono stati arrestati (cinquein carcere, uno ai domiciliari).Nell’edificio, denuncia la Procura,sarebbe accaduto di tutto: spacciodi droga, arresti falsificati, perquisi-zioni illecite. E violenza fino alletorture. Per il pm di tratta di «reatii m p re s s i o n a n t i » .

    In una nota, l’Arma ha conferma-to il «totale sostegno ai magistrati»e l’immediata sospensione per i mi-litari coinvolti nella vicenda.

    Dalle 75.000 conversazioni telefo-niche, ambientali, emergono parti-colari che raccontano il modo dioperare dei carabinieri: come «unaassociazione a delinquere», per usa-re una delle loro auto-definizioni,tra cui anche un accostamento allaserie tv Gomorra, riguardo alle vio-lenze commesse sui fermati. Unodei militari arrestati ha parlato delconcetto di “piramide”, utilizzataper i loro affari. Secondo l’accusa,nel marzo scorso, pochi giorni dopol’istituzione del lockdown, dalla sta-zione di Piacenza sono stati rilascia-ti anche dei lasciapassare timbratiper favorire gli spostamenti dei varicorrieri e fornitori di droga.

    Il comandante generale dei cara-binieri Giovanni Nistri ha parlato di«reati gravissimi». «Speriamo chequello che viene fatto dai più possacancellare nella memoria il male cheè stato fatto, se verrà accertato, dachi non è degno di indossare questadivisa» ha aggiunto.

    Summit tra Egitto, Etiopia e Sudan

    Dialogo sulla «digadel rinascimento etiope»

    Nuove leggi in Sudanaboliscono parte della sharia

    Intervista al presidente del Forum delle Associazioni Familiari Gigi De Palo

    Una vittoria delle famigliee una svolta anche culturale

    DU B L I N O, 23. «Mentre certamentein Europa occidentale la malattia èsotto controllo, abbiamo ancoratrend preoccupanti nell’Europa me-ridionale e nei Balcani, quindi nonsiamo ancora fuori pericolo nell’am-biente europeo». È quanto ha di-chiarato ieri Mike Ryan, direttoredel programma per le emergenzedell’Organizzazione mondiale dellasanità (Oms), parlando alla radio ir-landese Newstalk.

    Sui due fronti europei più “caldi”— Spagna e Romania — le infezionida covid-19 non sembrano volere ar-retrare, anzi. «Serve una vigilanzacostante», ha aggiunto Ryan.

    In Spagna i focolai del virus con-tinuano ad aumentare drasticamen-te, con la Catalogna sempre al cen-tro dell’emergenza: sono ormai 224,secondo i dati resi noti dalle autori-tà sanitarie del Paese , 23 in più ri-spetto a due giorni fa, con 2.622contagiati. La maggior parte deinuovi positivi sono collegati ad atti-vità di raccolta della frutta, oltre aluoghi in cui le misure di prevenzio-ne vengono allentate, come gli am-bienti familiari e le discoteche.

    Secondo gli ultimi dati ufficiali,in Spagna si contano ora 266.194casi e 28.424 morti.

    Parallelamente, la Romania ha re-gistrato un nuovo record giornalie-ro: 1.030 contagi in 24 ore, il nume-ro più alto dall’inizio della pande-mia, per un totale di 40.163 casi. Sitratta del Paese dei Balcani più col-pito, ma segnali allarmanti arrivanoanche dalla Serbia, dove resta altala curva dei nuovi contagi (426), edalla Bosnia ed Erzegovina, che haregistrato il numero record per ilPaese di 324 nuove infezioni.

    Dati preoccupanti arrivano anchedal nord Europa, dal Belgio in par-ticolare, dove tra il 12 e il 18 luglio inuovi casi sono aumentati dell’89per cento rispetto alla settimana

    precedente. La maggior parte deicasi ha riguardato persone con etàcompresa tra i 20 e i 49 anni e 56giovani tra i 10 ei 19 anni. Dall’ini-zio dell’epidemia i casi di coronavi-rus diagnosticati nel Paese sono statiin tutto 64.627, tanto che il Centronazionale di Bruxelles per la gestio-ne della crisi ha sottolineato che bi-sogna «agire rapidamente» per evi-tare nuove misure di contenimento.

    Intanto la Svezia, che in terminidi vittime ha già uno dei bilanci piùpesanti al mondo rispetto al numerodi abitanti, ha diffuso uno scenarioche prevede altri 3.000 morti per ilvirus. Il bilancio dell’epidemia inSvezia ha oggi raggiunto 5.646 mor-ti e 78.166 casi confermati, mettendoil Paese nordico tra quelli più colpi-ti, anche se le autorità indicano il

    rallentamento in nuovi casi, casigravi e decessi.

    Venticinque 25 medici e scienziatisvedesi, in una lettera aperta sulquotidiano «Usa Today», hanno in-vitato il mondo a non seguire il mo-dello di Stoccolma, fautrice della li-nea morbida nella gestionedell’emergenza sanitaria.

    E a causa delle stime sulla contra-zione dell’economia fruttodell’emergenza coronavirus e dellockdown, il Governo britannico diBoris Johnson prevede di tagliare2,9 miliardi di sterline (oltre 3 mi-liardi di euro) dal bilancio di que-st’anno destinato alla cooperazioneinternazionale. Lo ha reso noto ilministro degli Esteri, DominicRaab, in una lettera al presidentedella commissione Sviluppo.

    ROMA, 23. Una “rivoluzione delw e l f a re ” in Italia. Così è stata defi-nita dalla stampa e dalla politica lanuova normativa sull’assegno unicoe universale per i figli a carico ap-provata martedì dalla Camera: 452voti a favore, quasi l’unanimitàdell’assemblea, con un solo astenu-to. È atteso il passaggio al Senato.

    La norma prevede che ogni mesele famiglie ricevevano un assegnoper ciascun figlio dalla nascita finoai 21 anni. L’ammontare della cifra,secondo le prime ipotesi, è tra i 200

    ed i 250 euro mensili ma molto di-penderà dalla riforma fiscale perchél’obiettivo è quello di «riordinare,semplificare e potenziare» le misuregià esistenti a sostegno dei figli acarico. L’assegno unico e universaleè un aiuto soprattutto alle famiglienumerose visto che dal terzo figlio èprevista una maggiorazione dell’im-porto. Così come sarà superiore lacifra per le famiglie che hanno figlidisabili, tra il 30 per cento ed il 50per cento in più dell’importo base.Ovviamente la modulazione della

    somma sarà stabilita sulla base dellacondizione economica del nucleo fa-miliare (Isee) e tenendo contodell’età dei figli a carico. L’e ro g a z i o -ne dell’assegno decorrerà dal setti-mo mese di gravidanza, mentre peri maggiorenni a carico sarà dato «adeterminate condizioni».

    Secondo il Governo, una cifra«chiara e definita» per ogni figlioaiuterà a «calibrare la progettualitàdi vita delle famiglie» e sancisce che«ogni bambino è un valore per tuttala comunità».

    IL CA I R O, 23. Egitto, Etiopia e Su-dan hanno concordato di prose-guire le trattative sulla diga sul Ni-lo Azzurro per evitare che l’op eradiventi motivo di scontro armato.È quanto emerge dalle dichiarazio-ni del ministero degli Esteri egizia-no e del premier etiope AbiyAhmed Ali pubblicate nelle ultimeo re .

    Ieri si è tenuto un summit in vi-deoconferenza nel quale «è statoconcordato di continuare i nego-ziati per raggiungere un accordolegalmente vincolante sulle regoledi riempimento e gestione dellaDiga del rinascimento etiope»(Gerd) ha dichiarato il portavocedel dicastero egiziano, Ahmed Ha-fez. Nel parlare di «fruttuoso in-contro sulla Diga facilitato dalSud Africa», il premier etiope haespresso in un tweet il proprio«apprezzamento» dei leader diEgitto e Sudan «per la comune in-tesa raggiunta sulla continuazione

    di discussioni tecniche sul riempi-mento».

    La diga è un’opera da 4,8 mi-liardi di dollari sul Nilo azzurro inallestimento al confine col Sudandal 2011 con l’obbiettivo produrrepiù di 6.000 megawatt di elettrici-tà per decine di milioni di etiopi.Alta fino a 175 metri e con un in-vaso vasto 1.800 km quadrati è lapiù grande dell’Africa. Il Nilo Az-zurro però assicura l’86 per centodell’acqua a disposizione dell’Egit-to, Paese al 90 per cento dipen-dente a livello idrico dal grandefiume, formato anche dall’affluente“bianco”. Di conseguenza, una ri-duzione del flusso causata dalriempimento dell’invaso della digaè una questione dichiaratamenteesistenziale per il Cairo. In passa-to, dunque, il progetto è stato mo-tivo di forti tensioni tra i Paesicoinvolti, che più volte hanno mi-nacciato operazioni militari perproteggere i loro diritti.

    KHARTOUM, 23. Diverse leggi, attied emendamenti al codice penalevarati in Sudan hanno abrogato al-cune norme basate sulla legge isla-mica, la sharia, e gravi forme didiscriminazione e violazione deidiritti umani. È stata abolita, adesempio, la pena di morte per unmusulmano che si converte aun’altra religione e si conferma lacriminalizzazione delle mutilazionigenitali femminili.

    Con le firme apposte dal presi-dente del Consiglio sovrano, gene-rale Abdelfattah El Burhan, si

    aboliscono norme che degradanola donna, come quelle che la sotto-pongono al potere del marito, odel padre, o di un uomo della fa-miglia. Per i non musulmani, circail 3 per cento della popolazione, èstata abolita anche la proibizionedi procurarsi e consumare bevandealcoliche Il Sudan è da un anno emezzo in fase di cambiamento do-po la deposizione di Omar al-Ba-shir, per 0ltre trent’anni al potere,avvenuta nell’aprile 2019 a operadei militari dopo mesi di proteste.

    di DEBORA DONNINI

    Fra le novità dell’assegno unicoc'è che non ne beneficiano so-lo i lavoratori dipendenti, maanche autonomi, liberi professioni-sti, incapienti e disoccupati. Di fattoci sarà quindi anche una riorganiz-zazione. Con l'assegno unico vengo-no abrogati: assegni per il nucleofamiliare, assegni familiari, detrazio-ni per i figli a carico, detrazioni perfamiglie numerose, bonus bebè, bo-nus mamma, assegno per il terzo fi-glio, prestiti agevolati garantiti. Manon a scapito di quanto si percepi-sce nel presente. Poi, per ogni fi-glio, l'assegno ha lo stesso importo,maggiorato dal terzo figlio in poi.

    La nuova normativa, inoltre, rien-tra nel quadro più ampio sulla fami-glia che il governo sta componendocon il Family Act ad opera della mi-nistra per le Pari opportunità e laFamiglia, Elena Bonetti. Una batta-glia su cui il Forum delle Associa-zioni Familiari ha creduto ferma-mente come snodo fondamentaleper un Paese che — lo ricordiamo —ha la media di 1,29 figli per donna,al di sotto quindi del ricambio ge-nerazionale di 2,1. E le previsioniper il futuro, aggravate dalla pande-mia con tutte le sue conseguenze,non sono più rosee. Un gelo demo-grafico di cui si parla sempre di piùe con sempre maggiore preoccupa-zione da più parti. Sul camminopercorso e da percorrere ancora del-l'assegno unico, ne abbiamo parlatocon Gigi De Palo.

    Il grande lavoro del Forum — af-ferma De Palo — è stato proprioquello di riuscire a mettere tutti in-sieme. La svolta epocale nasce dalfatto che da adesso in poi c'è unastrada che va perseguita e anche lerisorse hanno una sorta di cornicedentro la quale essere inserite.Quindi si sta strutturando finalmen-te l'Italia di politiche familiari, cosache non era mai stata fatta negli an-ni.

    Un atto che peraltro ci avvicina ai mi-gliori Paesi dell’Europa in tema di po-litiche familiari e in momento comequello della pandemia e del lockdown

    in cui si è visto che l’Italia ha rettograzie alle famiglie?

    In Italia purtroppo non c'è statoquel ricambio generazionale cherende il nostro Paese sostenibile. Perquesto l'assegno unico e tutte le po-litiche familiari sono anche inseritein un discorso più ampio di sosteni-bilità. Dopo il Recovery Found, cheappunto darà delle risorse, si libere-ranno automaticamente delle risorseche siamo convinti debbano esseremesse all'interno dell’assegno unico.Tenendo presente questa grandeunanimità e questa grande forza diunità che ha dimostrato il Parla-mento, sarebbe non solo uno spre-co, ma sarebbe inutile rallentarequesto processo, visto che siamoriusciti a togliere il tema famigliadal solito agone polemico politico,che spacca il Paese, invece di unirlo.

    Con l'assegno unico verrebbero abroga-ti, tra gli altri, assegni per il nucleofamiliare, detrazioni per i figli a carico,bonus bebè, bonus mamma... Alcuni te-mono che avranno, quindi, importi in-feriori. Voi affermate che non sarà così.P e rc h é ?

    Abbiamo lavorato perché ci fosseall'interno della legge, quella cheviene definita una clausola di salva-guardia in base alla quale nessunodovrà percepire meno di quantopercepisce adesso. Sarebbe non soloun autogol politico, ma anche unabeffa per le famiglie se in una rior-ganizzazione che va ad aiutarel’aspetto anche della troppa buro-cratizzazione delle politiche oggi inatto, le famiglie andassero a prende-re di meno. La buona notizia è chefinalmente si allargherebbe la pla-tea, soprattutto a tutte quelle fami-glie con figli che hanno le partiteIVA, i contratti atipici, che oggi —lo ricordiamo — non prendevanonessun aiuto. Ma la cosa importanteè anche il cambio di mentalità, cioènon si tratta di un aiuto. Non sitratta di elemosina per le famiglie.Ma si tratta di un investimento perfigli che per la prima volta vengonoconsiderati un bene comune. Ecco èimportante questo passaggio ancheculturale. Chiaramente noi monito-reremo affinché non ci sia nessuno

    che prenda meno rispetto a prima,però le famiglie in particolar modoquelle giovani che oggi fanno figli ehanno contratti atipici, potrannoavere delle risposte concrete perchépotranno sentire che alle spalle c'èqualcuno che non gli dice: "Il figlioè un fatto privato, sono affari tuoi,ma il figlio è un qualcosa di cuiquesto Paese ha bisogno". E chequindi ci sia un attenzione del Go-verno e dello Stato che dica: "Noi cisiamo, ti aiutiamo".

    In un'intervista a Vatican News, ierila ministra Elena Bonetti ha avevaproprio messo in luce come l’assegnounico universale “significa cambiare ilpunto di vista, significa riconoscere chetutti i bambini sono un bene per lacollettività”. Significa quindi anche ri-conoscere l’apporto straordinario chesul welfare le famiglie, e in particolarele madri, danno al Paese. Ma oltrel’assegno universale, il Family Act pre-vede anche una rimodulazione del fi-sco?

    Sicuramente l’assegno unico euniversale è il centro di una riformapiù grande, le fondamenta sullequali si può costruire la casa: chesenso avrebbero i congedi parentali,se non ci fosse un aiuto reale allefamiglie a 360 gradi? Allora, è im-portante appunto questo passaggiodell’assegno unico perché sopra eintorno si può costruire il FamilyAct, i congedi parentali, ci può esse-re un'attenzione per il lavoro femmi-nile, ci può essere un discorso lega-to agli asili e così via. Però è fonda-mentale dare a questa casa dellefondamenta e le fondamenta si han-no solamente se si va a togliere ladiscriminazione fiscale in cui hannovissuto le famiglie italiane da 40 an-ni a questa parte, perché oggi le fa-miglie non pagano le tasse in basealla composizione familiare, ma pa-gano le tasse in base al reddito.Quindi, ci sono famiglie con due fi-gli che pagano le stesse tasse di fa-miglie con quattro figli... Alloraquesto è sbagliato mentre con asse-gno unico, riforma fiscale, più tuttauna serie di servizi previsti nel Fa-mily Act, speriamo di poter dotarela famiglia di politiche che non han-no mai avuto.

    Immagine satellitare della diga (Afp)

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 24 luglio 2020 pagina 3

    La California supera New York e diventa lo Stato con più casi

    Usa, le cifre attuali sul covidpeggiori di marzo e aprile

    Allarme congiunto di Fao, Unicef e Wfp

    Yemen, aumenta il rischio crisi alimentareTrump annuncial’invio dei federali

    a Chicagoe Albuquerque

    WASHINGTON, 23. «Questo ba-gno di sangue deve finire. Invie-remo agenti federali a Chicago eAlbuquerque». Con queste paro-le ieri il presidente degli StatiUniti Donald Trump, dalla CasaBianca, ha annunciato «un au-mento delle forze dell’ordine fe-derali nelle comunità colpite dacrimini violenti». Il presidenteera affiancato dal ministro dellaGiustizia, William Barr, e dai di-rettori dell’FBI e del Dipartimen-to della sicurezza interna, quan-do ha indicato che il Ministero diGiustizia «aumenterà immediata-mente le forze dell’ordine federalinella città di Chicago» (Illinois)— circa 200 agenti —, e, allo stes-so modo, presto una trentina diagenti federali saranno inviati adAlbuquerque (Nuovo Messico).

    Nelle intenzioni di Trump cisarebbe l’estensione nelle prossi-me settimane dell’iniziativa"Operazione Legend" — iniziata«con successo» a Kansas City nelMissouri — anche ad altre cittàamministrate da sindaci democra-tici, sostenendo che sono fuoricontrollo. L’operazione prende ilnome dal bimbo di quattro anni,LeGend Taliferro, ucciso il 20giugno a Kansas City raggiuntoda un colpo di arma da fuoco alviso mentre dormiva.

    Intanto quindici sindaci di al-trettante città statunitensi ierihanno sottoscritto una lettera incui chiedono all’amministrazioneTrump il ritiro delle forze federalida Portland, nell’Oregon e la ri-nuncia all’invio di agenti federaliin altre città controllate dai de-mocratici, deciso senza l’a p p ro v a -zione delle autorità locali e defi-nito nella missiva un «abuso dip otere».

    La lettera è stata sottoscrittadai sindaci di Portland, Seattle,Atlanta, Chicago, WashingtonDC, Boston, Philadelphia, Den-ver, Los Angeles, San Jose, Oa-kland, Tucson, Sacramento,Phoenix e Kansas City.

    WASHINGTON, 23. Gli Stati Unitihanno registrato quasi 1.200 morti eoltre 71.500 nuovi casi di coronavi-rus nelle ultime 24 ore: è quantoemerge da un aggiornamento deiconteggi stilato ieri sera dalla JohnsHopkins University a Baltimora.

    Finora nel Paese per cause ricon-ducibili al covid-19 sono morte143.190 persone su un totale di quasi3.970.906 casi positivi. Il virus, or-mai da qualche settimana, ha au-mentato la sua diffusione negli Statia sud e a sud ovest del Paese — inparticolare in California, in Florida,in Texas e Arizona divenuti nuovoepicentro della pandemia —, facendotornare le cifre sui contagi e sui de-cessi negli Stati Uniti uguali se non

    maggiori di quelle registrate in pri-mavera.

    Proprio ieri la California ha supe-rato New York, diventando lo Statocon il numero maggiore di casi, perl’esattezza 413.000. Al terzo posto laFlorida con 370.000 contagi. NewYork mantiene però il primato dellevittime con 32.500 decessi, quattrovolte superiore ai quasi 8000 mortidella California, seguito dal NewJersey con 15.700.

    Il presidente Trump, ieri duranteil secondo briefing sul coronavirusdopo tre mesi di pausa, ha dettoche «ci sono probabilmente diversecause per il picco di infezioni», tracui anche l’ondata di proteste delBlack Lives Matter, le manifestazio-ni anti-razziste che si sono avute intutto il Paese a partire da fine mag-gio a seguito dell’uccisionedell’afroamericano George Floyd,durante un fermo di polizia in Min-nesota. «I casi sono iniziati ad au-mentare tra i giovani americani po-co dopo le manifestazioni, come voisapete, cosa che presumibilmente hainnescato un più ampio rilassamen-to delle misure di contenimento intutto il Paese» ha dichiarato l’inqui-lino della Casa Bianca. Tra le altrecause Trump ha anche menzionato«le riunioni familiari durante il Me-morial Day e il fatto che i giovani siriuniscono in bar ed altri luoghi».

    Infine, ha fatto riferimento al Messi-co, dove «i casi stanno aumentandoin modo molto brusco», aggiungen-do che «è di grande aiuto» il murodi «413 chilometri recentemente co-struito sulla frontiera» per contenereal massimo il numero delle personeche entrano illegalmente nel Paese.

    Il presidente è tornato sull’usodella mascherina, dopo che l’India-na e il Minnesota hanno impostol’obbligo dell’utilizzo in pubblico,confermando che la decisione spettaai governatori dei singoli Stati. Suquesto fronte il sindaco di Washin-gton ieri ha reso obbligatorio l’usoogni volta che si esce di casa.

    Il presidente statunitense si èespresso anche sulla riapertura dellescuole. «Abbiamo una strategia na-zionale» per le scuole ma «come sa-pete la decisione definitiva sta aigovernatori. Penso che molti di lorovogliano le scuole aperte», ha di-chiarato Trump. Il presidente ha poirivolto un pensiero agli anziani alleprese con il coronavirus e con le sueconseguenze. «Voglio inviare unmessaggio di speranza a ogni anzia-no che si è trovato ad affrontare ledifficoltà dell’isolamento. Speriamodi arrivare alla fine del tunnel rapi-damente. La luce inizia a brillare.Ci arriveremo molto rapidamente»ha detto Trump.

    Il ministro della Salute minimizza mentre per gli epidemiologi la situazione è fuori controllo

    In Brasile nuovo record di contagiQuasi 68.000 in un giorno

    SANA’A, 23. Gli shock economici, gli scontri armati, leinondazioni, le locuste del deserto e, ora, la pandemiadi covid-19 stanno creando nello Yemen una “temp estap erfetta” che potrebbe rendere vani i progressi conse-guiti con grande fatica nel campo della sicurezza ali-mentare. È questo l’allarme lanciato dall’ultima analisidell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimenta-zione e l’Agricoltura, (Fao), dal Fondo delle NazioniUnite per l’infanzia (Unicef) e dal Programma alimen-tare mondiale (Wfp) in collaborazione con i partner sulcamp o.

    Condotta finora in 133 distretti dello Yemen meridio-nale, l’analisi — si legge in un comunicato della Fao —prevede una crescita allarmante del numero di personeesposte a elevati livelli di insicurezza alimentare acuta.La morsa in queste aree si era allentata lo scorso annograzie a un imponente incremento degli aiuti umanitari,ricorda la Fao. I successi ottenuti, tuttavia, potrebberoessere rapidamente neutralizzati a causa della pande-mia: nei prossimi sei mesi si prevede un aumento da 2 a3,2 milioni del numero di persone afflitte da elevati li-velli di insicurezza alimentare acuta.

    Pa t t u g l i a m e n t oru s s o - t u rc o

    a Idlib

    DA M A S C O, 23. Segnali di stabilitàper Idlib. Per la prima volta dalraggiungimento della tregua nellaSiria nord-occidentale, ieri, unconvoglio di mezzi militari russi eturchi ha compiuto il pattuglia-mento dell’intero tratto dell’auto-strada Aleppo-Latakia che dividein due la regione di Idlib.

    Il pattugliamento congiunto hariguardato un tratto dell’autostra-da M4 lungo circa 90 chilometri,da Saraqeb, a sud-est di Idlib, fi-no alla regione confinante con laregione di Latakia, verso ovest.

    Russia e Turchia avevano rag-giunto lo scorso marzo un accor-do per mettere fine ai combatti-menti nelle provincia di Idlib. Loscorso 14 luglio un ordigno eraesploso sul ciglio dell’autostradaM4 al passaggio di un convogliorusso-turco e tre soldati di Moscaerano rimasti feriti.

    Intanto, sul fronte politico, ilpartito Baath del presidente Assadha vinto le elezioni legislativesvoltesi tra domenica e lunedìscorsi in quasi tutto il Paese. Loriferiscono media governativi checitano i risultati ufficiali resi notinelle ultime ore dalla commissioneelettorale. L’affluenza alle urne hatoccato un record negativo del 33per cento, in ribasso a quello co-munque modesto (56 per cento)del 2016.

    L’Australiateme la seconda

    ondata

    MELBOURNE, 23. L’Australia haregistrato un record di 501 nuovicontagi da coronavirus nelle ulti-me 24 ore, quasi quattro mesi do-po il picco della Pandemia nelPaese: oltre il 96 per cento dei ca-si si segnalano nello Stato di Vic-toria, dove le autorità sono alleprese da giorni con un grosso fo-colaio a Melbourne. Il picco pre-cedente in Australia, di 459 casi,era stato registrato il 28 marzoscorso e nelle settimane successivele autorità avevano cominciato adallentare le restrizioni. Il premierdi Victoria, Daniel Andrews, hareso noto che nelle ultime 24 orenello Stato sono stati registratidue ulteriori decessi e 484 nuovicasi di coronavirus, un dato que-st’ultimo che porta il bilancio deicontagi attivi oltre quota 3.400.

    Sale la tensionetra Cina e Stati Uniti

    WASHINGTON, 23. Sale la tensionetra Cina e Stati Uniti. Pechino hadenunciato minacce di morte e diattentati contro la sua ambasciata aWashington. La portavoce del mi-nistero degli esteri, Hua Chunying,ha parlato di una «scia a insulti eodio alimentati dal governo degliStati Uniti» peggiorato notevol-mente dopo che ieri l’amministra-zione ha disposto la chiusura delconsolato cinese a Houston per leaccuse di spionaggio.

    «Proteggeremo gli americani e lanostra proprietà intellettuale», hadichiarato la portavoce del diparti-mento di Stato, ;organo Artagus, ri-ferendosi alla chiusura del consola-to.

    Pechino ha condannato dura-mente la decisione dell’amministra-zione Trump. La mossa «viola se-riamente il diritto internazionale ele norme di base che regolano le re-

    lazioni internazionali, viola grave-mente l’accordo consolare tra Cinae Stati Uniti, e mina deliberatamen-te le relazioni sino-americane. Èscandaloso e ingiustificato», ha di-chiarato il ministero degli esteri ci-nese. Pechino quindi «esorta gliStati Uniti a revocare immediata-mente la decisione sbagliata, o laCina ricorrerà a legittime e necessa-rie reazioni». Inoltre, sempre secon-do Pechino, gli Stati Uniti hannoimposto due volte ingiustificate re-strizioni ai diplomatici cinesi.

    Intanto, l’Fbi ha accusato ieriuna ricercatrice cinese, Tang Juan,biologa, di avere frodato il sistemadell’immigrazione non rivelando lesue connessioni con l’esercito. Tangavrebbe anche mentito durante uninterrogatorio con agenti dell’Fbi.Al momento, la ricercatrice si è ri-fugiata nel consolato cinese di SanFr a n c i s c o .

    In Corea del Sud registrata la più alta contrazione trimestrale del Pil degli ultimi 20 anni

    Non calano i casi positivi a Hong Kong

    HONG KONG, 23. Preoccupazione aHong Kong dopo un nuovo au-mento di casi positivi registrati ieridal ministero della salute. Davanti a113 nuove infezioni nelle ultime 24ore — di questi solo 8 sono casi im-portati, in particolare dalle Filippi-ne, dall’India, dagli Stati Uniti edal Kazakhstan — il ministro SophiaChan ha invitato la popolazione acancellare tutte le uscite inutili, ri-ducendo le attività al minimo indi-spensabile. «Le prossime due setti-mane saranno decisive», ha ammes-so Chan. Poco più di due settimanefa, le autorità di Hong Kong aveva-no ordinato la chiusura di palazzettidello sport e locali notturni, nonchél’uso di maschere sui trasporti pub-blici. Queste misure non sono statesufficienti per frenare l’epidemia.Da oggi indossare una maschera sa-rà obbligatorio in tutti gli spazipubblici chiusi.

    Intanto in Corea del Sud l’econo-mia ha registrato tra aprile e giugnola peggiore contrazione trimestraledal 1998. Lo ha riferito da Seoul ilministero dell'economia sudcoreano,specificando che le esportazioni so-

    no state fortemente danneggiatedalla crisi. Il Pil della quarta econo-mia dell’Asia e 12ª al mondo, è sce-so del 2,9 per cento nel secondo tri-mestre 2020 rispetto allo stesso pe-riodo dell’anno precedente.

    Operatore sanitario anti-covid al lavoro (Afp)

    BRASÍLIA, 23. Continua la fase dicrescita della curva epidemiologicadel covid-19 in America Latina. Laregione ha superato nel bilanciocomplessivo delle infezioni quota 4milioni, oltre metà dei quali registra-ti in Brasile, di gran lunga il Paesepiù colpito dell’area e secondo almondo, dietro solo agli Stati Uniti,per contagi e numero di morti.

    Proprio ieri sera da Brasília il Mi-nistero della Salute ha annunciatoun nuovo record giornaliero di casi,ben 67.860, stabilito a distanza dipoco più di un mese dal precedente(il 19 giugno) in cui furono 54.771 ipositivi. Per quanto riguarda i deces-si, sono stati 1.284 quelli delle ultime24 ore, che hanno portato il datocomplessivo delle vittime a 82.771unità. Numeri che spingono gliesperti epidemiologici a definire lasituazione ancora fuori controllo nelPaese. Di parere opposto il ministroad interim della Salute, Eduardo Pa-zuello, che ieri in conferenza stam-pa, pur ammettendo una crescita deicasi, ha sostenuto che questo anda-mento «è dovuto alla stagione inver-nale e ai cambiamenti sociali dell’in-verno».

    Il virus sta spostandosi nelle zonemeridionali e sudoccidentali del Bra-sile, mentre si assiste a una stabiliz-zazione o un declino in quegli Staticolpiti per primi dalla pandemia, co-me ad esempio San Paolo o Rio, che

    comunque conservano ancora le cifrepeggiori in termini di infezioni e de-cessi.

    Intanto il presidente Jair Bolsona-ro, è risultato ancora positivo al co-vid-19, dopo aver effettuato nuova-mente un test lunedì scorso. Il capodello Stato, che ha contratto il virusil 7 luglio, aveva detto di sperarenella negatività del test, per potertornare alla "normalità". È quindisaltato anche il viaggio che aveva inprogramma di compiere domani nelPiauí, uno degli Stati nel nord-estbrasiliano.

    In Argentina, per il secondo gior-no consecutivo, è stato stabilito unaltro record di nuovi casi positivi.Lo ha reso noto il Ministero dellaSanità, secondo cui dopo le 5.344 in-fezioni di martedì, ieri sono stati5.782 i contagi. Il nuovo dato portail bilancio complessivo dei casi nelPaese a quota 141.900. I morti sonostati 98 nelle ultime 24 ore, per untotale di 2.588.

    In Bolivia, tra il 15 e il 20 luglio,il personale della Forza speciale na-zionale per la lotta al crimine ha re-cuperato per le strade, nei veicoli enelle abitazioni di cinque diparti-menti del Paese — Cochabamba e LaPaz quelli più colpiti — almeno 420corpi privi di vita, sottolineando chein almeno l’85 per cento dei casi(357) sono decessi per cause legate alcovid-19.

    Laboratorio per controlli anti-covid allestito in un parcheggio a Hong Kong (Epa)

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 venerdì 24 luglio 2020

    di SERGIO VALZANIA

    Le modalità editoriali cam-biano. I ruoli autoriali, dicuratela e di offerta sulmercato si modificano,così che operazioni rite-nute più che legittime qualche de-cennio fa divengono improponibili,se non nella forma della riedizione.

    È quello che capita a La tragediadel vivere umano di Miguel de Una-muno, forse massimo autore di lin-gua spagnola della prima metà delNovecento, pubblicato in italianodal Corbaccio nel 1925 e oggi meri-tevolmente riedito con apparato diaccompagnamento immutato dal-l’editrice Oaks (Sesto San Giovanni,2020, pagine 180, euro 18).

    La lingua risente gradevolmentedello scorrere degli anni e conservatermini come andare in busca, perricercare, ruzzare, per scorrazzare inallegria, o avanti per prima.

    Nella breve nota di Piero Pille-pich, traduttore dallo spagnolo, tro-viamo conferma del fatto che «Nonesiste un’opera di Unamuno cheporti il titolo qui in testa al volu-

    unissero la capacità di suscitare inte-resse nel pubblico italiano a quelladi dar conto del pensiero di Unamu-no.

    Il titolo scelto intendeva creare unrapporto di continuità con il capola-voro riconosciuto dello scrittore, Delsentimento tragico della vita, edito inSpagna nel 1913 e tradotto in italia-no nel 1924.

    Anche l’altro caposaldo della pro-duzione di Unamuno, Vita di DonChisciotte e Sancho, pubblicato inSpagna nel 1903, aveva dovuto at-tendere dieci anni per arrivare inItalia, dove ha conosciuto un’esp e-rienza editoriale molto confusa, di-versificata nel titolo e nel formato,di solito antologizzato anch’esso.

    Fatte queste considerazioni biso-gna dire che la riproposizione di Latragedia del vivere umano è un’op era-

    I temi maggiori rimangono quellitipici di Unamuno, personalità com-plessa e dalla vita travagliata, chetrascorse sei anni in esilio per la po-sizione critica assunta nei confrontidella monarchia; repubblicano nonaderì al Fronte popolare, che anzi loprivò del rettorato onorario dell’Uni-versità di Salamanca, posizione nellaquale fu reintegrato, poco prima del-la morte, per la sua adesione al fran-chismo, della quale peraltro si pentìquasi subito.

    Il discorso inaugurale da lui tenu-to in occasione dell’inizio dell’annoaccademico 1936-1937 fu molto pocogradito ai falangisti che gli imposeroun regime di semireclusione. Oltrealle ricorrenti citazioni dal Don Chi-sciotte di Cervantes, ne La tragediadel vivere umano troviamo una co-stante attenzione alla tematica dellamorte letta nello specchio della ten-

    no vanno certamente segnalati quellosul dubbio, di una eccezionale mo-dernità, nella frase «il credente chenon vuole, che rifiuta di esaminare ifondamenti della sua fede è un uo-mo che vive nell’insincerità e nellamenzogna», troviamo un elementofondante dell’umanesimo cristianocontemporaneo, molto presente nelpensiero e nella pastorale sia di PapaRatzinger che di Papa Francesco.Delicatissima anche la riflessionesulla preghiera, su quanto essa ven-ga stimolata dalla solitudine, sullarisposta che «l’eterno monologodell’umanità dolorante» riceve dalseno di Dio, «la voce di Dio nel no-stro cuore». Una lettura stimolante,capace di spingere alla lettura, e for-se persino alla rilettura, delle operemaggiori di un autore poco frequen-tato nonostante la qualità della suapro duzione.

    Riedita l’opera antologica «La tragedia del vivere umano» di Miguel de Unamuno

    Quel monologodell’umanità dolorante

    storie fatte di aneddoti, curiosità, pensieri,sentimenti. Parla di stupore, di seduzione,anche di coraggio, ricorda Ulisse e le Colon-ne d’Ercole e intanto prende forma un’ideadella vita come passione, ascolto, condivisio-ne. Il pubblico non perde una battuta el’emozione è così forte da non trovare altrastrada che il silenzio. Il tempo degli applau-si, tanti a scena aperta, quelli confidenti chenon temono di disturbare il suono, verrà do-po, quando avrà ripreso posto al pianofortee quel battere di mani sarà un’altra musicache accompagna la musica.

    Piovani raccontando torna indietro neltempo, alla fisarmonica, il primo strumentoche piccolissimo imparò a suonare. Il suorapporto con la memoria sembra contenuto,essenziale come di chi sa che scivolare nellostruggimento della nostalgia finisce con l’ap-pannare i ricordi. È proprio quest’asciuttezzache gli permette di attraversare il passato co-me il passato di volta in volta richiede: con

    Una notte senza tempo, piena di magieCon Nicola Piovani all’Auditorium Parco della musica a Roma lo spettacolo si fa dialogo

    Nell’affermazione secondo cui«il credente che non vuole, che rifiutadi esaminare i fondamenti della sua fedeè un uomo che vive nell’insincerità e nella menzogna»è dato di cogliere un elemento fondantedell’umanesimo cristiano contemporaneo

    Tra i temi ricorrentidello scrittore di Bilbao

    la tensione dell’uomo all’immortalità

    Don Chisciotte e Sancho Panza in un ritratto di Gustave Doré

    Il compositore, direttore d’o rc h e s t rae premio Oscar per la colonna sonoradel film «La vita è bella»ha affermatoche «la musica è pericolosa»citando Federico Felliniil quale temeva la commozionee le emozioni che da essa nascono

    far dimenticare quel metro indispensabileper proteggersi e proteggere, che ormai è di-ventato l’unità di misura della solitudine.Musica e parole fioriscono in uno stringersispontaneo fatto di emozioni condivise, unabbraccio tra Piovani e il suo pubblico che èquasi un respirare insieme.

    Applausi, qualche bis, poi quando i musi-cisti lasciano la scena Piovani, rimasto solosul palco, riprende posto al pianoforte e in-tona una melodia di Ennio Morricone, unomaggio in forma di congedo. Quando sol-leva le mani dalla tastiera si spengono le lu-ci. Dal cielo stellatissimo scende un raggioargentato di luna che illumina i suoi ricciolimorbidi e il viso che è sempre quello di unragazzo.

    di FRANCESCA ROMANA DE’ ANGELIS

    Ci sono giorni nella vita che rega-lano magie. Mercoledì 15 luglio2020 ore 21, Auditorium Parcodella musica a Roma. Le paroleche seguono non saranno la cro-naca di un concerto, ma il racconto di unasera incantata che Nicola Piovani ha regala-to al suo pubblico. Con il palco ancora av-volto nel buio — qualche bagliore dal nerolucido del pianoforte — la Cavea dell’Audi-torium, di solito così affollata, sembra undeserto. In tanti sono rimasti senza bigliettoper quel distanziamento necessario che rassi-cura chi si è avventurato fuori casa come altempo di un mondo senza epidemia, ma unaseparatezza che non può non dare pena.

    Più posti vuoti che persone, qua e là duecongiunti seduti vicini, chi è solo da solo,

    è anche il titolo di un suo bellissimo libro,un vagabondare tra i ricordi della sua vitanon da musicista prestato alla letteratura, mada scrittore vero che parla di musica. Fellinitemeva la commozione che nasce dalla musi-ca, un’opinione condivisibile aggiunge Pio-vani. Ascoltare musica è correre dei rischi,come correre dei rischi è vivere, è amare per-ché tutte le cose belle di questo mondo ticambiano dentro e se a volte regalano felici-tà altre condannano al naufragio.

    È con queste parole che lo spettacolo si fadialogo, incontro. Con un microfono in ma-no Piovani attraversa lentamente il palco fer-mandosi qualche momento al centro e aidue estremi per rivolgersi a tutto il suo pub-blico e intanto parla. Se le sue mani si muo-vono leggere e rapide sulla tastiera con lagrazia di un volo di farfalle, la sua voce conla stessa grazia è capace di raccontare tante

    delicatezza, ironia, sorriso, malinconia masempre con l’intensità di chi è abituato ascendere al cuore delle cose e a chiamarlecon il loro nome.

    A incantare non è solo il talento che Pio-vani dimostra nel creare emozioni con lamusica e con le parole, ma quel senso straor-dinario di totalità che si percepisce e che fadella musica e delle parole due linguaggi di-versi che con naturalezza si incontrano perraccontare il suo mondo. Allo stesso modo

    squadra, le canzoni che quando sono belledavvero diventano la colonna sonora di unagenerazione, i cori in spiaggia al tramonto diragazzi stretti attorno a una chitarra, la nin-na nanna che una mamma intona a mezzavoce per far addormentare il figlio bambino.

    Così al pianoforte alterna le sue musichecon i rubati di uno Chopin che fa trasalire ilcuore, con la lucentezza di una suite cheDebussy dedicò al mondo dell’infanzia, conle struggenti note di Caminito, un tango ar-

    sua musica meravigliosa e alle parole di quelpoeta che fu Vincenzo Cerami, è una dellecanzoni d’amore più belle di sempre.

    Mentre il concerto si avvia verso la con-clusione Piovani esce da un tempo senzatempo per entrare nel presente. E lo fa conun pensiero solidale verso tutti quegli artistie quei lavoratori dello spettacolo che la pe-stilenza in questi mesi ha costretto al silen-zio. Forme d’arte che non possono essere vi-ste o ascoltate a distanza, ma che ogni voltavengono ricreate in presenza perché per vi-vere hanno bisogno degli artisti e del pub-blico, come di due gusci una conchiglia.

    «Quando sentiamo il bisogno di un ab-braccio dobbiamo correre il rischio di chie-derlo» scriveva Emily Dickinson, ma in que-sta sera dolce d’estate non c’è bisogno dichiedere. Piovani suona, racconta e intantoannulla le distanze, cancella i vuoti, riesce a

    Sulle note del suo pianoforteha parlato di stupore, di seduzione e anche di coraggioricordando Ulisse e le Colonne d’E rc o l eNel frattempo prendeva forma un’idea della vitaintessuta di passione, di ascolto e di spirito di condivisione

    me». Infatti si tratta di un’opera an-tologica, di un florilegio, come si di-ceva, curato dallo stesso Pillepichche è andato scegliendo all’internodella grande produzione dello scrit-tore di Bilbao brani che secondo lui

    zione culturale ed editoriale di note-vole interesse. In un volume moltoagile — 180 pagine di testo più unatrentina di apparati — sono presentiquasi tutti gli elementi caratteristicidella produzione di Unamuno nella

    Lo scrittore spagnolo dedicò alla preghieraun’attenta e approfondita riflessionesottolineando come essa sia stimolata dalla solitudinee ponendo l’accento sulla risposta di Dioalle suppliche elevate dall’uomoUna risposta che è «la voce di Dio nel nostro cuore»

    senza il conforto di un estraneo accanto concui scambiare qualche parola di circostanzao anche solo un sorriso. Tante isole perdutenel mare e neanche il profilo di altre terreall’orizzonte.

    Si accendono le luci e sul palco entra Ni-cola Piovani, pianista, compositore, direttored’orchestra, arrangiatore, premio Oscar perla colonna sonora del film La vita è bella diBenigni, un musicista conosciuto e amato intutto il mondo che ha legato il suo nome amusiche indimenticabili. Ad accoglierlo unlungo applauso che sembrerà appena unbrusio se paragonato a quelli che verranno.

    Alle prime note su un grande schermo allespalle dell’orchestra cominciano a scorrere leimmagini: locandine, registi, attori di tantifilm che hanno la sua preziosa voce musica-le. Inizia così la magia. Poi Piovani lascia ilpianoforte e si rivolge al suo pubblico. «Lamusica è pericolosa, lo diceva Fellini». Esor-disce spiegando il titolo dello spettacolo che

    ricchezza di registri che lo caratteriz-za, compresi alcuni dialoghi, cheforniscono un assaggio anche dellaconsistente scrittura teatrale dell’au-tore, in Italia quasi sconosciuta.

    sione dell’uomo all’immortalità, con-quista alla quale secondo Unamunoè necessario aspirare senza immagi-nare di ottenere in vita una qualchecertezza in relazione a essa. Su diquesta riflessione è incentrata la pre-fazione di Adriano Tilgher, giusta-mente mantenuta dall’edizione del1925.

    Fra i passaggi migliori dei testiraccolti in La tragedia del vivere uma-

    Piovani, musicista raffinatissimo, ama tuttala musica, purché capace di far battere ilcuore: i ritmi festosi di una banda, la dolcez-za di una serenata che sale verso il cielo ac-compagnata dal suono di un flauto o di unorganetto, gli inni di una nazione o di una

    gentino nato in una strada bordata di giun-chi e di trifogli e interpretato più che canta-to dalla voce di uno straordinario MarcelloMastroianni. E quel gioiello Quanto t’hoamato p ensato come un “valzerino” semplicesullo stile di un tempo ma che, grazie alla

    Giorgio de Chirico, «Ulisse autoritratto come Odisseo» (1922-1924)

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 24 luglio 2020 pagina 5

    Noi umani, intessuti di storieLògos e incarnazione, la lezione di Ippolito

    di BENJAMIN BEVC

    Le infinite possibilità che offrel’intrecciarsi dei fili della tra-ma e dell’ordito sul telaio fe-cero sì che nell’immaginariocollettivo degli antichi la tessi-tura si identificasse con i percorsi di vitaindividuali e collettivi. Da questa identi-ficazione sono scaturite numerose meta-fore come «tessere una relazione», «in-trecciare una conversazione», «ordire unacongiura», «dipanare la matassa».

    Ma ci sono ancora altre metafore, piùlegate alla nostra attività riflessiva e di-scorsiva, come «i pensieri aggrovigliati»,«il filo del discorso», «tirare le fila»,«spezzare il filo del ragionamento», «in-trecciare le fila di un racconto», «tessereuna storia». Persino una parola così inso-spettabile come «testo» proviene dal ver-bo «tessere».

    Possiamo concludere, quindi, che il di-scorrere umano, il suo raccontarsi è per-meato dalla metafora tessile. Essa ci con-sente di esprimere il carattere intrecciato,spesso imprevedibile e tortuoso, eppureunitario della nostra esistenza. In altreparole, la metafora tessile ci permette diraffigurare l’indole dinamica della nostravita che cerca la sua unità tessendo unracconto.

    Questo fatto fu messo in rilievo ancheda Papa Francesco nel recente Messaggioper la giornata mondiale delle comunica-zioni sociali: «L’uomo è un essere nar-rante perché è un essere in divenire, chesi scopre e si arricchisce nelle trame deisuoi giorni».

    L’uomo, tuttavia, non è l’unico esserenarrante. Stando alle parole del Pontefi-ce, la Bibbia ci presenta anche Dio quale

    «creatore e nello stesso tempo narrato-re»; essa parla inoltre del Lògos divino,cioè del «Narratore per eccellenza», chesi è fatto narrazione. In effetti, il prologogiovanneo afferma: «Dio nessuno l’hamai visto. Il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre, è lui che lo haraccontato (exeghésato)». Sebbene la Bib-bia della Cei traduca «lo ha rivelato», bi-sogna ammettere che il verbo exeghéomaipiù che al campo semantico dello svela-mento appartiene a quello della spiega-zione, dell’interpretazione e del racconto.Girolamo di Stridone ne fu ben consape-vole quando tradusse exeghésato con en-n a ra v i t . A giusto titolo, dunque, Papa

    Francesco mette in evidenza che la vitadi Gesù Cristo è un’«esegesi» del Dio in-visibile. Questo fatto è evidentementepregno di conseguenze anche per la no-stra vita. In maniera del tutto originale,il Pontefice, sempre ricorrendo alla meta-fora tessile, ne esplicita una sola: «Dio siè personalmente intessuto nella nostraumanità, dandoci così un nuovo modo ditessere le nostre storie».

    Questo divino intessersi nell’umanitàviene magnificamente messo in scena da

    Ippolito, uno scrittore orientale poco co-nosciuto, ma sempre suggestivo. Attivofra la fine del secondo e l’inizio del terzosecolo, Ippolito fu autore di diverse ope-re esegetiche nonché del trattato C o n t roNoeto. Nell’opera Sull’Anticristo p re s e n t òtutta l’economia salvifica, operata dalVerbo, avvalendosi della metafora tessilee in modo particolare dell’immagine ditelaio. Ma lasciamo la parola a Ippolitostesso: «Il Lògos di Dio, che era privo dicarne, indossò la santa carne dalla santaVergine, come uno sposo la veste, termi-nando di tesserla nella passione sulla cro-ce, così che, contemperando il nostrocorpo mortale con la sua potenza, e me-

    scolando il corruttibile con l’i n c o r ru t t i b i -le e il debole con il forte, salvasse l’uomoche era andato in perdizione. Il telaio delSignore è dunque la passione che ebbeluogo sulla croce, l’ordito in esso la po-tenza dello Spirito Santo, la trama lasanta carne intessuta nello Spirito, il filola grazia che mediante l’amore di Cristolega e unisce entrambi facendone una co-sa sola, la spola il Lògos, e i lavoranti so-no i patriarchi e i profeti che tessono labella veste talare, la perfetta tunica diCristo, passando attraverso i quali il Lò-gos a mo’ di spola tesse perfettamenteper mezzo loro ciò che vuole il Padre»(da L’anticristo, Firenze, 1987, curatela etraduzione di Enrico Norelli).

    Il simbolo del vestito che rappresentail punto di partenza e di arrivo della ri-flessione ippolitiana, nella tradizione bi-blico-patristica evoca l’identità, la digni-tà, la condizione. Indossare la «santa car-ne» dalla parte del Lògos significa quin-di l’assunzione dell’umanità. Per salvarel’uomo, il Lògos divino, immortale, in-corruttibile e forte si contempera con ciòche è umano, mortale, corruttibile e fra-gile. Questo mescolamento però non av-viene soltanto all’inizio, in un contesto diamore come fu quello del seno della Ver-gine, bensì lungo tutta la sua p a ro u s í aumana: il Lògos continua a tessere la suaveste nuziale fintantoché, all’ora dellacroce, egli non si intrecci totalmentenell’umanità, fintantoché questa non di-venti «intrisa di sangue» (Ap o c a l i s s e 19,13).

    Con l’allegoria del telaio che segue im-mediatamente, Ippolito prolunga, svilup-pa e approfondisce il tema della tessitura.Al centro dell’attenzione è ormai la strut-tura personale di Cristo, cioè la sua divi-no-umanità la quale, tessuta lungo tuttala storia veterotestamentaria, viene com-pletata con la passione sulla croce.

    La ricca e profonda simbologia del te-laio si potrebbe comprendere alla lucedel doppio significato della parola histós,che può designare sia l’albero della naveche l’albero del telaio e, per estensione, iltelaio stesso: in entrambi i casi, la formaverticale del palo rimanda a quelladell’albero della croce. Quanto al vestito,tessuto sul telaio della croce, esso èl’umanità di Cristo che ingloba e condu-ce a Dio tutti gli uomini. Il suo ordito èla potenza dello Spirito nella quale vieneintessuta la trama, cioè la carne.

    L’artigiano principale è il Lògos stessoche, a mo’ di spola, fa passare i fili dellatrama tra quelli dell’ordito. Ricorrendo

    all’immagine del filo, Ippolito precisache è l’amore di Cristo quello che, sul te-laio della croce, unisce saldamente l’o rd i -to e la trama, lo Spirito e la carne.L’amore di Cristo è quella forza che, co-me si accennava precedentemente, puòstrettamente e indissolubilmente vincola-re il divino e l’umano, l’immortale e ilmortale, l’incorruttibile e il corruttibile.In tal modo, nella carne di Cristo, per-meata dallo Spirito, si apre una prospet-tiva, anzi una promessa inedita per l’inte-ra discendenza di Adamo: toccatadall’amore di Cristo, ogni carne umanapuò giungere alla sua piena spiritualizza-zione, cioè alla sua divinizzazione.

    All’inizio del terzo secolo, la metaforatessile permise a Ippolito di rappresenta-re plasticamente il mistero della nostraredenzione in Cristo; ai nostri giorni ilvescovo di Roma nel suo Messaggio perla giornata mondiale delle comunicazionisociali ricorre ancora alla stessa metaforaper sottolineare l’importanza del raccon-to.

    D all’intreccio delle loro parole traspareevidente che della metafora tessile nonpossiamo fare a meno. Ippolito e France-sco ci insegnano, ciascuno a modo suo,

    come farla fruttificare e ci invitano, sep-pure indirettamente, ad avvalercene an-che noi.

    La ricca e profonda simbologia del telaiodiventa comprensibile alla lucedel doppio significato della parola «histós»che può designaresia l’albero della nave che l’albero del telaioChe rimanda all’albero della croce

    Rinnovato e integrato il sito internet della Bav

    Una passeggiata (virtuale) nella Biblioteca Vaticana

    Il salone sistino, che è stato sede della Biblioteca apostolica Vaticana

    Il simbolo del vestito rappresentail punto di partenza e di arrivo nella tradizione biblico-patristicaed evoca l’identità la dignità, la condizioneIndossare la «santa carne» da parte di Diosignifica quindi l’assunzione dell’umanitàPer salvare l’uomo, ciò che è divino, immortale, incorruttibile e fortesi contempera con ciò che è umano, mortale, corruttibile e fragileUn «mescolamento» che continua nel tempo

    Camilian Demetrescu, un arazzo del ciclo «Hierofanie» (2005, particolare)

    ra c c o n t oLA PAROLA DELL’ANNO

    «Desidero dedicare il Messaggio di quest’anno al tema della narrazioneperché credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone:storie che edifichino, non che distruggano;storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme»

    (Papa Francesco per la giornata delle comunicazioni sociali 2020)

    «S iamo i bibliotecari del Papaperché la biblioteca è sua ed èaperta per sua volontà damolti secoli. Quindi vogliamo essere ve-ramente a servizio dei nostri visitatoricon uno strumento moderno e attualeche fornisca subito ciò che uno ricerca omagari gli dia anche qualcosa in più»spiega monsignor Cesare Pasini, prefettodella Biblioteca Apostolica Vaticana in-tervistato da Fabio Colagrande per Ra-dio Vaticana Italia.

    Dopo la pausa per la quarantena do-vuta alla pandemia, lunedì 1° giugno laBiblioteca ha riaperto agli studiosi, men-tre dal 16 luglio scorso è online il nuovosito web, caratterizzato da una nuovaveste grafica e un più facile accesso atutti i contenuti e servizi che lo arricchi-scono. Sono state semplificate e rese piùintuitive le procedure per la richiestadelle riproduzioni dei manoscritti e deglialtri materiali conservati in Biblioteca.La tecnica di allestimento dei contenutionline è di tipo statico (testi, link iperte-stuali, immagini) ma soprattutto di tipodinamico: il sito permette cioè di intera-

    gire con altri sistemi informativi connes-si. È il caso dei motori di ricerca dei ca-taloghi e della biblioteca digitale, dellaconsultazione del catalogo editoriale,della gestione di twitter visto dal web,dell’e-commerce. L’operazione di re-styling risulta particolarmente opportu-na nel periodo della pandemia in cui leregole di sicurezza sanitaria rendono piùdifficile l’accesso fisico degli studiosi.

    «Con il sito vogliamo farci conoscereper quello che siamo e per quello cheabbiamo e offrire un servizio che vorreb-be aggiungere i confini del mondo. Pa-pa Francesco — continua monsignor Pa-sini — parla spesso del fatto che dobbia-mo raggiungere le periferie: ecco, credoche non ci sia nulla come un sito onlineche permetta potenzialmente di arrivarea tutti i confini e tutti paesi del globo,vicini e lontani. Certo, non trascuriamoil servizio di presenza a coloro che ven-gono a trovarci e cerchiamo di servirlibene. Ma, in modo particolare nel pe-riodo di emergenza sanitaria che stiamovivendo, in cui la mobilità delle personeè limitata ed è più difficile per tanti ve-

    nire direttamente in Biblioteca, questosito aperto e comunicativo, ricco e accat-tivante, vuole essere un importante luo-go di accoglienza, di collaborazione eap ertura».

    Basta entrare nel portale vaticanlibra-ry.va per avere la sensazione di aver giàvarcato la soglia della Vaticana. «Chientra in Biblioteca, per questa via —continua Pasini — desidera ormai ugual-mente conoscere, vedere, consultare emagari prendere nota. Quindi deve esse-re questo il primo servizio che trova, de-vono essere queste le prime cose belleche può guardare, di cui incuriosirsi, incui fare ricerca. Ci si può così soffermaresulle medaglie, le monete, le incisioni, lestampe, gli stampati, i manoscritti. Cosìconosce quelli che può trovare in Biblio-teca o magari trova qualcosa che stavacercando per un suo studio particolare,ma può comunque sbizzarrirsi all’inter-no di quelle mille culture, mille lingueche abbiamo in biblioteca nei nostri te-sori, lingue della storia del mondo». Cisono novità anche per l’area cosiddetta“riservata”, un’area dedicata a comunica-

    zioni relative a richieste specifiche. «Ba-sta registrarsi — continua Pasini — e si èall’interno. La novità è una migliore ri-cerca fra i titoli del nostro catalogo edi-toriale, quindi per i libri che pubblichia-mo noi come biblioteca: pubblicazioniscientifiche, ma anche di interesse imme-diato, come può essere l’agenda chestampiamo di anno in anno. Poi in que-st’area si possono fare le richieste di fo-toriproduzione sia per motivi di studiocome per uso professionale. C’è tutto unflusso per fare queste richieste in manie-ra molto lineare, pratica e utile».Nell’area Notizie ed eventi vengono ri-portati gli appuntamenti che riguardanola biblioteca, accanto alle newsletter ealla segnalazione delle novità editoriali:«quando una pubblicazione nuova vienemessa in divulgazione o in acquisto quiviene illustrata e presentata. E infine —conclude Pasini — ci sono i tweet delnostro account Twitter @bibliovaticana,che annunciano i nostri appuntamenti ele nostre iniziative in modo molto piùimmediato».

  • L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 venerdì 24 luglio 2020

    LA MESSE È M O LTA : VIAGGIO NEL MOND O DELLE VO CAZIONI/1

    Pochi (missionari) ma buoniA colloquio con il rettore del seminario teologico internazionale del Pime di Monza

    di IGOR TRABONI

    È il 15 giugno e una pioggiabattente insiste su Milano edintorni, come non bastasserole preoccupazioni ancora presentiper l’emergenza sanitaria. Ma nél’una né l’altra fermano la cerimoniaprevista nel giardino del seminariointernazionale del Pime (Pontificioistituto missioni estere) di Monzaper l’ordinazione di cinque nuovimissionari. È l’arcivescovo di Mila-no, monsignor Mario Delpini, a pre-siedere la celebrazione, anche scher-zando un po’ sulla giornata piovosa(«Con questa benedizione così am-pia sarete i preti della sovrabbon-danza»), prima di imporre le manisul capo di Mauro Pazzi, Ivan Stra-face, Fel Catan, Nathi Lobi e SravanKumar Koya. Come si evince dainomi, ci sono dunque anche due ita-liani tra i novelli religiosi e la sottoli-neatura non è da poco, perché peranni l’Italia non ha dato vocazioniall’istituto e la tendenza rischia di ri-prendere nelle prossime stagioni, co-me diremo meglio tra poco, per unarealtà vocazionale difficile per ciòche è stato il primo istituto missio-nario fondato in Italia.

    Ma intanto, al Pime, si “co ccola-no” Mauro e Ivan: il primo è nato aTorino ed è cresciuto sull’App enninotosco-emiliano, tra Vergato e Marza-botto. Entrato nel Pontificio istitutomissioni estere nel 2015, a 38 anni,dopo un’esperienza di lavoro, tantovolontariato e una passione per glistudi di teologia, adesso andrà nellamissione in Messico. Il secondo èinvece originario di Busto Arsizio enel 2014 è entrato nel seminario delPime attraverso «Giovani e Missio-ne», il cammino che propone ai gio-vani di vivere un mese in una mis-sione dell’organismo: «Sono andatoin Guinea Bissau e sono tornato acasa avendo capito che la missionein qualche modo doveva fare partedella mia vita». Per il momento re-

    sterà in Italia, destinato al serviziodell’animazione missionaria.

    Accanto a loro, Fel Catan, prove-niente dalle Filippine e cresciuto inuna famiglia ad alta vocazione mis-sionaria, visto che questa strada èstata scelta anche da un fratello, unasorella e uno zio di Fel, peraltro pri-mo religioso del Pime nelle Filippi-ne. E una sorta di primogeniturageografica può vantare anche NathiLobi, thailandese, primo missionariodel Pime proveniente dagli Akha,una popolazione tribale insieme allaquale tanti missionari dell’istitutohanno vissuto in questi anni. Arrivainvece dallo stato indiano di Telan-gana Sravan Kumar Koya, origina-rio di Bhimanapalli, altra parrocchiadove lavorano i missionari del Pime.Tutti e cinque hanno terminato lapreparazione al sacerdozio propriodurante il lockdown, i cui strascichi

    hanno impedito, come di solito av-viene, che il Pontificio istituto mis-sioni estere ordinasse i propri religio-si assieme a tutti gli altri sacerdotidell’arcidiocesi di Milano.

    Eppure quel 15 giugno non è statauna data casuale, ma il giorno dellafesta liturgica del beato ClementeVismara, missionario del Pime origi-nario della brianzola Agrate, che havissuto per quasi settant’anni nell’al-lora Birmania (oggi Myanmar) e

    minario in qualche modo è legataanche la prima parte della splendidastoria del Pime, che non sempre si èchiamato così. Nel 1926, infatti, pervolontà di Papa Pio XI, confluironoin un unico organismo (il Pime perl’appunto) due preesistenti “Semina-ri per le missioni estere”: il primoera sorto a Saronno nel 1850, il se-condo a Roma nel 1871. Ma il cari-sma fu subito chiaro: andare e lavo-rare in missione e nei paesi più di-sparati del globo, oggi con lo sguar-do fermo al decreto conciliare Adgentes, per portare l’annuncio delVangelo ai non cristiani.

    Oggi sono presenti in Algeria,Bangladesh, Brasile, Cambogia, Ca-merun, Cina, Costa d’Avorio, Filip-pine, Giappone, Guinea Bissau, In-dia, Italia, Papua Nuova Guinea,Thailandia e Stati Uniti i missionariche nel frattempo hanno scelto

    Monza come casa di formazione. Eproprio a Monza troviamo padreLuigi Bonalumi, rettore del Semina-rio teologico internazionale del Pi-me, per iniziare a parlare, dopoquesta lunga premessa, di pastoralevocazionale: «Qui ospitiamo glistudenti per i quattro anni del teo-logico, mentre per le filosofie, dueo tre anni, studiano nei paesi diprovenienza, nei vari continenti do-ve siamo presenti. Attualmente qui

    abbiamo una sessantina di studenti,provenienti da dodici nazioni. Ita-liani? Si contano sulle dita di unamano, perché ormai questa è larealtà. Quest’anno ne abbiamo ordi-nati due, l’anno scorso lo stesso, maper tanti anni nessuno. E ora in se-minario ce ne sono solamente unpaio e poi vedremo. Il motivo? Cre-do riguardi un po’ più in generalela questione della Chiesa italiana inrapporto alle vocazioni. Ci sonofattori importanti come quello de-mografico, ma è anche una questio-ne di fede. Se diminuiscono le vo-cazioni diocesane al presbiterato,quelle missionarie sono ancora piùin difficoltà, sono ancora di meno.Ed è questo quello che dà il segnaledi una certa crisi, in maniera preoc-cupante, laddove l’aumento dellevocazioni missionarie è invece indi-ce di una Chiesa vivace, vogliosa di

    La nascita nel 1926per volere di Pio XIL’inizio della storia del Pontificio istituto missioni estere (Pime) vienefatta risalire al 30 luglio 1850, quando a Saronno monsignor AngeloRamazzotti fonda il Seminario lombardo per le missioni estere. Con lestesse caratteristiche, nel 1871 nasce a Roma il Pontificio seminario deisanti apostoli Pietro e Paolo. Nel 1926, per volere di Pio XI, avviene lafusione tra i due istituti e nasce ufficialmente il Pime. Il carismamissionario si fonda su quattro elementi: “ad gentes”, “ad extra”, “advitam”, “insieme”. Oggi i missionari sono circa quattrocentocinquanta,presenti in diciannove nazioni di tutti i continenti. Diverse sono lecase in Italia. A Monza ha sede il seminario teologico internazionale,che attualmente ospita cinquantasette studenti. Propedeutici a questoseminario sono quelli in India, Brasile e Camerun. Il ramo femminileè quello delle Missionarie dell’Immacolata, ispirate dal carisma delfondatore padre Paolo Manna e del co-fondatore monsignor LorenzoMaria Balconi, entrambi missionari del Pime. L’Associazione laiciPime, nata esattamente trent’anni fa, è formata da singoli, coppie,famiglie che intendono vivere lo stesso carisma missionariodell’istituto, prestando un servizio in terra di missione per un periododi tre-cinque anni. I missionari del Pime hanno un santo nella figuradi Alberico Crescitelli, martirizzato in Cina durante la rivolta deiBoxer e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2000. Cinque sonoinvece i beati: Paolo Manna, Giovanni Mazzucconi, ClementeVismara, Mario Vergara e Alfredo Cremonesi; altre quattro le cause dibeatificazione aperte, compresa quella del fondatore AngeloRamazzotti.

    comunicare il messaggio evangeli-co».

    Un “messaggio missionario” che —rispetto alla grande esperienza di pa-dre Luigi che per trent’anni lo è sta-to a Hong Kong prima di rientrarein Italia da due — forse è venutomeno, comprese le famose “giorna-te” quando il missionario dalla lungabarba bianca arrivava nelle parroc-chie e incantava i ragazzini del cate-chismo parlando di posti lontani einaccessibili, del sacro ardore di por-tare Gesù tra gente che non ne sape-va nulla, sfidando anche pericoli diogni genere, leoni e serpenti velenosicompresi, magari anche tribù di can-nibali. «Sono cambiate le situazio-ni», argomenta padre Bonalumi, «ecertamente molte attività pastoralidel passato non sono più proponibi-li, proprio perché più in generale ècambiata la situazione della Chiesa,così come quella dei giovani in Ita-lia. E anche questo incide. Lo zelomissionario, come si diceva una vol-ta, il desiderio di comunicare un do-no che si è ricevuto: è questo che stavenendo meno».

    Di conseguenza immaginiamo cheanche la pastorale vocazionale di unistituto missionario come il Pimedebba adeguarsi, torniamo a chiede-

    re al rettore del semi-nario di Monza: «Cer-to, la pastorale voca-zionale è cambiata ne-gli ultimi anni e staancora cambiando, conuna ricerca continua diinteragire con i giova-ni. In passato si punta-va sul comunicare unmessaggio per comuni-care un’esperienza, maadesso i giovani si rag-giungono non solo at-traverso il “s e n t i re ”,ma anche attraverso il“v e d e re ”, lo sperimen-tare. È una comunica-zione che mette in gio-co molti altri aspettidella vita del giovanee, tra questi, il mondodigitale è senz’a l t roimportante. La pasto-rale vocazionale e di

    animazione missionaria che facciamoin Italia è legata a quelli che chia-miamo “cammini” in missione: sonodue anni per giovani dai 18 ai 30 an-ni o per gli universitari, dove si pro-pongono non solo dei week end maanche esperienze missionarie vere eproprio durante l’estate; va avanti daanni, ha dato i suoi frutti e continuaa essere importante. Ma adesso que-sto periodo del lockdown ci ha fattosperimentare altri strumenti: video-conferenze attraverso i social per riu-scire a mantenere contatti e legami,anche se poi i giovani hanno semprebisogno della presenza fisica, di ami-cizie e rapporti veri e importanti».

    Le nuove sfide sono dunque alcentro anche di una realtà storica co-me il Pontificio istituto missioniestere: «Di per sé — riprende padreLuigi — la nostra pastorale vocazio-nale è una continua ricerca. Que-

    st’anno abbiamo rinnovato il Centromissionario di Milano, anche conl’idea di raggiungere non solo i gio-vani interessati alla missione ma an-che gli universitari in genere e ilmondo del volontariato; siamo inte-ressati a intercettare questi contesti ea comunicare loro la bellezzadell’esperienza evangelica. Teniamoanche conto del fatto che molti gio-vani hanno bisogno proprio di fareun’esperienza religiosa, un’esp erien-za che riguardi Dio, prima di parlareeventualmente di qualsiasi vocazio-ne. È proprio l’esperienza di queldono che è Gesù Cristo che poi fasorgere il desiderio di condividerlocon gli altri. Cambiano le situazioni,le circostanze, ma il cuore della vo-cazione, sia missionaria sia presbite-rale, rimane lo stesso. Ed è questa lasfida: il far fare l’esperienza di Dio aquesti giovani che magari non l’han-no mai fatta o l’hanno soltanto in-tuita».

    A Bonalumi piace molto anchequella nuova sfida dell’ospedale dacampo così cara a Papa Francesco«perché la viviamo tutti i giorni, intutte le situazioni in cui siamo pre-senti, laddove ci sono marginalitàsociali nelle terre di missione, maanche qui in Italia. E dunque diven-ta necessaria una proposta a tutti igiovani e in tutti i campi, non soloquelli che tradizionalmente passanoattraverso l’esperienza delle parroc-chie, ma laddove i giovani si trova-no: università, volontariato, luoghidi ritrovo. Anche questo lockdown —sottolinea padre Luigi riprendendo ilconcetto — cambierà qualcosa, per-ché tre mesi di un’esperienza cosìhanno senz’altro toccato il cuore deigiovani. E allora bisognerà intercet-

    tare anche queste domande che stan-no sorgendo, compresa la voglia diritrovarsi. C’è del positivo anche inquesto momento negativo, se lo siguarda con gli occhi della Resurre-zione. Io è da poco che sono qui aMonza, ma incontrando tanti giova-ni, soprattutto quelli di area italianae occidentale e anche americana, tro-vo storie di chi ha incontrato il mes-saggio evangelico in età che definirei“di giovani maturi”. Spesso hannogià percorso altre strade, hanno avu-to successo con il lavoro, sono stativicini al matrimonio o comunquehanno fatto esperienze affettive im-portanti, ma poi è nata l’esigenzadell’esperienza religiosa, con la pre-senza di Cristo che pian pianino hafatto nascere questo desiderio dellaconsacrazione a vita per il Vangelo.Questa è una costante, anche in gio-vani che hanno rimandato quella de-cisione di consacrarsi che già daadolescenti avevano intuito come lapossibilità di una vita, che l’hannomessa un po’ da parte ma che è ri-tornata poi con forza verso i 30 an-ni».

    Vocazioni più mature e dunquepiù “s i c u re ”? «Questo è difficile dir-lo; sicuramente più mature perchématurate in ambienti non classici,come a esempio quello dei seminariminori che pure avevano il loro si-gnificato. Ora ci sono questi giovaniadulti che si propongono, si interro-gano e bussano al seminario chie-dendo di fare un cammino di discer-nimento, di impegnare la loro vita.E questo diventa sempre più vero».Così conclude padre Bonalumi cheai missionari in partenza è pronto araccontare la sua di esperienza, con it re n t ’anni trascorsi in varie parroc-chie di Hong Kong: «Sono arrivatonell’89 e sono venuto via due annifa. Laggiù abbiamo una comunitànumerosa, con una trentina di reli-giosi; è una delle missioni classichedel Pime, dove arrivammo nel 1858.La mia esperienza lì? È stata moltoarricchente>. Come la storia di ognivo cazione.

    Gli albori della presenza missionaria del Pime in Birmania

    morto nel 1988. Così come assoluta-mente non casuale è stato il luogoscelto per la cerimonia, ovvero quelgrande seminario di Monza dove dadecenni si preparano i futuri missio-nari. E proprio al “concetto” di se-

    Il rettore padre Luigi Bonalumi con un gruppo di seminaristi

  • L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 24 luglio 2020 pagina 7

    Documento dei vescovi campani sul ruolo della Chiesa in tempo di pandemia

    Per una pastorale dell’i n c o n t roNAPOLI, 23. «Come interpretare lacrisi attuale, quali lezioni ricavarne,e come riconoscere il “nuovo” diDio? Quali cose lasciar cadere equali mantenere? Come cambieran-no le cose? Come saremo? Cosa cichiede il Signore in questo tempo?».Con queste domande i vescovi cam-pani si interrogano nella “scheda perla riflessione nelle nostre Chiese”,intitolata «Per una “lettura sapien-ziale” del tempo presente». Nel te-sto i presuli sottolineano la difficoltàdi essere pronti a leggere «i segnidei tempi», un esercizio della fedeche richiede la capacità di cogliere,attraverso gli avvenimenti, «i richia-mi e gli appelli. È un esercizio a cuinon siamo abituati, come purtroppodimostra il fatto che, anche in que-sta emergenza, siamo forse piùpreoccupati della ripresa della cele-brazione dei sacramenti piuttostoche di “discernere l’oggi di Dio”».Dimenticando che la Chiesa è chia-mata a «leggere in maniera sapien-ziale la storia». Di qui pertantol’esortazione a «leggere quanto è ac-caduto e sta accadendo come un ap-pello, un richiamo, e vedere la crisicome grazia», facendo tesoro di ciòche la pandemia ha insegnato: «Ilsenso del limite, personale e sociale;il ridimensionamento dell’illusionedi onnipotenza», con la consapevo-lezza che nessuno si salva da solo;«il valore del tempo che viviamo;l’importanza di essere vicini e di es-sere distanti; il grande sentimento disolidarietà».

    La crisi attuale dai molteplici ri-svolti, proseguono i vescovi, rappre-senta un giudizio ma anche unagrande occasione che non ci si puòpermettere di sprecare. «Certo, es-sendo la situazione in evoluzione,non è possibile formulare programmi“ad ampio respiro” e indicare conprecisione le cose da cambiare equelle da assumere oggi e per l’im -mediato futuro». In questo tempo dipandemia, viene evidenziato nellascheda, «la Chiesa si è trovata a vive-re un passaggio di grave difficoltà einsieme l’apertura di inattese possibi-lità», facendo emergere con più evi-denza tutte le problematiche pastora-li, teologiche e spirituali «con cui es-sa si confronta da decenni». Ecco al-lora una delle chiavi di lettura dellapandemia: «Ripensare la pastorale ead accelerare quel rinnovamento pro-spettato dal concilio e continuamentesollecitato da Papa Francesco, il qua-le ci dice, in molti modi, di ripensarele pratiche pastorali in nome di uncambiamento d’epoca che stiamo vi-vendo e nella direzione di una Chie-sa “in uscita”».

    Questa è dunque la strada da se-guire, per annientare quel senso dismarrimento che ha portato, osserva-no i vescovi, a forme di “pseudolitur -gia selvaggia” con sacerdoti che, neisocial, hanno fatto «un uso impro-prio della liturgia o di alcuni aspetticultuali». È anche vero però, rimar-cano i presuli, che «nei giorni dellapandemia si sono aperti nuovi spazidi celebrazione che potrebbero esserevalorizzati» per rafforzare così il tes-suto delle varie comunità ecclesiali.Doveroso quindi, si puntualizza neldocumento, prendersi cura delle rela-

    zioni personali cercando i fedeli sin-golarmente, «con la discrezione ne-cessaria, ma anche con la cordialità el’interessamento sincero. Abbiamo bi-sogno di riscoprire la bellezza dellerelazioni all’interno, tra collaboratori,praticanti; abbiamo bisogno di crearein parrocchia un luogo dove sia bellotrovarsi. Ai nostri presbiteri bisognadire che è emersa in questo tempouna forte domanda di ascolto che varecepita». L’importanza dell’i n c o n t ro ,del legame: è qui che si piantano isemi fruttiferi per una nuova e piùprofonda umanità. «Se il vuoto diquesti giorni ha fatto crescere in noila nostalgia dell’amicizia, delle rela-zioni, perché non ci bastano le rela-zioni virtuali — aggiungono i presuli— allora chiediamo allo Spirito difarci tornare in comunità, non per ri-prendere il ritmo forsennato delletante attività ma per curare meglio laqualità delle relazioni». In base a taliconsiderazioni presbiteri, religiosi eoperatori pastorali vengono invitati«a superare le resistenze e ad “inve -s t i re ” su quello che lo Spirito in que-sto tempo dice alle nostre Chiese».

    A Napoli migliaia di persone chiedono aiuto alla Caritas e alla Società San Vincenzo de’ Pa o l i

    Una rete di fratellanza per dare risposte a chi ha bisognoe sottra