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Analisi dei bisogni formativi. Indagine sulla consapevolezza dei futuri docenti riguardo l’arte come
strumento inclusivo.
Docente Prof.ssa Giovanna Del Gobbo Studentesse Ciampi Jessica Pennini Silvia Ramos D. Marzia Veneziano Carmelina Jessica
Anno accademico 2015/16
INDICE
1. Executive report p. 2
2. Oggetto e ipotesi di ricerca p. 4
3. Obiettivi della ricerca p. 6
4. Strumento della ricerca p. 8
5. Analisi dei dati p. 14
6. Sintesi della ricerca p. 24
7. Riflessioni p. 25
8. Metodologia di lavoro p. 26
9. Approfondimenti: Meta Advocacy Round Table p. 27
10. Conclusioni p. 31
11. Riferimenti bibliografici e Sitografia p. 32
APPENDICE
1. Diario di bordo p. 33
2. Varie tipologie di questionari p. 40
1
EXECUTIVE REPORT
Il progetto europeo META nasce nel 2016 per rispondere all’emergente bisogno di inclusione
culturale, legato all’aumento dei flussi migratori in Europa. La novità del progetto è quella di
introdurre strategie artistiche nei percorsi educativi, per garantire il benessere di tutti i
bambini senza distinzione di appartenenza nazionale, etnica, religiosa o di genere.
La ricerca che segue, nasce dall’analisi del bisogno rilevato dalla lettura dei documenti, in cui
si evidenzia che dalla ricognizione dell’offerta formativa dei Servizi Educativi effettuata dal
S’Ed, la maggior parte delle iniziative di educazione al Patrimonio culturale sono pensate per
la scuola ma non per i docenti. In particolare, questo lavoro si focalizza non tanto sui bisogni
dei docenti che già praticano nelle scuole, ma sui bisogni di coloro che sono attualmente in
formazione nel contesto universitario fiorentino della Scuola di Studi Umanistici e della
Formazione, all’interno del corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico in Scienze
della Formazione Primaria.
La finalità del progetto è quella di rilevare dai soggetti dell’indagine se e quanto essi
avvertono il bisogno di formarsi in formazione e se questi abbiano una percezione dell’arte
come strumento utile per una futura inclusione. Indirettamente emergerà anche quanto l’arte e
le sue eventuali forme di attuazione vengono trattate all’interno dei singoli corsi universitari.
Per attuare la nostra ricerca abbiamo ritenuto appropriato l’utilizzo del questionario
semistrutturato come strumento di indagine, che presenta al suo interno domande chiuse e
domande aperte. La scelta di questo strumento è motivata dalla possibilità di diffusione a più
partecipanti e in parte anche condizionata dall’elevato numero di studenti iscritti al corso.
Poiché il numero degli studenti comprende i corsi dal primo al quinto anno, il questionario è
stato inviato online attraverso il sistema di ateneo con una tempistica di attesa di circa due
settimane. Alla chiusura del questionario abbiamo ottenuto soltanto 67 risposte, il ché non ci
ha permesso di considerare un campione rappresentativo, ma ci ha offerto comunque qualche
spunto di riflessione al riguardo.
Suddividendo le domande in aree ben precise, abbiamo potuto cogliere numerosi aspetti
relativi alla formazione universitaria, al tirocinio diretto/indiretto e al grado di
autoconsapevolezza che ciascuno ha espresso, riguardo al percorso personale effettuato sino
ad oggi .
2
Pertanto, per riassumere, abbiamo deciso di riportare gli aspetti più rilevanti, emersi dalla
ricerca, in forma chiave:
Carenza di formazione specifica degli studenti sulla tematica oggetto della ricerca;
Necessità di aggiornamento dei docenti universitari sulle potenzialità dell’arte per le
strategie di inclusione;
Necessità di aggiornamento dei docenti di scuola primaria sulla tematica di ricerca;
Carenza da parte degli studenti, di metodologie di avvicinamento all’arte sia
nell’ambito universitario che extrauniversitario;
Consapevolezza degli studenti di un mancato possesso di competenze e abilità
necessarie ai fini di un’inclusione attraverso lo strumento dell’arte;
Interesse formativo degli studenti ad approfondire la conoscenza del progetto META e
le relative iniziative ad esso correlate.
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OGGETTO E IPOTESI DI RICERCA
.
In un primo momento, all’inizio del mese di Marzo, il gruppo autore del lavoro di ricerca in
questione si è trovato a conoscere il progetto europeo META (Minority Groups Education
Through Art), all’interno del quale ha poi mosso una successiva ipotesi di analisi dei bisogni
più mirata e particolare del generico progetto stesso.
I punti salienti riguardanti il progetto META, che hanno indirizzato i successivi step della
ricerca, sono stati gli obiettivi ed i destinatari primari e secondari:
in breve, il progetto mira ad accelerare l’eliminazione delle barriere che causano
disuguaglianza nel sistema formativo europeo, attraverso la realizzazione di una
metodologia pedagogica basata sulla ricerca di materiale, di buone pratiche ed
attenzione ai bisogni degli stakeholders coinvolti;
i destinatari primari cui il progetto si rivolge sono i bambini della scuola dell’infanzia e
primaria con background migratorio e vulnerabili all’esclusione e discriminazione
sociale; quelli secondari sono invece insegnanti, autorità per la formazione pubbliche e
private, rappresentanti di centri culturali che lavorano con i gruppi discriminati,
associazioni di genitori, rappresentanti di autorità locali e nazionali, rappresentanti
delle istituzioni europee e cittadinanza . 1
Queste premesse si rendono necessarie per poter inquadrare in un contesto ben definito tutto il
lavoro di seguito presentato. È stato infatti grazie a queste informazioni che il gruppo ha
potuto attentamente esaminare i documenti forniti , per approfondire la tematica ed 2
individuare un punto di interesse come oggetto dell’analisi dei bisogni.
In particolare dalla lettura del “Piano nazionale per l’educazione al patrimonio culturale” del
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è emerso il dato che ha acceso
l’interesse del gruppo sul focus in questione: dalla ricognizione dell’offerta formativa dei
Servizi Educativi dei luoghi della cultura afferenti al MIBACT, effettuata dal S’Ed , emerge 3
1 “Advocacy Strategy Meta Project” ERIO (European Roma Information Office) 2 I documenti esaminati sono stati:“Advocacy Strategy Meta Project” ERIO, “Piano nazionale per l’educazione al patrimonio culturale” Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Direzione Generale Educazione e Ricerca, dicembre 2015, “Analisi termini UNESCO e ricerca scientifica. META. Minoranze/Inclusione”, “Sistema locale e sistema formativo integrato” Giovanna Del Gobbo, “Verso un sistema locale di lifelong learning nella comunità Montana del Mugello” Giovanna Del Gobbo 3 S’Ed “Centro per i servizi educativi del museo e del territorio”, 1998. Coordinamento deputato a sostenere le attività, diffondere e promuovere le esperienze formatve.
4
che la maggior parte delle iniziative di educazione al Patrimonio sono pensate per la scuola –
e ve ne è un numero rilevante ma è registrato uno scarso interesse e quasi assenza di
proposte per i destinatari docenti.
Proprio da questa carenza rilevata, il gruppo ha individuato nella macro dimensione
professionale degli insegnanti una categoria come possibile destinataria di una ricerca
approfondita, che andasse ad indagare quanto gli insegnanti siano effettivamente formati
all’utilizzo dell’arte quale mezzo educativo e di inclusione e quanto ne facciano uso nelle loro
pratiche lavorative quotidiane. Questa scelta è stata inizialmente anche valorizzata dalla
coerenza riscontrata con la lista di possibili destinatari secondari del progetto META, nella
voce “Insegnanti”.
Ad un secondo sguardo più attento il gruppo ha però pensato con più rilevanza all’aspetto
formativo degli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, scelta validata anche dalle
affermazioni del “Road Map for Arts Education” dell’UNESCO che sostiene l’importanza
della formazione di insegnanti ed artisti. Si è infatti preso in considerazione il percorso di
formazione universitaria seguito dai docenti, cercando di ritrovare al suo interno la presenza o
meno di riferimenti al patrimonio culturale, all’educazione artistica e di eventuali spunti
capaci di fornire ai futuri docenti gli strumenti in grado di incentivare l’apprezzamento e
l’accoglienza delle altre culture all’interno delle classi.
Successivamente il gruppo ha definito il proprio campo di indagine, gli obiettivi da perseguire
tramite la ricerca, gli strumenti ed i metodi da utilizzare: si è scelto di rivolgersi agli studenti
del corso magistrale a ciclo unico quinquennale in Scienze della Formazione Primaria
dell’Università degli Studi di Firenze, tramite la presentazione di un breve questionario
semistrutturato elaborato al fine di poterne estrapolare le conoscenze pregresse in questione,
eventuali carenze/bisogni espressi e, contemporaneamente, dare vita ad una sensibilizzazione
al tema dell’utilizzo dell’arte quale strumento educativo ed inclusivo.
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OBIETTIVI DELLA RICERCA
Aspetti che vogliono essere rilevati
Agli studenti del corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria vengono richieste
competenze quali saper accogliere e integrare la diversità e saper stabilire una miglior
capacità di comunicare in classe, valorizzando e integrando positivamente le differenze.
Queste sono competenze che vengono sempre più richieste per una consapevolezza della più
frequente composizione interculturale delle classi, ed è per questo che in relazione ai recenti
documenti informativi analizzati, vogliamo venire a conoscenza di quanto effettivamente
vengono stimolate tali capacità all’interno del loro corso di studi, attraverso interventi di
tirocinio, pratiche di simulazione e discussioni di casi in forma critica, in particolare la
capacità di riflessione autonoma sui fenomeni educativi e culturali emergenti. Quindi, grazie
al contributo dei documenti letti e alle nostre personali riflessioni, siamo giunte alla
realizzazione dei nostri obiettivi di ricerca così articolati:
1. Comprendere il grado di conoscenza che gli studenti hanno nei riguardi dell’arte e
dell’inclusione in relazione ad un possibile intreccio tra di loro;
2. Rilevare se il bisogno di formazione sul tema è avvertito dagli studenti;
3. Cogliere se gli studenti hanno la percezione del potenziale dell’arte;
4. Constatare se c’è stato un precedente interesse al tema dell’inclusione attraverso l’arte;
Accanto agli obiettivi generali della ricerca abbiamo affiancato una dimensione trasversale,
per cogliere il momento dell’indagine come occasione che potesse dar voce all’iniziativa del
progetto. L’intenzione è infatti quella di fornire all’aspetto innovativo di META, una visibilità
che ci auspichiamo susciti interesse, non tanto verso il progetto in sé, quanto a quella che il
progetto individua come una possibilità che può essere stata non considerata o valutata: quella
dell’inclusione nelle scuole di bambini conbackground migratorio, attraverso metodi artistici.
Si auspica infatti, attraverso questa ricerca, di riuscire ad offrire ai futuri docenti uno spunto di
riflessione in itinere sulle possibilità di un utilizzo strategico dell’arte, stimolando un margine
potenziale di miglioramento.
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Dunque, la trasversalità della ricerca contempla quattro punti:
1. Disseminazione: venire a conoscenza della tematica attraverso la somministrazione del
questionario, può aumentare le potenzialità di rilevanza della tematica;
2. Sensibilizzazione, trasformazione, impatto, cambiamento;
3. Raccolta di buone pratiche: due item (n° 10 e 15) sono rivolti rispettivamente uno ad
indicare delle metodologie che gli studenti possono aver esperito, l’altro a far
emergere alcune capacità e atteggiamenti che gli studenti ritengono debbano essere
posseduti per tali approcci;
4. Permettere di fare rete attraverso aggiornamenti tramite mailinglist: la volontà di
aggiornamento è anche un indice di interesse verso la tematica ed è per questo che a
discrezione degli studenti, abbiamo chiesto l’indirizzo email.
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STRUMENTO DELLA RICERCA
a. Introduzione allo strumento
Come già illustrato in precedenza, ciò che il seguente lavoro si propone di fare è quello di
rilevare da coloro che saranno i futuri insegnanti, se e quanto essi avvertono il bisogno di
formarsi in formazione, e se hanno la percezione dell’arte come strumento utile per una futura
inclusione. Cercheremo di capire quanto all’interno del loro corso universitario venga trattata
l’arte e le sue eventuali forme di attuazione, come possibile strumento di inclusione
all’interno delle scuole dell’infanzia e primarie.
b. Scelta dello strumento di ricerca
La filosofia di ricerca che più si avvicina alla nostra indagine è quella fenomenologica di
indirizzo trascendentale, la quale attraverso una descrizione fornita dai partecipanti della
ricerca, vuole arrivare all’essenza del fenomeno stesso . Nel nostro caso specifico, vogliamo 4
arrivare ad una descrizione dei soggetti coinvolti per comprendere quanto all’interno
dell’esperienza universitaria venga trattata l’arte nelle sue varie forme e quanto essi hanno una
conoscenza dello strumento dell’arte come elemento chiave di una possibile inclusione
all’interno delle diverse tipologie di scuole.
Coerentemente con la filosofia di ricerca scelta, si inserisce il metodo di ricerca
fenomenologico eidetico. L’oggetto d’indagine di tale metodo sono tutte le descrizioni fornite
dai partecipanti, con l’obiettivo di analizzare tali descrizioni per arrivare ad una descrizione
del fenomeno così come viene percepito dai soggetti stessi . 5
Lo strumento di ricerca che abbiamo individuato come più idoneo per poter condurre la nostra
indagine è il questionario semistrutturato. Tale questionario è una tecnica di ricerca, uno
strumento di misurazione delle informazioni che raccoglie in maniera sistematica i
comportamenti, le caratteristiche e le opinioni dei rispondenti attraverso domande chiuse e
domande aperte . 6
4 Mortari L., Cultura della ricerca pedagogica. Prospettive epistemologiche. Carocci, Roma, 2007, p.78. 5 Ivi, p.170. 6 http://www.provincia.bz.it/astat/download/S2D1_Questionario_Obiettivi30_09_13.ppt consultato il 10/06/2016 alle ore 18:30.
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SCHEMA RIASSUNTIVO
Filosofia della ricerca Fenomenologica trascendentale
Metodo di ricerca Fenomenologico eidetico
Soggetti della ricerca Studenti iscritti al corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria
(dal primo al quinto anno)
Strumento di indagine Questionario semistrutturato
c. Giustificazione dello strumento
Poiché il numero degli iscritti all’interno del corso di laurea in Scienze della Formazione
Primaria è molto alto, abbiamo scartato la scelta dell’intervista semistrutturata (anche per
ovvi motivi tempistici) ed abbiamo deciso di somministrare il questionario agli studenti
attraverso la segreteria didattica, la quale ha inviato tramite sistema di Ateneo, una email
contenente tale questionario da far compilare a tutti gli iscritti del corso di laurea, dal primo al
quinto anno. Occorre precisare infatti, che inizialmente il questionario era stato pensato
esclusivamente per gli studenti iscritti al quarto anno del corso di laurea, giustificato dal fatto
che essi si trovano in un punto di formazione universitaria avanzato ma non concluso e non si
sono ancora affacciati al mondo del lavoro. L’intento era quello di offrirgli uno spunto di
riflessione in itinere sulle possibilità di un utilizzo strategico dell’arte in questo senso,
stimolando un margine potenziale di miglioramento. Ma non potendo riservare il questionario
ai soli iscritti del quarto anno, abbiamo dovuto inviarlo a tutti gli iscritti del corso.
Il questionario è stato interamente realizzato sul web attraverso il supporto del servizio di
Google Form per creare sondaggi online: questo ha permesso inoltre di monitorare in tempo
reale le risposte fornite al questionario, così da avere una statistica dei dati già realizzata.
Infine, per poter avere dei tempi ben precisi, il gruppo ha deciso che una volta inviato il
questionario agli studenti (1 Giugno 2016), sarebbe rimasto online per circa due settimane:
questo per avere delle tempistiche precise, in modo tale da poter condurre successivamente
l’analisi dei dati.
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d. Struttura del questionario
Il questionario è stato suddiviso in 4 macro aree, ognuna corrispondente a delle tematiche ben
precise scelte in precedenza e opportunamente giustificate, per poter chiarire l’obiettivo di
ognuna di esse:
Aree questionario Giustificazione
Area 1
conoscenza sul rispondente
Per delineare il tipo di persona che risponderà al nostro questionario, abbiamo cercato di tenere presente sia il tema dell’arte che dell’inclusione inizialmente come due elementi separati, in modo tale da comprendere se la persona reputa se stessa in grado di dialogare sia con il tema dell’arte sia con il tema dell’inclusione. In seguito, nella successiva domanda, si vuol sapere il tipo di coinvolgimento che la persona ha nei confronti dell’arte. Questo focus particolare cade direttamente sull’arte e non sull’inclusione perché, alla luce dell’offerta formativa del corso di Laurea Magistrale quinquennale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria, è emerso che il tema dell’inclusione viene già ampiamente trattato in ogni sua sfumatura.
Area 2
esperienza universitaria
All’interno di questa area, l’obiettivo è quello di capire se nel percorso universitario gli studenti hanno avuto modo di incontrare l’arte come strumento educativo e poi nello specifico, come strumento di inclusione delle minoranze. Si vuol rilevare il grado con cui la formazione universitaria è stata utile nel fornire dei dispositivi, per un utilizzo dell’arte come strumento inclusivo.
Area 3
esperienza tirocinio
Poiché l’esperienza di tirocinio offre un momento al di fuori della formazione universitaria che richiede un trasferimento delle conoscenze a livello pratico e offre occasioni di esperire quali strategie vengono effettivamente utilizzate nella realtà del mondo del lavoro, si indaga se l’arte sia utilizzata come strumento di inclusione, se sono stati rilevati risultati positivi sugli utenti e se la percezione del tirocinante/studente sulla validità di tali tipi di approcci sia positiva o meno.
Area 4
autovalutazione
Le ultime quattro domande nascono dalla volontà di mettere lo studente in una situazione introspettiva di autoanalisi e valutazione di sè e in particolare, mirano a quantificare il numero di persone (in coerenza con l’analisi delle risposte precedenti) effettivamente interessate all’approfondimento della tematica. A tal proposito, l’ultimo item infatti raccoglie le mail delle persone interessate ad un possibile focusgroup inerente alla tematica.
Abbiamo scelto per gli item di ciascuna area, la modalità di risposta secondo la scala Lickert,
una tecnica di rilevazione di atteggiamenti e comportamenti. Tale metodo permette di scoprire
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i diversi gradi di giudizio attraverso opzioni di risposta che vanno da un estremo all’altro (per
esempio da “per nulla” a “molto”) 7
e. Evoluzione del questionario
Come si può comprendere anche dal nostro diario di bordo (Allegato A), il questionario
realizzato ha subito molte modifiche sin dalla sua prima progettazione.
1. Il primo questionario presentato in aula (Allegato B/1) ha mostrato grosse criticità sin
da subito: molte delle domande realizzate non erano ben formulate oppure non erano
domande mirate ai fini dell’obiettivo della ricerca. Soprattutto la prima e la seconda
area (l’area delle conoscenze pregresse e l’area dell’esperienza universitaria) andavano
totalmente revisionate e noi stesse, ci siamo accorte di questi errori già nel momento in
cui esponevamo il questionario ai nostri colleghi. Grazie all’aiuto della professoressa
Del Gobbo e alle sue indicazioni, siamo riuscite a modificare il questionario andando
ad eliminare o a riformulare alcune domande mal poste.
2. Modificato lo strumento, siamo giunte alla realizzazione del secondo questionario
(Allegato B/2) che abbiamo presentato in occasione dell’incontro con le Dottoresse
Glenda Galeotti e Gilda Esposito all’interno dell’ufficio della Professoressa Del
Gobbo, quando è stato organizzato un incontro specifico solo per i gruppi che
trattavano il progetto META. Da questo incontro sono emersi ulteriori spunti di
riflessione: prima di tutto, il nome delle aree era secondo la Dottoressa Galeotti mal
formulato. In particolare, la prima area nominata “conoscenze pregresse” non andava
poi a far emergere veramente quanto gli studenti ne sapessero (per esperienza
personale) di una possibilità di inclusione attraverso lo strumento dell’arte. Ciò che
emergeva dalle nostre domande, era più un voler sapere quanto gli studenti avessero
una conoscenza personale dell’arte. Questo incontro è stato però illuminante
soprattutto per un capovolgimento dell’impostazione del questionario relativo alla
7 https://it.surveymonkey.com/mp/likertscale/ consultato il 29/06/2016 alle ore 11:15.
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prima area, grazie a un’intuizione della Dottoressa Galeotti. Quest’ultima ci ha
proposto di cambiare totalmente la prima area nominandola conoscenza del
rispondente, contenente una classificazione di 5 prototipi per capire che tipologia di
persona abbiamo di fronte, che va da chi non ha mai trattato né con l’arte e né per
l’inclusione di bambini con background migratorio a chi invece ha operato con
entrambi. Inoltre abbiamo modificato la classificazione delle risposte, non andando
più a chiedere una preferenza da 1 a 4 ma elencando delle scelte che andassero da “per
nulla – molto poco – sufficiente – abbastanza – molto”. Infine la Dottoressa Galeotti,
ci ha suggerito di inserire un’introduzione al questionario con l’aggiunta della
definizione dell’arte per l’UNESCO.
3. Dopo l’incontro avvenuto con le due Dottoresse, il nostro questionario ha subito un
radicale cambiamento in positivo, assumendo sempre di più l’impostazione di quello
che sarà il questionario definitivo. Grazie ai suggerimenti avuti, ci siamo messe al
lavoro per rielaborare il questionario (Allegato B/3).
4. Modificando ulteriormente il questionario precedente, abbiamo contattato la
Dottoressa Galeotti per farle revisionare il nuovo questionario (Allegato B/4).
L’impostazione del nuovo strumento era questa volta quasi perfetta e la Dott.ssa si è
limitata solamente a correggere alcuni punti o piccoli dettagli.
5. Grazie alle ultime direttive della Dott.ssa Galeotti, siamo giunte alla realizzazione del
questionario definitivo da inviare via email, tramite il sistema di Ateneo, a tutti gli
studenti iscritti al corso di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/5).
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6. Il giorno 1/06/2016 abbiamo avuto un incontro con la professoressa del Gobbo, prima
di inviare il questionario agli studenti. Dopo aver compreso che non potevamo
mandare il questionario solo agli studenti del quarto anno ma a tutti gli iscritti del
corso, sono state aggiunte o modificate alcune domande insieme alla Porfessoressa
(Allegato B/6): prima di tutto è stata inserita una domanda iniziale per chiedere sin da
subito a che anno di corso è iscritto lo studente che decide di compilare il questionario.
La quasi totalità delle domande sono rimaste invariate tranne che per qualche
piccolissima correzione, e sono state inserite domande ulteriori come per esempio la
n.11. Successivamente il questionario è stato consegnato alla Dottoressa Bebi
(Personale tecnico/amministrativo della Scuola di Studi Umanistici e della
formazione) per poterlo inviare agli studenti come concordato in precedenza.
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ANALISI DEI DATI
Il primo dato d’impatto che è emerso dall’analisi generale è che, su un campione decisamente
ampio comprendente gli studenti dal primo al quinto anno di Scienze della Formazione
Primaria, soltanto 67 iscritti al corso hanno compilato il questionario proposto. Questo dato ci
ha portate a riflettere sul motivo di un campione così ristretto: poiché la maggior parte delle
risposte sono arrivate nei primi giorni dall’invio dello strumento d’indagine, abbiamo
ipotizzato che la tempestività della risposta possa dipendere dalla diversa impostazione che
ciascuno studente ha scelto di utilizzare per la ricezione della email istituzionale. Quindi si
attribuisce il motivo di questo andamento alla modalità e alla frequenza con cui si accede alla
email istituzionale: tramite smartphone, PC e altri dispositivi tecnologici.
In riferimento alla prima area “Conoscenza del rispondente”, il numero di studenti che ha
risposto, distribuito per gli anni di corso, risulta essere abbastanza omogeneo, senza
particolari disparità di numero, infatti ci si aggira su una media di 13 studenti per ogni anno.
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Come ci attendevamo durante la strutturazione dei prototipi, per capire chi ha competenza e
consapevolezza dell’arte come inclusione, è stato confermato il fatto che sono in maggioranza
le persone che hanno trattato l’arte ma non rivolta all’inclusione dei bambini con background
migratorio. A posteriori ci si è accorte che non si è pensato a distinguere da una parte le
persone con alle spalle esperienza lavorativa già all’interno dell’ambito scolastico e dall’altra
studenti ai primi anni.
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Per quanto concerne la domanda relativa a quali sono state le occasioni che hanno permesso
loro di interfacciarsi con l’arte, abbiamo osservato che la maggior parte delle persone è entrata
in contatto con l’arte per interesse personale. Questo dato non ci ha sorpreso poichè dopo aver
fornito ad inizio questionario una panoramica delle varie tipologie di forme artistiche con cui
si può entrare in contatto, abbiamo constatato una netta prevalenza di risposte all’opzione 3
“interesse personale”. L’arte è conosciuta principalmente come opportunità relegata soltanto
all’esperienza personale, pertanto si può cogliere questo aspetto come una sfida per integrarla
all’interno dei curricula scolastici e rivoluzionare il suo utilizzo, rendendolo strategico ai fini
di una possibile inclusione.
Per introdurre l’area “esperienza universitaria”, si rileva che l’offerta formativa non fornisce
abbastanza conoscenze sull’arte come disciplina da offrire all’interno del piano di studi.
Avendo ricevuto le risposte evidenziate nel grafico, a posteriori, ci si chiede in quali occasioni
gli studenti che hanno risposto SI abbiano incontrato l’arte all’interno dei singoli corsi.
Alla luce di quanto emerso dalla domanda precedente, il risultato che si presenta all’interno di
questo grafico conferma che si ha uno scarso utilizzo dell’arte all’interno del corso di studi
nelle singole discipline. Dunque, a dimostrazione di questo, nessun partecipante ha
selezionato come risposta la dicitura “molto”.
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I laboratori ci offrono un altro spaccato, in quanto all’interno di questi è richiesta un’attività
più pratica: è probabile che alcuni insegnanti abbiano mostrato e utilizzato strategie specifiche
rivolte all’utilizzo dell’arte e che dunque, alcuni studenti le possano aver colte così da
distinguersi dalla maggioranza che ha scelto le risposte “per nulla” e “poco”.
Si ipotizza che chi ha selezionato le prime due opzioni possa appartenere al primo e secondo
anno di corso, in quanto, consultando il piano di studi previsto, non sono presenti laboratori
che hanno a che vedere con l’arte. Per quanto riguarda la risposta “sufficiente” si pensa che
sia indicativa del fatto che laddove è stata incontrata non è stata valorizzata e compresa
appieno. Infine la piccola percentuale che ha risposto “abbastanza” e “molto”, non essendo un
campione rappresentativo, ha sollevato due possibili aspetti:
gli studenti possano aver colto l’effettivo valore all’approccio dell’arte per l’inclusione
o lo studente può aver fatto una distinzione tra quello che è l’insegnamento teorico dei
corsi rispetto ai laboratori pratici.
Per quanto riguarda l’area dell’esperienza di tirocinio, sono state fatte più osservazioni in
merito:
tra coloro che hanno risposto “no”, si ipotizza siano presenti gli studenti iscritti al
primo anno (11), i quali non hanno il tirocinio all’interno del loro piano di studi.
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i restanti 42 studenti che hanno risposto “no”, si ipotizza siano coloro che hanno
svolto il tirocinio durante il loro percorso universitario ma che non hanno incontrato in
questa esperienza l’arte come elemento di inclusione.
Nella risposta alla domanda 8 troviamo un’incongruenza in relazione al numero di persone
che ha risposto. In riferimento alla domanda 7, notiamo infatti una mancata corrispondenza
numerica tra coloro che hanno risposto di aver incontrato l’arte come strumento inclusivo
durante il tirocinio (14 persone) e coloro che hanno fornito un giudizio sulla validità di tale
strumento (21 persone).
In riferimento alla domanda precedente (numero 7), solo 14 persone hanno risposto di aver
incontrato l’arte come stumento di inclusione nel tirocinio, quindi ci siamo chieste il perchè
21 persone hanno risposto al quesito dando un giudizio sulla validità delle metodologie, dal
momento in cui la domanda era riferita al tirocinio e soprattutto non obbligatoria. Quindi, si
ipotizza che le 7 persone in più che hanno risposto, abbiano sì incontrato delle metodologie
educativamente valide ma non in relazione all’uso dell’arte, questo perchè erroneamente non
è specificato nel quesito.
La maggior parte degli studenti ha risposto affermativamente al fatto di aver percepito
l’efficacia e la funzionalità delle metodologie incontrate nel tirocinio.
Nel complesso, l’analisi riferita all’area dell’esperienza tirocinio risulta essere limitata, in
quanto abbiamo riscontrato una difficoltà ad analizzare i risultati per l’incapacità di filtrare
solo coloro che hanno effettivamente affrontato l’arte come strumento di inclusione
nell’esperienza di tirocinio.
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L’analisi del punto 10 è più complessa poichè non abbiamo dati quantitativi ma esperienze da
analizzare. La maggior parte delle indicazioni sulle metodologie che abbiamo chiesto di
essere indicate sono risultate essere poco aderenti al tema della ricerca, ovvero non c’è un
riferimento alle questioni di inclusione culturale.
Possiamo catalogare le risposte avute in tre sottogruppi:
coloro che hanno indicato laboratori con riferimenti culturali, utili all’inclusione;
coloro che hanno indicato laboratori di impronta artistica ma senza specificare un
collegamento con le strategie di inclusione;
coloro che hanno indicato laboratori inerenti nè all’arte nè alle strategie di inclusione.
Anche per quanto riguarda le attività al di fuori del contesto universitario, emerge che non c’è
stato per la maggioranza degli studenti un incontro con attività d’impronta artistica indirizzata
all’inclusione.
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Secondo quanto emerso, possiamo supporre che coloro che hanno sostenuto di possedere tali
competenze, siano gli stessi che hanno incontrato nel corso della propria esperienza di
tirocinio (domande n°8 n°9), metodologie valide ed efficaci ai fini dell’inclusione.
E’interessante notare che per la maggior parte degli studenti ci sia la consapevolezza delle
potenzialità dell’arte come strumento di inclusione, e infatti, collegandosi alla domanda
successiva, si evidenzia una certa coerenza con un’autoconsapevoloezza della propria carenza
da colmare.
La quasi totalità del campione ha risposto positivamente alla possibilità (nel caso in cui ci
fosse) di approfondire la tematica, ma è anche molto interessante il fatto che tre persone
abbiano risposto di “no”: questo potrebbe essere indice del fatto che tali persone o non sono
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proprio interessate alla tematica, oppure non vedono l'arte come uno strumento efficace che
possa contribuire a una reale inclusione nelle classi.
Sono solo 38 gli studenti del nostro campione (complessivo di 67 persone) a indicare quelle
che a loro avviso costitiscono tre capacità di base necessarie ad un futuro insegnante che
utilizza l’arte per fini inclusivi. Il grafico sottostante illustra le risposte ricevute
evidenziandone la ripetitività dei singoli termini che gli studenti ci hanno fornito.
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I termini estratti dalle risposte degli studenti sono riportati sotto al grafico nell’ordine da
sinistra verso destra (“creatività”, “mente aperta”, “rielaborazione”…) il quale permette la
lettura del grafico stesso. Osservando il grafico si rende evidente come la parola più ricorrente
sia “creatività”; questo ci permette di cogliere un collegamento molto attinente con la
dimensione dell’arte.
Esaminando le risposte forniteci, abbiamo provato a fare un’analisi ulteriore oltre al grafico
appena illustrato: si è rivelato infatti naturale, distinguere cinque aree che possono includere
tutte le altre capacità, abilità e atteggiamenti per ramificazione. Queste dimensioni sono:
la creatività,
le conoscenze di tipo teorico e pratiche,
le capacità comunicative,
l’aspetto motivazionale,
l’aspetto inclusivo.
Di seguito si riporta quindi la tabella che è nata nel tentativo di collocare le parole chiave
all’interno delle aree da noi individuate, con a fianco il numero che indica quanti studenti
hanno fornito quella risposta.
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(Area 1) Creatività
(Area 2) Capacità
comunicative
(Area 3) Conoscenze teoriche e
pratiche
(Area 4) Aspetto inclusivo
(Area 5) Aspetto
motivazionale
creatività (14) mente aperta (7) rielaborazione (1) innovazione (1) carisma (1) fantasia (1) occhio estetico (1)
empatia (6) ascolto (4) sensibilità (4) pazienza (3) attenzione (2) “saper sostare nella domanda” (1) sincerità (1) capacità comunicative (1) delicatezza (1)
conoscenza (5) curiosità (3) preparazione (2) progettazione (1) esperienza (1) competenze pregresse (1) metodi (2) (conoscenze teoriche e pratiche) capacità di usare materiali e strumenti diversi (1) informato (1) consapevolezza (1) studio (1) oggettività (1)
inclusione (2) accoglienza (2) condivisione (1) dialogo (1) cooperazione (1) collaborazione (1) tolleranza (1) rispetto (3) valorizzazione dell’altro (2) cogliere e preservare la ricchezza dell’altro (1) flessibilità (3) elasticità (1)
passione (1) motivazione (1) amore per la biodiversità culturale e non solo (1) tempo (1) atteggiamento incoraggiante(1)
23
SINTESI DELLA RICERCA
Dalla ricerca condotta e dall’analisi attenta ad ogni singola domanda del questionario, emerge
lo specifico bisogno di formazione da parte degli studenti, in quanto anche la preparazione
ricevuta all’interno del loro corso di laurea è giudicata non sufficiente per poter affrontare
un’esperienza di utilizzo dell’arte come strumento inclusivo.
Questa carenza di formazione può essere anche legata al fatto che l’approccio all’arte derivi
spesso da un interesse personale piuttosto che da corsi formativi, che potrebbero integrare
nell’esperienza dei futuri docenti delle mirate strategie operative. Tra gli altri aspetti infatti è
possibile sottolineare una più diffusa e sentita conoscenza dell’inclusione, non integrata però
nel contesto artistico.
All’interno del contesto universitario si rileva il bisogno di trattare maggiormente l’arte,
implicando quindi una preparazione dei formatori dei futuri docenti secondo la logica del
lifelong learning, per permettere una diffusione e condivisione delle strategie funzionali
all’approccio in questione. Questa mancanza di attenzione si può inevitabilmente ripercuotere
sull’esperienza di tirocinio, rendendo i ragazzi incapaci di poter sperimentare adeguatamente
le potenzialità dell’utilizzo dell’arte come strumento di inclusione, come inteso dal progetto
META. Anche da un punto di vista di osservazione, i ragazzi non hanno riscontrato da parte
degli insegnanti delle classi, un utilizzo dell’arte in questo senso.
Una parte degli studenti (20 persone) ha mostrato interesse alla tematica lasciandoci la propria
email per essere contattati, nell’eventualità di partecipare a dei focus group di
approfondimento. Questo può essere indice del fatto che non c’è una chiusura da parte degli
studenti, ma uno spazio aperto per poter avviare tali percorsi dal momento in cui c’è una
disponibilità a intraprenderli.
24
RIFLESSIONI
Dopo il lavoro di analisi dei dati emersi dalla ricerca e la successiva sintesi, si propone uno
spazio di raccolta da dedicare alle riflessioni emerse spontaneamente dalle componenti del
gruppo. Il primo elemento che ci ha fatto riflettere è stato l’esiguo numero di risposte che
abbiamo ricevuto al questionario. L’ampiezza del raggio di destinatari interessati, ovvero tutti
gli studenti del Cdl, cui è stata inviata l’email con il questionario, ci faceva auspicare il
raggiungimento di un valido campione sul quale poter proseguire la ricerca. Tra le ipotesi
emerse per giutificare questo fatto, si considera che una motivazione possa essere il tempo di
apertura del questionario che è stato di sole due settimane: infatti se avessimo avuto tempi
complessivi di lavoro più ampi, probabilmente avremmo potuto ottenere un campione di
indagine più significativo.
Inoltre, a posteriori, dopo aver esaminato i risultati ed analizzato i dati emersi, ci si è rese
conto di come alcune domande avrebbero potuto essere poste in modo più mirato per ottenere
risposte più chiare. Ad esempio nella definizione del rispondente, la domanda (2) che cerca di
individuare i prototipi di studenti, avrebbe dovuto distinguere quelli con esperienze lavorative
alle spalle da quelli che si trovano solo ai primi anni di studio. Tra l’altro, in alcune risposte,
si sono rilevate incongruenze spesso riconducibili allo stesso motivo espresso sopra: la
mancata distinzione tra studenti ai primi anni, con poche o assenti esperienze, e studenti con
un bagaglio professionale già consistente. Per alcune domande, questa stessa distinzione è
emersa a posteriori: ad esempio nella domanda (6), relativa ai laboratori, è stato possibile fare
un’ipotesi grazie alla visione del piano di studi del CdL preso in esame. La stessa
osservazione riguarda l’esperienza di tirocinio, domanda (7): il piano di studi ci ha permesso
di attribuire la risposta negativa agli studenti del primo anno i quali non fanno esperienza di
tirocinio. Anche la domanda successiva però riporta una mancata corrispondenza numerica
nelle risposte, probabilmente perché avremmo dovuto specificare nel quesito che ci si riferisce
a metodologie educativamente valide di utilizzo dell’arte come strumento di inclusione.
In sintesi, si è riscontrata una difficoltà nell’analisi dei risultati sull’esperienza di tirocinio a
causa dell’impossibilità di filtrare coloro che hanno affrontato l’arte come strumento di
inclusione.
Oltre agli aspetti critici sopra rilevati, si fa presente che lo sguardo complessivo sui risultati ci
permette di constatare l’autoconsapevolezza degli studenti a proposito di una carenza da
colmare. Infatti il fatto che molte risposte abbiano rivelato una mancata conoscenza di
25
strategie di utilizzo dell’arte come strumento di inclusione è letto come motivo di sfida, di
messa in gioco di nuovi metodi, nuove forme di insegnamento e di applicazione pratica.
La nostra ultima riflessione riguarda il lavoro complessivo svolto: siamo consapevoli dei tanti
punti critici incontrati sia nella formulazione dello strumento di indagine che nell’analisi dei
risultati emersi, ma siamo certe che il lavoro svolto sarà utile per migliorarci, anche in vista di
un prossimo lavoro di analisi dei bisogni, imparando proprio dagli errori che noi stesse siamo
state in grado di rilevare.
METODOLOGIA DI LAVORO
Per poter realizzare la seguente ricerca, il gruppo ha scelto di lavorare sia in presenza sia
attraverso l’utilizzo del dispositivo Google Drive: quest’ultimo permette infatti di poter
lavorare sullo stesso file in sincrono con le altre colleghe, in modo tale da poter essere sempre
aggiornate sulle correzioni o modifiche reciproche, sul documento stesso.
All’interno del gruppo due componenti abitano fuori Firenze e non avendo la possibilità di
riuscire a trovarsi tutti i giorni in facoltà, il lavoro è stato suddiviso nel seguente modo: prima
di tutto, è stato creato un indice della relazione suddiviso per punti in cui, con la presenza di
tutte, è stato deciso minuziosamente cosa inserire all’interno di esso. Successivamente, una
volta fatto questo, ogni componente aveva un paragrafo da sviluppare in maniera autonoma
sempre utilizzando il dispositivo di Google Drive, per monitorare il lavoro reciproco.
Per le parti della relazione che abbiamo ritenuto più importanti e delicate da trattare quali
l’elaborazione dell’executive report, l’analisi dei dati del questionario e la sintesi della ricerca,
il gruppo ha deciso di lavorare in presenza. Infatti, per le parti sopra elencate, abbiamo deciso
di lavorare in questo modo in quanto occorreva il contributo di tutte per poter far emergere
tutti gli aspetti più importanti ai fini della nostra ricerca.
Rimandiamo comunque al nostro diario di bordo (Allegato A) per poter comprendere nel
dettaglio, giorno per giorno, il modo in cui il gruppo ha lavorato alla costruzione della
relazione stessa.
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APPROFONDIMENTI: META ADVOCACY ROUND TABLE
10 Giugno 2016
In data 10 giugno 2016 abbiamo preso parte al Round Table presso il Dipartimento di Scienze
della Formazione e Psicologia dell'Università di Firenze, organizzato dalla Prof.ssa Del
Gobbo Giovanna con la collaborazione di Gilda Esposito (PhD borsista UNIFI) e Glenda
Galeotti (PhD assegnista di ricerca, UNIFI). L'ipotesi da cui prende avvio il progetto,
consolidata attraverso l'esperienza maturata dai partner di progetto, è che le arti possano
giocare un ruolo trasformativo per il benessere di tutti i bambini senza distinzione di
appartenenza nazionale, etnica, religiosa o di genere e offrire un contributo unico per un'
Europa davvero intelligente, inclusiva e sostenibile. All'inizio della Tavola Rotonda é stato
introdotto questo obiettivo che necessita, per il suo raggiungimento, dell'esigenza di far
emergere, raccogliere e valorizzare i bisogni, le aspirazioni e le indicazioni dei diversi
portatori d'interesse.
Dopo la registrazione e presentazione dei partecipanti sono stati introdotti alcuni dei bisogni a
cui è indispensabile rispondere per la realizzazione di un'educazione inclusiva attraverso il
coinvolgimento delle parti. La Prof.ssa Del Gobbo Giovanna con Gilda Esposito (PhD
borsista UNIFI) ha introdotto la tematica, invitando ciascuno dei partecipanti a intervenire a
rotazione. Il tavolo presente all'interno dell'aula altana è a forma circolare pertanto permette la
disposizione dei presenti, non in forma gerarchica e vede riuniti insieme tutti gli Holders. A
turno i partecipanti all'Advocacy Roundtable si sono presentati indicando i rispettivi ruoli
istituzionali. E' emersa la necessità di mobilitare questi attori per conseguire il cambiamento
delle pratiche con l'auspicio di modificare anche qualche aspetto delle politiche.
Al centro vi erano l'Arte, l'Educazione e l'Inclusione, e in riferimento a questi, i partecipanti
hanno riportato le proprie esperienze. L'esponente di Muse (Sandra Tolomei) ha espresso la
necessità di creare rete con la scuola e con altri settori trasversali, per avviare una
ricostruzione del sistema dei servizi educativi in modo da migliorare il rapporto con il
pubblico.
Donatella Nucci, esponente dell'istitutoINDIRE ha introdotto la piattaforma Etwinning che si
occupa dell'innovazione, della formazione degli insegnanti e della promozione di azioni
inclusive. Sandra Maggi, Presidente dell'Istituto degli Innocenti, ha parlato di arte come
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veicolo di grande integrazione. All'interno dell'istituto ci sono numerose proposte rivolte ai
bambini dall'infanzia alla scuola primaria. Nel fine settimana inoltre, vengono realizzate
attività laboratoriali dedicate alle famiglie, allo scopo di creare coinvolgimento e integrazione
fin dalla nascita, in modo che questo atteggiamento non sia solo relativo ad una situazione che
si presenta loro, ma che sia un modo di approcciarsi al mondo e all'altro.
Nel corso della giornata sono state espresse diverse considerazioni sull'arte. L'arte é stata
definita come veicolo di grandi integrazioni, l'arte come strumento utile per individuare i
punti in comune, inoltre per quanto riguarda la traduzione della sigla META, sono state
espresse alcune criticità relative alla terminologia usata, che era stata già oggetto di
discussione nel corso degli incontri antecedenti alla Tavola Rotonda.
Luigi Ricci, Assessore all'inclusione Sociale Campi Bisenzio, ha sottolineato che sul
territorio di Campi Bisenzio vi é una percentuale del 19,4% di cittadini stranieri e il 25% dei
bambini sono presenti nelle scuole dell'obbligo. Nel corso della sua esposizione sono emersi
elementi relativi alla valorizzazione del territorio attraverso l'attribuzione di valore proprio
all'arte e alle attività artistiche. É indispensabile creare comunità perché nella comunità é
possibile ed é più facile introiettare i valori.
Lorenzo Cinatti, Sovraintendente Scuola di Musica di Fiesole e Coordinatore Nazionale
Sistema Abreu, ha introdotto la possibilità di formarsi attraverso la musica. L'arte vista come
strumento per sviluppare la propria personalità e come tale, utile ed indispensabile per
appianare i conflitti.
Nel confronto tra i portatori d'interesse sono emerse alcune parole chiave:
Integrare
Stare insieme
Disciplina
Accoglienza
Piacere
Gioia
Dia Papa Demba, appartenente alla Consulta degli immigrati Toscana, ha sottolineato che
nella città di Pontedera vi é una percentuale del 18% di persone provenienti dal Senegal e in
relazione a questo dato è stato registrato un alto numero di nascite (circa 600 bambini); che
poi, una volta inseriti nelle scuole, superano numericamente i bambini italiani. A tal proposito
vi é una sorta di ghettizzazione e conseguente esclusione: basti pensare alla minoranza di
28
bambini italiani iscritti, determinando ricadute sull’Italia. Nel confronto anche con gli altri
presenti Dia Papa Demba ha sollecitato un intervento da parte delle autorità per limitare il più
possibile questo fenomeno di esclusione, che finisce per ripercuotersi sull'intera società. Sono
emersi alcuni elementi a cui prestare attenzione, quali il bagaglio culturale e anche musicale
di ciascuno, elementi importanti per creare innovazione dal punto di vista didattico.
Milagros Guzman esponente della Comunità Dominicana Milano, ha espresso la necessità
di maturare un'attenzione in più nei confronti dell’altro, nel senso che senza la reciprocità non
può esistere l'inclusione, perché per far sì che essa si concretizzi realmente, deve cambiare
l'atteggiamento delle persone: é fondamentale conoscere quello di cui è portatore l'altro,
chiedendosi sempre cosa é possibile fare per integrare, creando apertura verso l'altro.
Xiaping Yang, Mediatrice Culturale e Poetessa, ha introdotto una problematica relativa al
cattivo inserimento dei bambini cinesi, i quali fanno un uso spropositato delle tecnologie e
non riescono a mantenere la concentrazione in aula. L'inserimento di questi ultimi non è ben
riuscito perché gli insegnanti non si sono interrogati sul perché i ragazzi mostravano scarsa
attenzione, ma hanno preferito attribuire tutto ciò ad una mancanza di volontà e svogliatezza.
Questo é un atteggiamento comune a scuola, atteggiamento che esclude e non include,
pertanto è necessario un altro sguardo, uno sguardo includente e attento alle specificità di
ciascuno.
Inoltre é emersa la necessità di fare ricerca per creare cambiamento. Anche l'apporto e le
testimonianze degli artisti presenti alla giornata è stato fondamentale per capire cosa avviene
proprio nella realtà concreta. Sara Nesti,Artista/Danzatrice che lavora con i bambini e con
Muse, ritiene che l'arte possa rappresentare uno strumento utile per far emergere le proprie
potenzialità. Attraverso l'arte si può avere una miglior percezione di Sé: l'arte riguarda il fare,
essa ti costringe all'ascolto e a guardare per capire che in fondo l'altro é uguale a te. L'arte in
questo senso offre un sistema di apprendimento in grado di incoraggiare i bambini, e per
questo motivo, le figure educative devono offrire al bambino una struttura che prevede
l'ascolto, lo sguardo e l'attenzione per capire che siamo tutti sullo stesso livello.
Anche la poesia é stata sollecitata come un utile strumento d'inclusione, la quale rappresenta
l'espressione che il bambino vuole comunicare. Spesso il bambino si vergogna perché non é
mai stata messa a valore la propria cultura. Ogni bambino ha il suo strumento che é se stesso,
che si presenta al mondo nella sua globalità e specificità le quali hanno necessità di essere
accolte.
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L'arte, come esperienza del bello può salvare dall'impoverimento non solo dal punto di vista
economicofinanziario ma anche da quello sociale. Il lavoro con l'arte aggiunge, perché essa
riguarda anche il problema dell'esclusione, pertanto lo sguardo deve focalizzarsi su cos'é
l'esclusione e lavorare sull'inclusione per migliorare la vita del soggetto.
La frase che ha racchiuso in Sè il desiderio di una reale inclusione é stata questa:
"La musica é un regalo, perché non regalarla a tutti?"
Questa espressione indica apertura, dono e desiderio di condivisione (rivolto a tutti, senza
alcun tipo di distinzione): elementi fondamentali e necessari per creare inclusione.
30
CONCLUSIONI
Nella nostra ricerca è stato molto stimolante ed entusiasmante avvicinarsi ad un progetto di
questa portata, a livello Europeo, quale è il progetto META. Ci é stata data la possibilità di
seguire, se pur nel suo piccolo, l’evoluzione di un progetto così interessante, a partire anche
dall’opportunità di prendere parte ai RoundTable, che vedevano presenti tutti gli Stakeholder
coinvolti. Un’esperienza di questo tipo ci ha dato modo di osservare e soprattutto ascoltare
concretamente i problemi e i bisogni di cui ciascun individuo era portatore: testimonianze
provenienti dalla dimensione artistica, musicale e scolastica fino ad arrivare a quella politica.
Passando alla nostra ricerca, possiamo ritenere di essere soddisfatte del lavoro svolto e
dell’analisi condotta, pur non avendo avuto un campione ampio quale invece ci aspettavamo
di avere. Soprattutto è stata interessante la novità di trattare non con i docenti già al lavoro
all’interno delle scuole, ma con coloro che sono in formazione, in modo tale da poter
analizzare il loro tipo di percorso di studi e il loro modo di vedere e apprezzare le metodologie
proposte dal progetto META.
Il nostro lavoro ci ha dato modo di confrontarci con i nostri colleghi ed arrivare alla
conclusione che ad oggi, all’interno del corso di Laurea Magistrale in Scienze della
Formazione Primaria, non vengono fornite metodologie valide per poter concepire lo
strumento dell’arte come strategia per una reale inclusione all’interno delle classi primarie e
infanzia. In generale, osservando anche il piano di studi del Corso di Laurea, non sembra
infatti esserci spazio per la disciplina dell’arte, evidenziando quindi una mancanza di
attenzione ad essa ma soprattutto alle sue possibilità di attuazione. Dall’altro lato, abbiamo
invece apprezzato un interesse da parte degli studenti di saperne di più in merito alla tematica,
e la loro disponibilità a prendere parte ad eventuali iniziative che possano accrescere la loro
preparazione in vista della futura e delicata professione di insegnante.
Infine, ci auguriamo che tale ricerca sia servita in parte per sensibilizzare alla tematica e
soprattutto, ci auspichiamo che il progetto META (ancora in fase di attuazione), sia divulgato
da più persone possibili, in modo tale da far conoscere una metodologia così innovativa non
ancora pensata oggi.
31
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Colombo A., Genovese A., Canevaro A., Educarsi all’Intercultura: immigrazione e
integrazione dentro e fuori la scuola, Edizioni Erickson, Trento, 2005.
De Angelis L., Pesce F., Romano M (a cura di),Visioni culturali, idee e strumenti per
favorire lo sviluppo dei territori, Capponi Editore, Roma, 2014.
Elia G. (a cura di),La complessità del sapere pedagogico tra tradizione e innovazione,
Franco Angeli, Milano, 2015.
Mortari L., Cultura della ricerca pedagogica. Prospettive epistemologiche. Carocci,
Roma, 2007.
Sità C., Indagare l’esperienza. L’intervista fenomenologica nella ricerca educativa,
Carocci, Roma, 2012.
SITOGRAFIA http://metaproject.eu/it/partners.html consultato il 04/05/2016 alle ore 9:30.
https://itit.facebook.com/metaeducationthrougharts/ consultato il 04/05/2016 alle ore 10:00.
http://www.erionet.eu/ consultato il 05/05/2016 alle ore 11:00.
http://www.vita.it/it/article/ consultato il 05/05/2016 alle ore 11:40.
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/index.html#&panel15 consultato il 10/05/2016 alle ore 10:30.
http://www.fondazionenigrizia.org/#attività consultato il 13/05/2016 alle ore 17:20.
http://www.scuola.it/pontormo/documenti/PIANO_INCLUSIONE.pdf consultato il 21/05/2016 alle ore 20:00.
http://www.unistrasi.it/public/articoli/1663/Files/Materiali%20didattici%20e%20piste%20di%20lavoro%20per
%20docenti%20delle%20scuole%20dell'obbligo.pdf consultato il 30/05/2016 alle ore 9:30.
https://www.unhcr.it/ consultato il 03/06/2016 alle ore 17:15.
http://www.provincia.bz.it/astat/download/S2D1_Questionario_Obiettivi30_09_13.ppt consultato il
10/06/2016 alle ore 18:30.
https://it.surveymonkey.com/mp/likertscale/ consultato il 26/06/2016 alle ore 11:15.
32
APPENDICE
(Allegato A) DIARIO DI BORDO
20/04/2016
Ritrovo tra i componenti del gruppo per revisionare i documenti presenti in piattaforma. Dopo
un'accurata lettura del materiale, sono stati delineati alcuni degli aspetti più importanti, utili
alla formulazione del problema.
26/04/2016
All'interno dei documenti esaminati sono emersi elementi relativi al territorio, utili alla
configurazione degli Holders da coinvolgere all'interno del nostro progetto. Abbiamo deciso
di soffermarci e considerare la formazione degli insegnanti come elemento imprescindibile,
per una reale inclusione delle minoranze etniche.
03/05/2016
Nel corso di un ulteriore lettura del materiale, la scelta dei RightHolders è stata modificata.
Così il focus si è spostato sui futuri insegnanti in formazione, considerando come target i
ragazzi del 4 anno del corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico di Formazione Primaria, della
Scuola di Studi Umanistici e della Formazione di Firenze, allo scopo di prendere in esame la
preparazione dei ragazzi, per capire in che modo questi sono in grado di tradurre in pratica le
conoscenze ricevute nel corso degli studi, prima dell’ingresso effettivo nella scuola.
Successivamente abbiamo messo a fuoco il metodo e lo strumento, utili alla nostra ricerca.
Come metodo: la scelta é ricaduta su quello fenomenologico, per indagare l’esperienza, e
come strumento, ci è sembrato opportuno considerare il questionario semistrutturato con
domande chiuse e aperte, che ci consentirà di verificare nell’immediato i risultati emersi.
05/05/2016
Dopo la bozza delle domande realizzate per il questionario da sottoporre agli studenti (del
quarto anno del corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria), siamo passate a
strutturarle ulteriormente decidendo quali domande lasciare aperte e quali invece, chiuse. La
33
scelta non é stata semplice, perché le domande sembravano essere troppo generiche, o non
pertinenti al progetto finale. Dunque, dopo un’attenta rilettura, ci siamo immedesimate nei
futuri intervistati e abbiamo colto delle criticità nella struttura dei quesiti che risultavano
troppo vaghi, e pertanto non del tutto efficaci ai fini della nostra ricerca.
17/05/2016
Siamo state ricevute dalla Dott.ssa Glenda Galeotti che ci ha invitato a tirar fuori gli elementi
di interesse per la nostra analisi dei bisogni. Dal confronto sono emersi suggerimenti validi
per migliorare la struttura del questionario:
creare una casistica dei potenziali rispondenti per capire con chi abbiamo a che fare e
in che termini i soggetti in questione si sono interfacciati con l’arte,
inserire 5 possibilità di risposta alle domande chiuse (es. per nulla/molto
poco/poco/abbastanza/molto)
inserire prima del questionario una breve introduzione alla tematica dell’arte come
inclusione
19/05/2016
In seguito all’incontro con la Dott.ssa Galeotti abbiamo definito con più precisione lo
strumento di indagine e le sue caratteristiche. Per definire meglio i destinatari a cui ci
rivolgiamo, l’interesse si è focalizzato sulle caratteristiche del corso di Laurea e la relativa
preparazione richiesta ai futuri docenti.
23/05/2016
Per revisionare le domande del questionario e capire meglio se potevano aiutarci nel nostro
intento abbiamo provato a sottoporlo ad uno studente del secondo anno della Magistrale di
Scienze dell’educazione degli adulti, della formazione continua e scienze pedagogiche, che
non conosceva il progetto della nostra ricerca; nella lettura delle domande sono emerse alcune
criticità che ci hanno portato a riprendere in mano il questionario per un ulteriore modifica,
reimpostando quei punti specifici che nel nostro esperimento erano risultati poco idonei.
Una volta corretto e concluso, il lavoro è stato inviato alla Dott.ssa Galeotti in attesa di una
correzione.
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24/05/2016
Quest’oggi, su appuntamento, abbiamo incontrato la Dott.ssa Galeotti per sapere se la stesura
del questionario era corretta rispetto ai fini della ricerca. Inoltre l’abbiamo messa al corrente
della preparazione del questionario anche online attraverso l’utilizzo di Google Moduli, così
per un ulteriore conferma, ci ha consigliato di rivolgerci direttamente alla Prof.essa Del
Gobbo, che era presente in ufficio, per quanto riguarda le modalità di aggancio delle e mail
degli studenti, poiché ci si augura di poterlo inviare attraverso il sistema di Ateneo. La
Prof.ssa ci ha suggerito d’ inviarle il lavoro, che avrebbe poi revisionato, prendendosi la
responsabilità di mettersi in contatto con chi eventualmente avrebbe poi diffuso il
questionario, ovvero Gianfranco Bandini, Professore associato di Storia della Pedagogia
presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze. Il lavoro è proseguito
in questi termini ed ora siamo in attesa dell’ok per partire.
30/05/2016
La lezione conclusiva di “Analisi dei bisogni formativi”, ha chiarito alcuni aspetti da
considerare per il procedere del nostro team work. Inoltre, in data odierna, la Professoressa
Del Gobbo ha avuto modo di contattare il Prof. Bandini per definire la procedura di diffusione
della mail agli studenti di primaria.
01/06/2016
Siamo state ricevute nuovamente dalla Professoressa Del Gobbo per revisionare ulteriormente
il questionario per poi girarlo alla Dott.ssa Annalisa Bebi della Segreteria Didattica che
avrebbe inviato la mail agli studenti attraverso il sistema di Ateneo. Nel corso di un colloquio
preliminare con la Dott.ssa Bebi però, è emersa l’impossibilità di indirizzare il questionario
esclusivamente ai ragazzi del quarto anno, perché la mail istituzionale copre tutti gli iscritti di
primaria e a tal proposito ci siamo riunite con la Prof.ssa Del Gobbo che ci ha fornito alcuni
suggerimenti per la correzione e adeguamento delle domande per poterlo rivolgere
indistintamente a tutti gli studenti di primaria. Dopo aver apportato le modifiche richieste,
abbiamo provveduto a scrivere una lettera di accompagnamento per fornire agli studenti le
indicazioni relative al nostro progetto, scegliendo con attenzione e cura il lessico da inserire,
per catturare l’attenzione di coloro che apriranno la mail e si troveranno davanti il nostro
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questionario. Abbiamo cercato di usare una terminologia efficace per renderli partecipi del
nostro lavoro e per conoscere il loro punto di vista riguardo alla tematica presentata.
Dopodiché, siamo tornate ancora una volta in Segreteria per l’invio definitivo della mail agli
studenti. Dopo alcune ore sono comparse già le prime 40 risposte; per ora abbiamo percepito
un feedback positivo riguardo all’interesse dei ragazzi nel rilasciare il proprio indirizzo email
(non obbligatorio) per aderire ad un possibile focus group sul tema dell’inclusione attraverso
l’arte.
10/06/2016
In data odierna abbiamo partecipato al ROUNDTABLE del Progetto Meta, a cui hanno preso
parte alcuni esponenti della Regione, del Comune, delle Fondazioni che trattano l’arte, Artisti,
Mediatori, Responsabili di Associazioni ed Educatori, in modo da offrire una panoramica
generale riguardo l’uso dell’arte per fini inclusivi. Questo confronto aveva come obiettivo
principale quello di partire dall’esperienza degli ospiti per creare un cambiamento delle
politiche, rilevando le buone pratiche relative all’apporto di ciascuno.
14/06/2016
A circa due settimane dalla somministrazione del questionario, abbiamo ricevuto solo 67
risposte. Il risultato é relativamente deludente. Considerando il gran numero di studenti
iscritti, che ammontano a circa 400 persone, ci auguravamo rispondessero all’incirca un
centinaio.
Anche questo risultato però ci offre uno spunto di riflessione sulla scarso utilizzo che fanno i
ragazzi della mail istituzionale.
17/06/2016
Ritrovo tra le componenti del gruppo per delineare i punti da seguire per la formulazione del
dossier che riassume tutte le attività svolte e l’organizzazione del lavoro stesso in modo da
rendere esplicito il percorso.
36
20/06/2016
Dopo aver indicato le parti da approfondire durante il fine settimana, abbiamo deciso di
ritrovarci per esaminare con accuratezza il lavoro e per analizzare le risposte che ci sono
pervenute dagli studenti, una volta chiuso il questionario.
21/06/2016
Questa mattina siamo state invitate dalla professoressa Del Gobbo a partecipare ad un
incontro molto interessante con la dottoressa Gilda Esposito, per riflettere e discutere sulle
tematiche emerse durante il round table del 10/06/2016. Ognuno di noi ha esposto brevemente
quello che ci ha colpito di più durante quella giornata, facendo emergere aspetti negativi e
positivi.
37
Alla fine dell’incontro, il nostro gruppo ha continuato il lavoro sull’analisi dei dati della
ricerca fino a tarda mattinata.
22/06/2016
In data odierna ci siamo riunite nuovamente per analizzare insieme i risultati del questionario.
Alcune delle risposte collocate alla fine del nostro strumento di ricerca, ci offrono numerosi
spunti di riflessione per comprendere la situazione dei futuri insegnanti in formazione.
Sembra davvero che il bisogno di migliorare la formazione sia avvertito dalla maggioranza
dei rispondenti. Non é stata impresa facile riuscire ad analizzare ed interpretare le risposte
ricevute, perché scorrendo, nella lettura del questionario, alcune di esse mostravano delle
incongruenze con quelle precedenti.
23/06/2016
Siamo quasi giunte al termine dell’analisi che si é rivelata più lunga del previsto. Oggi
abbiamo revisionato le risposte chiuse e siamo arrivate ad analizzare l’ultima riposta aperta
che chiedeva l’inserimento di 3 parole chiave relative all’inclusione. Le parole erano tante e
per questo motivo, facendo tesoro del suggerimento della Dott.ssa Gilda Esposito, ricevuto
nel corso dell’incontro/confronto sul Roundtable, abbiamo deciso di avvalerci della strategia
di analisi “clustering”. Dunque, inizialmente abbiamo evidenziato quante volte compariva un
termine e dopodiché proveremo a trasferire i dati all’interno di un grafico, che riuscirà ad
illustrare i dati raccolti.
25/06/2016
Oggi con il termometro che segna 35o, ci siamo riunite alla mensa di S.Apollonia perché la
facoltà di Studi Umanistici e della formazione era chiusa. L’analisi procede, e siamo giunte
alla definizione dei risultati che sono affiorati. Inoltre ci siamo occupate dell’elaborazione
dell’Executive Report che riporta un’anticipazione del nostro ricerca.
29/06/2016
Data l’impossibilità di ritrovarci tutte per riportare le nostre riflessioni in merito alla ricerca
condotta, abbiamo deciso di lavorare su google drive, connettendoci tutte quante alla stessa
ora, facendo emergere le considerazioni personali.
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30/06/2016
Il lavoro é quasi ultimato. Le slides sono state realizzate in forma sintetica in modo da
focalizzare l’attenzione sugli aspetti rilevanti del nostro project work. Nelle prossime ore
provvederemo ad inviare il nostro elaborato alla Professoressa per l’esame finale che si terrà il
04/06/2016.
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VARIE TIPOLOGIE DI QUESTIONARI
1° Questionario per studenti di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/1)
AREA 1 – CONOSCENZE PREGRESSE
1. Cosa intendi per arte? Domanda aperta
2. Cosa intendi per inclusione? Domanda aperta
3. Quanto la famiglia ha inciso sulla tua crescita e formazione all’arte? Da 1 a 4
4. Hai partecipato a qualche iniziativa di impronta artistica anche extrascolastica? SI/NO
5. Conosci eventi nella tua città di condivisione e conoscenza delle altre culture? SI/NO
6. Se sì, quali? Domanda aperta
AREA 2 – ESPERIENZA UNIVERSITARIA
1. Nel corso dei tuoi studi universitari, hai avuto modo di incontrare l’arte? SI/NO
2. Se sì, quanto è stata valorizzata dagli insegnanti? Da 1 a 4
3. Quanto viene trattata la tematica dell’inclusione all’interno delle classi primarie, nei corsi universitari
della tua facoltà? Da 1 a 4
4. Hai mai incontrato nei tuoi studi, proposte di strategie di inclusione per bambini provenienti da altre
culture? SI/NO
5. Se sì, quali? Domanda aperta
6. Sulla base dei corsi fino a qui frequentati, in che modo utilizzeresti l’arte ai fini di una inclusione
all’interno delle classi primarie? Domanda aperta
AREA 3 – ESPERIENZA TIRICINIO
1. Hai incontrato nell’esperienza di tirocinio situazioni di alunni provenienti da minoranze etniche? SI/NO
2. Se sì, come sono state gestite dai docenti? Da 1 a 4
3. Quanto è stata presente la disciplina artistica durante il tuo percorso di tirocinio? Da 1 a 4
4. Hai avuto modo di rilevare l’utilizzo dell’arte nelle attività proposte dagli insegnanti? SI/NO
5. Se sì, quanto è stata efficace ai fini di una reale inclusione? Domanda aperta
AREA 4 – SENSIBILIZZAZIONE
1. Ritieni che l’arte possa rappresentare uno strumento di dialogo tra culture? SI/NO
2. Se sì, quanto lo consideri importante? Da 1 a 4
3. Ti piacerebbe fare un progetto che prevede l’arte come strumento di inclusione?SI/NO
4. Sei a conoscenza di eventuali proposte educative di questo tipo? SI/NO
5. Credi possa essere utile come strumento di conoscenza reciproca? SI/NO
6. Come pensi possa essere utilizzata l’arte per attivare pratiche inclusive nella scuola? Domanda aperta
40
2° Questionario per studenti di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/2)
AREA 1 – CONOSCENZE PREGRESSE
1. Secondo te, quali sono le forme d’arte? Domanda aperta
2. Nella tua esperienza personale hai incontrato l’arte come strumento di inclusione? SI/NO
3. Quanto la famiglia ha inciso sulla tua crescita e formazione all’arte? Da 1 a 4
4. Hai partecipato a qualche iniziativa di impronta artistica anche extrascolastica? SI/NO
5. Conosci eventi nella tua città di condivisione e conoscenza delle altre culture? SI/NO
6. Se sì, quali? Domanda aperta
AREA 2 – ESPERIENZA UNIVERSITARIA
1. Nell’offerta formativa del tuo corso universitario, hai avuto modo di incontrare l’arte? SI/NO
2. Se sì, quanto è stata valorizzata dagli insegnanti? Da 1 a 4
3. Quanto viene trattata la tematica dell’inclusione attraverso l’arte negli insegnamenti del tuo corso? Da 1
a 4
4. Hai mai incontrato nei tuoi studi, proposte di strategie di inclusione attraverso l’arte per bambini
provenienti da altre culture? SI/NO
5. Se sì, quali? Domanda aperta
6. Sulla base dei corsi fino a qui frequentanti, in che modo utilizzeresti l’arte ai fini di una inclusione?
Domanda aperta
AREA 3 – ESPERIENZA TIROCINIO
1. Hai incontrato nell’esperienza di tirocinio situazioni di alunni provenienti da minoranze etniche? SI/NO
2. Se sì, come sono state gestite dai docenti? Da 1 a 4
3. Hai incontrato l’arte come strumento di inclusione nella tua esperienza di tirocinio? SI/NO
4. Se sì, quanto è stata efficace ai fini di una inclusione? Domanda aperta
AREA 4 – SENSIBILIZZAZIONE
1. Ritieni che l’arte possa rappresentare uno strumento di dialogo tra culture? SI/NO
2. Se sì, quanto lo consideri importante? Da 1 a 4
3. Ti piacerebbe fare un progetto che prevede l’arte come strumento di inclusione? SI/NO
4. Sei a conoscenza di eventuali proposte educative di questo tipo? SI/NO
5. Credi che l’arte possa essere utile come strumento di conoscenza reciproca? SI/NO
6. Come pensi possa essere utilizzata l’arte per attivare pratiche inclusive nella scuola? Domanda aperta
41
3° Questionario per studenti di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/3)
Il questionario che vi invitiamo a compilare mira a comprendere se e in che misura l’arte venga trattata nei
contesti quali scuola e università, come strumento che lavora per l’inclusione di bambini appartenenti a
minoranze etniche con esperienze migratorie alle spalle.
“Si intende per Arte tutte quelle forme di espressione quali Arte dello spettacolo (danze, teatro, musica, ecc.),
Letteratura e poesia, Design, Artigianato, Le arti numeriche, il racconto, il patrimonio, le arti plastiche e il
cinema, i media e la fotografia” – UNESCO 2006
AREA 1 CONOSCENZE DEL RISPONDENTE
1. In base al tuo percorso personale, formativo e professionale, a quali delle seguenti categorie ritieni di
appartenere?
persona che non ha mai incontrato né il tema dell’arte nel dell’inclusione
persona che se ne intende di arte ma non di inclusione
persona che se ne intende di inclusione ma non di arte
persona che ha incontrato sia l’arte che l’inclusione ma non intrecciati tra loro
persona che ha consapevolezza della potenzialità dell’intreccio tra arte e inclusione
2. In quali occasioni hai avuto a che fare con l’arte?
volontariato
interesse personale
esperienza lavorativa
tramite terzi (amici, famiglia, colleghi)
in nessun contesto
altri
AREA 2 ESPERIENZA UNIVERSITARIA
1. Nell’offerta formativa del tuo corso universitario hai incontrato l’arte come strumento educativo?
Si
No
2. Quanto viene trattata l’arte negli insegnamenti del tuo corso?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
42
3. All’interno dei laboratori universitari hai incontrato l’arte?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
4. All’interno dei laboratori, ti sono stati forniti strumenti utili per un utilizzo strategico dell’arte?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
AREA 3 ESPERIENZA TIROCINIO
1. Hai incontrato l’arte come strumento di inclusione nella tua esperienza di tirocinio?
si
no
2. Che tipo di impatto ha avuto?
non sufficiente
sufficiente
buono
molto buono
ottimo
3. Nell’esperienza di tirocinio, hai incontrato approcci di utilizzo all’arte che ritieni validi?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
AREA 4 AUTOVALUTAZIONE
1. Ritieni che l’arte possa rappresentare uno strumento di dialogo tra culture e di conoscenze reciproca?
per nulla
molto poco
poco
43
abbastanza
molto
2. Alla luce della tua esperienza formativa, ritieni di avere le competenze per affrontare laboratori di arte per
l’inclusione?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
44
4° Questionario per studenti di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/4)
Il questionario che vi invitiamo a compilare mira a comprendere se e in che misura l’arte venga trattata nei contesti quali scuola e università, come strumento che lavora per l’inclusione di bambini appartenenti a
minoranze etniche con esperienze migratorie alle spalle.
“Si intende per Arte tutte quelle forme di espressione quali Arte dello spettacolo (danze, teatro, musica, ecc.), Letteratura e poesia, Design, Artigianato, Le arti numeriche, il racconto, il patrimonio, le arti plastiche e il
cinema, i media e la fotografia” – UNESCO 2006
AREA 1 CONOSCENZA DEL RISPONDENTE
1. In base al tuo percorso personale, formativo e professionale, a quali delle seguenti categorie ritieni di
appartenere?
persona che non ha mai incontrato né il tema dell’arte nel dell’inclusione
persona che se ne intende di arte ma non di inclusione
persona che se ne intende di inclusione ma non di arte
persona che ha incontrato sia l’arte che l’inclusione ma non intrecciati tra loro
persona che ha consapevolezza della potenzialità dell’intreccio tra arte e inclusione
2. In quali delle seguenti occasioni hai avuto a che fare con l’arte?
volontariato
esperienze lavorative
interesse personale
tramite terzi (amici, famiglia, colleghi)
in nessun contesto
altro:…..
AREA 2 ESPERIENZA UNIVERSITARIA
3. Nell’offerta formativa del tuo corso universitario hai incontrato l’arte come strumento educativo?
Si
No
4. Quanto viene trattata l’arte negli insegnamenti del tuo corso di Laurea?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
5. Hai partecipato a corsi che prevedevano l’insegnamento dell’arte come strumento inclusivo?
Si
No
45
6. All’interno del tuo percorso universitario, si sono tenuti laboratori o attività che ti hanno fornito strumenti utili
per un utilizzo strategico dell’arte?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
AREA 3 ESPERIENZA TIROCINIO
7. Durante la tua esperienza di tirocinio, l’arte è stata utilizzata come strumento di inclusione?
Si
No
8. Se SI, che tipo di impatto credi che abbia avuto?
non sufficiente
sufficiente
buono
molto buono
ottimo
9. Nella tua esperienza di tirocinio, hai incontrato approcci di utilizzo dell’arte che ritieni validi?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
10. Ritieni che l’arte possa rappresentare uno strumento di dialogo tra culture e di conoscenza reciproca?
per nulla
molto poco
poco
abbastanza
molto
11. Alla luce della tua esperienza formativa, ritieni di avere le competenze necessarie per affrontare laboratori di
arte per l’inclusione?
per nulla
molto poco
46
poco
abbastanza
molto
12. Ti piacerebbe seguire un corso formativo che posso fornirti un approfondimento dell’arte come strumento di
inclusione?
Si
No
13. Secondo te, quali capacità, abilità e atteggiamenti dovrebbe avere un futuro insegnante che utilizza l’arte
ricolta all’inclusione della diversità? ( Solo per chi ritiene di avere consapevolezza e familiarità col tema)
………………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
Se sei interessato, lasciaci la tua email per partecipare a focusgroups sulla tematica.
………………………………………………………………….
47
5° Questionario per studenti di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/5)
“Si intende per Arte tutte quelle forme di espressione quali Arte dello spettacolo (danze, teatro, musica, ecc.),
Letteratura e poesia, Design, Artigianato, Le arti numeriche, il racconto, il patrimonio, le arti plastiche e il
cinema, i media e la fotografia” – UNESCO 2006
Con questo questionario che invitiamo a compilare vorremmo comprendere se e in che misura l'arte venga
affrontata nei contesti scolastici e universitari, come strumento che lavora per l'inclusione di bambini con
background migratorio.
Pertanto il tuo apporto è fondamentale. Ti ringraziamo del tuo aiuto.
AREA 1 CONOSCENZA DEL RISPONDENTE
1. In base al tuo percorso personale, formativo e professionale, a quali delle seguenti categorie ritieni di
appartenere?
persona che non ha trattato/operato né con le arti né per l’inclusione di bambini con background
migratorio
persona che ha trattato/operato con le arti ma non per l’inclusione di bambini con background
migratorio
persona che ha trattato/operato per l’inclusione di bambini con background migratorio ma non con le
arti
persona che ha trattato/operato per l’inclusione di bambini conbackgroundmigratorio e con le arti ma
separata
persona che ha trattato/operato attraverso le arti per l’inclusione di bambini conbackgroundmigratorio
*
2. In quali delle seguenti occasioni hai avuto a che fare con l’arte?
volontariato
esperienze lavorative
interesse personale
tramite terzi (amici, famiglia, colleghi)
in nessun contesto
altro : ………………………
AREA 2 ESPERIENZA UNIVERSITARIA
3. Nell’offerta formativa del tuo corso universitario hai incontrato l’arte come strumento educativo?
48
SI
No
4. Quanto viene trattata l’arte negli insegnamenti del tuo corso di Laurea?
per nulla
poco
sufficiente
abbastanza
molto
5. Hai partecipato a corsi che prevedevano l'insegnamento dell'arte come strumento inclusivo di bambini con
background migratorio?
Si
No
6. All’interno del tuo percorso universitario, si sono tenuti laboratori o attività che ti hanno fornito strumenti
utili per un utilizzo strategico dell’arte?
per nulla
poco
sufficiente
abbastanza
molto
AREA 3 : ESPERIENZA TIROCINIO
7. Durante la tua esperienza di tirocinio, l’arte é stata utilizzata come strumento di inclusione?
Si
No
8. Se SI, che tipo di impatto credi che abbia avuto?
non sufficiente
sufficiente
buono
molto buono
ottimo
9. Nella tua esperienza di tirocinio, hai incontrato metodologie educative che utilizzano l’arte ai fini
dell’inclusione, che ritieni educativamente valide?
49
Si
No
10. Se sì potresti indicarne una?
AREA 4 AUTOVALUTAZIONE
11. Ritieni che l’arte possa rappresentare uno strumento di dialogo tra culture e di conoscenza reciproca?
per nulla
poco
sufficiente
abbastanza
molto
12. Alla luce della tua esperienza formativa, ritieni di avere le competenze necessarie per realizzare laboratori
di arte per l’inclusione?
Si
No
13. Se NO, ti piacerebbe seguire un corso formativo che possa fornirti un approfondimento dell’arte come
strumento di inclusione?
Si
No
14. In riferimento alla domanda n° 12 quali capacità, abilità e atteggiamenti dovrebbe avere un futuro insegnante
che utilizza l'arte rivolta all'inclusione della diversità?
(indica 3 parole chiave)
50
Se sei interessato, lasciaci la tua email per partecipare a focusgroup sulla tematica.
……………………………………………………..
51
6° Questionario per studenti di Scienze della Formazione Primaria (Allegato B/6)
“Si intende per Arte tutte quelle forme di espressione quali Arte dello spettacolo (danze, teatro, musica, ecc.),
Letteratura e poesia, Design, Artigianato, Le arti numeriche, il racconto, il patrimonio, le arti plastiche e il
cinema, i media e la fotografia” – UNESCO 2006
Con questo questionario che invitiamo a compilare vorremmo comprendere se e in che misura l'arte venga
affrontata nei contesti scolastici e universitari, come strumento che lavora per l'inclusione di bambini con
background migratorio.
Pertanto il tuo apporto è fondamentale. Ti ringraziamo del tuo aiuto.
AREA 1 CONOSCENZA DEL RISPONDENTE 1. A quale anno di corso sei iscritto/a?
primo anno
secondo anno
terzo anno
quarto anno
quinto anno
2. In base al tuo percorso personale, formativo e professionale, a quali delle seguenti categorie ritieni di
appartenere?
persona che non ha trattato/operato né con le arti né per l’inclusione di bambini con background
migratorio
persona che ha trattato/operato con le arti ma non per l’inclusione di bambini con background
migratorio
persona che ha trattato/operato per l’inclusione di bambini con background migratorio ma non con le
arti
persona che ha trattato/operato per l’inclusione di bambini conbackgroundmigratorio e con le arti ma
separata
persona che ha trattato/operato attraverso le arti per l’inclusione di bambini conbackgroundmigratorio
*
3. In quali delle seguenti occasioni hai avuto a che fare con l’arte?
volontariato
esperienze lavorative
interesse personale
tramite terzi (amici, famiglia, colleghi)
in nessun contesto
52
altro:.......
AREA 2 ESPERIENZA UNIVERSITARIA
4. Nell’offerta formativa del tuo corso universitario, hai incontrato l’arte come contenuto
dell’insegnamento?
Si
No
5. Quanto viene trattata l’arte negli insegnamenti del tuo corso di laurea ?
per nulla
poco
sufficiente
abbastanza
molto
6. All’interno del tuo percorso universitario si sono tenute altre attività come “laboratori”, che ti hanno
fornito strumenti utili per un utilizzo strategico dell’arte?
per nulla
poco
sufficiente
abbastanza
molto
AREA 3 ESPERIENZA TIROCINIO
7. Nel corso del tirocinio (diretto/indiretto) ti è capitato di affrontare il tema dell’arte come strumento di
inclusione?
Si
No
8. Se SI, hai incontrato metodologie che ritieni educativamente valide?
Si
No
9. Se SI, hai avuto la percezione che siano efficaci e favoriscano l’apprendimento?
Si
No
10. Potresti indicarne una?
53
……………………………………………………………………………………………………………………
AREA 4 AUTOVALUTAZIONE
11. Hai partecipato ad attività che prevedono l’utilizzo dell’arte come strumento per l’inclusione di bambini
appartenenti a minoranze etniche e nazionali provenienti da percorsi di migrazione?
Si
No
12. Alla luce della tua esperienza formativa, ritieni di avere le competenze necessarie per realizzare
laboratori di arte per l’inclusione?
Si
No
13. Ritieni che l’arte possa rappresentare uno strumento di dialogo tra culture e di conoscenza reciproca?
per nulla
poco
sufficiente
abbastanza
molto
14. Ti piacerebbe seguire un corso che possa fornirti un approfondimento dell’arte come strumento di
inclusione?
Si
No
15. In riferimento alla domanda n°12 quali capacità, abilità e atteggiamenti dovrebbe avere un futuro
insegnante che utilizza l’arte ruvolta all’inclusione delle diversità? (indica 3 parole chiave)
Se sei interessato, lasciaci la tua email per partecipare a focusgroup sulla tematica.
……………………………………………………..
54