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REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA AGENTZIA REGIONALE PRO S’AMPARU DE S’AMBIENTE DE SARDIGNA AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE DELLA SARDEGNA ARPAS Dipartimento Meteoclimatico Servizio Meteorologico Febbraio 2015 Analisi agrometeorologica e climatologica della Sardegna Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

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REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

AGENTZIA REGIONALE PRO S’AMPARU DE S’AMBIENTE DE SARDIGNA AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE DELLA SARDEGNA

ARPAS

Dipartimento Meteoclimatico Servizio Meteorologico

Febbraio 2015

Analisi agrometeorologica e climatologica della Sar degna

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale

nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

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INDICE 1. INTRODUZIONE ........................................................................................................................................................................................... 4

2. ANALISI DELLE PRECIPITAZIONI ................................................................................................................................................. 5

2.1. Andamento complessivo dell’annata ................................................................................................................................. 5

2.2. Precipitazioni mensili e stagionali ......................................................................................................................................... 8

2.3. Precipitazioni giornaliere ......................................................................................................................................................... 18

3. ANALISI DELLE TEMPERATURE .............................................................................................................................................. 23

3.1. Temperature medie annuali ................................................................................................................................................... 23

3.2. Temperature medie dei singoli mesi ................................................................................................................................. 25

3.3. Indicatori di condizioni termiche particolari .................................................................................................................. 27

3.3.1. Giorni di gelo ..................................................................................................................................................................... 27

3.3.2. Notti tropicali .................................................................................................................................................................... 29

3.3.3. Giornate estive ................................................................................................................................................................. 31

3.3.4. Temperature critiche e permanenza delle temperature orarie...................................................... 32

4. L’ALLUVIONE DEL 18 NOVEMBRE 2013 ............................................................................................................................. 35

5. ELABORAZIONI AGROMETEOROLOGICHE SPECIFICHE................................................................................... 36

5.1 Evapotraspirazione e bilancio idro-climatico .............................................................................................................. 36

5.2 Indice di precipitazione standardizzata – SPI .......................................................................................................... 41

5.3 Bilancio idrico dei suoli ............................................................................................................................................................... 46

5.4 Sommatorie termiche .................................................................................................................................................................. 47

5.5 Fabbisogno di freddo ................................................................................................................................................................... 54

5.6 Wind Chill Index (WCI) .............................................................................................................................................................. 55

5.7 Temperature Humidity Index (THI) ................................................................................................................................... 58

5.8 Heat Waves – Onde di calore ............................................................................................................................................... 61

5.9 Heat Index ........................................................................................................................................................................................... 63

6 ANALISI AGROMETEOROLOGICA ........................................................................................................................................... 71

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La presente analisi si basa principalmente sui dati della rete meteorologica dell’ARPAS.

Alcune parti dell’Analisi utilizzano anche i dati provenienti dalle seguenti reti:

• Sistema Globale di Osservazioni e Monitoraggio (Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare e Ente Nazionale Assistenza al Volo);

• Agenzia Regionale per il Distretto Idrografico della Sardegna (rete dell’ex-Servizio Idrografico); • C.R.A. - Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (rete dell’ex-

UCEA); • AGRIS - Sardegna-Agenzia Regionale per la Ricerca in Agricoltura; • Comune di Orgosolo; • Università di Sassari (Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria); • Provincia del Medio Campidano (rete dell’ex-Comunità Montana del Monte Linas); • ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; • ECMWF – Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine.

L’analisi agrometeorologica è stata realizzata anche grazie alle informazioni fornite dalle Agenzie regionali AGRIS e LAORE.

A cura di Michele Fiori Alessandro Delitala Ilaria Peana Hanno collaborato Giuliano Fois, Simona Canu, Paolo Capece, Paolo Boi, Giuseppe Bianco Realizzazione grafica Salvatorina Sechi Si ringraziano tutti i colleghi del Dipartimento Meteoclimatico che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione del presente rapporto. ARPAS – Dipartimento Meteoclimatico Viale Porto Torres 119, 07100 Sassari tel. +39 079 258600 fax +39 079 262681 [email protected] [email protected]

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1. INTRODUZIONE

La presente analisi esamina l’andamento dell’annata ottobre 2013 – settembre 2014 dal punto di vista climatologico e biometeorologico.

Nonostante le piogge eccezionali del 18 novembre, le precipitazioni del 2013-2014 sono complessivamente in linea con la media climatologica 1971-2000. Questa considerazione permette di evidenziare due fenomeni anomali di segno opposto che si sono compensati nel bilancio annuale: un eccezionale surplus di piogge a novembre e un deficit complessivo di piogge nei restanti undici mesi.

Le temperature del 2013-2014 sono state invece piuttosto elevate, in particolare nei valori massimi; questi ultimi, infatti, risultano superiori di oltre +1 °C rispetto alla climatologia 1971-2000 e con un’anomalia compresa tra 0 °C e +1 °C rispetto alla media 1995-2008.

L’annata mostra anche un numero molto modesto di giorni di gelo, inferiore al 50% del numero tipico del periodo novembre-aprile.

Tali condizioni meteorologiche hanno naturalmente influenzato il ciclo delle specie vegetali di interesse agricolo, le produzioni zootecniche, la diffusione di insetti dannosi e malattie crittogamiche nonché il ciclo vegetativo delle specie spontanee di interesse forestale, ornamentale e allergologico.

La disponibilità idrica dei suoli è stata limitata in ottobre, determinando ritardi nelle semine e nel risveglio delle specie foraggere. Le piogge successive di novembre hanno consentito una ripresa dell’attività vegetativa. Da segnalare gli ingenti danni subiti dai territori colpiti dagli eventi alluvionali di metà novembre (area di Olbia, bacino del Flumendosa e alto Campidano). Sono stati registrati danni alle infrastrutture agricole e zootecniche, alle colture, oltreché la moria di numerosi capi di bestiame. La disponibilità idrica in generale ha mostrato un netto calo dal mese di aprile, determinando condizioni siccitose nell’ultimo semestre. Le condizioni termo-pluviometriche che hanno caratterizzato la prima parte dell’estate, con temperature relativamente basse e l'elevata umidità dell'aria a seguito delle frequenti piogge, soprattutto nel centro-Nord, hanno favorito la propagazione della mosca delle olive.

Le sommatorie termiche nei due bimestri hanno mostrato condizioni opposte: nel periodo ottobre 2013 - marzo 2014 i valori sono stati generalmente sopra media, in particolare per le sommatorie in base 0 °C, ment re nel semestre aprile-settembre 2014 si sono registrati valori generalmente inferiori rispetto al dato medio a causa delle temperature estive non particolarmente alte.

Dal punto di vista biometeorologico l’analisi dell’indice di calore (Heat Index) che stima la condizione di disagio fisiologico avvertita dalle persone in condizioni di “caldo afoso”, ha evidenziato per il periodo maggio-settembre 2014 valori inferiori o in linea con la media di riferimento (1995-2009) nel primo trimestre, mentre gli ultimi due mesi hanno fatto registrare valori in linea o superiori.

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2. ANALISI DELLE PRECIPITAZIONI

2.1. Andamento complessivo dell’annata

I cumulati di precipitazione da ottobre 2013 a settembre 2014 (figura 1 ) vanno dai poco più di 300 mm dell’area vasta di Cagliari e dell’estremità Sud-occidentale della Sardegna, ai 400-600 mm delle aree pianeggianti o della Valle del Tirso, sino ai più di 1000 mm delle diverse zone montuose della Sardegna.

Il confronto con la climatologia mostra che si è trattato di piogge in linea con la media 1971-2000, con valori leggermente inferiori alla media nella parte meridionale e valori superiori alla media nella parte settentrionale dell’Isola.

Focalizzando l’attenzione sulla stagione piovosa1 (figura 2 ), si osservano cumulati con una struttura molto simile e valori di poco inferiori. Questo permette di concludere che le piogge da maggio a settembre 2014 sono state poco importanti nel bilancio complessivo dell’annata. Il confronto con la media climatologica mostra valori un po’ ovunque superiori a tale riferimento: in certe zone della Sardegna il cumulato di piogge da ottobre 2013 ad aprile 2014 risulta sino a 1.5 volte la media climatologica. Fanno eccezione le aree costiere delle provincie di Nuoro, Ogliastra e Cagliari, sulle quali le piogge di ottobre-aprile risultano inferiori alla media.

È interessante notare che nonostante le eccezionali piogge del 18 novembre 2013, la struttura spaziale del campo di precipitazione non mostra anomalie riconducibile a quell’evento. Questo sta ad indicare che il surplus di pioggia di novembre è stato compensato dal deficit pluviometrico del resto dell’annata.

La figura 3 mostra che le piogge del periodo ottobre-settembre si sono distribuite su un numero di giorni che va dai quasi 60 della costa Sud-orientale, sino agli 80-90 della Sardegna settentrionale, con un massimo sul Goceano. Anche in questo caso si tratta di valori in linea con la media climatologica sulla Sardegna meridionale e superiori alla media sulla parte centro-settentrionale dell’Isola.

Il confronto con la variabilità secolare (figure 4 e 5) conferma la considerazione secondo cui in Sardegna le piogge del 2013-2014 sono state sostanzialmente in linea con la media, sia per quel che riguarda i cumulati dell’annata sia per il numero di giorni piovosi.

Figura 1: Cumulato di precipitazione in Sardegna da ottobre 2013 a settembre 2014 e rapporto tra il cumulato e la media climatologica .

1 In media circa l’80% delle piogge della Sardegna si concentra tra ottobre e aprile.

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Figura 2: Cumulato di precipitazione in Sardegna da ottobre 2013 ad aprile 2014 e rapporto tra il cumulato e la media climatologica .

Figura 3: Numero di giorni piovosi da ottobre 2013 a settembre 2014 e rapporto tra il cumulato e la media climatologica .

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Figura 4: Cumulato di precipitazione in Sardegna ne l periodo ottobre-settembre, dal 1874 al 2014.

Figura 5: Numero di giorni piovosi in Sardegna nel periodo ottobre-settembre, dal 1932 al 2014.

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La neve (figura 6 ) mostra la sostanziale assenza di neve che ha caratterizzato il 2013-2014.

Dalla figura si evince che solo le cime del Gennargentu, che sono caratterizzate da un vero e proprio clima da alta montagna, hanno avuto più di 5 giorni di neve. Sul resto della Sardegna, nel 2013-2014 la neve è stata un

fenomeno sporadico.

È interessante anche fare il confronto colla Corsica che è caratterizzata da una vasta area montana che si estende da Nord-Ovest a Sud-Est, con elevazioni molto più alte rispetto alla Sardegna. Sull’isola gemella della Sardegna la neve ha interessato tutta quest’area con una permanenza sino a più di 100 giorni, corrispondenti a quasi tutto il periodo in esame.

Figura 6: Numero di giorni con copertura nevosa sul la base delle informazioni estratte dalle immagini del satellite MSG: quadrime stre dicembre-marzo.

2.2. Precipitazioni mensili e stagionali

Scendendo nello specifico delle piogge dei singoli mesi, si può osservare che ottobre 2013 è stato un mese poco piovoso (figura 7 ). Dalla distribuzione spaziale dei cumulati mensili emerge che il Sud della Sardegna è stato meno piovoso del centro-Nord; si osserva anche una notevole disomogeneità spaziale, dovuta al carattere spesso convettivo dei fenomeni.

Sul centro-Nord dell’Isola, i cumulati mensili di ottobre spaziavano dai 30 ai 50 mm, con punte sino a 80 mm e 100 mm; i cumulati mensili al Sud della Sardegna erano compresi tra i 10 mm ed i 30 mm, con punte minime inferiori ai 10 mm. Il confronto con la climatologia mostra che al centro-Nord i cumulati mensili erano compresi quasi ovunque tra il 40% ed il 100% di questo valore, mentre al Sud stavano quasi ovunque dal 20% al 40%.

Anche il numero di giorni piovosi è stato sotto media: sul centro-Nord Sardegna è piovuto quasi ovunque tra 4 e 8 giorni, pari a 0.6-1 volte la media climatologica; al Sud il numero di piogge è stato quasi ovunque tra 1 e 4 giorni, pari a 0.4-0.6 volte la media climatica.

Le precipitazioni di novembre (figura 8 ) sono state caratterizzate in primo luogo dall’evento alluvionale del giorno 18, preceduto da due giorni anch’essi molto piovosi; nel bilancio mensile, però, hanno pesato anche altri eventi importanti che hanno interessato periodi diversi dal 16-18 novembre, come si può evincere dal confronto tra il cumulato di precipitazione complessivo del mese e il cumulato di precipitazione specifico del 18 novembre.

Da un punto di vista spaziale le piogge di novembre hanno diviso la Sardegna in tre parti: la Sardegna orientale, fatta eccezione per parte delle aree costiere e per l’estremo Sud-Est; il Medio e Alto Campidano e alcune aree limitrofe, escluse ancora una volta le coste; la provincia di Sassari, la fascia centrale dell’Isola e la gran parte delle coste della Sardegna.

Su provincia di Sassari, fascia centrale dell’Isola e gran parte delle coste le piogge sono state di poco superiori alla norma, con cumulati tra i 100 mm e i 150 mm. In queste zone, il rapporto tra il cumulato mensile e la media climatologica si assesta tra 1 e 1.5.

Su Medio e Alto Campidano le piogge sono state comprese tra i 150 mm e i 300 mm, con cumulati mensili superiori a 300 mm al confine tra le due province e in alcune zone del Montiferru. Quasi ovunque si tratta di valori pari a circa il doppio della media di novembre, ma in alcune aree anche al triplo.

Sulla Sardegna orientale, ad eccezione appunto dell’estremo Sud-Est e di parte delle coste, i cumulati di precipitazione hanno superato i 200 mm ovunque, ma con un trend crescente verso l’entroterra, sino a superare i 500 mm nell’alta Ogliastra, nella parte interna della Baronia e nella parte orientale del Nuorese. Si tratta di valori che vanno da 2 a 4 volte le medie mensili, con valori ancora più elevati nelle zone interessate dalle piogge più abbondanti.

Su tutta la Sardegna il numero di giorni piovosi di novembre va da 7 sino a 18. Sul Nord-Est il rapporto con la media risulta tra 1.5 e 2; sul resto dell’Isola tale numero risulta tra 1 e 1.5 volte la media di novembre.

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Il cumulato mensile delle precipitazioni di dicembre (figura 9 ) è stato disomogeneo: dei valori alti, sopra i 100 mm, si sono osservati sul settore orientale dell'Isola ed in particolare vicino al Gennargentu, come i 120 mm di Villanova Strisaili e i 112 mm di Capo S. Lorenzo, corrispondenti a 1.5 volte la media climatica; dei cumulati poco più bassi ma sempre abbondanti (tra i 60 mm e i 100 mm) sono stati registrati sul centro Sardegna e sul Campidano, in linea con la media climatica o lievemente sopra di essa; infine dei cumulati bassi (compresi tra 20 e 50 mm) sono stati registrati sul Sassarese e sulla Gallura, pari a circa la metà della media climatica.

I cumulati elevati del settore orientale sono dovuti alle abbondanti piogge cadute su quell’area in due soli giorni, per cui il numero di giorni piovosi appare più omogeneo rispetto al cumulato mensile. Tale numero risulta quasi ovunque compreso tra 4 e 6, lievemente sotto media; sul Sassarese il numero di giorni piovosi scende in alcune località a 3, corrispondente a circa metà della media climatica.

La figura 10 mostra l’andamento delle piogge del trimestre ottobre-dicembre dal 1932 al 2013 rispetto alla media 1971-2000. Come si può osservare, anche nell’anno appena trascorso le piogge del trimestre ottobre-dicembre risultano di pochissimo superiori alla climatologia.

Nonostante i cumulati mensili eccezionali di novembre, dunque, i cumulati complessivi di ottobre-dicembre 2013 risultano sostanzialmente in media; questo indica che il surplus di novembre è servito solo a compensare il grave deficit pluviometrico di ottobre ed il modesto deficit pluviometrico di dicembre.

Le precipitazioni di gennaio 2014 (figura 11 ) mostrano un evidente gradiente Est-Ovest: i cumulati della costa orientale sono stati inferiori a 50 mm; quelli della parte centrale dell’Isola e del Campidano stavano tra i 50 mm e i 100 mm; le piogge della Sardegna occidentale e di alcune parti della Sardegna centrale sono state superiori a 100 mm, con punte di oltre 150 mm.

Sulla Sardegna orientale i cumulati mensili di precipitazione risultano inferiori alla media climatologica 1971-2000; sulla Sardegna centro-orientale tali valori sono in linea con la media climatologica; sulla parte occidentale dell’Isola, invece, si tratta di precipitazioni superiori, sino anche al doppio della media.

Il numero di giorni piovosi di gennaio va dai 6 della Sardegna orientale agli oltre quindici di Marghine, Mejlogu e Logudoro. Quasi ovunque si è trattato di valori in linea con la media o superiori.

La caratteristica dei cicloni che hanno interessato la Sardegna nel mese di febbraio si è riflessa sulla distribuzione spaziale delle precipitazioni (figura 12 ): i cumulati mensili del settore orientale sono stati decisamente bassi (intorno ai 20 mm o 30 mm) e corrispondono al 20% o al 40% della media climatica; sulla Sardegna meridionale essi sono stati tra i 40 mm e gli 80 mm, corrispondenti al 60% o al 100% dei valori climatici; sul settore Nord-occidentale, infine, i cumulati mensili sono decisamente alti, cioè superiori ai 60 mm con picchi di 150 mm, corrispondenti al 100% della media climatica e con punte sino al 190%.

Il numero di giorni di pioggia ha seguito una distribuzione spaziale simile: essi stavano intorno a 5 sul settore Sud-orientale della Sardegna, corrispondenti a circa il 50% della media climatica; sono stati intorno a 8-10 su gran parte del settore meridionale, in linea con la climatologia; sono saliti a 10-12 su gran parte della Sardegna Nord-occidentale, cioè tra il 140% ed il 160% della media.

Le precipitazioni di marzo (figura 13 ) hanno interessato l’intero territorio regionale, con valori che hanno superato quasi ovunque gli 80 mm, tranne la Nurra e la costa Sud-orientale della Sardegna. Si tratta di valori in linea con la media climatologica o anche superiori. Fa eccezione solamente la costa Sud-orientale della Sardegna, le cui piogge stanno tra il 50% e il 75% della media 1971-2000.

Nel complesso le piogge di marzo hanno interessato tra otto e quindici giorni, con una frequenza un po’ più elevata nella parte centro-meridionale della Sardegna. Si tratta di valori in linea con la media 1971-2000 oppure superiori.

Aprile è stato poco piovoso su gran parte dell'Isola (figura 14 ). I cumulati mensili erano al di sotto dei 30 mm su gran parte del settore orientale; stavano fra i 30 mm ed i 40 mm su quasi tutto il settore meridionale; erano compresi tra i 40 mm ed i 60 mm su gran parte del Nuorese e del Sassarese; infine andavano dai 50 mm ai 70 mm su Marghine, Planargia e Logudoro. Il rapporto con la media climatica va dal 25% al 50% sul settore orientale, dal 50% al 75% su gran parte di quello meridionale e sale intorno al 90% sul Marghine.

Il numero di giorni di pioggia di aprile spazia dai 4 ai 6 su gran parte della Sardegna e sale a 7 o 8 sulla catena del Marghine; anche in questo caso i valori risultano quasi ovunque sotto media (tra il 0.6 e il 0.9 volte la climatologia).

Complessivamente le piogge del quadrimestre gennaio-aprile (figura 15 ) risultano superiori alla media 1971-2000, confermando il ritorno ai valori storici nelle piogge invernali-primaverili, come era già stato rilevato negli ultimi riepiloghi climatologici.

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Le precipitazioni del mese di maggio (figura 16 ) risultano comprese tra i 20 mm e i 40 mm sulla metà occidentale della Sardegna e lungo la costa orientale, mentre risultano tra i 40 mm e gli 80 mm nelle aree collinari e montane della Sardegna orientale. Sulla prima parte si tratta di cumulati inferiori alla media 1971-2000 anche in maniera significativa, mentre sulla seconda metà dell’Isola, i cumulati sono in linea con la climatologia.

Il numero di giorni piovosi va dai 5-6 della costa occidentale ai circa dieci delle Barbagie e di altre zone della Sardegna centro-occidentale.

Nel descrivere la distribuzione spaziale dei cumulati mensili di giugno, luglio e agosto 2014 è necessario premettere che si è trattato di fenomeni quasi puramente convettivi, con rovesci e temporali a forte variabilità spazio-temporale. Per questa ragione l’interpolazione spaziale del fenomeno deve essere considerata con cautela, mentre il rapporto con la climatologia non è rappresentativo.

Dalla mappa del cumulato mensile di giugno (figura 17 ) si osserva che nel Sud dell‘Isola il mese è stato secco, con cumulati inferiori a 10 mm; sulla Sardegna centrale i cumulati di precipitazione sono stati di poco superiori, con valori sino a 20 mm; sulla Sardegna Nord-orientale i valori mensili hanno raggiunto i 60 mm; su gran parte della settore Nord-occidentale, infine, i cumulati hanno spaziato tra 20 mm e 30 mm, molto prossimi a quelli climatologici.

Riguardo al numero di giorni di pioggia, essi sono stati meno di 2 nel settore meridionale dell'Isola, decisamente inferiori alla media;sono saliti a 3 o 4 sul resto della Sardegna, in linea con la media; hanno raggiunto picchi di 6 nelle Baronie nel Marghine.

Le piogge di luglio hanno investito buona parte della Sardegna. Nell’intero mese ha piovuto complessivamente tra 1 giorno nelle due province meridionali sino a 5-6 giorni nelle zone montuose. Si è trattato di una situazione eccezionale per il mese di luglio che è solitamente caratterizzato da una quasi totale assenza di pioggia.

I cumulati mensili (figura 18 ) sono stati inferiori ai 5 mm nelle province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e in parte di quella d’Ogliastra; sono risultati tra 5 mm e 15 mm nel resto dell’Ogliastra, nel Medio Campidano e in buona parte della provincia di Oristano; hanno, infine, superato i 15 mm sul resto dell’Isola, con punte oltre i 25 mm.

Come si vede dalla figura 19 le precipitazioni di agosto sono state scarse: su circa il 15% delle stazioni meteorologiche della Sardegna il cumulato mensile delle precipitazioni è stato nullo; su circa tre quarti delle stazioni il cumulato mensile sulla maggior parte delle stazioni era compreso tra 1 e 10 mm; su un restante 10% il cumulato era tra 10 e 25 mm. Per la maggior parte delle stazioni il cumulato mensile era circa metà della media climatologica.

Anche il numero di giorni di pioggia è stato basso: su circa il 15% non è mai piovuto; su poco più della metà delle stazioni meteorologiche è piovuto una volta sola; sul restante 25-30% è piovuto uno o due volte.

Le precipitazioni di settembre hanno interessato la Sardegna in misura modesta (figura 20 ). I cumulati di precipitazione sono stati superiori ai 10 mm solo sulla Sardegna orientale, sul Sulcis-Iglesiente e in qualche zona di montagna. Si tratta di valori decisamente modesti per il mese di settembre. Nel corso del mese è piovuto tra gli 1 e i 4 giorni, decisamente al di sotto della media mensile.

Nel complesso le piogge di maggio-settembre risultano inferiori alla media in misura consistente, la figura 21 mostra che si è trattato del secondo maggio-settembre più secco dal 1988, meno secco solo di quello del 2001.

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Figura 7: Precipitazioni del mese di ottobre 2013.

Figura 8: Precipitazioni del mese di novembre 2013.

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Figura 9: Precipitazioni del mese di dicembre 2013.

Figura 10: Cumulato di precipitazione in Sardegna n el periodo ottobre-dicembre, dal 1932 al 2013.

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Figura 11: Precipitazioni del mese di gennaio 2014.

Figura 12: Precipitazioni del mese di febbraio 2014 .

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Figura 13: Precipitazioni del mese di marzo 2014.

Figura 14: Precipitazioni del mese di aprile 2014.

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Figura 15: Cumulato di precipitazione in Sardegna n el periodo gennaio-aprile dal 1932 al 2014.

Figura 16: Precipitazioni del mese di maggio 2014.

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Figura 17: Precipitazioni del mese di giugno 2014.

Figura 18: Precipitazioni del mese di luglio 2014.

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Figura 19: Precipitazioni del mese di agosto 2014.

Figura 20: Precipitazioni del mese di settembre 201 4.

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Figura 21: Cumulato di precipitazione in Sardegna n el periodo maggio-settembre dal 1932 al 2014.

2.3. Precipitazioni giornaliere

Le figure 22-29 mostrano l’accumulo progressivo delle precipitazioni da ottobre 2013 a settembre 2014 in otto stazioni rappresentative di diverse aree della Sardegna, confrontate con l’andamento tipico del 1971-2000. Alcune delle stazioni considerate (contrassegnate dall’asterisco) appartengono alla rete della Direzione generale Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna.

In una parte importante della Sardegna l’accumulo di precipitazione del 2013-2014 è stato in linea con la mediana, cioè con quello che ci si aspetta in un anno tipo. Se, ad esempio, si analizzano le precipitazioni di Decimomannu (figura 29 ) oppure di Olmedo (figura 22 ) si osserva un accumulo quasi coincidente con la mediana nell’arco dei dodici mesi.

Nella parte della Sardegna investita in maniera consistente dalle precipitazioni eccezionali del novembre 2013, il grafico riesce a metterlo bene in evidenza, seppur in maniera meno impattante di quanto ci si potrebbe aspettare. A Tempio, Fonni, Jerzu, Iglesias e Sadali (figure 23, 25, 26, 27 e 28 ), infatti, si osserva chiaramente un picco nell’accumulo progressivo della precipitazione in corrispondenza proprio del 18 novembre.

In una parte consistente di queste ultime stazioni, però, quell’accumulo giornaliero è servito a compensare un deficit pluviometrico pregresso (ad esempio Iglesias e Oristano) oppure è stato ridotto o annullato dal deficit pluviometrico dei mesi successivi (Fonni, Jerzu o Sadali). Solo in due situazioni (Iglesias e Tempio), le piogge eccezionali del novembre 2013 hanno fatto sì che l’accumulo complessivo del 2013-2014 risulti significativamente superiore alla mediana.

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Figura 22: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Olmedo.

Figura 23: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Tempio*.

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Figura 24: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Oristano*.

Figura. 25: Piogge giornaliere e cumulate - Stazion e di Fonni*.

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Figura 26: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Jerzu*.

Figura 27: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Sadali.

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Figura 28: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Iglesias*.

Figura. 29: Piogge giornaliere e cumulate - Stazion e di Decimomannu.

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3. ANALISI DELLE TEMPERATURE

3.1. Temperature medie annuali

La media delle temperature massime dell’annata 2013-2014 (figura 30) mostra valori che vanno dai circa 15 °C del Gennargentu sino a 22-24 °C del Campidano, dell a Nurra, delle coste e delle altre aree pianeggianti o vallive.

Il confronto con la media del 1995-2008 mostra delle anomalie positive di temperatura massima molto elevate, con valori tra +0.1 °C e +0.5 °C sulla fascia occid entale della Sardegna, valori tra +0.5 °C e +1.0 °C sulla fascia centro-orientale dell’Isola e tra +1.0 °C e +1.5 °C sulla costa orientale.

Figura 30: Media annuale delle temperature massime ed anomalia rispetto alla media 1995-2008.

Le medie delle temperature minime 2013-2014 (figura 31) decrescono dai circa 12 °C della zone costiere, agl i 8-10 °C della aree pedemontane sino ai 4-6 °C della zone di montagna.

Rispetto al periodo 1995-2008, le minime di ottobre-settembre sono state più elevate, con anomalie tra 0.0 °C e +0.5 °C sulle aree collinari e tra +0.5 °C e +0.9 ° C sulle pianure. Nelle zone di montagna, invece, le medie delle anomalie di temperatura minima sono state negative con valori crescenti colla quota sino a valori inferiori a -1.0 °C sul Gennargentu.

La figura 32 confronta l’anomalia di temperatura massima con la climatologia sulla scala ultrasecolare2. Il grafico mostra che si è trattato di un’annata piuttosto calda, caratterizzata da un’anomalia di circa 1.2 °C. Si tratta della terza annata più calda, dopo il 2002-2003 e il 2006-2007.

2 Per ragioni tecniche il confronto con gli ultimi 140 anni precedenti si limita alla temperatura massima.

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Figura 31: Media annuale delle temperature minime e d anomalia rispetto alla media 1995-2008.

Figura 32: Anomalia delle temperature massime della Sardegna dal 1880 al 2014.

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3.2. Temperature medie dei singoli mesi

Ottobre 2013 è stato un mese caldo. Le medie mensili delle temperature minime spaziavano dai 4 °C della cima del Gennargentu ai 20 °C delle zone costiere m eridionali. Il confronto con le medie climatologiche di riferimento indica anomalie positive intorno a +2.0 °C / +2.5 °C. Le medie mensili delle temperature m assime spaziavano dai 16 °C della cima del Gennargentu ai 28 °C del Campidano. Anche questi dati corrispondon o ad anomalie decisamente positive, intorno ai +2.5 °C.

Le medie delle temperature minime di novembre sono state inferiori a 0 °C sulle cime del Gennarg entu e risultano comprese tra 0 °C e 6 °C nel resto delle aree montane della Sardegna. Nelle aree collinari e nelle pianure le temperature minime del mese sono state comprese tra i 6 °C e i 10 °C. Sulle coste dell’Isol a le medie delle minime risultano superiori ai 10 °C.

Le massime del mese sono state comprese tra i 16 °C e i 20 °C nelle pianure e lungo le coste; risultan o inferiori ai 16 °C nelle zone collinari e montane. Sia le med ie delle minime sia le medie delle massime risultano inferiori alle medie stagionali con anomalie sino a -1 °C e l ocalmente anche inferiori.

Le temperature medie di dicembre sono state molto condizionate dal lungo periodo anticiclonico che ha dato luogo a temperature minime relativamente basse e temperature massime alte. Le medie mensili delle temperature minime (figura 33) hanno spaziato dai circa 10 °C delle coste meridion ali ai circa -8 °C della sommità del Gennargentu. Questi valori sono sotto media con anomalie intorno a -1 °C. Le medie mensili delle temperature massime spaziavano dai 5 °C circa del G ennargentu ai 18 °C circa di alcune località del Campidano. In questo caso i valori risultano superiori alla media con anomalie intorno a +1 °C.

La media delle temperature massime di gennaio 2014 è andata dai circa 5 °C del Gennargentu ai circa 16 °C della costa del Golfo di Cagliari. Si tratta di valori superiori alla media mensile di circa 1 °C o an che di più.

Le medie delle temperature minime sono risultate intorno a 0 °C o di poco inferiori su tutte le zone p iù elevate della Sardegna: i valori mostrano un marcato valore crescente col diminuire della quota e della distanza dal mare sino a 8-10 °C lungo le coste dell’Isola. Si t ratta di valori superiori alla media mensile 1995-2008, in particolare nella parte occidentale dell’Isola sulla quale si osservano delle anomalie tra +1.5 °C e + 2.0 °C.

Figura 33: Media delle temperature minime del mese più freddo (dicembre 2013).

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Febbraio è stato un mese caldo, sia per gli episodi di avvezione di aria calda dal Nord-Africa e di alta pressione nella seconda metà del mese, sia perché nella prima decade le frequenti perturbazioni erano di origine occidentale e quindi non particolarmente fredde.

Le medie mensili delle temperature minime spaziavano da -4 °C del Gennargentu agli 8 °C delle zone cos tiere; le anomalie corrispondenti erano quasi ovunque comprese tra +1 °C e +2 °C. Le medie delle temperature massime spaziavano dai 3 °C del Gennargentu ai 18 ° C del Campidano e delle coste Sud-orientali; le anomalie, ancora una volta positive, erano quasi ovunque intorno ai +2 °C, con valori intorno a +3 °C sulla Sard egna Sud-orientale.

Nella Nurra, nel Campidano e lungo le coste della Sardegna le medie delle temperature minime di marzo erano comprese tra i 6 °C e i 10 °C; nelle zone collinari le minime stavano tra i 2 °C e i 10 °C; nelle zone di montagna, infine, le minime risultavano a cavallo degli 0 °C. Si tratta di valori in linea con la media stagionale, ad eccezione delle cime del Gennargentu, le cui anomalie sono inferiori alla media.

Le medie delle temperature massime erano di 16-18 °C nel Campidano, nella Nurra e lungo le coste dell’Isola; stavano comprese tra i 12 °C e i 16 °C nelle zone c ollinari ed erano inferiori a 12 °C nelle zone di m ontagna. Nella Nurra queste temperature risultano superiori alla media; nel resto della Sardegna centro-occidentale i valori risultano in linea con le medie di marzo; nella Sardegna orientale, in particolare sul Gennargentu, si tratta di valori inferiori alla media. La media di aprile delle temperature minime spaziava dai -2 °C circa della sommità del Gennargentu ai 12 °C circa delle coste meridionali dell'Isola. Confrontando questi valori con quelli climatologici si osserva un'anomalia lievemente positiva compresa tra 0 °C e 1 °C quasi ovunque.

La media mensile delle temperature massime spaziava dai 10 °C del Gennargentu ai circa 22 °C del Campidano e delle coste orientali. Anche in questo caso si tratta di valori sopra la media, con anomalie intorno a +1 °C quasi ovunque. Le temperature medie di maggio sono state inferiori alla media, in particolare le temperature minime.

Le medie delle minime del mese risultano tra 0 °C e 6 °C nelle aree montane e pedemontane, tra 6 °C a 10 °C nelle zone collinari e tra 10 °C e 14 °C nelle pian ure e lungo le coste. Su colline e montagne si tratta di valori inferiori alla media, sino a quasi -4 °C.

Le massime del mese, invece, risultano comprese tra 18 °C e 22 °C su pianure e colline e sono di poco inferiori a 18 °C sulle aree di montagna. Nelle aree di pianu ra le anomalie rispetto alle medie risultano tra 0 °C e -1 °C, mentre nelle aree di collina e montagna le anomalie sono intorno a -1/-2 °C.

Le medie mensili delle temperature minime di giugno spaziavano dai 5 °C del Gennargentu ai 18 °C delle zone costiere meridionali ed orientali. Dal confronto con le medie climatologiche sono risultate anomalie negative comprese quasi ovunque tra -1 °C e 0 °C. Le medie m ensili delle temperature massime erano comprese tra i 20 °C del Gennargentu ed i 32 °C delle maggiori pianur e interne. Questi valori sono risultati molto prossimi alle medie climatologiche.

Le temperature massime di luglio sono andate dai poco più di 20 °C nelle zone di mon tagna ai 31-33 °C del Campidano, della Piana di Ottana e del Goceano. Si è trattato di valori eccezionalmente bassi per il mese di luglio con anomalie tra i -2 °C e i -4 °C su gran p arte delle aree collinari e montane.

Le temperature minime del mese sono andate dai circa 10 °C delle zone di montagna sino circa 20 °C del le pianure e delle coste. Si è trattato di valori in linea o superiori alla media 1995-2008 sul Nord della Sardegna, in particolare la Gallura, e di valori inferiori alla media sul resto dell’Isola. L’anomalia negativa è risultata particolarmente bassa nel Sulcis-Iglesiente, dove è scesa sino a -1.5 °C.

Le medie di agosto delle temperature minime spaziavano dai 5 °C del G ennargentu ai 20 °C delle zone costiere meridionali. Questi valori sono risultati lievemente inferiori alla media climatologica, con anomalie intorno a -1 °C. Le medie mensili delle temperature massime spaziavano dai 22 °C del Gennargentu ai 33 °C delle pianure interne. In questo caso i valori erano molto prossimi a quelli climatologici. Le medie delle temperature massime di settembre (figura 34) sono state comprese tra i 22-24 °C delle zone di montagna sino agli oltre 30 °C del Campidano e dell a Valle del Tirso. Si è trattato di valori eccezionalmente elevati per settembre: il confronto con la media 1995-2008 mostra anomalie positive quasi ovunque, con anomalie superiori a +2.5 °C in gran parte della Sa rdegna centrale.

Le medie delle temperature minime sono risultate inferiori ai 10 °C in tutte le aree di montana mentre sono arrivate sino a circa 20 °C nelle zone costiere e n ell’area di Cagliari. Le anomalie di temperatura minima sono state superiori alla media su gran parte dell’Isola con valori oltre +1 °C sulla Sardegna meridionale e orientale.

Nel complesso, dunque, le temperature del trimestre giugno-agosto sono state in media oppure inferiori, evidenziando un’estate piuttosto fresca. Per contro, il mese di settembre è stato caratterizzato da un’inversione di tendenza che ha segnato l’inizio di una stagione autunnale particolarmente calda.

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Figura 34: Media delle temperature massime del mese più caldo (settembre 2014).

3.3. Indicatori di condizioni termiche particolari

L’analisi delle temperature estreme è effettuata attraverso l’elaborazione di indici proposti dal “CCL/CLIVAR Working Group on Climate Change Detection”, basati sui valori minimi e massimi giornalieri, i “giorni di gelo”, le “notti tropicali” e i “giorni estivi”. Attraverso i dati a scala oraria si è inoltre compiuta una valutazione di maggior dettaglio basata sulla permanenza delle temperature orarie rispetto ad alcune soglie critiche, evidenziando i periodi con le maggiori anomalie.

3.3.1 Giorni di gelo

I giorni di gelo sono le giornate con temperatura minima inferiore a 0 °C. Essi sono un indicatore dell’incidenza delle gelate nell’arco dell’annata. L’analisi dell’annata 2013-2014 (figura 35 ) viene svolta su tutte le stazioni dell’ARPAS, mentre l’analisi della variabilità secolare (figura 36 ) viene svolta sulle sole stazioni che registrano un numero medio di gelate per anno maggiore o uguale a quattro.

La figura 3 5 mostra il numero di giorni di gelo dell’annata, registrati nel periodo ottobre-aprile. Nel 2013-2014 le gelate non hanno praticamente interessato le coste, le pianure e molte zone collinari: le stazioni di queste zone della Sardegna, infatti, hanno rilevato in prevalenza 0 giornate di gelo o, al più, 1 o 2. Nelle aree collinari e in qualche zona pedemontana le giornate di gelo sono state comprese tra 5 e 20, mentre nelle zone di montagna o in alcuni fondovalle particolarmente esposti al fenomeno il numero di giorni di gelo cresce sino a poco più di 40. Valori decisamente più elevati, pari a circa 80 giorni di gelo, si hanno in due stazioni montane solitamente caratterizzate da frequentissimi episodi di gelate radiative.

Nel complesso i valori del 2013-2014 sembrano indicare una prevalenza degli episodi di gelate radiative, rispetto a quelli di gelate estese. Un confronto con le annate precedenti (a partire dal 2010) mostra che nell’ultimo anno sono state meno frequenti.

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Figura 35: Numero di giorni di gelo (Tmin < 0 °C) r egistrati nell’annata 2013-2014.

La figura 36 mostra la media del rapporto tra il numero di giorni di gelo e la media del 1995-2008 a partire dal 1929. Il valore 1, dunque, indica un’annata in linea con la media 1995-2008; i valori sopra 1 indicano annate con più giorni di gelo rispetto alla media; i valori tra 0 e 1 indicano le annate con meno giorni rispetto alla media3.

A conferma di quanto riportato sopra, si osserva che il 2013-2014 è stato caratterizzato da un numero bassissimo di giorni di gelo, inferiore al 40% di quello che accade normalmente. Si tratta di un valore molto basso, paragonabile ad alcune annate passate, come il 2006-2007 oppure il 2000-2001.

3L’elaborazione prende in esame solo le stazioni che hanno in media almeno quattro giorni di gelo all’anno. I valori tra il 1941 e il 1950 devono essere presi con

cautela.

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ARZACHENA MOBILEDOMUS DE MARIA

MONASTIR MOBILEMURAVERA

SARDARAVILLA S. PIETRO

PUTIFIGARISASSARI S.A.R.

JERZUZEDDIANI (UCEA)

USINI MOBILESAMASSI

SIURGUS - DONIGALASINISCOLA

SCANO DI MONTIFERROPALMAS ARBOREA

DORGALI FILITTABERCHIDDA

OLMEDOBITTI

ATZARAMACOMER

BONNANAROOTTANA

DORGALI MOBILECHIARAMONTI

OLIENAOZIERI

BENETUTTIORANI

CHILIVANI (UCEA)ILLORAISADALIGAVOI

VILLANOVA STRISAILI

Giorni di gelo

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Figura 36: Percentuale del numero di giorni di gelo: numero di giorni con temperatura minima <0 °C da novembre ad aprile tra il 1929 e il 2014 (rispetto alla media 1995-2008). Il valore 1 indica

i valori nella media del periodo 1995-2008.

3.3.2 Notti tropicali

Le notti tropicali sono definite come le giornate con temperatura minima maggiore o uguale a 20 °C. Questo indicatore serve ad evidenziare la maggiore o minore frequenza tra un anno e l’altro di giornate caratterizzate da un modesto raffreddamento notturno.

La figura 3 7 mostra il numero di notti tropicali dell’annata registrati nel periodo aprile-settembre. Il numero più elevato di eventi si osserva nelle zone costiere o in qualche area pianeggiante, in particolare nella costa meridionale della Sardegna le cui stazioni hanno rilevato più di 35 notti tropicali. Il numero delle notti decresce progressivamente salendo di quota o andando verso l’entroterra, sino ad arrivare a 0 in molte zone di montagna, in qualche area collinare e in qualche fondovalle.

La figura 38 mostra per ogni annata la media del rapporto tra il numero di notti tropicali e la media del 1971-20004. Il valore 1 indicata un annata in linea con la normale climatologica 1971-2000; i valori sopra 1 indicano annate con più giorni di gelo rispetto alla media; i valori tra 0 e 1 indicano le annate con meno giorni della norma.

Il numero delle notte tropicali del 2014 è stato simile a quello del 2013: si è trattato di un valore superiore alla media 1971-2000, come quasi tutti quelli degli ultimi anni, senza che però si raggiungano le condizioni eccezionali del 2003 e del 2012.

4 I dati del decennio 1940 sono poco affidabili per questo tipo di analisi per cui devono essere presi con cautela.

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1990

2000

2010

2020in

dice

anno

Fraz. Eventi Probabilità

Correzione delle Tmin per il cambio di strumento: +0.8°C

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

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Figura 37: Numero di notti tropicali (Tmin ≥ 20 °C) registrati nel periodo aprile-settembre 201 4.

Figura 38: Percentuale del numero di notti tropicali: giorni con temperatura minima ≥ 20 °C da aprile a ottobre tra il 1929 e il 2014 (rispetto alla media 1971-2000).Il valore 1 indica i valori

nella media del periodo 1971-2000.

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65

BENETUTTICHIARAMONTI

GAVOISADALI

VILLANOVA STRISAILIMACOMER

OZIERICHILIVANI (UCEA)

ATZARAGIAVEORANI

ILLORAIARITZO

VILLASALTOBITTI

NURALLAOSIURGUS - DONIGALA

SCANO DI MONTIFERROBERCHIDDADOLIANOVA

GUASILASARDARAAGLIENTU

ARZACHENA MOBILESAMASSI

JERZUOLIENA

PALMAS ARBOREAUSINI MOBILE

PUTIFIGARIDORGALI MOBILE

VALLEDORIASINISCOLA

DORGALI FILITTASASSARI S.A.R.

OROSEIVILLA S. PIETRO

MONASTIR MOBILEMURAVERA

DOMUS DE MARIA

Notti tropicali

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

1920

1930

1940

1950

1960

1970

1980

1990

2000

2010

2020

indi

ce

anno

Fraz. eventiProbabilità

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

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3.3.3 Giornate estive

Le giornate estive sono le giornate con temperature maggiori o uguali a 30 °C. Tale indicatore permette di evidenziare la maggiore o minore presenza di estremi di temperatura massima nell’arco dell’annata.

Come si vede dalla figura 39 , nel 2014 numero consistente di giornate estive, compreso tra 10 e 20 nel periodo aprile-settembre, è stato registrato anche in montagna. Il numero cresce progressivamente man mano che ci si sposta verso l’interno o si va verso sud, come mostrano i valori delle stazioni di Dorgali, Monastir e di Domus de Maria che mostrano più di 90 giorni con temperatura superiore a 30°C.

La figura 40 mostra per ogni annata la media del rapporto tra il numero di giornate estive e la media del 1971-2000. Il valore 1 indica un’annata in linea con la normale climatologica 1971-2000; i valori sopra 1 indicano annate con più giornate estive rispetto alla media; i valori tra 0 e 1 indicano le annate con meno giorni della norma.

Come per le notti tropicali, anche il numero delle giornate estive del 2014 è stato simile a quello del 2013, cioè superiore alla media di più del 25%, senza raggiungere i valori eccezionali del 2003 e del 2012. Il confronto complessivo di lungo periodo, dunque, conferma il trend crescente di questo indicatore climatologico.

Figura 39: Numero di giornate estive (Tmax ≥ 30 °C) registrati nell’anno 2013.

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

ILLORAIVILLANOVA STRISAILI

BITTIGAVOI

VALLEDORIAAGLIENTU

SASSARI S.A.R.SADALI

VILLASALTOPUTIFIGARI

ARITZOOROSEI

SINISCOLAMURAVERA

GIAVEMACOMERSARDARA

CHIARAMONTISIURGUS - DONIGALA

NURALLAOSAMASSI

BERCHIDDAGUASILA

USINI MOBILEARZACHENA MOBILE

BENETUTTIJERZU

DOLIANOVAPALMAS ARBOREA

OLIENAVILLA S. PIETRO

DORGALI MOBILEORANI

MONASTIR MOBILEDOMUS DE MARIADORGALI FILITTA

Giornate estive

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Figura 40: Percentuale del numero di giornate estive (rispetto alla media 1971-2000): numero di giornate con temperatura massima ≥ 30 °C da aprile a ottobre tra il 1929 e il 2014.

Il valore 1 indica i valori nella media del periodo 1971-2000.

3.3.4 Temperature critiche e permanenza delle temp erature orarie

Il regime termico è stato analizzato anche attraverso la permanenza delle temperature orarie rispetto ad alcune soglie critiche. La durata dell’esposizione a condizioni termiche critiche rappresenta infatti un’importante causa di stress sugli organismi animali e vegetali.

L’analisi della stagione invernale ha messo in evidenza una condizione particolare nel mese di dicembre, nel corso del quale meno della metà delle stazioni della rete ARPAS ha registrato temperature negative, con i picchi più significativi registrati a Villanova Strisaili, Gavoi e Illorai, dove sono stati superati i -5 °C. L’analisi del numero totale di ore con temperature sotto le soglie di 0, -3, -5 °C mostra valori generalmente superi ori ai corrispondenti valori di riferimento pluriennali, in particolare per la soglia di 0 °C. Nelle 2 stazio ni più fredde vi sono state 7-8 ore consecutive con valori al di sotto dei -5 °C ( tabella 1 ).

Durante la stagione estiva le temperature massime hanno evidenziato condizioni anomale in particolare nel mese di settembre 2014 quando le massime hanno raggiunto valori decisamente elevati, ed oltre la metà delle stazioni della rete ARPAS ha superato i 35 °C ( tabella 2 ). Considerando la persistenza delle temperature orarie più elevate, espressa dal cumulato di ore con valori superiori a 25, 30 e 35 °C, si può osservare come i valori medi orari siano stati al di sopra delle 3 soglie per un numero di ore sensibilmente superiore ai valori normali del mese, raggiungendo e superando, in numerose località, i cumulati massimi del periodo di riferimento 1995-2007. Per la soglia dei 30 °C si può osservare come in diverse stazioni vi sia stata una persistenza prossima o superiore alle 10 ore nella stessa giornata.

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

1920

1930

1940

1950

1960

1970

1980

1990

2000

2010

2020

indi

ce

anno

Fraz. eventiProbabilità

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Tabella 1: Valori estremi di temperatura minima e p ermanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di dicembre 2013.

0 °C -3 °C -5 °C 0 °C -3 °C -5 °C

VILLANOVA STRISAILI -7.7 205 (15 ) 93 (13 ) 24 (8 ) 158.5 [41 - 196] 46 [1 - 96] 15.5 [0 - 43]

GAVOI -6.1 197 (16 ) 80 (13 ) 14 (7 ) - - -

ILLORAI -5.7 109 (13 ) 9 (3 ) 0 (0 ) 17 [0 - 74] 0 [0 - 4] 0 [0]

ORANI -4.3 71 (13 ) 4 (3 ) 0 (0 ) 25 [0 - 90] 3 [0 - 22] 0 [0 - 3]

OZIERI -3.8 59 (12 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 38 [0 - 95] 2 [0 - 20] 0 [0]

SADALI -3.6 21 (5 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 59 [1 - 74] 4 [0 - 18] 0 [0 - 3]

OLIENA -3.3 39 (10 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 13 [0 - 77] 0 [0 - 18] 0 [0 - 1]

BENETUTTI -3.2 44 (11 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 32 [0 - 93] 5 [0 - 20] 0 [0]

OTTANA -2.6 32 (9 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 17 [13 - 103] 0 [0 - 41] 0 [0 - 20]

CHIARAMONTI -2.2 3 (2 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 6 [0 - 81] 0 [0 - 6] 0 [0]

DORGALI MOBILE -2.2 27 (8 ) 0 (0 ) 0 (0 ) - - -

MACOMER -1.7 1 (1 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 13 [0 - 65] 0 [0 - 18] 0 [0 - 3]

BERCHIDDA -1.2 1 (1 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 21] 0 [0] 0 [0]

BONNANARO -1.0 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 1 [0 - 28] 0 [0] 0 [0]

DORGALI FILITTA -0.9 3 (3 ) 0 (0 ) 0 (0 ) - - -

OLMEDO -0.3 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 55] 0 [0 - 3] 0 [0]

SINISCOLA -0.1 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 6] 0 [0] 0 [0]

DECIMOMANNU 0.1 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 37] 0 [0 - 3] 0 [0]

PALMAS ARBOREA 0.2 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) - - -

BITTI 0.5 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 33.5 [0 - 55] 0 [0] 0 [0]

SIURGUS - DONIGALA 0.9 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 21] 0 [0] 0 [0]

SCANO DI MONTIFERRO 1.0 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 27] 0 [0 - 5] 0 [0]

OROSEI 1.2 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 2] 0 [0] 0 [0]

JERZU 1.7 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 2 [0 - 10] 0 [0] 0 [0]

MILIS 1.8 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 8] 0 [0] 0 [0]

ARZACHENA MOBILE 1.9 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 16 [0 - 47] 0 [0 - 1] 0 [0]

MODOLO 2.2 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 10] 0 [0] 0 [0]

SAMASSI 2.2 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 22] 0 [0] 0 [0]

GONNOSFANADIGA 2.4 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) - - -

LURAS 2.7 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 1] 0 [0] 0 [0]

SARDARA 2.7 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 8] 0 [0] 0 [0]

GUASILA 2.8 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 20] 0 [0] 0 [0]

USINI MOBILE 2.8 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) - - -

MONASTIR MOBILE 3.4 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) - - -

SASSARI S.A.R. 3.5 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0] 0 [0] 0 [0]

VALLEDORIA 3.6 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 3] 0 [0] 0 [0]

MURAVERA 4.9 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 1] 0 [0] 0 [0]

SORSO 5.3 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0] 0 [0] 0 [0]

PUTIFIGARI 5.7 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 24] 0 [0] 0 [0]

VILLA S. PIETRO 5.7 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0 - 5] 0 [0] 0 [0]

DOMUS DE MARIA 6.2 0 (0 ) 0 (0 ) 0 (0 ) 0 [0] 0 [0] 0 [0]

StazioniT minime

(°C)

N° ore mensili e massimi

giornalieri

Valori "normali" ed estremi del periodo

1995-2007

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Tabella 2: Valori estremi di temperatura massima e permanenza dei valori orari sopra le soglie di 25, 30 e 35 °C, mese di settembre 2014.

25 °C 30 °C 35 °C 25 °C 30 °C 35 °C

PALMAS ARBOREA 38.7 327 (18 ) 87 (9 ) 8 (5 ) - - -

OZIERI 38.5 217 (15 ) 43 (6 ) 2 (2 ) 115 [23 - 176] 16 [0 - 39] 0 [0 - 2]

OTTANA 38.4 307 (20 ) 138 (9 ) 12 (4 ) 191 [113 - 213] 56 [12 - 90] 1 [0 - 14]

MURAVERA 38.2 279 (23 ) 28 (11 ) 3 (3 ) 149 [107 - 274] 5 [0 - 19] 0 [0 - 2]

DORGALI FILITTA 38.1 296 (17 ) 77 (8 ) 2 (2 ) - - -

MONASTIR MOBILE 38.0 301 (15 ) 85 (9 ) 4 (3 ) - - -

USINI MOBILE 38.0 258 (16 ) 59 (7 ) 2 (2 ) - - -

VILLA S. PIETRO 38.0 285 (18 ) 38 (7 ) 3 (3 ) 166.5 [55 - 267] 6 [0 - 28] 0 [0 - 2]

DORGALI MOBILE 37.6 291 (17 ) 74 (11 ) 7 (4 ) - - -

BONNANARO 36.9 184 (14 ) 25 (6 ) 1 (1 ) 94 [26 - 163] 14 [0 - 33] 0 [0 - 1]

MILIS 36.7 279 (20 ) 54 (8 ) 2 (2 ) 165 [42 - 243] 28 [0 - 69] 0 [0 - 7]

CHIARAMONTI 36.5 171 (14 ) 20 (5 ) 1 (1 ) 76.5 [4 - 130] 3.5 [0 - 29] 0 [0]

OLIENA 36.3 242 (20 ) 45 (10 ) 2 (2 ) 152 [64 - 224] 15 [0 - 48] 0 [0 - 3]

ORANI 36.1 236 (12 ) 69 (7 ) 1 (1 ) 157.5 [44 - 221] 34.5 [0 - 65] 0 [0 - 5]

BENETUTTI 36.0 199 (12 ) 32 (7 ) 1 (1 ) 136 [70 - 211] 30.5 [2 - 88] 0 [0 - 6]

VILLACIDRO 35.8 203 (12 ) 19 (6 ) 0 (0 ) 128 [41 - 227] 8 [0 - 30] 0 [0 - 2]

DOMUS DE MARIA 35.6 306 (20 ) 65 (9 ) 1 (1 ) 114.5 [75 - 200] 6 [0 - 21] 0 [0]

SCANO DI MONTIFERRO 35.6 96 (10 ) 4 (3 ) 1 (1 ) 50 [5 - 120] 0 [0 - 21] 0 [0]

BERCHIDDA 35.5 183 (11 ) 28 (6 ) 0 (0 ) 109 [44 - 163] 14 [0 - 47] 0 [0 - 3]

DOLIANOVA 35.5 241 (12 ) 39 (7 ) 0 (0 ) 133 [68 - 221] 11 [0 - 32] 0 [0]

GIAVE 35.5 153 (11 ) 14 (4 ) 0 (0 ) 79 [3 - 138] 5 [0 - 26] 0 [0]

JERZU 35.5 286 (23 ) 37 (10 ) 0 (0 ) 143 [121 - 238] 11 [0 - 25] 0 [0 - 6]

SAMASSI 35.1 233 (12 ) 31 (7 ) 0 (0 ) 136 [48 - 228] 11 [0 - 39] 0 [0 - 3]

GUASILA 34.9 200 (12 ) 26 (6 ) 0 (0 ) 108.5 [16 - 171] 5.5 [0 - 16] 0 [0]

PUTIFIGARI 34.8 118 (11 ) 3 (3 ) 0 (0 ) 68.5 [10 - 142] 0 [0 - 27] 0 [0]

OROSEI 34.6 281 (20 ) 27 (7 ) 0 (0 ) 123 [60 - 199] 1 [0 - 12] 0 [0]

NURALLAO 34.5 199 (12 ) 24 (6 ) 0 (0 ) 120 [25 - 164] 12 [0 - 37] 0 [0]

MACOMER 34.4 132 (9 ) 14 (4 ) 0 (0 ) 39 [4 - 108] 0 [0 - 14] 0 [0]

OLMEDO 34.4 215 (11 ) 13 (4 ) 0 (0 ) 123 [28 - 269] 2 [0 - 64] 0 [0]

SASSARI S.A.R. 34.1 177 (17 ) 9 (4 ) 0 (0 ) 55 [5 - 148] 1 [0 - 15] 0 [0]

ARZACHENA MOBILE 33.8 262 (14 ) 36 (7 ) 0 (0 ) 155 [78 - 219] 8 [0 - 35] 0 [0]

SINISCOLA 33.7 224 (17 ) 20 (7 ) 0 (0 ) 133 [59 - 232] 2 [0 - 19] 0 [0]

GAVOI 33.5 90 (9 ) 6 (5 ) 0 (0 ) - - -

SIURGUS - DONIGALA 33.5 165 (12 ) 17 (6 ) 0 (0 ) 78 [8 - 132] 5.5 [0 - 22] 0 [0]

SARDARA 33.1 171 (11 ) 14 (4 ) 0 (0 ) 107.5 [20 - 197] 8.5 [0 - 47] 0 [0 - 1]

VALLEDORIA 33.1 244 (16 ) 12 (4 ) 0 (0 ) 75 [25 - 182] 2 [0 - 11] 0 [0 - 4]

SORSO 32.8 214 (16 ) 12 (4 ) 0 (0 ) 85 [20 - 156] 3 [0 - 21] 0 [0 - 2]

BITTI 32.7 49 (9 ) 4 (4 ) 0 (0 ) 35 [2 - 66] 0 [0 - 10] 0 [0]

ARITZO 32.6 132 (11 ) 18 (6 ) 0 (0 ) - - -

SADALI 32.6 86 (10 ) 7 (4 ) 0 (0 ) 34 [3 - 82] 0 [0 - 5] 0 [0]

VILLASALTO 32.6 96 (10 ) 8 (5 ) 0 (0 ) 36 [3 - 95] 0 [0 - 7] 0 [0]

AGLIENTU 32.5 163 (12 ) 5 (3 ) 0 (0 ) 73 [22 - 134] 0 [0 - 20] 0 [0]

VILLANOVA STRISAILI 32.1 35 (9 ) 3 (2 ) 0 (0 ) 14.5 [0 - 43] 0 [0 - 1] 0 [0]

ILLORAI 31.8 50 (9 ) 4 (4 ) 0 (0 ) 19 [0 - 50] 0 [0] 0 [0]

StazioniT massime

(°C)

N° ore mensili e massimi

giornalieriValori "normali" ed estremi del periodo

1995-2007

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4. L’ALLUVIONE DEL 18 NOVEMBRE 2013

L’evento meteorologico più importante del 2013-2014 è stato senza dubbio quello che ha investito la Sardegna il 18 novembre.

Sebbene sia difficile fare dei paragoni con eventi passati, si potrebbe dire che si è trattato del secondo evento di maggiore impatto da quando esistono osservazioni meteorologiche sistematiche sufficientemente estese, cioè dall’inizio del XX secolo. Si è trattato, cioè, di un evento secondo solo a quello del 14-18 ottobre 1951.

Tuttavia un’analisi sufficientemente dettagliata da descrivere compiutamente un evento di tale portata esulerebbe dagli scopi del presente riepilogo annuale. Il lettore interessato può trovare un’analisi specifica dell’evento tra le pubblicazioni dell’ARPAS, all’indirizzo: http://www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/miscellanea/analisi_evento_18nov2013.pdf

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5. ELABORAZIONI AGROMETEOROLOGICHE SPECIFICHE

5.1. Evapotraspirazione e bilancio idroclimatico

L’evapotraspirazione di riferimento (ET0) è stata calcolata applicando il metodo di Hargreaves-Samani ai dati medi mensili di temperatura minima, massima e media.

L'evapotraspirazione mensile ha raggiunto i valori minimi in dicembre, pari a circa 20-40 mm secondo la località e i massimi nel mese di giugno quando si sono raggiunti e superati 200 mm nelle aree pianeggianti interne.

Nei grafici riportati nelle figure 41-45 sono rappresentati i valori medi decadali per alcune stazioni rappresentative, raffrontati con i corrispondenti dati medi riferiti alla serie storica recente (1995-2013). Come si può evidenziare, in generale i valori sono stati significativamente più alti della media nel mese di giugno, in particolare nella prima decade, e poi dalla terza decade di agosto e per tutto settembre, mentre nel mese di luglio sono stati più contenuti a causa delle temperature miti che hanno caratterizzato il periodo.

Il bilancio idroclimatico rappresenta la differenza tra gli apporti piovosi e le perdite evapotraspirative. Esso consente di esprimere l’apporto meteorologico netto ed evidenzia le differenti condizioni di disponibilità idrica nei diversi ambiti territoriali e nei diversi anni.

Le elaborazioni del bilancio idroclimatico per i 12 mesi sono riportate in forma di mappe mensili, raggruppate per semestri nelle figure 46 e 47. Si possono osservare condizioni estese di surplus idrico da novembre fino al mese di marzo, mentre dal mese di aprile il bilancio ha mostrato condizioni di deficit.

Rispetto alla media climatica 1971-2000, nell’ultimo trimestre del 2013 si sono registrate condizioni di surplus idrico diffuso nel mese di novembre, mentre ottobre e dicembre sono stati generalmente deficitari. Nel primo trimestre del 2014 si sono registrati in generale incrementi di disponibilità idrica rispetto alla media, diffusi su buona parte nella Sardegna ad eccezione del versante orientale, in cui si sono avute anomalie di segno negativo. Nel semestre successivo si sono avuti valori inferiori alla media ad eccezione del mese di luglio.

Figura 41: Evapotraspirazione media decadale – Staz ione di Olmedo.

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

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7.5

ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

ET

0(m

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Annata media

Annata 2013-2014

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Figura 42: Evapotraspirazione media decadale – Staz ione di Berchidda.

Figura 43: Evapotraspirazione media decadale – Staz ione di Orani.

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ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

ET

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Annata media

Annata 2013-2014

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ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

ET

0(m

m)

Annata media

Annata 2013-2014

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Figura 44: Evapotraspirazione media decadale – Staz ione di Samassi.

Figura 45: Evapotraspirazione media decadale – Staz ione di Sadali.

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3.5

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4.5

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ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

ET

0(m

m)

Annata media

Annata 2013-2014

0.0

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7.0

7.5

ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

ET

0(m

m)

Annata media

Annata 2013-2014

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

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Figura 46: Mappe mensili di bilancio idroclimatico del semestre ottobre 2013 - marzo 2014.

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Figura 47: Mappe mensili di bilancio idroclimatico del semestre aprile - settembre 2014.

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5.2. Indice di precipitazione standardizzata - SPI

Per l’analisi delle condizioni di siccità e degli impatti sulle diverse componenti del sistema idrologico (suolo, corsi d'acqua, falde, ecc..) è stato calcolato l’indice di precipitazione standardizzata (Standardized Precipitation Index, SPI) a scala temporale di 3, 6 e 12 mesi. L’indice è calcolato considerando la deviazione della pioggia totale misurata in un dato periodo rispetto al corrispondente valore medio climatico, e dividendo tale scarto per la deviazione standard della medesima serie storica di riferimento. L’indice SPI rappresenta perciò il numero di deviazioni standard dalla media e consente di evidenziare sia periodi umidi che siccitosi.

L’analisi su periodi di diversa durata si basa sul presupposto che le componenti del sistema idrologico rispondono in maniera differente alla durata di un deficit di precipitazione: ad esempio il contenuto idrico del suolo risente dei deficit di breve durata (1-3 mesi), mentre deficit pluviometrici che si prolungano per svariati mesi (6, 12 e oltre) possono avere conseguenze sui deflussi superficiali, sulle falde sotterranee e sulle risorse idriche invasate nei laghi e nei serbatoi artificiali.

I valori dell’indice possono essere interpretati secondo la tabella seguente:

Le precipitazioni del trimestre autunnale del 2013 (figura 48) si sono concentrate in particolare sulla parte orientale, dove hanno raggiunto dei cumulati trimestrali compresi tra 300 mm e picchi di quasi 800 mm, mentre in alcune aree meridionali e nella parte Nord-occidentale sono stati inferiori a 200 mm.

Nella maggior parte del territorio le precipitazioni sono state superiori alla media climatica del 1971-2000 (in alcuni casi fino quasi al triplo).

L’indice SPI presenta su quasi tutto il territorio regionale valori compresi tra -1 e +1, corrispondenti perciò alla classe Vicino al normale, mentre nel versante orientale si raggiungono valori positivi compresi tra 1.5 e 2, corrispondenti alle classi Moderatamente umido e Molto umido.

Figura 48: Precipitazioni e anomalie del trimestre ottobre - dicembre 2013.

Le precipitazioni del primo trimestre 2014 sono state relativamente abbondanti nella parte occidentale dell’Isola, in particolare nella Planargia, nel Montiferru e nell’Iglesiente dove si sono raggiunti cumulati tra 350 e 550 mm circa; sul versante orientale e in particolare nell’Ogliastra i valori sono stati più contenuti, inferiori a 150 mm, al di sotto della media trentennale (figura 49 ).

Classe Valori di SPI

> 3.0

Estremamente umido > 2 da 2.5 a 3.0

da 2.0 a 2.49

Molto umido da 1.5 a 1.99

Moderatamente umido da 1.0 a 1.49

da 0.01 a 0.99

da -0.99 a 0

Moderatamente s icci tos o da -1.49 a -1.0

Molto s icci toso da -1.99 a -1.5

da -2.49 a -2.0

Estremamente s icci tos o < -2 da -3.0 a -2.5

< -3.0

Vicino a l la media

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L’indice SPI nella parte meno piovosa si colloca nella classe Moderatamente siccitoso mentre a mano a mano che ci si sposta verso il settore occidentale aumenta di valore passando al Moderatamente umido (da 1 a 1.5), poi al Molto umido (da 1.5 a 2) fino a raggiungere localmente condizioni di Estremamente umido (> 2).

Figura 49: Precipitazioni e anomalie del gennaio - marzo 2014.

Nel complesso il semestre ottobre-marzo (figura 50 ) è risultato più piovoso a ridosso del Gennargentu (Barbagia e Mandrolisai), in Baronia e in Gallura,e in ampie aree della parte occidentale (particolarmente nel Montiferru), dove sono stati totalizzati valori compresi tra 600 ed oltre 1200 mm. I valori più contenuti, tra 200 e 400 mm circa si sono registrati soprattutto nel basso Campidano e sulla fascia costiera Sud-orientale. Nelle aree più piovose i valori hanno superato di circa il 50% la media climatica, mentre nelle aree più deficitarie si è raggiunto circa il 70% della media.

L’indice SPI semestrale presenta valori generalmente compresi tra -1 e +1, corrispondenti alla classe Vicino alla media, mentre nelle aree con i maggiori cumulati si raggiungono valori compresi tra 1 e 1.5 corrispondenti al Moderatamente umido.

Le precipitazioni del trimestre aprile-giugno (figura 51 ) sono state relativamente scarse e solo in alcune località si sono raggiunti e superati i 200 mm, in particolare nella parte settentrionale dell’Isola; nel Sud si sono registrati i cumulati inferiori, con valori che per la maggior parte dei casi non raggiungono i 100 mm. Su quasi tutta l’Isola i valori si collocano al di sotto della media climatica trentennale, mentre sono in alcune aree del Nord superano significativamente la media climatica.

L’indice SPI nella maggior parte del territorio isolano presenta valori compresi tra -1 e +1 (Vicino alla media), e solo in aree circoscritte del Sud Sardegna si registrano valori tra -1 e -1.5 corrispondenti a condizioni di Moderatamente siccitoso.

Le precipitazioni del trimestre luglio-settembre 2014 (figura 52 ) sono state scarse ed hanno interessato maggiormente il Nord-Sardegna, dove i cumulati sono compresi tra 30 e 60 mm circa, mentre nel Sud scendono a valori inferiori a 20 mm.

Per la totalità del territorio isolano si tratta di valori inferiori alla media climatica, in alcuni casi inferiori al 20%.

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Figura 50: Precipitazioni e anomalie del semestre o ttobre 2013 - marzo 2014.

Figura 51: Precipitazioni e anomalie del trimestre aprile - giugno 2014.

L’indice SPI presenta al Nord valori ovunque negativi, in particolare al Sud dove in generale i valori sono inferiori a -1 (Moderatamente siccitoso), fino a raggiungere localmente valori minimi compresi tra -2 e -2.5 corrispondenti alla classe Estremamente siccitoso.

Nel complesso il semestre aprile-settembre 2014 (figura 53 ) è risultato poco piovoso, soprattutto nella parte meridionale dell’Isola dove i valori stanno generalmente al di sotto dei 150 mm (in tutto il Campidano inferiori a 100 mm); nel Nord invece i valori superano i 150 mm e raggiungono circa 240 mm in alcuni casi. Solo nella parte settentrionale si supera il 70% della media climatica di riferimento.

L’indice SPI riferito al semestre presenta al Nord valori compresi tra -1 e +1 corrispondenti a condizioni Vicino alla media, mentre al centro-Sud si registrano valori inferiori, generalmente corrispondenti a condizioni di Moderatamente siccitoso e Molto siccitoso.

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Figura 52: Precipitazioni e anomalie del trimestre luglio - settembre 2014.

Figura 53: Precipitazioni e anomalie del semestre a prile - settembre 2014.

Di seguito è riportato l’andamento mensile dei valori di SPI con finestre temporali di 3, 6 e 12 mesi, calcolati per le stazioni di Olmedo, Tempio, Oristano, Sadali, e Decimomannu, rappresentative di diversi areali della Sardegna (figura 54 ). In generale, per l’anomalia sui tre mesi si possono evidenziare i valori superiori fino al mese di maggio e i minimi in settembre; per l’anomalia su 6 mesi si osservano valori minimi in dicembre e in settembre, mentre permane una certa stabilità dall’inizio del 2013 fino ad agosto, in virtù delle piogge primaverili; l’analisi su 12 mesi mostra ancora il massimo nel mese di novembre(dal Moderatamente umido ad Estremamente umido) ed un progressivo calo nel periodo successivo con valori compresi tra -1 e +1, corrispondenti alle classi Vicino alla media.

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Figura 54: Andamento mensile dell'indice SPI calcol ato con finestre temporali di 3, 6 e 12 mesi per alcune stazioni rappresentative.

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-2.0

-1.5

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0.5

1.0

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2.0

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2.5

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set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

SP

I 6

mes

i

0

1

2

3

4

5

6

Moderatamante umido

Moderatamante siccitoso

Molto umido

Estremamente umido

Molto siccitoso

Estremamente siccitoso

-3.0

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set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

SP

I 12

mes

i

0

1

2

3

4

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Moderatamante umido

Moderatamante siccitoso

Molto umido

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Molto siccitoso

Estremamente siccitoso

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5.3. Bilancio idrico dei suoli

Per alcune località rappresentative è stato elaborato il bilancio idrico dei suoli5, rappresentato in forma grafica nelle figure 55-57 , in cui il contenuto idrico del suolo medio mensile è ottenuto dal calcolo giornaliero ed è espresso in termini di percentuale dell’acqua disponibile6; allo scopo di evidenziare le anomalie nell’arco dell’intero periodo considerato, tali valori sono confrontati con la corrispondente distribuzione statistica calcolata sugli anni precedenti (dal 1995 al 2013) rappresentata graficamente in forma di box-plot, in cui la “scatola” è delimitata dai percentili 20° e 80° e i “baffi” rap presentano i valori estremi della serie pluriennale.

Analizzando i grafici si può osservare un diverso comportamento per le località esaminate, che riflette sia la quantità complessiva della piogge e la distribuzione degli eventi giornalieri nel corso dell’annata, sia l’andamento dell’evapotraspirazione.

In generale, per gli areali considerati si evidenzia all’inizio della stagione piovosa una condizione media sfavorevole a causa delle modeste precipitazioni di ottobre. Successivamente,per la stazione di Olmedo si è verificato un deficit nell’ultimo bimestre 2013 quindi valori nella norma fino al mese di agosto; per la stazione di Oliena i valori sono stati prossimi o superiori alla norma in novembre, marzo e giugno, mentre per la stazione di Decimomannu, nel sud dell’Isola, si sono avuti valori medi mensili superiori alla norma solo in novembre e marzo, mentre nel resto dell’annata sono stati prossimi alla media pluriennale o inferiori. In tutte e tre le località il contenuto idrico stimato per il mese di settembre è risultato fortemente deficitario.

Figura 55: Stima dell'acqua disponibile nei suoli - Stazione di Olmedo.

5Si è utilizzata la metodologia FAO che considera gli apporti di pioggia e le perdite per evapotraspirazione effettiva, quest’ultima stimata a partire dall’evapotraspirazione di riferimento (metodo di Hargreaves-Samani) e dell’umidità del suolo. Per semplicità si è considerato un suolo con caratteristiche standard, cioè con una capacità di acqua disponibile (differenza tra capacità di campo e punto di appassimento) pari a 150 mm/m e una profondità utile di 50 cm. Nelle simulazioni il contenuto idrico del suolo varia tra il punto di appassimento e la capacità idrica di campo (0-100% rispettivamente). 6 Corrisponde alla differenza tra capacità idrica di campo e punto di appassimento permanente.

0,0

10,0

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2013-14

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Figura 56: Stima dell'acqua disponibile nei suoli - Stazione di Oliena.

Figura 57: Stima dell'acqua disponibile nei suoli - Stazione di Decimomannu.

5.4. Sommatorie termiche

Le sommatorie termiche costituiscono degli importanti indicatori agrometeorologici che permettono di spiegare il comportamento fenologico delle colture in relazione all’andamento termico che caratterizza un determinato periodo. Rappresentano, infatti, l’accumulo di unità termiche sopra una predefinita soglia di temperatura che è necessaria per consentire lo sviluppo degli organismi vegetali e che è variabile in relazione alla specie, alla cultivar e alla fase fenologica. Le sommatorie termiche si esprimono in Gradi Giorno o Growing Degree Days (GDD).

0,0

10,0

20,0

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Valori estremi

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2013-14

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ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14

% a

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dis

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bile

nel

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lo

Valori estremi

Mediana

2013-14

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Nel complesso, le sommatorie termiche calcolate per l’intero periodo ottobre 2013 – settembre 2014 hanno presentato valori decisamente più elevati della media 1995-2008 per entrambe le soglie di riferimento (0 °C e 10 °C); ciò vale in particolare lungo le coste meridio nali e orientali (figure 58 e 59). Le sommatorie in base 0 °C hanno variato da 2000 a 7000 GDD mentre quelle in base 10 °C tra 0 e 3200 GDD.

Se si analizzano separatamente i due semestri è possibile osservare come il periodo ottobre 2013 - marzo 2014 abbia presentato valori generalmente sopra media, in particolare per le sommatorie in base 0 °C ( figure 60 e 61). Nello specifico, i valori sono risultati compresi tra 150 e 2800 GDD in base 0 °C e tra 0 e 900 GDD in base 10 °C. Al contrario, il semestre aprile-settembre 2 014 ha fatto registrare valori generalmente inferiori rispetto al dato medio a causa delle temperature estive non particolarmente alte. Fanno eccezione le zona costiere che in tutta l’Isola hanno presentato valori decisamente più alti (figure 62 e 63). Le sommatorie in base 0 °C hanno variato tra 1700 e 4050 GDD, mentre quelle in base 10 °C tra 0 e 2250 GDD, mostrando i valori più elev ati lungo le aree costiere meridionali e orientali.

Figura 58: Sommatorie termiche in base 0 °C calcolat e per il periodo ottobre 2013- settembre 2014 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2008 .

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Figura 59: Sommatorie termiche in base 10 °C calcola te per il periodo ottobre 2013 - settembre 2014 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2008 .

Figura 60: Sommatorie termiche in base 0 °C calcolat e per il periodo ottobre 2013 – marzo 2014

e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2008 .

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Figura 61: Sommatorie termiche in base 10 °C calcola te per il periodo ottobre 2013 – marzo 2014 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2008 .

Figura 62: Sommatorie termiche in base 0 °C calcolat e per il periodo aprile - settembre 2014 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2008 .

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Figura 63: Sommatorie termiche in base 10 °C calcola te per il periodo aprile - settembre 2014 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2008 .

Elaborazioni più dettagliate consentono di evidenziare l’andamento giornaliero delle sommatorie termiche relativamente al periodo ottobre 2013 - settembre 2014 per tre stazioni rappresentative (Oliena, Samassi e Berchidda). Tale andamento è espresso in termini di anomalia rispetto al corrispondente accumulo tipico rappresentato dai valori mediani calcolati per gli anni precedenti (1995-2013). Sia per le sommatorie in base 0 °C sia per quelle in base 10 °C ( figure 64 e 65), le anomalie sono state generalmente superiori rispetto al dato mediano su tutto il periodo analizzato, ad eccezione della stazione di Berchidda che durante l’estate 2014 ha fatto registrare un comportamento differente con anomalie negative anche fino a 100 GDD. Sono da sottolineare gli elevati scarti positivi dal valore mediano registrati dalla stazione di Samassi; queste hanno avuto un crescendo dal gennaio 2014 fino al mese di aprile, per poi subire un leggero calo a seguito delle temperature sotto media soprattutto di maggio e luglio.

Nelle figure 66-68 , infine, è riportato l’accumulo termico in base 0 °C e 10 °C calcolato per il periodo ottobre 2013-settembre 2014 e il confronto con lo stesso periodo relativo agli ultimi 18 anni, per le tre stazioni esaminate. Gli accumuli sono sostanzialmente simili agli anni precedenti per le stazioni di Oliena e Berchidda, mentre leggermente superiori agli anni precedenti per la stazione di Samassi al pari del periodo 2002-2003.

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Figura 64: Anomalia dell’accumulo termico giornalie ro in base 0 °C rispetto ai valori mediani del periodo 1995-201.

Figura 65: Anomalia dell’accumulo termico giornalie ro in base 10 °C rispetto ai valori mediani del periodo 1995-2013.

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Figura 66: Andamento delle sommatorie termiche in b ase 0 e 10 °C calcolate per il periodo ottobre - settembre nelle annate dal 1995 al 2014 – Stazione di Berchidda.

Figura 67: Andamento delle sommatorie termiche in b ase 0 e 10 °C calcolate per il periodo ottobre - settembre nelle annate dal 1995 al 2014 – Stazione di Oliena.

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Figura 68: Andamento delle sommatorie termiche in b ase 0 e 10 °C calcolate per il periodo ottobre - settembre nelle annate dal 1995 al 2014 – Stazione di Samassi.

5.5. Fabbisogno di freddo

Il fabbisogno di freddo esprime l'esigenza di molte specie arboree caducifoglie di temperature moderatamente basse (circa 6 °C) per superare il periodo di dormi enza delle gemme.

Per quantificare la disponibilità di freddo nel periodo novembre-febbraio si è utilizzato il metodo Utah basato sull'accumulo di "unità di freddo" (chilling units). Nel grafico riportato nella figura 69 sono rappresentati gli accumuli complessivi del quadrimestre novembre-febbraio e quelli del bimestre centrale dicembre-gennaio. In generale i valori del quadrimestre risultano nella maggior parte dei casi superiori rispetto alle due annate precedenti.

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1995 -96

1996 -97

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1998 -99

1999 -00

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2001 -02

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2005 -06

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2007 -08

2008 -09

2009 -10

2010 -11

2011 -12

2012 -13

2013 -14

Som

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term

iche

(G

DD

)

Soglia 0 °C Soglia 10 °C

ND ND ND ND

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

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Figura 69: Valori di chilling units calcolati per i periodi novembre 2013 - febbraio 2 014 e dicembre 2013–gennaio2014.

5.6. Wind Chill Index

Il Wind Chill Index (WCI) o indice di freddo consente di stimare il disagio fisiologico avvertito dal bestiame di interesse zootecnico esposto a condizioni meteorologiche di bassa temperatura e ventosità. In base ai valori di WCI si possono distinguere 7 categorie di disagio, tanto più critiche quanto più è basso il valore dell’indice, secondo la seguente tabella:

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100 2200 2300

0 100 200 300 400 500 600 700 800 90010001100120013001400150016001700180019002000210022002300

Chilling Units

Novembre 2013 - Febbraio 2014 Dicembre 2013 - Gennaio 2014

Valori indice Classe di disagio WCI>10 Nessun disagio

10≥WCI>-1 Lieve disagio

-1≥WCI>-10 Disagio

-10≥WCI>-18 Elevato disagio

-18≥WCI>-29 Possibile congelamento in seguito ad esposizione prolungata

-29≥WCI>-50 Congelamento in seguito ad esposizione prolungata

WCI≤-50 Rapido congelamento in seguito a breve esposizione

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In generale, il periodo invernale ha fatto registrare valori di WCI generalmente più alti, e quindi meno critici, rispetto al dato medio pluriennale (1995-2007), ad eccezione di novembre 2013 e marzo 2014. Il mese che ha presentato la situazione potenzialmente più stressante per il bestiame durante il periodo analizzato è stato gennaio 2014 che per i valori medi ha fatto registrare una situazione di Lieve Disagio estesa su quasi tutto il territorio regionale (figura 70 ), mentre per la media delle minime è stata osservata una condizione di Disagio nei principali rilievi montuosi e di Lieve Disagio nel resto dell’Isola (figura 71 ). Il minimo assoluto di WCI per il mese di gennaio (figura 72 ) è stato registrato a Bitti (-15.1), seguito dai -12.2 di Sadali e dai -11.2 di Illorai corrispondenti all’intervallo di Elevato Disagio, mentre le restanti stazioni hanno presentato valori progressivamente crescenti e comunque in prevalenza all’interno dell’intervallo di Disagio.

Nella figura 73 è rappresentato il numero complessivo di ore con WCI nei diversi livelli di disagio calcolato per il periodo dicembre 2013 - marzo 2014. Si può osservare come le stazioni di Bitti, Illorai, Macomer, Sadali e Villanova Strisaili abbiamo presentato le condizioni più critiche facendo registrare nel complesso del periodo oltre 2600 ore di disagio suddivise tra le diverse categorie di rischio.

Figura 70: WCI medio per il mese di gennaio 2014 e raffronto con il periodo 1995-2007.

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Figura 71: WCI - Media dei valori minimi per il mes e di gennaio 2014 e raffronto con il periodo 1995-2007.

Figura 72: Valori minimi di WCI per il mese di genn aio 2014.

-20-19-18-17-16-15-14-13-12-11-10

-9-8-7-6-5-4-3-2-1012345

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Figura 73: Numero di ore mensili con WCI nelle dive rse classi di disagio per il periodo dicembre 2013-marzo 2014.

5.7 Temperature Humidity Index

Il Temperature Humidity Index (THI) o indice di caldo permette di stimare le condizioni di stress per il bestiame causate da alte temperature ed elevati valori di umidità dell’aria. La classificazione prevede diverse condizioni di stress per il bestiame, tanto maggiori quanto più elevato è il valore dell’indice, secondo la seguente tabella:

Valori indice Classe di disagio THI<65 Nessun disagio

65≤THI<68 Possibile disagio

68≤THI<72 Lieve disagio

72≤THI<75 Disagio

75≤THI<79 Allerta

79≤THI<84 Pericolo

THI≥84 Emergenza

Il periodo giugno – settembre 2014 è stato generalmente caratterizzato da valori più alti, e quindi più critici, rispetto alla media di riferimento (1995-2007), ad eccezione del mese di luglio che invece ha fatto osservare valori decisamente più bassi su tutto il territorio regionale. Valori di THI medio inferiori alla media sono stati anche registrati lungo la fascia orientale durante i medi di giugno e agosto. In termini assoluti, il mese potenzialmente più disagevole per il bestiame è stato agosto 2014 che ha mostrato valori di THI medio variabili dalla categoria di Nessun Disagio a quella di Disagio passando dalle aree di montagna fino ai territori del Campidano (figura 74 ). La media delle massime ha invece fatto registrare valori all’interno della categoria di Allerta (figura 75 ). Il valore di THI più elevato del mese di agosto (figura 76 ) è stato registrato a Giave (87.7), seguito da Domus de Maria (85.3) e Dorgali Filitta (84.3). Circa il 65% delle stazioni monitorate ha presentato il massimo nella categoria di Emergenza, il 65% in quella di Pericolo, mentre le rimanenti in quella di Allerta. Nella figura 77 è rappresentato il totale delle ore mensili con THI nelle diverse classi di disagio calcolato per il periodo giugno-settembre 2014. Si osserva come la situazione potenzialmente più disagevole sia stata

0

500

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Disagio-1≥ WCI>-10

Elevato Disagio-10≥ WCI>-18

PossibileCongelamento-18≥ WCI>-29

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registrata nelle stazioni di Monastir, Domus de Maria, Muravera e Villa san Pietro con oltre 2100 ore complessive di Disagio distribuite nelle diverse categorie.

Figura 74: THI medio per il mese di agosto 2014 e r affronto con il periodo 1995-2007.

Figura 75: THI - Media dei valori massimi per il me se di agosto 2014 e raffronto con il periodo 1995-2 007.

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Figura 76: Valori massimi di THI per il mese di ago sto 2014.

Figura 77: Numero di ore mensili con THI nelle dive rse classi di disagio per il periodo giugno-settemb re 2014.

6566676869707172737475767778798081828384858687888990

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Disagio72≤THI< 75

Allerta75≤THI< 79

EmergenzaTHI≥84

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre

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5.8 Heat Waves – Onde di calore

Dall’elaborazione dei dati orari di THI è possibile derivare un altro indicatore di interesse zootecnico, l’onda di calore o Heat Waves (HW), che permette di stimare la situazione di prolungato disagio abestiame esposto a condizioni meteorologiche particolarmente calde. Un’onda di calore si verifica ogni qualvolta il THI orario risulta uguale o superiore a 72 per oltre 14 ore giornaliere e per tre giorni consecutivi.

Il periodo estivo è stato contraddistinto da diverse onde di calore che si sono concentrate in particolare nei mesi di luglio e agosto, salvo qualche sporadico episodio a settembre. Le stazioni più interessate da tali eventi sono state Dorgali Filitta e Monastir Mobile (rispettivamente 5 e 4 onde di calore di intensità da riportate tutte le onde di calore che sono state registrate dalle stazioni bimestre. Il periodo più interessato è stata la prima metà del mese di agosto sia per intensità che per la persistenza delle stesse.

Figura 78: Heat W aves registrate a

Figura 79: Heat W aves registrate a Monastir

14

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Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 201

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Onde di calore

Dall’elaborazione dei dati orari di THI è possibile derivare un altro indicatore di interesse zootecnico, l’onda di Waves (HW), che permette di stimare la situazione di prolungato disagio a

bestiame esposto a condizioni meteorologiche particolarmente calde. Un’onda di calore si verifica ogni qualvolta il THI orario risulta uguale o superiore a 72 per oltre 14 ore giornaliere e per tre giorni consecutivi.

stato contraddistinto da diverse onde di calore che si sono concentrate in particolare nei mesi di luglio e agosto, salvo qualche sporadico episodio a settembre. Le stazioni più interessate da tali eventi sono state Dorgali Filitta e Monastir Mobile (figura 78 e 79) che hanno fatto osservare nel bimestre luglio

5 e 4 onde di calore di intensità da lieve a media e di persistenza variabile. Nella riportate tutte le onde di calore che sono state registrate dalle stazioni di monitoraggio dell’Isola nel corso del bimestre. Il periodo più interessato è stata la prima metà del mese di agosto sia per intensità che per la

aves registrate a Dorgali Filitta nel bimestre l uglio

aves registrate a Monastir Mobile nel bimestre l uglio

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settembre 2014

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Dall’elaborazione dei dati orari di THI è possibile derivare un altro indicatore di interesse zootecnico, l’onda di Waves (HW), che permette di stimare la situazione di prolungato disagio a cui è soggetto il

bestiame esposto a condizioni meteorologiche particolarmente calde. Un’onda di calore si verifica ogni qualvolta il THI orario risulta uguale o superiore a 72 per oltre 14 ore giornaliere e per tre giorni consecutivi.

stato contraddistinto da diverse onde di calore che si sono concentrate in particolare nei mesi di luglio e agosto, salvo qualche sporadico episodio a settembre. Le stazioni più interessate da tali eventi sono

) che hanno fatto osservare nel bimestre luglio-agosto e di persistenza variabile. Nella figura 80 sono

di monitoraggio dell’Isola nel corso del bimestre. Il periodo più interessato è stata la prima metà del mese di agosto sia per intensità che per la

uglio -agosto 2014.

uglio -agosto 2014.

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MONASTIR MOBILE

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014

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62/76

Figura 80: Stazioni agrometeorologiche con THI supe riore a 72 per almeno 14 ore e onde di calore per i l periodo luglio-agosto 2014.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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BERCHIDDA 15 15 14 17 14 14

CHIARAMONTI 14 15

DOLIANOVA 18 15 17 14 15 14 15

DOMUS DE MARIA 14 14 14 18 18 16 15 14 15 14 18 15 16 14 17 14 14

DORGALI FILITTA 17 17 14 14 16 14 14 14 15 17 14 14 17 15 15 15 15 14 14 14 15 16 14 14 15 17 18 18 17 18 15 14 14 17 15 15 15 15

DORGALI MOBILE 14 17 14 14 16 14 14 17 17 14 16 14 15 14 15 14 15 17 15 16 17 17 17 16 17 14 14 14 14

GUASILA 14 14 14

JERZU 16 18 14 14 19 14 14 14 14 14 14 14 15 16 18 17 18 15 18 15 16 15 16

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MONASTIR MOBILE 16 19 16 14 19 15 15 18 21 16 17 17 14 17 16 18 16 14 14 18 14 18 19 19 19 16 14 18 14 14 14 17 14 16 15

MURAVERA 14 17 14 18 14 19 15 14 14 15 15 15 14 18 15 14 15 18 16 18 16 17 14 16 15 18 17 14 14

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OLIENA 16 14 17 14 15 14 16 16 17 15 18 15 17 3

ORANI 14 14 14

OROSEI 15 17 16 15 18 14 17 15 14 14 14 15 14 15 17 15 18 19 19 17 19 15 16 16 14 3

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OZIERI 14 14 15 14

PALMAS ARBOREA 18 18 20 14 17 14 16 22 16 14 14 16 14 14 15 16 16 18 22 18 14 14 14 15

PUTIFIGARI 15 14 15 15 3

SAMASSI 14 14 20 14 14 14 14 17 17 16 16 14

SARDARA 1

SASSARI S.A.R. 15 17 14 1 18 19 18 17 18 18 19 16

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USINI MOBILE 14 15 14 18 19 17 14 17 18 18 15

VILLA S. PIETRO 15 14 15 14 15 18 14 14 14 16 14 16 14 19 22 17 14 15 15 14 14 14

VILLACIDRO - - - - - - 18 14 15 2

Lieve Media Alta - Dato non disponibile

STAZIONELUGLIO 2014 AGOSTO 2014

Intensità del disagio nelle singole giornate

Nelle caselle è indicato il numero di ore giornaliere con THI≥72. Con il bordino evidenziato sono indicate le giornate in cui si è verificata un onda di calore.

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 2013

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63/76

5.9 Heat Index

Heat Index (HI) o indice di calore permette di stimare la condizione di disagio fisiologico avvertita dalle persone in condizioni di “caldo afoso”. In particolare, in base ai valori assunti dall’indice sono definiti cinque livelli di disagio con associata la descrizione del rischio riportati nella seguente tabella:

Il periodo maggio- settembre 2014 è stato contraddistinto da un primo trimestre in cui i valori medi e massimi dell’indice sono stati inferiori o in linea con la media di riferimento (1995-2009), mentre gli ultimi due mesi hanno fatto registrare valori in linea o superiori.

Il mese in cui l’HI ha evidenziato i valori più critici è stato agosto (Figure 81 e 82) con un HI medio compreso tra 28 e 31 (Cautela) mentre la media delle massime è risultata compresa tra 28 e 34 e comunque all’interno dell’intervallo di Cautela su quasi tutto il territorio regionale.

Per quanto concerne la permanenza di ore nei diversi livelli di disagio calcolata per il periodo maggio-settembre 2014 (Figura 83 ) è possibile osservare come le stazioni di Domus De Maria, Dorgali Filitta, Dorgali Mobile, Monastir Mobile e Palmas Arborea abbiano realizzato i valori più alti con oltre 1100 ore suddivise tra le categorie di Cautela, Estrema Cautela e, in alcuni casi, Pericolo. Rispetto al dato medio (Figura 84 ) è possibile, invece, rilevare come la maggior parte delle stazioni abbia presentato quest’anno un maggior numero di ore nell’intervallo di Cautela, mentre si registra generalmente una minore permanenza nell’intervallo di Estrema Cautela. Fanno eccezione da questo discorso alcune stazioni come Arzachena Mobile, Domus De Maria, Dorgali Filitta, Dorgali mobile e Monastir Mobile che hanno invece totalizzato una permanenza decisamente più elevata della media.

Il valore di HI più alto del periodo (Figura 85 ) è stato registrato a Domus De Maria (45) corrispondente all’intervallo di Pericolo. Tutte le altre stazioni esaminate hanno presentato valori massimi progressivamente inferiori ma comunque all’interno dell’intervallo di Estrema Cautela, fatta eccezione per Villanova Strisaili. Rispetto al dato medio riferito agli anni 1995-2009 (Figura 86 ) si notano valori più bassi per tutte le stazioni esaminate, a parte Domus De Maria e Macomer che invece hanno presentato massimi assoluti rispettivamente più elevati o in linea con la media.

Nelle Figure 87-93 è riportato l’andamento dell’indice HI massimo giornaliero relativamente alle stazioni più significative del periodo maggio-settembre. In generale, l’indice ha iniziato a presentare disagio a partire dal mese di giugno, con degli alti e bassi, fino a tutto il mese di settembre. I valori più elevati si sono verificati nelle terza decade di giugno e settembre e nella seconda decade di agosto con numerose giornate consecutive in cui l’indice massimo è risultato molto alto e continuativamente nell’intervallo di Estrema Cautela.

HEAT INDEX LIVELLO DISAGIO DESCRIZIONE RISCHIO

HI<27 NESSUN DISAGIO -

27≤HI<32 CAUTELA Possibile stanchezza per prolungata esposizione e/o attività fisica.

32≤HI<41 ESTREMA CAUTELA Possibile colpo di sole, crampi muscolari da calore per prolungata esposizione e/o attività fisica

41≤HI<54 PERICOLO Probabile colpo di sole, crampi muscolari da calore o spossatezza da calore. Possibile colpo di

calore per prolungata esposizione e/o attività fisica.

HI≥54 ELEVATO PERICOLO Elevata probabilità di colpo di calore o colpo di sole in seguito a continua esposizione.

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 2013

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

64/76

Figura 81: HI medio e raffronto con i valori medi d el periodo 1995-2009. Agosto 2014.

Figura 82: HI - media delle massime e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2009. Agosto 2014.

1

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 2013

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

65/76

Figura 83: Totale ore mensili con HI nei diversi li velli di disagio per il periodo maggio-settembre 20 14.

Figura 84: Anomalia delle ore mensili rispetto alla media 1995-2009 relativa al periodo maggio-settemb re.

ND: dato non disponibile.

0100200300400500600700800900

100011001200130014001500

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Cautela (27≤HI<32) Estrema Cautela (32≤HI<41) Pericolo (41≤HI<54) Elevato Pericolo (HI≥54)

-400-350-300-250-200-150-100-50

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Cautela (27≤HI<32) Estrema Cautela (32≤HI<41) Pericolo (41≤HI<54) Elevato Pericolo (HI≥54)

ND

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 2013

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

66/76

Figura 85: HI massimo assoluto relativo al periodo maggio-settembre 2014.

Figura 86: Anomalia del massimo assoluto rispetto a lla media 1995-2009 relativa al periodo maggio-settembre.

ND: dato non disponibile.

272829303132333435363738394041424344454647484950

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HI MASSIMO

ND ND ND

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna

Figura 87: HI massimo giornaliero per il periodo maggio

Figura 88: HI massimo giornaliero per il periodo maggio

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HI M

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DORGALI FILITTA

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 201

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

HI massimo giornaliero per il periodo maggio -settembre 2014 – Stazione di Mobile.

HI massimo giornaliero per il periodo maggio -settembre 2014 – Stazione di

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25-a

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DATA

Limite 27 (Cautela) Limite 32 (Estrema cautela)

settembre 2013

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Stazione di Arzachena

Stazione di Dorgali Filitta.

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26-s

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-set

Limite 41 (Pericolo)

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna

Figura 89: HI massimo giornaliero per il periodo maggio

Figura 90: HI massimo giornaliero per il periodo maggio

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HI M

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PALMAS ARBOREA

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 201

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

HI massimo giornaliero per il periodo maggio -settembre 2014 – Stazione di O

HI massimo giornaliero per il periodo maggio -settembre 2014 – Stazione di Palmas Arborea.

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Limite 27 (Cautela) Limite 32 (Estrema cautela)

settembre 2013

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Stazione di O ttana.

Stazione di Palmas Arborea.

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et

Limite 41 (Pericolo)

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna

Figura 91: HI massimo giornaliero per il periodo

Figura 92: HI massimo giornaliero per il periodo maggio

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DOMUS DE MARIA

27282930313233343536373839404142434445464748495051525354

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21-m

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25-m

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SIM

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MONASTIR MOBILE

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 201

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

HI massimo giornaliero per il periodo maggio-settembre 2014 – Stazione di

HI massimo giornaliero per il periodo maggio -settembre 2014 – Stazione di

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Limite 27 (Cautela) Limite 32 (Estrema cautela)

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DATA

Limite 27 (Cautela) Limite 32 (Estrema cautela)

settembre 2013

69/76

Stazione di Domus de Maria.

Stazione di Monastir Mobile.

25-a

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22-s

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Limite 41 (Pericolo)

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna

Figura 93: HI massimo giornaliero per il periodo maggio

27282930313233343536373839404142434445464748495051525354

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HI M

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SIM

O

MURAVERA Limite 27 (Cautela)

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 201

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

HI massimo giornaliero per il periodo maggio -settembre 2014 – Stazione di

14-g

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DATA

Limite 27 (Cautela) Limite 32 (Estrema cautela)

settembre 2013

70/76

Stazione di Muravera.

25-a

go

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go02

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06-s

et

10-s

et14

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18-s

et

22-s

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30-s

et

Limite 41 (Pericolo)

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 2013

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna - ARPAS

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6. ANALISI AGROMETEOROLOGICA

Il periodo analizzato è stato contraddistinto da un primo semestre in cui le temperature, in particolare dei mesi di ottobre, gennaio e febbraio, sono state decisamente sopra media e da apporti piovosi inizialmente poco abbondanti nell’ultimo trimestre 2013, a parte l’evento alluvionale di novembre, per poi assumere valori decisamente elevati nei successivi primi tre mesi del 2014. Il secondo semestre è stato caratterizzato da valori termici generalmente in linea o sotto media ad eccezione dei mesi di aprile e settembre, mentre le precipitazioni sono state deficitarie in particolare nei mesi di aprile, maggio e settembre.

Tali condizioni meteorologiche hanno naturalmente influenzato il ciclo delle specie vegetali di interesse agricolo, le produzioni zootecniche, la diffusione di insetti dannosi e malattie crittogamiche nonché il ciclo vegetativo delle specie spontanee di interesse forestale, ornamentale e allergologico.

Foraggere

Per quanto riguarda le foraggere a ciclo autunno-primaverile è stata riscontrata una partenza stentata ad ottobre 2013 per effetto della limitata disponibilità idrica dei terreni e un generale ritardo nel risveglio delle specie poliennali sia spontanee che coltivate. Le piogge successive di novembre hanno consentito una ripresa dell’attività vegetativa e hanno inoltre permesso di lavorare i terreni ed effettuare, seppur in ritardo, le semine delle leguminose da granella e dei foraggi non ancora seminati. Da segnalare gli ingenti danni subiti dai territori colpiti dagli eventi alluvionali di metà novembre (area di Olbia, bacino del Flumendosa e alto Campidano). Sono stati registrati danni alle infrastrutture agricole e zootecniche, alle colture, come anche le foraggere, oltreché la moria di numerosi capi di bestiame.

Durante il mese di dicembre si sono concluse le semine delle leguminose da granella ed è proseguito il ciclo delle diverse specie foraggere, anche grazie ad un regime delle temperature non particolarmente critico. La buona riserva idrica dei terreni e le temperature non troppo rigide hanno consentito un lento accrescimento delle specie vegetali anche nel bimestre gennaio-febbraio 2014 garantendo una discreta disponibilità di erba per il bestiame al pascolo. In alcuni casi, tuttavia, le piogge abbondanti possono avere determinato problemi di ristagno e difficoltà di ingresso in campo anche per il bestiame. Dal mese di marzo in poi con il progressivo aumento delle temperature si è osservata una ripresa degli accrescimenti con ritmi sempre più intensi che è proseguita regolarmente per il tutto il periodo primaverile anche grazie al buon contenuto idrico dei suoli. Nei mesi successivi di maggio e giugno si è svolto regolarmente lo sfalcio dei foraggi autunno-primaverili, a parte un periodo particolarmente piovoso registrato durante la seconda metà di giugno che può avere ostacolato tali operazioni.

Figura 94: Erbaio misto - febbraio 2014. Figura 95: Ristagno idrico su foraggere – febbraio 2014.

Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2012 - settembre 2013

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Cereali

Riguardo ai cereali autunno-vernini, nel mese di dicembre sono iniziate e si sono concluse nei tempi previsti le semine dei cereali minori (orzo, avena e triticale) a cui sono seguite quelle del frumento. Qualche problema è stato riscontrato nelle aree del Campidano investite dagli eventi alluvionali di novembre in cui le eccessive condizioni di saturazione dei terreni hanno limitato e ostacolato l’ingresso in campo delle macchine operatrici per le semine. A fine gennaio i campi di frumento si trovavano nella fase di accestimento, a febbraio sono state registrate fasi variabili dall’accestimento alla levata, mentre i cereali minori si trovavano fenologicamente in fase più avanzata. Le condizioni meteorologiche del bimestre gennaio-febbraio caratterizzate da abbondanti piogge hanno consentito di soddisfare le esigenze delle colture in campo, inoltre l’assenza di precipitazioni durante la seconda metà di febbraio ha permesso di effettuare per tempo le operazioni colturali tipiche del periodo, come diserbo e concimazione, necessarie in particolare ad inizio levata quando l’attività metabolica è particolarmente elevata. Inoltre, le operazioni di diserbo sono state quanto mai tempestive e necessarie in tutto il territorio regionale considerando l’elevata diffusione di infestanti per effetto delle piogge del periodo. Le condizioni meteorologiche dei mesi primaverili sono state generalmente ottimali per la prosecuzione del ciclo vegetativo dei diversi cereali. Nel corso del mese di marzo il frumento si trovava nella fase di piena fioritura, ad aprile la fase prevalente era di spigatura-inizio granigione, mentre a maggio si trovava ormai in fase di piena granigione. Gli altri cereali minori presentavano fasi più avanzate con la raccolta che è iniziata nel mese di maggio. L’unica problematica da registrare è stata la comparsa già dal mese di aprile di attacchi degli agenti patogeni responsabili della septoriosi e della ruggine favoriti dal microclima caldo-umido. In particolare sono stati eccezionali e unici per la Sardegna le infezioni di ruggine gialla che rispetto alla ruggine bruna può colpire non solo le lamine ma anche le spighette bloccandone il riempimento e la maturazione. Le infezioni hanno riguardato in particolar modo i campi del Nord Sardegna (Nurra e Anglona) a causa delle temperature mediamente meno alte rispetto al settore meridionale e quindi più favorevoli alla diffusione del patogeno. Perdite ingenti di produzione hanno riguardato i campi di triticale con la comparsa di spighe completamente vuote mentre

minori problemi hanno riguardato gli altri cereali. Le produzioni di frumento, orzo e avena sono state infatti più che soddisfacenti, mentre ingenti perdite sono state registrate per il triticale, in particolar modo negli areali settentrionali.

Figura 96: Triticale in fase di granigione - maggio 2014.

Nel mese di marzo e aprile sono iniziate inoltre le operazioni di preparazione dei terreni e le semine delle specie foraggere e cerealicole primaverili-estive . Generalmente non ci sono stati problemi per le semine a parte in quelle aree in cui a marzo le precipitazioni sono state particolarmente intense e abbondanti. Il ciclo delle colture è proseguito nella norma nei successivi mesi primaverili e per tutto il periodo estivo anche se è da registrare un certo ritardo fenologico e un rallentamento degli accrescimenti (es. erba medica) per effetto delle temperature sotto media, in particolare di luglio.

Figura 97: Prato di medica – luglio 2014.

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Colture ortive

Per quanto concerne le colture ortive a ciclo autunno-vernino come carciofo, cavolo, finocchio, cipolla e varie altre specie da consumo fresco è stato osservato un marcato anticipo fenologico iniziato a ottobre 2013 fino ai mesi di gennaio e febbraio 2014 a causa delle alte temperature di inizio autunno e dei primi mesi del 2014. Tale situazione ha determinato un netto anticipo dei tagli di finocchio e cavolo già a novembre e sovrapposizioni nella raccolta di diverse specie e diverse cv come quelle del carciofo.

In generale durante i mesi autunno-primaverili il ciclo è proseguito senza particolari problemi anche se le piogge eccessive del trimestre gennaio-marzo hanno in molti casi acuito i problemi fitosanitari (es. Botrytis sul carciofo) determinando, laddove non si è intervenuti tempestivamente, perdite di prodotto e difficoltà di commercializzazione. Inoltre, in molte località caratterizzate da suoli pesanti o in aree di fondovalle le piogge insistenti possono avere aggravato i problemi di ristagno idrico.

Figura 98: Carciofaia su terreno asfittico – marzo 2014.

Nel mese di aprile-maggio sono state eseguite inoltre le semine e i trapianti delle specie ortive primaverili-estive. Sono state osservate alcune problematiche legate all’affrancamento e all’attecchimento delle piantine a seguito dell’andamento termico non particolarmente stabile del periodo che ha contraddistinto in particolare la prima metà del mese di maggio. I repentini abbassamenti termici seguiti da giornate con temperature più elevate hanno causato infatti danni al colletto e un generale rallentamento

dell’accrescimento delle piantine. Nonostante questo, nel mese di giugno e nei successivi mesi estivi il ciclo delle diverse colture è proseguito sostanzialmente nella norma nonostante i valori termici sotto media.

Figura 99: Accrescimento nuove carciofaie.

Olivo

L'annata olivicola è risultata segnata dai danni causati dalla mosca delle olive. Nel mesi primaverili, fra aprile e maggio, le premesse per una buona produzione erano ottime perché la fioritura è stata abbondante e la scarsa ventosità ha ridotto al minimo la cascola fisiologica tipica stagionale.

Aprile inoltre è stato più caldo rispetto alla media climatologica, e ciò ha favorito la fase riproduttiva del ciclo fenologico dell'olivo. La stagione olivicola è stata monitorata mediante i rilievi fenologici effettuati dal Dipartimento Meteoclimatico di Sassari, dal Dipartimento di Nuoro e dal Dipartimento del Sulcis.

La fioritura si è avuta prevalentemente nel mese di maggio, come evidenziato dalle mappe in figura 100 che mostrano la differenza di quasi due decadi fra la fioritura in area costiera e la fioritura in area collinare.

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Figura 100: Mappe fenologiche dell'olivo - 15 maggi o 2014 a sinistra, 31 maggio 2014 a destra.

Tuttavia, l'andamento meteorologico del mese di luglio, con temperature basse per la media stagionale e l'elevata umidità dell'aria a seguito delle continue precipitazioni, ha favorito la propagazione della mosca delle olive. A poco sono serviti i trattamenti sugli oliveti, perché l'elevata presenza di numerosi esemplari di olivastri nelle aree incolte e di macchia mediterranea, ha consentito in maniera indisturbata la propagazione delle nuove generazioni di mosche, con gli adulti pronti a pungere non appena gli effetti del trattamento si sono ridotti, complici le precipitazioni. Le trappole fitocromatiche per il monitoraggio delle popolazioni di adulti, poste negli oliveti, come dimostrano i dati diffusi dall'Agenzia LAORE, hanno mostrato, con continuità, la necessità di intervento periodico.

Nel mese di agosto le temperature non sono state così alte da provocare e un abbattimento considerevole di mosche adulte, che hanno continuato a pungere e a riprodursi; pertanto le problematiche legate alla presenza di questo insetto sono perdurate per tutta la stagione olivicola fino alla raccolta. Durante il mese di settembre con la completa assenza di precipitazioni e l'incremento termico, si sono manifestate le problematiche tipiche della stagione siccitosa durante la fase fenologica di accrescimento delle drupe. La raccolta anticipata è stata difficoltosa per la durezza delle drupe rinsecchite. E' stato un problema oggettivo in fase di conferimento ai frantoi.

Va riscontrato che, rispetto ai danni causati dalla mosca delle olive in molte altre regioni d'Italia, prima fra tutte la Toscana, i risultati dell'annata olivicola sarda possono comunque definirsi di media qualità.

Vite

Fra ottobre e novembre si è conclusa l'annata viticola 2013 con una grande soddisfazione da parte degli operatori del settore per l'ottima qualità del prodotto, viste le condizioni meteorologiche occorse durante la stagione viticola 2012-2013. Dopo un inverno particolarmente mite, si è registrato il regolare germogliamento della vite a partire dall'inizio del mese di marzo. I rilievi fenologici sono stati effettuati dal Dipartimento Meteoclimatico ARPAS, anche in collaborazione con l'Università degli studi di Sassari e hanno mostrato come le condizioni meteorologiche fra marzo e aprile abbiano consentito il regolare susseguirsi delle principali fasi di sviluppo vegetativo della vite e, fra aprile e maggio, a seconda della latitudine e della distanza dalle pianure costiere, si è avuta la fase di sviluppo riproduttiva e la fioritura della vite. Le temperature del mese di maggio, al di sotto della media climatologica, hanno rallentato di qualche giorno l'andamento fenologico senza però compromettere la fioritura. Le precipitazioni di questo periodo hanno reso necessario l'effettuarsi dei trattamenti di difesa, in particolare per le malattie fungine, Oidio e Peronospora, in particolare nella prima e nella terza decade.

A giugno l'andamento climatico è risultato in linea con i valori tipicamente stagionali. L'anomalia pluviometrica localizzata del 18 giugno a Sorso, con oltre 100 mm di precipitazioni, ha creato numerose

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problematiche e danni rilevanti a numerosi vigneti. Il mese di luglio è stato poi caratterizzato da anomalie termiche, con temperature inferiori alla media stagionale, variabili fra -1 e -4 °C e da abbondanti precipitazioni che hanno causato ristagno idrico, fenomeno davvero atipico per l’estate, ed un evidente rallentamento fenologico, costringendo gli operatori della filiera vitivinicola ad effettuare numerosi trattamenti fitosanitari per il succedersi delle precipitazioni, in particolare nella parte settentrionale e centro-settentrionale dell'Isola fra la seconda e la terza decade di luglio. Fra agosto e settembre sono cessate completamente le precipitazioni e si è ripristinato un normale andamento termico ed il susseguirsi delle fasi di invaiatura e maturazione in condizioni climatiche ottimali, che hanno portato complessivamente ad ottenere uvaggi di elevata qualità con bassa acidità, alto grado zuccherino ed una corretta sintesi di antociani e terpeni.

Monitoraggio fenologico specie d’interesse allergol ogico

Cipresso

Tra le specie d’interesse allergologico, una delle più importanti che fiorisce nei mesi invernali è il cipresso, il cui tradizionale uso paesaggistico, come frangivento, come siepe e nei viali alberati all'interno della città, ne determina l'importanza, non tanto legata alla quantità di esemplari presenti sul territorio sardo, quanto alla presenza concentrata all'interno delle aree urbane. Nell'ambito delle attività della rete fenologica regionale Arpas sono stati svolti i rilievi fenologici sul Cupressus Sempervirens L. nel corso del periodo novembre-marzo nella Nurra e, da gennaio, nel Nuorese.

La foto scattata in Nurra il 23 dicembre 2013, riportata nella figura 101 , evidenzia come i coni maschili (polliniferi) hanno subito una prima differenziazione e risultano essere ben visibili.

Figura 101: Differenziazione dei coni maschili sul cipresso sempreverde – Nurra, 23 dicembre 2013.

Il modello fenologico della rete Iphen ha mostrato nel corso della terza decade l'inizio della fioritura del cipresso nelle aree costiere e nel sud Sardegna, come evidenziato nella mappa del 20 febbraio, riportata nella figura 102 , e dai relativi rilievi fenologici della tabella 3 .

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Figura 102: Mappa fenologica del cipresso del 20 fe bbraio 2014.

La tabella 3 mostra i dati di alcuni dei principali rilievi fenologici effettuati dal Dipartimento Meteoclimatico nella Nurra e dal Dipartimento Provinciale ARPAS di Nuoro.

Tabella 3: Rilievi fenologici del cipresso.

Data Nuoro Sassa ri

02-12-2013 Coni formati non ancora visibili

23-12-2013 Fiori maschili visibili

13-01-2013 Fiori maschili sviluppati con sacche chiuse

22-01-2014 Fiori maschili visibili Inizio fioritura

04-02-2014 Inizio fioritura

19-02-2014 Piena fioritura

13-03-2014 Piena fioritura

Le condizioni climatiche registrate fra ottobre 2013 e febbraio 2014 hanno favorito una notevole eterogeneità nella fioritura del cipresso, nelle diverse aree della Sardegna. Vi è quasi un intervallo di un mese fra la fioritura nelle aree costiere e in quella nelle aree interne e montane. Nell'annata precedente tale differenziazione era meno marcata.

Robinia

Nel corso della stagione primaverile ed estiva i Dipartimenti Meteoclimatico, Nuoro e Sulcis di ARPAS hanno monitorato l'andamento fenologico della Robinia pseudoacacia. La robinia è una specie di interesse naturalistico, allergologico, apistico, viene ampiamente usata in ambito urbano come pianta ornamentale,

per i viali stradali come frangivento, per il consolidamento di scarpate, visto la rapida capacità di crescita.

Nella mappa generata nell'ambito delle attività della rete fenologica nazionale, riportata nella figura 102 , si possono osservare a metà maggio i diversi stadi della fioritura sul territorio regionale. In grigio le aree costiere dove la fioritura è già completata, in rosso le aree in cui la fioritura volge al termine, in giallo le aree più interne, prevalentemente collinari, dove la fioritura risultava essere ancora in corso.

Figura 102: Mappa di fine fioritura della robinia del 15 maggio 2014.