viaggio da sogno safari bianco in lapponia 53 lapponia.pdf · stici e poco “nordici” (occhi...

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Viaggio da sogno

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Alle estreme latitudini della

Finlandia per vivere un magico inverno fra aurore boreali,

laghi ghiacciati e Santa ClausLAPPONIA

Safari bianco in

FOLKLOREUna donna Sàmi dai

coloratissimi costumi in compagnia di una renna, l’animale più frequente da

avvistare in Lapponia. I Sàmi sono da sempre allevatori di

questi mammiferi.

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Provate a immaginare un deserto bianco. Uno spazio sconfinato ricoperto di neve,

dove l’occhio si perde lungo oriz-zonti movimentati da basse colli-ne, laghi ghiacciati e boschi. Pen-sate a mandrie di renne che va-gano nelle lande isolate interrotte solo da villaggi in legno e fatto-rie. Spegnete la luce e visualizzate notti lunghe interi giorni, dove la neve riflette il buio e tinge ogni co-sa di azzurro. Talvolta lampi ver-di, azzurri o arancio a illuminare un cielo scuro e limpido.

Un luogo dove è sempre Natale e si può fare la conoscenza di Santa Claus anche dopo aver scartato i doni. Tutto questo è l’inverno della Lapponia finlandese, una fetta di Grande Nord che è ancora Euro-pa, ma sa di esotico e lontano.

La terra dei Lapponi La natura delle regioni più set-

tentrionali del globo mette a dura prova i suoi abitanti con fenomeni estremi come le interminabili e ge-lide notti polari, rischiarate solo da poche ore di crepuscolo. E le genti che da secoli abitano queste terre selvagge hanno imparato ad adat-tarsi seguendo il ritmo della Natu-ra, che rispettano e divinano con pratiche e credenze sciamaniche. A nord del Circolo Polare Artico si possono incontrar ltimo popolo in-digeno che risiede nei territori della Comunità Europea, sparso tra Fin-landia, Svezia, Norvegia e Russia.

E sarà forse per quel desiderio di luce e colore che i costumi di questa gente dai tratti somatici caratteri-stici e poco “nordici” (occhi allunga-ti e capelli scuri così simili a eschi-mesi e siberiani) sono sgargianti e ricchi di simboli e tonalità accese. E per conoscerne l’affascinante storia e cultura la rotta è quella per Inari, 250 km a nord del Circolo, “capita-le” sami politica e amministrativa che da un anno ha il suo moderno

centro culturale e parlamento, Sa-jos. Costruito in vetro e legno sul-le sponde del fiume Juutuanjoki, il centro è nato per conservare e di-vulgare la lingua, l’arte, il cinema, la musica e l’artigianato. Nel suo avveniristico teatro si riuniscono i rappresentanti del popolo indigeno, eletti ogni quattro anni, per pren-dere decisioni e proporre migliorìe nella vita quotidiana della comu-nità. Allevamento di renne, caccia,

pesca e artigianato: sono queste le attività prevalenti dei Sàmi che mantengono intatte le tradizioni.

E per portarsene a casa un fram-mento vale la pena entrare nel ne-gozio che espone il marchio Duodji, simbolo di autenticità artigiana, e sbizzarrirsi nello shopping fra tes-suti e abiti coloratissimi, gioielli e ricami che rappresentano le aurore boreali, zuppiere e oggetti in legno

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in costume Qui sopra un uomo

e un bimbo Sàmi nei tradizionali

costumi siedono fra le installazioni del museo Siida,

dedicato alla natura polare e alla cultura del popolo lappone.

Chiedi a un Sàmi come si percepisce e ti risponderà che si sente parte della natura, come una pianta o un animale. È la

visione animista e sciamanica di questo popolo artico

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renne e neve In alto un uomo Sàmi con la sua renna si fa trainare in slitta. Qui una delle sale del museo Siida.

e pelle di renna. Chiedi a un Sà-mi come si vede e lui ti risponderà che è parte della Natura come una pianta o un animale. Del resto la religione è animista e attribuisce un’anima a tutte le componenti del-la Terra. Il divino circonda ogni co-sa e viene evocato con un tamburo in pelle con i simboli della propria cosmologia, percosso e accompa-gnato da un canto, il joik, fino a

uno stato di trance. Un mondo an-cestrale che si può scoprire nelle sa-le del Siida Museum (www.siida.fi), un museo dedicato alla storia della natura artica e del suo popolo.

Camminare fra le curatissime sale è come fare un’immersione nel mondo polare con l’alternarsi del-le stagioni che a queste latitudini portano a notti infinite e a sole di mezzanotte, i suoi animali, i miti e le strategie di adattamento a un

ambiente tanto particolare. Scopri-rete che le stagioni Sàmi sono otto (oltre all’autunno e alla primave-ra c’è l’inizio inverno, l’inverno e il tardo inverno e simile alternanza per l’estate) e che gli stivali vengo-no isolati dal freddo e dalla neve con della semplice paglia. E ancora imparerete tutti i segreti della tipi-ca tenda lappone, la kota, simile a quella degli Indiani d’America.

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Capitale politiCa e Culturale In alto il centro culturale e Parlamento Sajos di Inari. In basso, a sinistra, una donna cuce i costumi tradizionali e, a destra, le tipiche zuppiere in legno.

Nel centro culturale sàmi si può scoprire il

ricco artigianato fra tessuti ricamati

e coloratissimi, monili in argento, zuppiere in legno e oggetti in pelo e pelle di renna

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Suggestiva gita sul lagoQuando l’archeologo inglese Sir

Arthur Evans trovò nel 1873 un gioiello in argento sull’isoletta pi-ramidale di Äijih, nel cuore del lago di Inari, prese corpo la leg-genda di un luogo sacro in cui i Sàmi offrivano sacrifici al dio del Tuono. Un’isoletta boscosa che in questo periodo è “intrappolata” dal ghiaccio e raggiungibile dalle motoslitte come moderne carova-ne. Complice il freddo polare, la motoslitta diventa infatti il mez-zo preferito dei lapponi per sfrec-ciare su colline innevate e spec-chi d’acqua trasformati in piste.

Ognuno può provare l’esperien-za di solcare desertiche distese azzurre assaporando il gusto fre-sco e frizzante della libertà. Doppi guanti, doppie calze, tuta termica, stivali, casco e via! La fuga verso il Nord è alla portata di tutti. La strada perde i suoi confini, il cielo

sovrasta e l’aria pura e pungente dell’inverno artico sferza il viso... sembra quasi di sentirne l’odo-re. Tutt’intorno spazi sconfinati, renne e betulle piegate dal peso della neve. Il Lago Inari offre an-che suggestive architetture come la chiesa in legno di Pielpajärvi, una delle più antiche della Lap-ponia settentrionale che dal 1760 accoglie cerimonie religiose. Un pavimento d’erba e pareti di be-tulla, la chiesa di legno rossastro è col tempo diventata un tutt’uno con l’ambiente che la circonda tra-sformandosi in simbolo della natu-

ra selvaggia e incontaminata. Chi alla velocità preferisce i ritmi lenti e il silenzio della natura, può sce-gliere una romantica escursione in slitta trainata da renne o tra-dizionali corse con i cani husky, molto diffuse fra i numerosissimi allevamenti della regione.

E dopo le esperienze a cielo aperto, non c’è niente di meglio di un tè caldo ai frutti di bosco o di una saporita zuppa di patate, erbe e salmone per scaldarsi e gu-stare fino in fondo il sapore genu-ino della Lapponia. Che dire della sauna? Qualcuno sostiene che vi siano più saune che case in Fin-landia, e allora non si può rinun-ciare a una caldissima seduta al profumo di legno da contrastare con un rapido e indolore “tuffo” nella neve. È più difficile a dirsi che a farsi, e il corpo ne trarrà giovamento con un’incredibile sta-to di leggerezza e benessere.

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carovane invernali Un tipico paesaggio

invernale lappone completamente

ricoperto di neve. Nella foto piccola, una

“carovana” di motoslitte che percorrono in fila

laghi ghiacciati e boschi imbiancati.

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La caccia alla “volpe”Quando il cielo è scuro e sgom-

bro da nuvole, arriva il momento di aguzzare lo sguardo. In condi-zioni meteo ottimali lo spettacolo dei lampi colorati che illuminano la volta celeste è assicurato. Si con-tano circa 200 giorni all’anno di visibilità. Basta un pizzico di for-tuna per trasformare il viaggio in un’esperienza indimenticabile.

Secondo le leggende Sàmi una mitica volpe artica corre sulle col-line innevate sollevando in aria magiche scintille di luce: il termi-ne fi nlandese per indicare il feno-meno, revontulet, signifi ca “fuochi della volpe”. Ogni hotel organizza spedizioni serali di caccia alla vol-pe in zone isolate dalle luci della città. Fra le mete migliori ci sono Saariselka, all’interno del parco Urho Kekkosen e Inari, sul vasto lago ghiacciato, ma c’è anche un luogo dove godere dell’emozionan-te visione al caldo, comodamente sdraiati a letto. Sono gli igloo in ve-tro riscaldato del resort Kakslaut-tanen, in cui trascorrere una notte sperando che il cielo vi assista. Un incantesimo che solo il magico in-verno lappone può regalare.

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segue da pag. 61 IL CIELO DÀ SPETTACOLOIn condizioni ottimali di limpidezza, lo spettacolo delle aurore boreali è assicurato. Ecco due straordinarie immagini del fenomeno.

Una magica giornata nella casa di Santa Claus, tra Rovaniemi e InariOgni bambino sa che Babbo Natale vive in Finlandia, insieme alle renne e agli

aiutanti elfi . E la favola natalizia non poteva avere scenario più suggestivo della Lapponia invernale, costantemente ammantata di neve. La sua casa uffi cia-le si trova proprio al Circolo Polare Artico, a Rovaniemi, dove Santa Claus riceve 700 mila lettere all’anno smistate nell’uffi cio postale del suo villaggio. Ma ora piccoli e grandi sognatori possono tirare la lunga barba all’omone in giacca rossa anche più a nord, a Saariselka. Qui si trova il Santa’s Resort, una grande casa nel bosco, dove scorre un torrente solcato dal ponte in legno alto dieci metri e lungo 50. Un elfo controlla dalla torretta il passaggio degli ospiti che vengono accolti da biscotti allo zenzero e tè ai frutti di bosco. Accanto al grande camino centrale, Santa Claus fa gli onori di casa mostrando le letterine ricevute, il grande salotto e la camera da letto. All’esterno s’incontrano le candide renne e, su richiesta, si può fare anche un giro in slitta con loro. Gran fermento e attività c’è poi nell’of-fi cina dell’elfo fabbro, dove le pepite raccolte in estate nel vicino fi ume vengono trasformate in regali da spedire in ogni parte del mondo.

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