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“ Valle Giulia”

1 °MARZO 1968

La Battaglia di Valle Giulia 1° marzo 1968 fu un noto scontro di piazza tra manifestanti politici e polizia, in cui i manifestanti tentarono di riconquistare la Facoltà di Architettura attaccando la polizia, che la presidiava dopo averla sgomberata da un'occupazione studentesca.

Dopo che, nel mese di febbraio 1968, la facoltà era stata sede di numerose iniziative politiche, molte delle quali coordinate da docenti dello stesso ateneo, ed essendosi giunti all'occupazione della facoltà da parte degli studenti, il 29 febbraio  la stessa era stata sgomberata dalla polizia, chiamata dal rettore, e restava presidiata.

Il 1º marzo 1968, circa 4000 persone si radunarono in Piazza Spagna.Da li il corteo si divise in due: uno in direzione della città universitaria, l’altro verso Valle Giulia con l’intento di liberare la facoltà dalla polizia. Giunti sul posto gli studenti fronteggiarono un imponente cordone di polizia. Ma, un piccolo gruppo di poliziotti, staccatosi dalla fila, prese uno studente e iniziò a picchiarlo.

Dopo che, nel mese di febbraio 1968, la facoltà era stata sede di numerose iniziative politiche, molte delle quali coordinate da docenti dello stesso ateneo, ed essendosi giunti all'occupazione della facoltà da parte degli studenti, il 29 febbraio  la stessa era stata sgomberata dalla polizia, chiamata dal rettore, e restava presidiata.

Fu così che la reazione degli studenti fu immediata iniziando a lanciare sassi e altri oggetti contundenti.Gli scontri presto degenerarono in tutta l’area universitaria, provocando feriti ed arresti.

Fu così che la reazione degli studenti fu immediata iniziando a lanciare sassi e altri oggetti contundenti.Gli scontri presto degenerarono in tutta l’area universitaria, provocando feriti ed arresti.

Tra i partecipanti di Valle Giulia ritroviamo molte figure che avranno in seguito percorsi tra i più svariati come il regista Pietrangeli e il giornalista Ferrara.A guidare l’attacco alla polizia furono anche alcuni esponenti dell’estrema destra giovanile, come ad esempio Stefano Delle Chiaie, esponente di Avanguardia Nazionale.La componente Neofascista della contestazione fu espulsa dal movimento studentesco in seguito ad un’altra contestazione violenta alla Sapienza.

Nel giugno del 1968, giusto quarantuno anni fa, Pierpaolo Pasolini scrisse una poesia e la scagliò contro gli studenti in rivolta e a difesa dei poliziotti. Suscitò un enorme scandalo. Si era appena concluso il maggio francese, nel corso del quale la polizia aveva picchiato in modo feroce, ed erano in corso le lotte degli studenti in tutto il mondo: dai college della California, alle università italiane e tedesche, a quelle di Praga e di altri paesi comunisti, fino alla Spagna e alla Grecia che erano paesi fascisti. Pasolini era un intellettuale comunista. Si tirò addosso l’ira del movimento studentesco e la condanna dei partiti di sinistra.

È triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. 

Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici

Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. 

La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc

E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, e lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare). Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care. 

Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia. Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete! I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale. 

A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici. 

Pier Paolo Pasolini, “ Pagine corsare” Giugno 1968

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