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Workshop 26 novembre 2010

Sistemi costruttivi a secco

... costruire a seccotra passato e presente …

architetto davide maria giachinoStudio ELEMENT

Il tema del costruire a secco affonda le proprie radici nel passato remotodella storia dell’uomo e nella storia dell’architettura.

“Costruire a secco: una esperienza che ci riconduce a un rapporto primordialecon la materia costruttiva, l’assemblaggio di elementi presi dal luogo in cui si

costruisce; ma nello stesso tempo ci fa ricordare esempi di connessioneperfetta di elementi siano esse pietre adagiate in corsi paralleli o legni tenutiperfetta di elementi siano esse pietre adagiate in corsi paralleli o legni tenuti

insieme da cavicchi o profilati metallici avvitati o imbullonati.

Viene in mente l’estrema spontaneità che nella architettura delle capanne,secondo l’ipotesi vitruviana,

prende esempio dai nidi degli uccelli e la estrema raffinatezzadegli architetti egizi e greci che mettono

insieme le pietre dopo aver fatto di ogni concio un solido geometrico”.

Paolo Portoghesi

Una storia millenaria, 400.000 anni

Gli uomini agli inizi della loro storia hanno condotto una vita nomade,spostandosi da un luogo all’altro, riparandosi in ripari provvisori,costituiti da rami, frasche, pelli di animali, ossa, ….Tali ripari dovevano essere smontabili e rimontabili facilmente esoprattutto leggeri, perché dovevano essere trasportati da un sitoall’altro.Quando l’uomo divenne stanziale, con lo sviluppo dell’agricoltura edell’allevamento, incominciò a poter costruire abitazioni stabili.

Ancora oggi, alcuni popoli fanno ricorso ad un’architettura a secco.Esempio di una Yurta, realizzata oggi in Mongolia,struttura in legno curvato e ricoperta in pellame.

La vita stanziale dell’uomo ha portato all’impiego di nuovi materiali da costruzione:

mattone, pietra, legno.

Le ziqqurat , sono le prime costruzioni (non a secco) che fanno ricorso all’argilla. Invenzione del mattone (3500 a.C.)

La pietra, ha permesso all’uomo di realizzare semilavorati di dimensione maggiore rispetto all’argilla (mattone), in quanto poteva lavorare blocchi di grandi dimensioni. Il peso ed il trasporto era l’unico vincolo.I templi Greci, rappresentano un esempio eloquente, della precisione raggiunta dalle maestranze del tempo, nel realizzare conci di forma e dimensione molto raffinata e precisa, tale da poterne effettuare un assemblaggio a seccoa seccoa seccoa secco.Nel Medioevo, con la costruzione delle cattedrali gotiche, l’uomo ha raggiunto uno dei massimi vertici dell’architettura a secco.a secco.a secco.a secco.

Il legno

Le prime abitazioni primitive in legno erano costituite da ramiappoggiati in modo inclinato posti uno sull’altro e poi rivistiti conmateriali vari a seconda delle regioni e della latitudine.Esempi di grande maestria dell’architettura a secco in legno sono leChiese norvegesi.

Heddal nella municipalità di Notodden in

Norvegia risalente ai primi del XIII secolo

Il legnoIl legnoIl legnoIl legno

LeLeLeLe costruzionicostruzionicostruzionicostruzioni aaaa telaiotelaiotelaiotelaio (Ballon(Ballon(Ballon(Ballon Frame,Frame,Frame,Frame, PlatformePlatformePlatformePlatforme),),),), eeee iiii sistemisistemisistemisistemi aaaaBlockbauBlockbauBlockbauBlockbau,,,, ancoraancoraancoraancora oggioggioggioggi impiegati,impiegati,impiegati,impiegati, sonosonosonosono statistatistatistati perperperper secolisecolisecolisecoli presenti,presenti,presenti,presenti, ininininmoltemoltemoltemolte partipartipartiparti deldeldeldel mondomondomondomondo....

Il ferro

Con l’avvento del ferro, poi della ghisa e ancor dopo dell’acciaio, ilprocesso di evoluzione costruttiva e tecnologica ha conosciuto unimpulso quasi inarrestabile, dettando le basi della prefabbricazione.Grazie ai sistemi di produzione Bessemer, Thomas, nella secondametà dell’800, nasce l’era dell’industrializzazione in edilizia, ponti,capriate, arcate, padiglioni, sembrano non avere più limiti dimensionali.

Il c.l.s.

E’ l’ultimo nato, conosciamo tutti l’invenzione del giardiniere JosephMonier del 1849, che intuì la possibilità di aumentare la resistenza deivasi di fiori inserendo all’interno dello stampo dei fili di metallo.Il primo prefabbricato in c.l.s. armato fu eseguito nel 1896 dall’ing.Hennebique, per un casello delle ferrovie francesi.

Qual è il dibattito odierno in Italia

sull’architettura “a secco”?

Ci sono opinioni contrastanti.

Cosa significa costruire a secco?

Il contrario del costruire a umido

Non usare acqua nel processo di assemblaggio.

«Il termine assemblaggio indica, nella costruzioni in generale e in quelle meccaniche in

particolare, la fase finale del montaggio di una struttura o di una macchina, nella quale

si uniscono, secondo una precisa logica costruttiva, le singole parti precedentemente

montate.

Tale definizione evidenzia gli aspetti tecnicistici e operativi di questo termine del quale,

però, una più approfondita analisi etimologica svela nuove più sfaccettate

interpretazioni.

Assemblaggio, infatti, deriva dal francese assemblage che definisce sia una tecnica

artistica, propria di alcune avanguardie figurative di questo secolo, basata sull’unione di

materiali di recupero tridimensionali - object trouvés – con l’obiettivo di creare opere

d’arte, e sia una composizione artistica di oggetti fissati su un supporto che ne

rappresenta la condizione spaziale (…)»

Fonte: Massimo Perriccioli, Assemblaggio, in Augusto Vitale, Paola Ascione, Antonella Falotico,

Massimo Perriccioli e Sergio Pone, Argomenti per il costruire contemporaneo, FrancoAngeli, Milano,

1995.

Indubbiamente nuovi paradigmi come:

La velocità esecutiva;

La riduzione dei costi di costruzione;

Il risparmio energetico e le relative tecnologie connesse;

La precisione esecutiva di tipo meccanico;

L’organizzazione meticolosa che richiede il cantiere;

La maggiore Sicurezza per le maestranze;

La manodopera specializzata;La manodopera specializzata;

La smontabilità-riciclabilità; (es. protocollo Itaca)

La flessibilità;

sono ormai parte integrante della cultura del costruire contemporaneo europeo.

Come si può dialogare con l’architettura, affinchè questa non riduca ad una scatola

foderata di “leggerezza” ?

Il dibattito è aperto!

In Europa, ma anche nei paesi oltre oceano, l’impiego di sistemi basati sull’assemblaggio

a secco, sta divenendo una praxis sempre più frequente.

Il fenomeno è complesso e le ragioni che spingono sempre più verso questa strada sono

molte e variegate.

Il passaggio dall’architettura “a umido” all’architettura “a secco” implica un cambio di

pensiero.

Cambia la manodopera (rapporto artigianato-industria), cambiano le strategieCambia la manodopera (rapporto artigianato-industria), cambiano le strategie

progettuali (architetto-ingegnere-fisico tecnico), cambia il cantiere, cambiano i tempi,

potremmo dire che cambiano tutti o quasi tutti i paradigmi dell’architettura tradizionale,

in definitiva cambia l’architettura! ?

Ora ci si potrebbe interrogare a lungo se questo è un bene o un male e ci si potrebbe

arrovellare il cervello, se l’architettura è di fronte ad una svolta senza ritorno?

Personalmente credo, come molti altri architetti del nostro tempo come Renzo Piano,

Norman Foster, Mario Cucinella, ... che sia ingiusto demonizzare i valori del costruire a

secco, come invece sostengono alcuni illustri esponenti del dibattito architettonico

italiano, ma giustamente non bisogna mai perdere di vista i valori fondativi della nostra

architettura.

Intervista a Romano Burelli, Lucca 18.03.2005

È diffuso oggi da parte degli architetti un atteggiamento talvolta idolatra talvoltasottomesso nei confronti delle tecnologie contemporanee, ciò pensando di non poter piùesercitare controllo sulle loro continue evoluzioni.

“Gettare la spugna dell’architetto davanti alla tecnica“: ho dato provocatoriamentequesta definizione in un articolo per la rivista Bauwelt riferendomi alle tendenze nellequali rifuggono le nuove generazioni come quella della “de-costruzione”, invocando unaarchitettura lontana dalla produzione edilizia e dall’industria, autonoma dal “costruire” .

Non essendoci più l’artigiano e essendo dunque il cantiere in mano a manodopera senzaformazione specializzata, si costruiscono i pezzi in stabilimento ed il cantiere si statrasformando in opera di puro montaggio da parte dei montatori specializzati delle dittefornitrici dei componenti. Questa è la grande differenza, il pensiero pratico che scomponeil tutto in semplici elementi.

Il pensiero di Romano Burelli, che nel 2002 scriveva:

Se Le Corbusier veniva spinto dalle tecniche di costruzione del cemento armato versouna concezione scultorea dell’architettura, ottant’anni dopo noi siamo invece sospintiverso una concezione di involucri appesi, di epidermidi, una concezione grafica,

calligrafica sospesa nel vuoto.Il rivestimento nell’architettura contemporanea gioca a rimpiattino con l’ornamentodell’architettura: gli architetti pensano di “rivestire” ed invece “decorano” l’edificio.[...] Ma anche in questa visione minimalista l’architettura finge e non inganna. L’unicobeneficio che se ne ha osservandola è quello di non esserne irritati. Perché laprecisione esecutiva ha sempre un contenuto estetico.

L’aspetto oscuro della produzione edilizia contemporanea, vede gli architetti messi da

parte dagli ingegneri e dai fisici tecnici, i quali cercano di isolare termicamentel’edificio con pareti sempre più sottili. Questo fatto provoca un forte condizionamentoformale sul progetto d’architettura, nei confronti del quale l’architetto può reagire solocontrapponendo tecniche di costruzione a tecniche di costruzione, tecniche dimontaggio a tecniche di montaggio.

Il pensiero di Massimo Carmassi

In America c’è una tecnologia dell’effimero estremamente sofisticata, perché certetecniche e certi materiali appartengono alla loro storia come il legno e le lamiere, mala nostra storia attinge da altri vocabolari. (…) In Europa, ma soprattutto in Italia,erede della civiltà romana, l’imperativo è la durata.[…]Per questo motivo l’innovazione in italia ha una doppia connotazione negativa, nonè riuscita a sviluppare una vera innovazione, e nello stesso tempo ha impoverito la

tecnica costruttiva tradizionale”.

Pensiero di Paolo Portoghesi

Costruire a secco: una esperienza che ci riconduce a un rapporto primordialecon la materia costruttiva, l’assemblaggio di elementi presi dal luogo in cui sicostruisce; ma nello stesso tempo ci fa ricordare esempi di connessioneperfetta di elementi siano esse pietre adagiate in corsi paralleli o legni tenutiinsieme da cavicchi o profilati metallici avvitati o imbullonati.Viene in mentel’estrema spontaneità che nella architettura delle capanne, secondo l’ipotesivitruviana, prende esempio dai nidi degli uccelli e la estrema raffinatezzadegli architetti egizi e greci che mettono insieme le pietre dopo aver fatto divitruviana, prende esempio dai nidi degli uccelli e la estrema raffinatezzadegli architetti egizi e greci che mettono insieme le pietre dopo aver fatto diogni concio un solido geometrico di esattezza millesimale ed averlo reparatocon ogni cura alla connessione con gli altri conci.

Protocollo ITACA Sintetico

2009 Regione Piemonte

Il porgettista deve: Descrivere le soluzioni e strategie adottate al fine di facilitare lo smontaggio, il riuso o il riciclo dei il riciclo dei componenti e attribuire ciascuna di esse ad un'area di applicazione.

Es. Pareti a secco, solai, coperture, rivestimento dell’involucro edilizio, ….

Dibattito sul costruire a secco in Europa

Inghilterra

Dibattito in nord Europa

Renzo Piano, IRCAM, Parigi (1987-89)

Edouard Francois, Casa, Montpellier, 2000

Thomas Herzog & De Meuron, Cantina vinicola Dominus, California (1995-97)

Peter Zumthor,Expo Hannover, 2000

Orestads Boulevard

VM Mountains, Big-Jds Architects, Copenhagen (2005)

VM Housing, Plot Architects (2005)

Orestads Boulevard

VM Mountains, Big-Jds Architects, Copenhagen (2005)

Orestads Boulevard

VM Housing, Plot Architects (2005)

Orestads Boulevard

Henning Larsen, Opera House, Copenhagen (2006)

Lundgaard&Tranberg Architects, Copenhagen Business School, (2005)

Waugh Thistleton Architects, Social Housing, Murrey Grove, Londra (2008)

Thomas Herzog & De Meuron, St. Jacob Park, Basilea (2001)

Thomas Herzog & De Meuron, Schaulager, Basilea (2003)

Dorte Mandrup Arkitekter ApS, Neighbourhood Centre, Copenhagen (2001)

Dorte Mandrup Arkitekter ApS, Neighbourhood Centre, Copenhagen (2001)

Dorte Mandrup Arkitekter ApS, Neighbourhood Centre, Copenhagen (2001)

Lundgaard&Tranberg Architects, Tietgenkollegiet, Copenhagen, (2005)

Lundgaard&Tranberg Architects, Tietgenkollegiet, Copenhagen, (2005)

Lundgaard&Tranberg Architects, Tietgenkollegiet, Copenhagen, (2005)

Le tecnologie a secco interne all’involucro edilizio

Progetto: “la casa dell’ippocastano”, Torino, arch. davide maria giachino

Le tecnologie a secco interne all’involucro edilizio – Pavimenti a secco

Le tecnologie a secco interne all’involucro edilizio – Pavimenti a secco

Committente: eDF Fenice SPA, sede di Rivoli Cascine Vica.

Progetto: Restyling ingresso, arch. davide maria giachino, alessandro lussoglio

Committente: eDF Fenice, sede di Rivoli Cascine Vica.

Progetto: Nuovo ingresso, arch. davide maria giachino, alessandro lussoglio

Prima Dopo

BIBLIOGRAFIA:BIBLIOGRAFIA:BIBLIOGRAFIA:BIBLIOGRAFIA:Ettore Zambelli, Orientamenti metodologici per la progettazione e la programmazione nel processo edilizio industrializzato, Adelphi, 1973.

Ettore Zambelli, Il Sistema edilizio aperto, Serie di Architettura, Franco Angeli, 1982.

Ettore Zambelli, Le costruzioni prefabbricate, BE-MA editrice, 1988.

Massimo Perriccioli, Assemblaggio, in Augusto Vitale, Paola Ascione, Antonella Falotico, Massimo Perriccioli e Sergio Pone, Argomenti per il costruire contemporaneo, FrancoAngeli, Milano, 1995.

Ettore Zambelli, Pietro Antonio Vanoncini, Marco Imperadori, Costruzione stratificata a secco, Tecnologie edilizie innovative e metodi per la gestione del progetto, Maggioli Editore, 1998.

Romano Burelli, Il montaggio a secco e la componentistica di precisione, Materia n°37, Federico Motta Editore, Milano Gennaio-Aprile 2002.

Ettore Zambelli, Ristrutturazione e trasformazione del costruito, Il Sole 24 Ore, 2004.

Alessandro Coppa, Facciate a secco, Federico Motta Editore, Milano, 2006.

Arketipo, Costruire a secco, Il Sole 24 Ore, marzo 2010.Arketipo, Costruire a secco, Il Sole 24 Ore, marzo 2010.Gerald Staib, Andreas Dorrhofer, Markus Rosenthal, Atlante della progettazione modulare, Utet scienze tecniche, 2010.

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