sintesi dei risultati e ruolo della nato per la sicurezza in europa
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Università degli Studi di Trieste
Facoltà di Scienze Politiche
Corso di Laurea in Scienze Politiche
Tesi di Laurea
in
Geografia Politica
SINTESI DEI RISULTATI
E RUOLO DELLA NATO PER LA SICUREZZA IN
EUROPA
Laureando:
T.Col. Lucio PROVENZANI
Relatore:
Chiar.ma Prof.ssa Maria Paola Pagnini
Correlatore:
Prof. Aldo Colleoni
Anno Accademico 2002-2003
2
INDICE
INDICE……………………………………………………………………..………….2
INTRODUZIONE………………………………………………...…...………………5
CAPITOLO I…………………………………………………………..……………..10
Le origini e la genesi della NATO; dalla seconda Guerra Mondiale alla
fine del Patto di Varsavia
1. Gli antecedenti………………………………………………...………………10
2. Il ruolo della NATO negli anni della guerra fredda…………...………………13
CAPITOLO II………………………………………………………………………...20
Struttura e principi organizzativi dell’Alleanza
1. I mezzi a disposizione ed i compiti fondamentali……………………………..21
2. Principi organizzativi di vertice dell’Alleanza………………………………...23
CAPITOLO III……………………………………………………………………….28
Il ruolo dell’Alleanza nel controllo degli armamenti
1. Il controllo delle armi Nucleari, Biologiche e Chimiche……………………...29
2. Gli armamenti Convenzionali…………………………………………………34
3. Le armi di distruzione di massa……………………………………………….37
CAPITOLO IV……………………………………………………………………….40
Gli Stati Uniti e la nuova strategia per la sicurezza Europea
1. L’interesse degli Stati Uniti nell’Europa dopo la fine della guerra fredda……40
2. I nuovi compiti ed il Nuovo “Concetto Strategico” della NATO……………..45
CAPITOLO V………………………………………………………………………..48
L’identità di sicurezza e difesa Europea
1. L’evoluzione dell’ ”ESDI”……………………………………………………48
2. La cooperazione NATO-WEU………………………………………………..54
3. Le relazioni NATO-UE……………………………………………………….56
3
CAPITOLO VI………………………………………………………………………..60
I Partenariati
1. “PfP” e “EAPC”………………………………………………………………..60
2. La Carta NATO-Ucraina……………………………………………………….64
3. Le relazioni NATO-Russia…………………………………………………….65
4. Il dialogo con i paesi del Mediterraneo………………………………………...68
CAPITOLO VII………………………………………………………………………70
Il processo di allargamento dell’Alleanza
1. La genesi dell’Alleanza “a 16”…………………………………………….......70
2. Lo ”studio sull’allargamento della NATO” e l’adesione di Polonia,
Repubblica Ceca ed Ungheria…………………………………………....……71
3. Il “Membership Action Plan (MAP)”………………………...…………….….75
CAPITOLO VIII……………………………………………………………………..79
La NATO del ventunesimo secolo
1. La Trasformazione del dispositivo di difesa…………………………………..80
2. La Guerra al terrorismo………………………………………………………..83
CONCLUSIONI……………………………………………………………………...89
ALLEGATO "A"…………………………………………..……………………….A-1 La Carta Atlantica ALLEGATO "B"…………………………………………………....………..…….B-1 Carta delle Nazioni Unite - Articolo 51 ALLEGATO "C"……………………………………………………...……………C-1 Trattato di Bruxelles ALLEGATO "D"………………………………………………………...…………D-1 Risoluzione Vandemberg ALLEGATO "E"……………………………………………………….......……….E-1 Trattato dell'Atlantico del Nord ALLEGATO "F"…………………………………………………………...……….F-1 Summit NATO - Cronologia e principali decisioni
4
ALLEGATO "G"……………………………………………………..…………….G-1 Organizzazioni internazionali - Stati membri ed affiliazioni ALLEGATO "H"…………………………………………..……………………….H-1 Allargamento dell'Alleanza - Principali fasi del processo di adesone di Polonia, repubblica Ceca ed Ungheria ALLEGATO "I"………………………………………………...……………….…..I-1 Cronologia dei principali fatti riguardanti l'evoluzione della NATO a fronte dei principali eventi mondia li ALLEGATO "L"………………………………………...…………………...……..L-1 Principali sigle di uso comune BIBLIOGRAFIA………………………………………………………….………....... i
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INTRODUZIONE
In linea generale, la storia del mondo occidentale è stata, nella seconda metà del
ventesimo secolo, intimamente connessa con una serie di avvenimenti concernenti
istituzioni, accordi e trattati fra gli stati. Fino alla fine degli anni ottanta, ossia per circa
quaranta anni, nonostante l’attivismo istituzionale internazionale e fasi alternanti di vera
e propria tensione e distensione, il sistema bipolare est-ovest ha di fatto consentito di
mantenere una situazione abbastanza statica di tutto il sistema geopolitico Euro-
Atlantico. I riflessi di tale distensione si sono registrati anche in aree diverse con un
meccanismo di vero e proprio riverbero geostrategico e geopolitico.
Nemmeno alcuni episodi di guerra guerreggiata, avvenuti in altre aree del mondo,
né gli stessi avvenimenti d’Ungheria, Cuba, Cecoslovacchia e Polonia in realtà, hanno
mai intaccato tale sistema.
In seguito, a partire dalla fine degli anni ’80, il panorama delle relazioni politiche
internazionali ha invece subito delle accelerazioni pochi anni prima imprevedibili, che
hanno generato una lunga serie di profondi mutamenti. Il sistema di sicurezza del
continente europeo ha attraversato, con la fine della Guerra Fredda e del connesso
equilibrio bipolare, una vera e propria rivoluzione, che ne ha interessato tanto gli aspetti
tecnico-operativi quanto la dimensione politica ed economica che ne è alla base.
Nella comune accezione può spesso accadere che il ruolo della NATO sia percepito
semplicemente come quello di “alleanza militare”, e che assuma quindi le funzioni di
semplice “strumento” dell’azione politica internazionale. Ad un’analisi più
approfondita risulta invece che l’Alleanza ha avuto nel passato un ruolo, che ancor oggi
riveste, di diretta influenza nella politica internazionale.
Venuta meno la sua funzione originaria di difesa politica e militare dell’occidente
contro la minaccia sovietica, nonostante molti analisti colleghino a quest’ultima l’unica
ragione della sua esistenza, la NATO non si è dissolta. Al contrario, si è proposta come
il principale foro d’elaborazione teorica e realizzazione pratica della politica di
sicurezza atlantica futura. Alla nascita della nuova “NATO del XXI secolo” si
affiancano, in questo contesto, i recenti sviluppi dell’Unione Europea. D’altronde, la
sicurezza transatlantica e l’integrazione europea erano considerate anche dagli Stati
6
Uniti, gia dai tempi della firma del Trattato, due elementi necessari ed inscindibili per la
stabilità di tutta la regione.
Alla luce di questi fatti, con questa tesi s’intende analizzare tutta l’evoluzione
storica e le premesse di base che hanno dato vita all’Alleanza, fino ad esaminare
l’attuale struttura dei rapporti euro-americani in materia di sicurezza e difesa. Lo scopo
è di evidenziare il motivo conduttore in ragione del quale poter approfondire e
comprendere appieno i fenomeni ed i maggiori avvenimenti contemporanei, in modo da
avere gli strumenti concettuali per interpretare le possibili evoluzioni future.
Un elemento di attenzione nell’analisi fatta è che, per la maggior parte, la
letteratura americana ed europea in materia si compone di estese monografie su un
singolo aspetto della vita dell’Alleanza Atlantica o sulle nuove strutture sorte oggi al
suo interno. Esistono altrimenti numerosi saggi, dal carattere eminentemente
descrittivo, incentrati sulla dimensione giuridica di una sicurezza comune tra i paesi
membri dell’UE, sulla prossima costituzione di una forza armata europea ed, in
generale, sulle future prospettive di sviluppo per la politica di sicurezza Atlantica.
Bisogna, tuttavia, ammettere che si tratta di prospettive a brevissimo termine, data
l’estrema difficoltà insita in tale sforzo di previsione. Ciò che ci si propone di compiere
con questo lavoro, piuttosto, è la ricostruzione sintetica e selettiva di tutti gli aspetti di
maggiore significato politico ed importanza nell’esistenza dell’Alleanza Atlantica, ed in
generale nel sistema di sicurezza europeo. Si è cercato, quindi, di tratteggiare i valori
comuni ai due periodi storici che in un certo senso suddividono i trascorsi della NATO
in due fasi: il periodo post-bellico, con l’estensione a tutti gli anni della guerra fredda,
ed il periodo del decennio appena passato, che ha segnato la nascita di una nuova
architettura nelle relazioni politiche internazionali.
L’Alleanza vive probabilmente in questi anni il momento di svolta più rilevante di
tutta la sua esistenza. E’ attraverso l’analisi dei risultati e dell’evoluzione storica, dai
successi ottenuti nel mantenere l’equilibrio di forze con il patto di Varsavia fino alle
gravi crisi di credibilità da essa affrontate, che è sembrato possibile rintracciare le
risposte ad alcuni degli interrogativi sollevati da storici e analisti politici contemporanei.
Perché, con il crollo dell’URSS e la fine del bipolarismo, la NATO non si è sciolta?
Quale direzione seguirà il suo sviluppo futuro? Dove affonda le sue radici il processo di
7
trasformazione dell’Alleanza da un patto difensivo di carattere prevalentemente militare
ad un’organizzazione di sicurezza complessiva?
La tesi proposta è che se si vanno ad analizzare le premesse che hanno spinto
l’Europa e gli Stati Uniti alla stipula di un trattato transatlantico, molte di queste sono
esistono ancora.
Per quanto riguarda il punto di vista degli Stati Uniti, permane l’interesse per la
stabilità in Europa, non più minacciata dall’aggressività della Germania, o dalla
vicinanza geografica ed ideologica dell’URSS, ma da altrettanto pericolose situazioni
nei Balcani ed altre aree limitrofe. Per poter affrontare le sfide della guerra al
terrorismo internazionale, gli USA hanno bisogno di poter costruire una politica di
sostegno internazionale. Si tratta per l’America di un obiettivo di difficile
realizzazione ma fondamentale, come dimostrato anche recentemente dalle schermaglie
diplomatiche precedenti all’intervento militare in Iraq del 2003, avvenute sui tavoli
delle Nazioni Unite. La costruzione dei necessari strumenti di legittimazione ed
accettabilità politica è, per il futuro, evidentemente ancora più ardua, probabilmente
quasi impossibile senza un interlocutore unico europeo.
L’Europa, da parte sua, sebbene liberata dalla minaccia dell’Unione Sovietica alle
porte, è dichiaratamente ancora incapace di rinunciare al contributo americano per una
difesa integrata continentale. Per l’integrazione politica, non ancora realizzata, deve
invece affrontare le sfide di un ulteriore allargamento e le esigenze dei paesi in
precedenza d’area sovietica. Sotto questo punto di vista, la NATO è l’istituzione che
più d’ogni altra ha rivolto interesse alla realizzazione di un’effettiva identità comune
europea.
L’approccio metodologico seguito nell’elaborazione dei temi fin qui descritti è
dunque di tipo essenzialmente analitico, teso a mettere alla luce gli aspetti di
comunanza e comparazione tra passato e presente, alla luce dei quali la NATO può
ancora considerarsi un’istituzione attuale. Essi dimostrano i motivi della sua
permanenza, ed importanza, sulla scena delle relazioni politiche internazionali. Dopo
aver individuato i motivi portanti del panorama della sicurezza atlantica negli anni ’60,
è stata analizzata la complessa struttura istituzionale che, attraverso l’interazione di un
numero crescente d’organizzazioni sopranazionali, garantisce oggi la stabilità europea.
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Si è quindi cercato di evidenziare come le interazioni tra queste e la NATO stiano
dando luogo ad un nuovo sistema di sicurezza collettiva.
In tale ottica, tuttavia, risiede anche il convincimento che la materia si presta ad
analisi personali che potrebbero consentire una fondazione teorica fragile dello studio.
Per mantenere i criteri di scientificità propri della teoria delle relazioni internazionali si
è quindi preferito puntare su un corredo storiografico più che su giudizi intuitivi o di
suggestione. In questo lavoro si è cercato inoltre di evidenziare innanzitutto la
dimensione storica d’ogni fenomeno, prestando però allo stesso tempo attenzione ai
principali rimandi teorici, con una prospettiva moderatamente istituzionalista.
La rete delle organizzazioni internazionali e transnazionali, infatti, svolge un ruolo
prezioso nella fluida situazione attuale, fungendo innanzitutto da punto di riferimento e
di continuità in periodi di gran turbolenza e cambiamenti, quale quello verificatosi
nell’ultimo decennio. Ancor di più, poi, se gestite con flessibilità e capacità
d’adattamento, le istituzioni internazionali possono costituire non solo un riparo, ma il
motore stesso di una rilevante evoluzione.
Nel chiedersi dunque quale debba essere la risposta dell’Occidente alle sfide che il
ventunesimo secolo porta con sé, ci si deve altresì domandare quali siano i limiti ed i
possibili contributi di un’organizzazione come la NATO a tali sfide, ma soprattutto
quali saranno i modi d’interazione tra l’Unione Europea, uno degli spazi strategici più
importanti, e gli Stati Uniti. E’ interessante capire, in altre parole, come la dimensione
più propriamente europea può convivere con gli imperativi politici americani, senza
esserne oppressa, ma contribuendo attivamente alla costruzione della futura identità di
sicurezza occidentale.
La tesi è strutturata su otto capitoli.
Nel primo si ricostruiscono gli antecedenti che hanno preceduto la stipula del
Trattato, cercando di analizzare le motivazioni e gli interessi di base che hanno spinto
l’occidente ad unirsi in un’Alleanza transatlantica, cogliendone le applicazioni
immediate nell’ambito della divisione est-ovest e del clima delle relazioni negli anni
della guerra fredda.
Nel secondo capitolo si descrivono i principi originatori e di funzionamento
dell’Alleanza, evidenziando che, già dalla sua fondazione, l’alleanza militare è solo una
9
parte, quella prettamente tecnica ed organizzativa, di una più complessa alleanza
“politica” di difesa, rappresentata dalla NATO.
Nel terzo capitolo si analizza il ruolo della NATO in tutte le attività tese al
controllo ed alla diminuzione degli armamenti; argomento, anche questo, di natura
prettamente politica.
Si vanno quindi a ricercare, nel quarto capitolo, le motivazioni dell’interesse
Statunitense nell’Europa degli anni ’90 e quindi delle ragioni concettuali della nuova
strategia per la sicurezza europea.
Con il quinto capitolo è presa in considerazione l’Identità di Sicurezza e di Difesa
Europea, e quindi le implicazioni di un impegno diretto delle istituzioni europee per
contribuire ad una difesa continentale, sempre armonizzata ed integrata con il legame
transatlantico.
Nei capitoli sei e sette sono presi in esame i fenomeni legati alla politica della
“open door”, e quindi il processo d’allargamento, che ha già visto nel 1999 l’ingresso
nell’Alleanza di tre stati in precedenza appartenenti al Patto di Varsavia, e le iniziative
dei Partenariati, che hanno creato una linea di comunicazione diretta per una migliore
comprensione con molti paesi orientali e mediterranei, nonché una speciale relazione
con la Russia.
Nell’ottavo capitolo si analizzano infine le sfide future, vale a dire il processo di
trasformazione dell’Alleanza per poter soddisfare le esigenze legate all’assetto
geopolitico in rapido cambiamento e all’impegno nella guerra al terrorismo.
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CAPITOLO I
LE ORIGINI E LA GENESI DELLA NATO; DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA FINE DEL PATTO DI VARSAVIA
Per comprendere il ruolo attuale della NATO ed il suo significato per la sicurezza
Europea presente e futura, bisogna comprendere la situazione originaria che ha
alimentato la necessità di costituire l’Alleanza, nei modi e con le forme che la
caratterizzano. Le ragioni politiche del trattato, e della sua “tenuta” sono da ricercare
in epoca precedente a que lla della sua sottoscrizione da parte dei dodici paesi originari.
Alle tendenze di natura nazionalistica ed ideologica della prima metà del secolo,
nessuno non ha saputo dare né risposte né rimedi strutturali adeguati. La comunità
internazionale, nonostante tutti gli sforzi di tipo istituzionalistico, ha dovuto sopportare
quindi due devastanti guerre mondiali, pagandone tutte le conseguenze connesse senza,
di fatto, risolvere problema della sicurezza internazionale. Sta proprio nella presa di
coscienza di questa situazione, risalente a diversi anni prima della firma del trattato, il
motivo originale della creazione dell’Alleanza Atlantica.
1. GLI ANTECEDENTI
Nell’Agosto 1941, durante la seconda guerra mondiale, il primo ministro
Britannico W.Churchill ed il presidente degli Stati Uniti d’America F.D.Roosvelt
s’incontrarono su una nave militare al largo di Terranova. Gli USA non erano
ancora entrati in guerra, ed i due capi di stato firmarono un documento, la “Carta
Atlantica”1, con la quale gli Stati Uniti d’America s’impegnavano a collaborare alla
sconfitta della Germania. Gran Bretagna ed USA dichiararono di non mirare ad
alcun ingrandimento territoriale, di voler rispettare l’integrità territoriale delle
nazioni e la volontà dei popoli quanto a forme di governo, di voler promuovere la
1 Il testo integrale, in lingua inglese, della “Carta Atlantica” è riportato nell’Allegato “A”.
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collaborazione fra le nazioni nella sicurezza e nella libertà, disarmando gli stati
aggressivi.
La carta Atlantica ha rappresentato la base ideologica dell’iniziativa anglo-
americana nella seconda guerra mondiale. Al tempo stesso, essa è stata il primo
atto con il quale si é iniziato a proporre la creazione di un’organizzazione di
sicurezza collettiva al posto della Società delle Nazioni2. La carta Atlantica è stata
in seguito sottoscritta a Washington, il 1 gennaio 1942, da altri 26 paesi. E’ in
pratica stata il germe che ha, pochi anni più tardi, dato il via alla creazione
dell’ONU e successivamente della NATO.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Churchill e Roosvelt ebbero
l’occasione di discutere con Stalin, nel corso delle conferenze di guerra di Mosca,
Dumbarton Oaks e Jalta, della creazione di un’organizzazione internazionale che si
concretizzò nella conferenza di San Francisco nel 1945, durante la quale i delegati
di 51 Stati approvarono la Carta delle Nazioni Unite. In essa, all’Articolo 513, è
specificatamente rimarcato il diritto delle singole nazioni di mettere in atto misure
di difesa, individuali o collettive. In pratica con la Carta delle Nazioni Unite
veniva creato un foro di consultazione universale per favorire le consultazioni, ma
al tempo stesso erano in sostanza incoraggiate le iniziative di difesa collettiva tese
ad aumentare la sicurezza e la stabilità.
A partire dal 1945, i paesi dell’Europa occidentale e i loro alleati
nordamericani si trovarono di fronte all’urgenza della ricostruzione economica.
Nello stesso tempo le politiche e i metodi espansionistici dell’Unione Sovietica,
nonché gli scopi ideologici manifestati dal Partito Comunista Sovietico, non
potevano non destare preoccupazioni. A nessuno sembrava sicuro che gli appelli al
rispetto dello Statuto delle Nazioni Unite e degli accordi internazionali, conclusi
2 La fondazione della Società delle Nazioni risale alla Conferenza di pace di Versailles, avvenuta nel 1919 al termine della prima Guerra Mondiale. Gli stati aderenti si impegnavano a rispettare l’integrità territoriale e l’indipendenza politica degli altri membri e a non ricorrere alla guerra, prevedendo sanzioni economiche contro i violatori di tali impegni. Gli Stati Uniti non aderirono alla Società delle Nazioni perché fra le forze politiche prevalse una linea di isolazionismo. L’organizzazione ebbe pochi successi, limitati alla soluzione di conflitti fra piccoli stati, e fallì completamente nelle vertenze che coinvolgevano grandi potenze. 3 Nell’Allegato “B” è riportato il testo integrale, in lingua inglese, dell’Articolo 51 della “Carta delle Nazioni Unite”.
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alla fine della guerra, avrebbero garantito la sovranità nazionale o l’indipendenza
dei paesi democratici dalla minaccia d’aggressione esterna o di sovversione interna.
I paesi occidentali avevano ridotto i loro effettivi e smobilitato, secondo
quanto previsto dagli impegni presi in tempo di guerra, ma contemporaneamente
costatavano con crescente preoccupazione come l’Unione Sovietica intendesse
mantenere intatta la potenza delle sue forze armate.
Nel frattempo, in molti paesi dell’Europa centro-orientale e in altre parti del
mondo, erano imposti regimi non democratici e veniva repressa ogni forma
d’opposizione, con violazione dei diritti dell’uomo, dei diritti civili e delle libertà
fondamentali.
Tra il 1947 ed il 1949 una serie di drammatici avvenimenti politici fece
precipitare le cose. Com’è noto, si verificarono minacce dirette contro la sovranità
della Norvegia, della Grecia, della Turchia e d’altri paesi dell’Europa Occidentale,
il colpo di stato del giugno 1948 in Cecoslovacchia e il blocco di Berlino, iniziato
nell’aprile dello stesso anno. Nel marzo del 1948 fu firmato da Belgio, Francia,
Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito il “Trattato di Bruxelles4”.
Nello stesso periodo, per fini diversi e più ampi, nasceva anche il Consiglio
d’Europa5.
Con il Trattato di Bruxelles si manifestava la determinazione di cinque paesi
dell’Europa occidentale a costituire un sistema di difesa comune e a rinsaldare i
loro legami, in modo da poter resistere a pericoli di natura ideologica, politica e
militare che costituissero una minaccia per la loro sicurezza. In seguito, nel 1954,
4 Nell’Allegato “C” è riportato, in lingua inglese, il testo integrale del “Trattato di Bruxelles” nella versione del 1948. Il Trattato è stato modificato con un accordo, firmato a Parigi nel 1954, che di fatto creava la Unione Europea Occidentale (WEU, Western European Union) e che sanciva l’accesso di Germania ed Italia al Trattato. 5 Il Consiglio d’Europa è una organizzazione internazionale fondata il 5 Maggio 1949 da Gran Bretagna, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Irlanda, Norvegia e Lussemburgo con il compito di promuovere l’unità europea e predisporre convenzioni sui diritti economici, civili e politici. Un progetto federalista per la costituzione di una unione europea fallì nel 1950-51 a causa delle riserve sollevate da alcuni stati membri. L’importanza del Consiglio d’Europa passò conseguentemente in secondo piano quando, nel 1957, venne costituito il Mercato Europeo Comune. Il Consiglio d’Europa ha svolto una funzione importante nel campo dei diritti umani. Nel 1954 ha promosso la costituzione della Commissione Europea dei diritti dell’Uomo. Nel 1959 è susseguentemente nata la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Nell’ultimo decennio si è verificata una accelerazione delle adesioni al Consiglio d’Europa, spinta principalmente dagli stati dell’Europa occidentale. Nell’Allegato “G” è riportato uno schema aggiornato con le adesioni di tutti gli stati membri e gli stati con status di “osservatore”.
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la Repubblica Federale di Germania e l’Italia aderirono al “Trattato di Bruxelles” e
l’organizzazione fu ribattezzata Unione dell’Europa Occidentale (WEU6).
Sempre nel 1948, il Senato degli Stati Uniti sanciva l’abbandono definitivo
della politica d’isolazionismo con l’approvazione della “Risoluzione
Vandemberg”7.
Subito dopo la firma del Trattato di Bruxelles furono avviati dei negoziati con
gli Stati Uniti e il Canada allo scopo di creare, tra l’Europa e l’America,
un’Alleanza del Nord Atlantico fondata su garanzie di sicurezza ed impegni
reciproci. La Danimarca, l’Islanda, l’Italia, la Norvegia ed il Portogallo furono
invitati dalle potenze firmatarie del Trattato a partecipare a tale processo. I
negoziati culminarono, nell’aprile 1949, con la firma del “Trattato di Washington”,
che istituiva un sistema di sicurezza comune, basato su un’alleanza tra questi dodici
paesi (Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti), dando vita alla NATO.
2. IL RUOLO DELLA NATO NEGLI ANNI DELLA GUERRA FREDDA
Con la firma del Trattato Nord Atlantico, l’esercizio delle responsabilità
militari dell’Organizzazione del Trattato di Bruxelles, o Unione dell’Europa
Occidentale, venne trasferito all’Alleanza Atlantica. L’Unione dell’Europa
Occidentale, dopo aver perso temporaneamente importanza, è stata concretamente
riattivata nel 1984, con la missione di elaborare una “Comune Identità di Difesa
6 Western European Union. La Unione dell’Europa Occidentale (UEO - WEU) è stata stabilita con gli Accordi di Parigi del 1954, che modificavano l’originario “Trattato di Bruxelles” del 1948. La WEU ha dieci stati membri (tutti membri NATO), dei paesi “membri associati” (membri NATO ma non EU) e dei “partner associati” (non membri EU e non NATO). Ha inoltre diversi stati che partecipano con lo status di “osservatori”. La WEU, dopo un periodo di inattività, è stata riattivata nel 1984 con lo scopo di sviluppare una Identità di Difesa Europea Comune e rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza. Alla fine degli anni ’90 l’Unione Europea si è voluta assumere questa responsabilità, facendo tesoro dell’esperienza e del lavoro svolto dalla UEO negli anni precedenti. Nell’Allegato “G” sono riportati alcuni schemi che illustrano la situazione aggiornata degli stati membri, degli stati con status di “osservatore” e degli stati con status di “partner”. 7 Il testo della Risoluzione numero 239 del senato degli Stati Uniti d’America, detta anche Risoluzione Vandemberg per il nome del Senatore che la ha presentata, è riportato nell’Allegato “D”.
14
Europea” (ESDI8), attraverso la cooperazione tra i suoi membri in materia di
sicurezza, e di rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica.
L’alleanza del Nord Atlantico è stata dunque istituita con un Trattato
liberamente concluso tra stati, dopo un dibattito pubblico e la ratifica dei relativi
parlamenti. Il Trattato salvaguarda i diritti di questi stati, come pure i loro obblighi
internazionali derivanti dallo Statuto delle Nazioni Unite. Costituisce per i paesi
membri un impegno a condividere rischi e responsabilità, e a non assumere alcun
altro impegno internazionale che potrebbe risultare incompatibile.
Il Trattato spicca per chiarezza e semplicità. Sebbene sia costituito di soli 14
articoli9, riesce a definire tutti gli aspetti ed i requisiti fondamentali dell’alleanza e
degli stati partecipanti, dalle consultazioni politiche, alla cooperazione economica,
alla difesa collettiva. E’ deliberatamente poco specifico, probabilmente perché i
redattori hanno temuto che maggiori dettagli avrebbero potuto causare delle
difficoltà politiche in alcuni degli stati partecipanti, con particolare riferimento agli
Stati Uniti.
Il Trattato ruppe, di fatto, la politica di isolazionismo americano. D’altronde
arrivò in un momento in cui gli Stati Uniti riflettevano sul fatto di aver dovuto
partecipare a due guerre mondiali per evitare che il continente europeo non cadesse
sotto il dominio di una sola nazione. Per l’America rappresentò quindi una vera e
propria svolta politica e con esso, di conseguenza, gli USA si vincolarono ad un
impegno continuo nel vecchio continente. Questa “rivoluzione” della polit ica
estera americana non poté comunque essere definita completa. La durata del
trattato fu inizialmente fissata in 20 anni, ma Eisenhower dichiarò che l’Alleanza
avrebbe fallito qualora l’Europa non avesse saputo dimostrare di saper agire
unitariamente entro 10 anni. La fase di ratifica al Senato USA fu causa d’accesi
dibattiti e rivelò un forte scetticismo da parte della classe politica americana.
8 European Security and Defense Identity. Identità di Sicurezza e Difesa Europea. Lo scopo dello sviluppo della ESDI nell’ambito dell’Alleanza è quello di permettere a tutti gli Alleati Europei di di fornire alla NATO un più coerente ed effettivo contributo, quale espressione delle responsabilità condivise, e per rinforzare l’unione transatlantica agevolando, allo stesso tempo, iniziative comuni in un contesto puramente europeo. La ESDI é una parte importante del processo di riadattamento della struttura dell’Alleanza. 9 Nell’Allegato “E” è riportato il testo integrale del “Trattato dell’Atlantico del Nord”.
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Fin dagli esordi, la NATO é sempre stata strettamente legata alla questione del
futuro ordine Europeo. L’iniziativa della creazione di un Patto Atlantico è stata
inizialmente suggerita dalla classe politica europea, la stessa che nel corso della
prima metà del ventesimo secolo aveva dovuto prendere atto, per ben due volte, che
l’Europa non era stata capace di riconciliare gli interessi delle maggiori nazioni
senza dover ricorrere a guerre di grandi proporzioni. La stessa classe politica
aveva forse, più o meno consciamente, compreso che l’unico sistema per uscire dal
percorso autodistruttivo nel quale l’Europa sembrava incanalata, era di legare le
sorti del continente a quelle degli Stati Uniti in maniera permanente.
Attraverso la NATO, l’Europa cercava dunque un modo per poter affrontare
con fiducia tutta la serie di problemi che si trovava di fronte: la gestione di
un’economia post-bellica, la vicinanza dell’Unione Sovietica, la paura di
un’ulteriore rinascita della potenza militare e dell’aggressività tedesca.
Mentre inizialmente l’America era molto più riluttante ad entrare in
un’organizzazione che la avrebbe legata permanentemente all’Europa, più tardi
buona parte della dirigenza statunitense capì che era invece di grande interesse, per
l’America, prendere parte al progetto Europeo e potere quindi esercitare una certa
influenza sullo sviluppo socio-politico del vecchio continente.
Tale ruolo permanente degli Stati Uniti nella creazione e gestione della
sicurezza Europea è, in effetti, l’essenza politica principale della NATO.
Attraverso la NATO, gli Stati Uniti riescono inoltre ad esercitare il ruolo di
“potenza europea”.
Al tempo stesso, senza la presenza degli Stati Uniti sarebbe probabilmente
stato difficilissimo, o forse impossibile, realizzare una difesa comune fra gli stati
Europei, che avrebbero verosimilmente continuato a competere anziché cooperare.
La NATO è probabilmente l’elemento che più d’ogni altro ha contribuito a
controbilanciare i motivi che sono stati causa di due guerre mondiali nella prima
metà del ventesimo secolo, ed è al tempo stesso per l’Europa un’espressione
d’autodifesa dalle tendenze autodistruttive che non è stato possibile controllare in
altro modo.
Un semplice ed, in effetti, abbastanza generico patto di difesa comune non
poteva certo da solo creare un nuovo ed effettivo ordine di pace stabile. Alla
16
sicurezza deve associarsi l’integrazione politica ed economica. In tale ottica, la
NATO può essere considerata gemellata al progetto di costruzione di un’Europa
unita. Questa logica è stata condivisa largamente su entrambe le sponde
dell’Atlantico da molti leader europei ed americani, quali De Gasperi10,
Adenauer11, Monnet12, Truman13, Marshall14, Acheson15. Lo stesso Presidente
Truman già definiva il “Piano Marshall16” ed il “Trattato di Washington” come
“due metà della stessa noce”
Questa stretta connessione tra cooperazione transatlantica ed integrazione
Europea offre una lettura molto interessante. Mentre il bisogno della
partecipazione degli Stati Uniti nella realizzazione della sicurezza europea potrebbe
essere considerato come una rassegnazione ad una perpetua dipendenza dagli Usa
ed un freno all’unificazione europea, in effetti, la NATO rappresenta proprio
l’opposto. La ricostruzione economica dell’Europa era già cominciata con il
Piano Marshall nel 1947, ben due anni prima della firma del Trattato di
Washington. Gli Stati Uniti si erano quindi gia impegnati in un piano che, di
10 Alcide De Gasperi, a capo del Governo italiano, era consapevole dell’isolamento italiano dopo la sconfitta nella seconda Guerra Mondiale e della entità dei sui bisogni materiali. Cercò quindi di instaurare un profondo rapporto di fiducia con gli stati Uniti e contemporaneamente si impegnò per un progetto europeistico. 11 Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer respinse l’idea di una Germania neutrale, “ponte” fra est ed ovest. A suo avviso una tale situazione avrebbe potuto favorire una graduale penetrazione comunista in Europa. Si impegnò quindi fortemente perché la Germania entrasse (nel 1954) nella NATO, avviando un graduale riarmo, e condusse la nazione ad aderire alla Comunità Economica Europea. 12 Jean Monnet, già vice segretario della Società delle Nazioni dal 1919 al 1923, fu tra i massimi sostenitori dell’europeismo ed a lui si deve soprattutto al stesura del “piano Schuman”, che portò alla creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, nel 1951. 13 Il Presidente degli stati Uniti d’America Harry Truman appoggiò la politica del “contenimento” (containment). Negli anni della sua presidenza fu realizzato il piano Marshall e fu fondata la NATO. 14 Il Segretario di Stato americano George Marshall lanciò lo “European Recovery Program” (ERP, Programma di Ricostruzione Europea), conosciuto come “Piano Marshall”, e diede il via alle trattative per la realizzazione dell’Alleanza Atlantica. 15 Dean Gooderham Acheson, Segretario di Stato americano, guidò la politica estera del Presidente Truman negli anni che videro il lancio del Piano marshall e la creazione della NATO. 16 Il “Piano Marshall” fu lanciato da Segretario di Stato degli USA G.C.Marshall, con il nome di European Recovery Program (ERP, Programma di Ricostruzione Europea) nel 1947. Prevedeva la concessione di aiuti gratuiti alle nazioni europee, perlopiù sotto forma di beni, che venduti dai vari governi agli operatori economici interni, avrebbero dovuto finanziare la creazione di infrastrutture ed il risanamento dei bilanci. Il Piano Marshall contribuì a rilanciare l’economia europea in stretto collegamento con quella americana.
17
fatto, “integrava economicamente” gli stati europei e spianava la strada ad una
futura integrazione politica. La NATO non andava quindi a bloccare il processo
d’integrazione, ma ad agevolarlo, creando sul fronte della sicurezza comune un
ulteriore momento d’unificazione. D’altronde, una più stretta integrazione ed
unione politica dell’Europa era stata dichiaratamente annoverata fra gli obiettivi
degli Stati Uniti, proprio per facilitare la stabilità del continente. Nella notte
antecedente alla firma del Trattato, il Segretario di Stato americano Dean Acheson
chiarì che gli Stati Uniti desideravano con un “senso d’urgenza” una più stretta
unificazione politica Europea. Egli disse inoltre che vi era il bisogno di integrare
la Germania nella comunità occidentale, e prima ancora nell’Europa, facendo in
modo che riacquistasse credibilità e fiducia. Gli Stati Uniti, insomma, non
volevano assolutamente ripetere l’errore di isolare la Germania, come alla fine della
prima Guerra Mondiale, e volevano chiaramente e dichiaratamente utilizzare anche
la NATO per questo, nonostante non mancassero su questo argomento gli
scetticismi e le paure di diversi altri alleati.
In definitiva si può affermare che la NATO è nata con un triplice ruolo:
− creare una connessione tra America ed Europa;
− fronteggiare e contenere l’Unione Sovietica;
− controllare la Germania.
Lord Ismay, primo segretario Generale della NATO, in maniera cruda ma
efficace, espresse così il ruolo dell’Alleanza: “tenere gli Americani dentro, i Russi
fuori ed i Tedeschi sotto”.
Questa affermazione dimostra che, nonostante il lato visibile e pratico della
NATO sia rappresentato da un’elaborata rete d’accordi militari e strutture
organizzative, l’Alleanza contiene fondamentalmente, sin dall’origine, un preciso
progetto politico, sebbene non sia mai stata raggiunta un’unanimità generale sulla
validità di questo progetto. I dubbi sulla sua efficacia e lo scetticismo sostanziale
di larghi settori delle forze politiche e dell’opinione pubblica americana non sono
mai scomparsi. Durante tutto il periodo della guerra fredda, la NATO ha dovuto
affrontare tutti i paradossi e le difficoltà di creare una linea d’azione comune a tante
18
diverse nazioni. Sotto questo punto di vista la NATO ha attraversato un periodo di
crisi permanente, sia sul fronte delle consultazioni politiche, sia su quello della
strategia militare. Oltre a tutto devono aggiungersi le altre difficoltà dovute al
continuamente variabile stato delle relazioni transatlantiche, anche nelle materie e
per gli scopi estranei a quelli dell’Alleanza.
Negli anni della guerra fredda, gli analisti politico-militari americani hanno
ripetutamente spronato gli alleati europei ad un maggiore impegno e all’incremento
dell’investimento militare a favore dell’Alleanza, per cercare di bilanciare gli oneri
pagati da Stati Uniti per la sicurezza, quasi minacciando di riconsiderare il forte
supporto statunitense, economico e militare, all’organizzazione.
Gli alleati europei, da parte loro, hanno velatamente e più volte accusato gli
Stati Uniti di voler dominare la NATO, sia nell’ambito politico che militarmente.
Spesso gli Stati Uniti sono anche stati accusati di fare un doppio gioco, spronando
da una parte l’integrazione Europea per garantirgli maggiori responsabilità, salvo
poi riservarsi tutte le posizioni di leadership nell’ambito dell’organizzazione
dell’Alleanza. Queste divergenze portarono addirittura all’uscita della Francia
dalla struttura militare, avvenuta nel 1966, che rese necessario lo spostamento delle
sedi di vertice della NATO da Parigi a Bruxelles.
Nonostante il processo decisionale lungo e tedioso, nonostante la prevedibilità
delle prese di posizione ufficiali, l’Alleanza è comunque sopravvissuta a tutte
queste difficoltà. La regola delle decisioni all’unanimità, causa principale della
lentezza e della difficile amovibilità politica, ha avuto dei seguiti positivi. Le
decisioni, una volta prese, sono state rispettate da tutti gli Stati alleati, conferendo
quindi una notevole autorevolezza agli atti degli organi dell’Alleanza.
Delle considerazioni simili possono essere fatte anche per quanto riguarda la
strategia militare. Da un certo punto di vista, la NATO ha rappresentato una serie
di continui compromessi tra la limitatezza di risorse messe in campo dagli alleati
europei e le esigenze legate agli interessi comuni. Nonostante ciò, la NATO è
riuscita a dare al mondo il messaggio che l’Europa occidentale ed il Nord America
si consideravano un unico spazio di sicurezza, e che intendevano perseguire
assieme gli interessi comuni e quindi garantire la sicurezza e la stabilità di tutta la
regione. Questo forte messaggio, oltre ad essere un effettivo deterrente di difesa
19
ha, di fatto, impedito all’Unione Sovietica di considerare l’uso della sua potenza
militare quale strumento d’influenza politica. Gli accordi di tipo militare
dell’Alleanza, mai utilizzati fino agli anni ’9017, hanno quindi dato luogo, sin
dall’inizio, a risultati politici d’entità notevole.
Con il passare del tempo, inoltre, si sono lentamente consolidati gli interessi di
tutti i membri nella relazione transatlantica modellando, di fatto, una “comunità”
basata sia su valori e legami culturali che su interessi comuni. Per l’Europa, il
legame transatlantico rappresentava uno strumento di protezione nei confronti della
vicina Unione Sovietica ed una garanzia da eventuali dispute interne.
Rappresentava anche l’unico sistema disponibile per esercitare una qualche
influenza sulla politica degli Stati Uniti, rendendo prevedibili e meglio gestibili le
relazioni bilaterali degli stati membri con gli USA.
Per gli stati nordamericani, USA e Canada, la NATO rappresentava invece un
mezzo prezioso per esercitare un’influenza sull’evoluzione politica europea, a
garanzia d’eventi o sviluppi non desiderati. Tramite la NATO, gli Stati Uniti
hanno evitato che il continente europeo potesse cadere sotto il dominio egemonico
di un’unica potenza, evitando quindi il rischio di situazioni simili a quelle che
causarono a suo tempo la seconda guerra mondiale.
Parallelamente, la NATO ha creato un’atmosfera che ha favorito enormemente
il commercio e gli scambi transatlantici, con notevoli benefici per le economie di
tutte le parti.
Gli interessi comuni ed i vantaggi derivanti dall’Alleanza hanno quindi
bilanciato e superato i motivi di contrasto e di disaccordo. Nonostante le ripetute
crisi, l’Alleanza ha saputo auto-regolarsi e procedere per diversi decenni attraverso
tutto il periodo della guerra fredda. Le diverse opinioni su fatti specifici non
hanno, infatti, mai incrinato i rapporti cordiali basati, come detto, su ben solidi
interessi comuni.
17 Il primo intervento di forze militari della NATO è stato effettuato, su richiesta delle Nazioni Unite, in Bosnia nel 1993, per l’applicazione della Risoluzione 816 del Consiglio di Sicurezza che autorizzava la zona di interdizione aerea sulla Bosnia Erzrgovina. Nel 1995, sempre in risposta ad una richiesta dell’ONU, aerei della NATO attaccano per la prima volta degli obiettivi in territorio serbo-bosniaco.
20
CAPITOLO II
STRUTTURA E PRINCIPI ORGANIZZATIVI DELL’ALLEANZA
Sin dalla sua nascita, l’obiettivo essenziale della NATO è stato quello di
salvaguardare la libertà e la sicurezza di tutti i suoi membri attraverso l’uso di
mezzi politici e militari, conformemente ai principi dello Statuto delle Nazioni
Unite, per contribuire ad instaurare un ordine pacifico, giusto e durevole in Europa,
basato sui comuni valori di democrazia, di rispetto dei diritti dell’uomo e dello stato
di diritto.
Questo obiettivo centrale ha assunto un rinnovato significato in seguito alla
fine della Guerra Fredda perché, per la prima volta nella storia europea del
dopoguerra, la prospettiva del suo raggiungimento è diventata una realtà.
Nelle sue migliori intenzioni, la NATO incarna il legame transatlantico
attraverso il quale la sicurezza del Nord America è permanentemente legata alla
sicurezza dell’Europa. E’ la concreta espressione dell’effettivo sforzo collettivo
tra i propri membri a sostegno dei loro comuni interessi.
Il principio fondamentale alla base del funzionamento della NATO è
l’impegno comune e la volontà di cooperazione tra stati sovrani che deriva
dall’indivisibilità della sicurezza dei suoi membri. La solidarietà in seno
all’Alleanza garantisce che nessun paese alleato sia costretto a fare affidamento
unicamente sui propri mezzi per rispondere alle principali sfide alla propria
sicurezza. Senza porre alcuna limitazione al diritto e al dovere che hanno i suoi
membri di assumersi le proprie responsabilità di stati sovrani in materia di difesa, la
NATO consente di realizzare i loro obiettivi fondamentali di sicurezza nazionale
attraverso lo sforzo collettivo. In breve, l’Alleanza è un’associazione di liberi stati,
uniti nella loro determinazione a salvaguardare la loro sicurezza attraverso
reciproche garanzie e stabili rapporti con altri paesi.
21
1. I MEZZI A DISPOSIZIONE ED I COMPITI FONDAMENTALI
Il Trattato del Nord Atlantico dell’aprile 1949, che costituì la base giuridica e
negoziale dell’Alleanza, fu concepito nel contesto ed in armonia all’articolo 51
dello Statuto delle Nazioni Unite, che riafferma il diritto naturale degli stati
indipendenti alla legittima difesa individuale o collettiva. Lo scopo dell’Alleanza,
come afferma il preambolo del Trattato, è di “promuovere relazioni pacifiche e
amichevoli in tutta l’area nord Atlantica”. Al tempo della firma del Trattato, in
ogni caso, l’immediato scopo della NATO era soprattutto quello di difendere i suoi
membri da una potenziale minaccia derivante dalle politiche e da una crescente
capacità militare di quella che allora era l’Unione Sovietica.
L’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) è la struttura che
permette la realizzazione degli obiettivi dell’Alleanza. Si tratta di
un’organizzazione intergovernativa, i cui paesi membri conservano la loro
sovranità e la loro completa indipendenza. E’ la sede in cui i paesi si consultano su
qualsiasi argomento decidano di voler sollevare e ove prendono decisioni su
questioni politiche e militari concernenti la loro sicurezza. Fornisce inoltre
strutture idonee a facilitare la consultazione e la cooperazione tra i paesi membri in
ambito politico, militare, economico e scientifico, come pure in altri settori non
militari.
La consapevolezza che hanno i membri dell’Alleanza, di beneficiare di un
uguale livello di sicurezza, pur nella diversità delle loro rispettive situazioni o delle
loro capacità militari, contribuisce inoltre alla stabilità complessiva in Europa e
crea quindi delle condizioni favorevoli ad una migliore cooperazione tra stati
membri, come pure nei confronti dei paesi terzi.
Per attuare la sua politica di sicurezza, l’Alleanza utilizza, i seguenti mezzi:
− un sufficiente potenziale militare per prevenire la guerra e assicurare una
difesa efficace;
− una capacità globale per gestire con successo le crisi che mettessero a
repentaglio la sicurezza dei suoi membri;
22
− degli sforzi politici che tendono a favorire il dialogo con gli altri paesi e un
approccio in cooperazione alla sicurezza europea, che includa misure per
conseguire successivi progressi nel campo del controllo degli armamenti e del
disarmo.
Per conseguire il suo obiettivo essenziale, giacché Alleanza di paesi impegnati
dal Trattato di Washington e dallo Statuto delle Nazioni Unite, essa svolge i
seguenti compiti fondamentali:
− sicurezza: fornisce uno degli elementi indispensabili per uno stabile contesto di
sicurezza in Europa, basato sullo sviluppo delle istituzioni democratiche e
sull’impegno a risolvere le contese in modo pacifico, in cui nessun paese
dovrebbe essere in grado di intimidire od obbligare un altro attraverso la
minaccia o l’uso della forza;
− consultazione: conformemente alle disposizioni dell’articolo 4 del Trattato
Nord Atlantico, funge da fondamentale foro transatlantico per le consultazioni
tra Alleati su ogni questione che riguardi i loro interessi vitali, inclusi i
possibili sviluppi che presentino dei rischi per la sicurezza dei membri e per
l’idoneo coordinamento dei loro sforzi in settori di comune interesse;
− dissuasione e difesa: esercita la dissuasione e la difesa nei confronti d’ogni
minaccia d’aggressione contro uno stato membro della NATO, come previsto
dagli articoli 5 e 6 del Trattato di Washington;
− rafforzamento della stabilità nell’area euro-atlantica: fornisce un contributo
essenziale alla stabilità continentale tramite:
• gestione delle crisi: è pronta, caso per caso e attraverso il consenso,
conformemente all’articolo 7 del Trattato di Washington, a contribuire ad
un’efficace prevenzione dei conflitti e ad impegnarsi attivamente nella
gestione delle crisi, incluse le operazioni per risposta ad una crisi;
• partenariato: promuove vaste relazioni di partenariato, di cooperazione e
di dialogo con altri paesi nell’area euro-atlantica, allo scopo di accrescere
la trasparenza, la fiducia reciproca e la capacità d’azioni congiunte con
l’Alleanza.
23
Le strutture create in seno alla NATO permettono ai paesi membri di
coordinare le loro politiche in vista del conseguimento di questi compiti
complementari. Consentono di consultarsi e di cooperare permanentemente nel
settore politico ed economico e in altri ambiti non militari. Permettono, inoltre, di
stabilire dei piani congiunti per la difesa comune, di creare l’infrastruttura, le
installazioni di base e quanto necessario per consentire alle forze militari di operare
e di organizzare piani d’addestramento ed esercitazioni congiunte. Tutte queste
attività hanno alla base una struttura civile e militare complessa, il cui
funzionamento è assicurato da personale amministrativo, finanziario e addetto alla
pianificazione, come pure da agenzie create dai paesi membri dell’Alleanza allo
scopo di coordinare l’attività in settori specialistici: per esempio, in quello delle
comunicazioni, necessarie per facilitare la consultazione politica e il comando e
controllo delle forze armate o in quello del sostegno logistico, necessario per
sostenere tali forze.
2. PRINCIPI ORGANIZZATIVI DI VERTICE DELL’ALLEANZA
Al momento della firma del Trattato, nell’Aprile del 1949, il processo di
realizzazione pratica dell’Alleanza iniziò con la creazione, secondo quanto previsto
dall’articolo 9 del documento, del Consiglio Nord Atlantico (North Atlantic
Council – NAC), detto anche, per brevità, semplicemente Consiglio Atlantico. In
esso sono rappresentati i governi di tutti i paesi membri, e lo scopo primario di tale
organo supremo è quello di discutere tutte le questioni concernenti
l’implementazione del Trattato stesso. Costituisce inoltre un’unica sede di
consultazione fra tutti i governi dei paesi membri per tutte le questioni riguardanti
la sicurezza e la difesa della pace. Il consiglio è l’unico organo che trae origine ed
autorità direttamente dal Trattato. Tale situazione è rimasta immutata fino ad
oggi. Il consiglio Atlantico è tuttora la principale autorità dell’Alleanza, ed il suo
compito principale rimane quello di lavorare per garantire il raggiungimento degli
obiettivi posti a base dell’Alleanza, e in altre parole per garantire la pace, la
sicurezza degli stati membri, la stabilità nella regione Europea ed Atlantica.
24
Il processo di consultazione interno ai meccanismi del Consiglio assicura degli
strumenti di completa cooperazione. Tutti gli stati membri hanno uguale diritto di
esprimere la loro opinione nell’ambito del Consiglio.
Agendo quale libera ed indipendente associazione intergovernativa e
multinazionale, costituita da stati sovrani, la NATO non assume alcun’autorità
sopranazionale e non si accolla nemmeno delle funzioni d’indirizzo politico
indipendenti. Le decisioni prese in ambito NATO, pur esprimendo una volontà
collettiva e generate da un comune consenso sono, dal punto di vista giuridico
internazionale, delle decisioni prese liberamente da tutti gli stati membri
dell’Alleanza. Il livello di suddette decisioni può quindi variare da semplici
accordi sullo scambio d’informazioni, su procedure o su iniziative di cooperazione,
fino alla decisione di intraprendere azioni militari.
La NATO può intraprendere iniziative solo se l’unanimità degli stati membri è
d’accordo, anche nel caso in cui le citate iniziative prevedono la partecipazione di
non tutti gli stati membri.
Non essendovi alcun elemento sopranazionale nell’ambito del Consiglio
Atlantico, l’attività di consultazione fra le varie nazioni assume un ruolo chiave nel
processo di costruzione della volontà comune. Il livello e le materie delle
consultazioni politiche possono spaziare in tutto il campo della politica estera,
senza limitazioni territoriali relative all’area geografica NATO, con la sola
esclusione degli affari d’interesse puramente nazionale dei paesi membri.
Ogni paese membro della NATO è rappresentato presso il Consiglio
dell’Atlantico del Nord da un “Rappresentante Permanente” (Permanent
Representative - PermRep) che agisce sulla base delle istruzioni ricevute
direttamente dal rispettivo governo.
Oltre alla sessione permanente, nella quale il Consiglio Atlantico si riunisce
per almeno due giorni a settimana, sono previste delle sessioni speciali:
− a livello di Ministri della Difesa (3 volte l’anno);
− a livello di Ministri degli Esteri (2 volte l’anno);
− a livello di Summit, con la partecipazione dei Capi di Stato/Governo (quando
opportuno).
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Oltre al Consiglio Atlantico sono stati creati altri due organi complementari:
− il “Comitato di Pianificazione della Difesa” (Defense Planning Committee –
DPC);
− il “Gruppo per la Pianificazione Nucleare” (Nuclear Planning Group - NPG).
Il Comitato di Pianificazione della Difesa implementa il lavoro del Consiglio
Atlantico, fornendo delle linee di guida alle autorità militari della NATO sulla
materia della pianificazione della difesa. Ha, per le materie di competenza, le
stesse funzioni e la stessa autorità del Consiglio Atlantico.
Il Gruppo per la Pianificazione Nucleare è la principale sede di consultazione
per tutti gli argomenti riguardanti il ruolo delle forze nucleari per la sicurezza e la
politica di difesa della NATO.
Questi organi decisionali e di consultazione di vertice sono supportati da una
vasta struttura di comitati e gruppi di lavoro subordinati. Attraverso di questi è
assicurato, attraverso la partecipazione volontaria, che ogni nazione sia
rappresentata ad ogni livello ed in ogni campo d’attività della NATO. Gran parte
dei suddetti comitati ha inoltre responsabilità specifiche supplementari, quali quelle
concernenti l’ implementazione del piano di lavoro per “Consiglio per il
Partenariato Euro-Atlantico” (EAPC18)” e quelle legate all’iniziativa di
“Partenariato per la Pace” (PfP19)”
Il Comitato di Pianificazione della Difesa (DPC), il Gruppo per la
Pianificazione Nucleare (NPG) e tutti i comitati subordinati operano in maniera
completamente analoga al Consiglio Atlantico, basando le discussioni e le
decisioni, sempre all’unanimità, sulla base delle attività dei comitati e dei gruppi di
lavoro subordinati. Come avviene per il Consiglio Atlantico, anche in questo caso
18 Euro-Atlantic Partnership Council. Il Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico è un foro al quale i paesi membri della NATO ed i paesi “partner” si incontrano regolarmente per discutere su argomenti di carattere politico e relativi alla sicurezza, incoraggiando la cooperazione in molte aree. 19 Partnership for Peace. Il Partenariato per la Pace, lanciato nel gennaio 1994, offre ai Partner dell’Alleanza l’opportunità di prendere parte, con la NATO, a programmi di cooperazione nell’ambito della sicurezza, opportunamente adattati alle loro necessità. Questi includono attività quali esercitazioni militari, e di supporto alle emergenze civili.
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i rappresentanti nazionali agiscono in conformità alle indicazioni ricevute
direttamente dalle rispettive capitali, rappresentando le intenzioni e le posizioni
delle rispettive autorità nazionali. Parallelamente, tengono informate le autorità
nazionali sulle posizioni espresse dai rappresentanti delle altre nazioni.
Il “Segretario Generale”, nominato direttamente dagli stati membri, esercita la
presidenza del Consiglio Atlantico, del comitato di Pianificazione per la Difesa, del
Gruppo per la Pianificazione Nucleare e di alcuni dei Comitati subordinati.
Esercita le funzioni di portavoce ufficiale e tutte quelle legate alle relazioni
dell’Alleanza, sia verso l’esterno che verso i governi degli stati membri. Egli può
proporre degli argomenti di discussione e decisione. E’ supportato dalle “Stato
Maggiore Internazionale” (International Staff – IS), che comprende l’Ufficio del
Segretario Generale, cinque Divisioni Operative (Affari Politici, Operazioni e
Pianificazione della Difesa, Supporto alla Difesa, Logistica e Pianificazione
Emergenze Civili, Affari Scientifici e per l’Ambiente), l’ ”Ufficio di Gestione”
(Office of Management) e l’”Ufficio di Controllo Finanziario” (Office of Financial
Controller). Attraverso la loro struttura di Direttorati e Servizi, cinque Assistenti
Segretari Generali dirigono il supporto del Consiglio Atlantico e dei suoi Comitati
nei vari settori d’interesse dell’Alleanza. Vi sono inoltre una serie d’agenzie ed
organizzazioni situate in diversi stati membri, che si occupano di specifiche
materie, quali le comunicazioni ed il supporto logistico.
La struttura militare integrata rimane sotto il controllo politico e la guida del
Consiglio Atlantico e del Comitato di Pianificazione della Difesa. Il ruolo
primario è quello di fornire una struttura organizzativa di base per la difesa del
territorio degli stati membri contro le minacce alla loro sicurezza ed alla loro
stabilità.
Il Comitato Militare (Military Committee – MC) è la più alta autorità militare
dell’Alleanza, dipendente direttamente dall’autorità politica del Consiglio
Atlantico, del Comitato di Pianificazione della Difesa e, quando reso opportuno per
gli argomenti concernenti l’armamento nucleare, del Gruppo di Pianificazione
Nucleare. Il Comitato Militare rappresenta il più alto livello di consultazione e
cooperazione tra Gli stati membri su questioni di carattere militare. E’
responsabile di fornire le dovute raccomandazioni alle autorità politiche sulle
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misure ritenute necessarie per la difesa comune dell’area d’interesse della NATO e
di fornire direttive guida ai comandanti militari strategici di vertice.
Il Presidente del Comitato Militare presiede le riunioni e dirige
l’amministrazione ordinaria, agisce da portavoce e rappresenta il Comitato Militare
alle riunioni del consiglio Atlantico e del Comitato di Pianificazione della Difesa al
fine di fornire suggerimenti sulle questioni militari. E’ aiutato da uno “Stato
Maggiore Militare Internazionale” (International Military Staff - IMS), che ha il
compito di agevolare l’implementazione delle decisioni e delle linee guida del
Comitato.
In analogia al Consiglio Atlantico, i Capi di Stato Maggiore della Difesa (o le
corrispettive autorità militari) delle diverse nazioni sono rappresentati presso la
sede centrale della NATO da Rappresentanti Militari (Military representative -
MilRep) in seno al Comitato Militare.
Nel realizzare il processo decisionale e di consultazione, basato sull’unanimità
e sul consenso comune, le nazioni dell’Alleanza salvaguardano, in ogni caso, le
loro prospettive e posizioni individuali, mettendo delle forze a disposizione del
meccanismo necessario a realizzare capacità di reazione rapide e coordinate. Il
continuo scambio d’informazioni e l’attività di consultazione contribuiscono ad
assicurare la cooperazione in casi di crisi, quando non vi sarebbe tempo per
riconciliare diverse posizioni ma è necessaria l’unanimità per prendere decisioni
importanti. Una comune visione su questa necessità aggiunge forza e credibilità
all’Alleanza.
Le consultazioni all’interno della NATO possono prendere diverse forme, e
non sono limitate a quelle ufficiali realizzate dai soggetti politici istituzionali. Una
vasta tipologia di consultazioni può realizzarsi in molti campi d’applicazione,
formalmente ed informalmente. Queste possono a volta prendere la forma di
semplice scambio d’opinioni. Altre volte possono contemplare lo scambio
d’informazioni su intenzioni o azioni, di prossima realizzazione o già intraprese, in
conformità a decisioni naziona li o con il concorso parallelo d’altre nazioni.
Talvolta possono riguardare intenzioni, per le quali è desiderato un avallo.
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CAPITOLO III
IL RUOLO DELL’ALLEANZA NEL CONTROLLO DEGLI ARMAMENTI
La diminuzione degli armamenti ad un livello minimo e controllato fa parte degli
obiettivi di sicurezza che l’Alleanza si pone. Per questo motivo la NATO è sempre
stata in primo piano nel sostenere le politiche di controllo degli armamenti, di disarmo e
della non proliferazione. In questo settore si è impegna ta e continua ad impegnarsi, in
armonia agli obiettivi fondamentali.
Recentemente, il problema del controllo degli armamenti ha trovato uno spazio più
consistente nelle dottrine di base dell’Alleanza, a riprova di una presa di coscienza del
ruolo politico che la NATO ricopre, parallelamente a quello d’organizzazione militare
multinazionale per la difesa comune.
I leader dell’Alleanza hanno deciso inoltre, nel vertice di Washington dell’aprile
1999, di aumentare gli sforzi per contrastare la proliferazione delle Armi di Distruzione
di Massa (WMD20) e dei loro vettori.
L’Alleanza, come indicato nel Concetto strategico del 1999, è impegnata a
contribuire attivamente allo sviluppo d’accordi sul controllo degli armamenti, sul
disarmo e sulla non proliferazione. E’ impegnata inoltre allo sviluppo di “Misure per
Accrescere la Sicurezza e la Fiducia” (CSBM21). I paesi membri considerano
ovviamente le misure per accrescere la fiducia, il controllo degli armamenti, il disarmo
e la non proliferazione come importanti componenti della prevenzione dei conflitti, è
però ovvio che sono consci che l’Alleanza può svolgere un ruolo fondamentale in
20 Weapon of Mass Destruction. Iniziativa mirata ad affrontare il rischio della proliferazione di Armi di Distruzione di Massa tramite la intensificazione delle consultazioni sul disarmo e sulla non-proliferazione, lanciata nel summit NATO di Washington dell’Aprile 1999. un apposito centro sulle Armi di Distruzione di Massa è stato attivato presso il quartier generale NATO a Bruxelles per coordinare le attività in questo campo, e per dare supporto agli sforzi per aumentare la preparazione dell’Alleanza per rispondere al rischio derivante dalle WMD. 21 Confidence and Security Building Measures. Si tratta di una serie di misure preventive e meccanismi per lo scambio e la verifica di informazioni riguardanti le Forze Armate e le attività militari dei paesi partecipanti. Sotto l’egida dell’OSCE, una serie di iniziative diplomatiche iniziate fin dal 1984, hanno creato i presupposti per la sottoscrizione del “Documento di Vienna”. Questo documento è poi stato più volte rivisto ed ammodernato, sempre nell’ambito delle iniziative dell’OSCE. L’ultima versione (Documento di Vienna 1999), è stato adottato in occasione del summit OSCE di Istambul del Novembre 1999.
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questo campo promuovendo un più vasto, completo e verificabile processo
internazionale sul controllo degli armamenti e il disarmo. I programmi di partenariato,
di cooperazione e di dialogo della NATO offrono un’opportunità unica per promuovere
questi obiettivi, contribuire ad accrescere la fiducia e la sicurezza ed a sviluppare un
approccio di cooperazione alla sicurezza internazionale.
Nel vertice di Washington del 1999, gli alleati della NATO hanno stabilito, alla
luce degli sviluppi strategici generali e della ridotta importanza attribuita agli armamenti
nucleari, di valutare delle possibilità riguardanti le misure per accrescere la sicurezza e
la fiducia, alle verifiche, alla non proliferazione e al controllo degli armamenti e al
disarmo. Dopo il vertice, i competenti organismi della NATO hanno intrapreso
un’approfondita e vasta valutazione degli sviluppi complessivi e hanno esaminato
alcune possibilità per il futuro.
Da quest’iniziativa è poi scaturito un acceso dibattito, strutturato sulle questioni
concernenti le WMD.
A prescindere da qualsiasi considerazione sul rinnovamento delle dottrine e sulle
implicazioni politiche che queste hanno, è ovvio che, per il raggiungimento degli
obiettivi fondamentali, il principale interesse dell’Alleanza e dei suoi paesi membri
rimane quello di prevenire la proliferazione degli armamenti dal verificarsi o, ove ciò
avvenisse, sconfiggerla attraverso mezzi diplomatici. Una sintesi dei principali
sviluppi verificatisi in questo campo è riportata qui di seguito.
1. IL CONTROLLO DELLE ARMI NUCLEARI, BIOLOGICHE E
CHIMICHE
Uno dei più grossi problemi per l’Alleanza è la proliferazione delle armi
nucleari, biologiche e chimiche (NBC) e dei loro vettori. Sono stati faticosamente
raggiunti, nel corso degli anni, molti positivi progressi nel rafforzamento dei regimi
internazionali di non proliferazione. Tuttavia il problema rimane, ed è molto
delicato e di difficile gestione.
E’ ovvio che la proliferazione può verificarsi nonostante gli sforzi per
prevenirla e può costituire una diretta minaccia militare per le popolazioni, i
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territori e le forze armate. L’Alleanza riconosce apertamente questo. Infatti,
esistono stati che vendono, acquistano o cercano di acquistare armamenti e vettori
NBC. Alcuni di questi stati sono ai limiti dell’area NATO, altri in altre regioni.
Esistono inoltre altre organizzazioni o “entità” che, pur non essendo degli stati,
hanno le potenzialità per creare ed utilizzare alcune di queste armi.
Nel passato la NATO ha posto come cardine delle dottrine militari, in funzione
di mantenere un alto impatto in termini di deterrenza, proprio le forze nucleari.
Ultimamente, a partire dagli anni ‘90, la NATO ha notevolmente ridotto la
propria dipendenza dalle forze nucleari. I tre paesi membri dell’Alleanza che
detengono arsenali nucleari, vale a dire Stati Uniti, Francia e Regno Unito, hanno
compiuto importanti riduzioni in questo tipo di forze. Tuttavia, l’esistenza di
potenti forze strategiche al di fuori dell’Alleanza costituisce un indicativo fattore
che l’Alleanza deve tenere in considerazione, ove s’intenda mantenere la sicurezza
e la stabilità nell’area euro-atlantica. Nonostante il continuo processo
d’avvicinamento, la Russia detiene ancora un gran numero d’armi nucleari di tutti i
tipi. La Cina, dal canto suo, ha continuato a modernizzare le proprie forze
nucleari nel corso dell’ultimo decennio. India e Pakistan hanno entrambi eseguito,
alla fine degli anni ’90, esperimenti nucleari che hanno rappresentato una seria
sfida agli accordi di non proliferazione nucleare ed accresciuto i pericoli di conflitti
regionali. A seguito di ciò, nel giugno 1999, Stati Uniti e Russia hanno
confermato i loro attuali impegni derivanti dal Trattato sui Missili Antimissile (Anti
Ballistic Missiles - ABM), esaminando gli eventuali mutamenti nella situazione
strategica che possono influire sul Trattato, e considerando eventuali proposte per
accrescerne ulteriormente l’efficacia. Gli Stati Uniti hanno quindi proposto delle
modifiche al Trattato, onde consentire lo spiegamento di un limitato sistema di
difesa antimissile.
Le discussioni bilaterali e le consultazioni multilaterali, sia sul Trattato ABM
che su una terza serie di Negoziati sulle Riduzioni degli Armamenti Strategici
(STrategic Armament Reduction Talks III - START III), sono continuate per anni.
Un’altra iniziativa bilaterale è stata lanciata da Stati Uniti e Russia nel
Settembre 2000. Le due superpotenze hanno avviato una cooperazione sulla
stabilità strategica, quale base costruttiva per rafforzare la fiducia reciproca. Lo
31
scopo finale di quest’iniziativa è di sviluppare delle misure per rafforzare la
suddetta stabilità strategica e di contrastare su scala mondiale la proliferazione
degli armamenti di distruzione di massa, dei missili e delle tecnologie missilistiche.
a. Il Trattato di Non Proliferazione nucleare (NPT22)
Il più importante accordo internazionale sulla non proliferazione su scala
mondiale e sul processo di realizzazione di un disarmo nucleare è stato
senz’altro, per molti anni, il “Trattato di Non Proliferazione nucleare”.
A seguito di un’apposita iniziativa di proroga e di riesame, lanciata nel
1995, il Trattato è stato prorogato per una durata indeterminata. Nella stessa
occasione è stato inoltre deciso di adottare una serie di “Principi ed Obiettivi
per la non proliferazione e il disarmo nucleari ”, per rafforzare il processo di
riesame e proroga.
E’ stato inoltre rilevata l’importanza di compiere dei progressi per
pervenire ad un trattato che vieti la produzione di materiali fissili per armi
nucleari o d’altri dispositivi nucleari esplosivi e ha invitato a riprendere i
negoziati su tale argomento nel contesto della Conferenza sul disarmo.
Nel maggio 2000, nella Conferenza di riesame del NPT, tenutasi a New
York, è stato adottato un ampio e importante documento finale, che stabilisce
un continuo sostegno ed un forte impulso verso:
- l’adesione universale al NPT;
- uno stretto rispetto delle sue disposizioni;
- delle rafforzate garanzie dell’Agenzia Internazionale per l’Energia
Atomica (IAEA23);
- le future azioni tese al disarmo nucleare.
22 Non-Proliferation Treaty. 23 International Atomic Energy Agency L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica è un Ente centrale mondiale intergovernativo per la cooperazione tecnico-scientifica nel campo nucleare. Funge anche da ispettorato internazionale per l’applicazione delle misure di sicurezza e verifica per i programmi nucleari civili.
32
A seguito della Conferenza di riesame si sono avuti notevoli benefici. E’
stato realizzato un accordo sull’entrata in vigore del Trattato per la Totale
messa al Bando degli Esperimenti nucleari (CTBT24), non appena il numero di
ratifiche richieste fosse stato raggiunto. In tale situazione è da notare che i
paesi membri della NATO si sono impegnati a adoperarsi per garantire le firme
e le ratifiche necessarie per pervenire ad una rapida entrata in vigore del
Trattato.
b. Armi biologiche e chimiche
Molti considerano, non a torto, che la proliferazione delle armi biologiche
e chimiche, oltre che per i pericoli connessi ai conflitti tra stati, rappresenta un
crescente problema per la sicurezza internazionale come possibile aspetto del
terrorismo.
L’uso d’armi chimiche e biologiche è già vietato dal Protocollo di Ginevra
del 1925.
Nel 1975 è entrata in vigore una Convenzione sulle Armi Biologiche e
Tossiche (BTWC25). Gli stati firmatari stabilirono di non sviluppare, produrre,
stoccare o acquisire agenti biologici e le relative attrezzature destinate a scopi
ostili. Nel 1994, inoltre, è stato istituito un Gruppo “ad hoc” di stati aderenti
alla Convenzione per esaminare delle possibili misure di verifica e delle
proposte per rafforzare la Convenzione. Nell’ambito delle successive
Conferenze di riesame, è stata quindi iniziata la realizzazione di un apposito
24 Comprehnsive Test Ban Treaty. Questo trattato tende a bloccare la pericolosa competizione nucleare e la realizzazione di nuove armi atomiche, incrementando la sicurezza globale. Nel 1995 gli Stati Uniti e le altre potenze nucleari hanno promesso di mettere in atto questo trattato in scambio di una indefinita estensione del trattato NPT (Non-Proliferation Treaty). Il Trattato CTBT rafforza fortemente il trattato di Non Proliferazione Nucleare. 25 Biological and Toxin Weapons Convention. La Convenzione sulle Armi Biologiche e Tossiche proibisce lo sviluppo, la produzione, l’immagazzinamento, l’acquisizione ed il possesso di qualsiasi tipo di agenti batteriologici, biologici o tossici in quantità non giustificabili per motivi profilassici, protettivi, o di qualsiasi altra natura pacifica. Proibisce inoltre armi, equipaggiamenti o qualsiasi vettore idoneo all’utilizzo di tali agenti in azioni belliche o ostili. L’utilizzo di armi biologiche è proibito dalla Convenzione di Ginevra del 1925. Uno specifico articolo della BTWC chiarisce che nulla di quanto contenuto nella convenzione può essere usato come deroga dagli obblighi contenuti nel Protocollo di Ginevra.
33
Protocollo attuativo. La NATO, anche tramite la riunione ministeriale del
maggio 2000, ha confermato l’impegno verso quest’obiettivo.
Tra il 1980 ed il 1992, nella Conferenza sul disarmo, è stata negoziata una
Convenzione sulle armi chimiche, che è poi entrata in vigore nel 1997. Con
questo documento, i paesi aderenti hanno accettato di non sviluppare, produrre,
acquisire, stoccare o conservare armi chimiche, di non utilizzarle o prepararsi a
farlo e di non aiutare altri paesi ad agire contro le disposizioni della
Convenzione. Inoltre, i paesi aderenti hanno concordato di distruggere tutte le
armi chimiche in loro possesso, come pure le loro installazioni per la
produzione d’armamenti chimici.
c. Missili ed altri vettori
Un altro motivo di notevole preoccupazione è rappresentato dalla
proliferazione delle tecnologie missilistiche.
Nel 1987 è stato is tituito quindi il Regime di Controllo della Tecnologia
Missilistica (MTCR26), che riunisce 33 stati (tra cui i 19 paesi membri della
NATO) che tendono a limitare la proliferazione dei missili e della tecnologia
missilistica. In tale maniera si tende a controllare le esportazioni in conformità
ad una comune lista d’articoli regolamentati e di creare una politica comune di
controllo delle esportazioni.
26 Missile Technology Control Regime. Il Regime di Controllo della Tecnologia Missilistica é una associazione informale di paesi che, su base volontaria, si ripromettono di limitare la proliferazione incontrollata di vettori idonei al lancio di Armi di Distruzione di Massa. Questi paesi cercano di coordinare una politica di limitazione delle licenze e delle esportazioni tecnologiche relative a sistemi di loro produzione.
34
2. GLI ARMAMENTI CONVENZIONALI
Nel campo del controllo degli armamenti convenzionali e delle relative misure
per accrescere la fiducia e la sicurezza, sono stati fatti negli ultimi anni notevoli
progressi su molti fronti.
a. L’adattamento del Trattato CFE
Il 19 novembre 1990 fu firmato il Trattato sulle Forze Convenzionali in
Europa (CFE27). Il Trattato CFE é uno dei più importanti trattati per il
controllo delle armi ed un documento chiave della sicurezza Europea.
Con questo trattato sono stati determinati dei tetti, giuridicamente
vincolanti, a cinque categorie d’equipaggiamenti. Sono inoltre state fissate
delle disposizioni sullo scambio d’informazioni e sulle notifiche, come pure
sulle verifiche e sulle ispezioni in loco. In forza del trattato sono state eseguite
oltre 3.000 ispezioni, realizzando un livello di trasparenza che, per quanto
concerne le concentrazioni d’armamenti, costituisce un aspetto unico nel suo
genere. Più di 58.000 pezzi d’armamento militare sono stati distrutti in
Europa da quando gli Alleati ed i membri del Patto di Varsavia hanno firmato
il Trattato. Nel 1996 si è tenuta una Conferenza di riesame del trattato, nella
quale gli stati aderenti hanno riconosciuto la necessità di un adattamento, per
consentirgli di continuare a svolgere il proprio ruolo fondamentale nell’ambito
degli accordi concernenti la sicurezza europea. Nei negoziati, si è dovuto tener
conto di almeno quattro fatti fondamentali che avevano avuto luogo dopo il
1990:
- la riunificazione della Germania;
- la dissoluzione del Patto di Varsavia e dell’URSS; la nascita di nuovi stati
che aveva portato l’adesione al trattato da 22 a 30 stati;
- il processo di democratizzazione in Europa centrale e orientale;
- la fine della Guerra fredda.
27 Conventional Forces in Europe.
35
Al termine dei negoziati, Russia, NATO, ed altri stati Europei hanno
raggiunto un accordo su tutti i più importanti argomenti del CFE, aprendo la
strada per il riadattamento ed il rilancio del Trattato CFE. Conseguentemente,
al Summit dell’“Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa”
(OSCE28) di Istanbul del novembre 1999, è stato firmato un “Accordo
sull’adattamento” del Trattato CFE, giuridicamente vincolante.
Contemporaneamente, sempre ad Istanbul, è stato anche adottato un “Atto
finale”, politicamente vincolante, che contiene tutti gli impegni concernenti il
controllo e le progressive riduzioni delle dotazioni d’equipaggiamenti, che gli
stati aderenti avevano ulteriormente offerto nel contesto dell’adattamento del
Trattato.
b. Il Documento di Vienna
Gli stati membri dell’”Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa” (OSCE), contemporaneamente al vertice di Istanbul del 1999 di cui al
punto precedente, hanno adottato inoltre il nuovo Documento di Vienna, che
rafforza le Misure per Accrescere la Fiducia e la Sicurezza (CSBM), introdotte
con i Documenti di Vienna del 1990, 1992 e 1994.
Il Documento di Vienna del 1999 migliora le attuali CSBM e pone
l’accento l’importanza della cooperazione regionale.
28 Organization for Security and Cooperation in Europe. Precedentemente conosciuta come Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Conference on Security and Cooperation in Europe - CSCE), l’OSCE era inizialmente solo un processo politico per stabilire i principi fondamentali per la condotta degli affari internazionali per allentare le tensioni ed accrescere la reciproca confidenza fra gli Stati. E’ ora una organizzazione di comprendente tutti gli stati europei, il Canada e gli Stati Uniti. L’OSCE ha controllato e garantito il normale e regolare svolgimento delle elezioni in Bosnia-Herzegovina. Ha inoltre organizzato una missione internazionale di verifica in Kosovo, per verificare l’attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (missione poi ritirata nel 1999 per il fallimento dei negoziati per il raggiungimento di una intesa politica fra le parti). La sede dell’OSCE è a Vienna, ma l’organizzazione ha uffici ed istituzioni anche a Copenaghen, Ginevra, L’Aia, Praga e Varsavia. Nell’Allegato “G” sono inclusi alcuni schemi che riportano l’attuale situazione relativa agli stati membri ed agli stati “partner”.
36
c. Il Trattato “Cieli Aperti ”
Il Trattato sui “Cieli aperti” del marzo 1992, consente il sorvolo di territori
nazionali su base di reciprocità, determinando una maggiore apertura nel
settore militare.
Lo scopo del Trattato è quello di accrescere la fiducia, facilitare il
controllo dell’osservanza degli esistenti o dei futuri accordi sul controllo degli
armamenti, e rafforzare la capacità di rapida individuazione e di conseguente
gestione delle crisi attraverso il permesso di sorvolo, su base di reciprocità, del
territorio nazionale.
d. Armi leggere e di piccolo calibro
Un altro elemento d’attenzione, emerso principalmente nell’ultimo
decennio, è rappresentato dalla necessità di prevenire e ridurre gli accumuli e i
flussi destabilizzanti d’armi leggere e di piccolo calibro, in particolare se ciò
avviene attraverso trasferimenti illeciti ed irresponsabili.
A seguito di questa nuova consapevolezza, sono state intraprese alcune
iniziative a carattere mondiale, regionale e locale. In particolare, i paesi
membri del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) ed anche
l’Assemblea generale dell’ONU, hanno affrontato sul piano pratico
quest’argomento, lanciando diverse iniziative, tra cui l’organizzazione di
specifiche conferenze internazionali sull’illecito commercio d’armi in tutti i
suoi aspetti.
e. Mine antiuomo
E’ largamente riconosciuto che le sofferenze causate dalle mine antiuomo,
specialmente ai danni di civili incolpevoli, rappresentano un problema
umanitario non più trascurabile. Questo tipo d’armi, tra l’altro, continua
odiosamente a produrre danni anche dopo il termine del conflitto o della
situazione che ne ha determinato l’impiego. La comunità internazionale,
specialmente negli ultimi anni, è quindi divenuta sempre più attiva per limitare
37
la produzione, l’uso ed i danni prodotti dalle mine antiuomo. La NATO ed i
paesi membri hanno dimostrato una notevole sensibilità ed un forte impegno
per tale problema.
Nel 1998, è stato firmato il “Protocollo sul divieto o la limitazione dell’uso
di mine, trappole esplosive ed altri dispositivi”, che è entrato in vigore nel
dicembre dello stesso anno. Nel dicembre 1997 è stata firmata a Londra una
Convenzione, di carattere ancora più specifico, sul divieto di usare, stoccare,
produrre e trasferire mine antiuomo e sulla loro distruzione, entrata in vigore il
1 marzo 1999, che è stata ratificata da oltre 100 stati.
3. LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA
La proliferazione delle armi di distruzione di massa costituisce una minaccia
per la sicurezza internazionale. Questo fatto è divenuto negli ultimi anni un
argomento di cronaca, a causa dei timori e delle paure collettive di un possibile
utilizzo per fini terroristici di tali armi. L’argomento è già stato preso in
considerazione dai Capi di stato e di governo della NATO, che nel 1994
incaricarono l’Alleanza di intensificare ed ampliare gli sforzi contro la
proliferazione. Nel giugno 1994, i Ministri degli esteri della NATO pubblicarono
“La politica dell’Alleanza sulla proliferazione delle armi di distruzione di massa ”,
un documento pubblico che stabiliva come il principale obiettivo dell’Alleanza e
dei suoi paesi membri fosse quello di prevenire la proliferazione dal verificarsi o, se
ciò avvenisse, di sconfiggerla attraverso mezzi diplomatici. Il documento, inoltre,
riconosceva che la proliferazione avrebbe potuto verificarsi, malgrado le
disposizioni e gli accordi internazionali di non proliferazione, e che le armi di
distruzione di massa e i loro vettori possono costituire una minaccia militare diretta
per i territori, le popolazioni e le forze armate della NATO. A seguito di
quest’iniziativa, l’Alleanza ha attribuito una crescente attenzione alle differenti
capacità di difesa in grado di annichilire la proliferazione e l’uso delle Armi di
Distruzione di Massa. Molti sforzi sono stati fatti, ed altri sono tuttora in corso, per
migliorare il dispositivo di difesa della NATO contro i rischi costituiti dalle WMD.
38
La NATO tende a ridurre le vulnerabilità operative delle proprie forze militari,
mantenendo al contempo la loro flessibilità ed efficacia in situazioni che includano
la presenza, la minaccia o l’uso d’armi NBC.
Allo scopo di rispondere ai rischi per la sicurezza, costituiti dalla diffusione
delle armi di distruzione di massa e dei loro vettori, l’Alleanza ha avviato nel 1999
un’Iniziativa, che si basava sull’attività, in precedenza attuata, per migliorare gli
sforzi politici e militari che essa compie in questo settore a livello complessivo.
Questa Iniziativa sulle WMD contribuisce a promuovere un più intenso e
strutturato dibattito, che conduce ad una migliore comprensione tra i paesi della
NATO delle questioni riguardanti le WMD e sul come darvi risposta: per esempio,
migliorando la qualità e la quantità d’intelligence e dello scambio d’informazioni.
Nel maggio 2000, per contribuire a questi sforzi, è stato creato presso la sede
della NATO un “Centro sulle WMD”.
Vi sono, inoltre, tre organi ad alto livello della NATO che si occupano degli
sforzi dell’Alleanza nel campo politico e della difesa contro la proliferazione delle
WMD, e cioè:
− il Gruppo Politico-Militare ad Alto livello sulla Proliferazione (SGP 29);
− il Gruppo di Difesa ad Alto livello sulla Proliferazione (DGP 30);
− il Comitato Congiunto sulla Proliferazione (JCP31).
I primi due si occupano rispettivamente degli aspetti politici e di difesa della
risposta della NATO. Il JCP coordina e riunisce l’attività su entrambi gli aspetti.
Lo SGP esamina una serie di fattori in campo politico, economico e in quello
della sicurezza che possono determinare o influenzare la proliferazione e studia i
29 Senior Politico-Military Group on Proliferation. Il Gruppo Politico-Militare ad Alto livello sulla Proliferazione è il più alto organo consultivo sugli aspetti politico-militari in merito alla proliferazione delle Armi di Distruzione di Massa. 30 Senior Defense Group on Proliferation. Il Gruppo di Difesa ad Alto livello sulla Proliferazione è il più alto organo consultivo sugli aspetti relativi alla difesa in merito alla proliferazione delle Armi di Distruzione di Massa 31 Joint Committee on Proliferation. Il Comitato Congiunto sulla Proliferazione è il più alto organo consultivo che fornisce direttamente al Consiglio Atlantico dei rapporti coordinati sugli aspetti politico-militari e della difesa in merito alla proliferazione delle Armi di distruzione di Massa.
39
mezzi politici ed economici per prevenire o reagire alla proliferazione. Il DGP
individua le capacità militari necessarie per scoraggiare la proliferazione di WMD,
per dissuadere le minacce e l’uso di tali armi, e per proteggere le popolazioni, il
territorio e le forze armate della NATO.
40
CAPITOLO IV
GLI STATI UNITI E LA NUOVA STRATEGIA PER LA SICUREZZA EUROPEA
L’Alleanza ha saputo adattarsi agli eventi ed al mutare delle situazioni perché è
stata in grado di modificare prontamente il proprio “Concetto Strategico”.
Il Concetto Strategico è il documento che definisce gli obiettivi e stabilisce le linee
guida di più alto livello sull’uso dei mezzi disponibili, politici e militari, per
raggiungerli.
Considerata la preponderanza dell’apporto di forze fornito dagli Stati Uniti, rispetto
al resto degli altri paesi membri, sarebbe ipocrita negare un collegamento, o almeno una
relazione indiretta, fra la strategia di base della politica estera degli Stati Uniti ed il
Concetto Strategico della NATO. Per i prossimi anni a venire, un particolare significato
viene assunto dalle strategie di USA e NATO, con particolare riferimento alla stabilità
ed alla sicurezza del continente Europeo.
1. L’INTERESSE DEGLI STATI UNITI NELL’EUROPA DOPO LA FINE
DELLA GUERRA FREDDA
L’Europa occidentale è stata per decenni l’area del mondo in cui gli interessi
degli Stati Uniti sono stati considerati in pericolo. Ciò ha determinato una chiara
disponibilità asimmetrica ed unilaterale, da parte degli USA, a contribuire alla
difesa europea.
Con la fine della guerra fredda è variata la situazione strategica e geopolitica
generale sulla quale si era retto l’equilibrio mondiale. Sono così cambiate anche le
basi e le motivazioni dell’interesse degli Stati Uniti nella regione europea.
Certo è che ad una prima analisi appare chiaro che la presenza degli Stati Uniti
sia notevolmente diminuita. Appare altrettanto chiaro uno spostamento dello
sforzo diplomatico e militare verso altre regioni del mondo, dove gli interessi USA
sono attualmente sottoposti a maggiori rischi. Non è invece diminuito l’impegno
41
generale verso la politica estera. In Europa é in ogni caso ridimensionato il
potenziale economico e militare della Russia, e la possibilità che uno stato non
democratico possa prendere il controllo su tutta la regione europea è ora lontana.
Rimane la possibilità, come dimostrato nel decennio 1990-2000, di conflitti limitati
e di difficile prevedibilità, che niente hanno a che vedere con gli equilibri del
periodo della guerra fredda. Questa nuova situazione è stata codificata nel 1990
dall’amministrazione Bush, che ha concepito la “Nuova Strategia Regionale per la
politica di difesa degli Stati Uniti”. Le amministrazioni seguenti pare abbiano
accettato le premesse di tale impostazione, creando una certa continuità politica.
Gli obiettivi della nuova strategia, strutturata in quattro punti sono, secondo
quanto letteralmente articolato dal Segretario di Stato per la Difesa Dick Cheney32,
i seguenti:
− “il nostro obiettivo fondamentale è quello di scoraggiare o annullare un
eventuale attacco proveniente da qualsiasi fonte, contro gli stati Uniti, i sui
cittadini, le sue Forze Armate ed onorare i nostri impegni derivanti da
motivazione storiche o da trattati”
− “il secondo obiettivo è il rafforzamento e l’estensione del sistema di accordi di
difesa che lega assieme le nazioni democratiche e di analoga cultura in una
difesa comune contro l’aggressione, costruisce un clima di cooperazione, evita
la rinazionalizazione delle politiche di sicurezza, e fornisce sicurezza a costi
minorie con minori rischi per tutti. La nostra preferenza è per una risposta
collettiva per evitare pericoli o, se necessario, affrontare tali pericoli è una
funzione chiave della nostra Strategia di Difesa regionale”;
− “il terzo obiettivo è quello di precludere qualsiasi potenza ostile dal dominio di
una regione critica per i nostri interessi, e quindi anche rafforzare le barriere
contro la riemersione di una minaccia globale agli interessi degli Stati Uniti
32 Richard B. (Dick) Cheney è stato Segretario di Stato per la Difesa dal 1989 al 1993, sotto l’amministrazione del Presidente George Bush. Attualmente è Vice Presidente degli Stati Uniti d’America.
42
ed i suoi alleati. Queste regioni includono l’Europa, l’Asia orientale, il Medio
Oriente/Golfo Persico e l’america Latina. Un controllo non democratico
consolidato delle risorse di una di queste regioni critiche potrebbe generare un
pericolo significativo alla nostra sicurezza”;
− “il quarto obiettivo è quello di precludre possibili conflitti attraverso la
riduzione delle cause d’instabilità regionale e di limitare le azioni di violenza
qualora eventuali conflitti dovessero accadere. Nell’ambito della più ampia
politica di sicurezza nazionale d’incoraggiamento della diffusione e
consolidamento di governi democratici e di sistemi economici aperti, il
Dipartimento della Difesa contribuisce a rafforzare tali finalità attraverso
sforzi tesi a contrastare il terrorismo, il traffico di droga, ed altri pericoli per
l’ordine democratico interno; assistenza alle azioni per il mantenimento della
pace; Il contributo all’assistenza umanitaria e di sicurezza; limitazioni alla
diffusione di tecnologie militari rilevanti, particolarmente la proliferazione
delle armi di distruzione di massa e dei mezzi idonei al loro utilizzo; e l’uso di
contatti “da-difesa-a-difesa” (defense-to-defense) per assistere il
rafforzamento delle istituzioni civili-militari ed incoraggiare la riduzione delle
spese militari”.
Con la Strategia Regionale, gli Stati Uniti cercano di dare importanza,
soprattutto politica, agli sforzi multilaterali. Riconoscono però che eventuali
pressioni o interventi di tipo collettivo potranno non sempre essere tempestivi ed
efficaci. Già durante la prima campagna elettorale presidenziale, Bill Clinton33 si
pronunciava così:
“Capacità multilaterali efficaci sono nell’interesse nazionale americano.
Dividendo gli sforzi con altre nazioni … … possiamo risparmiare vite umane e
denaro … … Quando delle capacità multilaterali fossero indisponibili o non
idonee, una amministrazione Clinton non esiterebbe a prendere le necessarie
33 Bill Clinton è stato Governatore dello stato dell’Arkansas dal 1978 al 1982 e dal 1986 al 1992, quando è stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America.
43
misure per proteggere gli interessi globali ed i principi fondamentali. Una forte
ONU non può essere il sostituto per una forte difesa nazionale e politica estera.
Agiremo quindi insieme quando possibile; da soli quando dovremo”.
Come può essere ovvio, le implicazioni della Strategia Regionale per la
politica USA in Europa Occidentale sono notevoli. In effetti, l’Europa con tutte le
problematiche di sicurezza, è vista semplicemente come una delle diverse aree dove
gli interessi nazionali degli Stati Uniti sono sottoposti a qua lche tipo di rischio.
Sebbene con la fine della guerra fredda le minacce ai citati interessi sono in
sostanza quasi del tutto scomparse, gli interessi nazionali USA sono in pratica
immutati.
A differenza di quanto avvenuto in Europa, in tutte le altre aree non è stato
registrato un proporzionale calo della minaccia. Da qui deriva quindi il processo
di ridistribuzione, ancora in corso, dello sforzo militare americano. Nonostante
tutto, la Strategia Regionale contiene però una forte spinta verso una politica
d’alleanze.
L’Europa non rappresenta più un’area bisognosa di protezione da un’eventuale
aggressione sovietica. Secondo alcuni, è ora piuttosto la fonte primaria del
supporto politico e diplomatico, necessario agli USA, per perseguire la Strategia
Regionale nelle altre aree d’interesse. In ogni caso, pur venendo a mancare la
minaccia Sovietica, permangono gli interessi americani alla stabilità regionale
europea ed alla costruzione, con i governi dell’area, d’alleanze e politiche comuni
rivolte all’esterno, verso altre aree del mondo.
La stabilità interna della regione europea, è dunque stata soprattutto l’elemento
di continuità principale tra l’era della guerra fredda e la fase successiva. La stessa
NATO, fortemente appoggiata dagli USA, può essere vista proprio come un
importante elemento stabilizzatore. Le nazioni europee, grazie alla NATO, hanno
potuto investire su di essa i loro sforzi tesi alla sicurezza nazionale. Questo
approccio multinazionale ha permesso di evitare delle spinte difensive
nazionalistiche che sarebbero state, oltre che costose e poco efficaci, probabilmente
molto più incontrollabili e deleterie.
44
Ora che la stabilità dell’Europa Occidentale non è più in discussione, non può
essere ignorato che la fine della guerra fredda ha allargato i limiti geografici della
regione. La NATO rimane quindi uno strumento di fondamentale importanza per
la sicurezza in Europa, anche in assenza di un’effettiva minaccia esterna. Ma
come accennato, l’interesse degli Stati Uniti in politiche di stabilizzazione
multilaterali è rivolto principalmente a prospettive più globali, e comunque non
sufficienti a tutelare gli interessi nazionali, come chiaramente dichiarato già ai
tempi della amministrazione Clinton (“insieme quando possibile; da soli quando
dovremo”).
Gli USA, infatti, considerano ora altre aree d’interesse del mondo più a rischio
rispetto all’Europa. La nuova Strategia Regionale e la tendenza alle politiche
“multilaterali” potrebbero addirittura essere interpretate come un primo passo, o la
prima “giustificazione” su cui basare un massiccio ridimensionamento della
presenza USA in Europa.
Nel passato, d'altronde, degli interventi di coalizione sono stati possibili solo
quando gli Stati Uniti hanno potuto imporre una loro posizione di forte “leadership”
derivante da un maggiore impiego di risorse ed una disponibilità a prendere gran
parte dei rischi. Quando questa disponibilità è mancata, sono emerse le debolezze
politiche che una coalizione europea senza gli Stati Uniti avrebbe, confermando
l’importanza della NATO anche per il futuro.
L’unica cosa certa è che per il futuro le relazioni tra America ed Europa
dovranno essere chiarificate, analizzando e ridefinendo quali sono gli interessi
comuni alle due sponde dell’Atlantico, senza porre i limiti territoriali della
sicurezza in Europa su cui la NATO ha basato la propria esistenza ed il proprio
successo nel passato. Ciò influenzerà quindi il ruolo che gli Stati Uniti avranno in
futuro per la sicurezza in Europa.
45
2. I NUOVI COMPITI ED IL NUOVO “CONCETTO STRATEGICO” DELLA
NATO
La prima originale formulazione di una strategia della NATO, nota come “Il
Concetto Strategico per la difesa dell’area del Nord Atlantico”, risale agli inizi
dell’anno 1950. Con essa veniva stabilita la necessità di mantenere la capacità di
poter eseguire operazioni, anche su larga scala, per garantire la difesa territoriale.
A metà degli anni cinquanta si affermò invece la cosiddetta strategia della
“Risposta Massiccia”, che puntava sul potere di deterrenza che una risposta
effettuata con tutti i mezzi a disposizione, armamento nucleare incluso,
dell’alleanza poteva causare su un eventuale aggressore.
Negli anni sessanta seguirono molte discussioni sulla validità, sull’accettabilità
e sulla credibilità di tale strategia, specialmente in considerazione del fatto che,
considerata la consistenza degli arsenali nucleari raggiunta, un eventuale conflitto
incontrollato avrebbe comportato conseguenze politicamente ed umanamente
inaccettabili.
Verso la fine degli anni sessanta, la strategia della “Risposta Massiccia” fu
quindi rimpiazzata dalla strategia della “Risposta Flessibile”. Con quest’ultima si
tendeva a dare all’Alleanza un vantaggio in termini di flessibilità, mirando a creare
un’incertezza sulla reazione che un ipotetico aggressore avrebbe potuto incontrare
in caso d’attacco, o minaccia, ad uno degli stati membri. Ciò mirava a rendere
inaccettabili, per l’ipotetico eventuale aggressore, i rischi di un’aggressione.
Sebbene lo spirito di tali concetti fosse ben noto, i documenti sui quali questi
erano dettagliati rimasero classificati (anche per ovvie ragioni d’efficacia) ed
indisponibili al pubblico, e quindi esenti da discussioni ed analisi approfondite.
D’altronde, tale stato di fatto rispecchiava fedelmente la realtà della guerra fredda,
che caratterizzava tutti i rapporti e tutte le divisioni dell’epoca, sia geografiche, sia
politiche, sia ideologiche.
Gia prima della fine della guerra fredda, la NATO ha cercato di costruire una
politica di difesa diversa, più positiva, per ridurre i pericoli di un terzo catastrofico
conflitto mondiale.
46
Gia nel 1967 veniva stabilito nel Rapporto Harmel34 che l’approccio futuro
verso la sicurezza doveva essere basato su “Difesa e Dia logo”. Un diverso tipo di
relazione ed, appunto, di dialogo con l’Unione Sovietica, avrebbero dovuto portare
anche verso politiche di controllo degli armamenti.
La vera accelerazione arrivò con la fine della guerra fredda. La nuova
situazione politica dell’Europa, così rapidamente stravolta, rese necessario con
urgenza un nuovo concetto strategico per l’alleanza. Questo fu tracciato nel
Novembre 1991.
La parola “cooperazione” andò rapidamente a sostituire la parola
“confrontazione” nelle relazioni con gli stati che poco tempo prima erano definiti
“avversari”.
La NATO, che fino allora, tramite un patto d’alleanza, mirava
fondamentalmente alla sicurezza passiva dei singoli stati membri, diventava
progressivamente un soggetto attivo con lo scopo di migliorare ed espandere la
sicurezza dell’intera regione europea, intesa come un valore collettivo di tutta la
comunità di stati e non come moltitudine d’interessi nazionali.
In sintesi, il nuovo concetto del 1991 ha rappresentato un elemento di
discontinuità, completamente diverso da tutte le precedenti strategie, ed ha iniziato
uno stravolgimento di ruoli, compiti e finalità dell’Alleanza.
A differenza dei documenti precedenti, il nuovo Concetto Strategico del 1991 è
stato reso pubblico e quindi oggetto di discussioni politiche e giornalistiche.
Dopo alcuni anni, nel 1997, fu stabilito che il documento avrebbe avuto
bisogno di un riesame, per mantenersi aggiornato ai cambiamenti che nel frattempo
erano avvenuti in Europa.
Sulla base della nuova situazione geopolitica, al summit di Washington del
1999 le nazioni della NATO hanno approvato una nuova versione aggiornata della
34 Il rapporto Harmel, dal nome del Ministro degli Esteri Belga che lo redasse, fu approvato dal Consiglio atlantico nel dicembre 1967, quando era Segretario Generale l’italiano Manlio Brosio. Con il rapporto la NATO compì una svolta politica molto importante. Venivano infatti riaffermate le due funzioni principali dell’Alleanza: mantenere un potenziale militare ed una solidarietà politica atti a scoraggiare un’aggressione; ricercare soluzioni pacifiche ai problemi fondamentali che dividevano l’Ovest dall’Est. Il rapporto tracciava le linee d’azione ed indicava metodi e mezzi per espletare tali funzioni.
47
strategia (Strategic Concept35) per fornire l’alleanza di uno strumento idoneo ad
affrontare le nuove sfide ed opportunità per il mantenimento della sicurezza nel
ventunesimo secolo. Venivano in ogni modo confermati sia il concetto di difesa
collettiva, e la validità e necessità del mantenimento del legame transatlantico.
Come per qualsiasi atto dell’Alleanza, anche l’ approvazione del nuovo
concetto strategico ha richiesto l’unanimità di tutte le nazioni. In aggiunta,
Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, hanno potuto partecipare alle discussioni in
forza del loro stato di “futuri nuovi membri”, sebbene la loro formale adesione
all’Alleanza sia avvenuta successivamente, nel 1999.
Il Concetto Strategico, così aggiornato, dovrà servire da guida per gli sviluppi
politici e tecnico-militari futuri. Descrive gli scopi ed i compiti dell’alleanza,
esaminando le prospettive strategiche alla luce dei nuovi e costantemente variabili
rischi per la sicurezza continentale e mondiale. Il Concetto Strategico conferma la
l’importanza del collegamento atlantico, e del mantenimento di un adeguato livello
di capacità. Vengono esaminati i ruoli e gli altri elementi chiave necessari alla
stabilità ed alla sicurezza della regione europea, alle necessarie iniziative di
prevenzione dei conflitti e di “gestione delle crisi”, alle iniziative di partenariato, e
cooperazione, all’allargamento dell’alleanza, al disarmo ed al controllo e
limitazione degli armamenti.
Il Concetto Strategico indica infine delle linee guida per una nuova
organizzazione dello strumento operativo e per le caratteristiche delle forze militari
ad esso necessarie.
35 Il Concetto Strategico é la dichiarazione base degli obiettivi dell’Alleanza e fornisce il più alto livello di guida sulla politica e sui mezzi militari per raggiungere tali obiettivi. Fornisce il basamento logico per l’Alleanza e per le sue attività, e da alle autorità militari delle direttive per lo sviluppo delle capacità militari e per la preparazione a possibili operazioni. Il Concetto Strategico è stato pubblicato per la prima volta nel 1991. La versione più recente è stata pubblicata in occasione del summit di Washington del 1999.
48
CAPITOLO V
L’IDENTITÀ DI SICUREZZA E DIFESA EUROPEA
La sicurezza dell’area Europea è, in effetti, sempre stata l’obiettivo principale
dell’Alleanza. Ad un’analisi superficiale potrebbe apparire che la NATO ha finora
soddisfatto le esigenze di sicurezza del continente, supplendo la mancanza di una
specifica identità di difesa europea autonoma. Secondo tale tesi, l’Alleanza potrebbe
dunque essere alternativa alla creazione di un’effettiva integrazione politica Europea
che comprenda anche l’ambito della sicurezza e della difesa. Sulla base di una analisi
storica più attenta, di fatto, risulta che la creazione di un sistema di sicurezza autonomo
Europeo è stata fra gli obiettivi originari dell’Alleanza, sin dalla fondazione. Per i
prossimi anni, un contributo di forza europeo, che possa eventualmente avere sua una
gestione autonoma, rappresenta uno dei pilastri della futura struttura politica
dell’Alleanza, indispensabile a raggiungere un nuovo e duraturo equilibrio. Sono,
infatti, proprio le specifiche iniziative della NATO quelle che maggiormente alimentano
e catalizzano, in cooperazione con le istituzioni internazionali Europee, il processo
d’integrazione e di generazione di un’effettiva identità, che possa finalmente dare una
voce unica alle politiche di sicurezza e difesa della regione.
1. L’EVOLUZIONE DELL’ ”ESDI”36
Le discussioni sul ruolo della NATO che sono proliferate a partire degli anni
’90 hanno riguardato molteplici aspetti. Una delle cose che più chiaramente è
risultata vera, trovando in sostanza tutti d’accordo, è lo sbilanciamento d’impegno
e di forze tra gli Stati Uniti e la controparte Europea. Fin da subito è stato chiaro
che per poter funzionare ed affrontare le sfide future, l’Alleanza aveva bisogno di
riequilibrare rapidamente il rapporto tra le due sponde dell’Atlantico. I paesi
membri, che fino allora si erano limitati ad una partecipazione “limitata”, giovando
36 European Security and Defense Identity
49
dell’equilibrio di forze instaurato dalle due superpotenze, avrebbero dovuto
procedere concretamente ad assumere una maggiore responsabilità per la sicurezza
e la difesa comune. Di fatto così è parzialmente stato, ed i paesi europei si sono
impegnati in un processo volto a fornire una capacità militare autenticamente
europea, cercando di non creare inutili duplicati delle strutture di comando, di
quelle di pianificazione e dei mezzi e delle capacità militari già disponibili
all’interno della NATO. Contemporaneamente si è cercato di rafforzare il
contributo dato alle missioni e alle attività dell’Alleanza.
Si è cercato quindi di dare lanciare iniziative tese ad una duplice funzione: lo
sviluppo di una Politica Estera e di Sicurezza Comune Europea ed il riequilibrio dei
rapporti tra i paesi del Nord America e quelli Europei, membri dell’Alleanza.
In questo processo hanno avuto una fondamentale funzione i Trattati
dell’Unione Europea di Maastricht (1991) e di Amsterdam (1997), delle
corrispondenti dichiarazioni dell’Unione dell’Europa Occidentale (WEU) e delle
decisioni prese dall’Alleanza nei vertici tenutisi a Bruxelles nel 1994, a Madrid nel
1997 ed a Washington nel 1999, come pure nelle riunioni ministeriali della NATO
tenutesi nello stesso periodo.
Fattore comune, e considerazione unanime sullo sviluppo di una Identità di
Sicurezza e di Difesa Europea nell’ambito della NATO, è l’adattamento delle
strutture politiche e militari della NATO. Allo stesso tempo, rappresenta un
importante elemento dello sviluppo dell’Unione Europea (UE).
Nel dicembre 1991 è stato firmato a Maastricht il Trattato sull’Unione
Europea, entrato in vigore lo 1 novembre 1993. Con questo trattato di portata
storica, oltre a notevoli innovazioni di natura socio-economica, i leader della
Comunità Europea decisero di elaborare una “Politica Estera e di Sicurezza
Comune” (CFSP37), “inclusa l’eventuale creazione di una comune politica di difesa
che potrebbe, al momento opportuno, condurre ad una difesa comune”.
Tramite quest’accordo veniva energicamente rilanciato il ruolo internazionale
dell’Unione dell’Europa Occidentale (WEU), quale parte integrante dello sviluppo
37 Common Foreign and Security Policy. La Politica Estera e di Sicurezza Comune (acronimo italiano PESC) è uno dei tre pilastri sui quali, secondo quanto definito da trattato di Maastricht, dovrà essere edificata la nuova Unione Europea: Comunità Europea (economia), CFSP (politica estera e di sicurezza) e Cooperazione nella giudiziaria (giustizia/polizia).
50
dell’Unione Europea creata dal Trattato. Con lo stesso documento veniva
sostanzialmente incaricata la WEU di elaborare e di attuare decisioni ed azioni
dell’Unione Europea che avessero implicazioni nel settore della difesa. Si trattava,
in effetti, di un’iniziativa diplomatica di larghe vedute e ben coordinata.
Contemporaneamente al Consiglio Europeo e sempre a Maastricht, infatti, si
svolgeva nel dicembre 1991 la riunione del Consiglio dei Ministri dell’Unione
Europea Occidentale. Gli stati membri della WEU diffusero una dichiarazione
che manifestava il loro accordo sulla necessità di una autentica Identità di Sicurezza
e di Difesa Europea e su una maggiore responsabilità europea in materia di difesa.
Poco più di due anni più tardi, al summit di Bruxelles del gennaio 1994, i Capi
di stato e di governo della NATO si felicitarono per l’entrata in vigore del Trattato
di Maastricht e per l’avvio dell’Unione Europea, quale mezzo per potenziare il
pilastro europeo dell’Alleanza e permettere ai membri europei della NATO di
apportare un contributo più coerente alla sicurezza di tutti gli alleati. Nel summit
fu riaffermata la centralità dell’Alleanza quale foro essenziale per la consultazione
tra i propri membri e sede ove concordare le politiche riguardanti gli impegni che
gli alleati assumevano nel campo della sicurezza e della difesa in base al Trattato di
Washington. Fu inoltre espresso il gradimento della stretta e crescente
cooperazione tra la NATO e l’Unione dell’Europa Occidentale (WEU), raggiunta
sulla base dei convenuti principi di complementarietà e di trasparenza. Venne
anche annunciato che l’Alleanza avrebbe messo a disposizione i propri mezzi
collettivi, sulla base di consultazioni in seno al Consiglio Nord Atlantico, per delle
operazioni della WEU intraprese dagli Alleati europei in applicazione della loro
Politica estera e di sicurezza comune.
Il Consiglio Nord Atlantico fu incaricato di esaminare in che modo si
sarebbero potute sviluppare e adattare le strutture politiche e militari onde
conseguire tre precisi obiettivi:
− attuare le missioni dell’Alleanza, in particolare quelle di mantenimento della
pace, con maggiore efficacia e flessibilità;
− accrescere la cooperazione con la WEU;
− tener conto della nascente Identità di sicurezza e di difesa europea.
51
Il Consiglio Nord Atlantico, nel suo studio, sviluppò il concetto di Gruppi
Operativi Multinazionali Interforze (CJTF 38). Questo concetto è volto a fornire
accresciuta flessibilità operativa ed a consentire un dispiegamento di forze più
flessibile e mobile per far fronte alle nuove esigenze di tutte le missioni
dell’Alleanza. E’ volto inoltre a rendere disponibili dei centri di comando e
controllo dispiegabili, “separabili ma non separati”, che potrebbero essere utilizzati
dalla WEU.
Nelle riunioni ministeriali NATO di Berlino e di Bruxelles del giugno 1996, fu
deciso che l’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea avrebbe dovuto svilupparsi
all’interno della NATO, e che avrebbe dovuto essere parte essenziale
dell’adattamento interno dell’Alleanza attualmente in atto. Era, infatti, precisa
intenzione mettere in condizione tutti gli Alleati europei di apportare un contributo
più coerente ed efficace alle missioni e alle attività dell’Alleanza, consentendo loro
di poter agire da soli, se necessario, e rinvigorendo il legame transatlantico. La
rafforzata identità europea si sarebbe dunque basata su solidi principi militari,
sostenuti da un’appropriata pianificazione, traendo pieno vantaggio dal concetto di
Gruppi Operativi Multinazionali Interforze (CJTF). Si sarebbe inoltre resa
possibile la creazione di forze militarmente coerenti ed efficaci, capaci di operare
sotto il controllo politico e la direzione strategica della WEU.
Un apprezzamento per gli importanti progressi fatti riguardo alla creazione
dell’ESDI all’interno dell’Alleanza fu espresso, nel luglio 1997 al vertice di
Madrid, dai Capi di stato e di governo della NATO.
La determinazione dell’Alleanza a rafforzare il suo pilastro europeo attraverso
lo sviluppo di un’efficace Identità di Sicurezza e di Difesa Europea (ESDI), è
rimasta costante negli anni seguenti. I paesi membri europei sono stati spinti ad
assumere una parte maggiore di responsabilità ed a creare un rapporto
38 Combined Joint Task Forces. Introdotto nel 1994, il concetto militare di Gruppo d’Intervento Multinazionale Interforze è stato progettato per fornire la NATO di strumenti flessibili per rispondere alle nuove sfide per la sicurezza, includendo operazioni con il concorso di stati non membri NATO, attraverso una migliore abilità della NATO nello spostare, con breve preavviso, forze multinazionali, multiservizio, calibrate per assolvere a specifiche missioni militari, come il supporto umanitario ed il mantenimento della pace. Molte delle caratteristiche del concetto di CJTF sono state messe in pratica nelle operazioni nei Balcani guidate dalla NATO. Il concetto è anche disegnato a fornire capacità militari separabili ma non separate, che potrebbero essere impiegate dalla NATO o, in specifiche circostanze, dalla Unione dell’Europa Occidentale (UEO) o dall’Unione Europea (EU).
52
transatlantico più forte e più equilibrato, che rafforzerebbe l’Alleanza nel suo
complesso e che allo stesso tempo risponderebbe alle esigenze europee.
A partire dal 1999 l’Unione Europea ha deciso di assumere direttamente la
responsabilità di una politica di difesa comune, dando inizio ad un processo di
confluenza della WEU nella EU.
Nel summit di Washington dell’aprile 1999, i Capi di stato e di governo
dell’Alleanza diedero nuovo impulso all’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea,
aprendo il dibattito per affrontare alcuni specifici aspetti:
− la definizione dei mezzi per assicurare lo sviluppo di un’efficace e reciproca
consultazione, cooperazione e trasparenza tra l’Unione Europea (UE) e
l’Alleanza, basate sui meccanismi istituiti tra la NATO e l’Unione dell’Europa
Occidentale (WEU);
− la partecipazione degli Alleati europei non membri della UE;
− le disposizioni pratiche per consentire l’accesso della UE alle capacità di
pianificazione, nonché ai mezzi e alle capacità della NATO.
Da un punto di vista pratico, il miglioramento delle capacità militare europee è
un aspetto essenziale dello sviluppo dell’ESDI.
Con il summit di Washington, nel 1999, è stata inoltre avviata l’Iniziativa sulle
Capacità della Difesa dell’Alleanza (DCI39), che ha il compito di assicurare
l’efficacia delle future operazioni multinazionali in tutta l’intera gamma delle
missioni della NATO e che svolgerà un fondamentale ruolo in questo processo.
Questa iniziativa assume dunque anch’essa un significato, in diretta relazione con
l’ESDI, creando una sinergia ed un rafforzamento mutuo tra gli obiettivi che
emergono dalla DCI stessa e l’impegno della UE per migliorare le capacità
europee.
39 Defense Capability Iniziative. La Iniziativa sulle Capacità di Difesa la NATO copre una vasta area di capacità militari: mobilità delle forze, supporto logistico, protezione delle forze, ingaggio di precisione, sistemi di informazione, comando e controllo.
53
Nel vertice di Washington, e in successive riunioni, sono stati definiti i
seguenti principi, che costituiscono la base del futuro lavoro sull’ESDI:
− presa d’atto dell’Alleanza della decisione dell’Unione Europea di dotarsi delle
capacità per agire autonomamente, così da poter prendere decisioni e, ove
l’Alleanza nel suo complesso non fosse impegnata, approvare delle azioni
militari;
− garanzia, da parte di NATO ed UE, dello sviluppo di un’efficace consultazione,
cooperazione e trasparenza reciproca, basati sui meccanismi già esistenti tra
NATO e WEU;
− compiacimento per la determinazione mostrata sia dai membri della UE che
dagli altri alleati europei nell’effettuare i passi necessari per rafforzare le loro
capacità di difesa, in particolare quelle necessarie per le nuove missioni,
evitando inutili duplicati;
− attribuzione di estrema importanza al fatto che sia assicurato il massimo
coinvolgimento possibile degli Alleati europei non membri della UE nelle
operazioni a guida UE come risposta ad una crisi, basandosi sulle esistenti
disposizioni riguardanti la consultazione nell’ambito della WEU, prendendo
atto inoltre dell’interesse del Canada a partecipare a tali operazioni secondo
appropriate regole;
− convinzione che andrebbero ulteriormente sviluppate le decisioni prese a
Berlino nel 1996, in particolare, il concetto concernente l’utilizzo di mezzi e
capacità della NATO, separabili ma non separati, per le operazioni a guida
WEU.
L’attività futura d’implementazione e di realizzazione dell’ESDI dovrà
rispettare le esigenze riguardanti le operazioni della NATO e la coerenza della sua
struttura di comando. Dovrà dunque tener conto delle seguenti questioni:
− accesso garantito della UE alle capacità di pianificazione della NATO che
possono contribuire alla pianificazione militare di operazioni a guida UE;
− disponibilità per la UE di capacità e mezzi comuni della NATO, individuati in
precedenza, per essere usati nelle operazioni a guida UE;
54
− individuazione di una serie di opzioni di comando europeo per le operazioni a
guida UE ed un ulteriore sviluppo del ruolo del vice Comandante supremo
alleato per l’Europa, per consentirgli di assumere pienamente ed efficacemente
le responsabilità europee;
− ulteriore adattamento del sistema di pianificazione della difesa della NATO,
per includervi in modo più completo la disponibilità di forze per le operazioni a
guida UE.
2. LA COOPERAZIONE NATO-WEU
Per sviluppare l’ESDI nell’ambito della NATO, è stato necessario poter
prevedere tutti gli aspetti del sostegno della NATO ad un’operazione a guida WEU.
Nell’ambito deladattamento e trasformazione dell’Alleanza, a tale fine, sono state
definite delle linee guida. Queste indicano di:
− tener conto delle esigenze della WEU nelle nuove procedure di pianificazione
della difesa adottate dalla NATO riguardo allo sviluppo di forze e capacità;40
− introdurre procedure per identificare risorse e capacità della NATO cui la
WEU potrebbe richiedere di far ricorso con il consenso del Consiglio Nord
Atlantico;
− stabilire le disposizioni concernenti il comando multinazionale europeo
all’interno della NATO, che potrebbero essere utilizzate per preparare,
sostenere, dirigere e condurre un’operazione sotto il controllo politico e la
direzione strategica della WEU;41
− introdurre disposizioni concernenti la consultazione e allo scambio
d’informazioni per assicurare il necessario coordinamento per tutta la durata di
un’operazione a guida WEU, intrapresa con il sostegno della NATO;
40 La WEU cominciò gia nel 1997 a contribuire al processo di pianificazione della difesa dell’Alleanza fornendo un contributo ad una Direttiva ministeriale del 1997. 41 Sulla base di queste disposizioni, al vice Comandante supremo alleato in Europa (vice SACEUR) venne attribuito un distinto ruolo, sia in tempi normali che nel contesto di operazioni a guida WEU, per quanto concerne le forze da rendere disponibili per la WEU.
55
− sviluppare la pianificazione e le esercitazioni militari necessarie per missioni
esemplificative della WEU.
In conformità a queste disposizioni, qualora si fosse determinata una crisi, in
cui la WEU avesse deciso di intervenire (e l’Alleanza avesse scelto di non farlo), la
WEU avrebbe potuto richiedere l’uso di mezzi e capacità dell’Alleanza. Potrebbe
essere stato incluso, fra le richieste, anche un centro di comando dei CJTF, per
condurre un’operazione sotto il proprio controllo politico e la propria direzione
strategica. In base ad una valutazione “caso per caso” da parte del Consiglio Nord
Atlantico, i mezzi richiesti avrebbero potuto essere resi disponibili per essere
utilizzati dalla WEU. Ovviamente, uno specifico accordo avrebbe dovuto regolare
i particolari delle condizioni per il loro trasferimento alla WEU, come pure per il
controllo del loro utilizzo e per la loro eventuale restituzione, o richiamo. Dei
comandanti europei provenienti dalla struttura di comando della NATO sarebbero
potuti essere nominati per agire sotto il controllo politico della WEU. Per tutto il
corso dell’operazione, inclusa la sua fase preparatoria, le due organizzazioni si
sarebbero dovute consultare strettamente strettamente, la NATO avrebbe
controllato l’uso dei propri mezzi ed avrebbe mantenuto un regolare collegamento
politico con la WEU. La restituzione dei mezzi sarebbe dovuta avvenire a fine
esigenza o su richiamo, qualora fosse stato richiesto dalla NATO.
Nel giugno 1999, in occasione del vertice di Colonia, l’Unione Europea decise
di dotarsi di mezzi e capacità necessari all’attuazione di una comune Politica
Europea di Sicurezza e di Difesa (ESDP42). In pratica, con tal evento, l’Unione
Europea ha iniziato ad assumere il ruolo fino allora svolto dalla WEU riguardo allo
sviluppo dell’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea. Si assumeva inoltre la
responsabilità diretta di creare una forza comune, avviando un processo
42 European Security and Defense Policy. La Politica Europea di Sicurezza e di Difesa (acronimo italiano PESD), ha trovato un quasi immediato avvio di realizzazione pratica con il Consiglio Europeo di Helsinki, nel dicembre 1999. Nel 2001, con il Consiglio Europeo di Nizza, è stata definita “una architettura definitiva e nuove strutture politiche”, tese ad assicurare il controllo politico e la direzione strategica delle crisi e la condotta delle operazioni. Sono così stati creati:
− un Comitato Politico di Sicurezza (COPS);
− un Comitato Militare (EUMC);
− uno Stato Maggiore (EUMS).
56
d’inglobamento degli impegni finora assunti dalla WEU. NATO e WEU hanno
in ogni caso continuato un intenso rapporto di collaborazione mirato a completare
ed attuare le disposizioni poste in essere per facilitare la cooperazione tra le due
organizzazioni nel caso di un’operazione di gestione delle crisi a guida WEU che
facesse uso dei mezzi e delle capacità della NATO. Molti progressi sono stati fatti
nelle aree delle disposizioni concernenti l’utilizzo di tali mezzi, dello scambio
d’informazioni, della valutazione congiunta delle procedure e delle esercitazioni di
forze ed elementi comuni. Inoltre, nel febbraio 2000 è stata svolta
un’esercitazione congiunta NATO-WEU incentrata sulla gestione delle crisi.
Nel novembre 2000, in occasione della loro riunione di Marsiglia, i Ministri
della WEU decisero di sospendere i regolari meccanismi di consultazione NATO-
WEU, con l’eccezione di quelli che sarebbero stati necessari durante il periodo di
transizione.
3. LE RELAZIONI NATO-UE
Nel dicembre 1999, in occasione della riunione di Helsinki del Consiglio
dell’Unione Europea, gli stati membri della UE si diedero un “Obiettivo primario”
in merito alle loro capacità militari in operazioni di gestione delle crisi.
Entro la fine del 2003, la UE dovrà essere in grado di dispiegare e di sostenere,
almeno per un anno, una forza militare comprendente fino a 60.000 uomini. Il
ruolo principale sarà quello di compiere delle operazioni militari guidate dalla UE
per risposta ad una crisi internazionale, in circostanze in cui la NATO in quanto
tale non fosse impegnata militarmente. Dovrà essere possibile, con tale forza,
coprire l’intera gamma delle cosiddette missioni di Petersberg43, riprese dalla
43 Le missioni di Petersberg (Petersberg tasks) sono state definite per la prima volta nella Dichiarazione di Petersberg, prendendo il nome dalla località tedesca, nei pressi di Bonn, dove il 19 Giugno 1992 si riunì il Consiglio dei Ministri della difesa e degli Esteri degli stati membri dell’UEO. La dichiarazione, strutturata in tre parti, avrebbe dovuto stabilire le linee direttrici di futuro sviluppo dell’Unione dell’Europa Occidentale. Successivamente, le missioni di Petersberg sono state riprese ed incluse, con il Trattato di Amsterdam, nel nuovo articolo 17 del Trattato sull’Unione Europea. La Unione Europea, che si ora assunta la responsabilità della identità di sicurezza e difesa europea, potrebbe in futuro rivedere ed ampliare le suddette missioni, allargando ulteriormente il proprio campo d’azione.
57
Unione Europea ed elencate nel Trattato di Amsterdam del 1997. Queste
riguardano:
− compiti umanitari e di salvataggio;
− compiti di mantenimento della pace;
− compiti di forze combattenti nella gestione delle crisi, incluso il ristabilimento
della pace.
Ovviamente quest’iniziativa rientra a pieno titolo nella decisione dell’UE di
sviluppare una comune Politica Europea di Sicurezza e di Difesa sulla quale si
dovranno basare gli aspetti militari della sua politica estera e di sicurezza comune.
Una particolare attenzione è sempre stata posta sulla necessità di evitare inutili
duplicati delle strutture NATO, senza implicare la creazione di un esercito europeo.
E’ stato deciso, comunque, di creare delle strutture politiche e militari
permanenti, tra cui un “Comitato politico e per la sicurezza”, un “Comitato
militare” ed uno “Stato maggiore militare”, per assicurare la necessaria direttiva
politica e strategica a tutte le iniziative ed alle eventuali operazioni; è stato anche
deciso, inoltre, di favorire lo sviluppo delle disposizioni per la piena consultazione,
cooperazione e trasparenza con la NATO e per assicurare il dialogo, la
consultazione e la cooperazione necessari con i membri europei della NATO non
membri della UE sulle questioni concernenti la politica europea di sicurezza e di
difesa e alla gestione delle crisi.
Gli ultimissimi anni hanno visto un continuo intensificarsi del dialogo e della
mutua attenzione tra l’Alleanza e l’Unione Europea. Una forte sintonia,
complementarietà ed unità d’intenti è stata più volte rimarcata per mezzo delle
decisioni prese al summit NATO di Washington e nelle riunioni del Consiglio
Europeo di Nizza. Presso il Consiglio Atlantico, i Ministri degli esteri
dell’Alleanza hanno dichiarato di condividere l’obiettivo approvato dagli stati
membri della UE di un autentico partenariato tra NATO e UE nella gestione delle
crisi. In definitiva, NATO ed Unione Europea hanno convenuto che, per fare in
modo che le crisi internazionali possano essere affrontate con la più appropriata
risposta militare e che queste possano essere gestite efficacemente, si dovranno
58
ulteriormente sviluppare le forme di consultazione e la cooperazione tra le due
organizzazioni sulle questioni di comune interesse riguardanti la sicurezza, la difesa
e la gestione delle crisi.
Nel gennaio 2001 il Segretario generale della NATO e la Presidenza svedese
della UE si accordarono per far sì che si tenessero riunioni congiunte a livello di
ambasciatori e di ministri.
Con tale disposizione le due organizzazioni si sono impegnate a tenere almeno
tre riunioni a livello di ambasciatori ed una a livello di ministri ogni sei mesi (cioè
durante ciascun turno di Presidenza della UE), nonché ad intensificare le
consultazioni in tempo di crisi. Il risultato è che ora hanno luogo delle regolari
riunioni tra il Comitato politico e per la sicurezza della UE e il Consiglio Atlantico.
NATO ed Unione Europea stanno rapidamente passando dalla teoria
dell’ESDI/ESDP alla consultazione e alla cooperazione su concrete questioni
d’attualità, come la situazione nei Balcani occidentali.
Anche a livello più basso, hanno avuto corso delle iniziative di cooperazione
operativa. Sin dalla fine dell’anno 2000 sono stati formati dei Gruppi di lavoro "ad
hoc" NATO-UE, che si sono riuniti per discutere su:
− questioni riguardanti la sicurezza (per esempio procedure per lo scambio di
informazioni classificate, incluse quelle di intelligence);
− norme per l’accesso della UE ai mezzi e alle capacità dell’Alleanza;
− obiettivi di capacità (incluse le questioni concernenti il sistema di
pianificazione della difesa dell’Alleanza);
− meccanismi permanenti di consultazione, che tengano conto di tutti i relativi
aspetti, tra cui quelli concernenti la partecipazione.
Mentre le due organizzazioni stanno lavorando alla conclusione di un accordo
permanente sulla sicurezza tra NATO e UE, gia nell’estate 2000 hanno dato vita ad
un accordo provvisorio per regolare lo scambio di informazioni classificate. In
previsione della Conferenza sull’impegno delle capacità della UE, tenutasi poi nel
novembre 2000, la NATO, tramite suoi esperti, ha fornito consigli militari e tecnici
59
all’attività degli esperti europei per la creazione di un catalogo delle forze e delle
capacità disponibili per l’Obiettivo primario della UE.
I Ministri degli esteri dell’Alleanza, in una loro riunione del dicembre 2000,
hanno dichiarato che, ove richiesto dalla UE, l’Alleanza sarebbe stata pronta a
fornire ulteriore consulenza di esperti, subordinata alle necessarie decisioni.
Per la prima volta, nella primavera 2001, il Segretario generale della NATO è
stato invitato a parlare della politica della NATO nel Consiglio per gli affari
generali della UE.
La NATO è dunque fortemente impegnata in tutta una serie d’iniziative
congiunte con la Unione Europea sulle principali questioni che l’ulteriore sviluppo
dell’ESDI pone. Anche al suo interno la NATO non ha in ogni modo mai
interrotto un’attività di studio parallela su alcune questioni d’analogo contenuto,
tra cui:
− l’identificazione di una serie di opzioni di comando europeo;
− l’assunto della disponibilità di mezzi e capacità individuati in precedenza;
− l’accesso garantito alle capacità di pianificazione operative della NATO;
− l’adattamento della pianificazione di difesa dell’Alleanza.
60
CAPITOLO VI
I PARTENARIATI
Il vertice di Madrid del 1997, sulla scia di una tendenza iniziata alcuni anni
prima, ha lanciato una serie d’iniziative per il rafforzamento della consultazione e
della cooperazione e per l’introduzione di misure atte ad accrescere la trasparenza.
E’ quindi partito un processo che ha velocemente portato alla creazione di un certo
numero di nuove istituzioni, sia in ambito militare che politico.
Oltre al Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC44), al Consiglio
NATO-Russia (NRC45), e alla Commissione NATO-Ucraina (NUC 46), che operano
nella dimensione civile e politica, hanno luogo delle riunioni in varie
configurazioni allo scopo di gestire gli aspetti militari di queste istituzioni bilaterali
e multilaterali di cooperazione 47.
1. “PFP” E “EAPC”
In occasione del vertice NATO di Bruxelles, nel gennaio 1994, è stato avviato
il programma di Partenariato per la Pace (PfP), al fine di promuovere la
44 Euro Atlantic Partnership Council. Il Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico è stato instaurato nel Maggio 1997 in sostituzione del Consiglio per la cooperazione dell’Atlantico del Nord (North Atlantic Cooperation Council - NACC) e fornisce un quadro di riferimento politico per l’iniziativa PfP e per una più stretta cooperazione. Ad esso prendono parte i rappresentanti dei paesi membri della NATO e di tutti i paesi Partner. 45 NATO-Russia Council. Il Consiglio NATO-Russia ha sostituito il precedente Consiglio Congiunto Permanente NATO-Russia (PJC) a seguito dello storico accordo di Pratica di Mare, firmato il 28 Maggio 2002. Nel nuovo Consiglio non vengono più confrontate posizioni della NATO, precedentemente concordate all’unanimità, con quelle della federazione Russa, ma si stabilisce in pratica un consiglio composto da 19+1 nazioni. In pratica un Consiglio Atlantico allargato ad una ventesima nazione. 46 NATO-Ukraina Commission. La commissione NATO-Ucraina creata con il “Trattato per il Partenariato specifico tra NATO ed Ucraina (Charter on a Distinctive Partnership between NATO and Ucraine). La commissione si riunisce almeno due volte l’anno per controllare i progressi raggiunti nello sviluppo delle relazioni fra NATO ed Ucraina. 47 Nell’Allegato “G” sono riportati degli schemi che riassumono la situazione sulla partecipazione alle varie iniziative di partenariato e ad altre istituzioni internazionali.
61
cooperazione militare fra gli stati membri ed i partner dell’alleanza. Gli scopi
dell’iniziativa sono molteplici:
− facilitare la trasparenza nella pianificazione e nella preparazione dei bilanci
nazionali della difesa;
− assicurare il controllo democratico delle forze di difesa;
− rafforzare la capacità di intraprendere missioni nel settore del mantenimento
della pace;
− facilitare le operazioni di ricerca e salvataggio;
− rendere più efficaci le operazioni umanitarie;
− sviluppare forze militari in grado di meglio operare con quelle dei paesi
membri della NATO.
Dopo il fruttuoso avvio del programma, che anche ha permesso ed agevolato la
cooperazione tra alleati e partner nella forza di stabilizzazione in Bosnia
Erzegovina, i membri hanno richiesto di ampliarne la portata e le prerogative. Nel
corso di una riunione dei Ministri degli Esteri avvenuta a Sintra, Portogallo, nel
maggio 1997, si è deciso di rafforzare il programma di partenariato per la pace, al
fine di associare più strettamente i partner nella pianificazione ed attuazione delle
esercitazioni del PfP, attribuendo così al partenariato un carattere più operativo. E’
stato nella stessa sede inoltre deciso di creare il Consiglio di Partenariato Euro-
Atlantico (EAPC), per poter disporre di un foro di consultazione e di cooperazione,
ad alto livello, sulle questioni riguardanti la sicurezza ed alla difesa.
E’ stato ampliato ed adattato il Processo di Pianificazione e Revisione
(PARP48) del PfP, per il quale la partecipazione è comunque facoltativa. Esso mira
a promuovere la trasparenza nella pianificazione nazionale della Difesa ed a meglio
preparare le forze dei partner a cooperare con quelle dell’Alleanza. Un grosso
sforzo è quindi teso ad incoraggiare lo sviluppo dell’interoperabilità tra le forze dei
partner e quelle degli alleati per tutta la gamma di operazioni, per le attività
concernenti l’addestramento, per le esercitazioni del PfP.
48 Planning And Review Process.
62
Si è così creato un maggior coinvolgimento dei partner nel processo
decisionale in seno al PfP e si sono sviluppati ulteriormente, nel suo insieme, il
“Programma di Lavoro per il Partenariato” (Partnership Work Program -PWP).
Un programma quinquennale di esercitazioni NATO/PfP è stato quindi definito dal
Comitato Militare della NATO, in consultazione con i rappresentanti dei paesi
partner.
Il Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC), fornisce il contesto
politico di sostegno per tutte le attività di cooperazione ed allargamento tra alleati e
partner, a completamento delle accresciute opportunità offerte da un rafforzato
PfP.
L’EAPC ha sostituito il “Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico (NACC49)
ed ha fin da subito sviluppato un Piano d’azione che individuava i settori in cui i
suoi membri volevano attuare consultazioni e cooperazione rafforzate. In seno
all’EAPC sono state trattate materie di grande rilievo, ed anche questioni
concernenti la sicurezza durante i conflitti nei balcani.
Un Comitato Militare di Partenariato Euro-Atlantico (EAPMC 50) si riunisce
per discutere e scambiare punti di vista tra tutti i paesi dell’EAPC su questioni
militari. Le riunioni dell’EAPMC si tengono sia in sessione plenaria, con tutti i
paesi partner, sia in sessione limitata, allo scopo di concentrarsi su questioni
funzionali o regionali, quali la partecipazione congiunta a delle operazioni a
sostegno della pace. Alternativamente, si possono tenere in sessione individuale
con un solo paese partner. Queste riunioni hanno luogo sia a livello di Capi di
Stato Maggiore della Difesa, normalmente due volte l’anno per farle coincidere con
le analoghe riunioni di pari livello dell’Alleanza che hanno luogo a Bruxelles, o
mensilmente, a livello di Rappresentanti militari permanenti. Queste disposizioni
limitano la frequenza e i costi degli spostamenti a Bruxelles che ciascun Capo di
49 North Atlantic Cooperation Council. Il Consiglio di Cooperazione del Nord Atlantico fu stabilito nel dicembre 1991, in occasione del summit di Roma. Il NACC ha inizialmente riunito i paesi membri della NATO e nove paesi dell’Europa centro-Orientale in un nuovo foro di consultazione che ha posto le basi delle nuove relazioni di partenariato. Nel 1992 anche la Georgia, l’Albania e tutti gli stati della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) sono entrati a farne parte. 50 Euro Atlantic Partnership Military Committee.
63
stato maggiore della difesa deve fare. Tutte le riunioni sono presiedute dal
Presidente del Comitato militare della NATO.
Dal punto di vista prettamente pratico sono state intraprese delle ulteriori
iniziative, ed è stato aperto il Centro Euro-Atlantico di Coordinamento degli
Interventi in caso di Calamità (EADRCC51), che coordinerà, in stretta consultazione
con l’Ufficio dell’ONU per il coordinamento degli affari comunitari, gli interventi
dei paesi EAPC in caso di calamità all’interno dell’area geografica dell’EAPC.
L’EAPC ed il Partenariato per la Pace facilitano notevolmente lo sviluppo di
risposte a concrete questioni nel settore della sicurezza. L’operazione SFOR52 in
Bosnia Erzegovina e la reazione alla crisi in Kosovo sono due prove di questo.
Alle riunioni informative ed alle consultazioni sui vari aspetti dell’operazione
SFOR, tenutesi presso la sede NATO a Bruxelles hanno, infatti, sempre potuto
partecipare anche i partner che hanno preso parte all’operazione. Il PfP ha
ampliamente dato prova della sua potenzialità come strumento per evitare
l’allargamento di conflitti.
L’EAPC ha invece rappresentato un foro in cui lavorare alla definizione di un
comune atteggiamento verso situazioni particolarmente critiche per la sicurezza,
come la crisi nel Kosovo.
Sebbene siano strutture relativamente nuove, L’EAPC ed il Partenariato per la
Pace testimoniano una nuova realtà europea, in cui la stabilità a lungo termine è
assicurata attraverso la cooperazione.
51 Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre. Il Centro di Coordinamento Euro-Atlantico di risposta ai Disastri, originato sulla base di una proposta russa, è stato instaurato presso il quartier generale della NATO con il patrocinio del Consiglio per il Partenariato Euro-Atlantico (Euro-Atlantic Partnership Council – EAPC) nel maggio 1998. E’ strutturato per servire come “focal point” per il coordinamento degli sforzi di assistenza fra le nazioni dell’EAPC in caso di disastri di notevoli proporzioni, in stretto contatto con l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – OCHA). Dalla sua creazione lo EADRCC ha gia avuto un importante ruolo nel coordinamento degli aiuti umanitari per le alluvioni in Ucraina, Pomania ed Ungheria, per il terremoto del 1999 in Turchia e per il soccorso durante la crisi del Kosovo. 52 La Stabilisation Force (SFOR), a guida NATO, é stata in Bosnia-Herzegovina dal Dicembre 1996 come parte dell’impegno per far rispettare gli accordi di Pace di Dayton, nella Ex-Yugoslavia. Ha rimpiazzato la Implementation Force (IFOR), che era responsabile per il controllo degli aspetti militari degli accordi di pace.
64
2. LA CARTA NATO-UCRAINA
La Carta NATO-Ucraina è stata firmata durante il vertice di Madrid nel luglio
1997. Questo accordo, pur non rappresentando un’effettiva aspirazione ad entrare a
far parte dell’alleanza, riveste una notevole importanza per entrambe i soggetti.
L’Ucraina è probabilmente ancora molto lontana dai criteri necessari, ed anche dal
punto di vista prettamente politico, non vi è al momento nel paese una matura
opinione pubblica comune in tal senso. Sono tuttavia innegabili gli ovvii interessi
in un’effettiva e duratura stabilità europea. L’Ucraina, da parte sua, ha già dato
dimostrazione della sua volontà in tal senso. Dopo la riconquista della propria
indipendenza, nel 1991, ha unilateralmente rinunciato al proprio armamento
nucleare, aderendo al Trattato di Non Proliferazione (NPT) in qualità di stato non
dotato di armi nucleari. Tale azione ha rappresentato un forte contributo per la
riduzione della minaccia nucleare e per la creazione di uno spazio comune in
Europa. L’Ucraina, al suo interno, ha conseguito dei notevoli risultati nella
creazione di uno stato democratico e socialmente responsabile, nonostante le
notevoli difficoltà legate alle difficili condizioni di transizione, rappresentate
dell’eredità economica dell’impero sovietico e dall’inerzia di certi ambienti politici
del paese. Per proseguire con successo in tale transizione è necessaria all’Ucraina
la stabilizzazione dell’economia nazionale. Per superare le difficoltà connesse a
ciò, l’aiuto della comunità internazionale, nella forma di acquisizione delle risorse e
delle conoscenze, è fondamentale.
Parimenti è interesse dell’intera comunità euro-atlantica che l’Ucraina, con i
suoi 52 milioni di abitanti, non sia lasciata da sola a fronteggiare i propri problemi
economici, le difficoltà sociali ereditate e le ancora presenti conseguenze del
disastro ecologico di Chernobyl. Dal canto suo, l’Ucraina si è impegnata sin dalla
sua indipendenza in una politica estera mirata al rafforzamento dei rapporti con tutti
i paesi vicini e con varie organizzazioni internazionali. Ma è soprattutto nei
confronti della NATO che ha rivolto la sua attenzione, probabilmente
considerandola il più affidabile e capace pilastro della sicurezza europea. Pur
essendo gia un membro attivo in seno al Consiglio di partenariato euro-atlantico
(EAPC) e del Partenariato per la Pace (PfP), ha voluto aprire nuove prospettive di
65
cooperazione con la sottoscrizione di una Carta di partenariato specifico. Il più
concreto ed importante risultato della Carta NATO-Ucraina è la creazione della
commissione NATO-Ucraina, in ambito della quale l’Ucraina può consultarsi con
tutte le nazioni alleate della NATO, su un’ampia gamma d’attività di cooperazione
nel settore politico e militare. Tale commissione si riunisce periodicamente a
livello di ambasciatori e talvolta a livello di Ministri degli Esteri o di Ministri della
Difesa, discutendo questioni quali il rafforzamento della cooperazione nell’ambito
del mantenimento della pace, la creazione di un Gruppo congiunto per la riforma
della difesa e l’attuazione di un Gruppo congiunto sulla pianificazione civile
d’emergenza.
Il Comitato militare con l’Ucraina si riunisce invece in sessione dei Capi di
Stato Maggiore della Difesa almeno due volte l’anno, ed è inoltre previsto che
coincida con altre riunioni della NATO che hanno luogo allo stesso livello. La
riunione include i Capi di stato maggiore della difesa dei paesi membri
dell’Alleanza, i Comandanti strategici della NATO e il Rappresentante ucraino. E’
presieduta dal Presidente del Comitato Militare. Inoltre, le riunioni del Comitato
Militare con l’Ucraina a livello di Rappresentanti militari hanno luogo per due
ulteriori volte l’anno.
La Carta NATO-Ucraina assume in ogni caso un significato più ampio e
profondo rispetto alle attività di cooperazione citate, colmando il vuoto esistente
nella sicurezza e stabilità europea lasciato dalla fine della guerra fredda.
3. LE RELAZIONI NATO-RUSSIA.
La Russia fu, nel 1991, uno dei membri fondatori del North Atlantic
Coperation Council (NACC). Nel 1994 ha aderito alla PfP ed ha in seguito fornito
un utile contributo di truppe a supporto delle operazioni di mantenimento della pace
nei Balcani.
Nel Maggio 1997 è stato firmato a Parigi l”Atto istitutivo sulle relazioni, la
cooperazione e la sicurezza reciproche”. A seguito di tale accordo la NATO e la
66
Russia hanno creato un “Consiglio Congiunto Permanente” (PJC 53), nell’ambito del
quale è stato possibile istituire un nuovo modello di consultazione sulle questioni
concernenti la sicurezza. Dopo gli avvenimenti dell’11 Settembre 2001 è stata
fortemente sentita l’esigenza di dare un segnale di risposta tramite un’azione forte e
coordinata contro le minacce comuni. A seguito di ciò è stata concepita la
“dichiarazione di Roma”, firmata nel maggio 2002. Essa si basa sugli obiettivi e
sui principi dell’atto in precedenza firmato nel 1997, ed ha istituito “Consiglio
NATO-Russia)”. Quest’ultimo è un meccanismo per la consultazione, la
cooperazione, e l’assunzione di decisioni su azioni in comune, nel quale le singole
nazioni alleate e la Russia interagiscono paritariamente come parti uguali. E’ stato
così sostituito il PJC, nell’ambito del quale i 19 alleati dovevano coordinarsi
prioritariamente prima della discussione con la Russia.
Prima che fosse sostituito dal Consiglio NATO-Russia nel Maggio 2002, il
Consiglio Congiunto Permanente NATO-Russia (PJC), si riuniva normalmente, in
sessione dei Capi di Stato Maggiore/Capi di Stato Maggiore della Difesa almeno
due volte l’anno, per coincidere con la riunione del Comitato Militare della NATO
in sessione dei Capi di Stato Maggiore nella primavera e nell’autunno di ogni anno.
A ciascuna riunione partecipavano i Capi di Stato Maggiore della Difesa dei
paesi NATO, i Comandanti strategici della NATO ed i Rappresentanti Militari della
Russia. Alle riunioni del PJC in sessione permanente partecipavano i
Rappresentanti Militari che hanno sede a Bruxelles; tali riunioni avevano luogo più
frequentemente.
Sia le riunioni in sessione di Capi di Stato Maggiore della Difesa che quelle in
sessione permanente erano presiedute congiuntamente da tre rappresentanti, e cioè
il Presidente del Comitato Militare, un Capo di Stato Maggiore della Difesa di un
paese NATO o un Rappresentante Militare di un paese NATO con sede presso la
53 Permanent Joint Council. Il Consiglio Congiunto Permanente NATO-Russia è stato creato con L’Atto di Fondazione NATO-Russia (NATO-Russia Founding Act) firmato nel Maggio 1997. Questo stabilisce delle sessioni regolari del PJC a livello di Ambasciatori ed a livelli bi-annuale a livello dei Ministri degli Esteri. Il fine è di fornire un luogo di consultazione, cooperazione ed accrescimento del mutuo consenso su materie politiche e di Sicurezza. La Russia ha sospeso la partecipazione a queste riunioni dopo l’inizio della campagna aerea sul Kosovo. Su richiesta dell’Alleanza i paesi membri hanno potuto continuare un lavoro diplomatico assieme alla Russia per le iniziative necessarie a far cessare il conflitto. Sostituito a partire dal 2002 dal NATO-Russia Council.
67
NATO a Bruxelles, ed il Rappresentante Militare russo. Nelle riunioni ora
menzionate, il rappresentante di un paese NATO ruotava trimestralmente tra quelli
dei paesi dell’Alleanza.
Durante le riunioni, sia a livello di Capi di Stato Maggiore della Difesa che di
Rappresentanti permanenti, i tre co-presidenti condividevano anche la conduzione
dei lavori per ciascun argomento all’ordine del giorno. L’ordine del giorno per
ciascuna riunione era approntato in conformità ad un accordo stabilito
bilateralmente tra lo Stato Maggiore Militare Internazionale della NATO (IMS) e la
Rappresentanza russa, ed era successivamente approvato da ciascuno dei tre
presidenti.
Il “Consiglio NATO-Russia” si basa su meccanismi più semplici ed ha delle
prerogative più ambiziose. Si riunisce almeno una volta il mese al livello di
ambasciatori e rappresentanti militari. Due volte l’anno a livello di Ministri della
Difesa e di capi di Stato maggiore. Occasionalmente può riunirsi anche a livello di
vertice.
Come sancito nell’atto di fondazione, il “Consiglio NATO-Russia” pone la sua
attenzione su aree che includono:
− la guerra contro il terrorismo;
− la gestione delle crisi internazionali;
− il controllo e la non proliferazione degli armamenti;
− le misure di controllo del potenziale militare e di accrescimento della fiducia
fra le nazioni;
− la difesa dai missili balistici di teatro;
− la ricerca e salvataggio in mare;
− la cooperazione militare;
− la gestione di emergenze civili e di eventi catastrofici.
Giova ricordare, in ogni caso, che gia prima della firma della “Dichiarazione di
Roma”, notevoli risultati sono stati ottenuti nell’ambito dei rapporti di
cooperazione fra NATO e Russia. Dal 1996 un contingente Russo opera in
Bosnia-Herzegovina, integrato nella “Stabilization Force” (SFOR), ricoprendo un
68
ruolo di responsabilità esclusiva in una specifica area d’assegnazione. Nel 1999,
nonostante le notevoli divergenze politiche in merito alla decisione dell’alleanza di
intervenire militarmente in Kosovo per porre fine alle repressioni politiche ed
etniche in corso nella regione, la Russia è riuscita a ricoprire un ruolo chiave per
porre termine al conflitto. Susseguentemente un contingente militare russo è stato
integrato nella Kosovo Force (KFOR54), contribuendo in tale ambito al
mantenimento della sicurezza ed al supporto degli interventi umanitari e
dell’amministrazione provvisoria dell’ONU nella regione. Anche nel campo
della protezione civile e della ricerca e soccorso in mare esistevano gia da prima
della dichiarazione di Roma specifici trattati bilaterali. Così come nel campo della
cooperazione scientifica e dell’ecologia.
La creazione del “Consiglio NATO-Russia” rappresenta quindi l’evoluzione
naturale della forte volontà di rafforzamento dei legami di cooperazione che si era
già manifestata nel decennio precedente.
4. IL DIALOGO CON I PAESI DEL MEDITERRANEO.
Ben cinque Nazioni alleate (Spagna, Francia, Italia, Grecia, e Turchia) toccano,
con i loro confini, il Mediterraneo. E’ quindi ovvio l’interesse della NATO (e
soprattutto dell’Europa) al mantenimento della sicurezza e della stabilità nell’intera
regione mediterranea.
Per questi motivi, la NATO ha lanciato nel 1995 un’iniziativa tesa ad
instaurare un canale di dialogo preferenziale con sei paesi che si affacciano al lato
sud del Mediterraneo. A questo primo gruppo di nazioni, che comprendeva Egitto,
54 Forza Multinazionale stabilita in Kossovo sotto gli auspici delle Nazioni Unite, in accordo alla risoluzione 1244 del 10 Giugno 1999. Un nucleo iniziale di truppe NATO è stato dislocato in Macedonia per facilitare e permettere l’insediamento delle forze KFOR. All’inizio della campagna aerea NATO, alla fine di Marzo, queste truppe sono state poste sotto il controllo Operativo del Comandante dei “Corpi di Reazione Rapida Alleati” (Allied Rapid Reaction Corps – ARRC) del “Comando Alleato Europeo” (Allied Command Europe – ACE). Sono poi state susseguentemente rassegnate a compiti umanitari in risposta alla crescente crisi causata dal fenomeno dei rifugiati. Con l’aggiunta di forze addizionali inviate nella regione, è stato possibile fornire un effettivo supporto ai rifugiati ed assistere le agenzie umanitarie internazionali.
69
Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia, si è susseguentemente aggiunta
nell’anno 2000 l’Algeria.
Questo progetto di dialogo, che va a complementare analoghe attività
intraprese dalla UE e dall’OSCE, si propone di ottenere un contributo alla sicurezza
e stabilità della regione ed una migliore comprensione reciproca mirata ed evitare
delle percezioni distorte nei confronti della NATO da parte dei paesi partecipanti e
viceversa. Tramite quest’iniziativa è offerta alle sei nazioni, attraverso incontri
bilaterali tenuti al livello desiderato dalle nazioni stesse, la possibilità di partecipare
ad attività congiunte. Queste comprendono l’offerta di corsi presso le scuole della
NATO, l’organizzazione di visite d’intellettuali, accademici, parlamentari e
giornalisti presso la NATO, la possibilità di osservare lo svolgimento di
esercitazioni della NATO/PfP, ecc. Per quanto riguarda l’aspetto politico sono
svolti regolarmente degli incontri bilaterali a livello di ambasciatori. Vengono
inoltre organizzate delle riunioni multilaterali del Consiglio Atlantico con le sette
nazioni partecipanti, durante le quali sono illustrate le attività dell’Alleanza e sono
scambiati i diversi punti di vista.
Sulla base della migliore comprensione reciproca, tre dei sette paesi
partecipanti all’iniziativa di dialogo, ed in particolare Editto, Giordania e Marocco,
hanno partecipato alle missioni di mantenimento della pace, guidate dalla NATO,
nei Balcani.
70
CAPITOLO VII
IL PROCESSO DI ALLARGAMENTO DELL’ALLEANZA
La NATO è indubbiamente un’organizzazione difensiva aperta. Sin dalla nascita
dell’Alleanza è stato chiaramente determinato che:
“Le Parti possono, con accordo unanime, invitare ad aderire a questo Trattato
ogni altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente
Trattato e di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale
.(...)”55
.
Quattro nuove adesioni hanno avuto luogo nei primi cinquanta anni di vita
dell’Alleanza, ma la vera svolta è avvenuta negli anni novanta, con la fine del patto di
Varsavia e con l’invito di adesione ai primi tre paesi di area ex sovietica.
1. LA GENESI DELL’ALLEANZA “A 16”
Alla firma del trattato Nord Atlantico hanno originariamente preso parte 12
paesi. Nel trattato stesso era fin da allora prevista l’adesione, su invito unanime di
tutti gli altri paesi aderenti, d’ogni altro stato europeo in grado di favorire lo
sviluppo dei principi originari e di contribuire alla sicurezza della regione
dell’Atlantico settentrionale.
Tutte le successive adesioni hanno comunque comportato discussioni e
decisioni politiche difficili e strutturate.
Nel 1952 furono ammessi nell’Alleanza Grecia e Turchia. In piena guerra
fredda, l’adesione delle due nazioni ha avuto un notevole significato, rafforzando il
fronte sud del confine con il blocco sovietico ed incrementando notevolmente le
capacità militari dell’alleanza nell’area meridionale.
55 Articolo 10, Trattato Nord Atlantico, Washington DC, 4 aprile 1949
71
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, era abbastanza diffusa l’opinione
che concedere alla Germania occidentale la possibilità di ricostruire un qualsiasi
potenziale militare avrebbe rappresentato un pericolo per la pace. Nonostante ciò
nel 1955, e cioè dopo solo un decennio dalla fine del conflitto, la Repubblica
Federale di Germania fu ammessa nella NATO, sempre con lo scopo di bilanciare
ad ovest il potenziale militare espresso dal Patto di Varsavia. La Germania
Occidentale, dando il via allo sviluppo di nuove capacità di difesa integrate nella
struttura NATO, iniziò così un processo di profonda e decisa integrazione con
l’occidente, creando le basi per la sua futura riunificazione con la parte orientale.
Nel 1982 fu ammessa la Spagna. Tale evento causò un acceso dibattito
interno nella nazione, che dovette anche sottoporre la decisione a due referendum
popolari. A causa di tali controversie politiche, solo nel 1998 la Spagna ha potuto
entrare a far parte integrante della struttura organizzativa militare dell’Alleanza.
Ogni fase di questo processo è dunque sempre stata soggetta a controversie
specifiche. Anche la politica di allargamento, in generale, non ne è però stata
esente. Fra le questioni più frequentemente sollevate vi erano quelle sulla
possibilità di deliberare efficacemente e prendere decisioni, per le quali è richiesta
l’unanimità, in un’Alleanza ulteriormente allargata. Inoltre, un allargamento
generalizzato dell’Alleanza avrebbe potuto irritare la Russia ed il blocco orientale,
che avrebbe potuto percepirla come un atto di ostilità verso i propri interessi. Il
dibattito su queste questi problemi sono divenuti molto più frequenti dopo la fine
della guerra fredda, con un’Alleanza giunta ormai a 16 membri.
2. LO ”STUDIO SULL’ALLARGAMENTO DELLA NATO” E L’ADESIONE
DI POLONIA, REPUBBLICA CECA ED UNGHERIA
L’obiettivo che è alla base di un’ulteriore apertura dell’Alleanza a nuovi
membri, è quello di rafforzare la stabilità in tutta l’Europa, non quello di estendere
l’influenza o le capacità militari della NATO o di alterare la natura del suo basilare
dispositivo di difesa. Le garanzie offerte dalla sicurezza collettiva della NATO e
l’utilizzo di strutture di forze multinazionali costituiscono il miglior modo per
72
raggiungere tale obiettivo, basandosi sulla condivisione dei rischi, delle
responsabilità e dei costi.
Nel gennaio 1994, al vertice di Bruxelles, i leader alleati riaffermarono quindi
che l’Alleanza era aperta alla partecipazione di altri stati europei in grado di
favorire i principi del Trattato di Washington e di contribuire alla sicurezza
nell’area nord atlantica.
In seguito ad una decisione presa dai Ministri degli esteri alleati nel dicembre
1994, gli aspetti riguardanti il “perché e come” delle future adesioni all’Alleanza
furono esaminati dagli alleati nel corso del 1995, mantenendo come punti fermi di
qualsiasi ipotesi il mantenimento del sistema decisionale basato sull’unanimità di
tutti i membri e la realizzabilità economica.
Lo “Studio sull’allargamento della NATO” che ne risultò, fu pubblicato nel
settembre 1995. I principi evidenziati nello Studio rimangono basilari per
l’atteggiamento d’apertura tenuto dalla NATO nell’invitare nuovi paesi ad unirsi ad
essa.
Riguardo al “perché ”dell’allargamento della NATO, lo Studio concludeva
che, con la fine della Guerra fredda e con la scomparsa dell’Organizzazione del
Patto di Varsavia, vi era al contempo la necessità e l’occasione unica per creare una
migliorata sicurezza nell’intera area euro-atlantica, senza creare nuovamente delle
linee di divisione.
Secondo lo studio, l’allargamento dell’Alleanza contribuirà a migliorare la
stabilità e la sicurezza di tutti i paesi dell’area euro-atlantica in numerosi modi.
Incoraggerà e sosterrà le riforme democratiche, in particolare l’istituzione di un
controllo civile e democratico sulle forze armate. Favorirà modelli e forme di
cooperazione, di consultazione e di ricerca del consenso, che caratterizzano le
relazioni tra gli attuali Alleati, e promuoverà relazioni di buon vicinato nell’intera
area euro-atlantica. Accrescerà la trasparenza nella pianificazione della difesa e
nei bilanci militari, accrescendo quindi la fiducia tra gli stati, e rafforzerà la
tendenza all’integrazione e alla cooperazione in Europa. Consentirà inoltre
all’Alleanza di contribuire maggiormente alla sicurezza europea e internazionale e
di sostenere le attività di mantenimento della pace sotto l’egida dell’ONU o
dell’OSCE e rafforzerà ed amplierà il legame transatlantico.
73
Riguardo al “come” dell’allargamento, lo studio confermava che, come in
passato, ogni futura ulteriore attribuzione dello status di membro dell’Alleanza
sarebbe avvenuta in base all’articolo 10 del Trattato Nord Atlantico. Una volta
entrati, i nuovi membri avranno tutti i diritti e assumeranno tutti gli obblighi
concernenti lo status di membro in virtù del Trattato. Sarà necessario che essi
accettino e osservino i principi, le politiche e le procedure adottate da tutti i membri
dell’Alleanza al momento della loro adesione. Lo Studio chiariva che la volontà e
la capacità di onorare tali impegni, non solo sulla carta ma anche in pratica,
avrebbero rappresentato un fattore discriminante in ogni decisione assunta
dall’Alleanza di indirizzare ad un paese l’invito a aderire.
Gli stati che sono coinvolti in conflitti etnici o in controversie internazionali
per motivi territoriali, come rivendicazioni irredentistiche o controversie
giurisdizionali interne, devono impegnarsi a risolvere tali situazioni con mezzi
pacifici conformemente ai principi dell’OSCE, prima di poter diventare membri.
Lo Studio inoltre rilevava come la capacità dei paesi interessati a contribuire
militarmente alla difesa collettiva, al mantenimento della pace e alle altre nuove
missioni dell’Alleanza avrebbe costituito un altro elemento per decidere se invitarli
a aderire all’Alleanza. Infine, concludeva lo Studio, gli alleati avrebbero deciso
all’unanimità se invitare ciascun nuovo membro a aderire, basando la loro
decisione sul contribuito alla sicurezza e alla stabilità nell’area nord Atlantica che il
nuovo membro avrebbe apportato.
Nessun paese estraneo all’Alleanza ha un diritto di veto o un qualsivoglia
diritto di interferenza o controllo sul processo d’allargamento o sulle decisioni ad
esso relative.
Al vertice di Madrid del luglio 1997, alla fine di un approfondito dibattito a
tutto campo e di un intensificato dialogo con ciascuno dei paesi partner interessati, i
Capi di stato e di governo dell’Alleanza invitarono la Repubblica Ceca, l’Ungheria
e la Polonia ad iniziare con la NATO i colloqui riguardanti l’adesione. In seguito a
tale decisione, nell’autunno 1997 iniziarono le trattative con ciascuno dei paesi
invitati e nel dicembre 1997 furono firmati i rispettivi Protocolli d’Adesione. Tali
Protocolli furono ratificati da tutti i 16 paesi alleati secondo le rispettive procedure
nazionali e dai nuovi membri.
74
Contemporaneamente alla fase di ratifica, di carattere prettamente politico, fu
intrapresa un’intensa attività che si svolse sia in questi stessi paesi che nella NATO,
per consentire alle forze armate ceche, ungheresi e polacche di adeguarsi al loro
futuro ruolo. In questo modo, tramite delle relazioni e degli incontri preparatori
per agevolare ciascun paese all’adempimento degli obblighi che avrebbe assunto
divenendo membro dell’Alleanza e per consentire loro di familiarizzare con le
procedure e le pratiche in vigore, il processo d’adesione alle strutture militari
dell’Alleanza è avvenuto efficacemente. Questi preparativi contribuirono a
definire la partecipazione di ciascun nuovo paese membro alle strutture della
NATO, a stabilire i metodi attraverso i quali si sarebbe realizzata la loro
integrazione e a facilitare il loro coinvolgimento nelle attività dell’Alleanza nel
corso della fase d’adesione.
Nel marzo 1999 i tre paesi aderirono formalmente al Trattato e nell’aprile
1999, a Washington, questi tre paesi hanno partecipato alla loro prima riunione al
vertice in qualità di membri della NATO56.
L’allargamento dell’Alleanza e l’adesione di tre nuovi membri, insieme
all’influenza della cooperazione nell’ambito del programma di Partenariato per la
Pace, spostano l’attenzione dei responsabili militari verso le attuali e future
esigenze. Ciò implica delle capacità più mobili e più flessibili, concepite per
facilitare una rapida reazione, l’invio di rinforzi e la risposta ad altre esigenze nel
campo della gestione delle crisi. I nuovi paesi membri parteciperanno all’intera
gamma delle missioni e dei compiti della NATO. Saranno attivamente coinvolti,
al fianco degli altri paesi che partecipano alla struttura di comando militare
integrata, alla pianificazione, allo sviluppo e al personale assegnato alle strutture
delle forze della NATO.
In tale occasione, i leader della NATO hanno sottolineato come l’Alleanza
sarebbe rimasta aperta ed hanno affermato che la NATO avrebbe continuato ad
accogliere nuovi membri che fossero in grado di favorire i principi del Trattato e di
contribuire alla pace e alla sicurezza nell’area euro-atlantica.
56 Nell’Allegato “H” è riportato un riassunto cronologico di tutte le tappe che hanno portato alla adesione dei tre nuovi stati membri.
75
3. IL “MEMBERSHIP ACTION PLAN (MAP)”
La NATO prevede di indirizzare nei prossimi anni altri inviti a paesi che sono
desiderosi ed in grado di assumere le responsabilità e gli obblighi che lo status di
membro comporta, se considererà l’adesione di questi paesi utile agli interessi
generali, politici e strategici, dell’Alleanza e tale da rafforzare la sicurezza e la
stabilità complessive dell’Europa.
I leader della NATO hanno avviato inoltre un Piano d’Azione per l’Adesione
(MAP – Membership Action Plan), concepito specificamente per fornire consigli e
suggerimenti ai paesi che aspirano a aderire all’Alleanza. Nove paesi, hanno
immediatamente espresso il loro interesse nell’iniziativa: Albania, Bulgaria,
Estonia, Latvia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia e Macedonia. Nel
Maggio 2002 anche la Croazia ha aderito al MAP.
Nel novembre 2002, sette di questi stati (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania,
Romania, Slovacchia e Slovenia) sono stati invitati ad iniziare le trattative per
l’adesione in occasione del summit di Praga.
Il Piano d’Azione per l’Adesione (MAP) è destinato ad assistere nella loro
preparazione quei paesi che desiderano aderire all’Alleanza fornendo consigli,
assistenza e sostegno pratico su tutti gli aspetti dell’adesione alla NATO. Le sue
principali caratteristiche sono:
− i paesi candidati sottopongono annualmente dei programmi nazionali
individuali sulla loro preparazione ad una possibile futura adesione e
riguardanti gli aspetti politici, economici, della difesa, delle risorse, della
sicurezza e quelli normativi;
− un franco meccanismo di riscontro focalizzato sui progressi dei paesi candidati
riguardo ai loro programmi, che includa consigli di ordine sia politico che
tecnico, come pure delle riunioni annuali nella composizione 19 +1 a livello di
Consiglio per valutare i progressi compiuti;
− un meccanismo di compensazione per contribuire a coordinare l’assistenza da
parte della NATO e dei paesi membri ai paesi candidati nel settore militare e
della difesa;
76
− un metodo di pianificazione della difesa per i candidati che includa
l’elaborazione e il riesame degli obiettivi di pianificazione stabiliti.
Per diventare membri della NATO, i paesi candidati devono dimostrare di aver
raggiunto un sistema di governo democratico funzionante, un sistema politico
stabile ed un’economia di mercato. Devono inoltre dimostrare di trattare le
problematiche relative alle minoranze etniche secondo le linee guida dell’OSCE, di
avere risolto qualsiasi disputa o controversia con i paesi confinanti, di prediligere
generalmente la soluzione di ogni controversia in maniera pacifica. E’ inoltre loro
richiesto di essere in grado di dare volontariamente un contributo militare
all’Alleanza, di perseguire l’interoperabilità con le forze degli altri paesi membri e
di fare in modo che le relazioni interne fra l’apparato militare e le organizzazioni
civili e politiche siano in accordo con gli standard democratici.
Delle riunioni periodiche permettono alle singole nazioni di verificare i
progressi e di beneficiare d’assistenza, consigli ed aiuti.
I Ministri degli esteri della NATO tengono sotto continuo esame il processo
d’allargamento, inclusa l’attuazione del Piano d’azione per l’adesione.
L’avvio del Piano d’azione per l’adesione (MAP), ha aiutato i paesi candidati
all’adesione alla NATO a focalizzare sempre più la loro preparazione sul
raggiungimento degli obiettivi e delle priorità enunciate nel Piano. Inoltre, la sua
attuazione ha cessato di essere una questione riguardante solo i Ministeri degli
Esteri e della Difesa. Con l’istituzione di riunioni interministeriali a livello
nazionale, il raggiungimento degli obiettivi del Piano coinvolge sempre più altre
strutture governative in un’azione coordinata e sistematica.
Il MAP rende concreto l’impegno della NATO a tenere la propria porta aperta.
In ogni caso, la partecipazione al MAP non garantisce la futura adesione, come il
Piano non consiste semplicemente in un elenco di criteri che i paesi candidati
devono seguire. Le decisioni di invitare i candidati ad avviare le trattative per
l’adesione sono prese all’interno della NATO all’unanimità e caso per caso.
Il MAP consente che validi riscontri e consigli vadano dalla NATO ai paesi
candidati riguardo alla preparazione per conseguire la futura adesione e prevede
una serie d’attività destinate a rafforzare la candidatura di ciascun paese candidato.
77
Il MAP non sostituisce il programma di Partenariato per la Pace (PfP). La
partecipazione dei paesi candidati al PfP e al suo Processo di Pianificazione e di
revisione (PARP 57) è stata adattata alle loro esigenze. Una piena partecipazione al
PfP/PARP è essenziale, perché consente ai paesi candidati di sviluppare
l’interoperabilità con le forze della NATO e di preparare le loro strutture delle forze
e le loro capacità ad una possibile futura adesione.
Come il PfP, il MAP si basa sul principio dell’autodifferenziazione: i paesi
candidati sono liberi di scegliere gli elementi del MAP più idonei alle loro priorità e
alle loro situazioni nazionali. I paesi candidati presentano un Programma
nazionale annuale sulla preparazione alla possibile adesione che copre aspetti
politici ed economici, di difesa/militari, delle risorse, della sicurezza e normativi,
stabiliscono i loro obiettivi, i loro scopi e i tempi di realizzazione. Ci si attende che
tali programmi siano aggiornati ogni anno dai paesi candidati, ma possono essere
modificati in ogni momento.
La NATO segue i progressi compiuti da ciascun paese candidato e fornisce
consigli politici e tecnici. Riunioni del Consiglio Atlantico con ciascuno dei paesi
candidati hanno luogo per discutere dei progressi compiuti. Durante tutto l’anno
riunioni ed incontri di lavoro con esperti civili e militari della NATO in vari settori
consentono di valutare l’intera gamma delle questioni connesse all’adesione. Ogni
anno, un rapporto annuale complessivo sui progressi compiuti nelle attività
comprese nel MAP è sottoposto ai Ministri degli esteri e della difesa della NATO,
nelle loro ordinarie riunioni di primavera.
Ci si attende che i paesi candidati conseguano certi obiettivi in campo politico
ed economico. Questi includono: risolvere con mezzi pacifici ogni controversia
internazionale, etnica o di natura territoriale con l’estero; dimostrare rispetto per lo
stato di diritto e i diritti umani; istituire un controllo democratico sulle proprie forze
armate, promuovere la stabilità e il benessere attraverso la libertà economica, la
giustizia sociale e un atteggiamento responsabile in campo ambientale.
57 Planning And Review Process. Il Processo di Pianificazione e Verifica dell’iniziativa PfP é stato creato nel Novembre 1994 nell’ambito del Programma PfP, con partecipazione, su base volontaria, delle nazioni interessate. E’ mirato ad incoraggiare la trasparenza nella pianificazione della difesa e lo sviluppo della interoperabilità delle forze dei paesi Partner con i paesi membri della NATO, attraverso lo sviluppo e la verifica di obiettivi comuni concordati. Diciassette paesi Partner partecipano al PARP.
78
Le questioni militari e della difesa si focalizzano sulla capacità del paese a
contribuire alla difesa collettiva e alle nuove missioni dell’Alleanza. La piena
partecipazione al PfP costituisce un elemento fondamentale. Attraverso i loro
programmi individuali, i paesi candidati possono concentrarsi sulle questioni
essenziali relative all’adesione. Gli Obiettivi del Partenariato per i paesi candidati
includono degli obiettivi di pianificazione che coprono quei settori più direttamente
rilevanti per i paesi che aspirano a aderire alla NATO.
Le questioni riguardanti le risorse si focalizzano sull’esigenza di ogni paese
candidato a consacrare alla difesa sufficienti risorse per consentirgli di fronteggiare
gli obblighi che la futura adesione comporterebbe in termini d’impegni collettivi in
ambito NATO.
Le questioni di sicurezza si focalizzano sulla necessità, per i paesi candidati, di
controllare che siano state attuate procedure in grado di garantire la sicurezza delle
informazioni sensibili.
Gli aspetti normativi si riferiscono all’esigenza per i paesi candidati di
garantire che le disposizioni e gli accordi che regolano la cooperazione all’interno
della NATO siano compatibili con la loro legislazione interna.
In definitiva, risulta che l’ampliamento della NATO è un processo aperto e
continuo, non un evento unico, e costituisce un ulteriore passo verso l’obiettivo
fondamentale dell’Alleanza di migliorare la sicurezza e di espandere la stabilità in
tutta l’area Euro-Atlantica, il che consente di completare le più generali tendenze
all’integrazione, in particolare l’allargamento della UE e della WEU e il
rafforzamento dell’OSCE.
79
CAPITOLO VIII
LA NATO DEL VENTUNESIMO SECOLO
Nell’arco dalla sua esistenza, l’Alleanza ha dovuto più volte adattare le proprie
strategie agli avvenimenti ed al variare delle condizioni. Lo stravolgimento dell’assetto
politico internazionale avvenuto negli ultimi quindici anni, per la sua dimensione ed
importanza, rende necessaria una profonda revisione, non solo dottrinale ma anche
pratica, dei mezzi, dei metodi e dell’organizzazione. Dal canto loro, con la fine della
politica della “confrontazione” Est-Ovest, gli Stati Uniti hanno dato inizio ad una
riduzione di circa un terzo dello strumento militare, seguiti da tutti i principali alleati.
Con le operazioni sui balcani, inoltre, l’Alleanza ha potuto costatare le difficoltà
peculiari delle operazioni di supporto alla pace ed individuare sul campo le proprie
principali carenze. In quest’ottica, la NATO ha avviato un complesso processo di
trasformazione del dispositivo di difesa, per renderlo più snello, flessibile e modulabile,
quindi più idoneo alle esigenze future.
Deve inoltre essere tenuto conto delle possibili ed inevitabili interazioni con le
altre istituzioni, principalmente Unione Europea e WEU, per fare in modo che siano
evitate duplicazioni di sforzi da parte degli stati membri.
L’Alleanza, allargando le proprie responsabilità alle operazioni di supporto alla
pace, sposta, di fatto, il baricentro dei propri obiettivi più sulla “sicurezza”
internazionale che sulla “difesa” comune. Sono quindi presi in considerazione tutti i
pericoli d’origine endogena che potrebbero in qualche maniera mettere in pericolo gli
stati membri e l’Alleanza nel suo complesso. La lotta al terrorismo, con le connotazioni
di “internazionalità” recentemente assunte, deve quindi essere incluso fra gli argomenti
di maggiore attenzione per garantire la sicurezza.
Sulla base di queste premesse, é prevedibile che la NATO continuerà ad avere,
ancora per parecchi anni, un ruolo di rilevanza nella politica internazionale futura.
80
1. LA TRASFORMAZIONE DEL DISPOSITIVO DI DIFESA
Come noto, il ruolo della NATO è stato ed è tuttora quello di garantire la
sicurezza e l’integrità territoriale dei paesi membri. Sulla base di tali premesse,
per almeno quaranta anni, la principale preoccupazione degli Alleati è stata quella
di mantenere delle forze sufficienti per costituire una dissuasione ed una difesa
contro la minaccia della guerra. Il ruolo ed i compiti della NATO rimangono
tuttora immutati, sebbene la situazione riguardante la sicurezza, dagli anni ’90 in
poi, sia del tutto differente rispetto al passato. Ciò ha permesso un
ridimensionamento dell’Alleanza, che ha anche potuto assumere nuovi ruoli,
parallelamente all’immutata funzione primaria di difesa collettiva.
Ad esempio, attraverso tutta una lunga serie di accordi ed iniziative di
cooperazione (PfP-EAPC, Consiglio NATO-Russia, Commissione NATO-Ucraina,
ecc.), la NATO svolge una capillare e rilevante azione nell’agevolare la trasparenza
e nel creare maggiore fiducia con i suoi partner. Le stesse iniziative svolgono
inoltre un importante ruolo nella verifica degli accordi sul controllo degli
armamenti.
In generale, i compiti di mantenimento della pace e di gestione delle crisi delle
forze della NATO sono andati crescendo d’importanza di pari passo con lo
sviluppo del ruolo complessivo assunto dall’Alleanza in questo campo. E’ proprio
in tale ruolo che l’Alleanza ha dovuto affrontare le sfide più difficili, che hanno
richiesto determinazione, unità d’intenti, e l’entrata in azione sul campo della
NATO, nell’ambito degli sforzi multinazionali per porre fine al conflitto nei
Balcani. L’Alleanza ha utilizzato per la prima volta nel 1993 la forza armata
quale strumento di gestione delle crisi a sostegno degli sforzi delle Nazioni Unite
volti a porre fine al conflitto Jugoslavo. Con tale azione la NATO ha contribuito
alla realizzazione di un accordo di pace in Bosnia. In seguito, alla NATO è stato
assegnato il compito dell’attuazione degli aspetti militari dell’accordo guidando
prima un’apposita Forza multinazionale di implementazione (IFOR), e
susseguentemente una Forza di stabilizzazione (SFOR).
In entrambe i casi, la NATO ha agito in virtù di mandati delle Nazioni Unite.
In pratica la NATO ha allargato l’ambito delle sue iniziative e possibilità d’azione
81
in maniera notevole, sebbene gradualmente. Inizialmente ha, infatti, avuto un
compito relativamente limitato di sostegno agli sforzi dell’ONU per il
mantenimento della pace, per poi assumere il pieno controllo di tutte le complesse
operazioni, coinvolgendovi la partecipazione di forze d’altri paesi non membri.
Questi avvenimenti prettamente militari, hanno avuto notevoli ripercussioni
politiche, causando un’intens ificata cooperazione tra la NATO, i suoi partner ed
anche altri paesi, producendo notevoli benefici per la sicurezza e la stabilità
dell’intera Europa.
Tali effetti sono proseguiti con l’operazione effettuata in Kosovo, nella quale
l’Alleanza ha contribuito ad attenuare la crisi umanitaria nei paesi limitrofi, ha
condotto una campagna aerea per porre termine al conflitto interno ed ha in seguito
guidato il dispiegamento di una forza militare (KFOR) per creare le basi per una
pace e stabilità durature. Tutto questo ha rafforzando l’immagine e le capacità
della NATO nella gestione delle crisi internazionali.
L’evoluzione del ruolo dell’Alleanza nel contesto geopolitico internazionale, e
soprattutto Europeo, riflette l’impegno a sviluppare l’Identità di Sicurezza e Difesa
Europea nell’ambito della NATO, dando un notevole impulso all’attività politica
dell’EU in tale direzione.
Anche in campo prettamente militare possono essere facilmente individuate
delle azioni volte a adattare le forze dell’Alleanza alle nuove circostanze. La
NATO sta creando una struttura ridotta, ma significativamente più mobile e
flessibile. L’entità specifica delle riduzioni può essere quantizzata in circa un
terzo, sia per la componente terrestre, che per quelle navali ed aeree. Anche il
livello di prontezza e reazione di molti reparti è stato ridimensionato. La NATO si
sta quindi riorganizzando per consentire una ricostruzione delle forze ed un loro
accrescimento in maniera flessibile, sia per far fronte sia alle esigenze di difesa
collettiva, sia per la gestione delle crisi, sia per le operazioni a sostegno della pace.
Al vertice NATO di Bruxelles del Gennaio 1994 è stato approvato il concetto
di “Forze d’Intervento Multinazionale Interforze” (Combined Joint Task Forces -
CJTF), quale importante componente dell’adattamento delle strutture dell’Alleanza
ai cambiamenti nel contesto della sicurezza europea. Con il concetto di
“Combined Joint Task Forces” si sono voluti creare dei mezzi flessibili per
82
affrontare le nuove sfide alla sicurezza, con particolare attenzione ad operazioni che
possano coinvolgere la partecipazione di paesi non membri dell’Alleanza e ad
operazioni di mantenimento della pace e sicurezza internazionale a cui la NATO
potrebbe partecipare, senza averne la “leadership”, con propri mezzi e strutture.
Lo scopo è quello di rendere la NATO capace di dispiegare, con breve preavviso,
forze multinazionali ed interforze adattate alle specifiche esigenze del caso,
facilitando l’integrazione ad operazioni a sostegno della pace di paesi non membri.
In sintesi, la NATO è tuttora in una fase di continua trasformazione delle
proprie forze convenzionali e di tutto il dispositivo di difesa. Questo complesso
processo deve tener conto di molti fattori. In caso di minaccia militare per la
sicurezza dei membri dell’Alleanza la NATO deve poter avere un’adeguata
capacità militare per affiancare e rafforzare l’azione politica, che rimane l’elemento
essenziale alla base dell’esistenza stessa del sodalizio militare dell’Alleanza. Tale
capacità militare, e la relativa prontezza d’azione, per essere credibili devono essere
manifestate in modo chiaro.
Nel corso dei cinque decenni d’esistenza sono state create molte strutture di
supporto alla difesa integrata, che vanno dalla pianificazione collettiva delle forze,
al finanziamento comune, alle formazioni multinazionali, al sistema integrato di
difesa aerea, ai comandi multinazionali, ecc. Queste risorse forniscono
innanzitutto dei benefici politici e militari ai paesi membri, per lo scambio di
personale, informazioni, esperienze, per l’addestramento in comune, e per altri
mille motivi di carattere operativo e logistico. L’ammissione dei paesi partner
della NATO a tali risorse organizzative e la creazione d’analoghe strutture
consente e facilita il rafforzamento della cooperazione e dell’impegno comune
nelle questioni concernenti la sicurezza Euro-Atlantica
Alla base di tutti i cambiamenti rimangono in ogni caso due principi
intangibili:
− l’impegno alla difesa collettiva, quale funzione centrale e fondamento
dell’Alleanza;
− la salvaguardia del legame transatlantico, quale garante della credibilità e
dell’efficacia dell’Alleanza.
83
E’ in ogni modo chiaro che, in definitiva, la minaccia di una guerra su larga
scala, provocata da un conflitto ideologico, da ostilità politica e da
contrapposizione militare, è notevolmente diminuita. L’attenzione è invece rivolta
molto di più a compiti di mantenimento della pace, di prevenzione dei conflitti, di
gestione delle crisi che la NATO effettivamente può trovarsi a dover fronteggiare.
Alcuni di questi rischi sono insiti in situazioni conflittuali tramandate sin dalla
fine della guerra fredda, come ad esempio il caso della Ex-Jugoslavia che, per la
portata, la vicinanza e le implicazioni dirette con il tessuto politico Europeo,
possono rappresentare non solo dei rischi per la pace di alcuni stati, ma anche dei
pericoli diretti per la stabilità regionale. Ciò dimostra ulteriormente che è, per i
membri dell’Alleanza, assolutamente necessario mantenere una forte solidarietà,
politica e militare, per far fronte ad un’ampia gamma d’eventualità.
2. LA GUERRA AL TERRORISMO.
E’ noto che, gia da qualche anno, gli Stati Uniti sono impegnati nella
cosiddetta “guerra al terrorismo”, con tutte le implicazioni e le conseguenze, di
carattere politico, economico, di sicurezza, che una vera e propria guerra comporta.
Allo stesso tempo, nonostante la solidarietà politica dimostrata specialmente
dopo gli eventi dell’11 Settembre, l’Europa non fa altrettanto.
Gli stati europei, sebbene toccati a loro volta direttamente dal terrorismo,
continuano ad inquadrare il problema nell’ambito delle attività volte ad
incrementare la loro sicurezza interna.
L’Europa ha già per lungo tempo dovuto occuparsi di contrastare dei fenomeni
di terrorismo, di livello inferiore a quello emerso di recente, mettendo in campo
tutta una serie di rimedi e misure tese, più che altro, al controllo ed al contrasto
politico-sociale, mantenendo la sfida con le organizzazioni terroristiche al livello di
“lotta all’illegalità”, ed utilizzando solo ciclicamente e limitatamente delle misure
di mantenimento dell’ordine straordinarie.
Gli Stati Uniti hanno invece avvertito il fenomeno in maniera diversa. Mentre
tentavano di costruire la loro sicurezza tramite una politica di stabilizzazione a
84
livello mondiale, sono stati colpiti direttamente al loro interno, con una forza e con
degli effetti che mai avrebbero potuto immaginare.
Ciò ha causato ovviamente un senso d’ins icurezza e d’urgenza, che non
avrebbe mai potuto trovare, sia per la classe dirigente politica che per l’opinione
pubblica, una risposta sufficiente in termini d’aumento delle misure di sicurezza.
Un pacchetto di misure limitato a ciò sarebbe stato interpretato come un
atteggiamento passivo, che avrebbe causato insoddisfazione nelle persone e
nell’apparato economico americano, abituato a soluzioni pragmatiche e basate su
programmi ben definiti.
Probabilmente, una pianificazione con dettagli sulle strategie e sullo sviluppo
temporale della guerra al terrorismo esiste, e viene solo fumosamente accennata per
le implicazioni geopolitiche e per la durata, stimabile in 15-25 anni, che potrebbero
turbare o peggio irritare sia stati esteri che movimenti e lobbies interne.
Si è quindi creata sulle due sponde dell’atlantico una diversa visione su come
affrontare il fenomeno: con misure di sicurezza e di politica internazionale, ossia
con un approccio tendenzialmente reattivo in Europa; con un vero e proprio piano
bellico, confezionato in una strategia di riassetto mondiale e di stabilizzazione
complessiva negli Stati Uniti.
Oltre alle diverse visioni su metodi e tecniche per affrontare il fenomeno,
anche la definizione stessa di terrorismo porta a diverse interpretazioni, sebbene
risulti chiaro ed unanimemente compreso il pericolo che gruppi terroristici
organizzati e legati a concezioni ideologiche o religiose possa rappresentare. E’
invece molto chiaro che gruppi terroristici, o criminali in genere, per poter operare
hanno bisogno di disporre di grandi quantità di denaro, nonché di poter manovrare
finanziariamente attraverso le frontiere nazionali.
Negli stati dove principalmente operano, i gruppi terroristici hanno dunque
bisogno di un certo livello di copertura, che permetta loro di non essere perseguiti e
di operare impunemente.
Sebbene molti avessero subito previsto una serie di attacchi militari
immediatamente dopo l’attentato al World Trade Center, gli Stati Uniti hanno
innanzitutto costruito una serie di azioni diplomatiche, finanziarie, e di aumento
della sicurezza.
85
La strategia USA che è stata immediatamente implementata si basa su:
− nessuna concessione alle organizzazioni terroristiche e massimo impegno per
portare i responsabili di fronte alla giustizia;
− ottenere il più ampio consenso internazionale sul fatto che il terrorismo è un
crimine contro il mondo civilizzato e rappresenta un pericolo per esso, offrendo
a chiunque concordi su ciò possibilità di cooperazione;
− utilizzo di tutti i mezzi possibili (intelligence, finanziari, militari, ecc.) per
degradare ed eventualmente distruggere le cellule terroristiche operative e la
rete di supporto che le alimenta;
− isolare gli stati che supportano il terrorismo o che offrono riparo ad attivisti o a
cellule di supporto al terrorismo;
− incrementare le capacità di difesa, nazionali e di tutti i partner internazionali,
per coprire una larga possibilità di risposta a diverse possibilità di attacchi
terroristici, includendo l’uso di armi di distruzione di massa;
− trasformare l’ambiente dove maggiormente si sviluppa il terrorismo, cercando
di favorire lo sviluppo nelle aree del mondo dove le popolazione si sentono
oppresse dalla “globalizzazione” e dalla modernizzazione occidentale ;
− minimizzare le conseguenze di contrapposizione con il Mondo Islamico.
Il grande sforzo in queste attività ha fatto sì che solo alcuni mesi dopo
l’attentato del 11 Settembre 2001 è stato compiuta l’azione di rimozione del
governo Afgano e che dopo ben 18 mesi è stato avviato l’intervento in IRAQ,
confermando l’esistenza di una pianificazione pluriennale deliberata ed articolata.
Anche l’Unione Europea ha reagito, specialmente come risposta alla
risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU numero 1373, invitando gli stati
membri a prendere una serie di misure d’intensificazione della sicurezza e
finanziarie. Nessuno ha sottoscritto pubblicamente la dichiarazione di guerra al
terrorismo proclamata dagli Stati Uniti, ma una serie d’accordi bilaterali hanno
intensificato la cooperazione, specialmente nell’ambito dei servizi di sicurezza,
dell’intelligence, dello scambio di informazioni.
86
Il ruolo della NATO nel contesto della guerra al terrorismo è di difficile
interpretazione, ed è stato più volte oggetto di notevoli discussioni a tutti i livelli.
E’ stato spesso ripetuto che la NATO non ha alcuna legittimazione per assumere il
ruolo di “polizia internazionale”, e quindi di assumere iniziative nell’ambito di
attività di lotta al terrorismo. Inoltre, la natura del trattato, tesa alla difesa del
territorio degli stati membri, ha posto a molti dei dubbi sulla legittimità e
sull’opportunità di proiezioni militari a lunga distanza.
In ogni modo, allo stesso tempo in cui il mondo affronta la nuova delicata sfida
riguardante il terrorismo su larga scala, la NATO sta subendo delle notevoli
trasformazioni. Le nuove sfide legate alla lotta al terrorismo internazionale sono
state al centro delle discussioni del summit di Praga del Novembre 2002, durante il
quale è stato concordato che la NATO deve essere capace di mettere in campo delle
forze rapidamente ed in qualsiasi luogo vi sia bisogno, d’essere capace di sostenerle
nel tempo ed a distanza, anche nel caso che queste siano impegnate in operazioni di
tipo non convenzionale, anche contro minacce di tipo nucleare o biologico. Al
summit è stata approvata la creazione di una NATO Response Force (NRF),
appositamente disegnata per dare alla NATO la capacità di poter dispiegare forze
ed intervenire in qualunque parte del mondo con un preavviso di 7-30 giorni.
Questo ha cambiato notevolmente le condizioni iniziali e le premesse di base sul
ruolo della NATO, allargando notevolmente l’orizzonte geografico e
l’orientamento strategico fondamentale.
D’altra parte, è multilateralmente compreso che se gli alleati non troveranno il
modo di accordarsi su una forma di legittimazione che impegni la NATO nella lotta
al terrorismo, questo tipo di operazioni continueranno ad essere svolte da coalizioni
formate di volta in volta, sotto il comando militare degli Stati Uniti. Gran parte
degli stati membri, come gia successo, si troveranno quindi ad operare assieme
sotto una diversa organizzazione, alla dipendenza della leadership nazionale USA,
indebolendo, di fatto, l’alleanza stessa e la sua credibilità. Mentre alcune nazioni
europee sostengono che le capacità derivanti dalla Politica di Difesa e Sicurezza
Europea (ESDP) dovrebbero essere limitate ad un preciso perimetro geografico e
non includere la partecipazione ad azioni di contesto più ampi, quali la guerra al
terrorismo, i fatti dell’11 Settembre 2001 hanno viceversa mostrato che tutti i
87
governi europei si sono affrettati a stabilire delle linee di comunicazione
preferenziale, inviando dei propri militari presso il Comando Centrale US per
l’operazione Enduring Freedom. Lasciare l’azione diretta della guerra al
terrorismo, ossia il lavoro sporco, agli Stati Uniti, e quindi limitare l’intervento
dell’Europa ad operazioni successive di mantenimento della pace, di ricostruzione
e di finanziamento di quest’ultima, andrebbe alla lunga a penalizzare enormemente
il ruolo europeo, non solo nell’ambito dell’Alleanza, ma nel contesto politico
internazionale generale. Tale evento relegherebbe, infatti, l’Europa in un ruolo di
sempre maggiore irrilevanza nelle questioni di sicurezza internazionale,
sbilanciando ulteriormente l’Alleanza ed andando a discapito della sicurezza e
stabilità transatlantica in generale.
Mentre le discussioni sul ruolo dell’Europa nella guerra al terrorismo sono
rallentate dalle implicazioni di politica interna dei singoli stati membri, le veloci
modifiche di strategia degli Stati Uniti, catalizzate dagli interventi bellici in
Afghanistan ed in IRAQ, hanno accelerato in maniera impressionante il processo di
trasformazione dello strumento militare sull’altra sponda dell’Atlantico. Di
conseguenza, nonostante tutti i propositi tesi a ridurre il gap tecnologico sempre
esistito all’interno della NATO per trovare un nuovo equilibrio nell’era del dopo
guerra fredda, la differenza di capacità tra USA e membri europei sta aumentando
rapidamente, specialmente nel campo dell’impiego di tecnologie di punta e nella
gestione delle informazioni. Questo non voluto incremento di gap tecnologico ha
conseguenze pratiche, ma soprattutto politiche. L’integrazione di forze di così
diverso livello, può, infatti, essere difficoltosa. Il vantaggio tecnologico americano
può far sì che l’apparato militare statunitense possa più efficacemente raggiungere i
risultati desiderati agendo unilateralmente, anziché nell’ambito di una coalizione
nella quale le diversità di livello tecnologico degli stati partecipanti potrebbero
comportare delle difficoltà maggiori dell’assistenza apportata. E’ dunque chiaro
che un accorciamento del suddetto gap tecnologico tra USA ed Europa sia
necessario. Vi sono, infatti, delle implicazioni di carattere pratico, ed è ovvio che
anche in ambito puramente europeo un maggiore coordinamento nello sviluppo
dello strumento militare potrebbe portare ad una maggiore efficacia e ad un
migliore utilizzo delle risorse. Le ragioni maggiori sono però politiche, per
88
evitare che alle nazioni europee, e quindi all’Europa stessa, sia impedito di poter
decidere se partecipare o no alla guerra al terrorismo, e quindi evitare un ruolo
limitato a priori ad attività di seconda linea, di mantenimento della pace di
controllo.
Paradossalmente, quindi, sono proprio le implicazioni derivanti
dall’appartenenza alla NATO ed alla ricercata stabilità e sicurezza transatlantica
basata su un’effettiva possibilità di cooperazione, a spronare una maggiore unità
operativa dello strumento europeo.
Le oggettive difficoltà interne europee sono però legate principalmente alle
divisioni politiche ed ai diversi interessi delle nazioni maggiori. Gia in passato, ma
soprattutto a seguito delle vicende legate all’intervento Anglo-Americano in IRAQ,
è stato chiaro che prima di poter avere qualche possibilità di diminuzione del gap
tra USA ed Europa, è assolutamente necessario trovare il modo di stabilire una
politica estera europea ed una conseguente strategia. Le esigenze tecnico-
operative interne dell’Alleanza hanno quindi delle ripercussioni molto forti sullo
sviluppo delle relazioni politiche interne europee. La NATO, e le implicazioni
derivanti dalla guerra al terrorismo intrapresa dagli Stati Uniti, potrebbe quindi
svolgere una funzione catalizzatrice con conseguenze storiche sul futuro
dell’Europa, costringendo, di fatto, le nazioni maggiori a rinunciare all’aspirazione
di un ruolo di leadership continentale, accelerando la creazione di una politica
estera comune.
Le emergenze legate alle nuove minacce d’origine terroristica, i cambiamenti
in corso in ambito NATO, ed anche il poderoso impulso al processo di
trasformazione delle forze USA, implica delle inevitabili conseguenze anche per
l’Italia. Si pongono per il nostro paese una serie di questioni sulla futura struttura
delle forze, sulle priorità di difesa, sull’eventuale sviluppo di capacità idonee ad
operare al di là dei confini europee, ed al di fuori dei compiti di pura difesa
territoriale. Dovranno inoltre essere considerate le implicazioni che tali
trasformazioni avranno sulle relazioni dell’Italia con l’Unione Europea e con gli
Stati Uniti.
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CONCLUSIONI
Le motivazioni dell’esistenza della NATO risalgono ai primi anni della Seconda
Guerra Mondiale. In tale periodo gli stati democratici Europei capirono di non essere in
grado, da soli, di garantire la stabilità continentale e di proteggere la pace dalle mire
espansionistiche ricorrenti della Germania. Gli Stati Uniti, dal conto loro, si
accingevano per la seconda volta nell’arco di pochi decenni, a partecipare ad un
conflitto mondiale per difendere la stabilità Europea, e quindi tutta una serie d’interessi
strategici nazionali. Gia da allora si erano dunque maturate, su entrambe le sponde
dell’Atlantico, delle motivazioni forti per realizzare un sistema di sicurezza integrato
che potesse realizzare un’effettiva stabilità politica.
Alla fine della seconda guerra mondiale, mentre l’occidente procedeva ad una
smobilitazione delle forze d’occupazione, l’Unione Sovietica manteneva un imponente
apparato bellico. Le posizioni ideologiche Sovietiche non permettevano un
rilassamento politico-militare. La NATO diveniva dunque lo strumento necessario a
perseguire una politica di bilanciamento delle forze e di deterrenza che, nonostante
tutto, ha permesso una lunga fase di pace nel continente, e quindi un conseguente
rilevante progresso economico-sociale, almeno per la parte occidentale dell’Europa.
Dopo la fine della guerra fredda hanno avuto luogo numerose riunioni al vertice dei
Capi di Stato o di Governo dell’Alleanza. Le decisioni scaturite hanno scandito la
storia della NATO ed hanno posto le basi per estendere ancor più la cultura del dialogo
e della cooperazione sulle questioni della sicurezza, stabilitasi tra i paesi membri nel
corso degli anni. Un altro importante elemento d’apertura è rappresentato dal lavoro
delle forze a guida NATO, che sono state di fondamentale importanza per sostenere il
processo di pace in Bosnia Erzegovina e in Kosovo a partire dagli anni ‘90. La loro
presenza ha lentamente ma costantemente influenzato il processo di riconciliazione tra
le comunità e contribuisce tuttora al lento ma fondamentale lavoro di costruzione di una
base per la futura cooperazione nella tormentata regione balcanica. Queste missioni
d’implementazione degli accordi di pace e di stabilizzazione hanno inoltre potuto
giovare delle linee di cooperazione privilegiate create con le varie iniziative di
partenariato, con le quali sono poste le fondamenta per una politica d’apertura e
comprensione, essenziali per l’attuale e futura cooperazione. Nelle suddette
90
operazioni di pace, guidate dalla NATO, hanno quindi potuto apportare un loro
contributo anche paesi non membri, aumentandone l’efficacia, il significato e
l’autorevolezza.
La NATO è, in effetti, un’alleanza militare, e come tale viene principalmente
percepita dall’opinione pubblica. Bisogna però considerare che nonostante non abbia
fortunatamente dovuto mettere in essere alcun’operazione di carattere militare fino agli
anni ’90 (Balcani), nel corso di tutta la sua esistenza, l’Alleanza è stata uno dei soggetti
politici di maggiore forza nel campo delle relazioni internazionali.
Nell’ambito del controllo e della limitazione degli armamenti, le strategie della
NATO hanno, infatti, avuto un’importanza fondamentale nel porre le basi di quasi tutti i
trattati di riduzione e non proliferazione fra le superpotenze.
Il concetto strategico nazionale americano ha anch’esso tenuto profondamente
conto delle inevitabili implicazioni politiche con l’Alleanza. L’Europa è stata per gli
Stati Uniti sicuramente l’area di maggiore interesse per almeno cinquanta anni, e
continua probabilmente ad esserlo. Per varie ragioni, l’America non ha mai potuto
permettersi il rischio di un’Europa instabile, e la NATO è stata il mezzo fondamentale
per mantenere un’influenza diretta nella regione. Con la caduta del Patto di Varsavia e
del comunismo ideologico sovietico sono sicuramente variate le priorità degli USA
riguardo alle zone di maggiore interesse. Per bilanciare la considerevo le riduzione
delle forze USA, e la loro inevitabile ridistribuzione basata sulle nuove priorità,
un’effettiva integrazione politica Europea diviene anche per gli Stati Uniti ancora più
desiderabile, soprattutto al fine di una più equa suddivisione degli oneri della sicurezza.
L’integrazione Europea, soprattutto per gli aspetti della politica della difesa e di
sicurezza, è oggetto di una recente e precisa iniziativa dell’Alleanza, lanciata nel
summit di Bruxelles del Gennaio 1994, con l’ESDI (European Security and Defense
Identity) e ripresa in ambito Unione Europea con l’iniziativa CFSP. Proprio
nell’ambito dei rapporti con l’Unione Europea vi è forse la dimostrazione della valenza
politica della NATO, e della sua compatibilità e complementarietà alle istituzioni
Europee. L’impulso della NATO per una politica di sicurezza e della difesa in Europa
è forse il fattore di maggiore forza e l’unico effettivo ed efficace per una sempre
maggiore integrazione.
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Questo processo d’adattamento, cerca di riequilibrare il rapporto transatlantico, e
costituisce il fulcro della cooperazione in seno all’Alleanza. Si tratta di un compito dai
molteplici aspetti, e complesso. Comprende le consultazioni e la cooperazione con le
istituzioni coinvolte nello sviluppo di un ruolo europeo in materia di difesa e di
sicurezza, vale a dire con l’Unione dell’Europa Occidentale (WEU) prima, e soprattutto
con l’Unione Europea per il futuro. Prevede inoltre delle misure pratiche per porre in
atto le capacità operative necessarie perché queste disposizioni determinino dei
miglioramenti nella sicurezza europea ed il rafforzamento complessivo della
cooperazione nell’Alleanza.
Un altro esempio delle possibilità politiche dell’Alleanza, sviluppato
principalmente nell’ultimo decennio, è senz’altro rappresentato dalle iniziative
d’allargamento e dai partenariati. Le iniziative tese ad una maggiore cooperazione
legate a numerose istituzioni (WEO, Consiglio d’Europa, CSCE) sono rimaste sterili per
decenni. Solo a seguito dei nuovi obiettivi della NATO vi è stato un risveglio di tutte le
attività istituzionalistiche europee. La NATO, nonostante tutti i problemi incontrati e le
contraddizioni in cui è talvolta incappata, ha in ogni modo agito da catalizzatore
politico, anche per il risveglio della nuova diplomazia Est-Ovest e per la costruzione
delle nuove relazioni con i paesi in precedenza di orbita sovietica.
L’accelerazione delle relazioni internazionali non ha avuto un analogo seguito
all’interno dei singoli stati. Gran parte dei governi hanno reagito in maniera
minimalista al nuovo assetto internazionale. Sovente hanno dovuto inseguire lo status
dei fatti. Talvolta non hanno potuto nemmeno tenere il passo dell’apparato economico,
che molto prima della politica si è reso conto della nuova situazione. In questo stato
di ritardo della politica internazionale su quella interna degli stati, la NATO ha dunque
aperto la strada, con le iniziative d’allargamento e di partenariato. Gia nel 1999 tre
stati, in precedenza appartenenti all’area Sovietica, sono divenuti membri dell’Alleanza.
Tramite le iniziative di partenariato molte altre nazioni cooperano, si addestrano anche
militarmente con i paesi membri dell’Alleanza e si sforzano di incrementare
l’interoperabilità. Le nuove relazioni instaurate in tal modo sono state d’insostituibile
valore per agevolare la reazione delle coalizioni, a guida NATO, impegnate nei Balcani,
che hanno visto la partecipazione di molti paesi non membri.
92
Il messaggio lanciato con tali iniziative è che l’Alleanza non è un club esclusivo,
cui si possa accedere per domanda, ma è un’Alleanza intergoverna tiva di sicurezza che
comporta oneri e responsabilità, come pure benefici, per i propri membri.
Sia per il numero di persone coinvolte, sia per le risorse impiegate, sia per la
continuità della sua attività, la NATO ha sicuramente un vantaggio, almeno temporale,
su tutte le altre istituzioni politiche internazionali. L’esperienza più che
cinquantennale, le missioni nei Balcani, le varie e molteplici iniziative di cooperazione,
permettono alla NATO di avere una “visione” abbastanza precisa sul futuro ruolo
dell’Alleanza. Grazie a ciò l’Alleanza ha potuto progettare un percorso di
trasformazione che dovrebbe renderla più adatta alle esigenze del futuro.
In definitiva, come più volte ricordato dal Segretario Generale della NATO Lord
Robertson, l’Alleanza del Nord Atlantico è profondamente influenzata e trasformata
dai tumultuosi mutamenti del decennio precedente, ma pronta ad affrontare la sfida del
futuro, che la vedrà impegnata in quattro compiti principali:
− adempiere alla sua fondamentale e permanente responsabilità verso i propri
membri: quella di garantirne la sicurezza e l’indipendenza;
− ampliare ancor più la sicurezza, includendo i paesi partner di tutta l’Europa,
attraverso partenariati bilaterali e forme di cooperazione multilaterale;
− essere pronta a sostenere gli sforzi della comunità internazionale nel prevenire crisi
e conflitti o, ove accadessero, impedirne l’espandersi e assistere quanti fossero
coinvolti in essi, favorendo sempre soluzioni con mezzi politici piuttosto che
attraverso l’uso della forza militare;
− creare un migliore equilibrio nel rapporto transatlantico, che costituisce il nucleo
dell’Alleanza del Nord Atlantico, rafforzando il ruolo dei paesi europei nella
gestione delle crisi e nel mantenimento della pace.
Da tutto ciò, si può ricavare una prospettiva di rafforzamento dell’Alleanza, tesa a
fornirla di capacità di gestione delle crisi, cosa che la NATO può fare senza
necessariamente assumere in prima persona il ruolo di leader in ogni crisi che si
verificasse in Europa, e ad introdurre maggiore flessibilità e migliori possibilità per
93
prevenire o porre fine ad un conflitto, senza alterare le basi della difesa collettiva
(fondamentale e permanente responsabilità primaria), di cui l’Alleanza rimane garante.
Dall’esame complessivo degli elementi storici trattati e dell’analisi dell’attuale fase
geopolitica molto evolutiva, possono dunque essere identificate delle precise
conclusioni.
La prima osservazione è che la NATO, pur essendo un’Alleanza militare, ha avuto
ed ha tuttora forti connotazioni politiche. Paradossalmente, mentre la politica
internazionale ha generato negli anni un numero ragguardevole d’organizzazioni
multinazionali di varia complessità e con scopi disparati, i risultati più evidenti sul
piano politico sono stati ottenuti non grazie ad un’organizzazione politica, ma ad
un’Alleanza nata per la sicurezza e la difesa comune.
Un’ulteriore considerazione è certamente dovuta sul fatto che la NATO non è,
dopo la fine della Guerra fredda, rimasta priva di un proprio ruolo, nonostante le
previsioni di alcuni analisti secondo i quali avrebbe perduto la propria ragione d’essere.
Al contrario, ha dovuto gestire il proprio essenziale processo d’ammodernamento e di
cambiamento senza interrompere la propria capacità operativa.
Nell’attuare il programma di sicurezza assegnatole dai paesi membri alla sua
creazione, vale a dire salvaguardare la libertà, il patrimonio comune e la civiltà dei loro
popoli, non ha mai cercato di creare o rinnovare un ruolo per se stessa. Parallelamente
ha dovuto tener conto dei vincoli derivanti dalle risorse assegnate, per salvaguardare
appunto la capacità operativa per i compiti fondamentali, facendo sì che questa non
fosse compromessa da eccessive od onerose richieste per compiti complementari.
Per quanto riguarda la partecipazione ad operazioni di supporto alla pace, giova
rimarcare che la NATO non è e non potrà mai essere il poliziotto del mondo.
L’Alleanza ha però dimostrato, generalmente con successo, di poter essere un
eccellente catalizzatore d’idee ed iniziative. E’ stata, infatti, in grado di generare
efficaci forze multinazionali, come SFOR in Bosnia Erzegovina e KFOR in Kosovo,
capaci di assicurare l’attuazione degli accordi di pace e di porre le basi per una futura
stabilità in zone di conflitto.
Per le sue relazioni interne, può essere rilevato che lo sbilanciamento di forze e
mezzi a favore di una sola parte potrebbe, di fatto, agglomerare attorno agli USA gran
94
parte degli interessi e delle potenzialità. In effetti, per i meccanismi interni basati
sull’unanimità ed anche per precisa volontà di tutti i paesi membri, l’Alleanza è riuscita
a non trasformarsi in un’entità monolitica, che s’autodetermina. E’ rimasta un patto tra
paesi membri, utilizzabile per gli scopi che essi stabiliscono in comune, ma anche
limitato da restrizioni circa il campo d’applicazione, le risorse e la capacità di agire che
essi si autoimpongono. Non è quindi uno strumento per la proiezione di potenza da
parte di singoli paesi membri, ma piuttosto un ambiente che consente a ciascun paese
membro di determinare il proprio interesse nazionale nel più vasto contesto del
consenso tra i membri dell’intera Alleanza.
Per quanto si vogliano evidenziare le fasi negative o i periodi di crisi, che pure ci
sono stati, i valori sostanziali dell’Alleanza hanno avuto successo ed hanno guadagnato
l’attaccamento e l’apprezzamento dei paesi membri.
Un altro apprezzamento è dimostrato dal successo delle varie forme di partenariato,
che hanno permesso ad un congruo e sempre crescente numero di paesi non membri, di
stabilire forme di cooperazione pratica o politica. Il valore attribuito a questi sforzi di
cooperazione si manifesta nell’evidente aspirazione a aderire all’Alleanza espressa da
numerosi paesi che partecipano ad essi, ma si evidenzia anche nella fattiva
partecipazione di paesi che per il momento non aspirano a aderirvi. Inoltre, il grado di
cooperazione raggiunto nel rapporto bilaterale tra NATO e Russia è servito ad
evidenziare gli enormi vantaggi che tutte le parti coinvolte possono trarre da tale
processo, nonostante le inevitabili difficoltà di percorso incontrate. Tra NATO e
Ucraina, inoltre, si è raggiunto un livello di comprensione e di cooperazione che ha
buoni effetti per tutti.
Una valutazione finale sul successo e sull’utilità della NATO in generale, e di tutte
le sue attività ed iniziative, può essere fatta osservando e misurando gli effetti finali nei
confronti degli interessi dei cittadini. Se la NATO ha finora effettivamente prodotto
maggiore sicurezza ed ha accresciuto la stabilità, si può dare un giudizio positivo sul
passato di quest’organizzazione. Nel futuro, dovrà anche dotarsi di migliori
meccanismi e strumenti per la gestione delle crisi.
E’ chiaro che non ci sono formule magiche o certezze assolute per assicurare la
pace, la stabilità ed il migliore ambiente per lo sviluppo politico, economico e sociale
dell’occidente. Il progresso è frutto di scelte e decisioni, spesso difficili, che è compito
95
dei governi prendere. La NATO, e le altre organizzazioni internazionali, sono
strumenti che possono essere utili, fondamentali o necessari a raggiungere degli
obiettivi comuni.
In conclusione, nonostante la rilevante rivoluzione del contesto esterno, che a prima
vista avrebbe potuto minare direttamente le ragioni della sua esistenza, la NATO ha
enfatizzato il suo ruolo più propriamente politico, legittimato dall’esistenza dei valori
che essa dichiara di rappresentare e che la pongono come principale ponte di
collegamento tra Europa e Stati Uniti. Tale ruolo socio-politico esisteva già, ma non
veniva facilmente alla luce poiché era in precedenza posto in ombra dagli aspetti più
pratici legati alla difesa dal blocco Sovietico.
Quest’ultimo aspetto, è di fondamentale importanza e rappresenta la vera chiave di
lettura per sviluppi dell’Alleanza Atlantica negli anni ’90. La NATO si pone, infatti,
come un veicolo di relazione politica, non sempre facile, tra le concezioni americane di
sicurezza complessiva e la costituenda forza di difesa regionale europea, simbolo della
mediazione tra le diverse culture nazionali presenti sul vecchio continente. Negli anni
’60 tale ruolo non poteva prescindere, pur in un contesto di relativa distensione
internazionale, dalle missioni primarie dell’Alleanza, così sintetizzate da Lord Ismay,
Primo Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica: “to keep the Americans in, the
Germans down and the Russian out”. Oggi, sebbene dette missioni primarie
potrebbero sembrare ridotte all’istituzionalizzazione della presenza americana nel
sistema di sicurezza europeo, le trasformazioni contemporanee, correlate all’instabilità e
alle tensioni transnazionali, rendono ancora la NATO un tassello imprescindibile nella
concezione della sicurezza europea.
ALLEGATO “A”
A-1
LA CARTA ATLANTICA (“THE ATLANTIC CHARTER”)
Lingua originale
Declaration of Principles issued by the President of the United States and the
Prime Minister of the United Kingdom - 14 August 1941
"The President of the United States and the Prime Minister, Mr. Churchill,
representing H.M. Government in the United Kingdom, have met at sea. They have
been accompanied by officials of their two Governments, including high-ranking
officers of their military, naval and air services. The whole problem of the supply of
munitions of war, as provided by the Lease-Lend Act, for the armed forces of the
United States and for those countries actively engaged in resisting aggression has been
further examined. Lord Beaverbrook, Minister of Supply of the British Government, has
joined in these conferences. He is going to proceed to Washington to discuss further
details with appropriate officials of the United States Government. These conferences
will also cover the supply problem of the Soviet Union. The President and the Prime
Minister have had several conferences.
They have considered the dangers to world civilisation arising from the policy of
military domination by conquest upon which the Hitler Government of Germany and
other Governments associated therewith have embarked, and have made clear the steps
which their countries are respectively taking for their safety in facing these dangers.
They have agreed upon the following joint declaration:
The President of the United States and the Prime Minister, Mr. Churchill,
representing H. M. Government in the United Kingdom, being met together, deem it
right to make known certain common principles in the national policies of their
respective countries on which they base their hopes for a better future for the world.
Their countries seek no aggrandisement, territorial or other.
ALLEGATO “A”
A-2
They desire to see no territorial changes that do not accord with the freely
expressed wishes of the peoples concerned.
They respect the right of all peoples to choose the form of Government under
which they will live; and they wish to see sovereign rights and self-government restored
to those who have been forcibly deprived of them.
They will endeavour with due respect for their existing obligations, to further
enjoyment by all States, great or small, victor or vanquished, of access, on equal terms,
to the trade and to the raw materials of the world which are needed for their economic
prosperity.
They desire to bring about the fullest collaboration between all nations in the
economic field, with the object of securing for all improved labour standards, economic
advancement, and social security.
After the final destruction of Nazi tyranny, they hope to see established a peace
which will afford to all nations the means of dwelling in safety within their own
boundaries, and which will afford assurance that all the men in all the lands may live
out their lives in freedom from fear and want.
Such a peace should enable all men to traverse the high seas and oceans without
hindrance.
They believe all of the nations of the world, for realistic as well spiritual reasons,
must come to the abandonment of the use of force. Since no future peace can be
maintained if land, sea, or air armaments continue to be employed by nations which
threaten, or may threaten aggression outside of their frontiers, they believe, pending the
establishment of a wider and permanent system of general security, that the
disarmament of such nations is essential. They will likewise aid and encourage all other
practicable measures which will lighten for peace-loving peoples the crushing burden of
armament."
ALLEGATO “B”
B-
1
ARTICOLO 51 DELLA “CARTA DELLA ORGANIZZAZIONE DELLE
NAZIONI UNITE” - San Francisco, 24 Ottobre 1945
Lingua originale
Article 51 of the Charter of the United Nations
Nothing in the present Charter shall impair the inherent right of individual or
collective self-defence if an armed attack occurs against a Member of the United
Nations, until the Security Council has taken measures necessary to maintain inter-
national peace and security. Measures taken by Members in the exercise of this right of
self-defence shall be immediately reported to the Security Council and shall not in any
way affect the authority and responsibility of the Security Council under the present
Charter to take at any time such action as it deems necessary in order to maintain or
restore international peace and security.
ALLEGATO “C”
C-1
TRATTATO DI BRUXELLES – 17 MARZO 1948
Lingua Originale
The Brussels Treaty
His Royal Highness the Prince Regent of Belgium, the President of the French
Republic, President of the French Union, Her Royal Highness the Grand Duchess of
Luxembourg, Her Majesty the Queen of the Netherlands and His Majesty The King of
Great Britain, Ireland and the British Dominions beyond the Seas,
Resolved:
To reaffirm their faith in fundamental human rights, in the dignity and worth of
the human person and in the other ideals proclaimed in the Charter of the United
Nations;
To fortify and preserve the principles of democracy, personal freedom and
political liberty, the constitutional traditions and the rule of law, which are their
common heritage;
To strengthen, with these aims in view, the economic, social and cultural ties
by which they are already united;
To cooperate loyally and to coordinate their efforts to create in Western
Europe a firm basis for European economic recovery;
To afford assistance to each other, in accordance with the Charter of the United
Nations, in maintaining international peace and security and in resisting any policy
of aggression;
To take such steps as may be held to be necessary in the event of a renewal by
Germany of a policy of aggression;
To associate progressively in the pursuance of these aims other States inspired
by the same ideals and animated by the like determination;
Desiring for these purposes to conclude a treaty for collaboration in economic,
social and cultural matters and for collective self-defence;
Have appointed as their Plenipotentiaries:
ALLEGATO “C”
C-2
His Royal Highness the Prince Regent of Belgium: His Excellency Mr. Paul-Henri
Spaak, Prime Minister, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Mr. Gaston
Eyskens, Minister of Finance;
The President of the French Republic, President of the French Union: His
Excellency Mr. Georges Bidault, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Mr.
Jean De Hauteclocque, Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of the French
Republic in Brussels;
Her Royal Highness the Grand Duchess of Luxembourg: His Excellency Mr.
Joseph Bech, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Mr. Robert Als, Envoy
Extraordinary and Minister Plenipotentiary of Luxembourg in Brussels;
Her Majesty the Queen of the Netherlands: His Excellency Baron C.G.W.H. Van
Boetzelaer Van Oosterhout, Minister of Foreign Affairs, and His Excellency Baron
Binnert Philip Van Harinxma Thoe Slooten, Ambassador Extraordinary and
Plenipotentiary of the Netherlands in Brussels;
His Majesty the King of Great Britain, Ireland and the British Dominions beyond
the Seas for the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland: The Right
Honourable Ernest Bevin, Member of Parliament, Principal Secretary of State for
Foreign Affairs, and His Excellency Sir George William Rendel, K.C.M.G.,
Ambassador Extraordinary and Plenipotentiary of His Britannic Majesty in Brussels;
who, having exhibited their full powers found in good and due form, have agreed as
follows:
ARTICLE I
Convinced of the close community of their interests and of the necessity of uniting
in order to promote the economic recovery of Europe, the High Contracting Parties will
so organise and coordinate their economic activities as to produce the best possible
results, by the elimination of conflict in their economic policies, the coordination of
production and the development of commercial exchanges. The cooperation provided
for in the preceding paragraph, which will be effected through the Consultative Council
referred to in Article VII as well as through other bodies, shall not involve any
duplication of, or prejudice to, the work of other economic organisations in which the
ALLEGATO “C”
C-3
High Contracting Parties are or may be represented but shall on the contrary assist the
work of those organisations.
ARTICLE II
The High Contracting Parties will make every effort in common, both by direct
consultation and in specialised agencies, to promote the attainment of a higher standard
of living by their peoples and to develop on corresponding lines the social and other
related services of their countries.
The High Contracting Parties will consult with the object of achieving the earliest
possible application of recommendations of immediate practical interest, relating to
social matters, adopted with their approval in the specialised agencies.
They will endeavour to conclude as soon as possible conventions with each other in
the sphere of social security.
ARTICLE III
The High Contracting Parties will make every effort in common to lead their
peoples towards a better understanding of the principles which form the basis of their
common civilisation and to promote cultural exchanges by conventions between
themelves or by other means.
ARTICLE IV
If any of the High Contracting Parties should be the object of an armed attack in
Europe, the other High Contracting Parties will, in accordance with the provisions of
Article 51 of the Charter of the United Nations, afford the Party so attacked all the
military and other aid and assistance in their power.
ARTICLE V
All measures taken as a result of the preceding Article shall be immediately
reported to the Security Council. They shall be terminated as soon as the Security
Council has taken the measures necessary to maintain or restore international peace and
security.
The present Treaty does not prejudice in any way the obligations of the High
Contracting Parties under the provisions of the Charter of the United Nations. It shall
ALLEGATO “C”
C-4
not be interpreted as affecting in any way the authority and responsibility of the
Security Council under the Charter to take at any time such action as it deems necessary
in order to maintain or restore international peace and security.
ARTICLE VI
The High Contracting Parties declare, each so far as he is concerned, that none of
the international engagements now in force between him and any other of the High
Contracting Parties or any third State is in conflict with the provisions of the present
Treaty.
None of the High Contracting Parties will conclude any alliance or participate in
any coalition directed against any other of the High Contracting Parties.
ARTICLE VII
For the purpose of consulting together on all the questions dealt with in the present
Treaty, the High Contracting Parties will create a Consultative Council, which shall be
so organised as to be able to exercise its functions continuously. The Council shall meet
at such times as it shall deem fit.
At the request of any of the High Contracting Parties, the Council shall be
immediately convened in order to permit the High Contracting Parties to consult with
regard to any situation which may constitute a threat to peace, in whatever area this
threat should arise; with regard to the attitude to be adopted and the steps to be taken in
case of a renewal by Germany of an aggressive policy; or with regard to any situation
constituting a danger to economic stability.
ARTICLE VIII
In pursuance of their determination to settle disputes only by peaceful means, the
High Contracting Parties will apply to disputes between themselves the following
provisions.
The High Contracting Parties will, while the present Treaty remains in force, settle
all disputes falling within the scope of Article 36, paragraph 2, of the Statute of the
International Court of Justice by referring them to the Court, subject only, in the case of
each of them, to any reservation already made by that party when accepting this clause
for compulsory jurisdiction to the extent that that Party may maintain the reservation.
ALLEGATO “C”
C-5
In addition, the High Contracting Parties will submit to conciliation all disputes
outside the scope of Article 36, paragraph 2, of the Statute of the International Court of
Justice. In the case of a mixed dispute involving both questions for which conciliation is
appropriate and other questions for which judicial settlement is appropriate, any Party to
the dispute shall have the right to insist that the judicial settlement of the legal questions
shall precede conciliation.
The preceding provisions of this Article in no way affect the application of relevant
provisions or agreements prescribing some other method of pacific settlement.
ARTICLE IX
The High Contracting Parties may, by agreement, invite any other State to accede
to the present Treaty on conditions to be agreed between them and the State so invited.
Any State so invited may become a Party to the Treaty by depositing an instrument
of accession with the Belgian Government.
The Belgian Government will inform each of the High Contracting Parties of the
deposit of each instrument of accession.
ARTICLE X
The present Treaty shall be ratified and the instruments of ratification shall be
deposited as soon as possible with the Belgian Government.
It shall enter into force on the date of the deposit of the last instrument of
ratification and shall thereafter remain in force for fifty years.
After the expiry of the period of fifty years, each of the High Contracting Parties
shall have the right to cease to be a party thereto provided that he shall have previously
given one year's notice of denunciation to the Belgian Government.
The Belgian Government shall inform the Governments of the other High
Contracting Parties of the deposit of each instrument of ratification and of each notice
of denunciation.
In witness whereof, the above-mentioned Plenipotentiaries have signed the present
Treaty and have affixed thereto their seals.
Done at Brussels, this seventeenth day of March 1948, in English and French, each
text being equally authentic, in a single copy which shall remain deposited in the
ALLEGATO “C”
C-6
archives of the Belgian Government and of which certified copies shall be transmitted
by that Government to each of the other signatories.
ALLEGATO “D”
D-1
RISOLUZIONE NUMERO 239 DEL SENATO U.S. – 11 Giugno 1948
(Risoluzione Vandemberg)
Lingua originale
U.S. Senate Resolution 239, Washington, 80th Congress, 2nd Session, 11 June 1948
(The Vandenberg Resolution)
Whereas peace with justice and the defence of human rights and fundamental
freedoms require international co-operation through more effective use of the United
Nations: Therefore be it Resolved, That the Senate reaffirm the policy of the United
States to achieve international peace and security through the United Nations so that
armed force shall not be used except in the common interest, and that the President be
advised of the sense of The Senate that this Government, by constitutional process,
should particularly pursue the following objectives within the United Nations Charter:
Voluntary agreement to remove the veto from all questions involving pacific
settlements of international disputes and situations, and from the admission of new
members.
Progressive development of regional and other collective arrangements for
individual and collective self-defence in accordance with the purposes, principles, and
provisions of the Charter.
Association of the United States, by constitutional process, with such regional and
other collective arrangements as are based on continuous and effective self-help and
mutual aid, and as affect its national security.
Contributing to the maintenance of peace by making clear its determination to
exercise the right of individual or collective self-defence under Article 51 should any
armed attack occur affecting its national security.
Maximum efforts to obtain agreements to provide the United Nations with armed
forces as provided by the Charter, and to obtain agreement among member nations upon
universal regulation and reduction of armaments under adequate and dependable
guaranty against violation.
ALLEGATO “D”
D-2
If necessary, after adequate effort towards strengthening the United Nations, review
of the Charter at an appropriate time by a General Conference called under Article 109
or by the General Assembly.
ALLEGATO “E”
E-1
TRATTATO DELL’ATLANTICO DEL NORD (North Atlantic Threaty)
Washington, D.C., 4 aprile 1949
Gli Stati partecipanti al presente Trattato, nel riaffermare la loro fede negli scopi e
nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con
tutti i popoli e con tutti i governi, determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli,il
loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia,sulle libertà
individuali e sullo stato di diritto, desiderosi di favorire il benessere e la stabilità nella
regione dell’Atlantico settentrionale, decisi a unire i loro sforzi per la difesa collettiva e
il mantenimento della pace e della sicurezza, aderiscono al presente Trattato Nord
Atlantico:
ARTICOLO 1
Le parti si impegnano,come stabilito nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre
con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere
coinvolte,in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano
messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla
minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni
Unite.
ARTICOLO 2
Le parti contribuiranno allo sviluppo di relazioni internazionali pacifiche e
amichevoli,rafforzando le loro libere istituzioni,favorendo una migliore comprensione
dei principi su cui tali istituzioni si fondano,e promuovendo condizioni di stabilità e di
benessere. Esse si sforzeranno di eliminare ogni contrasto nelle loro politiche
economiche internazionali e incoraggeranno la cooperazione economica reciproca.
ARTICOLO 3
Allo scopo di conseguire con maggiore efficacia gli obiettivi del presente
Trattato,le parti,agendo individualmente e congiuntamente,in modo continuo ed
effettivo,mediante lo sviluppo delle loro risorse e prestandosi reciproca
ALLEGATO “E”
E-2
assistenza,manterranno e accresceranno la loro capacità individuale e collettiva di
resistere ad un attacco armato.
ARTICOLO 4
Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità
territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata.
ARTICOLO 5
Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o
nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti,
e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse,ciascuna di esse,
nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto
dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate,
intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti,
l’azione che giudicherà necessaria, compreso l ’uso della forza armata, per ristabilire e
mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale.
Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso
saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste
misure verranno sospese allorché il Consiglio di Sicurezza avrà adottato le misure
necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
ARTICOLO 6 58
Agli effetti dell’articolo 5, per attacco armato contro una o più delle parti si intende
un attacco armato:
− contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America settentrionale, contro i
Dipartimenti francesi d’Algeria 59 ,contro il territorio della Turchia o contro le isole
58 Modificato dall’articolo 2 del Protocollo di adesione di Grecia e Turchia al Trattato Nord Atlantico (22 ottobre 1951). 59 Il 16 gennaio 1963 il Consiglio Atlantico ha preso atto che tutte le disposizioni del Trattato Nord Atlantico concernenti gli ex Dipartimenti francesi di Algeria sono decadute a decorrere dal 3 luglio 1962.
ALLEGATO “E”
E-3
poste sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell’Atlantico
settentrionale a nord del Tropico del Cancro;
− contro le forze, le navi o gli aeromobili di una delle parti,che si trovino su questi
territori o in qualsiasi altra regione d’Europa nella quale, alla data di entrata in
vigore del presente Trattato siano stazionate forze di occupazione di una delle
parti,o che si trovino nel Mare Mediterraneo o nella regione dell’Atlantico
settentrionale a nord del Tropico del Cancro, o al di sopra di essi.
ARTICOLO 7
Il presente Trattato non pregiudica e non dovrà essere considerato in alcun modo
lesivo dei diritti e degli obblighi derivanti dallo Statuto alle parti che sono membri delle
Nazioni Unite o della competenza primaria del Consiglio di Sicurezza per il
mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.
ARTICOLO 8
Ciascuna parte dichiara che nessuno degli impegni internazionali attualmente in
vigore tra essa e un’altra parte o uno stato terzo è in contraddizione con le disposizioni
del presente Trattato e si obbliga a non assumere alcun impegno internazionale in
contrasto con questo Trattato.
ARTICOLO 9
Con la presente disposizione le parti istituiscono un Consiglio, nel quale ciascuna
di esse sarà rappresentata,con il compito di esaminare le questioni concernenti
l’applicazione di questo Trattato. Il Consiglio sarà organizzato in modo tale da potersi
riunire rapidamente in qualsiasi momento. Il Consiglio istituirà quegli organi sussidiari
che potranno essere necessari;in particolare istituirà immediatamente un Comitato di
difesa che raccomanderà le misure da adottare per l ’applicazione degli articoli 3 e 5.
ARTICOLO 10
Le parti possono,con accordo unanime,invitare ad aderire a questo Trattato ogni
altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente Trattato e di
ALLEGATO “E”
E-4
contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni Stato così
invitato può divenire parte del Trattato depositando il proprio strumento di adesione
presso il governo degli Stati Uniti d ’America. Il governo degli Stati Uniti d ’America
informerà ciascuna delle parti dell’avvenuto deposito di ogni strumento di adesione.
ARTICOLO 11
Questo Trattato sarà ratificato e le sue disposizioni saranno applicate dalle parti
conformemente alle loro rispettive procedure costituzionali. Gli strumenti di ratifica
saranno depositati appena possibile presso il governo degli Stati Uniti d’America,che
notificherà a tutti gli altri firmatari l ’avvenuto deposito di ciascuno strumento di
ratifica. Il Trattato entrerà in vigore tra gli Stati che lo avranno ratificato non appena le
ratifiche della maggioranza dei firmatari, incluse le ratifiche di Belgio, Canada, Francia,
Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti saranno state depositate ed avrà
effetto nei confronti degli altri Stati dalla data del deposito delle loro ratifiche.60
ARTICOLO 12
Trascorsi dieci anni dall’entrata in vigore del Trattato, o in ogni momento
successivo, le parti, su richiesta di una di esse,si consulteranno allo scopo di rivedere il
Trattato,prendendo in considerazione i fattori che a quel momento potranno influire
sulla pace e sulla sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale,compreso lo
sviluppo di accordi sia globali che regionali conclusi conformemente allo Statuto delle
Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.
ARTICOLO 13
Trascorsi venti anni dall’entrata in vigore del Trattato,ciascuna delle parti può
cessare di esserne membro un anno dopo che la sua notifica di denuncia sia stata
depositata presso il governo degli Stati Uniti d ’America, che informerà i governi delle
altre parti del deposito di ogni notifica di denuncia.
60
Il Trattato è entrato in vigore il 24 agosto 1949,dopo che tutti gli Stati firmatari ebbero depositato i loro strumenti di ratifica.
ALLEGATO “E”
E-5
ARTICOLO 14
Il presente Trattato, i cui testi inglese e francese fanno ugualmente fede, sarà
depositato negli archivi del governo degli Stati Uniti d’America. Copie debitamente
autenticate saranno trasmesse da quel governo ai governi degli altri Stati firmatari.
ALLEGATO “F”
F-1
SUMMIT NATO - CRONOLOGIA E PRINCIPALI DECISIONI
Parigi, 16-19 Dicembre 1957
Riaffermazione degli scopi principali e dell’unità dell’Alleanza Atlantica.
Miglioramento nel coordinamento e nella organizzazione delle forze NATO, nonché
negli accordi per la consultazione politica. Riconoscimento del bisogno di più stretti
legami economici e di migliore cooperazione, nello spirito dell’articolo 2 del Trattato,
disegnato per la eliminazione delle controversie politico-economiche internazionali e
per incoraggiare la collaborazione economica.
Bruxelles, 26 Giugno 1974
Firma della Dichiarazione sulle Relazioni Atlantiche adottata dai ministri degli
esteri della NATO ad Ottawa il 19 Giugno, con la quale si ribadiscono agli stati membri
dell’Alleanza gli scopi e gli ideali originari del trattato, nel 25° anniversario della firma.
Consultazioni sulle reazioni Est-Ovest in preparazione del summit USA-USSR
sulla limitazione delle armi nucleari strategiche.
Bruxelles, 29-30 Maggio 1975
Affermazione della fondamentale importanza dell’Alleanza e della coesione
politica ed economica degli Alleati per affrontare la pressione economica creatasi con la
crisi petrolifera del 1974.
Supporto per la positiva conclusione dei negoziati nell’ambito della Conferenza
sulla Sicurezze a Cooperazione in Europa (CSCE), che ha portato successivamente alla
firma dell’Atto Finale di Helsinki, avvenuta nell’Agosto 1975.
Londra, 10-11 Maggio 1977
Lancio di una iniziativa di studi a lungo termine sulle tendenze delle relazioni Est-
Ovest e sui programmi di difesa (Long Term Defense Plan – LTDP), mirate
all’accrescimento delle capacità difensive dei paesi membri della NATO.
ALLEGATO “F”
F-2
Washington D.C., 30-31 Maggio 1978
Analisi dei risultati degli studi sulle iniziative di lungo termine intrapresi nel
summit di Londra del 1977.
Conferma della validità degli scopi complementari dell’Alleanza mirati al
mantenimento della sicurezza.
Adozione della misura del 3% quale percentuale desiderata di crescita delle spese
per la difesa.
Bonn, 10 Giugno 1982
Ammissione della Spagna. Adozione della Dichiarazione di Bonn, che fissava un
programma in sei punti per la Pace in Libertà. Pubblicazione di una dichiarazione degli
scopi e delle “policy” dell’Alleanza sul Controllo degli Armamenti e sul Disarmo,
nonché di una dichiarazione sulla Difesa Integrata della NATO.
Bruxelles, 21 Novembre 1985
Meeting speciale del Consiglio Atlantico per consultazioni con il Presidente
Reagan sui risultati positive del summit US-USSR di Ginevra sul controllo degli
armamenti e su alter aree di cooperazione.
Bruxelles, 2-3 Marzo 1988
Riaffermazione dei propositi e dei principi base dell’Alleanza e dei suoi obiettivi in
merito alle relazioni Est-Ovest. Adozione di un progetto per il rafforzamento della
stabilità nell’intera Europa attraverso negoziati sul controllo delle armi convenzionali.
Bruxelles, 29-30 Maggio 1989
Dichiarazione commemorative del quarantesimo anniversario dell’Alleanza.
Definizione della “policy” e degli obiettivi di sicurezza per gli anni ‘90 tesi al
mantenimento della difesa dell’Alleanza, all’introduzione di nuove iniziative di
controllo degli armamenti, al rafforzamento delle consultazioni politiche, al
miglioramento della cooperazione Est-Ovest ed all’ingaggio in nuove sfide globali.
Adozione di un concetto comprensivo (Comprehensive Concept) di Controllo degli
Armamenti e Disarmo.
ALLEGATO “F”
F-3
Bruxelles, 4 Dicembre 1989
Consultazioni del Presidente degli Stati Uniti Bush con I leader dell’Alleanza a
seguito di un suo meeting con il Presidente Gorbachev a Malta, contemporaneamente ai
cambiamenti di rilevanza storica in corso nell’Europa centro-orientale. Durante lo
svolgimento del summit NATO i leader del Patto di Varsavia denuncialo l’ illegalità
della invasione cecoslovacca del 1968 e ripudiano la dottrina di Brezhnev della
“Sovranità Limitata”.
Londra, 6 Luglio 1990
Pubblicazione della “Dichiarazione di Londra” sulle trasformazioni della Alleanza
dell’Atlantico del Nord, nella quale vengono delineate le proposte per lo sviluppo della
cooperazione con i paesi dell’Europa centrale ed orientale su un largo spettro di
possibili attività politiche e militari, con l’inclusione di relazioni stabili e collegamenti
diplomatici regolari con la NATO.
Roma, Novembre 1991
Pubblicaizione del “Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza”, la “Dichiarazione
di Roma” su Pace e Cooperazione e dichiarazioni sugli sviluppi nell’Unione Sovietica e
sulla situazione in Yugoslavia.
Bruxelles, Gennaio 1994
Pubblicazione del documento quadro su PfP e lancio dell’iniziativa “Partnership for
Peace”, nella quale tutti i paesi partner del NNAC e gli stati del CSCE sono invitati a
partecipare. Sottoscrizione del concetto di “Combined Joint Task Forces” (CJTF).
Supporto allo sviluppo della “Identità di Sicurezza e Difesa Europea” (European
Security and Defence Identity – ESDI). Riaffermazione della prontezza e disponibilità
dell’Alleanza a svolgere campagne aeree a supporto del raggiungimento degli obiettivi
delle Nazioni Unite in Bosnia ed Herzegovina. Intensificazione dell’impegno contro la
proliferazione delle armi di distruzione di massa (Weapons of Mass Destruction –
WMD). Riaffermazione della apertura dell’Alleanza verso l’adesione di altre nazioni
europee.
ALLEGATO “F”
F-4
Madrid, Luglio 1997
Invito a Republica Ceca, Ungheria e Polonia ad iniziare I colloqui di adesione.
Riaffermazione della “policy” della “porta aperta” (Open Door). Riconoscimento dei
risultati e degli impegni rappresentati dal “NATO-Russia Founding Act”. Firma della
carta su una “Distintive Partnership between NATO and Ucraine”. Decisione di
aggiornare il Concetto Strategico dell’Alleanza. Dichiarazione speciale su Bosnia ed
Herzegovina.
Washington D.C., 23-24 Aprile 1999
Commemorazione del cinquantesimo anniversario dell’Alleanza. Pubblicazione
della “Dichiarazione di Washington”. Sessione di lavoro e dichiarazione sulla crisi in
Kosovo. Discussione sulle iniziative relative alla stabilità futura dell’Europa
SudOrientale. Approvazione del Concetto Strategico dell’Alleanza. Adozione
dell’iniziativa “Membership Action Plan” (MAP). Iniziativa per la “Enhanced and
More Operational Partnership (PfP)”. Lancio della Iniziativa sulle Capacità di Difesa
(Defense Capability Iniziative – DCI). Iniziativa comune per gli argomenti correlati
alle Armi di Distruzione di Massa (Weapons of Mass Destruction – WMD).
Roma, 28 Maggio 2002 (meeting speciale per il nuovo accordo su “NATO-Russia
Council”)
Creazione del “Consiglio NATO-Russia”, in sostituzione del NATO-Russia PJC.
Nel nuovo Consiglio non vengono più confrontate posizioni della NATO,
precedentemente concordate all’unanimità, con quelle della federazione Russa, ma si
stabilisce in pratica un consiglio composto da 19+1 nazioni. In pratica un Consiglio
Atlantico allargato ad una ventesima nazione. Il Consiglio si occupa di:
− cooperazione negli sforzi contro il terrorismo;
− gestione delle crisi internazionali;
− non proliferazione delle armi di distruzione di massa;
− controllo degli armamenti;
− difesa dai missili balistici a medio raggio;
− ricerca e salvataggio in mare;
ALLEGATO “F”
F-5
− cooperazione militare
− gestione delle emergenze civili;
− nuove minacce e nuove sfide.
Praga, 2002
Invito di adesione a Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e
Slovenia. Iniziative su nuove misure per la lotta contro il terrorismo internazionale.
Avvio di una nuova fase di trasformazione della struttura della NATO, tramite:
− creazione della NATO Response Force (NRF);
− riduzione dei centri Operativi di Comando;
− creazione del “Allied Command Operations” e del “Allied Command for
Tranformation” al posto dei precedenti comandi strategici regionali (SACEUR in
Europa e SACLANT in America);
− approvazione del Prague Capabilities Commitment (PCC), quale parte dello sforzo
di ammodernamento;
− nuove iniziative di difesa contro armamenti NBC;
− nuove iniziative di difesa contro attacchi informatici;
− nuovo studio su un sistema di difesa anti-missile ed incoraggiamento dei mezzi di
difesa contro le armi di distruzione di massa (WMD).
Allegato “G”
G-1
ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI
Schema 161
OSCE
CONSIGLIO D’EUROPA
“L’ARCHITETTURA PER LA SICUREZZA EUROPEA”
EAPC/PFP
NATO
UEO
UE
CANADASTATI UNITI
DANIMARCA
BELGIOFRANCIAGERMANIAGRECIAITALIALUSSEMBURGOOLANDAPORTOGALLOSPAGNAREGNO UNITO
ISLANDANORVEGIATURCHIAREPUBBLICA CECAUNGHERIAPOLONIA
ANDORRABOSNIA-ERZEGOVINACIPROLIECHTENSTEINMALTASAN MARINOSERBIA e MONTENEGRO
AUSTRIAFINLANDIASVEZIAIRLANDA
ALBANIAARMENIAAZERBAIJANBULGARIACROAZIAESTONIAFYROMGEORGIALETTONIALITUANIAMOLDAVIAROMANIARUSSIASLOVACCHIASLOVENIASVIZZERAUCRAINA
BIELORUSSIAKAZAKHSTANKYRGYZSTANTAJIKISTAN (EAPC)
TURKMENISTANUZBEKISTAN
PRINCIPATO DI MONACOLA SANTA SEDE
61 Fonte dati: www.nato.int, www.coe.int, www.osce.org; dati aggiornati al 4 settembre 2003.
Allegato “G”
G-2
ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI
Schema 262
“NATO – UE - UEO”
EU+
MEMBRIA SSOCIATIWEU
(ANCHE MEMBRI NATO)
REPUBBLICA CECAISLANDAUNGHERIANORVEGIAPOLONIATURCHIA
EU
PARTNER ASSOCIATI
WEU(FIRMATARI DI UN
ACCORDO CON LA UENONCHE’
INVITATI AD ADERIREALLA NATO AL
VERTICE DI PRAGA)
BULGARIAESTONIALETTONIALITUANIAROMANIASLOVACCHIASLOVENIA
BELGIOFRANCIAGERMANIAGRECIAITALIALUSSEMBURGOOLANDAPORTOGALLOSPAGNAREGNO UNITO
AUSTRIAFINLANDIAIRLANDASVEZIA
OSSERVATORIWEU
(ANCHE MEMBRI EU NON MEMBRI NATO)
NATO
WEU
CANADASTATI UNITI
DANIMARCA *
* La Danimarca è anche membro NATO
NATO NATO
62 Fonte dati: www.nato.int, www.weu.int; dati aggiornati al 4 settembre 2003.
Allegato “G”
G-3
ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI
Schema 363
“OSCE”
OSCE
ALBANIAANDORRAARMENIAAUSTRIAAZERBAIJANBIELORUSSIABELGIOBOSNIA-HERZEGOVINABULGARIACANADACROAZIACIPROREPUBLICA CECADANIMARCAESTONIASERBIA E MONTENEGROFINLANDIAFRANCIAMACEDONIAGEORGIAGERMANIAGRECIAUNGHERIAISLANDAIRLANDAITALIAKAZAKHSTANKYRGYZSTAN
LETTONIALIECHTENSTEINLITUANIALUSSEMBURGOMALTAMOLDAVIAMONACOOLANDANORVEGIAPOLONIAPORTOGALLOROMANIARUSSIASAN MARINOSLOVACCHIASLOVENIASPAGNASVEZIASVIZZERATAJIKISTANLA SANTA SEDETURCHIATURKMENISTANUCRAINAREGNO UNITOSTATI UNITIUZBEKISTAN
PARTNERS DEL MEDITERRANEO
PER LA COOPERAZIONE
ALGERIAEGITTOGIORDANIAISRAELEMAROCCOTUNISIA
PARTNERSPER LA COOPERAZIONE
AFGHANISTANCOREAGIAPPONETAILANDIA
63 Fonte dati: www.osce.org; dati aggiornati al 4 settembre 2003
Allegato “G”
G-4
ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI
Schema 464
“CONSIGLIO D’EUROPA”
CONSIGLIO D’EUROPA
COUNCIL OF EUROPEMEMBRI EFFETTIVI
OSSERVATORIAL
COMITATODEI MINISTRI
OSSERVATORIALLA
ASSEMBLEAPARLAMENTARE
CANADAISRAELEMESSICO
LA SANTA SEDESTATI UNITICANADAGIAPPONEMESSICO
ALBANIAANDORRAARMENIAAUSTRIAAZERBAIJANBELGIUMBOSNIA-ERZEGOVINABULGARIACROAZIACIPROREPUBLICA CECADANIMARCAESTONIA FINLANDIAFRANCIAMACEDONIA GIORGIAGERMANIAGRECIAUNGHERIAIRLANDAISLANDA
ITALIALETTONIALIECHTENSTEINLITUANIALUSSEMBURGOMALTAMOLDAVIAOLANDANORVEGIAPOLONIAPORTOGALLOROMANIARUSSIASAN MARINOSERBIA-MONTENEGROSLOVACCHIASLOVENIASPAGNASVEZIASVIZZERATURCHIAUCRAINAREGNO UNITO
64 Fonte dati: www.coe.int; dati aggiornati al 4 settembre 2003
Allegato “G”
G-5
ISTITUZIONI INTERNAZIONALI – STATI MEMBRI ED AFFILIAZIONI
Schema 565
“I PARTENARIATI DELLA NATO”
BELGIOCANADAREPUBLICA CECADANIMARCAFRANCIAGERMANIAGRECIAUNGHERIAISLANDAITALIALUSSEMBURGOOLANDANORVEGIAPOLONIAPORTOGALLOSPAGNATURCHIAREGNO UNITOSTATI UNITI
EAPC/PFP
RUSSIA
ALBANIAARMENIAAUSTRIAAZERBAIJANBIELORUSSIABULGARIACROAZIAESTONIAFINLANDIAMACEDONIAGEORGIAIRLANDAKAZAKHSTANKYRGYZSTANLETTONIALITUANIAMOLDAVIAROMANIASLOVACCHIASLOVENIASVEZIATAJIKISTANTURKMENISTANSVIZZERAUZBEKISTAN
ALGERIAEGITTOISRAELEGIORDANIAMAURITANIAMAROCCOTUNISIA
COMMISSIONENATO-UCRAINA
CONSIGLIONATO-RUSSIA
DIALOGO PER ILMEDITERRANEO
UCRAINA
NATO
65 Fonte dati: www.nato.int; dati aggiornati al 4 settembre 2003
Allegato “H”
H-1
ALLARGAMENTO DELL’ALLEANZA
PRINCIPALI FASI DEL PROCESSO DI ADESIONE DI POLONIA,
REPUBBLICA CECA ED UNGHERIA66
10 Gennaio 1994
Nel vertice NATO di Bruxelles, i 16 leader alleati dichiarano di attendersi e di
vedere con favore un allargamento della NATO che raggiunga i paesi democratici
dell’Est. Riaffermano che l’Alleanza, come previsto dall’articolo 10 del Trattato di
Washington, è aperta all’adesione di altri stati europei in grado di favorire i principi del
Trattato di Washington e di contribuire alla sicurezza nell’area nord atlantica.
Settembre 1995
L’Alleanza adotta lo Studio sull’allargamento della NATO che indica gli elementi
che devono essere considerati nel processo di allargamento. Si stabilisce inoltre che il
processo dovrebbe tener conto degli sviluppi politici e relativi alla sicurezza in tutta
l’Europa.
Lo Studio resta alla base dell’approccio della NATO nell’invitare nuovi membri ad
aderire.
Anno 1996
Si intraprende un intensificato dialogo bilaterale con i 12 paesi partner interessati.
Tali riunioni accrescono la loro conoscenza di come la NATO operi e forniscono
all’Alleanza una migliore conoscenza di questi paesi,sia per quanto riguarda il loro
sviluppo interno,come pure in merito alla soluzione di ogni controversia con i paesi
limitrofi. Lo Studio considera ciò un importante prerequisito per l’adesione.
10 Dicembre 1996
Gli Alleati della NATO cominciano a formulare raccomandazioni su quale paese o
quali paesi dovrebbero essere invitati ad avviare i colloqui di adesione,in previsione di
una decisione da prendersi nel vertice di Madrid del luglio 1997.
66 www.nato.int
Allegato “H”
H-2
Inizi del 1997
Su loro richiesta,hanno luogo delle riunioni con 11 paesi partner per un
intensificato dialogo individuale. Parallelamente,le autorità militari della NATO
intraprendono un’analisi dei connessi aspetti militari riguardanti i paesi interessati
all’adesione alla NATO.
8 Luglio 1997
I leader alleati, riuniti a Madrid, invitano la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la
Polonia ad avviare con l’Alleanza le trattative per l’adesione. Riaffermano inoltre che
l’Alleanza sarebbe rimasta aperta a nuovi membri.
Settembre e Novembre 1997
Le trattative per l’adesione hanno luogo con ciascuno dei tre paesi invitati. A
conclusione di queste, i tre paesi inviano una lettera di intenti per confermare gli
impegni presi durante i colloqui.
16 Dicembre 1997
I Ministri degli esteri della NATO firmano i Protocolli di adesione dei tre paesi al
Trattato Nord Atlantico.
Anno 1998
I paesi alleati ratificano i Protocolli di adesione secondo le loro rispettive procedure
nazionali.
12 Marzo 1999
Dopo il completamento delle loro procedure legislative nazionali, i Ministri degli
esteri della Repubblica Ceca,di Ungheria e di Polonia depositano gli strumenti di
adesione al Trattato Nord Atlantico in una cerimonia a Independence, Missouri, USA.
Questo atto rappresenta il loro ingresso formale nell’Alleanza.
Allegato “H”
H-3
16 Marzo 1999
Le bandiere nazionali dei tre nuovi stati membri vengono issate nel corso di una
cerimonia che ha luogo presso la sede della NATO a Bruxelles.
In questo periodo,alcune misure sono state completate con successo da parte di
ciascuno dei futuri stati membri per garantire l’efficacia della loro futura partecipazione
all’Alleanza. Si trattava di misure nel settore della sicurezza (per esempio,disposizioni
in merito all’acquisizione, alla conservazione e all’utilizzo di informazioni classificate),
come pure in altri settori,quali la difesa aerea,le infrastrutture,la pianificazione delle
forze e i sistemi di comunicazione e informatici.
ALLEGATO “I”
I-1
CRONOLOGIA DEI PRINCIPALI FATTI RIGUARDANTI L’EVOLUZIONE
DELLA NATO DI FRONTE AI PRINCIPALI EVENTI MONDIALI67
1945
26 giugno
Firma a San Francisco dello Statuto delle Nazioni Unite.
6 agosto
Esplosione della bomba atomica su Hiroshima.
67 A.V., The NATO Handbook, Office of Information and Press, Brussels, 2001; www.nato.int
ALLEGATO “I”
I-2
1946
5 marzo
Discorso di Winston Churchill sulla “cortina di ferro”a Fulton, Missouri.
ALLEGATO “I”
I-3
1947
19 gennaio
Il “Comitato di Lublino”, comunista e patrocinato dai sovietici, controlla il potere
in Polonia.
12 marzo
Il Presidente Truman esorta gli Stati Uniti“ a sostenere i popoli liberi che resistono
ai tentativi di asservimento, esercitati contro di essi da parte di minoranze armate o da
pressioni esterne ”(Dottrina Truman).
5 giugno
George C.Marshall, Segretario di stato degli Stati Uniti, presenta un programma di
ricostruzione economica per l’Europa (Piano Marshall).
22-27 settembre
Istituzione del Cominform, organizzazione per l’unità ideologica del blocco
sovietico,in seguito al rifiuto,da parte dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati,degli aiuti
previsti nel quadro del Piano Marshall.
ALLEGATO “I”
I-4
1948
22 gennaio
Ernest Bevin, Ministro degli esteri del Regno Unito, propone davanti alla Camera
dei Comuni l’idea di una Unione occidentale. I Ministri della difesa delle potenze
firmatarie del Trattato di Bruxelles crearono successivamente l’Organizzazione di difesa
dell’Unione occidentale il 27 e 28 settembre 1948.
22-25 febbraio
Colpo di stato a Praga:il partito comunista assume il potere.
17 marzo
Firma del Trattato di Bruxelles sulla collaborazione economica,sociale e culturale e
la legittima difesa collettiva, da parte dei Ministri degli esteri di Belgio, Francia,
Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito.
11 giugno
Il Senato degli Stati Uniti adotta la “risoluzione Vandenberg”, che stabilisce la base
per una futura associazione degli Stati Uniti a forme collettive, regionali e di altro tipo,
per la sicurezza.
24 giugno
Inizio del blocco di Berlino da parte dell’Unione Sovietica.
28 giugno
Espulsione ufficiale della Jugoslavia dal Cominform.
6 luglio
A Washington,inizio dei colloqui sulla difesa della regione nord atlantica tra Stati
Uniti, Canada e le potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles.
ALLEGATO “I”
I-5
25-26 ottobre
Il Consiglio consultivo delle potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles annuncia
“completa identità di vedute per quanto riguarda il progetto di un patto difensivo
dell’Atlantico settentrionale”
10 dicembre
Hanno inizio a Washington i negoziati sul Trattato Nord Atlantico tra i
rappresentanti delle potenze firmatarie del Trattato di Bruxe lles, del Canada e degli Stati
Uniti.
ALLEGATO “I”
I-6
1949
15 marzo
Le potenze negoziatrici invitano Danimarca, Islanda, Italia, Norvegia e Portogallo
ad aderire al Trattato Nord Atlantico.
2 aprile
I governi dei paesi interessati respingono le affermazioni sovietiche, secondo cui il
Trattato Nord Atlantico è contrario allo Statuto delle Nazioni Unite.
4 aprile
Il Trattato Nord Atlantico è firmato a Washington da: Belgio, Canada, Danimarca,
Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e
Stati Uniti.
8 aprile
Le potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles, la Danimarca, l’Italia e la Norvegia
chiedono assistenza militare e finanziaria agli Stati Uniti.
4 maggio
L’Accordo di Londra delle dieci potenze determina la nascita del Consiglio
d’Europa. Riunione inaugurale del Consiglio a Strasburgo il 10 agosto.
9 maggio
Il blocco di Berlino viene tolto.
24 agosto
Entrata in vigore del Trattato Nord Atlantico.
17 settembre
Il Consiglio Nord Atlantico tiene la sua prima riunione a Washington.
ALLEGATO “I”
I-7
6 ottobre
“L’Atto di assistenza per la difesa reciproca” del 1949 è firmato dal Presidente
Truman.
ALLEGATO “I”
I-8
1950
27 gennaio
Il Presidente Truman approva il piano per la difesa integrata della regione nord
atlantica, e la disponibilità di 900 milioni di dollari per aiuti militari.
9 maggio
Il governo francese propone la creazione di un organismo unico incaricato di
controllare la produzione di carbone e di acciaio in Francia e in Germania, aperto
all’adesione di altri paesi (Piano Schuman).
25 giugno
La Corea del Sud è attaccata dalle truppe nord coreane.
25 luglio
Prima riunione del Consiglio dei Supplenti della NATO a Londra; l’ambasciatore
Charles M.Spofford, rappresentante degli Stati Uniti presso il Consiglio Nord Atlantico,
è eletto Presidente permanente.
24 ottobre
Il Presidente del Consiglio francese, René Pleven, espone il suo progetto di creare
un esercito unificato europeo, che includesse contingenti tedeschi e che operasse nel
quadro della NATO.
19 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico nomina il generale Dwight D. Eisenhower primo
Comandante supremo delle forze alleate in Europa (SACEUR).
20 dicembre
Le potenze firmatarie del Trattato di Bruxelles decidono di fondere
l’organizzazione militare dell’Unione occidentale con quella del Trattato Nord
Atlantico.
ALLEGATO “I”
I-9
1951
15 febbraio
Organizzata dal governo francese, si apre a Parigi la conferenza sulla creazione di
un esercito europeo.
2 aprile
Il Comando alleato in Europa diviene operativo con la creazione del Quartier
generale supremo delle potenze alleate in Europa (SHAPE), installato a Rocquencourt,
nei pressi di Parigi.
18 aprile
Costituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio tra Belgio, Francia,
Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e la R.F. di Germania.
3 maggio
Il Consiglio Nord Atlantico ingloba il Comitato di difesa e il Consiglio di difesa
economica e finanziaria.
19 giugno
Una Convenzione sullo status delle loro forze viene sottoscritta a Londra dagli stati
membri del Trattato Nord Atlantico.
20 settembre
Una Convenzione sullo status della NATO,dei rappresentanti nazionali e del
personale internazionale (Convenzione sullo status del personale civile) è firmata a
Ottawa.
9-11 ottobre
Prima riunione a Parigi del Comitato temporaneo del Consiglio (TCC), che era
stato creato dal Consiglio Nord Atlantico per conciliare le esigenze della sicurezza
collettiva con le capacità politiche ed economiche dei paesi membri.
ALLEGATO “I”
I-10
17-22 ottobre
Firma a Londra del Protocollo al Trattato Nord Atlantico relativo all’adesione di
Grecia e Turchia.
19 novembre
Inaugurazione del Collegio di difesa della NATO a Parigi (il Collegio verrà
trasferito a Roma il 10 ottobre 1966).
ALLEGATO “I”
I-11
1952
30 gennaio
Nomina dell’Amm. Lynde D.McCormick (Stati Uniti) a primo Comandante
supremo alleato dell’Atlantico (SACLANT).
18 febbraio
Adesione di Grecia e Turchia al Trattato Nord Atlantico.
20-25 febbraio
Riunito a Lisbona, il Consiglio Nord Atlantico decide di riorganizzare la struttura
dell’Alleanza e la NATO diviene un’organizzazione permanente con propria sede a
Parigi.
21 febbraio
Il Consiglio decide di creare un Comando della Manica,e nomina l’Amm. Sir
Arthur John Power primo Comandante in capo della Manica (CINCHAN).
12 marzo
Lord Ismay (Regno Unito) viene nominato vice Presidente del Consiglio Nord
Atlantico e Segretario generale dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.
10 aprile
Il Comando alleato dell’Atlantico (ACLANT) diviene operativo ed il suo Quartier
generale è stabilito a Norfolk, Virginia (Stati Uniti).
16 aprile
Inaugurazione della sede provvisoria della NATO al Palais de Chaillot, Parigi.
28 aprile
Il Consiglio Nord Atlantico tiene a Parigi la sua prima riunione in sessione
permanente.
ALLEGATO “I”
I-12
27 maggio
Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e R.F. di Germania sottoscrivono
a Parigi il Trattato che istituisce la Comunità europea di difesa. (In seguito alla
decisione dell’Assemblea nazionale francese del 29 agosto 1954, il Trattato non è
entrato in vigore).
28 agosto
A Parigi viene firmato dai paesi membri dell’Alleanza un Protocollo sullo status dei
Quartier generali militari internazionali.
ALLEGATO “I”
I-13
1953
5 marzo
Morte di Stalin.
23 luglio
Firma dell’armistizio in Corea, a Panmunjon.
20 agosto
L’URSS annuncia di essere in possesso della bomba all’idrogeno.
4-8 dicembre
Conferenza delle Bermuda tra i Capi di governo di Francia, Regno Unito e Stati
Uniti, alla quale partecipa, in veste di osservatore per la NATO, Lord Ismay.
ALLEGATO “I”
I-14
1954
25 gennaio/18 feb.
A Berlino fallimento della Conferenza delle Quattro potenze sulla riunificazione
tedesca.
7 maggio
Gli Stati Uniti ed il Regno Unito respingono la domanda di adesione dell’URSS
all’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.
17-18 giugno
Riunione a L’Aia della Conferenza costitutiva dell’Associazione del Trattato
Atlantico, patrocinata dal Comitato atlantico internazionale.
29 agosto
L’Assemblea nazionale francese vota contro la ratifica del Trattato istitutivo della
Comunità europea di difesa (CED).
6 settembre
Inizia la Conferenza di Manila che deve condurre alla firma dei trattati istitutivi
della SEATO (Organizzazione del Trattato dell’Asia di Sud-Est) (Paesi membri:
Australia, Filippine, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Regno Unito, Stati Uniti e
Tailandia).
28 sett./3 ottobre
Riunione a Londra della Conferenza dei Nove (Belgio, Canada, Francia, R.F. di
Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti) dedicata alla
ricerca di una soluzione alternativa alla CED.
ALLEGATO “I”
I-15
23 ottobre
Firma degli Accordi di Parigi. La Repubblica federale di Germania viene invitata
ad aderire alla NATO; contemporaneamente, Italia e Repubblica federale di Germania
aderiscono all’Unione dell’Europa occidentale (WEU).
ALLEGATO “I”
I-16
1955
6 maggio
La Repubblica federale di Germania aderisce ufficialmente alla NATO.
14 maggio
L’Unione Sovietica sottoscrive il Trattato di Varsavia con Albania, Bulgaria,
Cecoslovacchia, Germania orientale, Polonia, Romania e Ungheria.
18-23 luglio
A Parigi, prima Conferenza dei parlamentari della NATO (divenuta poi, dal
novembre 1966, l’Assemblea del Nord Atlantico).
30 dicembre
L’Unione Sovietica firma un trattato con il regime al potere in Germania orientale
riconoscendogli le prerogative di uno Stato.
ALLEGATO “I”
I-17
1956
24 febbraio
20° Congresso del Partito comunista sovietico:in un discorso “segreto ”Krusciov
denuncia Stalin.
18 aprile
Scioglimento del Cominform.
28 giugno
Tumulti a Poznan in Polonia,contro il regime al potere.
26 luglio
Il governo egiziano nazionalizza il canale di Suez.
4 novembre
Le truppe sovietiche schiacciano l’insurrezione popolare ungherese.
13 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico approva le raccomandazioni contenute nel rapporto del
Comitato dei Tre Saggi sulla cooperazione non militare in seno alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-18
1957
25 marzo
Firma dei Trattati di Roma, che istituiscono l’EURATOM e la Comunità
economica europea.
2-3 maggio
A Bonn,riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico. Il Consiglio decide di
intensificare gli sforzi dell’Alleanza in favore di una riunificazione della Germania,che
sia il risultato di libere elezioni.
16 maggio
Paul-Henri Spaak (Belgio) succede a Lord Ismay quale Segretario generale della
NATO.
29 luglio
Firma a Berlino di una dichiarazione nella quale i governi di Francia, R.F. di
Germania, Regno Unito e Stati Uniti affermano l’ident ità delle loro politiche circa la
riunificazione della Germania e la sicurezza europea.
14 settembre
L’Assemblea generale dell’ONU condanna l’intervento sovietico in Ungheria.
4 ottobre
Lancio del primo Sputnik sovietico.
31 ottobre
Intervento anglo-francese nell’area del Canale di Suez.
16-19 dicembre
In occasione di una riunione del Consiglio Nord Atlantico a Parigi, i Capi di
governo riaffermano i principi e gli scopi dell’Alleanza Atlantica.
ALLEGATO “I”
I-19
1958
1 gennaio
Entrata in vigore del Trattato di Roma,che istituisce la Comunità economica
europea.
26-29 marzo
Prima riunione del Comitato scientifico della NATO.
15-17 aprile
I Ministri della difesa dei paesi della NATO, riuniti a Parigi, riaffermano il
carattere difensivo della strategia della NATO.
10 novembre
Krusciov annuncia che l’URSS desidera porre fine all’accordo delle quattro
potenze relativo allo statuto di Berlino. (Il progetto sarà respinto dalle potenze
occidentali il 31 dicembre).
16-18 dicembre
Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico. Il Consiglio si associa al
desiderio espresso da Francia, Regno Unito e Stati Uniti riguardante Berlino e il diritto
delle potenze Occidentali di rimanervi.
ALLEGATO “I”
I-20
1959
1 gennaio
Fidel Castro rovescia il regime di Batista a Cuba.
11 giugno
Si apre a Ginevra la Conferenza dei Ministri degli esteri delle Quattro potenze
(Francia, Regno Unito, Stati Uniti e URSS) dedicata al problema tedesco.
19 agosto
Il Patto di Baghdad firmato il 24 febbraio 1955 diviene l’Organizzazione del
Trattato centrale (CENTO). Membri a pieno titolo: Iran, Iraq, Pakistan, Regno Unito e
Turchia. Membro associato: Stati Uniti. La sua sede è posta a Ankara. (Disciolta il 26
settembre 1979).
20 novembre
Con la Convenzione di Stoccolma, l’Austria, la Danimarca, la Norvegia, il
Portogallo, il Regno Unito, la Svezia e la Svizzera creano l’Associazione europea di
libero scambio (EFTA). (La Finlandia è divenuto membro associato dell’EFTA nel
1961. L’Islanda ha aderito nel 1970. La Danimarca e il Regno Unito si sono ritirati
dall’EFTA l’1 gennaio 1973, per divenire membri della Comunità economica europea.
Il Portogallo si è ritirato dall’EFTA l’1 gennaio 1986).
15-22 dicembre
Inaugurazione della nuova sede della NATO a Porte Dauphine, a Parigi.
ALLEGATO “I”
I-21
1960
15 marzo
Si aprono a Ginevra,sotto l’egida delle Nazioni Unite, dei negoziati sul disarmo nel
quadro della Conferenza dei Dieci. Gli stati comunisti si ritirano il 27 giugno.
1 maggio
Un aereo americano “U2 ”è abbattuto sul territorio sovietico.
19 maggio
I Ministri degli esteri di Francia, Regno Unito e Stati Uniti informano il Consiglio
Atlantico sulle circostanze relative al fallimento della Conferenza al vertice di Parigi, il
16 maggio, alla quale partecipava l’URSS.
27 maggio
Colpo di stato militare in Turchia.
23 settembre
Krusciov partecipa all’Assemblea generale dell’ONU a New York.
10 novembre
Conferenza al vertice, a Mosca,dei dirigenti comunisti di 81 paesi. Si approvano le
tesi di Krusciov sulla coesistenza pacifica.
14 dicembre
La convenzione per l’istituzione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico (OECD), che sostituisce l’OEEC,è firmata da 18 paesi europei,dal
Canada e dagli Stati Uniti. L’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone ne diverranno
membri in seguito.
ALLEGATO “I”
I-22
1961
12 aprile
Il comandante sovietico Yuri Gagarin effettua il primo volo orbitale umano.
21 aprile
Dirk U.Stikker (Paesi Bassi) succede a Paul-Henri Spaak quale Segretario generale
della NATO.
13 agosto
Viene eretto il muro di Berlino.
13-15 dicembre
Riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico a Parigi. L’Alleanza riafferma
la sua posizione su Berlino e condanna energicamente l’erezione del muro;approva la
ripresa di contatti diplomatici con l’Unione Sovietica onde verificare se si possa
stabilire una base negoziale. Inoltre annuncia la creazione di una forza mobile di
intervento.
ALLEGATO “I”
I-23
1962
8-20 gennaio
Riunione della “Convenzione Atlantica” dei cittadini dei paesi della NATO, che
pubblica la sua “Dichiarazione di Parigi ”a favore del rafforzamento dell’Alleanza e
della Comunità atlantica.
18 marzo
Gli accordi di Evian danno vita ad una Algeria indipendente.
29 marzo
Creazione dell’Organizzazione europea per lo sviluppo e la costruzione di vettori
spaziali (ELDO). Paesi partecipanti: Australia, Belgio, Francia, R.F. di Germania,
Italia, Paesi Bassi e Regno Unito.
10 aprile
Macmillan e Kennedy invitano Krusciov a concludere un trattato per la messa al
bando degli esperimenti nucleari.
4-6 maggio
I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi della NATO, riuniti ad
Atene,riesaminano le circostanze in cui l’Alleanza potrebbe dover ricorrere alle armi
nucleari (linee guida di Atene).
14 giugno
Creazione dell’Organizzazione europea di ricerca spaziale (ESRO). Paesi
partecipanti: Belgio, Danimarca, Francia, R.F. di Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno
Unito, Spagna, Svezia e Svizzera. (ELDO e ESRO si fusero nell’Agenzia spaziale
europea (ESA) il 31 maggio 1975).
ALLEGATO “I”
I-24
22 ottobre/20 nov.
Blocco parziale di Cuba attuato dagli Stati Uniti in seguito alla scoperta
dell’esistenza di rampe di lancio di missili sovietici nell’isola. Il blocco viene revocato
dopo che i sovietici accettano di smantellare tali installazioni.
18-20 dicembre
Incontro tra il Presidente Kennedy e il Primo Ministro Macmillan a Nassau, nelle
Bahamas. Decidono di assegnare una parte delle forze nucleari strategiche dei loro
paesi alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-25
1963
16 gennaio
In seguito alla dichiarazione del rappresentante permanente della Francia, il
Consiglio constata che tutte le disposizioni del Trattato Nord Atlantico relative agli ex
dipartimenti francesi d’Algeria sono divenute inapplicabili dal 3 luglio 1962.
20 giugno
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sottoscrivono a Ginevra un accordo per
l’installazione di un “telefono rosso ”tra Washington e Mosca.
15-25 luglio
Accordo americano-anglo-sovietico che impedisce gli esperimenti nucleari
sottomarini, nell’atmosfera e nello spazio esterno all’atmosfera.
10 ottobre
Entrata in vigore del Trattato di Mosca sul divieto parziale degli esperimenti
nucleari, che era stato firmato il 5 agosto.
22-23 ottobre
In una esercitazione militare (operazione “Big Lift”) 14.500 soldati americani
vengono trasportati dagli Stati Uniti in Germania per dimostrare la capacità degli Stati
Uniti di rafforzare rapidamente, in caso di emergenza,le forze della NATO in Europa.
22 novembre
Assassinio del Presidente Kennedy a Dallas, Texas.
ALLEGATO “I”
I-26
1964
1 agosto
Manlio Brosio (Italia) succede a Dirk Stikker quale Segretario generale della
NATO.
14 ottobre
Krusciov viene destituito dalle sue funzioni e rimpiazzato da Leonid Brezhnev
nella carica di Segretario generale del partito e da Alexei Kosygin in quella di Capo del
governo.
16 ottobre
La Cina fa esplodere la sua prima bomba atomica.
ALLEGATO “I”
I-27
1965
6 aprile
Il primo satellite commerciale, “Early Bird ”, è messo in orbita dagli Stati Uniti. Si
rivela un eccellente sistema globale di comunicazioni per la telefonia, la televisione e le
comunicazioni telegrafiche.
7 aprile
Le autorità sovietiche e quelle tedesco-orientali bloccano ad intervalli, per una
settimana, gli accessi terrestri a Berlino mentre il Parlamento della R.F. di Germania è
riunito in sessione plenaria al Palazzo dei Congressi di Berlino ovest.
23 aprile
L’URSS mette in orbita il suo primo satellite per le comunicazioni.
31 magg. -1 giugno
I Ministri della difesa dei paesi della NATO,riuniti a Parigi, si occupano in
particolare dei problemi di difesa di Grecia e Turchia e decidono di esaminare una
proposta relativa al miglioramento del processo di consultazione e all’allargamento
della partecipazione nella pianificazione delle forze nucleari.
9 settembre
Nel corso di una conferenza stampa il Presidente de Gaulle annuncia che per
quanto concerne la Francia,la sua integrazione militare in seno alla NATO terminerà
entro il 1969.
20 ottobre
Il Consiglio Nord Atlantico approva i nuovi compiti dei Comandanti principali
della NATO e del Gruppo regionale di pianificazione Canada-Stati Uniti.
ALLEGATO “I”
I-28
14-16 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale a Parigi accetta le nuove
procedure, volte a migliorare il processo annuale di revisione dello sforzo per la difesa
dei paesi membri e per l’adozione dei loro contributi di forze.
ALLEGATO “I”
I-29
1966
10 marzo
Il Presidente de Gaulle annuncia ufficialmente l’intenzione della Francia di ritirarsi
dalla struttura militare integrata dell’Alleanza.
14 dicembre
Il Comitato di pianificazione della difesa istituisce il Comitato per gli affari di
difesa nucleare ed il Gruppo di pianificazione nucleare.
ALLEGATO “I”
I-30
1967
18 gennaio
Inaugurazione a Roma del Collegio di difesa della NATO.
31 marzo
Inaugurazione dello SHAPE a Casteau, nei pressi di Mons, in Belgio.
6-7 aprile
Prima riunione, a Washington,d el Gruppo di pianificazione nucleare.
21 aprile
Colpo di stato militare in Grecia.
14 giugno
Il Consiglio Nord Atlantico, riunito in Lussemburgo, valuta la situazione in Medio
Oriente in seguito alla guerra dei “sei giorni” tra Israele e i suoi vicini arabi.
16 ottobre
Inaugurazione della nuova sede della NATO a Bruxelles.
12 dicembre
Il Comitato degli affari di difesa nucleare si riunisce a Bruxelles per esaminare il
rapporto del Gruppo di pianificazione nucleare sulle forze nucleari strategiche, sui
missili antibalistici, sull’uso tattico delle armi nucleari e sulla partecipazione dei paesi
membri alla pianificazione nucleare.
13-14 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico approva il “Rapporto Harmel ” sui futuri compiti
dell’Alleanza. Il Comitato di pianificazione della difesa adotta il nuovo concetto
strategico della NATO, detto della risposta flessibile, e approva l’istituzione della Forza
navale permanente dell’Atlantico (STANAVFORLANT).
ALLEGATO “I”
I-31
1968
19 gennaio
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sottopongono alla Conferenza per il disarmo di
Ginevra una bozza di trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari.
24-25 giugno
Il Consiglio Nord Atlantico riunito in sessione ministeriale a Reykjavik,
Islanda,esamina le attuali misure restrittive riguardanti le vie di accesso a Berlino e
pubblica una Dichiarazione sulle riduzioni reciproche e bilanciate delle forze.
20-21 agosto
Truppe sovietiche, polacche, tedesco-orientali,bulgare e ungheresi invadono la
Cecoslovacchia.
12 settembre
L’Albania si ritira dal Patto di Varsavia.
13-14 novembre
Creazione dell’EUROGRUPPO.
15-16 novembre
Il Consiglio Nord Atlantico denuncia l’azione sovietica in Cecoslovacchia come
contraria ai principi fondamentali dello Statuto delle Nazioni Unite ed invia un monito
all’URSS.
ALLEGATO “I”
I-32
1969
28 maggio
Istituzione di una Forza navale alleata, disponibile su richiesta, nel Mediterraneo
(NAVOCFORMED).
8-10 dicembre
Prima riunione del Comitato per le sfide della società moderna (CCMS), istituito il
6 novembre dal Consiglio Nord Atlantico, su proposta del Presidente statunitense
Nixon, da poco eletto.
ALLEGATO “I”
I-33
1970
5 marzo
Entra in vigore il Trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari, firmato il 1
luglio 1968.
20 marzo
Messa in orbita, da Cape Kennedy, del primo satellite di comunicazioni della
NATO.
16 aprile
Inizio a Vienna dei negoziati russo-americani sulla limitazione delle armi
strategiche (SALT).
11 giugno
Il Comitato di pianificazione della difesa,riunito in sessione ministeriale,rileva la
continua espansione della presenza sovietica nel Mediterraneo e si felicita per
l’attivazione della Forza navale alleata,disponibile su richiesta, nel Mediterraneo.
2-4 dicembre
Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico e del Comitato di pianificazione
della difesa (DPC) a Bruxelles. Gli Stati Uniti annunciano che non ridurranno le loro
forze in Europa,se non nel contesto di un’azione reciproca est-ovest. Il DPC adotta lo
studio su “La difesa dell’Alleanza negli anni ’70 ”. Dieci paesi europei adottano uno
speciale programma europeo per il miglioramento della difesa.
ALLEGATO “I”
I-34
1971
2 febbraio
Messa in orbita,da Cape Kennedy, del secondo satellite di comunicazioni della
NATO.
1 ottobre
Joseph Luns (Paesi Bassi) succede a Manlio Brosio quale Segretario generale della
NATO.
5-6 ottobre
L’ex Segretario generale della NATO Manlio Brosio è incaricato di svolgere con
l’Unione Sovietica ed altri governi interessati dei colloqui esplorativi sulle riduzioni
reciproche e bilanciate delle forze.
ALLEGATO “I”
I-35
1972
26 maggio
Firma a Mosca di un accordo provvisorio per la limitazione delle armi strategiche
(SALT) e sui sistemi missilistici anti-balistici (ABM)
30-31 maggio
Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico a Bonn. Si decide
d’intraprendere dei negoziati multilaterali preparatori per una Conferenza sulla
sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE). I paesi che fanno parte della struttura
militare integrata della NATO propongono degli incontri esplorativi multilaterali per la
riduzione reciproca e bilanciata delle forze (MBFR).
3 giugno
Firma dell’Accordo quadripartito su Berlino da parte dei Ministri degli esteri di
Francia, Regno Unito, Stati Uniti e URSS.
21 novembre
Inizio a Ginevra dei negoziati SALT II.
22 novembre
Inizio a Helsinki dei negoziati multilaterali preparatori alla CSCE.
21 dicembre
Firma a Berlino est del “Trattato fondamentale” tra la R.F. di Germania e la R.D.
tedesca.
ALLEGATO “I”
I-36
1973
1 gennaio
Danimarca, Irlanda e Regno Unito aderiscono alla Comunità economica europea
(CEE).
31 gennaio/29 giu.
Negoziati multilaterali preparatori sulle MBFR a Vienna.
11 maggio
Entra in funzione la Forza navale permanente della Manica
(STANAVFORCHAN).
3-7 luglio
Inizio ad Helsinki della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa
(CSCE).
6-24 ottobre
Conflitto arabo- israeliano detto dello “Yom Kippur ”.
30 ottobre
Inizio a Vienna dei negoziati sulle riduzioni reciproche e bilanciate delle forze
(MBFR).
ALLEGATO “I”
I-37
1974
25 aprile
Colpo di stato militare in Portogallo.
26 giugno
I Capi di stato e di governo dei paesi membri della NATO, riuniti a Bruxelles,
sottoscrivono la Dichiarazione sulle relazioni atlantiche, che era stata approvata e
diffusa dal Consiglio Nord Atlantico il 19 giugno a Ottawa.
23 luglio
Kostantin Karamanlis diviene Primo Ministro greco in seguito alle dimissioni del
governo militare.
14 agosto
Ritiro delle forze armate greche dalla struttura militare integrata della NATO.
23-24 novembre
Il Presidente Ford e il Segretario generale Brezhnev, riuniti a Vladivostok,
giungono ad un accordo sulle tappe per pervenire ad una limitazione delle armi nucleari
strategiche dei loro rispettivi paesi.
ALLEGATO “I”
I-38
1975
31 maggio
ELDO e ESRO si fondono dando vita all’Agenzia spaziale europea (ESA). Paesi
membri: Belgio, Danimarca, Francia, R.F. di Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi,
Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera.
31 luglio-1 agosto
I Capi di stato e di governo dei 35 stati partecipanti firmano l’Atto finale di
Helsinki della CSCE.
ALLEGATO “I”
I-39
1976
21-22 gennaio
Nel corso della riunione del Gruppo di pianificazione nucleare (NPG) ad Amburgo
i Ministri della difesa della NATO discutono sul costante aumento del potenziale
nucleare strategico dell’Unione Sovietica ed esaminano le prospettive di stabilizzazione
mediante i negoziati SALT.
2 febbraio
Istituzione del Gruppo europeo indipendente di programmazione,al quale
partecipano tutti i paesi europei membri della NATO, per promuovere la cooperazione
per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di equipaggiamenti.
20-21 maggio
Sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico a Oslo. I Ministri degli esteri
fanno il punto sulle relazioni est-ovest e sui progressi compiuti nell’attuazione dell’Atto
finale della CSCE ed esaminano le prospettive relative alle MBFR.
9-10 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico respinge le proposte dei paesi del Patto di Varsavia, che
chiedevano di rinunciare ad usare per primi l’arma nucleare e di limitare la
partecipazione all’Alleanza, e chiedevano a tutti i paesi della CSCE di rinunciare a
ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza,con qualsiasi tipo di armamento,
conformemente alle disposizioni dello Statuto delle Nazioni Unite e dell’Atto finale di
Helsinki.
ALLEGATO “I”
I-40
1977
10-11 maggio
Riunione del Consiglio Nord Atlantico a Londra,con la partecipazione del
Presidente Carter, appena eletto, e di altri Capi di stato e di governo. Avvio di un
programma di difesa a lungo termine.
4 ottobre
Inizio a Belgrado della riunione sui seguiti della CSCE (4 ottobre 1977 -9 marzo
1978).
12 ottobre
Istituzione di un Gruppo ad alto livello dell’NPG sull’ammodernamento delle forze
nucleari di teatro.
ALLEGATO “I”
I-41
1978
30-31 maggio
Riunione del Consiglio Nord Atlantico a Washington con la partecipazione dei
Capi di stato e di governo.
31 ottobre-11 dic.
Riunione a Montreux di esperti della CSCE sulla soluzione pacifica delle
controversie.
18 novembre
Messa in orbita da Cape Canaveral (Florida) del terzo satellite per le comunicazioni
della NATO.
5-6 dicembre
Approvazione del Sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza e di controllo
(AWACS).
ALLEGATO “I”
I-42
1979
13 feb./26 marzo
Riunione a La Valletta degli esperti della CSCE sulla cooperazione mediterranea.
11 aprile
Creazione di un Gruppo speciale incaricato di studiare gli aspetti del controllo degli
armamenti relativi ai sistemi nucleari di teatro. (Il Gruppo speciale conclude il suo
lavoro l’11 dicembre 1979).
18 giugno
Firma a Vienna,da parte del Presidente Carter e del Segretario generale Brezhnev,
dell’accordo SALT II. (Tale accordo non è stato ratificato dagli Stati Uniti).
4 novembre
Rivoluzionari islamici occupano l’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e
catturano 53 ostaggi.
12 dicembre
Riunione speciale a Bruxelles dei Ministri degli esteri e della difesa dei paesi
membri della NATO. Viene approvata la decisione detta del “doppio binario
”sull’ammodernamento delle forze nucleari di teatro, che prevede lo schieramento in
Europa di sistemi americani basati a terra Cruise e Pershing II ed un’azione parallela e
complementare nel controllo degli armamenti,per evitare di dover schierare tali missili.
25-26 dicembre
Invasione sovietica dell’Afghanistan.
29 dicembre
Riunione speciale del Consiglio Nord Atlantico in seguito all’invasione sovietica
dell’Afghanistan del 25-26 dicembre.
ALLEGATO “I”
I-43
1980
24 gennaio
I membri dell’Alleanza,che avevano partecipato alla riunione speciale del 12
dicembre 1979, istituiscono il Gruppo consultivo speciale sul controllo degli armamenti,
comprese le forze nucleari di teatro.
18 feb./3 marzo
Conferenza della CSCE ad Amburgo sulla cooperazione scientifica.
4 maggio
Morte del Presidente jugoslavo Tito.
31 agosto
Accordi di Danzica che portano alla istituzione e al riconoscimento ufficiale del
sindacato indipendente polacco Solidarnosc.
12 settembre
In Turchia le autorità militari assumono il potere nel paese.
22 settembre
Inizio della guerra Iran-Iraq.
20 ottobre
Le forze armate greche rientrano nella struttura militare dell’Alleanza.
11 novembre
Inizio della riunione di Madrid sui seguiti della CSCE.
9-12 dicembre
ALLEGATO “I”
I-44
Le riunioni ministeriali del Consiglio e del Comitato di pianificazione della difesa
manifestano preoccupazione per la situazione in Polonia e per il perpetuarsi
dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan.
ALLEGATO “I”
I-45
1981
1 gennaio
La Grecia diviene il decimo stato membro della CEE.
23 febbraio
Fallito tentativo da parte di ribelli della Guardia civile di rovesciare il governo
spagnolo.
6 ottobre
Assassinio del Presidente egiziano Sadat.
27 ottobre
Un sottomarino sovietico si incaglia nelle acque territoriali svedesi.
18 novembre
Il Presidente Reagan annuncia nuove iniziative in materia di cont rollo degli
armamenti, tra cui l’apertura di negoziati sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF)
e trattative sulle riduzioni degli armamenti strategici (START).
30 novembre
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica iniziano a Ginevra i negoziati sulle forze
nucleari a raggio intermedio (INF).
10-11 dicembre
La Spagna firma il protocollo di adesione al Trattato Nord Atlantico.
13 dicembre
Imposizione della legge marziale in Polonia.
ALLEGATO “I”
I-46
1982
11 gennaio
Il Consiglio Atlantico, riunito in sessione ministeriale straordinaria,diffonde una
dichiarazione sugli avvenimenti in Polonia.
2 aprile-14 giugno
Guerra delle Falkland.
30 maggio
La Spagna diviene il 16° membro dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.
10 giugno
Vertice del Consiglio Atlantico a Bonn. I Capi di stato e di governo diffondono la
Dichiarazione di Bonn sul programma dell’Alleanza per la pace nella libertà.
30 giugno
Inizio a Ginevra dei negoziati sulla riduzione degli armamenti strategici (START).
ALLEGATO “I”
I-47
1983
23 marzo
Il Presidente Reagan annuncia l’avvio di un vasto programma di ricerca inteso ad
eliminare la minaccia costituita dai missili nucleari strategici (Iniziativa di difesa
strategica).
22 luglio
Fine della legge marziale in Polonia. Nuove disposizioni rafforzano i controlli
governativi.
1 settembre
Un aereo di linea sud coreano con 269 passeggeri a bordo viene abbattuto dalla
difesa aerea sovietica nei pressi dell’isola di Sakhalin.
9 settembre
Conclusione della riunione di Madrid sui seguiti della CSCE.
25 ottobre
Intervento militare a Grenada da parte di forze statunitensi e dei paesi dei Caraibi
orientali.
25 ottobre/11 nov.
Ad Helsinki riunione preparatoria della conferenza di Stoccolma sulle misure per
accrescere la fiducia e la sicurezza e sul disarmo in Europa (CDE).
27 ottobre
Decisione di Montebello. I Ministri della difesa,in occasione della riunione del
Gruppo di pianificazione nucleare della NATO a Montebello, Canada,annunciano la
loro decisione di ritirare altre 1.400 testate nucleari dall’Europa, portando così a 2.400 il
totale delle testate ritirate dal 1979.
ALLEGATO “I”
I-48
23 novembre
La consegna di componenti di missili da crociera basati a terra al Regno Unito
segna l’inizio dello spiegamento di forze nucleari a raggio intermedio (INF) da parte
della NATO. L’Unione Sovietica decide di interrompere i negoziati in corso a
Ginevra sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF).
8 dicembre
Conclusione della sessione in corso dei negoziati russoamericani di Ginevra sulle
riduzioni delle armi strategiche (START). L’Unione Sovietica non indica una data per
la loro ripresa.
8-9 dicembre
I Ministri degli esteri dei paesi della NATO diffondono la Dichiarazione di
Bruxelles,nella quale essi esprimono la loro determinazione a cercare un rapporto
equilibrato e costruttivo con l’Est ed invitano l’Unione Sovietica e gli altri paesi del
Patto di Varsavia a unirsi a questo sforzo.
13 dicembre
Formazione di un governo civile in Turchia in seguito ad elezioni parlamentari
sulla base di una nuova costituzione.
ALLEGATO “I”
I-49
1984
17 gennaio
Inizio della Conferenza di Stoccolma sulle misure per accrescere la fiducia e la
sicurezza e sul disarmo in Europa (CDE).
21 marzo/30 aprile
Riunione ad Atene di esperti della CSCE sulla soluzione pacifica delle
controversie.
31 maggio
I Ministri degli esteri della NATO diffondono la Dichiarazione di Washington sulle
relazioni est-ovest.
7-9 giugno
Vertice a Londra. I Capi di stato e di governo dei sette paesi più industrializzati
diffondono una dichiarazione sulle relazioni est-ovest e sul controllo degli armamenti.
12 giugno
I Ministri degli esteri dei sette paesi membri dell’Unione dell’Europa occidentale si
riuniscono a Parigi e decidono di riattivare la WEU.
25 giugno
Lord Carrington (Regno Unito) succede a Joseph Luns quale Segretario generale
della NATO.
16-26 ottobre
Seminario della CSCE, a Venezia, sulla Cooperazione economica, scientifica e
culturale tra i paesi del Mediterraneo.
ALLEGATO “I”
I-50
26-27 ottobre
I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi membri dell’Unione dell’Europa
occidentale diffondono la “Dichiarazione di Roma ”che annuncia la loro decisione di
accrescere la cooperazione nel quadro della WEU.
7 dicembre
Il Segretario generale della NATO consegna il primo Premio atlantico a Per
Markussen (Danimarca), per il suo duraturo contributo agli obiettivi dell’Alleanza
Atlantica.
ALLEGATO “I”
I-51
1985
11 marzo
Mikhail Gorbaciov diventa Segretario generale del partito comunista sovietico
dopo la morte di Kostantin Chernenko.
12 marzo
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica danno inizio,a Ginevra, a nuovi negoziati sul
controllo degli armamenti, inclusi i sistemi di difesa spaziale, le forze nucleari
strategiche e le forze nucleari a raggio intermedio.
26 aprile
Il Trattato di amicizia,cooperazione e assistenza reciproca, istitutivo, nel 1955,
dell’Organizzazione del Patto di Varsavia, viene prorogato dai dirigenti dei sette paesi
membri di altri 20 anni.
7 magg./17 giugno
Riunione, a Ottawa,di esperti della CSCE sui diritti dell’uomo.
15 ottobre/25 nov.
Foro culturale della CSCE a Budapest.
12 novembre
Il secondo Premio atlantico viene assegnato al professor van der Beugel (Paesi
Bassi) per gli eccezionali servigi resi all’Alleanza.
19-21 novembre
Al vertice di Ginevra,il Presidente americano R.Reagan e il leader sovietico
M.Gorbaciov sono d’accordo in principio su una riduzione delle forze nucleari
strategiche del 50% e su un accordo provvisorio sulle INF.
ALLEGATO “I”
I-52
21 novembre
In una sessione speciale del Consiglio Nord Atlantico,con la partecipazione di Capi
di stato e di governo e di Ministri degli esteri, il Presidente Reagan riferisce sui suoi
incontri di Ginevra con Mikhail Gorbaciov.
ALLEGATO “I”
I-53
1986
1 gennaio
Portogallo e Spagna diventano membri della Comunità economica europea (CEE).
12 marzo
In un referendum indetto dal Primo Ministro spagnolo Felipe Gonzales, gli elettori
si dichiarano in favore di una Spagna nell’Alleanza Atlantica, ma senza partecipare alla
struttura militare integrata della NATO.
15 aprile
In risposta ad attacchi terroristici attribuiti alla Libia, le forze armate americane
attaccano obiettivi militari a Tripoli e Bengasi.
15 aprile/26 magg.
Riunione a Berna di esperti della CSCE sui contatti umani.
26 aprile
Incidente nucleare alla centrale di Chernobyl, in Unione Sovietica.
29-30 maggio
Nel corso della sessione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico ad Halifax,
Canada, i Ministri degli esteri diffondono una Dichiarazione,in cui invitano l’Unione
Sovietica ad unirsi a loro nel compiere “nuovi passi coraggiosi ”per promuovere la
pace, la sicurezza ed un proficuo dialogo est-ovest. I Ministri istituiscono inoltre un
Gruppo operativo ad alto livello sul controllo degli armamenti convenzionali.
22 settembre
Conclusione della Conferenza di Stoccolma sulle misure per accrescere la fiducia e
la sicurezza e sul disarmo in Europa (CDE). Il documento conclusivo (in data 19
settembre) contiene disposizioni obbligatorie per la notifica, l’osservazione e le
ispezioni in loco di manovre militari dei paesi partecipanti.
ALLEGATO “I”
I-54
13 ottobre
Sessione speciale del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles,alla quale partecipano
Ministri degli esteri e della difesa:il Segretario di stato americano Schultz informa il
Consiglio dell’esito negativo dell’incontro di Reykjavik, avvenuto l’11-13 ottobre tra
Reagan e Gorbaciov.
21-22 ottobre
Riunione ministeriale del Gruppo di pianificazione nucleare della NATO a
Gleneagles, Scozia. I Ministri della difesa manifestano il loro sostegno al programma di
controllo degli armamenti del Presidente Reagan.
4 novembre
Inaugurazione a Vienna della terza Conferenza sui seguiti della CSCE.
24 novembre
Il professor Karl Kaiser (R.F. di Germania) riceve il terzo Premio atlantico per i
servigi resi all’Alleanza.
11 dicembre
I Ministri degli esteri della NATO diffondono la Dichiarazione di Bruxelles sul
controllo degli armamenti convenzionali,proponendo dei negoziati sulla stabilità
convenzionale con l’intento di eliminare le disparità esistenti dall’Atlantico agli Urali, e
di stabilire una stabilità convenzionale a dei livelli meno elevati, come pure su delle
nuove misure per accrescere la fiducia e la sicurezza.
ALLEGATO “I”
I-55
1987
26 gennaio
La Spagna riprende i negoziati con i suoi alleati della NATO sul futuro ruolo delle
forze armate spagnole in seno all’Alleanza.
17 febbraio
Iniziano, a Vienna,dei colloqui tra i paesi della NATO e quelli del Patto di Varsavia
su un mandato relativo ai negoziati sulle forze convenzionali in Europa, dall’Atlantico
agli Urali.
27 marzo
In seguito ad una riunione d’urgenza del Consiglio Atlantico, Lord Carrington,
Segretario generale della NATO, offre la propria mediazione per aiutare a risolvere la
disputa nel Mar Egeo tra Grecia e Turchia.
4 giugno
Il Parlamento della R.F. di Germania approva ufficialmente una proposta che
richiedeva l’eliminazione dei missili a raggio intermedio (INF) e a più corto raggio
(SRINF) in Europa.
5 giugno
Il governo canadese annuncia la propria decisione di spostare dalla regione
settentrionale alla regione centrale il proprio impegno al rafforzamento dell’Europa.
19 giugno
Il Cancelliere tedesco, Helmut Kohl, propone la costituzione di una brigata
congiunta franco-tedesca, come primo passo verso una forza europea comune.
22 luglio
Il Segretario generale sovietico Mikhail Gorbaciov,annuncia che il suo paese è
pronto ad eliminare, nel quadro di un trattato sovieto-americano sulle INF, tutte le armi
ALLEGATO “I”
I-56
nucleari a portata intermedia,comprese quelle dispiegate nel 1987 nella parte asiatica
dell’Unione Sovietica.
23 luglio
Nel corso dei negoziati di Ginevra tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, i
negoziatori sovietici presentano una proposta con cui essi accettano il principio di una
“opzione doppio-zero ”che elimina, su scala mondiale, i missili a raggio intermedio,
sovietici e americani, basati a terra (LRINF e SRINF).
20 agosto
In una riunione a L’Aia gli esperti dell’Unione dell’Europa occidentale valutano
un’azione comune nel Golfo per assicurare la libertà di navigazione alle petroliere sulle
rotte marittime della regione.
28-30 agosto
Ispettori americani assistono per la prima volta, secondo le disposizioni del
Documento di Stoccolma del settembre 1986, a delle manovre militari sovietiche nei
pressi di Minsk.
5-7 ottobre
Ispettori sovietici assistono a delle esercitazioni della NATO in Turchia; questa
ispezione, che si svolge conformemente alle disposizioni del Documento di Stoccolma
del settembre 1986, è la prima del genere in un paese dell’Alleanza.
27 ottobre
I Ministri degli esteri e della difesa dei sette paesi membri dell’Unione dell’Europa
occidentale adottano “La Piattaforma di L’Aia sugli interessi europei di sicurezza ”.
25 novembre
L’autore del Rapporto Harmel del 1967, Pierre Harmel (Belgio), riceve il Premio
atlantico.
ALLEGATO “I”
I-57
8 dicembre
I Presidenti Reagan e Gorbaciov, nel corso di una riunione al vertice di tre giorni,
firmano il Trattato di Washington sulle INF, eliminando, su scala mondiale, i missili
nucleari a raggio intermedio basati a terra.
9 dicembre
Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica pervengono ad un accordo su delle misure che
permettono a ciascuno dei due paesi di verificare i luoghi dei test nucleari dell’altro.
10 dicembre
Al termine del loro vertice di tre giorni a Washington, Reagan e Gorbaciov si
impegnano a ridurre considerevolmente gli arsenali strategici dei loro paesi ed
incaricano i loro negoziatori a Ginevra di preparare una proposta di accordo simile al
Trattato ABM del 1972.
11 dicembre
Il Consiglio Atlantico festeggia il 20 °anniversario del Rapporto Harmel. Il
Segretario di stato americano e i Ministri degli esteri di Belgio, R.F. di Germania, Italia,
Paesi Bassi e Regno Unito sottoscrivono degli accordi bilaterali relativi all’attuazione
del Trattato sulle INF come pure delle sue procedure di ispezione sul posto e verifica.
ALLEGATO “I”
I-58
1988
22 gennaio
I governi della R.F. di Germania e di Francia istituiscono un Consiglio di sicurezza
comune e sottoscrivono un accordo,che porta alla creazione di una comune brigata
terrestre franco-tedesca.
2-3 marzo
La riunione al vertice del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles sottolinea l’unità
degli Alleati e riafferma la loro comunanza di obiettivi e di ideali,come pure la
perdurante validità dell’Alleanza. In una Dichiarazione sul controllo degli armamenti
convenzionali si chiede che misure significative siano prese per eliminare le disparità
tra le forze convenzionali mediante negoziati sulla stabilità di queste forze.
15 maggio
Inizio del ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan.
26-27 maggio
I Ministri della difesa della NATO incaricano il Gruppo di lavoro esecutivo di
procedere ad un riesame di ruoli, rischi e responsabilità condivisi dai paesi membri nel
contesto dei loro sforzi per sostenere la credibilità e l’efficacia della sicurezza e della
difesa collettiva.
31 maggio
Durante un vertice di cinque giorni a Mosca, Reagan e Gorbaciov si scambiano i
documenti per l’entrata in vigore del Trattato INF del dicembre 1987, da poco ratificato,
e firmano accordi bilaterali sugli esperimenti nucleari e su altre questioni.
9-10 giugno
Durante la prima riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico tenuta a
Madrid, i Ministri degli esteri fanno un bilancio dei progressi realizzati al vertice di
ALLEGATO “I”
I-59
Mosca nelle relazioni est-ovest,e si felicitano per l’evoluzione del contributo spagnolo
alla difesa comune.
24 giugno
Annuncio della formazione di una forza mista della NATO per il potenziamento
della Norvegia settentrionale in periodi di tensione o di ostilità, in sostituzione della
brigata canadese CAST, che sarà trasferita alla regione centrale, conformemente alla
decisione del governo canadese.
28 giugno/1 luglio
La 19 ªConferenza del PCUS a Mosca dà l’avvio ad un programma di riforme
politiche, costituzionali e legislative.
1 luglio
Manfred Wörner, ex Ministro della difesa della R.F. di Germania, succede a Lord
Carrington, quale Segretario generale della NATO.
20 agosto
In esecuzione della Risoluzione 598 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, entra in
vigore il cessate il fuoco nella guerra del Golfo tra Iran e Iraq.
14 novembre
Portogallo e Spagna firmano il Trattato di adesione alla WEU.
5 dicembre
Paul Nitze, consigliere speciale del Presidente Reagan per il controllo degli
armamenti, riceve il Premio atlantico 1988.
7 dicembre
In un importante discorso all’Assemblea generale dell’ONU, Gorbaciov annuncia
riduzioni unilaterali delle forze convenzionali sovietiche. Un forte terremoto in
Armenia devasta diverse città e provoca ingenti perdite di vite umane.
ALLEGATO “I”
I-60
8 dicembre
I Ministri degli esteri dei paesi membri dell’Alleanza si compiacciono per
l’annunc io delle riduzioni di forze convenzionali sovietiche e pubblicano una
dichiarazione in cui vengono elencate le proposte dell’Alleanza per i prossimi negoziati
sulla stabilità nel settore degli armamenti convenzionali e su nuove misure per
accrescere la fiducia e la sicurezza.
ALLEGATO “I”
I-61
1989
7-11 gennaio
149 paesi partecipano a Parigi a una Conferenza internazionale sulle armi chimiche.
18 gennaio
Il Presidente Gorbaciov fornisce ulteriori dettagli sul progetto di riduzione delle
forze sovietiche presentato alle Nazioni Unite il 7 dicembre 1988,precisando che
saranno effettuate riduzioni del 14,2% delle spese sovietiche per la difesa e del 19,5%
della produzione di armamenti ed equipaggiamenti militari.
19 gennaio
Conclusione a Vienna della riunione sui seguiti della CSCE e adozione di un
documento conclusivo che comporta mandati per nuovi negoziati sulle forze
convenzionali in Europa (CFE) e per nuovi negoziati sulle misure per accrescere la
fiducia e la sicurezza (CSBM).
23-27 gennaio
Bulgaria,Cecoslovacchia, R.D. tedesca, Polonia e Ungheria annunciano riduzioni
delle loro forze convenzionali e dei loro bilanci militari. Queste riduzioni sono ben
accolte dai paesi dell’Alleanza, perché considerate contributi alla riduzione degli
squilibri tra le forze convenzionali in Europa.
2 febbraio
Riunione conclusiva a Vienna dei negoziati sulle riduzioni reciproche e bilanciate
delle forze.
11 febbraio
Il Comitato centrale del partito comunista ungherese approva il passaggio “graduale
e costante” ad un sistema politico pluralista.
ALLEGATO “I”
I-62
15 febbraio
In conformità con il programma annunciato dal Presidente Gorbaciov,viene
completato il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan.
6 marzo
I Ministri degli esteri dei paesi membri della CSCE si riuniscono a Vienna per
aprire nuovi negoziati sulle forze convenzionali in Europa (CFE) tra i 23 paesi della
NATO e del Patto di Varsavia e per iniziare nuovi negoziati sulle misure per accrescere
la fiducia e la sicurezza tra tutti i 35 paesi della CSCE.
26 marzo
Le prime elezioni pluraliste per il nuovo Congresso dei deputati del popolo
dell’URSS si risolvono in molti collegi in una grande sconfitta per i candidati ufficiali
del partito.
4 aprile
Il 40 °anniversario della firma del Trattato Nord Atlantico viene celebrato con una
riunione straordinaria del Consiglio Atlantico e con svariate cerimonie sia presso la sede
della NATO, sia nelle capitali dei paesi membri.
5 aprile
A Varsavia,i negoziatori del governo e dell’opposizione firmano un accordo sulle
misure da adottare per pervenire a delle riforme politiche in Polonia. Tra
queste,l’organizzazione di libere elezioni ed il riconoscimento di Solidarnosc,
movimento sindacale fino ad allora vietato.
18 aprile/23 maggio
Conferenza sull’informazione a Londra, nell’ambito della CSCE.
12 maggio
Il presidente Bush propone la realizzazione di un regime di “Cieli aperti” per
accrescere la fiducia e la trasparenza sulle attività militari. La proposta prevede che i
ALLEGATO “I”
I-63
paesi partecipanti aprano i loro spazi aerei ed autorizzino il sorvolo del loro territorio,
secondo il principio della reciprocità.
29-30 maggio
Vertice del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles con i Capi di stato e di governo. Il
Presidente Bush annuncia nuove importanti iniziative per la riduzione delle forze
convenzionali in Europa. Approvazione del Concetto globale per il controllo degli
armamenti ed il disarmo e pubblicazione di una dichiarazione del vertice.
30 magg./23 giugno
Prima riunione a Parigi della Conferenza della CSCE sulla dimensione umana
(CDH).
31 maggio
Durante una visita nella R.F. di Germania,il Presidente Bush formula diverse
proposte per promuovere libere elezioni e il pluralismo in Europa orientale e per lo
smantellamento del muro di Berlino.
3-4 giugno
A Pechino i dirigenti cinesi ricorrono alle forze armate per soffocare pacifiche
dimostrazioni popolari guidate dagli studenti in favore della democrazia, provocando
gravi perdite umane, scontri in altre città del paese,repressioni e violazioni dei diritti
fondamentali.
4 e 18 giugno
Libere elezioni in Polonia per il Senato ed elezioni parziali per il 35% dei seggi
della Camera bassa del Parlamento (Sejm), conclusesi con un importante successo di
Solidarnosc.
ALLEGATO “I”
I-64
8-9 giugno
Riunione del Comitato di pianificazione della difesa in sessione ministeriale. I
Ministri della difesa esaminano le ripercussioni per la pianificazione della difesa delle
proposte occidentali sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa.
16 giugno
Imre Nagy, leader della rivoluzione ungherese del 1956, impiccato nel 1958, viene
sepolto a Budapest con tutti gli onori.
19 giugno
Riapertura, a Ginevra, dei colloqui sulla riduzione degli armamenti strategici
(START).
2 luglio
Morte dell’ex Ministro degli esteri ed ex Presidente sovie tico Andrei Gromyko.
9 agosto
Il Segretario generale della NATO diffonde una dichiarazione in nome degli Alleati
sulla situazione della minoranza di etnia turca in Bulgaria, richiamando il governo
bulgaro a rispettare le responsabilità che gli competono in conformità agli impegni della
CSCE.
24 agosto
Tadeusz Mazowiecki diviene Primo Ministro del primo governo non comunista in
Polonia dopo 40 anni. Il partito polacco dell’Unione dei lavoratori (comunista) conserva
quattro ministeri.
10 settembre
L’Ungheria apre la sua frontiera occidentale,permettendo così a numerosi rifugiati
della Germania orientale di fuggire in occidente.
ALLEGATO “I”
I-65
3 ottobre
Poiché il governo della R.D. di Germania aveva permesso il 1 ottobre a 6.390 suoi
cittadini che si trovavano nelle ambasciate occidentali a Praga, di emigrare, altri 20.000
tedeschi orientali, che volevano lasciare il proprio paese, affollano le ambasciate della
Germania occidentale, a Praga e a Varsavia.
6-7 ottobre
Gorbaciov,che assiste alla parata per il 40° anniversario a Berlino est, chiede alle
autorità della Germania orientale urgenti riforme.
16 ottobre
Riunione della CSCE, a Sofia, per la protezione dell’ambiente.
18 ottobre
A seguito delle dimostrazioni dei cittadini della Germania orientale a favore delle
riforme politiche e mentre un gran numero di profughi continua a lasciare il paese
attraverso Praga e Budapest, Erich Honecker, Segretario generale del partito socialista
dell’unità (comunista) dal 1971, viene sostituito da Egon Krenz a capo della Repubblica
democratica tedesca.
23 ottobre
La nuova costituzione, adottata dal Parlamento ungherese il 18 ottobre, dà vita alla
Repubblica di Ungheria quale “stato libero,democratico e indipendente”, e apre la strada
ad elezioni pluralistiche nel 1990.
7 novembre
Dimissioni del governo della Germania orientale in seguito a manifestazioni in
molte città per ottenere libere elezioni e l’abolizione dell’egemonia comunista; persino
dall’interno del partito si chiedono importanti cambiamenti al più alto livello. Il giorno
successivo il Politburo si dimette.
ALLEGATO “I”
I-66
9-10 novembre
Caduta del muro di Berlino. In un’atmosfera di incertezza politica e di crisi
dell’autorità a Berlino est, i berlinesi dell’est e dell’ovest demoliscono il muro e
celebrano l’avvio del processo di unificazione. In seguito alle vaste manifestazioni in
favore delle riforme politiche, il governo della Repubblica democratica tedesca
annuncia la revoca delle restrizioni sui viaggi in occidente e predispone nuovi varchi nel
muro.
10 novembre
Espulsione di Todor Zhivkov, capo del partito comunista bulgaro dal 1954, ed altri
radicali cambiamenti ai vertici del partito.
14 novembre
Il Parlamento tedesco orientale designa Hans Modrow quale Primo Ministro.
Portogallo e Spagna firmano il Trattato di adesione all’Unione dell’Europa occidentale.
17 novembre
La dispersione violenta di dimostrazioni studentesche a Praga suscita un
movimento popolare contro il governo.
Creazione del Foro civico con a capo Vaclav Havel.
20 novembre
Vaste manifestazioni a Lipsia in favore dell’unificazione tedesca.
24 novembre
Dimissioni dei responsabili del partito comunista cecoslovacco. Karel Urbanek
diventa Segretario generale ed avvia il dialogo con il Foro civico.
3 dicembre
Dimissioni del nuovo Politburo e del Comitato centrale tedesco orientale, di recente
nomina, in seguito alle rivelazioni di incuria e di corruzione dei dirigenti comunisti.
ALLEGATO “I”
I-67
4 dicembre
Vertice del Consiglio Nord Atlantico a Bruxelles. Il Presidente Bush mette al
corrente gli Alleati sull’esito dei colloqui avuti con Gorbaciov, in occasione del vertice
americano-sovietico tenutosi a Malta il 2 e 3 dicembre. In occasione di un vertice a
Mosca, i Capi dei paesi membri del Patto di Varsavia diffondono una dichiarazione
comune denunciando l’invasione della Cecoslovacchia nel 1968 da parte delle forze del
Patto di Varsavia e ripudiano la dottrina Brezhnev sulla sovranità limitata.
7 dicembre
Dimissioni del Presidente Gustav Husak e formazione di un governo di coalizione
in Cecoslovacchia.
Il Premio atlantico 1989 viene consegnato a Sir Michael Howard, Presidente e co-
fondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS).
11 dicembre
Il popolo bulgaro ottiene,dopo imponenti manifestazioni, la promessa di
organizzare libere elezioni e la rinuncia del partito comunista ad un ruolo predominante.
14-15 dicembre
Riunione del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale a Bruxelles. I
Ministri degli esteri esaminano l’accele razione del cambiamento politico nei paesi
dell’Europa centrale e orientale.
19 dicembre
Il Ministro degli esteri sovietico Eduard Shevardnadze visita la sede della NATO,
per colloqui con il Segretario generale Manfred Wörner e i Rappresentanti permanenti
dei paesi membri. Si tratta della prima visita di un Ministro di un paese dell’Europa
centrale o orientale alla sede della NATO.
20 dicembre
A Timisoara, in Romania, le forze armate e la polizia sparano su migliaia di
manifestanti ostili al governo.
ALLEGATO “I”
I-68
22 dicembre
Caduta del regime rumeno. Nicolai Ceausescu viene arrestato dalle forze armate
rumene e fucilato il 25 dicembre.
Il Fronte di salvezza nazionale sotto la guida di Ion Iliescu assume il potere e
promette libere elezioni.
29 dicembre
Il Parlamento polacco abolisce la supremazia del partito comunista ed attribuisce
nuovamente al paese il nome di Repubblica di Polonia.
Vaclav Havel viene eletto Presidente della Cecoslovacchia.
ALLEGATO “I”
I-69
1990
15 gennaio
Il governo bulgaro mette fine a quarantaquattro anni di egemonia del partito
comunista.
16 gennaio/5 feb.
A Vienna, seminario sulle dottrine militari dei 35 paesi membri della CSCE.
6 febbraio
In un discorso senza precedenti, pronunciato al Comitato centrale del PCUS in
sessione plenaria, Gorbaciov affronta i principali aspetti del suo programma di riforme,
tra i quali la fine dell’egemonia del partito comunista e l’introduzione del pluralismo
politico.
12-14 febbraio
I Ministri degli esteri della NATO e del Patto di Varsavia, nonché osservatori di
altri paesi della CSCE, si riuniscono ad Ottawa per l’inizio della conferenza sui “Cieli
aperti”.
13 febbraio
A margine della conferenza sui “Cieli aperti”, ad Ottawa, i Ministri degli esteri
interessati raggiungono un accordo per avviare le discussioni sugli aspetti esterni
dell’unificazione tedesca in un contesto “Due più Quattro ”.
I Ministri degli esteri della NATO e del Patto di Varsavia raggiungono un accordo
sui passi da compiere per concludere, entro il 1990, l’accordo sulle CFE.
3 marzo
Il Ministro degli esteri cecoslovacco Jiri Dienstbier visita la sede della NATO, per
colloqui con il Segretario generale Manfred Wörner.
ALLEGATO “I”
I-70
8 marzo
In una riunione alla quale partecipa il Cancelliere Helmut Kohl, i membri del
Consiglio Nord Atlantico si consultano sulla posizione del governo tedesco di fronte
agli sviluppi in Germania e sulle questioni di sicurezza che ne derivano.
11 marzo
Il Parlamento della Lituania vota in favore della separazione del paese dall’Unione
Sovietica e per il ritorno all’indipendenza.
17 marzo
I Ministri degli esteri del Patto di Varsavia, riuniti a Praga, si dichiarano a favore
del mantenimento sia della NATO che del Patto di Varsavia.
18 marzo
Le prime libere elezioni,dopo quaranta anni, della Germania orientale attribuiscono
una schiacciante maggioranza al partito conservatore “Alleanza per la Germania” e
segnano un’ulteriore tappa nel processo di unificazione tedesca.
19 marzo/11 apr.
A Bonn,conferenza della CSCE sulla cooperazione economica in Europa.
21 marzo
Il Ministro degli esteri polacco Krzystof Skubiszewski effettua una visita alla
NATO, dove incontra il Segretario generale Manfred Wörner e i Rappresentanti
permanenti dei paesi membri.
26 marzo
Il governo cecoslovacco decide di smantellare le installazioni militari disposte
lungo le frontiere con l’Austria e la R.F. di Germania.
27 marzo
Portogallo e Spagna entrano a far parte della WEU dopo il processo di ratifica.
ALLEGATO “I”
I-71
7 aprile
In Ungheria decisiva vittoria elettorale del Foro democratico (partito di centro-
destra).
12 aprile
Il governo di coalizione della R.D. tedesca vota a favore dell’unificazione con la
R.F. di Germania, sulla base dell’articolo 23 della Legge Fondamentale e
dell’appartenenza del paese unificato all’Alleanza Atlantica.
3 maggio
Il Presidente Bush annuncia l’annullamento dei programmi di ammodernamento
delle testate nucleari per artiglieria in Europa e del nuovo missile nucleare a corto
raggio LANCE ed auspica negoziati sui missili nucleari a corto raggio americani e
sovietici da avviare subito dopo la firma di un trattato sulle CFE.
4 maggio
Il Parlamento della Lettonia dichiara il suo paese indipendente.
8 maggio
Il Parlamento dell’Estonia modifica il nome e la costituzione della Repubblica e
ripristina la bandiera e l’inno nazionale in uso prima della guerra.
9-10 maggio
I Ministri della difesa dei paesi membri della NATO, riuniti nell’ambito del Gruppo
di pianificazione nucleare a Kananaskis, in Canada,esaminano le ripercussioni che i
cambiamenti politici in Europa possono avere sulla politica di sicurezza della NATO.
20 maggio
In Romania,Ion Iliescu, ex membro del governo comunista,viene eletto Presidente
malgrado le accuse di frode elettorale formulate dall’opposizione. Il Fronte di salvezza
nazionale ottiene la maggioranza in Parlamento.
ALLEGATO “I”
I-72
22-23 maggio
I Ministri della difesa dei paesi della NATO,riuniti nel Comitato di pianificazione
della difesa, valutano le ripercussioni dell’evoluzione in corso in Europa sulla politica di
sicurezza della NATO ed esaminano la strategia militare della NATO.
Il nuovo Primo Ministro ungherese, Josef Antall, annuncia la decisione del suo
governo di ritirarsi dall’Organizzazione del Patto di Varsavia in seguito a negoziati.
30 maggio
Boris Eltsin viene eletto Presidente della Repubblica Russa al terzo turno degli
scrutini.
30 maggio-2 giugno
Vertice americano-sovietico a Washington.
5 giugno
I Ministri degli esteri dei 35 paesi partecipanti alla seconda Conferenza della CSCE
sulla dimensione umana (CHD2), a Copenaghen,accordano lo status di osservatore
all’Albania.
7-8 giugno
I Ministri degli esteri dell’Alleanza, riuniti in sessione ministeriale a Turnberry in
Scozia, formulano il “Messaggio di Turnberry ”, in cui esprimono la loro
determinazione a cogliere l’occasione storica derivante dai profondi cambiamenti
intervenuti in Europa e manifestano all’Unione Sovietica e a tutti gli altri paesi europei
amicizia e disponibilità alla cooperazione.
8 giugno
Elezioni parlamentari in Cecoslovacchia: il Foro civico e i partiti alleati ottengono
la maggioranza all’Assemblea federale.
ALLEGATO “I”
I-73
10 e 17 giugno
Elezioni in Bulgaria: il partito socialista ottiene la maggioranza parlamentare.
18 giugno
La NATO annuncia la concessione per l’anno 1990/1991, di 70 borse di ricerca di
cui 55 assegnate per la prima volta sia a candidati dei paesi della NATO sia dell’Europa
centrale e orientale e finalizzate allo studio del funzionamento delle istituzioni
democratiche.
28 giugno
In occasione della Conferenza della CSCE sulla dimensione umana a Copenaghen,
i paesi dell’Europa orientale (con l’esclusione dell’Albania, che aderirà alla CSCE nel
giugno 1991) si impegnano a rispettare la democrazia parlamentare pluralista e lo stato
di diritto.
29 giugno
Il Ministro degli esteri ungherese Geza Jeszensky,è ricevuto dal Segretario generale
della NATO Manfred Wörner presso la sede della NATO.
2 luglio
Tra le due Germanie viene stabilita l’unione monetaria.
Il Ministro degli esteri giapponese Taro Nakayama viene ricevuto alla sede della
NATO dal Segretario generale Manfred Wörner.
6 luglio
I Capi di stato e di governo dell’Alleanza diffondono la “Dichiarazione di Londra”
su un’Alleanza Atlantica rinnovata. Tale Dichiarazione contiene proposte miranti a
sviluppare la cooperazione con i paesi dell’Europa centrale e orientale attraverso una
vasta gamma di attività politiche e militari e in particolare attraverso l’istituzione di
regolari rapporti diplomatici tra questi paesi e la NATO.
ALLEGATO “I”
I-74
10 luglio
Il Ministro degli esteri tedesco orientale Markus Meckel visita la sede della NATO.
13-17 luglio
In seguito alla diffusione della Dichiarazione di Londra, il Segretario generale della
NATO Manfred Wörner, su invito del Ministro degli esteri Shevardnadze, si reca a
Mosca per incontrare la dirigenza sovietica.
16 luglio
Il Cancelliere Kohl e il Presidente Gorbaciov si accordano sulle misure volte a
permettere che la Germania riacquisti la propria piena sovranità ed eserciti il proprio
diritto a rimanere membro a pieno titolo dell’Alleanza Atlantica.
17 luglio
Conclusione della Conferenza “Due più Quattro” a Parigi sull’unificazione della
Germania.
18 luglio
Il Primo Ministro ungherese Josef Antall è ricevuto nella sede della NATO.
2 agosto
Le truppe irachene invadono il Kuwait,in seguito ad una disputa tra i due paesi in
materia di sfruttamento delle risorse petrolifere nel Golfo.
6 agosto
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta all’unanimità sanzioni di vasta portata
contro l’Iraq ed esige il ritiro delle sue truppe dal Kuwait.
8 agosto
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU dichiara che è nullo e non avvenuto l’annuncio
fatto dall’Iraq dell’annessione de facto del Kuwait.
ALLEGATO “I”
I-75
10 agosto
Riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlant ico a livello di Ministri degli esteri
per consultazioni e scambi di informazioni sugli sviluppi nel Golfo.
22 agosto
Il Parlamento tedesco orientale vota a favore dell’unificazione con la R.F. di
Germania il 3 ottobre 1990 e delle ele zioni, da tenersi nel paese unificato, il 2 dicembre
1990.
4 settembre
I nove paesi della WEU si accordano sulle linee generali per coordinare le loro
operazioni navali nella regione del Golfo, in modo da rafforzare l’embargo
internazionale contro l’Iraq. Un certo numero di paesi, membri e non della WEU, invia
proprie forze militari nella regione.
5-8 settembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca nella Repubblica
federativa Ceca e Slovacca per incontrarne il Presidente, il Primo Ministro ed il
Presidente del Parlamento.
7 settembre
Proseguono le consultazioni in seno al Consiglio Nord Atlantico circa l’evolversi
della situazione politica,militare e economica nel Golfo,in vista di una armonizzazione
delle politiche e conformemente all’impegno degli Alleati di operare a sostegno
dell’applicazione delle risoluzioni dell’ONU riguardanti questa crisi.
10 settembre
In occasione di una riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlantico in sessione
ministeriale, il Segretario di stato americano James Baker informa i suoi colleghi del
risultato del vertice americano-sovietico sulla crisi del Golfo.
ALLEGATO “I”
I-76
12 settembre
In una dichiarazione diffusa in occasione della firma del “Trattato Due più Quattro”
a Mosca, l’Alleanza si felicita per questo accordo storico, che apre la via
all’unificazione della Germania ed al ripristino della sua piena sovranità.
13-15 settembre
In occasione della sua prima visita in Polonia, il Segretario generale della NATO
evoca dinanzi alla Camera bassa del Parlamento le occasioni storiche che si presentano
per instaurare in Europa un durevole ordine di pace e di prosperità, basato sulla
cooperazione e l’amicizia.
14 settembre
Inizio delle consultazioni interalleate in seno allo speciale Gruppo consultivo della
NATO sui futuri negoziati relativi alle forze nucleari a corto raggio, come avevano
richiesto i Capi di stato e di governo nella Dichiarazione di Londra.
In una dichiarazione di condanna per l’intrusione di soldati iracheni nelle residenze
delle Ambasciate della NATO in Kuwait, l’Alleanza domanda all’Iraq di liberare i
prigionieri e di astenersi da ulteriori atti di aggressione.
24 settembre-19 ott.
Riunione della CSCE sul Mediterraneo a Palma di Maiorca.
1-2 ottobre
I Ministri degli esteri della CSCE,riuniti a New York, approvano una risoluzione
che condanna l’aggressione dell’Iraq contro il Kuwait.
3 ottobre
Nello stesso giorno dell’unificazione della Germania, il Consiglio Atlantico tiene
una riunione speciale per sottolineare l’avvenimento ed accogliere il paese unificato
come membro a pieno titolo dell’Alleanza.
ALLEGATO “I”
I-77
15 ottobre
Gorbaciov riceve il premio Nobel per la pace 1990.
23 ottobre
Il Primo Ministro rumeno Petre Roman viene ricevuto alla sede della NATO dal
Segretario generale Manfred Wörner.
25-26 ottobre
Il Primo vice Ministro della difesa e Capo dello stato maggiore generale sovietico,
gen. M.A.Moiseyev, visita la sede della NATO.
26 ottobre
Il Ministro della difesa ungherese Lajos Für viene ricevuto alla sede della NATO.
15 novembre
Il Ministro degli esteri bulgaro Luben Gotsev viene ricevuto alla sede della NATO
dal Segretario generale Manfred Wörner
17 novembre
I negoziatori della CSCE approvano il Documento di Vienna sulle misure per
accrescere la fiducia e la sicurezza (CSBM).
19 novembre
Durante il vertice della CSCE a Parigi i 22 stati della NATO e del Patto di Varsavia
firmano un importante Trattato sulle forze convenzionali in Europa e diffondono una
Dichiarazione comune di non-aggressione.
21 novembre
I Capi di stato e di governo dei paesi membri della CSCE pubblicano la Carta di
Parigi per una nuova Europa ed approvano l’adozione del Documento di Vienna sulle
misure per accrescere la fiducia e la sicurezza.
ALLEGATO “I”
I-78
22-25 novembre
Il Segretario generale della NATO si reca in Ungheria.
26-28 novembre
L’Assemblea Nord Atlantica,riunita a Londra,accorda lo status di membri associati
ai parlamentari di Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia.
6-7 dicembre
Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione
nucleare in sessione ministeriale a Bruxelles:i Ministri della difesa sostengono la
Risoluzione 678 dell’ONU, che esige il ritiro delle truppe irachene dal Kuwait entro
gennaio 1991 ed esaminano i progressi nello sviluppo di un nuovo Concetto strategico
della NATO e delle altre iniziative in corso per adattare le forze della NATO al nuovo
contesto strategico in Europa.
9 dicembre
Lech Walesa è eletto Presidente della Polonia.
11 dicembre
Dopo 45 anni di dittatura,il Partito comunista albanese annuncia la legalizzazione
dei partiti d’opposizione.
13 dicembre
Il Segretario di stato alla difesa rumeno, gen.Vasile Ionel, visita la NATO.
15 dicembre
Al vertice di Roma i dirigenti dei paesi della CEE avviano le conferenze
intergovernative sull’Unione economica e monetaria e sull’Unione politica.
17-18 dicembre
Riunione del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale a Bruxelles:i
Ministri degli esteri esaminano i progressi compiuti dopo il vertice dello scorso luglio
ALLEGATO “I”
I-79
nella realizzazione degli obiettivi definiti nella Dichiarazione di Londra e diffondono
una dichiarazione sulla crisi del Golfo.
20 dicembre
Dimissioni del Ministro sovietico degli esteri Eduard Shevardnadze,che mette in
guardia l’opinione pubblica sui rischi di una nuova dittatura in Unione Sovietica.
ALLEGATO “I”
I-80
1991
2 gennaio
La NATO invia aerei della Forza mobile di ACE (AMF) nella Turchia sud-
orientale, nell’ambito di una missione operativa.
8 gennaio
Truppe sovietiche circondano la capitale lituana per far rispettare la coscrizione.
9 gennaio
Incontro a Ginevra tra il Segretario di stato americano e il suo omologo iracheno:
l’Iraq conferma il proprio rifiuto a ritirare le sue truppe dal Kuwait
11 gennaio
La NATO diffonde una dichiarazione in cui richiede alle autorità sovietiche di
cessare immediatamente dal ricorrere alla forza ed all’intimidazione nei confronti delle
Repubbliche baltiche.
15 genn./8 febbraio
La riunione degli esperti della CSCE sulla soluzione pacifica delle controversie a
La Valletta si conclude con una proposta per la creazione di un meccanismo di
regolamentazione delle controversie.
17 gennaio
Inizio della guerra del Golfo:le forze della coalizione lanciano attacchi aerei contro
l’Iraq, che rifiuta di ritirare le sue truppe dal Kuwait in conformità alle risoluzioni del
Consiglio di sicurezza dell’ONU.
9 febbraio
In occasione di un referendum organizzato in Lituania, l’85% dei votanti si dichiara
in favore dell’indipendenza.
ALLEGATO “I”
I-81
18 febbraio
Il Segretario generale della WEU, Willem van Eekelen, visita la sede della NATO
per discutere con il Segretario generale Manfred Wörner sulle consultazioni in corso
riguardanti lo sviluppo dell’Identità di sicurezza europea e sulla cooperazione tra i due
organismi.
19 febbraio
Il piano di pace avanzato all’ultimo momento dall’Unione Sovietica per arrestare il
conflitto nel Golfo non corrisponde alle richieste degli Alleati, che chiedevano il ritiro
incondizionato delle forze irachene.
24 febbraio
Le forze della coalizione lanciano un’offensiva terrestre in Kuwait.
25 febbraio
I rappresentanti dei sei paesi del Patto di Varsavia,riuniti a Budapest, ne
annunciano lo scioglimento. Il Comitato dei Ministri della difesa del Patto di Varsavia,
il Comando interarma ed il Consiglio militare, scientifico e tecnico vengono sciolti.
27 febbraio
Il Ministro degli esteri cecoslovacco Jiri Dienstbier viene ricevuto alla NATO.
28 febbraio
Le forze della coalizione liberano il Kuwait. Il Presidente Bush sospende le
operazioni alleate. L’Iraq accetta incondizionatamente le dodici risoluzioni dell’ONU
sul ritiro delle sue truppe dal Kuwait.
3 marzo
In referendum organizzati in Estonia e Lettonia, rispettivamente il 77% ed il 73%
dei votanti si dichiara in favore dell’indipendenza.
ALLEGATO “I”
I-82
4 marzo
Il Parlamento sovietico ratifica il Trattato sull’unificazione della Germania,
mettendo così fine ufficialmente all’Accordo quadripartito relativo a quel paese, in
vigore sin dalla fine della seconda guerra mondiale.
5 marzo
Terminata la guerra del Golfo, la Forza mobile della NATO si ritira dalla Turchia.
13-26 marzo
In conformità alle disposizioni del Trattato sulle INF, gli Stati Uniti completano il
ritiro dei missili dall’Europa.
21 marzo
Il Presidente della Repubblica federativa Ceca e Slovacca,Vaclav Havel, visita la
sede della NATO e pronuncia uno storico discorso dinanzi al Consiglio Atlantico.
31 marzo
Scioglimento ufficiale della struttura militare del Patto di Varsavia.
15 aprile
Inaugurazione a Londra della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo
(BERS), il cui obiettivo è quello di aiutare i paesi dell’Europa orientale e l’Unione
Sovietica a sviluppare strutture democratiche e l’economia di mercato.
23-24 aprile
Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen. Vigleik Eide, visita la
Repubblica federativa Ceca e Slovacca.
25-26 aprile
Conferenza a Praga sull’avvenire della sicurezza europea, organizzata su iniziativa
comune del Ministero degli esteri cecoslovacco e del Segretario generale della NATO.
ALLEGATO “I”
I-83
29 aprile
Il Premio atlantico viene assegnato postumo al senatore italiano Giovanni
Malagodi.
30 aprile
Il Primo Ministro bulgaro Dimitar Popov ed il suo Ministro della difesa gen.
Mutafchiev vengono ricevuti alla NATO.
7 maggio
Il Ministro della difesa jugoslavo dichiara che il suo paese si trova in una
condizione di guerra civile.
12 maggio
Conformemente alla disposizioni del Trattato sulle INF, l’Unione Sovietica elimina
i suoi ultimi missili SS20.
21 maggio
Negli Stati Uniti,la Camera dei Rappresentanti chiede una riduzione degli effettivi
americani in Europa da 250.000 a 100.000 entro il 1995.
Il Soviet supremo vota un progetto di legge che liberalizza sia i viaggi all’estero
che l’emigrazione.
23 maggio
Il Ministro della difesa polacco Piotr Kolodziejczyk viene ricevuto presso la sede
della NATO.
28-29 maggio
Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione
nucleare della NATO in sessione ministeriale:i Ministri si accordano tra l’altro sui
presupposti della nuova struttura di forze della NATO.
ALLEGATO “I”
I-84
28 magg./7 giugno
A Cracovia, Simposio della CSCE sul patrimonio culturale.
1 giugno
Esperti americani e sovietici annunciano di aver risolto i problemi ancora esistenti
circa il Trattato sulle CFE.
6-7 giugno
I Ministri degli esteri della NATO,riuniti a Copenaghen, diffondono delle
dichiarazioni sul partenariato con i paesi dell’Europa centrale e orientale,sui principali
compiti di sicurezza della NATO nella nuova Europa e sul superamento dei problemi
relativi al Trattato sulle CFE.
12-14 giugno
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in visita ufficiale nella
Repubblica di Bulgaria.
19 giugno
L’Albania diviene il 35° Stato partecipante alla CSCE.
19-20 giugno
Riunione del consiglio della CSCE a Berlino: i Ministri degli esteri danno vita ad
un meccanismo di urgenza che permetta, ove 13 Stati siano d’accordo, di convocare con
breve preavviso riunioni di alti funzionari della CSCE, e approvano il rapporto di La
Valletta sulla soluzione pacifica delle controversie.
20 giugno
Il Parlamento tedesco decide di restituire a Berlino il suo ruolo di capitale ufficiale
del paese.
ALLEGATO “I”
I-85
25 giugno
I Parlamenti di Slovenia e di Croazia proclamano l’indipendenza di queste due
repubbliche.
28 giugno
Scioglimento del COMECON.
1 luglio
Il Patto di Varsavia viene ufficialmente disciolto,conformemente ad un protocollo
che prevedeva il passaggio a strutture paneuropee.
1-19 luglio
A Ginevra Riunione di esperti della CSCE sulle minoranze nazionali.
3 luglio
Il Presidente polacco Lech Walesa effettua una visita alla sede della NATO.
4-5 luglio
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in Romania.
30 luglio
Il Presidente russo Boris Eltsin firma un trattato con la Lituania, riconoscendone
l’indipendenza.
30-31 luglio
I Presidenti degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica dichiarano che il loro vertice
di due giorni apre una nuova era nelle relazioni dei loro paesi e firmano il Trattato
START sulla riduzione degli armamenti nucleari strategici.
19 agosto
Colpo di stato in Unione Sovietica:il Presidente Gorbaciov viene sospeso dalle sue
funzioni e sostituito da un “comitato di emergenza”. Nel corso di una riunione
ALLEGATO “I”
I-86
straordinaria il Consiglio Atlantico avverte l’Unione Sovietica delle gravi conseguenze
di un eventuale abbandono delle riforme in atto. I programmi di aiuti occidentali
vengono sospesi.
Boris Eltsin fa appello allo sciopero generale mentre carri armati fedeli, che
innalzano la bandiera russa, prendono posizione nei pressi del Parlamento russo.
21 agosto
Riunione del Consiglio Atlant ico in sessione ministeriale. I Ministri degli esteri
esaminano la situazione politica in Unione Sovietica, diffondono una dichiarazione di
condanna per la rimozione incostituzionale di Gorbaciov e domandano la ripresa delle
riforme democratiche.
Fallimento del colpo di stato del 19 agosto: gli autori vengono arrestati e Gorbaciov
ritorna a Mosca. I dirigenti occidentali si congratulano con Boris Eltsin per il ruolo da
lui avuto nell’opporsi agli autori del colpo di stato e sbloccano gli aiuti all’Unione
Sovietica.
Il Ministro degli esteri rumeno Adrian Nastase visita la NATO.
25 agosto
L’Unione Sovietica annuncia un’ampia epurazione nelle file dell’Alto comando
militare. Il Presidente Gorbaciov propone lo scioglimento del partito comunista e ne dà
le dimissioni da Segretario generale.
26 agosto
Il Presidente Gorbaciov dichiara che non è più possibile opporsi alle esigenze delle
Repubbliche che desiderano diventare indipendenti. I paesi della Comunità europea
decidono di instaurare relazioni diplomatiche con i tre Stati baltici.
28 agosto
Il Presidente Gorbaciov nomina Ministro degli esteri Boris Pankin, ex
Ambasciatore in Cecoslovacchia, sottrae il controllo delle truppe al KGB ed ordina
un’inchiesta sulle attività di questa istituzione.
ALLEGATO “I”
I-87
29 agosto
I Parlamentari sovietici votano in favore della sospensione di tutte le attività del
Partito comunista.
5 settembre
Il Congresso dei deputati del popolo dell’Unione Sovietica accetta, prima di
sciogliersi, di trasferire i suoi principali poteri alle Repubbliche.
10 sett./4 ottobre
Terza riunione della Conferenza della CSCE sulla dimensione umana, a Mosca.
Estonia, Lettonia e Lituania aderiscono alla CSCE.
17 settembre
Estonia,Lettonia e Lituania sono ammesse all’ONU.
27 settembre
Il Presidente Bush annuncia una riduzione considerevole degli armamenti nucleari
degli Stati Uniti e invita l’Unione Sovietica a fare altrettanto. Queste misure prevedono
la distruzione di tutti i missili nucleari tattici basati a terra degli Stati Uniti ed il ritiro
dei missili nucleari Cruise dai sottomarini e dalle navi da guerra.
6 ottobre
Riuniti a Cracovia, i Ministri degli esteri polacco,ungherese e cecoslovacco
esprimono il desiderio che i loro paesi possano partecipare alle attività della NATO.
Il Presidente Gorbaciov annuncia l’eliminazione degli armamenti nucleari a corto
raggio dell’Unione Sovietica e il ritiro di tutti gli armamenti nucleari tattici a bordo di
navi di superficie e di sottomarini,nonché di quelli dell’aviazione navale con base a
terra.
17 ottobre
I Ministri della difesa della NATO, riuniti a Taormina, annunciano che l’arsenale
substrategico dell’Organizzazione in Europa sarà ridotto dell’80%.
ALLEGATO “I”
I-88
21 ottobre
Il vice Ministro sovietico degli esteri Deryabin viene ricevuto alla NATO.
24-25 ottobre
Seminario alla sede della NATO sul coordinamento tra civili e militari nella
gestione del traffico aereo, con la partecipazione dei membri dell’Alleanza e dei paesi
dell’Europa centrale e orientale.
28 ottobre
Il Primo Ministro ungherese Josef Antall visit a la NATO.
30 ottobre
La prima conferenza sulla pace in Medio Oriente inizia a Madrid sotto la
presidenza congiunta degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica.
4-15 novembre
A Oslo, Seminario di esperti della CSCE sulle istituzioni democratiche.
7-8 novembre
Riunione al vertice del Consiglio Atlantico a Roma. I Capi di stato e di governo
diffondono il nuovo Concetto strategico dell’Alleanza, come pure la Dichiarazione di
Roma sulla pace e la cooperazione.
11 novembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner riceve il Ministro degli esteri
polacco Krzystof Skubiszewski.
12 novembre
Il Ministro degli esteri estone Lennart Meri viene ricevuto alla NATO.
Il Ministro degli esteri bulgaro Stoyan Ganev viene ricevuto alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-89
14 novembre
Il Presidente bulgaro Zhelev visita la NATO.
25 novembre
Il Ministro della difesa rumeno, gen. Nicolae Spiroiu, viene ricevuto alla NATO.
1 dicembre
Referendum in Ucraina:il 90% dei votanti si pronuncia a favore dell’indipendenza.
8 dicembre
I rappresentanti delle tre ex repubbliche sovietiche di Russia, Bielorussia e Ucraina,
riuniti a Minsk,decidono di creare una Comunità di Stati Indipendenti (CIS) al posto
dell’Unione Sovietica.
9-10 dicembre
Nella riunione del Consiglio europeo, a Maastricht, i Capi di stato e di governo
della CEE approvano, sotto riserva di ratifica,il Trattato sull’unione economica e
monetaria e sull’unione politica.
I paesi membri della WEU, riuniti a Maastricht,invitano i membri dell’Unione
Europea ad aderire all’Organizzazione, o a divenirne osservatori, e propongono agli altri
membri europei della NATO di divenire membri associati della WEU.
12-13 dicembre
Riunione a Bruxelles del Comitato di pianificazione della difesa in sessione
ministeriale. I Ministri della difesa esaminano le principali modifiche del dispositivo
delle forze previste nel nuovo Concetto strategico, e in particolare le notevoli riduzioni
previste in materia di effettivi e di equipaggiamenti militari.
13 dicembre
Il Primo vice Primo Ministro della Russia, Gennadij Burbulis, visita la NATO e
discute con il Segretario generale della situazione in Unione Sovietica dopo la
ALLEGATO “I”
I-90
creazione, da parte di Russia, Ucraina e Bielorussia, della Comunità di Stati
Indipendenti.
17 dicembre
Eltsin e Gorbaciov, in un incontro a Mosca, decidono che il passaggio alla
Comunità di Stati Indipendenti si effettuerà alla fine di dicembre 1991.
19 dicembre
Riunione ministeriale del Consiglio Atlantico a Bruxelles. I Ministri degli esteri
condannano la violenza in Jugoslavia e proseguono le iniziative prese nel vertice di
Roma, in novembre, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione della NATO
all’invio di aiuti umanitari all’Unione Sovietica.
20 dicembre
Riunione inaugurale del Consiglio di cooperazione nord atlantico, in presenza dei
Ministri degli esteri e dei rappresentanti dei 16 paesi della NATO e dei 9 dell’Europa
centrale e orientale. Lo stesso giorno gli avvenimenti di Mosca determinano l’effettiva
scomparsa dell’URSS.
21 dicembre
Undici delle Repubbliche che costituivano l’ex Unione Sovietica, firmano ad Alma
Ata gli accordi per l’istituzione della nuova Comunità di Stati Indipendenti.
25 dicembre
Gorbaciov annuncia le sue dimissioni da Presidente dell’Unione Sovietica e firma
un decreto con il quale rinuncia alle funzioni di Comandante supremo delle forze armate
sovietiche.
ALLEGATO “I”
I-91
1992
1 gennaio
Boutros Boutros-Ghali (Egitto) viene eletto Segretario Generale delle Nazioni
Unite e succede a Javier Perez de Cuellar (Perù).
7-8 gennaio
La NATO partecipa all’organizzazione dell’invio a Mosca e a San Pietroburgo di
aiuti umanitari forniti dalla CE mediante aerei messi a disposizione dai governi
canadese e tedesco.
8-10 gennaio
Riunione a Praga di alti funzionari della CSCE.
10 gennaio
Prima riunione del Gruppo di lavoro informale ad alto livello istituito dal Consiglio
di cooperazione nord atlantico per esaminare la questione della ratifica e dell’attuazione
del Trattato sulle CFE: viene raggiunto un accordo su un’entrata in vigore scaglionata
del Trattato.
22-23 gennaio
Conferenza di coordinamento sull’assistenza all’ex Unione Sovietica organizzata
dagli Stati Uniti,con la partecipazione di 47 stati, del Segretario generale della NATO e
dei rappresentanti di altre organizzazioni internazionali.
28 gennaio
Il Presidente americano, nel suo Discorso sullo stato dell’Unione, propone nuove
importanti iniziative in materia di controllo degli armamenti e di disarmo.
30 gennaio
La prima riunione al vertice delle 15 nazioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU si
svolge alla presenza di Boris Eltsin, Presidente della Federazione Russa.
ALLEGATO “I”
I-92
30-31 gennaio
Il Consiglio dei Ministri degli esteri dei paesi della CSCE, riunito a Praga,
riconosce nella Federazione Russa l’erede, sul piano giuridico, dell’ex Unione
Sovietica, e ammette, in qualità di membri, 10 ex Repubbliche sovietiche alla CSCE.
19 febbraio
Il Primo Ministro dell’Azerbaigian Gasanov viene ricevuto alla NATO.
21 febbraio
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in Romania ed inaugura
un nuovo Centro euro-atlantico a Bucarest.
22-23 febbraio
Il Segretario generale della NATO si reca in Ucraina.
24-25 febbraio
Il Segretario generale della NATO effettua una visita in Russia.
26 febbraio
Il governo canadese informa l’Alleanza che intende annullare il piano che
prevedeva di mantenere in Europa, dopo il 1994, una forza di 1.100 uomini, ma
ribadisce che intende rispettare gli altri impegni assunti nei confronti dell’Alleanza e
della struttura militare integrata. Il Consiglio Nord Atlantico in una Dichiarazione sulla
Jugoslavia, invita tutte le parti a rispettare il cessate il fuoco per permettere il
dispiegamento della forza di mantenimento della pace dell’ONU.
5-6 marzo
I Ministri degli esteri di Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia,
Lituania, Norvegia, Polonia, Russia e Svezia, riuniti a Copenaghen, annunciano la
creazione del Consiglio degli stati del Mar Baltico.
ALLEGATO “I”
I-93
10 marzo
Riunione straordinaria del Consiglio di cooperazione nord atlantico. I Ministri degli
esteri ed i Rappresentanti dei paesi membri del NACC pubblicano un Programma di
lavoro per il dialogo, il partenariato e la cooperazione.
11 marzo
Il Presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga visita la NATO.
11-12 marzo
Il Segretario generale della NATO si reca in Polonia ed apre un Seminario su “La
sicurezza nell’Europa centrale ”.
13-16 marzo
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca negli Stati baltici su
invito dei governi di Lettonia, Estonia e Lituania.
24 marzo
Inizio della quarta Riunione sui seguiti della CSCE a Helsinki:vengono
ammessi,come nuovi stati membri, Croazia, Georgia e Slovenia.
Firma dell’accordo sui “Cie li aperti”, che permette il sorvolo dei territori dei paesi
firmatari sulla base del principio di reciprocità.
Un gruppo di esperti, sotto l’egida del Gruppo di lavoro sanitario della Conferenza
di coordinamento di Washington sull’assistenza alla Comunità di Stati Indipendenti,
visita dieci città dell’ex Unione Sovietica a bordo di un Boeing 707 della NATO per
valutarne le esigenze sanitarie.
1 aprile
Riunione dei Ministri della difesa dei paesi della NATO e dei partner nella
cooperazione per individuare i settori cui estendere ulteriormente la cooperazione nelle
materie legate alla difesa.
ALLEGATO “I”
I-94
8-10 aprile
Colloquio economico della NATO sulle relazioni estere in materia economica dei
paesi dell’Europa centrale e orientale.
10 aprile
Prima riunione del Comitato militare della NATO in sessione di cooperazione con i
Capi di stato maggiore della difesa e i Capi di stato maggiore generale dei paesi
dell’Europa centrale e orientale.
30 aprile
La forza navale alleata “su richiesta” del Mediterraneo viene sostituita con una
Forza navale permanente del Mediterraneo (STANAVFORMED).
4 maggio
Il Ministro della difesa giapponese Sohei Miyashita visita la NATO.
7 maggio
Incontro alla NATO tra il Segretario generale ad interim della NATO, Amedeo de
Franchis ed il Segretario di stato russo Gennadij Burbulis.
11 maggio
I Ministri degli esteri di Estonia, Lettonia e Lituania visitano la NATO.
11-12 maggio
Presso la sede della NATO, Seminario del CEAC con i partner nella cooperazione
sul coordinamento tra civili e militari della gestione del traffico aereo.
15 maggio
Gli accordi firmati durante il quinto vertice dei Capi di stato della CIS a Tashkent
comprendono la ripartizione dei diritti e degli obblighi relativi al Trattato sulle CFE tra
gli otto stati interessati dell’ex Unione Sovietica.
ALLEGATO “I”
I-95
20-22 maggio
Seminario della NATO con i partner nella cooperazione sulla conversione
dell’industria di difesa.
21 maggio
Prima riunione ufficiale, presso la sede della NATO, del Consiglio Nord Atlantico
con il Consiglio della WEU.
26-27 maggio
Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione
nucleare della NATO in sessione ministeriale. I Ministri della difesa esaminano la
possibilità per la NATO di sostenere le attività della CSCE per il mantenimento della
pace.
4 giugno
Ministri degli esteri dei paesi membri della NATO, riuniti a Oslo, annunciano di
essere pronti a sostenere,a determinate condizioni e basandosi sul principio del caso per
caso, le attività di mantenimento della pace intraprese sotto la responsabilità della
CSCE. Pubblicano inoltre una dichiarazione sulla crisi nei territori della ex Jugoslavia
ed un’altra sulla crisi nel Nagorno-Karabak.
5 giugno
I Ministri degli esteri ed i Rappresentanti dei paesi partecipanti al NACC, riuniti ad
Oslo, si consultano sui conflitti regionali e su altre importanti questioni relative alla
sicurezza. Georgia ed Albania divengono membri del NACC.
La Finlandia assiste ai lavori in qualità di osservatore.
Il Protocollo firmato alla fine della Conferenza straordina ria di Oslo, insieme con le
riunioni summenzionate, stabilisce gli obblighi degli otto stati dell’ex Unione Sovietica,
il cui territorio si trova nell’area di applicazione del Trattato CFE.
ALLEGATO “I”
I-96
11-12 giugno
Seminario con i paesi partner nella cooperazione organizzato dal Comitato di
coordinamento delle verifiche della NATO e dedicato all’applicazione delle
disposizioni del Trattato sulle CFE.
16 giugno
I Presidenti Bush e Eltsin raggiungono un accordo per ridurre il numero delle
testate nucleari dei missili strategici dei loro paesi molto al di là dei limiti fissati dal
Trattato START.
19 giugno
I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi membri della WEU si riuniscono a
Petersberg,nei pressi di Bonn, e diffondono una Dichiarazione, che contiene le linee
guida del futuro sviluppo dell’Organizzazione.
1-3 luglio
Alla NATO ha luogo un Seminario ad alto livello sulla politica di difesa e la sua
gestione, cui partecipano esponenti di 30 paesi, alleati e partner nella cooperazione.
2 luglio
Gli Stati Uniti comunicano ai loro Alleati della NATO il completamento del ritiro
dall’Europa dei proiettili nucleari di artiglieria basata a terra, delle testate dei missili
LANCE e delle cariche nucleari di profondità,in conseguenza dell’iniziativa annunciata
il 27 settembre 1991, nonché il ritiro di tutte le armi nucleari tattiche dalle navi di
superficie e dai sottomarini d’attacco americani.
Il Parlamento del Kazakistan approva la ratifica del Trattato START.
8 luglio
Visita alla NATO del Presidente dell’Ucraina Leonid Kravchuk.
ALLEGATO “I”
I-97
10 luglio
Al termine della Riunione sui seguiti della CSCE, svoltasi a Helsinki, i dirigenti dei
51 paesi partecipanti approvano un documento finale (“Le sfide del cambiamento”), che
porta,tra l’altro, il sostegno della NATO e di altre organizzazioni internazionali alle
attività della CSCE per il mantenimento della pace.
Inoltre, viene firmato l’Atto conclusivo dei negoziati sugli effettivi delle Forze
convenzionali in Europa (CFE 1A).
Il Consiglio Nord Atlantico, riunito a Helsinki in sessione ministeriale, decide che
la NATO parteciperà ad un’operazione di sorveglianza marittima in Adriatico, in
coordinamento e cooperazione con la WEU, per controllare l’applicazione delle
sanzioni disposte dal Consiglio di sicurezza dell’ONU nei confronti della Serbia e del
Montenegro con le Risoluzioni 713 e 757.
16 luglio
I paesi della WEU si riuniscono a Roma con rappresentanti di Danimarca, Grecia,
Irlanda, Islanda, Norvegia e Turchia per studiare le misure da prendere in vista di un
allargamento dell’Organizzazione.
16-18 luglio
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in visita ufficiale in
Ungheria.
17 luglio
Il Trattato sulle CFE, firmato il 19 novembre 1990, entra in vigore a titolo
provvisorio, consentendo l’applicazione delle procedure di verifica.
26-28 agosto
Conferenza di Londra sulla Jugoslavia.
28 agosto
Firma di un accordo NATO-Spagna per il coordinamento della difesa aerea.
ALLEGATO “I”
I-98
2 settembre
Il Consiglio Nord Atlantico decide le misure per rendere disponibili le risorse
dell’Alleanza a sostegno dell’azione intrapresa dalle Nazioni Unite, dalla CSCE e dalla
CE per ripristinare la pace nella ex Jugoslavia, tra l’altro mediante la protezione degli
aiuti umanitari ed il sostegno al controllo delle armi pesanti da parte delle Nazioni
Unite.
3 settembre
Un aereo italiano di aiuti umanitari viene abbattuto ad ovest di Sarajevo, in Bosnia
Erzegovina.
8 settembre
Il Ministro degli esteri cecoslovacco Jozef Moravcik visita la NATO.
12-13 settembre
L’ONU dà inizio al controllo delle armi pesanti in Bosnia Erzegovina; gli alleati
della NATO esprimono la loro disponibilità a sostenere l’ONU in questo compito.
22 settembre
Viene inaugurato a Vienna il Foro della CSCE per la cooperazione in materia di
sicurezza (FSC). La sua creazione era stata decisa al Vertice di Helsinki nel luglio
1992. L’Assemblea generale dell’ONU vota l’esclusione di Serbia e Montenegro e
decide che Belgrado dovrà presentare una domanda per essere ammesso alle Nazioni
Unite.
23 settembre
Visita alla NATO del Presidente della Lituania Vytautas Landsbergis.
29 settembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner riceve il Ministro degli esteri
svedese Margaretha af Ugglas. Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner
riceve il Ministro degli esteri argentino Guido di Tella.
ALLEGATO “I”
I-99
1 ottobre
Il Senato degli Stati Uniti ratifica il Trattato START che prevede la riduzione di un
terzo delle forze nucleari degli Stati Uniti e della Russia.
2 ottobre
Il generale John Shalikashvili (SACEUR) inaugura a Bielefeld, in Germania,il
nuovo Corpo di reazione rapida (ARRC) del Comando alleato in Europa (ACE) della
NATO.
7 ottobre
Il Primo Ministro polacco Hanna Suchocka visita la NATO.
14 ottobre
Il Consiglio permanente della WEU tiene una riunione a livello di ambasciatori con
otto paesi dell’Europa centrale e orientale.
Il Consiglio Nord Atlantico autorizza l’uso di una forza aerea di avvistamento a
distanza e controllo (AWACS) della NATO per sorvegliare la zona di interdizione aerea
in Bosnia Erzegovina, imposta dall’ONU.
20-21 ottobre
I Ministri della difesa della NATO, riuniti a Gleneagles, in Scozia, nell’ambito del
Gruppo di pianificazione nucleare (NPG), esaminano le implicazioni che il ruolo
dell’Alleanza nelle attività per il mantenimento della pace avrebbe sulla pianificazione
della difesa collettiva della NATO. Inoltre adottano nuove direttive politiche per una
minor dipendenza dall’arma nucleare.
28 ottobre
Incontro a Bruxelles tra il Presidente della Repubblica di Finlandia, Mauno
Koivisto ed il Segretario generale della NATO Manfred Wörner.
ALLEGATO “I”
I-100
30 ottobre
Il Club atlantico di Bulgaria ottiene lo status di osservatore nell’Associazione del
Trattato Atlantico (ATA).
1-5 novembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner visita Bielorussia, Kazakistan
e Kirghizistan.
3 novembre
Il Governatore Bill Clinton, candidato democratico, vince le elezioni presidenziali
americane.
6 novembre
La NATO fornisce alla Forza di protezione delle Nazioni Unite in Bosnia
Erzegovina un quartier generale operativo, comprensivo di personale, equipaggiamenti,
rifornimenti ed un sostegno finanziario iniziale.
9 novembre
Il Trattato sulle CFE entra ufficialmente in vigore, dopo la ratifica dei 29 stati
firmatari.
16 novembre
Il gen. John Shalikashvili (SACEUR) incontra il Presidente Leonid Kravtchouk
durante una visita in Ucraina.
20 novembre
Il Segretario generale della NATO,Manfred Wörner, partecipa per la prima volta ad
una sessione ministeriale della WEU a Roma. La Grecia è invitata a divenire il decimo
membro della WEU; la Danimarca e l’Irlanda ottengono lo status di osservatore e la
Turchia, la Norvegia e l’Islanda divengono membri associati di questa organizzazione.
ALLEGATO “I”
I-101
22 novembre
Inizio delle operazioni delle forze navali della NATO e della WEU nell’Adriatico
per far rispettare le sanzioni dell’ONU; si tratta di un’estensione delle operazioni di
sorveglianza marittima intraprese nel luglio 1992.
25 novembre
Il Presidente della Repubblica di Estonia Lennart Meri effettua una visita alla sede
della NATO.
27 novembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner visita le truppe russe di stanza
nell’ex Germania orientale.
4 dicembre
I Ministri della difesa dei paesi europei della NATO decidono di sciogliere lo IEPG
e di trasferirne le funzioni alla WEU.
11 dicembre
I Ministri della difesa che partecipano al Comitato di pianificazione della difesa
della NATO dichiarano che il sostegno alle attività di mantenimento della pace,
promosse dall’ONU e dalla CSCE, dovrà essere incluso nel novero dei compiti delle
forze e dei comandi della NATO.
14 dicembre
L’Alleanza celebra il 25° anniversario del Rapporto Harmel.
15 dicembre
Il Segretario generale dell’ONU Boutros Boutros-Ghali chiede di conoscere i piani
approntati dalla NATO per possibili operazioni militari nell’ex Jugoslavia, tra cui
l’attuazione di una zona di interdizione aerea sulla Bosnia Erzegovina, l’istituzione di
zone di sicurezza per i civili in Bosnia e i modi per prevenire l’ampliarsi del conflitto al
Kosovo e alla Repubblica ex jugoslava di Macedonia.
ALLEGATO “I”
I-102
16 dicembre
Il Presidente di Albania Sali Berisha incontra il Segretario generale Manfred
Wörner presso la sede della NATO.
17 dicembre
Riunione del Consiglio Nord Atlantico in sessione ministeriale. I Ministri degli
esteri annunciano di essere pronti a sostenere le future azioni dell’ONU nell’ex
Jugoslavia e decidono di rafforzare il coordinamento in seno all’Alleanza in materia di
mantenimento della pace e di approntare delle misure pratiche in modo da rendere più
efficace il contributo dell’Alleanza in questo settore.
18 dicembre
I Ministri degli esteri e i rappresentanti dei paesi del NACC convengono di
scambiarsi le rispettive esperienze e competenze in materia di mantenimento della pace
e materie connesse, e diffondono il Programma di lavoro del NACC per il 1993.
ALLEGATO “I”
I-103
1993
1 gennaio La Repubblica Ceca e la Slovacchia divengono stati indipendenti.
3 gennaio
I Presidenti Bush e Eltsin firmano a Mosca il Trattato START II,che consente di
ridurre ulteriormente gli armamenti strategici offensivi di Stati Uniti e Russia,
eliminando tutti i loro missili balistici intercontinentali a testate multiple (ICBM) e
riducendo di due terzi i loro arsenali nucleari strategici.
13 gennaio
La Convenzione sulle armi chimiche (CWC), che prevede la totale messa al bando
delle armi chimiche,viene aperta alla firma, a Parigi, ed è sottoscritta da 127 nazioni.
14 gennaio
Gli Alleati adottano piani per l’attuazione di una zona di interdizione aerea sulla
Bosnia Erzegovina, ove richiesto dall’ONU.
21 gennaio
Il Comandante supremo delle forze alleate in Europa (SACEUR) e i Capi di stato
maggiore francese e tedesco firmano un accordo sulle modalità di impiego
dell’Eurocorps nel quadro dell’Alleanza.
26-27 gennaio
Il Comitato di coordinamento delle verifiche della NATO organizza, con i partner
nella cooperazione, un seminario sull’applicazione delle disposizioni del Trattato CFE.
27 gennaio
Il Segretario generale della WEU Willem Van Eekelen incontra il Segretario
generale della NATO Manfred Wörner presso la sede della NATO per esaminare gli
aspetti pratici della cooperazione tra i due organismi. Questo incontro è il primo da
quando gli uffici della WEU si sono trasferiti a Bruxelles il 18 gennaio.
ALLEGATO “I”
I-104
1 febbraio
Il Presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev incontra il Segretario generale
presso la sede della NATO.
4 febbraio
La Bielorussia ratifica il Trattato START I.
17 febbraio
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner riceve il Presidente di
Romania Ion Iliescu presso la sede dell’Organizzazione.
23 febbraio
Il Primo Ministro di Slovacchia Vladimir Meciar effettua una visita ufficiale alla
NATO.
Il Comitato per le sfide della società moderna (CCMS) della NATO tiene la sua
prima riunione ufficiale con i partner nella cooperazione ed esamina, tra l’altro, i
problemi dell’inquinamento ambientale transfrontaliero.
24 febbraio
Dichiarazione del Segretario generale della NATO a sostegno della decisione degli
Stati Uniti di paracadutare aiuti umanitari nella Bosnia orientale.
25 feb./4 marzo
Esercitazione NATO di applicazione delle procedure di gestione delle crisi (NATO
CMX 93).
26 febbraio
Riunione ministeriale straordinaria del Consiglio Nord Atlantico presso la sede
della NATO, cui partecipa il nuovo Segretario di stato americano Warren Christopher.
ALLEGATO “I”
I-105
1-3 marzo
In occasione di una sua visita negli Stati Uniti, il Segretario generale della NATO
Manfred Wörner incontra il Presidente Clinton, il Segretario di stato W.Christopher, il
Segretario alla difesa Aspen ed i principali leader del Congresso.
4 marzo
Il Presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro visita la sede della
NATO.
8 marzo
Il Primo Ministro greco Constantin Mitsotakis visita la sede della NATO.
8-9 marzo
Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen.d’a. Sir Richard Vincent,
visita l’Albania.
9 marzo
Il Primo Ministro di Bulgaria Lyuben Berov visita la sede della NATO.
Il Ministro degli esteri della Repubblica Ceca Josef Zieleniec visita la sede della
NATO.
Il Ministro degli esteri di Polonia Krzystof Skubiszewski visita la sede della
NATO.
10 marzo
Il Consiglio Nord Atlantico incarica le autorità militari della NATO di elaborare
delle opzioni in funzione delle circostanze circa l’attuazione di un eventuale piano di
pace dell’ONU per la Bosnia Erzegovina.
15 marzo
La Corea del Nord espelle degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia
atomica (AIEA) e annuncia la propria intenzione di ritirarsi dal Trattato sulla non-
proliferazione nucleare (TNP).
ALLEGATO “I”
I-106
16 marzo
L’Italia effettua la prima ispezione multinazionale mista CFE, condotta da un paese
membro della NATO con la partecipazione di alcuni partner nella cooperazione
(Azerbaigian, Ungheria e Polonia) per verificare un sito dichiarato in Romania.
18-20 marzo
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner si reca in visita ufficiale in
Albania.
26 marzo
Il Ministro della difesa della Repubblica Ceca Antonin Baudys incontra il
Segretario generale ed il Presidente del Comitato militare presso la sede della NATO.
29 marzo
Riunione dei Ministri della difesa della NATO con i partner nella cooperazione per
valutare i progressi compiuti nella cooperazione sui problemi connessi alla difesa e per
procedere ad uno scambio di vedute su un più vasto campo di problemi di sicurezza.
2 aprile
Il Consiglio Nord Atlantico incarica il SACEUR di adottare delle misure
preparatorie per l’applicazione della Risoluzione 816 del Consiglio di sicurezza
dell’ONU, che autorizza l’applicazione della zona di interdizione aerea sulla Bosnia
Erzegovina.
3-4 aprile
Il primo vertice Stati Uniti-Russia, tra i Presidenti Clinton e Eltsin, ha luogo a
Vancouver.
ALLEGATO “I”
I-107
12 aprile
Inizio delle operazioni della NATO per far rispettare la zona di interdizione aerea
sulla Bosnia Erzegovina, in base alla Risoluzione 816 del Consiglio di sicurezza
dell’ONU e conformemente alla decisione presa dal Consiglio Nord Atlant ico l’8 aprile.
Gli aerei d’attacco e di ricognizione di diversi paesi alleati partecipano alle
operazioni,come pure aerei della Forza aviotrasportata di avvistamento a distanza della
NATO (NAEWF).
19 aprile
Unità americane di ricerca e salvataggio si uniscono ad unità russe in Siberia per la
prima esercitazione di addestramento congiunta Stati Uniti-Russia effettuata sul
territorio russo dopo la seconda guerra mondiale.
22 aprile
Il Segretario generale dell’ONU Boutros Boutros-Ghali incontra il Segretario
generale della NATO Manfred Wörner a Bruxelles per parlare della situazione nell’ex
Jugoslavia,del ruolo della NATO per quanto riguarda il mantenimento della pace e delle
relazioni NATO-ONU in generale.
28 aprile
Riunione presso la sede della NATO del Comitato militare con i partner nella
cooperazione a livello di Capi di stato maggiore della difesa e di Capi di stato maggiore
generale.
6 maggio
Il Segretario di stato americano Warren Christopher si reca alla NATO per
discutere della crisi bosniaca.
17 maggio
Il Ministro degli esteri ungherese Géza Jeszensky viene ricevuto alla sede della
NATO.
I Serbo-bosniaci rifiutano il piano di pace Vance-Owen.
ALLEGATO “I”
I-108
22 maggio
Diversi membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Francia, Russia, Spagna,
Regno Unito e Stati Uniti) annunciano un programma d’azione comune destinato a
mettere fine ai combattimenti e che prevede delle “zone di sicurezza ”.
24 maggio
I Ministri della difesa dell’EUROGRUPPO trasferiscono le attività in materia di
addestramento e nel settore sanitario alla NATO, e le attività d’informazione e quelle
nel campo delle comunicazioni alla WEU.
25-26 maggio
Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione
nucleare in sessione ministeriale alla sede della NATO per esaminare, tra l’altro, le
implicazioni per la pianificazione della difesa dell’appoggio alle attività per il
mantenimento della pace dell’ONU e della CSCE, come pure gli aspetti, legati alla
difesa,della proliferazione delle armi di distruzione di massa.
8 giugno
Sessione congiunta del Consiglio Nord Atlantico e del Consiglio della WEU alla
sede della NATO. Le due organizzazioni approvano un’unica struttura di comando e
controllo per le operazioni navali combinate NATO/WEU in Adriatico per far rispettare
l’embargo imposto dall’ONU nei confronti di Serbia e Montenegro.
10 giugno
Riunione del Consiglio Atlantico in sessione ministeriale ad Atene. I Ministri degli
esteri della NATO offrono i mezzi di protezione aerea dell’Alleanza in caso di attacco
contro l’UNPROFOR nell’adempimento del proprio mandato globale, se le Nazioni
Unite lo richiedessero.
ALLEGATO “I”
I-109
11 giugno
I Ministri degli esteri del NACC, riuniti ad Atene, annunciano un programma di
cooperazione, preparatorio di attività congiunte di mantenimento della pace in appoggio
alle Nazioni Unite o alla CSCE, e diffondono un rapporto del Gruppo ad hoc del NACC
sulla cooperazione in materia di mantenimento della pace.
18 giugno
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approva lo spiegamento di 300 soldati
americani nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia che vanno ad aggiungersi ai 700
soldati delle Nazioni Unite che vi si trovano già quale misura preventiva per impedire
l’estendersi del conflitto bosniaco.
23 giugno
Eduard Shevardnadze, Presidente del Parlamento e Capo dello stato in Georgia,
compie una visita ufficiale alla NATO.
28-30 giugno
Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen.d’a. Sir Richard Vincent, si
reca in visita nella Repubblica Ceca.
30 giugno/2 luglio
Seminario ad alto livello del NACC, a Praga, sul mantenimento della pace per dare
un seguito ai lavori del Gruppo ad hoc del NACC sulla cooperazione in materia di
mantenimento della pace.
30 giugno/2 luglio
Il Colloquio economico della NATO 1993 si tiene presso la sede della NATO sul
tema “L’evoluzione della situazione economica nei paesi partner nella cooperazione da
un punto di vista settoria le”.
ALLEGATO “I”
I-110
22 luglio
La Bielorussia aderisce ufficialmente al Trattato di non proliferazione nucleare
(TNP), in quanto stato non dotato di armamenti nucleari, conformemente al Protocollo
di Lisbona del 1992, inserito nel Trattato START I.
2 agosto
In occasione di una riunione straordinaria sulla situazione in Bosnia Erzegovina, il
Consiglio Nord Atlantico annuncia che l’Alleanza ha deciso di prepararsi
immediatamente a prendere misure più rigorose, inclusi attacchi aerei contro i
responsabili, se si protraesse lo strangolamento di Sarajevo e di altre zone, e si
impedisse su ampia scala il flusso degli aiuti umanitari.
9 agosto
Il Consiglio Nord Atlantico approva le opzioni operative per degli attacchi aerei in
Bosnia Erzegovina, opzioni stabilite conformemente alle decisioni del Consiglio del 2
agosto da attuarsi su autorizzazione del Segretario generale dell’ONU.
In seguito alla morte di Re Baldovino I, sopravvenuta il 31 luglio, sale al trono
Alberto II Re dei Belgi.
16-18 agosto
Il Presidente del Comitato militare, gen.d’a. Sir Richard Vincent, effettua una visita
ufficiale in Romania e in Moldavia.
31 agosto
Viene comple tato il ritiro delle truppe russe dalla Lituania.
1 settembre
Il Segretario generale della NATO si incontra a Ginevra con il suo omologo
dell’ONU, Boutros Boutros-Ghali, per esaminare le prospettive di una soluzione
pacifica della situazione in Bosnia e il ruolo della NATO in appoggio alla missione di
mantenimento della pace dell’ONU nell’ex Jugoslavia, come pure lo sviluppo di più
stretti legami tra NATO e ONU.
ALLEGATO “I”
I-111
18 settembre
Anatoly Zlenko, Ministro degli esteri ucraino, si reca in visita alla NATO.
20 settembre
I rappresentanti dei paesi del NACC, riuniti nella sede della NATO, chiedono la
fine dei combattimenti in Georgia e condannano le violazioni del cessate il fuoco da
parte delle forze dell’Abkhazia.
21 settembre
Visita alla sede della NATO del Capo di stato maggiore della difesa della
Repubblica Ceca, gen.div. Jiri Nekvasil.
Boris Eltsin,Presidente della Russia, scioglie il Parlamento e convoca nuove
elezioni per l’11-12 dicembre. Il vice Presidente Alexander Rutskoi e il Presidente del
Parlamento Rouslan Khasboulatov invocano un intervento delle forze armate per
opporsi a tale scioglimento e occupano la Casa Bianca russa con altri ribelli.
22 settembre
Thorvald Stoltenberg e Lord Owen, co-Presidenti della Conferenza internazionale
sull’ex Jugoslavia, effettuano una visita alla sede della NATO per discutere con il
Segretario generale ed il Presidente del Comitato militare dell’attuazione di un
eventuale piano di pace per la Bosnia Erzegovina.
29 settembre
Visita ufficiale del Presidente del Turkmenistan Saparmurad Niyazov alla sede
della NATO.
4 ottobre
Le truppe fedeli al Presidente Eltsin attaccano la Casa Bianca, sede del Parlamento
russo, con carri armati ed armi automatiche, mettendo fine all’occupazione dell’edificio
da parte dei parlamentari ultraconservatori che si opponevano al programma di riforme
del Presidente Eltsin.
ALLEGATO “I”
I-112
Il Consiglio di sicurezza proroga di 6 mesi il mandato dei caschi blu in Croazia ed
in Bosnia. Autorizza la forza di mantenimento della pace in Croazia a prendere le
necessarie misure, compreso l’uso della forza, per garantire la loro sicurezza e la loro
libertà di movimento.
6-7 ottobre
In occasione di una visita negli Stati Uniti, il Segretario generale della NATO
Manfred Wörner incontra il Presidente Bill Clinton a Washington ed il Segretario
generale delle Nazioni Unite Boutros Boutros-Ghali a New York.
18 ottobre
Il Primo Ministro della Repubblica di Estonia, Mart Laar, effettua una visita
ufficiale alla sede della NATO.
20-21 ottobre
Riunione dei Ministri della difesa della NATO a Travemünde,in Germania,per
procedere ad uno scambio informale di punti di vista su una serie di questioni, tra cui la
proposta di Partenariato per la Pace ed il concetto di CJTF, come pure sulla
proliferazione di armi di distruzione di massa.
2-3 novembre
Il Presidente del Comitato militare della NATO, gen.d’a. Sir Richard Vincent, si
reca in visita ufficiale in Bulgaria, incontrandovi il Presidente Zhelyu Zhelev.
4 novembre
Il Presidente della Slovacchia Michael Kovac si reca in visita ufficiale alla sede
della NATO.
15-17 novembre
Il Comitato di coordinamento delle verifiche della NATO organizza con i paesi
partner del NACC un seminario presso la sede della NATO sulla cooperazione nel
ALLEGATO “I”
I-113
settore delle verifiche e sull’attuazione delle disposizioni per il controllo degli
armamenti convenzionali inclusi nel Trattato sulle CFE.
30 novembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner prende la parola davanti al
Consiglio dei Ministri degli esteri della CSCE, riunito a Roma.
2 dicembre
Riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico. I Ministri degli esteri della
NATO esaminano il concetto di Partenariato per la Pace e le relative proposte,in
previsione del vertice del gennaio 1994.
3 dicembre
Alla riunione ministeriale del NACC,i Ministri degli esteri dei paesi della NATO e
dei paesi partner approvano il secondo rapporto del Gruppo ad hoc del NACC sulla
cooperazione in materia di mantenimento della pace, come pure il Piano di lavoro del
NACC per il 1994.
7 dicembre
I Ministri dell’EUROGRUPPO annunciano che diversi sottogruppi saranno
incorporati nella NATO o trasferiti alla WEU, e che l’EUROGRUPPO stesso cesserà di
esistere dal 1 gennaio 1994.
8-9 dicembre
Il Comitato di pianificazione della difesa ed il Gruppo di pianificazione nucleare
della NATO si riuniscono in sessione ministeriale a Bruxelles. I Ministri esaminano i
nuovi compiti dell’Alleanza nel campo della difesa compreso il sostegno alle attività di
mantenimento della pace dell’ONU e della CSCE,come pure il concetto di Gruppi
operativi interforze multinazionali. I Ministri esprimono tutto il loro appoggio alla
proposta di Partenariato per la Pace.
ALLEGATO “I”
I-114
9 dicembre
Il Segretario generale della NATO Manfred Wörner incontra a Bruxelles il
Presidente russo Boris Eltsin.
12 dicembre
Prime elezioni parlamentari pluraliste in Russia dopo il 1917. Una nuova
costituzione,che attribuisce maggiori poteri al Presidente,viene approvata dal 58,4% dei
votanti.
14 dicembre
Riunione congiunta del Consiglio Nord Atlantico e del Consiglio della WEU a
livello di ambasciatori, presso la sede della WEU a Bruxelles.
ALLEGATO “I”
I-115
1994
10-11 gennaio
Al vertice di Bruxelles i Capi di stato e di governo dei paesi dell’Alleanza
inaugurano il Partenariato per la Pace (PfP), invitando ad unirsi a loro gli altri stati
partecipanti ai lavori
del NACC e altri paesi della CSCE in grado e desiderosi di contribuire a tale
programma. Viene diffuso il Documento quadro del PfP. Il concetto di Gruppi operativi
interforze multinazionali è approvato, così pure altre misure di sostegno allo sviluppo di
una Identità di sicurezza e di difesa europea. I Capi di stato e di governo confermano
che la NATO è pronta a intraprendere attacchi aerei per evitare lo strangolamento di
Sarajevo e di altre aree di sicurezza dichiarate dall’ONU in Bosnia Erzegovina.
14 gennaio
I Presidenti di Stati Uniti, Russia ed Ucraina firmano a Mosca un accordo trilaterale
che prevede in dettaglio le procedure relative al trasferimento delle testate nucleari
dall’Ucraina alla Russia,come pure le compensazioni e le assicurazioni in materia di
sicurezza che vi sono associate.
I Presidenti Clinton e Eltsin firmano un accordo in virtù del quale, a partire dal 30
maggio 1994, entrambi i paesi cesseranno di puntare l’un contro l’altro missili nucleari
a lungo raggio.
18 gennaio
Elezioni per la Duma (Parlamento russo): un largo aumento per gli oppositori del
Presidente Eltsin.
20 gennaio
Visita alla NATO del Presidente di Bosnia Erzegovina Alija Izetbegovic.
24-27 gennaio
Seconda conferenza internazionale del NATO/CCMS sul ruolo delle forze armate
nella protezione dello strato di ozono. I partecipanti si impegnano a rispettare le
ALLEGATO “I”
I-116
scadenze fissate dal protocollo di Montreal relativo alle sostanze che depauperano lo
strato di ozono.
26 gennaio
Il Ministro degli esteri rumeno, Teodor Melescanu, sottoscrive presso la sede della
NATO il Documento quadro del Partenariato per la Pace.
27 gennaio
Il Presidente della Repubblica di Lituania, Algirdas Brazauskas, effettua una visita
ufficiale alla sede della NATO per firmarvi il Documento quadro del PfP.
Firma a Mosca di un programma di cooperazione militare tra la Russia e la
NATO,che prevede scambi di visite di esperti e di responsabili militari di alto rango,
come pure esercitazioni e attività di addestramento in comune.
1 febbraio
Sergio Balanzino (Italia) sostituisce Amedeo de Franchis quale Segretario generale
delegato della NATO.
2 febbraio
Il Primo Ministro di Polonia,Waldemar Pawlak, firma il Documento quadro del PfP
presso la sede della NATO.
3 febbraio
Juri Luik, Ministro degli esteri dell’Estonia,firma il Documento quadro del PfP
presso la sede della NATO.
Il Parlamento ucraino annulla le condizioni che aveva posto per la propria ratifica
del Trattato START I il 19 novembre 1993, autorizzando quindi il governo a scambiare
gli strumenti di ratifica.
6 febbraio
Boutros Boutros-Ghali,Segretario generale dell’ONU, chiede alla NATO di
prepararsi ad effettuare degli eventuali attacchi aerei contro posizioni di artiglieria
ALLEGATO “I”
I-117
nell’abitato e nelle vicinanze di Sarajevo; il giorno prima un colpo di mortaio su un
mercato assai frequentato della città aveva causato numerose vittime.
8 febbraio
Il Ministro degli esteri ungherese,Géza Jeszenszkiy,effettua una visita alla sede
della NATO per firmare il Documento quadro del PfP.
Il Ministro degli esteri ucraino, Anatoly Zlenko, firma il Documento quadro del
PfP, presso la sede della NATO.
9 febbraio
Il Consiglio Nord Atlantico denuncia il protrarsi dell’assedio di Sarajevo ed
annuncia che le armi pesanti,a qualsiasi fazione esse appartengano e che si trovino in
una zona compresa in un raggio di 20 chilometri a partire dal centro della città, dal 20
febbraio saranno esposte ad attacchi aerei della NATO,condotti in stretto coordinamento
con il Segretario generale dell’ONU e conformemente alle decisioni del Consiglio Nord
Atlantico del 2 e 9 agosto 1993.
Il Primo Ministro di Slovacchia, Vladimir Meciar, firma il Documento quadro del
PfP, presso la sede della NATO.
14 febbraio
Il Presidente della Bulgaria, Jegliou Jelev,effettua una visita alla sede della NATO
e firma il Documento quadro del PfP.
Il Primo Ministro di Lettonia, Vladis Birkavs, firma il Documento quadro del
PfP,presso la sede della NATO.
Il Kazakistan aderisce ufficialmente al Trattato di non-proliferazione nucleare
(TNP), in quanto stato non dotato di armi nucleari e conformemente al Protocollo di
Lisbona che regola l’applicazione del Trattato START I.
14-15 febbraio
Il Presidente del Comitato militare della NATO,il gen.d’a. Sir Richard Vincent, si
reca in visita ufficiale in Polonia, nel quadro del programma del NACC.
ALLEGATO “I”
I-118
15 febbraio
Il Regno Unito e la Russia decidono di riprogrammare i loro missili nucleari in
modo che, a partire dal 30 maggio 1994, tali armi non siano più puntate rispettivamente
verso l’uno e l’altro paese.
21 febbraio
Giunto il termine,che era stato fissato il 9 febbraio, per il ritiro da Sarajevo e
dintorni delle armi pesanti, il Segretario generale della NATO annuncia che,essendo
stati raggiunti gli obiettivi,i rappresentanti dell’ONU e della NATO avevano
raccomandato di non utilizzare la potenza aerea della NATO in questa fase.
23 febbraio
Il Presidente dell’Albania Sali Berisha firma il Documento quadro del PfP presso la
sede della NATO.
28 febbraio
Quattro aerei da combattimento violano la zona d’interdizione aerea imposta
dall’ONU sulla Bosnia Erzegovina e sono abbattuti da caccia dell’Alleanza.
4 marzo
Un primo carico di 60 testate nucleari viene trasferito dall’Ucraina alla Russia
secondo le disposizioni della dichiarazione tripartita, firmata il 14 gennaio 1993 da
Ucraina, Russia e Stati Uniti.
10 marzo
Il Primo Ministro della Repubblica Ceca Vaclav Klaus firma il Documento quadro
del PfP presso la sede della NATO.
14-17 marzo
Il gen.d’a. Sir Richard Vincent,Presidente del Comitato militare, effettua una visita
ufficiale in Estonia, Lettonia e Lituania per esaminare il programma di cooperazione
militare della NATO e gli interessi di ciascun paese in materia di sicurezza.
ALLEGATO “I”
I-119
16 marzo
Il Presidente della Moldavia, Mircea Snegur, effettua una visita alla sede della
NATO per firmare il Documento quadro del PfP.
23 marzo
Il Ministro degli esteri della Georgia, Alexander Chikvaidze, firma il Documento
quadro del PfP presso la sede della NATO.
30 marzo
Il Primo Ministro della Slovenia Janez Drnovsek firma il Documento quadro del
PfP presso la sede della NATO.
10 aprile
In seguito alla richiesta del Comandante della forza ONU e guidati da un
controllore avanzato del traffico aereo delle Nazioni Unite,aerei della NATO forniscono
un appoggio aereo ravvicinato al personale dell’ONU a Goradze, designata dalle
Nazioni Unite come zona di sicurezza in Bosnia Erzegovina.
16 aprile
Un aereo inglese (Sea Harrier) viene abbattuto durante una missione di appoggio
aereo ravvicinato della NATO per proteggere le truppe UNPROFOR in Bosnia
Erzegovina.
22 aprile
In risposta ad una richiesta formulata il 18 aprile dal Segretario generale
dell’ONU,il Consiglio Nord Atlantico adotta nuove decisioni circa l’uso della forza
aerea per proteggere il personale dell’ONU in tutta la Bosnia Erzegovina e in quelle
zone che le Nazioni Unite hanno dichiarato di sicurezza. Il Consiglio autorizza
ugualmente gli attacchi aerei a meno che le armi pesanti dei Serbo-bosniaci non
vengano ritirate,entro il 27 aprile, da una zona di almeno 20 km di raggio da Goradze.
ALLEGATO “I”
I-120
Questo termine si applica ugualmente a tutte le altre zone,dichiarate di sicurezza
dall’ONU, se queste zone venissero attaccate con armi pesanti.
25 aprile
Il Ministro della difesa polacco Piotr Kolodziejczyk si reca alla sede della NATO
per consegnare il documento di presentazione del suo paese,relativo alla partecipazione
al PfP.
27 aprile
Il Consiglio della NATO, esaminando l’attuazione delle sue decisioni del 22 aprile
relative alla situazione in ed intorno a Goradze e nelle altre zone di sicurezza in Bosnia
Erzegovina, constata che il termine è stato generalmente rispettato.
Il Comitato militare della NATO si riunisce nella sede della NATO in sessione di
cooperazione a livello di Capi di stato maggiore della difesa e di Capi di stato maggiore
generale.
27-29 aprile
A Budapest, in Ungheria, Seminario del NACC sulla pianificazione e la gestione
dei programmi nazionali di difesa.
28 aprile
Cerimonie di inaugurazione della Cellula di coordinamento del partenariato,
installata nell’area di SHAPE, a Mons, in Belgio.
Il Ministro della difesa rumeno Gheorghe Tinca consegna alla NATO il documento
di presentazione del suo paese, relativo alla partecipazione al PfP.
4 maggio
Il Presidente dell’Azerbaigian Gaidar Aliev firma il Documento quadro del PfP
presso la sede della NATO.
ALLEGATO “I”
I-121
9 maggio
Il Ministro degli esteri svedese, baronessa Margaretha af Ugglas e il Ministro degli
esteri finlandese Heikki Haavisto, si recano alla sede della NATO per firmare il
Documento quadro del PfP.
Riunione a Kirchberg, Lussemburgo,del Consiglio dei Ministri della WEU con i
Ministri degli esteri e della difesa di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia,
Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria. Un nuovo status viene creato per
consentire a questi paesi di divenire membri associati della WEU.
10 maggio
Finlandia e Svezia presentano alla NATO i loro documenti di presentazione nel
quadro del PfP.
Il vice Primo Ministro del Turkmenistan Boris Shikmuradov firma presso la sede
della NATO il Documento quadro del Partenariato per la Pace.
11-14 maggio
Il Presidente del Comitato militare della NATO,gen.d’a. Sir Richard Vincent, nel
quadro del NACC, si reca in visita in Slovacchia ed in Russia,ove incontra alte
personalità governative, civili e militari, dei due paesi.
17 maggio
La Repubblica Ceca consegna alla NATO il suo documento di presentazione nel
quadro del PfP.
24 maggio
Riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di pianificazione
nucleare in sessione ministeriale.
I Ministri della difesa della NATO esaminano i progressi ottenuti per ciò che
concerne le implicazioni in materia di difesa del PfP, il concetto di CJTF e gli sforzi
contro la proliferazione e per il mantenimento della pace.
Il Ministro della difesa russo, Pavel Gratchev, si reca alla NATO per informare i
Ministri della difesa della NATO sulla nuova dottrina di difesa del suo paese.
ALLEGATO “I”
I-122
25 maggio
Sotto gli auspici del Partenariato per la Pace, i Ministri della difesa della NATO
incontrano i Ministri della difesa e i Rappresentanti dei paesi partner, compresi, per la
prima volta, quelli di Finlandia, Svezia e Slovenia, per discutere di cooperazione su
alcune questioni legate alla difesa, in particolare il mantenimento della pace.
Slovacchia e Ucraina consegnano alla NATO i loro rispettivi documenti di
presentazione del PfP.
26-27 maggio
A Parigi, conferenza inaugurale su un Patto di stabilità in Europa. I Ministri degli
esteri di numerosi paesi europei valutano la nuova iniziativa che ha per scopo:evitare i
conflitti relativi alle frontiere,proteggere i diritti delle minoranze, promuovere delle
relazioni di buon vicinato in Europa centrale e orientale e rafforzare la cooperazione
regionale e le istituzioni democratiche.
27 maggio
Il Ministro degli esteri del Kazakistan Kanet Saudabaev si reca alla sede della
NATO per firmare il Documento quadro del PfP.
1 giugno
Il Presidente del Kirghizistan Askar Akayev firma il Documento quadro del PfP
presso la sede della NATO.
3 giugno
Il Segretario generale delegato della NATO Sergio Balanzino inaugura
ufficialmente gli uffici destinati ai Partner nell’ala Manfred Wörner della sede della
NATO.
6 giugno
Bulgaria e Ungheria consegnano alla NATO i loro documenti di presentazione del
PfP.
ALLEGATO “I”
I-123
9 giugno
I Ministri degli esteri della NATO si riuniscono ad Istanbul per fare il punto
sull’attuazione delle decisioni prese al vertice di Bruxelles e sottolineano che 20 paesi
hanno già aderito al Partenariato per la Pace.I Ministri adottano un generale quadro di
riferimento riguardante l’atteggiamento dell’Alleanza verso la proliferazione delle armi
di distruzione di massa.
10 giugno
Riunione ministeriale del NACC a Istanbul. I Ministri degli esteri diffondono un
terzo rapporto sul mantenimento della pace del Gruppo ad hoc sulla cooperazione in
materia di mantenimento della pace. I Ministri degli esteri di Finlandia, Svezia e
Slovenia vi partecipano.
La Lituania consegna il suo documento di presentazione del PfP.
22 giugno
Il Ministro degli esteri russo Andrei Kozyrev si reca alla NATO per firmare il
Documento quadro del PfP e incontra il Consiglio. Una sintesi delle conclusioni delle
discussioni viene diffusa.
26-28 giugno
Il generale George Joulwan (SACEUR) visita Mosca per discutere sulla
partecipazione della Russia al PfP come pure di uno specifico programma di
cooperazione con la Russia.
29 giugno
Il Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Yasushi
Akashi visita la NATO, ed è accompagnato dal gen.c.a. Bertrand de Lapresle,
comandante delle Forze di protezione dell’ONU (UNPROFOR) nell’ex-Jugoslavia e dal
gen.c.a. Sir Michael Rose, comandante dell’UNPROFOR in Bosnia Erzegovina per un
incontro con il Segretario generale delegato Sergio Balanzino.
ALLEGATO “I”
I-124
29 giugno/1 luglio
Colloquio economico annuale della NATO focalizzato sulla privatizzazione delle
industrie di difesa.
5 luglio
Il Programma di partenariato individuale della Polonia con la NATO è accettato
ufficialmente.
La Russia consegna il suo documento di presentazione del PfP.
8 luglio
L’Estonia consegna il suo documento di presentazione del PfP.
11 luglio
Dichiarazione del Consiglio Nord Atlantico che riafferma che l’Alleanza è pronta a
partecipare all’attuazione di un accordo di pace in Bosnia Erzegovina ed in cui si
auspica che i passi previsti nel piano diffuso dai Ministri degli esteri a Ginevra il 5
luglio possano consistere nell’assunzione di nuovi compiti per l’Alleanza nell’ex
Jugoslavia su richiesta dell’ONU.
12 luglio
La Corte costituzionale federale tedesca precisa la base costituzionale per lo
spiegamento all’estero di forze tedesche, eliminando gli ostacoli costituzionali per la
partecipazione della Germania alle missioni di mantenimento della pace dell’ONU,
della NATO o della WEU.
13 luglio
I Ministri degli esteri e della difesa dell’Uzbekistan, Saidmukhtar Saidkasimov e
Rustam Ahmedov si recano alla NATO per firmare il Documento quadro del PfP.
18 luglio
La Lettonia consegna il proprio documento di presentazione del PfP.
ALLEGATO “I”
I-125
20 luglio
La Slovenia consegna il proprio documento di presentazione del PfP.
5 agosto
Aerei della NATO attaccano un obiettivo all’interno della zona di interdizione di
Sarajevo, su richiesta dell’UNPROFOR, dopo che i Serbi di Bosnia si sono impadroniti
di armi in un deposito di armi dell’ONU, nei pressi di Sarajevo.
13 agosto
Muore a Bruxelles Manfred Wörner, Segretario generale della NATO. Il Segretario
generale delegato, Sergio Balanzino, assume le funzioni di Segretario generale ad
interim.
18 agosto
Riunione commemorativa del Consiglio Nord Atlantico in onore del Segretario
generale della NATO Manfred Wörner.
22 agosto
Il Programma di partenariato individuale della Svezia con la NATO, nel quadro del
PfP, è ufficialmente accettato.
31 agosto
Le ultime truppe russe lasciano l’Estonia, concludendo così il loro ritiro dai tre stati
baltici.
1 settembre
Le truppe russe lasciano Berlino, concludendo così il loro ritiro dal territorio
tedesco.
2-10 settembre
Prime manovre congiunte Stati Uniti-Russia sul territorio russo, basate su delle
esercitazioni di addestramento al mantenimento della pace.
ALLEGATO “I”
I-126
6 settembre
La Moldavia consegna alla NATO il suo documento di presentazione del PfP.
8 settembre
Stati Uniti, Regno Unito e Francia ritirano da Berlino le truppe alleate che ancora vi
si trovavano.
12-16 settembre
Nei pressi di Poznan, Polonia, si tiene la prima esercitazione congiunta di
addestramento,condotta nel quadro del PfP (Cooperative Bridge), con la partecipazione
di soldati di 13 paesi della NATO e del Partenariato.
13 settembre
Nomina del gen.c.a. John Sheehan quale Comandante supremo alleato
dell’Atlantico (SACLANT).
14 settembre
Il Programma di partenariato individuale della Romania con la NATO, nel quadro
del PfP,è accettato ufficialmente.
22 settembre
Su richiesta di UNPROFOR,aerei della NATO effettuano un attacco aereo contro
un carro armato serbo-bosniaco, in seguito all’attacco subito da un veicolo di
UNPROFOR nei pressi di Sarajevo.
L’Albania consegna il suo documento di presentazione del PfP.
28 sett./7 ottobre
L’esercitazione navale “Cooperative Venture”, attuata nel quadro del PfP,ha luogo
nella zona dello Skagerrak nel Mare del Nord. Le forze navali dei paesi della NATO e
dei paesi partner si esercitano in operazioni di mantenimento della pace, di soccorso
umanitario e di ricerca e salvataggio.
ALLEGATO “I”
I-127
29 settembre
Il Consiglio Nord Atlantico,riunito a New York a livello di Ministri degli esteri,
invita Willy Claes, Ministro degli esteri del Belgio, a divenire Segretario generale della
NATO.
29-30 settembre
I Ministri della difesa e i Rappresentanti dei 16 paesi dell’Alleanza si riuniscono a
Siviglia, in Spagna,per delle discussioni informali su tutta una serie di argomenti di
reciproco interesse e preoccupazione, in particolare la situazione nell’ex Jugoslavia, il
mantenimento della pace e il concetto di Gruppi operativi interforze multinazionali, la
cooperazione nel settore della difesa con i paesi dell’Europa centrale e orientale,
compreso il Partenariato per la Pace, e la sicurezza nel Mediterraneo.
5 ottobre
Il Ministro degli esteri armeno, Vahan Papazian firma alla NATO il Documento
quadro del PfP.
5-7 ottobre
Si tiene presso la sede della NATO un Seminario sul mantenimento della pace ed il
suo rapporto con la gestione delle crisi,con la partecipazione di 38 paesi e di altre
organizzazioni internazionali.
10 ott./2 dicembre
Conferenza di riesame della CSCE a Budapest.
12 ottobre
Il Programma di partenariato individuale della Finlandia con la NATO, nel quadro
del PfP, è accettato ufficialmente.
Il Presidente della Germania Roman Herzog effettua una visita ufficiale alla sede
della NATO.
ALLEGATO “I”
I-128
17 ottobre
Willy Claes, ex vice Primo Ministro e Ministro degli esteri del Belgio, succede a
Manfred Wörner quale Segretario generale della NATO.
17 ottobre/8 nov.
Il Corpo di reazione rapida dell’Alleanza (ARRC) effettua delle esercitazioni in
Danimarca.
21-28 ottobre
La prima esercitazione di addestramento congiunto, che ha luogo in territorio
alleato nel quadro del PfP (“Cooperative Spirit”), si svolge nei Paesi Bassi con la
partecipazione di dodici paesi della NATO e del Partenariato.
28 ottobre
Dichiarazione diffusa congiuntamente dall’ONU e dalla NATO sull’utilizzo della
forza aerea della NATO in Bosnia Erzegovina a sostegno delle relative risoluzioni
dell’ONU.
Il Segretario generale della NATO Willy Claes pronuncia un’allocuzione alla 40ª
Assemblea generale dell’Associazione del Trattato Atlantico, tenutasi a L’Aia.
4 novembre
Ion Iliescu, Presidente della Romania, si reca in visita alla NATO.
7 novembre
Riunione straordinaria congiunta dei Direttori nazionali degli armamenti dei paesi
dell’Alleanza per esaminare le implicazioni delle operazioni di mantenimento della
pace, per quanto riguarda gli equipaggiamenti.
11 novembre
Dichiarazione di Willy Claes, Segretario generale della NATO, sull’annuncio delle
limitazioni imposte alla partecipazione degli Stati Uniti all’operazione “Sharp Guard ”.
ALLEGATO “I”
I-129
14 novembre
Riunione del Consiglio dei Ministri della WEU, con la partecipazione dei Ministri
degli esteri e della difesa di nove membri associati. Diffusione della Dichiarazione di
Noordwijk, nella quale i Ministri approvano, tra l’altro, le conclusioni politiche
preliminari sulla formulazione di una comune politica europea di difesa.
15 novembre
I Ministri degli esteri e della difesa ungheresi, Laszlo Kovacs e Gjörgj Keleti, si
recano alla NATO. Il Programma di partenariato individuale dell’Ungheria con la
NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.
21 novembre
Aerei della NATO attaccano l’aeroporto di Udbina, situato in territorio croato,ma
sotto controllo serbo, su richiesta di UNPROFOR ed in stretta coordinazione con
quest’ultima.
Questo attacco costituisce una risposta agli attacchi lanciati da questo aeroporto
contro bersagli nella regione di Bihac, in Bosnia Erzegovina.
23 novembre
In seguito ad attacchi contro aerei della NATO, le forze della NATO effettuano
un’incursione aerea su una postazione di missili terra-aria situata a sud di Otoka,
conformemente alle misure di autodifesa precedentemente annunciate.
Il Programma di partenariato individuale della Slovacchia con la NATO, nel quadro
del PfP, è accettato ufficialmente.
24 novembre
Il Consiglio Nord Atlantico diffonde una dichiarazione che condanna i recenti
attacchi effettuati dalle forze serbe di Bosnia e di Krajina su Bihac, zona di sicurezza
delle Nazioni Unite, e annuncia le misure prese in appoggio agli sforzi negoziali delle
Nazioni Unite.
ALLEGATO “I”
I-130
25 novembre
I vice Ministri degli esteri e della difesa cechi, Alexander Vondra e Jiri Pospisil,
effettuano una visita alla NATO. Il Programma di partenariato individuale della
Repubblica Ceca con la NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.
Il vice Ministro degli esteri bulgaro, Todor Tchourov, effettua una visita alla
NATO. Il Programma di partenariato individuale della Bulgaria con la NATO, nel
quadro del PfP, è accettato ufficialmente.
30 novembre
Albinas Januska, Segretario di stato del Ministero degli esteri lituano, effettua una
visita alla NATO. Il Programma di partenariato individuale della Lituania con la
NATO, nel quadro del PfP, è accettato ufficialmente.
1 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico si riunisce in sessione ministeriale a Bruxelles con la
partecipazione del Ministro degli esteri di Russia, Andrei Kozyrev.
5 dicembre
Al vertice della CSCE, a Budapest, il Presidente dell’Ucraina, Kuchma, firma il
Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP).
5-6 dicembre
Vertice dei Capi di stato e di governo della CSCE a Budapest, cui partecipa il
Segretario generale della NATO, Willy Claes.
La CSCE viene ribattezzata Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in
Europa (OSCE).
Pubblicazione del documento di Budapest 1994: “Verso un valido partenariato in
una nuova era”.
ALLEGATO “I”
I-131
1995
1 gennaio
Inizio del cessate il fuoco di quattro mesi in Bosnia. Austria, Finlandia e Svezia
aderiscono all’Unione Europea. L’Organizzazione mondiale del commercio (WTO)
subentra al GATT.
11 gennaio
Il Ministro degli esteri di Bielorussia, Uladzmir Syanko, visita la NATO e firma il
Documento quadro del PfP.
13 gennaio
La Convenzione dell’ONU sulle armi chimiche del 1993 non riesce ad entrare in
vigore:solo 20 paesi ratificano il trattato. Per diventare effettivo sono necessari 65
paesi.
18 gennaio
Il Consiglio della NATO approva un programma di standardizzazione della NATO
per migliorare il coordinamento delle politiche e dei programmi alleati per la
standardizzazione dei materiali,delle attività tecniche e operative.
23 gennaio
I vice Ministri degli esteri e della difesa albanesi, Arjan Starova, e Alfred Moisiu,
effettuano una visita alla NATO e dichiarano di accettare il Programma di partenariato
individuale dell’Albania.
24 gennaio
Il Consiglio della NATO approva la costituzione di una nuova Organizzazione
della NATO per la standardizzazione.
ALLEGATO “I”
I-132
31 gennaio
Gli Stati Uniti annunciano di prorogare di un anno la loro moratoria unilaterale
sugli esperimenti nucleari.
8 febbraio
Il Ministro della difesa lettone, Janis Trapans, visita la NATO e dichiara di
accettare il Programma di partenariato individuale della Lettonia. La NATO approva
programmi per colloqui diretti con Egitto, Israele, Mauritania, Marocco e Tunisia per
fronteggiare la minaccia del fondamentalismo islamico.
9 febbraio
Il Primo Ministro ungherese, Gyula Horn, visita la NATO.
10 febbraio
Il Ministro degli esteri austriaco, Alois Mock, si reca alla NATO per firmare il
Documento quadro del PfP.
14-21 febbraio
Il Ministro della difesa ucraino,Valery Shmarov,incontra il Presidente del Comitato
militare della NATO e firma un protocollo di reciproca collaborazione tra NATO e
Ucraina.
16 febbraio
Il vice Presidente della Federazione croato-mussulmana approva un piano
internazionale per la sospensione delle sanzioni economiche contro la Serbia in cambio
del riconoscimento di Bosnia e Croazia a condizione di una completa chiusura del
confine serbo-bosniaco.
23 febbraio
La Bielorussia sospende il suo programma di distruzione delle armi, violando il
Trattato CFE.
ALLEGATO “I”
I-133
24 febbraio
La NATO inizia colloqui con Marocco,Egitto,Mauritania, Tunisia e Israele per
discutere sulla sicurezza nel Nord Africa.
27 febbraio
I Ministri della difesa di Estonia,Lettonia e Lituania firmano un accordo sulla
cooperazione militare che comprende la politica internazionale e la logistica.
Il vice Presidente degli Stati Uniti, Al Gore, visita la NATO.
1 marzo
Stati Uniti,Francia,Germania e Italia concordano sull’obiettivo della cooperazione
alleata riguardo agli armamenti per sviluppare un Sistema di difesa aerea a medio raggio
(MEADS).
Quale effetto della sua adesione al PfP nel 1994, l’Estonia firma un programma
individuale di cooperazione militare con la NATO.
6 marzo
La Croazia organizza un’alleanza militare con la federazione croato-mussulmana di
Bosnia. UNPROFOR rimane in Croazia.
8 marzo
Il Segretario generale Willy Claes e il Presidente americano Bill Clinton si
incontrano a Washington per discutere un possibile ritiro delle forze ONU di
mantenimento della pace dalla Croazia e dalla Bosnia.
16 marzo
Viene raggiunto un accordo slovacco-ungherese per un trattato sui diritti delle
minoranze.
ALLEGATO “I”
I-134
18-20 marzo
Una Conferenza paneuropea sulla sicurezza riunitasi a Parigi,cui partecipano 50
nazioni,adotta un patto di stabilità per eliminare i pericoli delle crisi in Europa e
stabilisce una serie di misure relative ai confini e ai diritti delle minoranze etniche.
30-31 marzo
La riunione del Consiglio ad alto livello dell’OSCE discute un Modello di sicurezza
comune e di vasta portata per il XXI secolo: un concetto di sicurezza globale formulato
perché tutti gli stati partecipanti possano beneficiarne.
11 aprile
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta la Risoluzione 984, che assicura
assistenza agli stati non nucleari che hanno firmato il Trattato di non proliferazione
nucleare (TNP) del 1970 in caso di minaccia o attacco nucleare.
26 aprile
Il vice Primo Ministro e Ministro degli esteri di Malta, professor Guido de Marco,
firma il Documento quadro del Partenariato per la Pace (Malta successivamente si ritira
dal PfP).
7 maggio
Commemorazione del 50 °anniversario della fine della seconda Guerra mondiale.
11 maggio
Il Trattato di non proliferazione viene prorogato indefinitamente per consenso.
15 maggio
I Ministri degli esteri e della difesa della WEU si riuniscono a Lisbona, per
discutere il futuro rapporto tra la WEU e la NATO.
ALLEGATO “I”
I-135
25 maggio
In risposta ad una richiesta dell’ONU, aerei della NATO attaccano un deposito di
munizioni serbo-bosniaco vicino a Pale. Questo è seguito da un secondo attacco il
giorno successivo.
27 maggio
Ad una riunione,il Consiglio Nord Atlantico richiede che i Serbo-bosniaci mettano
fine ai loro attacchi contro le aree protette dell’ONU e si adeguino all’ultimatum di
UNPROFOR per allontanare tutte le armi pesanti dalla zona di esclusione intorno a
Sarajevo o le pongano sotto controllo ONU. Si condanna l’uccisione e la prigionia di
personale dell’ONU per il mantenimento della pace.
30-31 maggio
I Ministri degli esteri della NATO e il Consiglio di cooperazione nord atlantico si
riuniscono a Noordwijk, Paesi Bassi. In una riunione speciale con il Ministro degli
esteri russo Kozyrev, la Russia accetta formalmente il Programma di partenariato
individuale russo nell’ambito del PfP e il documento sui “Settori in cui proseguire un
dialogo e una cooperazione NATO-Russia ampi e rafforzati ”.
In una dichiarazione sulla situazione nell’ex Jugoslavia, il Cons iglio Nord Atlantico
condanna l’aumento della vio lenza tra le parti e gli atti ostili contro il personale
dell’ONU.
1 giugno
Il Presidente dell’Ucraina, Leonid Kuchma, visita la NATO.
28-30 giugno
Un Colloquio economico della NATO a cui partecipano paesi NATO e Partner
discute la situazione delle riforme economiche nei paesi partner nella cooperazione.
ALLEGATO “I”
I-136
2 luglio
Srebrenica subisce il più duro bombardamento da quando è stata dichiarata area
protetta dell’ONU. Il Tribunale per i crimini di guerra dell’ONU accusa formalmente di
genocidio e crimini contro l’umanità Karadzic e il generale Mladic.
11 luglio
Aerei della NATO attaccano obiettivi nell’area di Srebrenica in Bosnia
Erzegovina.
12 luglio
Il Consiglio Nord Atlantico condanna fermamente gli attacchi serbo-bosniaci
nell’area protetta di Srebrenica.
1 agosto
La Camera dei Rappresentanti americana vota per la fine dell’embargo di armi
bosniache.
La NATO avvia l’Operazione “Deliberate Force” ,che prevede attacchi alle
posizioni serbe con aerei e artiglieria in risposta al bombardamento di Sarajevo.
30 agosto
Aerei della NATO colpiscono posizioni serbo-bosniache vicino a Sarajevo.
1 settembre
Aerei della NATO riprendono a bombardare posizioni serbo-bosniache; i Serbo-
bosniaci rispondono bombardando Sarajevo.
Aerei della NATO attaccano obiettivi serbo-bosniaci vicino a Pale.
La NATO sospende l’Operazione “Deliberate Force ”dopo che i Serbo-bosniaci
accettano di allontanare le armi pesanti di 20 km dalla zona di interdizione intorno a
Sarajevo.
Un accordo sul contesto delle disposizioni costituzionali per la Bosnia Erzegovina
viene firmato a New York.
ALLEGATO “I”
I-137
2 settembre
I comandanti militari della NATO vengono autorizzati dal Consiglio della NATO a
riprendere attacchi aerei contro posizioni serbo-bosniache in qualsiasi momento per
rispondere ad ulteriori aggressioni contro le aree protette stabilite dall’ONU.
5 settembre
Aerei della NATO riprendono gli attacchi su obiettivi militari serbo-bosniaci.
12 settembre
A L’Aia si delineano i termini di un accordo in merito alla Disposizione di
Wassenaar, erede del COCOM, che istituisce controlli sull’esportazione di certe armi
convenzionali e di tecnologie a doppio uso.
14 settembre
La Grecia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia firmano un accordo per
stabilire relazioni diplomatiche e legami economici.
Il NAC si riunisce in una sessione speciale con il Ministro degli esteri ucraino,
Gennadi Udovenko, per discutere il rafforzamento delle relazioni NATO-Ucraina.
I militari e i leader politici serbo-bosniaci firmano un accordo per allontanare le
loro armi pesanti di 20 km dalla zona di interdizione intorno a Sarajevo.
20 settembre
Il Consiglio si riunisce con la Russia sull’attuazione del Trattato CFE.
21 settembre
Gli ambasciatori della NATO approvano uno Studio sull’allargamento della NATO
che delinea i requisiti relativi all’adesione per i paesi che desiderano aderire
all’Alleanza.
25 settembre
Si apre a Vienna la Conferenza di riesame sulle armi convenzionali dell’ONU.
ALLEGATO “I”
I-138
26 settembre
La NATO presenta all’Ambasciatore russo Churkin una bozza di progetto su “Il
quadro politico delle relazioni NATO-Russia”.
28 settembre
La NATO presenta al NACC e ai partner nella cooperazione del PfP le conclusioni
dello Studio sull’allargamento della NATO.
2 ottobre
Croati e serbi concludono un accordo sulla Slavonia orientale per porla sotto
l’amministrazione croata dopo un periodo di transizione.
Tre postazioni SAM serbe vengono attaccate da aerei della NATO. Il cessate il
fuoco in Bosnia entra in vigore.
5-6 ottobre
I Ministri della difesa della NATO si riuniscono a Williamsburg, Stati Uniti.
12 ottobre
Il Presidente dell’Albania, Sali Berisha, visita la NATO.
13 ottobre
La Conferenza dell’ONU sulle armi convenzionali finisce senza raggiungere un
accordo su una globale interdizione delle mine terrestri antiuomo.
19 ottobre
Il Consiglio della NATO si riunisce con un rappresentante russo per discutere il
Piano di attuazione della pace in Bosnia.
21 ottobre
Willy Claes si dimette da Segretario generale della NATO.
ALLEGATO “I”
I-139
27 ottobre
Un Memorandum d’intesa viene firmato tra la NATO e la WEU per consentire
delle comunicazioni dirette e facilitate tra le due organizzazioni.
Visita alla NATO da parte del Rappresentante speciale del Segretario generale
dell’ONU e Inviato speciale alla NATO, Kofi Annan.
1 novembre
Iniziano a Dayton, Ohio, i colloqui di pace sulla Bosnia. Un Accordo viene firmato
a Dayton sulla reintegrazione della Slavonia orientale nella Croazia.
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU sospende le sanzioni contro l’ex Jugoslavia.
8 novembre
Il Segretario alla difesa americano,William Perry, e il Ministro della difesa
russo,generale Pavel Grachev, sono alla NATO per discutere la partecipazione di forze
russe a IFOR.
13 novembre
La Commissione per le relazioni estere del Senato USA e la Commissione per le
forze armate bloccano la ratifica della Convenzione sulle armi chimiche.
14 novembre
I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi WEU si riuniscono a Madrid e
confermano l’obiettivo di sviluppare la WEU quale mezzo per rafforzare il pilastro
europeo nella NATO.
15 novembre
Il Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Branko
Crvenkovski, visita la NATO. Il suo paese aderisce al PfP.
22 novembre
Visita alla NATO da parte del Presidente finlandese Martti Aktisaari e del
Presidente dell’OSCE Lazlo Kovacs.
ALLEGATO “I”
I-140
27 novembre
Personale di 14 paesi dell’Alleanza ricevono medaglie per il servizio prestato
nell’ex Jugoslavia.
28 novembre
L’Unione Europea e 12 paesi mediterranei firmano un accordo a Barcellona sulla
futura cooperazione politica ed economica.
1 dicembre
Javier Solana Madariaga viene nominato Segretario generale della NATO.
5 dicembre
Il NAC si riunisce a livello ministeriale. I Ministri degli esteri e della difesa di tutte
le 16 nazioni confermano il loro impegno a continuare gli sforzi dell’Alleanza per
pervenire alla pace in Bosnia Erzegovina.
La NATO approva formalmente il dispiegamento di 60.000 uomini in Bosnia. Il
Parlamento tedesco vota l’invio di 4.000 uomini.
A Parigi, i Presidenti di Bosnia Erzegovina,di Croazia e di Serbia firmano
l’Accordo quadro generale per la pace in Bosnia Erzegovina.
Truppe USA arrivano a Tuzla e l’ONU consegna alla NATO il comando delle
operazioni militari in Bosnia.
Il Comandante della NATO, ammiraglio Leighton Smith, respinge le richieste del
capo dell’Assemblea serbo-bosniaca, Momcilo Krajisnik, di rinviare per lo meno di
nove mesi il trasferimento sotto controllo mussulmano delle aree serbo-bosniache di
Sarajevo.
La Francia annuncia che riprenderà il suo posto nel Comitato militare della NATO.
Il Ministro della difesa francese inoltre assisterà regola rmente al Comitato di
pianificazione della difesa e ad altre riunioni.
ALLEGATO “I”
I-141
7-8 dicembre
Il Consiglio ministeriale dell’OSCE,a Budapest,delinea le linee guida per il
Modello di sicurezza e conferma il suo ruolo in Bosnia Erzegovina.
14 dicembre
Il Presidente della Serbia, Slobodan Milosevic, il Presidente della Bosnia
Erzegovina, Alya Izetbegovic e il Presidente della Croazia, Franjo Tudjman, firmano a
Parigi l’Accordo di pace in Bosnia.
15 dicembre
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta la Risoluzione 1031 che istituisce una
Forza di attuazione militare multinazionale.
16 dicembre
Inizio del dispiegamento della Forza di attuazione a guida NATO (IFOR) in
Bosnia.
19 dicembre
28 paesi firmano la Disposizione di Wassenaar sui controlli all’esportazione di
armamenti e tecnologia.
20 dicembre
Le forze di mantenimento della pace dell’ONU (UNPROFOR) consegnano il
comando delle operazioni militari in Bosnia alla Forza di attuazione a guida NATO
(IFOR).
ALLEGATO “I”
I-142
1996
3 gennaio
Il Segretario alla difesa USA, William Perry, si reca a Sarajevo per discutere il
mantenimento della pace con funzionari militari della NATO e con i leader bosniaci.
4 gennaio
Si aprono a Vienna, sotto gli auspici dell’OSCE, i negoziati sulle misure per
accrescere la fiducia e sul controllo degli armamenti in Bosnia. Le parti dell’Accordo di
pace firmano accordi sulle misure per accrescere la fiducia reciproca, ridurre il rischio
di conflitto, diminuire la forza militare e migliorare la cooperazione politica.
5 gennaio
Il Parlamento russo vota a favore del dispiegamento di forze russe in Bosnia da
includere nella missione di mantenimento della pace a guida NATO. Si applicano
speciali dispositivi per il comando e il controllo delle forze russe di IFOR.
11 gennaio
Il Principe di Giordania, El-Hassan Bin Talal, si incontra con il Segretario generale
Solana nel contesto del Dialogo Mediterraneo della NATO.
13 gennaio
Inizio del dispiegamento di truppe russe a sostegno di IFOR in Bosnia.
15 gennaio
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU autorizza una forza di 5.000 uomini sostenuta
dalla forza aerea della NATO per la Slavonia orientale.
17 gennaio
Si recano alla NATO il Presidente della Polonia, Aleksander Kwasniewski,e
l’Amministratore della UE per Mostar, Hans Koschnik.
ALLEGATO “I”
I-143
19 gennaio
Richard Goldstone, Procuratore presso il Tribunale per i crimini di guerra
dell’ONU, visita la NATO.
23 gennaio
Il generale George Joulwan (SACEUR) si reca in Russia per colloqui con il
Ministro della difesa e il Capo di stato maggiore russi.
24 gennaio
Tiit Vähi, Primo Ministro dell’Estonia si reca alla NATO.
26 gennaio
La Federazione Russa aderisce al Consiglio d’Europa.
Il Senato americano ratifica il Trattato START II, che ridurrà i livelli dei missili
nucleari strategici sia americani che russi.
29 gennaio
Il Segretario generale dell’OSCE inizia una visita di due giorni nell’ex Jugoslavia
per preparare la supervisione dell’OSCE alle elezioni libere del dopoguerra.
12 febbraio
Il Segretario generale della NATO si reca a Mostar.
Le autorità bosniache danno la loro approvazione perché due ufficiali serbo-
bosniaci vengano sottoposti al Tribunale internazionale per i crimini di guerra.
26 febbraio
Il vice Cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel si reca alla NATO.
L’Austria firma il suo Programma di partenariato individuale (IPP) con la NATO.
8 marzo
Rappresentanti permanenti del Consiglio Nord Atlantico si recano a Sarajevo.
ALLEGATO “I”
I-144
13 marzo
La Russia firma gli Accordi finanziari e di partecipazione a IFOR.
15 marzo
Il Segretario di stato USA Warren Christopher si reca a SHAPE per incontrarsi con
il Comandante supremo alleato in Europa, generale George Joulwan, e discutere degli
sforzi per ottenere l’adeguamento all’Accordo di pace di Dayton sulla Bosnia e
dell’allargamento della NATO.
20-21 marzo
Il Segretario generale della NATO Solana si reca in visita ufficiale a Mosca per
discutere delle relazioni NATO-Russia. Incontra il Presidente russo Yeltsin, il
Portavoce della Duma, Gennady Seleznev ed altri alti funzionari.
20 marzo
Viene firmato a Mosca un Memorandum d’intesa sulla cooperazione civile di
emergenza tra la NATO e la Russia.
23 marzo
I Ministri degli esteri del gruppo di contatto sull’ex Jugoslavia si riuniscono a
Mosca.
25 marzo
Il Presidente bulgaro Jelev si reca alla NATO.
26 marzo
Il Primo Ministro di Bielorussia,Mikhail Chygir, il Presidente di Lettonia, Guntis
Ulmanis, e il Presidente di Estonia, Lennart Meri, si recano alla NATO.
23 aprile
Visitano la NATO il Presidente della Georgia Eduard Shevardnadze e il Presidente
dell’Armenia, Levon Ter Petrossian.
ALLEGATO “I”
I-145
24 aprile
Il Ministro degli esteri e vice Primo Ministro di Malta, Professore Guido de Marco,
si reca alla NATO.
26 aprile
S.M. Juan Carlos, Re di Spagna, visita la NATO.
29 aprile
Il NAC dichiara che IFOR ha creato un sicuro contesto in Bosnia Erzegovina
durante i suoi primi quattro mesi di missione.
2 maggio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il Segretario generale della
WEU José Cutileiro firmano un accordo in materia di sicurezza. L’Accordo stabilisce le
procedure per proteggere e salvaguardare informazioni e materiale classificato fornito
da ciascuna organizzazione.
7 maggio
I Ministri degli esteri e della difesa dei paesi WEU si riuniscono a Birmingham.
8 maggio
Caro Bildt, Alto rappresentante responsabile per il coordinamento degli aspetti
civili dell’accordo di pace nell’ex Jugoslavia,si reca alla NATO.
9 maggio
Lo SHAPE e il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia pervengono ad
un Memorandum d’intesa che codifica disposizioni pratiche per la detenzione e il
trasferimento di persone accusate di crimini di guerra.
ALLEGATO “I”
I-146
15-31 maggio
A Vienna si tiene la prima riunione per il riesame del Trattato CFE. I negoziati si
concludono con un “Accordo collaterale” e un accordo su ulteriori negoziati relativi al
Trattato.
16 maggio
Il Segretario generale della NATO Solana si reca a Banja Luka e a Belgrado con il
generale George Joulwan, SACEUR.
19-21 maggio
Rappresentanti della NATO e dei paesi partner nella cooperazione si riuniscono
vicino Bonn per esaminare gli sforzi a livello mondiale per distruggere e smantellare le
armi chimiche, nucleari e convenzionali.
21 maggio
Il Primo Ministro della Slovenia, Janez Drnovsek, si reca alla NATO.
3 giugno
Riunione dei Ministri degli esteri a Berlino. I Ministri stabiliscono di creare
l’Identità di sicurezza e di difesa europea nell’ambito della NATO, quale parte
dell’adattamento interno dell’Alleanza.
12 giugno
La Repubblica ex jugoslava di Macedonia firma il Programma individuale di
Partenariato per la Pace.
13 giugno
Il NAC si riunisce in sessione dei Ministri della difesa.
14-15 giugno
Il Segretario generale della NATO Solana si reca a Zagabria e a Sarajevo.
ALLEGATO “I”
I-147
18 giugno
In seguito alla fine dell’embargo dell’ONU sulle armi nell’ex Jugoslavia,
l’Operazione Sharp Guard viene sospesa.
26-28 giugno
Il Colloquio economico della NATO verte su: Sviluppi economici e riforme nei
paesi partner nella cooperazione.
1 luglio
Istituzione di una nuova Agenzia della NATO per la Consultazione, Comando e
Controllo (C3).
3 luglio
Boris Yeltsin viene rieletto Presidente della Federazione Russa.
17 luglio
L’ammiraglio Leighton Smith viene insignito della medaglia della NATO per il suo
ruolo come Comandante in capo della Forza di attuazione della regione meridionale.
19 luglio
Il Consiglio Nord Atlantico approva un globale Programma di standardizzazione
della NATO che coinvolge 50 coordinati obiettivi della standardizzazione.
13 agosto
Il Segretario generale della NATO Solana e il Segretario di stato USA Warren
Christopher si incontrano a Bruxelles per discutere delle elezioni in Bosnia,
dell’allargamento dell’Alleanza e delle relazioni con la Russia.
27 agosto
Con la mediazione dell’inviato speciale russo Alexander Lebed, viene firmato un
accordo sulla fine del conflitto in Cecenia, iniziato alla fine del 1995.
ALLEGATO “I”
I-148
14 settembre
Unità di IFOR garantiscono la sicurezza alle elezioni che si tengono in Bosnia
Erzegovina, e che sono controllate dall’OSCE.
16 settembre
Il Presidente dell’Ungheria Arpad Göncz si reca alla NATO.
20 settembre
Riunione a Vienna del Segretario generale della NATO Solana con il Ministro degli
esteri russo Primakov.
24 settembre
Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti firmano un Trattato per la totale
messa al bando degli esperimenti nucleari.
25-26 settembre
Riunione informale a Bergen, Norvegia, dei Ministri della difesa della NATO per
discutere dell’operazione di mantenimento della pace in Bosnia.
2 ottobre
Il Consiglio della WEU decide la fine dell’Operazione per l’attuazione
dell’embargo sul Danubio contro la Repubblica federale di Jugoslavia.
7 ottobre
Il Segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, generale
Alexander Lebed, si reca alla sede della NATO.
16 ottobre
Il Presidente della Lituania, Algirdas Brazauskas, si reca alla NATO.
17 ottobre
Il Presidente della Slovacchia, Michal Kovac, si reca alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-149
19 ottobre
Il Presidente russo Boris Yeltsin sostituisce il suo neo designato Segretario del
Consiglio di sicurezza Alexander Lebed con il portavoce della Duma Ivan Rybkin.
29 ottobre
Malta annuncia la sua intenzione di ritirarsi dal Programma di Partenariato per la
Pace.
5 novembre
Bill Clinton viene rieletto Presidente degli Stati Uniti.
13 novembre
Il Presidente dell’Uzbekistan, Islam Karimov, si reca alla NATO.
14 novembre
Il Parlamento spagnolo approva la partecipazione della Spagna alla nuova struttura
militare della NATO.
27 novembre
Il Primo Ministro della Finlandia, Paavo Lipponen, si reca alla NATO.
2-3 dicembre
Il vertice a Lisbona dell’OSCE sulle questioni della sicurezza europea, approva una
Dichiarazione su un modello comune e globale di sicurezza per l’Europa del XXI
secolo.
9 dicembre
Il Cancelliere tedesco Kohl e il Presidente francese Jacques Chirac firmano un
accordo di sicurezza e difesa reciproca.
ALLEGATO “I”
I-150
10 dicembre
La riunione ministeriale del Consiglio Nord Atlantico, alla sede della NATO di
Bruxelles,conferma la disponibilità della NATO a organizzare e guidare una Forza di
stabilizzazione (SFOR) in Bosnia Erzegovina, su mandato del Consiglio di sicurezza
dell’ONU. I Ministri annunciano anche che sono stati fatti ulteriori passi verso la
trasformazione interna ed esterna dell’Alleanza in preparazione del vertice di Madrid
nel luglio 1997. La NATO diffonde una dichiarazione sulla collocazione delle forze
nucleari.
11 dicembre
La Svizzera firma il Documento quadro del Partenariato per la Pace, durante una
riunione con il Consiglio Nord Atlantico.
17 dicembre
Kofi Annan diventa Segretario generale delle Nazioni Unite.
18 dicembre
Sua Maestà il Sultano del Brunei si reca alla NATO.
20 dicembre
La Forza di attuazione della NATO (IFOR) viene sostituita da SFOR (Forza di
stabilizzazione).
ALLEGATO “I”
I-151
1997
16-17 gennaio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca in Austria per incontrare il
Cancelliere federale Franz Vranitzky e altri esponenti politici.
17 gennaio
Richard C.Holbrooke è il primo a ricevere la medaglia Manfred Wörner per il suo
contributo alla pace nell’ex Jugoslavia.
19-21 gennaio
Prima serie di colloqui a Mosca tra il Segretario generale Javier Solana e il Ministro
degli esteri russo Yevgeni Primakov su un Documento NATO-Russia.
21 gennaio
Iniziano a Vienna i negoziati per il riesame del Trattato CFE del 1990.
22 gennaio
Il Primo Ministro della Norvegia, Thorbjörn Jagland, si reca alla NATO.
28 gennaio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca a Parigi per incontrare il
Presidente francese Jacques Chirac.
29 gennaio
Il Presidente della Bulgaria, Petar Stoyanov e quello della Romania, Emil
Costantinescu, si recano alla NATO.
30 gennaio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana tiene un discorso davanti
l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
ALLEGATO “I”
I-152
4 febbraio
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, il Presidente americano Bill Clinton
dichiara solennemente di procedere dal 1999 all’allargamento della NATO e di
instaurare con la Russia un “partenariato permanente ”.
5-6 febbraio
Il Segretario generale Javier Solana incontra il Presidente della Turchia, Suleyman
Demirel, e il Primo Ministro, Necmettin Erbakan, ad Ankara per discutere
l’allargamento dell’Alleanza e la più ampia questione del ruolo della Turchia in Europa.
10-14 febbraio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca in Moldavia, Georgia,
Armenia, Azerbaigian per incontrare i Capi di stato e di governo e altri esponenti
politici.
12 febbraio
L’ex esponente della guerriglia Aslam Maskhadov si insedia come nuovo
Presidente della Cecenia.
18 febbraio
Il neo nominato Segretario di stato USA, Madeleine Albright, partecipa alla sua
prima riunione dei Ministri degli esteri della NATO a Bruxelles e propone la creazione
di una brigata permanente NATO-Russia.
19 febbraio
L’Alto Rappresentante dell’UE in Bosnia, Carl Bildt, si reca alla NATO.
20 febbraio
Gli alleati della NATO propongono importanti cambiamenti al Trattato CFE, che
limita le forze convenzionali in Europa. La NATO ora approva il principio dei limiti
sugli arsenali dei singoli paesi, contrapposti a quelli riguardanti le regioni. L’Alleanza
inoltre recepisce la proposta della Russia che vengano stabiliti dei limiti territoriali
ALLEGATO “I”
I-153
piuttosto che nazionali sullo spiegamento di truppe, che in effetti impedisce alla NATO
di ammassare truppe in una particolare area vicino ai confini della Russia.
21 febbraio
Il Primo Ministro della Polonia, Wlodzimierz Cimoczewicz, si reca alla NATO.
23 febbraio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana incontra a Mosca il Ministro degli
esteri russo Yevgeni Primakov, per una seconda serie di colloqui su un documento
NATO-Russia.
7 marzo
Il Segretario alla difesa USA William Cohen si reca per la prima volta alla sede
della NATO.
9-10 marzo
Il Segretario generale Javier Solana incontra a Mosca il Ministro degli esteri russo
Yevgeni Primakov, per una terza serie di negoziati su un documento per tracciare le basi
delle relazioni NATO-Russia.
10-15 marzo
Il Segretario generale Javier Solana si reca nei paesi dell’Asia centrale membri del
PfP: Kazakistan, Repubblica Kirghisa, Uzbekistan e Turkmenistan.
11 marzo
Conferenza della WEU,ad Atene,per discutere i problemi della sicurezza alla luce
dell’allargamento di NATO e UE.
16 marzo
I Ministri degli esteri della UE si riuniscono a Apeldoorn, nei Paesi Bassi,per
discutere,tra gli altri argomenti, dell’allargamento della UE.
ALLEGATO “I”
I-154
20-21 marzo
Il Presidente USA Bill Clinton e la sua controparte russa Boris Yeltsin si
incontrano a Helsinki per discutere sulle future relazioni NATO-Russia. Le parti non
pervengono ad una dichiarazione congiunta sui piani della NATO per espandersi verso
est,ma firmano un accordo generale sulla sicurezza europea.
21 marzo
Visita ufficiale alla NATO di Sua Maestà il Re dei belgi, Alberto II.
24-25 marzo
Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il generale George A.Joulwan
(SACEUR) si recano ne lla Repubblica ex jugoslava di Macedonia e nella Repubblica di
Bosnia Erzegovina.
2 aprile
I Ministri della difesa del Baltico si riuniscono a Vilnius, Lituania, per discutere la
creazione di un battaglione multinazionale per il mantenimento della pace (BALTBAT)
e di una squadra navale multinazionale (BALTRON).
9-11 aprile
Il Segretario generale della NATO Javier Solana incontra il Segretario di stato
USA, Madeleine Albright sulle relazioni NATO-Russia e si reca in Canada.
15 aprile
Il Segretario generale della NATO Javier Solana incontra a Mosca il Ministro degli
esteri russo Yevgeni Primakov per una quarta serie di colloqui su un documento NATO-
Russia.
La prima unità multinazionale per la sicurezza, composta da 6.000 uomini a guida
italiana giunge all’aeroporto di Tirana. L’Operazione Alba ha lo scopo di proteggere gli
aiuti umanitari in Albania.
ALLEGATO “I”
I-155
I membri della WEU approvano che Turchia e Norvegia, che non sono membri,
possano svolgere un ruolo a pieno titolo in ogni operazione WEU intrapresa con
equipaggiamento NATO.
17 aprile
La Polonia annuncia che ridurrà il numero dei suoi coscritti da 220.000 a 180.000
durante i prossimi sette anni per adeguarsi agli standard della NATO.
24 aprile
Il Senato USA approva la Convenzione sulle armi chimiche, un trattato globale per
la messa al bando delle armi chimiche. (La Convenzione entrerà in vigore il 29 aprile).
6 maggio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana ha una quinta serie di colloqui in
Lussemburgo con il Ministro degli esteri russo Primakov su un documento NATO-
Russia.
7 maggio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca in Ucraina per incontrare il
Presidente Leonid Kuchma e inaugura un Centro di documentazione e informazione
della NATO a Kiev.
12-13 maggio
I Ministri degli esteri e della difesa di 28 paesi europei si riuniscono a Parigi, sotto
gli auspici della WEU, per discutere di questioni di sicurezza.
13-14 maggio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il Ministro degli esteri russo
Yevgeni Primakov si incontrano a Mosca per una sesta serie di negoziati su un
documento NATO-Russia.
ALLEGATO “I”
I-156
14 maggio
Il Segretario generale della NATO Javier Solana e il Ministro degli esteri russo
Yevgeni Primakov raggiungono l’accordo su un “Atto istitutivo sulle relazioni
reciproche, la cooperazione e la sicurezza tra la NATO e la Federazione Russa”.
22 maggio
Il Presidente russo Boris Yeltsin sostituisce il Ministro della difesa Igor Rodionov
con Viktor Samsonov.
27 maggio
Riunione al vertice NATO-Russia,a Parigi. Firma dell’Atto istitutivo sulle relazioni
reciproche, la cooperazione e la sicurezza tra la NATO e la Federazione Russa.
29 maggio
A margine della riunione dei Ministri degli esteri della NATO a Sintra, in
Portogallo,il Segretario generale della NATO Solana e il Ministro degli esteri ucraino
Udovenko siglano una “Carta per uno specifico partenariato tra la NATO e l’Ucraina ”.
30 maggio
Riunione finale del Consiglio di cooperazione nord atlantico (NACC) e riunione
inaugurale del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) a Sintra, in Portogallo.
La NATO e i Ministri degli esteri dei partner nella cooperazione approvano il
Documento base dell’EAPC.
2 giugno
Firma del Trattato di amicizia e cooperazione tra Romania e Ucraina.
12-13 giugno
I Ministri della difesa della NATO si riuniscono a Bruxelles per la loro annuale
riunione di primavera.
ALLEGATO “I”
I-157
16-17 giugno
Al vertice di Amsterdam il Consiglio europeo approva un nuovo trattato UE,ma
non fa significativi passi avanti nell’assumere responsabilità quanto alla difesa comune
dei propri membri. La WEU rimane un organo indipendente incaricato di espletare
missioni umanitarie, di mantenimento della pace e di gestione delle crisi per conto
dell’Unione.
16-27 giugno
L’esercitazione navale del PfP “Baltic Operations 1997” (BALTOPS) si svolge in
Polonia e Germania:si tratta di effettuare operazioni marittime di ricerca e salvataggio,
sorveglianza costiera e applicazione di controlli doganali.
Partecipano Stati Uniti, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia,
Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Russia, Svezia e Regno Unito.
20-22 giugno
La Russia partecipa al vertice “G7” (d’ora in poi “G8”).
25-27 giugno
Colloquio economico della NATO sugli Sviluppi economici nei paesi partner nella
cooperazione.
26 giugno
La Conferenza sul disarmo (CD) a Ginevra decide di superare il punto di stallo e di
aprire negoziati globali per l’eliminazione graduale delle mine terrestri. I paesi
partecipanti (61) nominano come coordinatore speciale l’Ambasciatore australiano John
Campbell. Negoziati separati su una globale messa al bando delle mine terrestri, su
iniziativa del Canada, proseguono a Bruxelles.
8 luglio
Riunione al vertice, a Madrid, del Consiglio Nord Atlantico.
I Capi di stato e di governo della NATO decidono di invitare la Repubblica Ceca,
l’Ungheria e la Polonia ad avviare i colloqui di adesione con la NATO, per diventare
ALLEGATO “I”
I-158
membri dell’Alleanza, dopo il completamento del processo di ratifica, nell’aprile 1999.
Riaffermano che la NATO rimane aperta a nuovi membri,in base all’articolo 10 del
Trattato Nord Atlantico, e approvano di riesaminarne gli sviluppi nella loro successiva
riunione nel 1999.
Firma ufficiale della Carta per uno specifico partenariato tra la NATO e l’Ucraina.
I Capi di stato e di governo della NATO rilasciano una dichiarazione speciale sulla
Bosnia Erzegovina riaffermando il loro impegno ad una piena attuazione dell’Accordo
di pace e alla creazione della Bosnia Erzegovina come uno stato unico, democratico e
multi etnico.
9 luglio
Riunione dei Capi di stato e di governo della NATO e dei partner nella
cooperazione sotto l’egida del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC).La
riunione si focalizza su come l’EAPC può essere usato più efficacemente per
contribuire alla sicurezza e alla stabilità.
11 luglio
Il generale americano Wesley Clark sostituisce il generale G.Joulwan come nuovo
Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR).
16 luglio
La Politica di soccorso in caso di calamità della NATO gestisce il coordinamento
dell’assistenza per le inondazioni in Polonia, su richiesta del governo polacco.
18 luglio
La prima riunione, a Bruxelles, del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia
(PJC) a livello di ambasciatori approva delle disposizioni organizzative e procedurali.
22 luglio
La WEU diffonde una Dichiarazione sul ruolo dell’Unione dell’Europa occidentale
e sulle sue relazioni con l’Unione Europea e l’Alleanza Atlantica.
ALLEGATO “I”
I-159
10 settembre
Rappresentanti dell’Ungheria avviano i colloqui di adesione con la NATO.
15 settembre
L’Operazione Kozatskiy Step 97 del Partenariato per la Pace ha luogo in Ucraina,
coinvolgendo truppe della NATO, della Polonia e dell’Ucraina. L’esercitazione si
propone di simulare un conflitto etnico.
16 settembre
Rappresentanti della Polonia avviano i colloqui di adesione con la NATO.
22 settembre
Il Primo Ministro svedese, Göran Persson, si reca alla NATO.
23 settembre
Rappresentanti della Repubblica Ceca avviano i colloqui di adesione con la NATO.
24 settembre
Il Primo Ministro lettone, Guntars Krasts, si reca alla NATO.
26 settembre
I Ministri degli esteri di NATO e Russia si riuniscono per la prima volta come
Consiglio congiunto permanente NATO-Russia. Viene approvato un Piano di
lavoro,che prevede consultazioni sulle misure per costruire la fiducia nel controllo degli
armamenti,sul mantenimento congiunto della pace in Bosnia e sui rappresentanti
militari russi alla NATO.
30 settembre
I Ministri della difesa della NATO tengono due giorni di riunioni informali a
Maastricht, Paesi Bassi. Si discute sulla pianificata apertura della NATO ai nuovi
membri, sulla continuazione del mandato della NATO in Bosnia e sull’adattamento
della struttura di comando dell’Alleanza.
ALLEGATO “I”
I-160
1 ottobre
Il Ministro della difesa russo, Igor Sergeyev, in una riunione con i Ministri della
difesa della NATO, approva che la Russia invii un funzionario di collegamento militare
presso la sede dell’Alleanza, a Bruxelles, nel prossimo futuro.
Su richiesta dell’Alto Rappresentante in Bosnia, SFOR attacca la Radio e i
trasmettitori serbi, in seguito a violazioni e abusi.
2-8 ottobre
Assemblea generale dell’Associazione del Trattato Atlantico a Sofia, ospitata dal
Club Atlantico di Bulgaria.
8 ottobre
l’Alto Rappresentante in Bosnia, Carlos Westendorp, e l’Ambasciatore Robert
H.Frowick si recano alla NATO.
9 ottobre
L’Ucraina e l’Ungheria sono i primi paesi non NATO ad aprire missioni
diplomatiche presso l’Alleanza.
13 ottobre
La 43ma sessione annuale dell’Assemblea del Nord Atlantico si svolge a Bucarest.
24 ottobre
Dopo la visita alla NATO, il 23 ottobre,del Capo di stato maggiore della difesa
russo,generale Kvashnin, i partecipanti alla terza riunione del Consiglio congiunto
permanente NATO-Russia a livello di ambasciatori diffondono una dichiarazione di
benvenuto alla nomina del tenente generale Zavarzin quale rappresentante militare russo
alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-161
16 novembre
In un referendum nazionale gli ungheresi votano in maniera schiacciante (85%) per
aderire alla NATO.
18 novembre
I Ministri degli esteri e della difesa della WEU si riuniscono a Erfurt, Germania,e si
accordano sull’armonizzazione delle presidenze UE e WEU.
25 novembre
Il rappresentante militare russo alla NATO, Tenente Generale Viktor Zavarzin,
tiene la sua prima riunione ufficiale con il Presidente del Comitato militare della
NATO, Klaus Naumann.
27 novembre
Il Primo Ministro polacco, Jerzy Buzek, si reca alla NATO.
2-3 dicembre
Prima riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia a livello di
Ministri della difesa. Si riuniscono anche i Capi di stato maggiore di 44 paesi nel
contesto del Consiglio di partenariato euro-atlantico. I Ministri della difesa di 15 paesi
membri della NATO si riuniscono nell’ambito del Gruppo di pianificazione nucleare e
del Comitato di pianificazione della difesa. Poi i 16 membri dell’Alleanza si riuniscono
brevemente nel Consiglio Nord Atlantico.
4 dicembre
Riunione del PJC NATO-Russia a livello di Capi di stato maggiore.
16 dicembre
NATO e Ucraina firmano un Memorandum d’intesa sulla Pianificazione civile di
emergenza e lo stato di preparazione in caso di calamità.
ALLEGATO “I”
I-162
16-17 dicembre
I Ministri degli esteri della NATO firmano i Protocolli di adesione per la
Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, alla presenza dei loro rispettivi Ministri degli
esteri.
18-19 dicembre
Riunione dell’Assemblea generale dell’OSCE che si conclude con un accordo sulle
linee guida per elaborare una Carta sulla sicurezza europea.
ALLEGATO “I”
I-163
1998
14 gennaio
Il Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) pubblica il suo Piano d’azione
per il 1998-2000.
L’Alto Commissario per i rifugiati dell’ONU, signora Sadako Ogata, si reca alla
NATO.
26 gennaio
Il Presidente della Moldavia, Petra Lucinschi, si reca alla NATO.
4 febbraio
Il Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Branko
Crvenkovski, si reca alla NATO.
11 febbraio
Inaugurazione a Mosca del Centro di documentazione della NATO per le questioni
europee relative alla sicurezza presso l’Istituto di informazione scientifica per le scienze
sociali (INION).
12-18 febbraio
L’annuale Esercitazione di gestione delle crisi della NATO prevede per la prima
volta l’attiva partecipazione dei paesi partner della NATO.
20 febbraio
La NATO annuncia di essere pronta a organizzare e guidare una forza
multinazionale in Bosnia Erzegovina alla fine del mandato di SFOR nel giugno 1998, su
mandato del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
23 febbraio
Il Presidente del Turkmenistan,Saparmurad Niyazov, si reca alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-164
25 febbraio
Il Segretario generale della NATO si felicita dell’accordo raggiunto tra il Segretario
generale dell’ONU e l’Iraq per dare una soluzione diplomatica alla crisi irachena.
Sottolinea l’importanza di fornire un immediato accesso senza condizioni e senza
restrizioni agli ispettori dell’UNSCOM in base alle risoluzioni del Consiglio di
sicurezza dell’ONU.
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della cooperazione
NATO-Russia nell’ambito di SFOR nell’ipotesi di un suo prolungamento nel contesto
della forza multinazionale in Bosnia alla fine dell’attuale mandato di SFOR nel giugno
1998.
4 marzo
Il Consiglio Nord Atlantico si felicita per la Risoluzione 1154 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU relativa all’Iraq e dà il suo pieno appoggio all’insistenza dell’ONU
per un totale adeguamento da parte dell’Iraq.
5 marzo
Il Consiglio Nord Atlantico diffonde una dichiarazione in cui esprime la propria
ansietà sui recenti violenti incidenti in Kosovo e chiede a tutte le parti di compiere
immediati passi per ridurre la tensione.
Il Consiglio diffonde una dichiarazione che appoggia gli sforzi della Missione
dell’OSCE in Croazia relativa alla risistemazione dei rifugiati e dei profughi e ricorda
alla Croazia i suoi obblighi nell’ambito dell’Accordo di pace in Bosnia.
11 marzo
Ambasciatori e rappresentanti di paesi dell’EAPC discutono i gravi sviluppi in
Kosovo ed elencano le condizioni necessarie per una sistemazione pacifica.
7 aprile
Inaugurazione ufficiale dell’edificio Manfred Wörner, adiacente alla sede della
NATO a Bruxelles, che ospita le missioni diplomatiche dei paesi partne r presso la
NATO.
ALLEGATO “I”
I-165
20 aprile
I Rappresentanti permanenti presso il Consiglio Nord Atlantico si recano in Bosnia
Erzegovina,accompagnati dal Segretario generale Javier Solana e dal Presidente del
Comitato militare generale Naumann.
23 aprile
Il Presidente della Lituania, Valdas Adamkus, si reca alla NATO.
27-28 aprile
Seminario EAPC a Bratislava sul Controllo democratico delle spese della difesa.
28 aprile
Il Primo Ministro della Repubblica Ceca, Josef Tosovsky, si reca alla NATO.
20 maggio
Il Consiglio Nord Atlantico condanna la decisione dell’India di effettuare
esperimenti nucleari.
28 maggio
Alla riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia in Lussemburgo,
NATO e Russia condannano gli esperimenti nucleari effettuati da India e Pakis tan.
Nel corso della riunione,viene sottoscritto un Memorandum d’intesa sulla
cooperazione scientifica e tecnologica tra la NATO e il Ministero della scienza e della
tecnologia della Federazione Russa.
Alla riunione del Consiglio Nord Atlantico, i Ministri degli esteri della NATO
diffondono una dichiarazione che esprime preoccupazione per la situazione in Kosovo e
indica le misure da prendere per contenere la crisi e cercare di ottenere una soluzione
pacifica.
ALLEGATO “I”
I-166
29 maggio
Alla NATO viene istituito un Centro euro-atlantico di coordinamento per la
reazione in caso di calamità (EADRCC), sotto l’egida dell’EAPC.
30 maggio
Il Segretario generale della NATO condanna gli ulteriori esperimenti nucleari del
Pakistan e invita India e Pakistan a fermare gli esperimenti nucleari e missilistici,ad
aderire al TNP e al CTBT e ad avviare un dialogo per ridurre le tensioni.
12 giugno
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia (Ministri della difesa) approva di
continuare la cooperazione NATO-Russia in SFOR e condanna l’uso della forza da
parte di Belgrado in Kosovo come pure gli attacchi da parte degli estremisti kosovari.
15 giugno
L’esercitazione aerea della NATO “Determined Falcon” ha luogo in Albania e
nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia in accordo con i rispettivi governi.
18 giugno
Durante la riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia, la NATO e
la Russia ribadiscono la loro determinazione a contribuire agli sforzi internazionali per
trovare una soluzione pacifica alla crisi in Kosovo.
17-19 giugno
Il Colloquio economico della NATO sugli Sviluppi e sulle riforme economiche nei
paesi partner nella cooperazione ha luogo a Lubiana, Slovenia.
2-3 luglio
Il Seminario dell’informazione della NATO ha luogo a Sarajevo, con lo scopo di
incoraggiare lo sviluppo di forme democratiche in Bosnia Erzegovina.
ALLEGATO “I”
I-167
10 luglio
Il Presidente della Bulgaria, Petar Stoyanov, si reca alla NATO.
24 luglio
Il Primo Ministro dell’Ungheria,Viktor Orban, si reca alla NATO.
12 agosto
Il Segretario generale della NATO Javier Solana esprime profonda preoccupazione
per il perdurare delle violenze in Kosovo, indicando che il Consiglio Nord Atlantico ha
esaminato la pianificazione militare delle opzioni per porre fine alla violenza e creare le
condizioni per dei negozia ti.
14 settembre
Il Segretario generale della NATO Javier Solana chiede a tutte le parti di dar prova
di moderazione e di stabilire le condizioni per un ritorno a una situazione pacifica e
stabile in tutta l’Albania.
18 settembre
Il Ministro degli esteri francese, Hubert Védrine, diventa Presidente del Consiglio
Nord Atlantico. (Una posizione onoraria ricoperta, a rotazione, da un Ministro degli
esteri di uno dei paesi membri).
24 settembre
Il Consiglio Nord Atlantico approva la diffusione di un ACTWARN per delle
limitate opzioni aeree e per una campagna aerea per fasi in Kosovo.
24-25 settembre
Riunione informale dei Ministri della difesa della NATO a Vilamoura, Portogallo.
ALLEGATO “I”
I-168
30 settembre
Durante una riunione del Consiglio congiunto permanente la NATO e la Russia
discutono la continuazione della cooperazione NATO-Russia nell’ambito di SFOR e
ribadiscono la loro preoccupazione per la situazione umanitaria in Kosovo.
5 ottobre
Il Presidente della Slovenia, Milan Kucan, si reca alla NATO.
7 ottobre
Il Primo Ministro della Repubblica Ceca, Milos Zeman, e il Primo Ministro della
Bulgaria, Ivan Kostov, si recano alla NATO.
9 ottobre
NATO e Russia esprimono pieno sostegno per gli sforzi diplomatici diretti a
garantire una soluzione politica alla crisi in Kosovo e sottolineano il bisogno di una
immediata, piena e irreversibile conformità alle Risoluzioni 1160 e 1199 del Consiglio
di sicurezza dell’ONU.
13 ottobre
Non essendosi la Repubblica federale di Jugoslavia adeguata alla UNSCR 1199,il
Consiglio Nord Atlantico esamina la situazione in Kosovo e dirama ordini di attivazione
(ACTORD) per limitati bombardamenti aerei e per una campagna aerea per fasi in
Jugoslavia dopo circa 96 ore.
13-15 ottobre
Sotto l’egida del Comitato per la difesa aerea della NATO, si tiene alla base aerea
di Kayseri, in Turchia,una prima esercitazione congiunta,che prevede il carico strategico
di una radar aereo difensivo mobile della NATO su un aereo da trasporto pesante russo
Ilyushin 76. L’esercitazione avviene in preparazione di una possibile cooperazione in
operazioni congiunte a sostegno della pace.
ALLEGATO “I”
I-169
15 ottobre
Il Presidente della Lituania, Guntis Ulmanis, e il Primo Ministro della Polonia,
Jerzy Buzek, si recano alla NATO.
Il Segretario generale della NATO Javier Solana si reca a Belgrado,accompagnato
dal Presidente del Comitato militare generale Naumann e dal Comandante supremo
alleato in Europa (SACEUR) generale Clark, per insistere sulla piena e immediata
accettazione da parte del Presidente Milosevic della UNSCR 1199 relativa al Kosovo.
Viene firmato un accordo sulla forza aerea di controllo sul Kosovo.
16 ottobre
Il Consiglio Nord Atlantico annuncia la sua decisione di essere pronto a lanciare
operazioni aeree contro la Jugoslavia e dilaziona il periodo che precede l’esecuzione di
bombardamenti aerei sino al 27 ottobre.
20 ottobre
Il Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR) generale Clark incontra
autorità serbe a Belgrado riguardo alla crisi del Kosovo.
Il Primo Ministro di Romania, Radu Vasile, si reca alla NATO.
21 ottobre
Carlos Westendorp,l’Alto Rappresentante responsabile per il coordinamento delle
organizzazioni e delle agenzie civili in Bosnia Erzegovina, si reca alla NATO per
discutere con il Segretario generale e per parlare al Consiglio Nord Atlantico.
Alla riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia,gli ambasciatori
discutono la situazione in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. La NATO e la Russia
sostengono la necessità di garantire una soluzione politica alla crisi in Kosovo basata su
una stretta osservanza delle UNSCR 1160 e 1199.
22 ottobre
Il Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Branko
Crvenkovski, si reca alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-170
24-25 ottobre
Il Presidente del Comitato militare,generale Naumann, e il generale Clark ritornano
a Belgrado per incontrare le autorità serbe riguardo alla crisi del Kosovo.
27 ottobre
Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione che
sottolinea il miglioramento della situazione umanitaria e della sicurezza in Kosovo dopo
le decisioni prese dal Consiglio Nord Atlantico il 13 ottobre; riafferma la necessità di
una piena osservanza delle UNSCR 1199 e 1203; annuncia il mantenimento di
ACTORD della NATO per limitate operazioni aeree sottoposte alla decisione e alla
valutazione del Consiglio e il mantenimento di ACTORD per una campagna aerea per
fasi;e richiede una uguale osservanza delle Risoluzioni UNSC da parte dei kosovari
albanesi.
4 novembre
Il Presidente dell’Estonia, Lennart Meri, si reca alla NATO.
5 novembre
Il Primo Ministro della Slovacchia, Mikulas Dzurinda, si reca alla NATO.
11 novembre
Riunione della Commissione NATO-Ucraina. I membri plaudono alla notizia del
Programma di stato dell’Ucraina sulla cooperazione con la NATO recentemente
approvato dal Presidente Kuchma e discutono altri argomenti inclusa l’assegnazione di
due funzionari di collegamento della NATO a Kiev per facilitare la partecipazione
dell’Ucraina al PfP.
16 novembre
Il Segretario generale della NATO partecipa alla riunione ministeriale della WEU a
Roma, Italia.
ALLEGATO “I”
I-171
18-20 novembre
Il Segretario generale della NATO incontra a New York il Segretario generale
dell’ONU Kofi Annan, e a Washington alti funzionari dell’amministrazione USA e
senatori americani.
19 novembre
Prima riunione a Mosca, Russia, del Comitato congiunto NATO-Russia per la
cooperazione scientifica e tecnologica.
Il Consiglio Nord Atlantico esprime la propria preoccupazione per il deteriorarsi
della situazione in Kosovo, insistendo sul fatto che tutte le parti devono attenersi
pienamente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
25 novembre
Il Presidente della Romania, Emil Costantinescu, visita la sede della NATO.
26 novembre
Il Segretario generale della NATO e il Comandante supremo alleato in Europa
visitano la Repubblica ex jugoslava di Macedonia per discutere della situazione in
Kosovo con il Presidente Kiro Gligorov e alte personalità governative.
26-27 novembre
La Commissione interministeriale ucraina visita la NATO per presentare il
programma di cooperazione dell’Ucraina con la NATO (1999-2001).
27 novembre
Visita alla NATO del Primo Ministro di Slovacchia Mikulas Dzurinda.
30 novembre
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della cooperazione
NATO-Russia nell’ambito di SFOR in Bosnia Erzegovina e delle forme di cooperazione
a sostegno della missione internazionale di verifica in Kosovo.
ALLEGATO “I”
I-172
2 dicembre
Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione
sull’arresto da parte degli uomini della SFOR del generale Radislav Krstic,accusato di
crimini di guerra.
La Repubblica ex jugoslava di Macedonia acconsente che una forza NATO utilizzi
il proprio territorio per evacuare il personale internazionale che partecipa alla missione
di verifica dell’OSCE nel contiguo Kosovo, ove si rendesse necessario.
3 dicembre
Visita alla NATO del Primo Ministro di Albania, Pandeli Majko.
7 dicembre
Visita alla NATO del Primo Ministro della Repubblica ex jugoslava di Macedonia,
Ljubco Georgievski.
8 dicembre
Il Consiglio Nord Atlantico si riunisce a livello di Ministri degli esteri, con la
partecipazione dei tre paesi invitati, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia. I
Ministri discutono dei preparativi del vertice di Washington nell’aprile 1999, esaminano
la situazione in Bosnia Erzegovina e il futuro della SFOR, e si consultano sulla
situazione in Kosovo. Esaminano inoltre i progressi compiuti nell’adattamento interno
della NATO e nell’aggiornamento del Concetto strategico dell’Alleanza. Una distinta
dichiarazione viene diffusa a nome dei 19 governi riguardo all’adattamento del Trattato
CFE.
Il Consiglio di partenariato euro-atlantico si riunisce a livello di Ministri degli
esteri. I Ministri discutono delle future sfide alla sicurezza e della cooperazione NATO-
Partner nel contesto dell’EAPC e del PfP, in particolare sulla situazione in Bosnia
Erzegovina e in Kosovo.
Esaminano i progressi sull’attuazione del Documento base dell’EAPC e sul
rafforzamento del Partenariato per la Pace, e approvano un aggiornato Piano d’azione
dell’EAPC per il 1998-2000.
ALLEGATO “I”
I-173
Il Ministro degli esteri d’Austria, Wolfgang Schüssel, in qualità di Presidente del
Consiglio dell’Unione Europea, incontra il Segretario generale della NATO per uno
scambio informale di punti di vista su questioni di interesse comune, tra cui la
situazione in Kosovo e in Bosnia Erzegovina.
9 dicembre
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia si riunisce a livello di Ministri
degli esteri. I Ministri esaminano l’attuazione del Programma di lavoro del PJC del
1998, felicitandosi per i progressi compiuti nello sviluppo di un forte e stabile
partenariato e sottolineando l’utilità del PJC nel promuovere la consultazione, il
coordinamento e l’azione comune.
La Commissione NATO-Ucraina si riunisce a livello di Ministri degli esteri. I
Ministri esaminano l’attuazione della Carta NATO-Ucraina ed approvano il programma
di lavoro per il 1999. Viene firmato un Memorandum d’intesa riguardante la nomina di
due funzionari di collegamento a Kiev.
I Ministri della NATO accolgono con soddisfazione l’annuncio da parte
dell’Ucraina di un “Programma nazionale di cooperazione con la NATO sino al 2001”.
10 dicembre
Il Segretario generale della NATO, accompagnato dal generale Wesley K.Clark
(SACEUR), visita la Bosnia Erzegovina.
17 dicembre
Il Consiglio Atlantico si riunisce a livello di Ministri della difesa,con la
partecipazione dei tre paesi invitati, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia. I
Ministri esaminano i progressi compiuti nell’attuazione delle decisioni del vertice di
Madrid nel campo della difesa, discutono delle capacità di difesa della NATO e dei
preparativi per il vertice di Washington. Valutano pure la situazione in Bosnia
Erzegovina e in Kosovo.
Riunione ministeriale del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di
pianificazione nucleare. I Ministri approvano la Direttiva ministeriale 1998 che
ALLEGATO “I”
I-174
fornisce una direttiva politica alle Autorità militari della NATO per il periodo sino al
2006 e oltre.
Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione in cui si rivolge al
Presidente Saddam Hussein perché osservi pienamente tutti gli impegni assunti dall’Iraq
e riprenda la cooperazione con la Commissione speciale dell’ONU sul disarmo
(UNSCOM).
18 dicembre
Il Consiglio di partenariato euro-atlantico si riunisce a livello di Ministri della
difesa per discutere delle future sfide alla sicurezza e della cooperazione NATO-Partner
nel contesto dell’EAPC e del PfP dal punto di vista della difesa. I Ministri si scambiano
inoltre punti di vista sulla situazione in Bosnia Erzegovina e sottolineano la necessità di
una rapida soluzione negoziata della crisi in Kosovo. I Ministri della NATO si felicitano
per la disponibilità dei Partner a contribuire alla missione aerea di verifica in Kosovo a
guida NATO.
La Commissione NATO-Ucraina si riunisce a livello di Ministri della difesa per
esaminare l’attuazione delle attività relative alla difesa e alla cooperazione militare tra
NATO e Ucraina.
ALLEGATO “I”
I-175
1999
1 gennaio
Il Programma scientifico della NATO viene modificato e ristrutturato in modo tale
da indirizzare il sostegno verso la collaborazione tra scienziati dei paesi NATO e
Partner.
Un’unica moneta europea, l’Euro, viene adottata da 11 paesi membri dell’Unione
Europea.
7 gennaio
Il Segretario generale della NATO visita la Repubblica ex jugoslava di Macedonia
per incontrare il Ministro degli esteri Aleksandar Dimitrov, e il Ministro della difesa
Nikola Kljusev. Il Segretario generale visita inoltre la Cellula di coordinamento per la
verifica in Kosovo (KVCC), a Kumanovo e la Forza di estrazione della NATO.
9 gennaio
Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione sull’azione delle
truppe francesi di SFOR che ha portato all’uccisione di Dragan Gagovic, accusato di
crimini di guerra, mentre opponeva resistenza all’arresto.
17 gennaio
Il Segretario generale della NATO a nome del Consiglio Atlantico,condanna il
massacro di kosovari di etnia albanese compiuto da forze serbe a Racak e sollecita le
autorità jugoslave a cooperare pienamente con l’ICTY conformemente alle risoluzioni
dell’ONU e ad assicurarne alla giustizia i responsabili.
18 gennaio
I generali della NATO Wesley Clark, Comandante supremo alleato in Europa, e
Klaus Naumann, Presidente del Comitato militare,si recano a Belgrado per far
comprendere al Presidente jugoslavo Slobodan Milosevic la gravità della situazione in
Kosovo.
ALLEGATO “I”
I-176
20 gennaio
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia esamina il deteriorarsi della
situazione in Kosovo e riafferma il proprio pieno sostegno alla missione di verifica
dell’OSCE. La NATO e la Russia rivolgono un appello a tutte le parti perché si ponga
fine alla violenza e si avvii una soluzione negoziata.
28 gennaio
Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione a sostegno delle
proposte del Gruppo di contatto volte a pervenire ad una soluzione politica provvisoria
in Kosovo in un periodo di tempo determinato. La NATO decide di aumentare la
propria preparazione militare per assicurare che le richieste della comunità
internazionale trovino risposta.
Il Segretario generale dell’ONU Kofi Annan visita la NATO e partecipa al
Consiglio Atlantico. Le discussioni si focalizzano sulla situazione in Bosnia Erzegovina
e in Kosovo.
Le sei nazioni del Gruppo di contatto sulla ex Jugoslavia rivolgono un appello al
governo della Repubblica federale di Jugoslavia e ai rappresentanti dei Kosovari di
etnia albanese perché avviino negoziati a Rambouillet, Francia.
30 gennaio
Il Consiglio Atlantico autorizza degli attacchi aerei sul territorio della Repubblica
federale di Jugoslavia e delega l’autorità per l’attuazione di tale decisione al Segretario
generale della NATO in caso di inosservanza delle richieste della comunità
internazionale. Il Consiglio annuncia che saranno inoltre prese adeguate misure se i
Kosovari di etnia albanese non vi si adegueranno.
Il Ministro degli esteri del Regno Unito Robin Cook si reca a Belgrado e avverte il
Presidente Milosevic di porre fine alle uccisioni o si troverà a fronteggiare gli attacchi
aerei della NATO contro le posizioni serbe responsabili di effettuare la repressione in
Kosovo.
ALLEGATO “I”
I-177
3 febbraio
Un seminario di gestione delle crisi NATO-WEU sulla creazione dell’Identità di
sicurezza e di difesa europea (ESDI) si svolge presso la sede della NATO.
7 febbraio
Iniziano i colloqui di pace sul Kosovo tra i rappresentanti serbi e kosovari di etnia
albanese a Rambouillet, Francia.
9 febbraio
Il Parlamento ungherese si pronuncia in modo schiacciante in favore dell’adesione
alla NATO.
10-12 febbraio
Il Comitato politico della NATO visita l’Ucraina per discussioni con alti funzionari
riguardo all’attuazione della Carta NATO-Ucraina.
12 febbraio
Mentre si avvicina la scadenza per la conclusione dei negoziati di Rambouillet sul
Kosovo,il Consiglio Atlantico rinnova le proprie precedenti richieste e sottolinea che le
forze della NATO sono pronte a prendere tutte le misure necessarie per scongiurare una
catastrofe umanitaria e per giungere ad una soluzione politica.
17 febbraio
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della situazione in Bosnia
Erzegovina e in Kosovo,sottolineando l’importanza dei colloqui di pace a Rambouillet e
sollecitando le parti a lavorare in modo responsabile e costruttivo per pervenire ad un
accordo politico provvisorio.
Entrambe le camere del Parlamento polacco si pronunciano in modo schiacciante a
favore dell’adesione alla NATO.
ALLEGATO “I”
I-178
18-19 febbraio
Il Segretario generale della NATO e il generale Wesley Clark,Comandante
supremo alleato in Europa, visitano la Repubblica ex jugoslava di Macedonia e la
Bosnia Erzegovina.
23 febbraio
Il Segretario generale Javier Solana rilascia una dichiarazione in cui rivolge un
appello alle parti coinvolte nei colloqui di pace per il Kosovo ad accettare il Piano di
pace del Gruppo di contatto nella sua interezza.
24-26 febbraio
Gli ambasciatori della NATO e i rappresentanti dei paesi del Dialogo Mediterraneo
si riuniscono per la prima volta in una conferenza a Valencia,Spagna,per discutere
insieme la via da seguire nell’ambito del Dialogo Mediterraneo.
1 marzo
Il Consiglio Atlantico approva le richieste di attivazione per il quartier generale
della nuova struttura di comando militare della NATO.
3 marzo
Gli inviati speciali per il Kosovo dell’Unione Europea Wolfgang Petrisch e
americano ambasciatore Christopher Hill informano il Consiglio Atlantico.
5 marzo
Il Segretario generale della NATO accoglie con soddisfazione l’annuncio del
mediatore indipendente Robert Owen sul futuro status neutrale di Brcko e rivolge un
appello a tutte le parti di rispettare tale decisione,garantendo libertà di movimento a tutti
i cittadini della Bosnia Erzegovina attraverso il distretto di Brcko.
Il Segretario generale della NATO esprime il proprio sostegno alla decisione
dell’Alto Rappresentante Carlos Westendorp,conformemente ai poteri conferitigli
dall’Accordo quadro generale per la pace in Bosnia Erzegovina,di destituire Nikola
Poplasen dalla carica di Presidente della Republika Srpska.
ALLEGATO “I”
I-179
12 marzo
I Ministri degli esteri ceco,ungherese e polacco depositano i loro strumenti di
adesione al Trattato di Washington presso la Truman Library, Independence,
Missouri,conformemente all’articolo 14 del Trattato Nord Atlantico. Con tale atto la
Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia divengono ufficialmente membri
dell’Alleanza.
15 marzo
I negoziati su un Accordo di pace provvisorio per il Kosovo riprendono a Parigi.
16 marzo
Con una cerimonia di alzabandiera alla NATO ed una riunione straordinaria del
Consiglio Atlantico si celebra l’adesione della Repubblica Ceca, dell’Ungheria e della
Polonia.
17 marzo
Nella riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia gli ambasciatori
proseguono le consultazioni sulla crisi in Kosovo, sottolineando l’importanza dei
negoziati a Parigi.
19 marzo
I negoziati di Parigi su un Accordo di pace provvisorio per il Kosovo vengono
interrotti allorché la Repubblica federale di Jugoslavia (FRY) annuncia la propria
decisione di non firmare l’Accordo di pace provvisorio.
22 marzo
In seguito all’interruzione dei negoziati di Parigi il 19 marzo e in risposta
all’intransigenza di Belgrado, il Consiglio Atlantico autorizza il Segretario generale
della NATO a decidere,in base a successive consultazioni, una più vasta serie di
operazioni aeree per porre fine alla repressione in Kosovo.
ALLEGATO “I”
I-180
In una riunione della Commissione NATO-Ucraina, gli ambasciatori discutono
l’aggravarsi della situazione in Kosovo per quanto riguarda la sicurezza, sollecitando la
Repubblica federale di Jugoslavia ad accettare l’Accordo provvisorio firmato dalla
delegazione kosovara di etnia albanese. Gli Alleati della NATO manifestano il loro
apprezzamento per la disponibilità dell’Ucraina di contribuire alla missione di verifica
aerea in Kosovo e ad una eventuale forza di attuazione della pace a guida NATO.
23 marzo
Il Segretario generale della NATO Javier Solana incarica il generale Wesley Clark
(SACEUR) di iniziare delle operazioni aeree nella Repubblica federale di Jugoslavia,
volte ad arrestare la violenza e a mettere fine alla crisi umanitaria in Kosovo, impedire il
diffondersi dell’instabilità nella regione e garantire una soluzione politica.
24 marzo
Il Segretario generale della NATO Javier Solana annuncia l’intenzione della NATO
di porre in atto l’azione militare contro la Repubblica federale di Jugoslavia in seguito
alla rottura dei negoziati politici per risolvere la crisi in Kosovo.
Sottolinea che gli obiettivi delle azioni della NATO sono di evitare ulteriori
sofferenze umane e ulteriori violenze e il diffondersi dell’instabilità nella regione e che
sono dirette contro la politica repressiva dei dirigenti serbi. Le operazioni aeree della
NATO cominciano contro obiettivi militari.
27 marzo
Il Segretario generale della NATO incarica il SACEUR di avviare una serie più
vasta di operazioni aeree nella Repubblica federale di Jugoslavia, intensificando
l’azione contro le forze jugoslave.
3 aprile
Il Consiglio Atlantico incarica il generale Sir Michael Jackson, Comandante del
Corpo di reazione rapida (ARCC)del Comando alleato in Europa (ACE) di coordinare
le attività umanitarie degli Alleati nella Repubblica ex jugoslava di Macedonia,
utilizzando tutte le forze della NATO nella regione.
ALLEGATO “I”
I-181
4 aprile
Il Consiglio Atlantico si riunisce presso la sede della NATO insieme agli stati
membri della UE, al Presidente in carica dell’OSCE, all’Alto Commissario dell’ONU
per i rifugiati, al Consiglio d’Europa e all’Unione dell’Europa Occidentale per
coordinare gli sforzi tesi a fronteggiare la grave crisi umanitaria causata dalle azioni
delle forze serbe in Kosovo.
5-7 aprile
Il Segretario generale delegato della NATO, Ambasciatore Sergio Balanzino,visita
la Romania, la Bulgaria, la Repubblica ex jugoslava di Macedonia e l’Albania per
incontrare le autorità di questi paesi. Visita inoltre le truppe della NATO nella
Repubblica ex jugoslava di Macedonia e si rende conto di persona della situazione dei
rifugiati in quell’area.
6 aprile
Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione che
respinge come insufficiente il cessate il fuoco proposto dalla Repubblica federale di
Jugoslavia,sottolineando che le richieste della comunità internazionale vanno
soddisfatte prima che un cessate il fuoco possa essere preso in considerazione.
9 aprile
Il Ministro degli esteri Aleksander Dimitrov e il Ministro della difesa Nikola
Kljusev della Repubblica ex jugoslava di Macedonia incontrano il Consiglio Atlantico
presso la sede della NATO. Gli Alleati rinnovano il loro apprezzamento per il ruolo
fondamentale che il paese sta svolgendo nel fronteggiare la crisi dei rifugiati e le gravi
conseguenze per il paese stesso.
12 aprile
Riunione ministeriale straordinaria del Consiglio Atlantico.
I Ministri degli esteri della NATO rilasciano una dichiarazione ufficiale sulla
situazione nel Kosovo e nell’area adiacente, riaffermano la solidarietà dell’Alleanza
ALLEGATO “I”
I-182
nell’agire in nome della comunità internazionale per porre fine al conflitto,ed elencano
le cinque condizioni che il vertice politico jugoslavo deve soddisfare (fine dell’azione
militare e della repressione; ritiro di tutte le forze serbe; una presenza militare
internazionale;ritorno dei rifugiati; volontà di intraprendere negoziati per una soluzione
politica basata sugli Accordi di Rambouillet).
14 aprile
Visita alla NATO dell’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati Sadako Ogata.
21 aprile
Il Primo Ministro bulgaro Ivan Kostov visita la sede della NATO.
23 aprile
Inaugurazione dell’Ufficio di collegamento della NATO a Kiev.
23-25 aprile
Riunione al vertice del Consiglio Atlantico a Washington. I leader dell’Alleanza
commemorano il 50° anniversario di questa e riaffermano la loro determinazione a
porre fine alla politica repressiva del regime jugoslavo in Kosovo e a continuare la
campagna aerea finché le cinque condizioni della comunità internazionale non siano
state soddisfatte.
Viene avviato o completato il lavoro relativo ad una serie di iniziative per preparare
la NATO alle sfide del XXI secolo. I leader diffondono la Dichiarazione di Washington
ed annunciano l’adozione di un Concetto strategico aggiornato come pure di iniziative
volte ad accrescere le capacità della difesa; fronteggiare i rischi posti dalle armi di
distruzione di massa;favorire il processo di sviluppo dell’Identità di sicurezza e di difesa
europea nell’ambito dell’Alleanza;rafforzare la dimensione operativa del PfP come pure
la consultazione e la cooperazione nell’ambito dell’EAPC; perseguire il Dialogo
Mediterraneo della NATO; ed aiutare i paesi che aspirano a divenire membri della
NATO attraverso un Piano d’azione per l’adesione.
Si tiene una riunione con i rappresentanti dei paesi confinanti con la Repubblica
federale di Jugoslavia per discutere dell’impatto del perdurare della crisi nel Kosovo e
ALLEGATO “I”
I-183
nelle aree adiacenti. I leader dell’Alleanza propongono misure per accrescere la
sicurezza regionale e promuovere la cooperazione regionale nell’Europa sud-orientale.
I Capi di stato e di governo dei 19 stati membri dell’Alleanza e dell’Ucraina si
riuniscono per la prima volta a livello di vertice per esaminare l’attuazione della Carta
su un partenariato specifico; la situazione in Kosovo; le sfide per la sicurezza euro-
atlantica; l’adattamento dell’Alleanza; e il contributo dell’Ucraina alla stabilità in
Europa.
Riunione,a Washington DC, del Consiglio di partenariato euro-atlantico a livello di
vertice. I leader dell’EAPC approvano un rapporto del Comitato direttivo politico-
militare sul Partenariato per la Pace (“Verso un Partenariato per il XXI secolo - il
Partenariato rafforzato e più operativo”).
28 aprile
Il Consiglio Atlantico prolunga sino alla fine del 1999 la missione del gruppo di
esperti della NATO e dei paesi partner che addestrano le forze armate albanesi
all’eliminazione delle munizioni inesplose.
3 maggio
L’inviato russo nei Balcani Victor Chernomyrdin giunge a Washington dopo aver
visitato Roma,Bonn e Belgrado per incontrare il Presidente Clinton e il Segretario
generale dell’ONU Kofi Annan nell’ambito delle iniziative per trovare una soluzione
diplomatica alla crisi in Kosovo.
4 maggio
Il Presidente Clinton visita la sede della NATO per discussioni sulla crisi del
Kosovo.
10 maggio
I Ministri europei degli esteri e della difesa convengono di lavorare ad una capacità
di difesa comune per fronteggiare crisi come il conflitto nei Balcani.
ALLEGATO “I”
I-184
14 maggio
L’Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani Mary Robinson condanna la
pulizia etnica in Kosovo.
18 maggio
Visita alla NATO del dottor Ibrahim Rugova, leader della Lega democratica del
Kosovo.
20 maggio
Visita alla NATO del Presidente del Consiglio italiano Massimo D’Alema, che
rilascia una dichiarazione proponendo di interrompere i bombardamenti sulla Jugoslavia
per tre giorni in attesa di un accordo tra i paesi della NATO e la Russia su un progetto di
risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
25 maggio
Visita alla NATO del Presidente del governo del Regno di Spagna, José María
Aznar.
Visita alla NATO del Primo Ministro albanese Pandeli Majko.
1 giugno
Si annunciano i vincitori del Programma di borse di ricerca NATO-EAPC 1999-
2001.
Visita alla NATO del Primo Ministro sloveno Janez Drnovsek.
4 giugno
Il Segretario generale della NATO Javier Solana viene nominato alla nuova carica
di Alto Rappresentante della UE per la politica estera e di sicurezza comune.
10 giugno
Il Segretario generale della NATO Javier Solana rilascia una dichiarazione sulla
sospensione delle operazioni aeree dopo che il Presidente Milosevic ha accettato di
ritirare le proprie truppe dal Kosovo dopo 78 giorni e notti di attacchi aerei. Il Consiglio
ALLEGATO “I”
I-185
di sicurezza dell’ONU autorizza lo spiegamento in Kosovo di una forza internazionale
(KFOR), di cui la NATO costituisce il fulcro,in base ai termini dell’Accordo tecnico-
militare firmato dal ten.gen. Sir Michael Jackson, Comandante della KFOR e dai
rappresentanti jugoslavi.
11 giugno
Truppe russe entrano a Pristina, precedendo le truppe di KFOR.
18 giugno
In una riunione straordinaria dei Ministri degli esteri e della difesa del Consiglio
Atlantico tenutasi alla NATO, una nuova dichiarazione viene rilasciata: “La situazione
in Kosovo e nelle aree adiacenti”.
20 giugno
Il Segretario generale della NATO annuncia che tutte le forze jugoslave, militari e
di polizia, devono lasciare il Kosovo conformemente all’Accordo tecnico-militare.
23 giugno
Il Segretario generale della NATO Javier Solana visita il Kosovo.
Visita alla NATO del Presidente armeno Robert Kocharian.
29 giugno
Il primo Centro di addestramento del Partenariato per la Pace (PfP) viene aperto ad
Ankara, Turchia.
12 luglio
L’ex vice Primo Ministro serbo-bosniaco Radislav Brdjanin compare davanti al
Tribunale dell’ONU per i crimini di guerra.
13 luglio
Visita alla NATO di Bernard Kouchner,Rappresentante speciale dell’ONU per il
Kosovo.
ALLEGATO “I”
I-186
Visita alla NATO del Presidente della Slovacchia, Rudolf Schuster.
23 luglio
Dichiarazione rilasciata dal Consiglio congiunto permanente NATO-Russia sulla
situazione relativa alla sicurezza in Kosovo, che afferma l’impegno alla totale
attuazione delle disposizioni e degli obiettivi della Risoluzione 1244 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU.
30 luglio
Un Patto di stabilità per l’Europa sud-orientale è adottato dal Consiglio dei ministri
dell’Unione Europea a Colonia, Germania.
2 agosto
Dichiarazione rilasciata dal Segretario generale della NATO Javier Solana circa
l’azione di SFOR contro Radomic Kovac, accusato di crimini di guerra.
4 agosto
Il Segretario generale della NATO annuncia che Lord George Robertson, Ministro
della difesa del Regno Unito, diverrà il prossimo Segretario generale della NATO.
19 agosto
Stati Uniti e Russia affermano che un trattato del 1972 che vieta i sistemi di difesa
antimissile costituisce il pilastro della stabilità strategica tra i due paesi.
6 settembre
Il Segretario generale della NATO Javier Solana visita il Kosovo.
8 settembre
Visita alla NATO dell’Alto Rappresentante Wolfgang Petrisch, responsabile del
coordinamento delle attività delle organizzazioni civili in Bosnia Erzegovina.
ALLEGATO “I”
I-187
9 settembre
La Commissione NATO-Ucraina si felicita per i risultati di KFOR e approva la
futura partecipazione dell’Ucraina nella presenza internazionale di sicurezza in Kosovo.
9-11 settembre
Inaugurazione della nuova sede del Collegio di difesa della NATO a Roma alla
presenza dei rappresentanti permanenti presso il Consiglio Atlantico.
10 settembre
Nomina del generale Klaus Reinhardt, dell’esercito tedesco, quale successore del
ten.generale Sir Michael Jackson quale Comandante della KFOR.
10-11 settembre
I leader di oltre 20 paesi del Mar Nero e del Mar Baltico si riuniscono a Yalta,
Ucraina, per discutere delle questioni relative all’integrazione europea.
13 settembre
Unità di Germania, Polonia, Danimarca, Romania e Lituania partecipano alle
esercitazioni militari che si tengono nella Lituania centrale.
15 settembre
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute della situazione in
Kosovo e nelle zone limitrofe e della cooperazione NATO-Russia nella presenza
internazionale di sicurezza in Kosovo.
21 settembre
Il Segretario generale della NATO Javier Solana si compiace per la dichiarazione di
KFOR che l’Esercito di liberazione del Kosovo ha adempiuto al proprio impegno di
smilitarizzare.
21-22 settembre
Riunione informale dei Ministri della difesa della NATO a Toronto.
ALLEGATO “I”
I-188
23 settembre
L’Unione Europea si felicita per il completamento del disarmo dell’Esercito di
liberazione del Kosovo e per la creazione di un multietnico Corpo di protezione del
Kosovo.
24 settembre
Aerei militari russi cominciano una campagna di bombardamenti intorno alla
provincia ribelle di Grozny, dando il via ad una escalation del conflitto in Cecenia.
6 ottobre
Visita alla NATO del Presidente della Repubblica federale di Germania Johannes
Rau.
11 ottobre
NATO e Ucraina sottoscrivono un accordo per fornire una formazione civile agli
ufficiali congedati dell’esercito ucraino.
13 ottobre
La NATO rilascia una dichiarazione su dei programmi di ricerca, sviluppo e
acquisizione relativi alle armi non letali.
14 ottobre
Lord Robertson assume le funzioni di Segretario generale della NATO,succedendo
a Javier Solana,il cui mandato è terminato il 6 ottobre.
15 ottobre
Il Presidente del Montenegro Milo Djukanovic si incontra con il Segretario
generale della NATO Lord Robertson per discutere della situazione in Montenegro e
nella regione balcanica. Il Segretario generale sottolinea la necessità che tutti i leader
della regione balcanica si adoperino per la stabilità e la democratizzazione.
Quinta Conferenza NATO-Giappone sulla sicurezza presso la sede della NATO.
ALLEGATO “I”
I-189
19 ottobre
Il Segretario generale della NATO e i rappresentanti permanenti del Consiglio
Atlantico visitano la Bosnia Erzegovina, il Kosovo e la Repubblica ex jugoslava di
Macedonia.
Visita alla NATO del Primo Ministro di Ungheria Viktor Orban.
21 ottobre
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson annuncia riduzioni degli
effettivi della SFOR.
26 ottobre
Visita alla NATO del Presidente della Lettonia Vaira Vike Freiberga.
27 ottobre
In una riunione del Consiglio congiunto permanente a livello di ambasciatori
NATO e Russia discutono della situazione in Kosovo e nelle aree adiacenti e della
cooperazione NATO-Russia nella presenza internazionale di sicurezza in Kosovo.
3 novembre
La NATO annuncia la nomina del gen. Joseph W.Ralston, dell’aeronautica militare
statunitense,quale successore del gen. Wesley K.Clark come Comandante supremo
alleato in Europa (SACEUR).
4 novembre
Il Consiglio d’Europa tiene un dibattito d’urgenza per discutere dell’offensiva russa
in Cecenia.
17 novembre
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia a livello di ambasciatori
sottolinea l’impegno alla completa attuazione della Risoluzione 1244 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU e riafferma la determinazione di NATO e Russia a cooperare
ALLEGATO “I”
I-190
strettamente nel garantire la protezione delle minoranze in Kosovo e l’istituzione di una
società democratica e multietnica.
18-19 novembre
Vertice dell’OSCE a Istanbul,Turchia. 54 paesi firmano una nuova Carta per la
sicurezza europea ed un aggiornato trattato per il controllo degli armamenti delle Forze
convenzionali in Europa (CFE).
29 novembre
Riunione della Commissione NATO-Ucraina a livello di ambasciatori.
Visita alla NATO dell’Alto rappresentante Wolfgang Petrisch, responsabile del
coordinamento delle attività delle organizzazioni e delle agenzie civili in Bosnia
Erzegovina.
1 dicembre
Il Ministro degli esteri di Irlanda David Andrews visita la NATO e firma il
documento quadro del PfP. L’Irlanda diviene il 25° membro del programma PfP.
3 dicembre
Riunione della Commissione NATO-Ucraina in sessione dei Ministri della difesa.
Riunione del Consiglio di partenariato euro-atlantico in sessione dei Ministri della
difesa.
6 dicembre
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson riguardo al
Rapporto dell’OSCE sul Kosovo, che conferma come una sistematica e premeditata
campagna di persecuzione sia stata condotta dalle forze di sicurezza serbe contro la
popolazione di etnia albanese.
8 dicembre
L’ONU,l’OSCE e il Consiglio d’Europa rilasciano una dichiarazione congiunta in
cui richiedono alla Russia di rispettare i diritti umani in Cecenia.
ALLEGATO “I”
I-191
10 dicembre
La Turchia diviene un candidato ufficiale per l’adesione all’Unione Europea.
13 dicembre
Dichiarazione di Lord Robertson, Segretario generale della NATO, che si compiace
per i risultati del Consiglio europeo di Helsinki sul rafforzamento del ruolo europeo nel
campo della sicurezza e della difesa.
15-16 dicembre
Riunione dei Ministri degli esteri a Bruxelles per discutere i risultati del Consiglio
della UE a Helsinki,delle operazioni militari a guida NATO in Bosnia Erzegovina e in
Kosovo, delle relazioni con la Russia e della situazione in Cecenia.
16 dicembre
Il Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC) approva il proprio Piano
d’azione per il 2000-2002.
31 dicembre
Boris Eltsin annuncia le proprie dimissioni da Presidente della Russia e affida la
Presidenza ad interim al Primo Ministro Vladimir Putin, in attesa delle elezioni nel
2000.
ALLEGATO “I”
I-192
2000
19 gennaio
Visita alla NATO del Procuratore del Tribunale penale internazionale per la ex
Jugoslavia (ICTY), Carla Del Ponte.
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia riafferma la determinazione di
NATO e Russia a cooperare strettamente per garantire la protezione delle minoranze in
Kosovo.
25 gennaio
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sull’arresto di
Mitar Vasiljevic, accusato di crimini di guerra in Bosnia Erzegovina.
14 febbraio
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sugli attacchi
contro uomini della KFOR a Kosovska Mitrovica.
15 febbraio
Visita alla NATO del Primo Ministro della Croazia Ivica Racan.
16 febbraio
Diffusione di una dichiarazione congiunta in occasione della visita a Mosca del
Segretario generale della NATO Lord Robertson, in cui si afferma l’intenzione di
NATO e Russia di intensificare il dialogo e la cooperazione.
1 marzo
Diffusione di una dichiarazione dopo la prima riunione della Commissione NATO-
Ucraina a Kiev.
5 marzo
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson riguardo
all’arresto di Dragoljub Prcac, accusato di crimini di guerra in Bosnia Erzegovina.
ALLEGATO “I”
I-193
8 marzo
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson dopo la
riunione del Consiglio Atlantico, che condanna il perpetuarsi della violenza a Mitrovica.
14 marzo
L’Algeria aderisce al Dialogo Mediterraneo della NATO.
15 marzo
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia riafferma la determinazione della
NATO e della Russia ad intensificare il dialogo e la cooperazione reciproci.
21 marzo
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson pubblica il proprio rapporto
personale al Consiglio Atlantico sull’anniversario dell’intervento militare dell’Alleanza
nel conflitto in Kosovo (“Kosovo One Year On:Achievement and Challenge”).
22 marzo
Maart Laar, Primo Ministro di Estonia visita la NATO.
26 marzo
Vladimir Putin viene eletto Presidente della Federazione Russa.
28 marzo
I rappresentanti dei 6 paesi del Gruppo di contatto per la ex Jugoslavia si riuniscono
per esaminare come far progredire il processo di pace in Kosovo.
Lord Robertson si congratula con Vladimir Putin per la sua elezione a Presidente
della Russia e sottolinea la volontà della NATO a rafforzare la cooperazione con la
Russia.
ALLEGATO “I”
I-194
31 marzo
I donatori internazionali mettono a disposizione del Patto di stabilità per i Balcani
2,4 milioni di euro.
3 aprile
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione
sull’arresto di Momcilo Krajisnik, stretto collaboratore dell’ex leader serbo Radovan
Karadjic.
12 aprile
Il Comandante supremo alleato in Europa, gen. Wesley Clark riceve dal Segretario
generale della NATO Lord Robertson la medaglia della NATO per il ruolo avuto nella
ex Jugoslavia e in Kosovo.
13 aprile
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson visita il Tribunale penale
internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY) a L’Aia.
14 aprile
La Duma (Camera bassa del Parlamento russo) ratifica il Trattato russo-americano
sulla riduzione degli armamenti strategici (START II).
19 aprile
Il Consiglio della Federazione (Camera alta del Parlamento russo) ratifica il
Trattato START II.
2 maggio
Il generale USA Joseph Ralston succede al generale Wesley Clark quale
Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR).
ALLEGATO “I”
I-195
4 maggio
Visita alla NATO dell’Ambasciatore Wolfgang Petrisch, Alto Rappresentante
responsabile per il coordinamento delle organizzazioni e delle agenzie civili in Bosnia
Erzegovina.
5 maggio
Visita alla NATO del Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi.
9 maggio
Il Primo Ministro croato Ivica Racan visita la NATO.
22 maggio
Visita alla NATO del Primo Ministro ucraino Viktor Yuschenko.
24 maggio
Riunione ministeriale del Consiglio Atlantico a Firenze. I Ministri degli esteri della
NATO discutono dei progressi nella SFOR e nella KFOR e di altri sviluppi nella ex
Jugoslavia, dell’attuazione dell’Iniziativa sulle capacità della difesa (DCI), e del futuro
rapporto con l’Unione Europea, come pure di altri settori della politica dell’Alleanza.
Riunione ministeriale a Firenze del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia
(PJC): si esaminano i progressi nella cooperazione NATO-Russia e la situazione nella
ex Jugoslavia, e si approva un Programma di lavoro per il resto del 2000.
25 maggio
A Firenze,nella sua riunione a livello di Ministri degli esteri,il Consiglio di
partenariato euro-atlantico (EAPC) discute una serie di questioni relative alla sicurezza,
tra cui l’Iniziativa per l’Europa sud-orientale e gli sviluppi in Kosovo e in Bosnia
Erzegovina.
La Croazia diviene il 46° membro dell’EAPC ed aderisce al Partenariato per la
Pace (PfP).
ALLEGATO “I”
I-196
Riunione ministeriale a Firenze della Commissione NATO-Ucraina: si discute dei
progressi del Partenariato NATO-Ucraina, della situazione in Kosovo e di altre
questioni regionali.
Alexander Yuschenko dell’Università ucraina Politecnico di stato Kharkov riceve
la borsa di studio Manfred Wörner per l’anno 2000.
7 giugno
La NATO condanna i recenti attacchi contro le guardie di frontiera della
Repubblica ex jugoslava di Macedonia.
8 giugno
I Ministri della difesa della NATO riuniti nella sessione ministeriale del Consiglio
Atlantico a Bruxelles rilasciano una dichiarazione sull’Iniziativa sulle capacità della
difesa della NATO e sulla situazione nei Balcani.
In una riunione del Comitato di pianificazione della difesa e del Gruppo di
pianificazione nucleare, i Ministri della difesa della NATO adottano un nuovo insieme
di Obiettivi delle forze della NATO per il periodo sino al 2006.
Riunita in sessione dei Ministri della difesa, la Commissione NATO-Ucraina
discute della cooperazione NATO-Ucraina nella KFOR, della partecipazione
dell’Ucraina al PfP, dei programmi dell’Ucraina per la ristrut turazione delle proprie
forze armate e di altri aspetti del partenariato.
9 giugno
Riunitosi in sessione dei Ministri della difesa,il Consiglio di partenariato euro-
atlantico (EAPC) si felicita per il completamento della prima serie completa di obiettivi
del Partenariato e riceve un Rapporto di sintesi sul Processo di pianificazione e di
riesame (PARP) del Partenariato per la Pace.
Riunitosi a livello ministeriale, il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia
(PJC) si felicita per le misure assunte per rafforzare la consultazione e la cooperazione,
discute della situazione nella ex Jugoslavia ed esamina le priorità militari e di difesa nel
contesto del dialogo NATO-Russia.
ALLEGATO “I”
I-197
13 giugno
La NATO annuncia l’attribuzione di 54 borse di ricerca NATO-EAPC a cittadini
dei paesi membri dell’EAPC.
19-20 giugno
Alla riunione del Consiglio dell’Unione Europea a Feira, Portogallo, si adottano
delle proposte tese ad istituire 4 gruppi di lavoro ad hoc per occuparsi della
cooperazione NATO-UE.
25 giugno
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione
sull’arresto da parte di SFOR di Dusko Sikirica, accusato dal Tribunale penale
internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY).
27 giugno
Visita alla NATO del Presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev.
28 giugno
Il ten.generale USA Kernan viene nominato successore dell’ammiraglio Gehman
quale Comandante supremo alleato dell’Atlantico (SACLANT) dal settembre 2000.
17 luglio Il
Presidente croato Stipe Mesic visita la NATO.
17-19 luglio
Missione conoscitiva del Consiglio Atlantico nei Balcani.
24 luglio
Il generale Valery Manilov, primo vice Capo dello Stato maggiore generale delle
forze armate russe, espone al Consiglio congiunto permanente NATO-Russia la dottrina
militare russa e la percezione russa del Concetto strategico dell’Alleanza.
ALLEGATO “I”
I-198
24-29 luglio
Seminario nel quadro del programma di cooperazione nel campo della sicurezza tra
la NATO e la Bosnia Erzegovina presso il Centro internazionale norvegese per la difesa
di Sessvollmoen, Norvegia.
27 luglio
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione in cui
si compiace della dichiarazione di Airlie House effettuata da importanti personalità
kosovare di etnia albanese e serbe, quale importante passo verso la riconciliazione tra
tutti i gruppi etnici del Kosovo.
10 agosto
Il ten.generale Thorstein Skiaker, dell’esercito norvegese, è nominato dalla
primavera del 2001 Comandante di KFOR.
22 agosto
La NATO presenta le proprie condoglianze alla Russia per la perdita
dell’equipaggio del sottomarino “Kursk ”.
1 settembre
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson rilascia una dichiarazione sulla
decisione USA di continuare le prove e lo sviluppo di un limitato sistema di Difesa
nazionale antimissile, sottolineando l’importanza di una continua consultazione con gli
Alleati.
8 settembre
Il generale USA Michael L.Dodson sostituisce il generale USA Ronald E.Adams
quale Comandante di SFOR.
13 settembre
Il Primo Ministro sloveno Andrei Bajuk visita la NATO.
ALLEGATO “I”
I-199
Carl Bildt,inviato speciale dell’ONU per i Balcani relaziona il Consiglio Atlantico
presso la sede della NATO.
18 settembre
George Papandreou, Ministro degli esteri greco, diviene Presidente onorario del
Consiglio Atlantico, succedendo a Joschka Fischer, Ministro degli esteri tedesco.
19 settembre
Nella loro prima riunione,il Consiglio Atlantico e il Comitato politico e di sicurezza
provvisorio della UE, fanno il bilancio dei progressi conseguiti nei gruppi di lavoro ad
hoc UE-NATO creati per stabilire le disposizioni per l’accesso della UE ai mezzi
collettivi della NATO e i meccanismi di consultazione permanente tra la NATO e la
UE.
20-29 settembre
Un’esercitazione in caso di calamità -“Transcarpathia 2000”- che simula delle
grandi inondazioni, viene effettuata nell’Ucraina occidentale nel quadro del Partenariato
per la Pace e del Piano di lavoro NATO-Ucraina. Vi partecipano 350 uomini dei servizi
di reazione in caso di calamità di 11 paesi dell’EAPC.
27 settembre
Il Primo Ministro Kjubco Georgievski della Repubblica ex jugoslava di Macedonia
visita la NATO per discussioni con il Segretario generale della NATO Lord Robertson.
4-6 ottobre
Il Comitato politico della NATO visita l’Ucraina.
5 ottobre
Visita alla NATO del Segretario generale dell’ONU Kofi Annan per discutere delle
sfide alla sicurezza nei Balcani e del contributo della NATO alle operazioni di
mantenimento della pace dell’ONU.
ALLEGATO “I”
I-200
6 ottobre
A seguito delle elezioni contestate del 24 settembre, delle manifestazioni di protesta
a Belgrado e dell’occupazione del Parlamento federale, Vojislav Kostunica, leader
dell’opposizione democratica di Serbia, viene riconosciuto a livello internazionale quale
nuovo Presidente della Jugoslavia, costringendo l’ex Presidente Slobodan Milosevic a
lasciare la carica.
10 ottobre
In una riunione informale dei Ministri della difesa della NATO a Birmingham nel
Regno Unito,il Segretario generale della NATO Lord Robertson si felicita per la
transizione democratica che sta avvenendo nella Repubblica federale di Jugoslavia e
manifesta amicizia per quel popolo.
13 ottobre
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sulla
operazione della SFOR per arrestare Janko Janjicic accusato di crimini di guerra.
13-14 ottobre
Seminario sugli Strumenti politico/militari per la prevenzione dei conflitti
nell’ambito del programma del Consiglio di partenariato euro-atlantico
(EAPC)/Partenariato per la Pace (PfP) a Lubiana, Slovenia.
16 ottobre
Il generale italiano Carlo Cabigiosu sostituisce il generale spagnolo Juan Ortuño
quale Comandante della KFOR.
18 ottobre
Riunione alla NATO del Gruppo di lavoro NATO-Ucraina sulla cooperazione
scientifica e ambientale.
Carla Del Ponte, Procuratore del Tribunale penale internazionale per la ex
Jugoslavia (ICTY)a L’Aia, parla davanti al Consiglio di partenariato euro-atlantico
(EAPC) presso la sede della NATO.
ALLEGATO “I”
I-201
30 ottobre
Dichiarazione di Lord Robertson sul positivo svolgimento delle elezioni locali in
Kosovo del 28 ottobre.
L’OSCE dichiara Ibrahim Rugova, leader della Lega democratica del Kosovo,
vincitore delle elezioni amministrative.
31 ott.-3 nov.
Assemblea generale dell’Associazione del Trattato Atlantico a Budapest.
1-10 novembre
L’esercitazione Cooperative Determination ha luogo a Lucerna, Svizzera. A tale
esercitazione prendono parte 9 paesi della NATO e 11 paesi partner,come pure delle
organizzazioni internazionali,tra cui il Comitato internazionale della Croce Rossa e
l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati,per addestrare i partecipanti alle
procedure delle operazioni a sostegno della pace.
2-3 novembre
Rappresentanti della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) e dell’Assemblea
parlamentare della NATO si riuniscono presso la sede della NATO di Bruxelles per
discutere della cooperazione NATO-Ucraina.
9 novembre
Riunione del Consiglio Atlantico con il Comitato politico e di sicurezza provvisorio
dell’Unione Europea.
Visita alla NATO di George Soros per discussioni con il Segretario generale della
NATO Lord Robertson su una possibile cooperazione volta a rafforzare la società
democratica nell’Europa sud-orientale e nell’Asia centrale.
10 novembre
La Jugoslavia è ammessa all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa (OSCE) quale 55° stato partecipante.
ALLEGATO “I”
I-202
11 novembre
Le elezioni generali in Bosnia Erzegovina si concludono con significative vittorie
dei partiti nazionalisti in tutti e tre i gruppi etnici.
13 novembre
Il Consiglio dei Ministri dell’Europa occidentale (WEU), riunito a Marsiglia,prende
delle decisioni relative al trasferimento all’Unione Europea delle funzioni operative
della WEU e in merito alle disposizioni relative alle rimanenti funzioni e strutture della
WEU.
15-17 novembre
Il Comitato militare della NATO visita la Bosnia Erzegovina e il Kosovo.
16 novembre
La Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) ratifica il Trattato per la totale messa al
bando degli esperimenti nucleari.
20 novembre
Il Primo Ministro bulgaro Ivan Kostov visita la NATO.
21 novembre
Nella Conferenza per l’impegno delle capacità a Bruxelles, i Ministri della difesa
dell’Unione Europea e dei paesi Partner offrono forze sostanziali in grado di fornire le
capacità militari per conseguire l’Obiettivo primario della UE stabilito a Helsinki nel
dicembre 1999, per consentire alla UE di dispiegare,a partire dal 2003, forze militari
sino a 60.000 uomini per delle operazioni di gestione delle crisi.
22 novembre
Visita alla NATO del Cancelliere della Repubblica federale di Germania Gerhard
Schröder.
ALLEGATO “I”
I-203
24 novembre
Visita alla NATO di Mikulas Dzurinda, Primo Ministro slovacco.
28 novembre
Visita alla NATO di Vaira Vike-Freiberga, Presidente della Lettonia.
Visita alla NATO di Aleksander Kwasniewski, Presidente della Polonia.
29 novembre
Dichiarazione del Segretario generale della NATO Lord Robertson sul riaccendersi
della violenza nella Serbia meridionale, lungo il confine con il Kosovo.
5 dicembre
Riunitosi a livello di Ministri della difesa, il Consiglio congiunto permanente
NATO-Russia sottolinea il proprio impegno per un forte e stabile partenariato NATO-
Russia teso a rafforzare la stabilità e la sicurezza euro-atlantica.
Il Consiglio inoltre esamina la situazione nella ex Jugoslavia, i progressi nella
cooperazione tra ufficiali della NATO e russi allo SHAPE, la cooperazione tra le forze
NATO e russe nella SFOR e nella KFOR, le possibilità di ampliare la futura
cooperazione, e l’apertura di un Ufficio militare di collegamento della NATO a Mosca.
6 dicembre
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson annuncia che dei colloqui sulle
Misure per accrescere la fiducia tra Grecia e Turchia hanno portato ad un accordo tra i
due paesi per la reciproca notifica preventiva di esercitazioni nazionali.
7 dicembre
Riunione al vertice dell’Unione Europea a Nizza. I leader della UE adottano
ulteriori misure per rafforzare la politicadi sicurezza e di difesa europea e stabiliscono
dei dispositivi di consultazione e cooperazione tra la NATO e la UE.
Boris Trajkovski, Presidente della Repubblica ex jugoslava di Macedonia visita la
NATO.
ALLEGATO “I”
I-204
14 dicembre
I Ministri della difesa della NATO,riunitisi a Bruxelles, esaminano i piani nazionali
di difesa per il 2001-2005 e adottano un piano delle forze che risponde alle esigenze del
futuro contesto di sicurezza. Viene inoltre approvata la nuova Direttiva ministeriale che
fornirà il quadro per la pianificazione della difesa della NATO e dei singoli paesi sino al
2008.
George W.Bush viene nominato Presidente degli Stati Uniti in seguito alla
decisione della Corte Suprema degli USA a favore del candidato presidenziale
repubblicano.
Riunione ministeriale della Commissione NATO-Ucraina a Bruxelles. I Ministri
degli esteri si felicitano per i positivi progressi compiuti in differenti settori della
cooperazione NATO-Ucraina e approvano un ambizioso Piano di lavoro per il 2001. I
Ministri degli esteri esaminano lo stato della cooperazione nei Balcani,il Partenariato
per la Pace, i contatti parlamentari, la pianificazione civile di emergenza, la riforma
della difesa e le misure contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. I
Ministri esprimono apprezzamento per la decisione di chiudere la centrale nucleare di
Chernobyl.
15 dicembre
Riunione ministeriale dell’EAPC. I Ministri degli esteri esaminano la situazione
nella ex Jugoslavia e valutano altri aspetti della cooperazione tra cui il futuro ruolo
dell’EAPC e il contributo alle iniziative di cooperazione regionale.
Viene pubblicato il Piano d’azione dell’EAPC per 2000-2002.
Riunione ministeriale del Consiglio Atlantico. I Ministri degli esteri esaminano i
progressi compiuti in tutte le attività dell’Alleanza,tra cui il rapporto della NATO con
l’Unione Europea e il processo volto a stabilire disposizioni per la cooperazione
NATO/UE nel contesto dell’ESDI.
La NATO rilascia un rapporto sulle Opzioni riguardanti le Misure per accrescere la
fiducia e la sicurezza (CSBM), le verifiche, la non proliferazione, il controllo degli
armamenti e il disarmo.
ALLEGATO “I”
I-205
Riunione ministeriale del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia. I
Ministri degli esteri esaminano la situazione nella ex Jugoslavia, felicitandosi per i
pacifici mutamenti democratici nella Repubblica federale di Jugoslavia.
I Ministri inoltre esaminano i progressi nella cooperazione NATO-Russia in merito
alle discussioni in corso su strategia e dottrina,controllo degli armamenti, proliferazione,
infrastrutture militari, armamenti nucleari, riqualificazione del personale militare e
ricerca e salvataggio in mare.
I Ministri degli esteri procedono ad uno scambio di lettere sull’istituzione di un
Ufficio informazione della NATO a Mosca per accrescere nell’opinione pubblica la
comprensione dell’evolversi delle relazioni NATO-Russia.
ALLEGATO “I”
I-206
2001
10 gennaio
Visita alla NATO del Ministro degli esteri della Repubblica federale di Jugoslavia
Goran Svilanovic.
Dichiarazione del Segretario generale sull’uso nei Balcani di munizioni contenenti
uranio impoverito.
12 gennaio
Istituzione di un Comitato ad hoc della NATO sull’uranio impoverito che funga da
centro per lo scambio di informazioni e il coordinamento su tale argomento.
18 gennaio
L’autorità di comando sulle forze a guida NATO in Kosovo (KFOR) è trasferita dal
Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa (SHAPE) alle Forze alleate
dell’Europa meridionale (AFSOUTH) con sede a Napoli.
24 gennaio
Visita alla NATO del Primo Ministro rumeno Adrian Nastase.
Viene bandito un concorso internazionale per il progetto della nuova sede della
NATO.
Nella riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia gli ambasciatori
convengono sulle misure per attuare il Programma di lavoro del PJC per il 2001.
25 gennaio
Un progetto di aiuti umanitari è attuato dai paesi della NATO e dai paesi
partner,sotto la direzione dell’Agenzia della NATO per la manutenzione e
l’approvvigionamento (NAMSA), per aiutare l’Albania a distruggere gli stock di mine
antiuomo.
ALLEGATO “I”
I-207
30 gennaio
Visita alla NATO dell’ex Rappresentante speciale del Segretario generale
dell’ONU in Kosovo Bernard Kouchner.
31 gennaio
Visita alla NATO di Rolandas Paksas,Primo Ministro della Repubblica di Lituania.
5 febbraio
Prima riunione del Consiglio Atlantico e del Comitato politico e di sicurezza della
UE a livello di ambasciatori, sulla base delle nuove disposizioni permanenti di
consultazione NATO-UE. Le discussioni si focalizzano sulle relazioni NATO-UE e sul
contributo di entrambi gli organismi alla gestione delle crisi nei Balcani occidentali.
6 febbraio
Visita alla NATO di Ruud Lubbers nuovo Alto Commissario dell’ONU per i
rifugiati.
14-16 febbraio
Seminario annuale sull’attuazione di aspetti del Trattato sulle Forze armate
convenzionali in Europa (CFE) organizzato dal Comitato per il coordinamento delle
verifiche della NATO, con la partecipazione di rappresentanti di 30 paesi parti del
trattato.
15 febbraio
Nebojsa Covic, vice Primo Ministro serbo, ed il Ministro degli esteri jugoslavo
Vislanovic relazionano il Consiglio Atlantico sull’iniziativa tesa a cercare una soluzione
pacifica per i conflitti nella Serbia meridionale.
15-21 febbraio
La NATO effettua una esercitazione annuale di gestione delle crisi (CMX 2001),
cui partecipano per la prima volta 14 paesi del Partenariato per la Pace.
ALLEGATO “I”
I-208
16 febbraio
Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione per condannare
l’attacco ad un autobus nei pressi di Podujevo, in Kosovo,in cui vennero uccisi o feriti
civili serbi.
18 febbraio
Dichiarazione del Segretario generale della NATO che condanna l’escalation della
violenza nella Serbia meridionale.
18-22 febbraio
Unità della Forza navale permanente della NATO in Atlantico effettuano una
esercitazione di aiuto umanitario nei Caraibi, per valutare le capacità a fornire aiuti
umanitari in seguito a tempeste e uragani tropicali.
20 febbraio
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson inaugura il nuovo Ufficio
informazione della NATO a Mosca.
23 febbraio
Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione felicitandosi per la
creazione di un nuovo governo in Bosnia Erzegovina composto da partiti democratici.
26 febbraio
NATO e Ucraina firmano un accordo sulla Attuazione pratica del Programma
NATO-Ucraina riguardante la riqualificazione del personale militare ucraino posto in
congedo, o che lo sarà, per l’anno 2001.
27 febbraio
Riunione del Consiglio Atlantico in sessione dei Ministri degli esteri,cui partecipa
il nuovo Segretario di stato USA Colin Powell.
Rappresentanti dell’ONU, della UE, dell’OSCE, dell’UNHCR e della NATO si
riuniscono presso la sede della NATO a Bruxelles per discutere dell’aumento della
ALLEGATO “I”
I-209
tensione nella valle di Presevo, concentrandosi su come coordinare la loro azione per
contribuire a ridurre il numero di scontri armati e prevenire il propagarsi della violenza
nella regione.
Il Consiglio Atlantico manifesta nuovamente la propria preoccupazione per la
situazione nella Serbia meridionale e condanna i continui atti di violenza.
Nel contesto del Partenariato per la Pace,la NATO rende noti i dettagli la cui
esecuzione è affidata all’Agenzia della NATO per la manutenzione e
l’approvvigionamento (NAMSA),per fornire assistenza e addestramento al governo
della Moldavia per la distruzione di mine terrestri antiuomo e di altro munizionamento.
28 febbraio
Visita alla NATO del Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU in
Kosovo Hans Aekkerup.
Il Consiglio congiunto permanente NATO-Russia discute degli sviluppi nella
Repubblica federale di Jugoslavia e della cooperazione NATO-Russia in Kosovo
(KFOR).
Il Segretario generale Lord Robertson annuncia che la NATO è pronta ad applicare
una riduzione scaglionata e condizionata della zona di sicurezza terrestre lungo il
confine del Kosovo e nomina un rappresentante personale per la regione per contribuire
allo sviluppo di una soluzione pacifica del conflitto.
2 marzo
Il Segretario generale della NATO rilascia una dichiarazione per condannare i
violenti incidenti nell’area di confine della Macedonia.
4 marzo
In seguito ad un accordo tra la NATO e il governo jugoslavo, truppe jugoslave
entrano nella Zona di sicurezza terrestre, il corridoio di 5 chilometri lungo il confine tra
la Serbia meridionale e il Kosovo, per la prima volta dopo il loro ritiro dal Kosovo nel
giugno 1999.
ALLEGATO “I”
I-210
5 marzo
Visita alla NATO del Presidente bulgaro Petar Stoyanov.
8 marzo
Il Consiglio Atlantico annuncia misure relative alla Serbia meridionale e alla
Repubblica ex jugoslava di Macedonia, inclusa una riduzione scaglionata della Zona di
sicurezza terrestre.
9 marzo
Visita alla NATO del Ministro degli esteri della Repubblica ex jugoslava di
Macedonia, Srgjan Kerim.
13 marzo
La NATO si felicita per la pubblicazione del rapporto del Programma dell’ONU
per l’ambiente (UNEP) sui possibili rischi per la salute associati all’uso di munizioni
all’uranio impoverito in Kosovo.
9 marzo
Visita alla NATO dell’Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina Wolfgang
Petrisch.
20-29 marzo
Durante un corso di studi avanzati sponsorizzato dalla NATO a Budapest, degli
esperti analizzano aspetti scientifici e tecnici relativi all’attuazione del Protocollo della
Convenzione sulle armi biologiche e tossiche (BTWC).
21 marzo
Il Consiglio Atlantico approva ulteriori misure per accrescere la stabilità nei
Balcani meridionali e rendere manifesto il proprio sostegno al governo di Skopje, tra cui
la nomina dell’Ambasciatore Hans-Joerg Eiff quale Alto Rappresentante civile della
NATO a Skopje.
ALLEGATO “I”
I-211
Riunione del Consiglio di partenariato euro-atlantico (EAPC). Gli ambasciatori
esprimono il loro sostegno al governo della Repubblica ex jugoslava di Macedonia,
condannano la violenza degli estremisti e si compiacciono per le misure assunte per
rafforzare la sicurezza delle frontiere.
Visita alla NATO di Jakob Kellenberger, Presidente del Comitato internazionale
della Croce Rossa.
26 marzo
Il Segretario generale della NATO Lord Robertson e l’Alto Rappresentante della
UE Javier Solana visitano Skopje per riaffermare il loro sostegno al governo della
Repubblica ex jugoslava di Macedonia e per sollecitare moderazione nella reazione
nell’attuale conflitto.
28 marzo
Riunione del Consiglio congiunto permanente NATO-Russia. Gli ambasciatori
discutono della situazione nei Balcani e della cooperazione NATO-Russia nella KFOR
e si felicitano per gli sforzi internazionali volti a prevenire l’escalation di tensioni
etniche nella regione.
29 marzo
Dichiarazione del Segretario generale della NATO sui colpi da mortaio nei pressi di
Krivenik in Kosovo,in cui dei civili sono stati uccisi o feriti.
3 aprile
Visita nei Balcani (Macedonia e Kosovo) del Segretario Generale della NATO e
degli ambasciatori dei 19 paesi membri.
6 aprile
Il parlamento Bulgaro ratifica l’accordo che autorizza il transito di forze NATO sul
territorio Bulgaro.
ALLEGATO “I”
I-212
15 aprile
Dragan Obrenovic, accusato di crimini di guerra da Tribunale criminale
Internazionale per la Yugoslavia (ICTY) viene arrestato da forze SFOR.
24 Aprile
Israele, prima tra le sette nazioni partecipanti all’Iniziativa di Dialogo per il
Mediterraneo, firma l’accordo sulla sicurezza con la NATO.
26 aprile
Una delegazione di leader politici in rappresentanza dei vari gruppi etnici del
Kosovo si incontra con Lord Robertson e con il Consiglio Atlantico.
15 maggio
Il neo eletto primo ministro della Moldavia si incontra a Bruxelles con Lord
Robertson e dichiara l’intenzione di estendere la cooperazione con la NATO
nell’ambito della “Partnership for Peace”.
6 giugno
Il presidente dell’Armenia, Robert Kocharian, si incontra a Bruxelles con Lord
Robertson per discutere sulle tensioni fra Armenia ed Adzerbaijan sulla regione del
Nagorno-Karabakh.
12 giugno
Per la prima volta si incontrano congiuntamente a Bruxelles il Comitato Militare
della NATO ed il Comitato Militare della EU per scambiare informazioni sullo sviluppo
della cooperazione NATO-EU per la sicurezza.
20 giugno
Il Consiglio Atlantico risponde alla richiesta del presidente macedone Trajkovsky
per l’assistenza finalizzata alla demilitarizzazione del National Liberation Army (NLA)
ed per il disarmo delle organizzazioni estremistiche albanesi operanti in Macedonia.
ALLEGATO “I”
I-213
5 luglio
Accordo sul “cessate- il fuoco” in Macedonia.
10 agosto
Vidoje Blagojevic, comandante serbo-bosniaco accusato di genocidio dal Tribunale
Internazionale per i Crimini di Guerra in Jugoslavia, viene arrestatola forze SFOR.
15 agosto
Dragan Jokic, accusato di contro l’umanità e crimini di guerra dal Tribunale
Internazionale per i Crimini di Guerra in Jugoslavia, si arrende a truppe SFOR
22 agosto
Gli avvenimenti in Macedonia sono gli argomenti principali del Consiglio Atlantico
della NATO e del Political and Security Commettee (PSC) dell’Unione Europea.
11 settembre
Attentato al World Trade Centre di New York ed al Pentagono. Nel corso di un
meeting speciale tenuto nella sera, gli alleati NATO dichiarano che gli Stati Uniti
possono contare sul loro supporto e sulla loro assistenza.
13 settembre
Durante un meeting del NATO-Russia Permanent Joint Coucil (PJC) i paesi
membri NATO e la Russia rimarcano la loro indignazione per l’attentato dell’11
settembre.
14 settembre
Durante un meeting della Commissione NATO-Ucraina vengono espresse
condoglianze per le vittime dell’attentato dell’11 settembre, che viene considerato come
un attacco diretto alle fondamenta della democrazia per l’intero mondo.
ALLEGATO “I”
I-214
2 ottobre
Frank Taylor, ambasciatore degli USA, si rivolge al consiglio Atlantico per
informare che, secondo quanto risulta dalle investigazioni, l’attentato dell’11 settembre
è stato organizzato dalla rete terroristica “Al-Qaida” (guidata da Osama Bin Laden),
sotto la protezione del governo Talebano dell’Afghanistan. Viene confermata la
richiesta di applicazione dell’articolo 5 del trattato. Il Presidente Polacco Kwasniewsky
si incontra nella stessa giorna ta con Lord Robertson.
3 ottobre
Il Presidente Russo Putin si incontra a Bruxelles con Lord Robertson.
8-10 ottobre
Lord Robertson si incontra negli Stati Uniti con il Presidente Bush ed altri politici
americani per discutere sul terrorismo, sulla situazione dei Balcani e sulle relazioni con
la Russia.
18 ottobre
Visita congiunta di rappresentanti NATO-EU-OSCE a Skopje, in Macedonia.
7 novembre
Visita di Lord Robertson a Skopje e Pristina.
17 novembre
Elezioni legislative nella regione del Kosovo. Vengono eletti 120 membri di una
assemblea provvisoria con competenze su salute, educazione e trasporti.
21-23 novembre
Lord Robertson visita la Mosca con lo scopo di esplorare i modi di sviluppare un
nuovo livello di cooperazione con la Russia.
ALLEGATO “I”
I-215
2002
9 gennaio
Gli Ambasciatori dei sette paesi partecipanti all’iniziativa di dialogo con il
Mediterraneo si incontrano con il Consiglio Atlantico.
10 gennaio
Lord Robertson si reca in Spagna e Portogallo per incontrare i nuovi presidenti di
EU ed OSCE.
8 febbraio
durante una visita di Lord Robertson a Skopje, il Presidente Macedone Trajkovsky
richiede l’estensione di ulteriori tre mesi della operazione NATO in Macedonia iniziata
nel settembre 2001.
13 marzo
Prima visita della triade presidenziale della Bosnia-Herzegovina al quartier
generale della NATO.
22 marzo
Lord Robertson viene invitato al meeting informale dei Ministri della Difesa EU a
Saragozza.
9 aprile
Lord Robertson si incontra a Washington con il Presidente Bush e con altri
elementi di vertice del governo USA.
30 aprile
Incontri NATO-EU tra Lord robertson ed il Rappresentante Comune per la Politica
Estera e di Sicurezza dell’EU Javier Solana.
ALLEGATO “I”
I-216
21 maggio
La NATO estende la durata della operazione in Macedonia di altri quattro mesi,
fino al 26 Ottobre 2002.
28 maggio
A Roma si incontrano i Capi di Stato e di Governo dei paesi membri NATO e della
federazione russa, per lanciare formalmente il “NATO-Russia Council” (consiglio a
20), che servirà ad accelerare ed a dare maggiore qualità alle relazioni fra NATO e
Russia.
11 giugno
Il re di Giordania, Abdullah II, in visita la Quartier Generale della NATO, si
incontra con il Segretario Generale Lord Robertson e discute sulla partecipazione della
Giordania all’iniziativa di Dialogo per il Mediterraneo.
luglio
Miroslav Deronjic e Radovan Stankovic, ricercati dal Tribunale Internazionale per i
crimini di Guerra in Yugoslavia, vengono arrestati da forze SFOR.
8 ottobre
Lord Robertson al parlamento Europeo su politica estera, difesa dei diritti umani e
sicurezza comune.
11 ottobre
Truppe NATO in Bosnia-herzegovina (SFOR) trovano prove che una compagnia
locale ha esportato armi in IRAQ nonostante l’embargo.
11 novembre
Lord Robertson si incontra a Bruxelles con il presidente Russo Putin per discutere
sull’agenda del prossimo summit NATO di Praga e sullo stato della cooperazione
NATO-Russia.
ALLEGATO “I”
I-217
21 novembre
Al summit di Praga la NATO invita sette nazioni (Bulgaria, Estonia, Latria,
Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia) ad iniziare le trattative di adesione
all’Alleanza.
I paesi membri della NATo si impegnano a sviluppare nuove capacità da mettere a
disposizione dell’Alleanza per fronteggiare le nuove minacce del ventunesimo secolo.
22 novembre
Nella riunione della Commissione NATO-Ucraina (NUC) tenutasi a Praga viene
adottato il “NATO-Ucraina Action Plan”.
29 novembre
Su richiesta Macedone, la NATO decide di prolungare il supporto militare con una
nuova missione, a partire dal 16 Dicembre 2002. Lord robertson visita Tirana e
Skopje.
16 dicembre
Dichiarazione comune EU-NATO per una più stretta cooperazione politica e
militare fra le due organizzazioni.
ALLEGATO “I”
I-218
2003
16 gennaio
lord Robertson incontra il nuovo presidente EU ad Atene.
29 gennaio
Iniziano formalmente le trattative di adesione all’Alleanza per le nuove sette
nazioni invitate (Bulgaria, Estonia, Latria, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia).
4 febbraio
Viene deciso che forze navali NATO scorteranno navi mercantili e civili attraverso
lo Stretto di Gibilterra.
La “Repubblica Federale di Yugoslavia” cambia nome e diventa “Serbia e
Montenegro”.
6-19 febbraio
Il Consiglio Atlantico si riunisce per considerare la proposta di misure deterrenti e
difensive contro una possibile minaccia per la Turchia.
17 febbraio
Haradin Bala, Isak Musliu e Agim Murtezi, ricercati dal Tribunale Internazionale
per i Crimini di guerra in Yugoslavia, vengono arrestati in Kossovo da forze KFOR.
19 febbraio
Il Defence Planning Committee autorizza l’uso di velivoli AWACS e di strumenti
di difesa contro missili ed armi chimiche e biologiche per la protezione della Turchia.
26 febbraio
I velivoli AWACS arrivano alla base aerea di Konya, in Turchia.
ALLEGATO “I”
I-219
10 marzo
Navi da guerra alleate iniziano a scortare navi civili nello Stretto di Gibilterra,
nell’ambito del supporto alla guerra al terrorismo.
13 maggio
Per la prima volta si riunisce a Mosca il “Consiglio NATO-Russia (NRC)”,
presieduto dal Segretario Generale Lord Robertson.
21 maggio
La NATO conferma il prolungamento del supporto alle Nazioni Unite nella
missione in Kosovo.
3 giugno
Il Consiglio Atlantico approva l’offerta di supporto della Polonia nell’ambito della
Forza di Stabilizzazione in IRAQ.
12-13 giugno
I Ministri della Difesa dei paesi membri della NATO approvano la riforma della
struttura dei Comandi e pianificano la creazione di una “NATO Response force”.
18-20 giugno
Viene stabilito lo “Al lied Command Trasformation” al posto del precedente “Al
lied Command Atlantic”.
21 giugno
Lord Robertson partecipa al summit dell’Unione Europea sui Balcani tenuto a
Thessaloniki.
2 luglio
La Russia termina la propria missione dal Kosovo, e ritira il proprio contingente
dalla regione dopo quattro anni di servizio con la forza di “peacekeeping” guidata dalla
NATO.
ALLEGATO “I”
I-220
4 luglio
Il Segretario Generale della NATO, Lord robertson, si reca in visita a Roma in
occasione dell’inizio di presidenza italiana dell’unione Europea.
12 luglio
Le prime truppe NATO arrivano a Kabul per preparare il passaggio di
responsabilità alla NATO della missione di mantenimento della pace in Afgahnistan.
16 luglio
A Bruxelles si svolge la prima “Generation Conference” per la nuova Forza di
Risposta (Response Force).
16 luglio
Il Consiglio Atlantico approva l’estensione, fino al 15 Dicembre 2003, della
concessione di forze NATO all’Unione Europea per l’operazione in Macedonia.
23 luglio
Il NRC (NATO-Russia Council) richiama le autorità bosniache perché aumentino
gli sforzi per riformare le forze armate e creare una struttura di comando e che consenta
un effettivo controllo democratico da parte degli organi politici e di stato.
29 luglio
Unione Europea e NATO raggiungono un accordo sulla sicurezza e stabilità nei
Balcani Occidentali.
4 agosto
Il Portogallo ricorre all’EADRCC (Euro-Atlantic Disaster Response Coordination
Centre) per richiedere urgentemente velivoli speciali, per combattere l’ondata di incendi
che divampano nella regione.
ALLEGATO “I”
I-221
11 agosto
La NATO prenda la guida della missione in Afghanistan. Per la prima volta nella
sua storia, l’Alleanza interviene al di fuori dell’area Euro-Atlantica e guida una forza
per il mantenimento della pace di 5500 uomini (ISAF) nel Medio Oriente.
1 settembre
Il Supremo Comando Alleato per l’Europa (SACEUR) viene ufficialmente
rinominato Allied Command Operations (ACO).
ALLEGATO “L”
L-1
PRINCIPALI SIGLE DI USO COMUNE AAP Pubblicazione Amministrativa Alleata ABM Missile antimissile (Trattato 1972) AC Comitato dell ’Alleanza ACCHAN Comando alleato della Manica ACCIS Sistema automatizzato di comando e controllo delle informazioni ACCS Sistema di comando e controllo per la difesa aerea ACE Comando alleato in Europa ACLANT Comando alleato dell ’Atlantico ADP Elaborazione automatica dei dati AEW Sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza AFCENT Forze alleate dell’Europa centrale AFNORTH Forze alleate dell’Europa settentrionale AFNORTHWEST Forze alleate dell’Europa nord-occidentale AFSOUTH Forze alleate dell’Europa meridionale AGARD Gruppo consultivo per la ricerca e lo sviluppo aerospaziale (riorganizzato come Organizzazione della NATO per la Ricerca e la Tecnologia (RTO)) AIRCENT Forze aeree alleate dell’Europa centrale AIRNORTHWEST Forze aeree alleate dell’Europa nord-occidentale AJP Pubblicazione alleata interforze ALMC Missile di crociera aviolanciato ALP Pubblicazione alleata sulla logistica AMF Forza mobile di ACE AOR Area di responsabilità AP Pubblicazione alleata APA Gruppo consultivo sulla politica atlantica AQAP Pubblicazione alleata sulla garanzia di qualità ARRC Unità di reazione rapida di ACE AR
ALLEGATO “L”
L-2
Seminario di ricerca avanzata (Programma scientifico della NATO) ASG Segretario generale aggiunto ASI Corsi di studi avanzati (Programma scientifico della NATO) ASR Requisiti di standardizzazione dell’Alleanza ASW Guerra antisom ATA Associazione del Trattato Atlantico AWACS Sistema aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo BALTAP Forze alleate del Baltico BICES Sistema di raccolta e di utilizzo delle informazioni del campo di battaglia BMEWS Sistema di avvistamento a distanza di missili balistici BTWC Convenzione sulle armi biologiche e tossiche CALS Acquisizione e sostegno continuo dei sistemi CAPC Comitato di pianificazione dell’aviazione civile CAPS Sistema di pianificazione degli armamenti convenzionali CAS Appoggio aereo ravvicinato CBC Comitato del bilancio civile CBM Misure per accrescere la fiducia CCC Cellula di coordinamento delle capacità CCMS Comitato per le sfide della società moderna CCPC Comitato di pianificazione delle comunicazioni civili CDE Conferenza sulle misure per accrescere la fiducia e la sicurezza e sul disarmo in Europa CEE (ECO) Europa centrale ed orientale CENTAG Gruppo di armate centrale, Europa centrale CEOA Agenzia di gestione per l ’Europa centrale CEP Pianificazione civile di emergenza CEPMO(A) Organizzazione (Agenzia) di gestione degli oleodotti dell’Europa centrale CEPS Sistema di oleodotti dell’Europa centrale CFE Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (1990) CFE-1A Atto conclusivo dei Negoziati sull’entità degli effettivi nell’ambito del Trattato CFE (1992) CFSP (PESC)
ALLEGATO “L”
L-3
Politica estera e di sicurezza comune CHANCOM Comitato della Manica CIMIC Cooperazione Civile/Militare CINCEASTLANT Comandante in capo dell’area dell ’Atlantico orientale CINCENT Comandante in capo delle forze alleate in Europa centrale CINCHAN Comandante in capo alleato della Manica (incarico soppresso nel 1994) CINCIBERLANT Comandante in capo dell’area iberica dell’Atlantico CINCNORTH Comandante in capo delle forze alleate nell’Europa settentrionale CINCSOUTH Comandante in capo delle forze alleate nell’Europa meridionale CINCUKAIR Comandante in capo delle forze aeree del Regno Unito CINCWESTLANT Comandante in capo dell’area dell ’Atlantico occidentale CIO Presidente in carica (OSCE) CIS Comunità di stati indipendenti CIS Sistemi di comunicazione e informatici CJTF Gruppi operativi interforze multinazionali C-M Memorandum del Consiglio CNAD Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti COEC Comitato per le operazioni del Consiglio e le esercitazioni COMEDS Comitati dei responsabili dei servizi medici militari nella NATO CONMAROPS Dottrina delle operazioni marittime CP Pacchetto di capacità CPC Centro per la prevenzione dei conflitti CPC Comitato per la protezione civile CPSU (PCUS) Partito comunista dell’Unione Sovietica CPX Esercitazione di posto di comando CRG Sovvenzione alla ricerca in cooperazione (Programma scientifico della NATO) CSBM Misure per accrescere la fiducia e la sicurezza CSCE Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (dal gennaio 1995 Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)) CST
ALLEGATO “L”
L-4
Negoziati sulla stabilità convenzionale C3 Consultazione,Comando e Controllo CUSRPG Gruppo di pianificazione regionale Canada-Stati Uniti CWC Convenzione sulle armi chimiche (1993) DCA Aeromobile a doppia capacità DCI Iniziativa sulle capacità della difesa DGP Gruppo difesa ad alto livello sulla proliferazione DIMS Direttore dello Stato Maggiore militare internazionale(IMS) DPAO Divisione per la pianificazione della difesa e le operazioni DPC Comitato di pianificazione della difesa DPQ Questionario di pianificazione della difesa DRC Comitato per il riesame della difesa DRG Gruppo di ricerca per la difesa (assorbito nell’Organizzazione di ricerca e tecnologia della NATO (RTO)) DS Divisione per il sostegno della difesa EADRCC Centro euro-atlantico di coordinamento per la reazione in caso di calamità EADRU Unità euro-atlantica di reazione in caso di calamità EAPC Consiglio di partenariato euro-atlantico ESA Agenzia spaziale europea ESDI Identità di sicurezza e di difesa europea ESDP (PESD) Politica europea di sicurezza e difesa EU (UE) Unione Europea EUROGROUP (EUROGRUPPO) Gruppo informale dei Ministri della difesa europei in ambito NATO (disciolto nel 1993) EV Visite di esperti (Programma scientifico della NATO) EW Guerra elettronica EWG Gruppo di lavoro esecutivo FAWEU Forze NATO assegnabili all’Unione dell ’Europa occidentale (WEU - UEO) FORACS Siti per il controllo della precisione delle armi e dei sensori delle forze navali della NATO FRP Regole e procedure finanziarie FSC Foro per la cooperazione nella sicurezza FSU
ALLEGATO “L”
L-5
Ex Unione Sovietica GLCM Missile da crociera lanciato da terra GNW Gruppo sulle armi nucleari GSZ Zona di sicurezza terrestre HCNM Commissione OSCE ad alto livello sulle minoranze nazionali HLG Gruppo ad alto livello HLTF Gruppo di lavoro ad alto livello sulla riduzione degli armamenti convenzionali HNS Sostegno del paese ospite I ATA Associazione internazionale del trasporto aereo ICAO Organizzazione internazionale dell’aviazione civile ICB Gara d ’asta internazionale ICBM Missile balistico intercontinentale ICRC Comitato internazionale della Croce Rossa ICTY Tribunale penale internazionale per l ’ex Jugoslavia IEPG Gruppo europeo indipendente di programmazione IFOR Forza di attuazione della NATO (in Bosnia Erzegovina) IGC Conferenza intergovernativa IISS Istituto internazionale di studi strategici IMS Stato maggiore militare internazionale INF Forze nucleari a raggio intermedio (Trattato,1987) IO Obiettivo di interoperabilità IPP Programma di partenariato individuale (PfP) IPTF Forza internazionale di polizia delle Nazioni Unite IRBM Missile balistico a raggio intermedio IRF Forze di reazione immediata IS Segretariato internazionale JCP Comitato congiunto sulla proliferazione JSB Commissione interforze (MAS) JWG Gruppo di lavoro congiunto (Gruppo di lavoro congiunto sulla riforma della difesa NATO-Ucraina) KFOR
ALLEGATO “L”
L-6
Forza per il Kosovo LANDCENT Forze alleate terrestri dell’Europa centrale LANDSOUTH Forze alleate terrestri dell’Europa meridionale LANDSOUTHCENT Forze alleate terrestri dell’Europa centro-meridionale LANDSOUTHEAST Forze alleate terrestri dell’Europa sud-orientale LCC Centro di coordinamento logistico LG Sovvenzioni di gemellaggio (Programma scientifico della NATO) LTDP Programma di difesa a lungo termine MAG Gruppo consultivo sui movimenti e i trasporti MAP Piano d ’azione per l ’adesione MARAIRMED Forze aero-marittime del Mediterraneo MAREQ Requisiti di assistenza militare MAS Agenzia militare di standardizzazione MBC Comitato del bilancio militare MBFR Riduzioni reciproche e bilanciate delle forze MC Comitato militare MCD Mezzi militari per la protezione civile MCG Gruppo per la cooperazione nel Mediterraneo MCM Misure antimine MCWG Gruppo di lavoro del Comitato militare MDF Forze principali di difesa MEADS Sistema di difesa aerea a medio raggio MILREP Rappresentante militare (presso il Comitato militare) MLM Missione militare di collegamento MLRS Sistema multiplo lancia razzi MNC Comando/ante principale della NATO (ridefinito Comando/ante strategico della NATO) MOB Base operativa principale MOD Ministero della difesa MOU Memorandum d ’intesa MRCA
ALLEGATO “L”
L-7
Aereo da combattimento polivalente (TORNADO) MSC Comando/ante principale subordinato MSU Unità di sicurezza multinazionale MTRP Piano a medio termine per le risorse NAA Assemblea del Nord Atlantico NAADC Cellula di analisi della difesa aerea della NATO NAAG Gruppo della NATO per gli armamenti delle forze terrestri NAC Consiglio Nord Atlantico NACC Consiglio di cooperazione nord atlantico NACMA Agenzia della NATO di gestione del sistema di comando e di controllo aereo NACOSA Agenzia della NATO per la conduzione e il sostegno dei CIS NADC Comitato della NATO per la difesa aerea NADEFCOL Collegio di difesa della NATO NADGE Sistema di infrastrutture elettroniche per la difesa aerea della NATO NAEWF Forze aviotrasportate di avvistamento a distanza della NATO NAFAG Gruppo della NATO per gli armamenti delle forze aeree NAHEMA Agenzia di gestione della NATO per la progettazione e lo sviluppo,la produzione e la logistica dell’elicottero NH90 NAMEADSMA Agenzia di gestione della NATO di un sistema di difesa aerea a medio raggio NAMFI Poligono missilistico della NATO NAMMA Agenzia di gestione della NATO per la progettazione e la produzione di un aereo da combattimento polivalente NAMMO Organizzazione di gestione della NATO per la progettazione e la produzione di un aereo da combattimento polivalente NAMP Pianificazione annuale della NATO degli effettivi NAMSA Agenzia della NATO per la manutenzione e l ’approvvigionamento NAMSO Organizzazione della NATO per la manutenzione e l ’approvvigionamento NAPMA Agenzia di gestione del programma aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo (AEW&C) della NATO NAPMO Organizzazione di gestione del programma aviotrasportato di avvistamento a distanza e controllo della NATO NAPR Riesame periodico degli armamenti della NATO
ALLEGATO “L”
L-8
NATO Organizzazione del Trattato Nord Atlantico NAU Unità contabile della NATO NAVNORTHWEST Forze navali alleate dell’Europa nord-occidentale NAVOCFORMED Forza navale su richiesta nel Mediterraneo NAVSOUTH Forze navali alleate dell’Europa meridionale NBC Armi nucleari,biologiche e chimiche NCARC Comitato della NATO per la revisione degli armamenti convenzionali NCCIS Sistema informatico,di comando e controllo della NATO NCISS Scuola dei sistemi di comunicazione e informatici della NATO NC3A Agenzia della NATO per la consultazione,il comando e controllo NC3B Commissione dei C3 della NATO NC3O Organizzazione dei C3 della NATO NDC Collegio di difesa della NATO NDMC Comitato della NATO degli effettivi della difesa NDMP Pianificazione della NATO degli effettivi della difesa NEFMA Agenzia di gestione della NATO per la progettazione,la produzione e la logistica dell’aereo da caccia europeo (EFA) NEFMO Organizzazione di gestione della NATO per la progettazione,la produzione e la logistica dell’aereo da caccia europeo (EFA) NEPS Sistema di oleodotti dell ’Europa settentrionale NETMO(A) Organizzazione (Agenzia)di gestione della NATO per la progettazione,la produzione e la logistica del EF 2000 e del TORNADO NFR Regole finanziarie della NATO NGO Organizzazione non governativa NHMO Ufficio di gestione della NATO del HAWK NHPLO Organizzazione della NATO per la produzione e la logistica del HAWK NHQC3S Segretariato della sede della NATO responsabile per il C3 NIAG Gruppo consultivo industriale della NATO NICS Sistema NATO integrato per le comunicazioni NIDS Servizio integrato di dati della NATO NIG
ALLEGATO “L”
L-9
Sovvenzione per una infrastruttura di rete (Programma scientifico della NATO) NIMIC Centro informazioni della NATO sulle munizioni non sensibili NMA Autorità militare della NATO NMR Rappresentante militare nazionale (presso lo SHAPE) NNAG Gruppo per gli armamenti navali della NATO NORAD Sistema di difesa aerea dell’America settentrionale NORTHAG Gruppo d ’armate settentrionale, Europa centrale NPC Comitato della NATO per gli oleodotti NPG Gruppo di pianificazione nucleare NPLO Organizzazione della NATO per la produzione e la logistica NPS Sistema della NATO per gli oleodotti NPSC Comitato direttivo di progetto della NATO NPT (TNP) Trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari (1968) NSC Centro di approvvigionamento della NATO NSIP Programma di investimenti per la sicurezza della NATO NSLB Commissione di collegamento della NATO per la standardizzazione NSN Numero di repertorio della NATO NSO Organizzazione della NATO per la standardizzazione NTG Gruppo della NATO per l ’addestramento NUC Commissione NATO-Ucraina OCC Concetto di capacità operative ODIHR Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani OECD (OCSE) Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OHR Ufficio dell’Alto Rappresentante (Bosnia) ONS Ufficio per la standardizzazione della NATO OPEC Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio OSCE Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (e x CSCE) OTAN Organizzazione del Trattato Nord Atlantico PA Divisione degli affari politici
ALLEGATO “L”
L-10
PAPS Sistema di pianificazione periodica degli armamenti PARP Processo di pianificazione e di riesame (PfP) PBEIST Commissione di pianificazione per i trasporti interni di superficie in Europa PBOS Commissione di pianificazione per i trasporti oceanici PC Comitato politico PCC Cellula di coordinamento del partenariato PCG Gruppo di coordinamento delle politiche PERM REP Rappresentante permanente (presso il Consiglio Nord Atlantico) PfP Partenariato per la Pace PIC Consiglio per l ’attuazione della pace PJC Consiglio congiunto permanente PMF Quadro politico-militare PMSC Comitato d ’indirizzo politico-militare sul Partenariato per la Pace PMSC/AHG Comitato d ’indirizzo politicomilitare/Gruppo ad hoc sulla cooperazione nel mantenimento della pace PNET Trattato sulle esplosioni nucleari sotterranee a fini pacifici (1976) PO Gabinetto del Segretario generale PPCG Gruppo provvisorio di coordinamento delle politiche PSC Alto Comando/ante subordinato PSE Elementi di stato maggiore del Partenariato per la Pace PSO Operazioni a sostegno della pace PTBT Trattato sull ’interdizione parziale degli esperimenti nucleari (1963) PWP Programma di lavoro del Partenariato (PfP) R&D Ricerca e sviluppo RRF Forza di reazione rapida R&T Ricerca e tecnologia RTO Organizzazione per la ricerca e la tecnologia SAC Comando aereo strategico SACEUR Comandante supremo delle forze alleate in Europa SACLANT Comandante supremo alleato dell ’Atlantico
ALLEGATO “L”
L-11
SACLANTCEN Centro di ricerche subacquee di SACLANT SALT Negoziati sulla limitazione degli armamenti strategici SAM Missioni di assistenza per le sanzioni SAM Missile terra-aria SATCOM Comunicazioni via satellite SC Comandante strategico SCEPC Alto Comitato per la pianificazione civile di emergenza SCG Gruppo consultivo speciale SCMM Comitato permanente sulle questioni militari (Accordo di pace in Bosnia) SCP Programma di cooperazione nella sicurezza SDI Iniziativa di difesa strategica SEEGROUP Gruppo direttivo per la cooperazione nel campo della sicurezza nell ’Europa sud-orientale SEEI Iniziativa per l ’Europa sud-orientale SFOR Forza di stabilizzazione SfP Scienza per la pace SG Segretario generale SGP Gruppo politico-militare ad alto livello sulla proliferazione SHAPE Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa SHARE Borsa per lo scambio delle esigenze relative alle dotazioni e ai mezzi SLBM Missile balistico lanciato da un sotto- marino SLCM Missile da crociera lanciato da unità navali SLWPG Gruppo ad alto livello per la protezione degli armamenti SNF Forze nucleari a corto raggio SNLC Conferenza degli esperti di logistica ad alto livello della NATO SO Obiettivo di standardizzazione SOFA Accordo sullo status delle forze SPC Comitato politico ad alto livello SPC(R) Comitato politico ad alto livello (Rafforzato) SRB
ALLEGATO “L”
L-12
Commissione ad alto livello per le risorse STANAG Accordo di standardizzazione STANAVFORCHAN Forza navale permanente della Manica STANAVFORLANT Forza navale permanente dell’Atlantico STANAVFORMED Forza navale permanente del Mediterraneo START Trattati sulla riduzione degli armamenti strategici STC Centro tecnico dello SHAPE STRIKFORSOUTH Forze navali alleate d ’intervento e di sostegno dell’Europa meridionale TEEP Programma per il rafforzamento dell ’addestramento e della formazione UNHCR Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati UNMIK Missione per l ’amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kosovo UNOCHA Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti u manitari UNPROFOR Forza di protezione delle Nazioni Unite UNSC Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite VCC Comitato di coordinamento delle verifiche WEAG Gruppo per gli armamenti dell’Europa occidentale WEU (UEO) Unione dell’Europa occidentale WG Gruppo di lavoro WHO (OMS) Organizzazione mondiale della sanità WMD Armi di distruzione di massa WP Piano di lavoro
i
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