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Sede centrale: Via Fiuggi, 14 – Pomigliano d’Arco (Napoli) Telefono e Fax: 081 19668187 – 081 19668190
Prodotto finale A.S. 2013/2014
Alunno:Delle Cave Biagio
La Campania Felix
Indicava il territorio della città di Capua nel periodo romano. Si estendeva dal monte
Massico fino ai Campi Flegrei. E sopratutto il nome"Felix" è stato dato per la fertilità dei
terreni dovuto alla presenza del fiume Volturno. La parola "Campania" risale sino al V
secolo a.C.
La terra dei fuochi
Comprende una vasta area tra le provincie di Napoli e Caserta dove la criminalità
organizzata gestisce e smaltisce illegalmente rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, in
particolare riguarda i comuni di Giugliano, Qualiano, Villa Ricca, Mugnano, Melito, Arzano,
Casandrino, Casoria, Caivano, Grumo Nevano, Acerra, Nola, Marigliano, Pomigliano. Nel
tempo il fenomeno si è esteso a tutta la Campania, giungendo anche nella provincia di
Salerno. Questi rifiuti speciali essendo molto pericolosi, hanno causato sia l'inquinamento
dell'aria che respiriamo che quello dei terreni agricoli e interessato in molti casi anche le
falde acquifere. I rifiuti hanno causato molti problemi ai contadini campani, che non
riescono a vendere i propri prodotti, perché i cittadini hanno paura, e acquistano solo
prodotti prodotti provenienti dall'estero o da altre parti d'Italia. La questione era sulla bocca
di tutti, ma ufficialmente la pentola è stata scoperchiata con le dichiarazioni del pentito di
camorra Francesco Schiavone, appartenente al clan del casalesi, il quale ha dichiarato
che se i terreni di gran parte della Campania sono inquinati, le complicità vanno
individuate non solo nei boss napoletani, ma anche la Camorra del nord e di altri Paesi
italiani.
Inoltre, penso che la camorra abbia fatto un reato molto grave gettando i rifiuti sotto terra,
perché col passar del tempo il terreno avrebbe assorbito tutte quelle sostanze e si sarebbe
inquinato e in futuro noi napoletani e anche le persone del nord avrebbero mangiato tutti i
prodotti agricoli ammalandosi gravemente con la seguente morte.
Biocidio = Strage di animali
Biomasse = Si intende la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine
biologica provenienti dall’agricoltura.
Siti utilizzati: Wikipedia, e la terra dei fuochi mi sono informato attraverso notizie televisive.
Il nostro contributo, quale potrà essere? Il rispetto dell'ambiente che ci circonda comincia
da un efficace differenziazione dei rifiuti che produciamo, da pratiche di riutilizzo e di riuso
degli oggetti.
Tipi di carta: proprietà e caratteristiche
I tipi di carta che vengono fabbricati sono tanti e ciò dipende dal fatto che questo prodotto
ha molteplici usi e la carta viene classificata in base alla sua composizione, e ai suoi
impieghi.
La carta ha una struttura porosa, costituita essenzialmente da particelle fibrose di natura vegetale, che sono lunghe da 2-3 mm a meno di 1 mm.
Le fibre sono intrecciate fra loro e tenute insieme da legami chimici fino a costituire uno strato compatto. Le principali caratteristiche e proprietà della carta: Caratteristiche chimico-fisiche
grammatura peso della carta misurata in g\m2;
spessore: dipende dal suo peso e dalla pressione esercitata durante la produzione
densità apparente peso specifico misurato in g\m3; caratteristiche ottiche grado di bianco, colore; rigidità; opacità proprietà di non lasciarli attraversale dalla luce; permeabilità all’aria e all’acqua; porosità capacità di assorbire acqua;
Proprietà meccaniche
resistenza a trazione; resistenza a lacerazione o strappo; resistenza a piegatura; resistenza allo scoppio rottura per pressione e non per trazione; resistenza all’allungamento.
Proprietà tecnologiche
lisciatura può essere ruvidissima, ruvida, liscia, calandrata o satinata; collatura, la colla facilita la scrivibilità; stampabilità; spera o speratura aspetto del foglio in controluce. La speratura dipende dal modo in
cui, nel contesto fibroso, le fibre sono intrecciate tra loro.
Il riciclo della carta Il riciclo della carta viene fatto riducendola in poltiglia e impastandola con liquidi speciali per essere riconvertita in una nuova carta: purtroppo non tutta la carta si può riciclare ad esempio: carta carbone, carta plastificata,carta stagnola,e carta oleata. Le fasi del riciclo della carta sono: 1. Lavaggio
La carta raccolta viene avviata allo spappolamento con aggiunta di acqua. 2. Depurazione In questa fase si cerca di rimuovere tutte le impurità presenti nella sospensione acqua-fibre. 3. Deinchiostrazione Trattamento di imbianchimento. 4. Pressatura il trattamento fisico dell'impasto in modo da "stenderlo" omogeneamente per lo spessore desiderato.
Anche noi abbiamo fatto il riciclaggio della carta prendendo il becker grande e mettendo i pezzettini di carta e acqua, poi dobbiamo frullare, dopo abbiamo aggiunto 2 cucchiaini di farina, poi abbiamo messo la poltiglia sul setaccio. Premendo con la bacchettina di vetro abbiamo fatto scendere l’acqua e steso la poltiglia a formare un foglio. Abbiamo quindi lasciato asciugare.
STRUTTURA CHIMICA DELL'AMIDO E DELLA CELLULOSA
Le catene sono disposte parallelamente le une alle altre e si legano fra loro per mezzo
di legami ad idrogeno molto forti, formando fibrille, catene lunghe, difficili da dissolvere.
Cellulosa
Amido
includono
Gli Idrocarburi
Saturi: sono tutte le valenze del
carbonio che vengono saturate
dall'idrogeno.
Insaturi: formano più legami che si instaurano tra
due carboni adiacenti.
Ciclo Alcani: sono
composti organici
costituiti da carbonio
e idrogeno.
Alcani: sono
composti organici
costituiti da
carbonio e
idrogeno.
legami multipli
Alcheni: sono
idrocarburi insaturi
che presentano
almeno un doppio
legame.
Composti
Aromatici: sono
tutti quei composti
organici che
contengono anelli
aromatici nella loro
struttura.
Benzene: è un
composto chimico che a
temperatura ambiente si
presenta come un liquido.
Il petrolio
È la fonte d'energia più utilizzata
È formato da
Idrocarburi azoto e
zolfo
È un liquido
oleoso giallastro.
Non si scioglie in
acqua ma galleggia.
Per estrarlo
Bisogna scavare i giacimenti
È si possono trovare
anche nel mare
Il petrolio
ATTIVITA’ DI LABORATORIO
RELAZIONE DI LABORATORIO
Relazione di gruppo:
Apuzzo Marika- Delle Cave Biagio-Pulcrano Francesco.
Çlasse seconda B grafico
Disciplina: Chimica. Docente Prof: Velleca. Numero relazione: 1
TITOLO DELL’ESPERIENZA: La distillazione
OBIETTIVO: Separare due sostanze da una miscela
ASPETTI TEORICI: La distillazione: Essa è una tecnica per separare più sostanze presenti in una
miscela che sfrutta la differenza dei punti di ebollizione.
STRUMENTI
Pallone da distillazione, termometro, acqua, e varie pinze.
PROCEDIMENTO: Sistemiamo il palloncino, sorretto da un sostegno, e sotto vi sistemiamo il becco
bunsen. Nell'imboccatura superiore del palloncino viene collocato il raccordo a tre vie. A sua volta,
nel raccordo, verrà sistemato un termometro, mentre nell'altra "via" si unirà lo scambiatore di
calore contro corrente.
Versiamo del vino all'interno del palloncino, mettiamo le provette sotto l'uscita inferiore del tubo
refrigerante e in ognuna di esse ci sistemiamo alcune sfere di iodio. Infine facciamo scorrere
l'acqua all'interno dello scambiatore. Il vino scorrerà nello scambiatore attraverso un piccolo tubo
di vetro.
Scaldiamo la sostanza e dopo qualche minuto vediamo che essa inizia ad evaporare. Il vino passerà
per il raccordo a tre vie dove si ricondenserà piano.
Cerchiamo di riempire la prima provetta per pochi centimetri e, una volta prese le temperature
dell'inizio e della fine del gocciolamento della sostanza, passiamo alla seconda provetta e così via,
ogni volta che una provetta è stata riempita la scuotiamo per far avvenire la reazione con lo iodio.
DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Vediamo che la quantità dell'alcool che evapora dalla sostanza reagisce con lo iodio facendo apparire nella provetta un colore rosso-viola scuro. Via, via che si cambiava provetta l'alcool diminuiva ed iniziava ad evaporare l'acqua. Con quest'esperimento si intuisce che l'alcool raggiunge l'ebollizione sui 90°C e quindi ad una temperatura minore dell'acqua e che lo iodio, a contatto con l'alcool ha una reazione, mentre con l'acqua non reagisce.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome Biagio Cognome Delle Cave Classe 2B Data 21/11/2013
Disciplina Chimica Docenti Prof Velleca Numero relazione
TITOLO DELL’ESPERIENZA Osserviamo le reazioni chimiche
OBIETTIVO Stabilire quando avviene una reazione
ASPETTI TEORICI La reazione chimica è una trasformazione della materia che avviene senza
variazioni misurabili di massa. Una reazione fisica è una trasformazione che non cambia la natura
della sostanza.
MATERIALI becker, bacchetta di vetro,provette,porta provette pinzette.
STRUMENTI becker, bacchetta di vetro,provette,porta provette pinzette
SOSTANZE USATE acqua
REAGENTI USATI BaSO4(Solfato di bario); NaCl( Cloruro di sodio);CuSO4(solfato di rame);
Zn(Zinco);CO2+H20+CaCl2(Cloruro di calcio); PbNO3 KI(Iodurio di potassio); Pb I2 Kn 03 Ag NO3
HCl
RIDUZIONE RISCHI Guanti
PROCEDIMENTO Abbiamo preso un becker e l’abbiamo riempito d’acqua, abbiamo versato varie
soluzione e per ogni soluzione c’erano dei cambiamenti.
DATI SPERIMENTALI
BaSO4+H2O; NaCl+H20; CaCO3+HCl; CuSO4+Zn;Pb+KI;AgNO3+HCl
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Abbiamo osservato che non tutti i reagenti uniti tra loro danno luogo ad una reazione.
0
Cause della
distruzione del
mondo
La trasformazione di cacciatori ad
agricoltori ha innescato la spirale del
superfluo.
Una produzione più grande di cibo
ha causato riproduzione più
veloce da parte del uomo.
Però questo ha causato lo spreco di
molto cibo e molte altre cose
importanti per la crescita di animali.
E' tutto ciò allo scopo della
produzione degli animali per poi
ricavarne la carne e grosse quantità
di pesce morto rimesso nel mare.
Poi c'è la filosofia"usa e getta" ha
riempito di rifiuti l'uomo che aveva
iniziato a riciclare e adesso ha
disperso in terra e mare i rifiuti e
causando l'infertalizzazione nei
terreni e l'inquinamento del mare.
E' infine tutto ciò ha causato
l'inquinamento della terra in
cui viviamo.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome: Biagio Cognome: Delle Cave Classe: 2btg Data: 10/02/2014
Disciplina: Chimica Docenti Prof: Velleca
TITOLO DELL’ESPERIENZA: Ossidazioni di alcuni metalli
OBIETTIVO: Relazionare l'esperimento fatto in laboratorio
ASPETTI TEORICI Una reazione chimica è una trasformazione della materia, in cui i reagenti
cambiano la struttura e composizione iniziale per generare i prodotti.
2Cu+O2 2CuO
2Mg+O2 2MgO
non metalli +O2
Combustione
2C+O2 2CO
2CO+O2 2CO2
MATERIALI: Capsula di porcellana, pinza di legno
PROCEDIMENTO: Dopo aver acceso il becco Bunsen abbiamo portato alla fiamma la lamina di
rame e abbiamo osservato che da rosso passava a grigio. Quando sulla fiamma abbiamo portato il
magnesio, si è sviluppato un forte bagliore ed il metallo da grigio, lucente è diventato una polvere
bianca, l’ossido.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Sia il rame, sia il magnesio hanno reagito ma con una velocità
diversa. Entrambi hanno subito una trasformazione visibile che può essere attribuita alla reazione
con l’ossigeno dell’aria, innescata dalla fiamma. Abbiamo portato la lamina annerita di rame a
contatto con l’acido solforico e dopo qualche ora abbiamo osservato una colorazione blu tipica del
rame ossidato che va in soluzione. Questa è la dimostrazione che il rame ha subito una
trasformazione di ossidazione.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome : Biagio Cognome: Delle Cave Classe: 2B Tg Data: 14/02/2014
Disciplina Chimica: Docenti Prof Velleca
TITOLO DELL’ESPERIENZA: Calore di reazione
ASPETTI TEORICI
Reazione esotermica: è quando si hanno più legami di quanti se ne sono spezzati.
Reazione endotermica: è quando spezza più legami di quanti se ne formano.
Per la misura del calore di reazione ci serviremo di un calorimetro adiabatico che non consente
scambi di calore con l’ambiente esterno e permette di misurare la temperatura iniziale e finale
corrispondente a quando ormai è avvenuta la reazione. Dalla misurazione della variazione di
temperatura, conoscendo il calore specifico e la massa del sistema si può risalire al calore messo in
gioco. Se la temperatura aumenta il processo è esotermico, risulta endotermico se la temperatura
diminuisce.
MATERIALI 2 cilindri graduati
STRUMENTI Calorimetro, scatola di polistirolo, agitatore,termometro (massimo 110° sensibilità 1°
DATI SPERIMENTALI:
T1 T2 ΔT
Esperimento 1 18° 24° 6°
Esperimento 2 18° 25° 7°
Q calore = Cs( calore specifico*massa* T
V=200 ml N = m/v
m=1*200=200 g M = d* V
Cs=1cal/g C° d= 1g/ml
Q= 1 cal/g* C° *200* 6,5= 1300ml
REAGENTI USATI: HCl+NaOH NaCl+H2O
PROCEDIMENTO: Abbiamo immerso dell'acqua all'interno della scatola di polistirolo,poi nell'acqua
abbiamo immerso l'acido cloridrico(HCl) più l'idrossido di sodio(OH) che hanno formato il cloruro
di sodio(NaCl+H2O)e attraverso il termometro abbiamo misurato la temperatura iniziale e quella
finale.
DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Moltiplicando la differenza di temperatura per la massa e il calore
specifico dei liquidi otteniamo la quantità di energia sviluppata durante la reazione.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome : Biagio Cognome: Delle Cave Classe: 2B Tg Data: 19/03/2014
Disciplina Chimica: Docenti Prof Velleca Numero relazione
TITOLO DELL’ESPERIENZA: Effetto della superficie di contatto e della concentrazione sulla velocità
di reazione
OBIETTIVO: Misurare la velocità di reazione in differenti condizioni.
ASPETTI TEORICI Per velocità di reazione si intende la variazione di concentrazione dei reagenti o
dei prodotti, o della massa o di una delle proprietà della reazione nel tempo.
Catalizzatori: Sono sostanze che aggiunte in piccole quantità nelle reazioni chimiche ne modificano
la velocità di reazione.
Piogge acide: Una pioggia viene definita acida quando il suo pH è minore di 5; normalmente il pH
della pioggia assume valori compresi fra 5 e 6,5 ed è costituita prevalentemente da acqua,
pulviscolo atmosferico e inquinanti quali ossidi di zolfo e ossidi di azoto rilasciati al dal traffico
autoveicolare o dagli scarichi industriali.
STRUMENTI: Cronometro
SOSTANZE USATE Acqua.
REAGENTI USATI Carbonato di calcio(CaCO3)
CaCO3 + 2HCl CaCl2 + CO2 + H2O
Piogge acide
SO2 H2 SO3
SO3 H2 SO4
N2 O5 HNO3
N2 O3 HNO2
CO2 H2 CO3
DATI SPERIMENTALI:
1°prova CaCO3 in pezzi/HCl 1M
Massa(g) T(min) M(g) T (min) Velocità g/min
170,32
170,27 1 0,05 1 0,05
170,21 2 0,06 1 0,06
Velocità media =
0,055g/min
2° prova CaC03 in polvere/HCl 1M
155,44 0
155,20 1 0,24 1 0,24g/min
154,96 2 0,24 1 0,24g/min
CaCO3 in pezzi/HCl
0,1M
158,10 0
3 0,02 3 0,02/3=0,0066g/min
PROVA Velocità g/min
CaCO3 in pezzi + HCl 1M 0,055
CaCO3 in polvere + HCl 1M 0,24
CaCO3 in pezzi + HCl 0,1M 0,0066
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI I dati raccolti provano chiaramente che la velocità di reazione
aumenta all’aumentare della superficie di contatto e della concentrazione dei reagenti.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome : Biagio Cognome: Delle Cave Classe: 2B Tg Data: 26/03/2014
Disciplina Chimica: Docenti Prof Velleca
TITOLO DELL’ESPERIENZA: Influenza della temperatura sulla velocità di reazione
OBIETTIVO Stabilire se aumentando la temperatura varia la velocità di reazione.
ASPETTI TEORICI La velocità di reazione è generalmente definita come la variazione della
concentrazione dei reagenti nel tempo oppure come la variazione di concentrazione dei prodotti
nel tempo.
MATERIALI: Treppiedi, provette, becco Bunsen, reticella spargifiamma
STRUMENTI: cilindro graduato, cronometro, termometro.
REAGENTI USATI: MnO4- +C2O4
-- + H+ Mn++ + CO2 + H2O= Equazione in forma ionica
MnO4- (permanganato di potassio)
C2 O4-- (ossalato di sodio)
H+ (acido solforico)
DATI SPERIMENTALI:
ml KMU O4 ml Na2 C2 O4 Ml H2 SO4 T° tempo
3 3,5 0,5 17° 2'55"
3 3,5 0,5 40° 25"
3 3,5 0,5 70° 2"
PROCEDIMENTO In una provetta si pone l’ossalato e in un’altra il permanganato e l’acido solforico.
Si prepara un bagnomaria in cui si pone un termometro. Si fa avvenire la reazione a temperatura
ambiente e si misura il tempo di decolorazione con un cronometro. Si fa avvenire altre due volte la
reazione a bagnomaria una volta a 40° e un’altra a 70° misurando i tempi di decolorazione.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Quando avviene la reazione tra ossalato e permanganato, la
colorazione viola del permanganato scompare, perciò possiamo usare il tempo di decolorazione
per confrontare le velocità della reazione a diversa temperatura. I tempi diminuiscono via via che
aumenta la temperatura. Questo è previsto dalla teoria degli urti secondo cui aumentando la
temperatura aumenta l’energia cinetica e quindi la probabilità degli urti efficaci.
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome : Biagio Cognome: Delle Cave Classe: 2B Tg Data: 07/05/2014
Disciplina Chimica: Docenti Prof Velleca
TITOLO DELL’ESPERIENZA Pila Daniell
OBIETTIVO: Preparare la pila Daniell
ASPETTI TEORICI Molte reazioni Redox sono esotermiche, cioè cedono calore. Questa energia può
essere trasformata in energia elettrica. Questo è alla base delle pile elettriche. Un esempio ci è
fornito dalla pila Daniell;
Il numero di ossidazione è la carica reale o formale presente su un atomo. Per assegnare il numero
di ossidazione occorre seguire alcune regole.
1. Le sostanze allo stato non combinato hanno n.o. pari a zero.
2. La somma dei numeri di ossidazione in un composto è pari a zero.
3. La somma dei numeri di ossidazione degli elementi in uno ione è pari alla carica dello ione
stesso.
4. Il numero di ossidazione del ossigeno nei suoi composti è pari a -2,tranne nei perossidi
dove invece è uguale a -1.
5. Il numero di ossidazione del idrogeno nei suoi composti è pari a +1,tranne negli idruri dove
è pari a -1.
6. Il numero di ossidazione degli ioni metallici del primo gruppo è pari a +1,del secondo
gruppo è pari a +2, del terzo gruppo è pari a +3.
7. Il numero di ossidazione del fluoro è pari a -1 essendo l'elemento più elettronegativo
esistente.
Queste regole occorrono per poter assegnare il numero di ossidazione agli elementi che formano i
reagenti e i prodotti di una qualunque reazione. Se per una coppia di essi si evidenza la
modificazione del numero di ossidazione, passando dai reagenti ai prodotti, allora la reazione è
classificabile come redox e potrebbe essere utile per ottenere energia elettrica.
MATERIALI 2 Becker, un tubo ad U per la realizzazione del ponte salino, ovatta
STRUMENTI bilancia elettronica, voltmetro.
Sostanze: Acqua.
REAGENTI USATI: Solfato di rame,cloruro di sodio,solfato di zinco.
PROCEDIMENTO
Si preparano le soluzioni 1 M dei due solfati e si versano ciascuna in uno dei due becher in cui si
immergeranno le lamine di zinco e di rame. Si collegano le due lamine tra loro e ad un voltmetro
che si trova a ponte tra i due elettrodi. Si prepara una soluzione satura di cloruro di sodio e la si
versa nel tubo ad U le cui estremità vanno chiuse con dell’ovatta. Si immergono le due estremità
del tubo ad U in ciascuno dei due becher. Si osserva che il voltmetro misura una ddp pari a circa
1V.
DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Ai due elettroni si verificano le due semireazioni una di ossidazione
e l’altra di riduzione. Il trasferimento di elettroni avviene attraverso i fili elettrici e questo consente
la trasformazione di energia chimica in energia elettrica.
La mia scuola è sostenibile!!!!
Le spese per l’energia si mangiano una grossa fetta del bilancio generale di gestione di una scuola.
Gli interventi che possono consentire un forte risparmio energetico sono diversi: forma dell’edificio, isolamento termico, impianti e loro efficienza, energia rinnovabile.
Nel grafico a lato è schematicamente riportata una situazione equilibrata di fonti energetiche e di dispersioni tollerabili.
Nei punti che seguono, invece, si dettagliano meglio alcune indicazioni.
PER RISPARMIARE ENERGIA NELLE SCUOLE SI PUO' AGIRE IN 4 CAMPI:
1) la forma dell’edificio,
scegliendo in modo appropriato: volume,
pianta, colore, ombre proprie e portate.
2) l’isolamento termico e i materiali,
intervenendo su: isolamento termico, ponti di calore, inerzia termica, condensa….
3) Gli impianti,
scegliendo: combustibile, posizionamento dei corpi scaldanti, tipo e numero delle caldaie, ventilazione.
4) L’impiego di energia rinnovabile,
usando: energia solare attiva e passiva, energia geotermica, recupero dei rifiuti.
ERRORI DA EVITARE PER NON SPRECARE ENERGIA
Non progettare forme frastagliate: ciò aumenta le superfici disperdenti
delle pareti
Non scegliere soluzioni più grandi: aumentano il volume da riscaldare. Il limite di legge è 9,7 mq per alunno.
Non fare balconi e pensiline solidali alle strutture: sono come le lamelle di un calorifero: portano fuori il calore.
Non colorare di scuro le superfici esposte al sole d’estate: nero, blu, rosso, seppia, verde… bevono il calore indesiderato e surriscaldano l’interno.
ISOLAMENTO TERMICO E MATERIALI: COME DOVE E QUANTO...
Mettere spessori adeguati di isolamento termico: un bel piumotto e non si ha più freddo, neanche in montagna! Dimensionamento: limite inferiore, leggi vigenti; limite superiore, analisi costi/ benefici.
Posizionare l’isolamento termico verso l’esterno: seguite lo schema del corpo umano: grasso (isolante) verso l’esterno! Muscoli (funzioni) e scheletro (strutture) all’interno.
Evitare discontinuità nell’isolamento termico: attraverso i "buchi" dell’isolamento (ponti termici) si disperde più calore di quel che pensate.
Prevedere serramenti e vetri adeguati: i serramenti disperdono calore non solo attraverso i vetri ma anche attraverso le fessure del telaio e il telaio stesso. Perciò doppi vetri, battute di gomma e telai isolanti (legno e PVC).
Sfruttare l’inerzia termica: ricordate il mattone caldo messo a scaldare il letto? Le strutture dell’edificio possono
"lavorare" anche così.
IMPIANTI: COME PROGETTARLI E GESTIRLI?
Scegliere il combustibile più conveniente: gasolio, Kerosene, carbone, legna, gas da città, metano, teleriscaldamento, geotermia.
Fare contratti di fornitura di "calore": ciò costringe l’appaltatore del riscaldamento a tenere in efficienza gli impianti: se non funzionano bene ci rimette lui.
Installare caldaie frazionate: due caldaie di 1/3 e 2/3 della potenzialità necessaria lavorano più vicine al massimo di
efficienza.
Mettere i radiatori lontani da superfici fredde o isolarli bene sul retro: il calore fugge verso le zone più fredde.
Installare rubinetti a tempo per l’acqua calda: l’acqua erogata deve essere quella usata: risparmi fino al 30%.
Dimensionare al minimo la ventilazione forzata e recuperare il calore: a seconda del salto di temperatura tra interno ed esterno è recuperabile dal 30 al 60% del calore dell’aria espulsa.
Sviluppo sostenibile a scuola Che cosa è una scuola sostenibile?
In un moderno curriculum scolastico la sostenibilità deve avere una posizione centrale; una scuola
sostenibile è quella che mira al principio delle tre cure:
cura di sè
cura per l’altro
cura per l’ambiente
si preoccupa per l’energia e l’acqua che consuma, i rifiuti che produce, il cibo che serve, il traffico
verso la scuola e per tutte quelle opportunità che possono interessare agli abitanti del territorio e
del mondo intero.
Che cosa fa una scuola sostenibile?
migliora il curriculum nel campo ambientale
attenzione continua sulle riduzioni di CO2
una politica di riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti
studenti, insegnanti, bidelli che si assumono la responsabilità individuale per misurare e
ridurre i consumi energetici e di acqua
sana politica alimentare nelle classi e nelle mense scolastiche pruomovendo i prodotti locali
e una alimentazione più sana
promuovere iniziative scolastiche come il piedibus, ciclobus,per risparmiare energia, ridurre
il traffico, l’inquinamento e promuovere la salute
rispetto delle differenze individuali e la diversità culturale all’interno della scuola e fuori
interesse, impegno e partecipazione di tutti verso le tematiche ambientali
parchi, giardini,cortili scolastici, verde pubblico, ambiente naturale devono essere osservati
con entusiasmo e come sana promozione per la salute fisica e mentale dei ragazzi
autoaggiornamento ed apprendimento permanente verso le tematiche ambientali
collaborazione con tutte le scuole a livello locale, nazionale ed internazionale
attenzione costante per le questioni globali, come la povertà ed il cambiamento climatico e
la nostra interdipendenza con altre società, economie e le problematiche ambientali
Visione di una scuola sostenibile La sostenibilità si sviluppa più efficacemente nel mondo se si inizia con la scuola, ed è parte
integrante di un curriculum scolastico con l’obiettivo di migliorare la qualità della scuola.
Lavorare a scuola su temi della sostenibilità consente di pianificare giornalmente strategie di
azioni, fornendo ai bambini, ragazzi e giovani le competenze ed il sostegno di cui hanno bisogno
per meglio conoscere e controllare l’ambiente scolastico, il territorio e il mondo stesso.
Scuole sostenibili
Sappiamo che la sostenibilità deve trovare modi di vivere e di lavorare a supporto di una qualità
della vita senza compromettere il futuro delle generazioni a venire.
Le persone devono essere sempre più consapevoli che devono cambiare i loro stili di vita e
abitudini per assicurare una cura migliore del nostro Pianeta e delle sue risorse.
Quando una scuola inserisce nel suo POF la sostenibilità, non solo incomincia a interessarsi ed a
curare l’ambiente, ma subentra anche l’entusiasmo per un nuovo apprendimento che è più reale,
più vicino anche con la comunità del territorio.
Perchè è così importante la sostenibilità?
Perché ha avuto un impatto molto positivo sull’insegnamento e sull’apprendimento.
Ponendo la sostenibilità al centro della cultura delle scuole diventa un compito impegnativo ma
molto gratificante. Non c’è un teorema che spiega la sostenibilità nelle scuole, così come non ci
può essere una singola persona che operando da sola possa raggiungere risultati apprezzabili.
Il risparmio energetico
La valutazione del risparmio energetico viene solitamente da una diagnosi energetica che evidenzia i consumi dell'organizzazione e individua le possibilità di conseguire interventi di aumento di efficienza energetica. Uno esempio di risparmio è dato dalla sostituzione delle lampadine incandescenza con lampade fluorescenti, che a parità di energia consumata
emettono una quantità di energia radiante superiore alle prime, oppure con lampade a LED (Light Emission Diode, Diodo ad emissione di luce), che ha un consumo pari a ca il 20% del consumo delle lampade ad incandescenza a parità di energia radiante.
Nel riscaldamento degli edifici per risparmiare energia si fa uso di valvole termostatiche, di cronotermostati e si sostituiscono le caldaie tradizionali con caldaie a condensazione, si sostituiscono gli infissi obsoleti e si migliora l'isolamento termico delle pareti.
Un risparmio energetico si può avere anche nella produzione di energia elettrica utilizzando
sistemi di cogenerazione atti ad aumentare i rendimenti dei processi, ossia tecnologie atte ad ottenere energia elettrica e calore; oppure si utilizzano in "cascata" gli stessi flussi energetici a crescenti entropie per utenze differenziate o, infine, si realizzano forme di recupero energetico a circuito chiuso.
Pannelli solari
Altrimenti si sfrutta l'energia prodotta nel moto degli esseri umani o delle automobili, come è fatto in Olanda, ad esempio con pavimenti sensibili alla pressione, posti nelle scale dei metrò più frequentati, per produrre energia elettrica. Gli effetti di queste politiche devono essere considerati in rapporto al Paradosso di Jevons.
Utilizzare energia elettrica per produrre calore rappresenta uno spreco, perché si trasforma
energia di prima specie in calore, che è energia di seconda specie. In base ai primi due principi della termodinamica, mentre l'energia meccanica-elettrica può interamente essere convertita in calore, il calore può essere convertito in energia di prima specie solo in parte.
Lo spreco deriva dal fatto che molte forme di energia (termoelettrica e geotermoelettrica, nucleare, solare) sono trasformate in calore usato per produrre energia elettrica che viene utilizzata per il riscaldamento: ad ogni passaggio c'è aumento di entropia e perdita di rendimento termodinamico.
Talora il riscaldamento elettrico conviene dal punto di vista dell'economia individuale. In Francia, ad esempio, è diffuso perché l'energia elettrica prodotta col nucleare costa meno del riscaldamento col metano.
Provvedimenti utili a evitare lo spreco di energia per produrre calore:
usare stufette elettriche, condizionatori e pompe di calore con scambiatore di calore ad acqua,
che mantiene un coefficiente di prestazione molto alto. Lo scambiatore ad aria, nei momenti
di minore carico, ha un coefficient of performance pari a 5;
negli impianti di condizionamento dell'aria, utilizzare gruppi di assorbimento che funzionano
ad acqua calda, ottenibile altrimenti con pannelli solari o teleriscaldamento, al posto
dei compressori elettrici;
lanciare la produzione di lavatrici domestiche con doppio ingresso sia di acqua calda sia di
acqua fredda; quelle attuali hanno un unico ingresso, utilizzato per l'acqua fredda, che viene
all'occorrenza scaldata elettricamente all'interno dell'elettrodomestico.
le reti di sensori wireless possono essere utilizzate per monitorare in modo efficiente l'uso
dell'energia.
La Tutela dell'Ambiente
Lo sfruttamento generalizzato delle risorse naturali, dettato dalla vorticosa intensificazione delle
attività umane e dal progressivo aumento di nuclei urbani e stabilimenti industriali, insieme
all’utilizzo sempre più indiscriminato di agenti chimici e inquinanti, hanno innescato da più di un
secolo un grave processo di degradazione ambientale.
Soprattutto dagli anni ’90 in poi la comunità internazionale sembra essersi resa conto della
necessità sempre più urgente di avviare una strategia globale per raggiungere un vero modello di
sviluppo sostenibile. È quanto emerso dalla conferenza ONU del 1992 di Rio de Janeiro incentrata
sull’ambiente e lo sviluppo, durante la quale si è affermato proprio che per intraprendere un
processo di sviluppo sostenibile è necessario modificare i modelli di produzione e di consumo,
adottando nuove misure legislative in materia ambientale ed eseguire sistematicamente la
procedura della valutazione di impatto ambientale (VIA).
In realtà già venti anni prima, ossia durante la Conferenza di Stoccolma del 1972, le Nazioni Unite
avevano affrontato in modo organico il tema della tutela ambientale e dell’utilizzo sostenibile
delle risorse naturali decidendo di istituire il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente che
avrebbe avuto sede a Nairobi e al quale veniva affidato un mandato che, grazie anche alle
numerose convenzioni firmate negli anni successivi, può oggi essere riassunto in cinque azioni
principali:
- mantenere sotto controllo la situazione ambientale globale
- promuovere l’azione e la cooperazione internazionale
- fornire indicazioni e informazioni preventive basate su solide valutazioni scientifiche
- facilitare lo sviluppo e l’implementazione di normative standard e della coerenza tra le diverse
convenzioni internazionali sull’ambiente
- rafforzare i supporti tecnologici e le capacità dei Paesi in base ai loro bisogni e alle loro priorità
La strategia adottata dall’UNEP per il periodo 2010-2013 ha individuato sei aree prioritarie sulle
quali intervenire focalizzando i propri sforzi:
- cambiamenti climatici
- disastri e conflitti
- gestione dell’ecosistema
- governance ambientale
- sostanze dannose e rifiuti pericolosi
- sostenibilità della produzione e del consumo delle risorse
La politica di tutela dell’Unione Europea
Nell’Unione Europea è attualmente in vigore il Sesto Programma di azione per l’ambiente
intitolato “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta” che copre il periodo 2002 – 2012. La
strategia ambientale europea si basa su cinque livelli:
- miglioramento dell’applicazione della legislazione vigente
- integrazione delle tematiche ambientali nelle altre politiche
- collaborazione con il mercato
- coinvolgimento dei cittadini per modificarne il comportamento
- attenzione all’ambiente nelle decisioni in materia di assetto e gestione territoriale
Soprattutto gli ultimi due assi prioritari appaiono particolarmente significativi, in quanto mirano
sia a migliorare il comportamento ecologico dei cittadini europei (offrendo loro anche l’accesso al
numero maggiore possibile di informazioni sull’ambiente) che ad attribuire maggior importanza
all’ambiente nella gestione del territorio attraverso un miglioramento dell’applicazione della
direttiva sulla VIA, la promozione degli scambi di esperienze sulla pianificazione sostenibile, una
gestione sostenibile del turismo ecc.
Il sesto programma d’azione prevede poi sette aree tematiche particolari:
- inquinamento atmosferico
in questo campo l’Unione Europea si pone l’obiettivo, tra gli altri, di proteggere gli ecosistemi dal
degrado causato dalla deposizione di azoto e dalle piogge acide
- ambiente marino
in questo ambito la strategia prevede una doppia funzione: proteggere e risanare i mari europei e
assicurare la correttezza di tutte le attività economiche connesse all’ambiente marino
- uso sostenibile delle risorse
lo scopo dell’UE è quello di migliorare il rendimento delle risorse in tutti i settori consumatori,
ridurne l’impatto sull’ambiente e sostituire le risorse troppo inquinanti con soluzioni alternative
- prevenzione e riciclaggio dei rifiuti
la strategia in questo caso è volta alla riduzione degli impatti ambientali negativi generati dai rifiuti
durante tutto il loro percorso di esistenza, adottando innanzitutto la semplificazione della legge
attualmente in vigore e considerando i rifiuti stessi non solo come fonte di inquinamento ma come
una potenziale risorsa da sfruttare
- uso sostenibile dei pesticidi
il piano si pone lo scopo di ridurre i rischi legati ai pesticidi, aumentare i controlli, ridurre i livelli di
sostanze nocive, incoraggiare la conversione verso un’agricoltura che non utilizzi i pesticidi,
istituire un sistema di sorveglianza dei progressi compiuti
- protezione del suolo
l’obiettivo primario è la promozione dell’agricoltura biologica, il rimboschimento, la protezione dei
terrazzamenti, l’uso di compost certificato
- ambiente urbano
la strategia prevede, tra le varie misure, la pubblicazione di orientamenti relativi sia
all’integrazione delle tematiche ambientali nelle politiche urbane, che ai piani di trasporto urbano
sostenibile.
Uno degli strumenti legislativi più importanti e innovativi in ambito di tutela ambientale europea è
la Direttiva 2004/35/CE, introdotta nell’aprile del 2004 proprio con l’obiettivo di instaurare un
regime comunitario di responsabilità ambientale basato sul principio “chi inquina paga”. Vengono
infatti stabilite le azioni di prevenzione e di riparazione a carico dell’operatore che, o con
determinate attività professionali considerate pericolose o potenzialmente pericolose, o con
attività non pericolose ma caratterizzate da errori o negligenze, danneggi o metta a rischio
l’ambiente, le acque, il terreno.
La legislazione italiana
Le norme in materia ambientale sono disciplinate, in Italia, dal D.Lgs. 152/2006,conosciuto anche
come Testo Unico Ambientale (TUA), e dal d.l. n. 208 del 30 dicembre 2008 “Misure straordinarie
in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente”, che non cambia la sostanza del
precedente ma si pone l’obiettivo di superare la frammentarietà della normativa antecedente nel
settore delle risorse idriche e di predisporre misure non rinviabili per assicurare l’operatività di
alcuni organismi deputati alla tutela ambientale come l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale).
Il Testo Unico, che al suo interno contiene tutte le norme regolamentari come i limiti di emissione,
gli standard per le bonifiche, i limiti di scarico ecc, regolamenta sei aree:
1. disposizioni comuni, finalità, campo di applicazione
2. valutazione impatto ambientale, valutazione ambientale strategica, autorizzazione unica
3. difesa del suolo e tutela e gestione delle acque
4. rifiuti e bonifiche
5. tutela dell’aria
6. danno ambientale
Uno degli aspetti principali del TUA è rappresentato dal ruolo centrale che viene conferito al
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, soprattutto in materia di
prevenzione e riparazione del danno ambientale (come recepimento della Direttiva 2004/35/CE).
Spetta infatti al dicastero esigere dai soggetti responsabili di minaccia di danno ambientale
l’adozione di misure preventive, mentre in caso di danno avvenuto, sarà sempre compito del
ministero imporre ai soggetti stessi l’adozione di misure di ripristino e il risarcimento del danno
ambientale.
Reduce-Re-use, Recycle Today everyone is familiar with the three Rs of garbage collecting-Reduce,Re-use, Recycle.
Everybody knows that! Glass bottles should go in one bin, newspapers in another and
plastic in a third, and so on. Yes, Recycling is really the only way to save our environment
from pollution. I'm positive about that! But companies should buy recycled materials- not
just us! Yes, sure. Or everything else is useless! Some people are convinced that recycling is
a waste of time and money. Well, sometimes recycling is expensive , but in many cases it
is very good and effective. Just like for cans. It takes much less energy to make aluminium
cans from old ones than it does to start with raw materials. Cardboard boxes: recycling
them is not very expensive. It's always better to use reusable containers and materials than
to use throw-aways!
I think that recycling is very important to keep clean the place where we live.It is true, it
takes money and time to do this, but I think that is the only way to keep clean the place
where we live.
Recycling
Today, people tend to throw away anything we do not need or do not want to repair, but
all this has led to the "failure of recycling." The best way to keep the city clean is to recycle
which also leads to energy savings. Recycling plastic is not as easy as other materials
because we use it in greater quantities and not being biodegradable it pollutes the
environment virtually forever. Moreover, there are different sorts of plastic that cannot be
mixed and processed together.
The organic waste is recycled by farmers to produce fertilizer or decomposed material.
Potentially toxic waste such as solvents and oil-based paints are problematic - but the
citizens of San Diego, California, have found a solution. Old paints are collected and tested;
toxic free are remixed and used in beautification projects such as covering up graffiti.
Pollution- air pollution
Cars and factories are the main causes of pollution,.
Air pollution has disastrous effects on earth temperature and produces the greenhouse
effect: the sun rays warm the earth but the heat doesn’t go back into the space because of
an invisible barrier of carbon dioxide which causes global warming.
Global warming increases the temperature of the earth, and so the earth becomes
warmer. The trees help to control global warming because they absorb dioxide.
Is global warming the only effect of air pollution? No, it also makes holes in the ozone
layer, a natural layer of gas surrounding the earth which helps to filter the dangerous ultra
violet rays which can cause skin cancer and other skin problems.
Ther major cause for the ozone holes are CFCs the gases used in sprays. We can not stop
the greenhouse effect, but we can slow it down. How can we slow it down? We must learn
to use less coal, gas and oil, we need to increase the use of alternative energy supplies,
wind power and solar power especially.
Materiali di plastica riciclati
Il rispetto dell’ambiente oramai è diventato uno dei principi fondamentali della vita di tutti i
giorni.
Anche in edilizia si stanno facendo grandi passi verso questo nuovo mondo, oramai così diffuso,
aprendo le porte a quelle aziende che riescono a produrre dei materiali per l’edilizia applicando il
semplice principio del riciclo.
Materiale riciclato, cos'è?
Vengono definiti materiali riciclati quei materiali ottenuti dalla rilavorazione di un materiale
recuperato [rigenerato] mediante un processo di trasformazione che genera un prodotto finale
finito o in un componente da incorporare in un prodotto, ad esempio pannelli che vengono
utilizzati nei pacchetti isolanti ecc..
Ottenere in edilizia un materiale ricavato dalla semplice manipolazione di un altro materiale già
utilizzato precedentemente comporta una serie di benefici, non solo in termini ambientali,
abbattendo la produzione di rifiuti da smaltire, ma anche in termini economici, perché i processi di
questo tipo non sono eccessivamente costosi e ci permettono di ottenere prodotti che, oltre ad
essere economicamente accessibili, godono di ottime proprietà fisico-meccaniche ed estetiche.
Di solito prodotti ottenuti dal riciclo di materiali non sono quasi mai del tipo strutturale, parliamo
infatti di pannelli di rivestimento esterni o pannelli compositi utilizzati nelle strutture per creare
pacchetti per tramezzature, rivestimenti esterni o pavimenti.
Pannelli per pavimento con materiale composito
Un primo materiale composito è quello conosciuto come WPC – WOODECK prodotto da Eterno
Ivica S.r.l.
Il WPC (Wood Plastic Composites) è un materiale composto
al 60% di legno, rovere e pino sminuzzati in polvere, proveniente da materiale riciclato e al 40%
di polipropilene riciclato. É un materiale di nuova concezione che anche nel suo ciclo finale di vita
diventa materiale da riciclare al 100% ed è capace di soddisfare le esigenze tecnologiche ed
estetiche di tutti, realizzando dei manufatti nel rispetto dell’ambiente. Viene commercializzato
sotto forma dipannelli pieni o alveolari.
La modellazione a listoni fa sì che, con una gamma di supporti fissi o regolabili, si possano
predisporre pavimenti flottanti senza necessità di massetti con il superamento di dislivelli fino al
5%. La sua componente plastica lo rende adatto anche ad usi esterni. I listoni hanno misure di 25
mm di spessore x 175 mm di larghezza nella versione piena, di 21 mm di spessore x 145 mm di
larghezza.
Questo tipo di pavimento conosciuto anche con il nome
plasticwood floor gode di ottime proprietà, infatti garantisce:
- una maggiore durabilità nel tempo contro gli agenti atmosferici;
- una maggiore resistenza verso la corrosione salina e l’aggressione di muffe, avendo anche una
naturale azione fungicida;
- un limitato valore di assorbimento dell’acqua;
- un’estetica finale comparabile a quella del tipico legno esterno;
- la disponibilità di una vasta gamma di colori ottenibili grazie alla matrice termoplastica di base.
Altra caratteristica importante di questo sistema di pavimentazione è la sua reversibilità. Infatti il
suo sistema di fissaggio è a clip, le doghe che lo compongono non vengono forate e l’intero
pavimento potrà essere smontato e riposizionato altrove senza alcun problema. In questo modo il
pavimento risulterà essere ispezionabile sempre garantendo costantemente il controllo di
eventuali impianti posti tra il piano di appoggio e il piano di calpestio.
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