pasqua 2018 c arissimi volontari, amici e benefattori, come al faro che indica la … · to...
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arissimi volontari, amici e benefattori,
tuario della Madonna di Montespineto
che conduce alla salvezza, come alla guida che ci porta alla vetta.
a Quaresima che abbiamo
iniziato con l’imposizio-
ne della Sacre Ceneri, merco-
ledì 14 Febbraio, e che ab-
biamo vissuto con intensità di
ascolto nelle cinque Domeni-
che ci hanno portato alla Set-
timana Santa ed alle commo-
venti liturgie del Giovedì e
del Venerdì Santo. In questo
periodo il Signore ci ha radu-
nati attorno alla Sua Parola e
alla Sua Mensa per trasmet-
terci un richiamo ed un invito,
non a macerare inutilmente il
nostro corpo, ma a diventare
sempre più padroni di noi
stessi, a crescere nella dire-
zione della libertà vera e con
una maggiore disponibilità ad
accogliere il suo regno per i
fratelli.
Ci siamo messi. in ascolto
della Parola di Dio, senza pa-
ura e senza affanno, senza pi-
grizia e sonnolenza; abbiamo
ascoltato le Voci che ci ha fat-
to giungere attraverso la co-
scienza, attraverso gli incontri
di preghiera, attraverso la par-
tecipazione alla Santa Messa
domenicale, alla pia pratica
della Via Crucis, attraverso
l'esercizio della penitenza con
l'astinenza dalle carni il venerdì, con la preghiera in
famiglia, e attraverso le tante e tante opere di carità.
Durante questo cammino, nel ricordo della morte di
San Luigi Orione -12 Marzo- abbiamo fatto una sosta
piacevole, pregustando la Pasqua.
E siamo a Pasqua! Purtroppo il nostro Cristianesimo, come mentalità
corrente, talvolta rimane al Venerdì Santo, e quindi alla
contemplazione del corpo di Cristo, piagato e deposto
in un sepolcro. Il mistero della “Tomba Vuota
ro della Risurrezione che è la chiave di volta della nostra
fede, e che regge tutta la speranza, non sempre
- Verso le tre, Gesù gridò a Elì, lemà sabactànimio, Dio mio, perché mi hai
“Il grido di Gesù sulla croce non tradisce l’angoscia di un disperato, ma è la preghira del Figlio che offre la sua vita al Padre per la salvezza di tutti”.
C
L
amici e benefattori, e voi tutti che per un motivo o per un altro guardate al San
Madonna di Montespineto come al faro che indica la via al navigante, come alla stella
che conduce alla salvezza, come alla guida che ci porta alla vetta.
lle carni il venerdì, con la preghiera in
opere di carità.
nel ricordo della morte di
mo fatto una sosta
nesimo, come mentalità
nerdì Santo, e quindi alla
piagato e deposto
Tomba Vuota”, il miste-
è la chiave di volta della nostra
sempre suscita in
noi
Ci commoviamo facendo la
Via Crucis, abbiamo des
di riparazione dinanzi a Gesù
flagellato, coronato di spine,
crocifisso, ma
splodiamo in
davanti al
Se Cristo non
glio, se
non diventa la sostanza stessa
della nostra vita cristi
anche i nostri morti r
e
la morte si man
la sua cruda i
namente lenita dai bei fune
dai
Se non c'e r
s
ranza il male commesso è
sempre troppo grande
di imperdona
La Chiesa ha il compito di r
petere le parole dette dall'An
gelo alle pie donne che erano
andate al sepolcro ad
mare il corpo di Gesù:
ché
vente?
ai di
dai
E' proprio questo il
fedeli della Chiesa
scambiano il giorno di Pasqua: «
questo saluto rispondono: «
Dobbiamo conformarci, qui
annuncio che Gesù è Risor
gliamo, di vivere con autenticità e verità la nostra vita.
Con entusiasmo e con gioia dico a voi tutti
tutti il giorno di Pasqua diciamolo agli altri:
Andate, ed annunciate a tutti la gioia che Cristo è r
sorto, Alleluja! Alleluja!
Il Rettore D.Sesto Falchetti
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»
“Il grido di Gesù sulla croce non tradisce l’angoscia di un disperato, ma è la preghie-ra del Figlio che offre la sua vita al Padre per la salvezza di tutti”. (Pp. Giov. Paolo 2°)
Pasqua 2018
Crocifisso esposto a Montespineto,
Cappella dell’Affidamento
e voi tutti che per un motivo o per un altro guardate al San-
come al faro che indica la via al navigante, come alla stella
noi emozioni particolari.
Ci commoviamo facendo la
Via Crucis, abbiamo desiderio
di riparazione dinanzi a Gesù
flagellato, coronato di spine,
crocifisso, ma non sempre e-
splodiamo in un canto di gioia
davanti alla Resurrezione.
Se Cristo non è risorto, o me-
glio, se la Sua risurrezione
non diventa la sostanza stessa
della nostra vita cristiana, ne-
anche i nostri morti risorgono,
e nemmeno noi risorgeremo, e
la morte si manifesta quindi nel-
la sua cruda irreparabilità, va-
namente lenita dai bei funerali,
dai bei sepolcri, dai fiori …
Se non c'e risurrezione non c'e
speranza, e se non c'e spe-
ranza il male commesso è
sempre troppo grande e quin-
di imperdonabile!...
La Chiesa ha il compito di ri-
petere le parole dette dall'An-
gelo alle pie donne che erano
andate al sepolcro ad imbalsa-
mare il corpo di Gesù: “Per-
ché cercate tra i morti il Vi-
vente? Piuttosto andate a dire
ai discepoli che Egli è risorto
dai morti, è vivo! “.
E' proprio questo il saluto che i
fedeli della Chiesa Orientale si
squa: «Cristo è Risorto!», ed a
sto saluto rispondono: «Si, è veramente Risorto!».
arci, quindi, a questo sconvolgente
Risorto; ciò ci permette, se l'acco-
gliamo, di vivere con autenticità e verità la nostra vita.
e con gioia dico a voi tutti, carissimi, e
ciamolo agli altri:
Andate, ed annunciate a tutti la gioia che Cristo è ri-
Il Rettore D.Sesto Falchetti
Pasqua 2018
a liturgia, con i testi che ci propone per la celebra-
zione della Resurrezione di Cristo, i riti simbolici e
la veglia, tende a farci percepire in modo chiaro i motivi
per cui la Pasqua è il baricentro di tutta la vita cristiana.
La vittoria sulla morte è il
dato ultimo ed estremamente
esplicativo della missione
storica del Cristo Salvatore.
Il Signore si è incarnato, ha
condiviso la nostra condizio-
ne umana, ci ha portato la
buona novella, ed a tutti ha
rivelato l’amore del Padre, si
è costituito vittima per i no-
stri peccati.
La conseguenza logica di
questa realtà che ci viene
comunicata ce la addita lo
stesso apostolo quando af-
ferma che, sull' esempio di
Cristo risorto a vita nuova,
«anche noi camminiamo in
novità di vita» (Rom. 6, 4),
perché «se qualcuno è in Cri-
sto è una nuova creatura: le
cose vecchie sono passate,
ecco che sono divenute nuo-
ve». (2 Cor. 5, 17).
La nostra identità di creature
nuove viene mostrata quando
viviamo questa resurrezione di Cristo, quando siamo
capaci di cambiare vita, di uscire dagli orizzonti morti-
ficanti della nostra esistenza priva di un respiro so-
prannaturale per accogliere in modo visibile l’amore
del Padre. La nostra religione sarà vera se anche noi sa-
premo portare nelle coscienze la testimonianza della
Resurrezione, poiché il cristianesimo è vivo, vitale
quando annovera tra le sue file non solo i testimoni del
passato, ma anche testimoni del presente. Ma a dare va-
lore a questi elementi decifrati in una prospettiva di
salvezza è proprio l’epilogo della sua offerta sacrificale
nella gloria del trionfo pasquale.
Il passaggio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla lu-
ce, è segno della veridicità della sua predicazione, è
certezza che l’uomo viene re-
stituito alla sua originale e
vera dimensione: non è fatto
per essere lasciato in balia
della morte, ma per vivere
immerso nella vita stessa di
Dio.
Ecco l’autentico significato
teologico della Resurrezione:
la Pasqua di Cristo diventa la
Pasqua del cristiano, come
esplicitamente ci dice S. Pao-
lo: «Cristo è risorto dai mor-
ti, primizia di coloro che so-
no morti. Poiché come per
mezzo di un uomo è venuta la
morte, così per mezzo di un
uomo è venuta la resurrezione
dei morti» (I Cor. 15, 20).
Come può il mondo conosce-
re la resurrezione del Cristo,
se non attraverso la nostra re-
surrezione? Ogni Messa ter-
mina con un «invio», una
«missione» che disperde l'as-
semblea cristiana in mezzo al
mondo… C'è una sola prova evidente, dice Louis E-
vely, (sacerdote cattolico e scrittore belga) della resur-
rezione del Cristo, ed è che egli è vivo. E c'è una sola
prova che è vivo, il suo amore vive ancora in noi e ci
sono uomini, ci sono comunità che vivono la sua vita e
si amano del suo amore. Dio vuole soltanto insegnarci
ad amare, e più l'uomo diventerà potente, più avrà bi-
sogno di amore, avrà bisogno di Dio. “Noi possiamo
cessare di essere figli di Dio, ma Dio non può cessare
di essere nostro Padre”. Il teologo
La to mba è stata trovata vuota!
L
È un prete! (da “Il Volto Del Padre 1964”)
o ritrovato, rovistando fra gli archivi e spinto da un po’ di curiosità, una vecchia pagina che esprime i sentimenti di un giovane ai primi approcci con co-lui che diverrà più tardi la figura predominante di esempio da seguire e da indicare agli altri:
San Luigi Orione. Condivido la pagina con voi.
☼ ☼ ☼ tudiando la storia, sono venuto a contatto con
alcune figure eccezionali di "grandi" , di cui am-
miravo la pluralità delle opere; non riuscivo però ad
amarle, per il loro smodato sforzo di eccellere.
La prima volta che sentii parlare di Don Orione, che
lessi qualche suo aneddoto, subito ebbi l'impressione di
trovarmi di fronte ad uno di questi "grandi", perché
grandi erano le sue opere
e le sue aspirazioni.
Scoprii però che da quelli
si distaccava perché,
mentre essi erano spinti
dalla bramosia del co-
mando e della gloria,
Don Orione era invece
mosso dall'amore di Dio
e delle Anime.
"E’chiaro, tuttavia mi
dicevo, egli è un prete!".
E per me rimase sempre
come un sacerdote lonta-
no dalla realtà; uno che
aveva stilato per la pro-
pria vita un programma
di penitenza, di lunghi
digiuni, di veglie pro-
lungate ai piedi di Gesù
nel Sacramento; un uomo,
insomma, dedito alla vita
ascetica ed al sacrificio.
Da questo pensiero veni-
va spontaneo immaginare
un prete severo, un “Fondatore” che voleva che i suoi
figli spirituali crescessero nella più dura penitenza.
Questa idea, affievolita pian piano e quasi scomparsa,
veniva ridestata bruscamente in me negli Esercizi Spi-
rituali premessi al Noviziato, precisamente quando sen-
tii una sua lettera inviata a Don Cremaschi:
"Ti manderò mille lire ogni qual volta mi scriverai di
aver dovuto dimettere un novizio, non per salute, ma
perché non dava speranza di riuscire bene...".
Dunque, (io ragionavo) sacerdoti nella Piccola Opera
diventano solo gli asceti, i Santi?!
E io che sapevo, come continuava Don Orione, di avere
con me della "scoria", come non avrei dovuto tremare
ad una simile premessa?
Il demonio, come scoprii in seguito, fa sempre vedere
sotto altro aspetto le cose belle e sante, soprattutto
quando si è prossimi a prendere dalle gravi decisioni.
Son passati ora ben sei mesi di Noviziato, durante i
quali tanti e tanti preconcetti sono caduti nel nulla in
seguito alla lettura attenta delle Lettere del Fondatore,
alla conoscenza della sua volontà attraverso le Costitu-
zioni, la presa di contatto con le sue opere e la sua vita.
Nella nuova luce egli mi appare un prete pieno di cari-
tà verso i più abbandonati, dalla parola infocata capace
di accendere i cuori più duri e di commuovere i pecca-
tori più incalliti.
Nel volto, due occhi penetranti che sapevano scrutare
nell’ anima, leggerne i più riposti segreti e ricondurre
al bene con sorprendente autorevolezza.
Ma é l'amore, l'amore ciò che maggiormente colpisce
di lui!
Amore verso tutti: da quello ardentissimo al romano
Pontefice, fino a firmarsi "Luigi di Ge-
sù e del Papa", a quello verso i compa-
gni di Seminario, cui provvedeva l'ac-
qua per la pulizia della persona;
dall’amore verso il benefattore a quello
verso la poverella e lo schernitore, che
spesso incontrava per via. "Poveretto,
pensava, non sa quello che fa".
Questa carità giunge al vertice quando
tratta con i poveri. Ed ha voluto che
1'Opera da lui fondata avesse per scopo
principale l'amore al povero:
"Il Figlio della Divina Provvidenza è il
servo dei poveri".
Per amore dei senza tetto non esita a
presentarsi al Re per avere una macchi-
na con cui condurre a Roma i fanciulli
del terremoto marsicano. Per loro sop-
porta critiche, insulti e persino persecu-
zioni; guidato da un amore che tutto
comprende, compatisce, perdona...
Così le menti sono illuminate, le piaghe
dei cuori risanate; e la vita cristiana ri-
fiorisce.
Ora l'asceta, che per notti e notti è stato
ai piedi dell'altare in conversazione con Gesù, il peni-
tente che più di una volta ha cinto il cilicio, ha assunto
per me un aspetto più completo, più veritiero.
La preghiera e l'azione vedo fuse insieme, l'una a com-
plemento dell'altra.
Tale pienezza umana e spirituale di santità e lavoro,
oggi mi dà entusiasmo e coraggio per proseguire nella
scia da lui tracciata, per essere un giorno non lontano
un vero suo figlio spirituale.
Villa Moffa 12 Marzo 1964 - Brà
Ch. Sesto Falchetti fdp
San Luigi Orione : Statua posta sulla parete esterna della Basilica di San Pietro in Roma
12 MARZO
1940…
La morte
S
H
1968… ►… 2018Cinquanta anni dopo
inquanta anni sono passati dal periodo
testazione del ’68 e questi anni hanno segnato la
nostra vita! Questi anni sono la mia vita!
Oggi non tutto è come prima!
Gli anni della nostra giovinezza e della nostra form
zione furono gli anni della ribellione. L
dentesca esplose davanti a tutte le scuole
non entravano per seguire le lezioni, ma si riunivano
per animarsi a vicenda con tanti slogan che
tempo sembravano positivi e giusti, un tentativo di v
vere in un clima meno formalistico, meno autoritario;
ben presto ci si accorse, vedendo le prime manifestazi
ni violente, che la contestazione mirava a
ciò che era tradizione, compresa la millenaria
cristiana, dimenticando che è Cristo a dirigere la storia.
Eravamo usciti in quell’anno dagli studi di Liceo
io ero al mio primo anno di tirocinio pratico, in una ci
tadina toscana: Cortona, e precisamente nella frazione
di Camucia, in un istituto con una quarantina di stude
ti, una metà della Scuola Media e l’altra della Scuola
Superiore… In periferia non abbiamo subito capito ciò
che avveniva per le strade e nelle università
di città, ma piano piano ci accorgemmo di es
mersi fino al collo. Gli studenti, specialmente delle s
periori, tornavano a casa ogni giorno più agita
si estendeva anche nei piccoli centri.
Si protestava in nome dei diritti civili,
cietà capitalista, contro ogni sorta di autorit
nitore, capo di istituto, funzionario militare, Chiesa.
Era un passaggio dalla civiltà contadina a quella ind
striale. Un mondo in rivolta, che sembra
rata, ma non fu così. Tutto venne messo in discussi
ne. Nelle famiglie si contestava l’autorità
ed i figli cominciarono a uscire di casa rivendica
modo nuovo di cultura ed uno spirito libertario,
non accettava il consiglio e tanto meno l’imposizione.
Anche nei rapporti privati veniva cancellata o
sionata l’autorità del capo d’istituto, del datore di lav
ro, della Chiesa… Nelle fabbriche c’era
della riduzione dell'orario di lavoro ed un salario ugu
le per tutti. Ed ecco le rivolte degli operai nel '69
l'autunno sindacale e la nascita di gruppi rivoluzionari
C
… 2018 Cinquanta anni dopo
al periodo della con-
anni hanno segnato la
Questi anni sono la mia vita!
giovinezza e della nostra forma-
La protesta stu-
davanti a tutte le scuole, gli studenti
ma si riunivano
che in un primo
un tentativo di vi-
meno autoritario;
le prime manifestazio-
mirava a demolire tutto
llenaria tradizione
dimenticando che è Cristo a dirigere la storia..
in quell’anno dagli studi di Liceo ed ora
ero al mio primo anno di tirocinio pratico, in una cit-
tadina toscana: Cortona, e precisamente nella frazione
con una quarantina di studen-
tà della Scuola Media e l’altra della Scuola
abbiamo subito capito ciò
università delle gran-
ci accorgemmo di esserne im-
Gli studenti, specialmente delle su-
periori, tornavano a casa ogni giorno più agitati, la lotta
i diritti civili, contro una so-
sorta di autoritarismo: ge-
o, funzionario militare, Chiesa.
Era un passaggio dalla civiltà contadina a quella indu-
che sembrava di breve du-
messo in discussio-
l’autorità del genitore
rivendicando un
spirito libertario, che
non accettava il consiglio e tanto meno l’imposizione.
ti veniva cancellata o ridimen-
sionata l’autorità del capo d’istituto, del datore di lavo-
c’era la richiesta
un salario ugua-
Ed ecco le rivolte degli operai nel '69 con
i rivoluzionari an-
tagonisti al partito comunista,
Continua- da -Avanguardia Operaia
Il femminismo richiedeva la (sacrosanta) uguaglianza
dei sessi, ma nello stesso tempo
versità propria voluta della stessa natura
donna aperta alla maternità ed alla educazione dei figli.
Dalle università la ribellione arrivò a tutti gli ambienti
sociali ed entrò, perfino nelle università pontificie e
Seminari, che cominciarono a svuotarsi
Si cominciarono ad occupare le università e le scuole:
da Trento alla Cattolica di Milano,
di Torino, finché il 1° febbraio 1968 venne occupata la fa
tà di lettere
a Roma.
L'onda lun-
ga che ha
visto solle-
varsi tutte le
scuole ita-
liane arrivò,
con un cor-
teo di pro-
testa, il 1°
marzo a Valle Giulia, sede della facoltà di architettura, vic
no a Villa Borghese. La contest
Iniziarono gli scontri con la p
e mesi e l'eco mediatico della televisione faceva cassa
di risonanza e giungeva ovunque
levati spontaneamente tutti insieme per
mondo più autentico e più Famosi gli slogan urlati ad alta voce
scanditi: da “Fate l'amore, non fate la guerra” a “Pagherete
caro, pagherete tutto”… da
ti” a “Mettete dei fiori nei vostri cannoni
Anche i nostri anni di formazione
sentirono e ne furono contagiati.
piccole librerie cominciarono
come “il Manifesto”, “Gioventù Studentesca”,
libri di Oriana Fallaci, di Gab
voluzione sessuale, imbevuti
scolate ai nostri libri di Sacra Scrittura e di Dogmatica.
Oggi affermiamo che fu una rivoluzione nel modo di viv
re e di pensare senza precedenti,
Una rivoluzione riuscita o fallita?
Non so! Comunque ha cambiato
Uniti nella lotta, studenti ed operai, hanno modificato il d
ritto di famiglia con l’introduzione del
sto nascere il femminismo
l’interruzione della gravidanza, la minigonna
lo statuto dei lavoratori, hanno aperto la scuola a tutti
hanno anche cancellato Dio
A mezzo secolo da quei fatti
ciò che quel periodo è stato ed
Errori e conquiste, sbagli e vittorie, a
distanza cominciano a delinearsi con chiarezz
ne prende atto. Riuscirà la Chiesa
guida e ad essere segno di unità e vincolo di carità?
artito comunista, da -Potere Operaio- a -Lotta
Avanguardia Operaia- a -Il Manifesto-.
Il femminismo richiedeva la (sacrosanta) uguaglianza
ma nello stesso tempo rifiutava anche la di-
della stessa natura che vede la
donna aperta alla maternità ed alla educazione dei figli.
la ribellione arrivò a tutti gli ambienti
nelle università pontificie e nei
che cominciarono a svuotarsi.
Si cominciarono ad occupare le università e le scuole:
tolica di Milano, alla Facoltà di lettere
febbraio 1968 venne occupata la facol-
marzo a Valle Giulia, sede della facoltà di architettura, vici-
La contestazione era al culmine!
scontri con la polizia che durarono giorni
della televisione faceva cassa
geva ovunque. I giovani si sono sol-
mente tutti insieme per chiedere un
più giusto. urlati ad alta voce e i motti ripetuti e
: da “Fate l'amore, non fate la guerra” a “Pagherete
da “Lavorare meno lavorare tut-
Mettete dei fiori nei vostri cannoni”. ..
Anche i nostri anni di formazione universitaria ne ri-
ne furono contagiati. Nelle nostre personali
cominciarono a trovare posto giornali
“Gioventù Studentesca”, riviste e
Gabriele Kuby, con la sua ri-
imbevuti di notizie “nuove”, me-
di Sacra Scrittura e di Dogmatica.
fu una rivoluzione nel modo di vive-
e e di pensare senza precedenti, ma ci chiediamo:
fallita?
omunque ha cambiato il nostro stile di vita.
Uniti nella lotta, studenti ed operai, hanno modificato il di-
l’introduzione del divorzio, hanno vi-
sto nascere il femminismo con la libertà sessuale,
l’interruzione della gravidanza, la minigonna; hanno scritto
ratori, hanno aperto la scuola a tutti, ma
dalla coscienza dell’uomo.
da quei fatti si continua a discutere di
è stato ed ha significato.
conquiste, sbagli e vittorie, a cinquanta anni di
nciano a delinearsi con chiarezza e la storia
Riuscirà la Chiesa a mettersi ancora come
ad essere segno di unità e vincolo di carità?
Lo storico.
11 Dicembre: Il rettore ha portato i progetti del sito i-nerente la frana all’ufficio Beni Culturali da inviare alla Sovraintendenza per l’approvazione.
12 Dicembre: Una forte ondata di ge-lo si è abbattuto nella nostra zona. Il bosco ne ha molto sofferto. Parecchie piante si so-no spezzate. Brutto spettacolo a vedersi.
14 Dicembre: Si è messo mano alla costruzione del presepe. Un volontario in aiuto. Fa freddo.
17 Dicembre: Accensione della 3° Candela nella Co-rona dell’Avvento e benedizione dei bambinelli. Al ter-mine della Messa è stata affidata alla Madonna la piccola Diana Bagnasco, nata a Pechino il 22.8.2017 e giunta fra noi ieri 16 Di-cembre per trascorrere il Natale. 20 Dicembre: Si è rimesso mano al presepio. Due vo-lontari in aiuto. Tutta la giornata per portarlo a termi-ne. Abbiamo pranzato quassù grazie ad una volontaria.
24 Dicembre: Veglia in attesa della Celebra-zione. Il Santua-rio aveva gente fin dall’inizio della veglia. Du-rante la Santa Messa delle ore 23,00 benedizio-
ne dello Spadino del giovane cadetto della Marina Milita-re Cesare Torregiani. Una cerimonia commovente e si-gnificativa. Raffaella, la madre ha estratto per la prima volta dal fodero l’arma e l’ha consegna-ta al figlio perché ne chiedesse, così come ri-chiesto dalla tradizione, la benedizione. Un ca-loroso applauso ha riempito il Santuario al termine del rito. Dopo la Santa Messa, a mez-zanotte ormai inoltrata, scambio di auguri con panettone e vin brulé davanti al Circolo. Cronaca alla pag. 09.
25 Dicembre: La notte è stata fredda ma serena; molta gente alla Messa. Anche il giorno di Natale la gen-te è salita al Monte sia per vedere il presepio che per la Santa Messa.. 27 Dicembre: Trascor-so il Natale, a Santo Stefano il tempo è decisamente cambiato in peggio e nel primo pomeriggio è iniziato a nevicare. 31 Dicembre: Prima della celebrazione eucaristica ci siamo fermati per circa mezz’ora per ringraziare il buon Dio per l’anno che terminava ed abbiamo cantato il “Te Deum laudamus…” 01 Gennaio 2018:
6 Gennaio:
Ricca di eventi è stata la festa della Epifania. Un po’ di nebbia, ma fe-stosa. Al mattino durante la celebra-zione Mauro e Pa-ola hanno confer-mato il loro amore e chiesto la benedizione di Dio nel giorno del loro cin-
quantesimo anniversario di matrimonio. Cronaca alla pag. 09.
Nella Celebrazione del po-meriggio il coro di Patrizia è salito fino al Santuario per animare l’ultima Messa del periodo natalizio, coro gradi-to al Bambino Gesù ed ai fe-deli saliti per dare un ultimo bacio all’immagine del bam-bino Gesù. La giornata si è conclusa tutti insieme nei lo-cali del Circolo per distribui-
re calze piene di caramelle e calze della befana. 10 Gennaio:
Durante la Visita Canoni-ca che si è svolta a Torto-na dal 08 al 13 nelle co-munità della Congrega-zione di Don Orione, i due visitatori ed i due tecnici sono saliti anche a Montespineto per accer-tarsi che tutto si svolgesse secondo i sacri canoni. È auspicabile che una volta vi salgano in orario festivo! 24 Gennaio: Si è iniziato a liberare la Sala Multiuso dai presepi e dagli oggetti messi in mostra durante il tempo di Natale..
Alberi spezzati dal gelo
Benedizione ba mbinell i
La lettura de lla vegl ia di Natale
L'estraz ione dal fodero
I l Presepe
Datevi la mano destra. . .
Il ba mbino Gesù
Il Rettore ed i visitatori
27 Gennaio: Il Rettore si è recato in Episcopio per la
premiazione dei presepi e per ritirare l’Attestato di Par-
tecipazione di due presepi: quello del Santuario e quel-
lo della Signora Patrizia Torielli (mostra) fatto
all’uncinetto.
31 Gennaio: è stato disfatto anche il presepio
all’interno del Santuario.
03 Febbraio:
Festa di San Biagio
Vescovo: dopo la S.
Messa delle ore 16,00
Benedizione della go-
la. Il Rettore ha calcato
molto nella catechesi
contro la bestemmia, la
calunnia, la maldicen-
za e la menzogna.
04 Febbraio: Il 02 Febbraio il Ret-
tore, essendo delegato
del Vescovo per la
Vita Consacrata, ha
partecipato in Catte-
drale alla liturgia del-
la Candelora con tutti
i religiosi e le religio-
se. Oggi, all’inizio
della Celebrazione delle ore 10,30, benedizione delle
candele per la Festa della Candelora e, partendo
dall’altare di Sant’Anna, processione verso l’altare
maggiore con le candele accese e la Liturgia della Luce.
05 Febbraio: Prima vera nevicata…
Ha iniziato con qualche
fiocco la domenica sera
mentre si chiudevano
gli ingressi, nella notte
ha aumentato prose-
guendo tutto il giorno
seguente. Ma il grande
inverno è passato e questa è neve destinata a restare poco.
11 Febbraio: La neve è quasi tutta sciolta. Bella giorna-
ta tiepida. Molta gente è salita anche per fare una pas-
seggiata. Uniti ai pellegrini a Lourdes abbiamo pregato
per gli ammalati.
14 Febbraio: Mercoledì delle
Ceneri. Durante la
notte la neve ha
nuovamente rico-
perto Montespineto
e dintorni. Il sole
ne ha sciolta molta,
e nonostante tutto
tanta gente è salita
per dare inizio alla Quaresima con il rito della imposi-
zione delle Sacre Ceneri.
15 Febbraio: Prima della riunione vicariale, con la
presenza del Vescovo, per programmare la Visita Pa-
storale del 2019, Sua Ecc. ha amministrato il Sacra-
mento della Confermazione a Cristiana. In sala, nono-
stante la stufa accesa fin dalle ore 07,30, faceva freddo!
Tutti si sono fermati a pranzo al circolo A.N.S.P.I.
25 Febbraio:
Discesa frettolosa
dal monte per
l’arrivo di “Burian”,
neve e gelo. Già nel-
la tarda mattinata
aveva iniziato una
caduta di granelli di
neve con freddo e
vento pungente, è
andata via via aumentando e verso le ore 16 si è trasforma-
ta in abbondante nevicata. La Strada imbiancata ha messo
un po’ in allerta ed i pochi che erano saliti per la celebra-
zione hanno affrettato la discesa temendo il peggio.
26 Febbraio: Una giornata fredda ma stupendamente
ricca di sole! Le Alpi bianchissime sorridono… Sr Pia
da Montespineto scrive un s.m.s. al Rettore: “Gran bel
sole oggi al Monte. Deo Gratias!”
01 Marzo: Il bel tempo ci ha lasciati e questa notte an-
che da noi è iniziato a nevicare….
03 Marzo:
Sembra che in questi giorni
l’unico evento che capita a
Montespineto sia la neve!
Scende copiosa, ad interval-
li, da tre giorni, mettendo in
seria difficoltà il Rettore
anche perché oggi è Sabato!
Raggiunto nella mattinata e
primo pomeriggio da diver-
se telefonate, e da quella di Sr. Pia, che sconsigliavano
la salita, per la prima volta, in tutti questi anni, il Retto-
re non è salito per la celebrazione prefestiva. In tarda
serata ha smesso di nevicare ed è passato lo spazzaneve.
04 Marzo: Il Rettore è salito al Monte sia il mattino
che il pomeriggio. C’è freddo e tanto gelo per la strada
ma una quindicina di fedeli sono saliti in entrambe le
celebrazioni. Mancavano solo le “fedelissime” (disse Sr. Pia!).
07 Marzo: La frana presso la Scala Santa dà qualche
segnale di movimento. Il terreno si è un poco abbassa-
to ed il Rettore preme e telefona per terminare le pra-
tiche burocratiche così che, al ritorno della bella sta-
gione, poter dare inizio ai lavori di consolidamento.
10 Marzo: Un gruppo di pellegrini è venuto da Ales-
sandria e, parcheggiato il pullman, è salito a piedi fa-
cendo nell’ultimo tratto la Via Crucis. Fa ancora un po’
freddo ma speriamo che presto ritorni la bella stagione
e con essa si possano ricominciare i pellegrinaggi.
11 Marzo: Giornata di ricordo di San Luigi Orione.
13 Marzo: Il giornalino va in stampa per uscire prima
della Settimana Santa.
La benedizione de lla gola
La festa del la luce
La prima nevicata
Converti t i e credi!
Le orme
Lo spartineve
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici il Signore, Benedite, figli dell'uomo, il Signore (Bibbia)
“Signore, fa che il mio padrone sia fedele a Te come io lo sono a lui. Amen.”
povero cane, non so nemmeno parlare, so solo di-mostrare con la vita, muovendo la coda e con la lingua fuori, la fedeltà e l'amore che voglio al mio padrone. Mi faccio capire con segni, con gesti, per mezzo dei quali esprimo la mia gioia, la mia gratitudine, la mia
fedeltà, la mia amicizia, agito la mia coda e faccio capire che sono contento di stare con loro. È il mio saluto ogni volta che lo vedo al mattino, o quando ritorna la sera, ogni volta che mi fa una carezza, o mi dà da mangiare, non fosse altro che un osso spolpato o le briciole che cadono dalla mensa. Ma la mia festa maggiore e la mia allegria è quando lo vedo rincasare la sera stanco, perché penso, e Tu, Signore, lo sai
molto bene, che gli uomini, le persone in genere, tradi-scono facilmente e sono infedeli. Anche il mio padrone un giorno potrebbe andarsene, tradire ed abbandonare i suoi cari figlioli e anche me povero cane. Che questo non succeda mai e poi mai, Signore! Noi cani questo non lo fac-ciamo, ma gli uomini, tuoi fratelli, lo hanno fatto anche con Te. Ti hanno lasciato solo come un cane randagio, espo-sto al linciaggio di una folla inferocita che venne a cattu-rarti con spade e bastoni, co-me un animale braccato. Signore, Tu sai che anche a me, come a Te, piacciono tanto i bambini. Per loro ho una predilezione, una preferenza. Con essi mi piace sta-re e giocare, perché sono semplici e sanno abbassarsi c camminare con quattro zampe come me. Sono semplici ed apprezzano le cose belle che Dio ha fatto. Soprattutto voglio bene ai bambini perché non sanno ancora tradire l'amicizia e si commuovono anche per un povero cane. Oggi davanti alla scuola ho trovato un mio piccolo amico, ha capito che avevo fame, ha con-diviso con me la sua merenda. Sono sicuro che il mio padroncino non mi venderebbe mai per tutto l'oro del mondo. Invece gli uomini, tuoi fratelli, tuoi amici, tuoi simili, Ti hanno venduto per una manciata di soldi: perché l’uomo per i soldi vende gli altri ed anche se stesso, vende il proprio corpo e la propria anima al dia-
volo; vende l’amicizia, la fama e la reputazione sua e quella della propria famiglia. Gli uomini, dei quali sono amico fedele, fanno cose or-
ribili che noi cani non facciamo coi nostri figli e coi no-stri simili; poi ci in-sultano ingiusta-mente paragonando a noi bestie quelli che compiono tali cose. Mi ricordo, Signore, passando davanti alla chiesa, di aver sentito il parroco lamentarsi
perche aveva celebrato la Messa infrasettimanale senza neppure un cane; un giorno entrai, era solo, ma quella volta non poté dire che non c'era neppure un cane. Sta-va leggendo il vangelo dove dicevi: “le pecore che so-no mie, conoscono la mia voce e mi seguono”. Pensai allora che anche noi cani facciamo così col nostro padro-ne; solo gli uomini, con la loro terribile libertà, spesso non riconoscono la voce del loro Signore e del loro Dio. Ti prego, Signore, fa’ che il mio padrone e tutti gli uo-mini siano fedeli a Te, come noi lo siamo ad essi. II mondo andrà meglio! Così Sia. Il cane Fido
Signore, fa che il mio
padrone sia fedele ...
Con i bambini mi piace stare
Che questo non succe-
da mai e po i mai!
Io
LE CAPPELLE DELLA VIA CRUCIS
“… impegnarsi, il più a lungo possibile, a tener-
la poi in ordine e pulita dentro ed intorno…”
Al momento in cui ci si è impegnati di adot-tare una cappella e di dedicarla, non si è so-lo assunto l’impegno di “ristrutturarla” ma anche di “custodirla”. È ormai passato l’inverno, gli agenti atmosferici hanno fat-to la loro parte (anche piuttosto cruda!), non possiamo fare conto dell’intervento co-munale, è quindi necessario provvedere a mettere in ordine, dentro ed intorno, secondo l’impegno assunto. C’è chi lo fa con assidui-tà (ne prendiamo atto) e chi invece lascia a desiderare. La cappella rimane “affi-
data” finché rimane assolto l’impegno di affidamento. Il Rettore.
l 24 dicembre, durante la suggestiva celebrazione del
la Messa della notte di Natale, nel Santuario Madonna
di Montespineto, si è svolta una cerimonia particolare,
le cui origini si perdono nel passato: la
dello spadino di un giovane cadetto Pozzolese
Torregiani, entrato nell’Accademia Navale di Livorno,
come aspirante ufficiale dello Stato Maggiore
Don Sesto Falchetti, rettore del Santuario di Montesp
neto, ha presieduto la cerimonia, e, dopo la Liturgia de
la parola, ha benedetto lo spadino, sfoderato per la pr
ma volta, come da tradizione, da una persona di sesso
opposto, “esempio di fedeltà e dedizione” al giovane
cadetto e che mai lo tradirà.
E’ stata la mamma del giovane aspirante ufficiale, la
signora Raffaella, visibilmente emozionata,
lo spadino ed a porgerlo al figlio cadetto.
La Santa Messa solenne della notte di Natale, i canti, la
Chiesa gremita ed il giovane Cesare, che si
cospetto del Rettore, con la mamma e papà Federico,
chiedendo la benedizione dello spadino, elemento portante
della sua uniforme, ha fatto sì che la Santa Notte assume
se un colore di forte comunità.
“Ravviva in noi, nel segno di quest’acqua benedett
l’adesione a Cristo, via, verità e vita”. Con questa pr
ghiera Don Sesto ha benedetto lo spadino.
La tradizione vuole che il giovane cadetto lo custodisca
gelosamente dopo averlo offerto, come simbolo della
sua vita e della sua professione, al Signore,
la sua Nascita. Lo “spadino” è simbolo dell’impegno a
serbare per sempre quei valori fondanti, quali onore, d
gnità, fedeltà, audacia, volontà, lealtà, fierezza
che ogni cadetto è chiamato a rispettare ed onorare.
La santa notte di Natale nel Santuario della Madonna di
Montespineto, si è così riempita da un lungo applaus
di auguri e felicitazioni per un giovane aspirante uffici
le di Marina, che da alcuni anni, ormai, ha lasciato la
sua Pozzolo e da alcuni mesi è entrato a far
prestigiosa Accademia Navale.
Auguri per la sua professione di ufficiale
Cesare ha letto la preghiera del cadetto, con la quale si
chiede a Dio di fare in modo che lo spadino sia sempre
a servizio del bene, della pace e della sicu Un fedele
Tutti ins ieme a ringraziare: Mamma e Papà.
I
durante la suggestiva celebrazione del-
nel Santuario Madonna
di Montespineto, si è svolta una cerimonia particolare,
le cui origini si perdono nel passato: la Benedizione
etto Pozzolese, Cesare
Torregiani, entrato nell’Accademia Navale di Livorno,
me aspirante ufficiale dello Stato Maggiore.
on Sesto Falchetti, rettore del Santuario di Montespi-
e, dopo la Liturgia del-
ha benedetto lo spadino, sfoderato per la pri-
persona di sesso
opposto, “esempio di fedeltà e dedizione” al giovane
mamma del giovane aspirante ufficiale, la
, visibilmente emozionata, a sfoderare
.
a notte di Natale, i canti, la
hiesa gremita ed il giovane Cesare, che si è presentato al
con la mamma e papà Federico,
chiedendo la benedizione dello spadino, elemento portante
, ha fatto sì che la Santa Notte assumes-
“Ravviva in noi, nel segno di quest’acqua benedetta
e vita”. Con questa pre-
on Sesto ha benedetto lo spadino.
La tradizione vuole che il giovane cadetto lo custodisca
gelosamente dopo averlo offerto, come simbolo della
sua vita e della sua professione, al Signore, la notte del-
simbolo dell’impegno a
serbare per sempre quei valori fondanti, quali onore, di-
tà, fedeltà, audacia, volontà, lealtà, fierezza e coraggio,
che ogni cadetto è chiamato a rispettare ed onorare.
di Natale nel Santuario della Madonna di
si è così riempita da un lungo applauso
di auguri e felicitazioni per un giovane aspirante ufficia-
, ormai, ha lasciato la
a far parte della
ufficiale “marinaio”.
la preghiera del cadetto, con la quale si
chiede a Dio di fare in modo che lo spadino sia sempre
a servizio del bene, della pace e della sicurezza. Un fedele Presente
stata la nuora, quasi di nascosto per fare una
presa, a contattare il Rettore di Montespineto
fissare la data dell’anniversario di Matrimonio
amati suoceri!... Poi la nipotina non ha tenuto il segreto!
“Il giorno della Epifania, 06 Gennaio, alle ore 10,30.
Quando il Rettore ha fatto
grammare la liturgia, ella ha
perché della loro vita spirituale sapeva rispondere
peva anche che sarebbero stati ben felici di
l’evento al Santuario mariano di Montespineto.
Mauro e Paola Cavanna vogliono molto bene al Santu
rio, quando possono si recano a pregare la Madonna ed
aiutano il Rettore nelle sue iniziative. Spesso anticipano
le sue richieste per fare in modo che il Santuario dive
ga sempre più bello, come anche a loro piace
Amano le funzioni ed il
mergersi nella fede profonda e nella gioia piena...
Dopo una esperienza con
gli ammalati a Lourdes, lì hanno imparato
a farsi uno con chi ha un dolore, a condividere con chi
non ha niente ed a far sorridere chi è triste
Paola dice che “il Santuario di Montespineto non è solo
il faro che indica la via giusta
taggio per i tanti momenti difficili in cui verrebbe v
glia di gettare la spugna ed arrendersi…”
E, puntuali, si sono presentati, attorni
Fabrizio e Matteo con le rispettive consorti
poti, per ripetere il “Sì” di cinquanta anni fa. Erano
mozionati tutti e due e la loro emozione l’hanno rivers
ta su tutti i presenti.
Con i l rettore:
Hanno nuovamente confermato la promessa
promessa che si concretizza nell’
nell’aiuto e comprensione,
Hanno confermato alla Vergine Santa Signora di Mo
tespineto il loro impegno a pregare insieme
lendo al suo Santuario…
Un lungo e caloroso applauso è stato il segno del ri
graziamento di tutti, quando
celebrante li ha invitati ad abbracciarsi come segno
dell’affetto reciproco ancora
caro e di esempio ai figli e nipoti
“Grazie nonni”! La scritta sulla torta.
: Mamma e Papà.
DI
È
quasi di nascosto per fare una sor-
a contattare il Rettore di Montespineto per
fissare la data dell’anniversario di Matrimonio dei suoi
Poi la nipotina non ha tenuto il segreto!
Il giorno della Epifania, 06 Gennaio, alle ore 10,30.”
ha fatto alcune domande per pro-
ha risposto molto serenamente
perché della loro vita spirituale sapeva rispondere, e sa-
anche che sarebbero stati ben felici di celebrare
l’evento al Santuario mariano di Montespineto.
Mauro e Paola Cavanna vogliono molto bene al Santua-
o si recano a pregare la Madonna ed
aiutano il Rettore nelle sue iniziative. Spesso anticipano
le sue richieste per fare in modo che il Santuario diven-
, come anche a loro piace!
Amano le funzioni ed il “viverle, dicono, è come im-
nella fede profonda e nella gioia piena...”
una esperienza con i “Focolarini”, dopo l’Oftal e
ì hanno imparato e continuato
a farsi uno con chi ha un dolore, a condividere con chi
non ha niente ed a far sorridere chi è triste e solo…
“il Santuario di Montespineto non è solo
che indica la via giusta, ma l’ancora di salva-
taggio per i tanti momenti difficili in cui verrebbe vo-
glia di gettare la spugna ed arrendersi…”
E, puntuali, si sono presentati, attorniati dai due figli
Fabrizio e Matteo con le rispettive consorti e cinque ni-
poti, per ripetere il “Sì” di cinquanta anni fa. Erano e-
mozionati tutti e due e la loro emozione l’hanno riversa-
Con i l rettore: La fo to ricordo
mente confermato la promessa al Signore ,
promessa che si concretizza nell’amore e nella fedeltà,
aiuto e comprensione, nel sostegno e affetto.
Hanno confermato alla Vergine Santa Signora di Mon-
tespineto il loro impegno a pregare insieme, anche sa-
Un lungo e caloroso applauso è stato il segno del rin-
quando, al termine della liturgia, il
celebrante li ha invitati ad abbracciarsi come segno
reciproco ancora benedetto da Dio e tanto
ai figli e nipoti.
“Grazie nonni”! La scritta sulla torta. Una nonna presente
P E R C O N C L U D E R E
SENZA INNESCARE DIBATTITO.
Non poca indignazione ed altrettanta approvazione ha
suscitato l’e-mail pubblicata in “Madonna di Mont
spineto” del numero di Natale 2017 (che per privacy
e perché nessuno potesse scrivere direttamente
al mittente, abbiamo preferito identificarlo
“nonnopixxx@xx.it”).
Indignazione per il contenuto dell’e-mail ed
approvazione per la risposta del Rettore.
Non pochi si sono rammaricati dell’incerto
recapito con le quali il Rettore ha voluto
nascondere l’indirizzo di posta elettronica
perché ciò ha bloccato sul nascere risposte
dirette e non sempre profumate.
Non pochi quindi hanno scritto alla d
rezione del giornalino chiedendo la
pubblicazione delle loro risposte.
Non si raccoglie la richiesta e si
sorgere ogni polemica.
Tuttavia mi sembra giusto e doveroso
conoscenza la risposta dei diretti interessati,
ganizzatori dell’iniziativa benefica, considerando con
questo chiuso l’argomento, che vorrei circoscrivere in
un alone di ilarità, considerandolo di scarso interesse
Ecco ciò che ci inviano gli organizzatori del “Burraco”
chiedendoci di voler programmare un altro evento per
aiutarci nel lavoro che speriamo essere imminente nella
soluzione. La redazione.
P E R C O N C L U D E R E E …
DIBATTITO.
approvazione ha
pubblicata in “Madonna di Monte-
che per privacy
e perché nessuno potesse scrivere direttamente
preferito identificarlo in
mail ed
sono rammaricati dell’incerto
con le quali il Rettore ha voluto
nascondere l’indirizzo di posta elettronica,
perché ciò ha bloccato sul nascere risposte
la di-
o chiedendo la
accoglie la richiesta e si tronca sul
i sembra giusto e doveroso portare solo a
la risposta dei diretti interessati, degli or-
ganizzatori dell’iniziativa benefica, considerando con
che vorrei circoscrivere in
scarso interesse…
Ecco ciò che ci inviano gli organizzatori del “Burraco”,
un altro evento per
aiutarci nel lavoro che speriamo essere imminente nella
La redazione.
Egregio Nonno P. Siamo il gruppo che, in pratica e lavro, ha organizzato a M. Spineto la gra di “burraco” con l’intecimolare qualche “spicciolo” e contrbuire alla messa in sicurezza della “Scala Santa”.
Indispensabili sono i lavori di manutenzione e consolidmento di ciò che i nostri avi ebbero a produrre con devzione, sudore, solidarietà e pochi mezPrediligendo il confrontorinunciando allo scontroformiamo il contestatore
“nonno P”. che tutti noi ci dedichiamo ad opere di solidarietà umana; qualra egli volesse comunlui intrapreso e sostenlieti, ci complimentconsiderando il ccrescita umana e cIl gruppo (sempre intenzionato a prseguire attività benefiche. Cordialmente la saluta
“Un faro sul monte”Grazie Madonnina di Montespineto a me carissima da almeno 50 anni, quando indossavo collane di nocciole salendo a piedi con genitori, nonni e cginetti in un gran clima di gioia, di pace, di prghiere lungo la scala santa. Aiutaci a mantenere lo stupore e l’entusiasmo di quel tempo insieme all’amore e alla sensibilità per tutte le persone, spcialmente le più bisognose. Grazie a don Orione per averci seguito sempre e per aver contribuito nei tanti decenni a salvaguardre e tenere vivo questo incantevole luoGrazie anche alle suore e ai sacerdoti Orionini che ne hanno e ne curano il decoro e a tutti i laici che come possiamo vedere e leggere, sono impegnati icessantemente in questa meritevole opera. Dona pace a tutti quelli che la chiedo
O c c h i o l i m p i d o
c u o r e s e r e n o !
che, in pratica e lavo-ro, ha organizzato a M. Spineto la ga-
con l’intento di rac-cimolare qualche “spicciolo” e contri-buire alla messa in sicurezza della
Indispensabili sono i lavori di tenzione e consolida-
mento di ciò che i nostri avi ebbero a produrre con devo-zione, sudore, solidarietà e
zzi. Prediligendo il confronto e
ciando allo scontro in-formiamo il contestatore
. che tutti noi ci dedichiamo arietà umana; qualo-omunicare quello da ostenuto, ne saremmo
plimenteremmo volentieri, rando il costante percorso di
crescita umana e civile di tutti. Il gruppo (sempre intenzionato a pro-seguire attività benefiche.)
Cordialmente la saluta.
“Un faro sul monte”
Grazie Madonnina di Montespineto a me carissima da almeno 50 anni, quando indossavo collane di nocciole salendo a piedi con genitori, nonni e cu-ginetti in un gran clima di gioia, di pace, di pre-ghiere lungo la scala santa. Aiutaci a mantenere
l’entusiasmo di quel tempo insieme all’amore e alla sensibilità per tutte le persone, spe-
Grazie a don Orione per averci seguito sempre e per aver contribuito nei tanti decenni a salvaguarda-re e tenere vivo questo incantevole luogo sacro. Grazie anche alle suore e ai sacerdoti Orionini che ne hanno e ne curano il decoro e a tutti i laici che come possiamo vedere e leggere, sono impegnati in-cessantemente in questa meritevole opera.
Dona pace a tutti quelli che la chiedono
Nicorelli Giuseppina 3 maggio 1913 SEZ E A43
Dipinto su tavola: Piccola nella culla con familiari accanto
Pianezza Giuseppe SEZ E A93
Salvataggio dalle acque del fiume.
Dipinto su lamiera del pittore Bisio Pasquale di Novi L.
Anonimo SEZ C A91
Dipinto su carta: incidente con cavallo e bambino mol-
to probabilmente sul ponte della Scrivia a Serravalle
• Non parlare più della guerra, fai piuttosto la
pace con la famiglia confinante.
• Non parlare più della fame del Terzo Mon-
do, aiuta quel disgraziato d'uomo, rimasto solo.
• Non parlare più della povertà, dai al fratello
tutto quello che spendi per gozzoviglie e per
seguire le mode.
• Non parlare più della ricchezza degli altri,
diventa tu povero in ogni angolo del tuo cuore
e della tua giornata.
• Non parlare più della chiesa che è potente,
sii tu debole, umile, semplice.
• Non parlare più della forza profetica del
servizio, vai a pulire la casa di quel vecchio
che è solo.
• Non parlare più dello strapotere politico,
sali in croce e lasciati inchiodare e seppellire.
• Non parlare più della crisi del matrimonio,
ama tua moglie e i tuoi figli senza più fare lo
sciocco scapolone dongiovannesco.
• Non parlare più di questa «valle di lacrime»,
asciuga invece il pianto del tuo prossimo e
non esserne mai la causa.
• Non parlare più di quello che devono fare gli
altri, fai tutto quello che devi fare tu.
• Basta con le parole: fai, perché è con i fatti
che si lava il mondo e lo si conduce a salvezza.
• Le parole non servono, anzi spesso diven-
tano fonte di sporcizia e di distruzione. Le
chiacchiere non fanno farina, diceva mio non-
no, che di fatica per vivere ne spese tanta.
Resta allora valido Gesù che dice
«vai e fallo anche tu».
È un comando, preciso e tagliente, ma vale
un Dio che si fa storia, intervenendo perso-
nalmente nelle cose e nei fatti «di quaggiù»,
perché abbiano colore «di lassù». Il consigliere
N. 2 23 MARZO: Venerdì di Passione ► Ore 20,30
30 MARZO: Venerdì Santo ► Ore 20,00 Via Crucis:
La Redazione
serenità e lucidità mentale. Grazie Madre nostra. G.
01.12.17 -Veniamo in questo luogo di preghiera accol-
ti da un’ atmosfera quasi magica in attesa della neve.
Una preghiera per i nostri cari lassù. L.M.
01.12.17 -Una salita verso Maria recitando il rosario in
ringraziamento per essere sempre presente nella mia
vita. Luce al mio cammino. Proteggi me e i miei cari.
13.12.17 -Con difficoltà ma sono venuto – ascolta la
mia preghiera proteggi i miei cari.
29.12.17 -Madonnina di Montespineto siamo saliti
quassù io e Mirko per chiederti di vegliare sempre su i
nostri cari non ci lasciare mai da soli. Grazie A.M.
01.01.18 -Chiedo alla grande Madonna una grazia per
il mio lavoro e tanta salute per la mia famiglia. Grazie
grande Madonna. P.
06.01.18 -Corale di Borghetto B. siamo tornati con tan-
ta gioia e con un augurio a tutti di Buon Anno e Pace.
10.01.18 -VISITA CANONICA ORIONINA In questo luo-
go santo, frequentato e amato da san Luigi Orione, don
Aurelio Fusi e don Walter Groppello, durante la visita
canonica provinciale, si sono fatti pellegrini come il
loro Fondatore. Hanno respirato la stessa presenza di
Maria, madre di misericordia. Un ringraziamento al
Rettore don Sesto. (don Aurelio Fusi)
13.01.18 -Per suor Eustella per sempre. Ave Maria! A.M.
13.01.18 -Per tutti gli ammalati che la Madonna ci aiu-
ti sempre. L.S.
16.01.18 -Cara Madonna di Montespineto ti chiedo
due grazie e Tu sai quali. P. Ovada
21.01.18 -Eccoci qui insieme finalmente proteggi e
veglia su di noi. R.A. e il piccolo Patrick.
29.01.18 -Santuario di Montespineto, siamo onorate di
aver scelto come Prima Meta e Promessa sulla lista
della Meraviglia ! M.G.
03.02.18 -Cara Madonna aiutami…..
07.02.18 -Ti ho chiesto tante cose ti chiedo anche que-
sta fallo guarire. Amen
10.02.18 -Ascolta la mia supplica aiutami a risolvere
questa incresciosa situazione certo di una tua grazia
proteggi i miei cari. A.
11.02.18 -Aiuta il mio papà per favore.
12.02.18 -Madonna mia aiutami per aiutare gli altri.Amen
18.02.18 -Proteggici in questo momento particolare e
gioioso che è la nascita imminente della nostra Gaia
proteggi la nostra famiglia e la nostra creatura nata dal
nostro grande amore. C.A.
24.02.18 -Sono qui e oggi ti dico solo grazie ! R.
26.02.18 -Ti ringrazio per averci fatto tornare qui a
pregare. Ti chiedo aiuto per S. affinché trovi la sua
strada e il suo posto nella vita.
26.02.18 -Fa che la strada che intraprendo per guarire
sia finalmente quella giusta. Perdona le mie bestemmie
è un grido di aiuto ! Chiedo che mi sia dato perché non
ne posso più.
27.02.18 -Grazie per darmi forza.
Chi desiderasse fare offerte in denaro lo faccia direttamente in Santuario o tramite c.c.b. GRAZIE: MADONNA DI MONTESPINETO - Stazzano (Alessandria) - Diocesi di Tortona
Rettore del Santuario: Falchetti Don Sesto (Opera Don Orione) - pro manoscritto –
cell. 339 8619307 - E-mail: sesto.falchetti@virgilio.it - Blog: http://montespineto.wordpress.com/ Per offerte: Codice IBAN: IT90 R 05034 48420 000000020125 Banca Popolare di Novara - filiale di Novi Ligure
Orario “Ora Legale” delle celebrazioni al Santuario
Prefestivo ore 17,00 S. Messa prefestiva Festivo ore 10,30 S. Messa
ore 17,00 S. Messa Aperture Santuario: Al sorgere del sole (07) Chiusura Santuario: Al tramonto del sole (19) lunedì ore 15,00 Coroncina a Gesù Miseri=
cordioso e Rosario Eucaristico
ore 16,00 Vespri • Il primo sabato del mese S. Messa alle ore
17,00 in ricordo di Suor M. Eustella.
• Tutti i mercoledì dalle 15 alle 18,30 il Rettore sarà presente a Montespineto. Cell. 339 861 9307
Nell ’Orario “Ora Solare”:
• la Santa Messa del pomeriggio viene anicipata
dalle ore 17,00 alle ore 16.00
Prendi nota: Dio ti ha dato il dono di un figlio?… Affidalo
alla Madonna. Ella lo condurrà nella vita come ha condotto
Gesù! Non avere paura! Maria non si lascia mai vincere in
generosità.
Al Santuario di Monte Spineto la Domenica dopo il 15 Ago-
sto (Festa dell’Assunta) ed il giorno dell’Immacolata Conce-
zione (08 Dicembre) vengono affidati a Maria i bimbi nati e
battezzati nell’anno.
La foto dei bambini affidati alla Madonna rimarranno
per tutto l’anno sopra l’Altare di Sant’Anna e di Maria e
poi verranno collocati nella interna Cappella di Lourdes
e dell’Affidamento.
30.11.17 -Dopo una notte di assistenza a chi ha bisogno sono
venuto a salutarti cara mamma del cielo ! Grazie per la forza
che mi dai. G.
01.12.17 -Anche oggi ti preghiamo per la tua intercessione. Ti
chiediamo la salute e la forza per affrontare ogni giorno con
Per il ripristino della frana dovremmo essere in dirittura d’arrivo… Appena la bella stagione lo permette speriamo di cominciare! Rendiamo grazie a Dio!
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