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Post on 15-Feb-2019
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No a No Billag ... Distruggere la nostra radio e la nostra televisione?
... perché senza il canone la SSR e decine di radio e TV fallirebbero con la conseguente scomparsa di trasmissioni televisive e ra-diofoniche tanto apprezzate.
… perché questo rappresenterebbe la fine dei programmi nella Svizzera romanda, in Ticino e nei Grigioni.
… perché avremmo meno sport svizzero e dovremmo pure pagare di più.
… perché senza il canone Radio-TV il paesaggio mediatico si impoverirebbe maggiormente.
… perché solo i media del servizio pubblico sono tenuti per legge a informare in modo oggettivo ed equilibrato.
… perché ancora più denaro della pubbli-cità finirebbe all’estero, in Francia e in Ger-mania nonché a Google & Co.
Impressum: Unione sindacale svizzera, Monbijoustrasse 61, 3007 Berna
www.notre-radio-tv.ch
… perché verrebbero soppressi migliaia di posti di lavoro, soprattutto nelle regioni periferiche.
La radio e la televisione sono più importanti di Internet
A differenza di quanto pensano in molti, le persone non si informano prevalentemente tramite Internet. Dedichiamo in media solo 4 minuti e 6 secondi al giorno alla lettura di notize sui portali online*. Almeno 23 minuti li dedichiamo a riviste e giornali.
L’utilizzo di radio e TV corrisponde a 238 minuti al giorno. Sebbene l’intrattenimento occupi molto spazio, la
radio e la televisione influenzano la nostra visione della Svizzera. Grazie a questi due media entriamo in contatto con la diversità di persone e di idee che costituiscono la Svizzera. In questo modo il contadino dell’Entlebuch sa cosa preoccupa i cittadini e le cittadine di Zurigo e Lugano. E viceversa.
*Fonte: tutte le cifre 2016
su www.mediapulse.ch
Lo sport alla TV: solo per ricchi?Si sa come funziona all’estero: chi vuole assistere in diretta a eventi sportivi nazionali, deve acquistare un costoso abbonamento di un’emittente a pagamento via cavo o via satellite.
Se No Billag venisse approvata, gli eventi sportivi importanti verrebbero trasmessi solo sui canali a pagamento. Anziché 365 franchi l’anno per un programma completo comprendente news, intrattenimento e sport, pagheremmo 300 franchi l’anno su mysport.ch, ma solo per trasmissioni sportive.
Vogliamo assistere alle partite di calcio, agli incontri di hockey, ai Giochi olimpici, alle discese del Lauberhorn e alle feste della lotta svizzera solo sottoscrivendo un costoso abbonamento su canali privati a pagamento?
Chi è il vincitore e chi è il perdente?
I canali francesi e tedeschi si sfregano le mani di fronte all’iniziativa No Billag. E lo stesso fanno Google, Facebook & Co. Perché permettere loro di intascarsi ancor più introiti pubblicitari? E per di più senza dover produrre contenuti svizzeri.
A gioire sarebbero anche i ricchi investitori che intendono influenzare l’opinione pubblica come avviene negli USA o in Italia. Tutto questo a spese della democrazia. I grandi perdenti sarebbero soprattutto i dipendenti della SSR, delle emittenti
private locali, dei loro fornitori e delle relative famiglie. Complessivamente sono in gioco almeno 14’000 posti di lavoro. E questo riguarda soprattutto le regioni periferiche. Le condizioni di lavoro di tutti coloro che lavorano nel settore dei media sono destinate a subire un peggio ramento.
Anche molti musicisti, produttori e altri attori del settore culturale non avrebbero più alcuna opportunità di esprimersi e di far valere il proprio talento.
No Billag: un pericolo per la Svizzera
Radio e televisione sono i media più importanti per la nostra democrazia diretta. La loro importanza cresce via via che i giornali si riducono e si concentrano nelle mani di sempre meno editori.
Per noi come cittadine e cittadini è fondamentale che la televisione e la radio informino in modo oggettivo ed equilibrato su quanto avviene nel nostro Paese, presentando i punti di vista di tutti e di tutte le regioni del Paese. Contrariamente ai media privati, i media del
servizio pubblico sono tenuti a farlo per legge.
Se i media del servizio pubblico dovessero interrompere le trasmissioni, la diversità sarebbe gravemente compromessa. I media privati puramente commerciali non riuscirebbero mai a colmare la loro scomparsa a causa dei costi elevati. Alcuni miliardari approfitterebbero di questo vuoto per decidere il modo in cui informare la popolazione. Risultato: un’informazione poco seria di orientamento politico come su FoxNews.
L’iniziativa estrema No Billag distrugge la nostra radio e televisione
La produzione di trasmissioni radiotelevisive è costosa. Nel nostro piccolo Paese la pubblicità non basta da sola a finanziare le radio e le TV nazionali, la cui missione è quella di proporre un’ampia offerta di informazioni e intrattenimento. Tantomeno nella Svizzera romanda, in Ticino e nei Grigioni.
Questo spiega perché paghiamo un canone per la SSR e numerose radio e televisioni locali. No Billag intende abolire questa tassa radiotelevisiva. E vietare anche alla Confederazione di sovvenzionare canali ra
diofonici e televisivi. Si tratta di una visione estrema. I canali della SSR, finanziati al 70 per cento dal canone, e 34 canali locali rischierebbero il fallimento. Sparirebbero trasmissioni tanto amate come «Falò», «Patti chiari», «Il Quotidiano», «Il Telegiornale», «Sport Sera» e le notizie alla radio o alla TV locale non sarebbero più prodotte.
E con loro si perderebbe un pezzo di identità svizzera. In Romandia e nella svizzera italiana questo significherebbe la fine di interi programmi regionali nelle rispettive lingue.
al l ’estrema No-Bi l lag
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