linc marzo 2012
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8/2/2019 LinC Marzo 2012
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bmete - n. 1 nn V
Welfare, in giocoil nostro futuro.LItli ull vi dll ifmdll plitih ili.
Il Magazine ManpowerGroupdi Economia e Cultura del Lavoro
Per unEuropa pi forteA colloquio con Martin Schulz,Presidente del Parlamento Europeo
Un nuovo welfare.Di tutti, per tuttiLopinione di Stefano ScabbioAD ManpowerGroup Italia e Iberia
Favorire una culturadellattivazioneLa parola a Carlo DellAringa
laVori n corso
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2011 MawG. All gs sd.
La sa mss aa l azd l md a sm l zal lbad la aga dll ss ma. Dalla cca, slz maz d al alla gs dll ca,sam sa da ma all d ambzs ssaza a bsss a. mawg.
Lvr, n ()
attesa della riforma
prefazione di Francesco Maria Gallo
Il primo numero del 2012 di Lavori
in Corsovede la luce in un momen-
to cruciale della storia del lavoro
nel nostro Paese.
Mentre la crisi continua a stringere la sua
morsa sulloccupazione, lesecutivo or-
mai alle battute finali del varo di una Rifor-
ma mai cos attesa e auspicata, e proprio
per questo carica di aspettative e speran-
ze da parte di tutti i cittadini. Dopo aver
riconquistato credibilit e leadership in
Europa, il Governo ora davanti a una sfida
altrettanto decisiva per le sorti dellItalia,
di oggi e di domani. La contingenza, le evo-
luzioni sociali, i cambiamenti demografici:
il Paese esige una profonda revisione del
sistema di welfare, che dovr fondarsi suassetche rendano la protezione sociale
pi adeguata ai bisogni di cittadini e lavo-
ratori, e pi sostenibile sul piano finanzia-
rio. Equit e inclusivit sembrano essere,
allunanime, i tratti distintivi delle future
politiche sociali, con lassoluta priorit di
favorire e difendere loccupazione per tut-
te le fasce della popolazione.
Il Welfare State assurge quindi con pie-
no diritto a tema centrale del nostro ma-
gazine di economia e cultura del lavoro,
quel LinCche vi accingete a leggere e che,
nel suo quinto anno di vita, segna unim-
portante novit. Gli approfondimenti, le
riflessioni, i contributi al dibattito e agli
avvenimenti che investono il mondo del
lavoro, leconomia e la societ, viaggeran-
no da questanno insieme al Corriere della
Sera, con il quale ogni due mesi LinCsar
diffuso in allegato a IO Donnasu tutto il
territorio nazionale. Ed proprio ai lettori
del Corrieree di IO Donnache va il mio
personale, entusiastico, benvenuti!.
Analisi, visioni e proposte sono affidate in
questo numero a voci autorevoli come il
Presidente del Parlamento Europeo Martin
Schulz, che ci ha rilasciato unintervista in
esclusiva sul futuro del welfare in Europa; ai
professori Andrea Ichino e Carlo DellAringa,
sagaci osservatori del mercato
italiano; al Presidente dellInps A
strapasqua, mai come oggi centr
ma del sistema previdenziale; a
Francesco Vallacqua, esperto dGli interventi portano le firme, t
del Presidente di ManpowerGro
Scabbio, forte della sua expertise
lavoro, e le sapienti penne di Walt
ni, Giulio Sapelli, Luca Solari e il
del Cnel Antonio Marzano. Senza
il panorama aziendale, con i co
Indesit Company, Nestl, CFT.
Istituzioni, mondo accademic
rio imprenditoriale, stakeholde
di mercato, lavoratori e gente c
questo il network relazionale d
Corso. Una pluralit di voci e atto
giorno costruiscono la cultura
discutono e si confrontano alla
good practice e proposte inno
meglio vivere la societ contem
Il nuovo linc tra la riflessione e
A tutti i lettori, consueti e nuo
lettura!
Francesco MarIa GaLLo
External & Internal RelationsManager ManpowerGroup
POLITICHE SOCIALI / EQUIT / INCLUSIVIT / RELAZIONI / SOCIET CONTEMPOtags
PUbbLICAZIONILITALIA COME SOCIET E COMUNIDENTIT CULTURALEG. Caloli, F. Galgano, G. De VeCompositori, 2012
AbSTRACT / Equite inclusivit semranoessere, allunanime,i tratti distintivi dellefuture politiche sociali,con lassoluta prioritdi favorire e difendereloccupazione per tuttele fasce della popolazione.
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Pidt
Stefano Scabbio
Ditt pil
Francesco Maria Gallo
rdi
Antonella Guidotti, Silvia Bordiga, Alessandra Rizzuto
sgti di di
Angelica Durante
angelica.durante@manpower.it
02.230037100
H llt qut um
Antonio Angioni, Michele Avitabile, Antonio Barletta,
Stefano Basile, Ada Del Castello, Francesco Guidara,
Elisabetta Limone, Antonio Marzano, Marco Morganti,
Flora Nascimbeni, Walter Passerini, Paolo Preziosi,
Giulio Sapelli, Serena Scarpello, Luca Solari, Isidoro Trovato,
Francesca Vinacci
Pgtt gfi, pti impgii
Gramma - agenzia di comunicazione soc. coop. sociale Milano
www.grammacomunicazione.it
Ditiui
Distribuito in tutte le edicole italiane in allegato a
Io Donna - Corriere della Sera - RCS
MpwGup
Via Rossini 6/8
20122 Milano
www.manpowergroup.it
Ttt dtt svt.
Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta
con mezzi grafici e meccanici, quali la fotoriproduzione e la
registrazione. Manoscritti e fotografie, su qualsiasi supporto
veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
n. 1 anno V, Marzo 2012
Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008
Il Magazine ManpowerGroupdi Economia e Cultura del Lavoro
laVori n corso
LinC
Pfi
01 LAVORO, IN(fiduciosa) attesaDELLA RIFORMAdi Francesco Maria Gallo
editil
04 UN NUOVO WELFARE.DI TUTTI, PER TUTTIdi Stefano Scaio
ctditil
06 DAL bIG STATE ALLAbIG SOCIETy: UNAPROSPETTIVA PERIL NOSTRO PAESEdi Antonio Marzano
ctpputi
08 CASSA INTEGRAZIONE,CONTRATTI DISOLIDARIET,FORMAZIONE.GLI AMMORTIZZATORISOCIALI SECONDOCGIL, CISL E UILdi Michele Avitaile
10 LA RIFORMA DELLAVORO TRAPRIORIT E TAb.bOMbASSEI ESQUINZI: LE POSIZIONIDEI DUE CANDIDATIALLA PRESIDENZADI CONFINDUSTRIAdi Francesca Vinacci
12 FAVORIRE UNACULTURADELLATTIVAZIONE.LA PAROLA A CARLODELLARINGAdi Paolo Preziosi
14 AI GIOVANI UN MONDO
MIGLIORE DI COMELAbbIAMO TROVATOdi Walter Passerini
16 RIAVVICINARE LEDONNE AL MERCATODEL LAVORO: ECCOUN MODELLO MADEIN ITALydi Serena Scarpello
Hr ll sphi
18 LE TUTELE DEILAVORATORI: ILGOLDEN TRIANGLETRA AZIENDA,SINDACATI EGOVERNOdi Flora Nascimeni
sit Titi22 PER UNEUROPA PI
FORTE. A COLLOQUIOCON MARTINSCHULZ, PRESIDENTEDEL PARLAMENTOEUROPEOdi Francesco Guidara
24 PER UN MODELLO DIFLESSIbILIT TUTTOITALIANO: I NODI DASCIOGLIEREdi Ada Del Castello
28 A TRENTO PROVEDI FLExSECURITy A
FAVORE DEI GIOVANIdi Silvia bordiga
sti dImp
30 CFT: AL CENTRODELLIMPRESA, ILLAVORO E LUOMOdi Antonella Guidotti
cttd
32 HELP TALk, LUCy, bIGLAUNCHER E LE ALTRE:LA TECNOLOGIA E ILWELFARE DEL FUTUROdi Marco Morganti
34 NUOVI STRUMENTIDI WELFAREdi Antonio Angioni
36 IL MODELLO DELLESMART CITIES: ILSENSO DI FRANCESCOPROFUMO PER LASCUOLAdi Stefano basile
In questo numero
Welfare, in gioco il nostro futLItli ull vi dll ifm dll plitih
02
Wkhp opiiLd
38 INCLUSIVO ED EQUO.IL WELFARE SECONDOIL PRESIDENTEGIORGIO NAPOLITANOdi Antonio barletta
40 SENZA TUTELE:NELLA TRAPPOLA DELSOMMERSO.INCONTRO CONIL PRESIDENTEDELLINPS, ANTONIOMASTRAPASQUAdi Isidoro Trovato
42 UN PICCOLO SOGNO:SCUOLE COMECENTRI CIVICI PERUN WELFARE FUORIDAGLI SCHEMIdi Elisaetta Limone
Wlf Tlt
43 PER UNIMPRESA-COMUNIT E LARISCOPERTA DELWELFARE AZIENDALEdi Giulio Sapelli
Lttu,alti & Vii
46 SE LASCIARE SIGNIFICA LAGLI ITALIANI...di Alessandra Rizz
Ptfi
48 VERSO UN NUPATTO TRA STE CITTADINIdi Luca Solari
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Un nuovo welfare. Di tutti, per tutti
hi lo disegn, quasi 70 anni fa, lo aveva immaginato
alla culla alla tomba. Un sistema di provvedimenti
garanzie che si ritenevano fossero tutti obiettivi pri-
ari dello Stato: loccupazione, lassistenza sanitaria,
struzione di base, la previdenza, labitazione.
ellidea di welfare, mutata a fondo nel corso degli anni, oggi
rca affannosamente una dimensione nuova, consapevole che in
llo, questa volta, c la sua stessa sopravvivenza. Tutti i governi
on solo quello italiano - sono chiamati a rivedere il proprio siste-
a di welfare, il costo finanziario e la sostenibilit, contemperando
tto questo con la necessit di mantenere la coesione sociale.
rossimo welfare dovr essere frutto di unevoluzione culturale,
risposte non scontate, di processi ispirati alle migliori esperienze
ternazionali. Senza risorse, gli Stati non saranno pi in grado di
rnire risposte a una domanda di servizi che inesorabilmente
escer con il passare degli anni.
prattutto nel nostro Paese, la cui struttura demografica rappre-
nta un unicum a livello mondiale. Poche settimane fa stata
tat a definire lItalia il Paese pi anziano al mondo. Un Paese
e nel 2050 avr un rapporto di 10 giovani ogni 26 anziani, frutto
lla congiuntura di due fenomeni: laumento della sopravvivenza
bassi tassi di natalit. Tutto questo impatta sulla spesa pubblica
eFano scabbIo
mministratore delegatonpowerGroup Italia e Iberia
bSTRACT / La costruzione di questoelfare avr isogno dellapporto di
molti e non potr essere pi prerogativai un unico centro di potere, politicoeconomico che sia. GARANZIE / COESIONE SOCIALE / SOSTENIbILIT / CAPITALE PROFESSIONALE / IMPEGNtags
Ditoriale di Stefano Scabbio
PUbbLICAZIONIRAPPORTO SULLO STATO SOCIALE 2011. QUESTIONEGIOVANILE, CRISI E WELFARE STATEa cura di F. R. Pizzuti - Edizioni Giuridiche Simone, 20
sanitaria, in molte regioni fuo-
ri controllo: oggi rappresenta
da sola il 7% del Pil ma cresce
talmente rapidamente che vi
sono preoccupanti previsioni di
raddoppio in pochi anni.
Alle porte non bussa una ri-
presa, ma un decennio in cui
la disoccupazione diverr una
vera emergenza sociale, come
ha evidenziato il rapporto Glo-
bal Employement Trend 2012.
Nei prossimi 10 anni il sistema
economico globale dovr crea-
re almeno 400 milioni di nuovi
posti di lavoro per assorbire la
crescita annua di persone in
et di lavoro, stimata in circa
40 milioni di unit per anno.
Ripensare il welfare significa
provare a dare soluzioni coe-
renti a tutto questo. Significa
agire in un modo pragmatico
per capire cosa resta e cosa
evolve di quellinsieme di ser-
vizi e di assistenze che tutti
abbiamo imparato a conosce-
re e che naturalmentesiamo
indotti ad aspettarci a livello di
servizio pubblico.
Significa anche iniziare ad agi-
re, adesso, cominciando ad
affidare alla scuola messaggi
chiari e risposte certe nella
formazione dei cittadini di do-
mani, e alla cultura lo sviluppo
dei cittadini di oggi. L80% de-
gli italiani tra i 16 e 64 anni ha
uninsufficiente competenza
alfabetica funzionale, non pa-
droneggia cio la lingua. Dato
scioccante per un Paese che
vuole considerarsi avanzato.
C chi come il professor Carlo
DellAringa, che leggerete nel-
le pagine di questo numero
di Lavori in Corso, ritiene che
inevitabilmente dovr esserci
uno spazio importante - allin-
terno di questa ridefinizione
- al Terzo settore, a quelluni-
verso del volontariato che inItalia ha raggiunto punti di
eccellenza nel confronto con
il resto dEuropa.
Credo che la costruzione di
questo welfare avr bisogno
dellapporto di molti e non
potr essere pi prerogativa
di un unico centro di potere,
politico o economico che sia.
Unoperazione di pulizia e di
efficienza, per insegnare alle
nuove generazioni (ma anche
alle vecchie) cosa attendersi
dalloStato, cosa costruire in-
siemeallo Stato, cosa costruire
senzalo Stato.
Lo ha spiegato recentemente
Lord Wei, linventore del con-
cetto di Big Society, portato in
politica dal premier inglese
David Cameron: arrivato il
momento di spostare il bari-
centro del potere dallo Stato
alla societ. Non vi sar vera
ripresa economica senza ripre-
sa sociale. Abbiamo bisogno
di una presenza diffusa di una
sana etica pubblica.
Proprio la Gran Bretagna ha
rappresentato un esempio di
Stato sociale spesso iniquo e
confuso, a dispetto dellenor-
me quantit di denaro pubbli-
co speso. In Gran Bretagna
- ha ricordato Phillipp Blond,
altro teorico della Big Society
- abbiamo avuto uno Stato so-
ciale che ha erogato decine dimiliardi di euro nel corso degli
ultimi trentanni. Se fosse sta-
to un sistema efficiente avreb-
be liberato dal dramma della
povert milioni di persone.
Invece, quella met di popo-
lazione che nel 1976 deteneva
il 12% della ricchezza liquida,
oggi dispone solo dell1%.
Il nuovo welfare sapr imporsi
solo se sar sostenuto da un
cambio di atteggiamento in
ognuno di noi. Saremo chiama-
ti ad assumere, nei confronti
del mercato del lavoro, una
posizione pi attiva. Non un
mistero che lItalia sia rimasto
lunico Paese europeo a privi-
legiare ancora le politiche pas-
sive del lavoro. Il nostro un
sistema dove restano centrali
(anche nel dibattito politico)
istituti come la cassa integra-
zione, la mobilit, la conserva-
zione del posto fisso.
Tutte cose che non richiedo-
no alcun impegno attivo da
parte del soggetto coinvolto.
A queste condizioni, il lavo-
ratore in difficolt attende
passivamente che qualcunogli risolva il problema. Non
pi tempo di attese che bru-
ciano inutilmente il capitale
professionale, soprattutto dei
pi giovani. Il futuro di equit
ed efficienza passa attraverso
un attento mix di pubblico e
privato, di famiglie e di impre-
se sociali. Con laccortezza da
parte dei governi di garantire
quel minimo di riso
sarie ad alimentare
energie della societFaccio mie le rifles
Maurizio Ferrera ha
merito al nuovo ru
Stato: La condizio
saria sar la dispo
una cultura politic
capitale sociale ca
ti da elevato civism
rispetto delle regol
fra i vari soggetti.
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Dal big State alla big Societ:una prospettiva per il nostro Paese
ontroeDitoriale di Antonio Marzano
CRISI/VALORI/VOLONTARIATO/SISTEMA/RIFORMtags
iamo assistendo a grandi processi di trasformazio-
e ed evoluzione degli ordinamenti sociali a livello
anetario. La stessa storia degli ordinamenti sociali
delle corrispondenti organizzazioni economiche
continua evoluzione. In economia si contano ormai
uattro capitalismi: si passati dal New Deal americano
New Labour inglese, dal liberismo al socialismoberale della Terza Via.
cune di queste svolte sono state storicamente favorite da crisi
onomiche e sociali. Cos la grande crisi del 1929 port allado-
one di politiche keynesiane con il risultato di un crescente rap-
rto sia della spesa pubblica sul prodotto interno lordo, sia di un
escente rapporto del debito pubblico sullo stesso Pil. A queste
litiche si sono poi aggiunti gli interventi pubblici. In particolare
bSTRACT / La crisi spinge i soggetticonomici a tentare soluzioni individuali,
ma alla lunga sopravviene linadeguatezzai quei rimedi e la necessit di soluzionii sistema. E qualsiasi soluzione distema, se democratica, presuppone
a coesione sociale.
PUbbLICAZIVERSO UNA SOCIE
SUSSIDIARIA. TEORE PRATICHE DELLASUSSIDIARIET IN P. Donatibononia University P
nel 2008 e che stiamo ancora
vivendo. E la crisi, insieme al
ridimensionamento del welfa-re per migliorare saldi e debi-
to pubblici, suscitano tensioni
sociali anche gravi.
La via di uscita da questo in-
treccio di negativit non
facile ma tra le strade vi la
prospettiva di una transizione
dal Big State alla Big Society.
Lultimo Rapporto Censis sul-
la societ italiana coglie nel
segno. La crisi spinge inizial-
mente i soggetti economici a
cercare adattamenti, a tentare
soluzioni individuali. Ma alla
lunga sopravviene la perce-
zione di una inadeguatezza di
quei rimedi e della necessit disoluzioni di sistema. E qualsia-
si soluzione di sistema, se de-
mocratica, presuppone la co-
esione sociale. La Big Society
si basa proprio sullesistenza
di un sistema coeso, monito
ripetuto in pi occasioni dal
Capo dello Stato.
Tuttavia, un Pil fermo o in di-
minuzione rende pi difficile
la coesione sociale: per inten-
derci direi che il prodotto in-
terno lordo come una torta,
e se questa non cresce chi ne
prende di pi lo fa a scapito
degli altri e in genere gli altri
sono anche i pi deboli. Dun-
que, la politica della crescita
indispensabile alla stessa
coesione sociale.
Nel nostro Paese esistono mol-
ti presupposti per la coesione:
la cultura della famiglia, i valori
condivisi di natura culturale
e religiosa, lattitudine al ri-
sparmio, il desiderio di intra-
prendere sono fenomeni che
vanno nellinteresse di tutti.
Sempre il Censis ci dice che
il 26% degli italiani opera nelvolontariato gratuito e il 57%
si dice disposto a sacrificare
il proprio tornaconto nellinte-
resse generale del Paese. Sono
dati importanti, ma il numero
o le percentuali di individui
non sono necessariamente il
dato principale. Le aggregazio-
ni di soggetti, le associazioni,
le corporazioni - e le loro rap-
presentanze - lo sono forse di
pi. Voglio dire che in ogni Pa-
ese c una parte della societ
dinamica in contrapposizione
con una pi conservatrice che
difende vantaggi, rendite poli-
tiche, privilegi e che si oppone
al cambiamento. Larticolazio-
ne nei due sensi della societ,
e la volont politica di dare
adeguata voce e rappresen-
tanza alle componenti dinami-
che, mi appare determinante.
La Big Society si basa su una
maggiore fiducia nei cittadini
e nella comunit. Fiducia nella
loro capacit di provvedere di-
rettamente alle loro
non solo individua
lettive. Il potere api potere a livello
incoraggiare il vol
sono cose che si chi
la cura di un parco,
numento, per un pre
tario o un reparto os
o di una scuola, per
za di quartiere ai b
per un campo spo
giovani delle perife
microcredito, con la
per i poveri. Si tratt
pi che, se condotti
diventano soluzion
grande vitalit.
nTonIo Marzano
esidente del Cnel
in Italia si sono concretizzati
nel salvataggio delle imprese e
banche o nellespansione con-tinua del welfare, considerati
necessari per garantire la sta-
bilit sociale.
Il cosiddetto Big State ha dei
limiti intrinseci: il moltiplicar-
si dei compiti assegnati alla
sfera pubblica rende pi dif-
ficili i controlli di efficienza e
di rigore, laumento continuo
della pressione fiscale deter-
mina evasione e contraccolpi
sul reddito, linflazione appare
prima o poi connessa alla cre-
scente domanda pubblica di
beni e non certo che i mer-
cati finanziari siano disposti
ad assicurare coperture sen-za limiti alle emissioni di tito-
li pubblici. Questi fenomeni,
attualmente in corso, spingo-
no inevitabilmente a frenare
lespansione del Big State. Di
conseguenza, se non si at-
tuano le riforme necessarie a
surrogare il sostegno pubblico
alleconomia, questa entra in
un vortice di stasi e recessio-
ne che saranno tanto pi gravi
quanto pi la svolta delle po-
litiche avviene in una fase di
crisi grave come quella iniziata
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ontrappUnti di Michele Avitabile
difficolt economiche. La straor-dinaria, invece, utile in caso di
ristrutturazioni. Se questultima
non esistesse, passeremmo in
un lampo da 2 milioni e 300 mila
a oltre 3 milioni di senza lavoro.
Saremmo primatisti europei di
disoccupazione.
Ma quante persone stanno
usufruendo degli ammortiz-
zatori sociali?
Secondo un rapporto Uil di gen-
naio, dove si analizza come la
crisi ha cambiato gli interventi
di tutela negli ultimi anni, i la-
voratori che hanno usufruito
del sistema sono passati da
2 milioni e 500 mila del 2006
agli oltre 3 milioni e 800 mila
del 2011, passando per il picco
degli oltre 4,2 milioni del 2009.
Come dire che lanno scorso gli
ammortizzatori sono stati uti-
lizzati in media da un lavoratore
dipendente su quattro.
Sfatiamo un luogo comune
dice Guglielmo Loy, segretario
confederale Uil e responsabi-
le delle politiche del lavoro. A
finanziare gli interventi non
solo lo Stato. Perch una parte
consistente di queste tutele
AbSTRACT / Ognisigla sindacaleha la sua ricetta,ma concordanosu un aspetto:non lasciaresolo chi vive ildramma di vedersparire certezzeeconomiche eserenit familiari.
AMMORTIZZATORI SOCIALI/SINDACATI/MObILIT/CASSA INTEGRAZIONE/FORMAZIONEtags
Giorgio Santini, segretario ge-nerale aggiunto della Cisl - che
per tutelarsi richiedono pi ore
di cassa integrazione rispetto a
quelle effettivamente usate. I
numeri parlano chiaro. Su circa
un miliardo di ore richieste nel
2011, solo il 48% stato effetti-
vamente utilizzato. La paura di
fallire gioca un ruolo psicologico
importante.
Comprendere se questi stru-
menti di protezione siano da
riformare per essere pi effi-
caci un tema di schiaccian-
te attualit.
La cassa straordinaria serve
oggi e sar utile anche in futuro
continua Fulvio Fammoni della
Cgil. Perch contribuir a far
ripartire molte aziende quando
arriver la ripresa. Inoltre, bi-
sogner creare uno strumento
che uniformi indennit di mo-
bilit e indennit di disoccupa-
zione. Questultima dovr avere
durata e importi maggiori. Oggi
dura 8 mesi per chi ha meno di
50 anni (12 per chi ne ha di pi)
e la riceve solo chi ha lavoratoper 52 settimane. Cos, para-
dossalmente, se lavori per 40
settimane con un contratto a
tempo determinato e 15 con un
contratto di collaborazione, non
ricevi lindennit.
Temi caldi ai quali si aggiunge
unanalisi sulle prospettive fu-
ture degli ammortizzatori.
La cassa in deroga unano-
malia che va rivista spiega Loy
della Uil. Andr trasformata
prevedendo la compartecipa-
zione delle piccole imprese. Un
modello simile a quello pratica-
to delle aziende artigiane, che
hanno un fondo dove attingono
risorse in caso di calo delle com-
messe o crisi congiunturale.
Cos al costo di 30 euro allanno
garantiscono ai lavoratori un
salario per tre mesi. Ma c da
intervenire anche sul contrat-
to a termine. Se aumentiamo i
contributi delle imprese scorag-
giamo gli abusi su questi con-
tratti e incrementiamo il valore
degli ammortizzatori.
Intanto la Cisl impegnata asollecitare una maggiore at-
tenzione verso altri tipi di am-
mortizzatori.
Quando finir lemergenza -
spiega Giorgio Santini della Cisl
- bisogner rafforzare i contratti
di solidariet. Negli ultimi anni
sono stati circa 2000 gli accordi
aziendali di questo tipo, ma van-
no diffusi ancora di pi. Soprat-
tutto nelle imprese impegnate
con le ristrutturazioni. In questo
modo abbiamo meno ore lavo-
rate ma teniamo in piedi un pi
alto numero di posti di lavoro.
Unopportunit di rilancio per
le imprese, per, pu arrivare
anche dalla formazione.
Loccupazione concentrata in
qualifiche medio-basse sotto-
linea Fulvio Fammoni della Cgil,
ma da uno studio del Centro
europeo per lo sviluppo della for-
mazione professionale emerge
che il lavoro del futuro sar de-
stinato a qualifiche pi alte. La
formazione da sola, per, non
serve se le attivit produttive non
credono nel lavoro qu
Sul tema, per, c c
timista.
La legge sui fondi in
sionali ormai matu
zionando molto bene
Giorgio Santini di Cis
permette finanziam
formazione contin
settore. Inoltre, prop
governo di inserire
componente forma
terno del nuovo co
apprendistato.
Non mancano altre p
Negli ultimi cinq
conclude Guglielmo
Uil - le imprese son
sensibili al tema. An
alla necessit di
allo sviluppo tecno
tassare chi investe
zione professionale
essere utile per mi
competitivit delle
incrementare loccu
PUbbLICAZIIL FUTURO DI TUMA UNO SOLO.V. Fedeli - Ediesse,
er chi rischia di perdere o ha gi perso il posto di la-ro rappresentano unimportante protezione sociale.
oprattutto da quando la bufera della crisi economica
abbattuta su molte imprese italiane.
no gli ammortizzatori sociali, quel complesso sistema di tutela
l reddito indirizzato ai lavoratori dipendenti delle aziende in crisi.
somma, strumenti come la cassa integrazione guadagni (ordinaria,
raordinaria o in deroga), i contratti di solidariet, lindennit di
obilit o di disoccupazione sono utili per aiutare chi vive difficolt
vorative.
co perch, mentre le trattative governo-sindacati si fanno serrate,
este tutele sono sempre pi al centro dellattenzione.
rto ogni sigla sindacale ha la sua ricetta da proporre per affrontare
burrasca occupazionale che sta colpendo il Paese.
a concordano sicuramente su un aspetto: non lasciare solo chi vive
ramma di veder sparire certezze economiche e serenit familiari.
a cassa integrazione di fondamentale importanza spiega Fulvio
mmoni, segretario confederale Cgil ed esperto di politiche del
voro. Quella ordinaria serve alle imprese che vivono temporanee
Cassa Integrazione,contratti di solidariet, formazioneGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI SECONDO CGIL, CISL E UIL
pagata da imprese e lavoratori.
In sei anni, dal 2006 al 2011, a
fronte di una spesa di circa 80
miliardi di euro, lo Stato ha in-
tegrato 30 miliardi. Se aumen-
tasse lintervento pubblico non
sarebbe affatto uno spreco. So-
prattutto se pensiamo a quanto
ammontano i costi della politica
e gli interventi per sostenere il
sistema bancario.
Intanto c chi si sofferma
sulleffettivo utilizzo di una par-
te degli ammortizzatori.
Gli imprenditori sono cos spa-
ventati dalla crisi - racconta
-
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La riforma del lavoro tra priorit e tabOMbASSEI E SQUINZI: LE POSIZIONI DEI DUE CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA
ontrappUnti di Francesca Vinacci
e degli ammortizzatori sociali
e invitando ad andare verso
unaccurata revisione delle nor-
me sulle forme di assunzione,
per evitare fenomeni di abuso e
situazioni di precariet. In linea
con quanto fatto recentemente
da Confindustria, ha elogiato
il potenziamento dellappren-
distato, definendolo la forma
principale di ingresso al lavoro
per i giovani. Bombassei vive
come una missione il rinnova-
mento di Confindustria. Tutti
cambiano e il mondo cambia
ripete a tutti coloro che incontra.
Credo che anche Confindustria
abbia necessit di evolversi.
Forte dellappoggio di Assolom-
barda, ufficializzato attraverso
unintervista di Diana Bracco
sul Corriere, e della volont di
continuit rispetto alloperato
di Emma Marcegaglia, accusa-
ta dai falchi bombasseiani di
avere stretto un legame ecces-
sivamente forte con la leader
della Cgil Susanna Camusso
(troppi incontri segreti fra le
due dice un industriale milane-
se), Squinzi gioca, agevolmente,
il ruolo di colomba. Io sono per
il dialogo con il sindacato, an-
che in anni difficili come questi.
Non ho mai ridotto il personale,
n mai chiesto unora di cassa
integrazione, e non ho un pre-
cario fra i miei dipendenti. Da
Presidente di Federchimica,
poi, ho siglato sei contratti na-
zionali senza unora di sciopero.
E nellultimo abbiamo ottenuto
anche la possibilit di derogare
ai trattamenti minimi economi-
ci in caso di giustificati motivi.
Bombassei per non ci sta a
passare per il falco della con-
tesa, lamico di Marchionne.
In unintervista a Dario Di Vico,
ha voluto precisare come
nemmeno Marchionne sia un
falco. E nessun imprenditore
con la testa sulle spalle pen-
sa di riproporre il modello del
padrone delle ferriere. Si pu
condividere o meno loperato
di Marchionne, ma dice cose
nellinteresse comune con
lberto Bombassei un signor imprenditore, ma
llarticolo 18 io non la vedo affatto come lui. Per me
licenziabilit dei dipendenti forse lultimo dei nostri
oblemi. Con questa frase, Giorgio Squinzi, titolare
ella Mapei e per 12 anni Presidente di Federchimica,
a demarcato il confine che lo separa dallaltro can-
dato per la successione di Emma Marcegaglia alla
esidenza di Confindustria, Alberto Bombassei.
AbSTRACT / Squinzi: Io sono per ildialogo con il sindacato, anche in annil m q. Bmb:Eliminare le anomalie per promuovereunoccupazione staile e di qualit. ARTICOLO 18/APPRENDISTATO/POLITICHE DI RICOLLOCAMENTO/CRESCITA/FLEStags
lintento di mantenere i posti
di lavoro in Italia. Nonostante
sia stato per otto anni vice-
Presidente di Confindustria,
prima con Luca Cordero di
Montezemolo e poi con Emma
Marcegaglia, Bombassei con-
tinua a chiedere una forte di-
scontinuit rispetto al passato,
candidandosi a una presiden-
za rivoluzionaria. Tutto - ha
spiegato pi volte - cambiato
o sta cambiando e non possia-
mo star fermi. Se vogliamo che
lindustria conservi la centralit
dobbiamo muoverci o saremocondannati a subire gli eventi.
Il sistema delle imprese una
delle grandi infrastrutture del
Paese, la componente pi co-
raggiosa della societ civile.
Per Squinzi semplicemente
Confindustria non ha alcun
bisogno di una rifondazione.
Per perfettibile, miglio-
rabile, razionalizzabile. A
cominciare, ad esempio, da
una struttura organizzativa
sclerotizzata e troppo disper-
siva. Sui temi caldi del lavoro
Squinzi sembra essere in scia
alla Marcegaglia. Sullarticolo
18 condivido la posizione che
Confindustria ha espresso uf-
ficialmente: mantenere la pos-
sibilit del reintegro solo nel
caso di licenziamenti discrimi-natori o nulli. Confermo per
che per la crescita delle nostre
imprese al momento abbiamo
altri importanti problemi da
risolvere ha affermato in una
recente intervista precisando
poi, in merito agli ammortiz-
zatori sociali, che nel tempo
abbiamo costruito un sistema,
largamente finanziato dalle
imprese, che in questi anni ha
consentito di dare adeguate
risposte ai diffusi problemi
occupazionali. Tale sistema -
prosegue - deve ora essere im-
plementato e razionalizzato in
relazione alle nuove esigenze e
alla necessit di realizzazione
di efficienti ed efficaci politi-
che di ricollocamento.
Una posizione decisamente pidiplomatica di quella di Bom-
bassei che ha spiegato come
unadeguata liberalizzazione
del mercato del lavoro sia la
condizione necessaria perch
le azioni per lo svilu
ducano in crescita e
zione delloccupazio
tab ideologici, non
ficati in questi temp
e profonde riforme,
affrontare sia i temi d
bilit in entrata che
flessibilit in uscita.
anomalo uso di alcun
ti legislativi di ingres
ro la conseguenza
grave anomalia rap
dal vincolo in uscita
dallobbligo dei reint
sto dallarticolo 18 de
dei Lavoratori. Ogg
ancora - giunto il m
eliminare queste an
nostro mercato del
promuovere unoc
stabile e di qualit.
sto spirito che Confi
rende totalmente d
ad affrontare un c
confronto con il Gov
PUbbLICAZILA CONFINDUSTRIAE LO SVILUPPOECONOMICO ITALIAE. belloni - Il Mulino
mbassei, numero uno di Brembo, luomo che ha dato l endor-
mentalla rottura di Fiat, che ha portato il Lingotto fuori dallAs-
ciazione degli Industriali. In Federmeccanica ha inaugurato la
agione dei contratti senza la Fiom e ha sperimentato la contrariet
i sindacati al cambiamento anche con lo sciopero nella sua stessa
bbrica. La posizione di Bombassei sul mercato del lavoro chiara.
ema della riforma del mercato urgente e complesso. Per questo
affrontato senza tab come ha ripetuto pi volte nel corso della
a campagna elettorale, auspicando una riforma dellarticolo 18
-
8/2/2019 LinC Marzo 2012
8/27
2
cm impatt qut ui
tiuti italiai?
innegabile che ci potr pro-
vocare tensioni fra gli utenti e
i cittadini: in una prima fase
potrebbe essere vissuta e per-
cepita come una semplice ri-duzione dei servizi. Dipender
dalle regioni e dalle strutture
sanitarie e dalla capacit di re-
agire a questo contenimento.
A ridosso della sanit ci sono
altre voci di rilievo, a comincia-
re dallassistenza per la quale
abbiamo gi una percentuale
di spesa molto ridotta. Qui biso-
gner procedere a una raziona-
lizzazione secondo principi di
universalismoselettivoe con-
dizionato. Selettivo nel senso
che dovr essere data a chi ef-
fettivamente ne ha bisogno e
condizionato dallimpegno da
parte dellassistito a fare tutto
il possibile per uscire veloce-
mente dallo stato del bisogno.
Ta qui ua dll qutii
u ui li p ha iitit:
l plitih dllattivazi.
Nel nostro Paese mancata ne-
gli anni una cultura in questo
senso. Tentativi che abbiamo
fatto in passato per introdurre
ontrappUnti di Paolo Preziosi
Palmt m imma-
gia qut ipamt?
Vedo inevitabile una raziona-
lizzazione delluso di risorse,
che non potranno pi essere
aumentate. Tenendo conto
che la nostra economia, come
molte altre, si svilupper nei
prossimi 4-5 anni a ritmi bassi,
saremo costretti ad applica-
re una politica fiscale molto
accorta. Alcune voci potranno
essere ridotte attraverso ra-
zionalizzazioni. Qui mi aspetto
che dagli esercizi di spending
review vengano indicazioni
chiare e precise su come si
possa controllare la spesa a
parit di servizio. La vera sfida
sar mantenere la qualit.
Dvm aituai a dli
tagli?
Non vedremo solo riduzione
dei servizi. Nel nostro Paese
i tentativi di implementare il
federalismo fiscale hanno gi
come primo obiettivo quello di
contenere i costi della sanit
senza ridurne la qualit. Sem-
bra che questo sia possibile
visto che dal confronto fra le
varie realt sul territorio si
evidenziano situazioni in cui
si erogano gli stessi servizi
ma a costi minori. Quindi con
una operazione di pratiche
migliori, di benchmarking, di
stretta osservanza dei vincoli
di bilancio e dando respon-
sabilit finale maggiore alle
regioni si spera che la spesa
per la sanit non debba essere
semplicemente ridotta.
rdinario di Economia Politica allUniversit Cattolica
Milano, Carlo DellAringa uno dei pi acuti osserva-
ri del mercato del lavoro italiano. Estensore insieme
professor Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate
osse a Bologna esattamente dieci anni fa, di quel
bro Bianco i cui contenuti sono stati poi recepiti nella
gge 30 del 2003 (cosiddetta legge Biagi).
in quel progetto Carlo DellAringa, insieme ad altri giuslavoristi,
nterrogava sul futuro del welfare italiano. Quello dello stato so-
ale e del suo ripensamento - dice DellAringa - un problema che
uarda non solo lItalia, ma anche gli altri Paesi europei che oggi
nno problemi di debito pubblico elevato e che imporr in futuro
contenere e rendere pi efficienti le spese.
PUbbLICAZIGLI SCENARI DEL WTRA NUOVI bISOGNE VOGLIA DI FUTURa cura del CensisFranco Angeli, 2011
AbSTRACT / Come gradualmente siimpone una cultura di lotta allevasionel, nn pr h p mprruna cultura dellimpegno dellassistito
a uscire dallo stato del isogno.
RAZIONALIZZAZIONE/SERVIZI/QUALIT/IMPEGNO/SINERGIAtags
Favorire una cultura dell attivazioneA PAROLA A CARLO DELLARINGA
un reddito minimo garantito
hanno prodotto come risulta-
to, in alcune zone del Paese
in particolare, che le risorse
siano state date alle persone
sbagliate, che non ne avevano
bisogno. Senza peraltro che cifosse condizionato al loro impe-
gno ad uscire dal bisogno, per
esempio cercando un lavoro.
Come faticosamente e gradual-
mente si impone una cultura di
lotta allevasione fiscale, e fino
a qualche anno fa non pensa-
vamo che potesse essere pos-
sibile, cos io non dispero che si
possa anche nel nostro Paese
imporre come valore positivo
una cultura dellattivazione, un
impegno morale dei bisogno-
si a fare tutto il possibile per
uscire dallo stato del bisogno.
Certo occorrono premesse che
possono facilitare questo im-
porsi della cultura dellattiva-
zione. Nel campo del lavoro, ad
esempio, quello di avere stru-
menti di intervento efficaci:
accompagnare cassaintegrati
e disoccupati a un altro lavoro
dando anche qualche incentivo
a loro e non solo alle imprese
che li assumono. Significa es-
sere molto professionali, avere
competenze da parte degli ope-
ratori, una migliore conoscen-
za del mercato del lavoro, ma
soprattutto un impegno forte
da parte delle istituzioni che
devono fare pi sinergia, im-
parare a parlare di pi fra loroe fare economie di scala.
Purtroppo oggi ciascuno va
per conto suo e non fa massa
critica.
In questo Paese c lInps che
paga sussidi di disoccupazio-
ne, ci sono i centri per limpiego
provinciali che dovrebbero fare
politiche di accompagnamen-
to al lavoro, ci sono regioni che
fanno formazione professiona-
le, c lo Stato che d incentivi
alle imprese perch assuma-
no. In altri Paesi tutte queste
funzioni sono concentrate in
una Agenzia spesso articolata
territorialmente in centri che
svolgono tutte queste funzioni.
c qualh lmt h
fugg all t iflii
h pt app-
ta ua vit pad al
wlfa dl futu?
Dovremo tenere in maggiore
considerazione il cosiddetto
terzo settore, ci sono risorse in
Italia che possono es
litate e che non sono
esclusivamente dal
e dal profitto.
Parlo qui di risorse c
che possono essere
te da uno Stato am
efficiente e selettivo
da non alimentare
questo caso - oppo
sfruttamenti.
Un mondo fatto d
sociali e volontaria
trebbe fornire ass
welfare ai cittadini
certamente a costi
nuti, fiscalmente in
Questa una ricch
potrebbe essere sfr
tenendo cos pi we
qualit, pi lavoro.
Carlo Dellaringa
-
8/2/2019 LinC Marzo 2012
9/27
4
Ai giovani un mondo miglioredi come laiamo trovato
ontrappUnti di Walter Passerini
intanto, i giovani, vorrebbero
restare e trovare un lavoro in
Italia; preferirebbero lavorare
in una multinazionale o in unagrande azienda italiana, che
offrisse loro buone possibilit
di carriera; sono disposti a un
percorso che prevede impegno
e volont, ma non sono dispo-
nibili a sacrificarsi come han-
no fatto i loro genitori.
Gi Y. questa la
loro immagine, come emerge
dalla pi importante e recente
ricerca realizzata dallIstud sul-
la cosiddetta Generazione Y.
questa la nuova sfida che le im-
prese dovranno affrontare nel
futuro, quando faranno i conti
con il generation mix, con la
gestione della convivenza nelle
aziende di culture e motivazio-
ni diverse a seconda dellet
delle persone. Lo confermano
i dati del campione (1.200 gio-
vani, unet media di 25,2 anni,
tutti laureati in maggioranza in
discipline scientifiche, due su
tre vivono ancora nella fami-glia di origine).
ap ttt iv. Un giovane su
due alla fine del primo percor-
so di studi cerca un lavoro in
Italia (52,1%), una fetta signifi-
cativa continua linvestimento
in formazione (master, specia-
listica), ma solo poco pi di uno
su dieci orientato a cercare
un lavoro allestero (11,8%).
Potendo scegliere, un giovane
laureato su due scegliereb-
be di lavorare in una grande
impresa (50,3%), multinazio-
nale (31%) o italiana (19,3%).
In seconda posizione, e con
unenfasi molto chiara, poco
meno di un giovane su quat-
tro sceglierebbe di lavorare in
proprio, in unattivit impren-
ditoriale o in una libera profes-
uant bella giovinezza, che si fugge tuttavia, diceva
renzo de Medici qualche anno prima della scoperta
ellAmerica, concetto sintetizzato anche da altri scrit-
ri molto pi a noi vicini che, nel dedicare le loro opere
mito della giovinezza, ne tratteggiavano il carattere
attimo sfuggente. La giovinezza una fase della
ta, tutti la conosciamo, ma presto la dimentichiamo.
che se qualcuno se la ricorda: Avevo ventanni, non permetter
nessuno di dire che la migliore et della vita (Paul Nizan, 1940).
orse questo lepitaffio che anche i giovani di oggi potrebbero
ttoscrivere: vittime del non lavoro, del dualismo, della preca-
t, assomigliano a degli esploratori senza bussola, schiacciati
una gerontocrazia di adulti e attempati che si credono eterni.
pd givil. I giovani perdono economicamente e
cialmente (sono le vere fasce deboli), ma vincono culturalmente,
rch i gerontocrati e gli adulti sono preda del giovanilismo dei
stumi, delle mode, della chirurgia plastica. La societ divisa in
e, ed la prima volta che ai giovani non sembra dischiudersi un
uro migliore di quello dei loro padri. Meno ai padri e pi ai figli?,
rpeggia lo slogan. Ma a noi sembra semplice e fuorviante, perch
n si capisce come il benessere di alcuni debba per forza avvenire
capito di altri. I giovani di oggi sono in ogni caso spaesati, diso-
ntati, in debito di comprensione di una realt che non li accetta
alorizza. Abbiamo loro risparmiato ogni ostacolo e ogni fatica,
quando ci siamo riusciti. Ma oggi la crisi ci lascia tutti nudi. Loro
AbSTRACT / Vittime del non lavoro,del dualismo, della precariet, comeesploratori senza ussola, schiacciati dauna gerontocrazia di adulti e attempatiche si credono eterni: i giovani di oggi.
GERONTOCRAZIA/GENERATION MIx/LAVORO/RACCOMANDAZIONI/FRATTURA GENERAZIONALEtags
sione, mentre le altre opzioni
si distribuiscono tra settore
pubblico (11,7%), piccole im-
prese (7,3%) e terzo settore(7,2%). evidente lo scarto tra
il desiderio di lavorare in una
grande impresa e il fatto che
ad assumere sono soprattutto
le piccole imprese.
Gli tumti. Mentre si rive-
lano competenti e determinati
sulle preferenze professiona-
li, i giovani laureati appaiono
pi sperduti e smarriti sugli
strumenti da utilizzare nella
ricerca del lavoro. Emerge con
forza, ma anche con malinco-
nia, linvio diretto e spontaneo
del curriculum alle aziende
(68,2%), che come sappiamo
rischia di finire nel cestino,
vista la qualit media delle
compilazioni e le quantit che
arrivano nelle imprese, spesso
senza guizzo e differenziale.
Nettamente poco utilizzati i
servizi di placement (24,2%), le
agenzie per il lavoro (19,4%) e
le fiere del lavoro (17%). Questa
osservazione una bella sfida
e fonte di riflessione per le im-
prese che puntano sullemplo-
yer branding.
ci. Per avanzare nel-
la professione e nel lavoro,
i giovani ritengono di dover
puntare su impegno e volont
(53,9%), ma anche su compe-
tenza e merito (53,5%). Seguo-
no adattivit e curiosit. Alle
raccomandazioni e alla fortu-
na i giovani assegnano un ma-
gro 7%, ma in cuor loro sanno
di mentire.
I giti. Il confronto con i
genitori offre ulteriori spunti.
I giovani pensano di essere
pi curiosi (93,2%), pi aperti
(92,5%) e pi informati (85,5%)
di mamma e pap; pi consu-
misti, decisamente (67,5%) ma
anche meno soddisfatti (58,6%)
e pi individualisti (68,1%).
Sono decisamente pi orientati
ai mezzi, ai linguaggi e alle tec-
nologie, ma hanno problemi di
rapporto con le persone e con
la realt. Sopra tutti c anche il
fatto che non sono disponibili a
fare i sacrifici che hanno fatto
i loro genitori: fine della vitali-
t, del successo come sforzo e
come impegno?
U ptt gil.
A questo punto, vista lanalisi,
sarebbe ora di fare qualche
proposta. necess
gere un nuovo pat
zionale, non in-out
win, nel quale tutt
portare a casa qualc
siano soddisfatti. L
generazionale orm
mata, bisogna rec
baratro. Idealment
di gestire un pass
testimone, una sta
giovani e adulti, cult
nomica, contrattua
ascoltarli e lascia
mondo migliore di
biamo trovato.
PUbbLICAZIONIMUOVITI! IL PARACADUTE PER I GIOVANI CHE VOGLITROVARE LAVORO E DECIDERE DELLA PROPRIA VITAR. bolles, C. Christen - Sonda, 2011
aLTer PasserInI
ornalista, La Stampa
-
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6
Riavvicinare le donne al mercatodel lavoro: ecco un modello made in Ital PUbbLICAZICONCILIAZIONE TRDI LAVORO E TEMP
AA.VV - Ruettino
TASSAZIONE DIFFERENZIATA/CONCILIAZIONE/CULTURA/CONGEDO PARENTALtags
ontrappUnti di Serena Scarpello
na tassazione differenziata per genere per riequili-
are il mercato del lavoro. questa la proposta che
ndrea Ichino ha lanciato insieme ad Alberto Alesina.
che si basa su maggiori incentivi alle persone prima
he alle imprese per rompere quei condizionamenti
cio-culturali che ancora oggi in Italia tengono le
onne lontane dal mercato del lavoro.
tt Ihi, ph iti util diut di quta ppta?
rch in Italia il lavoro delle donne come una fonte di energia
e non stiamo usando nel modo pi efficiente. Cos come quella
aschile, peraltro. Quella delle donne la usiamo quasi totalmente
casa; quella degli uomini quasi totalmente nel mercato. Proba-
mente ci sono molti maschi che vorrebbero dedicare pi tempo
a famiglia ma non lo fanno perch, nellattuale situazione, i redditi
miliari sono tali per cui conviene che luomo lavori e la donna
a a casa, o prenda congedi parentali, il part-time, ecc. Da questo
nto di vista gli asili servono poco perch consentono alle donne
avorare di pi, ma non di fare carriera, perch ci che conta chi
ve smettere alle cinque per andare a pr endere il bambino allasilo.
bSTRACT / Nel lungo periodocondizionamento culturale soccomerfronte ai mutati incentivi che indurrannocoppie a scegliere lieramente chi starcasa, in modo equilirato tra i sessi.
gli uomini? I comitati per le pari
opportunit dovremmo farli in
casa, non nelle aziende o negli
uffici pubblici.
nl li LItalia fatta i
aa ttlia m i uli
i famiglia ia mal diti-
uiti ta umii d,
m qut ultim lavi
di pi. I h md i pt-
upa qutimpa?
I h md ilia fami-
glia lav? su a dv-
puta il gv Mti?
Il problema non di dare alle
sole donne lo strumento per
conciliare la famiglia col lavo-
ro, perch questo vuol dire ave-
re dato per scontato che siano
le donne a doversi occupare
dei problemi della casa. Per
cambiare gli equilibri noi pen-
siamo che si debbano tassare
le donne meno degli uomini. La
proposta ha un effetto di breve
periodo, che deriva da un prin-
cipio di ottimalit fiscale noto
agli economisti. Cio che, se lo
Stato vuole ottenere un certo
gettito, conviene tassare di pi
i beni con offerta o domanda
rigida e meno gli altri.
Ma quta ppta iflui-
ah ul dizia-
mt ti-ultual h
i Italia pa mlt?
Si: nel lungo periodo il condizio-namento culturale soccomber
di fronte ai mutati incentivi che
indurranno le coppie a sceglie-
re liberamente chi star a casa,
in modo equilibrato tra i sessi.
Quando lattitudine culturale
sar cambiata le aliquote po-
tranno tornare ad essere uguali
per donne e uomini.
ch lazi ta la miu-
a auiata dal gv
Mti di dtaazi dll
imp h aum d-
la vta ppta?
La detassazione delle imprese
prevista dal governo Monti far
fatica a risolvere il problema. In
primo luogo, la ricerca econo-
mica ha dimostrato che se si
vuole aumentare loccupazione
di una categoria di persone
pi efficace, a parit di costo
per il bilancio, dare alle perso-
ne stesse lincentivo a trovarsi il
lavoro, piuttosto che alle azien-
de. E questo perch le prime
hanno motivi pi forti delle se-
conde per reagire allincentivo.
singolare che in Italia latten-
zione sia sempre sulla detas-
sazione fiscale delle aziende
e mai su quella delle persone.Ed anche singolare che se si
propone una detassazione per
le donne gli uomini insorgono,
mentre una detassazione per le
imprese che assumono donne
passa senza un battito di ciglia.
Ta l ipti ul tavl
ah la piil itduzi-
di u gd patal
ligati. ca pa?
Penso che sia una buona idea
non nella forma di congedo
maschile obbligatorio, ma nel-
la forma di congedo maschile
incentivato attraverso una tas-
sazione pi favorevole per le
donne. Il modo per farlo que-
sto. Consideriamo una famiglia
che debba assistere figli piccoli
o genitori anziani. Oggi sar tipi-
camente la donna (madre, figlia
o sorella) a rinunciare in tutto
o in parte al lavoro dato che il
reddito delluomo (padre, figlio
o fratello) maggiore. Questa
situazione cambierebbe, per,
se le donne potessero accede-
re ad una significat
zione di imposta pre
una certificazione de
luomo ha preso in l
congedo parentale pre i familiari. Con qu
zione (una forma di j
intra-familiare), lo s
i sessi generato da
fiscale avverrebbe in
allinterno di ciascun
Al tempo stesso, com
a diffondersi lidea, a
imprese, che i comp
ri possono essere e
distribuiti tra donne
sap idia
dll up a u
imt?
No: una volta tanto
essere noi allavangu
rimentando la tass
ferenziata per gene
riamente a quanto s
pensare, i modelli s
non sono un grande
moltissime donne la
sono molto segrega
pazioni particolari. No
in Norvegia hanno p
quote rosa nei cda, m
luzione che non pu f
c h ti l d l-
ta dal mat dl lav?
Le donne lavorano in casa il
doppio degli uomini. Da una
ricerca che ho realizzato re-centemente con Alberto Ale-
sina, finanziata da Valore D,
emerso che sommando il la-
voro in casa e fuori, le donne
faticano dai 30 ai 40 minuti in
pi al giorno rispetto agli uo-
mini. La peculiarit di questa
ricerca di aver posto le stesse
domande a entrambi i membri
di un campione rappresentati-
vo di coppie. Ciascun partner
ha dovuto rispondere per se per laltro. Anche gli uomini
hanno riconosciuto senza am-
biguit il maggior lavoro delle
loro compagne. Data questa
situazione, come possono le
donne esprimere nel mercato
del lavoro la stessa energia de-
rena scarPeLLo
ornalista, Class CNBC
-
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8
Le tutele dei lavoratori: il golden triangletra azienda, sindacati e governo
Hr allo speCCHio di Flora Nascimbeni
partita sulla riforma del mercato del lavoro in pie-
o svolgimento. Quattro sono i tavoli su cui si aperto
dialogo: le forme contrattuali, la formazione, la fles-
bilit e gli ammortizzatori sociali. Proprio su questul-
mo punto governo e parti sociali hanno aperto un
onfronto serrato che ad ogni modo porter entro la
imavera ad un cambiamento radicale del sistema
tutela dei lavoratori cos come lo conosciamo oggi.
sistema che secondo Gian Luca Grondona, Direttore Risorse
mane di Indesit Company si rivelato molto utile per tamponare
effetti della crisi economica in corso. Tuttavia aggiunge occorre
vorare sul versante delle politiche attive per rendere possibile il
mpiego dei lavoratori che sono usciti dalle aziende. Ed pro-
o questo il principio alla base del modello Indesit di gestione
lle ristrutturazioni, che ha ricevuto il plauso anche dallOrga-
bSTRACT /Offrono outplacementdote allesodo, utilizzano i contrattitermine solo per attivit stagionali
limitate nel tempo, adottano forme pr m bl rmnnnovativi di conciliazione, collaoranoon le universit, sono prese ad esempiovincono premi: sono le aziende cheanno scelto modelli strutturati diolitiche attive e investono sul sociale.
nizzazione Internazionale del
Lavoro. Noi ci concentriamo
su tutto quello che pu aiutare
il lavoratore a ricollocarsi e a
gestire il cambiamento, al di ldei tradizionali ammortizzatori
sociali. Studiamo il territorio
e scegliamo un advisor e una
societ di outplacement che
ci supportino nellindividuare
opportunit di reindustrializza-
zione dellarea, di formazione
e di ricollocamento dei lavora-
tori presso aziende terze. Agli
incentivi per i datori di lavoro
che assumono a tempo inde-
terminato e oltre ai tradizionali
ammortizzatori sociali, Indesit
aggiunge una dote allesodo
per i lavoratori che preferisco-
no ricollocarsi autonomamen-
te. Il tutto gestito con il coin-
volgimento indispensabile di
Istituzioni e parti sociali. Per
citare un caso recente, in meno
di un anno abbiamo gi trovato
soluzioni per oltre il 70% dei la-
voratori coinvolti nelle ristrut-
turazioni degli stabilimenti di
Bergamo e Treviso.
Secondo Grondona il cosid-
detto golden triangle danese
(azienda, sindacati e governo)
in questo modo funziona molto
bene e anche se non tutte le
aziende possono permettersi
lo stesso livello di investimen-
to sul sociale, un modello cos
strutturato pu costituire un
valido esempio di politiche non
solo assistenzialiste ma ancheattive.
Al centro della partita tra gover-
no e parti sociali c poi il fami-
gerato contratto unico che, si
tratti della versione Boeri/Ga-
ribaldi o Ichino, mostra diversi
punti di interesse dice Grondo-
na. Penso che sia importante
lavorare sulle politiche attive,
su questo si pu e si deve fare
molto. Ci sono persone che
rimangono per tanti anni in
cassa integrazione, una vita
lavorativa di questo tipo non
aiuta la crescita n del Paese
n tanto meno del lavoratore.
Ma le pulizie di primavera ri-
guarderanno soprattutto la
giungla di contratti in cui il
mercato del lavoro italiano si
ritrova: parliamo di una cin-
quantina di contratti atipici
che secondo alcuni aiuta se-
condo altri ostacola chi cerca
lavoro. Per Fausto Palumbo,
Head of HR del Gruppo Nestl,
la forma normale di impiego
il rapporto a tempo inde-
terminato, in conformit con
gli standard internazionali di
social accountability, mentreDOTE ALLESODO / GOLDEN TRIANGLE / SOCIAL ACCOUNTAbILITy / MATERNITy ktags
i contratti a termine vengono
utilizzati solo per attivit sta-
gionali o limitate nel tempo.
Alla base di questa decisione
c il fatto che Nestl crede fer-mamente che le persone siano
lasset strategico dellazienda:
da qui deriva il nostro impegno
ad offrire sempre condizioni
di lavoro di alta qualit, con
imprescindibili contenuti di
sicurezza e di coinvolgimento
delle persone. Semplificare
corretto risponde Grondona
a patto che per amore della
semplificazione non si vadaa pregiudicare una corretta
flessibilit del lavoro nel no-
stro Paese. Non dobbiamo mai
dimenticare che senza flessi-
bilit il nostro sistema Paese
non sarebbe competitivo. Cer-
tamente la flessibilit cattiva
va disincentivata, ma ricordia-
moci che dopo le riforme che
hanno introdotto i contratti
flessibili loccupazione in Italia cresciuta notevolmente. Le
statistiche dimostrano inoltre
che luso dei contratti flessibili
in Italia ancora minore che
negli altri Paesi europei. E a
proposito di altri modelli, spes-
so economisti e gi
fanno riferimento a
danese di flexsecur
dello che, come spie
bo fu introdotto pecerte rigidit del m
lavoro, avendo com
vo il far convivere
flessibilit, sia in e
in uscita, e massi
per i lavoratori che
posto o che sono i
un impiego. Di per
ta di un modello ch
reggere bene anche
della crisi. Tuttavia
ge, non bisogna na
te dimenticare che
e Italia sono Paesi
storie molto diverse
sia dal punto di vis
che economico: no
pensabile ladozione
di un modello di ge
mercato del lavoro s
essere efficace in u
te contesto socio-e
Penso che sia giusto
quali strumenti ven
tati allestero per tra
ed idee nuove, ma a
tempo non dobbiam
-
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PUbbLICAZIONIVALORE, IMPRESA E SISTEMA PAESE. STRATEGIE DAZIENDAPER LA GENERAZIONE DI VALORE SOSTENIbILEM. Dallocchio, E. Teti - EGEA, 2011
di trovare soluzioni pronte
uso da applicare in Italia.
nvece sul fronte della colla-
razione azienda, sindacati e
ituzioni nelle politiche attive
r il reimpiego dei lavoratori
e Grondona vede gli spunti
interessanti. Se in Italia
scissimo a garantire pi ef-
acia nelle politiche di rein-
duzione al lavoro allora forse
i sarebbe pi facile parlare
che di flessibilit in entrata
n uscita.
allone dAchille della tanto
scussa flessibilit resta il suo
pporto con i diritti dei lavora-
ri. La competizione globale
pone alle aziende di essere
pide nel riorganizzare le pro-
e attivit quando il mercato
richiede sottolinea Grondo-
. Credo che il modo miglio-
per conciliare i diritti con la
ssibilit sia proprio quello di
perare una logica esclusiva-
ente assistenzialistica per fo-
calizzarsi soprattutto sul lavoro.
Aziende, istituzioni e sindacati
debbono creare le condizioni.
Secondo Palumbo occorre in-
nanzitutto chiarire di quale fles-
sibilit parliamo. Per le nostre
attivit, per garantire sempre
al consumatore la freschezza e
qualit che contraddistingue i
nostri prodotti, noi abbiamo bi-
sogno di una grande flessibilit
della prestazione lavorativa ma
non abbiamo necessit che il
rapporto di lavoro sia precario.
Per questo Nestl, in linea con
lobiettivo di offrire condizioni
di lavoro di qualit, negli ultimi
anni ha concordato con il sinda-
cato una forma di part time fles-
sibile che ha permesso a centi-
naia di lavoratori stagionali di
avere unoccupazione a tempo
indeterminato. Conciliare di-
ritti e flessibilit possibile:
nella nostra esperienza siamo
riusciti a conciliare le esigen-
ze di variabilit e flessibilit
produttiva con il superamen-
to della precariet, favorendo
coinvolgimento e sicurezza
sul lavoro. Le nostre politiche
di welfare sono coerenti con
lobiettivo di offrire un impiego
di qualit. Cos come chiedia-
mo flessibilit operativa per
garantire qualit ai consuma-
tori, cos offriamo flessibilit ai
nostri collaboratori per favorire
un corretto equilibrio tra vita
professionale e privata. Pro-
prio per gli strumenti innova-
tivi di conciliazione sviluppati
allinterno dellazienda, Nestl
ha ricevuto nel 2011 il PremioFamiglia Lavoro assegnato dalla
Regione Lombardia e da ALTIS
- Alta Scuola Impresa e Socie-
t - dellUniversit Cattolica del
Sacro Cuore. Le nostre inizia-
tive di work life balance sono
numerose ed in continua evo-
luzione, per corrispondere alle
esigenze delle nostre persone.
Solo per citare alcuni esempi,
Nestl va dal supporto alla ge-
stione dei figli, con gli asili nido
aziendali e con il Progetto 90
giorni (che permette di ospita-
re i figli dei dipendenti durante i
periodi di chiusura delle scuole
presso la Sede aziendale, dove
sono coinvolti in attivit ludico-
educative) sino al telelavoro,
che apre nuove possibilit di
flessibilit personale e favori-
sce laffermarsi di una cultu-
ra aziendale che valorizza la
performance, pi della mera
presenza in ufficio.
Da sede a sede, da Paese a Pae-
se variano invece le politiche
di welfare aziendale di Indesit
Company. Potrei parlare delle
convenzioni con asili, palestre,
negozi o delle polizze assicura-
tive o di tanti altri servizi, ma
dovendo fare una sintesi, par-
tirei dal clima aziendale che
da sempre aperto, informale
e genuino. Mi sembra poi im-
portante sottolineare limpe-
gno che mettiamo nel cercare
di assecondare le inclinazioni
delle persone, fornendo mol-
te possibilit di job rotations
anche internazionali. Inoltre,il nostro sistema incentivan-
te prevede la partecipazione
di tutti, manager e impiegati
ma anche operai, ai risultati
aziendali.
Le persone al centro dellazien-
da quindi, a partire dalle cate-
gorie pi deboli: i giovani, le
donne, gli over 50. Proprio a
loro sono rivolte con maggiore
attenzione le tutele da parte
delle aziende, a partire dai gio-
vani per i quali Nestl ha ade-
rito ed certificata da Bollino
Ok Stage, liniziativa promossa
dalla Repubblica degli Stagisti
per rendere immediatamente
riconoscibili le aziende che si
impegnano a utilizzare lo stru-
mento dello stage secondo
una serie di criteri virtuosi,
riassunti nella Carta dei diritti
dello stagista.
Per quanto riguarda le don-
ne, invece, negli ultimi anni
lazienda leader nellalimenta-
re ha deciso di approcciarsi in
modo strategico alla materni-
t con lobiettivo di salvaguar-
dare il benessere delle madri
lavoratrici. A livello di Gruppo,
infatti, stato sviluppato il
Maternity Kit, un progetto di
informazione che fornisce alle
donne in attesa le linee guida
per gestire al meglio il proprio
periodo di maternit allinterno
dellazienda con benefici per
entrambe le parti. In partico-
lare, le aree trattate riguardano
la gestione del percorso profes-
sionale durante la maternit,i diritti legati alla maternit, i
passi amministrativi e i servizi,
e infine i benefit che il Gruppo
Nestl mette a disposizione
alle mamme.
Secondo Grondona a livello di
sistema Paese che c ancora
molta strada da fare. Ad esem-
pio, inserendo un meccanismo
di diminuzione progressiva del
costo del lavoro per gli over 50.
Se si vuole che le persone arri-
vino a lavorare fino a 70 anni,
bisogna rendere sempre pi
conveniente alle imprese il fat-
to di tenerle a bordo. Inoltre per
facilitare lingresso nel mondo
del lavoro dei giovani credo che
vada perseguito il modello tede-
sco di alternanza scuola lavo-
ro. In questo senso, Indesit ha
sviluppato il Progetto Campus
impegnandosi insieme allUni-
versit in un affiancamento di-
dattico finalizzato a preparare
giovani ad alto potenziale, gi
durante il percorso universita-
rio, ad un ingresso veloce ed
efficace nel mondo del lavoro e
quindi allinserimento in azien-
da in posizioni chiave.
INDESIT COMPANyIdit cmpy t i ld i eup ll pdui mmi lii
di lttdmtii (lavabiancheria, asciugabiancheria, lavastoviglie, frigoriferi, co
cucine, cappe, forni e piani cottura). leader assoluta in importanti mercati come
Regno Unito e la Russia. Il fatturato del Gruppo nel 2010 stato di 2,9 miliardi di eu
Company ha 14 stabilimenti produttivi (Italia, Polonia, Regno Unito, Russia e Turchia
16.000 persone. Indesit, Hotpoint e Scholts sono i principali marchi del Gruppo.
Gi Lu Gd, 41 anni, Direttore Risorse Umane
Company. Dopo una laurea in Scienze politiche ed esperie
direzione del personale di Fiat Auto, entra in Indesit Company nel 2001. Nel corso di
nio ricopre ruoli di crescente responsabilit allinterno delle diverse aree delle risors
Dopo una prima esperienza in stabilimento, nel 2004 diventa Responsabile delle riso
per le attivit industriali e poi Direttore delle risorse umane per larea tecnica e in
gestendo il personale di tutti i siti produttivi e delle Direzioni di prodotto e innova
2009 completa quindi il suo percorso assumendo la guida del personale per le are
Marketing e Service.
GRUPPO NESTLIl Gupp ntl pt i Itli dl 1875, qud tt gitt Mil l
Fi Ltt ntl, limt mplt p i m ii lttti. Occupa circa 5.
denti suddivisi in 18 stabilimenti produttivi (oltre alla sede centrale di Milano). Oggi
diverse realt: Nestl Italiana, Sanpellegrino, Nestl Purina Petcare, Nespresso. leade
nel food & beverage, con sede in pi di 140 Paesi, con una gamma di oltre 10.000 prod
della tradizione e della pi avanzata ricerca nutrizionale al mondo. Le dimensioni e la
bilit di mercati cos ampi e diversi fra loro si traducono nellimpegno a sviluppare e
un corretto approccio alla nutrizione e a un corretto stile di vita, che non pu presc
unequilibrata alimentazione ed idratazione.
Fut Plum, 46 anni, napoletano, sposato con tre figli
HR Nestl in the Market. Dopo una laurea in Scienze Politiche
un MBA e successivamente si specializza allestero. Inizia la sua professione in con
formazione, seguono otto anni in General Electric in Italia e allestero, due anni in A
Wolters Kluwer. in Nestl dal 2008.
GIan LUca GronDona
Direttore Risorse Umanedi Indesit Company
FaUsTo PaLUMbo
Head of HR Nestlin the Market
Hr allo speCCHio di Flora Nascimbeni
-
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Per unEuropa pi forteA COLLOQUIO CON MARTIN SCHULZ, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO
PUbbLICAZILA COESIONE EUROG. Daeni, A. PalmEdizioni Goliardiche
REGOLE/EQUIT/COESIONE SOCIALE/OCCUPAZIONE/RILANCIO ECONOMIAtags
oCiet e territori di Francesco Guidara
a poche settimane Presidente del Parlamento Eu-
peo, Martin Schulz accetta volentieri di parlare con
avori in Corsoe di offrire il suo osservatorio per una
igliore comprensione del futuro del welfare europeo.
a premessa - spiega Schulz, 57 anni, socialdemocratico, nato a
chweiler in Germania - che non si possono risolvere le crisi
gliando i bilanci. Piuttosto varrebbe la pena di introdurre sui
ercati finanziari regole migliori, a cominciare da unimposta
lle transazioni, un intervento deciso contro la speculazione e
ampliamento del numero delle agenzie di rating.
AbSTRACT /Siamo la prima generazionea non avere pi la certezza che i nostrigl rnn mgl n.Solo unEuropa unita potr difendereil nostro modello socio-economico.
certa flessibilit nei percorsi
professionali, per permette-
re alle imprese di adeguarsi
alla domanda e al mercato
in rapida trasformazione. Ma
dallaltro lato hanno previsto
un accompagnamento del la-
voratore nella re-inserzione
lavorativa, con sussidi di disoc-
cupazione adeguati, formazio-
ne, riqualificazione: un investi-
mento da parte pubblica per
affrontare meglio la mobilit
nel corso della vita lavorativa.
Qual il u pi ulla
quti dlla paizza-
zi h p mlti givai
appta la faia pg-
gi llffta di lav?
I Italia gli ultimi dati di
h ia 2,7 milii di p-
za pt fi
h il 47% di givai ud
25 ha u tatt a tmi.
Siamo la prima generazione a
non avere pi la certezza che
i nostri figli staranno meglio
di noi. Dare speranze ragione-voli e realistiche ai giovani
essenziale, ma io sono convin-
to che solo unEuropa unita e
politicamente forte potr di-
fendere il nostro modello so-
ciale ed economico. Anche la
Germania, che il Paese pi
grande in Europa, rappresen-
ta in fondo appena l1,2% della
popolazione mondiale: come
possiamo pensare di farcela
da soli nel contesto della glo-
balizzazione?
cm pu leupa, i d
di Palamt di cmmi-
i, aiuta i igli Pai
a t la diupazi-
gi i pimi mi?
Si tratta di una competenza
principalmente nazionale,
ma lEuropa pu sostenere e
coordinare gli Stati membri
nella creazione di posti di la-
voro. A mio avviso, il cosiddetto
Patto fiscale monco, perch
manca un pilastro che vincoli
i governi a raggiungere deter-
minati obiettivi anche in ter-
mini di crescita e impiego. Ma
liniziativa per la crescita della
Commissione va nella buona
direzione, il Parlamento cer-cher di rafforzarla.
LEuropa per ora ha focalizzato
la sua attenzione pi sulle mi-
sure di rigore e disciplina dei
bilanci che sulla crescita e loc-
cupazione, e questo a mio avvi-
so un errore. Non si possono
ridurre i debiti pubblici senza
un rilancio delleconomia, per
questo servono investimenti.
Negli ultimi tempi i leader eu-
ropei sembrano essersi resi
conto che le misure per loc-
cupazione sono essenziali al-
meno quanto lausterit.
Il Pidt dlla cmmi-
i ba ha da p
laiat ua i di iizia-
tiv p matt la di-upazi givail. Qual
il u giudizi?
Si tratta di un passo nella buo-
na direzione, anche se non suf-
ficiente. Purtroppo n
ancora promossa ne
ziativa che vincoli i g
attuare misure per
e loccupazione. Vor
que ricordare che le
sociali e del lavoro
competenza prim
nazionale, e che l
un ruolo di coordin
di orientamento.
LItalia, ma ah mlti alti
Pai upi, ta if-
mad il mat dl Lav-
i u tt diffiil di
pa pulia. Li m im-
magia il wlfa i pi-
mi ai i eupa?
Una cosa certa: i tagli non
devono essere fatti a spese
delle fasce sociali pi deboli
e dei lavoratori, che non han-
no responsabilit nella crisi
eppure ne stanno gi pagan-
do le conseguenze. Il rigore
fiscale non colpisce i ricchi,
che hanno meno bisogno dei
servizi sociali. Per questo la
crisi non deve rappresentare
una scusa per rendere an-
cora pi precari il lavoro e i
diritti. Per quanto riguarda le
riforme, non ci sono formule
valide per tutti: in certi Paesi
e in certi settori, il mercato
del lavoro pu essere riforma-
to per aumentare la compe-
titivit senza danneggiare i
lavoratori, in accordo con le
parti sociali. Questa la cosa
pi importante: che le riforme
non penalizzino le fasce pi
deboli. pensando alle loro
preoccupazioni che dobbia-
mo svolgere il nostro lavoro
quotidiano.
M i igifih a-
h m vizi m qua-
lit p i ittadii. Qut p-
t mtt a ihi, d
li, la i ial?
S, il rischio c. Per questo
importante che tutte le ri-
forme siano fatte nel segno
dellequit e della giustizia
sociale. In diversi Paesi euro-
pei i giovani protestano contro
un sistema economico in cui
una minoranza accumula pro-
fitti, facendo pagare il conto
alla collettivit, un sistema
in cui cresce il sospetto che
anonime agenzie di rating del
credito a New York siano pi
potenti di governi e parlamen-
ti democraticamente eletti.
Per questo essenziale che gli
sforzi dei governi per far tor-
nare i conti si concentrino su
una lotta senza tregua alleva-
sione fiscale, ai paradisi fisca-
li, e poi, a livello europeo, sulla
creazione di una tassa sulle
transazioni finanziarie e sugli
eurobond, come il Parlamento
chiede da tempo.
Guadad al mat dl
lav i mdlli,
i eupa, h i t di
iglia agli alti Pai?
empi di u patih
h pt util
divid?
Un buon esempio quello
scandinavo. La Svezia, la Dani-
marca, hanno s introdotto unaarTin SChulz
rancesco GUIDara
poredattore centrale,Class CNBC
-
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FLExSECURITy/REDDITO GARANTITO/INDENNIT/TFR/GIOVANItags
oCiet e territori di Ada Del Castello
Per un modello di bl tutto italiano:i nodi da sciogliere
bSTRACT /Occorreree primareare dei seri ammortizzatori sociali
n caso di perdita del lavoro e poirr n l bl. Qer un semplice motivo: un mercatobl, v h pr l lvrespulso, non serve a nessuno.
lavorativo non inferiore a quel-
lo ridotto ai lavoratori che si av-
valgono della predetta facolt.
Questo sarebbe un modo per
coniugare pensioni e lavoro e
soprattutto a costo zero per le
imprese. Leffetto ne
le finanze pubbliche
po parziale delle rifo
be a mio avviso com
quello positivo legat
alle entrate fiscali,
ogi Pa ha l u gl
ma tutti ha u itma
di tutla p l h
mmtaamt uitidal md dl lav. p-
iil itdul ah i
Italia?
Direi che allo stato attuale non
si capisce quale sia la strategia
politica definitiva sul merca-
to del lavoro. La cosa che mi
sento di dire che si cercano
spesso soluzioni innovative
tese a ridurre le garanzia dei
lavoratori. Mi riferisco, tra le
altre cose, alla messa in di-
scussione dellart. 18 dello
Statuto dei lavoratori, quan-
do invece si potrebbero usare
meglio strumenti gi esistenti.
Faccio un esempio. La Legge 23
dicembre 1996, n. 662, al fine
di incentivare lassunzione di
nuovo personale, prevede che
ai lavoratori in possesso dei re-
quisiti di et e di contribuzione
per laccesso al pensionamen-
to di anzianit pu essere rico-
nosciuto il trattamento di pen-
sione e il passaggio al rapporto
di lavoro a tempo parziale in
misura non inferiore a 18 ore
settimanali.
La facolt di cui sopra vale a
condizione che il datore di la-
voro assuma nuovo personale
per una durata e per un tempo
flessibilit non qualcosa che va confrontata o
mportata da altri Paesi ma va calata nella realt
ciale del nostro Stato. A dirlo Francesco Vallac-
ua, direttore del Master MAPA presso lUniversit
arlo Cattaneo LIUC. Come dire, lerba del vicino non
sempre pi verde.
sistema di tutela dei lavoratori varia da Paese a Paese, ma la
alt che la maggior parte dei Paesi europei ha un sistema
e tutela chi momentaneamente fuoriuscito dal mondo del
voro. Dalla flexsecurity danese al sistema tedesco e al reddito
rantito minimo francese, fino allarticolato sistema di aiuti
onomici inglese, e a molti altri: i welfare prevedono indennit
disoccupazione, coperture di varie tipologie, con requisiti e con
gole differenti. Il sistema di indennit fortemente strutturato
tutti questi casi.
Italia il tema degli ammortizzatori sociali al centro del dibattito
a governo e parti sociali. Queste ultime temono che con la scusa
far quadrare i conti vengano limitate le tutele dei lavoratori.
altra parte il governo Monti indica la riforma del mercato e in par-
olare la tanto citata flessibilit come antidoto alla stagnazione
economica e come calamita
per gli investimenti allestero.
I h md la ifma dlmat dl lav dlla Mi-
ita F i p i
fti dgli alti Pai u-
pi?
Io penso che occorrerebbe
procedere con un percorso
inverso a quello di cui spesso
si parla. A mio avviso occorre-
rebbe prima creare dei seri
ammortizzatori sociali in caso
di perdita del lavoro e poi pro-
cedere con la flessibilit.
Questo per un semplice motivo:
un mercato flessibile dove inve-
ce chi perde il lavoro espulso,
soprattutto se in unet sensibi-
le come quella tra i 40 e 50 anni,
non serve a nessuno.
si fa p ifimt al
mdll di flxuity da-
. Pu fa da ula p
il t itma?
Direi che il sistema re-distri-
butivo e fiscale non rende
paragonabili le esperienze.
In ogni caso sono tra coloro
che ritengono che venuto il
momento di guardare un po
meno fuori per studiare meglio
le nostre peculiarit. Va studia-
to un modello di flessibilit che
si addica al nostro Paese, alla
nostra realt sociale, anche
alla nostra cultura.
rtmt la Gmaia
i auguata h il gv
Mti i fmi a mt
tada. Il mdll td
pu fa da ula al t
itma?
Mi lasci fare una battuta. Ogni
volta che la Germania ha volu-
to fare la prima della classe ne
venuta fuori una nuova guer-
ra: come si dice se non impari
niente da una sconfitta vuol
dire che ne meriti unaltra.
L ppt dl gv
Mti a qual Pa up
i avviia di pi?
Se fossi un componente del
governo risponderei con
le parole usate per spiega-
re ufficialmente la riforma
pensionistica: Linsieme dei
provvedimenti relativi alle
pensioni abbraccia unottica
di lungo periodo, ma orienta
nellimmediato lapplicazione
di principi di equit, di traspa-
renza, di semplificazione e di
solidariet sociale. Questi
sono principi comuni a tutti!
-
8/2/2019 LinC Marzo 2012
15/27
6
ManpowerGroup, c la sa csldaa
xs, cgl a d c
ama la sc dl la cmaa.
Aas gl c Manpower Academy,gl -dba sll cal qs
c s lcma l md
dl la, ManpowerGroup c
ccam la sada dllaz
cad la cca l sl
d d cscz, c a
d cm.
join tHe ne tw or kSc ssm aam swww.manpowergroup.it
Diffondiamo idee per una societ in evoluzione
MANPOWER
ACADEMYArtworkbyGrammawww.grammacomunicazione.i
t
PUbbLICAZIONIIL DIRITTO AL LAVORO POSSIbILE. LA RIFORMA DEL SISTEMADI GESTIONE AMMINISTRATIVA DEL MERCATO DEL LAVORO EDI NUOVI SERVIZI PER LIMPIEGO IN ITALIAM. Ghirotti - Franco Angeli, 2011
oCiet e territori di Ada Del Castello
imismo che un nuovo posto
lavoro genera soprattutto
lle giovani generazioni.
ual dv il
ppt ta i divi amm-
zzati iali?
mplicemente dare un mag-
ore equilibrio per gli inter-
nti a favore del sostegno dei
giovani.
uali dv pval?
ccorrerebbe un ripensa-
ento di istituti quali quello
l TFR. A mio avviso andrebbe
teso anche ai lavoratori pa-
subordinati per consentire
ro cos un possibile accesso
ncreto alla previdenza com-
ementare.
Quad i pala dl ma-
t dl lav dl itma
di wlfa i patila, i
pu pala di uamalia
italiaa?
Guardi, per me lanomalia
non puntare sulla crescita e
sulla modifica dei parametri
economici usati fino ad oggi.
In tempi di cambiamento ci
si deve interrogare se i criteri
che hanno guidato nel pas-
sato siano validi anche per il
futuro.
In sostanza la questione que-
sta: il PIL ancora lindicatore
pi valido per misurare il be-
nessere sociale e la crescita
di una economia e quindi per
collegarvi il rendimento delle
pensioni ed i parametri di ri-
gore sociale su cui si basano i
trattati europei?
Quali a u pa l
id pi aggi di qu-
t gv p ifma il
mat dl lav?
Forse lidea di forme di decon-
tribuzione dalla previdenza
obbligatoria a favore di for-
me di previdenza integrative.
Tuttavia suggerisco a chi ha
scritto la norma di correggere
il termine schemi di previden-
za integrativa con schemi
di previdenza complemen-
tare perch altrimenti si ri-
comprendono strumenti che
niente hanno a che fare con
le tutele esistenti per il settore
dei fondi pensione.
Spesso in diritto un termine
sbagliato ha impatti deleteri e
questo a mio avviso il caso.
In altri termini la norma
scritta male.
-
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A Trento prove di xrya favore dei giovani
PUbbLICAZIONIESPERIMENTI DI FLExICURITy.
AZIONI DI SOSTEGNOAL LAVORO ATIPICOIN PROVINCIA DI TRENTOa cura dellIrs,Universit di Trento, For.EsFranco Angeli, 2011
FORMAZIONE TECNICA/PLACEMENT/REPLACEMENTtags
oCiet e territori di Silvia Bordiga
AbSTRACT /C da lavorare su un
atteggiamento ormai radicato che tendea snoare il lavoro manuale. La colpa soprattutto dei genitori, che da un latopngn prpr gl vr rrr colletti ianchi e dallaltra li proteggonoe li sostengono senza consentire lorodi fare esperienze manuali.
dei genitori, che da un lato spin-
gono i propri figli verso carriere
da colletti bianchi e dallaltra
li proteggono e li sostengonosenza consentire loro di fare
esperienze manuali, ad esem-
pio durante lestate. Poi ci si
sono messe anche normative
che hanno reso il lavoro estivo
sempre pi difficile da pratica-
re, per i giovani e per le aziende.
Noi stiamo lavorando proprio su
questo fronte. Il nostro obiettivo
consentire alle nostre impre-
se di assumere giovani per il
periodo estivo. In questo modo
le aziende farebbero fronte alla
carenza di manodopera che
annualmente si presenta in
quel periodo, mentre i giovani
avrebbero la possibilit di ave-
re unentrata anche durante il
periodo di studio e di provare il
lavoro manuale, a prescindere
dalloccupazione futura.
nl vt pgtt utilizzat
mlt l uv tlgi, i
ial twk, gi pii-
l aal p pmtt ai
givai di fa t: i a-
ta qualh p
qut tma?
Questa la quarta
nostro progetto, chechiamato Parola a
Vogliamo offrire lor
bilit di esprimere
avanzare proposte.
Confindustria Trento
svolgere un ruolo da
del confronto e da a
re delle loro voci. Ab
organizzato quattro f
distinti per i giovani, i
insegnanti e le assoc
vanili. Sono emersi s
ressanti, che ora svi
anche attraverso i n
a cominciare da una c
su Facebook. Le pro
zionate saranno pre
autunno nel corso d
assemblea general
interamente dedica
ni e ai risultati del p
successo finale dip
prattutto da loro. No
che sia una buona occ
fare la differenza. Mi s
anche loro comincino
nello stesso modo.
raccogliendo le domande di
adesione delle aziende, con
indicazioni sui profili richie-
sti. Nelle prossime settimane
procederemo con il matching
di candidati e aziende e quindi
partiremo con la formazione.
Il pgtt pvd ah
alti aptti, ad mpi la
pmzi dllimpdi-
tialit givail. ch tip
di ipta tat avd dai
givai?
In Confindustria Trento abbia-
mo attivato uno sportello per la
nuova imprenditorialit, al qua-
le si possono rivolgere giovani
che hanno idee imprenditoriali,
ma che non sanno come tradur-
le in pratica. In Associazione c
una persona che presidia il desk
ed effettua il primo incontro.
Poi, attingendo alle competen-
ze interne, si mette in piedi una
task force che assiste il giovane
nellelaborazione del progetto
dimpresa. Abbiamo esperti inmateria di fisco, previdenza,
incentivi economici, diritto
dimpresa, ricerca, propriet
intellettuale e tutto quanto
pu servire alla costituzione di
una societ. Inoltre lavoriamo
a stretto contatto con lAgenzia
per lo sviluppo provinciale e con
gli incubatori dimpresa, che di-
spongono di risorse specifiche.
Pa h ia piil ua
ivalutazi dlla ultua
dl lav, ita m il i-
avviiamt dgli tudti
ai lavi mauali?
Io ci credo fermamente. Cer-
to, c da lavorare su un at-
teggiamento ormai radicato
che tende a snobbare il lavoro
manuale. Lo dico con una pro-
vocazione. Una volta si sudava
per guadagnarsi da vivere, oggi
invece bisogna guadagnare per
poter sudare, perch lunica
pagarsi un abbonamento in
palestra. La colpa soprattutto
a le migliori provincie in Italia per occupazione - vanta
ddirittura un recente +2% di nuovi p osti di lavoro - Tren-
tuttavia non fa eccezione rispetto al resto dItalia
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