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INFORMAZIONI PRELIMINARI
Si tratta di un poema in versi.
Il poema è un genere letterario tipico
della letteratura italiana.
Le sue caratteristiche principali sono:
- la lunghezza;
- la complessità.
INFORMAZIONI PRELIMINARI
Lo scopo di un poema, in genere, è di
narrare una storia o di trasmettere
un insegnamento.
Nella sua forma tradizionale è
introdotto da un proemio (la sua
funzione è di indicarne il contenuto).
INFORMAZIONI PRELIMINARI
La Divina Commedia è suddivisa in tre
cantiche:
- l'Inferno;
- il Purgatorio;
- il Paradiso.
IL TITOLO DELL'OPERA
Il titolo originario dell'opera è
Comedìa o Commedìa.
L'aggettivo divina è stato aggiunto a
partire dalla metà del 1500, anche se
già Giovanni Boccaccio aveva utilizzato
tale aggettivo perché l'opera tratta
argomenti ultraterreni.
IL TITOLO DELL'OPERA
La scelta del titolo, che richiamava le
opera rappresentate a teatro
nell'antica Grecia e a Roma, era
giustificata:
- dal lieto fine;
- dalla varietà degli argomenti trattatiall'interno dell'opera.
LA COMPOSIZIONE
Non possediamo indicazioni certe sulle
date di composizione, tuttavia gli
studiosi ritengono che l'inizio della
stesura del poema è avvenuto verso il
1304 o il 1306/07.
Il Purgatorio fu terminato verso il
1313.
Il Paradiso fu cominciato verso il 1316
e continuato fino agli ultimi anni di vita
dell'autore.
UN TESTO “INESISTENTE”
Il testo autografo, cioè scritto di
pugno da Dante, è andato perduto.
Quella che noi oggi leggiamo è una
versione tramandata dai monaci
copisti che diffusero in tutte Europa
l'opera del poeta fiorentino.
UN TESTO “INESISTENTE”
Come si fa, quindi, a sapere che cosa scrisse
realmente Dante?
Con certezza assoluta non si può, ma
alla maggior parte degli errori hanno
posto rimedio i filologi che hanno
cercato di ripulire il testo dantesco
dagli interventi dei copisti,
confrontando tra loro le copie più
antiche conservatesi della Commedia.
UN TESTO “INESISTENTE”
Poiché il lavoro degli amanuensi non
sempre era accurato, nel trascrivere il
testo sono stati commessi, anche
involontariamente, errori e introdotte
modifiche. Lo stesso problema si
pone per altri testi antichi e medievali
di cui non si possiede l'originale.
LA METRICA
La Divina Commedia comprende 100
canti, riuniti in tre cantiche: Inferno
(34 canti); Purgatorio (33 canti);
Paradiso (33 canti).
Il primo canto dell'Inferno funge da
proemio dell'intera opera.
LA METRICA
L'opera è scritta in versi endecasillabi
raggruppati in terzine.
I versi rimano secondo lo schema
ABA BCB CDC,DED (rime incatenate o
dantesche).
L'ultimo verso di ciascun canto è isolato
e rilevato, cioè rima solo col terzultimo.
LA METRICA
Nel mezzo del cammin di nostra vita A
mi ritrovai per una selva oscura B
che la diritta via era smarrita. A
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura B
esta selva selvaggia e aspra e forte C
che nel pensier rinova la paura! B
Tant'è amara che poco è più morte; C
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, D
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. C
LA METRICA
I versi endecasillabi sono costituiti da 11 sillabe metriche.
Si veda l'esempio:
Nel // mez // -zo // del // cam // -min // di // no // -stra // vi // -ta
L'ARGOMENTO
Nella Divina Commedia viene narrato il
viaggio (immaginario) compiuto da
Dante dalla notte dell'8 aprile a quella
del 14 dello stesso mese del 1300 nei
regni dell'Oltretomba.
IL RUOLO DELLE GUIDE
In questo viaggio Dante non è da solo,
ma è accompagnato da alcune guide,
come Virgilio e Beatrice.
Le guide sono necessarie perché Dante,
essendo ancora vivo, non potrebbe
essere accolto nell'oltretomba.
IL SIGNIFICATO ALLEGORICO
La Divina Commedia è un'opera
allegorica in cui l'autore nasconde,
dietro immagini concrete, significati
astratti e ideali. Per questo motivo,
vicende, personaggi e situazioni non
devono essere letti solo in senso
letterale, ma devono essere
interpretati per coglierne il significato
più profondo.
IL SIGNIFICATO ALLEGORICO
L'allegoria è una figura retorica per cui
un concetto astratto viene espresso
attraverso una serie di immagini
concrete, dotate di un proprio
significato autonomo.
Si analizzino i seguenti esempi.
IL SIGNIFICATO ALLEGORICO
Dante: rappresenta l'umanità smarrita
nel peccato che, attraverso il
pentimento, aspira a raggiugere la
salvezza eterna.
La selva oscura: è il simbolo del
peccato, perché nell'anima peccatrice
manca la luce della grazia divina.
IL SIGNIFICATO ALLEGORICO
Le tre fiere che ostacolano il cammino
del poeta: simboleggiano i peccati della
lussuria, della superbia e dell'avarizia,
che impediscono all'uomo di seguire il
cammino verso la salvezza.
Le guide: simboleggiano la ragione umana (Virgilio) e la fede e la grazia divina (Beatrice).
IL SIGNIFICATO
DIDASCALICO
Il poema ha anche un intento
didascalico: Dante, infatti, vuole dare
agli uomini insegnamenti morali e
indicare la strada della salvezza
attraverso la fede in Dio.
LA COSMOLOGIA DANTESCA
Dante si rifà alla teoria tolemaica nel
modo di concepire il cosmo.
La Terra è ritenuta sferica e si trova al
centro dell'universo.
Al di sopra di essa ruotano nove sfere
concentriche, tutte comprese da una
decina, l'Empireo, immobile e sede di
Dio e dei Santi.
LA COSMOLOGIA DANTESCA
La Terra è divisa in due emisferi, quello
boreale, che ospita le terre emerse, e quello
australe o delle acque.
Il primo è abitato, il secondo no.
I confini del primo sono costituiti a est dal
fiume Gange e ad ovest dalle Colonne
d'Ercole (l'attuale stretto di Gibilterra).
LA COSMOLOGIA DANTESCA
Nei pressi di Gerusalemme, che si trova
esattamente al centro delle terre emerse
dell'emisfero boreale, si trova l'ingresso
Dell'Inferno.
Questo è un'immensa voragine a forma di
imbuto, formatasi in occasione della ribellione
a Dio di una parte degli angeli guidati da
Lucifero; essi infatti vennero precipitati sulla
Terra, che, per evitare di riceverli, si aprì
dando luogo alla voragine.
LA COSMOLOGIA DANTESCA
La massa di terra eccedente andò a costituire
la montagna del purgatorio, al centro
dell'emisfero delle acque, raggiungibile
attraverso un cunicolo che collega il centro
della terra, ove si trova Lucifero, con la
spiaggia del purgatorio.
DANTE: AUTORE E ATTORE
Dante ha un duplice ruolo anche sul piano
narrativo:
1) Dante-personaggio o agens (attore);
2) Dante autore o auctor.
DANTE: AUTORE E ATTORE
I due Dante sono accomunati, ovviamente,
dall’identità di carattere, di valori umani, di
ideali e funzione culturale.
Essi, invece, sono ben distinti:
- sul piano temporale;
- sul piano della diversità psicologica e morale.
DANTE: AUTORE E ATTORE
Sul piano temporale perché il racconto di
Dante auctor è successivo all’esperienza di
Dante agens.
Sul piano della diversità psicologica e morale
perché Dante agens è colui che non sa e ha il
compito di apprendere; è caratterizzato da
incertezza, paura, dubbio; è incapace di
procedere senza le guide. Per questo motivo
incarna la figura del discepolo.
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