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Introduzione e fondamenti di
Psicologia della Comunicaione Anno accademico 2017/2018
Psicologia della Comunicazione
Prof.ssa Serino
Prima Lezione
Obiettivi del corso
• Acquisire gli strumenti teorici per la comprensione dei processi di base sottesi alla comunicazione umana;
• Concettualizzare il processo comunicativo, tenendo in considerazione sia gli aspetti verbali che non verbali;
• Verrà dato spazio anche all’analisi critica delle diverse forme di comunicazione – face-to-face e mediata, con un affondo sulle dimensioni psicologiche implicate nell’utilizzo dei nuovi media a supporto dei processi comunicativi.
Materiali
I testi per l’esame includono due testi obbligatori:
• L. ANOLLI, Fondamenti di Psicologia della Comunicazione, Il Mulino, Bologna, 2012 (2a ed.) [Capitoli 1, 3, 4, 5 (solo paragrafi 2 e 7), 7].
• G. RIVA, Psicologia dei Nuovi Media, Il Mulino, Bologna, 2012, 3a edizione (Capitoli 1,2,3,4). Pagine: 115
• Attenzione: fa fede solo quello che faremo a lezione! Alcuni sottoparagrafi del testo non verranno spiegati a lezione e quindi NON faranno parte del programma d’esame.
• Guardate sempre le slides con le indicazioni a inizio di ogni lezione.
• Orario lezione:
Lunedì-giovedì-venerdì: ore 11:00-13:00
• Ricevimento studenti:
Giovedì 15:00-17:00 in Aula 4 (o mandare una email
a silvia.serino@unibg.it)
• Il materiale presentato a lezione sarà disponibile on-line
Modalità di esame
Si prevede un esame scritto, della durata di un’ora e mezza. L’esame sarà articolato in due parti: una prima parte sarà composta da domande chiuse (10 punti), mentre la seconda parte sarà composta da due domande aperte (20 punti).
La valutazione verrà espressa in trentesimi.
Prima lezione: fondamenti di
Psicologia della Comunicazione • Sommario
1. Definizione di comunicazione
2. I primi due modelli di comunicazione: approccio matematico e approccio semiotico
• Capitolo 1 «Prospettive sulla comunicazione umana» del manuale di Fondamenti di Psicologia della Comunicazione, par. 1-2-3
1. Cos’è la comunicazione?
• è un’attività eminentemente sociale • Implica partecipazione e condivisione di
significati • è un’attività eminentemente cognitiva • è strettamente connessa con l’azione
«Non possiamo scegliere se
essere comunicanti o meno,
ma possiamo scegliere se e in
che modo comunicare»
(Anolli, 2010)
2. Modelli psicologici sulla
comunicazione 1. Modello matematico
2. Approccio semiotico
3. Approccio pragmatico
4. Approccio sociologico
5. Approccio psicologico
1. Modello matematico
una fonte A attraverso un trasmettitore lungo un canale a un destinatario B grazie a un recettore
E’ stato introdotto da Shannon e Weaver
Focus su informazione, intesa come «una differenza che
genera differenza» (non su semplice dato in sé, ma sulla relazione tra due o più dati, in grado di generare ulteriore conoscenza)
La comunicazione è intesa come trasmissione di informazioni = passaggio di un segnale
• Fonte: entità che crea il messaggio;
• Trasmettitore: è il dispositivo che consente la trasformazione del messaggio;
• Canale: il mezzo fisico che consente il passaggio del messaggio;
• Recettore: è il dispositivo che consente la conversione del messaggio per il ricevente;
• Destinatario: è l’entità a cui è rivolto il messaggio.
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Il modello matematico è integrato da alcuni concetti:
• rumore = insieme degli elementi ambientali che interferiscono con la trasmissione del segnale;
• ridondanza = ripetizione nell’operazione di codifica del messaggio per favorire la sua codifica;
• filtro = processo di selezione di alcuni aspetti e proprietà del segnale rispetto ad altri nell’operazione di decodifica.
• Feedback = quantità di informazione che dal ricevente ritorna all’emittente. Il feedback può essere:
▫ positivo = ampliamento dell’informazione d’ingresso
▫ negativo = riduzione dell’informazione d’ingresso
Punti di forza
E’ il primo modello della comunicazione
Punti di debolezza
Limite del modello matematico: implica una teoria forte del codice, ovvero ritiene che la condizione necessaria e sufficiente per comunicare sia avere a disposizione un codice di trasmissione del messaggio.
Ma noi comunichiamo così??
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2. Approccio semiotico
Oggetto o evento della realtà fisica Nel nostro caso, un certo cane chiamato Paul
Rappresentazione mentale. Come l’ «idea di cane»
Consiste nell’ immagine acustica o sonora. Come la stringa di suoni /k-a-n-e/
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Che cosa si intende per SEGNO?
Due principali accezioni:
a) Segno come equivalenza
b) Segno come inferenza
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Segno come equivalenza
•Secondo de Saussure, il segno è: l’unione di un’immagine acustica (il significante o espressione) e di una mentale (il significato o contenuto)
•Equivalenza = corrispondenza piena e stabile fra espressione e contenuto
•Funzione segnica: il segno non va inteso come una realtà fisica, ma come una relazione semiotica
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Segno come inferenza
Secondo Peirce, il segno è qualcosa che per qualcuno sta al posto di qualcos’altro, sotto qualche rispetto o capacità
Peirce individua tre tipi di segni:
le icone = relazione di somiglianza con le proprietà del referente
gli indici = rapporto di contiguità fisica con l’oggetto cui si riferiscono
i simboli = rapporto arbitrario con il referente, stabilito per contiguità e appreso
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Segno come inferenza = indizio da cui trarre una conseguenza • costruzione di modelli mentali e culturali utili per individuare gli aspetti mancanti o carenti e di cogliere il senso dei messaggi
• contribuisce a spiegare lo scarto fra ciò che è detto e ciò che è implicato da quanto è stato detto = un soggetto comunica di più di quanto dica
Il segno come inferenza rimanda alla nozione di contesto Introduzione di costrutti psicologici!!! Contesto, modelli mentali, Idea dello scarto tra intenzione e comunicazione
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