il progetto educativo individualizzato · più, non ha stima di voi e non perde occasione per...
Post on 15-Feb-2019
220 Views
Preview:
TRANSCRIPT
IL PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
Dott.ssa Monica Conti
Psicologo‐psicoterapeuta
LE ASPETTATIVE
• L'aspettativa
è la previsione ragionevolmente realistica dell'individuo
circa la condotta
degli
altri membri della società
in un contesto di incertezza.
Oggetto di studio della sociologia
e della psicologia sociale, le aspettative di
comportamento sono prodotte dai ruoli
e dalle norme sociali
e possono essere definite
un prodotto culturale.
• In ogni aggregazione sociale le aspettative hanno la tendenza a stabilizzarsi nel tempo e
ciò permette alla persona di relazionarsi in un contesto di ridotta complessità.
Esempio A
• Immaginate di lavorare per due datori di lavoro diversi: il datore di lavoro A e B. Il datore di lavoro A ha avuto delle esperienze negative con i suoi
precedenti impiegati, di conseguenza, vuole stare attento a non farsi
raggirare di nuovo.
E' convinto di non potersi aspettare più
di tanto,
pensa che i giovani siano tutti degli inetti, senza voglia di lavorare. Di fatto non si fida abbastanza di voi per darvi qualche mansione interessante, vi
rifila soltanto compiti poco qualificanti. Terrorizzato dal fatto che possiate battere la fiacca in ufficio, vi sorveglia
in continuazione, senza darvi il minimo spazio di autonomia personale. In più, non ha stima di voi e non perde occasione per farvelo capire ,
rimproverandovi per piccolezze. Dopo qualche mese di questo trattamento, con quale stato d'animo andreste in ufficio al mattino?
Probabilmente comincereste a sentirvi demotivati , a perdere qualsiasi interesse verso il vostro lavoro e a comportarvi di conseguenza,
trasformandovi in un impiegato pigro e poco brillante. Quindi, nel giro di qualche mese, le fosche previsioni del datore di lavoro A sarebbero
confermate.
Esempio B
Il datore di lavoro B, si aspetta molto da voi, ma non vi chiede l' impossibile, sa che farete degli errori, ma sa questi entrano nel vostro
processo di apprendimento. Vi
lascia un ampio margine di autonomia, ma allo stesso tempo è sempre
a disposizione per darvi suggerimenti e chiarimenti. Sa notare i vostri progressi e voi sentite che il vostro lavoro viene riconosciuto e valorizzato
anche dal punto di vista economico.
Con quale datore di lavoro lavorereste di più?Probabilmente, produrreste di più
con il secondo datore lavoro, anche se
questi non vi controlla in continuazione come faceva il primo capo. Inoltre, paragonando i due datori di lavoro, capireste come mai uno trovi
sempre impiegati che alla fine si rivelano dei grandi lazzaroni,
e l'altro trovi, invece, dei bravi impiegati.
• “Le convinzioni che le persone nutrono sulle proprie capacità
hanno un profondo effetto
su queste ultime.
• A. Bandura
autostima
• Quando ad una persona viene costantemente rimandata un’immagine deficitaria a priori,
non le si dà
l’opportunità
di essere ciò che è ma, a seconda delle aspettative di chi se ne prende cura, vivrà
aderente ad una maschera
che si può indossare
I bisogni dell’individuo
Dott.ssa Monica ContiPsicologo‐Psicoterapeuta
A. H. Maslow
• Abraham Harold Maslow
(Brooklyn, 1º
aprile 1908
–
California, 8 giugno
1970) è
stato uno
psicologo
statunitense.
A. H. Maslow
• Nel 1954
pubblicò "Motivazione e personalità", dove espose la teoria di una
gerarchia di motivazioni che muove dalle più basse (originate da bisogni primari
‐
fisiologici)
a quelle più
alte (volte alla piena realizzazione del proprio potenziale umano ‐
autorealizzazione).
A. H. Maslow
• La sua teoria è
sintetizzabile nei seguenti punti:
• ‐
L'uomo è
una totalità
dinamica e integrata, per cui un bisogno o necessità
che si palesa in
un certo ambito, per esempio la fame, si riverbera sull'individuo nella sua globalità.
Non esiste cioè
un bisogno dello stomaco, ma esiste un bisogno della persona nel suo
complesso.
A. H. Maslow
• Nell'individuo esistono tendenze diverse, che traggono origine da bisogni di differente
natura. Così
noi siamo puntati a soddisfare i nostri bisogni fisiologici così
come siamo
puntati verso l'acquisizione di nuove amicizie, l'accumulazione di denaro, verso il successo
nel lavoro … .
A. H. Maslow
• I processi motivazionali sono fondamentali per la vita umana: essi sono presenti in tutte le culture e in
tutti i popoli del mondo. • Nonostante i bisogni degli uomini siano universali,
ogni cultura ha la sua modalità
precipua per soddisfare i bisogni degli individui. Per esempio, il
bisogno di autorealizzazione è
presente in ognuno di noi, anche se le mete da raggiungere sono molto
diverse e variano a seconda della cultura e dell'epoca storica a cui ci si riferisce.
A. H. Maslow
• I desideri dell'uomo non sono isolati e a sé stanti, ma tendono a disporsi in una gerarchia
di dominanza e di importanza.
A. H. Maslow
Cos’è la motivazione?
Motivazione:
da motus= moto, movimento Una persona è
motivata se qualcosa o
qualcuno la dirige verso una determinata attività
Modello di Wigfield ed Eccles (2000)
La motivazione
dipende da:
• Aspettative di riuscita• Valore assegnato al compito
Se entrambi gli aspetti sono positivi una persona risulta motivata
In sintesi…
Il credersi capaci influenza la motivazione al compito, determinando, nei casi in cui questa
percezione sia debole sentimenti di autosvalutazione, i quali a loro volta portano
ad una riduzione dell’impegno, forme di evitamento o la tendenza a dilazionare e problemi comportamentali.
OSSERVAZIONE
L’osservazione è il primo passo verso la
definizione di un progetto
Dall’osservazione libera all’osservazione strutturata
• Per passare dall’osservazione libera all’osservazione strutturata cosa possiamo
fare?
• Dobbiamo effettuare una scelta precisa riguardo all’argomento da osservare.
Dall’osservazione libera all’osservazione strutturata
• Qualche esempio CHI o
COSA
Un singolo oppure un gruppo intero.
Un soggetto inserito in un gruppo oppure un soggetto da solo.
luoghi e contesti in cui è inserito un individuo
area di abilità
Dall’osservazione libera all’osservazione strutturata
• Qualche esempio A CHE LIVELLO
• Capacità
di comunicazione
• Linguaggio • Comprensione
• Relazione parola‐
oggetto ( tocca la mela)
• Contatto oculare
Dall’osservazione libera all’osservazione strutturata
• Del fenomeno cosa osservare
• Intensità• Frequenza • durata
Dall’osservazione libera all’osservazione strutturata
• Come osservare
• Osservazione libera, strutturata o semistrutturata griglie, percorsi di osservazione
Dall’osservazione libera all’osservazione strutturata
• Quando osservare• Regolarmente
• Per la durata del fenomeno
• A più
riprese casuali
• Ad intervalli regolari, ecc
Osservazione dell’intelligenza
• Se trattiamo di disabilità
intellettiva dobbiamo essere in grado di osservare l’intelligenza
Come fare ?
INTELLIGENZA
• COME LA POSSIAMO DEFINIRE ?
ETIMOLOGIA
• La parola intelligenza viene dal latino
"intelligentĭa", derivante dalla parola
(anch'essa latina) "intelligĕre", "capire",.
ETIMOLOGIA
comprende il prefisso inter ("tra"), e la radice legĕre ("leggere", "cogliere") o ligare
("legare")
suggerendo essenzialmente l'attitudine a "leggere tra le righe" e (quindi) a legare degli
elementi che senza di essa resterebbero separati
La teoria delle intelligenze multiple
• .• Lo psicologo
statunitense Howard Gardner
distingue ben 9 tipi fondamentali di intelligenza, di cui fa parte anche l'intelligenza logico‐
matematica (l'unica su cui era basato l'originale test di misurazione del QI).
• L'efficacia del test tradizionale di misurazione del QI è stata con il tempo fortemente
ridimensionata
La teoria delle intelligenze multiple
• Intelligenza Linguistica:• Intelligenza Logico‐Matematica• Intelligenza Spaziale• Intelligenza Corporeo‐Cinestesica• Intelligenza Musicale• Intelligenza Interpersonale• Intelligenza Intrapersonale:• Intelligenza Naturalistica• Intelligenza Esistenziale
o Teoretica
• Sebbene queste capacità
siano più
o meno innate negli individui, non sono statiche e
possono essere sviluppate mediante l'esercizio. Inoltre, esse possono anche
"decadere" con il tempo.
Concetto di valutazione
• Valutare implica un concetto di valore, di confronto con un criterio stabilito.
• La valutazione, perciò, implica inevitabilmente giudizi di valore, che ognuno formula a partire dalle proprie
scale di priorità, dal proprio punto di vista sui bisogni dell’individuo.
• Il che non è
sbagliato ma è
necessario che sia collegato ai reali bisogni dell’individuo e non solo a
partire da un’unica prospettiva (importante il lavoro di equipe).
VALUTAZIONE
• Per molto tempo la valutazione in un contesto di disabilità
era relegata all’ambito della
determinazione del livello di ritardo mentale inteso come livello intellettivo indagato
attraverso i test psicometrici.
Le categorie valutative
• Le categorie valutative adottate vengono definite: • sintomatologica, normativa e funzionale.•
Sintomatologica: rileva i comportamenti sintomatici
consentendo di identificare il disturbo oppure di escludere la diagnosi DSM ICD10
•
Normativa: identifica (QI) o di sviluppo ( QS) comparando il bambino con la popolazione con sviluppo tipico e consente comparazioni sullo sviluppo a distanza di tempo
•
Funzionale e/o Criteriale: identifica le abilità, i punti forti,gli stili di apprendimento. e le abilità
emergenti.
Ricapitoliamo:come deve essere la valutazione o assessment ?
• E’
necessario cercare di dare un ordine a ciò che si osserva
• Definire regole sul processo di osservazione• Le regole devono essere fissate a priori: bisogna
definire PRIMA cosa intendiamo osservare e definirlo con precisione
• Valutazione come misurazione concordare procedure di valutazione oppure utilizzare scale
standardizzate
Progetto di vita
• "l'insieme organizzato delle risposte e degli interventi, che accompagnano la
persona disabile nei suoi cicli di vita, seguendone la modificazione dei bisogni
nelle differenti fasce di età
e in relazione agli ecosistemi in cui è inserito, con
l'obiettivo di garantirgli la più
alta qualità
di vita possibile."
"qualità
della vita" (Q.d.V)
• L'assunzione di un orizzonte più
ampio per valutare e successivamente per conferire, attraverso l'intervento abilitativo, una migliore qualità
dell'esistere alla persona con
disabilità
intellettiva trova molti elementi di raccordo con la definizione di "salute" così
come attualmente è
stabilita
dall'OMS, intesa non solo come assenza di malattia, ma anche come benessere psicologico, giungendo quindi ad integrare
nella definizione anche aspetti quali le relazioni interpersonali, l'autostima, il senso di soddisfazione e di
efficacia.
• l’utilizzo per la valutazione dell’individuo con D.I. di strumenti per la misurazione dei
sostegni necessari all’individuo come la “Scala dell’intensità
dei sostegni”
SIS
Nella definizione di un progetto di vita che riguardi un
soggetto
autistico
non
si
può
ignorare
il
problema che tale situazione rappresenta per i suoi genitori.
Essi
sperimentano
livelli
molto
elevati
di
stress,
sia
perchè
la
diagnosi
viene
formulata
dopo un
lungo
periodo
di
osservazione,
sia
a
causa
delle
caratteristiche
comportamentali
della
persona.
Spesso, inoltre capita che il soggetto autistico si presenti
morfologicamente come un ragazzo “normale”e questo rende più
difficile il processo di accettazione della situazione di
disabilità
e del conseguente sviluppo deficitario che viene riservato al proprio
figlio
I
genitori
soffrono
soprattutto
per
l'alterato sviluppo
del
linguaggio
che
vivono
come
un'insormontabile
barriera
alle
normali relazioni interpersonali.
Sono, inoltre, preoccupati per le stereotipie, il pianto inappropriato, l'uso bizzarro
del
corpo,
le
risate
prive
di
senso,
l'iperattività,
la mancanza
di
contatto
e
di
sguardo,
i
disturbi
del sonno.
Fasi di progettazione
• Definizione degli obiettivi a lungo termine (da uno a tre anni oppure anche di più
secondo il concetto di “Progetto di Vita”
si definiscono obiettivi in dimensioni esistenziali
della vita adulta.).
Fasi di progettazione
• Definizione degli obiettivi a lungo termine (da uno a tre anni oppure anche di più
secondo il concetto di “Progetto di Vita”
si definiscono obiettivi in dimensioni esistenziali
della vita adulta.).
Fasi di progettazione
• Definizione degli obiettivi a medio termine (sono gli obiettivi da raggiungere nell’arco di
alcuni mesi. Sono obiettivi effettivi con i quali si comincia a lavorare e per i quali si deve
definire tutta l’operatività
ovvero quali tecniche e interventi saranno più
efficaci.
Sono gli obiettivi scelti sulla base di priorità
e fattibilità)
Fasi di progettazione
• Definizione degli obiettivi a breve termine cioè
sequenze facilitanti di sotto obiettivi (es.
obiettivi ridotti nella loro complessità
per facilitare l’apprendimento (es. semplificazione
dei criteri di esecuzione, riduzione delle difficoltà
attraverso aiuti analisi del compito
ecc.)
Il programma educativo individualizzato
• Nel programma educativo individualizzato sono riportati e descritti gli interventi
progettati per la persona disabile e quindi le azioni concrete, i materiali e ambienti da
predisporre, le risorse da coinvolgere, gli aiuti necessari ecc.
Il programma educativo individualizzato
• Il programma deve contenere alcune caratteristiche fondamentali:
• Essere strettamente CORRELATO ALLA VALUTAZIONE GLOBALE DEL
FUNZIONAMENTO.
Il programma educativo individualizzato
• Deve essere INDIVIDUALIZZATO, cioè costruito per soddisfare i bisogni di quel
soggettospecifico.
Il programma educativo individualizzato
• Contenere OBIETTIVI CHIARI, SPECIFICI
ed OPERATIVI.• Bisognerà
pertanto evitare
espressioni verbali ambigue, ad es.
“accrescere od incrementare la comunicazione”
non ci dice nulla sulla direzione da dare al nostro intervento per rendere la persona più
capace
di comunicare,”
incrementare la comunicazione gestuale”
pur essendo già
più
specifico ancora non lo è a sufficienza, ma per esempio
“esprimere verbalmente con un tono di voce adeguato la necessità
di espletare i propri bisogni fisiologici”
oppure “ formulare una richiesta/
domanda utilizzando la parola‐
frase”
lo sono molto di più.•
Il programma educativo individualizzato
• Deve contenere obiettivi relativi ad abilità
del soggetto e non relativi ad attività
che l’operatore
utilizzerà
per il raggiungimento di tali obiettivi (per es. frequentare l’attività
di ceramica, oppure
stimolare il soggetto ad interagire con l’ambiente).
Il programma educativo individualizzato
• Essere rigorosamente VERIFICABILE. Questo punto fondamentale è reso possibile dallo stabilirsi di una
linea base di partenza ben precisa e dall’utilizzo concorde e costante, scevro da interpretazioni
personali ed aneddotiche, delle medesime metodologia di intervento. Definizione di indicatori
e criteri di verifica chiari e precisi.(utilizzo eventuale di schede ecc.
• Il programma abilitativo deve essere svolto in tutti gli ambienti di vita del bambino in stretta collaborazione e con estrema coerenza
le
interazioni
con
i
soggetti
autistici
sono spesso problematiche per questi ultimi;
È
necessario,
quindi,
sforzarsi
di
assumere
il loro
punto
di
vista,
evitando
comportamenti
intrusivi
e
mantenendo
una
“distanza
di sicurezza”
che
permetta
loro
di
sentirsi
cautelati;
Le
persone
autistiche
provano
emozioni
e
desideri ma possono non sapere come esprimerli;
Le
persone
autistiche
hanno
bisogno
di
tempo
per elaborare le informazioni;
Qualunque
tipo
di
insegnamento
deve
essere sistematico e procedere per piccole unità;
• È sempre necessario adattare le proposte alle esigenze del soggetto facendo costantemente riferimento alla sua motivazione e al
feedback;
• È sempre necessario valutare il comportamento anticipatorio, ovvero
prevedere gli effetti di un‘
azione.
top related