i caviardage della divina commedia_la poesia nascosta a dante

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Caviardage su canti della Divina Commedia letta dai ragazzi della IIIA, IC "San Vito Romano" (Rm) Attività illustrata qui: http://arringo.wordpress.com/2014/03/02/la-poesia-nascosta-il-caviardage_dal-testo-alla-poesia-passando-per-la-fantasia_iia-iiia/

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IIIA a.s. 2013-14 I.C. “SAN VITO ROMANO” (RM) www.arringo.wordpress.com

Smarrito m’arrestai Prima che uscisser ramicel da un bosco

segnato da sterpi schietti e nodosi.

Sugli alberi strani selvaggi pensier e sangue bruno.

(Roberta Gentili, da Inferno, XIII)

Fuochi son li spirti Fiamma si geme.

Quelle faville parlar: “O voi che siete dentro

ad un foco!”

(Giacomo Colaneri, da Inferno, XXVI)

Beatrice, che col lume del la fiamma

accese l’animo mio.

(Georgi Dimitrov, da Paradiso, I

Bosco segnato verde color

schietti, nodosi, toschi sterpi. Selvagge brutte Arpie, Ali su li alberi strani.

(Giulia Rossi, da Inferno, XIII)

La gloria nel petto mio.

Tu mi farai poeta,

Beatrice, Rivolta a riguardar nel sole.

(Alin Acsente, da Paradiso, I).

Noi da un sentiero che era segnato

tra Cecina e Corneto col buon maestro

che, smarrito,

cred’io che si nascondesse in qualche fraschetta.

…Povero Virgilio ;) (Federico Paoliani, da Inferno, XIII)

Una grossa nebbia dove l’ombre tutte eran coperte d’innanzi divenni allor gelato. Io levai li occhi e credetti veder

Lucifero l’uom che nacque e visse sanza pecca,

col pelo fitto. Cadde giù dal cielo

Eevenne all’emisperio nostro.

(Chiara Bianchi, da Inferno XXXIV)

"Abbandonai la diritta via perdei la speranza dell'altezza

la bramosa voglia guida l'animo mio. M'apparve l'amor divino nel gran diserto

gridai a lui "Aiutami" co vergognosa fronte. Rispuosemi "trattar del ben è cosa dura ma poi uscito fuor, vedrai gioia, pace"

(Giulia Cinti, Inferno, I)

Una grossa nebbia, là dove l'ombre tutte eran coperte d'innanzi io divenni allor gelato. Io levai li occhi e credetti vedere

Lucifero, l'uom che visse e nacque senza pecca,

col pelo, cadde giù dal cielo e venne all'emisperio nostro“

(Giorgia Quaresima, Inferno, XXXIV)

(Giorgia Quaresima, XXXIV Inferno)

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