giornalismo e ipertelevisione (7)
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Giornalismo e ipertelevisione Paolo Costa
Università di Pavia Comunicazione
Innovazione Multimedialità
Anno Accademico 2011-2012
L’INFOTAINMENT IN ITALIA 7a lezione
L’evoluzione della TV italiana
Dal grillo parlante … Dal grillo parlante …
La strategia pedagogica della paleotelevisione
(es.: “Non è mai troppo tardi”, programma della Rai
condotto da Alberto Manzi dal 1960 al 1968).
… al Paese dei Balocchi
La strategia spettacolarizzante della
neotelevisione: (es: “Kalispera”, programma della
Rai condotto da Alfonso Signorini dal 2011).
La TV secondo Pasolini
Parlare dal video è sempre un parlare ex cathedra. Pier Paolo Pasolini, da “III B: Facciamo L'Appello” (1971)
“ ”
Grillo Corvo
Topo Gatto
Fausto Colombo, La cultura sottile (1998)
TV e industria culturale
• La televisione si presta storicamente a usi alternativi, che corrispondono a fasi diverse dello sviluppo dell’industria culturale in Italia e nel mondo
• Per quanto riguarda il nostro paese è possibile distinguere fra il modello della paleotelevisione (monopolio RAI, strategia pedagogizzante), che ha resistito fino agli anni Settanta, e modello della neotelevisione (TV commerciale)
La TV commerciale in Italia
• L’avvento della televisione commerciale in Italia è legato alle sentenze della Corte Costituzionale che liberalizzarono la trasmissione via cavo (1974) e over-the-air (1976), dando di fatto via libera all’avventura imprenditoriale di Silvio Berlusconi
• Nel 1978 la Fininvest di Berlusconi lanciò l’emittente Telemilano 58, destinata a prendere il nome, negli anni successivi, di Canale 5
Franco Debenedetti e Antonio Pilati, La guerra dei trent’anni. Politica e televisione in Italia 1975-2008 (2009)
“Commercial deluge” (*)
• Il focus sull’audience (unico parametro che sembra contare, dal punto di vista commerciale) comporta il fallimento della TV come servizio pubblico, finalizzato a sviluppare la capacità critica e di scelta dei cittadini
• L’enfasi si sposta da un pluralismo dei principi a un pluralismo pragmatico: è tollerato solo il quantitativo di diversità che paga in termini economici
• Nasce una “bland and homogeneous international media culture”
(*) Jay J. Blumler, Television and the Public Interest: Vulnerable Values in West Europe Broadcasting (1992)
Paleotelevisione vs neotelevisione Paleotelevisione Neotelevisione
Obiettivo Educare Intrattenere (l'intrattenimento tende a inglobare tutto: informazione, cultura ecc.)
Logica del palinsesto Evento (“TV festiva") Flusso (andamento ciclico, fatto di microeventi narrativi, quotidiani, senza cesure)
Linguaggio Mutuato da altri media Originale (televisivo)
Strategia di genere Adesione ai canoni Rottura
Strategia di affabulazione Distinzione fra spettacolo e realtà (i tempo del racconto non coincide con quello della fruizione)
Spettacolo come proiezione della realtà (tempo del racconto e tempo della fruizione si identificano)
Strategia promozionale Assente Improntata ai principi del marketing
Il fattore generazionale (*)
• Alla strategia dei soggetti istituzionali si contrappongono le tattiche individuali nell’uso dei media (fenomeno dell’incorporazione)
• I soggetti sociali mettono in atto pratiche diverse in relazione al consumo mediatico, a seconda della propria esperienza e del proprio profilo socio-demografico
• In particolare, in Italia è possibile identificare un forte discrimine generazionale
(*) Piermarco Aroldi, Fausto Colombo, Le età della TV. Indagine su quattro generazioni di spettatori italiani (2004)
Alcune riflessioni sulla TV italiana
La degradazione del watchdogging
• La vulgata e il mito attribuiscono ai media di informazione – specie nel mondo anglosassone – il ruolo di sorveglianti del potere
• In Italia questa funzione è sempre stata esercitata con molta fatica (modello pluralista polarizzato)
• L’avvento dell’infotainment ha reso popolare anche nel nostro paese una particolare degradazione del watchdogging: il giornalismo aggressivo, risentito e fazioso
La polemica come format
La TV della paura (1/3)
SPAZIO RISERVATO ALLA CRONACA NERA DAI NOTIZIARI PUBBLICI EUROPEI (*)
(*) Fonte: Osservatorio Europeo sulla Sicurezza (di Demos, Osservatorio di Pavia e Unipolis), 2010. Il confronto è istituito sulle edizioni dei notiziari di prima serata.
RAI 1 (ITALIA) 11%
BBC (REGNO UNITO) 8%
TVE (SPAGNA) 4%
FRANCE 2 (FRANCIA) 4%
ARD (GERMANIA) 2%
La TV della paura (2/3)
NOTIZIE RISERVATE A GRANDI CASI CRIMINALI DAI SETTE TELEGIORNALI NAZIONALI IN PRIMA SERATA, DAL 2005 AL 2010 (*)
(*) Fonte: Osservatorio Europeo sulla Sicurezza (di Demos, Osservatorio di Pavia e Unipolis), 2010.
MEREDITH KERCHER (PERUGIA, 2007)
CHIARA POGGI (GARLASCO, 2007)
TOMMASO ONOFRI (PARMA, 2006)
SAMUELE LORENZI (COGNE, 2002) 508
STRAGE DI ERBA, 2006 499
941
759
538
La TV della paura (3/3)
Grandi tragedie quotidiane e delitti generano angoscia, ma al tempo stesso rassicurano. Ci sfiorano: ma toccano gli “altri”. È come sporgersi sull'orlo del precipizio e ritrarsi all’ultimo momento. […] Si prova senso di vertigine. Angoscia. Ma anche sollievo. Ilvo Diamanti, la Repubblica 11 10 2010
“
”
Gli esteri della TV italiana PERCENTUALE DI NEWS INTERNAZIONALI SUL TOTALE TRATTATO (*)
(*) Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (media su serie di 31 giorni, fra agosto e settembre 2010)
21%
30%
25%
23%
Gli esteri della TV italiana PERCENTUALE DI APERTURE CON UNA NOTIZIA INTERNAZIONALE (*)
(*) Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (media su serie di 31 giorni, fra agosto e settembre 2010)
22,5%
25,8%
25,8%
22,6%
22,5%
Gli esteri della TV italiana NUMERO DI NEWS INTERNAZIONALI TRATTATE PER EDIZIONE (*)
(*) Fonte: Galileo servizi editoriali, 2010 (media su serie di 31 giorni, fra agosto e settembre 2010)
4
7,6
4,4
4,1
Il corpo delle donne in TV
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