elena riva - il corpo, il genere, il soggetto nei disturbi del comportamento alimentari

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Il corpo, il genere, il soggetto nei disturbi del comportamento

alimentare

Elena Riva 7 giugno 2008

Disturbi alimentari e dell’immagine corporea

Modelli di lettura dei disturbi alimentari

•  Sindrome psicopatologica

•  Disturbo etnico della femminilità

•  Espressione di disagio evolutivo dell’adolescenza femminile

Prospettiva evolutiva

Interpretare i disturbi alimentari in chiave evolutiva

significa: •  metterli in relazione con i compiti di sviluppo delle

diverse fasi dell’adolescenza

•  considerarli espressione di stallo evolutivo piuttosto che di psicopatologia della nostra società

Modelli di intervento

•  Lavoro d’equipe •  Consultazione come bilancio evolutivo •  Progetto terapeutico: riattivazione di un percorso

evolutivo interrotto

Modello d’intervento Lavoro d’equipe

Costruisce la rete terapeutica, separa i percorsi dei diversi membri della famiglia e li integra in un unico spazio di pensiero, fornendo il modello di un sistema relazionale capace di differenziare

e insieme integrare

Modello d’intervento Bilancio evolutivo

Il bilancio evolutivo è finalizzato: •  ad attribuire un significato affettivo al disturbo

alimentare all’interno del quadro intrapsichico e relazionale in cui si sviluppa

•  a mettere a fuoco il significato della crisi attuale ed elaborare un progetto di presa in carico terapeutica

Consultazione

•  Colloqui clinici •  Valutazione psicodiagnostica •  Analisi della cultura affettiva •  Restituzione e progetto terapeutico

Consultazione ai genitori

La consultazione con i genitori è finalizzata: •  ad attribuire un significato psichico al sintomo

alimentare all’interno della cultura familiare •  a comprendere come la crisi evolutiva venga

rappresentata dal padre e dalla madre •  ad interpretare i miti affettivi impliciti nei valori e nelle

regole familiari

Progetto terapeutico

•  Psicoterapia individuale •  Laboratori espressivi •  Gruppi teen •  Interventi di sostegno al ruolo materno e paterno •  Colloqui individuali e di coppia •  Gruppi di codice per i padri e le madri

La clinica dei disturbi alimentari in adolescenza

•  i disturbi alimentari in adolescenza sono prevalentemente espressione di una fragilità narcisistica caratterizzata da uno sviluppo patologico dell’ideale dell’Io e carenze nel processo di separazione

•  la fase evolutiva in cui avviene l’esordio sintomatico è correlata al blocco di un compito di sviluppo fase specifico

I disturbi alimentari in adolescenza

FASE EVOLUTIVA COMPITO pubertà mentalizzazione del corpo adolescenza costruzione ideale di genere giovinezza compimento soggettivazione

Il disturbo alimentare in adolescenza

Il sintomo si manifesta di solito nella forma dell’anoressia

restrittiva: •  restrizione alimentare razionalizzata da un’angoscia

delirante di ingrassare •  ossessione per il peso e le forme del corpo •  iper-controllo della mente sul corpo e disconoscimento

dei suoi bisogni

Adolescenza e costruzione dell’identità di genere

Nell’adolescente anoressica troviamo: - rifiuto del corpo femminile -  rifiuto dei valori di genere femminili -  rifiuto dell’identificazione con la madre “Fisicamente mi somiglia e questa cosa le dà un fastidio

terribile: se qualcuno si azzarda a dire che assomiglia a me è come se le avesse dato una bastonata!”

Adolescenza e costruzione dell’ideale di genere

L’identità di genere: •  L’identità di genere è il convincimento persistente di

essere maschio o femmina, di appartenere all’uno o all’altro sesso; si riferisce agli aspetti psicologici, sociali e culturali della mascolinità e della femminilità, distinguendosi dall’identità sessuale, che riguarda invece i caratteri biologici, anatomici e l’orientamento sessuale. (Stoller)

•  In quanto sistema di credenze, significati e valori nei

riguardi della propria mascolinità o femminilità, l’identità di genere appartiene al sistema narcisistico.

Lidentità di genere

•  Prima infanzia: l’identità di genere si fonda sull’identificazione con la madre, che trasmette alla figlia la rappresentazione della femminilità ricevuta dalla propria madre attraverso riferimenti identificatori e valoriali che collocano la bambina in una successione generazionale femminile

•  Adolescenza: la rielaborazione dei valori dell’identità

di genere avviene nell’ambito del gruppo delle coetanee femmine, che sostiene nel superamento delle identificazioni infantili e nell’integrazione con i nuovi valori generazionali

Nuove adolescenti Conflitto fra i valori dell’identità individuale e di genere

Valori narcisistici •  autonomia •  cura di sè •  assertività

Valori materni •  appartenenza •  cura del legame •  passività

Adolescenti anoressiche

•  rifiuto dell’identificazione con una madre che trasmette un’immagine ferita e mortificata del femminile

•  identificazione paterna difensiva •  scissione mente-corpo

Femminilità ferita

Lo sguardo materno è incapace di riconoscere ed

apprezzare la femminilità della figlia, su cui proietta desideri e conflitti della propria femminilità irrisolta:

“Quando l’aspettavo cercavo nomi maschili, forse una

traccia che mi ha lasciato mia madre, che quando aspettava me pensava che fossi un maschietto..”

Identificazione maschile

Il rischio di fondersi con un oggetto materno onnipotente ma svalutato come modello

femminile, spinge verso ideali “maschili” di affermazione intellettuale, sociale e

professionale:

“Somiglia al suo papà, una fotocopia di tutti i suoi caratteri, soprattutto del senso del dovere”

Scissione mente - corpo

La scissione mente-corpo che si realizza nel comportamento

anoressico ha una fondazione ideologica: •  il dominio della mente sul corpo realizzato con il controllo del

peso e dell’alimentazione tende a modellare il corpo in base ai propri desideri e valori

•  l’ipernutrizione della mente è contrapposta al digiuno imposto al corpo

•  le polarità spirito-materia, ragione-emozioni, attivo-passivo sono ideologicamente confuse con il binomio maschile - femminile

Giovani adulte anoresico - bulimiche

•  Intolleranza dei limiti e dei confini: diffusione dell’Io

•  alternarsi d’irruzioni impulsive ed irrigidimenti difensivi

Processo di soggettivazione

•  Soggettivarsi è “l’evidenza di sentirsi se stesso, di sperimentarsi nella propria attività psichica, nei propri sentimenti, nelle proprie condotte come vivo e reale in un mondo percepito come tale e viceversa” (Cahn,1998)

Processo di soggettivazione

•  Assetto narcisistico: passaggio dalla diffusione alla definizione del Sé, costruzione dei limiti e dei confini

•  Assetto oggettuale: passaggio dalla relazione

narcisistica alla relazione oggettuale, costruzione dell’intimità

Giovani adulte anoressico - bulimiche

Blocco evolutivo del processo di soggettivazione: - difficoltà di costruzione di un progetto di realizzazione di Sé - difficoltà di accedere a relazioni oggettuali mature

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