dossier scolastico sulla mostra «fuggire» · cosa. abbiamo fatto arrivare in svizzera persone...
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FUGGIREDossier scolastico sulla mostra
Historisches und Völkerkundemuseum St. Gallen6.4.2019 – 5.1. 2020
Dossier scolastico sulla mostra «FUGGIRE»
2
Il rifugiato è colui che temendo di essere perseguitato per motivi di raz-
za*, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo socia-
le o per le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede
la cittadinanza.Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951,
ratificata da 148 Paesi
„Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più
sicura della terra.“ Warsan Shire, poetessa somala
„L’Aiuto umanitario non può restituire a chi fugge l’esistenza di prima, ma
fa in modo che le persone non muoiano di fame e di sete. Ciò di cui han-
no bisogno è una prospettiva a lungo termine di una vita dignitosa per
sé e i propri figli. È qui che la Svizzera interviene e dà il suo contributo.“
Manuel Bessler, vicedirettore, delegato per l’Aiuto umanitario e capo del Corpo svizzero di aiuto umanitario
„Un numero spaventoso di rifugiati e migranti muore in mare ogni anno;
sulla terraferma, le persone che fuggono dalla guerra trovano la loro
strada bloccata da confini chiusi. Chiudere le frontiere non risolve il pro-
blema.“ Filippo Grandi, Alto commissaro delle Nationi Unite per i rifugiati
„Certo, in una catastrofe umanitaria di proporzioni gigantesche come
quella siriana, nessun aiuto sarà mai sufficiente. Ma è pur sempre qual-
cosa. Abbiamo fatto arrivare in Svizzera persone bisognose di protezio-
ne che si trovavano nelle zone di guerra. Abbiamo accolto molti uomini,
donne e bambini siriani nel quadro della procedura di asilo. E prestiamo
assistenza in loco. Con queste decisioni abbiamo salvato la vita di alcune
persone e dato un futuro a molte altre. Allo stesso tempo abbiamo di-
mostrato che la Svizzera non si disinteressa del destino di chi fugge dal
proprio Paese.
Consigliera federale Simonetta SommarugaCapo del Dipartimento federale di giustizia e polizia DFGP
„A queste persone va offerta una prospettiva, indipendentemente da
quanto tempo rimarranno nel nostro Paese.“
Walter Leimgruber, Presidente della Commissione federale della migrazione CFM
* La Convenzione di Ginevra sui rifugiati fu adottata nel 1951, in un’epoca in cui il termine „razza“ faceva parte del linguaggio ufficiale. Oggi si parla di „appartenenza etnica“.
Mostra
«FUGGIRE»
3
©EDA/DEZA
«FUGGIRE» è un progetto della Commissione federale della migrazione CFM, della Segreteria di Stato della migrazione SEM, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ACNUR e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC.
www.deza.admin.ch www.sem.admin.ch www.ekm.admin.ch www.unhcr.org, www.unhcr.ch
Autrice:Gaby Fierz, fierz-kulturprojekteCollaborazione: Istruzione & mediazione culturale, Museo nazionale Zurigo, Prisca Senn
Historisches und Völkerkundemuseum
St. Gallen (San Gallo),
6.4.2018 – 5.1.2020
Historisches Museum Luzern (Lucerna),
5.10.2018 – 10.3.2019
Bernisches Historisches Museum (Berna),
25.1. – 16.9.2018
Museo della città di Aarau,
6.4. – 17.9.2017
Museo nazionale Zurigo,
29.10.2016 – 5.3.2017
4
Care e cari insegnanti,
ogni giorno ci arrivano immagini di persone che, nella fuga, hanno per-
duto ogni legame con la loro vita precedente. Ma che cosa significa
dover abbandonare la casa, il lavoro, la famiglia, il proprio Paese? La
mostra «FUGGIRE» dà ai visitatori la possibilità di calarsi nei panni dei
protagonisti di queste tragiche vicende e di capire che cosa vuol dire
veramente fuggire.
Hayat Hamid è fuggita dalla Siria nel confinante Libano insieme ai suoi
due bambini e alla suocera. Una fuga dettata dagli orrori della guerra,
dai continui bombardamenti e dalla persecuzione. Con sé ha potuto port-
are solo alcuni indumenti. La famiglia Hamid è scampata al peggio e ha
trovato ospitalità da lontani parenti. Da anni ormai vivono nel garage di
casa loro, condividendo tutto: pasti frugali, acqua inquinata e corrente
elettrica, che il più delle volte manca. Entrambe le famiglie hanno esauri-
to i propri risparmi e ora dipendono con urgenza dall’aiuto internaziona-
le. Hayat Hamid è un personaggio di fantasia, ma la sua storia si basa in
gran parte su fatti reali e simboleggia il destino di molte persone in fuga.
INTRODUZIONE
©EDA/DEZA
5
70 milioni di persone in fuga
Attualmente circa 70 milioni di persone sono in fuga: un numero così
alto di sfollati non si registrava dalla Seconda guerra mondiale. La mostra
«FUGGIRE» affronta questo tema da diversi punti di vista e, raccontando
le biografie di persone in fuga, rende i visitatori partecipi del cammino
duro e travagliato che devono affrontare i profughi e le loro famiglie.
La mostra permette di capire che cosa significa intraprendere un viaggio
lungo e pericoloso per raggiungere un Paese straniero in cui non c’è nes-
suno in attesa, di cui non si parla la lingua e in cui non ci si sente a casa,
ma nel quale si ripongono tutte le speranze.
I visitatori ripercorrono alcune tappe della fuga. Grazie alla videoinstalla-
zione del regista Mano Khalil – anch’egli con una storia di fuga alle spalle
– diventano testimoni diretti di un viaggio duro e molto rischioso. Scopro-
no chi può ottenere protezione in Svizzera e in altri Paesi e chi invece no,
come funzionano l’aiuto internazionale, dal quale dipende oltre il 90 per
cento dei profughi in tutto il mondo, e la procedura d’asilo in Svizzera.
La mostra affronta questioni come la molteplicità culturale, il concetto
di identità e le opportunità offerte dall’integrazione, ma anche temi di
attualità come i movimenti migratori dovuti ai cambiamenti climatici.
Per la comunità internazionale gestire questi flussi migratori è un compi-
to delicato e complesso che presuppone, tra l’altro, la creazione di mec-
canismi per proteggere le persone che nei loro Paesi sono esposte a gravi
rischi, ma alle quali attualmente non è riconosciuto lo statuto di rifugiati,
come le persone colpite da siccità o povertà strutturale a causa di ca-
tastrofi naturali o dei cambiamenti climatici. Innanzitutto è necessario
potenziare l’aiuto sul posto, ma vanno anche rafforzate la cooperazione
internazionale e la ripartizione degli oneri, una questione di cui anche
la Svizzera si occupa con impegno. È fondamentale inoltre garantire uno
statuto di protezione alle persone che corrono gravi rischi se ritornano
nel loro Paese d’origine.
La mostra è il frutto di un progetto comune della Commissione federale
della migrazione (CFM), della Segreteria di Stato della migrazione (SEM),
dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) e della
Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).
Questo dossier per le scuole vuole contribuire a rendere la visita della
mostra un’esperienza unica e indimenticabile per insegnanti e allievi.
Contiene quindi proposte didattiche incentrate sull’esposizione, destina-
Mostra
«FUGGIRE»
6
Mostra
«FUGGIRE»
te a vari livelli scolastici e tese a rafforzare competenze fondamentali
per uno sviluppo sostenibile. Lo scopo è trasmettere contenuti, stimolare
una riflessione sui propri valori e un approccio critico costruttivo nonché
imparare a riconoscere e sfruttare le proprie possibilità di intervento as-
sumendosi la responsabilità delle proprie azioni.
Il dossier contiene una guida della mostra, informazioni e proposte per
gli insegnanti e modelli di schede esplicative e di lavoro per gli allievi.
Fornisce spunti su come introdurre l’argomento, complesso e stratificato,
prima della visita e su come trattarlo più approfonditamente in seguito.
Obiettivi didattici, contenuti e proposte sono concepiti per diversi livelli
scolastici.
Agli insegnanti che intendono accompagnare autonomamente le classi
alla mostra «FUGGIRE» raccomandiamo di visitare l’esposizione da soli
prima di recarvisi con gli allievi. I musei coinvolti organizzano visite guida-
te interattive con esperte ed esperti in mediazione culturale. Date e orari
sono pubblicati sui siti Internet dei musei che ospitano la mostra:
www.flucht-fuir.ch
Historisches und Völkerkundemuseum St. Gallen
6.4.2019 – 5.1.2020www.hmsg.ch
7
COM’È CONCEPITA LA MOSTRA 9
IMMAGINI DELLA FUGA I 11
Lavoro creativo con materiale fotografico 5a– 6a classe della scuola primaria
BIOGRAFIE DELLA FUGA 12
Ricerca livello secondario I e II
IMMAGINI DELLA FUGA II 14Percorso I5a– 6a classe della scuola primaria, 90 minuti
STORIE DI OGGETTI 16
Percorso II 5a– 6a classe della scuola primaria, livello secondario I, 90 minuti
QUESTO DRAMMA PUÒ COLPIRE 18
CHIUNQUE. CINQUE STORIE DI PERSONE IN FUGA Percorso III livello secondario I e II, 90 minuti
RIFUGIATI IN SVIZZERA 20
Percorso IVlivello secondario I e II, 90 minuti
IMMAGINI DELLA FUGA III 23
Lavoro creativo con materiale fotografico5a– 6a classe della scuola primaria
CHE COSA SO? CHE COSA POSSO FARE? 24
livello secondario I e II
INDICE
Durante la visita della mostra
Attività da svolgere dopo aver visitato la mostra
Prepararsi alla mostra
Attività da svolgere prima della visita
| 8
MANO KHALIL 25
QUIZ SOLUZIONI
MEMORY DEI PREGIUDIZI
QUALI SONO LE MIE
APPARTENENZE?
ISTRUZIONI E SOLUZIONI – CERCA E TROVA
ISTRUZIONI – COSTRUIRE UN AQUILONE SEMPLICE
LA SVIZZERA E IL DIRITTO D’ASILO 33
SCHEMA ASILO SVIZZERA
PROCEDURA DI ASILO DAL 2019
IMPEGNO DEL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN
E L’ASILO NEL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN
CONVENZIONE DI GINEVRA SUI RIFUGIATI
ART. 14 DIRITTO DI ASILO
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI
UMANI (versione breve)
VIVERE LA DIVERSITÀ – LA SFIDA DEL FUTURO
GLOSSARIO
PAESI DA CUI FUGGONO LE PERSONE
DEFINIZIONE RIFUGIATO, MOTIVI DELLA FUGA,
PROBLEMI IRRISOLTI
PROSPETTIVE IN LOCO
CIFRE
SEI DOMANDE
RITRATTI – IMMAGINI DELLA FUGA PERCORSO II
(5A – 6A CLASSE)
SQUADRA DEI RIFUGIATI AI GIOCHI OLIMPICI 2016
MEMORY DEI PREGIUDIZI
QUIZ
IDENTITÀ PLURALI
„LE MIE VARIE IDENTITÀ“
MATERIALE DIDATTICO 72
FILM
LIBRI
Informazioni per
gli insegnanti
Modelli
Materiale didattico di
approfondimento
| 9
La mostra è concepita come un percorso. La visita comincia con la vi-
deoinstallazione molto eloquente di Mano Khalil (Appendice uno. Infor-
mazioni per gli insegnanti: Mano Khalil). Mano Khalil, anch’egli giunto in
Svizzera come rifugiato, ha seguito, filmato e intervistato persone in fuga
dai loro Paesi. Nella sua videoinstallazione ci mostra riprese e sequenze di
chi vive in prima persona questo dramma.
I visitatori attraversano poi il „corridoio della fuga“, che illustra le ragioni
di questa scelta obbligata attraverso i disegni di bambini profughi, e rag-
giungono il confine. Superato il confine nazionale, una persona perse-
guitata ha il diritto di essere protetta conformemente alla Convenzione
di Ginevra sui rifugiati. I visitatori ricevono a questo punto un quaderno
con il diario della fuga di Hayat, Mohammed, Aziz, Malaika e Abdi. (Vedi
Documento separato sulla presentazione di cinque persone in fuga, esis-
te solo in tedesco o in francese)
Le identità di queste persone sono fittizie, ma le storie si basano su fatti
realmente accaduti. I visitatori hanno così la possibilità di seguire chi fug-
ge lungo un cammino dal futuro incerto, di scoprire come trascorrono le
giornate in un campo profughi, di capire che cosa voglia dire essere ac-
colti da parenti, vivere per anni dipendendo dagli altri, con la paura che
il permesso di soggiorno non sia più rinnovato e di dover dunque ritorna-
re nel proprio Paese in guerra; o che cosa significhi viaggiare per giorni
interi nascosti a bordo di un camion ed essere in balia dei „passatori“.
Lungo il percorso vengono tematizzati i tanti problemi e ostacoli in cui
si imbattono i profughi, con le varie sfide che li attendono e le decisioni
che devono prendere.
A ogni stazione i visitatori ricevono informazioni supplementari sulle per-
sone, sui Paesi da cui provengono, sulle ragioni della fuga e sulle loro pro-
spettive. Circa il 90 per cento dei profughi dipende dall’aiuto internazio-
nale e rimane mediamente per 17 anni in una situazione precaria. Queste
persone infatti non possono ritornare nel Paese natale, ma non hanno
nemmeno la possibilità di integrarsi in un’altra realtà perché non hanno
uno statuto di soggiorno legale, né un permesso di lavoro né tantomeno
accesso al sistema scolastico o all’assistenza medica. Più della metà dei
profughi sono minorenni: è chiaro dunque che servono urgentemente
misure a lungo termine, prospettive per gli sfollati e azioni di sostegno
ai Paesi confinanti che accolgono la maggior parte delle persone in fuga.
Prepararsi alla mostra
COM’È CONCEPITA LA MOSTRA
| 10
Una stazione è dedicata al tema dell’asilo in Svizzera. Chi ottiene l’asilo?
Che cos’è l’ammissione provvisoria? Come funziona la procedura d’asilo?
Che cosa si sta facendo per migliorare la protezione offerta sia in loco sia
in viaggio a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese? I visitatori trova-
no risposte a queste domande anche seguendo le storie di personaggi di
fantasia i cui percorsi travagliati sono però basati su fatti reali.
La mostra affronta poi il tema dell’arrivo in Svizzera nonché varie ques-
tioni legate all’integrazione e alla società del futuro; spiega dove è più
urgente intervenire e come ognuno di noi può contribuire attivamente a
plasmare una società aperta in cui diversità sia sinonimo di arricchimento
e coesione. (Vedi opuscolo separato)
©UNHCR/ Andrew McConnell
| 11
Raccogliere, descrivere, analizzare, catalogare e discutere immagini
di profughi.
Obiettivi didattici
• Saperriconoscerediversimodidiraffigurarechifuggeattraversole
fotografie
• Essereingradodinominareetematizzareisentimentisuscitatidalle
fotografie
• Saperformularedomande
Domande guida
• Comevengonorappresentatiiprofughi(bambini,donneeuomini)?
• Qualiemozionisuscitanoingenerequesteimmagini?
• Qualiemozionisuscitanointequesteimmagini?Immaginadiessere
costretto/a a fuggire e di essere rappresentato/a in questo modo.
Che effetto ti fa?
• Individuiimmaginisimiliouguali?
Metodo
• Compitopergliallievi(acasa):raccogliereimmaginidipersoneche
fuggono annotando la fonte
• Organizzareeriportareleinformazionirelativeall’immagine
• Discussione
• Primacatalogazionedelleimmaginiraggruppandoquellesimili
• Raccogliereeannotareledomandedegliallievi
Materiale
• Il viaggio, libro illustrato di Francesca Sanna, Appendice tre
FUGGIRE – Materiale didattico di approfondimento
Attività da svolgere prima della visita
IMMAGINI DELLA FUGA I Lavoro creativo con materiale fotografico5a – 6a classe della scuola primaria
| 12
Concettualizzazione con parole chiave (cluster) sui seguenti temi: fuga,
protezione, diritti umani e asilo.
Ricerche sui temi: fuga, protezione, diritti umani e asilo; cifre, fatti e
convenzioni internazionali.
Obiettivi didattici
• Imparareareperireinformazioniautonomamente
• Conoscereifattiessenzialiinerentialtema„fuggire“
• Riconoscerel’importanzadellafotografiacomemezzod’informazione
• Essereingradodirifletteresulleemozioniprovate
• Essereingradodistabilirecollegamentieformularedomande
Domande guida
• Qualiparolechiavevivengonoinmentesultema„fuggire“?
• Perchélepersonesonocostretteafuggire?
• Chiproteggeiprofughi?
• Qualidirittihanno?
• Checosasignificaottenereasilo?
• QualiprospettivehannoiprofughiinSvizzeraeinaltriPaesicheli
accolgono?
Metodo
• Brainstorming:concettualizzareconparolechiave
• Gliallievi,lavorandoingruppi,svolgonounaricercasuiseguentitemi:
motivi della fuga, protezione e diritti delle persone in fuga, organizza-
zioni che si battono per i diritti di profughi e rifugiati, procedura d’asilo
• GliallieviesaminanoleprospettivediquestepersoneinSvizzeraein
altri Paesi nei quali vengono accolte e spiegano cosa significhi avere
prospettive concrete (di cosa avrei bisogno per poter vivere in maniera
„dignitosa“?)
• Presentazionedeirisultatieapprofondimento
• Discussione
• Elencodidomandeaperte
Attività da svolgere prima della visita
BIOGRAFIE DELLA FUGARicerca livello secondario I e II
| 13
Materiale
• ModelloLaSvizzeraeildirittod’asilo
• ModelloSchemaasiloSvizzera
• ModelloArt.14Dirittodiasilo
• ModelloConvenzionediGinevrasuirifugiati;ModelloDichiarazione
universale dei diritti umani; Modello Vivere la diversità; Modello
Glossario; Modello Paesi da cui fuggono le persone; Modello Definizione
rifugiato, Motivi della fuga, Problemi irrisolti; Modello Prospettive in loco
Gli allievi svolgono autonomamente ricerche in Internet.
Attività da svolgere prima della visita
BIOGRAFIE DELLA FUGARicerca livello secondario I e II
| 14
Percorso con attività individuali per gli allievi incentrate sulla
videoinstallazione di Mano Khalil
DURANTE
10’
15’
15’
DOVE
Ingresso della mosta
Video-installazione
di Mano Khalil
Barometro della fuga
COSA
Prima di iniziare la visita: fare
riferimento a una notizia attuale
riportata dai media interrogando
gli allievi. Illustrare il programma.
L’insegnante presenta brevemente
Mano Khalil.
Compito per gli allievi:
• Dovevivonolepersoneche
compaiono nel video?
• Perchésonofuggite?
• Checosasperano?
• Qualisentimentisuscitanointe
le immagini e le storie presen-
tate?
Visione collettiva della
videoinstallazione di Mano Khalil
Scambio su ciò che si è visto, prima
in coppie e poi tutta la classe.
L’insegnante raccoglie le
impressioni e le domande degli
allievi. La discussione che segue è
adattata alle esigenze della classe e
si focalizza su fatti o su questioni di
ordine più filosofico.
COME CHI MATERIALE
Insegnante
Informazioni per gli insegnanti:
Mano Khalil
Tutta la classe
In coppia
Tutta la classe – Discussione
Modelli:
• Cifre
• Art.14Dirittodiasilo
• ConvenzionediGinevrasui
rifugiati
• Dichiarazioneuniversale
dei diritti umani
• Glossario
• Paesidacuifuggonolepersone
Durante la visita della mostra
IMMAGINI DELLA FUGA II Percorso I 5a – 6a classe della scuola primaria), 90 minuti
| 15
DURANTE
20’
30’
DOVE
In tutta la mostra
Lounge
COSA
Domande fattuali:
• DaqualiPaesiprovengono
maggiormente i profughi?
• Chiliprotegge?
• Qualisonoilorodiritti?
Domande etico-filosofiche:
• Qualisentimentisuscitanointe
le immagini e le storie pre-
sentate?
• Checosasignificaperte„senso
di umanità“?
• Supponiamochetusiacost-
retto/a a fuggire: cosa faresti?
• Supponiamochetusiacost-
retto/a a fuggire: cosa ti
aspetteresti dagli altri?
Ogni gruppo riceve il ritratto di
una delle cinque persone fuggite e
quattro domande associate.
Gli allievi cercano la persona nella
mostra, ne seguono il cammino e
rispondono alle seguenti domande:
• Perchéèfuggito/a?
• Doveviveora?
• Qualèilsuosogno?
• Checosaporteresticontesefossi
costretto/a a fuggire?
• Checosatiaugureresti?
Ogni gruppo designa un
portavoce?
Cinque brevi presentazioni,
se necessario integrate
dall’insegnante.
Tre delle cinque persone restano
nella regione, due vengono accolte
in Svizzera come rifugiati. La
discussione conclusiva è incentrata
sulle prospettive e la dignità di
queste persone nei loro Paesi e in
Svizzera e sulle possibili forme di
aiuto.
COME CHI MATERIALE
SEI DOMANDE:
Modello:
• Seidomande
Lavoro di gruppo
Modelli:
• Ritratti–IMMAGINI
DELLA FUGA Percorso I
(5a – 6a classe)
• Prospettiveinloco
Brevi presentazioni dei cinque
gruppi, eventualmente integrate
dall’insegnante
Discussione conclusiva
| 16
Percorso con attività individuali per gli allievi incentrate sugli oggetti e
le condizioni di vita dei profughi.
Durante la visita della mostra
STORIE DI OGGETTI Percorso II5a – 6a classe della scuola primaria, livello secondario I, 90 minuti
DURANTE
5’
15’
15’
DOVE
Ingresso della mostra
Video-installazione
di Mano Khalil
Tavolo dei timbri
COSA
Prima di iniziare la visita: fare
riferimento a una notizia attuale
riportata dai media interrogando
gli allievi. Illustrare il programma.
L’insegnante presenta brevemente
Mano Khalil.
Compito per gli allievi:
• Dovevivonolepersonechecom-
paiono nel video?
• Perchésonofuggite?
• Checosasperano?
• Qualisentimentisuscitanointe
le immagini e le storie presentate
Visione collettiva della video-
installazione di Mano Khalil
Scambio su ciò che si è visto, prima
in coppie e poi tutta la classe.
L’insegnante raccoglie le impres-
sioni e le domande degli allievi e
guida la discussione.
Domanda: quali oggetti – scegline
4 su 10 – porteresti con te se fossi
costretto/a a fuggire?
Discussione
COME CHI MATERIALE
Insegnante
Informazioni per gli insegnanti:
Mano Khalil
Tutta la classe
In coppia
Tutta la classe – Discussione
Modelli:
• Cifre
• Art.14Dirittodiasilo
• ConvenzionediGinevrasui
rifugiati
• Dichiarazioneuniversaledei
diritti umani
• Glossario
• Paesidacuifuggonolepersone
| 17
15’
25’
15’
In tutta la mostra
Scoprendo i mondi
delle singole persone:
le ultime presentazi-
oni si svolgono nella
sala dedicata all’asilo
in Svizzera
Lounge
L’insegnante può integrare i primi
fatti e cifre:
• DaqualiPaesiprovengonomag
giormente i profughi?
• Chiliprotegge?
• Qualisonoilorodiritti?
Ogni gruppo riceve un set di carte
fotografiche, dello stesso colore,
che rappresentano oggetti appar-
tenenti alle cinque persone fuggite
(Abdi, Aziz, Malaika, Mohammed
e Hayat).
Gli allievi cercano gli oggetti,
rispondono alle domande sul retro
delle carte fotografiche e presenta-
no brevemente la persona.
Ogni gruppo designa uno o più
portavoce.
Cinque brevi presentazioni, even-
tualmente integrate dall’inseg-
nante.
Tre delle cinque persone restano
nella regione, due vengono accolte
in Svizzera come rifugiati.
La discussione conclusiva è incen-
trata sulle prospettive e la dignità
di queste persone nei loro Paesi e
in Svizzera e sulle possibili forme di
aiuto.
Lavoro di gruppo
Informazioni per gli insegnanti:
Istruzioni e soluzioni
Cerca e trova
Cerca e trova:
26 carte fotografiche con
domande
(da ritirare alla cassa del museo)
In tutta la mostra Brevi
presentazioni dei cinque gruppi,
eventualmente integrate
dall’insegnante
Discussione conclusiva
COSADURANTE DOVE COME CHI MATERIALE
| 18
Durante la visita della mostra
QUESTO DRAMMA PUÒ COLPIRE CHIUNQUE. CINQUE STORIE DI PERSONE IN FUGA Percorso IIIlivello secondario I e II, 90 minuti
Percorso con attività individuali per gli allievi incentrate sulle storie di
cinque persone in fuga.
5’
15’
10’
10’
Ingresso della mostra
Video-installazione
di Mano Khalil
Corridoio della fuga
Tavolo dei timbri
Prima di iniziare la visita: fare rife-
rimento a una notizia attuale ripor-
tata dai media interrogando anche
gli allievi. Illustrare il programma.
L’insegnante presenta brevemente
Mano Khalil.
Compito per gli allievi:
• Dovevivonolepersonechecom
paiono nel video?
• Perchésonofuggite?
• Checosasperano?
• Qualisentimentisuscitanointe
le immagini e le storie
presentate?
Visione collettiva della video-
installazione di Mano Khalill
Scambio su ciò che si è visto, prima
in coppie e poi tutta la classe.
L’insegnante coordina.
Divisione degli allievi in cinque
gruppi.
Ogni gruppo riceve il ritratto di
una delle cinque persone fuggite e
quattro domande associate.
Insegnante
Informazioni per gli insegnanti:
Mano Khalil
Tutta la classe
Attività a coppie
Tutta la classe
Divisione della classe in cinque
gruppi
Insegnante
Modelli:
•Ritratti–IMMAGINI
DELLA FUGA Percorso I
(5a – 6a classe)
•Prospettiveinloco
COSA DURATA DOVE COME CHI MATERIALE
| 19
Lavoro di gruppo
Tutta la classe
Presentazioni
Tutta la classe
Moderazione: Insegnante
15’
20’
15’
In tutta la mostra
In tutta la mostra
Lounge
Gli allievi cercano la persona
nella mostra, ne seguono il cam-
mino e rispondono alle seguenti
domande:
•Perchéèfuggito/a?
•Doveviveora?
•Qualèilsuosogno?
•Checosaporteresticontesefossi
costretto/a a fuggire?
•Checosatiaugureresti?
Ogni gruppo designa un portavoce
incaricato di illustrare alla classe
i risultati del lavoro di gruppo, di
presentare brevemente la persona
ritratta, il motivo della sua fuga,
le condizioni in cui vive, i pericoli a
cui è esposta e le sue prospettive.
Attività autonoma con il sostegno
dell’insegnante
Brevi presentazioni degli allievi.
Discussione sulla base delle
domande seguenti:
• Perchéfuggonolepersone?
• Chileprotegge?
• Qualipericolicorrono?
• Qualeaiutoricevono?
E in che cosa consiste?
Scegliere e illustrare diverse
forme di aiuto.
• Qualisonoilorodiritti?
• Cheprospettivehanno?
• Checosasperano?
• Comepossoiocontribuireatti-
vamente e impegnarmi in loro
favore? Gli insegnanti integrano
le risposte con informazioni
essenziali (cfr. Informazioni per
gli insegnanti) e impostano la
discussione.
COSADURATA DOVE COME CHI MATERIALE
| 20
Durante la visita della mostra
RIFUGIATI IN SVIZZERA Percorso IVlivello secondario I e II, 90 minuti
Percorso con attività individuali per gli allievi incentrate sull’asilo in
Svizzera e l’integrazione.
5’
15’
10’
Ingresso della mostra
Video-
installazione
Corridoio della fuga
Immagini delle
persone fuggite
Prima di iniziare la visita: fare
riferimento a una notizia attuale
riportata dai media interrogando
anche gli allievi.
L’insegnante presenta brevemente
Mano Khalil.
Illustrare il programma
Visione collettiva della video-
installazione di Mano Khalil
Compito per gli allievi:
• Dovevivonolepersoneche
compaiono nel video?
• Perchésonofuggite?
• Checosasperano?
• Qualisentimentisuscitanointe
le immagini e le storie presen-
tate?
Punto d’incontro:
barometro della fuga
Scambio su ciò che si è visto, prima
in coppie e poi tutta la classe.
L’insegnante comunica i primi fatti
e cifre
Presentazione delle cinque persone
Presentazione generale: cifre, fatti
e convenzioni internazionali in ma-
teria di protezione dei rifugiati
Insegnante
Modello
• Informazioni per gli insegnanti:
Mano Khalil
Tutta la classe
Attività a coppie, Tutta la classe
Moderazione: insegnante
Spunti da parte dell’insegnante
Modelli:
• Cifre
• Art.14Dirittodiasilo
• ConvenzionediGinevrasui
rifugiati
• Glossario
• Paesidacuifuggonolepersone
COSADURATA DOVE COME CHI MATERIALE
| 21
5’
10’
15’
20’
Tavolo dei timbri
Aziz e Mohammed
Asililo in Svizzera
Asilo in Svizzera
Quali oggetti – scegline quattro
su dieci – porteresti con te se fossi
costretto/a a fuggire?
L’insegnante fornisce spunti sulle
condizioni di vita e i temi che rigu-
ardano da vicino le cinque persone
in fuga. Aspetti centrali per Aziz
(trafficanti) e Mohammed (pro-
gramma di reinsediamento).
Divisione della classe in cinque
gruppi.
Compiti: cinque persone (Moha-
med, Aziz, Helen, Yasin e Ashkan)
chiedono asilo in Svizzera, con esiti
diversi.
• Dadoveeattraversoqualeper
corso la persona giunge in
Svizzera?
• PerchéchiedeasiloinSvizzera?
• Conqualimotivazionivieneres
pinta/accolta la domanda di
asilo?
• Checosasuccededopola
decisione?
• Qualidirittihannoirichiedenti
l’asilo, i rifugiati riconosciuti e
le persone ammesse provviso-
riamente?
• Qualeaiutoricevono,edachi?
Gli allievi lavorano autonoma-
mente, l’insegnante li guida/
aiuta.
Brevi presentazioni degli allievi.
Domande e discussione
• Perchéfuggonolepersone?
• Qualisonoilorodiritti?
• Checosavuoldirefuggire?
• Qualirischicorronolepersone
che fuggono?
Attività individuale
Discussione
L’insegnante coordina
Spunti da parte dell’insegnante
Ogni gruppo riceve, su un foglio
laminato, informazioni su una
delle cinque persone che chiedono
asilo in Svizzera.
I fogli laminati possono essere
ritirati alla cassa del museo.
Allievi
Moderazione: insegnante
Modelli:
• La Svizzera e il diritto d’asilo;
Schema asilo Svizzera
• Vivere la diversità
• Glossario
• Definizione rifugiato,
Motivi della fuga,
Problemi irrisolti
COSADURATA DOVE COME CHI MATERIALE
| 22
10’ Lounge
• Chihadirittod’asilo?Echiha
diritto di essere protetto (anche
senza ottenere l’asilo)?
• Qualiprospettivehannole
persone che fuggono?
• Ledecisioniinmateriadiasilo
sono molto complesse e delicate:
tenendo conto del quadro nor-
mativo e delle possibilità
esistenti, quale decisione pren-
deresti? Gli insegnanti integrano
le risposte con informazioni
essenziali e impostano la
discussione.
Discussione conclusiva
Domande aperte e prospettive
Moderazione: insegnante
COSADURATA DOVE COME CHI MATERIALE
| 23
Attività da svolgere dopo aver visitato la mostra
IMMAGINI DELLA FUGA IIILavoro creativo con materiale fotografico 5a – 6a classe della scuola primaria
Discutere le immagini raccolte e catalogate, confrontarle con
le immagini esposte nella mostra, integrarle con informazioni supple-
mentari, suddividerle e raggrupparle nuovamente, scrivere le
didascalie e realizzare dei collage.
Obiettivi didattici
• Capirechemodidiversidifotografareiprofughiveicolano
informazioni diverse e suscitano sentimenti diversi
• Essereingradodimettereinrelazionetestoeimmagini
• Esserecapacidisostenereilpropriopuntodivista.
Domande guida
• Cheeffettohaavutolamostrasudime?
• Checosasappiamodellepersoneritrattenellefotografie?
• Individuatedeiparallelismiconlecinquepersonedicuiavete
scoperto e seguito il percorso nella mostra?
• Qualifotografieabbineresteallecinquestoriepresentate?
• Qualemessaggiovoletetrasmettereconilcollage?
• Qualidirittihannolepersonechefuggono?
Metodo
• Iniziareconungirodirispostealladomanda:cheeffettohaavutola
mostra su di me?
• Dopolavisita,discuteresulmodoincuisonostateraggruppatele
fotografie. Gli allievi abbinano la loro raccolta di fotografie a una
delle cinque persone ritratte nella mostra (Modello: Ritratti –
IMMAGINI DELLA FUGA Percorso I (5a– 6a classe) • Scriverebrevididascalieriferiteallefotografie(Modelli:Cifre;
Dichiarazione universale dei diritti umani; Prospettive in loco)
• Discussione
• Secondasuddivisione/raggruppamentodellefotografieedeitesti
• Presentazionedellavorocreativosvoltodagliallievidurantel’incontro
con i genitori
| 24
Obiettivi didattici
• Essereingradodifarecollegamentieassociazionidiidee
• Conoscereifattiessenzialiinerentialtema„fuggire“
• Essereingradodirifletteresulleemozioniprovate
• Essereingradodiimmaginarepossibiliinterventieprospettive.
Come lavoro di rielaborazione e approfondimento dei temi trattati nella
mostra suggeriamo due attività:
1.
Verifica ludica delle conoscenze acquisite attraverso un QUIZ e il Memo-
ry dei pregiudizi
(Informazioni per gli insegnanti QUIZ; Modello QUIZ e Informazioni per
gli insegnanti Memory dei pregiudizi, Modello Memory dei pregiudizi)
2.
Riguardo alla domanda „che cosa posso fare?“ suggeriamo un esercizio
sul tema „Vivere la diversità, quali sono le mie appartenenze?“
(Informazioni per gli insegnanti Quali sono le mie appartenenze; Model-
lo Identità plurali; Modello Le mie varie identità)
Attività da svolgere dopo aver visitato la mostra
CHE COSA SO? CHE COSA POSSO FARE?livello secondario I e II
| 25
Il regista Mano Khalil
Mano Khalil, bernese, è nato in Siria nel 1964 da famiglia curda. Ha stu-
diato all’Accademia di arti performative di Bratislava e ha lavorato per la
televisione slovacca. Terminati gli studi di cinematografia a Praga, Mano
Khalil è tornato in Siria, la sua patria, da cui però è stato costretto a fuggi-
re perché e stato arrestato dai servizi segreti. 1996 è arrivato in Svizzera..
Oggi vive e lavora come regista e produttore a Berna. Si è fatto conoscere
con i suoi documentari, in particolare „Unser Garten Eden – Geschichten
aus dem Schrebergarten“ (Il nostro Eden, 2010) e „Der Imker“ (L’apicol-
tore, 2013), entrambi pluripremiati. „Die Schwalbe“ (La rondine) è il suo
primo lungometraggio. Il film è stato proiettato in apertura delle Giorna-
te cinematografiche di Soletta 2016 ed è stato selezionato per il Prix de
Soleure 2016.
Mano Khalil guarda con apprensione alla guerra in Siria, la sua patria. Per
la mostra «FUGGIRE» ha filmato il dramma dei profughi. Il regista riper-
corre la sua fuga come dissidente politico perseguitato e parallelamente
riflette sul destino di migliaia di persone che oggi sono costrette a fuggi-
re dal loro Paese.
La videoinstallazione ci presenta una realtà cui non siamo abituati. Le
immagini scorrono lentamente, lasciando allo spettatore il tempo di rif-
lettere, e si contrappongono alla velocità e alla natura effimera della
quotidianità mediatica.
Informazioni per gli insegnanti
MANO KHALIL
| 26
QUIZ Soluzioni
1.
Da quali Paesi fuggono le persone?
Indicare tre Stati
• Siria
• Afghanistan
• Somalia
• SudandelSud
• Eritrea
• AltriPaesipossibili(barometrodifuga)
2.
Attualmente 68,5 milioni di persone sono in fuga. Quanti sono i
richiedenti l’asilo (nel mondo)?
25,4 mio. 40,0 mio. 3,1 mio.
3.
In quali atti normativi internazionali sono definiti i diritti
dei rifugiati?
• CostituzionefederaledellaConfederazioneSvizzera
• ConvenzionediGinevrasuirifugiati
• Articolo14dellaDichiarazioneuniversaledeidirittiumani
(Attenzione: non è un trattato internazionale vincolante)
• CartadelleNazioniUnite
4.
Le persone fuggono per svariati motivi. Secondo il quadro normativo
vigente, non tutti i profughi hanno diritto d’asilo. In quali situazioni a
rischio, tra quelle elencate sotto, non viene concesso l’asilo?
• Persecuzionepermotividirazza*/nazionalità
• Violenzaarbitrariainsituazionidiguerra
• Persecuzioneperappartenenzaaundeterminatogrupposociale
• Persecuzioneperopinionipolitiche
• Fugaacausadicatastrofiambientali
• Persecuzionepermotividireligione
• Serviziomilitare
Informazioni per gli insegnanti
QUIZ
| 27
5.
Chi ha motivo di temere di essere perseguitato non può essere riman-
dato nel Paese d’origine. Com’è definito questo principio sancito dalla
Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951?
• Dirittodiesserericonosciutocomesoggettodidiritto
• Dirittoallaliberacircolazione(uscitaeritornonelPaese)
• Principio di non respingimento
• Dirittoallalibertàdiopinione,espressioneeinformazione
6.
In quale anno una squadra di Atleti rifugiati ha partecipato per la prima
volta ai Giochi olimpici?
2004 2016 1968
* La Convenzione di Ginevra sui rifugiati fu adottata nel 1951, in un’epoca in cui il termine „razza“ faceva parte del linguaggio ufficiale. Oggi si parla di „appartenenza etnica“.
Informazioni per gli insegnanti
QUIZ
| 28
Obiettivo
Gli allievi analizzano i propri pregiudizi e i pregiudizi radicati nella società
in materia di richiedenti l‘asilo e rifugati.
Svolgimento
Gli allievi, divisi in gruppetti di quattro, giocano a Memory. Ogni parteci-
pante scopre una carta. Se esce una carta-fatto, va indovinato il pregiudi-
zio a essa associato; solo a questo punto si può scoprire la seconda carta.
Se esce una carta-pregiudizio, prima di scoprire la seconda carta si deve
descrivere la presunta situazione fattuale. Vista la difficoltà dell’esercizio,
questa attività è indicata soprattutto per allievi dai 14 anni in su.
Successivamente si può avviare una discussione e riflettere sui seguenti
quesitioni:
• Ipregiudizivieranonoti?
• Checosavihasorpreso?
• Checosaaventiimparato?
Gruppo target
allievi dai 12 anni in su
Materiale
modello Memory dei pregiudizi (carte pregiudizi / fatti)*
* Partir, Arriver, Rester. Dossier didactiquesur la fuite et l’asile. À partir de 12 ans Le présent dossier se fonde sur la publication „ Aufbrechen, Ankommen, Bleiben “ élaborée par le bureau du HCR pour l’Autriche en coopération avec le Fonds autrichien d’intégration ÖIF et l’association BAOBAB. Éditeurs : éducation21, Secrétariat d’État aux migrations, Bureau du HCR pour la Suisse et le Liechtenstein Auteure : Hildegard Hefel Collaboration : Tim Hübener Rédaction : Marianne Gujer Conception : Marion Dorner Grafik Design, Consultation / collaboration : Pascal Schwendener, Julia Dao © éducation21 / SEM / HCR, Berne 2017 Téléchargement gratuit : www.education21.ch/fr/ecole/productions-education21
Informazioni per gli insegnanti
MEMORY DEI PREGIUDIZI*Esercizio
| 29
Obiettivo Gli allievi riconoscono di non avere „una“ sola identità fissa, bensì più
identità risultanti dal fatto di appartenere a vari gruppi. Sono inoltre in-
vitati a riflettere sul fatto che l’appartenenza a un gruppo non è sempre
una scelta individuale: in alcuni casi sono gli altri ad attribuircela.
Svolgimento
L’attività inizia con un breve brainstorming sul concetto d’identità. Gli
allievi riflettono sui tratti caratterizzanti della personalità e sulle caratte-
ristiche, i fattori e i gruppi che influenzano la loro identità.
L’esercizio successivo riguarda l’appartenenza a vari gruppi. Insieme all’in-
segnante gli allievi analizzano la citazione di Amartya Sen e in particolare
l’affermazione: non esistono gruppi omogenei, ognuno di noi ha identità
plurali.
Al termine dell’esercizio gli allievi elaborano la scheda di lavoro „Le mie
varie identità“ individualmente e in coppia.
Gruppo target
allievi dai 12 anni in su
Durata
un’ora di lezione
Materiale
Modello „Identità plurali“ e
scheda di lavoro „Le mie varie identità“*
* Partir, Arriver, Rester. Dossier didactiquesur la fuite et l’asile. À partir de 12 ans Le présent dossier se fonde sur la publication „ Aufbrechen, Ankommen, Bleiben “ élaborée par le bureau du HCR pour l’Autriche en coopération avec le Fonds autrichien d’intégration ÖIF et l’association BAOBAB. Éditeurs : éducation21, Secrétariat d’État aux migrations, Bureau du HCR pour la Suisse et le Liechtenstein Auteure : Hildegard Hefel, Collaboration : Tim Hübener, Rédaction : Marianne Gujer, Conception : Marion Dorner Grafik Design, Consultation / collaboration : Pascal Schwendener, Julia Dao © éducation21 / SEM / HCR, Berne 2017 Téléchargement gratuit : www.education21.ch/fr/ecole/productions-education21
Informazioni per gli insegnanti
QUALI SONO LE MIE APPARTENENZE?
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Contenuto
Il Cerca e trova è un gioco composto di 26 carte-oggetto numerate. Sul
recto della carta è visibile una parte di un oggetto, sul verso figura una
domanda. Gli oggetti raccontano delle condizioni e dell’ambiente in cui
vivono le cinque persone di fantasia costrette a fuggire. Come i diari della
fuga, anche le carte-oggetto sono di diversi colori: grigio per gli oggetti
di Hayat, arancione per gli oggetti di Malaika, verde per quelli di Abdi,
blu per quelli di Mohammed e rosso per quelli di Aziz.
Istruzioni
Il Cerca e trova può essere giocato individualmente o in gruppi, distribu-
endo tutte o solo parte delle carte-oggetto.
Per le classi scolastiche si presta bene la suddivisione in cinque gruppi.
I partecipanti cercano gli oggetti raffigurati sulle carte e rispondono alle
domande che figurano sul verso. Alcune domande sono aperte: incorag-
giano la libera riflessione e non hanno risposte fisse.
Soluzioni
1. Una rete da pesca usata per pescare.
2. In Somalia le donne sono specialiste nei lavori d’intreccio.
3. Mortaio e pestello sono utilizzati per tritare miglio, mais e spezie.
4. PAM è l’acronimo di Programma alimentare mondiale (in inglese
World Food Programme, WFP). Il PAM distribuisce generi alimentari
alle popolazioni bisognose ed è la più grande organizzazione
umanitaria del mondo.
5. Trovare e inventare proverbi. Parlare per proverbi è una tradizione
molto diffusa in Somalia.
6. Sotto il regime talebano dell’Emirato islamico dell’Afghanistan nel
1996–2001 le popolari gare di aquiloni furono vietate.
7. Abito da uomo dell’Afghanistan.
8. Cappello tipico della regione montuosa dell’Afghanistan.
9. Discussione sui vari significati di ornamenti e gioielli.
10. Discussione sui bisogni di base.
11. Rifugiati registrati dall’ACNUR in Libano.
12. Tappeto da preghiera.
Informazioni per gli insegnanti
ISTRUZIONI E SOLUZIONI – CERCA E TROVA
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13. Barbunya Fasulye è un’espressione in lingua turca. In italiano
significa: fagioli scarlatti.
14. Il farmaco costa 5,70 franchi. Una famiglia di rifugiati riceve un
buono in denaro di 20 dollari al mese.
15. Il fornello a erba è utilizzato dove c’è poca legna da ardere.
16. Per le 180 000 persone nel campo profughi di Kakuma in Kenya ci
sono due ospedali. Discussione sull’assistenza medica.
17. Braccialetto indossato da persone con bisogni speciali (simile a
quelli che ricevono i soci di un club), come donne incinte o bambini
in fuga non accompagnati da familiari adulti.
18. Collane di semi realizzate da donne.
19. Discussione sul fatto che l’erogazione di corrente elettrica non è un
fatto scontato.
20. Carta che dà diritto a razioni di cibo nel campo profughi. Alla
consegna del cibo la carta viene perforata per evitare che una
persona chieda e ottenga due razioni.
21. In Svizzera il consumo medio di acqua pro capite è di circa 160 litri al
giorno. Discussione sull’approvvigionamento idrico.
22. Scanner dell’iride.
23. Farmaco contro l’emicrania e le conseguenze di eventi traumatici.
24. Tavli o backgammon
25. Risposta aperta
26. I richiedenti l’asilo appena giunti in Svizzera vengono accolti
inizialmente in uno dei sei centri di registrazione e di procedura.
Informazioni per gli insegnanti
ISTRUZIONI E SOLUZIONI – CERCA E TROVA
| 32
!
A
B
C
D E
F
47,8 cm
19 cm
13,3 cm13 cm
Punto di briglia
Punto di briglia
Naso
Ast
icel
la lo
ng
itu
din
ale
Naso
Asticella
di fibra di v
etro
Bord
o di
vel
a
i fori per fissare la linea briglia
57,4 cm
Informazioni per gli insegnanti
COSTRUIRE UN AQUILONE SEMPLICEMateriale
• Perlavelaturasiprestailtyvekounsottilefogliodiplastica,circa60x60cm• Asticelladilegno(ramino),ø3mm,lunghezza47,8cm• Asticelladifibradivetro,ø3mm,lunghezza57,4cm• 80cmdispagointrecciatosottileperlebriglie• Nastroadesivo
Istruzione
Lo schizzo (A) indica le dimensioni per un modello di cartone. Forare in corrisponden-za dei punti di briglia per poterli segnare sulla vela. Disegnare la sagoma della vela e ritagliarla con precisione.
Incollare l’asticella di ramino alle due estre-mità con il nastro adesivo come illustrato nello schizzo (B). Tagliare il nastro adesivo in eccesso e rinforzare il punto d’intersezione con due strisce adesive.
Con le strisce adesive 1 e 2 incollare prima l’estremità sinistra dell’asticella di fibra di vetro sulla punta dell’ala (C). Attenzione: formare un piccolo angolo con il bordo della vela, piegare poi l’asticella verso l’estremità dell’ala destra. Il punto d’intersezione de-ll’asticella di fibra di vetro piegata e dell’ast-icella longitudinale dovrebbe trovarsi esat-tamente sul punto di briglia superiore (D).
Dal lato delle asticelle (retro dell’aquilo-ne), incollare un pezzo di nastro adesivo su entrambi i punti di briglia per rinforzare il telaio. Con un ago per cucire, forare la vela dalla parte anteriore e passare lo spago in-torno al punto d’intersezione, cioè farlo scorrere intorno a entrambe le asticelle nel punto superiore di briglia, perforare nuova-mente e annodarlo sul davanti. Ripetere il procedimento con l’altra estremità dello spa-go nel punto di briglia inferiore, facendolo passare intorno all’asticella longitudinale (E).
Fare un nodo scorsoio con lo spago in modo chel’alasuperioresiacircadel5 percento(2cm) più corta di quella inferiore (F). Dato che il nodo può essere allentato (è più facile con uno spago intrecciato), è possibile regolare in qualsiasi momento la briglia mentre si usa l’aquilone.
Attaccare il filo di ritenuta al nodo della brig-lia e incollare la coda. L’aquilone è pronto!
Asticella di fi bra di vetro
| 33
Tradizione umanitaria
La Svizzera vanta una lunga tradizione umanitaria. Da secoli le persone
perseguitate per ragioni politiche o religiose trovano in Svizzera rifugio
e protezione. Il motivo non va cercato unicamente nella posizione geo-
grafica del nostro Paese, ma anche nella diversità politica, confessionale
e culturale che lo contraddistingue.
Negli anni 1980 la situazione nell’ambito dell’asilo è cambiata radicalmen-
te: il numero dei richiedenti è cresciuto, come quello dei Paesi d’origine.
Da allora, persone provenienti dallo Sri Lanka, dalla Turchia, dai Balcani,
dall’Iraq, dalla Siria, dall’Afghanistan e da numerosi Stati africani hanno
chiesto protezione in Svizzera. Il fenomeno è dovuto anche all’accresciuta
mobilità e interconnessione del mondo moderno.
Chi ottiene protezione
Con la sua politica d’asilo la Svizzera persegue un chiaro obiettivo: tutela-
re le persone perseguitate a titolo personale, quelle la cui vita o integrità
sono messe in pericolo, oppure che sono in fuga a causa di un conflitto.
Chi non ha bisogno di questa protezione deve lasciare il Paese imme-
diatamente. In Svizzera le procedure d’asilo sono di competenza della
Segreteria di Stato della migrazione (SEM) che sottopone ogni singola
domanda a un esame minuzioso e individuale. (Modello Glossario – Asilo,
domanda d’asilo, richiedente l’asilo, documenti d’identità)
Nel 2018, 15 255 persone hanno chiesto asilo in Svizzera. In Svizzera il
numerodirichiedentil’asiloin2018èscesodel15,7 %rispettoall’anno
precedente. Questo calo va ricondotto in prima linea al continuo calo
della migrazione attraverso il Mediterraneo centrale e al mantenimento
dell’accordo concluso tra Unione europea e Turchia. Ciò nonostante, la
Svizzera è chiamata a contribuire alla protezione dei profughi e a sgrava-
re i Paesi limitrofi della Siria.
(Modello Cifre Barometro di fuga)
Modello
LA SVIZZERA E IL DIRITTO D’ASILO
| 34
Le nuove procedure d’asilo dal 1° marzo 2019
Le nuove procedure d’asilo celeri entreranno in vigore in tutta la Svizzera
il 1° marzo 2019: la maggior parte delle procedure sarà conclusa in un
centro federale d’asilo entro un termine di 140 giorni. Per aumentare
l’efficacia, i richiedenti l’asilo e le persone od organizzazioni responsabili
della procedura saranno riuniti sotto un medesimo tetto in un centro
della Confederazione. Le nuove procedure celeri saranno concluse entro
termini brevi. Affinché possano essere condotte nel rispetto delle regole
dello stato di diritto e in modo equo, i richiedenti l’asilo avranno diritto
sin dall’inizio a una consulenza e a una rappresentanza giuridica. Saranno
così informati con maggiore precisione sulla procedura e potranno com-
prendere meglio le decisioni d’asilo. Procedure più celeri consentiranno
inoltre un’integrazione più rapida dei rifugiati riconosciuti e delle perso-
ne ammesse provvisoriamente nonché di intraprendere prima il ritorno
nel loro Paese a coloro che non hanno bisogno della protezione della
Svizzera.
https://www.youtube.com/watch?v=ILaegUyZ1x0
Cooperazione internazionale
Il numero di persone in fuga nel mondo ha raggiunto livelli che non si re-
gistravano più dalla Seconda guerra mondiale. Oltre l’80 per cento cerca
rifugio nella regione di provenienza e non arriva in Europa. Sono quindi
proprio le regioni di provenienza e i Paesi confinanti ad accogliere e farsi
carico di gran parte di questi profughi. In Libano, ad esempio, una per-
sona su quattro è un profugo. Nonostante le loro limitate risorse, ques-
ti Paesi danno un enorme contributo alla protezione internazionale dei
profughi.
Ecco perché è di fondamentale importanza offrire un sostegno sul pos-
to. La Svizzera presta aiuto umanitario alle popolazioni in difficoltà e
supporta gli Stati che accolgono la maggior parte dei profughi. Fuga e
persecuzione sono fenomeni di portata globale che richiedono quindi
soluzioni globali.
Modello
LA SVIZZERA E IL DIRITTO D’ASILO
| 35
Il Patto globale sui rifugiati
Nel dicembre del 2018 l’Assemblea generale dell’ONU ha adottato il Pat-
to globale sui rifugiati, il cui scopo è migliorare la gestione dei futuri flus-
si di persone in fuga e trovare soluzioni durature grazie alla cooperazione
internazionale e alla solidarietà.
Il Patto ha quattro obiettivi principali:
1. ridurre la pressione sui Paesi di accoglienza;
2. rendere i rifugiati indipendenti dall’aiuto umanitario;
3. estendere l’accesso alle misure di reinsediamento e ad altri
programmi umanitari;
4. promuovere la creazione delle condizioni necessarie per un
ritorno sicuro e volontario nei Paesi d’origine.
Ulteriori informazioni:https://www.unhcr.it/tag/patto-globale-sui-rifugiati
Modello
LA SVIZZERA E IL DIRITTO D’ASILO
| 36
Rimpatrio volontario o coatto
Eventuale carcerazione
Strutture cantonaliProcedura ampliata
Strutture cantonaliIntegrazione
Eventuale revoca dell'ammissione provvisoria
Decisione positiva
Decisione positivaConcessione dell’asilo
Ammissione provvisoria quando il rimpatrio è: - inammissibile - non ragionevolmente esigibile - impossibile
Tribunale amministrativo federale ricorso
Persone che partono senza il controllo delle autorità
Decisione positiva
Decisione negativa
Frontiera svizzera
Cantone / Comune
Confederazione
AeroportoCFACentro federale d’asilo con funzione procedurale
Ritorno Stato Dublino
CFACentro federale d’asilo
Procedura d’asilo celere
Procedura ampliata
Aiuto al ritorno
Audizione sui motivi di asilo
Periodo / Tempo di attesa
Decisione
Rimpatrio impossibile
Guerra / guerra civile Rifugiato
Passatore
Registrazione
Visita medica alla frontiera
Procedura di identificazione
Carcerazione
Aiuto al ritornoRegistrazione Eurodac
Cure mediche insufficienti
Decisione di non entrata nel merito o decisione materiale negativa
Allontanamento Stato terzo o Stato di origine
Cassazione / riesame
partenza incontrollata
Dopo 5 anni ev. permesso per caso di rigore
Decisione di non entrata nel merito
Allontanamento Stato Dublino Eventuale ricorso
Strutture cantonali
Integration
Presentazione domanda d’asilo
Decisione negativa con ammissione provvisoria
Rappresentante legale
Procedura Dublino
Procedura d’asilo celere
Procedura ampliata
Entrata illegale / legale
IT5
Modello
SCHEMA ASILO SVIZZERA
| 37
Modello
PROCEDURA DI ASILO DAL 2019
| 38
Impegno del Principato del Liechtenstein
La Svizzera e il Principato del Liechtenstein intrattengono relazioni bi-
laterali, economiche e politiche da molti anni. I due Paesi condividono
inoltre lo spazio economico e usano la stessa valuta, ovvero il franco sviz-
zero. Questo partenariato è consolidato anche dalla collaborazione nel
campo dell’aiuto umanitario, in cui entrambi gli Stati cofinanziano perio-
dicamente nuovi progetti.
Attraverso il suo aiuto internazionale per i profughi e la migrazione, il
Liechtenstein finanzia annualmente con circa 2,7 milioni di franchi pro-
getti di sostegno e di sviluppo per migliorare la vita, i diritti e le pros-
pettive di migranti e profughi. I progetti mirano a impedire la fuga e
la migrazione, o più precisamente a sostenere la migrazione regolare e
sicura e a combattere quella irregolare. I fondi servono anche a creare
prospettive sul posto e a migliorare la gestione della migrazione regio-
nale e globale.
A titolo di esempio citiamo il sostegno assicurato all’istituto di cura e al
centro di formazione dell’organizzazione umanitaria Tahaddi a Beirut,
capitale del Libano. Questo sostegno congiunto da parte del Liechten-
stein e della Svizzera ha permesso di cambiare sensibilmente la vita di
molti bambini, dando loro un po’ di normalità e prospettive per il futuro.
L’asilo nel Principato del Liechtenstein
Nonostante le sue piccole dimensioni, il Principato del Liechtenstein si
adopera assiduamente a favore di persone in cerca di protezione. Dal
1998, ovvero da quando è entrata in vigore la legge sull’asilo, che allora
si chiamava legge sui rifugiati, più di 2600 persone provenienti da oltre
90 Paesi hanno chiesto asilo in Liechtenstein. La legge sull’asilo del Prin-
cipato del Liechtenstein è molto simile a quella svizzera ma, a causa delle
dimensioni del Paese e della sua struttura statale, vi sono alcune differen-
ze significative,
Nel 2018 sono state 165 le persone che hanno chiesto asilo in Liechten-
stein. A differenza della Svizzera, dal 2015 il piccolo Stato ha visto un
aumento delle richieste di asilo, con una piccola eccezione nel 2016 (2017:
152, 2016: 34, 2015: 154). Sebbene in termini assoluti questi numeri sem-
brino molto bassi, il Liechtenstein nel 2018 ha registrato ben 4,3 doman-
de di asilo ogni 1000 abitanti (nel 2017 l’Austria ne ha registrate 2,9, la
Germania 2,6, la Svizzera 2,2; in testa alla classifica la Grecia, con 5,5; la
media europea è di 1,4). Nel 2018 vi sono state 194 partenze.
Modello
IMPEGNO DEL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN E L’ASILO NEL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN
| 39
La Convenzione di Ginevra sui rifugiati è il più importante atto normati-
vo internazionale in materia di protezione dei rifugiati. Fu conclusa in ris-
posta alla deportazione di milioni di persone, all’indomani della Seconda
guerra mondiale, dunque ormai quasi 70 anni fa. Finora 148 Paesi, tra
cui anche la Svizzera, hanno ratificato la Convenzione e/o il Protocollo
aggiuntivo. I relativi Governi si sono dunque impegnati a garantire pro-
tezione alle persone vittime di persecuzioni.
La Convenzione definisce chiaramente chi è un rifugiato, quali sono i suoi
diritti e doveri e di quale aiuto può beneficiare. Precisa inoltre che le per-
sone non possono essere respinte verso territori dove rischiano di essere
perseguitate.
Nella maggior parte dei casi le persone possono fare affidamento sul
fatto che il Governo e le istituzioni statali tutelino i loro diritti e la loro
sicurezza, anche se magari solo in parte. I rifugiati non hanno questa cer-
tezza. Molti fuggono proprio da aggressioni perpetrate dallo Stato, altri
da vessazioni che lo Stato non è in grado di impedire perché non ha più
il controllo delle zone in questione o non può o non vuole più esercitarvi
le sue funzioni per altri motivi.
L’ACNUR è un’organizzazione internazionale istituita dall’Assemblea ge-
nerale delle Nazioni Unite per garantire protezione internazionale ai ri-
fugiati e assistere gli Stati nella ricerca di soluzioni durature per queste
persone. L’ACNUR verifica che i rifugiati ricevano adeguata protezione
dai Governi dei Paesi in cui hanno chiesto l’asilo. Deve assicurare che si-
ano rispettati tutti i diritti umani di queste persone, in particolare che i
rifugiati non siano rimandati nei luoghi dove corrono il rischio di essere
perseguitati, in virtù del principio fondamentale di non respingimento
(Modello Glossario).
La Convenzione garantisce protezione a chi corre il rischio di essere per-
seguitato. Ma le persone fuggono dai loro Paesi anche per altri motivi,
tra cui le conseguenze dei cambiamenti climatici, la penuria d’acqua, la
siccità, uragani o la povertà estrema. La comunità internazionale ha il
compito, delicato e complesso, di elaborare convenzioni e meccanismi per
proteggere queste persone.
http://disasterdisplacement.org
Modello
CONVENZIONE DI GINEVRA SUI RIFUGIATI
| 40
Articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani:
Ogni persona perseguitata ha diritto di chiedere e beneficiare dell’asilo in altri Paesi.
L’articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani sancisce il di-
ritto di asilo (Asilo, vedi Glossario). Questa dichiarazione universale (nota
anche come carta dei diritti umani dell’ONU o con l’abbreviazione inglese
UDHR) contiene le raccomandazioni delle Nazioni Unite sui diritti umani.
La Dichiarazione universale dei diritti umani non è in sé vincolante, ma
molti diritti da essa sanciti sono stati ripresi in norme internazionali vin-
colanti.
La Dichiarazione prevede la concessione del diritto di asilo in forma molto
sintetica, vale a dire come diritto di chiedere asilo in altri Paesi e, qualo-
ra venga concesso, di beneficiarne indisturbati. L’articolo 14 non obbliga
tuttavia gli Stati a concedere l’asilo alle persone perseguitate.
Finora la comunità internazionale non è riuscita a inserire il diritto di asilo
in un trattato internazionale vincolante. Nella Convenzione di Ginevra sui
rifugiati è stato tuttavia ripreso un principio cardine del diritto di asilo,
vale a dire il principio di non respingimento (vedi Modello Convenzione
di Ginevra sui rifugiati).
Il diritto di asilo è previsto in numerose legislazioni nazionali.
Modello
ART. 14 DIRITTO DI ASILO
| 41
La Dichiarazione universale dei diritti umani non è giuridicamente vinco-
lante, ma alcuni diritti umani sanciti a livello di trattati sono stati recepiti
nel diritto vincolante.
Articolo 1
Diritto all’uguaglianza
Articolo 2
Divieto di ogni discriminazione
Articolo 3
Diritto alla vita
Articolo 4
Divieto di schiavitù
Articolo 5
Divieto di tortura
Articolo 6
Diritto alla personalità giuridica
Articolo 7
Diritto all’uguaglianza dinanzi alla legge
Articolo 8
Diritto di ricorso alla legge
Articolo 9
Divieto di detenzione arbitraria
Articolo 10
Diritto al giudizio
Articolo 11
Diritto alla presunzione d’innocenza
Articolo 12
Diritto alla privacy
Articolo 13
Diritto alla libertà di movimento
Articolo 14
Diritto di asilo
Articolo 15
Diritto alla nazionalità
Articolo 16
Diritto al matrimonio e alla famiglia
Modello
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (VERSIONE BREVE)
| 42
Articolo 17
Diritto alla proprietà
Articolo 18
Libertà di culto e di pensiero
Articolo 19
Libertà di opinione e di espressione
Articolo 20
Libertà di associazione
Articolo 21
Diritto alla partecipazione politica
Articolo 22
Diritto alla sicurezza sociale
Articolo 23
Diritto al lavoro
Articolo 24
Diritto al riposo
Articolo 25
Diritto al sostentamento
Articolo 26
Diritto all’istruzione
Articolo 27
Diritto alla cultura e al progresso
Articolo 28
Diritto a un mondo giusto
Articolo 29
Diritti e doveri verso la società
Articolo 30
Inalienabilità dei diritti
Modello
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (VERSIONE BREVE)
| 43
Vivere la diversità
Diversità significa anche pluralità. Questo concetto non è affatto nuovo
per la Svizzera che, forte del proprio sistema federalista e delle quattro
lingue nazionali, è da sempre un modello di unità nella diversità. La gran-
de importanza delle peculiarità locali e della varietà dei punti di vista
è saldamente radicata nell’immaginario collettivo e costituisce il cardine
della democrazia.
Oggi un quarto circa della popolazione residente non possiede il pas-
saporto svizzero. Anche questa mostra quanto il nostro Paese sia plura-
lista. Se ai figli degli immigrati si aggiungono quelli che hanno vissuto
a lungo all’estero si può affermare che un cittadino su due, o quasi, ha
un’esperienza migratoria alle spalle. È chiaro quindi che la migrazione
non rappresenta un fenomeno eccezionale.
Interessi economici
Nell’economia privata „diversità“ oggi è diventata una parola d’ordine,
un vero e proprio motore dell’innovazione, che permette di sfruttare i
punti forti di tutti i collaboratori e fa nascere nuove idee. Per le aziende
che operano a livello internazionale le competenze interculturali sono
fondamentali e già da tempo la ricerca del personale più qualificato non
si arresta ai confini nazionali. La migrazione è tuttavia indispensabile
anche per le imprese locali. Nell’edilizia e nella ristorazione, ad esem-
pio, un’ora di lavoro su tre – o addirittura una su due – viene fornita da
migranti.
Processo d’apprendimento reciproco
La diversità è spesso all’origine di attriti e conflitti. Nell’incontro con
l’„altro“ ciò che è familiare viene messo in discussione e può creare
disorientamento. Ma il confronto può anche allargare gli orizzonti e
aiutarci a comprendere meglio modi di vivere diversi dai nostri. I rifugiati
hanno bisogno di protezione ma desiderano anche costruirsi una nuova
vita in Svizzera. Come tutti, anche queste persone hanno qualifiche,
capacità e doti individuali. Riconoscerle e valorizzarle è nell’interesse non
solo dei rifugiati, ma anche della Svizzera.
Modello
VIVERE LA DIVERSITÀ – LA SFIDA DEL FUTURO
| 44
Modello
GLOSSARIO
Accordo di Schengen
Trattato firmato nel 1985 a Schengen (cittadina del Lussemburgo al
confine con Francia e Germania) per abolire i controlli delle persone
alle frontiere interne. Allo scopo di impedire l’immigrazione clandestina
e crimini internazionali favoriti dall’apertura delle frontiere, gli Stati
Schengen hanno deciso di rafforzare i controlli alle frontiere esterne e la
collaborazione tra le autorità di polizia e giustizia per esempio istituendo
il Sistema d’informazione Schengen (SIS).
Ammissione provvisoria
Se una persona non soddisfa i requisiti per l’asilo in Svizzera, ma il suo
rientro nel Paese di origine o di provenienza non è ragionevolmente esi-
gibile, è inammissibile o impossibile per motivi umanitari (violenza gene-
ralizzata o guerra nel Paese d’origine) o legali (divieto di respingimento),
è ammessa provvisoriamente in Svizzera. L’ammissione provvisoria è ac-
cordata per un anno e può essere prorogata se continuano a sussistere le
ragioni per la sua concessione.
Apolide
Persona che non ha una cittadinanza. Quello degli apolidi è un proble-
ma serio di portata mondiale, le cui proporzioni e conseguenze per le
persone colpite sono tuttavia ancora oggi poco considerate. L’apolidia
è una questione delicata dal punto di vista politico. È per questo che
molti governi non hanno mai effettuato censimenti mirati. Secondo le
stime più recenti, si parla di dieci milioni di apolidi nel mondo. Gli apolidi
sono distribuiti non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli
industrializzati. La condizione di apolide può avere diverse cause, tra cui
la discriminazione, lacune nella legge sulla cittadinanza di un Paese o la
disgregazione di Stati.
Gli apolidi non possono esercitare molti dei diritti riconosciuti ai cittadi-
ni dello Stato in cui vivono e subiscono notevoli discriminazioni. Spesso
alle persone apolidi è precluso l’accesso alla formazione scolastica e al
mercato del lavoro o sono negati semplici atti come sposarsi, viaggiare o
diventare proprietari. In molti Paesi hanno enormi difficoltà a farsi curare
in ospedale, a intentare una causa in tribunale o ad aprire un conto in
banca. In termini giuridici queste persone vivono nell’ombra, ai margini
della società, e sono praticamente invisibili.
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Asilo
La parola „asilo“ deriva dal greco e indica un luogo sicuro, un rifugio
dove proteggersi da pericoli e persecuzioni. Un richiedente ottiene asilo
in Svizzera se gli è riconosciuta la qualità di rifugiato e se non sussistono
motivi di esclusione, vale a dire se nel quadro della procedura di asilo
espone in modo credibile che nel Paese di origine o di provenienza è
vittima di persecuzioni e che non può attendersi protezione dal suo Go-
verno. In questo caso, la persona cui è riconosciuto lo statuto di rifugiato
ottiene un permesso B. Negli ultimi anni, in media il 25 per cento circa dei
richiedenti l’asilo in Svizzera si è visto riconoscere lo statuto di rifugiato e
ha ottenuto l’asilo.
Convenzione di Ginevra sui rifugiati
Già agli inizi del XX secolo la Società delle Nazioni, sostituita in seguito
dalle Nazioni Unite, cominciò a sviluppare un quadro normativo interna-
zionale per la protezione dei rifugiati. La Convenzione sullo statuto dei
rifugiati, conosciuta anche come Convenzione di Ginevra sui rifugiati, fu
adottata il 28 luglio del 1951 e con il protocollo aggiuntivo del 1967 ha ac-
quisito validità universale. La Convenzione resta ancor oggi il più import-
ante documento internazionale in materia di protezione dei rifugiati.
La Convenzione definisce chi è un rifugiato e quale protezione giuridica,
quale aiuto e quali diritti sociali devono accordargli gli Stati firmatari. De-
finisce inoltre i suoi obblighi nei confronti dello Stato ospitante e precisa
quali gruppi – per esempio criminali di guerra – non possono ambire allo
statuto di rifugiati.
148 Stati hanno aderito alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati e/o al
Protocollo del 1967.
Documenti
Un documento non è un semplice pezzo di carta. Legittima la titolare o il
titolare a soggiornare in Svizzera e ne determina i diritti.
In Svizzera esistono le seguenti categorie di permessi:
• PermessoN(perrichiedentil’asilo)
• PermessoB(rifugiatiriconosciuti)
• PermessoF(rifugiatiammessiprovvisoriamente)
• PermessoF(personeammesseprovvisoriamente)
Modello
GLOSSARIO
| 46
Inoltre, i rifugiati riconosciuti possono richiedere in Svizzera il rilascio ti-
toli di viaggio speciali (art. 28 della Convenzione di Ginevra sui rifugiati).
Per maggiori informazioni: https://www.sem.admin.ch/sem/it/home/themen/aufenthalt/nicht_eu_efta.html https://www.sem.admin.ch/dam/data/sem/publiservice/publikationen/info-flue-va/info-flue-va-it.pdf
Domanda di asilo
Ogni dichiarazione con cui una persona straniera chiede la protezione
della Svizzera contro le persecuzioni a cui è esposta. A differenza della
procedura d’asilo, la domanda d’asilo non deve soddisfare criteri formali
e può essere formulata oralmente o per iscritto. Se la domanda non è
depositata direttamente presso un Centro di registrazione e di procedura
(CRP), i richiedenti vengono comunque assegnati di regola in un secondo
momento a una di queste strutture.
Iniziativa Nansen
L’iniziativa Nansen, lanciata congiuntamente da Svizzera e Norvegia
nell’ottobre del 2012 e finalizzata a migliorare la protezione delle per-
sone costrette a fuggire all’estero in seguito a catastrofi naturali, si è
conclusa formalmente alla fine del 2015.
L’Agenda di protezione, che raccoglie le conclusioni e le raccomandazioni
scaturite dall’iniziativa Nansen, passerà ora alla fase di attuazione, in vis-
ta della quale è stato istituito un organismo di follow-up, la Platform on
Disaster Displacement, varato in occasione del Vertice umanitario mon-
diale di Istanbul nel maggio del 2016 ed entrato in funzione nel luglio
del 2016 sotto la presidenza della Germania. La Svizzera parteciperà at-
tivamente a questo progetto e, in quanto membro della piattaforma,
sosterrà l’attuazione dell’Agenda di protezione.
Migrante
Persona che lascia il proprio Paese per migliorare il proprio tenore di vita,
per trovare lavoro o per ragioni familiari e che può rientrare in patria
senza incorrere in nessun pericolo. Per quanto riguarda l’accoglienza dei
migranti, gli Stati hanno un’ampia libertà decisionale, mentre in base agli
accordi internazionali hanno l’obbligo di garantire protezione ai rifugiati.
La maggior parte dei migranti entra legalmente nel Paese di accoglien-
za. Coloro ai quali è preclusa questa possibilità spesso devono affrontare
viaggi difficili e insidiosi e ricorrere all’aiuto di „passatori“.
Modello
GLOSSARIO
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Il Patto globale sui rifugiati
Nel dicembre del 2018 l’Assemblea generale dell’ONU ha adottato
il Patto globale sui rifugiati, il cui scopo è migliorare la gestione dei
futuri flussi di persone in fuga e trovare soluzioni durature grazie alla
cooperazione internazionale e alla solidarietà.
Il Patto ha quattro obiettivi principali:
1. ridurre la pressione sui Paesi di accoglienza;
2. rendere i rifugiati indipendenti dall’aiuto umanitario;
3. estendere l’accesso alle misure di reinsediamento e ad altri
programmi umanitari;
4. promuovere la creazione delle condizioni necessarie per
un ritorno sicuro e volontario nei Paesi d’origine.
Ulteriori informazioni:https://www.unhcr.it/tag/patto-globale-sui-rifugiati
Persona bisognosa di protezione internazionale
I rifugiati vengono definiti anche come persone bisognose di protezi-
one internazionale. Ma gode di protezione internazionale anche chi,
pur non essendo perseguitato, in caso di rientro in patria correrebbe
gravi pericoli dovuti per esempio a conflitti bellici, disordini, catast-
rofi ambientali o naturali. Diversamente da chi espatria per ragioni
puramente economiche, queste persone – al pari dei rifugiati – non
possono contare sulla protezione del proprio Paese.
Principio di non respingimento, divieto di respingimento
Questo principio stabilisce che è vietato rimandare, espellere o respin-
gere una persona verso un altro Stato nel quale vi sono ragioni serie
di temere che venga perseguitata. Nella Convenzione di Ginevra sui
rifugiati si legge:
Art. 33: Divieto d’espulsione e di rinvio al confine
1) Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo,
un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà
sarebbero minacciate a motivo della sua razza*, della sua religione,
della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o
delle sue opinioni politiche.
Modello
GLOSSARIO
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2) La presente disposizione non può tuttavia essere fatta valere da un
rifugiato se per motivi seri egli debba essere considerato un pericolo per
la sicurezza del paese in cui risiede oppure costituisca, a causa di una con-
danna definitiva per un crimine o un delitto particolarmente grave, una
minaccia per la collettività di detto paese.
Il principio di non respingimento è altrimenti detto „divieto di respin-
gimento“. Forme analoghe di divieto di respingimento sono previste in
altri trattati sui diritti umani, per esempio nella Convenzione europea dei
diritti dell’uomo (CEDU).
Il principio di non respingimento è sancito dall’articolo 24 della Costitu-
zione federale.
* La Convenzione di Ginevra sui rifugiati fu adottata nel 1951, in un’epoca in cui il termine „razza“ faceva parte del linguaggio ufficiale. Oggi si parla di „appartenenza etnica“.
Procedura Dublino
Lo spazio Dublino comprende 32 Stati, ovvero i 28 Stati dell’Unione euro-
pea e i quattro Stati associati, ossia la Norvegia, l’Islanda, il Principato del
Liechtenstein e la Svizzera.
La procedura Dublino si basa su due regolamenti che dal 12 dicembre
2008 sono divenuti parte integrante del diritto svizzero in materia d’asilo
e di stranieri.
La procedura Dublino ha per obiettivo che ogni domanda d’asilo sia esa-
minata da un solo Stato Dublino.
In questo modo si evitano le domande multiple ed è garantito che alme-
no uno Stato Dublino si assuma la responsabilità della procedura.
https://www.sem.admin.ch/sem/it/home/internationales/internat-zusarbeit/euro-pa-migpolitik/schengen-dublin/dublin.html
Protezione complementare o sussidiaria
Con protezione „complementare“ o „sussidiaria“ si intende lo statuto di
protezione concesso alle persone bisognose di protezione internazionale
alle quali non è riconosciuto lo statuto di rifugiato. La protezione com-
plementare o sussidiaria è prevista nella legislazione nazionale di molti
Stati e nel diritto dell’Unione europea. In Svizzera non è invece contem-
plato questo statuto: alle persone bisognose di protezione internazionale
è concessa unicamente l’ammissione provvisoria. Molti esperti e molte
Modello
GLOSSARIO
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organizzazioni, tra cui anche la CFM e l’ACNUR, chiedono tuttavia che
venga introdotta la protezione sussidiaria. Anche il Consiglio federale si
sta adoperando in questo senso.
Reinsediamento
Accanto al rimpatrio volontario e all’integrazione nel primo Paese di ac-
coglienza, il reinsediamento è una delle tre soluzioni durature per aiutare
i profughi. Consiste nel reinsediare durevolmente i migranti che non pos-
sono rimanere nel primo Paese di accoglienza in uno Stato terzo pronto
ad accoglierli che accorda loro l’asilo e offre la possibilità di integrarsi
nella nuova realtà.
Richiedente l’asilo
Persona che ha presentato una domanda d’asilo – ossia di accoglienza e
protezione – in un Paese di cui non ha la cittadinanza ed è in attesa di una
decisione al riguardo.
Rifugiato
Il rifugiato è colui che, temendo di essere perseguitato per motivi di re-
ligione, nazionalità, appartenenza etnica, opinioni politiche o apparte-
nenza a un determinato gruppo sociale, è costretto a fuggire e lasciare
lo Stato di cui è cittadino. Attraverso la procedura d’asilo si determina chi
effettivamente può avvalersi dello statuto di rifugiato perché non può
tornare nel proprio Paese e chi no.
I rifugiati sono tutelati dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati che fu
adottata nel 1951 dalle Nazioni Unite. Questa Convenzione costituisce a
tutt’oggi la principale base giuridica per la protezione internazionale dei
rifugiati e stabilisce chi può essere riconosciuto come rifugiato e quali
sono i suoi diritti e doveri nello Stato che lo accoglie.
Sfollati o profughi interni (Internally displaced persons, IDP)
Persone o gruppi di persone costrette ad abbandonare il loro luogo di
residenza in seguito a conflitti armati, situazioni generali di violenza, vi-
olazioni dei diritti umani o catastrofi naturali che non varcano i confini
nazionali internazionalmente riconosciuti del loro Stato.
Modello
GLOSSARIO
| 50
Stati Schengen
Belgio, Francia, Paesi Bassi, Lussemburgo e Germania negoziarono l’Accor-
do di Schengen nel 1985. Oggi fa parte dell’acquis comunitario e si appli-
ca a tutti gli Stati membri. Eccezioni: (controlli alle frontiere ancora attivi);
Bulgaria, Romania e Cipro (non soddisfano tutti i requisiti per l’apertura
delle frontiere). A Schengen hanno aderito anche Stati non membri de-
ll’UE, ovvero Norvegia, Islanda, Svizzera e presto anche il Liechtenstein.
Visto per motivi umanitari
Chi, nel proprio Paese di origine o di provenienza, è seriamente minac-
ciato in maniera diretta e immediata può chiedere un viso per motivi
umanitari presso la rappresentanza svizzera locale e ottenere l’autoriz-
zazione d’entrata per avviare la procedura di asilo in Svizzera. Di norma
la domanda di viso per motivi umanitari può essere presentata solo nel
Paese d’origine o di provenienza del richiedente, non in Paesi terzi.
Modello
GLOSSARIO
| 51
Nella mostra sono presentati in maniera più dettagliata quattro Paesi
nei quali il numero di profughi e sfollati è molto elevato (Sudan del Sud,
Somalia, Siria e Afghanistan) e il Libano, Paese ospitante:
Libano (Paese ospitante)
• Finoallafinedeglianni1960eradefinitola„Svizzerad’Oriente“.
• Riconosce18comunitàreligiosediverse.
• Èstatoripetutamenteteatrodiconflitti.
• Unabitantesuquattroèunapersonainfuga(giugno2017:poco
meno di 1 mio. di profughi siriani). In Svizzera i richiedenti l’asilo, le persone ammesse provvisoriamente e i rifugiati riconosciuti rap- presentano circa l’uno per cento della popolazione.
• LacantanteShakiraèlibanese,lafamigliadisuopadreharadiciin Libano.
Per maggiori informazioni: http://www.ecoi.net/lebanon/countrybackground
Sudan del Sud
• Dal2011indipendentedalSudan,èloStatodipiùrecente costituzione al mondo.
• L’economianazionaledipendedalpetrolio(95%delPIL).
• Nonostantel’indipendenza,dal2013ilPaeseèdilaniatodallaguerra civile tra i vari gruppi etnici.
• Circa4,4milionidipersonesonosfollateequasilametàdellapopo-
lazione del Sud Sudan dipende attualmente dagli aiuti alimentari.
• FinoapocotempofaeraunodeiPaesiconilmaggiornumerodi capi di bestiame pro capite.
Per maggiori informazioni: http://www.ecoi.net/south-sudan/countrybackground
Somalia
• Il70percentocircadellapopolazionevivediagricoltura.
• Unmedicoogni25000abitanti(inSvizzera:unmedicoogni
238 abitanti).
• Inguerradallacadutadeldittatorenel1991:rivalitàtraclan,conflitti per il potere politico, penuria di acqua e di terra.
Modello
PAESI DA CUI FUGGONO LE PERSONE
| 52
• All’internodellaSomaliasonocirca0,8milionilepersoneinfuga.
I profughi somali registrati in altri Paesi del mondo sono circa
un milione.
• Vantaunodeisistemiditelecomunicazionepiùmodernidell’Africa.
Per maggiori informazioni: http://www.ecoi.net/somalia/countrybackground
Siria
• Damasco,lacapitaledellaSiria,haoltre7000anni.
• Primadelloscoppiodellaguerra,unterzodeglioccupatilavoravanel
settore industriale.
• Nel2011:primifocolaidiprotestacontroilGovernoesanguinosa
guerra civile tra varie fazioni.
• All’internodellaSiriasonocirca6,8milionilepersoneinfuga.
Quasi 5,5 milioni sono i profughi nei Paesi confinanti e circa 1 milione
i richiedenti l’asilo e i rifugiati registrati in Europa.
• LaMesopotamiaèconsideratalaculladellaciviltà.
Per maggiori informazioni: http://www.ecoi.net/syrian-arab-republic/countrybackground
Afghanistan
• Hailpiùaltotassodimortalitàinfantilealmondo(2015).
• Il75percentocircadegliabitantiviveinpiccolivillaggi.
• Dal2015s’inasprisconogliscontritraiTalebanieletruppe governative.
• All’internodell’Afghanistansonocirca1,3milionilepersoneinfuga.
Nel mondo i profughi afghani registrati sono almeno 2,6 milioni.
Per maggiori informazioni: http://www.ecoi.net/afghanistan/countrybackground
Una minoranza in fugaEsodo dal Myanmar
Dalla fine del 2017, la minoranza musulmana dei Rohingya è il quarto
gruppo di profughi più numeroso del mondo. Alcune stime dicono che,
nel corso degli ultimi anni, sono oltre 1,2 milioni i Rohingya fuggiti dal
Myanmar per rifugiarsi nei Paesi vicini.
Modello
PAESI DA CUI FUGGONO LE PERSONE
| 53
• Dallasua indipendenza, ilBangladeshhaaccoltoripetutamentepro-
fughi rohingya negli anni 1970 e 1990. L’esodo più recente, iniziato
nell’agosto2017,havisto lo spostamentodioltre700 000Rohingya,
l’ondata di profughi più massiccia mai registrata.
• InCox’sBazar,Bangladesh,lacomunitàrohingyaviveessenzialmente
in campi profughi in cui le condizioni di vita sono precarie dato che lo
spazio a sua disposizione è molto limitato.
• Nelcampoprofughipiùgrandevivono623 000persone,pocomeno
del doppio degli abitanti di Zurigo, la maggiore città della Svizzera.
Il cosiddetto «mega camp» è attualmente il quarto insediamento in
ordine di grandezza in Bangladesh. Siccome il Governo del Bangladesh
ha potuto assegnare una superficie molto limitata per la creazione del
campo, gli abitanti hanno a disposizione solo 8 metri quadrati a perso-
na, rispetto ai 45 metri quadrati previsti dagli standard internazionali
dell’ACNUR.
• LasituazionemoltoprecariainBangladeshinseguitoall’inasprimento
delle violenze nel 2017 ha spinto molti attori internazionali, tra cui an-
che la Svizzera, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati
ACNUR e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni OIM, a in-
viare aiuti umanitari.
Maggiori informazioni sull’impegno dell’ACNURhttps://www.unhcr.org/dach/ch-de/ueber-uns/wo-wir-taetig-sind/asien-und-pazifik-region/rohingya-nothilfeeinsatz
Maggiori informazioni sull’impegno della Svizzerahttps://www.eda.admin.ch/deza/it/home/temi-dsc/salute-sviluppo.html/content/de-zaprojects/SDC/it/2017/7F09945/phase2
Modello
PAESI DA CUI FUGGONO LE PERSONE
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Modello
DEFINIZIONE RIFUGIATO, MOTIVI DELLA FUGA, PROBLEMI IRRISOLTI
Definizione di rifugiato secondo la Convenzione di Ginerva
La Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sullo statuto dei rifugiati è
stata ratificata da 148 Paesi. Garantisce ai rifugiati protezione e diritti,
che gli Stati devono accordare loro, e sancisce il principio del non respin-
gimento. Secondo la Convenzione, il rifugiato è colui che, temendo di
essere perseguitato per motivi di razza*, religione, nazionalità, apparte-
nenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si
trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e per questi motivi
non può o non vuole chiedere la protezione di detto Stato.
* La Convenzione di Ginevra sui rifugiati fu adottata nel 1951, in un’epoca in cui il termine „razza“ faceva parte del linguaggio ufficiale. Oggi si parla di „appartenenza etnica“.
Motivi della fuga
Secondo la Convenzione di Ginevra, per rifugiati si intendono le persone
perseguitate in modo mirato per le loro opinioni politiche, per la loro
religione o per altri motivi. Nella pratica molte persone hanno difficoltà
a fornire le prove di tali persecuzioni, o non ne sono affatto in grado.
Fuggono dai disordini, dalla guerra civile, dall’arbitrio, ma anche dalla
fame, o hanno perso casa e mezzi di sostentamento in seguito a catast-
rofi naturali. In futuro il loro numero è destinato a crescere. Sono quindi
necessarie nuove soluzioni internazionali.
Problemi irrisolti
Estratto dell’intervista a Walter Leimgruber per la mostra FUGGIRE 2016**:
Chi fugge da una guerra non viene rimpatriato, ma ammesso solo a titolo
provvisorio.
„L’ammissione provvisoria è problematica e dovrebbe essere sostituita da
un nuovo statuto di protezione complementare in base al quale se entro
un lasso ragionevole di tempo queste persone possono far ritorno a casa
vengono rimpatriate, in caso contrario dopo un certo numero di anni
acquisiscono il diritto di soggiorno. L’importante è permettere loro di ist-
ruirsi e integrarsi fin dall’inizio. A queste persone va offerta una prospet-
tiva, indipendentemente da quanto tempo rimarranno nel nostro Paese.“
** Fonti: Un solo mondo n. 2, 2016; mostra FUGGIRE: Intervista a Walter Leimgruber, Presidente della Commissione federale della migrazione (CFM).
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Modello
DEFINIZIONE RIFUGIATO, MOTIVI DELLA FUGA, PROBLEMI IRRISOLTI
A chi dobbiamo riservare la nostra protezione, e in che forma?
„Bisognerebbe proteggere chi teme per la propria vita o la propria inco-
lumità. Le ragioni della fuga sono sempre più complesse e talvolta si som-
mano. La cosa migliore è offrire soluzioni in loco sostenendo la costruzi-
one di società stabili, lo sviluppo dell’economia e la tutela dell’ambiente.
Ma si deve aiutare anche chi fugge, perché lungo le rotte migratorie i pe-
ricoli sono molti. Dovremmo infine riflettere sulla possibilità di accogliere
in Europa un maggior numero di migranti economici, affinché la richiesta
di asilo non rimanga l’unica prospettiva.“
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La maggior parte dei profughi rimane nel proprio Paese o trova rifu-
gio nei Paesi confinanti, sperando di poter un giorno tornare a casa.
Prospettiva però in molti casi irrealizzabile. Chi fugge rimane in ques-
ta situazione precaria in media per 17 anni, senza poter ritornare nel
Paese d’origine né potersi integrare in un altro Paese. Integrarsi in un
altro Paese significa infatti soggiornarvi legalmente, avere il permesso
di lavoro, frequentare le scuole e avere accesso all’assistenza medica.
Abdi Farah vive in Somalia, è un profugo interno; Hayat Hamid vive in
Libano, Paese che confina con la Siria; Malaika Awuor Deng Garang
proviene dal Sudan del Sud e risiede temporaneamente in Kenya, Pae-
se che confina con il suo. Quale futuro li attende?
Quali prospettive ha Malaika Awuor Deng Garang?
Qual è il suo sogno?
Quali prospettive ha Abdi Farah?
Qual è il suo sogno?
Quali prospettive ha Hayat Hamid?
Qual è il suo sogno?
Modello
PROSPETTIVE IN LOCO
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Modello
CIFRE
68,5 milioni di persone in fuga.
Il numero delle persone costrette a fuggire è pari a otto volte la popola-
zione della Svizzera.
17 anni di vita come profughi.
Chi fugge rimane nella condizione di profugo in media per 17 anni, ov-
vero per quasi una generazione, senza poter ritornare nel Paese d’origine
né potersi integrare in un altro Paese. Integrarsi in un altro Paese significa
infatti soggiornarvi legalmente, avere il permesso di lavoro, frequentare
le scuole e avere accesso all’assistenza medica.
Ogni minuto, 31 persone sono costrette ad abbandonare la loro casa.
Anche in questo momento.
Due terzi delle persone in fuga sono sfollati o profughi interni.
25,4 milioni di profughi vivono fuori del loro Paese.
40,0 milioni sono sfollati o profughi interni (IDP).
3,1 milioni di richiedenti l’asilo (nel mondo!) sono in attesa di essere
accolti in un altro Paese.
Bambini soli in fuga
Molti bambini dovevano fuggire da solo senza le loro famiglie.
Hanno tutta la loro vita davanti a loro e hanno bisogno di una protezione
speciale.
Il52%dellepersoneinfugahamenodi18anni.
Il48%sonoadulti(46%nellafasciad’età18–59annie3%inquella
successiva).
http://www.unhcr.org/figures-at-a-glance.html
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1 393 873
747
7 226
Afghanistan1 186
2 825
1 005
Eritrea
Siria
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
199947 513
200510 795
2018 15 255
2017 2018
201539 523
Domande di asilo 1998 – 2018Domande di asilo 2018:Le nazioni più importanti
Modello
CIFRE
Georgia
Turchia
Algeria
Altre
In Svizzera i richiedenti l’asilo, le persone ammesse provvisoriamente e i rifugiati riconosciuti rappresentanol’uno per cento della popolazione.
Rifugiati in Svizzera
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1. Immagina che scoppi la guerra: dove fuggiresti?
2. Che cosa significa per te „senso di umanità“?
3. Supponiamo che tu sia costretto/a a fuggire: cosa faresti?
4. Supponiamo che tu sia costretto/a a fuggire:
cosa ti aspetteresti dagli altri?
5. Quando si è considerati apolidi (senza patria)?
6. Hai una seconda patria? Potresti immaginare di averne tre o quattro?
Modello
SEI DOMANDE
| 60
Hayat Hamid
Perché Hayat Hamid è fuggita?
Dove vive ora?
Qual è il suo sogno?
Che cosa porteresti con te se fossi costretto/a a fuggire?
Che cosa ti augureresti?
Modello
RITRATTI – IMMAGINI DELLA FUGAPercorso II 5a– 6a classe
| 61
Modello
RITRATTI – IMMAGINI DELLA FUGAPercorso II 5a– 6a classe
Aziz Poladi
Perché Aziz Poladi è fuggito?
Dove vive ora?
Qual è il suo sogno?
Che cosa porteresti con te se fossi costretto/a a fuggire?
Che cosa ti augureresti?
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Modello
RITRATTI – IMMAGINI DELLA FUGAPercorso II 5a– 6a classe
Abdi Farah
Perché Abdi Farah è fuggito?
Dove vive ora?
Qual è il suo sogno?
Che cosa porteresti con te se fossi costretto/a a fuggire?
Che cosa ti augureresti?
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Malaika Awuor Deng Garang
Perché Malaika Awuor Deng Garang è fuggita?
Dove vive ora?
Qual è il suo sogno?
Che cosa porteresti con te se fossi costretto/a a fuggire?
Che cosa ti augureresti?
Modello
RITRATTI – IMMAGINI DELLA FUGAPercorso II 5a– 6a classe
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Modello
RITRATTI – IMMAGINI DELLA FUGAPercorso II 5a– 6a classe
Mohammed Abdulla
Perché Mohammed Abdulla è fuggito?
Dove vive ora?
Qual è il suo sogno?
Che cosa porteresti con te se fossi costretto/a a fuggire?
Che cosa ti augureresti?
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Yusra Mardini, insieme ad altri nove atleti, ha fatto parte della squad-
ra dei rifugiati che durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi ha
sfilato con la bandiera olimpica ricevendo l’accoglienza più calorosa da
parte del pubblico dopo il Brasile, Paese ospitante. Stare in piedi per ore
poco prima di una gara non giova certo alla prestazione di un’atleta: ma
l’apparizione di Yusra Mardini non è solo una questione sportiva. All’at-
leta vengono rivolte domande cruciali alle quali persino i capi di Stato, in
tempi di prolungata crisi dei profughi, non hanno saputo dare risposte
plausibili. Yusra Mardini, che dopo una maratona mediatica durata mesi è
consapevole dell’interesse che catalizza, risponde. „Vorrei dire a tutti che
„rifugiato” non è una parolaccia. Siamo persone e siamo capaci di fare
grandi cose per mostrare chi siamo“.
Nel 2017 Yusra Mardini è stato nominato ambasciatore speciale dell‘UN-
HCR. È fuggita dalla Siria, ha attraversato il Mediterraneo in Europa e co-
nosceva la situazione come rifugiato dalla propria esperienza. Incoraggia
tutti i rifugiati a proseguire gli studi, a svilupparsi ulteriormente ea fare
ogni sforzo per costruire una nuova esistenza.
http://www.unhcr.org/dach/ch-fr/12970-la-nageuse-syrienne-yusra-mardini-nommee-ambassadrice-de-bonne-volonte-du-hcr.html
Modello
ATLETI OLIMPICI RIFUGIATI 2016
© UNHCR/Gary Hershorn
| 66
PREGIUDIZIO
Tutti fuggono verso l’Europa.
FATTOLa maggioranza delle persone in fuga rimane nel proprio Paese o cerca rifugio nei Paesi li-mitrofi.
Un quarto della popolazione del Libano è costi-tuito da profughi. In Svizzera i richiedenti l’asilo, le persone ammesse provvisoriamente e i rifu-giati riconosciuti rappresentano circa l’uno per cento della popolazione. aus.
PREGIUDIZIO
I richiedenti l’asilo vivono nel lusso.
FATTO
I richiedenti l’asilo accolti nei centri di registrazione e di procedura (CRP) in Svizzera
ricevono un’indennità giornaliera di tre franchi.
PREGIUDIZIO
I richiedenti l’asilo fanno finta di essere perseguitati.
FATTONell’ambito della procedura di asilo vengono analizz-ate attentamente le ragioni della fuga di ogni singo-lo richiedente.Per ottenere l’asilo i richiedenti devono presenta-re una domanda dopo l’ingresso in Svizzera. Nella Convenzione di Ginevra sui rifugiati e nella legge fe-derale sull’asilo è definito precisamente chi ha diritto all’asilo e può rimanere in Svizzera come rifugiato. Tutti i richiedenti devono dimostrare di essere perse-guitati o di temere che ciò accada.
PREGIUDIZIO
Perché il flusso di rifugiati non si arresta dal momento che tutti i Paesi confinanti con la Svizzera
sono sicuri?
FATTOIn Europa non esiste un regime uniforme in materia di asilo e alcuni Paesi non hanno ancora un sistema solido.
Il regolamento Dublino, che anche la Svizzera ap-plica pur non essendo uno Stato membro dell’UE, stabilisce a quale Stato UE compete l’esame di una domanda d’asilo. In base ai criteri di Dublino i richie-denti devono presentare la domanda d’asilo nello Stato Dublino in cui hanno fatto il proprio ingresso nell’Unione europea.
Modello
MEMORY DEI PREGIUDIZI *
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* Partir, Arriver, Rester. Dossier didactiquesur la fuite et l’asile. À partir de 12 ans Le présent dossier se fonde sur la publication „ Aufbrechen, Ankommen, Bleiben “ élaborée par le bureau du HCR pour l’Autriche en coopération avec le Fonds autrichien d’intégration ÖIF et l’association BAOBAB. Éditeurs : éducation21, Secrétariat d’État aux migrations, Bureau du HCR pour la Suisse et le Liechtenstein Auteure : Hildegard Hefel, Collaboration : Tim Hübener, Rédaction : Marianne Gujer, Conception : Marion Dorner Grafik Design, Consultation / collaboration : Pascal Schwendener, Julia Dao © éducation21 / SEM / HCR, Berne 2017 Téléchargement gratuit : www.education21.ch/fr/ecole/productions-education21
PREGIUDIZIO
I genitori mandano prima i figli in Svizzera in modo da potervi
poi entrare più facilmente.
FATTO
In Svizzera i profughi minorenni devono sottoporsi alla procedura d’asilo esattamente come gli adulti. Per quanto riguarda il ricongiungimento familiare va detto che i richiedenti l’asilo minorenni non accom-pagnati (RMNA) non possono portare le loro famiglie in Svizzera. Dalla revisione della legge sull’asilo del 14 dicembre 2012, solo i coniugi di rifugiati e i loro figli minorenni possono beneficiare del ricongiungi-mento familiare ed entrare in Svizzera (art. 51 LAsi).
PREGIUDIZIO
I trafficanti fanno entrare i clandestini nel nostro Paese: bisogna rafforzare i controlli
alle frontiere.
FATTOLa Svizzera, come gli altri Paesi, non può respingere alle fron-tiere le persone in fuga. „Chiudere le frontiere significa fare involontariamente il gio-co dei trafficanti, perché ai migranti, disperati, non resta altra alternativa che affidarsi a loro“, spiega William Lacy Swing, direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Giungere in Svizzera senza documenti di viaggio non significa per forza essere dei „criminali“. Chi fugge spesso non ha alt-ra scelta che entrare e uscire clandestinamente da un Paese. Molte persone si affidano dunque a dei „passatori“ per attra-versare le frontiere, pagando loro laute somme e non di rado rimettendoci la vita.
PREGIUDIZIO
I profughi non vogliono imparare la nostra lingua.
FATTOI rifugiati riconosciuti e le persone ammesse provvisoria-mente hanno la possibilità di seguire corsi di lingua, per i richiedenti l’asilo ciò non è invece previsto.
I richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati hanno il diritto, durante l’intera procedura d’esame, di seguire gra-tuitamente alcune lezioni di italiano, francese o tedesco. La legge non prevede invece corsi gratuiti per i richiedenti l’asilo maggiorenni. I corsi di lingua a pagamento sono soli-tamente cari: i richiedenti l’asilo usufruiscono pertanto dei corsi offerti da organizzazioni caritative, servizi di volonta-riato o simili, i cui posti sono limitati.
PREGIUDIZIO
I profughi sono in maggioranza uomini.
FATTOSecondo stime dell’ACNUR, l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, la metà degli olt-re 68,5 milioni di profughi è di sesso femminile.
Ma solo un numero esiguo di donne raggiunge l’Europa. Che cosa succede alle altre? La maggi-or parte rimane nei Paesi limitrofi. Molte donne e molti bambini non sono in grado di affrontare i pericoli di un viaggio verso l’Europa. Ecco perché in Europa giungono in maggioranza uomini.
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Da quali Paesi fuggono le persone?
Indicare tre Stati
Attualmente 68,5 milioni di persone sono in fuga.
Quanti sono i richiedenti l’asilo (nel mondo)?
25,4 mio. 40,0 mio. 3,1 mio.
In quali atti normativi internazionali sono definiti i diritti dei rifugiati?
Costituzione federale della Confederazione Svizzera
Convenzione di Ginevra sui rifugiati
Articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani
Carta delle Nazioni Unite
Le persone fuggono per svariati motivi. Secondo il quadro normativo
vigente, non tutti i profughi hanno diritto d’asilo. In quali situazioni a
rischio, tra quelle elencate sotto, non viene concesso l’asilo?
Persecuzione per motivi di razza*
Violenza arbitraria in situazioni di guerra
Persecuzione per appartenenza a un determinato gruppo sociale
Persecuzione per opinioni politiche
Fuga a causa di catastrofi ambientali
Persecuzione per motivi di religione
Servizio militare
Modello
QUIZ
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Chi teme per la propria vita o la propria incolumità non può essere
rimandato nel Paese d’origine. Com’è definito questo principio sancito
dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951?
Diritto di essere riconosciuto come soggetto di diritto
Diritto alla libera circolazione (uscita e ritorno nel Paese)
Principio di non respingimento
Diritto alla libertà di opinione, espressione e informazione
In quale anno Atleti Olimpici Rifugiati hanno partecipato per la prima
volta ai Giochi olimpici?
2004 2016 1968
* La Convenzione di Ginevra sui rifugiati fu adottata nel 1951, in un’epoca in cui il termine „razza“ faceva parte del linguaggio ufficiale. Oggi si parla di „appartenenza etnica“.
Modello
QUIZ
| 70
„Nella nostra vita quotidiana noi ci consideriamo membri di una serie
di gruppi: facciamo parte di tutti questi gruppi. La stessa persona può
essere, senza la minima contraddizione, di cittadinanza americana, di ori-
gine caraibica, con ascendenze africane, cristiana, progressista, donna,
vegetariana, maratoneta, storica, insegnante, romanziera, femminista,
eterosessuale, sostenitrice dei diritti dei gay e delle lesbiche, amante del
teatro, militante ambientalista, appassionata di tennis, musicista jazz e
profondamente convinta che esistano esseri intelligenti nello spazio con
cui dobbiamo cercare di comunicare al più presto (preferibilmente in in-
glese). Ognuna di queste collettività, a cui questa persona appartiene
simultaneamente, le conferisce una determinata identità. Nessuna di esse
può essere considerata l’unica identità o l’unica categoria di appartenen-
za della persona. L’inaggirabile natura plurale delle nostre identità ci
costringe a prendere delle decisioni sull’importanza relativa delle nostre
diverse associazioni e affiliazioni in ogni contesto specifico.“
Sen, Amartya (2008), Identità e violenza, Editori Laterza, „Economica Laterza”, Roma-Bari*
* Partir, Arriver, Rester. Dossier didactiquesur la fuite et l’asile. À partir de 12 ans Le présent dossier se fonde sur la publication „ Aufbrechen, Ankommen, Bleiben “ élaborée par le bureau du HCR pour l’Autriche en coopération avec le Fonds autrichien d’intégration ÖIF et l’association BAOBAB. Éditeurs : éducation21, Secrétariat d’État aux migrations, Bureau du HCR pour la Suisse et le Liechtenstein Auteure : Hildegard Hefel Collaboration : Tim Hübener Rédaction : Marianne Gujer Conception : Marion Dorner Grafik Design Consultation / collaboration : Pascal Schwendener, Julia Dao © éducation21 / SEM / HCR, Berne 2017 Téléchargement gratuit : www.education21.ch/fr/ecole/productions-education21
Modello
IDENTITÀ PLURALI
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Nessuno di noi ha un’unica identità, bensì identità cosiddet-
te „plurali“ che talvolta possono entrare in conflitto l’una
con l’altra. Non sempre poi possiamo scegliere le nostre ap-
partenenze, in alcuni casi sono gli altri ad attribuircele.
Attività individuale: inserisci in ogni casella un gruppo soci-
ale al quale appartieni (p. es. famiglia, classe, gruppo sporti-
vo, gruppo giovanile, associazione, comunità religiosa ecc.)
e rifletti sul ruolo che svolgi in questi gruppi.
• Qualeappartenenzaèilfruttodiunatuasceltae
quali invece ti sono state attribuite da altri?
• Inqualegruppotisentipiùatuoagio,inqualeinvece
meno?
• Alcuneappartenenzesonoinconflittol’unaconl’altra?
Quali? In coppia: analizzate le vostre esperienze e appar-
tenenze e riflettete sulle domande elencate qui sopra.
* Partir, Arriver, Rester. Dossier didactiquesur la fuite et l’asile. À partir de 12 ans Le présent dossier se fonde sur la publication „ Aufbrechen, Ankommen, Bleiben “ élaborée par le bureau du HCR pour l’Autriche en coopération avec le Fonds autrichien d’intégration ÖIF et l’association BAOBAB. Éditeurs : éducation21, Secrétariat d’État aux migrations, Bureau du HCR pour la Suisse et le Liechtenstein Auteure : Hildegard Hefel, Collaboration : Tim Hübener, Rédaction : Marianne Gujer, Conception : Marion Dorner Grafik Design, Consultation / collaboration : Pascal Schwendener, Julia Dao © éducation21 / SEM / HCR, Berne 2017 Téléchargement gratuit : www.education21.ch/fr/ecole/productions-education21
Modello
„LE MIE VARIE IDENTITÀ“
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Abbiamo selezionato una rassegna di filme, libri unità didattiche nostro
avviso particolarmente validi.
Film
„Project Humanity“Il senso di umanità si può insegnare e imparare!
Istruzione orientata ai valori: riflettere sui valori personali e i „principi
umanitari“.
Ogni giorno ci arrivano immagini e notizie di guerre, catastrofi naturali e
persone che, costrette a fuggire, perdono la vita. Come reagiamo dinanzi
a queste tragedie? Le crescenti esigenze umanitarie riguardano e chia-
mano in causa tutti noi. La formazione umanitaria si fonda sui principi
dell’umanità, dell’imparzialità, dell’indipendenza e della neutralità, che
sono la base di ogni azione umanitaria. La formazione umanitaria è uno
strumento fonda- mentale per affrontare e gestire le enormi sfide del
presente e del futuro. „Project Humanity“, il progetto qui presentato,
rappresenta una valida soluzione per integrare nell’insegnamento scola-
stico questo tema di estrema attualità.
Filme: Impegno umanitario della Svizzerawww.youtube.com/swissforeignMinistry
Livello secondario I
Cercare rifugio – Rachel
Rachel, 17 anni, racconta la sua storia di persecuzione e fuga. Lei e la sua
famiglia, di religione cristiana, sono vittime di discriminazione nel loro
Paese a maggioranza musulmana e decidono di fuggire in Europa. Qui
conducono una vita normale fino a quando vengono arrestati e rinviati
nel loro Paese d’origine. Dato che le vessazioni non cessano, decidono di
scappare nuovamente in Europa, dove finalmente ottengono un permes-
so di soggiorno definitivo. Rachel frequenta la scuola e desidera diventa-
re avvocata per poter aiutare le persone costrette a fuggire.
Temi: diritti umani, diritto all’istruzione, fede e libertà di religione, fuga, migrazione. Materiale di supporto di Peter Meier
http://www.filmeeinewelt.ch/francais/files/40234.pdf http://www.filmeeinewelt.ch/deutsch/pagesnav/framesE4.htm?../pagesmov/40234.htm&KA
Appendice
MATERIALE DIDATTICO DI APPROFONDIMENTO
Scritto e diretto da: Andy Glynne. Prodotto da: Mosaic Films, Gran Bretagna 2012. Animazione: Salvador Maldonado, Karl Hammond e altri. Musica: Alexander Parsons. Documentario animato, 6 minuti, dai 14 anni in su, 3° ciclo (7a–9a classe). Lingue: inglese (v.o.), italiano, francese, tedesco. Sottotitoli: italiano, francese, tedesco.
http://www.project-humanity.info/it.html
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Livello secondario II
La Forteresse/La fortezza
Per la prima volta una cinepresa si addentra senza restrizioni in un centro
di registrazione per richiedenti l’asilo in Svizzera. Il regista ci offre una
visione umana di un luogo di passaggio nel quale 200 persone – uomini,
donne e bambini – sono in attesa che il Governo decida quale sarà il loro
destino, sospesi tra speranze e dubbi. Con uno sguardo sobrio, il film do-
cumenta dall’esterno l’iter e le procedure che devono affrontare e mostra
le loro storie personali dagli epiloghi diversi.
Materiale di supporto per il livello secondario II di Heinz Urben, pedagogia dei media, e Ruth Köppl, scienze cinematografiche. Per gentile concessione di Kinokul-tur in der Schule http://www.filmeeinewelt.ch/deutsch/pagesnav/framesE4.htm?../pagesmov/52059.htm&KA
Libri
Il viaggio Francesca Sanna
Il viaggio racconta, attraverso gli occhi di un bambino, la fuga travagliata
di una famiglia da un Paese devastato dalla guerra verso l’Europa. Una
storia di estrema attualità che narra di perdite e delusioni, nostalgia e
speranza. Il viaggio è in realtà la storia di molte fughe. L’idea del libro è
maturata in Francesca Sanna dopo l’incontro con due bambine in un cen-
tro di accoglienza per profughi in Italia. L’autrice ha raccolto le testimo-
nianze di molti migranti che hanno dovuto affrontare un viaggio simile a
quello della famiglia protagonista del racconto. Le loro esperienze sono
confluite nella storia e hanno preso forma attraverso le illustrazioni cari-
che di significato di Francesca Sanna.
In questa intervista, l’autrice e illustratrice spiega com’è nata quest’opera
per bambini estremamente toccante sia nei contenuti sia nelle immagini.
http://campus.nzz.ch/studium-generale/studentin-der-stunde-francesca-sanna
Scritto e diretto da: Fernand Melgar. Prodotto da: Climage, Télévision Suisse Romande, ARTE, Radiotelevi-sione Svizzera, SRG SSR idée suisse, CH 2008. Fotografia: Camille Cottagnoud. Montaggio: Karine Sudan. Suono: Marc von Stürler. Documen-tario, 100 minuti. Lingua: francese. Sottotitoli: italiano, tedesco, inglese, spagnolo.
Titolo originale inglese: The Journey. Italiano: Emme Edizioni, 2016. Premiato con la medaglia d’oro della Society of Illustrators di New York. Dall’asilo fino alla 6a classe della scuola primaria
Appendice
MATERIALE DIDATTICO DI APPROFONDIMENTO
| 74
Letture consigliate
Melinda Nadj Abonji Come l’aria
„Qui non abbiamo ancora un destino umano, prima dobbiamo guadag-
narcelo“ dice la madre di Ildikó. La famiglia, naturalizzata in Svizzera da
molti anni, gestisce una caffetteria in una posizione privilegiata sul lago.
Ma dire che sono „arrivati” sarebbe errato: le due figlie Ildikò e Nomi
crescono tra due mondi, in bilico e in lotta continua tra la terra perduta,
la Vojvodina, e il desiderio di essere parte della società svizzera. Ci vorrà
molto tempo prima che Ildikò riconosca che dietro l’idillio svizzero si ann-
ida una brutale xenofobia. Un testo di grande attualità sull’emigrazione
e il prezzo dell’assimilazione.
Melinda Nadj Abonji, nata nel 1968 a Becsej, in Serbia, è scrittrice e mu-
sicista e vive in Svizzera.
Irena BrežnáStraniera ingrata
Alla ricerca di un mondo migliore, nel 1968 una ragazza arriva in Svizze-
ra, dove dovrà cimentarsi con una nuova lingua, i dialetti locali e le varie
parlate. Casa dovrebbe essere il luogo dove si può stare imbronciati: la
giovane protagonista si chiede dunque perché mai dovrebbe essere grata
di vivere in un posto di cui non si sente parte. La nuova realtà le sembra
ingombrante, distante, si ribella dunque al Paese ospitante che le vuole
imporre regole non sue e le impedisce di essere sé stessa. Ma incontrerà
molti altri „smarriti” come lei, che sperano di riuscire a cavare qualco-
sa dalla vita: ladruncoli, depressi, furbacchioni, profughi a causa di una
guerra, persone sfruttate, troppo concilianti o ingenue. Imparerà a vivere
l’esilio e l’alienazione come una ricchezza, a costruire ponti tra le culture.
Irena Brežná è nata in Cecoslovacchia nel 1950 ed è emigrata in Svizzera
nel 1968.
Romanzo vincitore del Deutscher Buchpreis 2010 e dello Schweizer Buchpreis 2010, Jung und Jung 2010 (ed. it. Voland, 2012). Una storia sulla perdita delle proprie origini.
Appendice
MATERIALE DIDATTICO DI APPROFONDIMENTO
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Maggiori informazioni
http://globaleducation.ch/globaleducation_it/pages/HO/HO_Al.php?navan-chor=2110000
Anche varie organizzazioni (ACNUR, CFM, SEM e DSC) forniscono materiale didattico specializzato, disponibile ai seguenti link:
http://www.project-humanity.info/ https://www.eda.admin.ch/deza/it/home/pubblicazioni-servizi/informazioni-inseg nanti-apprendisti.htmlhttps://www.fluechtlingshilfe.ch/bildung/jugendliche/projekttag-flucht-und-asyl. htmlhttp://www.kiknet-sem.org/http://www.unhcr.org/teaching-about-refugees.htmlhttp://www.education21.ch/it/produzioni
©DFAE/DSC
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