don juan, el burlador de sevilla · juan, el burlador de sevilla di tirso de molina, opera...

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Don Juan,el burladorde Sevilla

prossimamente alReal Albergo dei Poveri

Viaggio, naufragio e nozze di Ferdinando principe di Napolida The Tempest diWilliam Shakespeareregia Carlo Presotto21, 22, dal 24 al 29 giugno ore 21.00

Death is certain(36 modi per torturare una ciliegia)performance di Eva Meyer-Kellerdal 26 al 28 giugnoore 20.30

Temple di Natalie Hennedigeregia Natalie Hennedigedal 27 al 29 giugno ore 22.00

e inoltre,al Napoli Teatro Festival Italia, dal 20 al 29 giugno

Ditegli sempre di sìdi Eduardo De Filipporegia Geppy Gleijeses18, 19 e 22 giugnoore 21.30Teatro Grande di Pompei (22)

Z.A.C. Zona (di) Attacco Creativoregia Gabriella Stazio13, 14, 20, 21, 27 e 28 giugnoore 18.00 (13, 14, 20, 21 e 27 giugno)ore 20.00 (28 giugno)diversi spazi della città di Napoli

Tanto amor desperdiçado (Peine d’amour perdue)da Love’s Labours Lost diWilliam Shakespeareregia Emmanuel Demarcy-Motadal 20 al 22 giugnoore 21,30 Maschio Angioino

A causa miadi Antonio Vladimir Marino, Antonio Marfella, Luciano Saltarelli, Francesco Saponaroregia Francesco Saponarodal 18 al 21 giugnoore 21.30Castel Capuano

P.O.M.P.E.I.1° scavo: Poco Ortodossi Maldestri Piccoli E Inutilicoreografia Caterina Sagna drammaturgia Roberto Fratini Serafidedal 19 al 23 giugnoore 20.00Teatro Instabile Napoli

Proprio come se nulla fosse avvenutoStill life per la Darsena Acton di Napolidi Roberto Andò da Anna Maria Ortese e da Diego de Silva e Vincenzo Pirrotta regia Roberto Andòdal 20 al 22, dal 25 al 29 giugnoore 21.30 Darsena Acton

L’opera di periferiadi Peppe Lanzettaregia Pasquale De Cristofaro21 e 22 giugnoore 21.30Teatro della Villa Comunale

The Sound of Silenceregia Alvis Hermanismusiche Simon & Garfunkeldal 21 al 23 giugnoore 21.00Auditorium Domenico Scarlatti della RAI

De entre la luna y los hombres con Fuensanta “La Moneta”regia Hansel Cerezadal 24 al 27 giugnoore 24.00Teatro Sannazaro

Quanno ce vo ce vodi Gino Rivieccio e Gustavo Verde24, 25 giugnoore 21.30Teatro della Villa Comunale

Pantagruel Sister-in-lawregia Silviu Purcaretedal 26 al 28 giugnoore 20.00 Teatro Bellini

Another Sleepy Dusty Delta Daydi Jan Fabrecon Ivana Jozicdal 26 al 28 giugnoore 20.00 Teatro Nuovo Lo Vommaro a duello di Roberto De Simoneregia Roberto De Simone27, 28 giugnoore 21.00Teatro Stabile di Napoli Mercadante

Ogni giorno dalle 11 alle 13, conversazioni e incontri con iprotagonisti del Napoli Teatro FestivalItalia, alla sede del Premio Napoli aPalazzo Reale e al Gran CaffèGambrinus

Sotto l’Alto Patronatodel Presidente della Repubblica

Progetto cofinanziatodall’Unione Europea

Unione Europea

Napoli TeatroFestival Italia

P.O.R. Campania2007 / 2013

6 – 29 giugno 2008napoli. teatro

festival italia

www.napoliteatrofestival.itta

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Don Juan, el burlador de Sevilladi Tirso de Molina

drammaturgia e regiaEmilio Hernández

conFran Perea (Don Juan)Jorge Roelas (Catalinón) Isabel Pintor (la Duquesa Isabela)Manuel Tejada (El Rey de Nápoles,El Rey de Castilla)Juan Fernandez (Don Pedro Tenorio,Don Gonzalo de Ulloa, Don Diego Tenorio)Enrique Arce (El Duque Octavio, Anfriso,El Maqués de la Mota, Batricio)LLuvia Rojo (Tisbea)Marina San José (Dona Anna de Ulloa)Ana Salazar (Aminta)

scenografia Francisco Leal, Javier Ruiz de Alegría

costumiHelena Sanchis

musicheDavid San José

coreografiaAna Salazar

luciFrancisco Leal, Pedro Yagüe

aiuto regiaJuanjo Villanueva

assistente alla regiaMagüi Mira

produttore esecutivoJesús Cimarro

produzioneSociedad Estatal de Conmemoraciones Culturales, Ayuntamiento de Sevilla (Spagna)

produzione esecutivaPentación Espectáculos S.A.

in collaborazione conGobierno de España - Ministerio de Cultura - INAEM (Spagna)

una collaborazione traNapoli Teatro Festival Italiae Festival de Almagro (Spagna)

spettacolo in lingua spagnola

durata 120 minuti

Prima Assoluta

21, 22 giugno ore 22.00 Real Albergo dei Poveri

Emilio Hernández mette in scena Don Juan, el burlador de Sevilla di Tirso De Molina, opera pubblicata nel 1630, che segna la prima comparsa ufficiale di Don Giovanni Tenorio nella cultura europea. Burlador sta letteralmente per “ingannatore” più che “seduttore”, come è stato spesso tradotto in italiano. Il termine rinvia all’interpretazione di Don Giovanni non come archetipo di una generica immoralità di costumi o di uno sfrenato impulso sessuale, ma della negazione, prima di tutto mentale, della trascendenza e di qualsiasi manifestazione sovrannaturale.

Il mito di Don Giovanni nasce in una Spagna in decadenza morale e politica. È l’altra faccia del paese che, anni prima, Cervantes, sconfitto e stanco, aveva tenuta nascosta. L’ideale di umanità, il “donchisciottismo” spagnolo ha un feroce rovescio della medaglia nel Don Giovanni individualista e asociale: un uomo spagnolo e cosmopolita, senza più ideali per cui lottare, che si batte per i propri capricci, per il suo desiderio di potere. È l’affermazione cieca e sterile del proprio io, del suo egoismo. Ciò che interessa Don Giovanni non è l’amore, non sono le donne, tantomeno il sesso; piuttosto Don Giovanni vuole dimostrare a se stesso che è capace di vincere. È un esponente dell’impunità e della corruzione nella Spagna monarchica.Don Giovanni è il potere, la brama di dominio, la sublimazione dell’ego: niente e nessuno al di sopra di lui. È il prodotto di una monarchia corrotta, di una nobiltà oziosa, viaggiatrice e cosmopolita. Ad esempio, erano di dominio pubblico e, forse, anche celebrate le avventure galanti del Re.Tirso parla della corte di Alfonso XI per non parlare della propria. E noi potremmo parlare della nostra epoca, dell’inizio del XXI secolo. Nel ‘600, poi, viveva e trionfava Lope de Vega, un Don Giovanni mille volte

pentito e mille volte ricaduto, a cui un certo Tenorio rapì una figlia.Tutte queste circostanze hanno potuto ispirare il suo discepolo Tirso, il cui ruolo di Confessore Reale gli aveva sicuramente procurato, tra l’altro, una profonda conoscenza del dissoluto mondo dell’ambiente monarchico. Don Giovanni, così come il Re, è tollerato ed invidiato: possiede ciò che gli altri non hanno, la libertà, la capacità di sfuggire, di ritrovarsi in uno stadio primitivo di umanità privo di obblighi e di responsabilità. Il suo potere, la sua relazione con il potere, assolutamente amorale, coincidono con la monarchia stessa, che ha nell’ozio il suo unico impegno e che protegge i suoi privilegi per la sua sopravvivenza. La morte, l’inevitabile castigo per la condotta di Don Giovanni, non gli arriva dal potere o dalla giustizia, ma dal suo stesso gioco, come accade ad un torero, da una roulette russa creata nell’irrealtà, visto che la realtà non basta. In un certo senso, la morte rappresenta l’ultimo gradino di questa vita oziosa, spesa nel rischio, che la sua posizione sociale gli permette; una posizione privilegiata in una società in decadenza che porterà all’estinzione della Casa Reale stessa.Emilio Hernández

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