corso per operatore tecnico olistico - metodologia dell'insegnamento - prof vincenzo sciurti
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Corso per Operatore Tecnico Olistico del Benessere Naturale
Metodologia dell’Insegnamento
METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO
• La comunicazione per un insegnamento efficace
• La motivazione• Definizione e condivisione degli obiettivi
METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO
IL RUOLO DELL’OPERATORE OLISTICO:• Chi è l’Operatore Tecnico Olistico del
Benessere?• Le competenze pedagogiche• Gli atteggiamenti• Le conoscenze
Chi è l’Operatore Olistico del Benessere Naturale
• L’Operatore del Benessere Olistico, esperto in salute globale e in crescita umana, opera sulle persone sane o sulla parte sana delle persone malate facilitando la salute e il benessere psicofisco.
• Un educatore che facilita il ritrovamento dell'equilibrio e dell' armonia psicofisica attraverso l’uso di tecniche naturali, energetiche, psicosomatiche, artistiche, e culturali stimolando un naturale processo di crescita e trasformazione della persona.
• L'Operatore del benessere Olistico è un agente attivo che opera sul benessere globale della persona.
Una figura professionale emergente che coniuga salute, benessere e natura.
• Il significato di salute cambia nel corso dei secoli, adeguandosi ai diversi contesti culturali.
• Recentemente da un concetto di salute basata sull'assenza di malattie si è passati a un'idea di benessere fisico, mentale e sociale, formulato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
INSEGNANTE
Animatore
Allenatore
Istruttore
Maestro
Coach
EDUCAZIONE E FORMAZIONE DELLA PERSONA
LA METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO si occupa di individuare e suggerire LE STRATEGIE PIÙ EFFICACI PER INSEGNARE le tecniche e le tattiche sportive agli atleti
L’ALLENATORE assomma COMPITI E COMPETENZE tipicamente didattiche: escogita soluzioni, insegna e perfeziona nuove varianti, ottimizza le vecchie tecniche e ne accresce la consapevolezza nell’atleta
L’Operatore Olistico
• “Addestratore”• Biomeccanico-chinesiologo• Amico, confidente• Padre - Guida – Educatore – Portatore di principi • Psicologo• Insegnante - Maestro• Preparatore fisico• Medico/terapeuta• Tecnologo• Progettista e manager di progetti e sistemi di documentazione• Intrattenitore, animatore • Organizzatore di eventi e attività • Veicolo di immagine ed operatore di marketing
I ruoli multipli dell’allenatore/coach
GLI ATTEGGIAMENTI
Per il successo di un allenatore non contano solo conoscenze e competenze ma anche l’insieme dei suoi atteggiamenti.
• SAPER INCORAGGIARE E SOSTENERE• L’EMPATIA• IL CONTESTO ORGANIZZATIVO• L’AGGIORNAMENTO E LA FORMAZIONE
CONOSCENZE E COMPETENZE
• Anatomia/Postura • Tecniche di Massaggio: shiatzu, thai, rilass.,
stimol., digitopressione, hot stone, reiki• Tecniche di Respirazione• Tecniche Rilassanti• Stretching • Psicologia • Etica / Antidoping• Ordinamento Sportivo / Costituzione e Org. ASD
LE CONOSCENZE
• I CORSI DI FORMAZIONE
• L’AUTODOCUMENTAZIONE
• L’ESPERIENZA PRATICA
LE CONOSCENZE• LE TECNICHE (E LE TATTICHE SPORTIVE) OGGETTO DELL’INSEGNAMENTO E I LE TECNICHE (E LE TATTICHE SPORTIVE) OGGETTO DELL’INSEGNAMENTO E I
PROCESSI DI APPRENDIMENTO E DI CONTROLLO MOTORIO CHE NE SONO PROCESSI DI APPRENDIMENTO E DI CONTROLLO MOTORIO CHE NE SONO ALLA BASEALLA BASE
• I FATTORI GENERALI E SPECIFICI DELLA PRESTAZIONE, I LORO PRESUPPOSTI I FATTORI GENERALI E SPECIFICI DELLA PRESTAZIONE, I LORO PRESUPPOSTI FISIOLOGICI E I MEZZI UTILIZZABILI PER INNALZARE IL LIVELLO E LE FORME FISIOLOGICI E I MEZZI UTILIZZABILI PER INNALZARE IL LIVELLO E LE FORME OTTIMALI DELLA LORO MODULAZIONEOTTIMALI DELLA LORO MODULAZIONE
• I FATTORI SOCIALI, RELAZIONALI CHE ENTRANO IN GIOCO NELLA I FATTORI SOCIALI, RELAZIONALI CHE ENTRANO IN GIOCO NELLA SITUAZIONE DI ALLENAMENTO (COMUNICAZIONE, NATURA DELLE SITUAZIONE DI ALLENAMENTO (COMUNICAZIONE, NATURA DELLE INFORMAZIONI FORNITE ALL’ALLIEVO, SUGGERIMENTI, FEEDBACK, ECC..)INFORMAZIONI FORNITE ALL’ALLIEVO, SUGGERIMENTI, FEEDBACK, ECC..)
• LE CARATTERISTICHE DI UNA METODOLOGIA DI LAVORO BASATA SULLA LE CARATTERISTICHE DI UNA METODOLOGIA DI LAVORO BASATA SULLA PROGRAMMAZIONE E SULLA VARIAZIONE CICLICA DELL’ALLENAMENTOPROGRAMMAZIONE E SULLA VARIAZIONE CICLICA DELL’ALLENAMENTO
Aspetti della Metodologia dell’insegnamento
• La Comunicazione (interpersonale)• La Motivazione• Definizione e condivisione degli Obiettivi
Questo scambio continuo è comunicazione.
“…Se noi percepiamo qualcosa, proviene da una fonte;
…se noi esprimiamo qualcosa, da qualche parte arriverà.”
Cosa significa COMUNICARE?
Si può non comunicare?
“non si può non comunicare”
1° regola della comunicazione
COMUNICARETRASMETTERE INTERPRETARE
TRASMETTERE
. . . mettere . . .
TRA
COMUNICARE
. . . mettere . . .
in COMUNE
PROCESSO DI COMUNICAZIONEdetermina una dinamica relazionale
1. Fonte
2. Trasformazione
in
Codice
3.
4. Trasformazione
del
Codice
5. Destinazione
1. La comunicazione inizia quando si decide di inviare un messaggio a qualcuno
2. Si traduce in pensieri e sentimenti da comunicare in uno specifico messaggio
3. Il messaggio viene trasmesso attraverso vari canali comunicativi (verb. e n.v.)
4. Il ricevente decodifica il messaggio: ascolta e capisce
5. Il ricevente riflette sul messaggio e sviluppa pensieri e sentimenti
6. Il ricevente decide di rispondere e lo scambio riparte dal punto 2.
informazione
EMITTENTE
Segnale(Messaggio)
MEZZICorpo, Voce, parole
Codici Verbale, Paraverbale e Non
Verbale
RICEVENTE
PERCEPISCE
DECODIFICA
FEED-BACK: risultato della comunicazione
Sistema VISIVO
Sistema AUDITIVO
Sistema CENESTESICO
Sistema OLFATTIVO
Sistema GUSTATIVO
2^ regola: La Mappa non è il Territorio
FILTRI RAPPRESENTAZIONALIFILTRI RAPPRESENTAZIONALI
WWW.GROWBP.COM
VISIVO AUDITIVO CENESTESICO
Verbale Guardare, osservare, illustrare,focalizzarsi, chiaro, lampante, evidente, oscuro illustrare, inquadrare, ombra, luce, visione, …
Altisonante, suona bene, stridente, in sintonia, raccordare,squillante, ascoltare, scrosciare, parlare,discutere, chiedere, armonizzare, volume, rumore, tono, eco, assordante, …
Cogliere, toccare, afferrare, duro, liscio, raffreddare, caloroso,assaporare,amaro, saporito, acido,fumoso, fragranza,aroma, essenza,…
Paraverbale Ritmo veloce, serrato, tono alto, pause brevi, …
Ritmo, tono, timbro, pause nella media, con modulazioni, …
Tono basso, profondo, pause lunghe, ritmo lento, …
Non verbale Posizione eretta, testa alta, costruzione spaziale delle immagini con le braccia e le mani, gestualità centrifuga, respirazione alta (polmonare), pallore, …
Posizione della testa inclinata, postura del sassofonista, respirazione mediana (polmoni e diaframma), gestualità media e armoniosa, mani spesso vicino alle orecchie, …
Posizione leggermente curva, alla ricerca del baricentro, respirazione bassa e sospiri profondi, colorito roseo, gestualità centripeta, ...
Sistemi Rappresentazionali
WWW.GROWBP.COM
Pensare,credere,capire, sentire, sapere, creare, decidere, attivare, cambiare, consigliare, considerare, sviluppare, indicare, organizzare, gestire, motivare, preparare, essere consapevole, rendersi conto, processo, esperienza, …
Visiva … dal mio punto di vista, senza ombra di dubbio, memoria fotografica, un futuro luminoso, chiudere un occhio, vederci chiaro, focalizzarsi sull’obiettivo, me la sono vista brutta, questa cosa la vedo molto bene, non mi ci vedo proprio,ho dato un’occhiata, un lampo di genio, …
Auditiva … forte e chiaro, mai sentito, così per dire, a dire il vero, muto come un pesce, non mi suona giusto, siamo in sintonia, dai voce ai tuoi pensieri,
Cinestesica … voglio toccare con mano, non lo sopporto, mettiamo le carte in tavola, sono proprio a terra, ho l’amaro in bocca, abbiamo avuto una discussione infuocata, è una testa calda, mi è proprio sfuggita di mano
… dal mio punto di vista - quello che io dico - ciò che io percepisco. … chiariamoci - parliamoci - mettiamo le carte in tavola.… non ci vedo chiaro - non mi suona giusto - ha un sapore strano. … mettiamoci alla prova …C’era una volta . . .
Predicati Non Specificati e Alcuni Modi di Dire
CODICE
• Definiamo CODICE l’insieme dei segni convenzionali con cui formuliamo un messaggio.
• Il codice utilizzato da chi ascolta non è necessariamente quello utilizzato da chi parla
L’ITER DELLA COMUNICAZIONE La comunicazione rappresenta il nostro pensiero al 100% ma…
L’EMITTENTE Vuole comunicare
Riesce a comunicare
RICEVENTE
RICEVE
CAPISCE
RICORDA
GLI OBIETTIVI DELLA COMUNICAZIONE
• Non sono trasmettere un messaggio o dire delle cose
• Ma ottenere delle cose o influenzare un comportamento
• La comunicazione è il risultato ottenuto non il contenuto trasmesso(La Comunicazione è ciò che arriva non ciò che parte
• Se il risultato ottenuto è conforme all’obiettivo allora la comunicazione è efficace (La Comunicazione è l’effetto che ottengo non l’intenzione che avevo)
UN LIVELLO DI CONTENUTOUN LIVELLO DI CONTENUTO
UN LIVELLO DI RELAZIONEUN LIVELLO DI RELAZIONE
Nella comunicazione esistono 2 livelli
Cosa ?Cosa ?
Come ?Come ?
IL LIVELLO CONTENUTO
Nel contenuto sono comprese le parole, la sequenza delle stesse cui diamo un senso logico, legate ad un livello cognitivo razionale.
IL LIVELLO CONTENUTO
Nel contenuto sono comprese le parole, la sequenza delle stesse cui diamo un senso logico, legate ad un livello cognitivo razionale.
IL LIVELLO DI RELAZIONE
Nel livello Relazionale vengono inclusi differenti elementi: i valori, le
convinzioni, le emozioni, le esperienze passate, le aspettative, gli obiettivi e i
desideri. Tutto fa parte della parte più profonda che si esprime attraverso il
linguaggio Non Verbale
IL LIVELLO DI RELAZIONE
Nel livello Relazionale vengono inclusi differenti elementi: i valori, le
convinzioni, le emozioni, le esperienze passate, le aspettative, gli obiettivi e i
desideri. Tutto fa parte della parte più profonda che si esprime attraverso il
linguaggio Non Verbale
2 livelli
ASPETTI DI CONTENUTO E RELAZIONE
Il contenuto del messaggio viene interpretato dall’interlocutore nella cornice della relazione.
“Quando gli occhi dicono una cosa e la lingua un’altra, la persona accorta crede al messaggio dei primi”
Emerson, The Conduct of Life (1860)
Tra verbale e non verbale: prevale il Non Verbale
. . . . . . .
comunicazione è ciò che arriva non ciò che parte
è l’effetto che ottengo non l’intenzione che avevo
ogni comportamento è comunicazione
nella comunicazione ci sono più vie
la comunicazione avviene a più livelli
altri presupposti della comunicazione
I TRE CANALI DELLA COMUNICAZIONE
Verbale, Paraverbale e Non Verbale
LA COMUNICAZIONE NON - VERBALE
Nella comunicazione il messaggio dipende per il
7 % dalla componente verbale (CV)
38 % dal paralinguaggio (CPV)
55 % dal linguaggio del corpo (CNV)
LA COMUNICAZIONE NON - VERBALE
IL PARALINGUAGGIOSi riferisce alle componenti vocali del linguaggio, considerate separatamente dal significato delle parole.
1. Volume2. Tempo3. Ritmo 4. Risonanza5. Articolazione6. Timbro
IL LINGUAGGIO DEL CORPO
• Il linguaggio del corpo si riferisce alla comunicazione che l'insegnante manifesta attraverso la postura, i gesti e le espressioni del viso, la forma dell'immagine" (codici vestimentari). Esso esprime fondamentalmente quale tipo di emozione e intenzione sia presente in relazione a quanto si afferma o si percepisce.
IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo si riferisce alla comunicazione che l'insegnante manifesta attraverso la postura, i gesti e le espressioni del viso, la forma dell'immagine" (codici vestimentari). Esso esprime fondamentalmente quale tipo di emozione e intenzione sia presente in relazione a quanto si afferma o si percepisce.
LA COMUNICAZIONE NON - VERBALE
LA PROSSEMICAÈ l’uso dello spazio inteso come una specifica elaborazione della cultura.
LA COMUNICAZIONE
VERBALE NON VERBALE
COSA DICO COME LO DICO
NON VERBALE PARAVERBALE
55% 38%
SCOPRIAMO: altre caratteristiche
i messaggi non verbali sono involontari pertanto sono assolutamente incontrollabili. saper cogliere (calibrare) in modo attento i segnali
non verbali – ad esempio un cambiamento di colorito sul viso del nostro interlocutore, un aumento della respirazione, un allontanamento del corpo o degli oggetti, ecc – è importante per potere ri-modulare la comunicazione, nell’ottica della migliore gestione possibile della relazione con l’interlocutore.
MAPPE
PER UN EFFICACE PROCESSO DI
COMUNICAZIONE
STRATEGIE DIFFERENTI PER PERSONE DIFFERENTI
TERRITORIO
“SE ABBIAMO DUE ORECCHIE ED UNA SOLA LINGUA
È PERCHÉ DOBBIAMO ASCOLTARE DUE VOLTE
(E PARLARE DI MENO…)”Proverbio danese
Saper ascoltareL’Ascolto Attivo
1. Cosa mi sta realmente dicendo questo atleta?
2. Quali sentimenti sta provando?
3. Cosa vuole da me?
Strumenti essenziali per l’interazione.
Sviluppare l’acuità sensoriale Sviluppare la capacità di calibrare l’interlocutore
Sapere fare domande mirate e direzionate
Sviluppare l’ascolto
il Rapporto Empatico Positivo
Sviluppare flessibilità mentale e
capacità di concentrazione verso il mondo dell’altro
Essere in sintonia sui sentimenti dell’altro
Aiutare le persone a definire e consolidare i propri obiettivi
• Creare un clima di fiducia nella relazione col cliente• Sostenere il cliente nell’avere fiducia delle proprie
risorse (Empowerment)• Accompagnare il cliente nella formulazione della scelta
dei propri obiettivi nella direzione del cambiamento• Verificare che le scelte del cliente siano sostenute da
una forte motivazione• Verificare che siano state prese in considerazione le
conseguenze delle proprie scelte • Tradurre gli obiettivi in azioni, qualcosa di concreto da
realizzare
SAPER MOTIVARE
LA MOTIVAZIONEIn psicologia è il concetto per rappresentare le ragioni per cui gli individui selezionano un’attività da praticare, persistono nell’impegno e vi si dedicano ad un determinato livello d’intensità svolgendo compiti con un certo grado di scrupolosità.
SAPER MOTIVARE
Il comportamento umano è determinato da bisogni e ogni individuo è motivato a soddisfare i propri bisogni.
(Maslow)AUTOREALIZZAZIONE
Armonia personale / ottimizzazione potenzialità
MOTIVAZIONE
DUE PAROLE CHIAVE:1.PIACERE2.DOLORE• Le due potenti leve per il cambiamento…
UN OBIETTIVO BEN FORMATONON VOGLIO pi ESSERE GRASSO!ù
Stato attuale Stato desiderato
+ risorse- interferenze
• S.M.A.R.T.
• ECO
• PLUS
• Specifico• Misurabile • Accessibile • Rilevante • Tempificato • Ecologico
• Espresso in termini positivi
1. Obiettivi ben formati
• Non voglio più essere grasso
• Voglio essere in forma, pesare 70 Kg e avere una muscolatura tonica al torace e al ventre
ESPRESSO IN TERMINI POSITIVI
2. Obiettivi ben formati
• Voglio dimagrire
• Voglio essere magro e tonico
DESCRIVERE UN RISULTATO anziché UN PROCESSO
3. Obiettivi ben formati
• Voglio essere in forma, pesare 70 Kg e avere una muscolatura tonica al torace e al ventre
• Voglio essere in forma, pesare 70 Kg e avere una muscolatura tonica al torace e al ventre ENTRO IL 31 OTTOBRE DI QUEST’ANNO
QUANDO, DOVE E CON CHI RAGGIUNGERAI L’OBIETTIVO?
4. Obiettivi ben formati
• Un vestito che mi piace e che non indossavo più da tempo?...• Un complimento?...• Una sensazione?...
• Esistono criteri di valutazione soggettivi. Per definire questi criteri dobbiamo chiederci cosa vedremo, ascolteremo o sentiremo quando avremo raggiunto il risultato.
COME SAPRAI DI AVER RAGGIUNTO L’OBIETTIVO?
5. Obiettivi ben formati
• Aiutare il Cliente a definire obiettivi che siano anche l’espressione ed il riflesso dei suoi valori.
• “Voglio essere in forma e avere una muscolatura tonica al torace e al ventre, e pesare 70 Kg il 31 ottobre di quest’anno . Quella data coincide con la cerimonia dell’anniversario di matrimonio. Essere in forma smagliante sarà anche un modo per comunicare a mia moglie e a tutti i miei cari che il matrimonio mi fa bene e che credo nella nostra unione”.
IL TUO OBIETTIVO È IN ARMONIA CON TE STESSO E CON CIÒ IN CUI CREDI?
6. Obiettivi ben formati
• Nella definizione dell’obiettivo è vantaggioso avere fin da subito chiare le risorse già a nostra disposizione utili al fine del risultato.
• Oggetti• Persone • Mentori • Qualità personali• Risorse economiche
QUALI RISORSE TI OCCORRONO PER RAGGIUNGERE IL TUO OBIETTIVO?
7. Obiettivi ben formati
• Fino a che punto l’obiettivo dipende esclusivamente da noi?
• Fino a che punto è sotto il controllo di altre persone?
• Cosa posso fare concretamente per influenzare gli eventi esterni?
• In che modo riuscirò a gestire le conseguenze?• Come posso esercitare un controllo sugli elementi che
non dipendono esclusivamente da me?
PUOI CONTROLLARE IL TUO OBIETTIVO?
8. Obiettivi ben formati• SCRIVERE L’OBIETTIVO
• Capire la corretta successione degli eventi;• Programmare e pianificare le azioni necessarie • Prevedere di chi e di cosa avremo bisogno.• Renderci conto che ci stiamo muovendo nella direzione giusta.• Darsi delle scadenze intermedie per rispettare quella finale.• Motivarci grazie al raggiungimento dei risultati di percorso.• Correggere il tiro in itinere.
• QUAL È IL PIANO D’AZIONE?
Ma quello che le persone ricorderanno sempre… .Le persone a volte dimenticano quello che
facciamo,
Le persone dimenticano quello che diciamo,
………. è il modo in cui le abbiamo fatte sentire.
In CONCLUSIONE
Per corrugare la fronte si mettono in movimento 65 muscoli, per
sorridere soltanto19 . . . allora, almeno, anche solo per economia
quando entrate in relazione con un’altra persona donatele un . . .
Vincenzo Sciurtivsciurti@tiscali.it
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