concorrenza monopolistica oligopolio€¦ · l’oligopolio è la forma prevalente della struttura...
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CONCORRENZA MONOPOLISTICA OLIGOPOLIO
Acqua potabile Televisione via cavo
Monopolio
Romanzi
Film
Grano
Latte
Concorrenza
monopolistica
Palle da tennis
Petrolio greggio
Oligopolio
Numero di imprese?
Concorrenza perfetta
Tipo di prodotto?
Prodotti identici
prodotti differenziati
Una impresa
Poche imprese
Molte
imprese
Lo spettro delle strutture di mercato
Tipi di mercato in concorrenza imperfetta
• Concorrenza monopolistica
E’ un mercato nel quale molte imprese vendono prodotti simili ma non identici.
• Oligopolio
E’ un mercato nel quale pochi venditori offrono prodotti simili o identici.
Concorrenza monopolistica
• Mercati che hanno alcune caratteristiche della concorrenza perfetta e alcune caratteristiche del monopolio.
Attributi della concorrenza monopolistica
• Molteplicità di venditori
• Libertà di entrata e uscita
• Differenziazione del prodotto
Molteplicità di venditori
• Molte imprese competono per lo stesso gruppo di consumatori.
• esempi libri, dischi, film, videogiochi, ristoranti, biscotti,mobili, ecc.
Differenziazione del prodotto
• Ogni impresa produce un prodotto leggermente differente da quello delle altre imprese.
• Invece di prendere il prezzo come dato, ogni impresa si confronta con una curva di domanda inclinata verso il basso.
Libertà di entrata o uscita
• Le imprese possono entrare o uscire dal mercato senza restrizioni.
• Il numero delle imprese presenti sul mercato si aggiusta in modo da fare tendere a zero il profitto economico.
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
• Nel breve periodo, un’impresa in concorrenza monopolistica segue la regola del monopolista per massimizzare il profitto.
Determina la quantità in modo che
RM = CM.
Il prezzo dovrebbe essere superiore al costo marginale.
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
Impresa che realizza profitti
Quantità Quantità che massimizza il profitto
0
Prezzo
Prezzo
Domanda
RM
CMeT
CM
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
Impresa che realizza profitti
Quantità Quantità che massimizza il profitto
0
Prezzo
Prezzo
Domanda
RM
CMeT
Costo medio totale
Profitto
CM
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
Quantità 0
Prezzo
Prezzo
Domanda
RM
Quantità che minimizza la perdita
Impresa che produce perdite CM
CMeT
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
Quantità 0
Prezzo
Prezzo
Domanda
RM
Costo medio totale
Quantità che minimizza la perdita
Perdita
Impresa che produce perdite CM
CMeT
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
• Nel breve periodo i profitti incoraggiano nuove imprese ad entrare nel mercato. La loro entrata:
Fa aumentare il numero di prodotti offerti.
Fa ridurre la domanda con la quale ogni impresa attiva sul mercato si confronta.
Le nuove entrate provocano uno spostamento verso sinistra della curva di domanda e generano una compressione dei profitti.
Impresa in concorrenza monopolistica nel breve periodo
• Nel breve periodo le imprese che subiscono delle perdite stimolano le imprese ad uscire dal mercato. La loro uscita:
Fa diminuire il numero dei prodotti offerti.
Fa espandere la domanda con la quale si confronta la singola impresa che rimane sul mercato.
Fa spostare verso destra la curva di domanda delle imprese che rimangono in attività e questo provoca un aumento del profitto.
Equilibrio di lungo periodo
• Il processo di entrata (uscita) continua finché le imprese sul mercato realizzano un profitto (perdita).
Due caratteristiche dell’equilibrio di lungo periodo
• Come in un mercato monopolistico, il prezzo è superiore al costo marginale.
La massimizzazione del profitto impone l’uguaglianza tra costo marginale e ricavo marginale.
Data la curva di domanda inclinata verso il basso, il ricavo marginale è sempre inferiore al prezzo.
Due caratteristiche dell’equilibrio di lungo periodo
• Come in un mercato concorrenziale, il prezzo è uguale al costo medio totale.
La libera entrata o uscita dal mercato porta all’azzeramento del profitto.
Un’impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
Quantità
Prezzo
0
Domanda RM
CMeT
CM
Quantità che minimizza al perdita
Un’impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
Quantità
Prezzo
0
Domanda RM
CMeT
CM
Un’impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
Quantità che Quantità
Prezzo
0
Domanda RM
CMeT
CM
massimizza il profitto
Un’impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
Quantità
Prezzo
0
Domanda RM
CMeT
CM
Un’impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
Quantità
Prezzo
0
Domanda RM
CMeT
CM
Un’impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
Quantità che massimizza il profitto nel lungo periodo
Quantità
Prezzo
0
Domanda MR
CMeT
CM
Concorrenza monopolistica e concorrenza perfetta
• Ci sono due differenze notevoli tra concorrenza perfetta e concorrenza monopolistica: la capacità produttiva in eccesso e l’incremento del prezzo sul costo marginale.
Capacità produttiva in eccesso
• Nel lungo periodo in concorrenza perfetta non c’è eccesso di capacità produttiva.
• La libertà di entrata e di uscita porta l’impresa concorrenziale a produrre la quantità che minimizza il costo medio totale. Tale quantità viene detta dimensione efficiente dell’impresa.
Capacità produttiva in eccesso
• Nel lungo periodo in concorrenza monopolistica c’è un eccesso di capacità produttiva.
• In concorrenza monopolistica, la produzione è inferiore al livello di dimensione efficiente di un’impresa concorrenziale.
Capacità produttiva in eccesso
Quantità
Impresa in concorrenza monopolistica Impresa in concorrenza perfetta
Quantità
Prezzo
P = RM (curva di
domanda)
CM CMeT
Prezzo
Domanda
CM CMeT
RM
P = CM
Quantità prodotta
Quantità prodotta
Capacità produttiva in eccesso
Quantità
Impresa in concorrenza monopolistica Impresa in concorrenza perfetta
Quantità
Prezzo
P = RM (curva di
domanda)
CM CMeT
Quantità prodotta
Dimensione efficiente
Prezzo
Domanda
CM CMeT
P = CM
Quantità prodotta
= dimensione efficiente
Capacità produttiva in eccesso
Quantità
Impresa in concorrenza monopolistica Impresa in concorrenza perfetta
Quantità
Prezzo
P = RM (curva di
domanda)
CM CMeT
Quantità prodotta
Dimensione efficiente
Prezzo
Domanda
CM CMeT
Capacità in eccesso
P = MC
Quantità prodotta
= Dimensione efficiente
Capacità produttiva in eccesso
• Un’impresa in concorrenza monopolistica, diversamente dall’impresa concorrenziale, potrebbe diminuire il proprio costo medio totale producendo una quantità superiore del bene.
Incremento del prezzo sul costo marginale
• Per un’impresa concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale.
• Per un’impresa in concorrenza monopolistica, il prezzo è superiore al costo marginale.
• Esistono dei consumatori che decidono di non acquistare il bene, pur attribuendogli un valore superiore al costo marginale
Incremento del prezzo sul costo marginale
Quantità
Impresa in concorrenza monopolistica Impresa in concorrenza perfetta
Quantità
Prezzo
P = CM P = RM
(curva di domanda)
CM CMeT
Quantità prodotta
Prezzo
Domanda
Costo marginale
CM CMeT
RM
Quantità prodotta
Incremento del prezzo sul costo marginale
Quantità
Impresa in concorrenza monopolistica Impresa in concorrenza perfetta
Quantità
Prezzo
P = MC P = RM (curva di
domanda)
CM CMeT
Quantità prodotta
Prezzo
Domanda
Costo marginale
CM CMeT
RM
Incremento
Quantità prodotta
Quantità
(a) Impresa in concorrenza monopolistica
Quantità prodotta
Dimensione efficiente
Prezzo
Domanda
Costo marginale
CM CMeT Incremento
Perdita secca
Concorrenza monopolistica e benessere sociale
Concorrenza monopolistica e benessere sociale
• I mercati in concorrenza monopolistica non godono di tutte le prerogative positive associate a quelli concorrenziali.
• Nel mercato in concorrenza monopolistica si verifica una perdita secca causata dall’incremento del prezzo sul costo marginale.
• Comunque, regolamentare il prezzo di tutte le imprese che producono prodotti differenziali potrebbe essere impraticabile.
La concorrenza monopolistica va dunque considerata
una struttura di mercato indesiderabile dal punto di
vista sociale, che dovrebbe essere regolamentata?
La risposta è probabilmente negativa, per due ragioni:
1. Nella maggior parte dei mercati a concorrenza
monopolistica, il potere di monopolio è limitato.
Di solito le imprese concorrenti sono in numero sufficiente
e offrono prodotti sufficientemente intercambiabili, quindi
nessuna delle singole imprese ha un potere eccessivo.
La perdita secca derivante dal monopolio è dunque
modesta.
2. Ogni inefficienza deve essere ponderata con un
importante beneficio della concorrenza monopolistica: la
diversificazione dei prodotti.
La maggior parte dei consumatori attribuisce un valore
positivo alla disponibilità di un’ampia scelta di marchi
concorrenti e di prodotti differenti sotto vari aspetti. Il
vantaggio della differenziazione dei prodotti può essere
sufficiente a bilanciare, e spesso a superare, i costi
dell’inefficienza determinata dalla pendenza negativa
delle curve di domanda.
Nei mercati oligopolistici i prodotti possono essere differenziati o meno. Ciò che conta è che poche imprese sono titolari della maggior parte o della totalità della produzione.
In alcuni mercati oligopolistici, una parte o tutte le imprese realizzano consistenti profitti di lungo periodo perché esistono barriere all’entrata che rendono difficile o impossibile l’ingresso nel mercato di nuove imprese.
L’oligopolio è la forma prevalente della struttura di mercato. Esempi di oligopolio sono le industrie automobilistiche, metallurgiche e petrolchimiche, quelle delle apparecchiature elettriche e quelle dei computer.
Oligopolio
La presenza di economie di scala può far sì che l’industria sia redditizia solo quando sono presenti poche imprese brevetti o tecnologie esclusive possono escludere i potenziali concorrenti la necessità di spendere denaro per diffondere la conoscenza del marchio e per costruirsi un’immagine potrebbe scoraggiare molte nuove imprese. In questi casi si tratta di barriere all’entrata “naturali”: sono implicite nella struttura di mercato considerato. Le imprese attive nel mercato possono anche adottare strategie volte a scoraggiare i potenziali concorrenti.
Oligopolio
Equilibrio in un mercato oligopolistico
In un mercato oligopolistico, l’impresa stabilisce il
prezzo o il livello di produzione anche sulla base di
considerazioni strategiche riguardanti il
comportamento dei concorrenti.
Il principio di base per descrivere un equilibrio quando un’impresa prende decisioni che tengono conto esplicitamente del comportamento dell’altra è lo stesso dell’equilibrio in mercati concorrenziali e monopolistici: quando un mercato è in equilibrio, le imprese operano al
meglio delle loro possibilità e non sono incentivate a
modificare né il prezzo né la quantità.
Equilibrio in un mercato oligopolistico
● Nel caso dell’oligopolio, ciascuna impresa è motivata ad
operare al meglio delle proprie possibilità dato il
comportamento delle altre imprese e presume che i
concorrenti facciano lo stesso.
Equilibrio di Nash: ciascuna impresa si comporta nel
modo migliore possibile date le azioni dei
concorrenti.
● Modello di Cournot
Modello di oligopolio nel quale le imprese producono un
bene omogeneo, ciascuna impresa considera fisso il livello
di produzione del concorrente e le imprese scelgono
simultaneamente i rispettivi livelli di produzione.
● Duopolio Mercato nel quale concorrono due imprese.
Mercato oligopolistico
In un mercato oligopolistico ciascuna impresa è in
grado di esercitare la propria influenza sulle variabili
rilevanti ed è consapevole che anche le altre
imprese operanti nel settore possono, in base alle
loro decisioni, esercitare una certa influenza.
Non esiste la curva di domanda per la singola
impresa: la quantità che l’oligopolista potrà vendere
in corrispondenza di un certo prezzo dipenderà dalla
natura e dal tipo di interdipendenza tra le imprese
che compongono il mercato.
LA SCELTA DI PRODUZIONE DELL’IMPRESA 1
Il livello di produzione che massimizza il profitto per
l’impresa 1 dipende dalla quantità che verrà prodotta
dall’impresa 2.
Se l’impresa 1 ritiene che l’impresa 2 non produrrà nulla,
la sua curva di domanda D1(0) coincide con la curva di
domanda di mercato. La corrispondente curva del ricavo
arginale, indicata con R’1(0), interseca la curva del costo
marginale dell’impresa 1 C’1 in corrispondenza del livello
di produzione 50.
Se l’impresa 1 ritiene che l’impresa 2 produrrà 50 unità,
la sua curva di domanda D1(50) risulta traslata verso
sinistra della medesima quantità e la massimizzazione
del profitto corrisponde ora a una produzione di 25 unità.
Infine, se ritiene che l’impresa 2 produrrà 75 unità.
L’impresa 1 produce solo 12,5 unità.
Curva di reazione
La scelta ottimale della quantità dell’impresa per ogni livello
di output scelto dal concorrente
Relazione tra il livello di produzione che massimizza il
profitto di un’impresa e la quantità che l’impresa ipotizza
venga prodotta dal concorrente
CURVE DI REAZIONE ED EQUILIBRIO DI COURNOT
CURVE DI REAZIONE ED EQUILIBRIO DI COURNOT
La curva di reazione dell’impresa 1 esprime la
quantità prodotta dall’impresa in funzione della
quantità che essa ritiene sarà prodotta dall’impresa
concorrente.
La curva di reazione dell’impresa 2 esprime il livello di
produzione dell’impresa come funzione della quantità
che essa ritiene verrà prodotta dal concorrente.
Nell’equilibrio di Cournot, ciascuna impresa ipotizza
correttamente la quantità prodotta dal concorrente e
massimizza il proprio profitto. Nessuna delle due
imprese, quindi si discosterà da questo equilibrio.
● Equilibrio di Cournot Situazione di equilibrio in cui nel
modello di Cournot, ciascuna impresa ipotizza
correttamente la quantità prodotta dal concorrente e sceglie
coerentemente il proprio livello di produzione.
La scelta è effettuata simultaneamente dai due concorrenti
L’equilibrio di Cournot è un caso di equilibrio di Nash (quindi a volte è indicato come equilibrio di Cournot-Nash). In un equilibrio di Nash ciascuna impresa agisce nel modo migliore dato il comportamento dei concorrenti, e di conseguenza nessuna delle imprese ha interesse a modificare il proprio comportamento.
Un esempio con curva di domanda lineare
Due imprese identiche affrontano una curva di domanda di mercato lineare:
P = 30 - Q
Inoltre, CM1 =CM2 = 0 Q=Q1 + Q2
Ricavo totale impresa 1: RT1 = P Q1= (30 –Q)* Q1=30Q1 - (Q1+Q2)*Q1
RM1 = DRT1/ DQ1 = 30 – 2Q1 – Q2
Uguagliando RM1 = 0 (il costo marginale dell’impresa) e risolvendo rispetto a Q1, si ottiene
Curva di reazione dell’impresa 1:
Lo stesso calcolo vale per la curva di reazione dell’impresa 2:
Equilibrio di Cournot: = Q1 = Q2 = 10
Quantità complessiva prodotta: Q = Q1 + Q2 = 20
Un esempio con curva di domanda lineare
Se le due imprese colludono tra loro, il ricavo complessivo
delle 2 imprese è:
RT = PQ = (30 –Q)Q = 30Q – Q2,
quindi RM = ∆RT/∆Q = 30 – 2Q
Ponendo RM = 0 (il costo marginale dell’impresa) si ricava
Q = 15.
Quindi, Q1 + Q2 = 15 è la curva di collusione.
Se le imprese si accordano per spartire equamente i profitti,
ciascuna delle due produce metà della quantità totale:
Q1 = Q2 = 7,5
ESEMPIO DI DUOPOLIO
La curva di domanda è P = 30 − Q ed entrambe le
imprese hanno costo marginali nulli.
All’equilibrio di Cournot ciascuna impresa produce 10,
con un profitto pari a 100.
La curva di collusione mostra le combinazioni di Q1 e Q2
che massimizzano il profitto complessivo.
Se le imprese colludessero e ripartissero equamente i
profitti, ognuna delle due produrrebbe 7.5, con un profitto
pari a 112.5.
È raffigurato anche l’equilibrio concorrenziale, in
corrispondenza del quale il prezzo è uguale al costo
marginale e il profitto è zero.
MODELLO DI STACKELBERG
Modello di oligopolio nel quale una delle
imprese decide il proprio livello di
produzione prima delle altre.
Differisce dal modello di Cournot nel quale
nessuna delle due imprese può reagire.
La possibilità di scegliere per prima
avvantaggia l’impresa.
Il vantaggio della prima mossa: il modello di Stackelberg
Supponiamo che l’impresa 1 scelga per prima il proprio livello di produzione e
che l’impresa 2 scelga dopo avere osservato la decisione di 1. Nella sua
decisione, l’impresa 1 deve perciò tenere conto del modo in cui l’impresa 2
reagirà.
P = 30 – Q e CM1 = CM2 = 0
Curva di reazione dell’impresa 2:
Ricavo dell’impresa 1:
Ponendo RM1 =CM= 0 si ottiene Q1 = 15 e Q2 = 7,5
RM1 = DRT1/ DQ1 = 15 – Q1
Possiamo concludere che l’impresa 1 produce il doppio dell’impresa 2 e
realizza un profitto doppio. La possibilità di scegliere per prima avvantaggia
l’impresa 1.
Esercizio
• In un duopolio operano 2 imprese simmetriche con
• CT=10Q e P=100-2Q
1. Determinare Q, P e profitti nel caso equilibrio di Cournot
2. Determinare Q, P e profitti nel caso del modello di Stackelberg
3. Determinare Q, P e profitti nel caso di collusione e equilibrio concorrenziale
Concorrenza nel prezzo con prodotti omogenei
●. Modello di Bertrand Modello di oligopolio nel quale le
imprese producono un bene omogeneo, ogni impresa
considera fisso il prezzo scelto dai concorrenti e tutte le
imprese decidono simultaneamente quale prezzo praticare
Variabile di scelta: Prezzo
Ipotesi:
1. Prodotto omogeneo
2. Costi marginali costanti
3. Imprese uguali
Concorrenza nel prezzo con prodotti omogenei
● Modello di Bertrand Modello di oligopolio nel quale le imprese producono
un bene omogeneo, ogni impresa considera fisso il prezzo scelto dai
concorrenti e tutte le imprese decidono simultaneamente quale P praticare.
Procediamo supponendo:
1. P1 = P2 >CM
Ciascuna impresa è incentivata a diminuire leggermente il proprio
prezzo, sottraendo clienti all’altra impresa ed aumentando i profitti.
Se entrambe effettuano questa guerra dei prezzi si avrà P1 = P2 = CM
2. P1 ≠ P2 non equilibrio
Impresa con P superiore abbasserebbe il proprio prezzo leggermente al
di sotto di quello dell’altra impresa e quest’ultima sarebbe
incentivata a fare lo stesso
P1 = P2 = CM equilibrio concorrenza
Equilibrio Bertrand unico equilibrio di Nash nei prezzi
Concorrenza nel prezzo con prodotti omogenei
Consideriamo:
P = 30 – Q CM1 = CM2 = €3
Dall’equilibrio di Nash nel modello di Bertrand risulta che le
due imprese scelgano il prezzo uguale al costo marginale:
P1 = P2 = €3.
La produzione dell’industria sarà 27 unità, 13,5 per
ciascuna impresa e le due imprese realizzano profitti nulli.
Nel modello di Cournot
Q1 = Q2 = 9 P= 12 €
ciascuna impresa realizza un profitto pari a €81.
Concorrenza nel prezzo con prodotti differenziati
Supponiamo che le due imprese in un duopolio abbiano
costi fissi di €20 e costi variabili nulli, e che si confrontino
con le curve di domanda:
Domanda per l’impresa 1:
Domanda per l’impresa 2:
1 1 212 2Q P P
2 2 112 2Q P P
Concorrenza nel prezzo con prodotti differenziati
Scelta dei prezzi
Ricavi totali di impresa 1:
RT1 = P1 Q1= (12-2P1+P2)*P1
Prezzo che massimizza il profitto per l’impresa 1:
RM=CM ; 12-4P1+P2=0
Curva di reazione per l’impresa 1:
Curva di reazione per l’impresa 2:
1 2
13
4P P
2 1
13
4P P
EQUILIBRIO DI NASH NEI PREZZI
Per due imprese che vendono prodotti differenziati, la domanda dipende
sia dal prezzo scelto sia dal prezzo praticato dal concorrente. Le due
imprese scelgono i prezzi simultaneamente, considerando fisso quello
scelto dal concorrente.
La curva di reazione dell’impresa 1 indica il prezzo che massimizza il suo
profitto come funzione del prezzo stabilito dall’impresa 2; l’opposto vale
per la curva di reazione dell’impresa 2.
L’equilibrio di Nash si realizza all’intersezione tra le due curve di reazione:
scegliendo il prezzo di €4, ognuna delle due si comporta nel modo migliore
dato il prezzo scelto dal concorrente e non ha interesse a praticare un
prezzo differente.
EQUILIBRIO DI NASH NEI PREZZI
EQUILIBRIO DI NASH NEI PREZZI
Le funzioni di reazione sono inclinate
positivamente, mentre nel caso in cui la variabile è
la quantità sono inclinate negativamente.
La relazione fra i prezzi delle due imprese è
positiva: se l’impresa 2 alza il prezzo, la migliore
risposta per l’impresa 1 è alzare il prezzo a sua
volta.
EQUILIBRIO COLLUSIVO
Le imprese hanno gli stessi costi, perciò applicheranno lo stesso prezzo P.
RT= 24P – 4P2 + 2P2 RM= 24 − 4P
il prezzo di max del profitto congiunto è P = €6. Il profitto di ciascuna impresa è quindi
p1 = p2 = 12P − P2 - 20 = 72 − 36 − 20 = €16
Equilibrio collusivo: se le imprese stabilissero il
prezzo di comune accordo, lo fisserebbero a €6.
Esercizio
• In un duopolio operano 2 imprese che vendono prodotti differenziati e utilizzano il prezzo come variabile strategica
• CT=5 Q1=30-3P1+P2 Q2=30-3P2+P1
1. Determinare P, Q e profitti di equilibrio nel caso in cui le imprese competono nei prezzi.
2. Determinare Q, P e profitti nel caso di collusione.
Concorrenza e Collusione. Il dilemma del prigioniero
La collusione è illegale ma
se la cooperazione può condurre a maggiori profitti, perche le imprese non cooperano senza colludere esplicitamente?
Il problema è che il concorrente probabilmente non sceglierà il prezzo che corrisponde all’accordo di collusione, perché, sapendo che l’altra impresa sceglierà il prezzo di collusione, può ottenere migliori risultati fissando il prezzo più basso.
Il dilemma del prigioniero
Concorrenza e collusione: il dilemma del prigioniero
● Matrice dei payoff Tabella nella quale sono indicati i profitti (o payoff) di
ciascuna impresa date le decisioni dei due giocatori.
● Gioco non cooperativo Gioco nel quale sono escluse la negoziazione e
l’applicazione di accordi vincolanti.
● Dilemma del prigioniero Esempio classico
della teoria dei giochi, nel quale due prigionieri
devono decidere separatamente se confessare o
meno un crimine; se uno dei prigionieri confessa,
verrà condannato a una pena lieve, mentre il suo
complice subirà una condanna più pesante, se
invece nessuno dei due confessa, le sentenze
saranno più favorevoli rispetto al caso della
confessione di entrambi.
Il dilemma del prigioniero
TABELLA 12.4 Matrice dei payoff per il dilemma del prigioniero
Prigioniero B
Confessare Non confessare
Prigioniero
A
Confessare –5, –5 –1, –10
Non
confessare
–10, –1 –2, –2
Se il prigioniero A non confessa, corre il rischio che il suo complice tenti di trarne vantaggio. Dopotutto, indipendentemente dalla scelta del prigioniero A, per il prigioniero B è sempre conveniente confessare. Per le stesse ragioni, confessare è sempre conveniente anche per il prigioniero A, quindi B deve temere che A tenti di trarre vantaggio dalla sua confessione. Entrambi i prigionieri, quindi, probabilmente sceglieranno di confessare e rimarranno in prigione per cinque anni. Le imprese di un oligopolio spesso si trovano in una situazione analoga a quella dei due prigionieri.
Il dilemma del prigioniero
Concorrenza e collusione: il dilemma del prigioniero
Le imprese nel nostro esempio hanno costi fissi di €20, costi variabili
nulli e le seguenti curve di domanda:
Curva di domanda dell’impresa 1:
Curva di domanda dell’impresa 2:
Abbiamo determinato che nell’equilibrio di Nash ciascuna impresa
sceglie il prezzo di €4 e realizza un profitto di €12, mentre in caso di
collusione le imprese praticano il prezzo di €6 e realizzano profitto di
€16.
Quindi, se l’impresa 1 sceglie il prezzo di €6 e l’impresa 2 il prezzo di €4,
il profitto della seconda aumenta fino a €20, a spese del profitto della
prima, che scende a €4.
1 1 212 2Q P P
2 2 112 2Q P P
2 2 220 (4)[(12 (2)(4) 6] 20 €20 P Qp
1 1 120 (6)[12 (2)(6) 4] 20 €4 PQp
Concorrenza e collusione: il dilemma del prigioniero
Matrice dei payoff per il gioco
di scelta dei prezzi
Impresa 2
Prezzo €4 Prezzo€6
Impresa 1
Prezzo
€4
€12, €12 €20, €4
Prezzo
€6
€4, €20 €16, €16
ESEMPIO 12.2 Un problema di fissazione del prezzo:
Procter & Gamble
Curva di domanda di P&G su base mensile: Q = 3375P–3,5 (PU) 0,25 (PK) 0,25
Ipotizzando che i concorrenti di P&G affrontino le medesime condizioni per quanto riguarda
la domanda, con quale prezzo dovremmo entrare nel mercato, e quale profitto dovremmo
aspettarci di realizzare?
$1,40 è il prezzo che corrisponde alla scelte migliore dei concorrenti, quindi è in equilibrio di Nash. Come dimostra la tabella, in questo punto di equilibrio tanto P&G quanto i concorrenti realizzano profitti mensili di $12.000. Se Potessimo colludere con la concorrenza, i profitti sarebbero maggiori. Potremmo accordarci sul prezzo di $1,50, che permetterebbe a ognuno di guadagnare $20.000.
Procter & Gamble e un caso di dilemma del prigioniero
Abbiamo stabilito che P&G dovrebbe aspettarsi che i suoi
concorrenti scelgano il prezzo di $1,40, e che dovrebbe
anch’essa fare la stessa scelta. Ma P&G si troverebbe
nella situazione più vantaggiosa scegliendo, assieme ai
concorrenti, il prezzo di $1,50.
TABELLA 12.5 Matrice dei payoff per il problema di scelta del prezzo
Unilever e Kao
Prezzo $1,40 Prezzo $1,50
P&G Prezzo $1,40 $12, $12 $29, $11
Prezzo $1,50 $3, $21 $20, $20
Le imprese si trovano di fronte al dilemma del prigioniero.
Quali che siano le scelte di Unilever e Kao, P&G ottiene
risultati migliori scegliendo $1,40.
Esercizi
• Es. 2 b p; 3 (escluso e); 4; 6 (escluso d)
Studio sul libro
• Pindyck e Rubinfeld: Cap. 12 (escluso, 12.5, 12.6).
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