aldo de gioia presenta "il cafè chantant"

Post on 05-Dec-2014

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Category:

Entertainment & Humor

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Power Point illustrato durante la seconda conferenza di approfondimento di storia della canzone partenopea nel corso della II Crociera della Musica Napoletana. In queste slide verranno illustrati i principali artefici del varietà, del caffè chantant e della macchietta, generi che hanno fatto grande la musica napoletana nel suo periodo aureo

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Il Cafè Chantant

Il Cafè Chantant nacque a Parigi sul finire del 1800. Il termine rappresentava sia la sala da thè e concerto, dove gli ospiti potevano gustarsi le consumazioni ascoltando le canzonette dell’epoca o brevi recitazioni drammatiche, sia il tipo di spettacolo in sé che offriva questo genere di locali

Giunse a Napoli durante la Belle Epoque, dove caratterizzò il Caffè Diodati a Piazza Dante, il Turco in Piazza Plebiscito, il Vacca in Villa Comunale, l’Aceniello a Via Foria, il Caffè Automatico e il Caffè d’Italia in Via Roma, ma soprattutto il Gambrinus in Piazza Trieste e Trento

Il primo spettacolo fu organizzato la sera del 5 novembre 1890 nel Salone Margherita, costruito nella parte sottostante della Galleria Umberto I, che divenne una fucina di attori, cantanti, fantasisti, ballerine ed illusionisti

Lo spettacolo richiamò tutta l’èlite napoletana, signore aristocratiche imbellettate, uomini in frac, politici, scrittori e artisti. Tutta l’intelligencja napoletana si ritrovò al Salone Margherita per curiosare il nuovo fenomeno d’avanguardia

La tecnica della “Mossa” caratterizzò gli spettacoli di cafè-chantant. Consisteva nel roteare le anche al rullo di tamburo e fermarsi al successivo colpo di grancassa. Maria Borsa, una sciantosa del Circo delle Meraviglie in via Chiatamone, ne fu l’inventrice

Avvenne però che un’altra sciantosa, Maria Campi, si impossessò della mossa e la propose in giro per l’Italia, provocando le ire della Borsa. Le due artiste decisero di sfidarsi per dimostrare chi ancheggiasse meglio al colpo di grancassa. La gara, conclusasi alla pari, registrò un abnorme afflusso di pubblico

Le sciantose napoletane imitarono le loro colleghe francesi, che già dal 1700, con il nome di “canterine”, si esibivano al Teatro Nuovo ai Quartieri Spagnoli, tra le quali si ricordano Gabrielle Bressard, morta suicida, Aimèe Amard, Lucy Nanon e Armand d’Ary, che fece perdere la testa al musicista Mario Costa

“Lily Kangy”, di Capurro-Gambardella, è il più famoso motivo dei cafè-chantant. Racconta la storia di Concetta, una ragazza di Via Conte di Mola che decide di fare la sciantosa. Introdotta da Maria Valery, fu portata al successo da Lina Cavalieri, definita la donna più bella del mondo durante la Belle Epoque

Contemporaneamente, molti poeti produssero componimenti a doppio senso, dando vita alla “macchietta”. Rocco Galdieri ed Ugo Ricci furono tra i principali produttori del genere, che trovò in Vincenzo Valente il compositore musicale d’eccellenza. Il grande Raffaele Viviani fu uno dei principali interpreti teatrali

Furono numerosi i grandi attori di teatro napoletani che diedero il loro contributo al genere della macchietta: Nicola Maldacea, Berardo Cantalamessa, Gustavo De Marco, un giovanissimo Totò, Nino Taranto, Dante Maggio e Pietro De Vico

Con la trasformazione del cafè-chantant in varietà, emerse il ruolo della prima donna, quella che oggi definiamo “soubrette”. Tra le più famose, l’affascinante Anna Fougez, la russa Lidia Johnson e Lucy D’Albert

Il teatro di Raffaele Viviani (1888-1950) dà un grosso contributo al genere della macchietta, rappresentando la disordinata plebe napoletana. Celebri sono soprattutto i suoi “guappi”, personaggi che furono portati al successo dalle cosiddette canzoni “di giacca”

Anche E.A. Mario contribuì non poco al varietà: le sue canzoni in lingua italiana (“Balocchi e profumi”, “La leggenda del Piave”, “Vipera”) furono cavalli di battaglia della Fougez e altre primedonne

La vena più genuina del varietà si esaurì negli anni Trenta, ma non va dimenticata la restaurazione operata dai fratelli De Filippo: Titina (1898-1963), Eduardo (1900-1984) e Peppino (1903-1980), dei quali si ricordano spettacoli di successo come le riviste: “Noi siam navigatori” e “Pulcinella principe in sogno”

Con la distruzione a causa di un incendio del Teatro Nuovo, depositario di grandi successi napoletani, nel 1935, il Varietà, nato dal caffè-chantant, cominciò a registrare un lento declino, che confluì, dopo la Seconda Guerra Mondiale, nella nascita del musical e della commedia musicale

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