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Alimentazione e cambiamento
climatico
Alimentazione e sostenibilità ambientale
• Le conseguenze sull’a ie te del sistema di produzione e consumo di cibo, soprattutto nei Paesi sviluppati, rappresentano una problematica relativamente recente nel dibattito internazionale sui cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale, negli ultimi anni l’atte zio e verso questi aspetti è andata crescendo.
• La tipologia, la composizione e la quantità di cibo prodotto e consumato incide in modo significativo sia sulle emissioni totali di CO2 sia sulla richiesta dell’uo o nei confronti della natura in termini di rapporto tra consumo di risorse e capacità del pianeta di (ri)generarle
Alimentazione e cambiamenti climatici
Definizione del problema
• Secondo la definizione utilizzata dall’ United Nations Framework Convention on Climate Change UNFCCC, il cambiamento climatico si riferisce a un cambiamento – maggiore rispetto alla variabilità naturale del clima osservata in paragonabili periodi di tempo – dello stato del clima;
• Tale variazione è attribuita ad u ’alte azio e della composizione dell’at osfe a globale, direttamente o indirettamente causata dall’attività dell’uo o.
• Nel periodo 1970-2004, le emissioni globali dei gas serra (GHG s) sono cresciute del 70%. L’a o ta e più significativo di gas serra è stato generato dalle attività relative a: approvvigionamento energetico (26%), industria (19%), deforestazione e utilizzo dei terreni (17,4%), agricoltura (14%) e trasporti (13%).
Gas serra
• Alcuni gas presenti ell’at osfe a terrestre agiscono un po’ come il vetro di
una serra: catturano il calore del sole impedendogli di ritornare nello spazio.
Molti di questi gas sono presenti in natura, ma l'attività dell'uomo aumenta
le concentrazioni di alcuni di essi ell’at osfera, in particolare:
• l'anidride carbonica (CO2)
• il metano
• l'ossido di azoto
• i gas fluorurati
• La CO2è un gas serra prodotto soprattuto dall'attività umana ed
è responsabile del 63% del riscaldamento globale causato dall'uomo. La sua
concentrazione ell’at osfe a supera attualmente del 40% il livello registrato
agli inizi dell'era industriale.
• Gli altri gas serra vengono emessi in quantità minori, ma catturano il calore
molto di più della CO2, a volte mille volte di più. Il metano è responsabile del
19% del riscaldamento globale di origine antropica, l'ossido di azoto del 6%.
Cause dell’au e to delle e issio i
• La combustione di carbone, petrolio e gas produce anidride carbonica e ossido di azoto.
• Abbattimento delle foreste (deforestazione). Gli alberi aiutano a regolare il clima assorbendo CO2 dall'atmosfera. Abbattendoli, quest'azione viene a mancare e la CO2 contenuta nel legno viene rilasciata nell'atmosfera, alimentando in tal modo l'effetto serra.
• Lo sviluppo dell’alleva e to di estia e. I bovini e gli ovini producono grandi quantità di metano durante il processo di digestione.
• I fertilizzanti azotati producono emissioni di ossido di azoto.
• I gas fluorurati causano un potente effetto serra, fino a 23 000 volte più forte dei quello provocato dalla CO2. Fortunatamente, questi gas vengono emessi in quantità minori e la legislazione dell'UE ne prevede la graduale eliminazione.
Prospettive future
• L’ulti o rapporto dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change – IPCC, la Commissione Internazionale sui Cambiamenti Climatici dell’ONU), conferma che i futuri cambiamenti climatici non riguarderanno soltanto l’i alza e to delle temperature, ma produrranno anche una modifica dell’i te o sistema climatico con serie ripercussioni sugli ecosistemi e sulle attività umane (prevalentemente sull’attività agroalimentare).
• Gli scenari delineati dall’IPCC prospettano un aumento delle emissioni globali di GHGs compreso in un intervallo che va da 9,7 a 36,7 milioni di tonnellate di CO2-eq tra il 2000 e il 2030.
Barilla Centre for Food and Nutrition
• Regioni Mediterranee
• Aumento della temperatura maggiore
della media EU
• Diminuzione delle precipitazioni
• Diminuzione del deflusso idrico
• Aumento del rischio di perdita di
biodiversità
• Aumento del rischio di desertificazione
• Aumento della domanda di acqua
irrigua
• Diminuzione delle rese
• Aumento del rischio di incendi
• Aumento mortalità per ondate di calore
• Espansione di habitat affetti da malattie
• Diminuzione del potenziale idroelettrico
• Diminuzione turismo estivo e potenziale
aumento in altre stagioni
Aree montane
• Aumento della temperatura maggiore della
media EU
• Diminuzione dei ghiacciai
• Diminuzione del permafrost
• Modifi a ve so l’alto degli a eali pe spe ie animali e vegetali
• Elevato rischio di estinzione per alcune specie
• Aumento del rischio di erosione del suolo
• Diminuzione del turismo invernale
Fonte: Agenzia Europea dell' Ambiente, 2015
IMPATTI DEL Cambiamento Climatico
L’agricoltura e la deforestazione sono tra i fattori che maggiormente contribuiscono al cambiamento climatico, ma per lo stesso motivo gli agricoltori e coloro che utilizzano le foreste potrebbero avere un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni di gas serra“
Alexander Müller
Vice Direttore Generale della FAO
Alimentazione e cambiamento climatico
• L’agri oltura e il cambiamento climatico si
caratterizzano per una relazione complessa di causa-
effetto.
• L’agri oltura, per mezzo dello svolgimento dell’attività
stessa, produce rilevanti volumi di gas a effetto serra,
principale causa del cambiamento climatico.
• Al tempo stesso però, ne subisce gli impatti negativi,
in termini di riduzione della produttività e
d’i re e to dei rischi legati alla sicurezza
alimentare.
L’ag i oltu a e il cambiamento climatico si caratterizzano per una
complessa relazione di causa-effetto.
L’attività agricola è responsabile della produzione di gas serra per una quota pari al
33% del totale delle emissioni annuali nel mondo. L’ali e tazio e e’ responsabile del
25% dell’i patto ambientale di ogni persona
Questa quota è generata per il 46% da protossido di azoto, proveniente
prevalentemente da attività concernenti il terreno agricolo e l’utilizzo di energia, per il
45% da emissioni di metano, derivanti soprattutto dalla fermentazione enterica
degli animali (27%), dalla risicoltura (10%) e dalla gestione dei fertilizzanti organici
(7%) e per il 9% da anidride carbonica
Le emissioni di gas serra dal settore agricolo nel
mondo, fonte State of the World 2009, WRI,
2009
• Il contributo dell’ag i oltu a alla produzione dei gas serra mondiali è aumentato nel corso degli anni: si è passati dai 39 miliardi di tonnellate del 1990 ai 49 miliardi di tonnellate del 2004, con una crescita percentuale del 25,6%.
• Questo incremento è imputabile perlopiù all’uso dei fertilizzanti, allo sviluppo della zootecnia, alla produzione di reflui e all’uso di biomassa per la produzione di energia.
Gli effetti del cambiamento climatico sul
settore agroalimentare
Gli effetti del cambiamento climatico
sull’ag i oltu a sono riconducibili a tre macro-
aree
PRODUZONE
AGRICOLA
SICUREZZA DELLA
CATENA ALIMENTARE
SICUREZZA
SOCIALE
• Secondo il modello di Mendelsohn e Schlesinger (1999) la produzione agricola misurata in termini monetari sia una funzione della temperatura media annua, della media giornaliera delle precipitazioni annue e della concentrazione atmosferica dell’a id ide carbonica.
• Un fattore che aumenta la produttività agricola è relativo al fenomeno conosciuto come carbon fertilization: oltre ad aumentare la temperatura del pianeta e danneggiare l’ag i oltu a, l’i re e to delle emissioni di CO2 produce anche un effetto positivo sull’agri oltura stessa, alleviando gli effetti avversi legati al surriscaldamento.
PRODUZONE
AGRICOLA
• Nonostante ciò, il calo di produzione
agricola mondiale si attesterà nel 2080 tra i
190 miliardi di dollari e i 40 miliardi di dollari
all’a o (in presenza di carbon fertilization);
PRODUZONE
AGRICOLA
Fonte: The European House-Ambrosetti su dati Peterson Institute
for International Economics
• Le ripercussioni stimate/ attese dal climate
change sulla sicurezza alimentare riguardano
principalmente l’au e tata criticità della
gestione della risorsa acqua e l’a ele azio e
della diffusione di malattie e contaminazioni
nei prodotti agricoli e alimentari.
SICUREZZA DELLA
CATENA ALIMENTARE
• Il cambiamento climatico sembra poter causare due effetti principali: ell’e isfe o settentrionale l’aspettativa è quella di un incremento della portata dei fiumi e della disponibilità complessiva di acqua. Le aree tropicali e quelle semi-aride (principalmente il bacino del Mediterraneo, gli Stati Uniti orientali, il Sud Africa e il nord est del Brasile) subiranno, invece, un significativo declino delle loro risorse idriche.
• Al tempo stesso, a causa della crescita demografica, di pratiche di irrigazione inefficienti e della crescente competizione in essere per l’utilizzo della risorsa idrica, si stima che una quota compresa tra il 15% e il 35% dei prelievi d’a ua per irrigazione non siano sostenibili in futuro
SICUREZZA DELLA
CATENA ALIMENTARE
La gestione della risorsa acqua
“i sti a he fi o al 0 0 l’ag i oltu a rimarrà il settore a maggiore prelievo di
risorse idriche
• Il mutamento delle condizioni climatiche sembra poter
comportare una diffusione, in misura superiore rispetto
a oggi, di malattie e contaminazioni nei prodotti agricoli
e alimentari.
• Il colera, Zoonosi e malattie zoologiche, Funghi tossici e
contaminazioni da micotossine, Alghe tossiche.
SICUREZZA DELLA
CATENA ALIMENTARE
Diffusione di malattie e contaminazioni
nei prodotti agricoli e alimentari
• disponibilità e utilizzo delle risorse naturali;
• danni economici e rischi per le città costiere e le loro infrastrutture; aumento delle dispute territoriali;
• Fenomeni migratori legati al peggioramento delle condizioni di vita;
• situazioni di instabilità e di misgovernment rispetto alla risposta ai crescenti bisogni delle popolazioni;
• Te sio i legate all’a esso e al o t ollo delle iso se energetiche;
• pressioni sulla governance internazionale.
SICUREZZA
SOCIALE
Le principali situazioni di
conflitto/criticità sociali legate al
cambiamento climatico
appaiono essere riconducibili a:
• Secondo l’United Nations Environment Programme, il manifestarsi di
ricorrenti periodi di siccità e una crescente pressione demografica
sono fra le cause che hanno spinto il Darfur in una spirale di violenza
che ha prodotto, dal 2003, 300.000 morti e più di due milioni di
profughi.
• L’UNEP ha individuato la variabilità climatica della regione, la scarsità
d’a ua e la rapida perdita di significative porzioni di terra coltivabile
come fondamentali fattori causali del conflitto.
SICUREZZA
SOCIALE
Il caso del Darfur
Le strategie di intervento
Strategie di adattamento:
capaci di agire sugli
effetti, attraverso piani,
programmi e azioni in
grado di minimizzare gli
impatti del cambiamento
climatico.
Strategie di mitigazione:
capaci di agire sulle cause
del fenomeno, mediante
la ricerca di una riduzione
o di una stabilizzazione
delle emissioni di gas
serra.
Le strategie di intervento
Strategie di mitigazione
• l’adozio e di fertilizzanti biologici,
• il miglioramento delle tecniche di allevamento
del bestiame e di gestione del letame,
• il ripristino delle colture vegetali
• l’otti izzazio e delle tecniche di gestione del
suolo per incrementare l’asso i e to e
l’i agazzi a e to di CO2
Le strategie di intervento
Strategie di adattamento
• la ridefinizione e l’adegua e to del
calendario di semina e delle varietà seminate,
• il trasferimento delle coltivazioni in altre aree,
• il miglioramento delle tecniche di gestione del
territorio.
Ma l’ag i oltu a può o t i ui e attivamente anche alla mitigazione
• carbon sink dei suoli agricoli
• produzione di energie rinnovabili
Carbon sink
• la riserva di anidride carbonica assorbita e immagazzinata dal terreno e dagli oceani con la normale attività connessa sia alla fotosintesi che ad attività di altro tipo.
• Questo accumulo può essere di origine sia naturale che artificiale. I principali sink biosferico di tipo naturale sono:
• l'assorbimento di anidride carbonica da parte degli oceani
• la fotosintesi compiuta da piante ed alghe
I principali sink biosferico di origine antropica sono:
• le discariche di rifiuti
• Cattura e sequestro del carbonio proposte
• Il sink biosferico ha notevoli implicazioni sia economiche che politiche.
LA TABELLA DI MARCIA A LIVELLO EUROPEO
Il pacchetto clima-energia al 2020 (2011)
La tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni
di carbonio nel 2050 (2011)
Nuovo pacchetto (clima-?) energia al 2030 (2015)
(2016-2017 per avere i nuovi regolamenti)
- riduzione delle emissioni di CO2 del 40%
- au e to dell’uso di energie rinnovabili (27%)
- au e to dell’efficienza energetica (27%)
Questio i igua da ti l’ag i oltu a: - basso potenziale di mitigazione (JRC 2014)
- riduzione patrimonio zootecnico (carne b. -30/50%; latte -5-10%)
- riduzione sprechi ?
- ruolo delle biomasse a fini energetici
Pacchetto clima –energia 20-20-20
• “i t atta dell’i sie e delle isu e pe sate dalla UE pe il periodo successivo al termine del Protocollo di Kyoto.
• Il pa hetto , o te uto ella Di ettiva 009/ 9/CE, è entrato in vigore nel giugno 2009 e sarà valido dal
gennaio 2013 fino al 2020.
Quadro per il clima e l'energia 2030
• Il quadro è stato adottato dai leader dell’UE nell'ottobre 2014
• Il quadro per il clima e l’e e gia 2030 fissa tre obiettivi principali da conseguire entro l'anno indicato:
• una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990)
• una quota almeno del 27% di energia rinnovabile
• un miglioramento almeno del 27% dell'efficienza energetica
Un'economia a basse emissioni di carbonio
entro il 2050
• La Commissione europea sta studiando il modo più conveniente
per rendere l’e o o ia europea più rispettosa del clima ed efficiente dal punto di vista del consumo energetico.
• La tabella di marcia verso un'economia a basse emissioni di carbonio prevede che:
• entro il 2050 l'UE riduca le emissioni dell'80% rispetto ai livelli del 1990
• le tappe per raggiungere questo risultato sono una riduzione delle emissioni del 40%entro il 2030 e del 60% entro il 2040
• tutti i settori diano il loro contributo
• la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio sia fattibile ed economicamente abbordabile.