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Alcune informazioni sulla montagna Bellunese Non sempre si sa ciò che serve Diego Cason Sociologo. Studi e ricerche sociali, economiche e territoriali.

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Alcune informazioni sulla montagna Bellunese

Non sempre si sa ciò che serve

Diego Cason Sociologo. Studi e ricerche sociali, economiche e territoriali.

Prima questione preliminare

La dimensione verticale ed obliqua della montagna cambia la prospettiva dalla quale si valuta il mondo che ci circonda. Spesso la realtà percepita assume maggiore rilevanza di quella vissuta. I bellunesi hanno una immagine di sé sterotipata e basata su clichè superati e scomparsi. Questo fatto è una tragedia per una comunità poiché è segnale inequivocabile di declino, di rinuncia, di rattrappimento su sé stessi, di incapacità ad interpretarsi e comprendersi, di rinuncia a progettare il proprio futuro.

Seconda questione preliminare

Il nostro è un problema complesso e controverso che ha le seguenti caratteristiche:

Non ha mai soluzioni semplici;Ha sempre diverse soluzioni possibili;Ogni soluzione crea altri problemi;Ogni soluzione è temporanea, limitata, parziale;Ogni soluzione è oggetto di critiche;Ogni soluzione può essere rimessa in discussione;Non si può mai essere certi che la soluzione adottata sia la migliore perché gli effetti delle decisioni sono imprevedibili.

Terza questione preliminare

L’immagine della montagna, quel che pensiamo essa sia, è un prodotto urbano. E’ stata vista come luogo selvaggio, pericoloso ed inutile, come luogo romantico, come merce, come monumento… Il montanaro ha tratto abilmente vantaggio da queste idee altrui ma oggi non sappiamo più cosa sia la montagna che abitiamo e, quel che è peggio, non sappiamo nemmeno più cosa siamo diventati. Questo ci fa perdere di vista che viviamo in un mondo obliquo ed instabile, nel quale le regole e le visioni urbane non non funzionano bene. Dovremmo fare uno sforzo intelligente per liberarci da stereotipi e pregiudizi che spesso ci frenano e ci impediscono di raggiungere risultati migliori e persino di vedere e apprezzare le tante buone cose che sappiamo fare.

Quarta questione preliminare.

La politica non sa più fare il suo mestiere che è quello di rappresentare interessi diffusi, generali, delle comunità e comporli in una attività amministrativa capace di soddisfarli tutti senza accontentarne alcuno. S’è ridotta ad essere strumento di interessi particolari al servizio di ambizioni personali. Non è più in grado di coniugare gli interessi diffusi in una proposta di sviluppo locale condiviso. La politica segue le pulsioni locali invece che comprenderle e interpretarle come sarebbe suo dovere fare.

Quinta questione preliminare

La provincia di Belluno è un’invenzione amministrativa. Le comunità che la compongono non si sono mai sentite parte di una società vasta. Il riferimento è la propria vallata, quando va bene. Più spesso il proprio campanile. Questo localismo esasperato dipende dalle debolezze dell’identità montanara e dalla immagine negativa introiettata. E’ un caso classico di comunità lacerate e rivoltate dai processi evolutivi della (post) modernità urbana. Per questo le spinte centrifughe (presentate come ricerca di autonomia) sono elementi della fuga da noi stessi. Sono il sintomo di una patologia sociale degenerativa. L’autonomia dovrebbe essere un processo di consolidamento delle comunità non causa della loro dissoluzione.

Com’è potuto accadere tutto questo? Com’è che non ce ne siamo accorti in tempo? Perché non abbiamo saputo reagire? Come abbiamo potuto accettare la distruzione della nostra identità e passare la domenica a fare un tristissimo shopping nei centri commerciali immersi nelle nebbie padane?

Numero Comuni per quota altimetrica

14004%

13003% 1200

4%

110012%

90014%

80012%700

6%

6006%

5004%

40010%

30018%

2007%

Popolazione residente per quota altimetrica.

11005%

9006%

8008%

7003%

6005%

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4008%

30041%

20014%

13001%

14001%

12005%

In quali settori sonno avvenuti i più importanti cambiamenti?

• Demografia • Struttura produttiva• Agricoltura• Turismo• Relazioni sociali• Percezione di sè

Distribuzione comuni per quota senza Bl e Feltre

Sedico 9.225

Ponte 8.221

Cortina 6.218

S. Giustina 6.497

Mel 6.251

0

200

400

600

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Distribuzione comuni per quota comuni con - 5000 ab

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Densità abitanti per Km2

Auronzo di Cadore

CastellavazzoChies d'Alpago

Falcade

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Vas

Vodo Cadore

Sovramonte

Agordo

BellunoCesio

Zoppè Selva

LivinallongoColle Danta

Cortina Comelico

Canale

Sappada

San Vito

S.Tomaso

Fonzaso

Feltre S. Giustina

Limana

Lentiai Quero

TaibonValle

Borca

Alleghe Cibiana

TambreVoltago

S. Stefano

Vallada

S. Pietro Zoldo Alto

Vigo

Rocca Pietore

S. Nicolò

Sedico

Trichiana

Domegge

Forno

Gosaldo Lorenzago

La Valle Lozzo Pieve di C.

Pieve d'AlpagoLamon

0

200

400

600

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1000

1200

1400

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Ettari per residente

Agordo

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Sovramonte

Livinallongo

Domegge

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PonteS.Gregorio

Pedavena

Puos

Longarone Ospitale

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Limana

RivamonteLozzoLa Valle

Perarolo

Tambre

Vigo

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Zoppè

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Sedico

Taibon Valle

Vodo

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S.Tomaso S.Stefano

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S.NicolòS.PietroRocca

Pieve A.

Pieve C.Lorenzago

Gosaldo

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Cortina Colle

Danta

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Belluno

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0

200

400

600

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1000

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1400

0 10 20 30 40 50 60 70

Media dei residenti per quota

1.375

1.932

1.213

2.076 2.054

6.640

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

1200-1500 1000 -1199 800-999 600-799 400-599 0-399

La struttura demografica cambia solo grazie ai saldi migratori

La fecondità crolla, la natalità giunge al minimo, le comunità non crescono più, il ricambio e le relazioni intergenerazionali diventano molto difficili le comunità mancano di forze per progettare il futuro.

-1.500

-1.000

-500

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Migratorio

Naturale

Totale

BellunoPadova

TrevisoRovigo

VeneziaVicenza

Verona

Montana

Totale

213.612

909.775

869.534

246.255

844.606

852.242

896.316

213.612

131.995287.313

103.4690

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

01 Residenti totali e in montagna 2007

Il peso della popolazione montana in regione è inavvertito.

Con una popolazione limitata non c’è la possibilità di una rappresentanza efficace degli interessi montani.

In democrazia ciò che conta è anche il peso elettorale.

36,3%

21,8%

15,0%

4,2%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

% superficiemontana A

% superficiemontana B

% residenti inmontagna A

% residenti inmontagna B

Peso della montagna su superficie e popolazione veneta. 2005 Con un peso elettorale del 5-15% appare difficile incidere con la forza sulle scelte regionali

La densità di popolazione per provincia.(2007)

57,7

419,4

346,6

136,8

339,1309,8

282,0

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

Belluno Padova Treviso Rovigo Venezia Vicenza Verona

I residenti devono sopportare il peso della manutenzione e della tutela di un territorio vasto ed instabile.

31,6

59,5

32,4

87,0

218,4

31,9 26,6

94,9

24,7

190,3

224,7

76,5

130,1

56,0

281,6

360,8

309,1

348,1

46,0

0

50

100

150

200

250

300

350

400

N.1

- A

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N.2

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N.4

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10 -

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1 -

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2 -

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3 -

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9 -

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Densità abitativa in montagna. (2007)

Il peso degli oneri ambientali è tanto più sensibile quanto più si sale di quota.

03 Variazioni popolazione residente per Comunità montana

-40%

-30%

-20%

-10%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

N.1

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Monta

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Veneto

Variazione 2001-2007Variazione 51-2007

-21.200

+18.666

+14.543 +44.218

Lo spopolamento è stato un esodo tuttora in corso

Valutando tutte le Cm è evidente la diversa dinamica demografica in montagna.

Crescita dei flussi immigratori crollo di quelli emigratori

3.566

5.427

5.8846.197

6.844

4.679

4.3934.145

2.909

2.442

2.382

5.260

4.8194.531

3.975

2.813

2.485

2.2082.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

5.000

5.500

6.000

6.500

7.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Maschi

Fem m ine

La provincia non è più luogo di emigrazione. E’ divenuta centro di attrazione di immigrati che sono indispensabili per sostituire gli attivi che abbandonano il lavoro. I residenti hanno un tasso di sostituzione degli attivi che è pari a 1/3, per ogni persona che esce dal lavoro ne entra una.

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

1901

1904

1907

1910

1913

1916

1919

1922

1925

1928

1931

1934

1937

1940

1943

1946

1949

1952

1955

1958

1961

1964

1967

1970

1973

1976

1979

1982

1985

1988

I residenti calano lentamente solo grazie all’immigrazione.

Non ci fosse stata una immigrazione dall’Europa ed extra comunitaria, a partire dal 1993, i residenti in provincia sarebbero oggi circa 194 mila. Se non ci fosse stata prima una immigrazione interna dal sud la provincia avrebbe oggi meno di 160 mila residenti. Di questo passo entro il 2020 avremo un ulteriore calo degli attivi di circa 10-12 mila unità su 95 mila attivi totali.

12,4713,17

16,0917,27

20,01

0

5

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2001

2008

Il peso sociale dei giovani e degli anziani si è rovesciato.

In montagna questo ribaltamento accade prima (1982) che in pianura ed ha effetti più rilevanti, producendo problemi sia per gli anziani sia per i giovani e mette in crisi la coesione delle comunità, la struttura dei servizi sociali, l’equilibrio delle famiglie e molto altro ancora.

46.742

39.998

28.414

36.095

39.275

43.998

27.04126.85426.82626.75825.383

48.196

47.882

47.34346.186

30.415

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

50.000

1971 1981 1991 2001 2005 2006 2007 2008

0-14

più di 65

Le nascite.

Nati da cittadine straniere

2003 2004 2005 2006 2007

157 190 196 97 108

8,7% 11,0% 11,1% 5,7% 6,1%

817

762

872

785

852837

894

787

896

841

886

829

881

778

700

750

800

850

900

950

1994

1995

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1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

MaschiFemmineLineare (Maschi)Lineare (Femmine)

Negli anni 60 i nati ogni anno erano circa 4.000, negli ultimi cinque anni sono nati in media circa 1.700 bambini ogni anno. L’andamento delle nascite dal 1994 ad oggi non ci permette di pensare che nel prossimo futuro (10-20 anni) le cose cambino.

3,40

3,0

3,5

4,0

4,5

5,0

5,519

93

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

 Italia Veneto Belluno

4,30 4,104,40

3,803,40

4,00

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4,003,60

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

 Ital

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1.622

1.060

727

865 925

0

200

400

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800

1.000

1.200

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1.600

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1971 1981 1991 2001 2004

Religiosi Civili Totale

Tax nuzialità 1993-05 Tax nuzialità per provincia veneta 2005

Numero di matrimoni 1971-2004

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49

1975199620021991

Tax di fecondità x classi d’età

Indici invecchiamento Cm del Veneto

In montagna gli indici di invecchiamento sono più elevati che in pianura. In certi comuni ci sono quattro anziani con più di 65 anni per ogni ragazzo con meno di 15 anni. Quale futuro possono avere comunità nelle quali si hanno ritmi di decrescita da estinzione della specie? Quale capacità di controllare il presente e il futuro se la popolazione guarda al passato. Quale forza contrattuale si può sperare di mettere in campo per ottenere un potere di autodeterminazione più elevato?

179,8173,4

181,6

161,1 164,6 164,9166,9

181,7

156,8

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20

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Set

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Dipendenza

Vecchiaia

Le famiglie e la loro instabilità.

30,15

25,61

21,65

16,47

5

10

15

20

25

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35

1971 1981 1991 2001

BellunoVenetoItalia

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20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

90.000

100.000

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2005

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1951 1961 1971 1981 1991 2001 2005

% famiglie unipersonaliVariazione famiglie 1961-05

Media componenti 1961-05

143102

78

121125

142

106

177

120

230

0

50

100

150

200

250

300

350

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

Separazioni Divorzi

Separazioni divorzi 1994-05

Natalità e fecondità in montagna. (2001)

La natalità e la fecondità sono nettamente inferiori in montagna e sono legate strettamente alla quota.

34,8

41,238,6 38,9

36,2

43,9 44,0

36,5 36,5

51,3

41,8

46,1

50,548,7

46,743,5

49,746,3

37,7

0

10

20

30

40

50

60

N.1

- A

gord

ino

N.2

- A

lpago

N.3

- L

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Zold

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N.4

- V

al Belluna

N.5

- B

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N.6

- C

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N.7

- C

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-Sappada

N.8

- F

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- V

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N.

10 -

Gra

ppa

N.1

1 -

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N.1

2 -

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N.1

3 -

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N.1

4 -

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N.1

5 -

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N.1

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N.1

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N.1

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Sett

eCom

uni

Natalità

Fecondità

Evoluzione degli attivi

05.000

10.00015.00020.00025.00030.00035.00040.00045.00050.000

1951 1971 1991 2000

AttiviagricolturaAttiviindustria

Attiviterziario

70.414

68.886

68.000

69.000

70.000

71.000

72.000

73.000

1982 1991 2001 2002 2003 2004 2005

MaschiFemmine

5.300

1.970

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

5.000

5.500

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

2.200

Valore aggiunto SxEsportazioni Dx

Riduzione degli attivi 1982-05

Crescita reddito e occupazione

34,5

81,1

11

90,888,2

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55 anni e oltre

ItaliaVenetoBelluno

Tasso di attività 2006

79,0

88,4

85,3

29,9

10,4

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55 anni e oltre

ItaliaVenetoBelluno

Tasso di occupazione 2006

719

537

2.604

4.960

1.041

1.506

8.034

960

3.145

221

154

312

345

343

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000

Agricoltura

Altre industrie

Alimentari

Tessile

Legno

Carta e chimica

Metalmeccanico

Occhialeria

Costruzioni

Commercio

Alberghi ristoranti

Trasporti

Servizi

PA

IndeterminatoDeterminato

17.082

15.360

8.000

9.000

10.000

11.000

12.000

13.000

14.000

15.000

16.000

17.000

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

FemmineMaschi

Assunzioni 1991-2006

Tipi di contratti 2006

D-E Manifatture; 2.500

F C Costruzioni; 2.681

G Commercio; 3.744

H Alberghi e ristoranti; 1.745

I Trasporti; 515

J Intermediazione; 319

K Noleggio; 1.298

M N Istruzione sanità; 92

O Altri servizi; 687

A-B Agricoltura; 2.195NC Imprese non classif icate; 16

Imprese artigiane e non per tipo. 2006

Imprese per ramo d’attività. 2006

131

1.339

4.327

1.475

2.479

5.629

16336

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

Capitale Persone Individuale Altre

ArtigianeNon artigiane

Addetti nelle imprese per ramo d’attività. 2006

15,96%

11,31%

10,49%

9,66%

7,35%

6,65%

5,01%

4,18%

4,02%

2,51%

2,35%

2,30%

2,25%

2,23%

1,77%

1,59%

1,31%

1,25%

1,24%

1,18%

1,01%

1,00%

0,86%

0,71%

0,67%

0,64%

0,27%

0,18%

0,06%

0,01%

0,00%

0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18%

Occhialerie Costruzioni

Alberghi ristorantiDettaglio

ProfessioniVeicoli e ingrosso

MeccanicheTrasporti

Prodotti metalloLegno

Altri serviziSanità

IntermediazioneNon metalli

Comunica precisioneTessili abbigliamento

AlimentariUfficio ed Elettroniche

Altre manifattureMetalli

Noleggio informaticaImmobiliari

CartaPlastiche

EnergiaChimicheIstruzione

EstrazioneRicerca

Mezzi TrasportoRaffinerie

Percentuale occupati su popolazione residente. 2001

20%

25%

30%

35%

40%

45%

50%

55%

60%Ca

stella

vazz

oQu

ero

Long

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eSo

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ene

Danta

Pera

rolo

Ponte

Taibo

n Lo

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S.To

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Valla

daLa

mon

Cibia

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lvaZo

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TotaleFemmineMaschi

Media provincia = 43,2%

Differenza addetti occupati su popolazione residente. 2001

-6.000

-5.000

-4.000

-3.000

-2.000

-1.000

0

1.000

2.000Lo

ngar

one

Agor

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lluno

Media provincia = - 429

Peso imprese e UL artigiane su totale imprese e UL. 2006

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%Va

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iana

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ngOs

pitale

Peso delle imprese artigiane su totale imprese 2006Peso delle Unità locali artigiane su totale U.L.

Media provincia = 36,8 e 33,6

I cambiamenti in agricoltura dal 51 al 2001* dati 61

Attivi – 97% Sau –60%

Bovini –65% Boschi +12%

Ovini –70% Caprini –73%

Suini +18% PLV –55%

Imprese – 92%* Seminativi – 75%

Variazioni decennali imprese e sau. 90-2000

-38

-19,1-14,7 -14,5 -13,5 -12,2 -11,6

-15

-40

-35

-30

-25

-20

-15

-10

-5

0Belluno Rovigo Verona Vicenza Treviso Padova Venezia Veneto

-19,3

-9,1-6,6 -6,2 -4,7

-3

0,1

-7,5

-25

-20

-15

-10

-5

0

5Belluno Vicenza Venezia Rovigo Treviso Padova Verona Veneto

Imprese

SAU

Evoluzione imprese agricole

200220240260280300320340360380

1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996

2.1502.2002.2502.3002.3502.4002.4502.5002.5502.6002.650

1997 1998 1999 2000 2001

Evoluzione allevamenti

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2007

Bovini Ovini Caprini Equini Suini

Evoluzione abitazioni

010.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.00090.000

1951 1971 1991 2000Abitazioni occupate Abitazioni non occupateSeconde case turistiche Fam iglie

Percentuale di abitazioni non occupate. 2001

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

60,0%

70,0%

80,0%

90,0%Se

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Esercizi turistici.

0

5

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Media provincia = 2,2

19381951 19551961 1965 1971 1975 1981 1985 1991 1995 2000

Alberghieri

ComplementariTotale -

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

01 Evoluzione esercizi turistici

Alberghi per 1000 residenti.

Camere appartamenti

per le vacanze; 346; 1%

Altre strutture; 9.790; 23%

Alloggi agroturistici; 41;

0%

Campeggi e villaggi turistici;

26; 0,1%

Alberghi; 464; 1%

Case x vacanza; 31.000; 75%

Letti alberghieri per 1000 residenti.

0

200

400

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1.000

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Media provincia = 93,02

1938

1951

1955

1961

1965

1971

1975

1981

1985

1991

1995

2000

Alberghieri

ExtraalberghieriTotali-

10.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.00090.000

100.000

02 Evoluzione letti turistici.

Letti case vacanza ;

93.000; 52%

Letti alberghi ; 19.770; 11%

Campeggi e villaggi turistici; 12.060; 6,7%

Alloggi agroturistici;

405; 0%

Altre strutture; 51.803; 29%

Camere appartamenti

per le vacanze; 1.758; 1%

Arrivi turistici.

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Arrivi italiani alberghi Arrivi stranieri alberghi Arrivi italiani extra alberghi Arrivi stranieri extra alberghi

Italiani

Stranieri

1938

1951

1955

1961

1965

1971

1975

1981

1985

1991

1995

2000

ExtraalberghieriAlberghieri

Totali-

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

03 Evoluzione arrivi turistici. Extra alberghieri ; 2.952.825;

27%

Case x vacanza; 5.890.000;

54,1%

Alberghi; 2.034.454; 19%

Presenze turistiche.

50.000

550.000

1.050.000

1.550.000

2.050.000

2.550.000

3.050.000

3.550.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Presenze italiani alberghi

Presenze stranieri alberghi Presenze italiani extra alberghi

Presenze stranieri extra alberghi

Italiani

Stranieri

1938

1951

1955

1961

1965

1971

1975

1981

1985

1991

1995

2000

AlberghiereExtraalberghiere

Totali-

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

7.000.000

8.000.000

04 Evoluzione presenze turistiche.Extra alberghieri

; 2.952.825; 27%

Case x vacanza; 5.890.000;

54,1%

Alberghi; 2.034.454; 19%

Variazione PIL, valore aggiunto, reddito pro-capite. 2000-2007

22.140

23.122 23.121

24.12624.441

25.016

26.990

30.903

22.255

23.229

25.07025.564

26.691 26.824

29.267

30.928

20.000

22.000

24.000

26.000

28.000

30.000

32.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Valore aggiunto procapiteReddito procapitePil procapite

Reddito imponibile per classi e per comune

9.308.823

112.112.610

223.692.838

125.300.157

972.013.077

961.438.100

0

100.000.000

200.000.000

300.000.000

400.000.000

500.000.000

600.000.000

700.000.000

800.000.000

900.000.000

1.000.000.000

fino

a 5.

000

da 5

.000

a 1

0.00

0

da 1

0.00

0 a

15.0

00

da 2

0.00

0 a

50.0

00

da 5

0.00

0 a

60.0

00

oltr

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0.00

0

€ 15.000

€ 16.000

€ 17.000

€ 18.000

€ 19.000

€ 20.000

€ 21.000

€ 22.000

€ 23.000

€ 24.000

Piev

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Vodo

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cca

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Reddito imponibile medio provinciale = 19,346

Settori economici fonti del PIL 2007

Agricoltura1%

Indus tria 32%

Costruzioni7%

Intermediazione21%

Altri servizi17%

Com mercio, turismo, trasporti

22%

I fattori di senso di una comunità

BPotere

AAppartenenza

DConnessione emotiva

CIntegrazione

soddisfazione dei bisogni

A L’appartenenza

L’appartenenza si basa su confini; sulla sicurezza che si ricava dall’essere “dentro” tali confini ovvero inclusi in una realtà nella quale si è accettati, riconosciuti e si ha un ruolo, un posto definito; sulla identificazione che consiste che gli individui si riconoscono in un insieme di persone per le quali è disposto a fare un sacrificio personale nell’interesse altrui; sull’investimento affettivo ovvero la quantità di interessi personali sacrificati al bene comune (da questa radice nasce il concetto di patria); su un sistema simbolico che permette di dare valore condiviso alle cose perchè, in fin dei conti, una società è un nucleo di valori condivisi.

Confini

Investimento personale

Culture e simboli

Identificazione

Sicurezza emotiva

Senso di appartenenza

B Il Potere

Il potere consiste nella percezione individuale e collettiva di poter influire sul corso degli eventi. Esso si manifesta come potere dell’individuo sulla comunità (status), come potere della comunità sull’individuo (norme e consuetudini) e potere della comunità nei confronti dell’ambiente circostante (potere contrattuale e politico). Questo ultimo aspetto è, per la provincia di Belluno, assai importante poiché il potere politico e contrattuale è, con tutta evidenza, inferiore di quello dei propri vicini e questo alla lunga ha provocato una riduzione della coesione e integrazione dei bellunesi che percepiscono di valere meno di altri, pur comprendendo che tale differenza di valore non ha giustificazioni pratiche.

Altri

Altri

Altri

Altri

Altri

Altri

C Integrazione e soddisfazione dei bisogni

Status

Successo

Competenza

Nutrimento autostima

Protagonismo

La soddisfazione dei bisogni. L’appartenenza ad un gruppo dà maggiori garanzie di soddisfare i propri bisogni economici e non. La soddisfazione dei bisogni rinforza i legami mediante la gratificazione. Con l’acquisizione di status, con i successi di gruppo (diretti o indiretti) e con la percezione della competenza ad ottenere successi. Il consolidamento dell’autostima personale e di gruppo induce ad un incremento del protagonismo e alla costruzione di valori condivisi volti a rafforzare la collaborazione e l’integrazione dei soggetti che scoprono di avere progetti e obiettivi simili.

D La connessione emotiva.

Alcuni aspetti di questa connessione che hanno elevata rilevanza sociale:più sono le interazione maggiori sono le possibilità di contatto con gli altri;più sono positive le interazioni più il successo consolida l’appartenenza;se i compiti comunitari non sono eseguiti il gruppo s’indebolisce;i premi e le punizioni devono avere carattere certo (più le seconde dei primi);I contatti significativi tra le persone portano ad una connessione emotiva, quelli meramente funzionali (ovvero sprovvisti dei caratteri emotivi e affettivi), non producono alcuna connessione. Le relazioni significative hanno bisogno di manutenzione e di sostegno nelle comunità, perché quelle funzionali (prevalentemente economiche) si sono moltiplicate a tal punto da divenire impersonali ed aliene.

Una comunità forte offre ai suoi membri:momenti importanti e simbolici da condividere,modi positivi per interagire,strumenti per portare a termine i propri compiti,opportunità di impegno personale nelle comunità,occasioni di riconoscimento personale e collettivoopportunità di costruire legami spirituali.[1]

Senso di comunità e tolleranza.

Tolleranza alta Tolleranza bassa

Senso di comunità alto

Senso di comunità basso

Accettazione differenze

Liberi e soliindifferenza e anomia

Forte controllo socialerifiuto diversità

Solitudine e disgregazione

Le comunità bellunesi, in modi diversi, sono collocate nei due quadranti negativi. Urbano a sinistra e montano a destra. Il modello urbano ha portato benessere, demolendo i pilastri della coesione comunitaria. Il modello alpino s’è rinchiuso in sé stesso, dibattuto tra turismo pulsante e invadente, conformismo modellato sul passato, con risorse umane insufficienti per uscire dalla trappola della post modernità. In questa situazione di mutamento fluido è molto difficile produrre progetti condivisi di identificazione comunitaria solida. Gli uomini non si sono, però, evoluti e organizzati per affrontare problemi semplici e questa è una sfida complessa che vale al pena accettare. Anche a costo di perderla.

Grazie per la vostra cortese attenzione.

Diego Cason Sociologo. Studi e ricerche sociali, economiche e territoriali.